Web-zine indipendente musicale fondata nel 2007 ANNO 7 Fanzine ufficiale N°2 prezzo copia €uro 1.00 info e contatti www.suonidelsilenzio.blogspot.it suonidelsilenzio@gmail.com
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SUONI DEL SILENZIO webzine fondata nel 2007 ANNO 7 fanzine n°2 Collaboratori : Antonio Di Lena, Vincenzo Calò, Rosario Magazzino, Vincenzo Zizzo, Antonio De Franco, Gabriele Casale, Gianluca Distante, Andrea Corvino, Francesco Baroni e Soulknife. Grafica a cura di Antonio Di Lena. Info e contatti: suonidelsilenzio@gmail.com oppure visitate il sito all’indirizzo www.suonidelsilenzio.blogspot.it
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Fontana (BR)
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Roberto Freak Antoni è morto. Il cantante degli Skiantos aveva 59 anni e ne avrebbe compiuti 60 il 16 aprile. E’ stato stroncato da una grave malattia. E’ stato anche attore in lungometraggi con lo pseudonimo di Tony Garbato. Quasi un anno fa aveva deciso di lasciare gli Skiantos per dedicarsi alla Freak Antoni Band vogliamo ricordarlo con questa sua biografia presa da wikipedia… Roberto "Freak" Antoni (Bologna, 16 aprile 1954 – Bentivoglio, 12 febbraio 2014) è stato un cantante, scrittore, attore, artista performativo e disc jockey italiano. Biografia: Roberto Antoni è cresciuto nella cittadina di San Giovanni in Persiceto, alle porte di Bologna, e ha conseguito il diploma di Perito agrario all'Istituto Tecnico Agrario "Arrigo Serpieri" all'inizio degli anni Settanta. In quegli anni inizia a prendere forma il personaggio di leader, cantante, paroliere, animatore del gruppo rock demenziale Skiantos, fino ad essere considerato uno degli autori più stimolanti nell'ambito del movimento artisticoculturale post '77. Amico di scrittori, artisti e poeti conosciuti in quegli anni, come Pier Vittorio Tondelli, Francesca Alinovi, Enrico Palandri, Filippo Scòzzari, Giacomo Campiotti, Gian Ruggero Manzoni, Andrea Pazienza, si è laureato il 12 luglio 1978 all'Università di Bologna in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (DAMS), facoltà di Lettere e Filosofia, discutendo una tesi sui Beatles con lo scrittore e docente Gianni Celati. Cabarettista comico e poliedrico artista, ha vestito i panni di numerosi personaggi o creato formazioni come Astro Vitelli, Beppe Starnazza e i Vortici, i Ruvidi del Liscio, i Rotolones, gli Avanzi di Balera, i Pollok. Col gruppo Gli Skiantos fu esponente di punta del genere Rock demenziale, definibile come rock ironico e dissacrante. È anche autore di numerosi libri, a partire dalla sua tesi di laurea al DAMS intitolata Il Viaggio dei Cuori Solitari: temi fantastici sulle canzoni dei Beatles, poi edita da Il Formichiere di Milano. Nel 1986 scrive la rockeggiante Incubo assoluto scritta per per gli Stadio. Successivamente ha pubblicato quattro libri con Feltrinelli,
un volume con Sperling & Kupfer e uno con Pendragon. È stato anche attore in diversi film underground con lo pseudonimo di "Tony Garbato", mentre come "Roberto Freak Antoni" ha interpretato dei ruoli in Jack Frusciante è uscito dal gruppo (1996) diretto da Enza Negroni, Cavedagne (2003) di Bernardo Bolognesi e Francesco Merini e Paz! (2002) diretto da Renato De Maria. La sua partecipazione a quest'ultimo è legata alla sua amicizia con Andrea Pazienza, che lo ha anche fatto comparire in alcune sue storie a fumetti. Nel 2001, in collaborazione con gli ultras del Bologna Football Club 1909 pubblica il singolo Fede Rossoblu. Nel 2002 canta Canzone Per Gli Artisti nell'album 1977/2003 del progetto Punx Crew, e collabora con alcuni gruppi bolognesi, come Gli Atroci nell'album omonimo, e i Criopalmos per Bifidus, singolo allegato alla rivista a fumetti Odrillo. Apprezzatissimo nel filmdocumentario "Siamo fatti così" di Abi-Elisabeth Armand, Polivisioni (2004); nell'ottobre dello stesso anno ha pubblicato un CD, intitolato Ironikontemporaneo, realizzato insieme alla pianista Alessandra Mostacci, specializzata in repertorio contemporaneo: sedici brani inediti di compositori di musica contemporanea, nei quali la musica è bizzarramente accompagnata ai versi demenziali e surreali di Antoni. N e l 2 0 0 7 u s c i r à "Ironikontemporaneo 2". Dal 1º novembre 2007 a Lucca Comics, su idea di Antoni e Stefano Ianne, viene lanciato il fumetto Freak ispirato alla vita di Antoni. Dal 2007 ha condotto la trasmissione mattutina Pane Burro e Rock'n'Roll su Radio RockFM. All'interno del programma si occupava de l'Almanacco del Giorno che Fu, del Test attitudinale per la patente da vero rocker, di varie rubriche di utilità come Il Ritardatario Ritardato, le cure de La casa di cura Eleonora Duse, della Storia del Rock demenziale italiano. Nel 2008 collabora con la band torinese Banda Elastica Pellizza per l'album "La
Parola che Consola". A dicembre dello stesso anno è presente alla mostra di tavole originali "I maledetti del rock italiano" a Città di Castello; oltre ad essere ritratto nella carrellata dei "maledetti", scrive anche un saggio nel catalogo, dedicato ai rapporti tra rock e fumetto. Nel 2009 ha fatto una breve apparizione nello spettacolo "SensoZero" (organizzato all'Auditorium di Roma dal programma radiofonico di Radio2 RAI 610, con gag e scene di comicità fredda, surreale e originale). Nel 2009 formerà la "Freak Antoni Band" composta da Max Cottafavi alla chitarra, Elisa Minari al basso, Granito Morsiani alla batteria, Alessandra Mostacci alla tastiera e nel 2010 uscirà il cd "Dinamismi Plastici" con 10 brani inediti. Nel 2010 riceve il "Premio Tenco". Nel 2011 partecipa all’album di Enrico Brizzi e Yuguerra "La vita
quotidiana in Italia" (Irma Records), reinterpretando insieme a Steno dei Nabat il pezzo - scritto nel 1979 - "Non salutare chi non ti ama"[1]. Tra il 2011 e il 2012 collabora con la band Barresi Project. Dall'ottobre 2011 collabora con il gruppo Ossi Duri.
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L'abbandono degli Skiantos e la carriera solista: Il 12 aprile 2012, dopo 35 anni di collaborazione con gli Skiantos, Freak Antoni annuncia di lasciare il gruppo per intraprendere la carriera da solista con un progetto battezzato Freak Antoni Band[2]. Nel 2012 collabora con J-Ax in una riedizione del proprio brano "I gelati sono buoni" contenuti nell'album live del cantautore milanese "Meglio Live". Il 2013 è l'anno dell'esibizione alla più completa mostra dedicata ad Andrea Pazienza, "Paz Art", in cui assieme ad Alessandra Mostacci al pianoforte, si esibisce proprio tra le tavole del grande disegnatore. Nello stesso anno, presentato in anteprima al Biografilm Festival di Bologna, esce Biografreak[4], documentario del regista di Emanuele Angiuli che racconta la vita e la storia di Roberto "Freak" Antoni, fondatorecantante-autore degli Skiantos e del rock demenziale, dalle molteplici personalità; dal bambino "ragazzo da cortile", all'adolescente irrequieto innamorato della musica e dei Beatles, al giovane poeta sperimentale e ribelle fino all'uomo sempre pronto a ricominciare una storia ed una vita diversa. Una biografia quasi collettiva, in cui la storia di Freak è quella dei DAMSiani bolognesi di quegli anni. L'ultimo progetto musicale è la Freak Flag Band,nata a settembre del 2013, formata da Alessandra Mostacci al pianoforte, Francesco Caporaletti al basso, Marco Casoni alla chitarra, Luca Ventura alla batteria e Fabio Verdini alle tastiere. È con essa che Freak si esibisce dal vivo per l'ultima volta, il 29 dicembre 2013 a Offida, in provincia di Ascoli Piceno. All'età di 54 anni gli viene diagnosticato un tumore all'intestino. Muore a causa di un peggioramento della malattia la mattina del 12 febbraio 2014 all'età di 59 anni. Discografia: Album studio * 1 9 7 7 Inascoltable
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*1978 - MONO tono ristampato su vinile da Spittle Records nel 2010
*1999 dose
*1979 - Kinotto ristampato su vinile da Spittle Records nel 2010
*2005 - Sogno improbabile
*1980 - Pesissimo!
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Doppia
*2009 - Dio ci deve delle spiegazioni
Raccolte: *1996 – Skiantologia Vol.1* *1984 - Ti spal- *2002 – La krema (1977-2002) *2004 – Rarities (raccolta di inediti e mo la crema rarità) Live:*1990 – Ze best in laiv! *2006 – Skonnessi (Unplugged 19772006) *1987 - Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti
Singoli ed EP: *1978 – Karabigniere Blues/Io sono un autonomo * 1979 – Fagioli/Mi piaccion le sbarbine* 2000 – Gratis *2001 – Fede Rossoblu* 2002 – Virus* 2004 – Col mare di fronte* 2006 – Sesso pazzo* 2009 – Phogna - The Dark Side of the Skiantos
*1989 - Troppo rischio per un Partecipazioni a compilation: uomo solo *1995 – Materiale resistente – Fischia il vento *1996 – Quale natale? – Natale è *2002 – Paz! (colonna sonora) Eptadone *2005 – Demential Rock Vol.1 – Col mare di fronte, Latlantide *1992 - Signore Video:* 1990 – Videonovela – Film recitato dagli Skiantos con spezzoni dei dischi dal vivo * 1992 – Signore dei dischi – Videoclip *1994 – Il chiodo – Videoclip *2006 – Skonnessi – Concerto in chiave acustica *2009 – Tu tremi – Videoclip* 2009 – Merda d'artista – Videoclip *1993 - Saluti da Cortina
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Opere:* Stagioni del Rock Demenziale. Archeologia fantastica di modelli rock, Milano: Feltrinelli, 1981. *Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti (seguirà il dibattito), Milano: Feltrinelli, 1991. *Vademecum per giovani artisti, Milano: Feltrinelli, 1993. *6 e non più di 6. Come fare un tema decente e rimediare un voto sufficiente, Franco Cosimo Panini, 1993. *Per sopravvivere alla tossicodipendenza: manuale di prevenzione, Milano: Feltrinelli, 1994. *Badilate di cultura, Milano: Sperling & Kupfer, 1995. *Mia figlia vuole sposare uno dei Lunapòp (non importa quale). Indagine su di un gruppo al di sotto di ogni sospetto, Arcana, 2001. *Non c'è gusto in Italia ad essere dementi (ma noi continuiamo a provarci lo stesso), Pendragon, 2005. *I maledetti del rock italiano. Segni & suoni di strada da Clem Sacco ai 99 Posse, a cura di Giuseppe Sterparelli, Edizioni Del Grifo, 2008. *L'emiliano Postmoderno, PostCart 2013 con Andrea Paolella, Enos Rota, Nino Nasi Filmografia: 1996 - Jack Frusciante è uscito dal gruppo, regia di Enza Negroni 2001 - Paz!, regia di Renato De Maria
2003 - Cavedagne, di Bernardo Bolognesi e Francesco Merini
2008 - Beket, regia di Davide Manuli
2011 - Freakbeat, regia di Luca Pastore
2013 - BiograFreak, *Biografreak regia di Emanuele *Addio a Freak Antoni la voce deAngiuli gli Skiantos, La Repubblica, 12 febbraio 2014 *È morto Roberto “Freak” Antoni, Squer.it. *http://it.wikipedia.org/wiki/ Note: *http://www.youtube.com/ Freak_Antoni watch?v=z6b04CRSZB0. *Freak Antoni lascia gli Skiantos. Dandy Bestia: “Canto io, la band continua”, il Fatto Emilia Romagna, 12 aprile 2012. URL consultato il 3 maggio 2012.
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Orlando Andreucci: “La musica va in tutte le direzioni…” Orlando Andreucci nasce a Roma il 7 giugno 1947. Artisticamente ha 45 anni, e quasi per gioco. Con la sua voce bussa timidamente per poi appropriarsi di spazi che l’ascoltatore non credeva di avere. Il suo timbro, profondo e accogliente, si identifica nel tempo che trascorre, e le parole sono tracce di passi che, come in un rewind, possono appartenere a tutti. Con disarmante semplicità, e notevole efficacia, riesce ad armonizzare i generi più svariati, senza temere che essi possano tra loro contraddirsi. Ecco, allora, ritmi brasiliani (con un ammiccare per nulla timido a Jobim) viaggiare in compagnia della migliore tradizione melodica, e a tratti anche lirica, italiana. Sottilissime e persistenti venature di jazz (di cui Andreucci è profondo conoscitore) ritroviamo ad attestare una doc sulla sua musica regalandoci cd d’autore, come Fatti e Parole, Fuori Orario, Istinto di conservazione, Notediparole e Inusitato. L’esperienza artistica di Orlando Andreucci ci conduce per mano verso la semplicità, la delicatezza del tatto e la parola sempre dentro le righe. C’è chi dice che scriva poesia in musica, e allora se così fosse sarebbe tosto farsi comprendere oggi, oggi che nessuno vuole ascoltare né ascoltarsi, ma l’Andreucci è ancora più duro perché è un “puro” (cit. di Giancarlo Mei) e va avanti convinto che il mondo può cambiare. Non
ha nulla da insegnare e nulla da inventare, questo lo sa perfettamente, ed è proprio la consapevolezza e tutti gli anni trascorsi all’ascolto lavorando alla Dischi Ricordi che gli danno l’influenza musicale che gli scorre nelle vene e lo confessa senza remore, ma lui li reinterpreta col suo sentire e sentirsi tutt’uno con mondi ritmici che l’hanno sempre affascinato come il jazz e la bossanova. E basta ascoltarlo per pochi istanti per rendersi conto che Orlando Andreucci, nell’ambito della canzone d’autore italiana, è simile solo a se stesso.
forma geometrica che si abbini alla tua Ispirazione…? Un cerchio, un quadrato, una forma triangolare, esagonale, romboidale… Spiegami il perché…! Perché la musica è la somma di tutto: allegria, nostalgia, riflessione, ritmo; è tutto questo fa sì che essa vada in tutte le direzioni, quindi anche la creatività fa, o almeno dovrebbe fare, la stessa cosa. Quali sentimenti sanno ancora di un successo da jazzare? La musica di per se è sentimento, ma quello che predomina, sempre meno purtroppo, è lo stupore… la sorpresa. Quale brusio ti affascina in sala di registrazione? Il silenzio. Nelle interpretazioni dei tuoi pezzi, è la voce che si spalma sul cantato o viceversa? La voce è lo strumento che trasmette le emozioni, e basta poco a far mutare la scena semplicemente diminuendo o aumentando il volume e la dinamica della stessa. In conclusione, la tua chitarra: l’hai mai usata come un’arma letale? È uno strumento al servizio, e poi l’arma letale è molto personale. Una cosa che mi lascia indifferente potrebbe essere letale per altri e viceversa. L’arma è letale quando non la conosci, ma dopo averla conosciuta e metabolizzata diventa… un’arma normale.
Orlando, quale aspetto della produzione musicale si sta alleggerendo in maniera distruttiva? Ciò ch’è inerente ai contenuti letterari, agli arrangiamenti, alla presenza di musicisti veri, capaci, e sopratutto discreti, cioè quelli che se in un dato momento musicale c’è bisogno di suonare due note… suonano due note. La voglia di cambiare è il tuo forte? No, è la voglia di migliorare, il mio forte… anche se non è detto che ci riesca. E’ troppo presto ed è troppo tardi per…? Nulla…! A forza di promuoversi sul web il senso del live non viene a mancare? Assolutamente sì, nel web non c’è più un pubblico, ci sono solo “artisti”. Prefiguri il tuo pubblico? In una mia canzone (Andrea), parlando Vi ringrazio e buona musica, sempre. dell’interprete della stessa, dico: e non c’eOrlando Andreucci ra bisogno di un pubblico pagante/Andrea era già lontano/…vicino ma… distante. Una INTERVISTA A CURA DI VINCENZO CALO'
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Nel tuo caso, dà una certa soddisfazione avere da pensare al Passato? Il passato remoto può avere interesse, ma per altri. Io cerco di vivere nel presente, pensando al futuro anche se sono oramai un vegliardo (62anni). Lavoro 24/7 ma ho stranamente sopravvissuto…“too much Rock’n’Roll”. Più o meno... Credi che gli artisti siano vittime sacrificali del sistema, o si deve creare indipendentemente da ciò? Gli artisti (quegli commerciali) intendono sempre l’usare il sistema al massimo!!! Usufruire e profittare a tutti i livelli, richiedendo first class service per “salvare la faccia”, se le cose non vanno bene in quanto a vendite. Il problema vero e’ però molto più serio: Pur avendo folle ambizioni, gli artisti sono ingenui, facili da convincere, da manipolare per fare un contratto...a condizioni da capestro. Insomma ingabbiati, alla mercé di manager, ecc. Dopo aver deciso d'intraprendere una strada si può tornare indietro? Vi sono due vie: darci dentro giorno e notte (questo vale in tutti i campi artistici). Imparare a provare qualcosa di nuovo ogni
giorno. Per le donne e’ questione di chirurgia plastica e forma generale da top model. Quando “età & peso” pesa, si abbandona una carriera, per magari prenderne un’altra... in TV, commentare il Festival di Sanremo, l’Euro Vision Song Contest e compagnia bella. Per i maschi e’ una questione di abilità tecnica e di essere l’esperto della situazione – tutto questo e’ come l’olimpiade. Quelli che sono eliminati nelle eliminatorie cambiano mestiere del tutto. Tornano in mestieri che in genere non hanno niente a che fare con la musica. Si producono più stimoli lavorando per sé? Componendo investi esclusivamente il tuo bagaglio d'esperienza? Certo. Spiego: si lavora “per sé”, per la propria reputazione qualunque sia la situazione. Anche come musicista da studio per altri, che magari neanche conosci. Di nuovo, e’ l’olimpiade. Per le ragazze parte dall’essere volontarie e cercare di intrufolarsi nel “showbiz”. A tutti i costi...a TUTTI i costi. Sperando l’essere scoperte, inviate a una carriera da soliste. I maschi, per l’essere solisti l’ottimale e’ partire o da un gruppo, o con un superproduttore. Angolazione/compositore: i Bob Dylan della situazione – i famigerati cantautori dapprima. Fanno quello che vogliono anche se manager e case discografiche fanno del loro meglio per indirizzarli a musica da classifica. Ad esempio, andai in botta con Lucio Battisti e Gino Paoli – da loro, ho da giovane imparato che le parole di un pezzo sono l’elemento più importante. Parole da Dio inspirano la musica – e’ una cosa magica - anche il partire dalle parole e fare il tutto. Vi e’ pure il lato tecnologico, quasi matematico. Da quando sono stati inventati copyright, edizioni musicali e poi in seguito case discografiche, c’e’ una tutt’altra logica. E’ come costruire un ponte che regge. Se ci pensi, vi sono moltissimi evergreen tuttora conosciuti tramite una caterva di nuove versioni cover. La casa discografica dice “serve un canzone per X artista”. Viene poi deciso esattamente quale tipo di pubblico a
cui indirizzare il pezzo. Il tutto, mattoni Lego! I risultati si ottengono alla distanza? Dipende. Vi sono “one hit wonders” – un pezzo, e poi niente. Ma, con un successo mondiale le royalties sono consistenti. Tuttora! Compilations, “Best Of”, colonne sonore / TV e cinema. Pure usi per jingles e Caroselli! L'offerta musicale è tanta, ma il problema sta nello spargimento? Per le case discografiche tradizionali, gli anni recenti sono stati traumatici. L’avvento della rete con il declino parallelo sia di vinile e musicassetta. Il cd per adesso sopravvive ma le vendite sono solo una frazione di quelle di dieci anni addietro. Lo spargimento e’ via rete. Ci vuole un videoclip sensazionale per fare davvero impressione. Costi ingenti perciò riservati alle multinazionali. Tramite la rete, però, si può fare promozione a costi quasi nulli per musica underground. Mi hai dato sempre l'idea che ti arredi di mercanzie, c'ho azzeccato? In che consiste per te il tocco d'eleganza? Da sempre!!! Chitarre: Gibson Les Paul Standard / Les Paul Deluxe / Les Paul Junior / Les Paul Special / SG Special / SG Junior / Epiphone Casino/ 12string / Washburn JB-100 “Jennifer Batten” MIDI / Casio MG-510 MIDI x 2 (bianca e nera) / acoustic / Juan Orozco classical (da un liutaio di New York). Ampli Fender Super Reverb / Bassman / Roland Cube / vari ampli di merda (fantastici in studio) + una lista infinita di effetti vari!!! Ho solo 3 chitarre accordate normali (per usi live). Il resto in “open tuning”. Con 3-4-5 corde. Fammi sapere se ti interessa l’argomento chitarre. Ah, importante e’ una T-shirt con il calendario Azteco, un regalo dal Messico. Stare a Copenaghen vuol dire legarsi definitivamente ad un contesto naturale? Direi “un contesto comodo”! Stranamente, mia madre mi ha proprio chiesto qual e’ la mia città preferita. Sono un soggetto della Serenissima Repubblica di Venezia – ma non c’e’ un passaporto. Ma l’Italia e’ incasinata! Da troppo tempo… Come immagini la tua Morte, felice? Sì, conto di essere reincarnato come batterista. Stammi bene e spero che tutta questa menata ti sia utile! Ciao da una freddddissima Copenaghen con Claes al caldo davanti il computer. A cura di Vincenzo Calò.
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Allora Gianluca, sei stato il fautore di una manifestazione per due edizioni, intitolata “Congresso Rock Francavillese”, che s’è tenuta all’inizio del 2012 e del 2013…dove e come coglierne la straordinarietà (se ne siamo venuti a capo)? C’è stato vero spirito di compartecipazione tra i soggetti che si sono esibiti (tra i quali te), se sì per quale scopo? Ti è venuta la sensazione di avere rappresentato stimoli diversi uno per l’altro? Posso dirti che la cosa bella di questo "congresso rock" è stata in primis l'avere dimostrato che c'è anche una Francavilla attiva e che si dà da fare per creare qualcosa di diverso, e poi che il rock ancora sopravvive. Sì, c'è stata molta partecipazione, sono rimasto davvero sorpreso, basti pensare ai ragazzi che suonavano, i quali si sono offerti di prestare la loro amplificazione alla fine della serata, in un clima molto familiare…sembrava di essere tutti amici, accomunati dall'obiettivo di fare buona musica. Credo che le varie band che si sono esibite hanno apprezzato molto l'opportunità che il congresso ha offerto loro come vetrina musicale. Ci vuole più stile o tecnica nel porsi davanti al pubblico oggigiorno? Credo che lo stile sia molto importante nell'impatto iniziale con il pubblico, ma la tecnica è di grande importanza, perché grazie ad essa si riesce a emozionare e il concerto diventa una spettacolo a cui assistere con attenzione...e poi la tecnica denota anche uno studio e di conseguenza tanto impegno... Il pubblico, causa le sempre più (o meno?) innumerevoli influenze socio -culturali, ritieni che si annulli da sé per
eccessivo, stralun a t o r i m balzo o perché non si definis c e realmente padrone di s c e gliere chi o c o s a seguire? A differenza di 50 anni fa dove non essendoci possibilità di allargare i propri orizzonti, cosa possibile ai giorni d'oggi grazie internet principalmente, e di conseguenza si ascoltava ciò che passava la radio, oggi c'è una maggiore possibilità di scelta per il pubblico, infatti non credo a chi dice che alcuni generi musicali, alcune band, hanno successo solo perché è quello che i media vogliono trasmettere e non c'è alternativa...anzi credo che ora stia succedendo l'effetto contrario, cioè la gente è tanto accanita nella ricerca di qualcosa di nuovo, musica "alternativa", e vede tutto il resto, perché magari definito popolare come commerciale e quindi da scartare...credo che l'equilibrio sia la cosa migliore, il grande potere che ha il pubblico è quello della libertà di ascoltare ciò che vuole e più piace, quello che forse manca è l'intelligenza nell'usare questa libertà. A bocce ferme, è stata un’impresa organizzare o gestire l’operato della serata? Sì, non è stato per nulla facile organizzare tutto, mi ha portato via tanto tempo tra autorizzazioni, sponsor, band, pubblicità e organizzazione della serata, ma credo che ne sia valsa la pena. Colgo l'occasione per ringraziare Antonio Di Lena in modo particolare per avermi dato una mano. Alcune considerazioni sulla cornice (l’interno del teatrino degl’Imperiali di Francavilla Fontana – BR)…? Il teatro Imperiali mi è subito piaciuto molto come posto, sia dal punto di vista estetico dall'indubbia bellezza, e sia per il fatto che, non essendo eccessivamente grande e chiuso come luogo, non necessitava di una elevata amplificazione, cosa molto comoda considerato il budget a disposizione per l'evento.
Vige una stagionalità nel coltivare del buon rock?Il rock che io preferisco è finito con la fine degli anni ‘90, ha avuto il boom in quegli anni...basti pensare che in Italia avevamo artisti e gruppi come i Diaframma, Timoria, Steve Roger's band, Vasco e Litfiba nel loro periodo migliore... con un po’ di volontà però il buon rock potrà risorgere, anzi ti dico che già qualcosa di molto buono la sto cominciando a intravedere anche se è un rock diverso rispetto a quello del periodo "boom", ma credo che sia una cosa inevitabile e normale, dato che anche la musica evolve con la società. Un giovane può fare a meno delle sue illusioni? Le illusioni sono speranze...ci danno la forza per andare avanti e non mollare mai, peccato che molto spesso rimangono solo speranze, non per questo però non bisogna continuare ad averle e lottare per renderle vere... credo che noi giovani abbiamo in modo particolare ora bisogno delle illusioni... Conoscendoti, ho notato che ci tieni a ribadire un concetto alquanto affascinante, mi riferisco al “razzismo musicale”…ce lo descrivi? Il razzismo musicale è un argomento che mi sta molto a cuore, ed è un fenomeno che sto notando in modo particolare negli ultimi anni...tutto partì qualche anno fa quando parlando con alcuni amici di Vasco mi dissero che a loro non piaceva in quanto era diventato commerciale. La cosa che non capivo era come era possibile che se un cantante che fa della musica che piace a molta gente, musica che viene usata in spot o altro, solo per questo motivo viene etichettato come commerciale e di conseguenza non viene apprezzato. Questo è davvero un peccato a mio parere, perché facendo in questo modo i così detti “alternativi” si perde la possibilità di ascoltare molti artisti che qualcosa la possono dare...per dirti, adoro i Pink Floyd, Dream Theather, Slayer, King Crimson, Guccini, Bindi, Modugno, Vecchioni, ma m’incuriosisco per Gianni Celeste o Alessandra Amoroso...credo che la cosa bella della musica è quella di cercare di prendere le caratteristiche migliori da ogni autore, da ogni canzone, in quanto in ogni opera in modo maggiore o minore c'è sempre qualcosa di buono da prendere e non bisogna aver paura di un giudizio classista sui gusti musicali...bisogna avere la libertà mentale di ascoltare tutta la musica, in seguito ognuno fa le proprie considerazioni…!
A cura di Vincenzo Calò.
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In che consiste la tua maturità? Penso che la maturità consista nella presa di coscienza dei propri pregi e dei propri difetti, per lavorare nella direzione giusta, per affinare i primi e limitare i secondi. Io cerco di farlo, ma penso di non averla ancora raggiunta. Si deve fare di più per...? Ascoltare gli altri. Oggi vedo tante persone, me compreso, che hanno difficoltà a farlo. Forse siamo troppo concentrati su noi stessi. Ti sei mai sentito sfruttato dal sistema? No, mai. Dal momento che ho deciso di vivere nel sistema accetto le sue regole. Ovvio che ci sono tante cose che potrebbero migliorare: nel mio piccolo cerco di farlo, informandomi e non fermandomi a quello che mi viene proposto. La crisi culturale dipende dalla mancanza di veri maestri? I veri maestri ci sono, ma non arrivano la gente. Le persone che oggi hanno visibilità non sono quasi mai degli esempi da seguire, secondo me. Forse è questo che manca nei nostri media, di cui tutti fruiscono. La storia dell’uomo si ripete sempre, dovremmo imparare dai grandi maestri del passato, oppure aspettare pazientemente che ne arrivino di nuovi. I talent show sono fatti di regole comuni? Certo. Credo che quelle fondamentali siano due: la prima è avere un talento, la seconda è stare bene in televisione. Pensi d'avere sfiorato o raggiunto le vette della visibilità? Le ho sfiorate con la mia
partecipazione ad X-Factor, quell’edizione fu particolarmente fortunata. Ma la popolarità data dalla televisione è temporanea e non dà credibilità: le persone si disaffezionano dopo poco tempo, appena non sentono più parlare di te e se non proponi qualcosa di concreto. Necessiti ad ogni costo di strumenti musicali per esprimerti? Mi piace esprimermi, comunicare, in ogni sua forma. Meglio se con la musica, dato che è la mia passione. Meglio se con strumenti musicali, dato che mi piace la musica suonata da strumenti veri. Musica acustica. Esistono investimenti sicuri? Se parli di investimenti economici non ne ho idea, se lo sapessi sarei un uomo ricco. La musica, in questo caso, non penso che sia un settore molto proficuo. Seguo questa strada per investire su me stesso, sulla mia crescita
artistica e professionale. Quando si ha una vocazione credo che vada comunque assecondata: meglio non avere rimpianti. Ovvio che se si ha una famiglia da mantenere e un lavoro che ti porta via otto ore al giorno diventa tutto molto difficile e bisogna scendere a dei compromessi: purtroppo sono poche le persone che vivono di sola musica, oggi. Vincenzo Calò
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Intervista realizzata ad Emiliano Sicilia voce/chitarra/programming -Ciao ragazzi e ben venuti a Suoni del Silenzio...“Ciao a voi e grazie dell'intervista, un saluto a tutti i vostri lettori”. -Quanta passione ci vuole per amalgamare Death Metal ,Progressive e Jazz? “In realta' è qualcosa in costante evoluzione, non ho nessuno schema prefissato quando scrivo musica e testi delle nostre canzoni. Piu' che altro mi rendo conto che una delle cose piu' importanti che mi prefiggo è che non voglio annoiarmi nel riascoltare i brani della mia band. credo che sia per questo motivo che spazio in qualsiasi genere musicale. Ciò nasce anche dal mio background musicale, che fondamentalmente non si ferma ad un solo genere. adoro la musica estrema così come il jazz, per cui cerco di combinare le due cose, senza mai dimenticarmi della melodia” Olanda, Germania ma anche Bosnia, vi aspetta un gran bel tour ...?! “Sì, stiamo pianificando oculatamente il tour di supporto al nuovo disco, che ci vedrà toccare alcuni paesi in Europa, e soprattutto alcuni festival estivi, visto che i festival sono sicuramente la realtà più entusiasmante dal vivo” -Cosa vi aspettate dal futuro? “Bella domanda. nel giro di due anni siamo cresciuti molto a livello di visibilità e a livello di live, soprattutto all'estero. Adesso stiamo completando le registrazioni del secondo album, che sarà davvero una bella svolta rispetto alle sonorità del primo. Quello che ci aspettiamo e' di crescere ancora di più a livello di consensi del pubblico, e magari di sbarcare negli stati uniti per un bel tour sulla west coast.”Come risponde l'Italia alla vostra musica? “Devo dire che il pubblico italiano è completamente diverso rispetto alle persone che ci vengono a vedere live in spagna, UK, est Europa etc...intendo dire che quello italiano è molto più "composto" mentre suoniamo dal vivo, ma allo stesso tempo caloroso, lo dimostra il fatto che alla fine di ogni live vendiamo comunque molto merchandising. All'estero invece la cosa è completamente diversa, e sinceramente molto più esaltante: non lo so, sarà per una diversa cultura musicale, ma ovunque andiamo all'estero la gente dal vivo ci tratta come i Metallica, gentilissimi e disponibilissimi, per non parlare poi del macello che succede quando finiamo di suonare (in senso positivo ovviamente!)”-Quali sono le vostre maggiori influenze? “Influenze? non saprei da dove cominciare, davvero. Come già ti accennavo si va dal metal più estremo fino al jazz, al fusion”. -Ciao ragazzi e grazie della collaborazione… “Grazie a voi dell'intervista, e a risentirci!”-Un saluto ai nostri lettori… “Ciao ragazzi, a presto”. INTERVISTA A CURA DI ANTONIO DI LENA
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Eternalkeys è un progetto di musiche strumentali/soundtracks creato dal compositore moderno, tastierista e arrangiatore Mimmo D'Ippolito, artista originario della prov. di Brindisi. Il nome del progetto è dato dall’unione di due parole di lingua inglese: “Eternal”, ossia qualcosa di eterno e senza tempo, e “Keys”, ch’è l’abbreviazione del termine “Keyboards” (d’altronde le tastiere sono lo strumento cardine del sound di questo progetto). Eternalkeys è un viaggio tra mondi fantastici, carichi di mistero e d’ignoto comunque sulla base delle sensazioni reali dell’esistenza. Le influenze spaziano dal mondo delle soundtracks/ background music generiche passando per l’elettronica fino alla classica moderna e non. Eternalkeys conta un’ottima presenza sul web, nei migliori canali musicali e non come nei digital stores mondiali; i primi due lavori, M. D’Ippolito’s Eternalkeys ed Eternalkeys 2 sono stati distribuiti dalla Wondermark, mentre il singolo “Other Galaxy” è uscito per la Electro Arc Records nella compilation 2012, “Forgotten Objects” nella compilation podcast Nocturnal Emission Vol. 25, “Sequences” nella podcast n. 26, “Ocean Radio” nella compilation podcast Twilight Waves, e “AmbientBook” nella compilation Dark editino vol. 1 , oltre a tanti altri ancora che sono stati scelti e messi in rotazione in diverse radio, show mondiali e non, blog, riviste online, web radio, canali di telefonia mondiali, con ottimi consensi e molti followers per il mondo. Mimmo D'Ippolito ha iniziato gli studi delle tastiere elettroniche e di musica all’età di 11 anni, successivamente ha approfondito e sviluppato lo studio dello strumento in
diversi contesti d’ascolto, per altrettante svariate band fino agli studi di composizione classica. Dal 2008 si dedica esclusivamente alla ricerca di sound particolari, generi e sottogeneri, per sperimentazioni, composizioni originali, armonie caratteristiche, su tutti quei brani, suoni ed atmosfere nascoste e difficili da catturare, che si possono trovare in tv e nei film. Per la loro immediatezza e melodia alcune composizioni del progetto sono state usate da diversi videomakers indipendenti per cortometraggi e filmati in genere: il brano “Broken Fable” è uno di questi esempi di maggior successo, utilizzato come musica di fondo per i filmati del quotidiano locale pugliese La Voce di Carovigno, inoltre ci sono le collaborazioni per il buon esito del cortometraggio Once diretto da Daniela Lucato e Simone Trotta, per quello di The Scarf diretto da Alysia Renee, e per Il Cortometraggio/Stopmotion della Olesnewmedia (prod. Sad Toys Factory). L’album di quest’anno, Arcanum Secret, è uscito ultimamente per la Beplay Music label, un’etichetta indipendente italiana , ed è distribuito nei negozi digitali ITunes, Amazon, E-Music e Nokia. Il singolo tratto dall’album Future City è uscito nella compilation 2013 NetWare Cope of Heaven della Electro Arc, ed è pubblicizzato nelle varie riviste e radio specializzate, inoltre vari brani sono in rotazione nelle migliori e importanti web e terrestrial radio del genere: Astreaux World Broad, Ultima Fronteira, Musicas Imaginadas, Galactic Travels, Radiazioni/Ciccio Riccio, Otras Musicas, Nocturnal Emission, Inewage Radio (come Artista Raccomandato), Our Place Radio (come Artista Top per due settimane) e in molte altre webzine e blog specializzati. Ciao Mimmo. In genere, in ambito discografico, secondo te, chi o cosa passa in modo inosservato scandalosamente? Purtroppo parecchio materiale, artisti, e soprattutto generi musicali troppo sottova-
lutati anche a livello di pubblico, il più delle volte considerati di serie B o peggio ancora snobbati… Il particolare di un talento può sfuggire per tornare indietro senza che una carriera venga pregiudicata? Assolutamente sì… può sfuggire anche perché, soprattutto al giorno d’oggi, ci sono molti più artisti, quindi nel mare di proposte a volte agli addetti ai lavori per fretta o negligenza può sfuggire qualche artista un po’ più originale od unico, considerando così un talento un artista che propone “minestre riscaldate”, o roba che arriva in maniera più diretta alla massa o al target di pubblico. La pienezza di un pezzo musicale consiste nell'ascolto di un suono esterno? Dipende esclusivamente dai generi e dall’intendimento del suono…! Esiste ancora un artista che ha più successo di quanto ne può prevedere? Certo che sì… ci sono molti pionieri della musica (tutti i generi ne hanno diversi di nomi), è possibile ancora ai giorni nostri. Su che si deve fondare qualsiasi festival musicale? Innanzitutto su generi consoni ma variegati allo stesso tempo, e inoltre sulla possibilità di dare spazio a nuove proposte oltre ai nomi noti… poi dipende sempre dal tipo di festival, perché ce ne sono una enorme varietà ed ognuno propone un proprio cartellone o rooster artistico. L’ignobile deve spuntare da un testo esclusivamente sottoforma di denuncia di esso? Il più delle volte ho ascoltato interviste dove molti artisti dicevano di scrivere storie, anche sul suddetto tema, completamente inventate… ma, per rispondere in maniera mirata alla domanda, secondo me ci sono dei modi molto meno incisivi per far trasparire questi temi in un pezzo… non è il mio caso perché scrivo musiche strumentali… ma le mie musiche sono state usate per risaltare, magari in filmati, aspetti drammatici e tristi della vita. E’ inutile fare parte del pubblico? Dipende, a volte è importante essere anche auditori e spettatori, può servire, come tutto nella vita, anche stare dalla parte opposta… ma bisogna sempre essere se stessi e sapersi “isolare” con intelligenza, bisogna sempre avere un proprio rifugio lontano dalla massa. In conclusione, cosa c’è che funziona di sicuro oggigiorno? Secondo me il web se usato come un mezzo di lavoro serio ed equilibrato funziona alla grande, in riguardo al mio campo e ai generi musicali che suono ed ascolto principalmente. A cura di Vincenzo Calò.
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Fino al 23 febbraio è stato possibile visitare un’interessantissima mostra al castello Carlo V di Lecce in occasione dell’apertura al pubblico delle sue gallerie, grazie ad un lungo e accurato intervento di restauro. A compimento dei lavori, sono stati restituiti al pubblico la cortina muraria del lato sud con i soprastanti camminamenti, la galleria sotterranea meridionale con i bastioni sud-ovest e sud-est, i cortili interni, la Chiesa di S. Barbara e la cortina muraria del lato est. Come si legge sulla guida della mostra, Il complesso architettonico del Castello Carlo V, così come appare oggi, è frutto di diversi interventi architettonici susseguitisi nei secoli. Costituisce un vero e proprio palinsesto dell’architettura militare cinquecentesca ed evidenzia due parti ben distinte che rimandano alle due principali fasi di edificazione: la
fortezza bastionata esterna a pianta quadrilatera non regolare e il nucleo medievale interno, comprensivo della torre magistra, separati da un sistema continuo di cortili. La mostra è stata organizzata nelle sezioni tracce, memorie, protagonisti consentendo di effettuare un viaggio storico e artistico della storia del Castello. Nelle sale erano esposte opere d’arte, immagini fotografiche, disegni e stampe antiche raffiguranti i ritratti e le epigrafi di chi abitò in questa dimora; da quello di re Tancredi a Gualtieri VI di Brienne, Maria d’Enghien e Giovanni Antonio Orsini del Balzo, sicuri protagonisti della vita nel castello medievale che seppero dare un’identità alla Provincia di Terra d’Otranto. Inoltre, erano ben raccontati gli interventi effettuati al tempo di Carlo V, fra il 1539 e il 1546, che ne decretò l’ampliamento affidando la progettazione al salentino Gian Giacomo dell’Acaya. Interessante era il pannello con la pianta del Castello di Lecce, custodita nella Biblioteca del Palacio Real di Madrid. Giungendo, infine, alla trasformazione del complesso architettonico in distretto militare che si tradusse in pesanti e ingombranti manomissioni e trasformazioni. La sala n.5 della mostra, particolarmente interessante per l’esposizione di due preziosi ritratti di Carlo V: una tela del Tiziano e una di Bernart Van Orley, entrambe provenienti dal Museo
di Capodimonte di Napoli e già facenti parte della collezione Farnese. È inutile dire che la vera attrazione della mostra è stata proprio il dipinto di Tiziano, un olio su tela cm. 98 x 71 realizzato dal maestro veneto tra il 1533 e il 1535.Con un’analisi dettagliata emersa grazie ad un recente intervento conservativo a cui la tela è stata sottoposta, si è cancellato ogni dubbio sull'autografia di Tiziano facendo luce sull'identità del personaggio, certamente identificabile con l'imperatore Carlo V. A lungo reputato un prodotto di bottega, eseguito sulla scorta di un bozzetto autografo tratto dal vero, in sede di restauro il dipinto ha rivelato l'originario plasticismo delle vesti e la suggestiva cromia del tramonto di fondo, nonché la definizione analitica di capelli e barba, le raffinate velature del volto e le labbra socchiuse a causa del noto difetto fisico del sovrano. La spiccata somiglianza con il celebre ritratto del Prado, in cui l'imperatore è raffigurato in compagnia del cane, ha inoltre consentito di datare il nostro esemplare ai primi anni Trenta del Cinquecento. È possibile visitare il castello dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.30 alle ore 20.30; Sabato, domenica e festivi dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e dalle ore 16.30 alle ore 20.30. Oronzo Lupo
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*“L'appuntamento”- l'esordio rock blues dei Virgo Dopo la vittoria di "Rock Targato Italia", ritorna la band vicentina Distribuzione – Materiali Musicali / O2 Si intitola “L’appuntamento” ed è il debutto discografico dei Virgo, band rock blues di Vicenza. Il disco è stato presentato al Mei 2.0 di Faenza lo scorso 28 settembre presso il Museo Internazionale Delle Ceramiche. Nel 2010 i Virgo vincono il premio “Rock Targato Italia” che li fa conoscere ufficialmente al panorama musicale italiano. Nel 2012 avviene un cambio di formazione che porta all'ingresso nella band del cantante Daniele Perrino e del chitarrista – tastierista Michele Prontera; l'anno successivo i Virgo pubblicano il loro primo album “L'appuntamento”, un disco introspettivo e sperimentale che sancisce un'importante svolta artistica e con il quale cercano di rappresentare al meglio la propria storia artistica e personale. Dopo la messa in rotazione radiofonica del brano “Non Ti Sogno Più”, i Virgo pubblicano il primo singolo “L'appuntamento”, il cui video ufficiale, a cura del regista Filippo Leoni, viene messo in rotazione sulle compilation Meet'n'Tv Music? No Control! (R)esisto Distribuzioni e sarà in programmazione dal prossimo mese su oltre 140 Tv (visibili sul digitale terrestre on nel web). La band vicentina entra anche a far parte della classi-
fica “Indie Music Like”-. *I WhitemosQuito, rock and roll band, hanno pubblicato il nuovo album dal titolo: il “Il Potere e la sua Signora”, che è f r e e d o w n l o a d s u: www.whitemosquito.it * La HOT STEEL RECORDS ci comunica che i REMORSE sono entrati in studio per registrare il loro quinto album, il lavoro conterr à b e n u n d i c i t r a c c e . *Si chiama “Luca Loizzi” l‟omonimo album dell‟artista pugliese. Il cd è stato promossocon il contributo di Puglia Sounds, info: www.tarock.it *Per tutte le band vi segnaliamo “L’altoparlante” (diffusione di notizie e suoni). L’Altoparlante è promo-radio, promo video, promo tour, promozione label, stampa supporti, distribuzione, social network e siti per saperne di più www.laltoparlante.it *Gli Hate Inc. comunicano la loro pagina You Tube. Il cantante Vincenzo Pavese ha così comunicato:” Lista completa dei nostri video su youtube, potrete trovare tutti i nostri brani già editi più esibizioni live, demo, cover e materiale inedito! Dateci un sguardo! https://www.youtube.com/user/ THEHATEINCOFFICIAL/videos? flow=grid&view=0&sort=dd *Si chiama “Sassi” il secondo album di Maria Antonietta. Il disco è uscito l’11 marzo per La Tempesta, a due anni di di-
stanza dall’esordio per Picicca, intitolato semplicem e n t e “Maria Antonietta”. Dall’uscita del primo album Maria Antonietta si è fatta notare solo per un pezzo inedito, “Animali”, prima di chiudersi in studio per preparare il suo secondo lavoro. Riguardo al titolo, ecco cosa scrive su Facebook: “Ho lanciato per tutta la vita montagne intere di sassi, ora è arrivato il momento di raccoglierli. Vi voglio bene.” *Oderus Urungus, Frontman dei coloratissimi e molto “Lordi” GWAR interviene in un video per la Peta2 (organizzazione noprofit in difesa degli animali) dichiarando: ”I GWAR sono entusiasti di lavorare con Peta2. Forniremo agli umani una valida alternativa alla pelliccia animale, e aiuteremo anche l’igiene nelle prigioni della nazione, in una collaborazione che sicuramente staccherà qualche testa” . Tradotto per Oderus Urungus la soluzione è utilizzare il pelo pubico dei decapitati, mica male come idea…