icsART 2022 N.5 Numero Speciale 120

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PERIODICO della icsART N.5 - Maggio 2022

icsART Speciale N.120


Speciale - Numero 120 di icsART In copertina: PAOLO TOMIO, ORO-ORO, 2020, acrilico e tecnica mista, 50 x 50 cm


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icsART

sommario Maggio 2022, Anno 11 - N.5

Speciale N.120

Editoriale

Primum vivere...

pag. 4

Politica culturale

Guerre o Pace

pag. 5

Intervista

Paolo Tomio

pag. 6-19

Mercato dell’arte?

Marc Quinn

pag. 20-21

Sculture e/o Dipinti

Cromatismi modulari

pag. 22-23

Storia dell’arte

Altan

pag. 24-25

News dal mondo MARC QUINN,

MYTH (VENUS), 2006,

pag. 28

MARC QUINN,

FROZEN HEAD, 2009

pag. 29

MARC QUINN,

MICROCOSMOS (SIREN), 2008

pag. 30

MARC QUINN,

ALISON LAPPER INCINTA, 2005

pag. 31

V di VICTORY, 2022

pag. 32

Omaggio a MARC QUINN,

Copyright icsART Tutti i diritti sono riservati L’Editore rimane a disposizione degli eventuali detentori dei diritti delle immagini (o eventuali scambi tra fotografi) che non è riuscito a definire, nè a rintracciare


VOLODYNYR ZELENSKY

PRIMUM VIVERE...

lo svillaneggiava, lo considera un eroe perché, per combattere l'invasore russo, ha ordinato di resistere fino all'ultimo ucraino. Forse, l'ex attore dovrebbe valutare più realisticamente i consigli interessati dei tanti "amici" che lucrano su questa guerra mentre i costi li paga la sua gente. In attesa di una trattativa sempre più lontana, le armate russe scorrazzano per l'Ucraina massacrando i civili e radendo al suolo le città nell'unica logica che guida tutte le guerre, quella di annientare il nemico. C'è chi chiede di deferire Putin al Tribunale internazionale dell'Aja che però - chissà perché - non è riconosciuto dalla Russia, dall'Ucraina e men che meno dagli Stati Uniti. Ci auguriamo che Zelens'kyj abbia chiari oltre ai diritti geopolitici ma anche i doveri umanitari di un vero Presidente nei confronti del proprio popolo il quale sicuramente ama la Patria quanto lui ma che, forse, preferirebbe rimanere anche in vita. Mai come in questo caso, ha un valore assoluto l'antica massima latina: «Primum vivere, deinde philosophari».

Che Putin sia l'aggressore è fuor di ogni dubbio e che stesse covando da anni il pensiero sul come "risolvere la questione Ucraina" è dimostrato da molte sue mosse avvenute già a partire dal 2014 quando la Russia si è ripresa il controllo della Crimea e poi del Donbass. La convivenza dell'Ucraina con la Russia non è mai stata idilliaca e la vicinanza di un pericoloso autocrate come Putin avrebbe dovuto consigliare una maggior prudenza al neo-eletto Volodymyr Zelens'kyj definito dalla stampa italiana - prima della guerra - ex comico, populista e sodale dell'oligarca Kolomoisky. In effetti, Zelens'kyj, giovane attore vincitore de La sai l'ultima e di Ballando sotto le stelle ucraini, aveva creato una divertenet serie televisiva in cui interpretava un uomo qualunque che si batteva contro la corruzione. Visto il successo, aveva fondato un partito con lo stesso nome del telefilm e nel maggio 2019 - nonostante non avesse alcuna esperienza politica - aveva vinto le elezioni diventando Presidente. Ora la stessa stampa che 4


POLITICA CULTURALE

Nel maggio del 2011, presentai a una Amministrazione la seguente proposta dai contenuti tornati oggi di grande attualità, per organizzare una mostra che non andò a buon fine e si concretizzò solo nel 2018 con la collettiva tenuta a Palazzo Trentini dal titolo “Guerre o Pace”.

conflitti che coinvolgono grandi potenze nelle sempre più numerose "aree calde" del pianeta. Anche se condotti con tecnologie militari simili a "war games" e vissute da tutti noi attraverso media virtuali e asettici, questi conflitti moderni alla fine sono uguali a tutte le guerre che hanno costellato la storia dell'umanità. E l'utopia della Pace sembra allontanarsi sempre di più. La guerra è connaturata all'essere umano, in quanto animale evoluto, oppure può avere gli sbocchi auspicati dalla Costituzione dell'Unesco e dalla nostra Carta Costituzionale che all'art.11 «ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»? E in tutto ciò, gli artisti possono e sono in grado di dire qualcosa di diverso, di nuovo, sulla violenza delle guerre e sulla speranza della Pace oppure ormai, l'Arte è inutile perché sono altre le Logiche che sovrintendono a questi "giochi"? Se, come ha detto Karol Wojtyla: «I bambini che hanno visto la guerra, sono l'unica speranza di pace», forse l'Arte può ancora esprimere qualcosa di utile e, soprattutto, di vero.

GUERRE O PACE «Poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della Pace». Costituzione dell'Unesco - 1947 Il tema della guerra è diventato drammaticamente sempre più attuale. Quella che è stata per molti anni una parola assente dall'immaginario collettivo, in pochi anni ricorre sempre più spesso nella realtà quotidiana. La guerra, considerata "tabù" dopo la 2° Guerra Mondiale, è ridiventata, poco a poco una presenza inquietante per ritornare oggi, un'opzione naturale del lessico politico. Sempre più spesso assistiamo a operazioni di cosiddetto peace keeping, interventi armati per riportare la pace in zone circoscritte o anche veri e propri

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PERIODICO della icsART N.5 - Maggio ANNO 2021

icsART PERIODICO della icsART N.10 - Ottobre ANNO 2020

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Speciale 8°anno

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icsART PERIODICO della icsART N.10 - Ottobre ANNO 2019

icsART PERIODICO della icsART N.9 - Settembre ANNO 2019

PERIODICO della icsART N.8 - Agosto ANNO 2019

PERIODICO della icsART N.7 - Luglio ANNO 2019

PERIODICO della icsART N.6 - Giugno ANNO 2019

PERIODICO della icsART N.5 - Maggio ANNO 2019

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PERIODICO della icsART N.2 - Febbraio ANNO 2020

icsART PERIODICO della icsART N.1 - Gennaio ANNO 2020

PERIODICO della icsART N.12 - Dicembre ANNO 2019

PERIODICO della icsART N.11 - Novembre ANNO 2019

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Intervista a PAOLO TOMIO Questo mese, dopo l'imprevedibile ricaduta nel Covid dell'artista del mese di maggio, mi sono visto costretto - causa l'impossibilità di trovare un-una sostituto-a in tempi ristretti - ad anticipare il Numero Speciale programmato per il mese di giugno per festeggiare il 120° numero di icsART. Questo di maggio, è in realtà il 119esimo numero ma, per ragioni di forza maggiore, vi si trova la mia intervista che racconta - con un mese di anticipo - dei 120 numeri raggiunti. Questa "celebrazione" è doverosa dopo i due anni trascorsi di pandemia i quali, limitando qualsiasi rapporto, sono stati difficili per tutti e ancor più per una rivista che si basa sulle interviste. Se consideriamo l'ulteriore stress provocato dal nostro coinvolgimento - in teoria indiretto - nel conflitto ucraino, ce n'è abbastanza per cominciare a ritenere l'arte del tutto ininfluente sulla vita delle persone e soprattutto dei pochissimi che decidono il nostro futuro. Festeggiare il 120esimo numero di icsART in questo momento è quindi, innanzitutto un atto di fiducia nel futuro ed equivale a sottoscrivere il proposito coniato da Romain Rolland di fondere "pessimismo dell'intelligenza e ottimismo della volontà". Anche se di entrambi, se ne vedono pochi in giro. icsART è il tentativo di far parlare in prima persona gli artisti della nostra regione per tornare a un'idea di arte aperta e accessibile a tutti. Un'arte che serva a dare, perché no, un'emozione e un po' di felicità a chi la guardi, magari desiderando di mettersela in casa. Non solo un bel oggetto da guardare e, magari, ammirare oppure una "merce" come tante altre, soggetta alle spinte e alle influenze commerciali, ma la testimonianza di ideali, valori, ambizioni e speranze dei tanti artisti che si mettono in gioco credendo in un'idea più nobile dell'Arte. Per queste ragioni vale la pena di resistere alla tendenza al conformismo o alla omologazione e ricordare che esistono tanti punti di vista, critici, alternativi o anche solo diversi, rispetto alla mera subordinazione al pensiero unico imperante. a sinistra: 36 COPERTINE di icsART pubblicate dal maggio 2019 all'aprile 2022

in basso: COPERTINE dei due Numeri Speciali pubblicati nel luglio 2019 e nell'ottobre 2020

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Perché questo Numero Speciale? E qual è lo stato di salute di icsART nel 2022?

trovando la voglia di impegnarsi per riflettere e scrivere criticamente della propria attività.

Creata nell'agosto 2012, icsART, rivista digitale online, ha ora raggiunto l'11esimo anno di vita e a giugno festeggerà il raggiungimento del 120esimo numero pubblicato. Nata inizialmente con lo scopo di valorizzare e promuovere gli artisti locali documentando la loro attività svolta su tutto il territorio trentino, oggi si configura come il più ricco archivio privato di materiale iconografico digitale messo gratuitamente a disposizione del pubblico. Alcuni dati quantitativi per inquadrare lo stato di salute della rivista. Fino ad oggi sono stati intervistati 118 artisti (vedi le copertine a pag.6) per un totale di oltre 2.000 pagine (e dieci volte tante di ore di lavoro), dei quali 102 trentini e 16 altoatesini (dei gruppi linguistici, italiano, tedesco e ladino) e ripartiti tra 92 uomini e 26 donne. La rivista, infatti, è e rimarrà digitale sia per mantenere la flessibilità gestionale sia, soprattutto, la libertà editoriale che l'ha sempre caratterizzata e non dover dipendere da sponsor privati o pubblici.

Parallelamente ai normali numeri, sono stati pubblicati anche dei Numeri Speciali? Un po' com'era già accaduto in passato, ho introdotto anche due Numeri Speciali (vedi copertine a pag.7) che sono serviti ad approfondire e pubblicizzare temi più generali e iniziative particolarmente interessanti per il Trentino Il Numero Speciale del luglio 2019 era dedicato a festeggiare l’ottavo anno dell'esistenza di icsART. L'altro Numero Speciale, uscito nell'ottobre 2020, conteneva un'intervista all'artista trentino Aldo Pancheri, fondatore e curatore del movimento di "Arte Timbrica" (a cui ho avuto il piacere di partecipare fin dall'inizio) che ha coinvolto in tre mostre collettive una quindicina di artisti nazionali e internazionali.

icsART ha mantenuto sempre la stessa organizzazione dei contenuti? A grandi linee, non è cambiata molto negli anni, è andata modificandosi sulla base dell’esperienza e delle nuove idee che man mano sviluppavo diventando di fatto una sorta di "autobiografia in itinere". Esiste il blocco principale che riguarda l'intervista all'artista del mese che penso sia quello che attira maggiormente i lettori perché fornisce una documentazione dettagliata sulla sua storia artistica e personale, sui lavori, le idee, le tecniche ecc., il tutto illustrato da un apparato fotografico che permette di studiare a fondo dettagli formali altrimenti invisibili nella documentazione cartacea. Penso sia un contributo utile all'ampliamento e diffusione della

La pubblicazione della rivista è continuata ininterrottamente anche durante i lockdown? Sì, durante questi due anni icsART non ha subìto interruzioni, solo durante l’incontro e il sopralluogo negli studi per vedere dal vivo le opere c'è stata la necessità di mantenere più attenzione mentre i contatti e le comunicazioni successive sono state facilitate grazie a internet e alla informatizzazione digitale. Nonostante l'arresto totale di ogni attività culturale, la rete di rapporti ha tenuto e, per certi versi, si è ampliata per far fronte proprio ai lockdown. Credo che anche gli artisti abbiano apprezzato la possibilità di uscire da una fase piuttosto buia e confrontarsi con un interlocutore esterno,

a destra: ARTISTI INTERNAZIONALI presentati nella rubrica "Mercato dell'arte?" 8


Adrian Ghenie

Ernst Ludwig Kirchner

Ai Weiwei

Agostino Bonalumi

Wade Guyton

Frida Kahlo

Yves Klein

Vincent van Gogh

Nicolas de Staël

Sigmar Polke

Frank Stella

Clyfford Still

Giorgio de Chirico

Balthus

Paul Klee

Brice Marden

Marc Chagall

George Condo

James Rosenquist

Anselm Kiefer

Alexey von Jawlensky

Carl Larsson

On Kawara

Lyonel Feininger

Henry Matisse

Claes Oldenburg

Kaws

Bridget Riley

Jasper Johns

Vilhelm Hammershøi

Barnett Newman

Wassily Kandinsky

Ad Reihardt

Salvador Dalì

Robert Motherwell

Giorgio Morandi


Adrian Ghenie

Ernst Ludwig Kirchner

Ai Weiwei

Agostino Bonalumi

Wade Guyton

Frida Kahlo

Yves Klein

Vincent van Gogh

Nicolas de Staël

Sigmar Polke

Frank Stella

Clyfford Still

Giorgio de Chirico

Balthus

Paul Klee

Brice Marden

Marc Chagall

George Condo

James Rosenquist

Anselm Kiefer

Alexey von Jawlensky

Carl Larsson

On Kawara

Lyonel Feininger

Henry Matisse

Claes Oldenburg

Kaws

Bridget Riley

Jasper Johns

Vilhelm Hammershøi

Barnett Newman

Wassily Kandinsky

Ad Reihardt

Salvador Dalì

Robert Motherwell

Giorgio Morandi


cultura artistica e di questo sono grato agli artisti che accettano di collaborare permettendomi di entrare nel loro mondo.

E per quanto riguarda l’impaginazione grafica? icsART ormai possiede il proprio stile riconoscibile, un layout compositivo che ripetendosi ogni mese le permette di mantenere una propria immagine essenziale e riconoscibile che è finalizzata a comunicare contenuti sintetizzati nei testi e nelle immagini che servono a stimolare nuove idee in chi la sfoglia. Come ho già avuto modo di spiegare, considero l'insieme dei numeri di questa rivista come un'unica grande opera d'arte personale che si inserisce coerentemente e autonomamente nel filone di tutti gli altri miei lavori: un corpus unitario di 118 artefatti reali e, allo stesso tempo, virtuali in quanto privi di quella fisicità che caratterizza le opere artistiche tradizionali. La rubrica intitolata "Mercato dell'arte?" è quella più apprezzata dai lettori? "Mercato dell'arte?", una rubrica fissa in cui presento i maggiori artisti mondiali sulla base dei loro risultati d'asta, è nata con la rivista nel 2012 e tratta del rapporto arte-mercato prendendo spunto dai prezzi più alti battuti in asta dall'artista del mese (vedi immagini a pag.9). È un approccio anomalo ma intrigante perché spiega i meccanismi interni al mercato delle opere artistiche presentando artisti noti e meno noti le cui quotazioni d'asta sono spesso incredibili perché raggiungono importi a seisette zeri. Se alcuni prezzi battuti possono aver ragion d'essere nel caso di Maestri scomparsi le cui opere sono introvabili, talvolta paiono più a sinistra: Gli "OMAGGI" agli artisti presentati nella rubrica "Mercato dell'arte?"

motivati da ragioni finanziarie che da una genuina qualità degli artisti. É evidente come il mercato globale dell'arte sia condizionato da logiche e convenzioni ampiamente contingenti e poco trasparenti che attribuiscono valori economici - e quindi artistici - solo a una élite selezionata in base a criteri quanto meno opinabili.

Continua anche il tuo "Omaggio" mensile agli artisti presentati nel "Mercato dell'arte?"? Prosegue perché è una esercizio mentale e creativa che stimola e favorisce l'esplorazione di panorami e pensieri non convenzionali. Per quanto riguarda gli "Omaggi" agli artisti internazionali presentati nella rubrica "Mercato dell'arte?", la cosa che più mi intriga sta nell'entrare in sintonia con lo stile, le idee, le forme, la tecnica, i contenuti ecc. dell'artista per cercare di comprenderlo meglio. Ovviamente il risultato presentato (vedi immagini a pag.10) non è né una imitazione né un'immagine "alla maniera di", è una reinterpretazione libera, qualcosa che può ricordare, anche molto alla lontana, lo spirito dell'artista omaggiato.

Anche la rubrica "Storia dell'arte" è presente tutti i mesi? La rubrica "Storia dell'arte" è iniziata nel 2014 per parlare di volta in volta di temi sempre diversi ma fondamentali nella concezione dell'arte visiva d'oggi: architettura, design, moda, grafica, fumetti, styling, fotografia ecc., tutte discipline indispensabili per comprendere una società contemporanea complessa e articolata come la nostra. Tanto più per chi operi nell'ambito artistico perché il concetto di "arte" è profondamente cambiato e le separazioni tra le varie discipline sono diventate sempre più fluide.


E infine, la rubrica che propone novità di ogni tipo provenienti da tutto il mondo?

gli astrattisti convinti (tra cui il sottoscritto), avrebbero molto da imparare dal figurativo. L'astrazione è puro spirito ma anche distanziamento dalla "carne", cioè dalla dura realtà, basti pensare agli autoritratti di Francis Bacon o quelli da nudo eseguiti da Lucien Freud: nessun dipinto astratto possiede la loro cruda forza di provocazione.

In questa rubrica, che ho raggruppato in una serie di libri intitolati "Bufale" per via delle storie spesso straordinarie e incredibili, racconto di esperienze curiose, provocatorie, stimolanti, inventate da artisti e creativi - non di primo piano - che operano in tutto il mondo. (vedi immagini a pag.13) Apprezzo la loro voglia di inventare e sperimentare, qualità sempre più necessarie perché portatrici di sviluppo e crescita culturale oltre che economica. I giovani, soprattutto, essendo più liberi perché privi di un background storico, affrontano temi vecchi e nuovi senza remore o limiti prefissati.

Proponi la rivalutazione del figurativo? Non propongo ovviamente nulla perché ognuno è libero di seguire la propria strada utilizzando il linguaggio che più gli è affine. Mi limito a constatare che, quanto più il linguaggio diviene astratto, tanto più è slegato e distante dalla vita reale e diventa metaforico, atemporale, universale, ma anche sostanzialmente inoffensivo. E se ciò è estremante positivo perché lo avvicina al potere emotivo della musica, allo stesso tempo, lo rende incapace di parlare dei problemi reali che interessano le persone. Prendiamo il caso di avvenimenti tragici come la guerra: l'astrazione si deve affidare a segni necessariamente non oggettivi, simbolici, polisemici e perciò stesso è difficile riconoscervi dei significati stante la loro peculiare ambiguità. In un caso simile, poiché non ho trovato nella mia astrazione nulla di “potente” sotto il profilo espressivo, io mi sono dovuto affidare a un linguaggio figurativo "classico", più esplicito e comprensibile a tutti. (vedi immagini a pag.5)

Che ruolo svolgono le pagine iniziali occupate dall'editoriale e dalla "Politica culturale"? Tutti noi siamo influenzati dai tempi in cui viviamo e questi sono tempi complicati, difficili e, per chi è interessato a cogliere e comprendere i cambiamenti di una società in continua evoluzione-involuzione italiana ma anche internazionale, è impossibile rimanere neutrali. Ecco perché ho voluto commentare gli eventi che più mi colpivano con le modalità tipiche della satira artistica e giornalistica indirizzata nei confronti di fatti e personaggi spesso indigeribili. La prima è realizzata attraverso le immagini frontali del viso della persona da analizzare ottenute incollando le due metà simmetriche della faccia tra di loro. (vedi immagini a pag.17) Il risultato è buffo ma anche istruttivo perché si possono constatare le differenze psico-somatiche palesi e occulte che, il tempo, il carattere e gli avvenimenti hanno plasmato sul viso del soggetto. Naturalmente, l'analisi che accompagna le foto ritoccate, non è "lombrosiana" ma satirica (ma non lontana dal vero). A questo riguardo, credo che gli artisti, anche

Perché progressivamente icsART ha dedicato sempre più spazio ai temi sociali e politici? L'impegno civile dovrebbe essere un valore, ancor più per un artista che voglia rappresentare il a destra: BUFALE immagini della rubrica che propone artisti, eventi, mostre di tutto il mondo

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proprio tempo. Le ragioni di una maggior attenzione ai temi “non strettamente artistici" sono molteplici: innanzitutto perché è evidente una crisi generale dei valori e un imbarbarimento progressivo delle società (in cui anche l’artista vive e opera). Inoltre, perché il crollo di punti di riferimento etici ha portato alla ribalta personaggi sempre più inquietanti - potenzialmente pericolosi - perché interessati solo alla pura e semplice gestione del potere. Che la percezione della distanza tra il popolo e le élite sia ormai comune tra i cittadini è dimostrato sia dal crollo della fiducia nei partiti e nei loro leader (che ormai sono la stessa cosa), sia dal diffuso astensionismo alle votazioni. Perciò è impossibile parlare seriamente di cultura e di arte senza entrare nel merito di poteri, persone e istituzioni che ne condizionano i contenuti.

toatesini è di parlare una lingua che permette loro di sentirsi di casa in stati come l'Austria, la Germania, la Svizzera, e questo consente loro di partecipare intimamente ad altre realtà culturali (e commerciali) oltre confine. Tutto questo si riflette inevitabilmente sull'apertura mentale e sulla professionalità di questi artisti i quali, a casa loro sono incentivati a crescere e valorizzati perché visti come una risorsa del territorio. In questo modo la cultura artistica viaggia, si sposta e ritorna arricchendo la comunità.

Pensi che icsART possa svolgere un ruolo di arricchimento della comunità artistica regionale? Al di là della copia digitale Pdf della rivista inviata gratuitamente ogni mese a una lunga mailing list di lettori, IcsART è anche in rete sui vari social come Facebook, Issuu, Instagram e altri siti che la ripropongono automaticamente. Questa è la cosa più bella perché le idee che vi sono contenute non rimangono chiuse in una libreria privata come avviene con il cartaceo, ma continueranno a vivere di vita propria diventando patrimonio comune.

Quali altri migllioramenti sono stati introdotti nella rivista in questi ultimi anni? A partire dal 2019 ho deciso di ampliare il panorama degli artisti uscendo dai 'confini' del Trentino per allargare le interviste anche ai colleghi altoatesini dei tre gruppi linguistici, italiano, tedesco e ladino. E' stata una scelta impegnativa stante la distanza ma che mi ha dato molto perché mi ha permesso di entrare in contatto con realtà diverse sia dal punto di vista artistico che culturale nel senso più ampio. Penso rappresenti un contributo positivo al rapporto tra due provincie vicine geograficamente ma distanti nella visione ristretta di alcuni politici. Io sono un osservatore privilegiato di un settore a sua volta privilegiato, però a mio avviso, il clima che si respira in Alto Adige è più europeo (una volta si sarebbe detto mitteleuropeo). La grande fortuna degli artisti al-

La rivista proseguirà con questo taglio o prevedi delle variazioni in futuro? E' un lavoro in itinere che si muove su strade non predefinite e che può cambiare in corso d’opera come tutti i progetti. Un'esperienza che serve prima di tutto a me stesso per chiarirmi le idee e mi obbliga ad aggiornarmi per affrontare e approfondire argomenti sempre nuovi che altrimenti rimarrebbero nell'ambito di una infarinatura superficiale. Tutto questo si riflette poi nel mio lavoro artistico che ne è uscito arricchito, più libero e consapevole perché, a mio modo di vedere, la rivista altro non è che l'altra faccia della mia espressione artistica attraverso

a sinistra: FOTOGRAFIE PERSONALI pubblicate

nella rubrica alla pagina "News dal mondo"

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media non tradizionali

la realizzazione di opere bi e tridimensionali di piccole dimensioni, quadri, altorilievi e vere e proprie sculture da tavolo che ho chiamato "assemblage" (collage più assemblaggio), in cui ho riutilizzato materiali che avevo accumulato nel corso degli anni. Si tratta di oggetti che mi intrigavano, sia legati alla mia precedente professione di architetto (campioni di marmi, piastrelle, metalli, plastiche, gomme, oggetti e materiali di tutti i tipi ecc.) sia ai tanti computer che ho cambiato negli anni, smontandoli e cannibalizzando i loro componenti elettronici - schede madri, hard disk, schede di memoria e audio, lettori vari ecc. - il cui rigoroso design tecnologico per me possiede un particolare fascino estetico, architettonico e urbanistico, al punto che li ho sempre usati come oggetti decorativi nel loro stato originale.

Sei riuscito a lavorare durante i periodi di restrizione a causa del Covid? Devo confessare che per me sono stati due anni di grande creatività e intensa produttività. Il pensiero e l'azione hanno tutto da guadagnare quando il tempo è "liberato" da noiose incombenze (tipo assistere agli assurdi e infiniti dibattiti televisivi sul Covid). È chiaro che la reclusione coatta non piace a nessuno ma il fatto di poter lavorare con calma e tanto tempo libero è fondamentale se i tuoi interessi sono coerenti con una situazione di limitazione della libertà di movimento. E mi sembra che quasi tutti gli artisti - visivi - abbiano potuto lavorare con continuità, ovviamente senza poter esporre e, conseguentemente, guadagnare.

In cosa consistono questi "assemblage"? Come si è concretizzato questo periodo così proficuo?

Ho cominciato a utilizzarli come struttura portante e regolatrice per le mie composizioni in cui confluiscono, in un misto di caso, caos e ordine geometrico tanti materiali comuni che presentano una propria bellezza che valorizzo. (vedi immagini a pag.18) Mi piace coniugare l’alto e il basso, il prodotto industriale più avanzato al mondo con le “perline” colorate del buon selvaggio. Il massimo della razionalità e perfezione industriale espressa dal circuito stampato dei computer, che si sposa con l’arte giocosa e infantile delle tessere in vetro o ceramica, biglie colorate e conchiglie ecc. in una espressività che si potrebbe definire Kitsch.

Personalmente non amo fossilizzarmi su un solo argomento e preferisco portare avanti contemporaneamente più lavori anche in ambiti molto diversi tra loro. Non mi piace neanche ripetermi perché mi sembra che davanti a me ci siano praterie infinite dove trovare l'ispirazione, per questo mi stupisce chi dipinge lo stesso tema per tutta la vita perché il piacere del fare arte sta anche nel cambiare le "regole del gioco". Quindi, parallelamente alla redazione della rivista che mi impegna ogni mese e di libri foto-grafici digitali di arte e satira politica, ho sviluppato e realizzato molte delle idee che mi venivano in mente. Ad esempio, sono riuscito a portare a termine dei progetti che coltivavo da sempre ma, proprio per il rapporto complicato con il tempo, non avevo mai affrontato con la calma e la pazienza necessarie. In particolare

C'è chi vede nell'arte “decorativa" una perdita del significato profondo dell'arte? a destra: I NUOVI MOSTRI, satira dei personaggi pubblici che guidano le nostre vite

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Secondo me, l'arte, in quanto visiva, è sempre decorativa, anche quando si propone come anti arte. Gli assemblage che costruisco, si differenziano profondamente dai "ready made" perché, al contrario di quanto teorizzava Duchamp, io sono sempre interessato alla ricerca di una qualità formale e non solo concettuale (in realtà, non vedo una differenza tra le due categorie) e, per questa ragione, anche gli elementi "già pronti" che riutilizzo nella scultura sono scelti per le loro qualità estetiche intrinseche. All'algido e asettico minimalismo newyorkese preferisco il "massimalismo" di un Kitsch cólto che riproponga l'esuberante vitalità e libertà creativa caratteristica delle culture popolari.

Cos'è l'arte, dunque? Ernst Gombrich, nella sua "Storia dell'arte" ha scritto che «L’arte non esiste, esistono invece gli artisti». Una teoria che oggi pare trovare conferma nella infinita congerie di linguaggi, stili, idee, correnti, indirizzi e comportamenti esistenti, completamente diversi tra loro ma che noi riconduciamo a questa unica categoria universale. Per Tomaso Montanari, invece. « l’arte è uno dei più potenti antidoti al veleno del pensiero unico che domina la nostra epoca». Per me l'arte è una via di fuga per salvarsi l'anima e il cervello da un mondo che sta mostrando la sua faccia peggiore nella coazione a ripetere sempre gli stessi errori della Storia, tipo riproporre una guerra mondiale come la soluzione dei problemi. D'altronde, basta guardare le facce de "I Nuovi Mostri" per comprendere chi siano i potenti che decidono del nostro futuro. A parte l'unica donna, Angela Merkel, che ha applicato un buon senso femminile alla sua pratica di governo, tutti gli altri maschi Alfa dovrebbero essere destinati ai lavori socialmente utili per sgonfiare il loro ego ipertrofico e riportarli con i piedi per terra.

in alto: PAOLO TOMIO, LO SCRIGNO DEL TESORO 2021, tecnica mista, 40 x 30 x 4,5 cm in basso: PAOLO TOMIO, SUL MARE LUCCICA 2021, tecnica mista, 40 x 30 x 1,9 cm

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ics

ART E' possibile sfogliare tutti i numeri delle annate 2012-2022 della rivista icsART

PAOLO TOMIO Si laurea in architettura nel 1974 al Politecnico di Torino ed esercita l’attività libero professionale a Trento. Vince e realizza, tra le altre opere, i progetti dei concorsi per il restauro della Filanda e il nuovo Teatro di Pergine Valsugana, l'Arredo urbano del Centro storico di Trento e il nuono plesso scolastico di Cles. E' autore del libro “L’arredo del centro storico di Trento” - 1991 e del “Manuale del porfido” - 1994 (tradotto in tedesco, francese, inglese). Parallelamente all’attività professionale di architetto e designer, coltiva l’interesse per il mondo artistico approfondendo le metodologie dell'ideazione artistica mediante sistemi complessi; esplora le potenzialità delle nuove tecnologie digitali creando composizioni astratte sia attraverso lo sviluppo di forme spaziali policrome, geometriche (Architektony) e organiche (Forme morbide e Forme liquide) stampate, sia dipinte ad acrilico, sia bi-tridimensionali eseguite con tecniche miste. Ha vinto i concorsi per un’opera d’arte di abbellimento degli edifici pubblici dei comuni di Taio, di Calliano e di Drena. Innumerevoli le mostre personali e collettive. Realizza cataloghi, libri d’arte, di grafica e foto-grafici di satira politica. Ha ideato, cura e pubblica dal 2012, la rivista digitale mensile "icsART" i cui numeri possono essere sfogliati sui siti: www.icsart.it; issuu.com/tomio2013; facebook.com/paolo.tomio; instagram.com/archpaolotomio Email: archpaolotomio@gmail.com

sul sito icsART all'indirizzo:

www.icsart.it icsART N.5 2022 Periodico di arte e c2ultura della icsART Curatore e responsabile Paolo Tomio

PERIODICO della icsART N.5 - Maggio 2022

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MERCATO DELL’ARTE ? con modalità coraggiose e anticonformiste il nostro rapporto con il corpo, i nostri concetti di bellezza e come un artista possa cambiarli. Ad esempio, indicando tipi diversi di bellezza non convenzionale che attengono a persone che non rientrino nei canoni di perfezione "normali" stabiliti dalle convenzioni estetiche e sociali. Le opere che però hanno reso famoso Marc Quinn anche tra il grande pubblico, sono le sue sculture 'sexi' della top model Kate Moss mentre è impegnata in complicate posizioni yoga che ricordano le sculture indiane di Shiva. Le rappresentazioni finora realizzate sono numerose: Mith (Venus), Microcosmos (Siren) in oro 18 carati (vedi immagine a pag.30), la lunga serie "Sfinge": Sphinx (Venus), Sphinx (Caryatid), Sphinx (Victory), Sphinx (Nike), Sphinx (Fortuna), tutti modellati in bronzo dipinto di bianco per apparire come il marmo, a cui vanno aggiunte altrettante versioni di "Pink Sphinx", uguali alle prime ma in bronzo color rosa carne. Per queste sue sculture Quinn ha scelto di utilizzare l'immagine di una donna contemporanea piuttosto che allegorica per rafforzare l'immediatezza del soggetto, attingendo da un'icona della pubblicità patinata per riproporre le figure del mito classico. Per lui, non sono ritratti di Kate, la persona reale, ma specchi del nostro desiderio di una perfezione impossibile come lo erano gli dei e le dee del passato. Un altro tema che ha particolarmente coinvolto Quinn è quello delle persone disabili. "Alison Lapper Pregnant", una sua gigantesca statua in marmo collocata nel 2005 a Trafalgar Square che raffigura l'artista dismelica Alison Lapper, nuda e incinta, che è stata definita da Quinn «un nuovo modello di eroismo femminile» e classificata dal Sunday Times «come uno dei momenti scultorei più significativi nella storia

MARC QUINN (1964), MYTH (VENUS), 2006, bronzo dipinto, 305 x 228 x 200 cm, venduto da Christie's New York 2014 a $ 1.325.000 (€ 1.218.200). (vedi a pag.28). Lo scultore e pittore londinese Marc Quinn ha fatto parte dei Young British Artists, il gruppo di artisti visivi venuto alla ribalta negli anni '90, che comprendeva anche Damien Hirst. Quinn è quello che si potrebbe definire un artista impegnato perché cerca di portare la vita reale nell'arte e, pur ritenendo che «l'arte dovrebbe avere un elemento di atemporalità, perché dovrebbe riguardare qualcosa che fa parte della condizione umana», aggiunge: «gran parte del mio lavoro è fare arte sui momenti storici all'interno della società contemporanea». Nelle sue sculture, Quinn è principalmente un artista figurativo (anche se ha realizzato delle affascinanti sculture astratte, "Frozen Wave", ricavate dalla forma delle onde) interessato a esplorare 20


MARC QUINN dell'arte britannica del dopoguerra». (vedi immagine a pag.31) Il suo ultimo intervento pubblico riguarda l'installazione sul plinto della statua di Edward Colston, abbattuta nel 2020 durante le manifestazioni seguite all'omicidio di George Floyd, poiché si era arricchito con la tratta degli schiavi. Dopo aver visto la fotografia di una donna di colore tra i manifestanti che faceva il saluto dei Black Power, l'ha contattata e l'ha raffigurata in una scultura di resina nera a grandezza naturale che ha poi collocato sul basamento vuoto per «mettere in luce l'inaccettabile problema del razzismo istituzionalizzato e sistemico...» (vedi a destra). La scultura, seppur apprezzata dai cittadini di Bristol, è stata rimossa dal Comune perché collocata in luogo non autorizzato. In parallelo con la sua produzione scultorea, Quinn opera attivamente anche nelle arti visive creando monumentali dipinti iperrealistici ad olio (vedi in basso) con cui ci vuole ricordare quella che dovrebbe essere la nostra consapevolezza di uomini, e cioè che noi facciamo parte di un Tutto e il Tutto fa parte di noi. in basso: ARASVATI RIVER DELTA, 2009, olio su tela 168.6 x 248.7 cm, venduto da Christie's New York 2011 a $ 302.500 (€ 278.500)

in alto: A SURGE OF POWER (JEN REID) 2020 2020, resina nera e acciaio, 229 x 70 x 70 cm installazione pubblica sul basamento della statua abbattuta dello schiavista E.Colston a Bristol


SCULTURE e/o DIPINTI Non sempre è agevole definire la linea di confine che separa due discipline artistiche come la pittura e la scultura codificate dalla storia dell'arte nel corso dei secoli. Infatti, se già nell'arte moderna cominciano ad apparire forti crepe nelle loro sicura e univoca individuazione, con il progressivo sviluppo dell'arte moderna entrano in crisi le vecchie categorie per lasciare posto a innumerevoli tipologie artistiche che comprendono settori, tecniche e modalità in continua trasformazione. Ed è proprio a causa di questi mutamenti del paradigma artistico che la commistione tra due attività storicamente molto diverse è andata creando nuove situazioni creative particolarmente felici. Nel panorama australiano dell'astrattismo geometrico si è fatto un nome il collettivo Waka Waka (nome di una regione aborigena) che opera prevalentemente a Brisbane con rapide incursioni nei paesi vicini come la Nuova Zelanda e Hong Kong.

L'interesse del gruppo si è da subito indirizzato verso un tipo di arte tridimensionale aperta e riproducibile e le nuove tecnologie applicate alla riproduzione di immagini visive riconducibili a sistemi aperti e flessibili. In sintesi, a lavori che rifiutano il concetto di unicità e monopolio artistico a favore di un ampliamento delle capacità creative e la diffusione delle potenzialità insite nei sistemi artistici non rigidi. La proposta del gruppo mette in discussione molti degli stereotipi che guidano il mercato dell'arte: il mito dell'artista unico detentore del potere creativo, la scultura unica e immodificabile, insomma la libertà dell'arte L'approccio sviluppato dal collettivo consiste nella realizzazione di strutture aperte assemblabili secondo i bisogni e il gusto del committente il quale può costruirsi personalmente la scultura pensata per lo spazio in cui andrà collocata. Gli elementi messi a disposizione dell'utente,


CROMATISMI MODULARI sono composti da un repertorio di pannelli intercambiabili quadrati (oggi un centinaio) delle dimensione di un metro e una struttura metallica portante modulare che permette di costruire volumi prismatici a base triangolare, quadrata, rettangolare e poligonale con altezze variabili fino a otto metri. In questa prima fase, il design delle figure create dai Waka Waka che si rifà alla geometria astratta, è impostato su composizioni elementari composte da quattro fasce adiacenti di colori diversificati, tre fasce uguali più una più alta che consente di rendere asimmetrica e ribaltabile la composizione. Il materiale scelto segue due linee concettuali opposte: la prima utilizza pannelli in tela dipinta manualmente ad acrilico (più coerente con la tradizione) e l'altra, lastre di plexigl lucido od opaco, stampate digitalmente per proporre effetti luminescenti più cangianti. Naturalmente la sovrapponibilità dei pannelli è

direttamente proporzionale alla base del solido geometrico e alla stabilità che si vuole realizzare. In teoria, la scultura può raggiungere altezze notevoli che sono solo condizionate dalla resistenza della struttura portante. Anche la libertà inventiva che è offerta al compratore è tendenzialmente "infinita", dipende dalla quantità di pannelli prodotti dal collettivo. In futuro, nulla osta ad ampliare ulteriormente i motivi geometrici o liberi che il gruppo di artisti potrebbe studiare se le loro sculture ricevessero il consenso della critica e del mercato. Finora, con i primi 100 elementi proposti, le combinazioni a disposizione possono decuplicare semplicemente ribaltandoli in orizzontale (destra-sinistra) e/o in verticale (sopra-sotto). Dipenderà poi dalle richieste e dal senso estetico dell'acquirente-collezionista optare per tipologie di gamme e tonalità brillanti, delicate, cariche, pastello, lucide, opache ecc..


ALTAN lati dai mass media. Nato nel 1942 a Treviso, Altan interrompe gli studi di Architettura a Venezia per trasferirsi nella seconda metà degli anni Sessanta a Roma dove lavora come scenografo e sceneggiatore nel cinema e nella televisione. Nel 1970 si trasferisce a Rio de Janeiro dove realizza per un quotidiano locale il suo primo fumetto per bambini. A partire dal '74 inizia a collaborare regolarmente con giornali italiani tra cui Linus, rivista di cui diventa collaboratore permanente, per cui crea storie a fumetti per un pubblico adulto. Tornato in patria nel 1975, si stabilisce prima a Milano e poi ad Aquileia dove tuttora vive. Nello stesso anno esordisce sul Corriere dei Piccoli con la Pimpa, la cagnetta con grandi pallini rossi, lunghe orecchie e la lingua a penzoloni, uno dei suoi personaggi più riusciti e amati dai piccoli lettori (e non solo) per l'animo candido e innocente. Disegna anche vignette di satira politica collaborando con importanti riviste come L'Espresso, Panorama e in questi ultimi anni con il quotidiano La Repubblica. Se con la Pimpa, Altan racconta il mondo come dovrebbe essere mostrando la realtà attraverso gli occhi del bambino in maniera semplice ma fantasiosa, nelle vignette satiriche dà il meglio di se stesso. Non è mai cattivo, acido o livoroso

Francesco Tullio Altan, noto semplicemente come Altan, è autore di fumetti, disegnatore, sceneggiatore e autore satirico. Ha creato storie a fumetti sia per un pubblico adulto, come le storie dell'operaio metalmeccanico comunista Cipputi o le parodie di personaggi storici come Cristoforo Colombo e Casanova, sia per bambini, come la cagnetta Pimpa. Ma il genio unico di Altan si ritrova nelle sue vignette satiriche, graffianti "analisi" che svelano la mediocrità, l'ipocrisia, la trivialità, il pragmatismo affaristico del pensiero contemporaneo così come ci viene rappresentato giorno dopo giorno attraverso i luoghi comuni e gli stereotipi quotidiani veico-

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STORIA DELL’ARTE nei confronti dei protagonisti dei suoi disegni, semplicemente prende atto di ciò che sono e non possono non essere perché prigionieri dei loro ruoli economici, politici, sociali, culturali. Per lui «la satira continua ad avere il ruolo di osservatrice della realtà». È come se avesse una visione del mondo da una posizione di osservatore esterno, obbiettivo e interessato a cogliere le caratteristiche psicologiche e antropologiche dei ruoli e quindi la banalità del Male con cui tutti noi ci troviamo a che fare. Le cose vanno così perché gli attori della commedia della vita sono così e anche i "giovani" sono dei piccoli vecchi, ognuno recita la sua parte e ciò che guida la Storia, singola e collettiva, è la Logica delle cose. Le facce dei suoi personaggi sono comuni, anonime, sempre inespressive, indifferenti, le emozioni bandite, i dialoghi pragmatici si svolgono tra soggetti di ogni età, ceto e cultura, amici, mogli e mariti, donne borghesi o popolane, bambini, ragazzotti, operai, militari, tra poveri e quelli che si potrebbero definire rappresentati del Potere i quali - chissà come mai - hanno sempre un grugno da maiale. Altan è un cinico pessimista? Sicuramente non è un ottimista, a parte la Pimpa che rappresenta la sua fede nell'innocenza dei bambini; è un realista che conosce la storia e gli uomini i quali,

volenti o nolenti, sono solo le comparse inconsapevoli nella commedia umana. Nelle sue vignette non c'è mai data forse perché non hanno tempo, sono fuori dal tempo, metafore di comportamenti che non cambiano mai: archetipi validi ieri, oggi e domani. Le battute di Altan, laconiche, taglienti, e fulminanti spiegano più e meglio di tanti discorsi poiché, sdrammatizzando, dimostrano la banalità dei fatti e, in fin dei conti, della nostra vita. Il suo humor è quello del teatro dell'assurdo dove i problemi più ardui sono "chiariti" con una sola battuta talmente senza senso e surreale da suscitare il riso e, allo stesso tempo, il dubbio. «Ho rubato, corrotto, concusso e mentito. La pianti di vantarsi e venga al dunque.»

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Maggio 2022, Anno 11 - N.5

News dal mondo MARC QUINN,

MYTH (VENUS), 2006,

MARC QUINN,

FROZEN HEAD, 2009

MARC QUINN,

MICROCOSMOS (SIREN), 2008

MARC QUINN,

ALISON LAPPER INCINTA, 2005

Omaggio a MARC QUINN,

V di VICTORY, 2022

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MARC QUINN, MYTH (VENUS), 2006, bronzo dipinto 305 x 228 x 200 cm, venduto da Christie's New York 2014 a $ 1.325.000 (€ 1.218.200).

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MARC QUINN, FROZEN HEAD, 2009, 10 kg di oro 18 carati, 32 × 17 × 22 cm, venduto da Phillips New York 14 feb 2013 a GBP 713.250 (€ 854.800).


MARC QUINN, MICROCOSMOS (SIREN), 2008, 10 kg di oro 18 carati, 35 x 23 x 19 cm, venduto da Sotheby's London 2011, a GBP 577.250 (€ 691.800).

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MARC QUINN, ALISON LAPPER PREGNANT, 2005 marmo di Carrara, 355 x 180,5 x 260 cm, Trafalgar Square Alison Lapper, artista dismelica nata senza braccia e le gambe troncate, è qui raffigurata nuda e incinta



PAOLO TOMIO: Omaggio a MARC QUINN "V di VICTORY", 2022 fine art su tela, 280 x 200 cm


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