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Istituzioni
Aspettando Print4All
In attesa di Print4All, che si terrà dal 3 al 6 maggio 2022 a Fiera Milano, si moltiplicano le iniziative organizzate dalle due principali associazioni del comparto, ACIMGA e ARGI, che, insieme a Fiera Milano, organizzano l'evento. Sostenibilità, transizione ecologica, innovazione, digitalizzazione, attenzione alla persona e formazione professionale sono alcuni dei temi degli incontri che si svolgeranno nell'arco di quest'anno che ci separa da Print4All 2022.
"Accorciamo le Distanze" by ARGI: voce alle community
ARGI, attraverso il confronto dei propri Gruppi di Lavoro, ha identificato argomenti che possano rappresentare per i professionisti della filiera concreti strumenti per affrontare le nuove sfide e fare business nell'attuale scenario. Ne è nato un programma di comunicazione e formazione, che si svolgerà nei prossimi 12 mesi, con il claim "Accorciamo le distanze" - tra oggi e il momento della ripresa del mercato e tra oggi e quando si inaugurerà Print4All - identificherà gli appuntamenti, che approfondiranno cinque direttrici, che rappresentano i comparti degli associati e i relativi Gruppi di Lavoro (Lastre, pre press, sala stampa; Press Offset; Stampa Digitale; Etichette; Finishing); è in fase di definizione il programma del sesto gruppo, dedicato a Wide Format & Industrial. Il focus sarà su sostenibilità e transizione ecologica, efficienza, innovazione produttiva e digitalizzazione, formazione, occupazione e inclusione sociale, accelerazione tecnologica e integrazione multicanale,
"Future Factory" by Acimga: le chiavi di un futuro possibile
Altro step di avvicinamento a Print4All è l'edizione 2021 della Future Factory, organizzato da ACIMGA in collaborazione con ITA-ICE. Dopo l'anteprima di fine aprile, la Future Factory tornerà a settembre, questa volta in presenza. L'edizione 2021 si intitola "Il domani al servizio dell'uomo" e si farà portavoce dei bisogni del settore sui principali temi economici, di mercato e di visione, che sono alla base del cambiamento. Al centro della discussione sostenibilità, digitalizzazione, centralità e ruolo delle risorse umane, servitizzazione. Speaker internazionali di alto profilo faranno il punto sugli scenari aziendali, legislativi, socio-economici e di produzione, per capire cosa è cambiato e dove sta andando il mondo produttivo ed economico. Gli approfondimenti saranno trattati anche durante le diverse tappe del roadshow internazionale della Future Factory.
Recovery Plan a favore della svolta green delle industrie grafiche
Federazione Carta e Grafica e SLC-CGIL, FISTEL CISL, ULCOM UIL hanno fornito il loro contributo di proposte al PNRR per lo sviluppo della filiera della carta, della stampa, dell’imballaggio e della trasformazione. Il settore fattura 22 miliardi di euro, l’1,4% del PIL, impiega circa 200.000 addetti diretti ed è un "campione nazionale" dell'economia italiana che già oggi svolge un ruolo nell'ambito della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare. Per questo è un attore essenziale nell'ambito del futuro Recovery Plan, in una prospettiva di sviluppo e di tutela dell’occupazione. Federazione Carta e Grafica e SLC-CGIL, FISTEL CISL, ULCOM UIL affermano – nelle lettere inviate ai Ministri Orlando e Cingolani – che la programmazione e la gradualità degli interventi sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi previsti e per tutelate, nella transizione, la competitività delle imprese e l’occupazione, in particolare in quei settori che più sono impegnati nella revisione dei loro modelli di business. In questa logica, il ruolo del capitale umano e la formazione professionale e specialistica svolgeranno una funzione essenziale. Le proposte riguardano: - la stampa grafica ed editoriale e le relative tecnologie quali eccellenze europee che impiegano migliaia di lavoratori. Questi settori vanno supportati nella transizione digitale, nella competitività internazionale, nella riconversione industriale e nella riqualificazione professionale delle maestranze; - la filiera come campo di potenziale espansione industriale nella creazione di nuovi imballaggi e prodotti, anche mono-uso, sempre più biobased e riciclabili, nel rispetto del New Green Deal europeo. Con progressivo adeguamento tecnologico dei macchinari per gestire questi materiali; - il riciclo e l’economia circolare. Oggi, nella filiera della carta, il tasso medio di utilizzo delle fibre riciclate è oltre il 60% (e ogni punto percentuale di riciclato sono 84.000 tonnellate da immettere nel sistema); negli imballaggi siamo a oltre l’80% di riciclo; raccolta e selezione sono migliorabili con la digitalizzazione. - la decarbonizzazione dei cicli produttivi con un ulteriore efficientamento e una progressiva conversione energetica con focus su bio-combustibili come il biometano, che può essere prodotto a partire dagli scarti di numerosi processi.
I report di ISPRA sulle emissioni di gas serra
ambiente
Nel 2019 le emissioni di gas serra diminuiscono del 19% rispetto al 1990, passando da 519 a 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente e del 2,4% rispetto al 2018. La diminuzione è dovuta alla crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico), all’incremento dell’efficienza energetica nei settori industriali e alla riduzione dell’uso del carbone. I settori della produzione di energia e dei trasporti restano responsabili di circa la metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti. Questo lo stato emissivo nazionale fornito dai due Report, il National Inventory Report 2021 e l’Informative Inventory Report 2021, presentati ad aprile 2021 da ISPRA e disponibili su www.isprambiente.gov.it/it. I due rapporti disegnano il quadro globale e di dettaglio della situazione italiana sui gas serra dal 1990 al 2019 con un focus sulle emissioni provenienti dai trasporti su strada. Diminuite le emissioni provenienti dal settore delle industrie energetiche che, sempre rispetto al 1990, scendono del 33% nel 2019. Per il 2020, date le restrizioni alla mobilità dovute al Covid-19, si attende una forte riduzione delle emissioni di gas serra a livello nazionale (-9,8% rispetto al 2019 a fronte di una riduzione prevista del PIL pari all’8,9%).