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UN VULCANO DI NOME MARTINA

Parlare con Martina Romani è come essere seduti su un vulcano. Percepisci l’energia che le ribolle dentro. È una persona con un carattere forte. E il suo entusiasmo è contagioso. La prima domanda è inevitabile.

Martina Romani IL SUO ERA UN DESTINO SEGNATO? “Quando la tua famiglia ha un’azienda è inevitabile respirarne l’aria. Fino a pochi anni fa, però, ero sicura di no”.

ne neppure voglia di dormire. Sei costantemente circondato da stimoli. Le dinamiche lavorative sono diversissime. Non ci sono orari. Si corre”.

DOVE SI VEDEVA? “Probabilmente nella moda, una passione che ho sempre avuto. Per questo sono andata a Milano e mi sono laureata alla Iulm in Relazioni Pubbliche e da lì a New York per uno stage in un’agenzia di P.R. dove, tra le altre cose, mi occupavo anche dei social media di Ceramics of Italy”.

POI SI È STANCATA DI CORRERE? “No. Mi sono stancata di correre lì. Ho vissuto esperienze molto forti. Che si sono rivelate indispensabili nella mia vita. Però ho visto anche tutto quello che c’è dietro”. E… “Diciamo che il momento più bello di New York credo sia, in fondo, quando me ne sono andata”.

TUTTO TORNA… “Non subito. In realtà l’agenzia mi propose, a sua volta, uno stage da Interior Design, che mi ha portata a occuparmi di eventi straordinari. Non ultimo la Hall of Fame, che è la notte degli Oscar del mondo del design”.

FUGA DALLA GRANDE MELA? “In realtà in quel momento ho capito che volevo prendere una direzione diversa e, tornata in Italia, ho fatto la specialistica alla Luiss di Roma dove mi sono laureata in Luxury and Fashion Management”.

COM’È ANDATA? “La città è quello che sanno tutti. Non dorme mai. Ma non ti vie-

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