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Un nuovo modello di sostenibilità che piace alle aziende grafiche

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B Corp

Un nuovo modello di sostenibilità che piace alleaziende grafiche di Achille Perego

Di fronte alle sfide per la sostenibilità del pianeta lanciate dall’Agenda Onu 2030 e di cui la pandemia ha richiamato la drammatica urgenza, nonché allo straordinario successo sui mercati finanziari di green bond e social bond, la vecchia convinzione secondo cui sostenibilità e ruolo sociale siano per le aziende soltanto lussi – o elementi di marketing – sta andando rapidamente in soffitta. In questo contesto emerge il nuovo status delle Società Benefit. Se l’azienda tipica dell’economia capitalistica ha come unico obiettivo il profitto, e di conseguenza la distribuzione di dividendi agli azionisti, la società benefit non lo rinnega ma vi affianca un altro obiettivo di fondo – determinare un impatto positivo sulla società e sulla biosfera – inserendolo nello statuto sociale. È un modello culturalmente innovativo che sta attirando l’interesse di migliaia di imprese italiane – comprese quelle del settore grafico – anche in virtù del lavoro di sensibilizzazione culturale svolto da Assobenefit (www.assobenefit.org) , l’associazione che coordina la rete delle Società Benefit, presieduta da Mauro Del Barba. Lo status di Società Benefit non porta alcun vantaggio fiscale, né consente di accedere a una maggiore flessibilità delle regole sul lavoro. D’altro canto, non determina per le aziende che lo adottano obblighi particolarmente rilevanti di conformità e di governance. La legge italiana prevede come vincolo per le Società Benefit: nominare un responsabile dell’impatto, che deve assicurare che l’azienda persegua anche gli obiettivi (dichiarati) di utilità sociale e pubblicare annualmente una relazione d'impatto in cui sono misurati, tramite uno strumento di valutazione esterna, i risultati raggiunti verso il perseguimento degli obiettivi di Beneficio Comune scritti nello Statuto dell'azienda. Per fregiarsi del titolo di B Corp, invece, è necessario

Esiste una via italiana al “capitalismo sostenibile” che sta diventando un modello di riferimento a livello internazionale. Protagoniste di questa rivoluzione, che va oltre la più generale e crescente attenzione all’ecosostenibilità, dalle materie prime ai processi produttivi, dall’uso di energie rinnovabili all’economia circolare, sono le Società Benefit e le B Corp.

oltre 3.800 le B Corp certificate nel mondo più di 140.000 in 80 paesi e 150 settori utilizzano gli strumenti di B Corp

ottenere la certificazione di un ente terzo, il B Lab. Del resto, dietro la scelta delle aziende e del mondo della finanza di presentarsi sul mercato sottolineando l’adesione a comportamenti etici, sociali e ambientali (quelli per intenderci indicati dalle buone performance ESG dell’Onu) a volte si nascondono strategie di marketing. Il cosiddetto green washing. Se è vero che in futuro le “aziende saranno sostenibili o non saranno”, quindi, quelle che lo sono davvero sono le B Corp e le Società Benefit o Benefit Corporation. Prima in Italia a essere B Corp, country partner di B Lab e una delle aziende fondatrici del movimento B Corp in Europa, è stata Nativa. Fondata nel 2012 e guidata da Paolo Di Cesare ed Eric Ezechieli, sedi da Roma a Milano e una trentina di dipendenti (“Una rete di persone costruita attorno a noi”), Nativa aiuta le aziende, con la sua consulenza a 360 gradi, a essere davvero sostenibili e non a caso ha anche collaborato con il Senato per l’introduzione nel 2016 della legge sulle società benefit (prima al mondo dopo quella introdotta negli Stati Uniti) che identifica le società con uno statuto giuridico che prevede il perseguimento di scopi sociali e ambientali oltre al profitto. Nativa, spiegano Di Cesare ed Ezechieli, promuove il movimento B Corp che vede oggi nel mondo oltre 3.800 B Corp certificate e più di 140 mila in 80 Paesi e 150 settori che ne utilizzano gli strumenti (il Benefit Impact Assessment) per misurare e migliorare il proprio profilo di sostenibilità. Attualmente in Italia si contano quasi 120 società B Corp. E più di 500 aziende (tra cui Aboca, Chiesi, Davines, Novamont, Number 1, Illy, Save the Duck, Florim, Danone Italia, Fratelli Carli e Reti) hanno già scelto di modificare il loro status legale da semplici Srl o Spa, acquisendo la qualifica di Società Benefit.

Nel nuovo scenario internazionale l’innovazione sarà sempre di più guidata da principi di sostenibilità.

Paolo Di Cesare ed Eric Ezechieli, fondatori di Nativa.

Le tre fasi del B-Corp Assessment

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L’impresa come “sistema vivente”

Cinquant’anni fa, ricordano Di Cesare ed Ezechieli, Milton Friedman presentò al mondo la sua dottrina, in base alla quale le imprese socialmente responsabili devono concentrarsi su un unico obiettivo: massimizzare il valore creato per i loro azionisti. Quindi l’imperativo per i manager è quello di concentrarsi esclusivamente su una sola variabile: il profitto. “L’interpretazione monoteista introdotta da Friedman violava però inconsapevolmente le leggi della fisica: nulla può crescere all’infinito in un sistema finito e qualsiasi sistema complesso che massimizzi una singola variabile inevitabilmente accelera fino ad autodistruggersi. Mancavano due variabili fondamentali: le persone e il pianeta. Oggi la società, in particolare le generazioni future, e la biosfera ne pagano il conto”. Così, alcuni imprenditori in diverse parti del mondo hanno deciso di seguire strade non battute, andando oltre il primato degli azionisti e considerando l’impresa un sistema vivente e interdipendente, che prospera se attorno a sé prosperano anche gli altri. E oggi “seguire questo esempio ed evolvere da paradigmi economici ‘estrattivi' a ‘rigenerativi' è probabilmente la più importante sfida nella storia dell’umanità”.

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Le sette aziende grafiche B Corp

Crescono le B Corp nel settore della stampa

Una sfida raccolta anche dal mondo delle aziende grafiche e cartotecniche. “La crescita del ‘laboratorio italiano’ – aggiungono Ezechieli e Di Cesare – testimonia la grande opportunità che il nostro Paese ha per affermarsi nel nuovo scenario internazionale in cui l’innovazione sarà sempre di più guidata da principi di sostenibilità. Anche nel settore della grafica e della stampa ci sono aziende straordinarie che hanno scelto di integrare questi concetti nei loro modelli di business, contribuendo a migliorare, anche attraverso i loro prodotti, l'impatto delle attività umane sui sistemi naturali”.

Cavalieri&Amoretti

Cavalieri&Amoretti, oggi parte del gruppo Pusterla 1880, è riconosciuta a livello internazionale come azienda di eccellenza per la progettazione e produzione di scatole tonde, cofanetti di lusso e cartotecnica ad alto valore. I settori di mercato nei quali opera l’azienda di Mezzano Superiore (PR) sono profumeria e cosmetica ma anche distilleria, erboristeria, farmaceutica, gioielleria e alimentare.

Sales

L’attenzione ai temi della sostenibilità è andata sempre più crescendo negli anni nel settore della stampa, con una pluralità di azioni che, confermando quanto sia “virtuosa la nostra filiera”, sottolinea il presidente di Assografici Emilio Albertini, hanno riguardato e riguardano materie prime ecocompatibili, processi produttivi con minore impatto ambientale ed emissioni di CO2, utilizzo di energie “verdi” e non da ultimo riduzione degli “scarti” e quindi dell’impatto dei rifiuti di produzione sull’ambiente.

Scelte adottate a partire dai grandi gruppi del settore, anche per essere conformi, ricorda Andrea Lorato, ex direttore commerciale di Elcograf (Pozzoni) e ora direttore generale del Poligrafici Il Borgo, agli standard di sostenibilità previsti per partecipare alle gare e ottenere le commesse delle multinazionali (si pensi a quella del catalogo Ikea per cui l’azienda svedese, quando ancora lo stampava, aveva premiato proprio Elcograf), sempre più attente proprio al tema della sostenibilità. Ma il movimento delle Società Benefit e B Corp sembra partito più dal basso che dall’alto, vedendo in prima fila le aziende grafiche di minori dimensioni (medio-piccole) e quelle che operano in provincia di Parma che, spiega Paolo Reverberi, titolare dell’omonima Litografia, potrebbe essere considerata la “capitale italiana” delle B Corp. Con grandi aziende diventate Società Benefit come Chiesi e Davines che hanno spinto alle scelte B Corp anche i fornitori. E quindi anche le aziende grafiche e cartotecniche. “Abbiamo deciso di diventare una B Corp – aggiunge Reverberi – perché crediamo fermamente nell’importanza di lasciare un segno nel mondo: non solo attraverso la qualità dei nostri prodotti e servizi, ma anche e soprattutto grazie ai valori che ci guidano da sempre”. Una tappa quasi obbligata, come per le altre imprese grafiche B Corp, di un percorso che aveva visto

Sales cominciò la produzione di etichette e buste nel 1886 in un piccolo locale di Via Madama Cristina a Torino. Solo negli anni ’50 si trasferì a Rivoli (TO) innovando e differenziando le produzioni, sino a stampare etichette autoadesive in bobina, attività che rappresenta ancora oggi il core business aziendale. Le produzioni cartotecniche, che hanno visto Sales specializzarsi sia nelle shopper/buste e rinforzate a marchio Texso sia inventando e sviluppando la produzione, a partire dal 1997, dei blocchi e ricambi per appunti rinforzati a marchio Rambloc®. Certificata ISO 14001 dal 2002 e FSC dal 2009, oggi, l’azienda si sviluppa su due stabilimenti produttivi e rivolge la sua attenzione particolarmente verso soluzioni ad alto profilo tecnologico e qualitativo, mantenendo come valori guida, il rispetto per le persone e l’ambiente.

Icma Sartorial Paper

Azienda di Mandello del Lario, Icma Sartorial Paper è una B Corp che crea bellezza attraverso l’innovazione, trasformando la carta in modo etico e sostenibile. Produce carte sartoriali per il packaging di lusso. È la prima azienda europea del settore cartario ad abbracciare i valori del nuovo paradigma di business delle B Corp.

Scatolificio Giampietri

Lo Scatolificio Giampietri dal 1954 è specializzato nella produzione di imballaggi di ogni dimensione e prodotti fustellati. Alla base delle scelte dell’azienda di Collecchio ci sono sempre stati valori come l’integrità, il rispetto per i collaboratori e l’attenzione rivolta alla sostenibilità sia ambientale che sociale oltre che l’attenzione alla qualità e alla cura del prodotto.

Scadif

Scadif Group è una società che a Parola di Fontanellato (Parma) da 40 anni produce e distribuisce imballaggi in cartone ondulato, utilizzati dalle aziende in vari settori: alimentare, farmaceutico e della cosmesi. La tecnologia applicata alle 6 linee di produzione consente di migliorare la qualità del prodotto e di ridurne i costi. La qualità, il rispetto ambientale e l’efficienza sono i punti di forza di Scadif Group.

Arbos

Arbos dal 1988 realizza articoli in carta ecosostenibili e innovativi per la scuola, l’ufficio, il regalo utilizzando esclusivamente materiali riciclati. Propone inoltre alle aziende soluzioni personalizzate per soddisfare le più diverse esigenze di comunicazione. Impegno per l’ambiente, passione per la carta, amore per l’Italia: questo è quello che Arbos, he opera a Solagna in provincia di Vicenza, intende per “la bella cartoleria italiana”.

Litografia Reverberi

Litografia Reverberi di Parma è una B Corp che da oltre 45 anni opera nel mondo della stampa e delle arti grafiche, coniugando la passione artigianale con la qualità dei suoi prodotti, il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente. Dal 2010 certificati FSC a garanzia di un processo di stampa corretto e trasparente, orientato alla salvaguardia delle foreste. negli anni ottenere altre certificazione (come FSC) il cui valore aggiunto va oltre il ritorno a livello commerciale. È anche importante presentare questa certificazione per comprovare i nostri valori e la volontà di cambiare l’attuale modello di business, come penso sia per la maggior parte delle piccole e medie aziende italiane. Essere B Corp è un tassello in più per essere anche riconoscibili, in quanto abbiamo notato molto interesse da parte di svariati clienti (stakeholder) riguardo a queste tematiche. Infatti, speriamo di realizzare quell’effetto domino necessario per creare un mondo migliore, nonostante ci sia ancora molta attenzione al prezzo, senza che si indaghi troppo su come viene definito. Tesi condivisa da Domenico Tessera Chiesa, managing director della torinese Sales, pioniera in Italia delle società benefit e prima B Corp nel 2018 del settore grafico. Una scelta conseguente all’impegno sui temi della sostenibilità ambientale perseguito negli anni a cui si è aggiunto quello della ricerca “del benessere dei nostri collaboratori e il supporto alla comunità in cui operiamo”. “Restituendo alla società – aggiunge Gian Luca Cavalieri, amministratore della Cavalieri&Amoretti – qualcosa che la società ci ha dato”. E quindi, come aveva scritto a giugno 2020 la presidente di Icma Sartorial Paper, Silvia Buzzi, spiegando la scelta B Corp: “Lo abbiamo fatto perché siamo convinti che ci aiuterà a essere un partner commerciale migliore. Ma soprattutto perché crediamo nel valore del fare impresa come modo per lasciare ai nostri figli un pianeta migliore, più equo e giusto”.

Come diventare azienda B Corp

Anche se rispondono a comportamenti e valori comuni, impressi anche nello statuto aziendale, Società Benefit e B Corp non sono la stessa cosa. La differenza sostanziale è che nel primo caso è la stessa azienda che auto dichiara di essere sostenibile e di operare nel rispetto dell’ambiente, dei dipendenti, della comunità mentre per poter usare il brand e il logo Certified B Corp sui prodotti e in tutte le comunicazioni le società devono sottoporsi all’esame di un ente terzo internazionale: B Lab. Il processo di certificazione utilizza standard comprensibili e trasparenti di performance sociale e ambientale. Sono cinque le categorie che sono oggetto di valutazione: governance, lavoratori, clienti, comunità e ambiente. Si tratta di una delle poche certificazioni che non fa riferimento solo a un prodotto o servizio, ma si applica all’azienda nella sua interezza. Per ottenere la certificazione B Corp – attraverso lo standard B Impact Assessment va dimostrata una performance di almeno 80 punti su 200 – è necessario superare un rigoroso processo di selezione nel corso del quale le aziende sono chiamate a documentare concretamente il loro impatto positivo. Ogni tre anni, poi, la certificazione viene sottoposta a verifica, per poter essere rinnovata.

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