Il Poligrafico, n. 202, 2021

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ILPOLIGRAFICO 202 • 21• STAMPARE SOSTENIBILE •

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Il pianeta, la stampa e sentirsi a casa Ora che si intravvede un concreto spiraglio di ripresa e di allentamento delle restrizioni, ci domandiamo come sarà tornare a lavorare, a stringerci la mano e a stampare come prima. Cosa ci è mancato? Quanto siamo cambiati? “Il futuro della stampa è la stampa” ha annunciato nella più recente delle sue leggendarie profezie il professor Frank Romano che, collegato in video conferenza al di là dall’Oceano in occasione di virtual drupa, ha mostrato una torta con tante fette colorate, ognuna delle quali indica i volumi delle molteplici applicazioni in cui è frazionato oggi il mercato del printing. Siamo felici di questo. Ma non perché significa che non è cambiato nulla. Invece, è cambiato tutto, ciò nonostante continueremo a stampare. Siamo cambiati noi. In questi lunghi mesi di pandemia le nostre abitudini sono state forzatamente stravolte. Ci siamo trovati a interrogarci sul valore delle piccole azioni quotidiane che erano ormai date per scontate. Ad esempio sentire il rassicurante rumore delle macchine come sottofondo della frenesia lavorativa: andare dai clienti, ricevere i fornitori e poi la sera controllare che le luci fossero spente prima di andare a prendere un aperitivo, magari con il nostro grafico che ci raccontava il suo ultimo progetto di una nuova campagna per un brand. “Che stress!” avremmo detto solo un anno e mezzo fa. “Finalmente!”, sospiriamo oggi.

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di Alexia Rizzi

Ho fatto questa riflessione quando una sera, facendo scorrere la cronologia di Facebook, ho notato che un imprenditore grafico aveva postato un video sulla sua pagina personale in cui ha ripreso con lo smartphone una delle sue macchine da stampa che girava a pieno regime. Il commento era “si riparte!”. Oggi non è scontato essere qui, vedere questo piccolo miracolo e provare una gioia liberatoria, solo apparentemente ingenua. Adesso anche una frase banale o assurda come “il futuro della stampa è la stampa” non lo è affatto. Perché in attesa che facesse giorno in una delle notti più scure della nostra vita collettiva, illuminata soltanto dagli schermi dell’ennesima conference-call, nessuna tecnologia del futuro si è portata via la stampa. È cambiato tutto, si stamperanno cose diverse, magari in modo diverso, sicuramente dovremo rivedere i nostri piani e le nostre priorità ma abbiamo tutti molta voglia di ripristinare una parte di fisicità, dandole il giusto peso. Ce lo ha insegnato questa drupa 2021 che ricorderemo come epocale, virtual drupa, appunto: pur avendo registrato numeri da record di visitatori online, non ha avuto successo dal punto di vista del matching. Il motivo?

Abbiamo bisogno di guardarci negli occhi, stringere mani, scambiare biglietti da visita, perderci tra gli stand sorprendendoci nel trovare quella particolare strana tecnologia di cui non avevamo ancora sentito parlare e che per la prima volta scopriamo e vediamo dal vivo. Abbiamo voglia di sentire il brusio del vociare nei padiglioni, del mettifoglio che inizia a smazzare pile di carta “imboccando” macchine di tutti formati, perché il profumo di inchiostro ci fa sentire a casa. Sì, casa! Per me casa è scrivere di stampa e vedere stampati sulla rivista racconti e resoconti di stampa. Abbiamo avuto nostalgia di questo nostro mondo, certamente imperfetto, ma che d’ora in poi tratteremo con maggiore cura. Cura è la parola nuova, che leggerete tra le righe anche nei prossimi numeri. Con questa edizione siamo partiti dal pianeta e lo abbiamo fatto scattando a tratti una fotografia più ampia, proponendovi da un parte di guardare le vostre aziende non solo come inserite nella nostra filiera, ma in generale come parte di un macrocosmo produttivo che ha bisogno di confrontarsi con le urgenze dell’emergenza ambientale e di assumere una dimensione di business sempre più sostenibile. D’altra parte abbiamo messo a fuoco dettagli pratici: gli aggiornamenti delle certificazioni ambientali per quanto riguarda imprese e prodotti grafici, la gestione dei rifiuti delle aziende di stampa, carte e materiali green. Non tralasciando di dare spazio ai vendor e alle loro variegate proposte per rendere sempre più eco-friendly ogni step del flusso produttivo. Perché se la stampa ci fa sentire a casa, la Terra è la nostra casa, quella delle nostre aziende, delle nostre famiglie e delle nostre relazioni. E, per dirla alla Frank Romano, desideriamo che il futuro del nostro pianeta sia il nostro pianeta!

24/05/2021 17:16:33


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