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L’OPINIONE DI... Alexia Rizzi
Il pianeta, la stampa e sentirsi a casa
Ora che si intravvede un concreto spiraglio di ripresa e di allentamento delle restrizioni, ci domandiamo come sarà tornare a lavorare, a stringerci la mano e a stampare come prima. Cosa ci è mancato? Quanto siamo cambiati?
“Il futuro della stampa è la stampa” ha annunciato nella più recente delle sue leggendarie profezie il professor Frank Romano che, collegato in video conferenza al di là dall’Oceano in occasione di virtual drupa, ha mostrato una torta con tante fette colorate, ognuna delle quali indica i volumi delle molteplici applicazioni in cui è frazionato oggi il mercato del printing. Siamo felici di questo. Ma non perché significa che non è cambiato nulla. Invece, è cambiato tutto, ciò nonostante continueremo a stampare. Siamo cambiati noi. In questi lunghi mesi di pandemia le nostre abitudini sono state forzatamente stravolte. Ci siamo trovati a interrogarci sul valore delle piccole azioni quotidiane che erano ormai date per scontate. Ad esempio sentire il rassicurante rumore delle macchine come sottofondo della frenesia lavorativa: andare dai clienti, ricevere i fornitori e poi la sera controllare che le luci fossero spente prima di andare a prendere un aperitivo, magari con il nostro grafico che ci raccontava il suo ultimo progetto di una nuova campagna per un brand. “Che stress!” avremmo detto solo un anno e mezzo fa. “Finalmente!”, sospiriamo oggi. Abbiamo bisogno di guardarci negli occhi, stringere mani, scambiare biglietti da visita, perderci tra gli stand sorprendendoci nel trovare quella particolare strana tecnologia di cui non avevamo ancora sentito parlare e che per la prima volta scopriamo e vediamo dal vivo. Abbiamo voglia di sentire il brusio del vociare nei padiglioni, del mettifoglio che inizia a smazzare pile di carta “imboccando” macchine di tutti formati, perché il profumo di inchiostro ci fa sentire a casa. Sì, casa! Per me casa è scrivere di stampa e vedere stampati sulla rivista racconti e resoconti di stampa. Abbiamo avuto nostalgia di questo nostro mondo, certamente imperfetto, ma che d’ora in poi tratteremo con maggiore cura. Cura è la parola nuova, che leggerete tra le righe anche nei prossimi numeri. Con questa edizione siamo partiti dal pianeta e lo abbiamo fatto scattando a tratti una fotografia più ampia, proponendovi da un parte di guardare le vostre aziende non solo come inserite nella nostra filiera, ma in generale come parte di un macrocosmo produttivo che ha bisogno di confrontarsi con le urgenze dell’emergenza ambientale e di assumere una dimensione di business sempre più sostenibile. D’altra parte abbiamo messo a fuoco dettagli pratici: gli aggiornamenti delle certificazioni ambientali per quanto riguarda imprese e prodotti grafici, la gestione dei rifiuti delle aziende di stampa, carte e materiali green. Non tralasciando di dare spazio ai vendor e alle loro variegate proposte per rendere sempre più eco-friendly ogni step del flusso produttivo. Perché se la stampa ci fa sentire a casa, la Terra è la nostra casa, quella delle nostre aziende, delle nostre famiglie e delle nostre relazioni. E, per dirla alla Frank Romano, desideriamo che il futuro del nostro pianeta sia il nostro pianeta!
di Alexia Rizzi
Ho fatto questa riflessione quando una sera, facendo scorrere la cronologia di Facebook, ho notato che un imprenditore grafico aveva postato un video sulla sua pagina personale in cui ha ripreso con lo smartphone una delle sue macchine da stampa che girava a pieno regime. Il commento era “si riparte!”. Oggi non è scontato essere qui, vedere questo piccolo miracolo e provare una gioia liberatoria, solo apparentemente ingenua. Adesso anche una frase banale o assurda come “il futuro della stampa è la stampa” non lo è affatto. Perché in attesa che facesse giorno in una delle notti più scure della nostra vita collettiva, illuminata soltanto dagli schermi dell’ennesima conference-call, nessuna tecnologia del futuro si è portata via la stampa. È cambiato tutto, si stamperanno cose diverse, magari in modo diverso, sicuramente dovremo rivedere i nostri piani e le nostre priorità ma abbiamo tutti molta voglia di ripristinare una parte di fisicità, dandole il giusto peso. Ce lo ha insegnato questa drupa 2021 che ricorderemo come epocale, virtual drupa, appunto: pur avendo registrato numeri da record di visitatori online, non ha avuto successo dal punto di vista del matching. Il motivo?
Sostenibilità che paga
L’impegno di Kodak nei confronti dei clienti e del pianeta
L'ultimo periodo ha rafforzato in modo profondo il valore insostituibile delle persone e del nostro pianeta. E’ importante quindi essere amministratori consapevoli e premurosi nei confronti delle nostre comunità: questa è una responsabilità che prendo molto sul serio. Oggi più che mai, i nostri clienti stanno vedendo che anche le soluzioni sostenibili ed efficienti sotto il profilo delle risorse pagano. Per questo Kodak continuerà a innovare, soprattutto quando si tratta di sostenibilità.
Lastre senza sviluppo
Le lastre senza sviluppo Kodak Sonora sono utilizzate da oltre 5.000 stampatori in tutto il mondo. Stimiamo che utilizzando lastre Sonora a basso costo invece di lastre che necessitano sviluppo, l'industria della stampa stia risparmiando in un anno: - 3,74 milioni di litri di agenti di sviluppo per lastre - 29 milioni di kWh di elettricità - 468 milioni di litri d'acqua. Ciò significa anche non più prodotti chimici esauriti, acque reflue, contenitori di sostanze chimiche, costi di smaltimento, spedizione e stoccaggio. Inoltre, poiché non c’è più variabilità di processo, gli stampatori traggono vantaggio da lastre più costanti e stabili che riducono i tempi, gli sprechi e i costi in sala stampa: così i clienti stanno aumentano i profitti riducendo al contempo il loro impatto ambientale.
Inchiostri sostenibili
I pluripremiati inchiostri a base acqua di Kodak sono più sostenibili dei tradizionali inchiostri a base di solventi. Contengono diverse sostanze presenti in natura e non contengono PVC o ftalati, quindi idonei per applicazioni come imballaggi alimentari e prodotti per la cura personale, inoltre non sono necessari prodotti chimici aggressivi per la pulizia, quindi sono più sicuri per stampatori, consumatori e ambiente. Le macchine da stampa inkjet Kodak Prosper sono più efficienti e producono meno scarti perché possono stampare anche una sola copia senza avviamento e non ne servono altre per l'inventario. Questa è la sostenibilità che paga!
Software per flusso di lavoro
L'automazione e l'integrazione consentono di risparmiare denaro riducendo scarti, massimizzando l'utilizzo dell'inchiostro ed eliminando costosi errori manuali. La trasformazione digitale end-to-end è la chiave della sostenibilità. Kodak Prinergy On Demand è l'unica piattaforma software end-to-end intelligente e sicura del settore per le aziende, progettata per una crescita sostenibile.
Programmi rispettosi del pianeta
Kodak ha adottato misure per ridurre gli sprechi nelle sue attività e nelle catene di produzione e fornitura. In Eastman Business Park, collabora con 30 aziende e organizzazioni su un programma di recupero dei solventi. Inoltre, i nostri fornitori sanno che per lavorare con Kodak devono proporre prodotti più ecologici ed essere più sostenibili.
di Jim Continenza, presidente esecutivo e CEO di Kodak
COMUNICAZIONE D’IMPRESA