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Verso Assisi. Il Cammino delle Assemblee

A marzo il CSI andrà a rinnovare i propri organismi istituzionali nell’anno del quadriennio olimpico.

di Leonio Callioni

La stagione elettorale nell’anno del Giubileo della Speranza e dell’ottantennio del CSI. Impegno, formazione, dialogo e confronto: 80 anni di esperienza e la volontà di ascoltare le esigenze sociali per tener fede al sempre vivo obiettivo di educare attraverso lo sport.

È in corso il rinnovo, attraverso le Assemblee elettive, di tutta la struttura del Centro Sportivo Italiano: dai Consigli territoriali a quelli regionali, per finire con il Consiglio Nazionale. Si stanno scegliendo, ai vari livelli, i nuovi dirigenti dell’Associazione per il prossimo quadriennio olimpico: evidente che si tratta di una fase molto importante, decisiva per la storia dell’Associazione. Il “campo di gara” di questa fase di rinnovamento e rilancio è delimitato da una doppia ricorrenza: gli 80 anni dalla fondazione del Centro Sportivo Italiano e il Giubileo del 2025. Tra storia e speranza, quindi, si rimettono al centro le attenzioni, le tensioni, le sensibilità di un’Associazione che è ancora chiamata a svolgere il proprio servizio educativo attraverso lo sport. Ma come fare, concretamente? Occorre una profonda riflessione per arrivare a una revisione del progetto culturale e sportivo del CSI. La collocazione nel settore sport, nel Terzo Settore e, soprattutto, nella Chiesa italiana esige coraggio e responsabilità. Bisogna attuare modalità di vivere lo sport, di organizzare tornei e campionati, di promuovere attività strutturate e destrutturate, sempre con la chiara e irrinunciabile intenzionalità educativa, come chiaramente scritto nel patto associativo. Il prossimo progetto culturale e sportivo, perciò, più che scritto, dovrà essere incarnato sui territori, con la partecipazione educativa delle nostre comunità sportive, che condivideranno i valori che il CSI ancora rappresenta e rinnova. Sarà un lavoro da fare insieme con gioia e sincero entusiasmo. Emerge sempre più chiaramente che, di questi tempi, occorre investire sulla formazione dei dirigenti, per costruire un futuro solido. Questa è una scommessa di fiducia, prima di tutto, sulle relazioni all’interno dell’Associazione, perché sarà necessario orientare e governare un processo che riguarderà tutti gli organismi associativi. Proprio per questo, il Centro Sportivo Italiano non si limita a rispondere ad una generica domanda di sport, ma si preoccupa di far emergere, sui territori, i reali bisogni delle persone. Diventa indispensabile il dialogo con le istituzioni, con le altre organizzazioni sportive e del Terzo Settore, affinché lo sport non sia solo un piacevole “tempo libero”, ma venga riconosciuto, sempre e pienamente, efficace strumento di politiche sociali, culturali, di promozione della salute e tanto altro ancora. In questo modo si esprime la forza di un’Associazione a volte anche “fastidiosa”, ma sempre al servizio di un progetto che ha una storia, vive nel presente, immagina il domani. È importante che non si guardi alle assemblee come l’ennesimo adempimento noioso seppur doveroso. Da anni, ormai, il mondo sportivo si è trovato immerso in scadenze, obblighi, prescrizioni, e tutto è diventato faticoso. Ora anche le assemblee! E meno male, perché si tratta di momenti in cui ritornare a vedersi, confrontarsi, discutere su di noi e per noi. Ecco perché dobbiamo sottolineare che i delegati che saranno designati dovranno essere, il più possibile, i portatori dei desideri delle società sportive, che a loro volta sono l’interfaccia con le famiglie, con gli enti, con la complessa realtà contemporanea. Le assemblee possono e devono essere un’occasione di incontro e di conoscenza, in un tempo in cui le conferenze da remoto, l’esperienza online, gli strumenti digitali tendono a limitare le relazioni umane: sempre connessi, ma anche sempre più soli. Un’associazione, invece, mette insieme, unisce: e quale appuntamento migliore dell’assemblea? Guardiamo in faccia anche gli aspetti problematici: il tempo in cui viviamo il percorso assembleare presenta una serie di complessità. L’impatto della riforma dello sport è tutt’altro che metabolizzato; la vita delle società sportive, soprattutto le più piccole, è stata devastata, spesso in modo scriteriato, da nuovi obblighi e adempimenti, calati dall’alto senza preparazione. Inoltre, le strutture associative, dalla pandemia in avanti, sono tutte cadute in una situazione di costante stress organizzativo. Sarà necessario: leggere e capire lo sport in modo nuovo; avere una visione innovativa della specificità umana; contribuire all’esperienza delle società sportive e delle persone; trovare nuovi equilibri organizzativi. Il processo di perfezionamento delle competenze nei Comitati è stato notevole e ha consentito la crescita dell’Associazione. Ciò ha riguardato molteplici settori, da quello delle discipline sportive a quello della gestione degli impianti, da quello della formazione a quello degli eventi, da quello dei servizi alle società a quello della promozione sociale. Figure tecniche, competenti, preparate sono state inserite nei quadri dirigenziali e gestionali. Ed eccoci arrivati al tema dell’identità dell’Associazione e del suo servizio alla Chiesa italiana. Lo spirito fondativo non può essere abbandonato, ma è necessario un aggiornamento dei modelli organizzativi. Riportiamo quanto, in tempi recenti, il cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha affermato: «[…] come Chiesa ci sentiamo pienamente coinvolti e non smetteremo di mantenere alta l’attenzione, perché sono in gioco le persone, la loro realizzazione, la possibilità di vivere l’esistenza in pienezza. Nell’incontro con il Signore e camminando accanto a loro, siamo chiamati ad accompagnare le giovani generazioni in un percorso di riconciliazione con il proprio sé, di conoscenza e apprezzamento delle risorse personali, di appartenenza ad un gruppo, ad una persona. Sono necessari luoghi, fisici e non virtuali, in cui tornare a fare esperienza di gratuità e libertà personale e comunitaria. Penso, in modo particolare, al prezioso servizio degli Oratori, del dopo-scuola e di tante altre attività formative, che conservano intatta la loro attualità e chiedono un rilancio di progettualità e creatività».

Il CSI è l’Associazione che in Italia, per prima, ha innalzato tutto questo a sistema per accogliere le persone e raccontare una storia possibile, a favore dei più piccoli, dei più fragili, dei giovani che hanno diritto di incontrare veri educatori che si pongano al loro servizio, degli adulti immersi in una realtà sempre più complessa, degli anziani, sempre più numerosi e fragili.

In una parola: impegno di servizio e amore per il prossimo.

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