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IL DORSALE
from N. 218
Come si cambia
di Gian Paolo Pinton c’è da far ripartire i consumi; ma senza poter lavorare non ci sono le risorse per comperare i beni e il giro si ripete, con le aziende, le quali non producono perché non c’è domanda. Il turismo vive di gente che va e che viene girando il mondo. Mesi di arresto totale dei flussi sta mettendo in ginocchio anche i più importanti colossi alberghieri così come le compagnie aeree. Senza voler fare lo stregone, penso che non vedremo normalità e assestamento sociale, prima della fine dell’anno, sempre che tutti rispettiamo lo stare in casa. Globalizzazione? Un termine che doveva essere un prodigio di sviluppo economico mondiale e invece è diventato sinonimo di pandemia, di disoccupazione, di povertà, di miseria politica, di disparità sociale visto che nemmeno questa minaccia planetaria riesce a mettere d’accordo i politici dei diversi Continenti. Anche se non ne sento la ragione, sembra un mezzo castigo di Dio, un segnale che avverte di cambiare strada altrimenti il pianeta morirà senza usare armi da fuoco. Una morte naturale, la risposta della natura che è stata violentata dall’impazzita fuga in avanti del profitto senza regole, del progresso senza occhi, da tutti gli uomini privi di scrupoli. La ripresa è possibile, ma dipende da una nuova cultura globale, senza la quale c’è il rischio che una volta trovato il vaccino, i più forti ripartiranno come prima e i sopravvissuti più deboli al cor19 moriranno per mancanza di risorse o piani di ricostruzione. Quindi una selezione quasi naturale della specie senza usare le armi nucleari. In questo caos è auspicabile che la gente di buona volontà, in ogni parte del mondo si riunisca e tenti di creare una nuova rete di pensiero solidale che si contrapponga alle violenze dei politici arroganti, criminali ed egoisti. Noi ci proveremo. Con o senza l’Europa. Ricordo che il 9 maggio ricorreranno i 70 anni del suo primo atto fondativo. Uomini come Schuman, Adenauer, Churchill, De Gasperi misero la mente e il cuore in questo progetto. Pensare che in queste ore drammatiche politici come il duo olandese Rutte-Hoekstra, la stessa Merkel, il neoduce ungherese Orban, il baby cancelliere austriaco Kurz, possano minare i presupposti di costruire una rete di sostegno per la ripresa degli Stati europei più deboli, è davvero deprimente. Inoltre, oserei dire quanto vergognoso sia che continuiamo ad avere, nonostante il coraggio di Conte, politici italiani che sono considerati meno dei portaborse europei: parlo di Salvini, Di Maio, Gualteri e del sottobosco di ministri e sottosegretari incompetenti che sta distruggendo l’Italia e riducendo in povertà il 90% degli italiani. Dopo la pandemia sarà l’ora di Mario Draghi. Il tempo per leggere non manca: consiglio una storia rilassante: “La felicità arriva quando scegli di cambiare vita”, di Raphaelle Giordano, ed. Garzanti. i eravamo illusi che le barriere fossero cadute, i muri abbattuti, i ponti ricostruiti, il tutto in nome della globalizzazione. Era un’idea buona. Sarebbe stato tutto più facile nel progettare un modello di società universale fondata sulla pace, sull’uguaglianza sociale, sulla solidarietà. Le risorse del Pianeta sappiamo non dureranno in eterno, i cambiamenti climatici saranno sempre più violenti e frequenti, perché il modello industriale applicato non ha rispettato la natura; e circa 400 famiglie al mondo controllano quasi il 70% del PIL mondiale. La crisi che arriverà dopo il Corona, che dovrà convivere fra noi fino alla scoperta del vaccino, porterà miseria e fame, povertà e morti in tutti i Paesi. Questa tragedia epocale è il vero primo atto della globalizzazione. Anche le nazioni più forti hanno snobbato la difesa sanitaria dei propri cittadini. Un Paese come gli USA ha sempre trattato, dal punto di vista sanitario, la popolazione come fossero pecore (tranne la riforma Obama), applicando, in caso di epidemie tipo questa, il principio della sopravvivenza darwiniana. Boris sta espiando la colpa di essere stato il primo ad auspicare l’applicazione di questa teoria... e adesso professa il lockdown totale, così come il suo compagno di merende Donald. Il nostro problema non è solo sanitario, ma è anche maledettamente di natura economica. Dovremo ricostruire non solo la macro-economia, ma prima di tutto la micro-economia, quelle piccole attività che fanno vivere tanti giovani commercianti e famiglie di artigiani dando pure vita alle città. Non ci sono immobili da ricostruire come dopo una guerra. Qui Il Pianeta si è ribellato alla violenza di un modello industriale basato sulla globalizzazione e sul non rispetto della natura. c
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Crolla ponte a Massa Carrara: istituita Commissione d’indagine Mercoledì 8 aprile ad Aulla, in provincia di Massa Carrara è crollato il ponte che passa sopra il fiume Magra e che collega Liguria e Toscana, nel tratto tra Santo Stefano di Magra (La Spezia) e Albiano (frazione di Aulla). Già lo scorso novembre, in seguito a un’ondata di maltempo, si era formata una crepa notata anche da molti automobilisti. Ma, dopo un intervento di riparazione e dopo il sopralluogo dei tecnici Anas, era stato dato il via libera alla circolazione senza limiti al traffico. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha chiesto ad Anas, società gestore dell’ex strada provinciale 70, una relazione dettagliata sull’incidente e ha istituito presso il MiT una Commissione di inchiesta per fare chiarezza sull’accaduto e accertare le responsabilità. Inoltre, il ministro De Micheli ha incaricato il Sottosegretario Roberto Traversi di coordinare un tavolo, al quale parteciperanno i rappresentanti di tutte le istituzioni del territorio, per individuare con rapidità le soluzioni viabilistiche più adeguate per garantire la piena accessibilità dell’area con la definizione dei percorsi alternativi. INFRASTRUTTURE
VOLVO TRUCKS Volvo FM per LondonEnergy LondonEnergy, azienda inglese che si occupa di servizi di gestione dei rifiuti, utilizzerà i veicoli Volvo FM per potenziare la sua flotta. I veicoli saranno utilizzati nei centri di riutilizzo e riciclaggio di LondonEnergy e trasporteranno i rifiuti a Edmonton, nella struttura EcoPArk preposta allo smaltimento. I nuovi camion saranno attivi sette giorni su sette e copriranno fino a 200.000 km di distanza all’anno. Tutta la manutenzione ordinaria avrà luogo presso il Truck and Bus Center di Enfield, situato a meno di quattro miglia dal quartier generale di LondonEnergy. “La nuova flotta rappresenta per noi un grande passo avanti nel miglioramento della sicurezza e del nostro impatto ambientale, elementi che svolgono un ruolo importante nella nostra strategia aziendale” ha dichiarato Katie Blowes, responsabile dei trasporti e della logistica di LondonEnergy.
RENAULT Svolta storica di Renault: in Cina solo auto elettriche e veicoli commerciali Fa parte di una strategia commerciale consapevole dei tempi che cambiano, la scelta di Renault di puntare, per il mercato cinese, solo su auto elettriche e veicoli commerciali. Una marcia indietro dettata anche dai bassi numeri di vendita ottenuti dal brand di Boulogne-Billancourt sulla piazza asiatica. Nella Repubblica Popolare, dunque, gli unici veicoli col marchio della Losanga a sopravvivere saranno quelli elettrici – la Cina, giova ricordarlo, è il primo mercato del mondo per le auto a batteria: nel 2019 ne sono state vendute 860 mila e si stima che nel 2030 conteranno per il 25% dell’intero immatricolato cinese – e quelli commerciali, spinti soprattutto dall’impennata dell’ecommerce. Naturalmente, il costruttore continuerà a fornire i suoi servizi di assistenza alla clientela che aveva scelto modelli con motore termico.