IcsART N.4 2016 Franco Chiarani

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PERIODICO della icsART N. 4 - Aprile ANNO 2016

icsART


In copertina: FRANCO CHIARANI, CONFINI E CONFINANTI, 2005, tecnica mista, 82x82 cm


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icsART

sommario Aprile 2016, Anno 5 - N.4

Editoriale

NASCE FinART!

pag. 4

Politiche culturali

44 numeri di FIDAart

pag. 5

Intervista a un artista

Franco Chiarani

Mercato dell’arte?

Amedeo Modigliani

pag. 20-21

L’arte

ODLAN - L'origine de la Nature

pag. 22-23

Storia dell’arte

Il microcosmo di Barbie - 1

pag. 24-25

pag. 6-19

News dal mondo AMEDEO MODIGLIANI

Tête, 1911-1912

pag. 28

AMEDEO MODIGLIANI

Paulette Jourdain, 1919

pag. 29

AMEDEO MODIGLIANI

Nu couché, 1917-1918

Omaggio ad AMEDEO MODIGLIANI

Il sorriso di Monna Lisa, 2016

pag. 30-31 pag. 32

Copyright icsART Tutti i diritti sono riservati L’Editore rimane a disposizione degli eventuali detentori dei diritti delle immagini (o eventuali scambi tra fotografi) che non è riuscito a definire, nè a rintracciare


EDITORIALE ne ma, soprattutto, agli artisti trentini, coloro i quali si fanno carico in prima persona - sia culturalmente che materialmente - della creazione dell'opera d'arte. Sono stati anni di forte impegno personale, faticoso ma stimolante che, però, sommato al lavoro necessario per organizzare anche le numerose mostre collettive annuali, non poteva durare; a ciò si aggiunga il problema che, essendo progressivamente venute meno le premesse culturali su cui avevo investito e scommesso, a novembre ho deciso di presentare le mie dimissioni da presidente. Inoltre, poiché non mi riconosco nell'idea di arte che si sta affermando nell'associazione che avevo contribuito a fondare, ho preferito rinunciare anche a rinnovare la mia iscrizione. Per tutte queste ragioni, ho ritenuto giusto chiudere un ciclo per aprirne uno nuovo, togliendo dal titolo il logo e il nome FIDA e cambiando il nome della rivista. Il nuovo nome sarà semplicemente icsART: "ics" come il simbolo "x" con cui si indica l'incognita che si cerca in un qualunque problema e ART, in maiuscolo, per porre l'accento sui contenuti. Anche l'arte, infatti, è un'incognita, un qualcosa a priori variabile che si vuole trovare ma che si trasforma continuamente. Se oggi ha ancora un senso l'arte, non può essere che quello di uscire dai luoghi comuni del conformismo per tentare di esprimere una visione diversa, evitando di accontentarsi di un'autoreferenzialità sterile e compiaciuta. Il peso culturale, economico e sociale degli artisti è del tutto marginale poiché, come singoli soggetti, possono incidere poco o nulla sulla realtà, ma una cosa essi possono e debbono continuare a fare: testimoniare contro il pessimismo dell'intelligenza con l'ottimismo della fantasia. Paolo Tomio

NASCE icsART! Dopo 44 numeri di FIDAart dedicati ad altrettanti artisti trentini e internazionali, è ora di cambiare: nasce icsART Quando, nel luglio-agosto 2012, pensai di ricordare Renato Pancheri, il presidente della FIDA scomparso quattro anni prima, con una pubblicazione digitale, non avevo ancora chiaro come si sarebbe sviluppata quest'idea. Sapevo solo che un'associazione di artisti doveva allargare i propri orizzonti parlando di arte e cultura e che non poteva limitarsi al semplice "fare", senza un'idea di progettualità ancorata nel passato e proiettata nel futuro. Da allora, per tre anni e mezzo, ho curato, intervistato, scritto, impaginato e spedito online FIDAart, la rivista mensile che doveva esprimere quelle idee. Come presidente della FIDA, ho poi lavorato per costruire uno strumento utile a dare voce all'associazio-

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Intervista a FRANCO CHIARANI Franco Chiarani è un artista di talento che ha saputo costruirsi un nome nel panorama nazionale grazie ai dipinti molto personali e identificabili per il segno grafico elegante e nervoso con cui tratteggia sapienti masse chiaroscurali o inquietanti figure umane. La gran parte delle sue opere hanno come filo conduttore l'uomo e il suo stare in un mondo che pare privo di senso. L'artista non è interessato tanto alle fisionomie quanto alla rappresentazione dei connotati psicologici di personaggi che recitano nella commedia umana sospesi in una dimensione spazio-temporale inafferrabile. Attraverso ripetuti trattamenti e passaggi, come da un antico palinsesto, dalle sue carte dipinte riaffiorano le "forme cercate" simili a ombre o fantasmi indistinguibili che risalgono alla superficie attraverso atmosfere rarefatte monocromatiche. Come i protagonisti di "Aspettando Godot" rimangono in attesa di una risposta che non verrà mai, così l'umanità dei suoi quadri oppressa dalla solitudine, l'incomunicabilità, la fatica di vivere, si trova impotente di fronte all'ignoto. La cifra poetica di Chiarani si caratterizza per l'ambiguità espressiva di un linguaggio che si muove sul confine tra figurazione e astrazione, tra allusione e illusione, mantenendosi aperto ai molteplici significati e interpretazioni che l'osservatore vi intravede: misteriose ombre indefinibili, stravaganti donne e uomini usciti da lontane memorie, ambigue presenze minacciose. Le sue pitture, però, sono sempre ammorbidite da tinte calde e materiche in cui predominano i colori delle terre e un vellutato effetto acquerellato che stempera la carica drammatica e angosciante tipica di certo espressionismo nordico. A volte, anomala e incongrua, appare nel dipinto una linea rossa, come una luce che indichi la via in un esistenza avvolta dalle nebbie: forse un segno di speranza, oppure un (controllato) moto di ribellione. Paolo Tomio LA COPPIA, 2014, tecnica mista su carta, 70x50 cm

STRADA BIANCA, 2007, olio su carta, 70x90 cm


RESTAURO, 2004, tecnica mista su carta 70x80 cm

ho imparato ad acquisire la sensibilità cromatica. Era la fine anni ’50. Il contatto, prima umano e poi artistico con Squassina, mi ha permesso di riconoscere meglio quell’esigenza espressiva che sentivo dentro e la pittura è diventata così un importante strumento per raccontare il mio mondo interiore.

Quando e perché hai cominciato ad interessarti all’arte e dedicarti alla pittura? Da ragazzino ho avuto l’occasione di conoscere Luigi Squassina, un pittore di origine bresciana, il quale, per vent’anni, ha alloggiato presso l’albergo Michelotti, situato alle pendici del Castello di Arco, molto vicino a casa mia. Amava dipingere all’aperto e poiché era invalido, lo aiutavo a portare il cavalletto e la cassetta, ma anche a mescolare i colori sulla tavolozza. E’ da lui che

Quali sono state le correnti artistiche o gli artisti che ti hanno influenzato? Bisogna parlare dei cosiddetti “innamoramenti

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giovanili”. Sfogliando le pagine della storia della pittura, modelli diventeranno poi quegli artisti che, istintivamente ci hanno più affascinato. Se devo fare dei nomi, posso dire che tutta la pittura nordica del ‘900 mi ha “colpito”: Munch, Klimt, Schiele, Kokoschka, Gerstl, per arrivare a Giacometti e Varlin, pittore svizzero, da cui qualche segno dell’“innamoramento giovanile” rimane nascosto fra le pieghe della mia pittura. Credo che non si è mai esenti in assoluto da ciò che si è visto, ammirato ed amato.

Nel corso della tua carriera hai conosciuto molti artisti locali e nazionali? All’età di trent’anni, entrai a far parte di un circolo di giovani pittori veneziani, grazie ai quali ho avuto più volte l’occasione di frequentare gli studi di Armando Pizzinato e Giuseppe Santomaso. Sono questi gli anni della mia formazione. Risale sempre a questo stesso periodo, la fine degli anni ’70, l’incontro con l’artista bolognese Luciano Bertacchini, allievo di Giorgio Morandi, il quale mi fece conoscere il maestro Bruno Saetti. Devo dire che in quell’occasione ho potuto ulteriormente riflettere sulle possibilità della materia pittorica di cui Saetti era maestro. Tra gli artisti locali, non posso dimenticare il maestro Luigi Pizzini, che mi ha sempre sostenuto ed incoraggiato a continuare in quest’“avventura”.

Oggi cosa ti interessa e cosa non ti piace dell’arte contemporanea? In alto: FIGURA, 2011, tecnica mista su carta 80x50 cm

DORMIVEGLIA, 2015, tecnica mista su carta 50x35 cm

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Il concetto di “arte contemporanea” oggi, sembra fare riferimento a tutto e di più, perdendo il suo significato tradizionale. Se l’arte è testimone del suo tempo, dove i valori morali sono alla deriva, non è detto che l’artista debba essere “cassa di risonanza” di tali problemi. Queste sono parole di un grande della pittura del ‘900: Undertwasser. Forse può essere una posizione un po’ sentimentale o neo romantica, ma anch’io la penso così.

Prima di trovare il tuo linguaggio, hai affrontato anche esperienze astratte? Prima di tutto ho sempre avuto un preciso bisogno di far apparire un’immagine nella mia pittura. Una rappresentazione c’è sempre. Esperienze astratte? Sì, per un paio di anni nella mia pittura emerge anche una ricerca di tipo informale, dove si percepiscono alcuni richiami alla visione spaziale di Afro. Devo dire che tutta la mia ricerca astratta si è rivolta soprattutto a sensazioni di luce e materia. Tutto questo mi ha aiutato ad arrivare ad una sintesi per l’attuale ricerca espressiva.

Nel corso della tua carriera hai attraversato periodi espressivi diversi? Certo che sì! La mia formazione artistica, essendo autodidatta, parte da zero. Credo di aver vagato, per “innamoramenti giovanili”, per diverso tempo. Passati gli anni, molto si decanta, ma In alto: UOMO AL TELEFONO, 2009, tecnica mista su carta, 57x77 cm JOSEPHINE, 2012, olio su carta, 80x80 cm PIANO BAR AL CAFFÈ CELESTE, 2010, olio su carta 80x100 cm

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alla fine tutte le esperienze vissute rimangono al fondo di noi.

mondo tedesco, però, non ho preso il colore, e soprattutto la cattiveria. Lavoro quasi esclusivamente su carta, nella quale cerco leggerezza, poesia, trasparenza, comunicativa, al fine di creare quell’emozione di cui l’opera d’arte abbisogna.

Come definiresti il tuo stile? Quali sono, secondo te, le caratteristiche che ti rendono riconoscibile? Premetto che la pittura si alimenta con la pittura. Ho sempre guardato al Nord, all’arte Espressionista, soprattutto per quanto riguarda il modo di trattare e di interpretare la figura. Del

Qual è la tecnica artistica che utilizzi principalmente nella tua attività?

LA STRADA DELL'ORTO, 2004, tecnica mista su carta 70x80 cm

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Tutto ha origine dal materiale che eleggo a mezzo tecnico prediletto: la carta. Utiizzo vari tipi di carta: da imballo, da tappezzeria, ecc. La strappo, la bagno, la passo con collanti, vernici; utilizzo pigmenti, terre, grafite; cerco di creare quasi un laboratorio di alchimia. Tutto questo però è sostenuto da un disegno, tracciato da poche linee a suggerire piani e soggetti.

Direi che tutta la pittura da cui mi sono alimentato ha sempre guardato alla figura. Sono sempre stato attratto da gesti, movimento, espressione, situazioni delle figure. A volte più evidenti, a volte solo tratteggiate nel paesaggio o negli interni. Anche se nell’arte contemporanea la figura è stata quasi bandita, trovo in tanti giovani artisti il ritorno ad una figurazione a me espressivamente vicina.

Perché la figura umana è sempre centrale nelle tue opere?

Un artista rappresenta sulla tela le sue ossessioni: quali sono le tue? Munch dipinse 50 varianti pittoriche e grafi-

PRIME NEBBIE, 2010, tecnica mista su carta 70x90 cm

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GUINZAGLIO ROSSO, 2010, tecnica mista su carta 80x100 cm

che dell’opera famosissima “L’Urlo”. Questa di sicuro era un’ossessione. Io credo di dipingere sensazioni.

Quando inizi un nuovo dipinto, hai già in mente un tema, un soggetto o ti muovi senza vincoli prederminati?

Come sei arrivato alla progressiva riduzione del colore, caratteristica del tuo linguaggio?

Sì, parto sempre da un’immagine: può essere un disegno, una foto, ma soltanto per la prima seduta di lavoro. A questo punto posso provare anche “diffidenza” verso il progetto iniziale. Ecco che diventano importanti le linee orizzontali e verticali di cui l’opera ha bisogno. Si può quindi dire che, il risultato finale, possa essere un soggetto completamente diverso dal progetto iniziale.

Se il tempo e l’esperienza portano l’autore alla sintesi formale, a tracciare poche linee, a suggerire piani e soggetti, anche nel colore c’è la tendenza ad arrivare al monocromatismo, nel mio caso, con le tonalità del grigio, del marrone, del bianco, del nero, entro cui cerco di ricavare quelle forme a me congeniali.

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LA DISCUSSIONE, 2010, tecnica mista su carta 80x80 cm

nuità e la serietà.

Ritieni di rappresentare nelle tue tele concetti o emozioni?

Come ti sembra il panorama dei pittori trentini d’oggi? Cosa manca al trentino per poter essere più presente sul mercato esterno?

Emozioni e solo emozioni! Il fare pittura vuol dire immergersi fisicamente nell’opera fino al momento in cui senti di aver scoperto qualche cosa di nuovo, e questa è emozione. I concetti li puoi vedere in un artista nell’arco di un tempo o di una mostra, leggendone la conti-

Non ho mai frequentato l’ambiente artistico trentino, quindi lo conosco marginalmente. Ho conosciuto il pittore Bruno Degasperi e ho visitato lo studio della pittrice Gelsomina Bassetti, che apprezzo e stimo. Conosco la pittura di

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altri pittori trentini, ma non li ho mai frequentati quel tanto da poterne dare giudizi. Parlare di mercato? Non lo conosco, quindi non saprei proprio cosa dire.

Segui la “politica culturale trentina”? Pensi che si possa fare di più e meglio per il settore artistico? Seguo con interesse le principali mostre in trentino, pur non conoscendo più di tanto la politica culturale locale. Si può fare di più? Certo, so-

prattutto per i giovani, con spazi espositivi, borse di studio, stages ed altre iniziative. Ho notato che nelle tue interviste ci sono parecchie “incazzature” riguardo la politica culturale locale. Io faccio parte di un gruppo artistico con pittori di diverse regioni e anche lì sento malumori per il disinteresse della politica locale. Credo che al detto “Nessuno è profeta in patria” si possa aggiungere anche “Coll’arte e la cultura non si mangia”. Quasi quasi ci credo!

PONTE DI FERRO, 2009, olio su carta, 90x90 cm


CENTRO STORICO, 2007, tecnica mista su carta 70x100 cm

che l’arte stia nel tutto e nel niente: un paesaggio, un filo d’erba, qualunque situazione, purchè sìa vista con l’occhio dell’anima.

Cos’è la bellezza? E’ un valore che ricerchi o è subordinato ad altri valori? La bellezza è sì un valore, ma nell’arte è intimo e personale. Un artista può rappresentare la vita nella sua crudezza, trasfigurando qualcosa di brutto in un bello artistico. Lo scopo dell’arte non è quello di abbellire la realtà, ma quello di svelare una personale verità.

E per finire, chi è l’artista? L’artista è quell’individuo che mette in pratica tutte le facoltà dell’anima: sensazione, pensiero, fantasia, memoria ed intelletto.. e non è facile….

Cos’è per te l’arte? Credo che quello che ho espresso per la bellezza, valga anche per la parola arte. In più credo

A destra: FIGURA, 2012, tecnica mista su carta 50x35 cm

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1980 Arte Estate Gall. Bandini, Cecina (LI); 1981 Pittura 81 Scuola Grande, S.G. Evangelista (VE); 1° premio Premio Arona (NO); 1982 Proposte Comune di S. G. Lupatoto (VR); 1° premio Premio B. Gozzoli, Certaldo (FI); Gall. La Firma, Riva del Garda (TN); 1983 Gall. Conti Artestudio, Montichiari (BS); Rassegna di pittura Grafica e Scultura, Palazzo Comunale Medole (MN); 1984 Pittori alla ribalta, Nardò (LE); 25 anni del premio di pittura di Massa Finalese, (MO); I pittori premiati nei concorsi di Massa Finalese, Finale Emilia (MO); Centro Artestudi, Veglie (LE); 1985 Incontro con cinque pittori, Villa FRANCO CHIARANI

Fabriani, Spilamberto (MO); 1° premio Premio Pescantina

Nato ad Arco nel 1946 e ad Arco ha vissuto la sua vita finora,

(VR); 1986 Venti pittori a Bassano, Bassano del Grappa (VI);

portando avanti la sua ricerca artistica e arricchendo la sua

1987 IV Biennale di Pittura R. Ferruzzi, Torreglia (PD); 1988

esperienza di viaggi, incontri e frequentazioni molto ampie,

Esculapio e l’arte, Vaiano (FI); Biennale Triveneta, Arzignano

sia nazionali che internazionali. E’ impossibile elencare le

(VI); 1° premio Marina di Ravenna (RA); Artisti dell’Alto Garda,

numerose mostre collettive a cui ha preso parte in Italia

Casinò Muncipale Arco (TN); Whodunit, Casa degli Artisti

ed all’estero e gli svariati riconoscimenti, premi e vittorie in

G.Vittone, Tenno (TN); Gall. Permanente, Mirandola (MO);

concorsi e contesti sia nazionali che internazionali, cui si

1989 Un quadro per la vita, Istituto Oncologico Romagnolo

aggiungono anche partecipazioni a fiere d’arte specializzate di

Rimini; Biblioteca di Agna, Agna (PD); 1° premio Premio

livello europeo.

Civitella Val di Chiana (AR); 1990 L’uomo, l’albero, il fiume,

MOSTRE PERSONALI

Castel Ivano Fracena (TN); Un quadro per la vita, Ostiglia

1978 Galleria Esedra, Padova; 1980 Gall. Ghirlandina, Modena;

(MN); Il Marina a Ravenna Studio 42, Ravenna e Gall. Forum

Gall. Bandini, Cecina (LI); 1981

Gall. Tiziano, S.Giovanni

Interart, Roma; Arte Triveneta Contemporanea, Montebelluna

Lupatoto (VR); 1982 Gall. Emilia, Modena; Gall. La Firma, Riva

(TV); 1991 Pittori in vetrina, Bardolino (VR); Trenta artisti

del Garda (TN); 1983 Gall. Conti Arte Studio, Montichiari (BS);

per Lezioni di Vita, Su Gologone, Oliena (NU); Gall. Fedrizzi,

1986 Gall. Torre Civica, Medole (MN); 1987 Gall. Falco Arte,

Cles (TN); 1°premio Premio Marzaroli, Salsomaggiore (PR);

Martinsicuro (TE); 1988 Gall. La Firma, Riva del Garda (TN);

1992 Chiesa di S. Francesco, Sangemini (TR); Trent’anni di

1989 Gall. 707 International Art, Palm Beach, Florida (USA);

pittura, Massa Finalese (MO); Pittori a Todi, Perugia; Venti

1995 Gall. Schaller Int. Kunst Antiquitaeten, Norimberga

Maestri a Verrucchio, Verrucchio (FO); Museo Toni Merz,

(GE); 1997 Centro sportivo polivalente, Soliera (MO); 1998

Sasach (Germania); 1° premio Contea di Bormio (SO); 1993

Biblioteca comunale, Arsiero (VI); 1999 Villa Fabriani,

Rassegna Nazionale d’arte, Casier (TV); Museo della ceramica,

Spilamberto (MO); 2000 Casa degli Artisti G. Vittone, Tenno

Sarreguemines (Francia); Expo Arte Bormio, Bormio (SO); 1°

(TN); 2001 Centre d’Art Contemporain, Briancon Vauban (FR);

premio Martinsicuro (TE); 1° premio assoluto Forlì; 1994 Arte

2002 Gall. Sante Moretto, Monticello Conte Otto (VI); 2003

in cammino, Ravenna; Arte in cammino, Roma; La raccolta

Gall. Sante Moretto, Monticello Conte Otto (VI); 2004 Expo

d’arte della Provincia di Reggio Emilia; Reggio Emilia; Rassegna

Arte, Morciano (RN); Mirabilarte, Sala Comunale, Preore

d’arte Danilo Lusvardi, Soliera (MO); Europars Atelier Tadini,

(TN); Chiesa San Nicolò, Rovereto (TN); 2006 Spazio Arte, Sala

Lovere (BG); Rotonda Exop, Livorno; Elmepe Expop, Erba (CO);

Biblioteca, Borgo Ticino (NO); XVII Settimana d’Arte Cecina,

Gallerie Contrast, Metz (Francia); Gallerie Arpegè (Francia);

Toscolano (BS); 2007 Gall. Sante Moretto, Monticelllo Conte

1° premio Lissone (MI); 1995 Aspetti dell’arte italiana

Otto (VI); 2009 7 espressioni 7 magie dell’arte e della vigna”,

contemporanea, Triennale d’arte, Ponzano Veneto (TV); L’arte

Villa Mirra, Cavriana (MN); 2010 Gall. Civica G. Craffonara,

colora ogni vita, La Cittadella dell’Oasi Maria SS., Troina (EN);

Riva del Garda; 2011 Gall. Civica G.B. Bosio, Desenzano (BS);

Galleria Falco Arte, Martinsicuro (TE); Arte 95 “D Bonzagni”,

2012 Castello di Drena, Drena (TN); 2014 Gall. Luigi Sturzo,

S.Agostino (FE); 1° premio Biennale di Soliera (MO); 1996

Mestre (VE); 2015 Spazio Atelier Ca’ La Ghironda, Ponte Ronca

Vittorio De Sica: l’attore, il regista, l’uomo totale, La Cittadella

di Zola Pedrosa (BO); 2016 Suggestive monocromie, Galleria

dell’Oasi, Troina (EN); 1° premio Ciardi (TV); 1997 Concerto

13, Reggio Emilia

di colore e luce: Sicilia delle Universiadi; Sala Rotary, Catania;

PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE

1998 Arte e Solidarietà, La Cittadella dell’Oasi, Troina (EN);

1979 Io sono forse un fanciullo Rassegna Unicef, Verona;

1° premio Montefiore dell’Aso (AP)”; 1999 opere vincitrici

Il Morazzone Rassegna di Pittura Italiana, Morazzone (VA);

premio Forlì Galleria Vero Stoppani, Santa Sofia (FO) e Fond.

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Tito Balestra, Castello Malatestiano Longiano (FO); Arte e Vita, Le Ciminiere, Catania; Premio Ostiglia Palazzo Foglia, Ostiglia

ics

(MN); 2000 Gall. Duomo, Arte Contemporanea, Verona; 2001

ART

Rassegna Nazionale d’Arte Modena, Casa Mazenta, Giussano (MI); 1° premio XVI Biennale di Baselice (BN); 2003 Artisti en Plein Air, Incontrano l’Etna, Linguaglossa (CT); 1° premio Agazzi, Mapello (BG); 2004 Artisti en Plein Air, Incontrano l’Etna, Fiumefreddo (CT); Biennale d’arte Contemporanea,

Tutti i numeri

Premio città di Laives, Laives (BZ); 2005 Artisti en Plein Air, Incontrano l’Etna, Fiumefreddo (CT); 1° premio Cupra, Cupra

2012-2013-2014-2015 e 2016

Marittima (AP); 2008 1° premio Pietro Pagani, Castrezzato

della rivista icsART

(BS); Traguardo Prix Agazzi, Palais dell’Europa Strasburgo (FR);

sono scaricabili

1° premio Fighille Arte, Perugia; 2009 Dalla periferia alla città, Civitella, Palazzo Provincia Arezzo; Piccolo Museo, Museo del

o sfogliabili su:

Premio di Pittura Fighille, Perugia; 1° premio Bice Bugatti XXX

http://issuu.com/tomio2013

Ed., Nova Milanese (MI); 7 Espressioni 7, Magie dell’arte e della vigna, Villa Mirra, Cavriana (MN); Il colore svanito, Palazzo

icsART

della Regione, Trento; 2010 Premio Maccagno, Civico museo Parisi Valle, Maccagno (VA); 1° premio città di Monselice,

N.4 2016 Periodico di arte e cultura della icsART

Museo di San Paolo, Monselice (PD); Acquisizioni 2010, Civico Museo Parisi Valle, Maccagno (VA); 2011 Approdi, Civico Museo Parisi Valle, Maccagno (VA); Artisti Trentini per l’Unità d’Italia, Casa Artisti G.Vittone, Tenno (TN); 2012 Il tempo e l’arte del Natale, chiesa di S.Barnaba in Bondo, Bondo (TN);

Curatore e responsabile

Il miniquadro, Soliera (MO); Un lago d’arte, Loggia Barbaro, Torre del Capitanio, Verona; Incontri, Studio d’arte Andromeda,

Paolo Tomio

Trento; Ergo sum–la rappresentazione dell’Io, Casa degli Artisti; G.Vittone, Tenno (TN); 2013 1° premio La donna musa ispiratrice nelle arti, Giulietto Accordi, Sanguinetto (VR); Italian

icsART

artists for Kefalonia, , Theatre Argostoli, Cefalonia (Grecia); Biennale di Soliera (MO); Collettiva 20 pittori, Sala Forum, Faenza; Và Pensiero, Casa degli Artisti G. Vittone, Tenno (TN); La Bibbia, IV Rassegna d’arte sacra, Gall. L.Sturzo; Mestre (VE); Solo biancoenero, Gall. Craffonara, Riva del Garda (TN); L’Ora dell’arte, Sala Iras Baldessari, Rovereto (TN); La fascinazione– irresistibile tentazione, Gall. Craffonara, Riva del Garda (TN); 2014 Vent’anni di Biennale San Valentino 1994-2014, Limana (BL); I segreti del bosco, Gall. Craffonara, Riva del Garda; Arte PERIODICO della FinART N. 4 - Aprile ANNO 2016

e Creato, sala Don Bosco, Bezzecca (TN); Lo sguardo di oggi si posa sul passato – Centenario della Grande Guerra, Gall. Craffonara, Riva del Garda (TN); 30 Pittori per un poeta, Gall. Craffonara, Riva del Garda, (TN) e Levico (TN) e Trento; 2015 L’attualità di San Francesco – Biennale d’arte sacra, Gall. Luigi Sturzo, Mestre (VE); Il tesoro d’Italia a cura di Vittorio Sgarbi,

Padiglione Eataly, Expo 2015, Milano; L’umanità

violata – la Grande Guerra nell’arte contemporanea, Bezzecca (TN) e Recoaro (VI); 2016 Set up arte fair, Bologna; Giubileo straordinario della Misericordia, Cà La Ghironda, Bologna e Refettorio monastico San Bendetto Po (MN)

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MERCATO DELL’ARTE ? incompreso, colto e sensibile, bello ed elegante nonostante gli abiti modesti che indossava con aristocratica naturalezza, morto tragicamente in miseria a soli 35 anni. La sua è stata un'esistenza breve ma intensa, sfortunata e difficile economicamente eppure ricca di passioni, cultura, poesia, amici e tante donne. Una vita di stenti che unita alla salute precaria e al suo stile bohémien, l'abuso di vino, assenzio e anche di hashish, lo ha ucciso lentamente contribuendo a creare la sua leggenda di maudit artiste (artista maledetto). Nato a Livorno, quarto figlio di una famiglia ebraica sefardita, padre romano, imprenditore con grossi problemi economici, madre francese, di famiglia colta e intellettuale, fin da giovanissimo Amedeo mostra una predisposizione per l'arte che si trasforma in una profonda passione. Dopo aver studiato nudo a Firenze e frequentato la Scuola d'arte a Venezia, a soli 22 anni, si trasferisce a Parigi nel quartiere degli

AMEDEO MODIGLIANI (1884-1920), Nu couché, 1917-1918, olio su tela, 60x92 cm, Christie’s New York 2015, venduto a $ 170.405.000 (€ 149.666.000) Vedi a pag. 30. Il prezzo battuto certifica come Modigliani sia ormai considerato uno dei più grandi artisti del XX secolo portandolo ai livelli del suo amico-nemico Picasso. I nudi sono i soggetti più rari, più ambiti e i più costosi di tutta la sua produzione pittorica forse perché esprimono bene quel che disse Modì: "Quando una donna posa per un pittore, si dà a lui". Negli ultimi 12 anni, solo due nudi sono apparsi in asta: nel 2003, Nu couché (sur le côté gauche) e, nel 2010, Nu assis sur un divano (vedi a pag.21). Nu couché, uno dei suoi nudi più famosi, è il ritratto di una modella dalle forme scultoree, la pelle tonalità albicocca e di una bellezza assolutamente moderna, distesa in un atteggiamento sensuale privo di inibizioni: una fusione perfetta di idealismo classico, realismo erotico e invenzione modernista. Amedeo Modigliani è il pittore entrato nell'immaginario collettivo come archetipo del genio AMEDEO MODIGLIANI, Portrait du sculpteur Oscar Miestchaninoff, 1916, olio su tela, 81x65 cm, Christie's New York 2007, venduto a $ 30.841.000 20


AMEDEO MODIGLIANI artisti di Montmartre; qui, anche se non aderisce ad alcuna corrente, conosce e frequenta Picasso, Soutine, Derain, Brancusi, Picabia, Gris, Apollinaire, Utrillo, Max Jacob. Quando scopre "l'Arte negra" di Brancusi si dedica quasi completamente alla scultura producendo una serie di significative opere caratterizzate da una stilizzazione geometrica, fisionomie semplificate e ieratiche come nella "Tête" del 1911-12 (vedi a pag.28), una "maschera" con la fissità da idolo pagano e il sorriso enigmatico da cui promana un'aria di mistero e spiritualità. Nel 1914 deve abbandonare la scultura perché gli sforzi per lavorare il materiale e il contatto con la polvere peggiorano la tubercolosi che lo affligge fin dall'infanzia. Ritorna alla pittura lavorando solitario e individualista, tentando di vendere qualche tela: nel corso dei pochi anni che gli rimangono produce un'enorme quantità di ritratti, figure e nudi in cui, anche se sembra seguire la nuova pittura, si riconoscono le radici dell’arte del Trecento toscano e del classicismo rinascimentale, reinterpretate dalla sua capacità di rappresentare ciò che vede e che sente in un modo del tutto intimista. In tutti i dipinti è riconoscibile quello che sarà definito lo "stile Modigliani": volti allungati e stilizzati, linee tonde, occhi a mandorla spesso vuoti, bocche piccole e colli lunghi. Alla sua prima mostra personale tenuta nel 1917 alla Galerie Berthe Weill a Parigi, non vende nulla perché viene chiusa dalla polizia dopo poche ore a causa delle reazioni del pubblico scandalizzato di fronte all'immoralità dei nudi esposti. Arte, amore, dramma e tragedia sono sempre indissolubilmente intrecciati nella vita di Amedeo: l'amicizia fraterna con Anna Achmatova, la poetessa ventenne russa in viaggio di nozze a Parigi; i due anni di relazione passionale

AMEDEO MODIGLIANI, Nu assis sur un divano (La Belle Romaine), 1917, olio su tela, 100x65 cm, Sotheby's New York 2010 venduto a $ 68.962.000 e intellettuale con la scrittrice inglese Beatrice Hastings; il rifiuto di riconoscere il figlio avuto dall'ex-amante Simone Thiroux; la morte della compagna la timida Jeanne Hébuterne, di famiglia cattolica, la quale gli aveva già dato la figlia Jeanne e che, il giorno dopo la morte del pittore ricoverato delirante all'ospedale, si getta dalla finestra, incinta di nove mesi.

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L'ORIGINE DE LA NATURE

Storicamente l'arte è sempre stata concepita come una disciplina che trovasse la sua vera ispirazione nella natura, così intendendo, che l'infinita e inarrivabile bellezza di quest'ultima, fosse il modello a cui dovessero tendere pittori e scultori. E gli stessi uomini altro non erano che una minima parte del grande ciclo naturale. Con l'avvento dell'epoca moderna e della riproducibilità tecnica dell'opera d'arte, l'interesse degli artisti è andato progressivamente spostandosi dal mondo visibile a quello invisibile, allontanandosi sempre più dal natura le a favore dell'artificiale o dell'antinaturale. La natura, diventata indifferente, è stata sostituita dai nuovi miti sulle sorti magnifiche e progressive della modernità e lo sviluppo senza fine. Gli effetti disastrosi e forse irreversibili di questa visione suicida sono ulteriormente aggravati dalla crescita esponenziale di 7,4 miliardi persone che si riproducono, vivono e consumano risorse del pianeta, incapaci di trovare una qualche soluzione equa e condivisa. L'acronimo "ODLAN, L'origine de la Nature", è il nome di una mostra francese di "Arte Ecologica" che si propone di far riflettere sulle origi-

1) In alto: Pesce fossile Lepidotus Maximus, Alto Giurassico (180 milioni di anni) 2) Foglie di palma fossili, Eocene (52 milioni di anni)

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ODLAN

ni del nostro mondo, di tutti gli esseri viventi non solo l'uomo, animale tra gli animali - e sulla precarietà di una società ottusamente indifferente ai segnali di una crisi catastrofica poiché interessata solo al presente. Le copie di antichi reperti archeologici esposti nella mostra, sono state manipolate artisticamente con pigmenti sia per sottolineare il loro elevatissimo livello estetico sia per rappresentare la drammatica storia di intere specie scomparse, travolte da cataclismi naturali o dal trascorrere del tempo. Questo concetto di tempo storico, sempre più distante da una società che ragiona nei termini di 'hic et nunc', è reso plasticamente dai magnifici fossili esposti come vere e proprie opere d'arte, istanti di vita solidificati nella pietra, quasi un 'memento mori'. L'intento perseguito dagli allestitori, però, non è quello di contribuire a diffondere la paura millenaristica della morte e della vita sulla Terra, quanto di mostrare l'unità di tutto il mondo vivente grazie all'inimitabile bellezza della natura e alla perfezione e unicità di tutte le sue infinite forme. Un sistema delicato, infinitamente complesso, dall'equilibrio precario e in divenire che l'uomo può intuire solo avvicinandolo con umiltà e saggezza. Esattamente come i fossili raccontano la genesi e la fine di pesci, piante di loto o di palma, animali e vegetali apparsi sulla Terra centinaia di milioni di anni fa e finiti sul fondo marino, così la storia dell'uomo e della sua brevissima presenza, non sono altro che l'equivalente di un granello di sabbia di quel mare. La magnificenza della natura è un'unica grande opera d'arte creata dall'evento che, 13,7 miliardi di anni fa, ha dato origine all'universo. Dipinti, disegni, sculture, sono solo l'attimo fuggente che l'ego smisurato dell'uomo ha elevato a un risibile "ruolo eterno".

3) Placca di pesci fossili, Eocene (50 milioni di anni) 4) In basso: Pannello di Lys di mare Seirocrinus, Lias (180 millioni di anni)

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IL MICROCOSMO DI BARBIE - 1 butta alla fiera del giocattolo di New York nel 1959, esattamente 57 anni fa, siano state vendute oltre un miliardo di pezzi in più di 150 nazioni diventando così il giocattolo più venduto al mondo. Già questo dato fa comprendere che si tratti di un fenomeno di immense dimensioni perché è riuscito a coinvolgere oltre alle femminucce (ma non solo) che giocano con le Barbie, anche tutte le persone che hanno contribuito alla sua diffusione: genitori, parenti e amici, e anche chi ha lavorato alla sua realizzazione in tutti questi 57 anni: creativi, produttori, fornitori, distributori, venditori, pubblicitari ecc. Un miliardo di Barbie equivale a 17,5 milioni di bamboline esportate ogni anno in tutto il mondo, un giocattolo da vestire, truccare, accessoriare, accompagnare con fidanzati, parenti, amici e animali, dotare di abitazioni, arredamenti, ambienti di lavoro, sportivi e per il tempo libero, attrezzare con veicoli di tutti i tipi, ecc.. La Barbie, infatti, non è una semplice bambola, ma è un personaggio pubblico che "vive" in un mondo parallelo al nostro, regolato da complessi rapporti con usi e costumi uguali ai nostri (o meglio, a quelli americani), abitato da una comunità estremamente articolata, ma non per questo meno reale. La cosa buffa è che la progenitrice storica della Barbie è la Grödner Gliederpuppe (vedi a sinistra), detta anche Peg Wooden o Dutch doll (bambola olandese), costruita interamente in legno e fornita di arti superiori e inferiori snodati alle articolazioni, realizzata più di un secolo prima in Val Gardena. Corpo e testa erano in un pezzo unico mentre solo alcune parti come il viso, i capelli, la scollatura e le estremità di braccia e gambe venivano dipinte dato che il resto sarebbe stato coperto dagli abiti. Queste bambole molto simili alle marionette, infatti,

Per ragioni imprevedibili e misteriose, nella cosiddetta cultura di massa, in particolari momenti storici appaiono certi oggetti che sortiscono un impatto antropologico dagli effetti rilevanti, seppure difficilmente quantificabili, sui comportamenti sociali influenzando la visione della vita di centinaia di milioni di persone. Non sembri apocalittica una simile premessa se riferita a una bambola di plastica, la Barbie Doll, ma i numeri confermano quanto ipotizzato. Si stima che della Barbie, nata ufficialmente quando deGrödner Gliederpuppe (Bambola snodata della Val Gardena) 1850 circa, legno dipinto

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STORIA DELL’ARTE erano vendute spogliate in modo che le ragazzine potessero cucirsi da sole i vestiti con i tessuti in casa. A parte il viso essenziale e pulito e lo stile severo della pettinatura, queste bambolette dimostrano come i concetti base di quella che sarebbe diventata la loro sorella più famosa, fossero già presenti nelle 'puppen' realizzate in piccola serie durante l'inverno dai contadini altoatesini per essere vendute ai mercati. Pochi sanno, invece, che la vera predecessora della Barbie è la "Bild Lilli" (vedi a destra), una bambola di plastica dura dalle fattezze molto femminili prodotta in Germania dal 1955 al 1964. Il personaggio nasce nel 1952 quando la Bild-Zeitburg di Amburgo inizia la pubblicazione di una vignetta giornaliera creata da Reinhard Beuthien in cui una sinuosa segretaria di nome Lilli parla disinvoltamente di argomenti piccanti. Visto il successo riscosso dal fumetto, nel 1953 il giornale decide di produrre una bambola "sexi", la Bild Lilli, da mettere in commercio nelle tabaccherie come gadget malizioso per uomini. Concepita originariamente solo per gli adulti, la bambola diventa popolare anche tra i bambini quando viene distribuita come giocattolo accessoriato da un ricco guardaroba, casa e mobili in scala, arrivando a vendere 130mila pezzi in Europa. La sua storia è interessante perché dimostra come le buone idee possano nascere casualmente ovunque, ma anche che una buona idea è condizione necessaria ma non sufficiente per ottenere il successo negli affari se non entrano in gioco altri elementi altrettanto indispensabili. Ad esempio, l'esistenza di Bild Lilli cambia quando Ruth Mosko, un'americana figlia di immigrati ebrei polacchi, durante una vacanza in Svizzera acquista tre bambole e le porta a Los Angeles. Ruth è la moglie di Elliot Handler, socio

di Harold "Matt" Matson dal 1945 in una piccola azienda che riutilizza gli scarti della fabbricazione della plastica per costruire mobili per bambole e giocattoli: la sconosciuta società si chiama "Mattel", dalla combinazione dei loro nomi Matt ed Elliot. Ruth, che è più lungimirante (e sveglia) del marito, sta pensando da tempo a una nuova bambola con un corpo adulto e un guardaroba di vestiti in tessuto, e Bild Lilli è esattamente come ciò che lei si immagina. Continua Blonde Bild Lilli, 1955, Neustadt (GE), plastica dura, capelli sintetici, tessuti, altezza 19 cm (7,5 pollici)

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Aprile 2016, Anno 5 - N.4

News dal mondo AMEDEO MODIGLIANI

Tête, 1911-1912

pag. 28

AMEDEO MODIGLIANI

Paulette Jourdain, 1919

pag. 29

AMEDEO MODIGLIANI

Nu couché, 1917-1918

Omaggio ad AMEDEO MODIGLIANI

Il sorriso di Monna Lisa, 2016

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pag. 30-31 pag. 32


AMEDEO MODIGLIANI, Tête, 1911-1912, pietra calcarea, altezza 73 cm, Sotheby’s New York 2015, venduto a $ 70.725.000 (€ 56.323.000)

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AMEDEO MODIGLIANI, Paulette Jourdain, 1919 circa, olio su tela 100x65,4 cm, venduto da Sotheby's New York 2015 a $ 42.810.000 (â‚Ź 14.)


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AMEDEO MODIGLIANI, Nu couché, 1917-1918 olio su tela, 60×92 cm, Christie’s New York 2015 venduto a $ 170.405.000 (€ 149.666.000)



PAOLO TOMIO, Omaggio ad AMEDEO MODIGLIANI Il sorriso di Monna Lisa, 2016 fine art su tela, 90x63 cm


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