PERIODICO della FIDA-Trento N째 4 - Novembre ANNO 2012
FIDAart
In copertina: Paolo Tait, Vento dell’Est, 1991, olio su tela 210x210 cm
4.
FIDAart sommario
Novembre 2012, Anno 1 - N. 4
Editoriale
pag. 4
Programmi FIDA-Trento 2012
pag. 5
Intervista a Paolo Tait
pag. 6-19
Natura Libera
pag. 20
Mercato dell’arte?
pag. 21
Commissioni per l’opera d’arte
pag. 22-23
Mart e Muse
pag. 24-25
Libri & libri
pag. 26
Voci poetiche
pag. 27
Rassegna mostre in regione Memorandum
pag. 29-34 pag. 35
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EDITORIALE Prosegue il ciclo di incontri con gli artisti trentini i quali, raccontando liberamente le loro esperienze e parlando del “fare arte” nelle sue implicazioni concrete e tecniche, possono fare molto per avvicinare anche i “non addetti ai lavori” a un mondo che, troppo spesso, si è allontanato dalla gente. Tale distanza è, spesso, il risultato di un comportamento narcisistico-autolesionistico che ha prodotto una frattura profonda fra artisti e fruitori, favorendo la creazione di un’enclave elitaria e, sostanzialmente, autoreferenziale. I motivi risalgono ancora al ruolo delle avanguardie storiche le quali, rompendo con la cultura e i valori della classe dominante, avevano saputo cogliere in anticipo i segni di imminenti rivoluzioni epocali e conflitti mondiali ma, allo stesso tempo, avevano rifiutato e rigettato gran parte della tradizione. Anche oggi, l’arte si trova ad operare in una crisi globale che vede interi sistemi economici e sociali sottoposti a cambiamenti radicali di cui non si intuisce ancora lo sbocco. Le vie d’uscita sono e saranno dolorose e potranno essere praticabili solo con un surplus d’idee innovative e creative che renventino un “nuovo Rinascimento”. La notizia recente che i fondi provinciali per le mostre del MART e del Castello del Buonconsiglio sono stati dimezzati rientra, per l’appunto, in questo tipo di gravi mutamenti, fino a poco tempo fa, impensabili. Inoltre, la pesantezza con cui il Governo centrale sta intervenendo sui “privilegi” dell’Autonomia, fa supporre che si andrà ad un ulteriore ridimensionamento delle risorse a disposizione, in particolare per tutte quelle attività, tra cui la cultura e l’arte, che in questi anni hanno goduto in Trentino di una rilevante attenzione. A questo riguardo, sarà interessante seguire le vicende del più grande investimento pubblico in corso di realizzazione a Trento, il MUSE, nuovo museo della scienza. Basterà il pregevole progetto di Renzo Piano per garantire un idoneo successo di pubblico e di visitatori o, dopo pochi anni, la dura realtà dei conti costringerà l’Ente pubblico, principale se non unico finanziatore, a tagliare anche qui il budget? Effettivamente, come è stato fatto notare, due mega strutture di due archistar, Il Mart di Mario Botta e il Muse di Renzo Piano, convivono in un territorio di poco più di cinquecentomila abitanti. Riusciranno ad attirare annualmente un’utenza a livello nazionale senza investire costantemente sulle mostre e sugli eventi capaci di attirare il grande pubblico? Bernabè, il Presidente del Mart, parla di “sfida colossale”. Non si può che auspicare che le due scommesse vengano vinte in quanto l’investimento sulla cultura, sia artistica che scientifica, è una strada obbligata per le società avanzate. E’ oramai chiaro, infatti, che per il nostro Paese non c’è più futuro in molti settori produttivi storici, oggi fagocitati da Stati che operano in regime di manodopera a bassissimo costo, produttività infinita e carenza-assenza di regole. Ognuno, d’ora in poi, dovrà fare la sua parte e ripensare creativamente il futuro. 4
PROGRAMMI FIDA-Trento 2012 Natura Libera - 10 novembre - 9 dicembre 2012 L’inaugurazione della mostra “Natura Libera”, è stata fissata il giorno sabato 10 novembre alle ore 18.00 presso Palazzo Libera a Villa Lagarina. I quattro artisti della FIDA che partecipano sono: Mauro Berlanda, Alessia Carli, Carla Decarli e Anna Lorenzetti.
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Intervista a PAOLO TAIT Ogni artista possiede caratteristiche sue proprie che lo rendono unico. Chi privilegia il pensiero astratto, chi la forma, chi la poesia, chi la sperimentazione, chi la materia, chi la tecnica, e così via. Alcuni, come Paolo Tait, privilegiano l’arte come modo di vita e il fare arte come unica possibilità di rapportarsi con il mondo. Paolo possiede il dono innato del disegno e questa sua abilità si trasferisce “naturalmente” sulla carta o sulla tela sotto forma di un alfabeto primitivo, un intrico di figure che rimandano a immagini archetipiche e che esprimono in modo privo di mediazioni , i suoi stati d’animo profondi e il suo bisogno di raccontarsi. Non è facile definire e inquadrare quasi quarantacinque anni di attività artistica perché i suoi periodi artistici sono stati molti ma, per quanto possa sembrare strano, tutti già dotati della stessa coerenza interna. La maggior parte delle sue opere sono immediatamente riconoscibili per la quasi costante presenza di mondi organico-meccanici rappresentati mediante forti e nette tracce nere che percorrono, come un scrittura “automatica”, lo spazio del quadro secondo logiche geometriche e, allo stesso tempo libere. A volte, grandi campiture di colori fungono da sfondo o da tessuto connettivo ma, la “struttura portante”, è quasi sempre assolta dal segno. A volte, il segno diventa “gesto” grazie alle ampie, veloci pennellate, più istintive e liberatorie che si trasformano in ombre, animali feroci, mostri neri spaventosi che rimandano alle tensioni e alle inquietudini della sua anima. Altre volte, invece, segni impercettibili, fluttuano leggeri in uno spazio infinito suggerito con sfumature dai toni delicatissimi. La pittura di Tait è una ricerca interessata non tanto al bello, quanto al vero. Paolo Tomio A sinistra: Porta che accede al sogno, 2011, smalto a fuoco su rame, 300x226 cm
Sul palo, 2001, trittico, collage, acrilico, china e grafite su legno, 252x552 cm
Volo, 2005, acrilico su carta, 61x82 cm e, nel presente, Carrà, Sironi, Permeke, Moore, Picasso e poi, più avanti, Licini.
Quando e perché hai cominciato a interessarti alla pittura?
Oggi, cosa ti interessa e cosa non ti piace dell’arte contemporanea?
A 13 anni in occasione di un forte esaurimento nervoso...perché mi attraeva
Sono curioso, mi interessa quello che mi è sempre interessato, non mi piace il mercato che ha condizionato e condiziona le scelte.
Quali sono stati le correnti artistiche e gli artisti che ti hanno condizionato? Nei primi anni della scuola sicuramente i primitivi toscani e il Masaccio, la forte sintesi formale
A destra: Rosso, smalto a fuoco su rame, 2009, 2.00x50cm 8
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Tu hai fatto una scelta difficile: fare l’artista a tempo pieno e vivere di arte. Lo rifaresti?
Pur essendo molto “preso” dal tuo lavoro, hai conosciuto qualche artisti trentino che apprezzi?
Lo rifarei, ne sono convinto...oggi come allora.
Sì, frequento pochi artisti che stimo tra i quali Piermario DoriA destra: Cane, grafite e acrilico
Tecnica mista su legno, 1979, 174x134 cm
su carta, 2002, 80x56 cm
gatti, Chini, Turra, Coletti
Paolo Dolzan, Giordano Roberto Perini, Simone Mauro Cappelletti, Dario e pochi altri.
In generale ha una sindrome molto provinciale, ovvero che il proprio vicino di casa non può essere qualcuno.
Che giudizio dai sul panorama dei pittori trentini d’oggi?
So che non ami essere etichettato ma esistono, comunque, delle grandi correnti artistiche storiche. Tu in quale ti riconosci?
C’è di tutto e va bene così.
Nell’espressionismo.
Cosa manca al Trentino per poter essere più presente sul mercato esterno? Della natura, 2007, acrilico e grafite su tela, 200x250 cm
Bestiario, 1993-2003, china e grafite su carta, 150x200 cm
Segui la “politica culturale” trentina? Pensi che si possa fare di più e meglio per il settore artistico?
litico di turno, di pesare un po’ di più prima di distribuire a destra e a manca aiuti con soldi pubblici.
Non seguo la politica culturale trentina e in generale.
Nel corso della tua attività hai sperimentato molte tecniche artistiche affrontando anche la scultura in legno e la ceramica.
Anche il Mart è il prodotto di scelte di politica culturale. Cosa ti senti di consigliare agli amministratori e ai politici per favorire l’arte?
Ho sperimentato di volta in volta molte tecniche che mi hanno permesso di tirar fuori quello che mi urgeva.
Premesso che non si possono togliere gli strumenti dalle mani di chi li usa male, consiglierei, al po13
Martino, 2 grafite e acrilico su carta cm 1x1
Ciò che vedo, ciò che sento, 2006, smalto a fuoco su rame, 9.40x3.50 mt
I tuoi quadri sono molto riconoscibili per uno stile “gestuale”, veloce e istintivo, in cui convivono figurazione e astrazione.
Sono il mio mondo organico, spesso ingabbiato in strutture rigide
Molti tuoi dipinti sono caratterizzati dalla presenza di grandi masse nere. Perché questo interesse per il nero?
Mi fa piacere che siano riconoscibili ma quello che per me conta è la qualità interna dell’opera stessa.
Il bianco e il nero, il sì ed il no, senza mediazioni.
Cosa rappresentano queste tue figure zoomorfiche e artificiali? 14
Da cosa nasce la scelta dell’uso di molte tecniche: olio, acrilici, acquerelli, incisioni ecc.?
Sono sì impegnativi, ed è questa una bella sfida da raccogliere; far si che la difficoltà tecnica sia stimolante all’interno del processo creativo.
Come ti ho detto, ho necessità, attraverso la tecnica (come supporto), di dire quello che mi sta a cuore.
Ritieni che sia cambiato o stia cambiando la figura dell’artista e il suo ruolo sociale, in particolare, in Trentino?
Eppure, ogni tecnica comporta delle specificità che “condizionano” l’artista. Ad esempio gli smalti su rame, che tu usi spesso, sono estremamente laboriosi.
Il mondo sta cambiando...cambia e cambierà anche la figura dell’artista e del suo ruolo sociale. 15
A destra: Acqua e Energia 1, 2006, grafite e acrilico su carta, 150x100 cm
Tavolo-scultura, 2009, scultura in legno verniciato, acciaio e vetro
Cos’è la bellezza? E’ un valore che ricerchi o è subordinato ad altri fattori?
In che senso salverà il mondo? Perché dovrebbe salvarlo e come?
La bellezza salverà il mondo ...ma non sta rinchiusa in un canone.
Perché la bellezza, come io la intendo, al di là di ogni canone, è liberatoria di ogni male.
E, per finire, cos’è per te l’arte? E chi è l’artista? Non so cosa sia l’arte...di certo un qualcosa che non lascia indifferenti... e chi sia artista è difficile dirlo, il tempo lo dirà. Il mio lavoro è tra istinto e ragione. Uso il disegno come un bisturi e lo affondo lentamente per cercare di trovare e dare vita alle ragioni stesse del mio fare. L’opera nasce in quel momento di scarto tra ciò che conosco e l’ignoto.
Anello, 2001, oro bianco (orafo Oro Design) Foto opere di Nadia Baldo 16
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Comune di Mezzolombardo nel 1986, l’opera monumentale in rame smaltato (circa 30 mq) eseguita nel 2006; per il Palazzetto Polifunzionale di San Michele all’Adige, Nel 1991 il MART, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, accoglie la donazione di un intero ciclo di sue opere grafiche (20 soggetti), oggi documentata nella pubblicazione della Electa relativa all’attività del MART nel periodo 1990/1995 Grazie all’invito rivoltogli dal Kunstbygning, museo pubblico di Aarhus, una mostra personale viene allestita nell’agosto del 1997. Nello stesso anno si laurea all’Accademia di Brera. Nel 1999 la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento gli dedica una mostra personale. Nel 2000 Flaminio Gualdoni gli riserva un posto nel volume “Arte in Italia 1943-1999”. Lo psicologo e giornalista Vittorio Curzel realizza un cortometraggio, Art Note book N. 1: Paolo Tait, nel quale, senza dialoghi e senza commento, racconta la vita quotidiana dell’artista. L’opera, più volte proposta con successo nei circuiti internazionali di cinema d’autore (tra gli altri allo “Studio Art Centre International” di Firenze e al “Bozner Film Tage” del 2001), nel marzo 2001 viene ufficialmente presentata anche alla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, per poi essere diffusa dalle reti RAI l’anno successivo. Tra il 2001 e il 2002, curato da Valerio Dehò, si concretizza un progetto espositivo itinerante, “Traparentesi”, che por-
Paolo Tait Nasce a Mezzolombardo (Trento), nell’aprile del 1952. Compie gli studi superiori presso l’Istituto Statale d’Arte di Trento. Nel 1970 il 1° premio per la grafica alla X Triveneta Giovanile d’Arte di Cittadella (PD); in quegli stessi anni apre nel paese natale un piccolo studio. Nel 1990 soggiorna per un breve periodo in Danimarca e nel 1991 a Salisburgo, Dalla seconda metà degli anni Ottanta l’attività espositiva si intensifica marcatamente con la presentazione di mostre personali e la partecipazione a collettive: nel 1992, l’importante rassegna internazionale della Repubblica di San Marino, che lo vede tra i vincitori selezionati dalla giuria presieduta da Carlo Giulio Argan. Si occupano del suo lavoro Danilo Eccher, Riccarda Turrina, Fiorenzo Degasperi, e, più tardi, Giovanna Nicoletti, Umberto Benedetto e Riccardo Schweizer, In quegli anni avvia anche un ciclo di realizzazioni di importanti opere per istituzioni pubbliche e private: per il
ta l’artista a Bologna, Torino e Milano, aprendogli la strada per proporre il proprio lavoro anche a Londra. 18
Nel 2002 vince il concorso per la realizzazione del Manifesto che celebra la 50a edizione del “Filmfestival Città di Trento”. Tra il 2001 ed il 2003 è tra i protagonisti delle rassegne dedicate all’arte trentina da Palazzo Trentini Mostre per il periodo 1950/1975 e per il periodo 1975/2000 e dal nuovo MART di Rovereto, con catalogo edito da Skira. Nel 2004, su commissione della Provincia Autonoma di Trento, realizza in una tiratura limitata, presentato da Flaminio Gualdoni, la cartella commemorativa del cinquantesimo anniversario della scomparsa di Alcide Degasperi. Il 2005 lo vede protagonista di una mostra personale a Venezia, in concomitanza con la Biennale Internazionale d’Arte. Sempre in quell’anno l’artista di Mezzolombardo partecipa a MiART, ospitato negli spazi della milanese Galleria 10.2!, diretta da Maria Rosa Pividori. Nell’autunno dello stesso anno è ancora protagonista di tre significative esposizioni personali ad Hannover – presso la Kunsthalle Faust e a Trento; la prima nello spazio espositivo CITRAC. Nel 2007, con una sua personale si inaugura il prestigioso Museo “Ţării Crişurilor” di Oradea, in Romania. Pietro Bellasi, sociologo ed antropologo culturale incontra il suo lavoro del tutto occasionalmente, nel 2005. sprona l’artista a documentare compiutamente i suoi quasi quarant’anni di lavoro. Nasce così, all’inizio del 2009, il volume monografico che, per i tipi dell’editore Gabriele Mazzotta, suggella in quasi 300 pagine la tormentata creatività di Paolo Tait, letta mirabilmente dallo
stesso Bellasi e da Giovanna Nicoletti, Nel 2009 inizia un rapporto con Vittorio Sgarbi, che continua tuttora e che nel 2011 lo porterà negli spazi – quelli del Padiglione Italia, sezione Trentino/Alto Adige – della controversa 54a edizione della Biennale di Venezia. Nel 2011, il lavoro sui manifesti “Al muro, al muro” svolto dell’artista torna in uno spazio pubblico, a Palazzo Libera (Villa Lagarina / Trento), su iniziativa dell’Associazione PROMART con saggio critico di Maurizio Scudiero
Foto dell’artista di Franco Battistotti
FIDAart copertina del Numero 4 Periodico di arte e cultura della FIDAart
PERIODICO della FIDA-Trento N° 3 - Ottobre ANNO 2012
FIDAart
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Natura Libera
NATURA LIBERA Natura Libera Il giorno 10 novembre si aprirà a Palazzo Libera di Villa Lagarina la mostra “Natura Libera” organizzata da quattro artisti della Federazioni Italiana Degli Artisti-Trento. La collaborazione di FIDA con l’Amministrazione continua a rivelarsi un momento importante per i propri artisti che hanno così l’occasione di esporre negli spazi di uno dei più importanti palazzi storici di Villa Lagarina, oltre che sede del prezioso Museo Diocesano Tridentino. Per questa ragione, nel titolo “Natura Libera” si intuisce sia un riferimento alla Natura, tema portante dell’esposizione dei quattro pittori, sia allo stesso Palazzo Libera che ospita l’evento. Le tre artiste affrontano nelle loro opere una Natura da punti di vista distinti caratterizzati da una concezione e da una creatività “femminile”, più dolce e morbida. Espressionista, dal segno gestuale e dai colori estroversi la ricerca di Anna Lorenzetti; romantica, quasi fantasy e uno stile “grafico” pulito basato sull’uso di contorni neri e stesure omogenee interne, Carla Decarli e, infine, surrealista, onirica di un delicato simbolismo psicologico intriso di riferimenti alla condizione della donna, Alessia Carli. Il quarto pittore, Mauro Berlanda, infine, esprime la visione maschile della Natura, con uno stile essenziale rappresenta il fascino esercitato dalla forza e dalle masse geometriche delle montagne. Insomma, quattro approcci molto diversi che propongono personalità, psicologie e percorsi ben connotati e riconoscibili che interpretano tutta la ricchezza espressiva offerta dall’arte contemporanea.
Espongono:
Alessia Carli, Carla Decarli, Anna Lorenzetti, Mauro Berlanda
dal 11 novembre al 9 dicembre 2012 Palazzo Libera - Villa Lagarina (TN) orari: mercoledì, giovedì e venerdì 14.00/18.00 sabato e domenica 10.00/12.30 - 14.00/18.00 lunedì e martedì chiuso
inaugurazione sabato 10 novembre 2012 ore 17.00 con il sostegno di
in collaborazione con il comune di Villa Lagarina
GRUPPO
ingresso libero
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MERCATO DELL’ARTE Record di vendita per un quadro contemporaneo: all'asta di Sotheby’s a Londra un collezionista anonimo ha acquistato il quadro di Gerhard Richter Abstraktes Bild del 1994. Il dipinto, stimato dai 9 ai 12 milioni di sterline ha raggiunto il prezzo record fra tutti gli artisti viventi. Il lotto del celebre pittore, un grande dipinto a olio su tela delle dimensioni di cm 225x200, a toni prevalentemente rossi e gialli, è stato venduto per 21 milioni e 321mila sterline. Al cambio, sono stati, quindi, spesi poco più di 26 milioni di euro (vale a dire, 50 miliardi delle vecchie lire). Una cifra abnorme, scandalosa, non per un dipinto di Leonardo da Vinci, ma per una tela astratta di otto anni fa. realizzata da un artista vivente. Generalmente, queste notizie sono commentate con un misto di ammirato stupore, un po’ come i record delle Olimpiadi: la somma stratosferica pagata attesta la qualità incommensurabile del pittore che diventa così anche il Numero Uno. Oppure, vengono addotte considerazioni di ordine (pseudo) oggettivo: è il Mercato che decide il valore degli artisti e, se il Mercato decide di pagare 26 milioni di euro per un quadro, significa che li vale tutti. Il problema della qualità dell’opera è del tutto ininfluente, basta la firma (e l’expertise) Anche perché la maggior parte dei compratori (e dei critici) non sarebbe in grado di riconoscere un Richter da una sua copia. Ora, con tutto il rispetto per Richter o altri artisti battuti a cifre inimmaginabili, è difficile accettare che un dipinto possa costare quanto il museo che lo ospita. Il primo, prodotto del “gesto” creativo dell’artista di
genio, il secondo, opera complessa che coinvolge il lavoro di centinaia di progettisti, imprenditori e manovalanze qualificate. In effetti, non esiste nessun’altra attività artistica, intellettuale o scientifica, che sia pagata in modo così demenziale e privo di relazione con l’oggetto acquistato. Caricare di un valore smisurato un unico quadro significa che oramai l’arte non conta nulla e che le regole sono date dalla logica del Mercato e dell’investimento finanziario. E quello che sembra il deferente omaggio alla creatività di un grande artista, si rivela essere solo una speculazione economica basata sulla “proprietà” come status symbol. Il dipinto finirà chiuso nel caveau di una banca, riparato dall’aria, dalla luce e, soprattutto, dalla vista, per essere goduto da pochi eletti come una nuova reliquia laica. 21
COMMISSIONI PER LE 0PERE D’ARTE da quattro persone: il progettista dell’opera, un rappresentante dell’Amministrazione, un rappresentante dei Beni Culturali e un rappresentante delle “associazioni artistiche maggiormente rappresentative a livello provinciale”, individuato dall’Amministrazione che ha realizzato l’opera pubblica, tra 14 nomi all’interno delle terne indicate dalle associazioni stesse. Il problema posto nel precedente numero di FIDAart si può così riassumere: è possibile che un’associazione fondata da tre galleristi possa essere ammessa tra le associazioni di artisti? Non si tratta di un caso ipotetico, ma di una realtà che opera in Trentino dal 2008 quando la UAC, Unione Artisti Contemporanei, ha depositato il suo Statuto presso l’Assessorato ai Beni Culturali e ha contestualmente chiesto di poter essere ammessa tra le “associazione artistiche più rappresentative in provincia” e, di conseguenza, di poter far parte delle terne per le commissioni per la scelta delle opere d’arte di cui all’art.20. Il fatto che i soci fondatori fossero i tre maggiori galleristi trentini (tra l’altro soci fondatori anche dell’ASPART-Galleristi del Trentino) non è l’unica anomalia. Ad esempio, è anomalo che la UAC, costituita in data 29 ottobre 2008, già nel novembre 2008 sia stata inserita nelle terne degli artisti che partecipano alle commissioni. La UAC, pochi giorni dopo la sua nascita, era già stata ammessa tra le associazioni artistiche trentine più rappresentative! Onestamente, non si capisce quali fossero i suoi meriti visto che, fino ad allora, ovvia-
Vale la pena di ritornare su un argomento che sta creando un disagio crescente negli ambienti artistici trentini i quali, per ora, si limitano a dei mugugni o, al massimo, a delle lettere allarmate. Tutto inzia con la Legge Provinciale 3 gennaio 1983, n. 2 e succ. “Norme per l’esecuzione di lavori pubblici di interesse provinciale” la quale prevede all’art. 20 comma 5: “l’opera d’arte da realizzare o da acquistare ai sensi dei commi 2 e 3 è scelta da una commissione composta da: un rappresentante dell’ente che realizza l’opera; il progettista dell’opera edile; un esperto designato dal dirigente del dipartimento beni e attività culturali e da un esperto designato sentite le associazioni artistiche maggiormente rappresentative a livello provinciale”. In sintesi, la legge prescrive che per ogni nuova opera pubblica (scuole, musei, caserme, palestre ecc.) debba essere accantonato il 2% (oggi l’1%) del costo complessivo per la realizzazione o per l’acquisto, di una o più opere d’arte. La scelta dell’opera d’arte è demandata ad una commissione composta 22
mente, non aveva mai fatto alcuna attività sociale. E anche dopo di allora, a quel che risulta. L’Avvocatura della Provincia, quando le è stato ufficialmente chiesto se, quanti e quali artisti fossero iscritti all’UAC, ha risposto di ritenere: “non necessari, inopportuni ed eccessivamente intrusivi (per via della privacy) i controlli finalizzati a conoscere numero e nominativi degli iscritti”. Come a dire: dichiariamo che la UAC è una delle associazione di artisti maggiormente rappresentative, però non conosciamo nè il numero, nè il nome degli iscritti e degli (eventuali) artisti associati. All’articolo 2 dello Statuto della UAC depositato nell’ottobre 2008, si legge tra le Finalità e Attività (evidentemente future): “programmazione di eventi culturali, incontri con artisti, allestimento esposizione d’arte, sostegno a giovani artisti ...”. Aspirazioni lodevoli e ambiziose ma, fino ad oggi, rimaste solo sulla carta. A meno che non si voglia comprendere nell’attività della UAC il normale lavoro espositivo-commerciale svolto dalle tre singole gallerie. Un’altra anomalia - non secondaria - lascia sbigottiti anche gli inesperti ma non l’Avvocatura della PAT. All’articolo 3 dello Statuto si legge: “I soci fondatori fanno parte perennemente del Consiglio Direttivo”. I tre galleristi-fondatori-soci sono, e rimarranno per sempre, nel Consiglio Direttivo. Inamovibili! Più che un’associazione, il triumvirato. L’epilogo della vicenda, ancorché anomalo, è tutt’altro che inaspettato. Chi avrà indicato il Consiglio Direttivo della neonata associazione di artisti per le terne delle Commissioni? Ovviamente, i tre galleristi-fondatori nonché “membri perenni.”
Di artisti nemmeno l’ombra! Ultima anomalia. La Provincia non intravede un possibile conflitto d’interessi nelle figure di questi operatori comerciali presenti nelle commissioni incaricate sia per le realizzazioni ex novo che per l’acquisto di opere d’arte. Anzi, nella sua risposta, la Soprintendenza scrive: “...non è stata ritenuta pertanto inopportuna una designazione effettuata nei riguardi di un soggetto “gallerista” piuttosto che “artista” la cui competenza e formazione si ritiene assicuri piena capacità di giudizio artistico atteso che anche l’attività di critico appare comunque attanagliarsi perfettamente con le finalità della legge...”. Sicuramente un gallerista è un “esperto” ma la legge provinciale parla esplicitamente di associazioni di “artisti”, e non di galleristi o di critici, Dovrebbe essere ben chiara a tutti la differenza tra la figura del gallerista e quella del critico: il primo vende arte, l’altro studia l’Arte. Come dovrebbe essere altrettanto chiara la differenza tra il ruolo di un gallerista e quello di un artista.
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MART / MUSE pensieri diversi e di una nuova arte. Anche il “Trentino felix”, si sta risvegliando dal sereno torpore fondato su convinzioni che si rivelano, purtroppo, precarie o già mutate. Per ora, grazie all’Autonomia e ad un sistema sociale sostanzialmente sano, la crisi è stata assorbita ma i tempi stanno cambiando. E certo, non in meglio. Sono recenti le notizie della chiusura del Museo Civico di Trento e del drastico ridimensionamento dei fondi messi a disposzione del Mart da parte della Provincia. Si sapeva da tempo che il Mart, fiore all’occhiello dell’immagine trentina nel mondo dell’arte, assorbiva risorse ingenti ma, ora, analogo impegno finanziario è e sarà richiesto anche dal Muse, futuro museo della Scienza di Trento. Anche in questo caso si parla di costi milionari a fronte di “entrate presumibili” che non potranno che coprire solo parzialmente i “costi di gestione certi”. A causa della crisi, purtroppo, queste macchine meravigliose stanno improvvisamente rivelandosi sovradimensionate e rischiano di diventare delle cattedrali nel deserto. Un po’ come usare una Ferrari Testa Rossa in una Zona Traffico Limitato. Dobbiamo recitare il De profundis per queste idee ambiziose e lungimiranti? Forse no, ma il previsto calo del 14.5% degli investimenti provinciali per il 2013 (poi, non si sa) sta già imponendo un ripensamento
E’ nei momenti di crisi che molti nodi irrisolti o ignorati della società, vengono al pettine. Oggi tutti hanno compreso che alla durissima crisi economica in corso si accompagna un’altrettanto pesante crisi sociale, politica, etica e culturale. Naturalmente, anche l’arte non può non risentire fortemente dei profondi rivolgimenti in atto e, infatti, gli artisti più attenti, hanno colto per primi i sintomi dei cambiamenti in atto riflettendoli nella loro opera. Pensiamo al discusso “dito medio eretto” di Cattelan, di fronte alla Borsa di Milano. Storicamente, i germi delle grandi crisi hanno sempre contribuito a rifondare un’altra visione dell’uomo e del mondo portando, assieme alle incognite connesse al crollo di certezze consolidate, anche la nascita di
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MART / MUSE generale della politica dei mega-progetti e delle mega-mostre. Per queste ragioni sono in corso profondi rivolgimenti strategici che vedono una nuova destinazione del Palazzo delle Albere anche in funzione di una sinergia con il Muse. La nuova Direttrice del Mart, Collu, appena subentrata alla gestione decennale di Gabriella Belli, ha già dovuto prendere atto della novità e, da quanto è apparso sulla stampa, ha iniziato a pensare a progetti più contenuti e più misurati. Naturalmente, si sta parlando sempre di cifre a disposizione del Museo di tutto rispetto che, se ben gestite, non impediranno di mantenere un livello qualificato alle mostre future. Come hanno fatto notare molti, tra
cui Gabriella Belli, Scudiero e la stessa Collu, si tratta di investire sulle risorse già presenti nel ricchissimo archivio e cominciare a studiarle e usarle con metodo e serietà. In fondo, all’articolo 1 della Legge isitutiva del Mart è scritto “Il museo ha lo scopo di documentare e valorizzare l’arte moderna e contemporanea, nonchè di promuoverne lo studio e la conoscenza”. Anche gli artisti potranno dare il loro contributo, in particolare con l’apporto di idee e di creatività, che al giorno d’oggi sono il materiale che più sembra scarseggiare. Ma la Provincia dovrà imparare a investire molto di più sui giovani e, soprattutto, a valorizzare le forze e le capacità presenti sul territorio.
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LIBRI & LIBRI
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VOCI POETICHE
AD UN BAMBINO MAI CONOSCIUTO
Quando la pioggia andrà via ci saranno ingiurie e candelabri da stracciare ci saranno spettatori ed agrumi da nascondere nei cimiteri quando la pioggia andrà via ci saranno nazioni senza bandiere da inchiodare alle pareti ci saranno vescovi di latta multicolore da gettare nella spazzatura con tutte le loro maleodoranti litanie quando la pioggia andrà via cresceranno fiori nuovi trasparenti agli angoli di questa stupidità bugiarda forse
Paul Sark
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Novembre 2012, Anno I - N.4
Mostre in regione Natura Libera
pag. 30-31
Pittura sublime
pag. 32
RenArt 2012
pag. 33
Cluadio Cavalieri
pag. 34
Arrivano mensilmente INVITI a mostre personali e collettive. Per poter informare sollecitamente i lettori, si invita chi fosse interessato a pubblicizzare le proprie iniziative a spedire con largo anticipo il materiale a:
PAOLO TOMIO archpaolotomio@gmail.com
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Natura Libera
a cura di CLAUDIO CERRITELLI
Una generazione persistente
PITTURA SUBLIME
Bressan Casiraghi Costantini Negri Pellegrini Vicentini
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artisti per la donazione
Sala Thun – Trento - Via Belenzani, 3 VenerdÏ 26 ottobre 2012 ore 18.00 fino al 4 novembre con orario 10/12 - 17/19
MEMORANDUM INDIRIZZO FIDA-Trento Si ricorda che l’indirizzo ufficiale di FIDA-Trento è: C/o Paolo Tomio Via Cernidor 43 - 38123 Trento Tel. 0461 934276 INDIRIZZO MAIL Si ricorda che l’indirizzo Mail ufficiale di FIDA-Trento è: info@fida-trento.com SITO FIDA-Trento il sito ufficiale di FIDA-Trento è: fida-trento.com FIDA-Trento su FACEBOOK Per chi utilizzasse Facebook, FIDA Trento è presente con un suo profilo IMPORTANTE Per ragioni fiscali e contabili, TUTTI i versamenti (ad es. per l’iscrizione, la quota annuale, partecipazioni a mostre o eventi FIDA ecc.) dovranno essere effettuati sul conto corrente della FIDA-Trento: Volksbank-Banca Popolare dell’Alto Adige - Piazza Lodron 31 38100 Trento IBAN: IT47 B058 5601 8010 8357 1214 752 INSERIRE SEMPRE LA CAUSALE: (es.iscrizione) Dato che questo Conto Corrente dovrà essere utilizzato sempre si consiglia di stamparlo e di tenerlo sul computer in una cartella FIDA Segretario-tesoriere: Alessando Goio info@alessandrogoio.it
QUOTA DI ISCRIZIONE PER L’ANNO 2012 E’ stata mantenuta la quota d’iscrizione di euro 50.00
Il versamento dovrà essere effettuato con la causale: ISCRIZIONE ANNO 2012