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EDITORIALE

di Luca Barassi

Ricapitolando…

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quali sono gli argomenti sulla bocca di tutti in questo momento? La transizione energetica direi che è al primo posto. In tutte le sue declinazioni: da quali tecnologie utilizzare, ai tempi di applicazione e alle polemiche su come produrre, stoccare e smaltire batterie e simili. Anche l’imposizione da parte della UE sulla scelta dei metodi è stata messa in discussione, dallo stesso Carlo Tavares, il cui gruppo sta puntando in modo diretto sull’elettrificazione delle gamme. In seconda posizione in ordine di discussione ci sono i costi energetici. Argomento quindi in parte legato al primo ma, allo stesso tempo, anche a quello che viene subito dopo, ovvero la guerra in Ucraina e, più in generale, gi squilibri geopolitici. E la pandemia? Già la pandemia. Fino a qualche mese fa era praticamente la notizia di prima, seconda, terza e anche quarta pagina, ora è diventato un argomento trasversale, a volte anche trascurato. Forse è anche giusto così, in fondo quanto ci siamo lamentati dell’eccessivo bombardamento e terrorismo psicologico su cause, effetti e rimedi di questa malattia?

La selezione naturale è stata la causa principale, ma non l’unica, delle modificazioni.

Charles Robert Darwin

D’altro canto il giornalismo è fatto di cicli. Come la vita. Gli eventi passano, ne arrivano di nuovi e “LA” notizia è quella più fresca, di maggiore diffusione e soprattutto di maggiore penetrazione nel mood della gente. Questo vale in generale, ma anche ovviamente nel nostro settore, dove c’è chi polemizza ora sul fatto che di colpo siano fioriti troppi eventi di settore – leggasi LETExpo, Transpotec e Misano – quando fino a poco tempo fa ci si lamentava della mancanza di momenti di confronto e si rimpiangeva “i tempi che furono”. A volte mi vien da dire: facciamo pace col cervello. A voler per forza essere prime donne e guru dell’informazione si rischia di contraddirsi, e di rendersi anche antipatici. Giusta però l’analisi, attenta e costruttiva di uno scenario, per poi proporlo in modo chiaro ed ordinato al pubblico e ai lettori. Questo deve essere il ruolo del giornalismo, di settore in particolare.

Comunque, giusto per tornare sui nostri temi: ora che stavamo uscendo dal tunnel del Covid, ecco che la guerra affossa di nuovo le nostre economie ma, ciononostante, quello che ci sembra di percepire è un diffuso senso di rassegnazione reattiva. Mi spiego: è come se ormai fossimo consapevoli che qualcosa deve accadere sempre (crisi, guerra, inflazione) e che quindi non ci si può né abbattere, né fermare. Si va avanti, quindi, più o meno come prima, aggiustando il tiro di volta in volta, ma continuando a fare programmi, investimenti e scelte strategiche. Forse è l’evoluzione della specie… e non è certo un male. œ

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