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SOSTENIBILITÀ
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Sostenibilità La rivoluzione verde?
È anche agevolata di Francesca Sassoli
Finalmente, la parola sostenibilità ha preso il giusto ruolo nei processi produttivi e in programmi concreti che mirano a un connubio sempre più stretto fra crescita economica e rispetto dell’ambiente. Una conditio sine qua non certo non dettata da una visione lungimirante di legislatori e imprese, ma da una necessità: se non si applicano stretti protocolli di salvaguardia ambientale, non ci saranno nel futuro i presupposti per fare impresa mantenendo gli standard attuali.
La rivoluzione verde non si può, ma si deve attuare in ogni ambito e con sforzi proporzionati alle responsabilità dei singoli, delle istituzioni e delle imprese nei confronti dell’ambiente. L’approccio attuale è cambiato e da global è diventato glocal, ovvero un mix sapiente fra apertura ai mercati internazionali e attenzione al territorio in cui si opera.
Le imprese, quindi, diventano sempre più responsabili e iniziano a domandarsi su quali aspetti sui quali operare sostanziali cambiamenti in modo da unirsi alle fila delle imprese che questo passo l’hanno già compiuto, andando a conquistare una fetta interessante del proprio mercato di riferimento. Analisi rivelano, infatti, come le nuove generazioni siano attente alle tematiche green e come scelgano prodotti e servizi ecologicamente e socialmente responsabili.
Quanto costa a un imprenditore convertire la propria produzione per renderla sempre più sostenibile?
Inizialmente si vedeva solo un costo e non un effettivo ritorno economico: diventare virtuosi poteva sicuramente posizionare meglio un’azienda, ma era un concetto troppo astratto rispetto a investimenti reputati non strettamente necessari e lontani dal core business. Ci sono stati sviluppi positivi e, a oggi, esistono importanti agevolazioni che possono aiutare un’impresa a cambiare idea. Il nuovo paradigma vede la transizione 4.0 – che traghetta le imprese verso la digitalizzazione e l’utilizzo di macchine intelligenti – sposarsi con i temi della sostenibilità. Un nuovo macchinario che può es-
Crescono le misure agevolative per chi produce in modo sostenibile, efficienta l’energia e sceglie la sostenibilità. Il finanziamento agevolato copre fino al 90% dell’investimento, di cui il 20% a fondo perduto e la sua dotazione è di 219 milioni di euro. Tante le opportunità offerte dai bandi nazionali ed europei, sempre più incentrati sull’innovazione e la sostenibilità.
sere agevolato con il Credito d’Imposta Beni Strumentali 4.0, ad esempio, grazie all’interconnessione e alla telemanutenzione controllerà e doserà l’utilizzo delle risorse idriche o eviterà dispersioni energetiche, aumentando la sostenibilità aziendale. I macchinari 4.0, infatti, devono rispondere ad alcuni parametri che non solo migliorano le performance, ma che aiutano concretamente a gestire l’impiego delle risorse. Una macchina intelligente “parla” con il resto della fabbrica, ricevendo e dando informazioni utili anche per operare concretamente sull’impatto ambientale. Chi oggi investe in un macchinario 4.0, quindi, non solo recupera una consistente parte del costo sostenuto (le aliquote - che nel 2020 andavano dal 20 al 40% - sono salite al 50% nel 2021, mentre per il Mezzogiorno sono previste misure ancora più favorevoli), ma sta già sostenendo una transizione green.
I finanziamenti a sostegno della ricerca e sviluppo
La stessa chiave di lettura la si può trovare nei Crediti d’Imposta relativi alla Ricerca & Sviluppo, all’Innovazione Tecnologica e alle Attività di Design e Ideazione Estetica: le aziende che studiano soluzioni tecnologicamente avanzate per digitalizzare l’impresa, nuovi materiali biodegradabili, sostanze chimiche che possono essere riassimilate nei processi produttivi, la riduzione dei propri rifiuti, possono usufruire di queste misure agevolative. Esiste poi un finanziamento a sostegno di progetti di R&S nell’ambito dell’Economia Circolare: è volto a favorire la transizione delle attività produttive verso un’economia finalizzata alla riconversione. I progetti realizzati – da una singola azienda, da un consorzio o da una rete d’impresa – devono avere come oggetto innovazioni eco-compatibili per il trattamento o la trasformazione dei rifiuti, compreso il riuso dei materiali, il riciclo degli scarti alimentari, l’uso razionale dell’acqua e la sua sanificazione, strumenti per aumentare la vita dei prodotti e del ciclo produttivo, sperimentazione di packaging intelligente, metodi per il recupero e il riciclo di materiali piccoli e leggeri. Il finanziamento agevolato copre fino al 90% dell’investimento, di cui il 20% a fondo perduto e la sua dotazione è di 219 milioni di euro. Tante le opportunità offerte dai bandi nazionali ed europei, sempre più incentrati sull’innovazione e la sostenibilità. Occasioni da sfruttare, progetti da mettere a terra per affrontare le sfide future con il giusto approccio.
Come scegliere di diventare una Società Benefit
Si chiamano così le imprese che decidono di integrare L’Italia è stata fra i Paesi pionieri, almeno dal punto di vista legislativo: Società Benefit è, infatti, una nuova forma giuridica, nata nel 2010 negli USA come Benefit Corporation e introdotta nell’ordinamento italiano nel 2016.
Katiuscia Terrazzani, Managing Director di Ayming Italia Srl SB.
nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, la missione di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera.
Essere una Società Benefit significa entrare a far parte di una cerchia di imprese, sempre più ampia, che si pone standard ambiziosi su politiche di sostenibilità e parità che garantiscano il coinvolgimento dei dipendenti, misurazione dell’impatto generato dall’azienda, soprattutto in riferimento alle emissioni di CO2, azioni collettive di volontariato e politiche di trasparenza finanziaria.
Consolidare i propri valori e presentarsi agli stakeholder con contenuti forti, differenzia in modo sostanziale un’impresa, anche quando si tratta di attrarre nuovi talenti: “Condividere gli stessi valori sulla sostenibilità ci porta a posizionarci in modo totalmente diverso nel panorama della consulenza - spiega Katiuscia Terrazzani, Managing Director di Ayming Italia Srl SB (dove SB sta proprio per Società Benefit) multinazionale di consulenza presente in 15 Paesi, specializzata in finanza agevolata, property tax, fiscalità e compliance – i giovani che vengono a lavorare da noi ci scelgono, per l’approccio dinamico, operativo e di grande cura che riserviamo ai nostri clienti, ma anche per l’attenzione che poniamo all’individuo come professionista e come persona, per le azioni che ogni giorno mettiamo in campo per impattare meno sull’ambiente, per la trasparenza della nostra governance, come anche per le relazioni virtuose con clienti, partner e fornitori che coltiviamo continuamente. Essere trasparenti, socialmente coinvolti in uno sviluppo che mette al centro le persone e l’ambiente che le circonda – prosegue Katiuscia – ci rende un team coeso, resiliente e aperto al cambiamento. Un approccio che piace anche alle aziende che, insieme a noi, crescono in innovazione, competenza e capacità di essere sempre più green”. A riprova di come la svolta verde stia cambiando gli scenari finanziari globali ci pensa Black Rock. Recentemente il colosso dell’asset management con sede a New York ha annunciato la sua intenzione di investire nelle energie rinnovabili: ha raccolto 4,8 miliardi di dollari da destinare a un nuovo fondo per le risorse solari e eoliche negli Stati Uniti, in Asia e in Europa. E quando i grandi si muovono, i tempi sono maturati. Contenuto redatto da Ayming Italia Srl SB