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Apprendere la scrittura
L’avvio della Scuola Primaria è un momento di fondamentale importanza per i bambini di 6 anni che entrano ufficialmente nel mondo dei grandi. Tale passaggio è uno step estremamente delicato per il piccolo, abituato al contesto ludico su cui la Scuola dell’Infanzia si basa, e deve pertanto esplicitarsi nel modo più graduale possibile per eliminare, o quantomeno limitare, bruschi impatti emotivi e ipotetici traumi. Un errore che comunemente si compie in aula è quello di credere che all’età di 6 anni il bambino sia pronto per la scrittura e che sia sufficiente un po’ d’esercizio perché impari presto a scrivere correttamente. Ecco allora che gli vengono somministrate pagine prestampate per ricalcare e/o ricopiare linee e letterine e imparare a scrivere diventa solo una questione di tempo. Nulla di più sbagliato: l’apprendimento della scrittura non può essere inteso come copiatura di simboli né può essere data per scontata come abilità innata che può essere improvvisata.
Scrivere non è un processo automatico ma un’abilità che si apprende con l’esercizio e l’acquisizione di un determinato processo mentale. Così, seppure il segno grafico nasca in maniera del tutto spontanea e si presenti, in principio, come attività impulsiva, è solo grazie alla ripetizione, all’esperienza e alla conoscenza che esso gradualmente progredisce, fino a riflettere la rappresentazione mentale del soggetto e a evolvere in scrittura vera e propria. Si può definire effettivamente scrittura, solo quando il tratto grafico si presenta in un tracciato fluido e deciso ed è in grado di rispettare determinati limiti spaziali. L’abilità della scrittura è un’attività profondamente specializzata che segue regole e codici ben precisi che, per tale motivo, devono essere trasmessi con operazioni sistematiche e graduali. Il cammino che conduce alla scrittura si compone di tracciati di pregrafismo con regole spaziali, formali e grafo-motorie; esso va predisposto con indicazioni chiare e precise ma allo stesso tempo in maniera giocosa e graduale, cosicché il piccolo possa interiorizzarle e, inconsapevolmente, trasformarle in automatismi che lo sosterranno nelle fasi successive del suo percorso scolastico. La Scuola dell’Infanzia ha pertanto il compito di accompagnare il bambino alla progressiva maturazione delle proprie capacità globali in un approccio propedeutico alla familiarizzazione con i nuovi strumenti e le nuove metodologie, attività e dinamiche che si troverà a vivere in Primaria. Ma in che modo? Per poter scrivere il bambino ha bisogno di raggiungere un adeguato livello di competenze in diversi ambiti: a livello di capacità motorie, di discriminazione visiva, di regolazione tonica, di coordinazione e di organizzazione spaziale.
Il grafismo può effettivamente essere definito come la proiezione del corpo nello spazio foglio; l’attività grafica è il mezzo attraverso il quale il corpo comunica con l’esterno, riproducendo, con segni e tracce, istinti, emozioni e bisogni vissuti. È impensabile auspicare, o addirittura pretendere dal bambino, abilità grafiche quando non gli siano stati forniti, in precedenza, strumenti di lavoro di natura psicomotoria. La qualità della traccia grafica è la dimostrazione del livello motorio raggiunto dal bambino, dell’organizzazione grafo-motoria-percettiva ed esecutiva. Compito dell’insegnante alla Scuola dell’Infanzia è quindi quello di aiutare il bambino a maturare consapevolezza, permettendogli di accumulare esperienze sincrone e organizzate delle varie aree coinvolte e di comunicare i segnali principali di eventuali lacune da colmare. Sono infatti molti quei bambini che, pur in assenza di deficit o di patologie, hanno difficoltà a scrivere in modo adeguato.
Le attività operative proposte in questa Guida, dunque, sviluppano un percorso graduale e scorrevole che parte da ciò che il bambino vive in prima persona con il suo corpo, per arrivare ad affinare la coordinazione della mano all’interno di un preciso spazio che gli permetta di gestire consapevolmente la traccia grafica sul foglio.