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Strumento di comunicazione dell’impegno etico e ambientale
Il bilancio di sostenibilità,
strumento di comunicazione dell’impegno etico e ambientale delle aziende
di Stefano Portolani Se il bilancio d’esercizio fornisce informazioni rilevanti per soci, finanziatori, investitori, creditori, debitori e fisco, il Bilancio Integrato di Sostenibilità e il Bilancio Sociale offrono all’intera comunità la possibilità di comprendere come l’azienda si inserisce nel tessuto ambientale e sociale senza che l’interlocutore necessiti di conoscenze tecniche specifiche e senza che necessariamente il fruitore di queste informazioni intenda avere un diretto rapporto economico con l’impresa in questione. L’evoluzione dei tempi, le considerazioni su aspetti diversi o, meglio, integrativi dei concetti economici per valutare le aziende e il loro impatto sull’ambiente, hanno visto l’introduzione di altri elementi di valutazione delle attività. Nelle “nuove” forme di comunicazione con gli stakeholder hanno trovato spazio temi come l’ambiente, l’inquinamento e l’occupazione che sono entrati così a far parte di quei valori e di quegli obiettivi da perseguire per una corretta responsabilità sociale che l’impresa deve cercare di raggiungere. Progressivamente l’etica e la governance, grazie anche a “spinte” di carattere normativo, sono diventate temi afferenti le responsabilità delle società e dei relativi organi di controllo e hanno costituito oggetto di approfondita comunicazione. Si creano dunque forme “miste” di relazioni sulle attività e alla base dell’informativa volontaria vi è la convinzione che, integrando l’informativa obbligatoria con dati che risultano più utili ed efficaci per ottenere una comunicazione trasparente, venga meglio soddisfatta la richiesta di comunicazione con gli stakeholder dell’azienda. Ampliare l’informativa pubblica, cioè la volontà di migliorare l’immagine aziendale ricercando il consenso del pubblico, consente di ottenere benefici economici nel medio e lungo periodo. È facile immaginare come l’ampliamento della conoscenza delle strategie aziendali nel rapporto società e investitori, contribuisca a far diminuire la percezione di rischio negli operatori finanziari, con la conseguenza di una diminuzione del costo del capitale. Ecco perché soprattutto le aziende quotate in Borsa sono interessate ad aumentare la disclosure con informazioni pubblicate volontariamente.
Il codice etico
Le aziende si dotano di un “Codice etico” che afferma i valori nei quali esse credono e offrono ai dipendenti e a tutti coloro che intrattengono rapporti con esse, le linee guida per instaurare relazioni nel rispetto di principi quali legalità, rispetto delle norme, trasparenza delle azioni e movimenti finanziari, tutela della dignità e dell’integrità del dipendenti, salute e sicurezza sul lavoro, conflitto di interesse, concorrenza leale, antitrust e anticorruzione, molestie sul luogo di lavoro, antiriciclaggio e diversi altri. Sulla spinta del D.LGS 231/01, proprio quello che ha introdotto in Italia il Sistema di Responsabilità Amministrativa dell’Ente, le aziende adottano un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire reati della specie prevista dalla norma.
Etica e ambiente
Con il passare degli anni, si sono sviluppate e vengono adottate dalle aziende diverse “norme” regolamentate da prescrizioni internazionali spesso gestite da ISO, già International Standards Organization, oggi International Organization for Standardization «Organizzazione internazionale per la standardizzazione», ente internazionale operante dal 1947. Le più comuni nell’industria della stampa sono la ISO 12647-2:2013, la ISO/TR 19300:2015, la ISO 14001:2015, e la stessa ISO 9001:2015, solo per citarne alcune. Oltre a questo panorama di processi da implementare e far validare periodicamente da enti di controllo, altre certificazioni sono utilizzate nel mondo del printing. Citiamo, soprattutto per i grandi utilizzatori di carta, la certificazione di Catena di Custodia (Chain of Custody, CoC) che garantisce la rintracciabilità dei materiali provenienti da foreste certificate FSC ed è indispensabile per poter applicare le etichette FSC sui prodotti. Molto fermento c’è a livello globale per far sì che le aziende applichino metodologie condivise al fine di migliorare le proprie performance nel rispetto di valori che coinvolgono tutto l’ambiente che le circonda. Spesso le prescrizioni previste per ottenere questa o quella certificazione sono viste come invasive nel modello gestionale aziendale o anche onerose da mantenere e aggiornare. In realtà, se recepite con il corretto approccio rappresentano un vantaggio competitivo degno di essere divulgato a tutti gli operatori che si interfacciano con l’azienda per motivi economici o sociali. In questa direzione va anche il perfezionato “bilancio di sostenibilità”. L’Unione Europea, attraverso il Libro verde della Commissione (2001), presenta questa definizione: “L’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni com-
Le più comuni ISO nell’industra della stampa
ISO 12647-2:2013
Specifica processi e parametri da utilizzare per la produzione in quadricromia su macchine da stampa a foglio e bobina heatset con processo offset, si applica anche nel packaging per la stampa su cartone e in tutti i metodi di essiccazione dell’inchiostro con forno classico, a infrarossi e ultravioletti.
ISO/TR 19300:2015
Fornisce linee guida per consentire alle parti interessate del settore della stampa di utilizzare ISO/TC 130 e gli standard correlati nei flussi di lavoro di produzione dei supporti di stampa.
ISO 14001:2015
Aiuta un’organizzazione a raggiungere i risultati attesi del proprio sistema di gestione ambientale, che forniscono valore per l’ambiente, l’organizzazione stessa e le parti interessate.
ISO 9001:2015
Mira a migliorare la soddisfazione del cliente attraverso l’efficace applicazione del sistema, compresi i processi per il miglioramento del sistema e la garanzia della conformità al cliente e ai requisiti legali e normativi applicabili.
merciali e nei loro rapporti con le parti interessate”. Sei anni dopo, anche il ministero dell’Interno in Italia ha fissato una definizione nazionale per questo impegno aziendale: “Il Bilancio Sociale è l’esito di un processo con cui l’amministrazione rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse in un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi interlocutori di conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione interpreta e realizza la sua missione istituzionale e il suo mandato”.
Bilancio di sostenibilità
Nato come comunicazione volontaria, solo recentemente il Bilancio di Sostenibilità ha assunto carattere di obbligatorietà. A oggi non tutte le società sono tenute a redigere e pubblicare questo documento: il D.LGS. n. 254/2016 che ha recepito la direttiva europea numero 95 del 2014 (2014/95/UE), ha sancito
l’obbligo di presentare una dichiarazione individuale di carattere non finanziario per gli “enti di interesse pubblico” e per i “gruppi di grandi dimensioni” che abbiano avuto, in media, durante l’esercizio finanziario un numero di dipendenti superiore a 500 e, alla data di chiusura del bilancio, abbiano superato almeno uno dei due seguenti limiti dimensionali: a) totale dello stato patrimoniale: 20 milioni di euro; b) totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: 40 milioni di euro. Il Decreto prevede, inoltre, che anche tutte le altre imprese non sottoposte all’obbligo possano presentare una dichiarazione di carattere non finanziario in forma volontaria sugli ambiti indicati nell’art.3 del Decreto, prevedendo per le PMI forme semplificate. Le imprese con meno di 250 dipendenti non sono soggette a controlli. La relazione deve, infatti, fornire tutte le informazioni necessarie a comprendere il modello aziendale di gestione e organizzazione delle attività dell’impresa anche con riferimento alle politiche praticate dall’impresa stessa, comprese quelle di due diligence, i risultati conseguiti grazie a esse e i relativi key performance indicator di carattere non finanziario; i principali rischi, generati o subiti, connessi ai suddetti temi e che derivano dalle attività dell’impresa, dai suoi prodotti, servizi o rapporti commerciali, incluse le catene di fornitura e subappalto laddove vengano considerate rilevanti ai fini della dichiarazione (come previsto dall’art. 3 – punto 1). La dichiarazione deve, inoltre (art. 3, punto 2), conte nere almeno informazioni riguardanti l’utilizzo di risorse energetiche e l’impiego di risorse idriche, le emissioni di gas a effetto serra e le emissioni inquinanti in atmosfera, l’impatto sull’ambiente nonché sulla salute e la sicurezza, aspetti sociali e attinenti alla gestione del personale. Non devono mancare, inoltre, riferimenti al rispetto dei diritti umani, le misure adottate per prevenirne le violazioni, nonché le azioni poste in essere per impedire atteggiamenti e azioni comunque discriminatori e, infine, dettagli sulla lotta contro la corruzione sia attiva sia passiva. Gli artt. 3, 4 e 5 richiamano gli standard di rendicontazione e la metodologia di rendicontazione e forniscono elementi di comportamento per le aziende che utilizzano forme autonome. L’art.1, nelle definizioni utilizzate dal decreto, specifica che sono «standard di rendicontazione»: gli standard e le linee guida emanati da autorevoli organismi sovranazionali, internazionali o nazionali, di natura pubblica o privata, funzionali, in tutto o in parte, ad adempiere agli obblighi di informativa non finanziaria. È poi precisato (art. 6) che, laddove l’ente non pratichi politiche in relazione ad uno o più degli ambiti di cui sopra, dovrà, nella medesima dichiarazione, indicarne le ragioni in maniera chiara e articolata. Nell’art. 7 viene definito l’ambito della responsabilità: “garantire che la relazione sia redatta e pubblicata in conformità a quanto previsto dal presente decreto legislativo compete agli amministratori dell'ente di interesse pubblico”. Nell'adempimento dei loro obblighi costoro agiscono secondo criteri di professionalità e diligenza. L'organo di controllo, nell'ambito dello svolgimento delle funzioni ad esso attribuite dall'ordinamento, vigila sull'osservanza delle disposizioni stabilite nel presente decreto e ne riferisce nella relazione annuale all'assemblea. La norma, all’art. 10, coinvolge anche il soggetto incaricato di effettuare la revisione legale del bilancio il quale deve verificare l'avvenuta predisposizione da parte degli amministratori della dichiarazione di carattere non finanziario.
La metodologia del Global Reporting Initiative
Fra i diversi standard di rendicontazione, una metodologia molto diffusa e dotata di notevole efficacia è il “modello GRI”. Il Global Reporting Initiative è un ente nato con l’obiettivo di fornire supporto concreto alla rendicontazione di una performance sostenibile agli organizzatori di attività, aziende e istituzioni di qualsiasi dimensione a livello globale.
I suoi standard sono a oggi un punto di riferimento essenziale e i diversi report sono raccolti in un database consultabile da tutti: il GRI Sustainability Disclosure database (https://database.globalreporting.org/). Gli standard GRI sono tematiche modulari che approfondiscono i diversi aspetti della “vita” aziendale. Le linee guida sono raggruppate in capitoli che trattano temi “universali” (GRI 101, 102, 103) e temi “specifici” (GRI 200, 300, 400). Il GRI 102, che tratta General Disclosures, è articolato in: 1. Organizational profile, 2. Strategy, 3. Ethics and integrity, 4. Governance, 5. Stakeholder engagement, 6. Reporting practice. Per la confezione del rapporto le linee guida più seguite dai compilatori sono quelle contenute nell’International Integrated Reporting Framework, emanato dall’International Integrated Reporting Council (IIRC). L' “IR” ha l'obiettivo di migliorare la qualità delle informazioni trasmesse ai fornitori di capitale finanziario
per consentire un'allocazione di capitale più efficiente e produttiva e di promuovere un approccio più coeso ed efficiente al reporting aziendale. Inoltre contribuisce a rafforzare l’“accountability” e la responsabilità di gestione delle diverse forme di capitale e di sostenere il pensare integrato, il processo decisionale e le azioni mirate alla creazione di valore nel breve, medio e lungo termine.
Come si comportano le aziende grafiche
Sono diverse le aziende di stampa, in particolare quelle di grandi dimensioni, che hanno approcciato le metodologie sopra descritte per redigere il Rapporto di Sostenibilità. Fra tutte segnaliamo il lavoro dell’Istituto Poligrafico dello Stato che, con le sue 87 pagine, costituisce un ottimo esempio di realizzazione, secondo il metodo GRI: il documento è reperibile sul sito web dell’azienda. Nella premessa metodologica si legge “Il Gruppo Poligrafico, pur non rientrando nel campo di applicazione del D.lgs. n. 254 del 2016, ha scelto su base volontaria di rendicontare informazioni di natura non finanziaria”. “Lo scopo è quello di garantire la connessione delle informazioni contenute nell’informativa finanziaria con le informazioni di natura non finanziaria contenute nel report di sostenibilità, la coerenza e compatibilità delle performance socioeconomiche con quelle ambientali dell’ultimo triennio, evidenziando la misura in cui l’organizzazione ha raggiunto i propri obiettivi strategici, nonché le prospettive per il prossimo triennio”. Se la filiera della stampa in passato è stata identificata come una delle attività industriali maggiormente impattanti a livello ambientale per la composizione di inchiostri, supporti, additivi chimici, oggi attraverso il Bilancio di Sostenibilità le aziende grafiche possono contribuire a mostrare l’impegno che tutti i player del printing stanno mettendo in campo per rendere sempre più eco-friendly prodotti, processi e servizi. Per questo ci auguriamo che questo strumento di comunicazione che va oltre la fotografia dei numeri del bilancio economico “tradizionale” consentendo di divulgare in modo trasparente l’evoluzione consuntivata e prospettica dell’impresa venga impiegato da un numero sempre maggiore di realtà del nostro settore.
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Ottimo per l’ambiente, ottimo per gli affari
La sostenibilità è diventata un punto di svolta per ogni tipo di azienda. Il 75% di Millenial e della Generazione Z preferiscono brand impegnati sulla sostenibilità ambientale, che offrono un impatto sostenibile. Ma non si tratta solo di parole: sono disposti a pagare di più per prodotti sostenibili e per packaging ecologico (1). Secondo uno studio svolto nel 2020, il 33% dei consumatori sceglie di evitare packaging di plastica quando può (2), e l’86% dei consumatori pensa che le scatole in cartone siano facili da riciclare. I vantaggi del packaging in cartone ondulato vanno ben oltre il riciclo. In quanto un prodotto di carta, è di natura circolare: in media l’89% di un nuovo imballaggio ondulato è fatto di materiali riciclati (3), ed è 100% riciclabile e bio-degradabile. Ha anche un ciclo di vita più lungo di altre forme di packaging, in quanto viene spesso ri-utilizzato diverse volte. In altre parole, è un ottimo esempio di economia circolare – di un modo di produrre e consumare nuovo e più sostenibile – senza dare più importanza ai guadagni che al pianeta. I vantaggi del packaging ondulato vanno ben oltre il riciclo. In quanto un prodotto di carta, è di natura circolare: in media l’89% di un nuovo imballaggio ondulato è fatto di materiali riciclati (3), ed è 100% riciclabile e bio-degradabile. Ha anche un ciclo di vita più lungo di altre forme di packaging, in quanto viene spesso ri-utilizzato diverse volte. In altre parole, è un ottimo esempio di economia circolare – di un modo di produrre e consumare nuovo e più sostenibile – senza dare più importanza ai guadagni che al pianeta.
Un Ciclo di Sostenibilità
HP è riconosciuta come una delle aziende più sostenibili al mondo, e quindi il suo impatto sostenibile attraversa tutta la catena di valore del settore del packaging in cartone ondulato. La tecnologia PageWide di HP è parte di un ciclo di sostenibilità. Dalle materie prime, la stampa e la trasformazione ,il consumo dei prodotti e il ri-utilizzo o smaltimento del packaging in cartone. Il ciclo di sostenibilità comincia dalle materie prime, che offrono produzione ad impatto zero, grazie agli inchiostri a base di acqua di HP, che non contengono alcuna sostanza inquinante. Questi inchiostri hanno ricevuto la certificazione UL ECOLOGO per la sicurezza ambientale ed umana, portando vantaggi ai lavoratori che li producono e ai consumatori che li usano. Tutti i componenti degli inchiostri rispettano la policy di esclusione EuPIA e sono prodotti secondo Good Manufacturing Practices (buone pratiche di produzione). Il passaggio successivo nel ciclo di sostenibilità è la produzione di scatole in cartone ondulato stampate in digitale. La stampa digitale è di natura più sostenibile della stampa analogica. Che sia un unico prototipo oggi o mille scatole domani, il packaging stampato digitalmente con le macchine HP PageWide consente di stampare esattamente le quantità di cui, si ha bisogno, quando se ne ha bisogno. Ciò permette di risparmiare sull’avviamento delle macchine, gli scarti e stampare solo il necessario, evitando costì costi di inventario e scarti per obsolescenza. Anche il processo della stampa digitale è più sostenibile, in quanto elimina l’uso di lastre e di prodotti chimici di pulizia, le macchine HP utilizzano processi di pulizia automatici che minimizzano gli sprechi di acqua. Infine, i metodi di stampa senza contatto di HP permettono di utilizzare carte più leggere che riducono il consumo di materie prime e le emissioni di CO2 durante il trasporto e la consegna.. Il consumo del packaging da parte dei consumatori è una delle fasi più importanti del cerchio di sostenibilità. Senza odori e senza sostanze chimiche che reagiscono ai raggi UV, il packaging in cartone ondulato prodotto con la tecnologia PageWide di HP è perfetto per sostituire
packaging in plastica spesso usato per prodotti alimentari e sensibili. Inoltre, le scatole in cartone, sono spesso multi-uso: sono contenitori di spedizione, contenitori in negozio e contenitori sugli scaffali. Gli inchiostri HP PageWide sono sia sostenibili che sicuri, e soddisfano quindi sia i requisiti di sicuezza del packaging dei brand sia le linee guida per il packaging alimentare dell’UE, di Nestlé e dell’Ordinanza Svizzera. Le fasi finali nel Ciclo di Sostenibilità sono il riciclo e lo smaltimento. Il ri-utilizzo e il riciclo rappresentano un cambiamento drastico rispetto al modello tradizionale di economia lineare basata sul prendere-produrre-consumare-buttare via. Non abbiamo più a nostra disposizione grosse quantità di materiali ed energia a basso costo. I costi nascosti degli sprechi non sono più nascosti: li vediamo nel riscaldamento globale e nelle discariche piene. I marchi più grandi al mondo si sono pubblicamente impegnati a rendere il loro packaging 100% riciclabile o riutilizzabile entro il 2025 (4). Per i converter di packaging, lavorare con HP significa diventare la prima scelta per band che si stanno impegnando a raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità. Gli imballaggi prodotti con la tecnologia HP PageWide soddsifano gli standard PTS e DIN CERTCO, che garantiscono che i prodotti sono adatti a processi standard di riciclo e compostaggio. E se non vengono riutilizzati o riciclati, hanno il vantaggio di non occupare le discariche per decenni, in quanto si decomporranno senza contaminare terreno o acque.
La soluzione giusta per un’economia digitale più ampia
Il packaging ondulato prodotto con le macchine per ondulati PageWide di HP è la soluzione giusta per chi ha a cuore l’ambiente. Se la pandemia COVID-19 ha causato cambiamenti violenti e ha capovolto numerosi settori, ha anche accelerato cambiamenti nel modo in cui compriamo prodotti che erano già in atto. Negli Stati Uniti nel 2020 l’e-commerce è cresciuto del 32% e ha raggiunto $791 miliardi (5), l’equivalente di sei anni di crescita in soli tre mesi. Per tenere il passo con la crescita dell’e-commerce e per soddisfare la domanda di packaging digitale, i brand stanno cercando produttori di packaging con cui possano creare soluzioni di imballaggi con cicli di vita più lunghi, dalla fabbrica al consumatore, senza compromettere i loro impegni ambientali. In pochi anni il packaging ondulato di HP con stampa sostenibile si è dimostrato capace di offrire stampa di alta qualità e in alta risoluzione che supporta i brand senza compromessi. Quando è usato per la spedizione diretta al consumatore a seguito di acquisti online, la scatola di spedizione può offrire anche esperienze del marchio attraverso realtà aumentata e messaggi personalizzati, e allo stesso tempo rassicura i clienti che le aziende possono avere un impatto sostenibile senza compromettere né il pianeta né i guadagni.
La qualità che ti aspetti da HP
Le macchine da stampa HP PageWide per cartone ondulato usano inchiostri a base di acqua e sono le uniche macchine digitali per ondulati che offrono una qualità di stampa pari all’offset. Le macchine a bobina HP PageWide T1190 permettono di prestampare la copertina superiore prima dell’ondulazione, mentre la macchina HP PageWide C500 è una soluzione di stampa diretta sul cartone post-print. Le macchine HP PageWide T470 sono anch’esse una soluzione a bobina per il processo di offset accoppiata. Tutte le soluzione HP sono sostenute dal team di supporto tecnico globale dell’azienda. HP si impegna attivamente nell’aiutare i propri clienti a diventare più sostenibili, promuove e contribuisce a un’economia circolare con un portfolio comprensivo di soluzioni sostenibili.
(1) Trivium Packaging, 2020 Global Buying Green report. (2) Isobar, Novembre 2020 Attitude and Usage Tracking. (3) Fefco, European Database for Corrugated Board Life Cycle Studies, 2018. (4) The Ellen MacArthur Foundation, Gennaio 2018. (5) Pandemic causes US ecommerce to surge north of 32% in Q4 – Digital Commerce 360.
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
INQUADRA IL LOGO E ACCEDI ALLA REALTÀ AUMENTATA
Comincia da questo numero la nuova rubrica “Print Connection”.
Contiene comunicati, riguardanti novità tecnologiche o installazioni, mandati alla redazione del Poligrafico dalle aziende presenti nella
“Banca Dati Fornitori” visibile online nel sito Stampamedia.net.
Sullo smartphone, inquadrando il singolo logo con la app Stampare
Aumentato (vedi istruzioni a pag. 70) si accede direttamente alla scheda dell’azienda nella Banca Dati e ad un eventuale video.
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