PERIODICO della icsART N.6 - Giugno ANNO 2019
icsART
In copertina: ELISA ZENI, SOSPESA, 2017, olio su tela, 80 x 80 cm
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icsART
sommario
Giugno 2019, Anno 8 - N.6
Editoriale
Ieoh Ming Pei (1917 - 2019)
pag. 4
Politica culturale
Ferrari SF90 Stradale: biturbo ecologica?
pag. 4
Intervista a un artista
Elisa Zeni
Mercato dell’arte?
Ernst Ludwig Kirchner
pag. 20-21
Iridescent surfaces
New Optical Art
pag. 22-23
Storia dell’arte
Bauhaus 100 - 4° parte
pag. 24-25
pag. 6-19
News dal mondo ERNST LUDWIG KIRCHNER
Berliner Strassenszene, 1913
pag. 28
ERNST LUDWIG KIRCHNER
Das Soldatenbad, (Artillerymen), 1915
pag. 29
ERNST LUDWIG KIRCHNER
Im See Badende Mädchen, 1909
pag. 30
ERNST LUDWIG KIRCHNER
Dodo mit grossem Fächer, 1910
pag. 31
Omaggio a ERNST LUDWIG KIRCHNER
Città medievale sul fiume, 2019
pag. 32
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EDITORIALE IEOH MING PEI (1917 - 2019) Ci ha lasciati, a 102 anni, l'ultimo degli architetti modernisti storici rimasti ancora in vita. IM Pei, era nato nel 1917 a Canton (Cina) ma a 18 anni si era trasferito negli Stati Uniti per studiare architettura e vi è rimasto per sempre prendendo la nazionalità americana nel 1954. Una carriera fortunata la sua che si è sviluppata prima nel ramo delle costruzioni per un'azienda immobiliare e poi, a partire dal '55, con il proprio studio professionale. Ha progettato moltissimi edifici privati e pubblici, in particolare negli USA, ma l'opera che lo ha fatto conoscere a livello internazionale è l'intervento di ampliamento del Museo del Louvre. Ieoh Ming Pei era stato incaricato dal presidente Mitterrand di studiare il nuovo ingresso del museo, antica residenza dei re di Francia e Monumento storico di Francia, e la sua idea è stata quella di costruire una immensa piramide di vetro collocata al centro del cortile di Napole-
one. La proposta di Pei ha dato adito a polemiche e critiche di chi non accettava un contrasto così radicale con le preesistenze storiche ma la forza del suo progetto, essenziale e fortemente simbolico, unita all'amore francese per la grandeur, ha vinto le resistenze e si è concretizzato nella "Piramide del Louvre". Un poliedro a base quadrata alto 22 metri, inaugurato nel 1989, che copre l'entrata al sotterraneo del museo e oggi accesso preferito dei 10 milioni di persone che annualmente lo visitano. La costruzione di questo volume trasparente alieno si è rivelata vincente e apprezzata anche dai parigini orgogliosi di un monumento unico al mondo. Forse, il coraggio ma anche l'impudenza di innalzare davanti all'ingresso centrale del Palais du Louvre una piramide in acciaio e vetro poteva venire solo a un architetto americano, esperto di grattacieli e meno condizionato da tutte le problematiche conservative e filologiche che frenano i suoi colleghi europei.
POLITICA CULTURALE
Ferrari SF90 stradale: biturbo ecologica? A fine maggio è stata presentata alla stampa la SF90 Stradale Ibrida (per il 90° anniversario dalla fondazione della Scuderia Ferrari). La notizia è che si tratta della prima Ferrari elettrica, quindi, ecologica. La realtà è un po' diversa e lascia perplessi per la filosofia che sta dietro questo capolavoro estetico e tecnologico. Questa SF90 stradale è equipaggiata con un motore biturbo di 4.000 cc di cilindrata in posizione posteriore centrale che eroga 780 cv (il più potente V8 mai realizzato a Maranello) e le permette di raggiungere la velocità di 340 km/h. E già qui, qualche dubbio sorge visto che su qualsiasi strada è vietato superare i 130 km orari. Esiste però anche una componente elettrica composta da 3 motori, due dei quali accoppiati all'asse anteriore e un terzo sistemato posteriormente che forniscono altri 220 cv, una potenza che permette alla SF90 di viaggiare in modalità zero emissioni a una velocità massima di 135 km/h per... 25 km. Pochini, ma utilizzabili in presenza di limitazioni cittadine o per evitare il rombo del biturbo supercompresso. Un bolide da 1.000 cv totalmente computeriz-
zato, un consumo non dichiarato e un pacco batterie sistemato dietro l'abitacolo, caricabile anche da presa esterna da 8 kWh (per risparmiare!). La buona notizia è che il prezzo base si aggira attorno ai 600.000 euro. La SF90 Stradale è ibrida nel senso che può funzionare in quattro modalità differenti: in eDrive la trazione è affidata ai soli tre motori elettrici, in Hybrid, modalità standard, i flussi di potenza vengono gestiti automaticamente dal sistema, in Performance funziona solo il motore 4.000 cc e in Qualify sono utilizzati tutti i 1.000 cv totali di potenza (biturbo più i tre motori sincroni) simulando uno schema a quattro ruote motrici. La SF90 "stradale", che è stata definita dai giornalisti un missile terra-terra, accelera da 0 a 100 km/h in 2,5 secondi (altro record) e da 0 a 200 km/h in 6,7 secondi: molto utili per chi si sia svegliato in ritardo al mattino. I dubbi che questo connubio "contronatura" tra un'auto da corsa, un gioiello e un'opera d'arte sollevano, derivano dalla stravagante idea di attrezzare un razzo da 340 km orari - velocità assolutamente inutile ovunque - con tre motori elettrici, per ridurre i consumi e l'inquinamento.
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Intervista a ELISA ZENI La natura è sempre stata una fonte inesauribile di ispirazione dell'arte poiché l'uomo ritrova in essa quelle leggi che gli appartengono in quanto natura egli stesso. Questa verità è percepita dalla pittrice Elisa Zeni grazie al dono raro di una sensibilità tramite la quale può entrare in risonanza spirituale e fisica con gli elementi naturali e trasferire le sue più intime sensazioni sulla tela. Della natura ama tutto: fiori, prati, montagne, sassi, ma è affascinata in particolare dall'acqua, la sostanza più comune e, allo stesso tempo, più misteriosa a causa della sua essenza cangiante e inafferrabile. Priva di forma e colore, l'acqua passa dallo stato liquido al solido o gassoso assumendo indistintamente tutte le forme e tutti i colori; porta la vita dentro di sé attraversando senza soluzione di continuità infinite metamorfosi che solo pochi sono in grado di percepire e rivelare con il linguaggio dell'arte. Non a caso, nei dipinti di Elisa Zeni, il confine tra figurazione e astrazione è sempre estremamente labile perché, più che dalla raffigurazione oggettiva della realtà, lei è spinta dalla necessità di manifestare attraverso le forme e il colore, le emozioni che l'incantesimo ipnotico dell'acqua - in tutte le sue manifestazioni - induce nel suo inconscio o, per meglio dire, nella sua anima. Elisa coltiva con successo anche la tradizione del ritratto, un genere storico immeritatamente dimenticato dato che dipingere un ritratto è uno dei temi più difficili della pittura perché si deve cercare di catturare non solo la somiglianza ma anche lo spirito della persona che sta posando. A giudicare dal volto radioso della ragazza sorridente e dall'atteggiamento timido e ritroso della bimba, lei è riuscita a cogliere perfettamente le due personalità dimostrando in modo suggestivo l'attualità di tale pittura, quando eseguita a regola d'arte. Paolo Tomio A sinistra: RITRATTO L.T., 2009, olio su tela 50 x 35 cm
In basso: IL SILENZIO DEL BOSCO, 2016 olio su tela, 60 x 80 cm
Quando e perché hai cominciato a interessarti all’arte e dedicarti alla pittura? Ho sempre disegnato molto, fin da bambina lo consideravo un naturale mezzo di espressione per fissare emozioni, luoghi e volti. Nel periodo della scuola amavo osservare e descrivere in particolare gli alberi, realizzavo una sorta di erbari con una descrizione analitica di ogni particolare, dalla corteccia alle gemme. Queste tematiche mi affascinano ancora oggi. Quindi ho deciso di frequentare l’istituto d’arte Vittoria di Trento, e successivamente la facoltà di Scienze dei beni culturali, che hanno contribuito in modo decisivo alla mia formazione artistica. Dal punto di vista professionale e tecnico è stata importantissima l’esperienza di col-
FIORI DEL NOCE, 2009, olio su tela, 100 x 120 cm
laborazione con una ditta di restauro, durata 6 anni. Dopo questo periodo, sulla mia strada si sono aperte nuove occasioni e possibilità, e tra queste ho scelto di sperimentare la mia ricerca artistica.
Quali sono stati le correnti artistiche e gli artisti che ti hanno influenzato? Nei primi anni di scuola i grandi maestri del Rinascimento, le avanguardie del Novecento, Cezanne, Klimt…in questo periodo sono particolarmente attratta dalle opere di Paul Klee e dalle montagne di Paolo Vallorz.
Nel corso della tua carriera, hai conosciuto artisti locali o nazionali?
PERCORSI NELL'ACQUA, 2007, olio su tela 70 x 100 cm
Conosco artisti locali con i quali ho avuto l’occasione di esporre in molte collettive, con i quali collaboro tutt’ora, ad esempio ne “La Cerchia”, un gruppo storico di artisti trentini.
Personalmente quello che invece mi interessa dell’arte contemporanea è la possibilità di scoprire modi diversi di interiorizzare un soggetto, la capacità di entrare in comunicazione con esso attraverso un linguaggio diverso, appunto quello dell’arte.
Cosa ti interessa e cosa non ti piace dell’arte contemporanea? Ciò che non mi piace è la dimensione commerciale dell’arte, il mercato che condiziona le scelte, dove il valore dell’opera non è più legato alla sua peculiarità, ma puramente al suo aspetto economico e a quanto questo sia determinato da una galleria prestigiosa o da un evento mediatico. Oggi il mondo dell’arte contemporanea è ricco di proposte ed è difficile entrare dentro l’opera e cogliere il messaggio che l’artista vuole esprimere.
Hai sempre privilegiato il linguaggio figurativo o hai sperimentato anche forme più astratte di espressione? Mi piace osservare la realtà e interpretarla, a volte sono legata al disegno e ad un linguaggio che mi permette di riconoscere i luoghi e i temi del mio vissuto che sono parte di me. Quando invece predomina il colore, elaboro una sinte9
si delle forme che richiama, ad ogni modo, un linguaggio figurativo che però non sente l’esigenza di aderire alla realtà dell’oggetto “guida”.
Così dipingere l’acqua con l’acqua, e quindi con l’acquerello, è interessante per l’immediatezza e gli effetti di trasparenza.
Qual è la tecnica artistica che utilizzi principalmente nella tua attività?
La tua formazione di restauratrice ha condizionato la tua tecnica?
I miei lavori sono per la maggior parte ad olio su tela, una tecnica che mi offre infinite possibilità di modulazione cromatica. Soprattutto quando dipingo i “Percorsi dell’acqua”, questa mi permette di rendere le trasparenze dell’acqua e allo stesso tempo la materia delle pietre e dei ciottoli.
La formazione di restauratrice e gli interventi su dipinti ad olio e affreschi mi hanno dato la preziosa opportunità di conoscere e approfondire antiche tecniche e metodologie pittoriche, che mi hanno aiutato a sviluppare una certa sicurezza nell’utilizzo di materiali e strumenti. Ad esempio, nella creazione dell’opera do importanza a caratteristiche come la sua durabilità, valutando di conseguenza la
VOLI RADENTI 1, 2006, olio su tela, 30 x 35 cm
FINESTRE, 2016, olio su tavola, 40 x 40 cm
scelta dei materiali che la compongono: quando possibile naturalmente, perché oggi costi e tempi spesso richiedono di arrivare a dei giusti compromessi. Ad ogni modo la predilezione di tecniche come la pittura ad olio è stata sicuramente influenzata dalla mia formazione di restauratrice
trompe l’oeil, o la scultura del legno.
Come sono nati i tuoi cicli pittorici sulla natura: acqua, sassi, fiori ecc.? I miei lavori hanno origine da un rapporto diretto con la natura che mi circonda, direi contemplativo ed empatico, in particolare con l’Acqua: per me dipingere questo tema è come riflettere, nell'essere Acqua che scorre, il fluire dei miei pensieri. L’acqua è la materia in cui prende forma concreta l’anima e i sassi sono tutto ciò con cui essa entra in contatto e interagisce del mondo in cui vive. “Percorsi” è il termine che utilizzo per richiama-
Contemporaneamente alla pittura, hai anche affrontato anche altre tecniche artistiche? Una tecnica che considero fondamentale è il disegno, che permette di rappresentare, elaborare e sintetizzare la realtà. Negli anni mi sono poi sempre confrontata con altre tecniche, anche molto diverse, come ad esempio il mosaico o il
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PERCORSI DELL'ACQUA. PREGHIERA, 2009 olio su tela, 50 x 50 cm
forme e colori comparsi nel momento in cui la mia vita ha avuto una grande svolta, quando sono diventata madre dei miei due figli.
re questa ricerca personale rappresentata dal ciclo di lavori eseguiti a partire dal 2007 e che hanno come soggetto i tre stati fisici dell’acqua, a cui si collegano tre condizioni dell’anima: acqua che scorre, acqua di ruscelli ad esempio è il vivere i momenti presenti ed effimeri e quanto del mondo si tocca e subito scorre via; ghiacciai e morene che racchiudono in se i ricordi, incastonati nel proprio passato e che sono diventati parte dell’anima stessa; infine il vapore di nuvole che sale come aspirazioni verso sogni e obiettivi futuri. Negli ultimi lavori accanto all’Acqua compaiono elementi fitomorfi e floreali, dove le forme seguono segni incisi nella tela. Sono presenze,
I tuoi soggetti derivano sempre da un modello reale o sono anche inventati? A volte derivano da spunti reali, la maggior parte delle volte elaborati da ricordi o idee. Nella realizzazione dei primi soggetti (per quanto riguarda i paesaggi o i primi percorsi dell’acqua) mi appoggiavo a fotografie che scattavo durante le mie uscite in montagna; ultimamente preferisco fare veloci schizzi per fissare un dettaglio o delle forme che mi hanno particolarmente colpita, e da questi sviluppare o sintetizzare nuovi modelli. 12
LA VIA LATTEA, 2018, acrilico su tavola, 40 x 40 cm
Pensi che un artista debba rimanere legato al proprio territorio?
dell’amico Remo Michelotti: grazie a lui abbiamo valutato e scattato studi e pose per alcuni volti che ho poi dipinto. Quello del ritratto è un genere estremamente affascinante, ma anche complesso e tortuoso e rappresenta sempre una sfida.
Dipende da cosa si desidera esprimere. Nel mio caso il legame del territorio è importante perché è parte di quello che sono e che sento di esprimere, ma certamente essere aperti al mondo esterno è importante: il confronto con le differenze aiuta anche a cogliere in maniera ancora più forte e chiara quanto il proprio territorio possa dare nella propria creatività artistica.
Come definiresti il tuo stile? Quali sono, secondo te, le caratteristiche che ti rendono riconoscibile?
Quando e perché è nato il tuo interesse per il ritratto?
La mia ricerca, al momento, ruota attorno al tema dell’acqua. Questo può essere elemento di riconoscibilità.
Tutto è nato in uno studio fotografico, quello 13
Nei miei lavori è il colore a creare la forma e la pittura ad olio è il mezzo che in questo momento del mio percorso mi permette di modulare la materia, creare movimento e trasparenza. Le tele su cui dipingo vengono preparate con tinte calde come la terra di siena bruciata o l’ocra gialla che lascio volutamente e spesso emergere tra i successivi strati di colore o quando “graffio” la superficie per creare linee e piccoli segni.
Ritieni di rappresentare nelle tue tele concetti o emozioni? Sei interessata ad un “messaggio” nell’opera? Come dicevo prima, nei miei lavori cerco di comunicare un messaggio, le mie emozioni, PERCORSI DELL'ACQUA. INCONTRO, 2016 olio su tela, 50 x 60 m
ma anche trasmettere la ricerca di un’armonia delle forme, delle trasparenze, la metamorfosi della natura.
Esiste, secondo te, una “pittura femminile” oppure l’arte non ha sesso? Sicuramente per molto tempo la storia dell’arte l’hanno fatta gli uomini, ma l’esempio di donne pittrici, vissute in epoche differenti e tutte dotate di uno straordinario talento ha contribuito a considerare e apprezzare il loro lavoro. La scena artistica attuale è molto ricca di proposte ed esempi che scaturiscono dalle sue interpreti donne. A mio parere, considerando l’arte espressione della propria personalità e sensibilità, penso che sì, nel trasmettere la propria natura e il proprio modo di essere questa sia
VOLI RADENTI. PENSIERI, 2006 olio su tela, 100 x 120 cm
legata alle intime differenze che contraddistinguono la natura femminile e quello a cui una donna da valore rispetto alla natura maschile. Ma anche in questo caso, le profonde differenze nella ricerca artistica di ognuna non meritano di essere semplificate ed etichettate all’interno di una generica definizione di “pittura femminile”.
artistico: offrire più occasioni, più spazi espositivi. A volte si avverte troppa superficialità nei confronti degli artisti e delle loro opere.
Cosa manca al Trentino per poter essere più presente sul mercato esterno? Come ti sembra il panorama dei pittori trentini d’oggi?
Manca una rete di attività per promuovere e valorizzare l’arte anche fuori regione. I momenti di scambio di esperienze fra realtà politiche, culturali come anche industriali ed economiche della nostra regione con altre realtà internazionali, potrebbero essere seguiti da contenuti artistici. Questo permetterebbe di dare prestigio a questi momenti con l’espressione e la bellezza dell’arte, che al tempo stesso troverebbe un supporto effettivo nella sua promozione, nell’incontrare la gente e uscire dai canali di
Conosco artisti trentini di grande livello che dovrebbero essere maggiormente valutati.
Segui la “politica culturale” trentina? Pensi che si possa fare di più o meglio per il settore artistico? Trovo che si potrebbe fare di più per il settore 15
FIORI DELL'ACQUA, 2013, olio su tela 80 x 80 cm
A destra: RITRATTO BAMBINA, 2006, olio su tela 50 x 35 cm
Chi è l’artista? promozione autoreferenziali del mercato artistico di oggi.
L’artista è colui che rende visibile un’emozione attraverso un linguaggio personale.
Cos’è la bellezza? E’ un valore che ricerchi o è subordinato ad altri valori?
E, per finire, cosa è per te l’arte?
Ricerco innanzitutto l’armonia, una condizione intima e personale. La bellezza è anche l’unicità che non può essere paragonata ad altro.
L’arte è la possibilità di esprimere un messaggio anche complesso, superando i limiti di altre forme convenzionali di comunicazione.
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i turbamenti dell’inconscio. Un’Acqua che muta, rinnova, si mescola alla Terra in una sorta di rituale di purificazione fino a generare nuovi elementi fitomorfi e floreali. Tra gli eventi da segnalare: 2017. PRIMAVERA.La rinascita nelle opere di nove artisti delle valli del Noce. Palazzo Endrici, Don (TN). “UN FIUME DI OPERE” percorso espositivo sulle rive del fiume Adige, nato dalla collaborazione siglata tra il Comune di Trento, promossa dall’Assessore Chiara Maule, l’Istituto Tambosi, la Scuola di Arti Grafiche Artigianelli e l’ENAIP all’interno del progetto di Alternanza Scuola Lavoro. 2016.ACQUA E MISTERO. Galleria d'Arte Moderna Fogolino. Trento. Con Pierluigi Negriolli. 2016. IMMAGINE AL PLURALE. Rocca Sforzesca. in collaborazione con il Comune di Dozza (BO). Collettiva La Cerchia. 2015. "VERMIGLIO 1915 - 2015: L'ESODO". Vermiglio (TN). Collettiva Gruppo di artisti trentini "La Cerchia" in occasione dei 100 anni dell'esodo forzato nella prima guerra mondiale. presso la Sala Mostre del Polo Culturale, in collaborazione con il Comune di Vermiglio e la Regione TAA. - ESPOSIZIONE PERSONALE presso il "Museo della Malga", Caderzone Terme (TN), in collaborazione con l'Associazione Culturale “Museo della Malga” e il Comune di Caderzone. 2014. DI TERRA E DI ACQUA. Palazzo della Vicinia. Mezzocorona (TN). 2012. ACQUA. Gli occhi trasparenti della terra e dell'anima. SPAZIO KLIEN Borgo Valsugana(TN) e Castel Ivano - Ivano Fracena (TN). 2011. EN EL NOMBRE DE VILLON. Sala Marta Colvin Pinacoteca dell'Universitad de Concepción Santiago (Chile) . Collettiva La Cerchia. 2008. PERCORSI DELL’ANIMA. Parco Naturale Adamello Brenta. Sant'Antonio di Mavignola (TN). 2007. TRA MONTAGNE E NUVOLE. Sosat. Trento. 2007. CROMOEMOZIONI - IL GIALLO. Studio d'Arte Andromeda, Trento. Collettiva Giralune. Elisa Zeni via Albarè 16, 38010 Spormaggiore TN Cell. 328 3633966 - elisa.zeni@email.it www.elisazeni.com
ELISA ZENI Trento 29 febbraio 1980. Vive e lavora a Spormaggiore, in Trentino. Nel 1999 si diploma all'Istituto D'Arte “A. Vittoria” di Trento, Corso sperimentale: Pittura e Visual Art Corso di Ordinamento: Istruzione di Arte Applicata. Durante questi studi, attraverso attività di tirocinio si avvicina al mondo del restauro, iniziando una collaborazione che prosegue fino al 2005. Nello stesso periodo, conclude il corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali presso l’Università di Trento presentando la tesi ‘La “Casa degli Affreschi” di Ossana in Val di Sole: ciclo pittorico, conservazione e proposta d’intervento’. Con il 2006 inizia un percorso di ricerca espressiva che la porta ad esporre le proprie opere in numerose mostre personali e collettive. Selezionata fra i cinque artisti dell'edizione 2009 della Settimana delle Meridiane per l'esecuzione della meridiana 34 - Casa Largaiolli, Monclassico (TN). Con il 2009 entra a far parte dell’Associazione di artisti trentini “La Cerchia”. Dal 2010 collabora con il Museo Castello del Buonconsiglio (TN) come educatrice museale. E’ la pittura, in particolare l’olio su tela e tavola e l’acquerello, il mezzo espressivo con il quale l’artista da forma al proprio percorso artistico interiore e simbolico. Le sue opere hanno origine da un rapporto contemplativo ed empatico con la Natura, in particolare con l’Acqua: l'artista riflette, nell'essere Acqua che scorre, il fluire dei propri pensieri, i moti,
a destra: ELISA ZENI, motivo decorativo parietale acrilico su muro, 270 x 45 cm, particolare
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ART E' possibile sfogliare tutti i numeri delle annate 2012-2019 della rivista icsART sul sito icsART all'indirizzo:
www.icsart.it icsART N.6 2019 Periodico di arte e cultura della icsART Curatore e responsabile Paolo Tomio
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MERCATO DELL’ARTE ? spressionismo tedesco; l'anno seguente entrano a far parte dell'associazione anche Emil Nolde, Cuno Amiet e Max Pechstein. Il programma, molto vago, scritto da Kirchner e presentato nel 1906, lancia un appello ai giovani artisti in nome dell'immediatezza, l'autenticità e la ricerca di nuove libertà intellettuali e sociali. I membri di "Brucke" si ispirano alle opere di van Gogh e Munch, all'arte gotica e rinascimentale tedesca e all'arte primitiva; vogliono privilegiare le forme semplificate o distorte e i colori forti e innaturali per scioccare lo spettatore e provocare una sua reazione emotiva. Aspirano a «portare la vita e l'arte in armonia» attraverso uno stile di vita bohémien e antiborghese tramite anche una sessualità comunitaria, libera e disinibita. Kirchner e i suoi amici dipingono scene delle loro vite di tutti i giorni: i bagni nudisti sui laghi di Dresda, la vita urbana frenetica, le nottate nei locali di ballo e notturni. Il disegno e la stampa diventano parte integrante della loro pratica poiché le tecniche grafiche offrono un linguaggio più immediato e un modo meno costoso rispetto alla pittura, inoltre, l'audacia e la piattezza che sviluppano nelle loro xilografie li aiutano a definire uno stile più riduttivo anche nella pittura. Nel 1911 Kirchner si trasferisce a Berlino dove, in collaborazione con Max Pechstein, apre una scuola d'arte privata, il MIUM-Institut, che però chiude dopo un anno. A quel tempo Berlino è la metropoli con lo sviluppo industriale in più rapida crescita al mondo e la vita più frenetica e dissoluta: cabaret, cinema, nightclub, teatri e anche quello che diventa uno dei soggetti preferiti dal pittore, tante prostitute dagli abiti appariscenti che si esibiscono in pubblico. Gli artisti di "Brücke" lavorano insieme in comunità fino al 1913 quando i membri prendono
ERNST LUDWIG KIRCHNER (1880 - 1938), Berliner Strassenszene (recto); Bäume (verso), 1913, olio su tela, 122 x 91 cm, venduto da Christie's New York 2006 a $ 38.096.000 (€ 29.860.000) (vedi a pag.28). Gli undici dipinti delle scene di strada berlinesi ("Strassenbilder"), che Kirchner realizza negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale, sono annoverati tra i più interessanti dei primi anni del XX secolo e per questo i più ricercati dai collezionisti. Nel 1901 il giovane Ernst Ludwig, originario di Aschaffenburg, una cittadina della Baviera, si trasferisce a Dresda per studiare architettura: qui apprende il disegno a mano libera, la storia dell'arte e diventa amico di Fritz Bleyl con cui divide una visione artistica radicale. Nel 1905 Kirchner, insieme a Bleyl, Karl Schmidt-Rottluff ed Erich Heckel, tutti studenti di architettura alle prime armi nella pittura, fondano "Die Brücke" (Il Ponte, metafora del superamento delle antiche convenzioni), un gruppo fondamentale per la nascita dell'E20
ERNST LUDWIG KIRCHNER strade separate. Nel 1914, allo scoppio della guerra mondiale, il pittore si arruola come volontario ma l'esperienza gli crea un crollo fisico e mentale a causa del quale è dimesso dopo sei mesi. Trascorre una convalescenza in una casa di cura a Davos nelle Alpi Svizzere per poi trasferirsi definitivamente nel 1917. Qui vive per il resto della sua vita raffigurando nelle sue opere paesaggi rurali, montagne e abitanti dei villaggi. Kirchner scrive: «La forma spirituale, non l'occhio, l'immaginazione e l'ispirazione sono all'inizio di ogni opera artistica e sono un segreto e un mistero». Da allora la sua reputazione di autorevole espressionista tedesco continua a crescere accompagnata da proposte di mostre in Svizzera e in Germania, offerte di importanti committenze pubbliche e private e un fiorente mercato presso i suoi mercanti e collezionisti. A causa della
Mädchen auf dem diwan, 1906, olio su tela 49 x 68,8 cm, venduto da Sotheby's London 2019 a 3.842.800 GBP (€ 4.462.300)
crescita del Partito Nazionalsocialista in Germania, però, per l'artista diventa sempre più difficile vendere i propri lavori ostracizzati in quanto "arte non tedesca"; nel '33 è costretto dai nazisti a dimettersi dall'Accademia delle arti di Berlino; nel 1937, 639 sue opere sono confiscate da collezioni pubbliche e vendute all'estero o distrutte, venticinque sono esposte alla Mostra "Arte degenerata" itinerante attraverso le principali città tedesche. Nel 1938, demoralizzato da questa situazione e preoccupato che l'occupazione nazista dell'Austria potesse allargarsi anche alla vicina Svizzera, Ernst Ludwig Kirchner si toglie la vita a 58 anni con un colpo di pistola alla testa. Il filosofo Eberhard Grisebach, suo amico e sodale, scriverà nella biografia del pittore: «La bellezza è per lui il mistero del mondo e della vita svelato e manifestato nell'arte». A sinistra: Gruppe badender am strand, 1913 olio su tela, 120 x 90 cm, venduto da Sotheby's London 2008 a 4.836.500 GBP (€ 6.452.400)
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IRIDESCENT SURFACES "IRIDESCENT SURFACES", la mostra in cui la statunitense Ruth Gallaway ha presentato le sue "Strips" è molto stimolante perché apre nuovi orizzonti sugli smalti iridescenti ancora poco utilizzati dagli artisti forse per via delle tecnologie complesse e laboriose che implicano. I risultati raggiunti dall'artista dopo una sperimentazione durata diversi anni, appaiono particolarmente seducenti poiché hanno superato il mero piacere ottico per accedere a una dimensione che è stata definita spirituale. La peculiarità dei suoi quadri è che, pur essendo bidimensionali, nella percezione di chi li sta guardando appaiono immateriali, dotati di infinite profondità che stimolano il coinvolgimento emotivo dell'osservatore. I suoi dipinti possiedono, infatti, la caratteristica di essere continuamente cangianti agli occhi di chi si muova davanti a queste monumentali pareti luminescenti e di generare nella sua mente una indefinibile sensazione di galleggiare o sprofondare nel colore. Gli uomini hanno sempre cercato di ricreare quel meraviglioso effetto iridescente di colori simili ad arcobaleno (da Iris, la dea greca dell'arcobaleno) che si trovano in natura sulle perle e la madreperla, nelle piume di uccello o nelle elitre degli scarabei, ma con i suoi dipinti la Gallaway ha eguagliato la natura. L'artista pittura con smalti iridescenti di derivazione industriale, molto diffusi nell'ambito delle carrozzerie personalizzate, su grandi pannelli rigidi in alluminio che le impongono di prestare la massima attenzione alle procedure tecniche necessarie per garantire la qualità finale, pena rovinare il lavoro e dover ricominciare tutto da capo. Fondamentale la preparazione iniziale del fondo perché si devono effettuare numerosi passaggi con primer trasparenti o colorati per omogeneizzare la superficie sulla quale con
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NEW OP ART
gli aerografi si esegue una lunga successione di passaggi con cui sovrapporre progressive velature di pigmenti metallizzati e perlati. L'effetto multidimensionale e iridescente che si viene a creare grazie ai diversi strati rifrangenti di pigmenti, produce delle vibrazioni ottiche capaci di indurre uno stato di instabilità percettiva. La gamma di variazioni cromatiche che sono rese possibili con questo metodo in divenire è praticamente illimitata perché è la pittrice che sceglie le tinte da usare e decide in corso d'opera l'estensione e l'intensità delle sfumature che si combinano tra un colore e l'altro. Il ciclo di lavorazione si conclude con la stesura di più mani di vernice trasparente necessaria per garantire una finitura superficiale lucida e splendente e l'essiccazione in forno dei pannelli verniciati così che i pigmenti acquistino ulteriore tonalità e brillantezza e si mantengano inal-
terati nel tempo. L'ultima fase prevede di verificare se e come si possa esaltare l'effetto iridescente con l'accostamento di questi pannelli caratterizzati da uno spettro di tonalità che mutano in continuazione in base all'angolo di osservazione. Solo dopo l'OK dell'artista si può procedere alla composizione sulla parete dei monumentali quadri ad andamento verticale od orizzontale assemblando definitivamente tra loro i pannelli. La critica ha creato per questo innovativo fenomeno visivo il neologismo "New Op Art" per sottolineare le affinità con le esperienze storiche dell'Optical art nata negli anni sessanta e interessata a provocare nei fruitori delle illusioni ottiche, principalmente di movimento. Anche se si deve sottolineare che, nel caso specifico di queste "Strips", il movimento è infinito e mutevole perché insito nel colore stesso. 23
BAUHAUS 100 - 4° parte Meyer rendendo il corso di studi rigidamente accademico, apolitico e orientando con decisione la progettazione architettonica verso le questioni estetiche. Di conseguenza, l'importanza dei laboratori e del lavoro di progettazione industriale diminuisce, penalizzando le collaborazioni esterne con le fabbriche di lampade, mobili in acciaio (vedi in basso) e carta da parati, economicamente più redditizie per la scuola. Tutta l'attività di Dessau è documentata sulla rivista "Bauhaus ", il periodico interno che sarà pubblicato fino al 1931. (vedi a sinistra) E' importante ricordare anche il ruolo svolto dalle donne al Bauhaus; inizialmente spinte verso attività al tempo considerate femminili come la tessitura (vedi in basso), la ceramica ecc, e nel corso degli anni, grazie all'approccio didattico creativo e paritario, diventate sempre 1932: il Bauhaus a Berlino Quando, nel 1930, il direttore del Bauhaus, l'architetto svizzero Hannes Meyer è licenziato dalla città di Dessau a causa delle sue posizioni comuniste, subentra al suo posto l'architetto tedesco Mies van der Rohe famoso per aver progettato nel '29 il padiglione per l'Esposizione Internazionale di Barcellona e la raffinata poltrona "Barcelona" (vedi in alto). Questo modello considerato un classico dell'arredamento minimalista, ancor oggi in produzione, è composto da due cuscini rettangolari in pelle appoggiati su una sottile struttura elastica in lame di acciaio cromato. Il nuovo direttore cerca di superare l'impostazione politico-urbanistica di In alto: periodico "BAUHAUS" N. 2/3 1928 nella prima riga: Kandinsky, Feininger, Klee A destra: GUNTA STÖLZ, Schlitzgobelin Rot-Grün, arazzo, 1927-1928
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STORIA DELL’ARTE più rilevanti anche negli altri indirizzi sia a livello progettuale che didattico. Il Bauhaus opera a Dessau fino al 1932 quando il partito nazista fa votare in consiglio comunale la chiusura dell'università considerata un covo di bolscevichi ed ebrei, anticipando così quello che sarebbe avvenuto nel '37 contro gli artisti moderni accusati di produrre "arte degenerata". Nel '32 Van der Rohe decide di trasferire il nuovo Bauhaus a Berlino in una vecchia fabbrica di telefoni abbandonata, chiedendo a docenti e studenti di seguirlo per proseguire gli studi come istituzione privata. I corsi riescono a ripartire nonostante i tanti problemi logistici ma, l'anno seguente, l'edificio viene sigillato dalla polizia: il 20 luglio 1933, la conferenza del personale docente delibera di chiudere definitivamente il Bauhaus. Gli insegnanti più famosi e molti ex alunni scelgono di lasciare la Germania ed emigrare in Paesi più sicuri come gli Stati Uniti dove l'eredità artistica e intellettuale della scuola troverà terreno fertile. Gropius viene assunto come professore ad Harvard (con assistente Marcel Breuer), van der Rohe diventa direttore della facoltà di architettura all'Armor Institute di Chicago, Josef Albers insegna al Black Mountain College, Moholy Nagy fonda la School of De-
sign a Chicago ecc.. Pur essendo durato solo 14 anni, il Bauhaus è la scuola d'arte e di design più influente della storia e, malgrado siano trascorsi 100 anni dalla sua fondazione, la sua "lezione" continua a vivere non solo nelle opere realizzate ma, soprattutto, nelle teorie e metodologie educative, progettuali e artistiche diffuse dai suoi esponenti e adottate in tutto il mondo. Walter Gropius e Mies Van der Rohe sono annoverati tra i maestri del Movimento Moderno (assieme a Le Corbusier, Frank Lloyd Wright e Alvar Aalto), così come Paul Klee e Wassily Kandinsky lo sono tra i fondatori dell'Arte astratta. Il Bauhaus non può essere compreso senza contestualizzarlo: una simile "concentrazione di geni" non potrà mai più ripetersi perché, se hanno contato le singole individualità hanno ancor di più influito gli avvenimenti di un periodo storico assolutamente unico. In alto: MIES VAN DER ROHE e LILLY REICH sedia Barcelona, acciao cromato e pelle, 1929 A sinistra: MARCEL BREUER, sedia B46 prodotta da Thonet, 1930
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Giugno 2019, Anno 8 - N.6
News dal mondo ERNST LUDWIG KIRCHNER
Berliner Strassenszene, 1913
pag. 28
ERNST LUDWIG KIRCHNER
Das Soldatenbad, (Artillerymen), 1915
pag. 29
ERNST LUDWIG KIRCHNER
Im See Badende Mädchen, 1909
pag. 30
ERNST LUDWIG KIRCHNER
Dodo mit grossem Fächer, 1910
pag. 31
Mittelalterliche Stadt am Fluss, 2019
pag. 32
Omaggio a ERNST LUDWIG KIRCHNER
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ERNST LUDWIG KIRCHNER,Berliner Strassenszene, 1913 olio su tela, 122 x 91 cm, venduto da Christie's New York 2006 a $ 38.096.000 (€ 29.860.000)
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ERNST LUDWIG KIRCHNER, Das Soldatenbad (Artillerymen) 1915, olio su tela, 140 x 150 cm, venduto da Sotheby's New York 2018 a $ 21.975.800 (€ 19.139.000)
ERNST LUDWIG KIRCHNER, Im See Badende Mädchen Moritzburg, 1909, olio su tela, 91 x 120 cm, venduto da Christie's New York 2015 a $ 13.605.000 (€ 12.496.000)
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ERNST LUDWIG KIRCHNER, Dodo mit grossem Fächer 31
1910, olio su tela, 152 x 74 cm, venduto da Christie's New York 2007 a $ 12.920.000 (€ 9.456.000)
PAOLO TOMIO: Omaggio a ERNST LUDWIG KIRCHNER Mittelalterliche Stadt am Fluss, 2019, schizzo a penna acquerellata su carta, 42 x 30 cm
ics
ART