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LE AZIENDE ASSOCIATE
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AZIENDE ASSOCIATE AL 22 MARZO 2021 INFORMAZIONI E CONTATTI
segreteria associativa 4IT Group srl Centro Direzionale Milano Oltre, Palazzo Tintoretto — via Cassanese 224 – 20090 Segrate (MI) Tel. +39 02 26927081 – Fax +39 02 26951006 – segreteria@argi.it
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Stampare sostenibile
NEWS ATTUALITÀ Primo piano ........................................... 8 Fornitori ................................................10 Aziende grafiche ...................................14 Istituzioni...............................................16 EDITORIALE Stampare Sostenibile ...........................19 CERTIFICAZIONI Gestione sostenibile ed etica .................21 Revisione dello standard PEFC...............22 Anche FSC si rinnova ........................... 24 I nuovi criteri di Ecolabel UE ...................25 Cradle to Cradle Certified 4.0 ................30 Calcolare i gas serra con il GHG Protocol ...............................32 FORMAZIONE HSE Manager, una figura professionale al servizio dell’ambiente ........................34
n.202
SOSTENIBILITÀ La rivoluzione verde è agevolata ............40 Un nuovo modello di sostenibilità che piace alle aziende grafiche ..............42 Design sostenibile e modello circolare .. 46 MATERIALI Supporti per stampa e packaging, i nuovi trend ..........................................48 Tutte le sfumature “green” della carta .............................................50 L’OPINIONE DI... Alexia Rizzi Il pianeta, la stampa e sentirsi a casa ....54
Next Generation Print
WIDE FORMAT La sostenibilità si fa... grande ................56
COMPORRE LA STAMPA DI DOMANI
PROTAGONISTI Centro Tessile Serico, responsabilità ambientale e sociale........61 #stampiamoavanti
AMBIENTE&SICUREZZA Stampare eco-sostenibile conviene .......66
Ogni numero del Poligrafico è “un movimento di sistema”, per catalizzare le competenze di tutta la filiera su 5 direttrici di sviluppo fondamentali per l’economia del comparto. Nel prossimo numero: STAMPARE NO LIMITS
BILANCI Nuova classificazione dei settori.............72 Strumento di comunicazione dell’impegno etico e ambientale ............74 PRINT CONNECTION Comunicati dalle aziende.......................82 L’OPINIONE DI… Sergio Facchini Il paradosso dell’occupazione ................90
R.E.A. Milano n. 1190227 Autorizz. Trib. Mi n. 512 del 26.10.85 Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. Dati e caratteristiche tecniche sono generalmente forniti dalle Case costruttrici, non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’atto dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Stratego Group srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati ad uso redazionale è Enrico Barboglio (enrico.barboglio@strategogroup.net - via Cassanese 224 Segrate (Milano) - tel. 0249534500 - fax 0226951006). Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi per far valere i Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.
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INQUADRA E ACCEDI ALLA REALTÀ AUMENTATA
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IL POLIGRAFICO È LA RIVISTA ITALIANA DEL GRUPPO EUROGRAPHIC PRESS WWW.EUROGRAPHICPRESS.COM
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I NOMI DEL NUMERO • ILPOLIGRAFICO 202 • 21•STAMPARE S
Persone e aziende citate nel numero con riferimento alla pagina. I numeri in neretto si riferiscono all’inserzione pubblicitaria
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Acimga 16 Actega 31 Agema Corp. 88 AGF 12 Agfa 4,12,86 AIMPLAS ITC Packaging 49 Aktiva 15 Alaert Reinhilde 86 Albertini Emilio 44 Algola 85 Arbos 45 Arctic Paper 10 ARGI 2,16 Aribas Printing Mach. 82,85,88 Arjowiggins 48 Arti Grafiche Friulane 12 Arti Grafiche Parini 15 Assobenefit 42 Assocarta 50 Assografici 44 Audioutdoor 56 Ayming Italia SB 51 Azul sistemi 83 Bianchi Michele 9 Bianchi Simone 14 Black Rock 51 Bompan 87 Bosio Giuseppe 62 Botto Giuseppe 31 Braungart Michael 31 Bruni Litografia 86 Buzzi Silvia 45 Canon 10,14 Canton Denis 14 Careglio Remo 59 Cartes 84 Cassani Luca 35 Cavalieri Gian Luca 45 Cavalieri&Amoretti 45 Centro Tessile Serico 61 CEPI 50 Cigna Valentina 59 Cimenti Silvio 59 Cimpress 12 Citro Fabrizio 56 Clear Channel 56 Comieco 52 Continenza Jim 55 Cozzi Roberto 61 Cradle to Cradle P.I. Inst. 30 D’Amelio Giuseppe 14
Danimer Scientific 48 De Zan Carlo 24 Degola Alessandro 85 Del Barba Mauro 42 Di Cesare Paolo 43 Druck Chemie 13,68 Dude 56 Due Emme Pack 71 Durst 10,14,88 Each & Every 49 Eco-print 68 Edigit 15 Elcograf 44 Epiris 8 EPIS 50 Epson 35,65,84 Errelle 85 Esko Graphics 83 Eterna Group 85 Ezechieli Eric 43 Fase 8 Federaz. Carta e Grafica 16 Fedrigoni 8 Fespa Italia 57,91 Fiera Milano 16 Fornietic 11 Fotomec 15 FSC
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Gallus 12 Gamma 15 Geca Industrie Grafiche 12,14 GEW 11 GiPrint 14 Graf Service 82,85,88 Grafco 86 Grafiche Tiozzo 15 Graphic Mach. Serv. 82,85,88 Green4print 31 Gr. Cordenons 28,48,53,83,88 Gruppo Masserdotti 57 Guerra Alice 59 Guerra Roberto 59 Heidelberg 3,12,82 Holliday Ross 8 HP 12,14,17,78,83 Huber Group 31 Icma Sartorial Paper 45 IGPDecaux 6 Il Bandino 14 IM GROUP 7,59 Incerti Gianluca 59
Industria Grafica 56 Inglese 3 IPAS 56 ISPRA 9,16 Ist. Poligr. Zecca Stato 77,87 JWEI 85 Kemira 48 Keypoint Intelligence 10 Klabin 48 Klosterhaus Susan 31 Kobol 24 Kodak 55 Koenig & Bauer 82 Kolbus 84 Kolor+Service 38 Komori 29 Kornit Digital 10 Kulka Omer 10 Kyocera Doc. Solutions 82 Labeltech 83 Lecta gruppo 88 Lessebo Paper 31 Levit Haim 12 Litografia Reverberi 44 Lorato Andrea 44 Madini Enrico 28 Magical Mushroom Co. 49 Manroland 14,60 Marini Roberto 69 Masserdotti Alberto 57 Material Economics 48 Mattiazzi Enrico 59 McDonough William 31 Meana Luca 69 MGI 83 Mimaki 87 Mondi 39 Müller Martini 87 Multi-Import 37 Nativa 43 Nespolo Marco 8 Nesti Francesco 59 New Aerodinamica 20 Newmec 87 Onlineprinters 92 Paln Co. 49 PEFC Italia 77 Penati Giorgio 61 Pennati Roberto 14 Poligrafici Il Borgo 44 Polyedra 88
Portals 8 Print4All 16 Pusterla 1880 44,69 Refine Finishing 83 Reno De Medici 9 Reverberi Paolo 44 Rexson 9 Ricoh 11,15,52,73 Risograph 47,83 Rizzo Christophe 59 RMGT 86 Romano Frank 8 Rosadini Mauro 86 Rotocel Space 83 Sales 44 Samuel Ronen 10 Sappi Europe 48 Scadif Group 45 Scatolificio Giampietri 45 Senesi Tipografia 86 Shazam I.T. 82 Signify 48 SMG 87 Smurfit Kappa 48 Sprint24 89 Swesa 59 Tecnopails 59 Tedeschi Katia 28 Teko 59 Terrazzani Katiuscia 51 Tessera Chiesa Domenico 45 Tiozzo Nicola 15 Tipo Stampa 15 Tipopennati 14 Toyo Ink 86 Urban Vision 56 Vale-Tech 59 Vergani Paolo 60 Viscom Italia 64 WGM 86 Woola 49 Zanders Paper 9 11 Zund
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Inkmaker Group rebrands.
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A proud moment, a unique phenomenon. Inkmaker Group has evolved, with a force of experienced brands in the industries of paints, coatings, inks, speciality-chemicals, adhesives and more; Inkmaker, Rexson, Vale-tech, Swesa, Teko and Technopails —the super six—together, under one group, to offer Total Process Engineering Solutions. Big plans require big moves. Welcome to IM GROUP. The colour of trust.
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ILPOLIGRAFICO 202 • 21• STAMPARE SOSTENIBILE •
PRIMO PIANO• ILPOLIGRAFICO 202 • 21• STAMPARE SOSTENIBILE • ILPOLIGRAFICO 202 • 21•STAMPARE SOSTENIBILE • ILP
Il gruppo, guidato dal CEO Marco Nespolo, uno dei principali produttori europei di carte speciali e materiali autoadesivi, ha annunciato la stipula di un accordo per la potenziale vendita del security business a Portals, tra i primi fornitori al mondo di banconote e carte di sicurezza.
accordi
Fedrigoni cede a Portals il security business Ci aveva creduto e investito molto dal 2004 quando le banche centrali avevano privatizzato ed esternalizzato la produzione di cartamoneta. Ma di fronte a un mercato che negli ultimi anni è cambiato, invertendo la tendenza con il ritorno alla pubblicizzazione di questo business (vedi il nuovo polo di stampa per le banconote creato in Puglia dalla Zecca di Stato), Fedrigoni ha deciso di uscire da questo settore. Il gruppo, guidato dal CEO Marco Nespolo, uno dei principali produttori europei di carte speciali e materiali autoadesivi, ha annunciato la stipula di un accordo per la potenziale vendita
del security business situato a Bollate (MI), insieme ai relativi asset e dipendenti, a Portals, tra i primi fornitori al mondo di banconote e carte di sicurezza. “In base ad accordi separati – informa una nota – Portals potrà in futuro acquisire anche alcuni asset e macchinari di produzione, legati alla carta per banconote e passaporti, della divisione sicurezza di Fabriano (AN). Il completamento delle due distinte operazioni – prosegue la nota – potrebbe avvenire nel corso del 2021, a seguito dell’ottenimento delle autorizzazioni di prassi. In particolare il security business comprende un ampio portafo-
La certificazione FSC® nel settore della stampa
sostenibilità
La certificazione FSC (Forest Stewardship Council) garantisce la tracciabilità dei prodotti, a partire dalla foresta e lungo tutte le fasi di lavorazione, trasformazione, distribuzione e stampa. Secondo recenti sondaggi*, la percentuale di persone disposte a pagare di più per prodotti green è cresciuta dal 47% al 59% in soli sette anni; il 50% dei consumatori intervistati riconosce poi l'etichetta FSC e confida che FSC sia uno strumento efficace nella protezione delle foreste. Al giorno d’oggi, sono oltre 1.900** le aziende italiane certificate FSC operanti nei settori della stampa e packaging (+17,2% rispetto a Gennaio 2020), e carta e cartone certificati sono ampiamente disponibili sul mercato. Il possesso di una valida certificazione di Catena di Custodia FSC permette infatti di fornire maggiori garanzie ai propri clienti sull’origine della materia prima, accedere a nuovi mercati e partecipare a bandi per le forniture pubbliche attraverso i cosiddetti CAM (Criteri Ambientali Minimi). *Globalwebindex 2019 e Globescan 2018 **Fonte: Database FSC
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glio di elementi di sicurezza per applicazioni su banconote e altri documenti, nonché l'impianto di produzione di Bollate. La cessione separata di alcuni asset per la produzione di banconote e carta per passaporti, situata in Fabriano, sarà soggetta invece a un'opzione che potrà essere esercitata da ciascuna delle parti entro la fine del 2021, a seguito del completamento dell’acquisizione di Bollate”. “Siamo impazienti di completare l’operazione e di accogliere in Portals da Fedrigoni le competenze e l’esperienza del team di Bollate, continuando a potenziare un business primario e integrato nel settore della carta di sicurezza", ha commentato Ross Holliday, CEO del gruppo inglese che dall'acquisizione da parte del fondo di private equity Epiris, nel 2018, ha investito molto nel potenziamento delle sue attività di produzione di carta di sicurezza. Da tre secoli Portals realizza prodotti per la sicurezza e nel corso degli anni si è affermata come leader di innovazione e il suo nome è sinonimo di miglioramenti pionieristici nel settore della carta di sicurezza. Oggi, Portals produce materiali per oltre 12 miliardi di banconote, 200 milioni di etichette di marca, 70 milioni di passaporti e 60 milioni di certificati ogni anno, con una diffusione in più di 100 Paesi nel mondo. “Siamo lieti – ha sottolineato da parte sua Nespolo – che un player storico e internazionale nel business delle banconote e carte di sicurezza, intenzionato a investire e a crescere ulteriormente, ci abbia scelto per il valore delle nostre tecnologie e
il know-how delle nostre persone, che lasciamo in ottime mani”. In base all’accordo saranno un centinaio i dipendenti di Fedrigoni che confluiranno nella newco Fase srl, costituita per consentire l’operazione di cessione a Portals del security business di Bollate: le persone dello stabilimento, il team commerciale e le figure di staff a supporto collegate al security business. La scelta di Fedrigoni è la logica conseguenza ai cambiamenti del security business e della carta per banconote dove il gruppo aveva creduto e investito notevolmente, tanto da renderli un gioiello in 15 anni. Un’uscita che da una parte assicura il futuro del polo di Bollate, che finisce nelle mani di un player che ha in questo settore il suo core business, e dall’altra avviene senza alcun sacrificio occupazionale a Fabriano dove, conclude Nespolo, alcuni macchinari e attrezzature probabilmente saranno ceduti (quelle per la produzione di banconote e passaporti). Le persone, lo stabilimento e tutti gli altri asset attualmente in Fabriano, ad esempio le macchine in tondo 6 e 8, rimarranno però in Fedrigoni e anzi con queste stesse risorse si potenzierà ancora di più l’attività in loco, come le carte artistiche e le carte pregiate per la stampa. In Fedrigoni resterà anche il reparto storico dei filigranisti mentre, prima di dare l’addio definitivo alla stampa di banconote a Fabriano, sarà portato a termine il contratto con la Turchia per la lira esaurendo tutti gli ordini entro la fine del 2021. Achille Perego
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RE SOSTENIBILE • ILPOLIGRAFICO 202 • 21• STAMPARE SOSTENIBILE • ILPOLIGRAFICO 202 • 21• STAMPARE SOSTENIBILE • ILPOLIGRAFICO 202 • 21 •STAMPARE SOSTENIBILE • ILPOLIGRAFICO 202 • 21• STAMPARE SOSTENIB
Liquidata Zanders, nota per il brand Chromolux
cartiere
Abbiamo tutti almeno una volta avuto bisogno di una bi-patinata super glossy e in tal caso non c’erano dubbi, bisognava rivolgersi a Zanders Paper o a un rivenditore di questo brand. Purtroppo la cartiera tedesca produttrice di carte speciali, per etichette e cartoncini, già da alcuni anni al centro di vicissitudini incerte e ripetuti cambi di proprietà, è giunta al triste epilogo della liquidazione. Il significativo calo di vendite causato dalla pandemia ha accelerato il percorso verso la cessazione dell’attività che è avvenuta lo scorso 30 aprile dopo un periodo di amministrazione controllata – come rivela una comunicazione dell’amministratore fallimentare della società. L’azienda, con sede nei pressi di Colonia, fondata nel 1828, vantava una capacità produttiva annuale di 325 mila tonnellate e disponeva di due macchine continue: ma la vera particolarità di Zanders Paper erano le sette patinatrici in ghisa in grado di applicare tre passaggi di patina su entrambi i lati della carta dando così vita a Chromolux, brand iconico lanciato nel 1958.
L’Italia campione di Circular Economy
sostenibilità
L'Italia per il terzo anno consecutivo si conferma la prima in Europa nel campo del riciclo. Lo rivela il terzo "Rapporto nazionale sull'economia circolare in Italia 2021", emesso dal CEN-Circular Economy Network (la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile insieme a un gruppo di aziende e associazioni di impresa) e da Enea. Sommando i punteggi di ogni settore dell'economia circolare, l'Italia è prima con 79 punti, seguita dalla Francia con 68, dalla Germania e Spagna con 65 e dalla Polonia con 54. Nella produzione circolare il nostro Paese ottiene 26 punti, con un distacco di 5 punti dalla Francia. Per la produttività delle risorse siamo in testa alla classifica. Ogni chilogrammo di risorsa consumata genera in Italia 3,3 euro di Pil, contro una media europea di 1,98. In termini di quota di energia rinnovabile utilizzata rispetto al consumo totale di energia, l'Italia perde il suo primato: con il 18,2% scende al secondo posto, dietro alla Spagna (18,4%), ma davanti a Germania e Francia. Il riciclo dei rifiuti urbani nel 2019, secondo i dati Ispra, è stato del 46,9%, in linea con la media europea, posizionandoci secondi dopo la Germania. La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti è invece al 68%, nettamente superiore alla media europea (57%), al primo posto fra le principali economie europee. Il tasso di utilizzo circolare di materia nel 2019 è stato del 19,3%: superiore alla media dell'UE27 (all'11,9%), inferiore a quello francese (20,1%), ma superiore a quello tedesco (12,2%). Per quanto riguarda l'occupazione nei settori riutilizzo e riciclo, l'Italia è al secondo posto.
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Secondo il "Rapporto nazionale sull'economia circolare in Italia 2021", l'Italia è prima in Europa.
Dopo aver approvato i risultati dei primi tre mesi del 2021, il Gruppo Reno De Medici (RDM Group) ha annunciato il rafforzamento del proprio impegno sul fronte della sostenibilità.
RDM Group punta sulla sostenibilità RDM Group ha approvato i risultati dei primi tre mesi del 2021, chiusi con un aumento dei ricavi dell’1,8%, arrivando quindi a 153,4 milioni e un utile netto in calo del 48,1% a 4,9 milioni, per l’aumento dei prezzi delle principali materie prime a partire dalla carta da macero e per lo sfasamento temporale in questo settore tra ordini di acquisto dei clienti e fatturazione. Il secondo produttore europeo di cartoncino patinato a base riciclata, il primo in Italia, in Francia e nella Penisola Iberica, ha presentato il Piano di Sostenibilità 20202030. Si tratta – spiega una nota – di 8 obiettivi di lungo termine “ambiziosi ma realistici, di grande rilevanza per il nostro business e per la società in generale. RDM Group – prosegue la nota – crede che il loro perseguimento possa portare con sé il raggiungimento di altri traguardi sul piano ambientale, sociale, etico ed economico. La nostra strategia aziendale include nel suo stesso DNA il concetto di sostenibilità, con la consapevolezza e la volontà di costruire un'economia in armonia con l’ambiente e la società, e basata sull'economia circolare. Gli obiettivi che ci siamo dati sono coerenti con la vision del gruppo che propone ai nostri stakeholder una partnership di lunga durata incentrata su un’agenda di sviluppo sostenibile”. “Rendere pubblici i nostri obiettivi significa essere valutati nel tempo sulla base di parametri specifici e misurabili – spiega Michele Bianchi, CEO di RDM Group. Allo stesso tempo, crediamo che aziende come la nostra, con una lunga e positiva esperienza in termini di so-
Michele Bianchi, CEO di RDM Group.
stenibilità, debbano tracciare il percorso e agire da leader nel porsi obiettivi ambiziosi. Siamo consapevoli delle sfide che ci attendono ma abbiamo fiducia nelle capacità del gruppo e, soprattutto, nelle sue persone per superarle”. Il piano di sostenibilità con gli 8 target prevede entro il 2030 di ridurre le emissioni di CO2 equivalente dirette (scope 1) e indirette (scope 2) per tonnellata di produzione netta vendibile del 30%. Aumentare la quota di rifiuti inviata a recupero al 90%. Ridurre del 20% l’ammontare totale di rifiuti prodotti per tonnellata di produzione netta vendibile e gli scarichi idrici per tonnellata di produzione netta vendibile. Tra gli obiettivi del piano, RDM Group prevede anche di valutare e qualificare i fornitori chiave secondo criteri ESG per tutte le categorie merceologiche rilevanti con un target pari al 100% entro il 2025. E ancora: implementare un sistema di sicurezza comportamentale in tutti gli stabilimenti produttivi entro il 2023. Aumentare il tasso di ‘advocacy’ dei dipendenti con un target pari al 4,50 entro il 2030 e infine incrementare del 30% la percentuale di donne impiegate nel gruppo entro il 2030. A.P.
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LICENSED MARKS:
Certified™ Silver TO: MAY BE LICENSED IDENTIFIED ABOVE THE LICENSED MARKS
Cradle to Cradle
bo AB bo
cks Arctic Paper Gry
ED WITH THE NAME: PRODUCTS ASSOCIAT LISTED CERTIFIED FOR THE BELOW
ed at Products Produc AB Cradle to Cradle
Products Innovat
START DATE
ion Institute
16 April 2021
textile
cks Arctic Paper Gry
s) ed Certified Product( products are consider the associated Only the following ion and of this certificat within the scope Agreement: Trademark License AB at Arctic Paper Grycksbo Products Produced n of the completio l pending is considered provisiona postponed due to 2020 This certification site visit, which was manufacturing facility s. global travel restriction
# CERTIFICATION
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EXPIRATION DATE
15 April 2023
NT BODY:
EPEA GmbH - Part Sommer
of Drees &
Use Standard and Trademark Certified™ Product License Agreement Cradle to Cradle of the C2CPII Trademark Version 3.1 of the Innovation Institute Certified under Cradle Products to terms and conditions of the Cradle to Marks is subject Use of Licensed registered trademark Certified™ is a Cradle to Cradle
Guidelines.
Certificazione Cradle to Cradle livello Argento per Arctic Paper La gamma completa di carte patinate senza legno di Arctic Paper Grycksbo è stata premiata con il certificato livello “Argento” per lo “stato di salute dei materiali” impiegati, come parte integrante della certificazione dello standard dei prodotti Cradle to Cradle. Inoltre, l’intero processo produttivo della fabbrica di Grycksbo, che comprende le gamme G-Print, G-Smooth, GSnow, Arctic Silk, Arctic Matt, Arctic Volume White ed Arctic Volume I, è stato valutato e ha raggiunto il livello Argento, che rappresenta il livello finale della certificazione nel suo complesso.
Cresce la leadership di Canon nell’inkjet di produzione in area EMEA Le analisi condotte da Infosource e Keypoint Intelligence confermano che Canon detiene la più ampia quota di mercato nell’area EMEA per i segmenti della stampa inkjet di produzione a bobina e a foglio. Secondo quanto emerso dal programma di monitoraggio trimestrale di Keypoint Intelligence, per l'undicesimo anno consecutivo Canon ha mantenuto la posizione di leadership nella stampa inkjet a bobina, con una quota di mercato del 43% nel 2020, e ha conquistato il primo posto nella stampa inkjet di produzione a foglio, con una quota di mercato del 40%. I sistemi di stampa protagonisti di questo successo di mercato sono le varioPRINT iXseries, lanciata ad aprile 2020, che ha fatto registrare a Canon un incremento delle vendite delle macchine inkjet a foglio nel formato B3, soluzione che va a completare la famiglia varioPRINT. Il successo nel mercato inkjet a bobina è sempre stato guidato dalla serie ColorStream, ora alla sua terza generazione che ha raggiunto le 1.500 installazioni. Inoltre, rispettivamente nel 2018 e nel 2020, Canon ha ampliato la propria offerta di sistemi inkjet a bobina ad alta velocità con il lancio prima ProStream 1000 e poi di ProStream1800.
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Packaging e display green con gli inchiostri Durst Water Technology La nuova Durst P5 250 WT, primo modello della Serie P5 sviluppato per l’utilizzo di inchiostri base acqua Durst Water Technology, è destinata alla stampa di imballaggi ed espositori in cartone ondulato e ideale per la personalizzazione di materiali POP e POS in piccole e medie tirature. Gli inchiostri a 6 colori Durst Water Technology, certificati UL-Ecologo e prodotti nelle più severe condizioni GMP, consentono la stampa di applicazioni eco-friendly facilmente riciclabili. Conformi al REACH, completamente privi di VOC, oli minerali, metalli pesanti, ftalati o altri plastificanti, gli inchiostri Durst Water Based sono inoltre
idonei per la stampa di imballi primari. Una compatibilità certificata da istituti indipendenti che ne hanno analizzato le caratteristiche di migrazione garantendone la massima sicurezza. Questa conformità amplia ulteriormente le applicazioni della nuova P5 250 WT che si rivolge a cartotecniche, produttori di imballaggi, stampatori offset e digitali. Già ribattezzata come stampante multipass a base acqua più produttiva del mercato, P5 250 WT raggiunge velocità fino a 345 mq/h con consumi energetici ridotti fino al 30% grazie all’essiccatore a ricircolo d’aria ulteriormente ottimizzato. Le doppie guide per il
cartone completamente automatizzate e il sistema di carico e scarico dei materiali rigidi Durst Automat rendono i processi di produzione efficienti. P5 250 WT può inoltre essere equipaggiata con i più recenti software Durst, Smart Shop, Workflow, Analytics, integrabili tra loro per un flusso di lavoro ancora più fluido. Come tutte le stampanti della famiglia Durst P5, anche la nuova P5 250 WT è caratterizzata da un design innovativo. Tra i plus, il display touch screen da 32” con funzione schermo diviso, l’interfaccia utente semplice e intuitiva e la telecamera integrata per il controllo dei materiali in fase di lavorazione.
Kornit Digital presenta la nuova MAX Technology
finishing
LEAD ASSESSME
La tecnologia MAX di Kornit Digital è progettata per espandere il range di applicazioni tessili stampate in digitale per abbigliamento e moda on demand. Grazie alla tecnologia XDi è in grado di realizzare texture con effetto rilievo ottenibile con il ricamo, la serigrafia o l'applicazione di termoadesivi. Ha debuttato, inoltre, ActiveLoad Automation, un nuovo sistema robotico che automatizza molte delle operazioni di finishing della decorazione tessile. Secondo Kornit, ActiveLoad Automation, in attesa di brevetto, migliora l'efficienza operativa e riduce la percentuale d'errore, offrendo risultati ottimali indipendentemente dal grado di esperienza dell’operatore. Kornit Atlas MAX, soluzione DTG, è la prima macchina in commercio che integra la nuova tecnologia. L'upgrade dei sistemi Kornit Atlas sarà disponibile a partire dal primo trimestre del 2022. Omer Kulka, CMO di Kornit Digital, intende destinare la tecnologia MAX ad altri segmenti come athleisure, sportswear e interior decoration. La tecnologia MAX arriva in un momento in cui il mercato richiede sempre maggiore libertà di espressione, elevata qualità e riduzione dell'impatto ambientale. Secondo Ronen Samuel, CEO di Kornit Digital, la produzione on-demand è il modello di business più adatto a soddisfare le esigenze del consumatore di oggi.
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PIÙ VELOCE
PIÙ ECOLOGICO
PIÙ ECONOMICO
Rivoluziona La responsabilità sociale per Ricoh è oro Gestione sostenibile della supply chain e impegno verso l’ambiente sono due degli aspetti grazie ai quali Ricoh ha ottenuto la valutazione “Gold” di EcoVadis.
l’impatto economico degli UV
Anche quest’anno, come dal 2014 a questa parte, Ricoh ha ricevuto il rating “Gold” nell’ambito di una analisi condotta da EcoVadis. Questo riconoscimento posiziona Ricoh tra il 5% delle aziende valutate “top” all’interno della sua Industry sulla base di criteri di responsabilità sociale. EcoVadis ha analizzato fornitori di oltre 160 Paesi e operanti in 200 settori di mercato prendendo in considerazione le policy aziendali, le iniziative e gli obiettivi raggiunti in quattro aree: impegno ambientale, condizioni di lavoro e diritti umani, etica, gestione della supply chain. Da sempre Ricoh collabora con i propri fornitori per ridurre l’impatto ambientale e per gestire la supply chain in modo sostenibile. Nel 2019, è stata la prima azienda giapponese a partecipare all’iniziativa Business for Inclusive Growth (B4IG) che ha l’obiettivo di combattere le disuguaglianze. Inoltre, Ricoh fa parte della Responsible Business Alliance (RBA) che promuove a livello globale la responsabilità sociale nella supply chain.
sostenibilità
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industrial
Zund integra ai propri cutter la testa di stampa inkjet per la marcatura Zund ha di recente presentato il nuovo sistema di marcatura inkjet integrabile sui propri plotter di taglio. Una soluzione dedicata ai diversi comparti dell’industria che automatizza il processo di codifica sostituendosi alla tradizionale marcatura vettoriale a penna, con performance fino a 10 volte superiori in termini di produttività grazie a una velocità fino a 60 m/min. La testa inkjet implementabile sui cutter Zund è compatibile con i comuni codici a barre e codici a matrice di dati (ECC 200, GS1 Data Matrix, EAN / ECC). Inoltre, assicura stampe di elevata qualità con qualsiasi angolazione su un’ampia varietà di supporti, inclusi materiali come poliestere, fibra di carbonio ed ecopelle e tanti altri. Un’innovazione che automatizza un’attività finora svolta solo manualmente, ottimizzando i tempi di produzione di quasi il 90%. La testa inkjet di Zund è ideale per il settore dei composti, ma anche per i comparti che richiedono soluzioni di taglio, di codifica e marcatura ad altissima precisione come l’automotive e l’aerospaziale. La testa di stampa inkjet Zund utilizza inchiostri a solvente a rapida asciugatura ed è dotata del sistema Ecosolv, per il recupero del solvente che permette di ridurne gli sprechi: un contributo per l’ambiente, ma anche un risparmio di consumabili che rende questa soluzione ancora più efficiente e, data la bassa necessità di manutenzione, adatta a produzioni a ciclo continuo per lavorazioni 24/7.
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Sistema di polimerizzazione UV
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La nuova testa di stampa inkjet di Zund dedicata alla marcatura e implementabile sui plotter di taglio dell’azienda svizzera.
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Il team di assemblaggio delle unità di stampa nel padiglione 11 della sede di Wiesloch Walldorf di Heidelberg ha raggiunto il traguardo della millesima unità di stampa flessografica prodotta per una Gallus Labelmaster, consegnandola a Langgöns per il montaggio finale lo scorso febbraio. Lanciata nell’autunno 2016, Gallus Labelmaster è il bestseller per la stampa convenzionale di etichette dell’offerta Gallus. Circa 170 sistemi Labelmaster sono già stati installati in tutto il mondo. L’ultimo in ordine di tempo di cui abbiamo dato notizia su Stampamedia è stato acquistato da Arti Grafiche Friulane. Si tratta del 440 a 12 colori, che unisce stampa flexo e serigrafia, laminazione a freddo e laminazione a caldo.
Appuntamento con Eclipse
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A partire dal suo debutto sul mercato avvenuto lo scorso anno, la lastra di stampa senza sviluppo Eclipse di Agfa è stata scelta da numerose aziende di stampa in tutto il mondo. Eclipse offre un elevato livello di praticità per gli stampatori con macchine a foglio, contribuendo a mantenere la macchina da stampa pulita. A questo si aggiunge la resistenza alla graffiatura che permette agli operatori di non preoccuparsi di danneggiare la lastra durante il caricamento, lo stoccaggio, il trasporto e il montaggio. Inoltre per la prima volta una lastra senza sviluppo offre un contrasto d’immagine stabile anche dopo una settimana di conservazione o dopo 24 ore in condizioni di illuminazione standard in ufficio. Per mostrare in diretta le prestazioni di Eclipse, il 15 giugno Agfa ospiterà un evento virtuale dedicato a questo prodotto, invitando i partecipanti ad assistere alla presentazione di esperti e a dimostrazioni pratiche che mostreranno la comparazione con analoghe lastre di produttori concorrenti. I tecnici di Agfa risponderanno alle domande in diretta. Per registrarsi: http://studio4d48.com/
A Dscoop Edge Fusion 2021 tante novità targate HP Indigo In occasione di Dscoop Edge Fusion 2021, HP ha presentato alla sua community molte novità tutte targate HP Indigo, fra cui nuove macchine, aggiornamenti software, pacchetti di upgrade e funzionalità. Una serie di annunci che arrivano sull'onda del successo ottenuto dal portafoglio tecnologico HP Indigo presentato un anno fa, e oggi arrivato a contare oltre 125 installazioni a livello globale, come ha sottolineato Haim Levit, HP Indigo vice president e general manager, nel keynote tenuto nel corso dell’evento. Per la stampa commerciale il nuovo annuncio riguarda la HP Indigo 6P a bobina, dedicata ad applicazioni
fotografiche e commerciali speciali, espandendo le possibilità della Indigo 6800p con, tra l'altro, un'area di stampa più ampia (320x980 mm) e un RIP più veloce. È stato poi lanciato il sistema di ispezione in linea Automatic Alert Agent 2.0, disponibile per i sistemi HP Indigo 12k e 15k. Il sistema, sfruttando intelligenza artificiale avanzata e algoritmi di machine learning, elimina i fogli stampati con errori e li rimanda in stampa. La HP Indigo 100k, annunciata lo scorso anno e con oltre 30 installazioni nel mondo, ha ricevuto un aggiornamento con l'Automatic Pallet Replacement, che consente di sostituire i bancali
pieni con altri vuoti in automatico. HP Indigo 100k è inoltre al centro di un accordo strategico siglato da HP e Cimpress per molteplici installazioni in diversi siti. Sono stati infine lanciati diversi value pack, tra cui quello che permette di potenziare la propria HP Indigo 12k in una 15k. Un pacchetto che in Italia è stato ad esempio scelto da AGF e Geca. La punta di diamante delle novità in questo segmento è certamente il lancio commerciale della HP Indigo 35k, macchina da stampa costruita a partire dalla 30k. Con una produttività superiore del 40%, la 35k si presenta quale ammiraglia del portafoglio per il cartone flessibile.
Col modello 1630 si amplia la serie Océ Colorado
roll-to-roll
Flexo a quota 1000 per Heidelberg
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eventi
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Dopo Océ Colorado 1640 e 1650, Canon annuncia Colorado 1630. Il nuovo sistema di stampa roll-to-roll con inchiostri UV gel offre qualità di stampa superiore ai 1.800 dpi e una velocità massima fino a 111 m²/h per applicazioni outdoor e 29 m²/ora in modalità alta qualità. Gli inchiostri UVgel 460 permettono di realizzare stampe nitide con un’ampia gamma cromatica. La possibilità di rifornire l’inchiostro e il monitoraggio costante degli ugelli nel corso della stampa consente di ridurre i fermo macchina incrementando la produttività. La manutenzione automatica delle teste di stampa e il riavvolgimento dei supporti tensionato contribuiscono a efficientare l’intero processo. Attraverso l’app Remote Control è possibile controllare da remoto lo stato del sistema di stampa dai dispositivi mobili L’architettura modulare di Colorado 1630 permette di inserire tool opzionali come l’aggiunta di una bobina per far fronte a tirature elevate o stampare fronteretro. Grazie alla tecnologia FLXfinish è possibile effettuare una finitura lucida o opaca agli stampati mentre la polimerizzazione LED consente di diversificare la gamma di applicazioni, utilizzando lo stesso tipo di supporto e inchiostro.
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Vincere la crisi investendo in una nuova tecnologia targata manroland
Tipopennati e Canon Italia, un lungo sodalizio tecnologico
Una storia di speranza e di ripresa che vede protagonista la prima installazione italiana di una Roland 900 Evolution: la notizia è apparsa sul quotidiano La Nazione. Lo scorso 22 aprile la tipografia Il Bandino, azienda di Bagno a Ripoli, ha voluto celebrare con un annuncio ufficiale il suo desiderio di rilanciare le attività di stampa dopo la crisi e il titolare Simone Bianchi, supportato da tutto il team, ha rilasciato un’intervista carica di voglia di rimettersi in gioco. Complice la nuova manroland, installata lo scorso novembre, per la quale è stato inaugurato anche un apposito spazio, lo stabilimento adiacente alla storica tipografia inaugurata dal padre di Simone nel 1974. Un investimento fatto con un tempismo perfetto, come spiega il titolare di Il Bandino, che ha rilevato che negli ultimi mesi si sono contratti gli ordini di stampati commerciali mentre sono cresciute le richieste di packaging. La nuova Roland 900 Evolution sarà in grado di supportare l’azienda nell’ampliamento del business e nel ritornare ai regimi di stampa pre-crisi.
Tipopennati, fornitore di servizi di grafica e stampa per l’editoria, commerciale e pubblicitaria, ha scelto da tempo Canon Italia come partner tecnologico per ampliare il proprio parco macchine. Fondata da Roberto Pennati nel 1970, l’azienda è cresciuta negli anni, affermandosi nel territorio bresciano grazie alla diversificazione dell’offerta di servizi e all’investimento costante in tecnologie di stampa. “Abbiamo celebrato con orgoglio i 50 anni di attività. Un lungo percorso di impegno, di duro lavoro e investimenti tecnologici. L’impegno a essere sempre innovativi in termini di applicazioni, la qualità delle lavorazioni, l’affidabilità nella gestione delle commesse
Geca Industrie Grafiche è uno dei fornitori di servizi di stampa italiani che hanno partecipato come testimonial a Dscoop Edge Fusion, la conferenza che si è svolta dal 17 al 20 maggio e che ha riunito virtualmente la community di utilizzatori della tecnologia HP Indigo. Attraverso un video-tour registrato nei propri stabilimenti, l’azienda ha raccontato ai colleghi stampatori di tutto il mondo riuniti online per l’evento, il progetto la Fabbrica dei Libri. Geca è specializzata nella fornitura di libri e cataloghi e per la sua divisione di stampa digitale ha scelto come partner tecnologico HP. Per gestire al meglio il robusto incremento della produzione di libri registrato nel 2020, trend che è proseguito nei primi mesi del 2021, l’azienda ha di recente upgradato ad HP Indigo 15k la propria HP Indigo12000 rafforzando così l’affidabilità e la produttività dei cicli produttivi di piccole e medie tirature di libri e cataloghi e di copertine a colori per volumi stampati in offset b/n. Un frame del video presentato da Geca a Dscoop Edge Fusion.
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in modalità molto semplice e intuitive. Lato grande formato, il plotter Canon imagePROGRAF PRO4000 assicura la stampa di cartellonistica pubblicitaria, quali manifesti, canvas e pannelli. “Siamo lieti di aver contribuito con la nostra tecnologia alla crescita di un’azienda che incarna uno straordinario esempio di imprenditorialità italiana protesa fra tradizione e innovazione. Qualità, innovazione tecnologica, personalizzazione dell’offerta e attenzione all’ambiente sono valori che condividiamo con Tipopennati”, dichiara Giuseppe D’Amelio, Marketing Director Document Solutions di Canon Italia.
Da GiPrint il workflow è firmato Durst
wide format
La Fabbrica dei Libri di Geca ospite a Dscoop Edge Fusion
e l’attenzione all’ambiente sono la nostra forza”, commenta Roberto Pennati. Grazie al sodalizio tecnologico e consulenziale con Canon, il fornitore di servizi di stampa ha ampliato il comparto piccolo formato con l’introduzione di nuove soluzioni a colori come Canon imagePRESS C700, la soluzione di fascia intermedia del portfolio Canon professionale, Canon imagePRESS C8000VP ad alta produttività, e di recente la nuova Canon imagePRESS C9010VP, rinomata per versatilità, affidabilità e qualità di stampa. Inoltre, l’integrazione della macchina con il controller Canon PRISMAsync garantisce la gestione del flusso di lavoro
stampa digitale
Il sistema di stampa Canon imagePress C9010VP installato da Tipopennati.
Dopo la recente installazione della roll-to-roll Rho 512R, in funzione a fianco della flatbed Durst Rho P10 200 e della Rhotex 325 per il tessuto, GiPrint ha potenziato le stampanti con prestazioni industriali, adottando il software di produzione modulare Durst Workflow. In grado di gestire e ottimizzare non solo il flusso di lavoro delle stampanti, ma di tutti i sistemi presenti nel reparto produttivo, rendendolo più fluido e sicuro, Durst Workflow è stato descritto così da Denis Canton, amministratore delegato di GiPrint: “Ci conferisce l’efficienza che cercavamo riducendo gli interventi dell’operatore, velocizzando il flusso e, allo stesso tempo, offrendo la versatilità necessaria per realizzare progetti ad alto tasso di personalizzazione”. Punto di riferimento nel mercato della stampa di grafica pubblicitaria e segnaletica urbana, GiPrint realizza stampe digitali di grande e grandissimo formato su diversi tipi di superfici, tra cui materiali di comunicazione per il punto vendita come vetrofanie di grandi dimensioni, banner, calpestabili e wallpaper con la linea Baboon. Durante il primo lockdown, l’azienda si è attivata per la produzione di separatori in plexiglass, visiere protettive, mascherine, e oggi guarda a mercati come la ristorazione e l’hospitality.
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eco-sostenibilità
“Green Printing” di Arti Grafiche Parini
Il marketing tool creato da Arti Grafiche Parini per promuovere il progetto “Green Printing” dedicato a materiali e processi ecosostenibili e certificazioni ambientali.
Arti Grafiche Parini, gruppo torinese composto dalle società Fotomec, Aktiva e Tipo Stampa, offre soluzioni e servizi innovativi, gestendo l’intero processo di stampa e packaging dalla prestampa alla consegna. Oltre all’attenzione per la qualità e il supporto ai clienti, negli ultimi anni l’azienda ha indirizzato forti investimenti a favore di processi e materiali di stampa sostenibili. Attraverso il progetto ‘’Green Printing’’, Arti Grafiche Parini ha adottato una strategia di sviluppo orientata all’eco-sostenibilità mirata a produrre stampati e packaging di qualità, proponendosi come partner per le aziende per progettare prodotti stampati in base a parametri di sostenibilità prefissati, senza rinunciare alla bellezza del risultato finale. A supporto del progetto una guida, magistralmente stampata, che propone una raccolta di carte riciclate e una serie di informazioni utili per comprendere certificazioni, materiali e processi. Dal 2021 Arti Grafiche Parini è partner ufficiale di Exclusive Brands Torino, la rete che unisce le eccellenze italiane di Torino e Piemonte.
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Grafiche Tiozzo sceglie Ricoh Pro C7200X
installazioni
stampa digitale
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Grazie al supporto consulenziale di Ricoh e il Corporate Partner Gamma Spa, che hanno accompagnato la società padovana nella scelta della tecnologia più adatta alle proprie esigenze di sviluppo del business, Grafiche Tiozzo ha di recente installato un sistema di stampa Ricoh Pro C7200X. Una soluzione completa in grado di offrire velocità di stampa, qualità garantita e semplicità di utilizzo, come spiega Nicola Tiozzo, socio dell’azienda che ha così descritto i punti di forza della nuova installazione: “Si tratta di una macchina innovativa, soprattutto grazie all’integrazione della quinta stazione colore, che ci permette di offrire stampati speciali anche in basse tirature. Un esempio su tutti la stampa in bianco o clear su cartoncini materici, da subito apprezzata dai nostri clienti. Siamo davvero soddisfatti, il bilancio è positivo e siamo certi che questa soluzione ci consentirà di cogliere nuove opportunità”. Fondata nel 1986, Grafiche Tiozzo ha messo in atto una strategia di sviluppo basata sull’innovazione e sulla sostenibilità. L’aggiunta di una soluzione digitale di ultima generazione nella propria sala stampa consente all’azienda di offrire ai clienti lavori personalizzati arricchiti dai colori speciali come il toner invisible red, il pink neon, il toner bianco e il giallo neon. Ricoh Pro C7200X offre, inoltre, buone prestazioni in termini di produttività ed è molto versatile in quanto è in grado di stampare su supporti fino a 360 g/m².
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CRESCI SOLIDO E SICURO Il team di Grafiche Tiozzo con la Ricoh Pro C7200X.
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In attesa di Print4All, che si terrà dal 3 al 6 maggio 2022 a Fiera Milano, si moltiplicano le iniziative organizzate dalle due principali associazioni del comparto, ACIMGA e ARGI, che, insieme a Fiera Milano, organizzano l'evento. Sostenibilità, transizione ecologica, innovazione, digitalizzazione, attenzione alla persona e formazione professionale sono alcuni dei temi degli incontri che si svolgeranno nell'arco di quest'anno che ci separa da Print4All 2022. "Accorciamo le Distanze" by ARGI: voce alle community ARGI, attraverso il confronto dei propri Gruppi di Lavoro, ha identificato argomenti che possano rappresentare per i professionisti della filiera concreti strumenti per affrontare le nuove sfide e fare business nell'attuale scenario. Ne è nato un programma di comunicazione e formazione, che si svolgerà nei prossimi 12 mesi, con il claim "Accorciamo le distanze" - tra oggi e il momento della ripresa del mercato e tra oggi e quando si inaugurerà Print4All - identificherà gli appuntamenti, che approfondiranno cinque direttrici, che rappresentano i comparti degli associati e i relativi Gruppi di Lavoro (Lastre, pre press, sala stampa; Press Offset; Stampa Digitale; Etichette; Finishing); è in fase di definizione il programma del sesto gruppo, dedicato a Wide Format & Industrial. Il focus sarà su sostenibilità e transizione ecologica, efficienza, innovazione produttiva e digitalizzazione, formazione, occupazione e inclusione sociale, accelerazione tecnologica e integrazione multicanale,
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"Future Factory" by Acimga: le chiavi di un futuro possibile Altro step di avvicinamento a Print4All è l'edizione 2021 della Future Factory, organizzato da ACIMGA in collaborazione con ITA-ICE. Dopo l'anteprima di fine aprile, la Future Factory tornerà a settembre, questa volta in presenza. L'edizione 2021 si intitola "Il domani al servizio dell'uomo" e si farà portavoce dei bisogni del settore sui principali temi economici, di mercato e di visione, che sono alla base del cambiamento. Al centro della discussione sostenibilità, digitalizzazione, centralità e ruolo delle risorse umane, servitizzazione. Speaker internazionali di alto profilo faranno il punto sugli scenari aziendali, legislativi, socio-economici e di produzione, per capire cosa è cambiato e dove sta andando il mondo produttivo ed economico. Gli approfondimenti saranno trattati anche durante le diverse tappe del roadshow internazionale della Future Factory.
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Federazione Carta e Grafica e SLC-CGIL, FISTEL CISL, ULCOM UIL hanno fornito il loro contributo di proposte al PNRR per lo sviluppo della filiera della carta, della stampa, dell’imballaggio e della trasformazione. Il settore fattura 22 miliardi di euro, l’1,4% del PIL, impiega circa 200.000 addetti diretti ed è un "campione nazionale" dell'economia italiana che già oggi svolge un ruolo nell'ambito della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare. Per questo è un attore essenziale nell'ambito del futuro Recovery Plan, in una prospettiva di sviluppo e di tutela dell’occupazione. Federazione Carta e Grafica e SLC-CGIL, FISTEL CISL, ULCOM UIL affermano – nelle lettere inviate ai Ministri Orlando e Cingolani – che la programmazione e la gradualità degli interventi sono
fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi previsti e per tutelate, nella transizione, la competitività delle imprese e l’occupazione, in particolare in quei settori che più sono impegnati nella revisione dei loro modelli di business. In questa logica, il ruolo del capitale umano e la formazione professionale e specialistica svolgeranno una funzione essenziale. Le proposte riguardano: - la stampa grafica ed editoriale e le relative tecnologie quali eccellenze europee che impiegano migliaia di lavoratori. Questi settori vanno supportati nella transizione digitale, nella competitività internazionale, nella riconversione industriale e nella riqualificazione professionale delle maestranze; - la filiera come campo di potenziale espansione industriale nella creazione di nuovi
imballaggi e prodotti, anche mono-uso, sempre più biobased e riciclabili, nel rispetto del New Green Deal europeo. Con progressivo adeguamento tecnologico dei macchinari per gestire questi materiali; - il riciclo e l’economia circolare. Oggi, nella filiera della carta, il tasso medio di utilizzo delle fibre riciclate è oltre il 60% (e ogni punto percentuale di riciclato sono 84.000 tonnellate da immettere nel sistema); negli imballaggi siamo a oltre l’80% di riciclo; raccolta e selezione sono migliorabili con la digitalizzazione. - la decarbonizzazione dei cicli produttivi con un ulteriore efficientamento e una progressiva conversione energetica con focus su bio-combustibili come il biometano, che può essere prodotto a partire dagli scarti di numerosi processi.
I report di ISPRA sulle emissioni di gas serra Nel 2019 le emissioni di gas serra diminuiscono del 19% rispetto al 1990, passando da 519 a 418 milioni di tonnellate di CO2 equivalente e del 2,4% rispetto al 2018. La diminuzione è dovuta alla crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico), all’incremento dell’efficienza energetica nei settori industriali e alla riduzione dell’uso del carbone. I settori della produzione di energia e dei trasporti restano responsabili di circa la metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti. Questo lo stato emissivo nazionale fornito dai due Report, il National Inventory Report 2021 e l’Informative Inventory Report 2021, presentati ad aprile 2021 da ISPRA e disponibili su www.isprambiente.gov.it/it. I due rapporti disegnano il quadro globale e di dettaglio della situazione italiana sui gas serra dal 1990 al 2019 con un focus sulle emissioni provenienti dai trasporti su strada. Diminuite le emissioni provenienti dal settore delle industrie energetiche che, sempre rispetto al 1990, scendono del 33% nel 2019. Per il 2020, date le restrizioni alla mobilità dovute al Covid-19, si attende una forte riduzione delle emissioni di gas serra a livello nazionale (-9,8% rispetto al 2019 a fronte di una riduzione prevista del PIL pari all’8,9%).
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Stampare sostenibile Il contributo della
filiera del printing
agli Obiettivi per lo Sviluppo
Sostenibile delle Nazioni Unite
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ACQUA PULITA E IGIENE ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE LAVORO DIGNITOSO E C 24/05/2021 19:04:31
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CONSUMO E P ACQUA PULITA E IGIENE ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE AGIRE PER LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA Con questo numero ci presentiamo a tamenti in azienda, scelte nel fine viVoi lettori con una nuova veste grafita perché sia sempre più occasione di ca e una nuova interpretazione del fare nuova vita dei prodotti. sistema attraverso una rivista tecnica. Servono indicazioni chiare per prendeCon questa e con ognuna delle prosre la direzione giusta. Chiare e pratisime uscite Il Poligrafico si concenche, magari riferite a storie da emulare. trerà sui 5 mantra che a nostro avviso Stampare sostenibile, come terminodevono essere tenuti in considerazione logia, deve scomparire al più presto. dall’intera filiera dell’InduSostituita da una percezione stria Grafica. presente in tutta la filiera che E se nei prossimi numeri Stampare = Sostenibile. parleremo di come StamLo sforzo per dimostrare questa pare Efficiente, di Stamcosa deve essere uno sforzo conpare WOW, di Stampare diviso e, lo dico contro l’interesNo Limits e di Stampare se da editore, dovrebbe smetteConnessi, in queste pagine re il prima possibile di essere di Enrico Barboglio parleremo di Stampare Soargomento di marketing, ma distenibile. ventare argomento di education. L’indice di ricerca della parola sosteNelle pagine a seguire troverete indinibilità (fonte Google Trends) è quincazioni su quanto di sostenibile c’è ogtuplicato negli ultimi 5 anni, il termine gi in chi stampa e produce macchine e economia circolare passato a un rapsupporti, ma anche cosa ci indicano le porto di 7 a 1, e cosi vale per la presennorme e le future regolamentazioni. E za in rete di argomenti collegati a quecome il lavorare in filiera tra fornitori, sti due termini. Probabilmente ognuno trasformatori e brand debba rappresendi noi ha fatto innumerevoli ricerche tare una modalità circolare consolidacon queste due parole chiave. ta. Per diventare economia circolare, Quello che ci ha fatto decidere di scrisia lato business sia lato ambiente. vere comunque un intero numero deÈ evidente che serve la conoscenza dicato alla sostenibilità, è l’importanza trasversale di ciò che si può o non si per il nostro settore di agire secondo può fare. Le buone pratiche, per appliprincipi che mettono la sostenibilità e carle, occorre conoscerle. i temi di economia circolare ai primi Ecco perché dal Green Deal speriamo posti nelle scelte. Scelte di tecnologie, escano opportunità per una profonda scelte di materiali, scelte di comporGreen Edu.
CONSUMO E PRODUZIONE RESPONSABILI LA VITA SULLA TERRA AGIRE PER IL CLIMA OSO E CRESCITA ECONOMICA PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI 19
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Certificazioni
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Verso una gestione sempre più
sostenibile ed etica
Nonostante il periodo storico complesso e proprio perché la pandemia in corso ha evidenziato l’urgenza dei temi relativi alla salvaguardia del pianeta, tra il 2020 e i primi mesi del 2021 i principali enti certificatori hanno lavorato per aggiornare gli standard delle certificazioni ambientali e di sostenibilità. Non fanno eccezione le certificazioni forestali e le relative Catene di Custodia, ma anche la certificazione comunitaria di qualità ecologica Ecolabel, che ha fissato i nuovi criteri relativi ai prodotti di carta stampata estendendoli alla verifica di sostenibilità dei processi. Approvato nel gennaio 2020 e pubblicato il 14 febbraio 2020 lo standard ITA 1002:2020 revisiona i criteri di gestione della Catena di Custodia PEFC; nelle stesse date PEFC ha aggiornato anche lo standard ITA 2001:2020 che riguarda l’utilizzo dei marchi PEFC e lo standard 2003:2020 relativo ai requisiti per gli Organismi di Certificazione. FSC a gennaio 2021 ha aggiornato prima lo standard per la valutazione delle CoC mentre il 2 febbraio 2021 ha pubblicato la versione 3.1 del suo standard di Catena di Custodia. Nelle prossime pagine entriamo nel dettaglio delle novità dei due standard e della Decisione 2020/1803/UE, pubblicata in Gazzetta Ufficiale Europea lo scorso 1° dicembre 2020, che aggiorna i criteri del Marchio Ecolabel (UE) per la carta stampa, la carta per cartoleria e sporte di carta, in sostituzione delle precedenti 2012/481/UE e 2014/256/UE.
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I nuovi standard e requisiti delle principali certificazioni ambientali internazionali, da una parte mettono a fuoco in maniera più chiara ed efficiente le procedure di controllo di sostenibilità di prodotti e processi delle aziende, dall’altra ampliano lo sguardo e includono i valori etici.
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Revisione
di Alexia Rizzi
completa e ridefinizione dei
punti dello standard PEFC PEFC ha optato per una revisione completa delle sue norme evidenziata, non solo da una differente nomenclatura di alcuni standard, ma anche da una ridefinizione generale dei punti e del loro ordine.
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Per quanto riguarda lo standard 1002 di PEFC, le principali modifiche riguardano le dichiarazioni di vendita, le fonti controverse, i metodi della Catena di Custodia e i gruppi di prodotti. Molte di queste sono vere e proprie novità perché non presenti nelle versioni precedenti, mentre altre sono affinamenti e miglioramenti che vanno a definire e chiarire aree di difficile interpretazione. La prima è l’introduzione della dichiarazione di vendita “100% Origine PEFC” le aziende potranno utilizzare per i prodotti costituiti da solo materiale proveniente da foreste certificate PEFC. Per questa dichiarazione è stata anche introdotta nello standard dei marchi un’apposita etichetta. In aggiunta è stata aggiunta la possibilità di certificare e di vendere come certificato legna-
Il nuovo standard prevede che è un marchio registrato anche la stessa scritta PEFC e non più soltanto il logo; inoltre tutti i marchi PEFC non dovranno più riportare il simbolo di “Registered” o “Trademark”. Altra novità è l’etichetta 100% origine PEFC che consente di inserire, solo quando l’etichetta stessa non riporta altri messaggi, il nome del prodotto certificato.
me proveniente da alberi fuori foresta, ovvero cresciuti esternamente alle aree designate come foreste a livello nazionale. In termini di filiera corta si aprono così nuovi e interessanti scenari di autoconsumo o di approvvigionamento locale.
Revisione della DDS (sistema della diligenza dovuta) La definizione di fonti controverse è stata rivista e sono state meglio specificate le provenienze da considerare tali e per le quali si rende necessario effettuare un’analisi del rischio tramite la metodologia della diligenza dovuta. La metodologia PEFC “Due Diligence System” ora riportata nell’allegato 1 (e non più, come in precedenza, nel corpo dello standard) è a disposizione delle aziende per evitare di impiegare materiale proveniente da fonti controverse ovvero per evitare l’uso di materiale illegale. Oltre a una maggior attenzione alle fonti controverse questa revisione di PEFC aumenta il livello di controllo aggiungendo criteri fondamentali per la sostantività a lungo termine quali: il controllo dei livelli di produzione e raccolta; la tutela della biodiversità; il concetto di aree forestali ecologicamente importanti; principi e diritti fondamentali dei lavoratori; i diritti delle popolazioni indigene. Ciò dimostra come gli standard di catena di custodia tendano a prendere il meglio di una gestione per includerlo nelle proprie regole; questi
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ultimi principi, in parte nuovi o rafforzati con lo standard 2020 PEFC sono da tempo inclusi nella gestione FSC.
Le novità nella gestione della catena di custodia La nuova versione dello standard PEFC aggiunge ai metodi già esistenti, ovvero di separazione fisica e percentuale, anche quello a crediti già storicamente impiegato da FSC. Non è una novità assoluta ma in questa revisione prende forma con regole chiare e definite. Questa modifica si accompagna all’introduzione dei gruppi di prodotto. Seppur già disponibile un elenco prodotti PEFC, lo standard del 2013 non ne faceva riferimento esplicito. La versione 2020 non solo lo introduce ma lo utilizza anche come elemento per delineare altri punti come appunto il metodo del credito applicabile solo all’interno di uno stesso gruppo prodotti PEFC. Ogni gruppo di prodotti può quindi riferirsi a un insieme di prodotti aventi materiale in ingresso appratente alla stessa categoria di prodotto, alle stesse specie legnose, al medesimo metodo della catena
di custodia e avere la medesima dichiarazione PEFC di vendita. Un’organizzazione multi-sito potrà avere un gruppo valido anche per più siti mentre lo stesso non si potrà fare per le certificazioni di gruppo; le regole per la certificazione di aziende multi-sito o di gruppi sono ora contenute nell’appendice 2.
L’uso dei loghi Il titolo stesso dello standard passa da ‘Standard d’uso del logo PEFC’ a ‘Standard d’uso dei marchi PEFC’; ora non solo il logo è registrato ma anche la stessa scritta PEFC; tutti i marchi PEFC però non dovranno mai essere accompagnati dal simbolo di “Registered” o dal “Trademark”. Questa scelta, del tutto opposta a quella di FSC, semplifica l’utilizzo, la gestione e l’approvazione all’uso dei marchi stessi. Altre novità sono l’introduzione di una specifica etichetta 100% origine PEFC e la possibilità di inserire, solo quando l’etichetta non riporta altri messaggi, il nome del prodotto stesso. Opportunità che chiarisce all’utilizzatore quale parte del prodotto sia effettivamente certificata PEFC. Nel giocattolo in legno, la presenza della parola “giocattolo” nell’etichetta chiarisce che è il gioco a essere certificato PEFC e non la scatola o le sue istruzioni. Approccio questo, molto differente da quello usato da FSC, e probabilmente più efficace e semplice.
I tempi di entrata in vigore dello standard 2020 PEFC avendo rivisto anche lo standard per l’accreditamento degli enti di certificazione prima di consentire alle aziende di certificarsi con la versione 2020 deve garantire che gli enti di certificazione abbiano recepito le modifiche inerenti al loro standard. Questo processo si è allungato a causa della crisi sanitaria in corso. Dal 14 febbraio 2022 non sarà più possibile certificarsi con la versione 2013, mentre entro il 14 febbraio 2023 tutte le aziende dovranno essere certificate secondo la versione 2020.
Il nuovo standard PEFC introduce il gruppo di prodotti ovvero un insieme di prodotti aventi materiale in ingresso appartenente alla stessa categoria, alle stesse specie legnose, al medesimo metodo della catena di custodia e per questo può avere l’identica dichiarazione PEFC di vendita. 23
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Carlo De Zan, co-fondatore e managing & certification director di Kobol, in questa intervista ci aiuta a comprendere e individuare le novità e i punti salienti del nuovo aggiornamento dello standard di Catena di Custodia FSC, la cui entrata in vigore è posticipata al 1° settembre e il periodo di transizione esteso al 31 dicembre 2022.
Anche FSC si rinnova Quali sono le novità più importanti dello standard di Catena di Custodia FSC? FSC ha pubblicato un aggiornamento minore ovvero ha rivisto alcune imprecisioni, colmato alcune lacune e inserito gli emendamenti e i chiarimenti usciti dopo la versione 3.0. La novità principale è rappresentata dall’introduzione di un nuovo requisito sul trattamento dei lavoratori, un aspetto che alcuni stakeholder richiedevano da tempo.
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Può citare un esempio di imprecisioni, lacune, emendamenti e chiarimenti? Il temine “fattura” ora mutato in “documenti di vendita” risolve un problema noto inerente il documento su cui indicare il numero di Catena di Custodia e il Claim (la dichiarazione) di vendita del prodotto certificato. In precedenza doveva essere necessariamente la fattura ma non sempre questa accompagna direttamente la merce. Si pensi al caso italiano delle DDT e ad alcuni paesi esteri che utilizzano il termine “fattura” per indicare una lista di spedizione
priva di importi. Gli standard FSC sono globali e quindi ciò che appare ovvio in Italia può non esserlo in altre nazioni. Quando uno standard viene pubblicato, FSC emette interpretazioni o requisiti aggiuntivi che sono raccolti nel tempo in apposti documenti detti appunto “interpretation” e “advice”. Questa revisione recepisce interpretazioni e modifiche inserendole e armonizzandole con il testo originale dello standard. Un esempio è l’allegato “C” che riporta esempi pratici di quali componenti di un prodotto venduto come FSC devono essere necessariamente realizzati con materiali FSC. Ad esempio un “advice” precisa che l’etichetta autoadesiva deve essere prodotta con maternale FSC mentre la carta siliconata che la compone può anche non essere FSC. E ancora, un giocattolo in legno deve essere interamente FSC, ma le sue istruzioni o la scatola che lo contiene possono anche non essere realizzati con materiale FSC.
Passando alle novità? La prima riguarda il rispetto della legislazione sulla legalità del legname introdotta nella versione 3.0 e che ora viene ulteriormente ampliata. Non viene modificata di per sé la gestione della conformità e l’analisi del rischio da effettuare ma ne viene esteso il campo di applicazione. Mentre la versione precedente richiedeva che fossero conformi alle varie normative sulla legalità del legname solo i prodotti Certificati FSC importati direttamente dall’estero (per l’Italia si legga da fuori Europa) ora lo stesso tipo di analisi e di raccolta documentale deve essere effettuato anche per tutto il materiale controllato importato dall’estero, sempre se non utilizzato per produzioni Certificate FSC o Controlled Wood. In merito al nuovo requisito sul trattamento dei lavatori cosa ci può dire? La versione 3.0 aveva introdotto un criterio per garantire la
sicurezza dei lavoratori in tutto il mondo, il nuovo standard adotta lo stesso tipo di approccio anche sul fronte etico chiedendo che siano rispettati ovunque i diritti e la dignità dei lavoratori. Le aziende sono chiamate a garantire di non impiegare lavoro minorile, di non discriminare in nessun modo i lavoratori e di rispettare la libertà di associazione e il diritto alla contrattazione collettiva. Essendo una certificazione globale, anche ove sia legale impiegare persone di età inferiore ai 15 anni, FSC fissa il limite a 13 e precisa che non possono essere destinati a lavori gravosi e che il lavoro non deve interferire con l’istruzione. FSC rispetta le leggi in vigore nei diversi Paesi, ma essendo una certificazione volontaria, chiede di fare un passo ulteriore verso un miglioramento delle condizioni di lavoro soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Lo standard già prevede l’allegato “D” come un sistema di autovalutazione che potrà essere usato per dimostrare la piena conformità al requisito.
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Carta stampata e trasformata, i nuovi criteri di Ecolabel UE a cura della redazione Anche l’ecoetichetta europea che certifica il ridotto impatto ambientale dei prodotti o dei servizi aggiorna i suoi parametri. La Decisione 2020/1803/UE, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Europea lo scorso 1° dicembre 2020, aggiorna i criteri di assegnazione del marchio di qualità ecologica Ecolabel (UE) per la carta stampa, la carta per cartoleria e sporte di carta, sostituendo le precedenti 2012/481/UE e 2014/256/UE. Sarà in vigore fino 31 dicembre 2028, data in cui è fissata la successiva revisione. Di seguito le principali novità introdotte.
Nuova classificazione dei prodotti La prima novità rilevante è la creazione di un unico gruppo prodotti che unifica la carta stampata e la carta trasformata, rendendo così più funzionale la classificazione dei prodotti stessi e permettendo di uniformarne i requisiti di qualità ambientale. Il nuovo gruppo include: - prodotti di carta stampata composti da almeno il 90% in peso di carta, cartone o supporti a base di carta, tranne nel caso di libri, cataloghi, opuscoli o formulari che devono essere composti da almeno l’80% in peso di carta, cartone o supporti a base di carta … omissis; - buste composte da almeno il 90% in peso di carta, cartone o supporti a base di carta; - sporte di carta, compresa la carta da confezione, che sono costituite per il 100% in peso di carta, cartone o supporti a base di carta; - prodotti di carta per cartoleria, inclusi i classificatori, composti da almeno il 70% in peso di carta, cartone o supporti a base di carta …omissis. Dal nuovo gruppo prodotti sono esclusi l’imballaggio e le relative etichette, il cartone ondulato, materiali e oggetti per il contatto diretto con gli alimenti, tessuto-carta e prodotti in tessuto, carta e prodotti di carta stampata profumati, prodotti di carta per cartoleria profumati e sporte di carta profumate. Inoltre, è stata introdotta la possibilità di certificare oltre al singolo prodotto anche un’intera linea di prodotti omogenei: una collana di libri, oppure un modello di shopper o un tipo di scatola
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a prescindere dalle grafiche che verranno successivamente stampate, ottimizzando così i costi della certificazione.
I criteri per ridurre l’impatto dei prodotti stampati Innanzitutto perché un prodotto stampato sia certificabile il supporto cartaceo impiegato per realizzarlo deve essere certificato Ecolabel (Decisione 2019/70/UE dell’11 gennaio 2019): significa che è necessario che carta grafica, tessuto-carta e prodotti in tessuto-carta, siano prodotti con materie prime provenienti da foreste gestite in maniera sostenibile o da materiale riciclato. Inchiostri e sostanze soggette a restrizione impiegate durante le fasi di produzione devono rientrare nei requisiti previsti dalle restrizioni relative alle sostanze estremamente preoccupanti (SVHC) del regolamento (CE) n. 1907/2006 (REACH) e a quelle relative alle sostanze classificate a norma del regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP). Inoltre, sono previste restrizioni e verifiche per biocidi e principi attivi biocidi; detergenti; alchilfenoletossilati (APEO), solventi alogenati e ftalati e quelle specifiche per inchiostri da stampa, toner, vernici a cui si aggiungono le limitazioni legate all’utilizzo di toluene per la stampa rotocalco. Rispetto a quanto indicato nella precedente Decisione, le verifiche sono state estese non solo ai prodotti in entrata, ma anche al prodotto finale: deve essere dimostrabile che quest’ultimo non contenga sostanze classificate e che rispetti i limiti previsti. Per attestarne l’idoneità non sono richieste analisi di laboratorio, è sufficiente un buon bilancio di massa (peso/peso) delle sostanze impiegate.
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EU Ecolabel for printed paper, stationery paper, and paper carrier bag products
User Manual
European Commission Commission Decision (EU) 2020/1803 Version 1.0.January 2021
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I requisiti di Ecolabel rappresentano un piano d’azione europeo per raggiungere gli obiettivi del “Green Deal”, attraverso uso efficiente delle risorse, economia circolare, ripristino della biodiversità e riduzione dell’inquinamento. Includono, inoltre, aspetti di salute, sicurezza, sociali ed etici. L’impatto a lungo termine Una volta stabilito che il prodotto stampato è composto da materiali idonei per essere certificato, occorre verificare l’impatto a lungo termine, ovvero la riciclabilità dello stampato. Tutti gli elementi non cartacei devono essere di facile rimozione e la restante parte cartacea deve essere facilmente “spappolabile” in fase di riciclo. Per dimostrare l’idoneità di queste caratteristiche, in alcuni casi specifici può essere necessario effettuare test di laboratorio secondo i metodi PTS-RH 021, ATICLECA 501 o equivalenti. Per quanto riguarda adesivi, in determinate quantità, e inchiostri devono essere facili da rimuovere durante i processi di riciclo; anche in questo caso per dimostrare le suddette caratteristiche possono essere richiesti test di laboratorio, condotti secondo metodologie INGEDE 12 e INGEDE 11 o equivalenti. In alternativa per alcuni casi è sufficiente presentare dichiarazioni di conformità.
Sotto controllo anche i processi La valutazione dell’impatto sull’ambiente di uno stampato dal punto di vista del processo produttivo è un requisito fondamentale per ottenere l’etichetta Ecolabel a partire dalle seguenti tipologie di emissioni: - in acqua da processi di stampa in rotocalco; - da impianti contemplati dalla direttiva 2010/75/UE o impianti equivalenti; - di COV da processi di stampa non contemplati dalla direttiva 2010/75/UE. In base alla tipologia applicabile, l’azienda dovrà fornire specifiche evidenze del rispetto dei limiti e compilare un apposito bilancio di massa. Anche la valutazione di scarti e rifiuti dei processi va oltre la conformità normativa e richiede alle aziende, parallelamente a una corretta gestione, di dimostrare obiettivi di riduzione dei rifiuti generati e di incremento del tasso di riutilizzo e riciclaggio dei materiali.
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Il criterio introduce anche una tabella di riferimento che stabilisce i limiti relativi alle carte destinate a riciclo, distinti in base al processo ed espressi in forma di percentuale scartata sulle tonnellate di carta acquistata. Ad esempio, per ottenere il marchio Ecolabel per un prodotto stampato con tecnologia offset a foglio, la soglia fissata è il 23%.
Per la valutazione dell’efficienza energetica la situazione ottimale si verifica quando l’azienda ha già in essere un sistema di gestione che includa dispositivi energivori come macchinari, compressori, pompe di calore, caldaie ecc. Anche per questo aspetto è necessario adottare un piano di raccolta dati e di monitoraggio, oltre a predisporre strumenti di analisi, misure di efficientamento e obiettivi di miglioramento e riduzione dei consumi.
Strumenti a supporto delle aziende Per agevolare le aziende nell’ottenimento della Certificazione, la Commissione Europea ha rilasciato alcuni strumenti di supporto tra cui: un manuale utente; un allegato con i modelli di tutte le dichiarazioni che devono essere fornite; una check-list di controllo per l’applicabilità dei singoli criteri. Sono poi disponibili due template Excel predisposti per raccogliere le informazioni e le evidenze dei singoli criteri e per effettuare il calcolo del bilancio di massa in merito ai solventi e al rispetto dei criteri sulle emissioni. Quest’ultima revisione di Ecolabel per carta stampata, carta per cartolerie e sporte di carta, richiede valutazioni che coinvolgono aspetti tipici dei sistemi di gestione, come sistemi gestione per la qualità, l’ambiente o l’energia. Le aziende già titolari di uno di questi sistemi sono agevolate nell’ottenimento del marchio Ecolabel per i loro prodotti. Non ultimo, un apposito requisito prevede che l’azienda programmi un piano formativo interno e sia in grado di attestare lo svolgimento della formazione mettendo a disposizione, durante la verifica da parte dell’ente certificatore, il materiale impiegato per effettuarla.
Come comunicare correttamente Ecolabel Il prodotto certificato Ecolabel UE va comunicato con apposite diciture: sulle sporte di carta deve essere indicato “Riutilizzami!” mentre sulla carta stampata “Riciclare la carta dopo l’uso”. L’etichetta facoltativa Ecolabel, va corredata dalle dichiarazioni da apporre sotto forma di testo: “basse emissioni di processo nell’aria e nell’acqua”; “il prodotto è riciclabile”; “è stata utilizzata carta a basso impatto ambientale”. In questo modo il consumatore finale non solo viene informato che il prodotto è certificato ma è anche guidato al riuso e al riciclo dello stesso, contribuendo così alle finalità di questa ecoetichetta che contraddistingue prodotti a ridotto impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita.
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Sono iniziate le consultazioni pubbliche per la revisione di EcoPrint, lo standard italiano più diffuso per la stampa a basso impatto ambientale. La seconda versione di quella che è stata da più parti definita la mini-ecolabel italiana include parecchie novità sia in termini di applicabilità sia di criteri.
Stampatori e Associazioni di Categoria
Scuole Grafiche
Associazioni Ambientaliste
Foto: Sara Erasmo ©unsplash
EcoPrint 2.0, svolta decisiva per lo standard green italiano
Le novità nel dettaglio La prima parte dello standard, che va dal “principio 1” - così EcoPrint chiama i vari criteri da verificare e rispettare – all’8, prevede l’analisi e la verifica di tutti quegli aspetti ambientali inerenti all’organizzazione e ai suoi processi. Dal principio 1 dedicato alla conformità della normativa ambientale applicabile (es. emissioni in atmosfera, rifiuti, scarichi industriali, ecc.) si passa al 2, che prende in esame la politica ambientale dell’organizzazione per poi passare all’analisi delle fonti energetiche impiegate, alla verifica delle materie prime, dei rifiuti e delle modalità di trasporto e consegna dei prodotti fino alla formazione e consapevolezza del personale. Termina con il monitoraggio e il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali dell’azienda. La seconda parte dello standard, in linea con la prima versione, si concentra sul prodotto e sulle sue componenti.
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Il principio 8 stabilisce i criteri legati alle carte e ai supporti utilizzabili per un prodotto certificato EcoPrint; il 10 chiarisce quali sostanze non devono essere contenute negli inchiostri. Caratteristica di EcoPrint 2.0 è la particolare attenzione a escludere tutte le sostanze classificate secondo il REACH e il CLP come nocive per l’ambiente e per la salute umana. Tutte le verifiche necessarie sono riferite ai dati e alle informazioni riportate sulla scheda di sicurezza dei prodotti impiegati e quindi facilmente verificabili. Il principio 11 riguarda i materiali aggiunti al prodotto stampato come plastificazioni e stampe a caldo mentre il principio 12 definisce come e con quali materiali deve essere imballato un prodotto EcoPrint. Il principio 13 riguarda le lavorazioni prodotte da terzi che rimangono consentite con la sola limitazione della fase di stampa, come nella versione uno, potrà essere affidata solo ad altro stampatore Certificato EcoPrint. L’ultimo principio riguarda la tracciabilità dei prodotti etichettati EcoPrint e prevede che si possa sempre risalire, tramite registrazioni cartacee o digitali, a tutti i materiali e alle sostanze utilizzati per la realizzazione del prodotto stampato. La prima etichetta italiana per i prodotti grafici “green” La versione 2.0 dello standard EcoPrint alza non poco l’asticella dei criteri da rispettare senza troppo complicare il sistema e senza richiedere analisi di laboratorio o valutazioni eccessivamente tecniche e complesse. Rimane pertanto meno rigorosa e rigida di una Ecolabel EU anche se all’atto pratico ne contempla i medesimi aspetti. Con questa revisione EcoPrint si pone l’obiettivo di affermarsi come la prima e più diffusa etichetta italiana per i prodotti grafici a basso impatto ambientale. Per farlo ha stabilito criteri basati sullo studio del ciclo di vita dei prodotti grafici e sui principali impatti delle aziende di stampa. Per garantirne la trasparenza e ed equità i criteri stessi sono sottoposti a consultazione pubblica. Infine, EcoPrint a differenza di molte altre “eco-etichette” italiane autoreferenziali, è una certificazione emessa da enti terzi in grado di verificare in maniera indipendente e imparziale il rispetto di tutti i punti dello standard da parte delle aziende che intendono ottenerla.
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
Le ragioni che hanno spinto a una revisione così profonda di EcoPrint sono legate principalmente alla continua evoluzione tecnica dei processi di stampa e alle crescenti sensibilità, conoscenza e competenza da parte dei clienti. Sin da una prima lettura della revisione in corso si percepisce una maggior attenzione agli aspetti ambientali legati non più a singoli processi produttivi ma all’industria intera delle arti grafiche. Spariscono i riferimenti a specifiche tecnologie di stampa, sia a quelle ammesse sia a quelle non ammesse dalla precedente versione. EcoPrint 2.0 sposta l’attenzione dai processi ai materiali e alle sostanze impiegate in produzione; ovvero si valutano gli aspetti ambientali globali di un processo; dall’energia consumata ai rifiuti prodotti, il tutto in termini di volumi e di impatti per l’ambiente. Da un lato questa apertura consentirà probabilmente di etichettare EcoPrint molti più prodotti stampati con tecnologie varie e in precedenza escluse, dall’altro ne testimonierà la realizzazione a basso impatto ambientale attraverso il rispetto di più stringenti criteri sia di processo, sia di prodotto. EcoPrint, infatti, come fanno tutte le etichette ambientali di prodotto, oltre a investigare i materiali direttamente utilizzati sul prodotto, prevede numerosi criteri che analizzano e indagano più in generale le best practice dell’azienda e i suoi processi produttivi.
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Recyco, bella per natura e 100% riciclata Sin dai primi anni ’90 pioniere nella produzione di carte creative eco-sostenibili di alta gamma, Gruppo Cordenons con Recyco ha inaugurato una nuova generazione di prodotti 100% riciclati. Lanciata nel 2020, questa premium white paper è la prima del portfolio dell’azienda a essere interamente prodotta con fibre riciclate, in percentuale variabile tra pre e post-consumer. Caratteristiche che le hanno valso l’etichetta di FSC® Recycled, certificazione che sottoscrive tutta l’essenza green di Recyco. “100% recycled può sembrare uno slogan: in effetti si presta a essere comunicato come tale – spiega Katia Tedeschi, direttore marketing di Gruppo Cordenons –. Ma il suo significato comprende diverse attività indispensabili per mettere a punto una carta di qualità con queste caratteristiche ovvero studio, sperimentazione, competenze tecniche, prove di laboratorio e non ultimo l’elaborazione di strategie di vendita e di comunicazione”.
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COMUNICAZIONE D’IMPRESA
Our Sustainable Beauty
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“Per promuovere Recyco abbiamo scelto una narrazione fotografica il cui concept è basato sui sull’idea di riciclo creativo – continua Katia Tedeschi –. I bambini della tribù Surma, immortalati dall’obiettivo del medico e fotografo Enrico Madini (@barjoime onlus), sono i protagonisti del visual book. Abbiamo giocato sull’affinità tra la nostra carta e le abitudini virtuose di questa popolazione etiope che tramanda di generazione in generazione l’attitudine al riciclo trasformandola in atto creativo. Utilizzando coloranti naturali i Surma disegnano le variopinte decorazioni dei loro volti, e utilizzando piante e fiori per realizzare i loro fantasiosi copricapi”.
Il lancio di Recyco, la prima carta di alta gamma 100% riciclata prodotta da Gruppo Cordenons, è stato supportato dal visual book Our Sustainable Beauty. Uno strumento di marketing che illustra le caratteristiche di questa carta bianca dall’effetto naturale mostrandone la resa di stampa.
Intitolato “Our Sustainable Beauty”, il book di Recyco mette in evidenza la naturale bellezza di questa carta grazie alla spontaneità dei coloratissimi ritratti stampati e rilegati a filo Singer. Presenta, inoltre, l’intera gamma con la raccolta di fogli bianchi di diverse grammature e offre le informazioni tecniche di Recyco, brand che è stato immediatamente recepito dal mercato e impiegato per realizzare applicazioni che spaziano dai libri al materiale promozionale, fino al packaging.
Recyco 300 g/m2 è la carta impiegata per realizzare la copertina di questo numero de Il Poligrafico.
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Certificazioni prodotto
Cradle To Cradle Certified, in arrivo la versione 4.0 di Alexia Rizzi
Cradle to Cradle Certified è una certificazione di prodotto emessa dal Cradle to Cradle Products Innovation Institute e annovera nel suo database anche la categoria Packaging & Paper in cui sono elencate carte, inchiostri, etichette, film plastici fino ad applicazioni stampate come libri, packaging in carta e cartone, etichette e molto altro.
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Il concetto di Cradle to Cradle o C2C, letteralmente “dalla culla alla culla”, è un principio generale che va di pari passo con quello di economia circolare ed è applicato a diversi ambiti delle attività umane come gli ambienti urbani e i sistemi sociali, oltre naturalmente all’industria. Ad esempio la città di Venlo nei Paesi Bassi – conosciuta nel nostro settore in quanto ospita la sede di uno degli storici siti produttivi di Canon – è stata la prima al mondo ad adottare il modello di sviluppo sostenibile del Cradle to Cradle. Nello specifico il C2C trasferito ai sistemi produttivi prevede che questi ultimi si allineino con i cicli naturali coniugando l’efficienza alla sostenibilità ambientale e facendo in modo che i materiali impiegati nell’industria si assimilino il più possibile agli elementi di natura ottenendo la capacità di rigenerarsi.
Una certificazione di prodotto Cradle to Cradle è anche una certificazione di prodotto emessa dal Cradle to Cradle Products Innovation Institute, con base a Oakland in California e il cui headquarter europeo si trova ad Amsterdam. Questo organismo, basandosi su uno standard globale, promuove l'innovazione attraverso il riconoscimento di prodotti realizzati secondo i principi della circular economy e premia quelli sicuri, realizzati in modo responsabile e che hanno un impatto positivo sulle persone e sul pianeta. Molti designer, brand e aziende produttrici si rapportano a questo sistema come parametro per misurare il livello delle loro creazioni e prodotti in termini di impatto positivo sulle persone e sul pianeta. Trasversale a diversi settori che spaziano dal mondo
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I 5 parametri di Cradle to Cradle Certified
1 Sicurezza dei materiali
2 Riutilizzo dei materiali
dell’interior design alla moda, dalla cosmesi al beverage, dall’automotive all’edilizia fino al settore dell’hobbistica e dei giocattoli, la certificazione Cradle to Cradle Certified è stata ottenuta da migliaia di prodotti. Nel database che li raccoglie, consultabile online, è presente anche la categoria Packaging & Paper in cui sono elencate carte, inchiostri, etichette, film plastici fino ad applicazioni stampate come libri, packaging in carta e cartone, etichette e molto altro. Lo standard Cradle to Cradle Certified si basa sulle linee guida definite dai fondatori William McDonough e Michael Braungart. Ma i requisiti sono in continua evoluzione grazie al contributo di un comitato costituito da stakeholder, esperti tecnici, leader di mercato e, non ultimo, al coinvolgimento dei consumatori. Per ottenere la certificazione i prodotti sono sottoposti a valutazione in merito a prestazioni della sostenibilità ambientale e sociale secondo cinque parametri (vedi schema in alto). Viene poi assegnato per ciascuna categoria un livello: Base, Bronzo, Argento, Oro e Platino, dai quali poi viene definito il livello di certificazione generale. Lo standard incoraggia il miglioramento continuo richiedendo il rinnovo della certificazione ogni due anni.
La versione 4.0 La quarta versione di Cradle to Cradle Certified si basa sull’eredità decennale della certificazione e sulla sua reputazione di uno standard scientifico globalmente riconosciuto per offrire nuovi requisiti in tutte le categorie come: • Nuovi framework per la circolarità del prodotto e l'equità sociale che definiscono le best practice globali; • Requisiti più rigorosi in materia di aria pulita che promuovono azioni urgenti per affrontare il cambiamento climatico; • Revisione dei requisiti per la gestione di acqua e suolo; • Miglioramento dei requisiti dei materiali conformi alle principali normative chimiche, incluso un nuovo elenco di sostanze soggette a restrizioni. Le bozze della versione 4.0 sono state rese disponibili per la valutazione da parte del pubblico nel corso di due distinti periodi di revisione e il nuovo standard è stato testato attraverso il programma pilota Cradle to Cradle Certified versione 4.0 a cui hanno partecipato otto aziende leader di mercato. A partire da luglio 2021 potranno essere sottoposti a valutazione i primi prodotti che saranno ufficialmente certificati Cradle to Cradle Certified 4.0.
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3 Energia rinnovabile e gestione dell’anidride carbonica
4 Gestione dell’acqua
5 Responsabilità sociale
Le aziende Cradle to Cradle Certified del settore printing Se un recente caso di successo italiano in merito all’ottenimento della certificazione Cradle to Cradle Certified ha coinvolto l’azienda tessile Botto Giuseppe, restando in ambito della filiera del printing il primato per le cartiere spetta a Lessebo Paper, che si è aggiudicata il livello Gold per le due gamme di premium white paper non patinate Lessebo Scandia 2000 e Lessebo Design. I due brand hanno anche ottenuto il certificato Platino di “safe materials”, che prevede la valutazione di tutti i componenti e le sostanze chimiche impiegate nella produzione. Oro anche per Actega, produttore di coating speciali, inchiostri, adesivi e composti sigillanti per l'industria della stampa e dell'imballaggio. Tutti i componenti delle materie prime contenute nella gamma FoodSafe dell'azienda sono stati valutati in base ai criteri nella categoria Material Health, ottenendo il livello più alto della certificazione. Restando in ambito di stampa, anche gli inchiostri sono presenti tra i prodotti certificati Cradle to Cradle Certified come ad esempio gli Emerald Offset Inks di Green4print a base di bio-solventi e oli vegetali, che hanno meritato l’Oro. Gli hubergroup Eco-Offset Inks Premium Plus ed Eco-Offset insigniti della categoria Silver e gli hubergroup Inks Premium Plus che hanno conquistato il Bronze.
“La quarta versione di Cradle to Cradle Certified offre un insieme di requisiti che guidano alla scelta di materiali più sicuri, alla creazione di prodotti e processi circolari, ottenendo risultati sostenibili in modo equo, andando oltre le normative obbligatorie ponendosi come obiettivi l'innovazione e la leadership”. Susan Klosterhaus, vicepresidente Cradle to Cradle
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Carbon Footprint
Calcolare i gas serra
con il GHG Protocol Nel panorama di cambiamento climatico in atto come può un’impresa contabilizzare il proprio impatto ambientale per elaborare una strategia di contenimento delle emissioni? A questa esigenza ha cercato di dare risposta il Greenhouse Gas Protocol (o più semplicemente GHG Protocol). Nato nel 1997 su iniziativa del World Resources Institute (WRI), organismo globale per la ricerca che trasforma le idee in azioni creando una connessione tra ambiente, opportunità economiche e benessere umano, e del World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), realtà a cui aderiscono oltre 200 aziende leader globali che lavorano insieme per accelerare la transizione verso un mondo sostenibile. Il GHG Protocol rappresenta uno standard internazionale che fornisce alle aziende di tutto il mondo un sistema di reporting con strumenti e metodologie di calcolo per misurare e quantificare le emissioni di gas a effetto serra derivate dalla propria attività. Questo standard è stato promosso anche da organizzazioni non governative affinché fosse adottato dai Paesi anche in via di sviluppo, per elaborare strategie politiche finalizzate a combattere gli effetti del cambiamento climatico.
Com’è strutturato il GHG Protocol?
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In coerenza con quanto contenuto nel Protocollo di Kyoto, il GHG Protocol, contabilizza le emissioni di sei gas climalteranti e le raggruppa in tre differenti gruppi di calcolo definiti “Scope”. I gas considerati sono: - Biossido di carbonio (CO2); - Esafluoruro di zolfo (SF6); - Metano (CH4); - Protossido di azoto (N2O); - Idrofluorocarburi (HFCs); - Perfluorocarburi (PFCs). Contabilizzare le emissioni non è un’attività semplice; dunque, per agevolare la raccolta dei dati e semplificare le modalità di calcolo, le emissioni dei differenti gas sono state ulteriormente suddivise in due macro gruppi: emissioni dirette ed emissioni indirette. Tutte le emissioni provenienti da fonti o sorgenti dell’azienda o da questa direttamente controllate sono defi-
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Il GHG Protocol rappresenta uno standard internazionale che fornisce alle aziende di tutto il mondo un sistema di reporting con strumenti e metodologie di calcolo per misurare e quantificare le emissioni di gas a effetto serra derivate dalla propria attività.
nite emissioni dirette e rientrano nello “Scope 1”. Le emissioni che sono collegate alle attività dell’azienda ma la cui origine non è controllata dall’azienda stessa sono le emissioni indirette e vengono contabilizzate negli “Scope 2” e “Scope 3”. In sintesi, lo “Scope 1” richiede il calcolo delle emissioni dirette dell’azienda; come quelle che derivano dall’utilizzo di combustibili per riscaldamento; per la produzione di energia, per i veicoli aziendali (per il trasporto di materiali, prodotti, rifiuti, servizi e dipendenti), per l’utilizzo nei processi di produzione. In aggiunta sono considerate dirette quelle derivanti dall’impiego di prodotti o sostanze chimiche nei processi produttivi e quelle definite “fuggitive”; ovvero quelle legate alle perdite dei depositi di gas o di circuiti refrigeranti e di climatizzazione, ecc. Nello “Scope 2” rientrano le emissioni derivanti dall’utilizzo di energia elettrica, di vapore, di fluidi vettori caldi o freddi acquistati da terzi. Queste emissioni sono definite indirette in quanto generate all’esterno dell’azienda che le utilizza e sulle quali non si può esercitare alcun controllo. Lo “Scope 3” è anch’esso legato alle emissioni indirette e richiederebbe il calcolo di altre emissioni derivanti dall’utilizzo di energia impiegata per la realizzazione di prodotti e materie acquistate all’esterno, di combustibili impiegati da veicoli non aziendali (consegna finale tramite corrieri o spostamento dipendenti casa-lavoro) e per le trasferte aziendali (treni, aerei, ecc.). Data la difficoltà di reperire questi dati, lo “Scope 3”, a differenza dei primi due, è facoltativo. Il GHG Protocol prevede che il calcolo vero e proprio sia effettuato tramite fogli elettronici (file Excel scaricabili dal sito www.ghgprotocol.org) in cui è sufficiente inserire i dati raccolti per ottenere un valore di emissioni suddiviso tra i vari Scope. Attualmente sono disponibili anche altri software e piattaforme online che, oltre a effettuare i medesimi calcoli, offrono supporto alle aziende in tutti gli step della contabilizzazione delle emissioni.
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Il calcolo delle emissioni per step Il processo di contabilizzazione delle emissioni di un’azienda può essere così sintetizzato: 1. Identificazione delle sorgenti tra cui quelle da combustione stazionaria o mobile (motori, turbine e forni statici o motori da mezzi di trasporto mobili), da processo e fuggitive. 2. Definizione dell’area di calcolo stabilendo i confini fisici delle sorgenti e i confini temporali da prendere in esame. Ad esempio si possono calcolare le emissioni di un intero stabilimento produttivo per un anno o più nello specifico di una singola linea di produzione per una settimana. 3. Selezione del metodo di calcolo. Il protocollo prevede differenti metodologie ma quella più utilizzata è quella
L’infografica prodotta da GHG Protocol per mostrare la provenienza delle emissioni indirette richieste dallo Scope 3.
Recentemente GHG Protocol ha lanciato un proprio strumento gratuito di calcolo delle emissioni di gas serra basato su Excel per aziende di tutti i settori. Attualmente è in versione beta e può essere scaricato a questo link: urly.it/3ctfa
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che prevede l’utilizzo di specifici fattori di emissione per ciascun combustibile o materiale impiegato. 4. Raccolta dei dati e dei fattori emissivi. Questa fase è solitamente la più impegnativa in quanto coinvolge l’azienda a diversi livelli e – in caso di Scope 3 anche fornitori, trasportatori, dipendenti, ecc. La scelta dei corretti fattori di emissione avviene attraverso ricerche bibliografiche e prevede che le fonti siano sempre citate per potere stabilire l’attendibilità dei valori indicati. 5. Inserimento dei dati nel foglio di calcolo predisposto dal GHG Protocol o documenti prodotti in proprio (avendo le necessarie competenze in termini di emissioni climalteranti). Negli anni sono stati sviluppati software o fogli Excel adatti a qualsiasi tipo di azienda, o specifici ad esempio per produttori di alluminio, acciaio, cementifici, petrolchimiche e anche cartiere. 6. “Roll-up”, ovvero la pianificazione del trasferimento dei dati, prestando attenzione a correggere eventuali errori avvenuti nelle fasi di raccolta, sintesi e inserimento da parte degli incaricati in azienda. Questo step è una sorta di procedura di verifica nella quale si verifica, inoltre, che le informazioni raccolte siano basate su criteri comuni e il più possibile attendibili. Definito l’impatto ambientale o impronta ecologica, l’impresa ha le informazioni utili a elaborare un’efficace strategia di riduzione delle proprie emissioni dirette e indirette e per pianificare una serie di azioni specifiche per ridurre la sua pressione sull’ambiente. Per questo il GHG Protocol può essere considerato un valido alleato nella lotta al cambiamento climatico.
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Competenze
HSE manager,
una figura professionale
al servizio dell’ambiente
a cura della redazione
Come suggeriscono le sempre più chiare linee guida proposte dalle certificazioni ambientali e come rivelano le nuove tendenze in ambito di sostenibilità, la tutela dell’ambiente, così come quella della salute e della sicurezza dei lavoratori, nelle attività svolte da un’azienda sono tematiche sempre più inscindibili e centrali nell’attuale scenario di competitività globale. Questo vale anche per le aziende grafiche senza particolari differenze rispetto realtà produttive di altri settori. Il già complesso panorama normativo vigente muta continuamente, si evolve, si adatta, impone restrizioni e limitazioni sempre più complesse da raggiungere e da gestire, interpretando esigenze atte a garantire uno sviluppo sostenibile. Inoltre, il mercato globale nel quale molte aziende grafiche italiane operano, attraverso la presenza di uffici o partner commerciali, le obbliga a confrontarsi non soltanto con la legislazione locale (italiana ed europea) ma con quella di altri Paesi come ad esempio USA, Cina e Russia.
Una figura di riferimento
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In questo contesto, per operare scelte corrette e garantire il rispetto della normativa, sia cogente sia volontaria, negli ultimi anni all’interno delle aziende si è affermata la figura del “manager ambientale” che nel tempo, per ovvie ragioni di simmetria e correlazione dei requisiti si è evoluta con l’aggiunta delle competenze su “salute e sicurezza”. Figura professionale che, a differenza di quanto previsto esclusivamente in ambito di salute e sicurezza, con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), non era regolamentata e perciò non prevedeva un chiaro percorso formativo e tantomeno competenze di base ufficiali. Solo recentemente, con
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Ambiente e salute e sicurezza dei lavoratori sono le competenze del “manager ambientale” o HSE manager, (acronimo di Health, Safety, Environmental) che di recente, con la stesura della norma UNI 11720:2018, ha visto riconosciuta la propria validità di figura professionale. la stesura della norma UNI 11720:2018, il “manager ambientale e di salute e sicurezza” ha visto riconosciuta la propria validità e centralità nella gestione dei relativi ambiti di competenza. Includere nel proprio organico un HSE Manager non è obbligatorio per nessun tipo di azienda, la norma cogente non lo prevede: ma è ormai divenuto una figura che raccoglie su di sé aspetti multidisciplinari legati alle tematiche ambientali e di salute e sicurezza. L’HSE Manager non si limita a svolgere tutte quelle attività finalizzate al raggiungimento della sola conformità normativa in relazione ad ambiente, salute e sicurezza, ma è chiamato anche a contribuire a operare un cambiamento culturale e ad adottare un approccio strategico e operativo a tutti i livelli aziendali volto a un costante miglioramento in termini di prevenzione e di >> protezione negli ambiti sopra citati.
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Competenze e passione per la sostenibilità
Luca Cassani, Corporate Sustainabilty Manager di Epson Italia.
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Di cosa si occupa il Corporate Sustainabilty Manager, in particolare per un’azienda come Epson? Il ruolo di Corporate Sustainabilty Manager, che ricopro da diversi anni, prevede un’attività di comunicazione interna con l’obiettivo di sensibilizzare i colleghi e renderli più consapevoli e collaborativi verso un modo di pensare e agire responsabile ed etico. Questo è possibile grazie ad attività formative, quali webinar ed e-learning, ma anche con iniziativeevento come le attività di piantumazione sviluppate per compensare l’impatto ambientale delle nostre attività. Tengo a sottolineare, inoltre, che è importante tenere presente che il termine “sostenibilità” non fa riferimento solamente alla tutela dell’ambiente, ma anche ad aspetti sociali e di governance; si collega inoltre agli SDGs (Obiettivi di sviluppo sostenibile), i 17 obiettivi definiti dalle Nazioni Unite che Epson si impegna a perseguire. Non solo: l’azienda ha appena rinnovato l’Environmental Vision 2050 e prevede
di raggiungere la sostenibilità e di contribuire in modo positivo alle comunità in cui opera, impegnandosi entro il 2050 a diventare carbon negative e a non utilizzare più risorse naturali non rinnovabili. Quale percorso professionale l’ha portata a intraprendere questa carriera? Devo dire che è stato un percorso lineare: inizialmente ero responsabile del sistema di gestione qualità, successivamente visto il mio interesse verso la sostenibilità, dapprima nell’ambito ambientale, poi in quello sociale e governance, nel 2001 sono approdato al settore della Certificazione del sistema di gestione ambientale (SGA) e da lì il passaggio a gestire l’area CSR è stato naturale. Dal punto di vista della formazione, il suo ruolo richiede un continuo aggiornamento: quali sono le qualifiche indispensabili e quelle volontarie da acquisire? Più che qualifiche parlerei di soft skill: “sostenibilità” significa elevata dose di buon senso, tanta curiosità e volontà di ricercare
modalità alternative nell’organizzare le attività e i processi (valutandone l’impatto nel loro complesso, non solamente per una singola parte o fase: è importante avere sempre presente una visione il più possibile completa), oltre a fare rete con i colleghi. Inoltre, dal punto di vista della formazione oggi ci sono molteplici indirizzi di studio legati alla sostenibilità, quelli orientati alla chimica e alla finanza, ma anche i master consentono una conoscenza a 360 gradi sulla sostenibilità. Occuparsi di ambiente in azienda implica anche un’attitudine e una passione personali per questi temi? Sono dell’idea che se il talento professionale è legato anche alla passione personale, si ottengono maggiori vantaggi: dall’essere più soddisfatti alla sensazione che il tempo passi più velocemente durante l’orario di lavoro. Sicuramente questi valori non sono percepiti in ugual misura da tutti i CSR Manager, ma alla base per ognuno di loro rimane il denominatore comune dell’attitudine personale.
Quali sono gli obiettivi raggiunti in azienda e quali quelli che ha pianificato nel breve medio termine? Gli obiettivi raggiunti abbracciano diversi target, da quelli più circoscritti e interni all’azienda come la sensibilizzazione dei colleghi verso comportamenti attenti e responsabili, fino a quelli più ampi come il riconoscimento ottenuto da RBA (Responsible Business Alliance) per l’elevato standard di Responsabilità sociale d'impresa di Epson. E poi ci sono gli obiettivi aziendali per il quale siamo tutti impegnati, come l’Environmental Vision 2050 che comprende la riduzione dell’impatto ambientale di prodotti e servizi anche nelle catene di fornitura, il raggiungimento della sostenibilità in un'economia circolare e il far progredire l'industria attraverso un'innovazione creativa e "open", oltre a contribuire alle iniziative ambientali internazionali. Per quanto riguarda invece gli obiettivi a breve medio termine, l’idea è avviare un network collaborativo anche con aziende di altri settori – clienti e prospect – per unire le forze in materia di sostenibilità e creare valore aggiunto nella catena. Tutto questo dimostra quanto la sostenibilità sia parte integrante del business per tutte le aziende.
Competenza Comunicazione Passione Curiosità Ricerca
Da responsabile del sistema di gestione qualità in Epson e, visto il suo interesse verso la sostenibilità, dapprima nell’ambito ambientale, poi in quello sociale e governance, Luca Cassani dal 2001 si è occupato della Certificazione del sistema di gestione ambientale (SGA). Da lì il passaggio alla gestione dell’area CSR è stato naturale.
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Inoltre, per svolgere questa professione è fondamentale essere costantemente aggiornati, attraverso corsi di aggiornamento specifici o semplicemente restando informati per stare al passo con i diversi step di evoluzione degli standard normativi.
L’HSE è una delle figure emergenti nella gestione aziendale contemporanea, in quanto responsabile delle problematiche ambientali dell’impresa e in grado di guidarla tra obblighi, adempimenti, opportunità e rischi indicati dalle normative. >>
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Il percorso formativo Per raggiungere la qualifica di HSE Manager non è richiesto un particolare iter formativo: la stessa Norma UNI 11720 prevede dal diploma alla laurea specialistica senza indicazioni specifiche. Alla base c’è sicuramente la padronanza della normativa ambientale e di salute e sicurezza vigente (D.Lgs. 152/06 e D.Lgs 81/08 e rispettive s.m.e.i.) ma anche di quella volontaria come le Norme ISO 14001 e 45001. Un buon punto di partenza per quanto riguarda la formazione sono sicuramente un diploma scientifico o tecnico, seguito da una laurea sempre a indirizzo tecnico, come Ingegneria Meccanica o Elettrotecnica o Gestionale o dell’Ambiente e del Territorio. A queste competenze si aggiunge la conoscenza di tutti quegli standard e quelle metodologie volte a valutare le prestazioni ambientali e di salute e sicurezza di un’organizzazione. Per aggiungere un’eventuale specializzazione sono numerosi i master o i corsi di formazione disponibili, come Il Master di I livello in “Tecnici della sicurezza sul lavoro – HSE Manager Esperto” dell’Università Mercatorum (università telematica delle Camere di Commercio italiane), il Master in “HSE Manager Responsabili Ambientali” di TuttoAmbiente e il Master in “Sistemi di Gestione Integrati Qualità, Ambiente, Energia e Sicurezza” di ISTUM (Istituto di Studi di Management), oppure l’attestato “HSE Manager” dell’Università degli studi di Genova e “HSE Manager – responsabilità, poteri, strumenti a tutela per le funzioni manageriali in Health, Safety and Environment” di Bureau Veritas, per citarne alcuni che si trovano facilmente in rete.
Resta inteso che avere una competenza dei processi e delle tecnologie di stampa risulta di grande aiuto per chi desidera intraprendere la carriera di HSE manager nell’industria grafica e cartotecnica.
Incarichi dell’HSE Il candidato al ruolo di HSE Manager deve avere anche una serie di quelle che sono definite soft skill come competenze gestionali, relazionali, di leadership e di coordinamento che gli consentano di avere la flessibilità necessaria a operare in contesti articolati e interdisciplinari.
I principali compiti dell’HSE Manager, così come individuati dalla norma UNI, sono diversi ed eterogenei. Tra le principali funzioni, a livello strategico, troviamo il supporto all’alta direzione nella valutazione degli effetti, intesi come rischi e opportunità, delle varie possibili scelte di business. Si occupa, inoltre, dell’implementazione del sistema di gestione integrato sicurezza, qualità, ambiente ed etica e della formulazione di un piano di prevenzione e controllo economico per un corretto investimento nelle azioni di miglioramento e di riduzione dei rischi. È di competenza di questa figura dalla stesura di una procedura alla formazione dei lavoratori; dall’analisi dei rischi per la salute e sicurezza di un processo o di un prodotto alla quantificazione dell’impronta ecologica dell’azienda o di un singolo prodotto fino allo stanziamento delle risorse necessarie al mantenimento della conformità normativa. Spetta all’HSE manager la diffusione della cultura della sicurezza e gestione dei conflitti, lo sviluppo del benessere organizzativo aziendale e la gestione delle situazioni di emergenza. Per questo deve essere in grado di rapportarsi con le varie figure di riferimento, interne ed esterne all’azienda, coordinandone le attività al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. L’HSE Manager è una professione sempre più richiesta e sempre più centrale per il raggiungimento degli obiettivi e per il successo di tutte le aziende, comprese quelle del comparto grafico, che desiderano essere competitive sul piano nazionale e internazionale.
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di voler continuare a ridurre l’impronta di carbonio La sostenibilità, come concetto teso a evitare l’imdell’azienda. E per farlo, sono disposti a pagare un poverimento delle risorse naturali, è nota da diverso prezzo più elevato. Quanto? Leggi il nostro whitepatempo ma per via della crisi climatica ha acquisito per per scoprirlo. maggiore rilevanza nel corso dell’ultimo decennio. Riteniamo che questo whitepaper ti dimostrerà che la In un settore che dipende moltissimo dalle risorse sostenibilità non è una moda, il capriccio del momento naturali, è diventato ancor più importante concenche fa effetto in una relazione annuale, ma uno sviluptrarsi sul conseguimento degli obiettivi in materia di po vitale per le nostre risorse naturali e anche, molto sostenibilità. gradito, per la continua redditività del settore. Non c’è un modo univoco per riuscirci, e per scoprire cosa pensano della sostenibilità i membri del setQuanto è importante ridurre l’impronta di carbonio tore della carta e della tua azienda? della stampa, e quali sono le loro azioni sostenibili, nella prima metà Stampatore Rivenditore Brand Owner del 2020 abbiamo messo a punto uno specifico questionario. Per iniziare, la domanda più cruciale di tutte: cosa pensano que72 % estremamente/ 100 % estremamente/ 74 % estremamente/ sti rappresentanti molto molto molto del settore in me28 % moderatamente 16 % moderatamente rito all’importanza 11 % poco della sostenibilità in generale? Considerato che si tratta di Scarica gratuitamente il whitepaper all’indirizzo uno dei modi principali per garantire una produzione https://qrco.de/whitepapersustainability oppure sostenibile, abbiamo chiesto quanto è importante scansiona questo codice QR con il tuo smartphone: per la loro azienda ridurre le emissioni di carbonio. La risposta è stata sorprendente: nessuno di loro ha dichiarato che “non è importante”, e l’83% ha affermato che è molto o estremamente importante. Analizzando le tre categorie di rispondenti – stampatori, rivenditori e brand owner – è subito chiaro un aspetto: all’unanimità, i brand owner hanno detto
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Sostenibilità La rivoluzione verde? È anche agevolata di Francesca Sassoli
Finalmente, la parola sostenibilità ha preso il giusto ruolo nei processi produttivi e in programmi concreti che mirano a un connubio sempre più stretto fra crescita economica e rispetto dell’ambiente. Una conditio sine qua non certo non dettata da una visione lungimirante di legislatori e imprese, ma da una necessità: se non si applicano stretti protocolli di salvaguardia ambientale, non ci saranno nel futuro i presupposti per fare impresa mantenendo gli standard attuali.
La rivoluzione verde non si può, ma si deve attuare in ogni ambito e con sforzi proporzionati alle responsabilità dei singoli, delle istituzioni e delle imprese nei confronti dell’ambiente. L’approccio attuale è cambiato e da global è diventato glocal, ovvero un mix sapiente fra apertura ai mercati internazionali e attenzione al territorio in cui si opera.
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Le imprese, quindi, diventano sempre più responsabili e iniziano a domandarsi su quali aspetti sui quali operare sostanziali cambiamenti in modo da unirsi alle fila delle imprese che questo passo l’hanno già compiuto, andando a conquistare una fetta interessante del proprio mercato di riferimento. Analisi rivelano, infatti, come le nuove generazioni siano attente alle tematiche green e come scelgano prodotti e servizi ecologicamente e socialmente responsabili.
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Crescono le misure agevolative per chi produce in modo sostenibile, efficienta l’energia e sceglie la sostenibilità. Il finanziamento agevolato copre fino al 90% dell’investimento, di cui il 20% a fondo perduto e la sua dotazione è di 219 milioni di euro. Tante le opportunità offerte dai bandi nazionali ed europei, sempre più incentrati sull’innovazione e la sostenibilità. Quanto costa a un imprenditore convertire la propria produzione per renderla sempre più sostenibile? Inizialmente si vedeva solo un costo e non un effettivo ritorno economico: diventare virtuosi poteva sicuramente posizionare meglio un’azienda, ma era un concetto troppo astratto rispetto a investimenti reputati non strettamente necessari e lontani dal core business. Ci sono stati sviluppi positivi e, a oggi, esistono importanti agevolazioni che possono aiutare un’impresa a cambiare idea. Il nuovo paradigma vede la transizione 4.0 – che traghetta le imprese verso la digitalizzazione e l’utilizzo di macchine intelligenti – sposarsi con i temi della sostenibilità. Un nuovo macchinario che può es-
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sere agevolato con il Credito d’Imposta Beni Strumentali 4.0, ad esempio, grazie all’interconnessione e alla telemanutenzione controllerà e doserà l’utilizzo delle risorse idriche o eviterà dispersioni energetiche, aumentando la sostenibilità aziendale. I macchinari 4.0, infatti, devono rispondere ad alcuni parametri che non solo migliorano le performance, ma che aiutano concretamente a gestire l’impiego delle risorse. Una macchina intelligente “parla” con il resto della fabbrica, ricevendo e dando informazioni utili anche per operare concretamente sull’impatto ambientale. Chi oggi investe in un macchinario 4.0, quindi, non solo recupera una consistente parte del costo sostenuto (le aliquote - che nel 2020 andavano dal 20 al 40% - sono salite al 50% nel 2021, mentre per il Mezzogiorno sono previste misure ancora più favorevoli), ma sta già sostenendo una transizione green.
I finanziamenti a sostegno della ricerca e sviluppo La stessa chiave di lettura la si può trovare nei Crediti d’Imposta relativi alla Ricerca & Sviluppo, all’Innovazione Tecnologica e alle Attività di Design e Ideazione Estetica: le aziende che studiano soluzioni tecnologicamente avanzate per digitalizzare l’impresa, nuovi materiali biodegradabili, sostanze chimiche che possono essere riassimilate nei processi produttivi, la riduzione dei propri rifiuti, possono usufruire di queste misure agevolative. Esiste poi un finanziamento a sostegno di progetti di R&S nell’ambito dell’Economia Circolare: è volto a favorire la transizione delle attività produttive verso un’economia finalizzata alla riconversione. I progetti realizzati – da una singola azienda, da un consorzio o da una rete d’impresa – devono avere come oggetto innovazioni eco-compatibili per il trattamento o la trasformazione dei rifiuti, compreso il riuso dei materiali, il riciclo degli scarti alimentari, l’uso razionale dell’acqua e la sua sanificazione, strumenti per aumentare la vita dei prodotti e del ciclo produttivo, sperimentazione di packaging intelligente, metodi per il recupero e il riciclo di materiali piccoli e leggeri. Il finanziamento agevolato copre fino al 90% dell’investimento, di cui il 20% a fondo perduto e la sua dotazione è di 219 milioni di euro. Tante le opportunità offerte dai bandi nazionali ed europei, sempre più incentrati sull’innovazione e la sostenibilità. Occasioni da sfruttare, progetti da mettere a terra per affrontare le sfide future con il giusto approccio.
Come scegliere di diventare una Società Benefit Si chiamano così le imprese che decidono di integrare
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L’Italia è stata fra i Paesi pionieri, almeno dal punto di vista legislativo: Società Benefit è, infatti, una nuova forma giuridica, nata nel 2010 negli USA come Benefit Corporation e introdotta nell’ordinamento italiano nel 2016.
nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, la missione di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera.
Katiuscia Terrazzani, Managing Director di Ayming Italia Srl SB.
Essere una Società Benefit significa entrare a far parte di una cerchia di imprese, sempre più ampia, che si pone standard ambiziosi su politiche di sostenibilità e parità che garantiscano il coinvolgimento dei dipendenti, misurazione dell’impatto generato dall’azienda, soprattutto in riferimento alle emissioni di CO2, azioni collettive di volontariato e politiche di trasparenza finanziaria. Consolidare i propri valori e presentarsi agli stakeholder con contenuti forti, differenzia in modo sostanziale un’impresa, anche quando si tratta di attrarre nuovi talenti: “Condividere gli stessi valori sulla sostenibilità ci porta a posizionarci in modo totalmente diverso nel panorama della consulenza - spiega Katiuscia Terrazzani, Managing Director di Ayming Italia Srl SB (dove SB sta proprio per Società Benefit) multinazionale di consulenza presente in 15 Paesi, specializzata in finanza agevolata, property tax, fiscalità e compliance – i giovani che vengono a lavorare da noi ci scelgono, per l’approccio dinamico, operativo e di grande cura che riserviamo ai nostri clienti, ma anche per l’attenzione che poniamo all’individuo come professionista e come persona, per le azioni che ogni giorno mettiamo in campo per impattare meno sull’ambiente, per la trasparenza della nostra governance, come anche per le relazioni virtuose con clienti, partner e fornitori che coltiviamo continuamente. Essere trasparenti, socialmente coinvolti in uno sviluppo che mette al centro le persone e l’ambiente che le circonda – prosegue Katiuscia – ci rende un team coeso, resiliente e aperto al cambiamento. Un approccio che piace anche alle aziende che, insieme a noi, crescono in innovazione, competenza e capacità di essere sempre più green”. A riprova di come la svolta verde stia cambiando gli scenari finanziari globali ci pensa Black Rock. Recentemente il colosso dell’asset management con sede a New York ha annunciato la sua intenzione di investire nelle energie rinnovabili: ha raccolto 4,8 miliardi di dollari da destinare a un nuovo fondo per le risorse solari e eoliche negli Stati Uniti, in Asia e in Europa. E quando i grandi si muovono, i tempi sono maturati. Contenuto redatto da Ayming Italia Srl SB
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B Corp
Un nuovo modello di
sostenibilità che piace alle aziende grafiche di Achille Perego
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Di fronte alle sfide per la sostenibilità del pianeta lanciate dall’Agenda Onu 2030 e di cui la pandemia ha richiamato la drammatica urgenza, nonché allo straordinario successo sui mercati finanziari di green bond e social bond, la vecchia convinzione secondo cui sostenibilità e ruolo sociale siano per le aziende soltanto lussi – o elementi di marketing – sta andando rapidamente in soffitta. In questo contesto emerge il nuovo status delle Società Benefit. Se l’azienda tipica dell’economia capitalistica ha come unico obiettivo il profitto, e di conseguenza la distribuzione di dividendi agli azionisti, la società benefit non lo rinnega ma vi affianca un altro obiettivo di fondo – determinare un impatto positivo sulla società e sulla biosfera – inserendolo nello statuto sociale. È un modello culturalmente innovativo che sta attirando l’interesse di migliaia di imprese italiane – comprese quelle del settore grafico – anche in virtù del lavoro di sensibilizzazione culturale svolto da Assobenefit (www.assobenefit.org) , l’associazione che coordina la rete delle Società Benefit, presieduta da Mauro Del Barba. Lo status di Società Benefit non porta alcun vantaggio fiscale, né consente di accedere a una maggiore flessibilità delle regole sul lavoro. D’altro canto, non determina per le aziende che lo adottano
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Esiste una via italiana al “capitalismo sostenibile” che sta diventando un modello di riferimento a livello internazionale. Protagoniste di questa rivoluzione, che va oltre la più generale e crescente attenzione all’ecosostenibilità, dalle materie prime ai processi produttivi, dall’uso di energie rinnovabili all’economia circolare, sono le Società Benefit e le B Corp.
obblighi particolarmente rilevanti di conformità e di governance. La legge italiana prevede come vincolo per le Società Benefit: nominare un responsabile dell’impatto, che deve assicurare che l’azienda persegua anche gli obiettivi (dichiarati) di utilità sociale e pubblicare annualmente una relazione d'impatto in cui sono misurati, tramite uno strumento di valutazione esterna, i risultati raggiunti verso il perseguimento degli obiettivi di Beneficio Comune scritti nello Statuto dell'azienda. Per fregiarsi del titolo di B Corp, invece, è necessario
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oltre 3.800 più di 140.000
le B Corp certificate nel mondo
in 80 paesi e 150 settori utilizzano gli strumenti di B Corp
ottenere la certificazione di un ente terzo, il B Lab. Del resto, dietro la scelta delle aziende e del mondo della finanza di presentarsi sul mercato sottolineando l’adesione a comportamenti etici, sociali e ambientali (quelli per intenderci indicati dalle buone performance ESG dell’Onu) a volte si nascondono strategie di marketing. Il cosiddetto green washing. Se è vero che in futuro le “aziende saranno sostenibili o non saranno”, quindi, quelle che lo sono davvero sono le B Corp e le Società Benefit o Benefit Corporation. Prima in Italia a essere B Corp, country partner di B Lab e una delle aziende fondatrici del movimento B Corp in Europa, è stata Nativa. Fondata nel 2012 e guidata da Paolo Di Cesare ed Eric Ezechieli, sedi da Roma a Milano e una trentina di dipendenti (“Una rete di persone costruita attorno a noi”), Nativa aiuta le aziende, con la sua consulenza a 360 gradi, a essere davvero sostenibili e non a caso ha anche collaborato con il Senato per l’introduzione nel 2016 della legge sulle società benefit (prima al mondo dopo quella introdotta negli Stati Uniti) che identifica le società con uno statuto giuridico che prevede il perseguimento di scopi sociali e ambientali oltre al profitto. Nativa, spiegano Di Cesare ed Ezechieli, promuove il movimento B Corp che vede oggi nel mondo oltre 3.800 B Corp certificate e più di 140 mila in 80 Paesi e 150 settori che ne utilizzano gli strumenti (il Benefit Impact Assessment) per misurare e migliorare il proprio profilo di sostenibilità. Attualmente in Italia si contano quasi 120 società B Corp. E più di 500 aziende (tra cui Aboca, Chiesi, Davines, Novamont, Number 1, Illy, Save the Duck, Florim, Danone Italia, Fratelli Carli e Reti) hanno già scelto di modificare il loro status legale da semplici Srl o Spa, acquisendo la qualifica di Società Benefit.
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Valuta Una serie di domande per comprendere cosa serve per costruire un business migliore per i tuoi lavoratori, per la comunità e per l'ambiente.
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L’impresa come “sistema vivente”
Paolo Di Cesare ed Eric Ezechieli, fondatori di Nativa.
Nel nuovo scenario internazionale l’innovazione sarà sempre di più guidata da principi di sostenibilità.
Le tre fasi del B-Corp Assessment
Cinquant’anni fa, ricordano Di Cesare ed Ezechieli, Milton Friedman presentò al mondo la sua dottrina, in base alla quale le imprese socialmente responsabili devono concentrarsi su un unico obiettivo: massimizzare il valore creato per i loro azionisti. Quindi l’imperativo per i manager è quello di concentrarsi esclusivamente su una sola variabile: il profitto. “L’interpretazione monoteista introdotta da Friedman violava però inconsapevolmente le leggi della fisica: nulla può crescere all’infinito in un sistema finito e qualsiasi sistema complesso che massimizzi una singola variabile inevitabilmente accelera fino ad autodistruggersi. Mancavano due variabili fondamentali: le persone e il pianeta. Oggi la società, in particolare le generazioni future, e la biosfera ne pagano il conto”. Così, alcuni imprenditori in diverse parti del mondo hanno deciso di seguire strade non battute, andando oltre il primato degli azionisti e considerando l’impresa un sistema vivente e interdipendente, che prospera se attorno a sé prosperano anche gli altri. E oggi “seguire questo esempio ed evolvere da paradigmi economici ‘estrattivi' a ‘rigenerativi' è probabilmente la più importante sfida nella storia dell’umanità”.
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Le sette aziende grafiche B Corp Crescono le B Corp nel settore della stampa Una sfida raccolta anche dal mondo delle aziende grafiche e cartotecniche. “La crescita del ‘laboratorio italiano’ – aggiungono Ezechieli e Di Cesare – testimonia la grande opportunità che il nostro Paese ha per affermarsi nel nuovo scenario internazionale in cui l’innovazione sarà sempre di più guidata da principi di sostenibilità. Anche nel settore della grafica e della stampa ci sono aziende straordinarie che hanno scelto di integrare questi concetti nei loro modelli di business, contribuendo a migliorare, anche attraverso i loro prodotti, l'impatto delle attività umane sui sistemi naturali”.
L’attenzione ai temi della sostenibilità è andata sempre più crescendo negli anni nel settore della stampa, con una pluralità di azioni che, confermando quanto sia “virtuosa la nostra filiera”, sottolinea il presidente di Assografici Emilio Albertini, hanno riguardato e riguardano materie prime ecocompatibili, processi produttivi con minore impatto ambientale ed emissioni di CO2, utilizzo di energie “verdi” e non da ultimo riduzione degli “scarti” e quindi dell’impatto dei rifiuti di produzione sull’ambiente.
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Scelte adottate a partire dai grandi gruppi del settore, anche per essere conformi, ricorda Andrea Lorato, ex direttore commerciale di Elcograf (Pozzoni) e ora direttore generale del Poligrafici Il Borgo, agli standard di sostenibilità previsti per partecipare alle gare e ottenere le commesse delle multinazionali (si pensi a quella del catalogo Ikea per cui l’azienda svedese, quando ancora lo stampava, aveva premiato proprio Elcograf), sempre più attente proprio al tema della sostenibilità. Ma il movimento delle Società Benefit e B Corp sembra partito più dal basso che dall’alto, vedendo in prima fila le aziende grafiche di minori dimensioni (medio-piccole) e quelle che operano in provincia di Parma che, spiega Paolo Reverberi, titolare dell’omonima Litografia, potrebbe essere considerata la “capitale italiana” delle B Corp. Con grandi aziende diventate Società Benefit come Chiesi e Davines che hanno spinto alle scelte B Corp anche i fornitori. E quindi anche le aziende grafiche e cartotecniche. “Abbiamo deciso di diventare una B Corp – aggiunge Reverberi – perché crediamo fermamente nell’importanza di lasciare un segno nel mondo: non solo attraverso la qualità dei nostri prodotti e servizi, ma anche e soprattutto grazie ai valori che ci guidano da sempre”. Una tappa quasi obbligata, come per le altre imprese grafiche B Corp, di un percorso che aveva visto
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Cavalieri&Amoretti
Cavalieri&Amoretti, oggi parte del gruppo Pusterla 1880, è riconosciuta a livello internazionale come azienda di eccellenza per la progettazione e produzione di scatole tonde, cofanetti di lusso e cartotecnica ad alto valore. I settori di mercato nei quali opera l’azienda di Mezzano Superiore (PR) sono profumeria e cosmetica ma anche distilleria, erboristeria, farmaceutica, gioielleria e alimentare.
Sales
Sales cominciò la produzione di etichette e buste nel 1886 in un piccolo locale di Via Madama Cristina a Torino. Solo negli anni ’50 si trasferì a Rivoli (TO) innovando e differenziando le produzioni, sino a stampare etichette autoadesive in bobina, attività che rappresenta ancora oggi il core business aziendale. Le produzioni cartotecniche, che hanno visto Sales specializzarsi sia nelle shopper/buste e rinforzate a marchio Texso sia inventando e sviluppando la produzione, a partire dal 1997, dei blocchi e ricambi per appunti rinforzati a marchio Rambloc®. Certificata ISO 14001 dal 2002 e FSC dal 2009, oggi, l’azienda si sviluppa su due stabilimenti produttivi e rivolge la sua attenzione particolarmente verso soluzioni ad alto profilo tecnologico e qualitativo, mantenendo come valori guida, il rispetto per le persone e l’ambiente.
Icma Sartorial Paper
Azienda di Mandello del Lario, Icma Sartorial Paper è una B Corp che crea bellezza attraverso l’innovazione, trasformando la carta in modo etico e sostenibile. Produce carte sartoriali per il packaging di lusso. È la prima azienda europea del settore cartario ad abbracciare i valori del nuovo paradigma di business delle B Corp.
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Scatolificio Giampietri
Lo Scatolificio Giampietri dal 1954 è specializzato nella produzione di imballaggi di ogni dimensione e prodotti fustellati. Alla base delle scelte dell’azienda di Collecchio ci sono sempre stati valori come l’integrità, il rispetto per i collaboratori e l’attenzione rivolta alla sostenibilità sia ambientale che sociale oltre che l’attenzione alla qualità e alla cura del prodotto.
Scadif
Scadif Group è una società che a Parola di Fontanellato (Parma) da 40 anni produce e distribuisce imballaggi in cartone ondulato, utilizzati dalle aziende in vari settori: alimentare, farmaceutico e della cosmesi. La tecnologia applicata alle 6 linee di produzione consente di migliorare la qualità del prodotto e di ridurne i costi. La qualità, il rispetto ambientale e l’efficienza sono i punti di forza di Scadif Group.
Arbos
Arbos dal 1988 realizza articoli in carta ecosostenibili e innovativi per la scuola, l’ufficio, il regalo utilizzando esclusivamente materiali riciclati. Propone inoltre alle aziende soluzioni personalizzate per soddisfare le più diverse esigenze di comunicazione. Impegno per l’ambiente, passione per la carta, amore per l’Italia: questo è quello che Arbos, he opera a Solagna in provincia di Vicenza, intende per “la bella cartoleria italiana”.
Litografia Reverberi
Litografia Reverberi di Parma è una B Corp che da oltre 45 anni opera nel mondo della stampa e delle arti grafiche, coniugando la passione artigianale con la qualità dei suoi prodotti, il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente. Dal 2010 certificati FSC a garanzia di un processo di stampa corretto e trasparente, orientato alla salvaguardia delle foreste.
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negli anni ottenere altre certificazione (come FSC) il cui valore aggiunto va oltre il ritorno a livello commerciale. È anche importante presentare questa certificazione per comprovare i nostri valori e la volontà di cambiare l’attuale modello di business, come penso sia per la maggior parte delle piccole e medie aziende italiane. Essere B Corp è un tassello in più per essere anche riconoscibili, in quanto abbiamo notato molto interesse da parte di svariati clienti (stakeholder) riguardo a queste tematiche. Infatti, speriamo di realizzare quell’effetto domino necessario per creare un mondo migliore, nonostante ci sia ancora molta attenzione al prezzo, senza che si indaghi troppo su come viene definito. Tesi condivisa da Domenico Tessera Chiesa, managing director della torinese Sales, pioniera in Italia delle società benefit e prima B Corp nel 2018 del settore grafico. Una scelta conseguente all’impegno sui temi della sostenibilità ambientale perseguito negli anni a cui si è aggiunto quello della ricerca “del benessere dei nostri collaboratori e il supporto alla comunità in cui operiamo”. “Restituendo alla società – aggiunge Gian Luca Cavalieri, amministratore della Cavalieri&Amoretti – qualcosa che la società ci ha dato”. E quindi, come aveva scritto a giugno 2020 la presidente di Icma Sartorial Paper, Silvia Buzzi, spiegando la scelta B Corp: “Lo abbiamo fatto perché siamo convinti che ci aiuterà a essere un partner commerciale migliore. Ma soprattutto perché crediamo nel valore del fare impresa come modo per lasciare ai nostri figli un pianeta migliore, più equo e giusto”.
Come diventare azienda B Corp Anche se rispondono a comportamenti e valori comuni, impressi anche nello statuto aziendale, Società Benefit e B Corp non sono la stessa cosa. La differenza sostanziale è che nel primo caso è la stessa azienda che auto dichiara di essere sostenibile e di operare nel rispetto dell’ambiente, dei dipendenti, della comunità mentre per poter usare il brand e il logo Certified B Corp sui prodotti e in tutte le comunicazioni le società devono sottoporsi all’esame di un ente terzo internazionale: B Lab. Il processo di certificazione utilizza standard comprensibili e trasparenti di performance sociale e ambientale. Sono cinque le categorie che sono oggetto di valutazione: governance, lavoratori, clienti, comunità e ambiente. Si tratta di una delle poche certificazioni che non fa riferimento solo a un prodotto o servizio, ma si applica all’azienda nella sua interezza. Per ottenere la certificazione B Corp – attraverso lo standard B Impact Assessment va dimostrata una performance di almeno 80 punti su 200 – è necessario superare un rigoroso processo di selezione nel corso del quale le aziende sono chiamate a documentare concretamente il loro impatto positivo. Ogni tre anni, poi, la certificazione viene sottoposta a verifica, per poter essere rinnovata.
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ECONOMIA CIRCOLARE • ILPOLIGRAFICO 202 • 21• STAMPARE SOSTENIBILE • ILPOLIGRAFICO 202 • 21•STAM
Riciclo? Non solo
Design sostenibile e modello circolare: ‘product
as a service’
È in arrivo una legislazione vincolante per ridisegnare un mercato unico di prodotti sostenibili, a partire dalla loro progettazione. Si chiama Sustainable Product Initiative e punta a regolare il design del prodotto sin dalla sua fase iniziale.
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Esiste un solo pianeta Terra, eppure da qui al 2050 il mondo consumerà risorse pari a tre pianeti. Si prevede che nei prossimi quarant'anni il consumo complessivo dei materiali raddoppierà, e parallelamente la produzione annuale di rifiuti aumenterà del 70% entro il 2050. Con questo incipit la Commissione Europea ha lanciato una consultazione pubblica (che si conclude l’8 giugno) sul ‘nuovo piano di azione per l’economia circolare’. Il messaggio dell’Unione Europea sembra forte e chiaro. Se fin qui sono stati proposti soprattutto modelli
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volontari per le aziende, per gli acquisti della pubblica amministrazione, per indirizzare le politiche dei Paesi dell’unione in merito ai prodotti in commercio, da oggi si fa sul serio. La sostenibilità dovrà essere incorporata nei processi di sviluppo di tutti i prodotti in uscita nei prossimi 2-3 anni. Questo significa dover avviare al più presto una pianificazione interna per adeguarsi alla normativa. Le parole d’ordine saranno durabilità e riciclabilità, integrate da una serie di altri parametri che tentano di abbracciare la pluralità di aspetti che compon-
gono la produzione e il consumo sostenibili. Sarà data priorità ad alcuni gruppi di prodotti individuati nel contesto delle catene di valore e alcuni di questi ben si combinano con la nostra industry: l'elettronica, gli imballaggi e i tessili tra questi. La Commissione favorirà l'incremento della circolarità nell'industria anche promuovendo l'uso delle tecnologie digitali per la tracciabilità, la rintracciabilità e la mappatura delle risorse, oltre che promuovendo il ricorso alle tecnologie verdi. Parola d’ordine: progettare sostenibile
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MATERIALI• ILPOLIGRAFICO 202 • 21• STAMPARE SOSTENIBILE • ILPOLIGRAFICO 202 • 21•STAMPARE SOSTENIBILE • ILPOLIGRA
Eco-materiali
Supporti
per stampa e packaging,
i nuovi TREND di Alexia Rizzi
Una delle espressioni più comuni quando si parla di stampa “green” e di progettazione di packaging ecosostenibile è “Plastic Free”, che indica l’urgenza di ridurre l’immissione di rifiuti plastici nell’ambiente introducendo l’impiego di supporti per la produzione di stampati, imballaggi o prodotti monouso fabbricati senza l’impiego della plastica. Un processo che richiede innanzitutto un cambiamento culturale e delle abitudini di consumo e sicuramente investimenti importanti in ricerca e sviluppo da parte di tutti gli attori della filiera di produzione dai fornitori di materie prime ai brandowner.
Materiali a base di cellulosa
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L’industria della carta e del cartone gioca un ruolo di primo piano in questo cambiamento sostenendo lo sviluppo di soluzioni alternative ai materiali fossili e l’ottimizzazione dell’impiego di fibre riciclate. Secondo un recente studio di Material Economics, già oggi il 25% dei polimeri di sintesi potrebbe essere facilmente sostituito con carta e cartone senza compromettere la funzionalità del prodotto finale. Ciò significa fornire soluzioni alternative ai molti settori come la comunicazione stampata e l’imballaggio, igiene e benessere, sanità (dispositivi e mascherine), e molti altri con materiali sostenibili, rinnovabili, riciclabili o effettivamente riciclati. I materiali a base di cellulosa potrebbero anche sostituire la grafite utilizzata nelle moderne tecnologie, mentre le bio-raffinerie, che già si stanno affermando, sono in grado di dare impulso a quella che è definita la chimica “green” a base biologica.
Produttori di carta e cartone, start-up e brand owner sono impegnati nello sviluppo di nuovi trattamenti e materiali riciclabili, compostabili, biodegradabili e bio-based per far fronte all’urgenza di ridurre l’immissione di rifiuti plastici nell’ambiente. I produttori di carta e cartone stanno orientando i loro investimenti in ricerca in questa direzione proponendo strategie e prodotti interessanti. Uno dei trend più diffusi è lo sviluppo di trattamenti barrieranti che conferiscono ai supporti cartacei, destinati al packaging o a particolari applicazioni, proprietà come resistenza all’umidità, maggiore capacità di conservare i contenuti o nel caso del cibo e cosmetici ecc. Klabin, il più grande produttore ed esportatore brasiliano di carta da imballaggio, ha lanciato EcoLayer, un materiale per la realizzazione di sacchetti rivestiti con una barriera di resina sostenibile, eliminando così l'uso di film plastico nella sua composizione. Sappi Europe sta lavorando a una nuova tecnologia di rivestimento barriera per imballaggi in carta nel suo stabilimento di Alfeld, in Germania. Kemira, leader globale nelle soluzioni chimiche sostenibili per le industrie, e Danimer Scientific, produttore di materiali biodegradabili, hanno recentemente annunciato una partnership per sviluppare rivestimenti barriera a base acqua biodegradabili per carta e cartone. Arjowiggins ha lanciato Sylvicta una carta barriera in grado di preservare la qualità di alimenti e cosmetici offrendo le stesse performance della plastica ma con un ridotto impatto ambientale. Smurfit Kappa in collaborazione con Signify – produttore di sistemi di illuminazione Led – ha progettato un nuovo sistema di imballaggio integrato utilizzato per trasportare luci UV-C che, oltre a essere plastic-free, offre maggior sicurezza, praticità di utilizzo e ottimizzazione dell’ingombro nello stoccaggio e nel trasporto. Anche i produttori di carte di alta gamma stanno lavorando a progetti analoghi come Gruppo Cordenons che ha lanciato di recente una carta resistente all’umidità disponibile a stock e in formati speciali su richiesta, sempre con l’obiettivo di offrire materiali riciclabili per applicazioni tradizionalmente realizzate con supporti plastici.
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Palm Co., start-up degli Emirati Arabi, trasforma fibre di palma di scarto in supporti per produrre packaging alimentare compostabile. Il processo prevede l’estrazione della fibra dalle foglie delle palme che, mescolata con acqua e lattice, viene poi essiccata e modellata e rivestita con lattice. Il materiale è biodegradabile in circa 90 giorni.
Materiali “Naturally Done” per il packaging
Fibre di palma
Canna da zucchero
Magical Mushroom Company sta ultimando una produzione su larga scala del suo packaging a base di funghi: un’alternativa plastic-free biodegradabile e smaltibile nella raccolta casalinga. Ha dichiarato che il materiale offre le stesse prestazioni e gli stessi costi di produzione del polistirolo. Sarà prodotto anche in Italia.
Funghi
Avocado
Lana di pecora
L’azienda spagnola AIMPLAS ITC Packaging sta lavorando al progetto Guacapack che impiega gli scarti di avocado per sviluppare un packaging biodegradabile inclusivo di etichette barriera e additivi antiossidanti. Per gli avocado impiegati per la produzione di guacamole ad esempio la quantità di scarto può raggiungere anche il 45% del peso totale del frutto. Il progetto intende dare nuova vita a questo rifiuto organico.
La start-up estone Woola produce pluriball compostabile da avanzi di lana di pecora, scartata dalla produzione dei filati: ogni anno in Estonia il 90% della lana, pari a 153 tonnellate, viene gettato nei rifiuti. Le proprietà funzionali di questo materiale assicurano resistenza agli urti, isolamento termico (sia per il caldo che per il freddo) e capacità di trattenere l'umidità e sono perfette per la produzione di imbottiture di protezione.
Nuovi materiali compostabili, biodegradabili e bio-based L'ultimo rapporto di ThePackHub, che indaga le tendenze in ambito di packaging a livello mondiale, ha recentemente pubblicato il Global Packaging Trends Compendium 2021, che comprende oltre 550 innovazioni ed è suddiviso in nove sezioni. Il primo trend individuato è quello definito "Naturally Done", che evidenzia una crescita di attenzione nei confronti della ricerca sui supporti naturali. Lo sviluppo di nuovi materiali è volto a individuare potenziali alternative alla plastica impiegando scarti di produzione di origine naturale per la produzione di imballaggi come la canna da zucchero – la più popolare – ma anche fibra di pomodoro, siero di latte, chitina, bambù, fave di cacao, paglia, alghe, derivati dalla produzione della pasta e molti altri. Nei prossimi anni molti packaging di prodotti distribuiti
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Il brand di beauty americano Each & Every ha lanciato una linea di deodoranti naturali proposti all’interno di una nuova confezione prodotta con canna da zucchero. Utilizzando questa materia prima 100% vegetale e rinnovabile, l’azienda ha ridotto le sue emissioni in quanto la canna da zucchero assorbe CO2 crescendo. Gli imballaggi possono essere smaltiti nella raccolta organica.
in tutto il mondo saranno compostabili, biodegradabili e bio-based. Proponiamo alcuni esempi nei box in alto alcuni dei quali sono ancora in fase di sviluppo e altri sono già stati implementati e sono pronti per affrontare il mercato, magari per step, partendo da nicchie o in abbinamento a specifiche linee di prodotto. Le criticità che deve affrontare questo tipo di ricerca sono prima su tutte la scarsità di fondi destinati alla sperimentazione, in alcuni casi la difficoltà a trovare una soluzione commerciabile e i costi di produzione, spesso maggiori rispetto a quelli dell’analogo materiale realizzato con plastiche tradizionali. Non ultimo la ancora scarsamente diffusa raccolta differenziata dei rifiuti compostabili che crea un problema di fine vita degli imballaggi biodegradabili e, come abbiamo già trattato nell’articolo dedicato alle carte green, il fatto che i materiali compostabili e biodegradabili interferiscono con i flussi di rifiuti di riciclo esistenti.
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Materiali
Tutte le sfumature
“green”
della carta Print buyer, brand e clienti finali sono sempre più esigenti in quanto a caratteristiche ecologiche dei supporti di stampa. Per questo stampatori e converter devono interpretare con precisione le schede tecniche delle carte per individuare i requisiti di riciclabilità, biodegradabilità e compostabilità intesi nella loro precisa accezione.
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Possiamo dire di avere raggiunto l’obiettivo di trasmettere ai nostri interlocutori, siano essi brand owner o consumatori finali, il messaggio per cui la carta è di per sé un materiale sostenibile. Complici i numeri dell’industria del printing che continua a migliorare le proprie prestazioni in termini ambientali, rispondendo ai trend globali orientati alla salvaguardia del pianeta. Un recente studio scientifico, commissionato da Cepi (Confederazione Europea dell’industria cartaria), sull'effetto climatico del settore forestale nell'Unione Europea mostra, infatti, che grazie alle foreste e ai prodotti di origine forestale – come la carta – ogni anno si prelevano 806 milioni di tonnellate di CO2 dall'atmosfera (il 20% delle emissioni annuali dell'UE) portando 3,5 milioni di posti di lavoro, prevalentemente nelle zone rurali. Un ruolo chiave nel diffondere una cultura adeguata in merito a questo tema è svolto anche da campagne internazionali di sensibilizzazione come Two Sides, nata nel 2008 con l’obiettivo di sfatare i falsi miti sulla scarsa eco-sostenibilità del settore della carta e della stampa, e #GreenSource, promossa da Assocarta in collabora-
zione proprio con Cepi, ed EPIS, (Associazione Europea dell’industria della cellulosa e pasta legno). Si tratta di un’iniziativa europea di comunicazione che mette in evidenza il contributo delle industrie della filiera delle fibre forestali – incluso il settore cartario – all'obiettivo 2050 sulla neutralità climatica: queste aziende implementando processi e soluzioni green assicurano che le foreste continuino a crescere, assorbendo CO2 e proteggendo la biodiversità.
Riciclabile, biodegradabile, compostabile… Se il pregiudizio che legava la carta alla deforestazione è ormai sfatato, le problematiche ambientali sempre più urgenti stanno generando da parte di print buyer e brand richieste specifiche in merito alle caratteristiche dei supporti di stampa. Questo rende necessario interpretare con precisione le schede tecniche delle carte per far fronte alle esigenze di riciclabilità, biodegradabilità e compostabilità intese nella loro precisa accezione.
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806 milioni di tonnellate di CO2 3,5 milioni di posti di lavoro 3,5 milioni di tonnellate
prelevate ogni anno dall’atmosfera grazie alle foreste e ai prodotti di origine forestale come la carta
generati grazie a foreste e ai prodotti di origine forestale come la carta
di carta raccolta nel 2019 da destinare al ciclo di produzione di carta riciclata
Cosa si intende esattamente quando una carta o un cartoncino sono definiti riciclabili o recuperabili sotto forma di energia? Significa che le fibre di cui sono composti sono compatibili per l’invio al riciclo e alla generazione di nuovi prodotti, per questo possono – o meglio – dovrebbero essere destinati alla raccolta differenziata per il recupero, tenendo presente che se riutilizzate ripetutamente non rigenerano completamente le loro proprietà, quindi non possono essere riciclate all’infinito, ma solo fino a 7 volte. In alternativa il recupero di energia consiste nell’utilizzo dei rifiuti cartacei come combustibile per produrre energia mediante incenerimento diretto con recupero di calore. La carta è per sua natura un materiale di origine biologica e come tale generalmente degradabile in ambiente, per questo può essere definita biodegradabile. Un materiale viene definito biodegradabile quando batteri, luce solare o altri agenti fisici naturali riescono a scomporlo in composti chimici semplici come l’acqua, l’anidride carbonica e il metano. Questo processo interessa moltissimi materiali ma per ognuno richiede tempi diversi e in alcuni casi anche molto lunghi. La normativa europea UNI EN 13432:2002 fissa in sei mesi il tempo
massimo di degradazione per poter “etichettare” come biodegradabile uno specifico materiale o prodotto. Se un materiale non è solo biodegradabile ma anche disintegrabile in un tempo inferiore ai tre mesi, viene allora definito compostabile, ovvero si trasforma in compost, un concime naturale. Appare ora più chiaro che un materiale compostabile è sempre biodegradabile, mentre non vale il contrario, ovvero un materiale biodegradabile non è sempre vero che sia anche compostabile: la differenza consiste nel tempo. In termini di smaltimento un materiale compostabile va conferito nella raccolta differenziata dell’organico mentre, contrariamente a quanto si possa pensare, quello biodegradabile no: ci si dovrà attenere alle indicazioni di smaltimento previste dal produttore. La carta, ad esempio, è compostabile solo se naturale ovvero non additivata e/o patinata. Una stampa su carta patinata, come una rivista, sarà invece biodegradabile, a patto però di rimuovere le graffette metalliche. Questo però non deve far credere che biodegradare sia meglio di riciclare. In termini di economia circolare è meglio riciclare uno stampato perché si produce nuovamente carta riducendo la necessità di nuove fibre di origine lignea, ovvero si riduce la pressione sulle foreste.
La carta è per sua natura un materiale di origine biologica e, come tale, generalmente degradabile in ambiente, per questo può essere definita biodegradabile e compostabile. 51
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Definizione di Pre e Post-consumer Il riferimento per la definizione di contenuto di riciclato è la norma ISO 14021, che specifica:
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Gli inchiostri Ricoh sono certificati “UL Greenguard Gold”, il massimo riconoscimento disponibile in ambito green: sono inodore e non richiedono sistemi di areazione durante il processo di stampa. Inoltre, gli inchiostri Ricoh sono ideali per essere utilizzati per applicazioni destinate a strutture come ospedali e scuole e, più in generale, per l’ambito dell’interior decoration.
Contenuto di riciclato Pre-Consumo (Post-Produzione): è la quantità totale per unità di peso che deriva da fonti industriali esterne perché materiale deviato dal flusso dei rifiuti durante il processo di fabbricazione. Non comprende il riciclo dei materiali di scarto effettuato in sito e non comprende i materiali derivati dalla rilavorazione, rigranulazione oppure ritagli generati in un processo e in grado di essere riutilizzati all’interno dello stesso. Contenuto di riciclato Post-Consumo: è la quantità totale per unità di peso che deriva da prodotti precedentemente utilizzati dai consumatori, quali famiglie o spazi commerciali, industriali e istituzionali nel loro ruolo di utilizzatori finali del prodotto, che non può più essere utilizzato per il suo scopo.
sembra impattare meno in termini di CO2, la produzione di carta riciclata impiega una quantità decisamente inferiore d’acqua e di sostanze chimiche. Ne consegue che, al netto di requisiti estetici e funzionali – da valutare per ogni singola applicazione – l’approccio virtuoso sta nel mezzo e deve tenere ben presente che la fibra riciclata non esisterebbe se la fibra vergine non fosse prodotta, trasformata e inserita nel sistema di riciclo una volta terminato il proprio ciclo di vita.
Cosa chiedono i print buyer? Fibra vergine o riciclata?
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Un'altra definizione che si lega alla produzione di carta e cartone è quella di “economia circolare”, facendo riferimento al relativo processo che si “auto rigenera” grazie alle caratteristiche sopra elencate di questi materiali. [Dati interessanti in merito si trovano sul numero 201 de Il Poligrafico a pag. 20]. Dunque a partire dalla materia prima legnosa, le cartiere realizzano prodotti in fibra vergine che, in seguito, l’industria del printing e cartotecnica trasforma in applicazioni stampate e packaging: questi ultimi vengono immessi sul mercato, acquistati dai consumatori e a fine vita diventano rifiuto. Dal Rapporto Annuale Comieco sulla raccolta differenziata e riciclo di carta e cartone in Italia emerge che nel 2019 il materiale cartaceo recuperato ha superato la quota di 3,5 milioni di tonnellate differenziate da immettere nuovamente nel ciclo di produzione di carta riciclata per generare nuovi prodotti, chiudendo così il loop della circolarità. Queste considerazioni, oggi ormai date per scontate, ci aiutano a tenere presente che fibre vergini e fibre riciclate fanno parte di un unico sistema con un proprio equilibrio. Quale carta consigliare dunque ai clienti che vogliono sposare la causa della salvaguardia del pianeta, considerando che i trend attuali vedono una rincorsa alle carte naturali e riciclate in particolare con un elevato contenuto di fibre riciclate post-consumer? Se da una parte la produzione di carte da fibra vergine
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Sfridi di carta di pregio tinta in pasta prodotta nello stabilimento di Cordenons.
In generale c’è molta attenzione da parte di print buyer e brand owner nel valutare con sempre maggiore consapevolezza che i supporti scelti per i propri stampati rispondano a requisiti quali: realizzati utilizzando materie prime provenienti da fonti controllate, rinnovabili e prodotte/ricavate rispettando i diritti dei lavoratori. Questa tendenza è motivata dal voler dimostrare ai clienti finali che le politiche dei brand siano integralmente orientate al rispetto dell’ambiente e della sostenibilità a partire dalla produzione di packaging, shopper, cartellini e di
A causa della pandemia i prezzi della cellulosa vergine sono aumentati dal 20% al 25% (marzo 2021).
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tutti i markteting tool che associano ai propri prodotti. E lo fanno non solo selezionando componenti ecosostenibili, ma andandone a valutare le credenziali prendendo in esame l’intero processo di approvvigionamento in modo preciso, ragionato e in linea con le best practice dettate dagli standard delle certificazioni ambientali. In particolare, sfatato il mito che vedeva relegate le carte riciclate nella categoria di carte povere e con poco appeal estetico, oggi il trend propende quasi per l’opposto. Non solo le industrie degli imballaggi in cartone, dei quotidiani e dei beni di largo consumo, anche i brand dei diversi settori del lusso hanno incrementato la richiesta di carta prodotta con fibre riciclate, possibilmente al 100% e con una percentuale considerevole di PCW (post-consumer waste) per realizzare i loro progetti di comunicazione e di packaging. Complici di questa tendenza sono i reparti marketing e R&D delle cartiere che lavorano per mettere a punto prodotti in grado di coniugare un’estetica di alto livello con l’ecosostenibilità, includendo nella formulazione delle carte un’elevata percentuale di fibre riciclate. Tuttavia sono molteplici e non ancora del tutto noti gli aspetti da valutare per definire l’effettivo impatto sulla filiera e sull’ambiente del reperimento e del trattamento delle fibre riciclate post-consumer da destinare alla produzione di carte di qualità.
Carta riciclata: parliamo di prestazioni Un altro elemento da considerare sono le prestazioni in termini di apparenza, consistenza e stampabilità che variano in base al fatto che si tratti di carte prodotte con fibre di cellulosa vergine, con riciclate generiche fino al 100%, con percentuale variabile di fibre riciclate pre
Il progetto del logo del riciclo, ormai riconosciuto globalmente, non è stato progettato da un grafico, ma è opera del giovane studente di ingegneria Gary Anderson: lo ha inventato nel 1971 partecipando a un concorso indetto dalla Container Corporation of America. Lo scopo era creare un simbolo che incoraggiasse il recupero della carta: per disegnare le tre frecce con gli angoli piegati come fogli, prese ispirazione proprio dalla visita a una cartiera fatta da bambino. Anderson vinse il concorso aggiudicandosi 2000 dollari, ma poi se ne dimenticò fino a che non lo vide, parecchi anni dopo, riprodotto su un enorme bidone giallo a forma di igloo all’aeroporto di Amsterdam.
e post-consumer, dove queste ultime possono spaziare ad esempio dal 30, 40 o 50%, fino a un contenuto di fibre post-consumer superiore al 50%. Innanzitutto, anche quando si tratta di carte di alta gamma ottenute con un quantitativo considerevole di riciclato, da un lotto di produzione a un altro dello stesso prodotto il colore può subire alcune variazioni. Sempre riferendoci alla differenza di percentuale di riciclato contenuto nella carta, può cambiare in proporzione il rapporto tra spessore e grammatura della carta stessa. In termini di performance in stampa e converting, la quantità e la tipologia di riciclato impiegato influisce sulla resistenza alla piega, sulla porosità e sul punto di bianco che a sua volta influenza la brillantezza del colore riprodotto sul supporto cartaceo. Tutti parametri quantificabili con precisione attraverso analisi di laboratorio o con test di stampa da effettuare sulla carta prima di procedere con la produzione. In questo modo sarà possibile coniugare tutti i valori di ecosostenibilità di una carta o di un cartoncino prodotti con fibre riciclate con il massimo risultato ottenibile in termini di applicazioni stampate. Una scheda tratta dal visual book di Natural Evolution, dove è contenuta anche la versione Natural Green Evolution, una delle nuove carte di alta gamma 100% riciclate di Gruppo Cordenons.
Recyco, la premium white paper 100% riciclata di Gruppo Cordenons.
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Il pianeta, la stampa e sentirsi a casa Ora che si intravvede un concreto spiraglio di ripresa e di allentamento delle restrizioni, ci domandiamo come sarà tornare a lavorare, a stringerci la mano e a stampare come prima. Cosa ci è mancato? Quanto siamo cambiati? “Il futuro della stampa è la stampa” ha annunciato nella più recente delle sue leggendarie profezie il professor Frank Romano che, collegato in video conferenza al di là dall’Oceano in occasione di virtual drupa, ha mostrato una torta con tante fette colorate, ognuna delle quali indica i volumi delle molteplici applicazioni in cui è frazionato oggi il mercato del printing. Siamo felici di questo. Ma non perché significa che non è cambiato nulla. Invece, è cambiato tutto, ciò nonostante continueremo a stampare. Siamo cambiati noi. In questi lunghi mesi di pandemia le nostre abitudini sono state forzatamente stravolte. Ci siamo trovati a interrogarci sul valore delle piccole azioni quotidiane che erano ormai date per scontate. Ad esempio sentire il rassicurante rumore delle macchine come sottofondo della frenesia lavorativa: andare dai clienti, ricevere i fornitori e poi la sera controllare che le luci fossero spente prima di andare a prendere un aperitivo, magari con il nostro grafico che ci raccontava il suo ultimo progetto di una nuova campagna per un brand. “Che stress!” avremmo detto solo un anno e mezzo fa. “Finalmente!”, sospiriamo oggi.
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di Alexia Rizzi
Ho fatto questa riflessione quando una sera, facendo scorrere la cronologia di Facebook, ho notato che un imprenditore grafico aveva postato un video sulla sua pagina personale in cui ha ripreso con lo smartphone una delle sue macchine da stampa che girava a pieno regime. Il commento era “si riparte!”. Oggi non è scontato essere qui, vedere questo piccolo miracolo e provare una gioia liberatoria, solo apparentemente ingenua. Adesso anche una frase banale o assurda come “il futuro della stampa è la stampa” non lo è affatto. Perché in attesa che facesse giorno in una delle notti più scure della nostra vita collettiva, illuminata soltanto dagli schermi dell’ennesima conference-call, nessuna tecnologia del futuro si è portata via la stampa. È cambiato tutto, si stamperanno cose diverse, magari in modo diverso, sicuramente dovremo rivedere i nostri piani e le nostre priorità ma abbiamo tutti molta voglia di ripristinare una parte di fisicità, dandole il giusto peso. Ce lo ha insegnato questa drupa 2021 che ricorderemo come epocale, virtual drupa, appunto: pur avendo registrato numeri da record di visitatori online, non ha avuto successo dal punto di vista del matching. Il motivo?
Abbiamo bisogno di guardarci negli occhi, stringere mani, scambiare biglietti da visita, perderci tra gli stand sorprendendoci nel trovare quella particolare strana tecnologia di cui non avevamo ancora sentito parlare e che per la prima volta scopriamo e vediamo dal vivo. Abbiamo voglia di sentire il brusio del vociare nei padiglioni, del mettifoglio che inizia a smazzare pile di carta “imboccando” macchine di tutti formati, perché il profumo di inchiostro ci fa sentire a casa. Sì, casa! Per me casa è scrivere di stampa e vedere stampati sulla rivista racconti e resoconti di stampa. Abbiamo avuto nostalgia di questo nostro mondo, certamente imperfetto, ma che d’ora in poi tratteremo con maggiore cura. Cura è la parola nuova, che leggerete tra le righe anche nei prossimi numeri. Con questa edizione siamo partiti dal pianeta e lo abbiamo fatto scattando a tratti una fotografia più ampia, proponendovi da un parte di guardare le vostre aziende non solo come inserite nella nostra filiera, ma in generale come parte di un macrocosmo produttivo che ha bisogno di confrontarsi con le urgenze dell’emergenza ambientale e di assumere una dimensione di business sempre più sostenibile. D’altra parte abbiamo messo a fuoco dettagli pratici: gli aggiornamenti delle certificazioni ambientali per quanto riguarda imprese e prodotti grafici, la gestione dei rifiuti delle aziende di stampa, carte e materiali green. Non tralasciando di dare spazio ai vendor e alle loro variegate proposte per rendere sempre più eco-friendly ogni step del flusso produttivo. Perché se la stampa ci fa sentire a casa, la Terra è la nostra casa, quella delle nostre aziende, delle nostre famiglie e delle nostre relazioni. E, per dirla alla Frank Romano, desideriamo che il futuro del nostro pianeta sia il nostro pianeta!
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Sostenibilità che paga L’impegno di Kodak nei confronti dei clienti e del pianeta
Lastre senza sviluppo
Le lastre senza sviluppo Kodak Sonora sono utilizzate da oltre 5.000 stampatori in tutto il mondo. Stimiamo che utilizzando lastre Sonora a basso costo invece di lastre che necessitano sviluppo, l'industria della stampa stia risparmiando in un anno: - 3,74 milioni di litri di agenti di sviluppo per lastre - 29 milioni di kWh di elettricità - 468 milioni di litri d'acqua. Ciò significa anche non più prodotti chimici esauriti, acque reflue, contenitori di sostanze chimiche, costi di smaltimento, spedizione e stoccaggio. Inoltre, poiché non c’è più variabilità di processo, gli stampatori traggono vantaggio da lastre più costanti e stabili che riducono i tempi, gli sprechi e i costi in sala stampa: così i clienti stanno aumentano i profitti riducendo al contempo il loro impatto ambientale. Inchiostri sostenibili
I pluripremiati inchiostri a base acqua di Kodak sono più sostenibili dei tradizionali inchiostri a base di solventi. Contengono diverse sostanze presenti in natura e non contengono PVC o ftalati, quindi idonei per applicazioni come imballaggi alimentari e prodotti
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per la cura personale, inoltre non sono necessari prodotti chimici aggressivi per la pulizia, quindi sono più sicuri per stampatori, consumatori e ambiente. Le macchine da stampa inkjet Kodak Prosper sono più efficienti e producono meno scarti perché possono stampare anche una sola copia senza avviamento e non ne servono altre per l'inventario. Questa è la sostenibilità che paga! Software per flusso di lavoro
L'automazione e l'integrazione consentono di risparmiare denaro riducendo scarti, massimizzando l'utilizzo dell'inchiostro ed eliminando costosi errori manuali. La trasformazione digitale end-to-end è la chiave della sostenibilità. Kodak Prinergy On Demand è l'unica piattaforma software end-to-end intelligente e sicura del settore per le aziende, progettata per una crescita sostenibile. Programmi rispettosi del pianeta
Kodak ha adottato misure per ridurre gli sprechi nelle sue attività e nelle catene di produzione e fornitura. In Eastman Business Park, collabora con 30 aziende e organizzazioni su un programma di recupero dei solventi. Inoltre, i nostri fornitori sanno che per lavorare con Kodak devono proporre prodotti più ecologici ed essere più sostenibili. di Jim Continenza, presidente esecutivo e CEO di Kodak
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
L'ultimo periodo ha rafforzato in modo profondo il valore insostituibile delle persone e del nostro pianeta. E’ importante quindi essere amministratori consapevoli e premurosi nei confronti delle nostre comunità: questa è una responsabilità che prendo molto sul serio. Oggi più che mai, i nostri clienti stanno vedendo che anche le soluzioni sostenibili ed efficienti sotto il profilo delle risorse pagano. Per questo Kodak continuerà a innovare, soprattutto quando si tratta di sostenibilità.
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L’introduzione di tecnologie di stampa e supporti innovativi sta aiutando i professionisti del wide format – che si tratti di outdoor, interior o textile – a offrire soluzioni sempre più “green” ai propri clienti, senza trascurare il rapporto qualità prezzo.
La sostenibilità si fa grande... formato di Caterina Pucci
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Fino a qualche anno fa, nella comunicazione stampata di grande formato, a farla da padrone era la mentalità dell’usa e getta, che preferiva l’utilizzo di materiali economici, ma spesso difficili da smaltire. Oggi, l’innovazione digitale ha investito anche il settore del wide format. Oltre a facilitare il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale e lotta al cambiamento climatico, l’utilizzo di supporti sostenibili e innovativi aiuta i brand a conquistare la fiducia di un pubblico sempre più sensibile al tema. Nonostante i progressi raggiunti, i passi in avanti da fare sono ancora molti. Uno degli obiettivi sul lungo periodo riguarda la necessità di rendere le scelte “green” più competitive rispetto a quelle convenzionali, che si tratti di supporti, inchiostri o impianti, affinché rappresentino una reale alternativa per gli inserzionisti e i clienti finali. Che spesso vogliono veicolare i propri messaggi in maniera sostenibile, ma devono fare i conti con i costi proibitivi di alcune scelte.
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OutOfHome
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In particolar modo, il settore dell’Out-of-Home è chiamato a promuovere un cambiamento green, attraverso la ricerca di soluzioni che rendano gli impianti pubblicitari a misura di smart city. Tra le soluzioni innovative apparse negli ultimi anni ci sono le “pareti viventi”, come quelle proposte da Coca-Cola, che sfruttavano l’utilizzo di piante da tè inserite verticalmente all’interno delle iconiche bottigliette. Ma anche le innovative affissioni di Urban Vision, che sfruttano una tecnologia chiamata “The Breath”. Si tratta di tre strati, ciascuno preposto a una diversa funzione: quello superficiale facilita il filtraggio dell’aria, quello intermedio rompe e cattura le molecole inquinanti; l’ultimo libera nell’atmosfera agenti battericidi. Per ridurre ulteriormente l’inquinamento
metropolitano, Urban Vision utilizza sui propri wall speciali vernici fotocatalitiche, in grado di svolgere una funzione autopulente e neutralizzare gli agenti atmosferici inquinanti presenti nei grandi centri urbani. In seguito all’impasse provocato dalla pandemia, all’inizio del 2021 Audioutdoor, Clear Channel, IGPDecaux e IPAS hanno promosso una campagna nazionale per rilanciare la pubblicità per esterni. L’obiettivo è promuovere l’idea che investire nell’outdoor significa dare un contributo alla mobilità e alla sostenibilità, oltre che ottenere un ritorno in termini commerciali. Così nasce la campagna “Pubblicità per la città”, che sfrutta i soggetti ideati dall’agenzia milanese Dude per spiegare come il 50% di quanto viene investito dalle aziende in comunicazione
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esterna venga trasferito a municipalità, aeroporti, trasporto cittadino. «Una delle novità più interessanti per questo settore – sostiene Fabrizio Citro, titolare di Industria Grafica – credo sia l’introduzione di banner PVC free adatti all’uso in esterno. Si tratta di prodotti che introducono nuovi standard in termini di sostenibilità e resistenza, questi nuovi tessuti infatti sono biodegradabili fino al 35% e offrono una maggiore resistenza ai raggi UV rispetto i comuni banner. Se a questi elementi si aggiunge un peso medio di almeno il 44% in meno è facile comprenderne i vantaggi anche nell’abbattimento di CO2 per il trasporto e successivo smaltimento. I banner in tessuto infine in caso di incenerimento non producono fumi tossici e diossine. Nel corso degli anni ci siamo distinti per il nostro
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impegno nella ricerca e promozione di prodotti green – aggiunge Citro. Questo avviene tuttora attraverso il sostegno a manifestazioni locali e associazioni che testano le soluzioni, contribuendo a scardinare i pregiudizi di altri potenziali clienti sulla loro qualità e resistenza. Questo mese, per esempio, abbiamo contribuito alla realizzazione della prima campagna outdoor in Campania al centro di Salerno, utilizzando banner PVC free, disponibile sul nostro e-commerce grandissimoformato.it». Un’altra azienda che ha fatto della sostenibilità uno dei suoi capisaldi è Gruppo Masserdotti. Una strategia che ha portato il Gruppo bresciano a investire in tecnologie per il soft signage e nella progressiva digitalizzazione dei processi aziendali in un’ottica di Industry 4.0.
Interior Décor
Sopra, allestimento realizzato da Urban Vision; sotto, allestimento al Duomo di Amalfi realizzato per Ferrarelle da Industria Grafica.
Il progressivo miglioramento delle tecnologie di stampa digitale ha trovato la sua massima espressione, in termini di sostenibilità ambientale, nelle applicazioni destinate all’interior decoration. «In particolar modo, attraverso il poliestere, ottenuto dal recupero delle bottiglie in PET e quindi riciclato e riciclabile al 100%. Oltre a complementi d’arredo come cuscini, tappeti e coperte, è possibile ottenere fotoquadri in tessuto fonoassorbente ideali per l’utilizzo in ambito retail» aggiunge Citro. L’utilizzo del tessuto è uno dei trend che hanno segnato la comunicazione in-store negli ultimi anni, perché presenta una serie di caratteristiche premianti: è maneggevole e facile da installare in autonomia. Inoltre, rispetto ai classici pannelli in PVC, gli arredi in tessuti possono
essere trasformati nuovamente in filato e re-immessi sul mercato, in un’ottica di recupero ed economia circolare. Secondo Alberto Masserdotti, CEO di Gruppo Masserdotti e presidente di FESPA Italia, soprattutto adesso, in un’era che spinge i consumi online, i negozi fisici stanno acquisendo un ruolo diverso, che impone la necessità di creare spazi coinvolgenti e sicuri. Sfruttando le tecnologie di stampa digitale, vetrine, pareti e arredi possono essere vestiti e personalizzati con messaggi e grafiche facilmente intercambiabili. Partner industriale per progetti di visual communication, Gruppo Masserdotti è stato uno dei pionieri nell’uso del digital per l’interior decoration. Al punto da dar vita a un’apposita società, nata nel 2011 e operativa sul mercato attraverso il marchio Dominodisplay e alla recente ONFRAME che risponde a tutti gli standard di sostenibilità ambientale richiesti dal mercato, attraverso l’utilizzo di tessuto stampato e inchiostri ecologici base acqua.
Uno degli obiettivi sul lungo periodo è rendere le scelte “green” più competitive, che si tratti di inchiostri, supporti o impianti. 57
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Per i brand, la progettazione di collezioni innovative e di qualità deve andare ormai di pari passo con la ricerca di soluzioni tecnologiche in grado di ridurre l’impatto ambientale e sociale in tutte le fasi della produzione. Tuttavia, il congelamento delle attività produttive e commerciali per alcuni mesi ha anche permesso di analizzare lo stato dell’arte dell’intero settore, considerando gli enormi costi ambientali e sociali della filiera. Gli scarti di produzione e i rifiuti legati a un eccesso dell’offerta – scaturito dall’affermazione del fast
collezioni innovative e di qualità deve andare ormai di pari passo con la ricerca di soluzioni tecnologiche in grado di ridurre l’impatto ambientale e sociale (connesso alla salute e al benessere dei lavoratori) in tutte le fasi della produzione. L’emergenza Covid-19 e i conseguenti periodi di lockdown hanno avuto pesanti ripercussioni sull’indotto dell’industria tessile e in particolar modo della moda.
fashion – hanno portato al formarsi di discariche smisurate. L’Unione Europea e altri organismi a livello globale si stanno adoperando per introdurre normative sempre più rigide che portino a una drastica riduzione degli scarti tessili e regolino le attività di riciclo e smaltimento. A tal proposito, a gennaio 2021, la Commissione Europea ha pubblicato una tabella di marcia di azioni da intraprendere
foto: Kornit
Textile
Nell’industria tessile, la cosiddetta “rivoluzione sostenibile” ha imposto un cambio di paradigma per tutti gli operatori della filiera e che, soprattutto negli ultimi anni, si è fatto sempre più rapido e pervasivo. Per i brand, che si tratti di grandi aziende consolidate o di piccoli marchi emergenti, la progettazione di
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all’interno della sua Strategy for Sustainable Textile (Strategia per un’industria tessile sostenibile). L’iniziativa ha lo scopo di creare un quadro normativo unitario e incentivare tutti gli attori dell’industria tessile europea a collaborare al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Green Deal. All’inizio dell’anno, CNA Federmoda ha presentato alla Commissione Europea un documento contenente una serie di temi per rendere l’ecosistema tessile adatto all’economia circolare e per poter definire le sfide dello sviluppo sostenibile e della neutralità climatica. Altra problematica riguarda i consumi energetici e l’utilizzo di prodotti chimici, utilizzati in diverse fasi del ciclo produttivo (in particolar modo nelle lavorazioni pre- e post trattamento). Nella stampa tradizionale, per esempio, la preparazione degli impianti può richiedere (a seconda del supporto utilizzato) l’impiego di sostanze chimiche, come l’acido cromico o l’acido nitrico o, nel caso dell’incisione dei cilindri, di trattamenti galvanici. Nel corso degli ultimi anni, gli standard di ecosostenibilità si sono moltiplicati, sia per le scelte operate dai governi nazionali sia per la volontà di privati. Le aziende intenzionate a
garantire standard di sostenibilità a processi e prodotti stanno via via modificando i paradigmi produttivi e la gestione della filiera di cui fanno parte. Si tratta di un processo di miglioramento continuo, che presuppone una conoscenza solida delle criticità delle lavorazioni tessili che riguardano: consumi energetici, emissioni inquinanti, impronta idrica, generazione di scarti, trattamento di fine vita e costi ambientali connessi alla logistica. Al di là dello sforzo dei singoli attori della filiera, resta indispensabile che le aziende si coordinino tra di loro per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, a livello sia nazionale che globale. Non per tutti, purtroppo, la responsabilità sociale d’impresa (in inglese Corporate Social Responsibility, CSR) rappresenta un valore aggiunto; alcune realtà adottano un approccio passivo al tema della riduzione dell’impatto ambientale, limitandosi al rispetto delle normative imposte a livello locale. L’impegno per il futuro da parte delle aziende del tessile e del fashion – non solo brand ma anche produttori, fornitori e rivenditori – sarà impegnarsi per il raggiungimento di obiettivi concreti di responsabilità ambientale e sociale.
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Il panel dei relatori durante l’evento di presentazione lo scorso 22 aprile. Da sinistra: Silvio Cimenti, Global Director of Branding, Marketing and Communication, IM GROUP; Gianluca Incerti, Global Commercial Director; Christophe Rizzo, CEO EMEA / Americas; Remo Careglio, Managing Director di Inkmaker dal 1987 al 2021 (ritiratosi quest’anno); Valentina Cigna, Global Director of Human Resources e President di IM GROUP; Roberto Guerra, Asia Pacific CEO; Francesco Nesti, Global Director of Software and Automation; Enrico Mattiazzi, Global Director of Engineering, Production and Supply Chain.
IM GROUP: nasce un nuovo regno di colori
Aziende distinte, un’unica identità Il rebranding di Inkmaker Group, diventata IM GROUP, è stato deciso in seguito all’acquisizione di Rexson e ValeTech nel Regno Unito, Tecnopails in Italia, e più recentemente Swesa in Germania, che hanno contributo a una crescita del 25% per Inkmaker. La strategia per l’espansione globale dell’azienda è stata creare una filiera completa e affidabile per l’industria dell’inchiostro, della verniciatura, dei rivestimenti e altro, e di sostenerne le attività principali. Per fare ciò ogni brand individuale è stato ristrutturato in base alla propria specializzazione, rendendo così le differenze di scopo più chiare per i clienti, mantenendo allo stesso tempo l’identità unica e ben definita di IM GROUP, un gruppo autonomo la cui strategia globale è di offrire al mercato ingegneria omnicomprensiva del processo. Il rebranding proviene da una visione in cui il gruppo sviluppa le proprie tecnologie, espande le proprie aree di competenza e adatta i vantaggi offerti dai propri mercati a nuovi mercati. Il punto focale del nuovo logo di IM GROUP è il simbolo di un volto creato da una serie di triangoli blu, che comunica fiducia, sicurezza e tecnologia avanzata. I triangoli convergono, come i numerosi brand e talenti del gruppo, per formare una forte ‘identità umana’ che raffigura un leader tecnologico e ingegneristico con un ‘tocco umano’. Il volto è decorato con una corona, che rappresenta la determinazione del gruppo a mantenere la
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propria posizione di leader nell’industria. Il font del logo è un design personalizzato che comunica i vari settori di produzione del gruppo, come pitture, rivestimenti, inchiostri, prodotti chimici speciali, adesivi e molto altro. Sotto al logo, in grigio acciaio, si trova il motto del gruppo “The Colour of Trust” – “Il colore della fiducia” – ed è il risultato dei valori centrali del gruppo: onestà, responsabilità, conoscenza, sicurezza e personalizzazione, i valori che rendono il gruppo il leader di cui ti puoi fidare. La ristrutturazione Con la nuova ristrutturazione, Inkmaker si concentra sull’erogazione dell’inchiostro e il design di software; Rexson si dedica principalmente alla pittura e all’inchiostro liquido; Vale-Tech sull’erogazione su bobine piccole e di inchiostri a paste – inchiostri UV flexo e offset; Swesa lavora principalmente nell’alimentare, nel farmaceutico, nei corrugati, nella cosmetica e altro; Teko rimane su sistemi tintometrici per punti vendita e la formazione nella ricerca e sviluppo; Tecnopails si occupa di soluzioni di riempimento. Internamente questo significa concentrare la ricerca e lo sviluppo sullo sviluppo delle aree competenza di ogni brand e di sfruttare risorse, tecnologie e software nel coordinamento di piani di investimento. Oltre alla tecnologia, la sicurezza dell’ambiente di lavoro è una delle priorità principali. IM GROUP sta anche lavorando sulla propria impronta ambientale e sull’impatto ambientale dei propri prodotti. Sta lavorando con Deloitte per creare un piano d’azione per ridurre l’impatto ambientale delle risorse utilizzate e degli sprechi. Una dichiarazione globale sull’impegno del gruppo vuol dire potenziare ulteriormente la sostenibilità e la responsabilità sociale. Fondazione IM GROUP Inoltre, il gruppo sta formando la Fondazione IM GROUP, che sarà pronta a fine 2021 e sarà seguita dall’ambasciatore di buona volontà del gruppo, Alice Guerra, che ricoprirà il ruolo di presidente. Avrà lo scopo di offrire attività sociali alle comunità dove opera IM GROUP e di offrire opportunità di carriera e crescita ai giovani di quelle comunità.
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Dopo aver acquisito diverse aziende, unendo esperienza, informazione, tecnologia e hardware, dal 2019 la strategia di Inkmaker si è concentrata sul consolidamento di tutti i propri brand in un unico gruppo. Nota inizialmente come Inkmaker Group, l’azienda si è presentata sotto il nuovo marchio IM GROUP il 22 aprile, in concomitanza con la Giornata Mondiale della Terra. Il nuovo brand, con la sua identità distinta, è più competitivo sul mercato in quanto fornisce soluzioni totali. Il lancio del brand è stato filmato presso la sede centrale di Inkmaker (ora anche la sede di IM GROUP) a Torino, in Italia, ed è stato trasmesso prima privatamente e poi per il pubblico su YouTube e sui siti dei brand parte del gruppo.
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Manroland: ridurre l’impatto ambientale a partire dai processi
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Da alcuni anni l’azienda tedesca, specializzata nella produzione di macchine offset a foglio, ha intrapreso un percorso volto a rendere più sostenibili i propri processi di produzione. Ce lo racconta Paolo Vergani, Supporto Tecnico alle vendite nella filiale italiana
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Stampare sostenibile è possibile? Sì, a patto che si capisca che si tratta di un cambiamento che non riguarda soltanto materiali e consumabili, ma anche e soprattutto l’adeguamento delle tecnologie di stampa e dei processi. Ne abbiamo parlato con Paolo Vergani, Supporto Tecnico alle vendite di Manroland Italia, filiale italiana del costruttore tedesco, specializzato nella progettazione e costruzione di sistemi di stampa offset a foglio per applicazioni commerciali e packaging. «Già da alcuni anni, il quartier generale ha implementato alcune modifiche alle componenti di base dei nostri impianti, introducendo una nuova tecnologia di fusione: i forni elettrici ad arco magnetico – spiega Vergani – Oltre ad abbattere le emissioni di gas inquinanti, questi forni riducono considerevolmente i consumi energetici derivanti dalla combustione di materiali fossili. I gas prodotti vengono comunque recuperati all’interno del processo per aumentare le temperature di fusione. Questo ha permesso di utilizzare un’alta percentuale di materiali riciclabili per creare nuove componenti (gruppi di stampa, cilindri di trasferimento, etc), gestendone internamente la produzione e riducendo ulteriormente i tempi di produzione». Il processo di riduzione dell’impatto ambientale ha coinvolto anche la logistica, con l’introduzione di nuove linee a basso impatto. Per quanto riguarda le tecnologie di stampa, Manroland lavora alla riduzione dei consumi energetici, cercando di utilizzare laddove possibile energia meccanica e investire nell’automazione dei processi. Per far ciò, sono richiesti sistemi di gestione che permettono di monitorare i consumi energetici in tutte le fasi di produzione per individuare quali sistemi – tra forni, sistemi di voltura, moduli di stampa e lamina-
zione – impiegano la maggior quantità di risorse. Le statistiche raccolte a cadenza settimanale o mensile, permettono di intervenire per ottimizzarne il funzionamento. «Analizzando i dati relativi ai consumi, siamo in grado di offrire ai nostri clienti un servizio di assistenza aggiuntivo, dando consigli già in fase di acquisto o installazione delle macchine su come ridurre gli sprechi» aggiunge Vergani. Al fine di supportare il cliente, Manroland è intervenuta per rendere meno inquinanti i processi di lavaggio delle macchine, insistendo sull’utilizzo di sistemi a spazzola (al posto dei più comuni panni intrisi di petrolio) e, più di recente, con l’introduzione di sistemi QuickChange Surface per i calamai. «Anche in una congiuntura di mercato come quella attuale, non abbiamo mai smesso di investire con entusiasmo nell’innovazione tecnologica – conclude Vergani –. L’obiettivo è ottimizzare i processi senza trascurare la lotta al cambiamento climatico, una questione urgente che merita la nostra massima attenzione».
In alto, forni elettrici ad arco magnetico. Qui sopra, Roland 700 Evolution con impianti esterni raffreddati ad acqua.
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Da quasi quarant’anni, il Centro Tessile Serico è impegnato a rendere misurabile l’impegno delle imprese tessili del distretto comasco sul fronte della sostenibilità ambientale e sociale.
Centro Tessile Serico
Una storia di responsabilità ambientale e sociale che viene da lontano
di Caterina Pucci
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La misurazione delle performance di sostenibilità delle aziende nell’industria tessile è un processo che richiede tempo e risorse finanziarie non indifferenti. Un passaggio fondamentale di questo processo consiste nella definizione di indicatori comuni per semplificare la comparazione dei risultati raggiunti dai singoli. Per quanto riguarda l’Italia, molti sono i traguardi raggiunti riguardo all’eliminazione di sostanze nocive dai cicli di produzione e l’implementazione di best practice volte a ridurre l’impatto ambientale e lo spreco di materie prime. Sempre maggiore attenzione è rivolta anche a iniziative che promuovano il benessere dei lavoratori e del territorio. Lo sa bene il Centro Tessile Serico, punto di riferimento del distretto comasco per quel che riguarda il macro tema della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Dal 1983, anno della fondazione, il CTS si pone come strumento qualificato per la crescita della cultura tessile e la salvaguardia del patrimonio industriale, artigianale, commerciale
e professionale, erogando servizi mirati, volti a rendere misurabile l’impegno delle imprese tessili e degli stakeholder della filiera di riferimento. Un lavoro complesso che, oggi più che mai, deve tenere conto della necessità di fornire comunicazioni trasparenti e chiare.
Sostenibilità: una parola sola, molteplici significati Rispetto della salute e della sicurezza sul lavoro, dell’ambiente e della collettività, responsabilità sociale, sostenibilità e ripudio del lavoro infantile e minorile, rispetto del principio di non discriminazione. Sono alcuni dei punti programmatici
del Codice Etico progettato dal Centro Tessile Sostenibile di Como, che tutte le imprese tessili aderenti al marchio Serico si sono impegnate a sottoscrivere, anche semplicemente attraverso l’uniformazione dei propri codici etici aziendali. «Abbiamo elaborato questo strumento per aiutare le aziende a rispondere in maniera proattiva alle richieste sempre più stringenti che i brand dell’abbigliamento richiedono ai propri fornitori» spiega Giorgio Penati, amministratore delegato del Centro Tessile Serico. «La sostenibilità a Como è un principio che portiamo avanti
sin dagli anni Ottanta, quando abbiamo introdotto i primi depuratori consortili per ridurre l’impatto delle lavorazioni tessili, che all’epoca era decisamente superiore a quello attuale – aggiunge Roberto Cozzi, presidente del comitato di gestione Serico -. L’introduzione del marchio Seri.co, negli anni Duemila, ha fatto sì che tutte le aziende certificate si conformassero a una serie di principi di carattere ambientale e sociale; ma ha anche permesso loro di fare fronte comune, fornendo ai clienti una risposta univoca, “di settore” ai clienti finali, cioè i brand owner, che già normalmente ci chiedono di firmare codici etici interni dagli standard di sostenibilità elevati. Tra le 57 aziende certificate Seri.co si trovano professionisti variegati, dal piccolo artigiano con quindici dipendenti alla grande
“L’assimilazione dei principi di sostenibilità da parte delle aziende non può che essere graduale per essere efficace”. Giorgio Penati
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“I brand owner ci chiedono di adeguarci alle normative più stringenti in materia di sostenibilità, non solo a livello europeo, ma internazionale”. Roberto Cozzi
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Si ringraziano per il contributo alla stesura di questo articolo: Giuseppe Bosio (esperto tessile); Giorgio Penati (AD del Centro Tessile Serico); Roberto Cozzi (presidente del Comitato di gestione Serico)
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azienda quotata in borsa. Importatori di filo, tintorie, produttori verticalizzati: si può dire che il marchio abbia raggiunto ogni angolo della filiera tessile». «Certo, l’assimilazione dei principi di sostenibilità da parte delle aziende non può che essere graduale per essere efficace, perché uno dei presupposti per il loro adempimento è sviluppare una solida cultura della sostenibilità – prosegue Penati –. Al momento, la valutazione delle prestazioni ambientali è un principio consolidato, ma occorre uno sforzo significativo sul fronte dell’economia circolare e della governance, per quel che riguarda assenza di fenomeni corruttivi, chiarezza dei bilanci, piani di business continuity anche a fronte della progressiva digitalizzazione delle imprese e della protezione dei dati di processo. Per semplificare ulteriormente il lavoro delle imprese, CTS ha messo a disposizione delle imprese del distretto comasco la possibilità di misurare autonomamente i risultati raggiunti e confrontarsi con realtà manifatturiere simili (per fatturato e dimensioni) attraverso
una piattaforma web e indicatori indicizzati». Per rimanere competitivi, innovazione e qualità sono presupposti indispensabili: il miglioramento delle performance ambientali deriva da una presa di coscienza che deve portare a non accontentarsi. Sicuramente, l’introduzione di soluzioni di stampa digitali ha costituito un cambio di paradigma importante per l’industria tessile, ma c’è ancora da fare. «Occorre ridurre l’utilizzo di prodotti a base di azoto che, pur avendo contribuito a rendere i processi più affidabili sul fronte qualitativo, hanno ripercussioni ambientali ingenti – prosegue Penati –. Si sta lavorando coinvolgendo strutture come il Politecnico di Milano e i gestori degli impianti di trattamento delle acque e possiamo già dire che il carico organico sugli impianti di depurazione dovuto all’uso di coloranti appare maggiormente contenuto». Una delle principali
criticità che si incontra in corso d’opera riguarda la necessità di adeguare le proprie certificazioni alle normative vigenti. «Le nostre schede tecniche sono soggette ad aggiornamento, anche in considerazione del fatto che i brand owner ci chiedono di adeguarci alle normative più stringenti in materia di sostenibilità, non solo a livello europeo, ma internazionale. Questo perché i capi vengono venduti in mercati distanti dal luogo in cui sono stati confezionati e che fanno riferimento a regolamentazioni più severe. Se produciamo in Italia, ma vendiamo in California, devi alzare l’asticella e arrivare a poter servire clienti in tutto il mondo».
Anche la comunicazione vuole la sua parte Uno dei fronti su cui urge lavorare nel prossimo futuro è senza dubbio quello di comunicare in maniera efficace con l’utente finale. Che è “bombardato” da informazioni sulla sostenibilità che risultano spesso incomplete o non completamente corrette. Secondo Penati, uno dei progetti in essere per migliorare questo aspetto riguarda la creazione di un’etichetta che presenti in maniera semplice i risultati raggiunti, fornendo indicazioni precise sulle caratteristiche dell’area in cui un capo è stato prodotto, i metodi utilizzati, cifre che quantifichino l’efficacia
delle operazioni messe in atto per ridurre l’impatto ambientale. I dati aiutano a riorganizzare le attività, senza trascurare i costi e mettendo all’occorrenza in luce i vantaggi commerciali legati alla sostenibilità. Altrettanto importante è condividere i risultati raggiunti con distretti tessili comparabili, come quello di Biella e Prato. Ogni opportunità viene disposta con le diverse associazioni di categoria presenti nel board del CTS, in dialogo con l’Università degli studi dell’Insubria che ha fatto partire anche uno dei primi master in Health, Safety and Environment, volto a creare l’HSE Manager, una figura responsabile di coordinamento, consulenza e supporto gestionale in tema di salute, sicurezza e ambiente che sarà sempre più ricercata nei prossimi anni. «Certamente, saper gestire persone e risorse sarà indispensabile – conclude Penati – ma altrettanto sostanziale sarà la capacità di avere la mente aperta e dialogare con tutti i reparti, dalla progettazione alla produzione, inclusi i board delle diverse organizzazioni coinvolte».
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Epson si caratterizza da sempre per la propria attenzione alla sostenibilità e da anni persegue obiettivi ambientali ambiziosi. Già nel 2008, infatti, l’azienda ha presentato la propria Environmental Vision 2050, che si è oggi rinnovata per rispondere alle esigenze e alle richieste di un contesto operativo che negli anni è cambiato. Nel marzo 2021 l’azienda ha reso nota la nuova Vision 2050 ponendosi l’obiettivo primario di diventare carbon negative entro il 2050 e non utilizzare più risorse naturali non rinnovabili. Per raggiungere lo scopo, Epson continuerà a mettere in campo programmi di decarbonizzazione e riciclo delle risorse, fornendo prodotti e servizi che riducano l’impatto ambientale e sviluppando tecnologie che rispettino la natura. La sostenibilità della filiera
È ormai da tempo diffusa la consapevolezza di quanto sia necessario ridurre l’impatto ambientale dei settori della moda e dell’industria tessile in generale. Tutti gli operatori, dal produttore, allo stampatore, al retailer devono essere coinvolti nel processo di cambiamento: solo un approccio olistico, che preveda la sostenibilità lungo tutta la filiera può condurre a risultati concreti. Coltivazione ed estrazione delle materie prime, design e imballaggi, logistica e produzione, e infine, trattamento a fine vita: ogni tassello dell’industria fashion deve adottare pratiche a basso impatto e ridotte emissioni di CO2. Tutto questo diventa possibile solo se l’innovazione tecnologica viene sviluppata al servizio della sostenibilità e applicata in tutte le fasi di produzione. Epson è in prima linea nell’affrontare e risolvere le istanze di riduzione di impatto ambientale e ha accolto da tempo questa sfida, offrendo ai brand della moda qualità, durata e sostenibilità. Gli inchiostri GENESTA
La divisione Ricerca e Sviluppo del Gruppo Epson
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ha come focus non solo le tecnologie e i processi di stampa, ma anche gli inchiostri e i prodotti di post e pre trattamento, ove necessari. Epson Como Printing Technologies, società del Gruppo Epson dedicata al textile, sviluppa e produce la serie Monnalisa, la stampante digitale industriale su tessuto riconosciuta oggi nel mondo come standard di riferimento per l'alta qualità nell'industria tessile. La divisione chimica della società, proprio nell’ottica della necessità di svolgere attività di R&D in ogni fase della value chain, ha anche appositamente sviluppato gli inchiostri GENESTA a pigmento, che consentono di ottenere risultati di qualità, durata e brillantezza sia su fibre naturali tradizionali sia su nuove fibre, in totale conformità ai requisiti chimici dei rigidi STANDARD100 di OEKO-TEX® (gli inchiostri GENESTA hanno infatti ricevuto da OEKO-TEX® la certificazione ECO PASSPORT). L’utilizzo del pigmento permette, inoltre, di ridurre di un terzo il processo di stampa, non richiedendo a fine lavorazione passaggi quali il vaporizzo e il lavaggio del tessuto, permettendo di risparmiare ulteriormente risorse idriche ed energia e di portare nuovi vantaggi in termini di sostenibilità. Il basso impatto ambientale è garantito anche dalle diverse e specifiche certificazioni ottenute dagli inchiostri: oltre a OEKO-TEX®, che ha certificato tutte le tipologie di inchiostri GENESTA, gli inchiostri GENESTA reattivi e a pigmenti sono stati approvati da ECOCERT, ente certificatore per GOTS (Global Organic Textile Standard), lo standard globale di riferimento nella produzione tessile per le fibre organiche basato su criteri ecologici e sociali. Gli inchiostri acidi, invece, sono approvati dal sistema Bluesign®, sinonimo di produzione tessile sostenibile, che garantisce che il prodotto finale rispetti requisiti molto severi per la sicurezza del consumatore in tutto il mondo e che rappresenta per il cliente la certezza di aver acquistato un prodotto sostenibile.
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Epson, innovazione tecnologica a servizio della sostenibilità
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Può uno stampatore coniugare i propri obiettivi di business al rispetto per l’ambiente? La risposta è affermativa e la buona notizia è che è anche possibile integrare l’eco-sostenibilità con le logiche di profitto dell’industria, generando una sinergia virtuosa tra questi due aspetti.
Gestione rifiuti Stampare eco-sostenibile
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Sostenibilità e circolarità appartengono alla nuova catena del valore e sono obiettivi che l’industria in generale si è data sulla base dei target contenuti nell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile, ritenuti fondamentali anche da Confindustria. In Italia il riferimento normativo in materia ambientale è il Testo Unico dell’Ambiente 152 del 13.04.2006 di cui l’articolo 3 fa riferimento alla tutela dell’ambiente:
“Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice, deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile al fine di garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future”. Prevenire i costi generati da sanzioni e controlli
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Il concetto di sostenibilità ambientale tocca molti aspetti che si traducono in azioni concrete da svolgere in azienda. Molte di queste sono oggi ampiamente assimilate anche nel nostro settore, come ad esempio l’adozione del fotovoltaico, l’uso di carte e supporti certificati FSC,
di Antonio Sanasi
la produzione di packaging riciclabile e l’uso di chimici a basso impatto ambientale e a ridotto contenuto di VOC. Le lastre senza sviluppo e gli inchiostri a base vegetale rappresentano un passo determinante nella riduzione dell’impatto ambientale delle aziende grafiche. Sono quindi disponibili sul mercato diverse soluzioni e tecnologie in grado di supportare gli imprenditori a orientare il proprio business verso l’eco-sostenibilità. Un aspetto cruciale che va considerato è anche quello del corretto smaltimento dei rifiuti generati dalle aziende grafiche: esistono molteplici interventi che possono essere attuati in modo semplice e senza particolari investimenti e che permettono di prevenire rischi potenzialmente impattanti sui conti economici delle aziende. Un esempio sono i costi imprevisti generati da sinistri o da sanzioni in caso di ispezioni da parte delle autorità che rilevano eventuali irregolarità causate da procedure non propriamente eco-friendly. La sfida per le aziende grafiche è individuare quelle aree di miglioramento che permettano di passare da una semplice gestione aziendale a una dimensione ecologicamente virtuosa ed economicamente sostenibile, assimilando il concetto che questi due aspetti possono coincidere.
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Le azioni da compiere in concreto All’interno delle aziende grafiche molto spesso il management, impegnato a occuparsi delle strategie legate al core business, delega le pratiche ambientali alle figure operative, perdendo la focalizzazione su quelli che sono gli step fondamentali da tenere presenti in quest’ambito. Il risultato è che si possono commettere errori che determinano costi facilmente evitabili o si corrono gravi rischi potenzialmente molto onerosi. Una soluzione efficace è affidarsi a partner competenti e con cui stabilire corrette procedure di pratica quotidiana, la cui operatività potrà essere affidata solo in un secondo tempo ai collaboratori. Di seguito alcune delle tipiche situazioni che si riscontrano in sala stampa: 1) Messa in sicurezza dei prodotti chimici in sala stampa. Che siano prodotti nuovi o rifiuti non cambia nulla. Il loro stoccaggio deve avvenire in sicurezza. In reparto, in magazzino o sul piazzale esterno è necessario adottare presidi di prevenzione. Troppo spesso nelle aree esterne delle aziende grafiche si trovano cisterne anche da 1000 litri posizionate pochi metri dai tombini che scaricano nella rete fognaria. Inoltre le attività di carico e scarico di chimici avvengono nei piazzali senza alcun presidio di pronto intervento nel caso di ribaltamento della merce. È sufficiente che accada un evento sfortunato per versare centinaia di litri di prodotti pericolosi a terra e nei condotti fognari con il rischio di dover ricorrere a costose bonifiche o di incorrere in denunce e nella sospensione delle attività. Con un investimento contenuto è possibile organizzare queste attività prevenendo incidenti dannosi per l’ambiente e gravosi per le aziende in termini di sanzioni e di ripristino. Anche l’impiego scorretto delle vasche di raccolta dei liquidi può essere dannoso: spesso i rubinetti delle IBC
sporgono dalle vasche stesse, vanificando ogni prevenzione se la valvola dovesse cedere. Anche in questo caso sono necessari opportuni accorgimenti per mettere in sicurezza questi aspetti, attività il cui rapporto costo/ beneficio è molto elevato. 2) La corretta gestione dei rifiuti, evitando miscelazioni, consente numerosi vantaggi sia economici sia valutativi per chi è certificato. I rifiuti liquidi sono classificati con specifici codici CER identificativi ma troppo spesso la scorretta gestione porta molti di questi che di per sé non sono pericolosi a diventarlo. Facciamo un esempio: le acque del frigorifero (CER 080308) e del verniciatore (CER 080120) appartengono a due codici “non pericolosi” differenti e per questo non vanno miscelati fra loro. Ma non solo: questi ultimi non devono essere miscelati con altri liquidi pericolosi come il solvente (CER 140603), anche perché non conviene. Questa cattiva prassi, infatti, da una parte provoca l’aumento del volume di rifiuti pericolosi prodotto e dichiarato annualmente a carico dell’azienda, generando un inutile aumento dei costi di smaltimento. Ma richiede anche maggiori attenzioni e impegno per produrre l’adeguata documentazione a supporto dello smaltimento di questo tipo di rifiuto. 3) Il riuso genera risparmio non solo per l’ambiente. La produzione onerosa di molti rifiuti speciali, spesso pericolosi, può essere evitata impegnandosi a cambiare abitudini e sfatando alcuni luoghi comuni tipici della sala stampa. Per quanto riguarda la plastica, ad esempio, occorre tenere presente che “un contenitore venuto a contatto con un liquido pericoloso diventa esso stesso pericoloso” (CER 150110) e di conseguenza deve essere smaltito come tale. Se consideriamo che un comune fustino vuoto in PE-HD da 20 litri pesa 1 Kg e
Per il corretto smaltimento dei rifiuti esistono molti interventi da attuare in modo semplice e senza particolari investimenti e che permettono di prevenire rischi potenzialmente impattanti sui conti economici delle aziende.
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SCENARI • ILPOLIGRAFICO 202 • 21• STAMPARE SOSTENIB
lo smaltimento costa circa 1 Euro è presto fatto il calcolo dei costi annuali generati da questo rifiuto per l’azienda. La soluzione è adottare contenitori riutilizzabili nel tempo, prassi sicuramente più eco-friendly rispetto allo smaltimento di considerevoli volumi di plastica che, è vero che andrebbero recuperati, ma a fronte di un ciclo più impattante sull’ambiente rispetto al riuso. Per le pulizie i panni “usa e getta” possono essere sostituiti con quelli lavabili evitando che panni di tessuto non tessuto TNT vengano smaltiti come carta nel rifiuto urbano. La corretta prassi richiederebbe che vengano trattati come rifiuto speciale con relativi analisi, stoccaggio in sicurezza in sala stampa, per prevenirne le esalazioni in ambiente di lavoro, e successivo avvio allo smaltimento.
Le non conformità nelle pratiche quotidiane
Grazie a un’attenta gestione quotidiana e a un monitoraggio step by step dei rifiuti e della loro origine si evita che gli impianti finali di smaltimento rilevino errori di scorretta gestione, come ad esempio rifiuti solidi eterogenei fra loro, come stracci, tappi e imballi mischiati con quelli liquidi – irregolarità frequenti nei reparti produttivi delle aziende grafiche. Gli impianti di smaltimento finali, sempre più strutturati per garantire efficienza al processo di trattamento, attribuiscono alle aziende le non conformità del caso e, nel caso di errori ripetuti, smettono di accettare i conferimenti da parte delle industrie che non rispettano i parametri.
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Stampare eco-sostenibile
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Oggi assicurarsi gli spazi per lo smaltimento è un valore da tutelare che non può essere compromesso per scarsa attenzione nelle attività quotidiane. In conclusione, non basta più enunciare principi e ideali per darsi una connotazione “green”, il così detto “green washing”: oggi lo stampatore offset è chiamato svolgere nella quotidianità una serie di azioni in linea con il nuovo contesto etico ed economico della sostenibilità ambientale.
www.eco-print.eu
Questa è e sarà la strada da seguire per garantire un futuro al nostro comparto industriale. Diverse aziende di stampa hanno già adottato questa strategia di business virtuosa, ma sono ancora molti i miglioramenti possibili e spesso sono i dettagli a fare la differenza.
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Druck Chemie, attiva in Italia dal 2000 con la mission di massimizzare l’efficienza della macchina da stampa, offre prodotti chimici e soluzioni tecnico-logistiche eco-friendly sviluppate in sinergia con gli stampatori offset. La casa madre ha sede nei nei pressi di Stoccarda, in Germania.
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“Second Skin”, un esempio di packaging tailor-made sviluppato da Pusterla 1880 con Maison Ruinart, una soluzione che rappresenta un’innovazione sostenibile e originale, frutto di ricerca e collaborazione.
Pusterla 1880 rafforza le strategie di sostenibilità su più fronti
Pusterla 1880 sviluppa da sempre packaging tailor-made all’avanguardia in partnership con i propri clienti, questo vale anche per i contenuti green dei lavori che realizzate per i brand? Il nostro compito è quello di anticipare le richieste
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dei nostri clienti ed essere pronti a tutti i loro bisogni, per questo abbiamo una squadra interna di R&D che si occupa costantemente di sviluppare idee innovative, esteticamente appaganti e che siano ecodesigned considerando materiali, processi e LCA del packaging stesso. Allo stesso tempo i clienti sanno che possono contare sulla nostra collaborazione per lo sviluppo e il miglioramento dei loro packaging. Avete adottato un processo di localizzazione logistica per ridurre l’impatto ambientale, in cosa consiste? Il nostro footprint industriale fa parte della nostra strategia da molto tempo, in quanto da un lato essere vicini ai nostri clienti è un valore aggiunto per l’impatto che noi e i nostri prodotti abbiamo sull’ambiente e dall’altro abbiamo l’opportunità di offrire ai nostri clienti un servizio sempre più completo, dalla produzione alla logistica, aumentando la flessibilità e riducendo il time-to-market per i nostri clienti. Raggiungere l’obiettivo della Medaglia d’oro EcoVadis (Pusterla France), che valore ha nella vostra strategia orientata alla sostenibilità? Questa medaglia d’oro per noi è stato un grande risultato, che si aggiunge a quelli già raggiunti negli stabilimenti italiani, e la conferma che ci stiamo muovendo nella direzione giusta. Riteniamo che la sostenibilità non sia un traguardo, ma un viaggio di costante crescita fatto di tanti tasselli, ricerca e sviluppo che non riguarda solo il prodotto ma anche l’impatto sull’ambiente e sul contesto sociale e lavorativo, nonché la sostenibilità economica dell’azienda, rispettando i principi etici che da sempre distinguono Pusterla 1880. Per questo motivo ci siamo dati l’obiettivo di avere tutti i principali stabilimenti con medaglia di platino entro il 2025.
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
Negli anni il gruppo Pusterla 1880 ha profondamente rafforzato il proprio approccio alla sostenibilità, sviluppando diversi prodotti a ridotto impatto ambientale. Per consolidare ulteriormente la strategia orientata alla salvaguardia del pianeta, l’azienda ha deciso di emettere un Euro PP nel formato Sustainability-Linked Bond, posizionandosi come primo player del settore packaging in Europa e come pioniere anche nel segmento mid-market in Italia ad adottare questa forma di finanziamento. Questa emissione da 25 milioni di euro di Sustainability-Linked Euro PP (codice ISIN: IT0005436677) rafforza ulteriormente la struttura finanziaria di Pusterla 1880 e ne supporta la strategia di crescita esterna. Questi titoli, quotati su Euronext Access, danno diritto a una cedola che sarà adeguata in base al livello dei principali indicatori di performance ESG stabiliti in accordo con gli investitori. Roberto Marini, Amministratore Delegato, e Luca Meana, CFO e Presidente del Consiglio di Amministrazione del gruppo Pusterla 1880, commentano: “Il gruppo Pusterla 1880 si è posto obiettivi annuali di sostenibilità, che vengono verificati da agenzie extra-finanziarie e di consulenza CSR. Abbiamo scelto di fare un ulteriore passo avanti e assoggettare una parte significativa delle nostre fonti di finanziamento di debito a quegli obiettivi di sostenibilità in cui Pusterla 1880 crede fermamente”. Questa scelta va a sommarsi a una serie di altre azioni orientate alle politiche sostenibili che specifica Luca Meana rispondendo alle nostre domande:
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Il packaging farmaceutico
Per “aumentare” le pagine può essere necessaria una connessione dati del cellulare o quella di una rete Wi-Fi. Assicurati di essere connesso per non perderti nulla! Se qualcosa non funziona, si consiglia di svuotare la cache. Inoltre fai in modo che la rivista sia sufficientemente illuminata così che la app possa “riconoscere” la pagina in maniera ottimale. Stampare Aumentato è ottimizzata per molti modelli di smartphone, ma siccome per funzionare richiede device con prestazioni relativamente performanti, è possibile che non funzioni perfettamente su alcuni smartphone.
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All’interno di questo numero del Poligrafico troverai alcune pagine con l’icona dell’app Stampare Aumentato, che vedi qui sotto. Inquadra la pagina con l’app per farle prendere vita: accederai a contenuti multimediali e interattivi.
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Nel corso degli anni gli Oscar della Stampa hanno premiato le eccellenze italiane dello sfaccettato mondo dell’industria grafica. Ognuna con le sue caratteristiche e il suo comparto d’elezione, queste aziende sono entrate di diritto a far parte del Club delle Eccellenze della stampa in Italia. Ventisei edizioni dei Premi alle aziende di stampa italiane – dal 1987 al 2010 si sono chiamati La Vedovella, dal 2012 ad oggi sono gli Oscar della Stampa – hanno visto circa 100 imprenditori e personalità del settore salire sul podio a ritirare l’ambito riconoscimento. Sono loro che hanno fatto grande La Vedovella e gli Oscar della Stampa e a loro via via si aggiungeranno altre eccellenze, donne e uomini che giorno dopo giorno con grande professionalità ed impegno contribuiscono a fare dell’industria italiana del printing una delle maggiori a livello internazionale (al secondo posto Apri l’app store sul tuo in Europa per la stampa di imballaggi, smartphone: Stampare è disponibile al terzo perAumentato la stampa commerciale ed sia su App Store che editoriale). su Google Play. Scaricala e aprila. aziende In queste gratuitamente pagine quattro specializzate nella produzione di packaging farmaceutico si raccontano e raccontano la propria attività. Perché l’eccellenza si costruisce con il duro lavoro e con la continua innovazione.
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L’eccellenza italiana
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Il progetto Ecocalcolatore, nuovo strumento per l’economia circolare
A partire dalla fine degli anni Novanta si è iniziato a parlare di economia circolare intesa come necessità di salvaguardare il pianeta dai rifiuti derivanti da una produzione di beni che una volta utilizzati finivano in discarica. La progressiva sensibilizzazione attorno a questo tema ha fatto sì che si sia innescata una vera e propria filosofia circolare, ovvero una cultura che vada oltre all’aspetto produttivo e sensibilizzi ed educhi il consumatore non solo al riciclo dei materiali ma al loro riutilizzo. Oggi sempre più imprese, anche di piccole dimensioni, dimostrano una nuova sensibilità verso un’economia circolare fondata sul riciclo e riuso dei materiali. Gli effetti li vediamo anche nella filiera dell’industria cartaria, sicuramente energivora e idrovora, dove gli impatti della produzione sull’ambiente richiedono il massimo impegno da parte dei produttori a investire costantemente per ridurli ai minimi termini. Sulla spinta di questa nuova concezione si stanno sperimentando nuove tecnologie e ripensando a come riutilizzare gli scarti per farne una risorsa. Infatti, si stanno diffondendo carte prodotte con fibre vegetali derivanti dagli scarti della frutta e delle piante come tè o cacao. Questi prodotti per loro natura interpretano perfettamente la filosofia di produzione sostenibile, in quanto compostabili e quindi perfettamente ecologici. In questo contesto Due Emme Pack in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali (DICAM), Università di Bologna, ha dato vita all’Ecocalcolatore. L’obiettivo del
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progetto è la diffusione e la condivisione della cultura della sostenibilità per la promozione di produzione e consumo responsabili all’interno della filiera della carta. L’offerta di uno strumento di comunicazione dell’impatto ambientale delle scelte commerciali è rivolta, in primo luogo, a fornire informazione scientificamente referenziata e a catturare l’attenzione del cliente, sia esso intermedio (editore o pubblicitario) o finale (lettore o consumatore). In secondo luogo, lo strumento ha l’obiettivo di stimolare la trasparenza e il miglioramento delle performance ambientali dei produttori, che trovano in esso un canale di comunicazione e di corretta promozione del proprio impegno verso la sostenibilità. Lo sviluppo dell’Ecocalcolatore è stato realizzato su diversi pacchetti di lavoro, iniziati nel 2017 e tuttora in corso. Disponibile online gratuitamente
L’Ecocalcolatore fornisce al cliente un’informazione complessiva e chiaramente interpretabile degli impatti ambientali sviluppati dalle carte proposte dall’azienda. Calcola gli impatti ambientali di una fornitura di carta scelta dal potenziale cliente attraverso la definizione di tipologia, uso e quantità (a peso o in base al formato) e li riporta in termini scientificamente corretti, ma facilmente comprensibili e comunicabili (es. rifiuti o consumi di una famiglia media al giorno, chilometri percorsi da un’utilitaria, numero di alberi utilizzati o salvati, in caso di carta riciclata). I risultati sono sintetizzati in un’infografica stampabile, inseribile nel prodotto finale. Con il progetto “Ecocalcolatore”, Due Emme Pack ha ricevuto dalla Regione Emilia-Romagna il Premio Innovatori responsabili 2020, l’iniziativa con cui valorizzare le azioni realizzate sul territorio regionale da imprese, professionisti, associazioni, scuole e università, che contribuiscono all’attuazione dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
Per ripensare ai prodotti, vanno ripensati i processi. Per farlo è molto importante che la circolarità pervada anche le organizzazioni che danno il loro contributo alla transazione.
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ECONOMICS • ILPOLIGRAFICO 202 • 21• STAMPARE SOSTENIBILE • ILPOLIGRAFICO 202 • 21•STAMPARE SOSTENIBILE • ILPOL
Bilanci,
una nuova classificazione dei settori di Stefano Portolani
Numero aziende Stampa rotocalco 1%
Cartotecnica 57%
Stampa offset 31%
Stampa digitale 6% Prestampa 2%
Dopostampa e legatoria 3%
Prima di introdurre - nell’articolo successivo - il tema del Bilancio di Sostenibilità pertinente alla declinazione green di questo numero della rivista, facciamo un riferimento al bilancio d’esercizio di un’azienda. Utilizzando le informazioni economico finanziarie dei bilanci “tradizionali”, in collaborazione con il Centro Studi Printing elaboriamo ogni anno la classifica “I Big della Stampa” e approfondiamo le diverse tematiche inerenti gli economics delle principali aziende. Fino a oggi abbiamo raggruppato i fornitori di servizi di stampa per settori prevalenti (vedi i report che pubblicati sul n. 201 de Il Poligrafico), ma nell’ottica di una semplificazione dei cluster abbiamo ripreso i principali valori espressi riunendoli secondo una classificazione più in linea con gli attuali settori di mercato. Il criterio è più focalizzato sull’applicazione finale, sul comparto dell’industria, rispetto alla tecnologia impiegata dalle diverse aziende di stampa. È così emersa la seguente classificazione: Cartotecnica, Dopostampa e Legatoria, Prestampa, Stampa digitale, Stampa offset, Stampa rotocalco.
Dei 549 Big della Stampa, il 57% appartiene al comparto della Cartotecnica. Al secondo posto la Stampa offset con il 31%, meno popolato di tutti il comparto della Stampa rotocalco con l’1% della popolazione.
Ricavi medi
Cartotecnica Dopostampa Prestampa e legatoria
Stampa digitale
Stampa offset
Stampa rotocalco
A livello di ricavi pro-capite, la Stampa rotocalco è la più performante: circa 66 milioni di euro, seguita dalla Cartotecnica: oltre 28 milioni. Valori diversi in termini di Utili (o Perdite) generati.
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Ricavi Stampa rotocalco 2% Stampa offset 27%
Cartotecnica 65%
Stampa digitale 4% Prestampa
0,72%
Dopostampa e legatoria
Sostenibilità: inchiostri Ricoh certificati UL Greenguard Gold
1,24%
Utili/Perdite - media
Stampa rotocalco Cartotecnica Dopostampa Prestampa e legatoria
Stampa digitale
Stampa offset
Il comparto più performante per i valori medi di Utili di bilancio è quello della Stampa digitale, seguito da Stampa offset e Cartotecnica. Il peggior risultato medio, con valori con segno negativo, è la Stampa rotocalco.
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Il mondo dell’inkjet
Oltre a garantire basse emissioni VoC, gli inchiostri latex della soluzione large format Ricoh Pro L5100e sono a base acqua e inodore, data la composizione a base di resine e non di solventi. Per quanto riguarda la gamma flatbed UV, anche in questo caso gli inchiostri sono eco-sostenibili e inodore e questo rende le soluzioni ideali per applicazioni indoor. Grazie a queste caratteristiche, gli inchiostri Ricoh hanno ottenuto la certificazione “Greenguard Gold” da parte dell’ente UL, il massimo riconoscimento disponibile in ambito green. Questo attesta la capacità di Ricoh di aiutare gli operatori del settore a raggiungere non solo obiettivi di produttività e di riduzione dei costi, ma anche di sostenibilità.
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
In termini di Ricavi generati nel corso dell’anno 2019 (periodo al quale si riferiscono i risultati delle ultime analisi di bilancio effettuate), la Cartotecnica accentua il suo peso generando il 65% del volume d’affari complessivo (8,9 miliardi di euro sui circa 13,8 miliardi totali). Conferma il secondo posto il comparto della Stampa offset con il 27%.
La sostenibilità ambientale è al centro delle strategie di Ricoh che, sia a livello globale che locale, supporta gli Obiettivi di Sviluppo delle Nazioni Unite impegnandosi in modo concreto per un’innovazione “green”. Questo significa, da un lato, ridurre il più possibile il proprio impatto ambientale e, dall’altro, aiutare i clienti a minimizzare il loro. Un esempio del primo ambito riguarda i consumi energetici. A livello globale, Ricoh si è posta l’obiettivo di soddisfare il 30% del proprio fabbisogno energetico attraverso fonti di energia rinnovabile entro il 2030, arrivando al 100% entro il 2050, un target che Ricoh Italia ha già raggiunto: la sede principale e le otto filiali distribuite su tutto il territorio italiano sono infatti alimentate al 100% mediante energia pulita. Per quanto riguarda invece i clienti, Ricoh offre servizi e tecnologie in cui la sostenibilità è un aspetto fondamentale. I sistemi della gamma Commercial and Industrial Printing di Ricoh sono pensati in un’ottica green fin dalle prime fasi di Ricerca e Sviluppo, riuscendo così a garantire agli operatori del settore un ambiente produttivo dai consumi energetici ottimizzati - anche grazie alle basse temperature di stampa - e dalle ridotte emissioni di VoC (Volatile Organic Compound).
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Il bilancio di sostenibilità,
strumento di comunicazione dell’impegno etico e ambientale delle aziende
di Stefano Portolani
Se il bilancio d’esercizio fornisce informazioni rilevanti per soci, finanziatori, investitori, creditori, debitori e fisco, il Bilancio Integrato di Sostenibilità e il Bilancio Sociale offrono all’intera comunità la possibilità di comprendere come l’azienda si inserisce nel tessuto ambientale e sociale senza che l’interlocutore necessiti di conoscenze tecniche specifiche e senza che necessariamente il fruitore di queste informazioni intenda avere un diretto rapporto economico con l’impresa in questione. L’evoluzione dei tempi, le considerazioni su aspetti diversi o, meglio, integrativi dei concetti economici per valutare le aziende e il loro impatto sull’ambiente, hanno visto l’introduzione di altri elementi di valutazione delle attività. Nelle “nuove” forme di comunicazione con gli stakeholder hanno trovato spazio temi come l’ambiente, l’inquinamento e l’occupazione che sono entrati così a far parte di quei valori e di quegli obiettivi da perseguire per una corretta responsabilità sociale che l’impresa deve cercare di raggiungere. Progressivamente l’etica e la governance, grazie anche a “spinte” di carattere
normativo, sono diventate temi afferenti le responsabilità delle società e dei relativi organi di controllo e hanno costituito oggetto di approfondita comunicazione. Si creano dunque forme “miste” di relazioni sulle attività e alla base dell’informativa volontaria vi è la convinzione che, integrando l’informativa obbligatoria con dati che risultano più utili ed efficaci per ottenere una comunicazione trasparente, venga meglio soddisfatta la richiesta di comunicazione con gli stakeholder dell’azienda. Ampliare l’informativa pubblica, cioè la volontà di migliorare l’immagine aziendale ricercando il consenso del pubblico, consente di ottenere benefici economici nel medio e lungo periodo. È facile immaginare come l’ampliamento della conoscenza delle strategie aziendali nel rapporto società e investitori, contribuisca a far diminuire la percezione di rischio negli operatori finanziari, con la conseguenza di una diminuzione del costo del capitale. Ecco perché soprattutto le aziende quotate in Borsa sono interessate ad aumentare la disclosure con informazioni pubblicate volontariamente.
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Le più comuni ISO nell’industra della stampa
Il codice etico Le aziende si dotano di un “Codice etico” che afferma i valori nei quali esse credono e offrono ai dipendenti e a tutti coloro che intrattengono rapporti con esse, le linee guida per instaurare relazioni nel rispetto di principi quali legalità, rispetto delle norme, trasparenza delle azioni e movimenti finanziari, tutela della dignità e dell’integrità del dipendenti, salute e sicurezza sul lavoro, conflitto di interesse, concorrenza leale, antitrust e anticorruzione, molestie sul luogo di lavoro, antiriciclaggio e diversi altri. Sulla spinta del D.LGS 231/01, proprio quello che ha introdotto in Italia il Sistema di Responsabilità Amministrativa dell’Ente, le aziende adottano un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire reati della specie prevista dalla norma.
Etica e ambiente Con il passare degli anni, si sono sviluppate e vengono adottate dalle aziende diverse “norme” regolamentate da prescrizioni internazionali spesso gestite da ISO, già International Standards Organization, oggi International Organization for Standardization «Organizzazione internazionale per la standardizzazione», ente internazionale operante dal 1947. Le più comuni nell’industria della stampa sono la ISO 12647-2:2013, la ISO/TR 19300:2015, la ISO 14001:2015, e la stessa ISO 9001:2015, solo per citarne alcune. Oltre a questo panorama di processi da implementare e far validare periodicamente da enti di controllo, altre certificazioni sono utilizzate nel mondo del printing. Citiamo, soprattutto per i grandi utilizzatori di carta, la certificazione di Catena di Custodia (Chain of Custody, CoC) che garantisce la rintracciabilità dei materiali provenienti da foreste certificate FSC ed è indispensabile per poter applicare le etichette FSC sui prodotti. Molto fermento c’è a livello globale per far sì che le aziende applichino metodologie condivise al fine di migliorare le proprie performance nel rispetto di valori che coinvolgono tutto l’ambiente che le circonda. Spesso le prescrizioni previste per ottenere questa o quella certificazione sono viste come invasive nel modello gestionale aziendale o anche onerose da mantenere e aggiornare. In realtà, se recepite con il corretto approccio rappresentano un vantaggio competitivo degno di essere divulgato a tutti gli operatori che si interfacciano con l’azienda per motivi economici o sociali. In questa direzione va anche il perfezionato “bilancio di sostenibilità”. L’Unione Europea, attraverso il Libro verde della Commissione (2001), presenta questa definizione: “L’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni com-
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ISO 12647-2:2013 Specifica processi e parametri da utilizzare per la produzione in quadricromia su macchine da stampa a foglio e bobina heatset con processo offset, si applica anche nel packaging per la stampa su cartone e in tutti i metodi di essiccazione dell’inchiostro con forno classico, a infrarossi e ultravioletti.
ISO/TR 19300:2015 Fornisce linee guida per consentire alle parti interessate del settore della stampa di utilizzare ISO/TC 130 e gli standard correlati nei flussi di lavoro di produzione dei supporti di stampa.
ISO 14001:2015 Aiuta un’organizzazione a raggiungere i risultati attesi del proprio sistema di gestione ambientale, che forniscono valore per l’ambiente, l’organizzazione stessa e le parti interessate.
ISO 9001:2015 Mira a migliorare la soddisfazione del cliente attraverso l’efficace applicazione del sistema, compresi i processi per il miglioramento del sistema e la garanzia della conformità al cliente e ai requisiti legali e normativi applicabili.
merciali e nei loro rapporti con le parti interessate”. Sei anni dopo, anche il ministero dell’Interno in Italia ha fissato una definizione nazionale per questo impegno aziendale: “Il Bilancio Sociale è l’esito di un processo con cui l’amministrazione rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse in un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi interlocutori di conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione interpreta e realizza la sua missione istituzionale e il suo mandato”.
Bilancio di sostenibilità Nato come comunicazione volontaria, solo recentemente il Bilancio di Sostenibilità ha assunto carattere di obbligatorietà. A oggi non tutte le società sono tenute a redigere e pubblicare questo documento: il D.LGS. n. 254/2016 che ha recepito la direttiva europea numero 95 del 2014 (2014/95/UE), ha sancito
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“Il Bilancio Sociale è l’esito di un processo con cui l’amministrazione rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse in un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi interlocutori di conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione interpreta e realizza la sua missione istituzionale e il suo mandato”.
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l’obbligo di presentare una dichiarazione individuale di carattere non finanziario per gli “enti di interesse pubblico” e per i “gruppi di grandi dimensioni” che abbiano avuto, in media, durante l’esercizio finanziario un numero di dipendenti superiore a 500 e, alla data di chiusura del bilancio, abbiano superato almeno uno dei due seguenti limiti dimensionali: a) totale dello stato patrimoniale: 20 milioni di euro; b) totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: 40 milioni di euro. Il Decreto prevede, inoltre, che anche tutte le altre imprese non sottoposte all’obbligo possano presentare una dichiarazione di carattere non finanziario in forma volontaria sugli ambiti indicati nell’art.3 del Decreto, prevedendo per le PMI forme semplificate. Le imprese con meno di 250 dipendenti non sono soggette a controlli. La relazione deve, infatti, fornire tutte le informazioni necessarie a comprendere il modello aziendale di gestione e organizzazione delle attività dell’impresa anche con riferimento alle politiche praticate dall’impresa stessa, comprese quelle di due diligence, i risultati conseguiti grazie a esse e i relativi key performance indicator di carattere non finanziario; i principali rischi, generati o subiti, connessi ai suddetti temi e che derivano dalle attività dell’impresa, dai suoi prodotti, servizi o rapporti commerciali, incluse le catene di fornitura e subappalto laddove vengano considerate rilevanti ai fini della dichiarazione (come previsto dall’art. 3 – punto 1). La dichiarazione deve, inoltre (art. 3, punto 2), conte nere almeno informazioni riguardanti l’utilizzo di risorse energetiche e l’impiego di risorse idriche, le emissioni di gas a effetto serra e le emissioni inquinanti in atmosfera, l’impatto sull’ambiente nonché sulla salute e la sicurezza, aspetti sociali e attinenti alla gestione del personale. Non devono mancare, inoltre, riferimenti al rispetto dei diritti umani, le misure adottate per prevenirne le violazioni, nonché le azioni poste in essere per impedire atteggiamenti e azioni comunque discriminatori e, infine, dettagli sulla lotta contro la corruzione sia attiva sia passiva. Gli artt. 3, 4 e 5 richiamano gli standard di rendicontazione e la metodologia di rendicontazione e forniscono elementi di comportamento per le aziende che utilizzano forme autonome. L’art.1, nelle definizioni utilizzate dal decreto, specifica che sono «standard di rendicontazione»: gli standard e le linee guida emanati da autorevoli organismi sovranazionali, internazionali o nazionali, di natura pubblica o privata, funzionali, in tutto o in parte, ad adempiere agli obblighi di informativa non finanziaria. È poi precisato (art. 6) che, laddove l’ente non pratichi politiche in relazione ad uno o più degli ambiti di cui
sopra, dovrà, nella medesima dichiarazione, indicarne le ragioni in maniera chiara e articolata. Nell’art. 7 viene definito l’ambito della responsabilità: “garantire che la relazione sia redatta e pubblicata in conformità a quanto previsto dal presente decreto legislativo compete agli amministratori dell'ente di interesse pubblico”. Nell'adempimento dei loro obblighi costoro agiscono secondo criteri di professionalità e diligenza. L'organo di controllo, nell'ambito dello svolgimento delle funzioni ad esso attribuite dall'ordinamento, vigila sull'osservanza delle disposizioni stabilite nel presente decreto e ne riferisce nella relazione annuale all'assemblea. La norma, all’art. 10, coinvolge anche il soggetto incaricato di effettuare la revisione legale del bilancio il quale deve verificare l'avvenuta predisposizione da parte degli amministratori della dichiarazione di carattere non finanziario.
La metodologia del Global Reporting Initiative Fra i diversi standard di rendicontazione, una metodologia molto diffusa e dotata di notevole efficacia è il “modello GRI”. Il Global Reporting Initiative è un ente nato con l’obiettivo di fornire supporto concreto alla rendicontazione di una performance sostenibile agli organizzatori di attività, aziende e istituzioni di qualsiasi dimensione a livello globale.
I suoi standard sono a oggi un punto di riferimento essenziale e i diversi report sono raccolti in un database consultabile da tutti: il GRI Sustainability Disclosure database (https://database.globalreporting.org/). Gli standard GRI sono tematiche modulari che approfondiscono i diversi aspetti della “vita” aziendale. Le linee guida sono raggruppate in capitoli che trattano temi “universali” (GRI 101, 102, 103) e temi “specifici” (GRI 200, 300, 400). Il GRI 102, che tratta General Disclosures, è articolato in: 1. Organizational profile, 2. Strategy, 3. Ethics and integrity, 4. Governance, 5. Stakeholder engagement, 6. Reporting practice. Per la confezione del rapporto le linee guida più seguite dai compilatori sono quelle contenute nell’International Integrated Reporting Framework, emanato dall’International Integrated Reporting Council (IIRC). L' “IR” ha l'obiettivo di migliorare la qualità delle informazioni trasmesse ai fornitori di capitale finanziario
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Oggi attraverso il Bilancio di Sostenibilità le aziende grafiche possono contribuire a mostrare l’impegno che tutti i player del printing stanno mettendo in campo per rendere sempre più eco-friendly prodotti, processi e servizi.
per consentire un'allocazione di capitale più efficiente e produttiva e di promuovere un approccio più coeso ed efficiente al reporting aziendale. Inoltre contribuisce a rafforzare l’“accountability” e la responsabilità di gestione delle diverse forme di capitale e di sostenere il pensare integrato, il processo decisionale e le azioni mirate alla creazione di valore nel breve, medio e lungo termine.
Come si comportano le aziende grafiche Sono diverse le aziende di stampa, in particolare quelle di grandi dimensioni, che hanno approcciato le metodologie sopra descritte per redigere il Rapporto di Sostenibilità. Fra tutte segnaliamo il lavoro dell’Istituto Poligrafico dello Stato che, con le sue 87 pagine, costituisce un ottimo esempio di realizzazione, secondo il metodo GRI: il documento è reperibile sul sito web dell’azienda. Nella premessa metodologica si legge “Il Gruppo Poligrafico, pur non rientrando nel campo di applicazione del D.lgs. n. 254 del 2016, ha scelto su base volontaria di rendicontare informazioni di natura non
finanziaria”. “Lo scopo è quello di garantire la connessione delle informazioni contenute nell’informativa finanziaria con le informazioni di natura non finanziaria contenute nel report di sostenibilità, la coerenza e compatibilità delle performance socioeconomiche con quelle ambientali dell’ultimo triennio, evidenziando la misura in cui l’organizzazione ha raggiunto i propri obiettivi strategici, nonché le prospettive per il prossimo triennio”. Se la filiera della stampa in passato è stata identificata come una delle attività industriali maggiormente impattanti a livello ambientale per la composizione di inchiostri, supporti, additivi chimici, oggi attraverso il Bilancio di Sostenibilità le aziende grafiche possono contribuire a mostrare l’impegno che tutti i player del printing stanno mettendo in campo per rendere sempre più eco-friendly prodotti, processi e servizi. Per questo ci auguriamo che questo strumento di comunicazione che va oltre la fotografia dei numeri del bilancio economico “tradizionale” consentendo di divulgare in modo trasparente l’evoluzione consuntivata e prospettica dell’impresa venga impiegato da un numero sempre maggiore di realtà del nostro settore.
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Packaging in cartone ondulato sostenibile, senza compromessi PageWide di HP è la soluzione giusta per chi ha l’ambiente a cuore Ottimo per l’ambiente, ottimo per gli affari
La sostenibilità è diventata un punto di svolta per ogni tipo di azienda. Il 75% di Millenial e della Generazione Z preferiscono brand impegnati sulla sostenibilità ambientale, che offrono un impatto sostenibile. Ma non si tratta solo di parole: sono disposti a pagare di più per prodotti sostenibili e per packaging ecologico (1). Secondo uno studio svolto nel 2020, il 33% dei consumatori sceglie di evitare packaging di plastica quando può (2), e l’86% dei consumatori pensa che le scatole in cartone siano facili da riciclare. I vantaggi del packaging in cartone ondulato vanno ben oltre il riciclo. In quanto un prodotto di carta, è di natura circolare: in media l’89% di un nuovo imballaggio ondulato è fatto di materiali riciclati (3), ed è 100% riciclabile e bio-degradabile. Ha anche un ciclo di vita più lungo di altre forme di packaging, in quanto viene spesso ri-utilizzato diverse volte. In altre parole, è un ottimo esempio di economia circolare – di un modo di produrre e consumare nuovo e più sostenibile – senza dare più importanza ai guadagni che al pianeta. I vantaggi del packaging ondulato vanno ben oltre il riciclo. In quanto un prodotto di carta, è di natura circolare: in media l’89% di un nuovo imballaggio ondulato è fatto di materiali riciclati (3), ed è 100% riciclabile e bio-degradabile. Ha anche un ciclo di vita più lungo di altre forme di packaging, in quanto viene spesso ri-utilizzato diverse volte. In altre parole, è un ottimo esempio di economia circolare – di un modo di produrre e consumare nuovo e più sostenibile – senza dare più importanza ai guadagni che al pianeta. Un Ciclo di Sostenibilità
HP è riconosciuta come una delle aziende più sostenibili al mondo, e quindi il suo impatto sostenibile attraversa tutta la catena di valore del settore del packaging in cartone ondulato. La tecnologia PageWide di HP è parte di
un ciclo di sostenibilità. Dalle materie prime, la stampa e la trasformazione ,il consumo dei prodotti e il ri-utilizzo o smaltimento del packaging in cartone. Il ciclo di sostenibilità comincia dalle materie prime, che offrono produzione ad impatto zero, grazie agli inchiostri a base di acqua di HP, che non contengono alcuna sostanza inquinante. Questi inchiostri hanno ricevuto la certificazione UL ECOLOGO per la sicurezza ambientale ed umana, portando vantaggi ai lavoratori che li producono e ai consumatori che li usano. Tutti i componenti degli inchiostri rispettano la policy di esclusione EuPIA e sono prodotti secondo Good Manufacturing Practices (buone pratiche di produzione). Il passaggio successivo nel ciclo di sostenibilità è la produzione di scatole in cartone ondulato stampate in digitale. La stampa digitale è di natura più sostenibile della stampa analogica. Che sia un unico prototipo oggi o mille scatole domani, il packaging stampato digitalmente con le macchine HP PageWide consente di stampare esattamente le quantità di cui, si ha bisogno, quando se ne ha bisogno. Ciò permette di risparmiare sull’avviamento delle macchine, gli scarti e stampare solo il necessario, evitando costì costi di inventario e scarti per obsolescenza. Anche il processo della stampa digitale è più sostenibile, in quanto elimina l’uso di lastre e di prodotti chimici di pulizia, le macchine HP utilizzano processi di pulizia automatici che minimizzano gli sprechi di acqua. Infine, i metodi di stampa senza contatto di HP permettono di utilizzare carte più leggere che riducono il consumo di materie prime e le emissioni di CO2 durante il trasporto e la consegna.. Il consumo del packaging da parte dei consumatori è una delle fasi più importanti del cerchio di sostenibilità. Senza odori e senza sostanze chimiche che reagiscono ai raggi UV, il packaging in cartone ondulato prodotto con la tecnologia PageWide di HP è perfetto per sostituire
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La soluzione giusta per un’economia digitale più ampia
Il packaging ondulato prodotto con le macchine per ondulati PageWide di HP è la soluzione giusta per chi ha a cuore l’ambiente. Se la pandemia COVID-19 ha causato cambiamenti violenti e ha capovolto numerosi settori, ha anche accelerato cambiamenti nel modo in cui compria-
mo prodotti che erano già in atto. Negli Stati Uniti nel 2020 l’e-commerce è cresciuto del 32% e ha raggiunto $791 miliardi (5), l’equivalente di sei anni di crescita in soli tre mesi. Per tenere il passo con la crescita dell’e-commerce e per soddisfare la domanda di packaging digitale, i brand stanno cercando produttori di packaging con cui possano creare soluzioni di imballaggi con cicli di vita più lunghi, dalla fabbrica al consumatore, senza compromettere i loro impegni ambientali. In pochi anni il packaging ondulato di HP con stampa sostenibile si è dimostrato capace di offrire stampa di alta qualità e in alta risoluzione che supporta i brand senza compromessi. Quando è usato per la spedizione diretta al consumatore a seguito di acquisti online, la scatola di spedizione può offrire anche esperienze del marchio attraverso realtà aumentata e messaggi personalizzati, e allo stesso tempo rassicura i clienti che le aziende possono avere un impatto sostenibile senza compromettere né il pianeta né i guadagni. La qualità che ti aspetti da HP
Le macchine da stampa HP PageWide per cartone ondulato usano inchiostri a base di acqua e sono le uniche macchine digitali per ondulati che offrono una qualità di stampa pari all’offset. Le macchine a bobina HP PageWide T1190 permettono di prestampare la copertina superiore prima dell’ondulazione, mentre la macchina HP PageWide C500 è una soluzione di stampa diretta sul cartone post-print. Le macchine HP PageWide T470 sono anch’esse una soluzione a bobina per il processo di offset accoppiata. Tutte le soluzione HP sono sostenute dal team di supporto tecnico globale dell’azienda. HP si impegna attivamente nell’aiutare i propri clienti a diventare più sostenibili, promuove e contribuisce a un’economia circolare con un portfolio comprensivo di soluzioni sostenibili.
(1) Trivium Packaging, 2020 Global Buying Green report. (2) Isobar, Novembre 2020 Attitude and Usage Tracking. (3) Fefco, European Database for Corrugated Board Life Cycle Studies, 2018. (4) The Ellen MacArthur Foundation, Gennaio 2018. (5) Pandemic causes US ecommerce to surge north of 32% in Q4 – Digital Commerce 360.
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COMUNICAZIONE D’IMPRESA
packaging in plastica spesso usato per prodotti alimentari e sensibili. Inoltre, le scatole in cartone, sono spesso multi-uso: sono contenitori di spedizione, contenitori in negozio e contenitori sugli scaffali. Gli inchiostri HP PageWide sono sia sostenibili che sicuri, e soddisfano quindi sia i requisiti di sicuezza del packaging dei brand sia le linee guida per il packaging alimentare dell’UE, di Nestlé e dell’Ordinanza Svizzera. Le fasi finali nel Ciclo di Sostenibilità sono il riciclo e lo smaltimento. Il ri-utilizzo e il riciclo rappresentano un cambiamento drastico rispetto al modello tradizionale di economia lineare basata sul prendere-produrre-consumare-buttare via. Non abbiamo più a nostra disposizione grosse quantità di materiali ed energia a basso costo. I costi nascosti degli sprechi non sono più nascosti: li vediamo nel riscaldamento globale e nelle discariche piene. I marchi più grandi al mondo si sono pubblicamente impegnati a rendere il loro packaging 100% riciclabile o riutilizzabile entro il 2025 (4). Per i converter di packaging, lavorare con HP significa diventare la prima scelta per band che si stanno impegnando a raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità. Gli imballaggi prodotti con la tecnologia HP PageWide soddsifano gli standard PTS e DIN CERTCO, che garantiscono che i prodotti sono adatti a processi standard di riciclo e compostaggio. E se non vengono riutilizzati o riciclati, hanno il vantaggio di non occupare le discariche per decenni, in quanto si decomporranno senza contaminare terreno o acque.
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A INQUADR O IL LOG I E ACCEDALTÀ ALLA RE ATA AUMENT
Comincia da questo numero la nuova rubrica “Print Connection”. Contiene comunicati, riguardanti novità tecnologiche o installazioni, mandati alla redazione del Poligrafico dalle aziende presenti nella “Banca Dati Fornitori” visibile online nel sito Stampamedia.net. Sullo smartphone, inquadrando il singolo logo con la app Stampare Aumentato (vedi istruzioni a pag. 70) si accede direttamente alla scheda dell’azienda nella Banca Dati e ad un eventuale video.
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New Aerodinamica M O R E T H A N A S P I R AT I O N
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SHAZAM I. T.
ARIBAS
Spesso prima di adottare una delle nostre soluzioni i clienti ricevevano segnalazioni dai loro clienti, disorientati tra dati e informazioni diverse o non aggiornate nel PDF in Italiano, nel PDF in Inglese, nelle pagine Web. Con la concorrenza sempre più pressante è indispensabile non solo disporre di prodotti validi ma anche di produrre dati e informazioni sicure e affidabili. Per non perdersi in attività manuali, che su questi lavori sono per definizione sempre inefficienti e mai a prova di errore, è indispensabile disporre di una soluzione software che generi contemporaneamente sia i PDF che le pagine Web, nelle varie lingue e riducendo considerevolmente gli errori. La proposta di Shazam I. T. consiste in due alternative soluzioni software, in base alle preferenze del cliente, per ottenere automaticamente e dinamicamente la pubblicazione anche on-demand di PDF e di pagine HTML5 per il Web da database: appunto, non più con inefficienti copia-e-incolla o plug-in. • Leaflet è la soluzione standalone ad alte prestazioni connessa in tempo reale al database aziendale; i suoi modelli dinamici si adattano ai dati per produrre i PDF e le pagine HTML5; per aggiungere creatività al documento è possibile anche esportare i file a InDesign. • InBetween è la soluzione per la creazione semiautomatica di PDF e di pagine HTML5 da database in abbinamento a InDesign. Con le nostre soluzioni si automatizzano la creazione della pagina, l'aggiornamento, l'adattamento ad altre lingue, la produzione sia in PDF che in HTML5 per il Web di, ad esempio, listini prezzi, schede tecniche, volantini, cataloghi tecnici, brochure di prodotto, offerte. Per sapere di più sulle nostre soluzioni, per concordare un webinar, una demo o un Try-And-Buy, contattaci allo 0543 1900811 e visita il nostro sito www.shazam.it.
ARIBAS ha potuto ispirare un cliente importante e attivo a livello mondiale per una macchina usata KBA RA 145-7 + L ALV 2. Grazie al convincente concetto globale offerto da ARIBAS PRINTING MACHINERY, a partire dalla pianificazione del progetto, la progettazione del contratto, lo smontaggio, la revisione e l'installazione in loco, il progetto è stato firmato contrattualmente a fine scorso anno. A inizio 2021 la macchina è stata poi smontata in Italia da una squadra ARIBAS e inviata al nostro partner GRAF SERVICE SRL di Torino per la revisione. In pochissimo tempo, grazie al nostro personale di servizio, la macchina è stata completamente pulita e revisionata. La situazione di pandemia era anche una sfida logistica. Ma grazie alla rete decentralizzata di tecnici di assistenza competenti creata negli ultimi anni, siamo stati in grado di iniziare il montaggio della macchina senza ritardi. Abbiamo potuto attingere a 150 anni di esperienza con le macchine da stampa KBA. Questo ci rende personalmente orgogliosi e ha anche fornito al cliente un'ottima affidabilità di pianificazione. Ma ARIBAS PRINTING MACHINERY (APM) non riposa sugli allori. Il rappresentante locale italiano, insieme al nostro partner commerciale GRAPHIC MACHINE SERVICE SRL, è quotidianamente alla ricerca di macchine da stampa da acquistare o se un cliente vuole trasformare il proprio macchinario. Contemporaneamente al progetto KBA RA 145 nelle nostre sale in Germania abbiamo una Heidelberg XL 106-8 P del 2016 per un cliente ristrutturato, ora pronta per il trasporto e l'installazione. APM non si considera un semplice rivenditore di macchine, ma un fornitore di know-how completo nel settore della stampa e della finitura. APM vorrebbe anche investire ulteriormente nel mercato italiano: stiamo discutendo le nostre varie opzioni con i nostri partner e le stiamo ancorando in un business plan.
Stessi dati e informazioni nei PDF e nel Web
Una macchina italiana in Inghilterra
KYOCERA
Le competenze nel cuore di TASKalfa Pro 15000c
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Raccogliere dati, leggerli, analizzarli. Partendo da queste tre semplici azioni, Kyocera Document Solutions ha deciso di entrare nel mondo della stampa di produzione scegliendo quali aree d’interesse cogliere per portare il suo innovativo contributo. Kyocera TASKalfa Pro 15000c, sistema da stampa digitale inkjet a colori ad alta velocità, è stato pensato, costruito e proposto al mercato partendo dalle richieste espresse dai clienti, i quali necessitano di un sistema di stampa affidabile, produttivo, immediato che pone particolare attenzione ai costi di produzione e all’ambiente. La grande esperienza maturata nella costruzione e sviluppo delle teste di stampa industriali e la consolidata presenza nelle realtà aziendali con le soluzioni di stampa office, hanno dato a Kyocera Document Solutions la possibilità di realizzare un
sistema in grado di coniugare le esigenze della produzione di documenti, su richiesta e ad alti volumi, con semplicità d’uso e costi competitivi. TASKalfa Pro 15000c può stampare su ogni tipo di supporto uso mano e calandrato alla velocità di 150 pagine A4 minuto, consegnando documenti finiti o pronti ad essere assemblati. Questo risultato è reso possibile dall’innovativa tecnologia di asciugatura a basse temperature, che consente di mantenere planari e perfettamente asciutti i documenti senza rallentare la produzione. Inoltre, per gli utenti con ambienti di stampa complessi o che richiedono la stampa di streaming di dati AFP, la soluzione Production Printing Kyocera, grazie alla recente partnership con Solimar Systems, è in grado di intercettare e formattare, nonché trasformare dinamicamente i report AFP in una varietà di altri linguaggi di stampa e indirizzare poi i dati convertiti alla rete di stampanti di produzione, ai sistemi di archiviazione e alle stazioni di visualizzazione.
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AZUL SISTEMI
Gestionali per Arti grafiche L’installazione di una nuova macchina di finitura Refine Compact2 in casa di Rotocel Space, è stata l’occasione per “chiudere il cerchio” da parte del produttore di gestionali per Arti grafiche. Infatti con quello che in realtà è stato un semplice collegamento Industria 4.0 si è completato un flusso “Made in Inglese”, coinvolgendo Azul sistemi, Refine Finishing, ed Esko Graphics, tutti marchi trattati da Inglese srl, storica ditta bolognese di forniture alle Arti grafiche. Il gestionale Azul5 di Azul sistemi ad ogni commessa invia autonomamente i dati di produzione ad Automation Engine di Esko per la gestione della prestampa, quindi la produzione di grafica, fustelle e telai serigrafici; successivamente dialoga con la Compact2 di Refine per minimizzarne i tempi di configurazione, inviando anche i dati già elaborati da Automation Engine nel passaggio precedente; infine, al termine della produzione, Azul5 riceve dalla Compact2 tutti i dati che permettono di chiudere la consuntivazione e di memorizzare le informazioni utili a velocizzare le successive ristampe (comunicandoli eventualmente ad Automation Engine). Un flusso ormai
consolidato, applicato in Rotocel Space alle macchine di stampa digitale HP Indigo, alla finitura digitale MGI JETVarnish e al tavolo di ispezione, taglio e ribobinatura Labeltech, che viene ulteriormente ampliato con l’integrazione della macchina di finitura Refine. Naturalmente le altre macchine del reparto di finitura non coinvolte nel flusso Industria 4.0 non sono ignorate da Azul5, dal momento che le loro lavorazioni sono comunque registrate a sistema in tempo reale, assieme alla situazione del magazzino bobine e delle consegne, venendo così integrate nel sistema informativo aziendale. Il gestionale Azul5 di Azul sistemi, ricordiamo, abbraccia le aree commerciali e produttive dell’azienda, dal preventivo alla gestione del cliente, dalla commessa alla consuntivazione, dal magazzino alla gestione documentale.
GRUPPO CORDENONS
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Lanciata attraverso il nuovo visual book che è stato presentato nei primi mesi del 2021, Natural Green Evolution è la versione 100% recycled dell’iconica Natural Evolution di Gruppo Cordenons, di cui ripropone le caratteristiche di buona stampabilità e compatibilità con le principali tecniche di nobilitazioni. Certificata FSC® Recycled, questa carta bianca di alta gamma contiene nella sua formulazione solo fibre riciclate in percentuale variabile tra pre e post consumer. In grado di coniugare tutte le caratteristiche delle carte creative di alta gamma e il rispetto per l’ambiente, a cui l’azienda dedica da sempre importanti investimenti, Natural Green Evolution offre un appeal naturale e tutti i requisiti di un supporto eco-friendly. È proposta nella nuance White e nelle grammature 120, 145, 200, 280 e 320, prestandosi per diverse applicazioni che spaziano dall’editoria alle immagini coordinate, dalla stampa commerciale fino a packaging e shopping bag. Il concept del nuovo visual book dedicato a Natural Evolution e Natural Green Evolution è ispirato al pensiero del filosofo greco Anassagora, secondo cui ogni cosa si compone di omeomerie, ovvero di minuscole particelle che costituiscono l’intero cosmo. È proprio l’idea di armonia con l'universo e in particolare con i cicli della natura a definire la nuova immagine delle due carte, entrambe contenute nel book. Nella sequenza di immagini di cui è composta la brochure, l’essere umano si trasforma entrando in simbiosi con gli elementi naturali, proprio come la carta su cui è stampata per le sue caratteristiche “green” è in sintonia con il pianeta.
Si fa un gran parlare di stampa sostenibile, ma esattamente cosa si intende? Se analizziamo l’etimologia della parola sostenibile leggiamo: “Compatibile con le esigenze di salvaguardia delle risorse ambientali”. Quindi la sostenibilità ha alla sua base lo sviluppo sostenibile, che a sua volta è di fatto la connessione di vari ambiti, sociale, economico, ambientale e prevede di lasciare alle generazioni future le stesse risorse. Quindi, il mondo della stampa cosa può fare? Da solo non molto, le strategie fondamentali sono a carico di governi ed enti preposti, ma, contribuendo tutti con piccole scelte o accorgimenti, saremo in grado di partecipare a migliorare e ridurre l’impatto. Noi di RISO, per esempio, da anni perseguiamo l’interesse per un’attenzione particolare al pianeta, ogni nostro prodotto si basa su una tecnologia di stampa a freddo, consuma mediamente l’80% in meno di energia elettrica se paragonato ad altri che utilizzano una tecnologia a caldo e a parità di prestazioni. La quantità maggiore di CO2 emessa nell’ambiente è a carico della produzione di energia, ecco che nel nostro piccolo possiamo fregiarci di una sostanziale contribuzione alla riduzione di questa emissione. Abbiamo certificazioni a sostegno dell’impegno e altre che garantiscono il fine vita dei nostri prodotti riciclabili al 90%. Tipologie di inchiostri a base vegetale, crusca di riso, che una volta lavorata per l’estrazione di olio, viene riutilizzata in ambito agricolo come fertilizzante. Nessuna emissione durante il ciclo di stampa. Questo, per noi di RISO, potrebbe essere un buon punto di partenza per una stampa sostenibile.
“Naturale evoluzione” 100% green
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Cosa si intende per stampa sostenibile
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CARTES
EPSON
Sfruttando la propria competenza nella serigrafia tradizionale, CARTES ha messo a punto un'innovativa unità digitale per la nobilitazione di altissima qualità. JET D-SCREEN (guarda il video inquadrando il logo Cartes a pag. XX) consente di creare effetti multistrato, verniciatura a spot, complessi effetti di rilievo tattile e stampa braille, nonché trasferimento di foil dettagliati e oro 3D metallico. Il tutto in un singolo passaggio, senza costi di impianto, con avviamento istantaneo e nessuno spreco di materiale. Un'innovazione importante nel mondo della stampa inkjet di etichette, visto che gli spessori di vernice depositabili con JET D-SCREEN prima erano impossibili da raggiungere. Un altro aspetto importante è rappresentato dalla versatilità dei materiali stampabili: non c'è bisogno di verniciatura o trattamenti primer (evitando quindi il rischio di "snaturare" la texture) ed è possibile lavorare anche quei materiali molto sensibili al calore, dato che il dispositivo di polimerizzazione dello stampato è costituito da un sistema di asciugatura ibrido LED/UV. JET D-SCREEN è gestita con facilità dal singolo operatore e permette la selezione di stampa tramite settaggi predefiniti e la scelta dei materiali di supporto da utilizzare. Modulare come tutte le tecnologie CARTES, JET D-SCREEN è idonea ai requisiti richiesti da Industria 4.0. Rappresenta quindi un'aggiunta importante nell'ampia gamma CARTES in cui spiccano le macchine per fustellatura laser, presentate per la prima volta nel 1999, aprendo di fatto a una rivoluzione nel mondo della fustellatura. Oggi CARTES vanta oltre quattromila installazioni in 96 Paesi, quattrocento delle quali sono fustellatrici laser, e ha da poco aperto la sua seconda sede negli Stati Uniti, a Red Bank - New Jersey.
SureColor SC-R5000, la prima stampante Epson di largo formato (64 pollici) che utilizza inchiostri in resina, fa parte della nuova serie R ed è frutto dell’innovazione dell’azienda nell’imaging, nella gestione dei colori e nel controllo del substrato. Ideale per le agenzie pubblicitarie e i fornitori di servizi di stampa, consente di realizzare un’ampia gamma di prodotti e applicazioni di alto valore con risultati ecocompatibili. Il nuovo set di inchiostri a 6 colori UltraChrome RS, composto da resine a base d’acqua, è privo di odori ed è adatto all’uso in qualsiasi ambiente (scuole, ospedali, hotel e strutture al coperto), mentre il monitoraggio preciso della temperatura, attraverso quattro sensori termici, assicura l’uniformità del colore da un margine all’altro e dal bordo superiore a quello inferiore, per un accurato controllo cromatico. I colori sono precisi e ripetibili dalla prima all’ultima stampa grazie anche alla testina PrecisionCore MicroTFP: essendo piezoelettrica, non è soggetta a degradazioni causate dal calore e dunque il posizionamento delle gocce e le dimensioni dei punti rimangono costanti per tutta la durata della testina stessa. Tra le caratteristiche della SureColor SC-R5000 figurano anche tre stazioni riscaldanti indipendenti (preriscaldamento/piastra/post-polimerizzazione) che garantiscono uniformità cromatica e una manipolazione più vasta dei supporti. Non solo: l’avanzato controllo automatico della tensione (Ad-ATC) offre una stabilità dimensionale altamente accurata quando è necessario l’affiancamento, come nel caso delle vetrine e della carta da parati, consentendo il risparmio di materiale e di tempo di installazione, oltre a garantire risultati impeccabili per il cliente. Infine, i vantaggi si riscontrano anche nell’efficiente processo di asciugatura e di polimerizzazione che consente la laminazione e il fine lavoro in giornata, riducendo i tempi di consegna.
Effetto serigrafico digitale
Stampante di largo formato con inchiostri in resina
KOLBUS ITALIA
Imballaggi a impatto ambientale ridotto
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Inquinamento ambientale e smaltimento dei rifiuti sono uno degli argomenti sempre più discussi a livello globale, da qui nasce quindi l’esigenza di cambiare il modo in cui imballiamo e spediamo i vari prodotti. Il materiale più importante per un packaging ecosostenibile è senza dubbio il cartone: economico, resistente, etico, ecologico e soprattutto sostenibile. In quest’ottica, già da oltre un decennio, Kolbus GmbH ha concentrato il proprio interesse verso la produzione e commercializzazione di macchine per la produzione di imballaggi in cartone ondulato e di packaging di lusso, ponendo particolare attenzione all’impatto ambientale legato ai processi produttivi degli stessi. Inoltre, grazie alla lunga e proficua collaborazione con imprenditori attenti alla
sostenibilità dei propri prodotti e, quindi degli imballi che li contengono, Kolbus ha maturato una forte esperienza come consulente alla progettazione e produzione degli stessi. La linea “Natif”, imballaggi di lusso prodotti con le macchine Kolbus, per esempio, raggiunge un elevato livello di perfezione grazie a una miscela di semplicità e riduzione al minimo dei processi di lavorazione: utilizzando cartone colorato in pasta per la produzione degli imballi, viene ridotto al minimo l’utilizzo di colle e di altri inquinanti, minimizzando così anche gli scarti di produzione. Oltre a ciò, la linea per la produzione di scatole fondo/coperchio modello BLF500 (nella foto), completamente automatizzata, permette di risparmiare tempo e materiale riducendo l’impatto ambientale dell’intero processo produttivo. Infine, con le macchine modello DA260 e NM101 di Kolbus è possibile produrre scatole con lembo di chiusura in cartoncino, evitando quindi l’utilizzo di altri materiali di chiusura meno ecologici del cartone.
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GRAPHIC MACHINE SERVICE
Packaging economico e di qualità L’impegno nella ricerca per trovare sempre nuove soluzioni nel packaging per accontentare i nostri Clienti a svolgere il lavoro in modo semplice, risparmiando e mantenendo la qualità, è alla base dello spirito di Graphic Machine Service (GMS). Ultimo in ordine di tempo, siamo riusciti a soddisfare un altro cliente dalla Puglia dove abbiamo terminato il collaudo di una Formatrice attrezzata con impianto a caldo e impianto a freddo. Questo impianto permette la produzione di varie tipologie di scatole per hamburger, vassoi per cibo, scatole per il pranzo ecc. (qui a fianco si possono vedere le principali scatole eseguibili, per altre forme ci potete contattare per poter valutare la fattibilità). Nel frattempo, i nostri partner Aribas Printing Ma-
chinery (APM), per un importante cliente di livello mondiale hanno installato una macchina usata KBA RA 145-7 + L ALV grazie all’esperienza del team di Graf Service che si è impegnato per seguire tutta la parte tecnica dell’operazione.
ALGOLA
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Ripartono gli Open Friday Nell’ottica di continuare ad essere un punto di riferimento importante nel panorama dei fornitori di tecnologia per la stampa e il taglio industriale, Errelle ha deciso di riaprire le porte dello show room di Grugliasco (Torino). Dopo il successo riscontrato in novembre e dicembre, con l’evento Open Friday si ripropone la stessa formula. Tutti i venerdi da aprile il demo center è stato aperto al pubblico, e ora l’iniziativa prosegue tutti i giovedì e venerdì di giugno. Trovate sempre a disposizione le ultime novità della gamma Signracer UV, Signracer Hydrospeed, Signracer Tex, Xled Pro e i plotter flatbed della JWEI. Per chi ha esigenze particolari di materiali da stampare, si consiglia l’invio del materiale qualche giorno prima, in modo che i nostri tecnici possano preparare al meglio le stampanti con le giuste tipologie di inchiostri. Per accedere all’evento è sufficiente inviare una mail al nostro indirizzo: info@errelle.info oppure contattarci via whatsapp o con una telefonata al numero: 366 9610190. La prenotazione è resa necessaria per mantenere le attuali disposizioni in materia di contenimento pandemia Covid-19. Vi aspettiamo numerosi come sempre!
ETERNA GROUP
Open house in Olanda Il Competence Center europeo di Eterna Group, sito ad Eindhoven, vicino all’aeroporto, sarà aperto ai visitatori per dimostrazioni sui propri impianti, dal 16 al 18 settembre prossimo. In particolare saranno presentate: - la fustellatrice ECUT nei formati 1060 e 1450; - la piega incollatrice EFOLD per teso e ondulato; - la laminatrice a caldo EFOIL nel formato 1060; - le periferiche per il confezionamento automatizzato. Chi fosse interessato a una visita può prenotarsi inviando la richiesta per e-mail: greta.civardi@eterna-group.eu
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Integrazione con la rete di fornitura Le macchine 4.0 non esistono, spiega Alessandro Degola titolare dell’Algola S.r.l. produttori di PapiroStar, software specializzato per Industrie Grafiche. Esistono macchine, impianti e dispositivi che sono predisposti tecnologicamente e possiedono quanto necessario per poter essere introdotti in un ambiente 4.0, dove altrettanto importante è la presenza di beni immateriali intangibili, in un contesto dove il “digital backbone” consente di trarre il massimo vantaggio dall’interoperabilità di tutti i fattori produttivi e dallo sfruttamento in tempo reale dei dati. Il cuore del sistema non è più, pertanto, il “reparto produttivo” ma “l’ecosistema digitale esteso” dove il dato rappresenta il fattore differenziale di creazione del valore unitamente alla struttura informativa necessaria alla gestione di tale ecosistema. Degola spiega che se agli albori dell’industria 4.0 la discriminante per la scelta del MIS era l’interconnessione, ora che quasi tutti i sistemi si sono adattati, è necessario valutare e capire il vantaggio operativo dell’integrazione. Un esempio concreto può essere l’integrazione con la rete di fornitura: in questo caso si intende che la macchina/impianto sia in grado di scambiare dati con i sistemi informativi, della rete di fornitura nella quale questa è inserita. Per rete si deve intendere sia un fornitore a monte che un cliente a valle. Il flusso informativo di PapiroStar di Algola offre un’integrazione spinta e completamente automatizzata: l’ordine cliente genera fabbisogni che sono coordinati da una suite di moduli tutti interconnessi tra loro. L’interconnessione con la rete di fornitura permette di avere un flusso che lega a doppio filo il consumo della materia prima (rilevato da reparto) con la fornitura della merce e l’avanzamento della produzione con il magazzino prodotti finiti con le spedizioni. Con particolare attenzione, Degola rimarca il fatto che l’integrazione con la rete di fornitura è automatizzata sia verso il cliente che verso il fornitore. Sul canale dell’azienda è possibile visionare un breve filmato esplicativo sull’integrazione a valle: https://www.youtube.com/watch?v=yU_0sB11Vcc
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Jeti Tauro H3300 UHS LED è destinata alla fascia alta del mercato degli stampatori wide format. Il motore a getto d'inchiostro UV LED stampa supporti fino a 3,3 m di larghezza in 4 o 6 colori a una velocità fino a 600 m² /h. Condivide come tutti gli altri modelli una qualità di stampa leader del settore con versatilità a tutto tondo, produttività estrema e automazione all'avanguardia, ma è ancora più robusta e fino al 30% più veloce. E come gli altri membri della pluripremiata famiglia Jeti Tauro H3300, è un vero ibrido in grado di gestire la stampa sia di materiali rigidi così come materiali flessibili - in diverse configurazioni. Ogni componente della nuova Jeti Tauro H3300 UHS LED (UHS sta per "altissima velocità") è concepito per sostenere operazioni di stampa altamente produttive e affidabili con bassi requisiti di manutenzione e tempi di attività elevati. Gli esempi includono il caricatore automatico ad alta capacità e i serbatoi d'inchiostro di grandi dimensioni per una maggiore autonomia. Grazie a un nuovo sistema di aspirazione e alle guide è anche adatto per la stampa di imballaggi in cartone ondulato, consentendo così agli stampatori di insegne e display di espandere la loro offerta e coprire tutte le necessità delle campagne di marketing dei loro clienti. La configurazione master roll-to-roll può gestire sia la stampa a rotolo singolo che doppio e dispone di una fotocamera opzionale per la stampa fronte-retro accurata di supporti block-out. «Jeti Tauro era già sinonimo di stampa ibrida altamente produttiva con automazione avanzata, ma con Jeti Tauro H3300 UHS LED abbiamo alzato ulteriormente il livello», afferma Reinhilde Alaert, Product Manager Sign & Display di Agfa. «Durante lo sviluppo di questa nuova ammiraglia, abbiamo fatto di tutto per adattarla a carichi di lavoro estremi. Inoltre, è una macchina versatile all-in-one in grado di stampare rigidi e fogli, nonché materiali in rotolo con la massima qualità e il minor consumo di inchiostro. E ben rappresenta il nostro motto: Produttività estrema. Qualità estrema».
Dopo aver esportato già nei primi tre mesi dell'anno in più di 6 nazioni, attendiamo dal Giappone 3 macchine RMGT nuove che andranno a importanti clienti Italiani. Una nuova RMGT 790ST-5 sarà installata a breve presso la Tipografia Senesi di Prato, affezionato cliente che in oltre 20 anni di attività ha rinnovato per la 10a volta la fiducia nella nostra organizzazione. Negli anni infatti si sono affidati a WGM sia per macchine usate che ora per le nuove RMGT, facendo tesoro dei nostri consigli che hanno permesso la crescita sostenibile del loro business. La richiesta del cliente era quella di stampare un'ampia gamma di prodotti, in basse tirature, tempi ridotti e di qualità eccellente. Grazie alla nuova RMGT serie 7 di formato 600x788 mm dotata di tutta la tecnologia che permette la riduzione dei tempi di avviamento e in grado di stampare ad alta velocità fino a 16.000 fogli orari, Tipografia Senesi riuscirà a soddisfare i clienti. Ringraziamo la Famiglia Rosadini, in particolare Mauro e le nuove "leve", i figli Massimo e Simona, per la fiducia che sarà sicuramente ricambiata. La seconda RMGT prevista in arrivo è il nuovissimo modello 970PF8 che verrà installata alla Litografia Bruni di Pomezia, fondata nel 1969 con 15 dipendenti e area produttiva di 3.000 mq. Questa sarà anche la prima RMGT 970 installata in Europa, rendendo WGM il distributore europeo più attivo della RYOBI MHI. La nuova RMGT 970 stampa fogli di larghezza fino a 965 mm (area di stampa di 930) ed è disponibile con tecnologia LED-UV. Dotata di inserimento automatico e simultaneo delle lastre, sistema di telecamere, avviamenti completamente sincronizzati, inchiostrazione con funzione di autoapprendimento intelligente, è l'unica macchina da stampa offset in grado di produrre 250 fogli a 8 colori (4/4) in soli 4 minuti. (video disponibile sul nostro sito www.wgm.it). Dobbiamo tenere riservata l'informazione dell'altra macchina in arrivo per richiesta espressa dell'acquirente, ma possiamo annunciare che sicuramente farà parlare...
La Tauro più veloce
Successi di vendite nazionali ed estere
GRAFCO
Nuovo partner per Toyo Ink Europe Per assicurare una più capillare e forte presenza dei propri prodotti, Toyo ha deciso di affidare la distribuzione delle specialità dedicate alla flexo e alla serigrafia in esclusiva a Grafco per l’Italia. Toyo Ink Europe N.V. produce nel suo stabilimento di Niel, in Belgio, un’ampia gamma di inchiostri e vernici UV per la stampa flexo e la stampa serigrafica destinata alla produzione di etichette, alla cartotecnica e al packaging alimentare. L’avanzata tecnologia giapponese di Toyo, assieme all’esperienza e alla qualità produttiva europea, sono alla base del successo di questi prodotti.
Gli utilizzatori in Europa hanno apprezzato nel corso di molti anni l’ottima sinergia tra la profonda conoscenza e cultura tecnica di Toyo Ink Group giapponese e la grande esperienza di produzione industriale di inchiostri e vernici europea. Grafco srl di Treviso è un’azienda focalizzata da più di 40 anni nella distribuzione di inchiostri e il suo punto di forza da sempre è l’assistenza tecnica post-vendita e l’ampia gamma di servizi di supporto tecnico alle aziende del settore stampa che è in grado di offrire.
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NEWMEC
SECUR20 varca le porte di IPZS Abbiamo progettato e prodotto una nuova linea per l’applicazione di ologramma a Stripe continuo realizzata con tecnologie importanti e destinata al mercato di riferimento. È stato un onore poter fornire una nostra Secur20 allo Stato italiano e nello specifico all’ “Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato - Carte Valori di Foggia” per la produzione di marche da bollo realizzate su carta termica adesiva, una nuova sfida ed un traguardo raggiunti con successo. Nuove forme e nuovi equipaggiamenti per una applicazione ad alta precisione tramite una più performante gestione elettronica, che vede funzioni diverse. Ad esempio, in caso di rottura del nastrino, un rallentamento della linea sino all’arresto e una regolazione ad alta precisione della pressione gestita direttamente tramite il pannello opera-
tore. Per rendere la linea ancora più silenziosa, abbiamo provveduto a modificare l’impianto di aspirazione, andando a inserire una doppia intelaiatura per ridurre il rumore della ventola in fase di recupero del PVC . Come ulteriore novità in materia di sicurezza, abbiamo installato una doppia griglia di protezione completa di due porte posizionate all’altezza di svolgitore e ribobinatore (come si può vedere nelle foto).
SMG
MÜLLER MARTINI
Le tecnologie per la stampa digitale sono diventate per il gruppo SMG una parte fondamentale del proprio business e portafoglio prodotti. Il gruppo ha investito nell’ultimo decennio notevoli risorse per lo sviluppo di questo settore, consolidando la posizione di mercato nel Nord Italia tra case produttrici e stampatori non solo nel settore delle Arti grafiche, ma anche nei settori industriali e altre realtà produttive. Per incrementare questa crescita nella stampa digitale, SMG ha integrato nel team vendite per il 2021 due figure professionali dedicate esclusivamente alla promozione capillare nel territorio di queste tecnologie. Vista l’esperienza e l’importante posizione che SMG ha nel mercato, nella seconda metà del 2019 il gruppo ha iniziato un rapporto di collaborazione con Bompan importatore esclusivo in Italia - per la distribuzione nel Nordest delle attrezzature e consumabili Mimaki. Nonostante le difficoltà della pandemia, SMG è riuscita nel primo anno di questa collaborazione a installare più di 25 macchine nel territorio di competenza di cui un numero importante di plotter per stampa UV in formato 160. Nel primo trimestre del 2021 SMG ha portato a termine l’installazione di 8 nuove macchine e prevede una chiusura del primo semestre in positivo confermando in questo modo il trend di crescita del 2020. La gamma di macchine per la stampa UV è molto versatile: i modelli UCJV (Print & Cut) e UJV (Print – nuovi modelli presentati nel 2021) con l’innovativo sistema DAS (Dot Adjustment System) automatizzano il processo di calibrazione e alimentazione di materiale, in modo da eliminare l’intervento manuale dell’operatore nel caso ci sia un cambiamento dei supporti e condizioni di stampa, garantendo così maggiore efficienza. Questa funzionalità, assieme all’elevata produttività - fino a 23 m²/h per i banner, 18,6 per il PVC – e i vantaggi degli inchiostri UV-LED certificati “VOC Free”, fa di queste attrezzature degli strumenti ad alte prestazioni che assicurano qualità ed efficacia per affrontare le sfide e l’innovazione che richiede il mercato. Per informazioni visitate il sito www.smg.itb
Vareo PRO, di nuova concezione, è un compatto tuttofare, perfetta per specialisti del finishing e tipografie che producono con metodi di stampa convenzionali, o che sono attive nella stampa digitale. La brossuratrice a tre ganasce con prestazioni di 1.350 cicli/h è basata sulla nota Vareo e presenta nuove caratteristiche che ottimizzano la produzione. Tra le altre cose, un concetto operativo unico sviluppato secondo i più recenti aspetti ergonomici con una nuova interfaccia utente grafica per una perfetta interazione tra uomo e macchina. L'operatore vede tutti i parametri produttivi più importanti a colpo d'occhio e ha un rapido accesso a tutte le stazioni tramite un touchscreen. Il sistema di comando di tipo intuitivo garantisce inoltre brevi tempi di messa a punto e di produzione. Oltre a Connex.Info, lo strumento di monitoraggio e reporting del sistema workflow Connex, Vareo PRO in caso di necessità, può anche essere collegata al Connex LineControl. Questo consente, tramite un job ticket digitale (JDF), l’integrazione della brossuratrice in un sistema di pianificazione sovraordinato (MIS/MES). Tutti i dati di comando della produzione rilevanti vengono presi dal file JDF, elaborati per la linea di produzione collegata, e quindi trasferiti alla linea di produzione. Ciò riduce enormemente lo sforzo organizzativo che l'operatore deve svolgere nel suo lavoro quotidiano. I dati della commessa, come tiratura, nome commessa o formato, sono disponibili direttamente sulla macchina senza un'immissione manuale da parte dell'operatore. Ciò garantisce anche la qualità dei dati durante l'intero processo di produzione. Vareo PRO sperimenta il suo sviluppo ottimale - in linea con la filosofia del Finishing 4.0 di Müller Martini e in particolare nelle piccole tirature - in coppia con il trilaterale InfiniTrim, che taglia tirature piccole o minime fino alla tiratura 1 con tutti i formati e gli spessori libro in modo completamente automatico, sia in modalità di alimentazione manuale, sia in modalità inline. Per le medie tirature è adatta anche una combinazione con Vareo Pro e trilaterale Granit.
Partnership di successo con Mimaki
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Brossuratrice per produzione offset e digitale
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GRAF SERVICE
POLYEDRA
Il 2021 è cominciato per Graf Service con il trasferimento di un’intera azienda di stampa che si trovava nel centro di Milano. Grazie alla nostra rete e ai nostri partner, la KBA RA 106-5+L dopo 3 settimane era di nuovo in funzione nella nuova sede della Agema Corporation Spa. Allo stesso tempo sono stati eseguiti vari lavori di manutenzione sulla macchina, tra cui il PrintQualityTest (PQT) finale per assicurare la massima qualità di stampa per i clienti. Un backup dei vari dischi rigidi da parte del nostro partner Graphic Machine Service garantisce la massima sicurezza senza perdita di dati in caso di guasto al computer. Anche il trasferimento degli impianti di finitura, di macchine digitali ecc. è stato completato in tempo. Oltre a questo, Graf Service è riuscita a portare a termine un progetto del partner Aribas Printing Machinery, il trasferimento di una KBA RA 145 compresa la revisione, oltre all’installazione di una KBA RA 142-6+L a Torino, dopo una revisione durata 2 mesi nella nostra sede di Poirino. I nostri tecnici nello stesso periodo hanno anche potuto installare una ROLAND 700 ed effettuare una revisione durata 14 giorni su una KBA RA 142. La richiesta del nostro know-how tecnico anche dall'estero, ci permette di offrire tali complessi servizi nei nostri Paesi vicini, per esempio in Svizzera e in Germania. Grazie al nostro partner JP PRINT SERVICE siamo stati in grado di collegarci con altre organizzazioni di servizi e specialisti in Europa. Questo garantisce una perfetta interazione nell'approvvigionamento di pezzi di ricambio a prezzi adeguati, così come lo scambio e la combinazione del nostro capitale tecnico. L'aumento della soddisfazione dei clienti è il risultato di queste sinergie. Flessibilità e qualità sono i nostri concetti aziendali. Vogliamo ascoltare i nostri clienti, capirli e sviluppare individualmente il servizio più efficace. Ogni cliente è unico. Il nostro obiettivo è quello di creare una partnership a lungo termine, per questo ci sforziamo di sviluppare continuamente la nostra gamma di servizi, per poter offrire con la nostra struttura la massima flessibilità, economia e qualità.
Versatile ed elegante, Kingdom Recy è la nuova linea di carte creative con 100% di fibre riciclate della gamma Kingdom, realizzata dal Gruppo Cordenons, azienda specializzata in creative & technical papers, e distribuita da Polyedra, società del Gruppo Lecta e punto di riferimento da oltre vent’anni per il settore delle carte, degli imballaggi, della visual communication e oggi anche dell’hardware. Kingdom Recy, presente tra le carte Creative Ecologiche della nuova Green Guide di Polyedra, è composta per il 100% da fibre riciclate, di cui fino al 50% provenienti da riciclo post consumo. Oltre ad aver ottenuto la certificazione FSC, la nuova gamma è totalmente riciclabile, priva di metalli pesanti e con un pH neutro, che consente alla carta di non deteriorarsi nel tempo. Anche le buste finestrate in coordinato, che completano la gamma, possono essere facilmente riciclate grazie alla finestra in pergamino riciclato. Disponibile nella versione extra liscia XT-S Recy White e in quella vergata Laid Recy White, Kingdom Recy è pensata per essere utilizzata dai brand di ogni settore come supporto ufficiale per la comunicazione consentendo di esprimere a tutto tondo l’identità e i valori aziendali, coniugando l’alta qualità del prodotto alla visione eco friendly e di rispetto verso l’ambiente. Si presta all’uso più tradizionale come la scrittura a mano fino all’immagine coordinata, dalla produzione di brochure e cataloghi all’editoria di pregio, coprendo un ampio ventaglio di prodotti stampati, e può essere utilizzata per diverse tecniche di stampa e nobilitazione come offset UV, diversi tipi di vernici, rilievi a secco e fustellature. Nella categoria Carte Ecologiche della Green Guide di Polyedra sono presenti anche Kingdom Laid e Kingdom XT-S, composte entrambe per il 15% da fibre di cotone. Con questa nuova linea, Polyedra conferma l’interesse verso prodotti riciclati, realizzati recuperando la carta da macero o i refili non stampati per reimmetterli nel ciclo produttivo, proseguendo il percorso di sostenibilità intrapreso negli ultimi anni per garantire il minimo impatto sull’ambiente in un’ottica di economia circolare.
Traslocare non è un problema
Carta per aziende dalla vocazione green
DURST
Per la stampa di espositori e imballaggi primari
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Con P5 250 WT, Durst offre una soluzione di stampa innovativa in linea con le esigenze di sostenibilità dei produttori di imballaggi ed espositori. La nuova P5 250 WT è contraddistinta da una maggiore efficienza che si traduce in un minor consumo energetico del 30%, in nuovi automatismi come le doppie guide per il cartone completamente automatiche, e nell’innovativo design particolarmente funzionale. Inoltre, gli inchiostri Durst Water Based, certificati UL-Ecologo, conformi alle GMP e inodore, consentono produzioni green-friendly in piccole e medie tirature per il mercato del packaging e dei display in cartone ondulato. Il sistema garantisce una qualità di stampa paragonabile all’offset e colori vibranti, ideali per la personalizzazione di materiali POP e POS. Guardando all'aspetto della sostenibilità, l'uso di supporti senza plastica in combinazione con l'inchiostro a base acqua Durst, rende il prodotto finale facilmente riciclabile. Prodotto nelle più severe condizioni GMP, l'inchiostro
Durst Water Technology è idoneo per la stampa di imballaggi primari. Una compatibilità certificata da istituti indipendenti che ne hanno analizzato le caratteristiche di migrazione. La nuova P5 250 WT è già disponibile presso il Durst Customer Experience Center di Bressanone per dimostrazioni online o in presenza, durante le quali i clienti potranno testare la stampa di campioni personalizzati in base alle singole esigenze.
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OPINIONI • ILPOLIGRAFICO 202 • 21• STAMPARE SOSTENIBILE • ILPOLIGRAFICO 202 • 21•STAMPARE SOSTENIBILE • ILPOLIGRAFIC
Il paradosso dell’occupazione Il paradosso del deserto occupazionale legato alla crisi pandemica è che, anziché agevolare le aziende nel reperimento dei profili occupazionali necessari, si sono generati maggiori ostacoli.
La pandemia ha reso evidente che non ci sono più isole, settori o posizioni lavorative felici in cui adagiarsi e che il modello di sviluppo deve essere sempre rimesso in discussione con il gruppo di lavoro. Pertanto, con le motivazioni che avevo espresso sul numero scorso ribadisco che impegnarsi e “koalizzarsi” è la strategia vincente. Con questa convinzione, ci siamo messi alla prova e, dopo mesi di riflessioni, analisi e incontri abbiamo sviluppato un nuovo progetto con una PMI con sede in provincia di Treviso, che produce macchine per fare sacchetti di carta – prodotto oggi molto richiesto dal mercato internazionale. Ci siamo applicati e il nuovo progetto ha preso forma. Gli step sono stati: costruire una nuova macchina, fare i test dimostrativi e individuare il nuovo personale per le installazioni. La ricerca condotta sia con il “passaparola” sia con alcune inserzioni locali non ha dato buon esito e ci siamo subito resi conto che oggi “un’impresa su tre NON trova i lavoratori che cerca”. Nelle presentazioni ai potenziali candidati si è puntato su formazione e qualificazione aziendale prevista e sono stati spiegati i problemi di la-
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di Sergio Facchini
voro che si sarebbero incontrati entrando a far parte del nuovo progetto, cercando di chiarire durante i colloqui tutte le problematiche e le tempistiche dell’azienda, tra cui la richiesta della disponibilità a lavorare anche su turni che, una volta installata la macchina, potrebbero essere notturni e/o il fine settimana. Poi, la “terribile richiesta”: disponibilità per andare a effettuare installazioni in Paesi esteri, EU o extraeuropei. Nonostante la prospettiva di guadagno proposta, una volta passato il periodo di prova e completato il tirocinio, con assunzione a tempo indeterminato, le richieste sottoposte ai candidati hanno reso molto titubanti tanti giovani intervistati che pur avrebbero avuto i requisiti adatti per questo progetto in via di sviluppo. Qualche intervistato seppur preparato e, all’apparenza, volonteroso e disposto a viaggiare, quando ha comunicato ai genitori che avrebbe potuto lavorare per una PMI seria che costruisce nuove macchine, alcune delle quali recentemente installate anche in Egitto, ha rinunciato all’incarico, prima di sapere tempistiche e modalità delle nuove installazioni. E, in ogni caso, prima di iniziare le trasferte all’estero è sempre previsto un periodo di formazione in azienda.
È stata la peggiore esperienza manageriale della mia lunga carriera. Il “lavaggio del cervello” in corso a causa di informazioni male interpretate legate al Covid e ai purtroppo tragici casi Regeni e Zaki, hanno influenzato le scelte personali dei giovani. In un Paese civile e solidale, quale è (o dovrebbe essere) l’Italia, occorre urgentemente agire per evitare il diffondersi della mentalità di “disoccupazione cronica” mutuata da un’errata interpretazione del ruolo dei Redditi di Cittadinanza e di altri benefit statali. È indispensabile trovare i mezzi per comunicare in modo positivo e solidale supportando i cittadini e in particolare i giovani, dimostrando loro che, con un impegno personale, è possibile rendersi utili sia per sé sia per la comunità in qualità di lavoratori e pensionati di oggi e di domani. Tutti noi siamo una risorsa. Nessuno è uno scarto. Se già prima della pandemia, i posti di lavoro disponibili erano tanti per la carenza di personale volonteroso e qualificato, ora il paradosso del deserto occupazionale legato alla crisi è che, anziché agevolare le aziende nel reperimento dei profili occupazionali necessari, si sono generati maggiori ostacoli. La drammatica incertezza generata dalla pandemia ha causato un calo della propensione alla flessibilità e alla mobilità di chi è in cerca di occupazione, rendendo così il mercato del lavoro scialbo e insipido. Il desiderio di apprendere e di riqualificarsi si sta perdendo a causa della fragilità degli individui che si lasciano cadere in un’immotivata perdita di autostima e nella rassegnazione lenita (o incoraggiata?) dal miraggio che gli “ammortizzatori sociali” possano essere infiniti. Conclusione: la ripresa post-Covid rischia di essere frenata da questo paradosso se non si investirà urgentemente nella riqualificazione e nell’incentivare le persone a reinventarsi per accettare nuove esperienze e sfide.
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