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FORMAZIONE
Competenze HSE manager,
una figura professionale al servizio dell’ambiente
a cura della redazione
Come suggeriscono le sempre più chiare linee guida proposte dalle certificazioni ambientali e come rivelano le nuove tendenze in ambito di sostenibilità, la tutela dell’ambiente, così come quella della salute e della sicurezza dei lavoratori, nelle attività svolte da un’azienda sono tematiche sempre più inscindibili e centrali nell’attuale scenario di competitività globale. Questo vale anche per le aziende grafiche senza particolari differenze rispetto realtà produttive di altri settori. Il già complesso panorama normativo vigente muta continuamente, si evolve, si adatta, impone restrizioni e limitazioni sempre più complesse da raggiungere e da gestire, interpretando esigenze atte a garantire uno sviluppo sostenibile. Inoltre, il mercato globale nel quale molte aziende grafiche italiane operano, attraverso la presenza di uffici o partner commerciali, le obbliga a confrontarsi non soltanto con la legislazione locale (italiana ed europea) ma con quella di altri Paesi come ad esempio USA, Cina e Russia.
Una figura di riferimento
In questo contesto, per operare scelte corrette e garantire il rispetto della normativa, sia cogente sia volontaria, negli ultimi anni all’interno delle aziende si è affermata la figura del “manager ambientale” che nel tempo, per ovvie ragioni di simmetria e correlazione dei requisiti si è evoluta con l’aggiunta delle competenze su “salute e sicurezza”. Figura professionale che, a differenza di quanto previsto esclusivamente in ambito di salute e sicurezza, con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), non era regolamentata e perciò non prevedeva un chiaro percorso formativo e tantomeno competenze di base ufficiali. Solo recentemente, con la stesura della norma UNI 11720:2018, il “manager ambientale e di salute e sicurezza” ha visto riconosciuta la propria validità e centralità nella gestione dei relativi ambiti di competenza. Includere nel proprio organico un HSE Manager non è obbligatorio per nessun tipo di azienda, la norma cogente non lo prevede: ma è ormai divenuto una figura che raccoglie su di sé aspetti multidisciplinari legati alle tematiche ambientali e di salute e sicurezza. L’HSE Manager non si limita a svolgere tutte quelle attività finalizzate al raggiungimento della sola conformità normativa in relazione ad ambiente, salute e sicurezza, ma è chiamato anche a contribuire a operare un cambiamento culturale e ad adottare un approccio strategico e operativo a tutti i livelli aziendali volto a un costante miglioramento in termini di prevenzione e di protezione negli ambiti sopra citati.
Ambiente e salute e sicurezza dei lavoratori sono le competenze del “manager ambientale” o HSE manager, (acronimo di Health, Safety, Environmental) che di recente, con la stesura della norma UNI 11720:2018, ha visto riconosciuta la propria validità di figura professionale.
Da responsabile del sistema di gestione qualità in Epson e, visto il suo interesse verso la sostenibilità, dapprima nell’ambito ambientale, poi in quello sociale e governance, Luca Cassani dal 2001 si è occupato della Certificazione del sistema di gestione ambientale (SGA). Da lì il passaggio alla gestione dell’area CSR è stato naturale.
Competenze e passione per la sostenibilità
Luca Cassani, Corporate Sustainabilty Manager di Epson Italia. Di cosa si occupa il Corporate Sustainabilty Manager, in particolare per un’azienda come Epson?
Il ruolo di Corporate Sustainabilty Manager, che ricopro da diversi anni, prevede un’attività di comunicazione interna con l’obiettivo di sensibilizzare i colleghi e renderli più consapevoli e collaborativi verso un modo di pensare e agire responsabile ed etico. Questo è possibile grazie ad attività formative, quali webinar ed e-learning, ma anche con iniziativeevento come le attività di piantumazione sviluppate per compensare l’impatto ambientale delle nostre attività. Tengo a sottolineare, inoltre, che è importante tenere presente che il termine “sostenibilità” non fa riferimento solamente alla tutela dell’ambiente, ma anche ad aspetti sociali e di governance; si collega inoltre agli SDGs (Obiettivi di sviluppo sostenibile), i 17 obiettivi definiti dalle Nazioni Unite che Epson si impegna a perseguire. Non solo: l’azienda ha appena rinnovato l’Environmental Vision 2050 e prevede di raggiungere la sostenibilità e di contribuire in modo positivo alle comunità in cui opera, impegnandosi entro il 2050 a diventare carbon negative e a non utilizzare più risorse naturali non rinnovabili.
Quale percorso professionale l’ha portata a intraprendere questa carriera?
Devo dire che è stato un percorso lineare: inizialmente ero responsabile del sistema di gestione qualità, successivamente visto il mio interesse verso la sostenibilità, dapprima nell’ambito ambientale, poi in quello sociale e governance, nel 2001 sono approdato al settore della Certificazione del sistema di gestione ambientale (SGA) e da lì il passaggio a gestire l’area CSR è stato naturale.
Dal punto di vista della formazione, il suo ruolo richiede un continuo aggiornamento: quali sono le qualifiche indispensabili e quelle volontarie da acquisire?
Più che qualifiche parlerei di soft skill: “sostenibilità” significa elevata dose di buon senso, tanta curiosità e volontà di ricercare modalità alternative nell’organizzare le attività e i processi (valutandone l’impatto nel loro complesso, non solamente per una singola parte o fase: è importante avere sempre presente una visione il più possibile completa), oltre a fare rete con i colleghi. Inoltre, dal punto di vista della formazione oggi ci sono molteplici indirizzi di studio legati alla sostenibilità, quelli orientati alla chimica e alla finanza, ma anche i master consentono una conoscenza a 360 gradi sulla sostenibilità.
Occuparsi di ambiente in azienda implica anche un’attitudine e una passione personali per questi temi?
Sono dell’idea che se il talento professionale è legato anche alla passione personale, si ottengono maggiori vantaggi: dall’essere più soddisfatti alla sensazione che il tempo passi più velocemente durante l’orario di lavoro. Sicuramente questi valori non sono percepiti in ugual misura da tutti i CSR Manager, ma alla base per ognuno di loro rimane il denominatore comune dell’attitudine personale.
Quali sono gli obiettivi raggiunti in azienda e quali quelli che ha pianificato nel breve medio termine?
Gli obiettivi raggiunti abbracciano diversi target, da quelli più circoscritti e interni all’azienda come la sensibilizzazione dei colleghi verso comportamenti attenti e responsabili, fino a quelli più ampi come il riconoscimento ottenuto da RBA (Responsible Business Alliance) per l’elevato standard di Responsabilità sociale d'impresa di Epson. E poi ci sono gli obiettivi aziendali per il quale siamo tutti impegnati, come l’Environmental Vision 2050 che comprende la riduzione dell’impatto ambientale di prodotti e servizi anche nelle catene di fornitura, il raggiungimento della sostenibilità in un'economia circolare e il far progredire l'industria attraverso un'innovazione creativa e "open", oltre a contribuire alle iniziative ambientali internazionali. Per quanto riguarda invece gli obiettivi a breve medio termine, l’idea è avviare un network collaborativo anche con aziende di altri settori – clienti e prospect – per unire le forze in materia di sostenibilità e creare valore aggiunto nella catena. Tutto questo dimostra quanto la sostenibilità sia parte integrante del business per tutte le aziende.
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L’HSE è una delle figure emergenti nella gestione aziendale contemporanea, in quanto responsabile delle problematiche ambientali dell’impresa e in grado di guidarla tra obblighi, adempimenti, opportunità e rischi indicati dalle normative.
Il percorso formativo
Per raggiungere la qualifica di HSE Manager non è richiesto un particolare iter formativo: la stessa Norma UNI 11720 prevede dal diploma alla laurea specialistica senza indicazioni specifiche. Alla base c’è sicuramente la padronanza della normativa ambientale e di salute e sicurezza vigente (D.Lgs. 152/06 e D.Lgs 81/08 e rispettive s.m.e.i.) ma anche di quella volontaria come le Norme ISO 14001 e 45001. Un buon punto di partenza per quanto riguarda la formazione sono sicuramente un diploma scientifico o tecnico, seguito da una laurea sempre a indirizzo tecnico, come Ingegneria Meccanica o Elettrotecnica o Gestionale o dell’Ambiente e del Territorio. A queste competenze si aggiunge la conoscenza di tutti quegli standard e quelle metodologie volte a valutare le prestazioni ambientali e di salute e sicurezza di un’organizzazione. Per aggiungere un’eventuale specializzazione sono numerosi i master o i corsi di formazione disponibili, come Il Master di I livello in “Tecnici della sicurezza sul lavoro – HSE Manager Esperto” dell’Università Mercatorum (università telematica delle Camere di Commercio italiane), il Master in “HSE Manager Responsabili Ambientali” di TuttoAmbiente e il Master in “Sistemi di Gestione Integrati Qualità, Ambiente, Energia e Sicurezza” di ISTUM (Istituto di Studi di Management), oppure l’attestato “HSE Manager” dell’Università degli studi di Genova e “HSE Manager – responsabilità, poteri, strumenti a tutela per le funzioni manageriali in Health, Safety and Environment” di Bureau Veritas, per citarne alcuni che si trovano facilmente in rete. Inoltre, per svolgere questa professione è fondamentale essere costantemente aggiornati, attraverso corsi di aggiornamento specifici o semplicemente restando informati per stare al passo con i diversi step di evoluzione degli standard normativi.
Resta inteso che avere una competenza dei processi e delle tecnologie di stampa risulta di grande aiuto per chi desidera intraprendere la carriera di HSE manager nell’industria grafica e cartotecnica.
Incarichi dell’HSE
Il candidato al ruolo di HSE Manager deve avere anche una serie di quelle che sono definite soft skill come competenze gestionali, relazionali, di leadership e di coordinamento che gli consentano di avere la flessibilità necessaria a operare in contesti articolati e interdisciplinari.
I principali compiti dell’HSE Manager, così come individuati dalla norma UNI, sono diversi ed eterogenei. Tra le principali funzioni, a livello strategico, troviamo il supporto all’alta direzione nella valutazione degli effetti, intesi come rischi e opportunità, delle varie possibili scelte di business. Si occupa, inoltre, dell’implementazione del sistema di gestione integrato sicurezza, qualità, ambiente ed etica e della formulazione di un piano di prevenzione e controllo economico per un corretto investimento nelle azioni di miglioramento e di riduzione dei rischi.
È di competenza di questa figura dalla stesura di una procedura alla formazione dei lavoratori; dall’analisi dei rischi per la salute e sicurezza di un processo o di un prodotto alla quantificazione dell’impronta ecologica dell’azienda o di un singolo prodotto fino allo stanziamento delle risorse necessarie al mantenimento della conformità normativa. Spetta all’HSE manager la diffusione della cultura della sicurezza e gestione dei conflitti, lo sviluppo del benessere organizzativo aziendale e la gestione delle situazioni di emergenza. Per questo deve essere in grado di rapportarsi con le varie figure di riferimento, interne ed esterne all’azienda, coordinandone le attività al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. L’HSE Manager è una professione sempre più richiesta e sempre più centrale per il raggiungimento degli obiettivi e per il successo di tutte le aziende, comprese quelle del comparto grafico, che desiderano essere competitive sul piano nazionale e internazionale.
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COMUNICAZIONE D’IMPRESA