graphic form. In the best of these covers, the ensemble of image and test is greater than the sum of its parts. (Kinross, 1990)
Count Basie compilation 33 giri, formato 30,5x30,5 cm 1955 progetto di Andy Warhol, commissionato da Blue Note Records #illustrazione
#tipografia
Monk (Reissue) compilation 33 giri, formato 30,5x30,5 cm Thelonious Monk, Prestige 7053, 1958, progetto di Andy Warhol, Julia Warhola lettering di Andy Warhol #tipografia
#lettering
ad un pubblico sempre più selezionato. Dall’altra parte Warhol ha l’occasione per applicarsi ad un lavoro commerciale e che quindi si colloca in linea con la sua ricerca artistica. Dopo questo primo esperimento con la creazione di illustrazioni per copertine di album musicali Andy Warhol sarà chiamato a collaborare altre sei volte con la Blue Note, per poi aprirsi a generi diversi dal jazz a partire dalla fine degli anni ‘60. A questo periodo appartengono le sue due più celebri copertine: quella per i Velvet Underground nel loro The Velvet Underground & Nico e quella per i Rolling Stones Sticky Fingers, innovativa per l’uso della cerniera zip applicata direttamente sulla cover. Ad accomunare questa copertina con le altre disegnate sotto la guida artistica di Reid Miles ci sono tre aspetti: la scelta dei colori, la tipografia e l’essenzialità della composizione. Ogni copertina infatti viene stampata generalmente in due colori, salvo in pochi casi in cui ne vengono usati tre. Si può dire che il marchio di fabbrica di Reid Miles sia l’uso della fotografia in bianco e nero, virata su una tinta piatta, che generalmente è un colore molto saturato. Lo studioso Robin Kinross parla del trattamento e dell’uso delle fotografie nell’opera di Miles, facendo notare che è proprio l’insieme della tipografia e dell’immagine che definiscono il suo stile “grafico”: Applied to photographs, the term ‘graphic’ implies clearly defined marks, a contrast of light and dark tones and a willingness to leave undisturbed large areas of space or single tone. But in Blue Note, these qualities apply also to the treatment of photographs within the whole and to type, which becomes another element to be configured meaningfully into
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il jazz in copertina
Un altro aspetto del lavoro di Miles è l’utilizzo dei colori: la palette è ristretta e, oltre che definire un alfabeto cromatico, permette di ridimensionare i costi di stampa visto che la produzione era economica (Kinross, 1990) e mette in luce l’approccio da designer industriale di Miles. Lo stratagemma della fotografia virata verrà utilizzato poi da molte altre case discografiche di musica jazz, un esempio tra tutti è la Prestige. In secondo luogo Miles non utilizza quasi mai la calligrafia o il lettering, ma la tipografia, in particolare i caratteri sono generalmente tra i capisaldi della tipografia: alcuni di quelli più usati sono il Franklin e il News Gothic di Fuller Benton, il Caslon, il Bodoni nel peso Ultra e il Clarendon. Si nota come la scelta non si basi sulla presenza e sulla tipologia di grazie, né tantomeno su una comune derivazione dei caratteri, piuttosto sulla capacità di integrarsi con l’immagine che accompagnano, che si tratti di una foto o di una illustrazione. L’unica eccezione all’uso della tipografia la fanno le piccole scritte calligrafiche che accompagnano le illustrazioni in alcune copertine, come quella per il disco di Art Blakey riportata nelle pagine precedenti. L’uso della calligrafia verrà ripreso da Warhol stesso in una copertina che disegnerà per la casa discografica Prestige, concorrente della Blue Note; questa copertina ha tutte le caratteristiche di una copertina di Reid Miles, compreso l’uso della tipografia e degli spazi bianchi, sintomo che il suo stile aveva iniziato ad influire in generale sul design delle copertine. Una cifra stilistica di Miles è la sperimentazione nell’utilizzo della tipografia, che come si vede in queste pagine è composta in corpi molto alti, combinata con corpi di dimensioni più piccole, ruotata, e in questo modo in dialogo con la fotografia e con la musica che rappresenta ed esprime. L’ultima osservazione, quella più soggettiva, è quella sull’essenzialità della composizione, che generalmente si compone di una sola foto talvolta ritagliata da riquadri geometrici accompagnata da tipografia. Anche nel caso dell’illustrazione di Warhol la composizione resta semplice, dato che si limita a rappresentare l’artista, senza riferimenti concettuali. Inoltre l’illustrazione di Warhol, creata tramite l’utilizzo di un metodo espressivo a lui caro, quello della blotted line, si presta bene alla stampa in offset perché usa principalmente le tinte piatte e pochi grigi riprodotti tramite l’uso di retini. Generalmente tutte e tre queste caratteristiche sembrano affini agli usi grafici più diffusi nell’America di quegli
Kenny Burrell
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