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MATERIALI
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Eco-materiali Supporti per stampa e packaging, i nuovi TRENDdi Alexia Rizzi
Produttori di carta e cartone, start-up e brand owner sono impegnati nello sviluppo di nuovi trattamenti e materiali riciclabili, compostabili, biodegradabili e bio-based per far fronte all’urgenza di ridurre l’immissione di rifiuti plastici nell’ambiente.
Una delle espressioni più comuni quando si parla di stampa “green” e di progettazione di packaging ecosostenibile è “Plastic Free”, che indica l’urgenza di ridurre l’immissione di rifiuti plastici nell’ambiente introducendo l’impiego di supporti per la produzione di stampati, imballaggi o prodotti monouso fabbricati senza l’impiego della plastica. Un processo che richiede innanzitutto un cambiamento culturale e delle abitudini di consumo e sicuramente investimenti importanti in ricerca e sviluppo da parte di tutti gli attori della filiera di produzione dai fornitori di materie prime ai brandowner.
Materiali a base di cellulosa
L’industria della carta e del cartone gioca un ruolo di primo piano in questo cambiamento sostenendo lo sviluppo di soluzioni alternative ai materiali fossili e l’ottimizzazione dell’impiego di fibre riciclate. Secondo un recente studio di Material Economics, già oggi il 25% dei polimeri di sintesi potrebbe essere facilmente sostituito con carta e cartone senza compromettere la funzionalità del prodotto finale. Ciò significa fornire soluzioni alternative ai molti settori come la comunicazione stampata e l’imballaggio, igiene e benessere, sanità (dispositivi e mascherine), e molti altri con materiali sostenibili, rinnovabili, riciclabili o effettivamente riciclati. I materiali a base di cellulosa potrebbero anche sostituire la grafite utilizzata nelle moderne tecnologie, mentre le bio-raffinerie, che già si stanno affermando, sono in grado di dare impulso a quella che è definita la chimica “green” a base biologica. I produttori di carta e cartone stanno orientando i loro investimenti in ricerca in questa direzione proponendo strategie e prodotti interessanti. Uno dei trend più diffusi è lo sviluppo di trattamenti barrieranti che conferiscono ai supporti cartacei, destinati al packaging o a particolari applicazioni, proprietà come resistenza all’umidità, maggiore capacità di conservare i contenuti o nel caso del cibo e cosmetici ecc. Klabin, il più grande produttore ed esportatore brasiliano di carta da imballaggio, ha lanciato EcoLayer, un materiale per la realizzazione di sacchetti rivestiti con una barriera di resina sostenibile, eliminando così l'uso di film plastico nella sua composizione. Sappi Europe sta lavorando a una nuova tecnologia di rivestimento barriera per imballaggi in carta nel suo stabilimento di Alfeld, in Germania. Kemira, leader globale nelle soluzioni chimiche sostenibili per le industrie, e Danimer Scientific, produttore di materiali biodegradabili, hanno recentemente annunciato una partnership per sviluppare rivestimenti barriera a base acqua biodegradabili per carta e cartone. Arjowiggins ha lanciato Sylvicta una carta barriera in grado di preservare la qualità di alimenti e cosmetici offrendo le stesse performance della plastica ma con un ridotto impatto ambientale. Smurfit Kappa in collaborazione con Signify – produttore di sistemi di illuminazione Led – ha progettato un nuovo sistema di imballaggio integrato utilizzato per trasportare luci UV-C che, oltre a essere plastic-free, offre maggior sicurezza, praticità di utilizzo e ottimizzazione dell’ingombro nello stoccaggio e nel trasporto. Anche i produttori di carte di alta gamma stanno lavorando a progetti analoghi come Gruppo Cordenons che ha lanciato di recente una carta resistente all’umidità disponibile a stock e in formati speciali su richiesta, sempre con l’obiettivo di offrire materiali riciclabili per applicazioni tradizionalmente realizzate con supporti plastici.
Palm Co., start-up degli Emirati Arabi, trasforma fibre di palma di scarto in supporti per produrre packaging alimentare compostabile. Il processo prevede l’estrazione della fibra dalle foglie delle palme che, mescolata con acqua e lattice, viene poi essiccata e modellata e rivestita con lattice. Il materiale è biodegradabile in circa 90 giorni.
Fibre di palma
Magical Mushroom Company sta ultimando una produzione su larga scala del suo packaging a base di funghi: un’alternativa plastic-free biodegradabile e smaltibile nella raccolta casalinga. Ha dichiarato che il materiale offre le stesse prestazioni e gli stessi costi di produzione del polistirolo. Sarà prodotto anche in Italia.
Funghi
Materiali “Naturally Done” per il packaging
Canna da zucchero
Il brand di beauty americano Each & Every ha lanciato una linea di deodoranti naturali proposti all’interno di una nuova confezione prodotta con canna da zucchero. Utilizzando questa materia prima 100% vegetale e rinnovabile, l’azienda ha ridotto le sue emissioni in quanto la canna da zucchero assorbe CO2 crescendo. Gli imballaggi possono essere smaltiti nella raccolta organica.
Avocado
L’azienda spagnola AIMPLAS ITC Packaging sta lavorando al progetto Guacapack che impiega gli scarti di avocado per sviluppare un packaging biodegradabile inclusivo di etichette barriera e additivi antiossidanti. Per gli avocado impiegati per la produzione di guacamole ad esempio la quantità di scarto può raggiungere anche il 45% del peso totale del frutto. Il progetto intende dare nuova vita a questo rifiuto organico.
Lana di pecora
La start-up estone Woola produce pluriball compostabile da avanzi di lana di pecora, scartata dalla produzione dei filati: ogni anno in Estonia il 90% della lana, pari a 153 tonnellate, viene gettato nei rifiuti. Le proprietà funzionali di questo materiale assicurano resistenza agli urti, isolamento termico (sia per il caldo che per il freddo) e capacità di trattenere l'umidità e sono perfette per la produzione di imbottiture di protezione.
L'ultimo rapporto di ThePackHub, che indaga le tendenze in ambito di packaging a livello mondiale, ha recentemente pubblicato il Global Packaging Trends Compendium 2021, che comprende oltre 550 innovazioni ed è suddiviso in nove sezioni. Il primo trend individuato è quello definito "Naturally Done", che evidenzia una crescita di attenzione nei confronti della ricerca sui supporti naturali. Lo sviluppo di nuovi materiali è volto a individuare potenziali alternative alla plastica impiegando scarti di produzione di origine naturale per la produzione di imballaggi come la canna da zucchero – la più popolare – ma anche fibra di pomodoro, siero di latte, chitina, bambù, fave di cacao, paglia, alghe, derivati dalla produzione della pasta e molti altri. Nei prossimi anni molti packaging di prodotti distribuiti in tutto il mondo saranno compostabili, biodegradabili e bio-based. Proponiamo alcuni esempi nei box in alto alcuni dei quali sono ancora in fase di sviluppo e altri sono già stati implementati e sono pronti per affrontare il mercato, magari per step, partendo da nicchie o in abbinamento a specifiche linee di prodotto. Le criticità che deve affrontare questo tipo di ricerca sono prima su tutte la scarsità di fondi destinati alla sperimentazione, in alcuni casi la difficoltà a trovare una soluzione commerciabile e i costi di produzione, spesso maggiori rispetto a quelli dell’analogo materiale realizzato con plastiche tradizionali. Non ultimo la ancora scarsamente diffusa raccolta differenziata dei rifiuti compostabili che crea un problema di fine vita degli imballaggi biodegradabili e, come abbiamo già trattato nell’articolo dedicato alle carte green, il fatto che i materiali compostabili e biodegradabili interferiscono con i flussi di rifiuti di riciclo esistenti.