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In questo volume vengono presentati materiali di immediato utilizzo per guidare il bambino nell’apprendimento della letto-scrittura.
Le schede operative, organizzate in percorsi mirati e progressivi, si avvalgono di numerose immagini che contribuiscono a consolidare le acquisizioni apprese.
Il metodo fono-sillabico facilita l’impostazione fono-grafica e l’uso delle immagini bucco-fonatorie favorisce la discriminazione dei diversi fonemi.
Il testo si presenta agevole nella somministrazione, e l’uso dei materiali è rivolto sia ai logopedisti e agli insegnanti, sia ai genitori, per sviluppare e consolidare l’abilità di padroneggiare l’associazione fonema-grafema, motivando la consapevolezza fonologica.
Giuseppina Gosciu è logopedista presso l’Istituto psico-medico-pedagogico “Centro Method”, struttura sanitaria di Perignano di Lari (Pisa), accreditata dalla regione Toscana. Svolge attività clinica e formativa sui disturbi del linguaggio e dell’apprendimento. Ha pubblicato diversi testi relativi alle competenze linguistiche approfondendo gli aspetti fonologici, tra cui “I suoni delle parole”, “Il paese dei suoni”, “La città delle parole” (Edizioni Baraldi). Ha collaborato alla stesura della collana “L’insegnante specializzato”, con il volume “L’educazione linguistica”, e alla Guida didattica “Linea inclusiva” (Editrice Tresei Scuola), per la prevenzione e la riduzione delle difficoltà degli alunni.
Autrice: Giuseppina Gosciu
Redazione: Federica Goffi e Chiara Mammarella
Illustrazioni: Cecilia Tamburini, iStockphoto
Progetto grafico e copertina: Claudio Magrini e Valentina Ottaviani
Impaginazione: Claudio Magrini e Chiara Mammarella
ISBN 979-125573122-1
Editrice Tresei Scuola Via Meucci, 1 60020 Camerata Picena (AN) Tel. 071/946210 - 071/946378
www.tresei.com
© Tutti i diritti sono riservati
INTRODUZIONE
COM’È ARTICOLATO IL TESTO.................................................................................
SEZIONE 1 - Dal fonema alla sillaba
IL FONEMA/GRAFEMA A
IL FONEMA/GRAFEMA E..............................................................................................
IL FONEMA/GRAFEMA O
IL FONEMA/GRAFEMA U.............................................................................................
IL FONEMA/GRAFEMA I
IL FONEMA/GRAFEMA P.............................................................................................
IL FONEMA/GRAFEMA T
IL FONEMA/GRAFEMA M
IL FONEMA/GRAFEMA L.............................................................................................
IL FONEMA/GRAFEMA S
IL FONEMA/GRAFEMA F.............................................................................................
IL FONEMA/GRAFEMA R
IL FONEMA/GRAFEMA D.............................................................................................
IL FONEMA/GRAFEMA N
IL FONEMA/GRAFEMA C (velare)
IL FONEMA/GRAFEMA V.............................................................................................
IL FONEMA/GRAFEMA B
IL FONEMA/GRAFEMA Z.............................................................................................
IL FONEMA/GRAFEMA G (velare)
IL FONEMA/GRAFEMA C (palatale).........................................................................
IL FONEMA/GRAFEMA G (palatale)
SEZIONE 2 - Riconosciamo i suoni simili P - B.................................................................................................................................... F - V M - N................................................................................................................................... L - R T - D.................................................................................................................................... C - G S - Z....................................................................................................................................
CI - CE / GI - GE..............................................................................................................
SEZIONE 3 - La formazione della parola ELEMENTI DI FONETICA ARTICOLATORIA..........................................................
I suoni del linguaggio, i fonemi, sono dotati di caratteristiche proprie e si attivano secondo schemi motori che considerano sia il luogo di articolazione (il punto di contatto fra le parti della bocca: lingua, labbra, denti, palato) che il modo di articolazione e la vibrazione delle corde vocali (che determinano i caratteri sordo e sonoro).
Nell’apprendimento fono-articolatorio, le capacità percettive (visive e uditive) e quelle prassico-motorie che vengono messe in atto non sempre seguono un percorso evolutivo agevole, molti fattori possono intervenire e determinare rallentamenti o alterazioni nell’acquisizione corretta delle giuste impostazioni.
Il testo nasce proprio con l’obiettivo di fornire gli strumenti più opportuni a favorire le competenze fonetiche e fonologiche del linguaggio in tutti i casi, anche quando il processo fono-articolatorio sta già sviluppandosi in maniera adeguata. L’apprendimento dei suoni non è così semplice e non è affatto scontato che avvenga con tempi e modi identici per tutti.
Questi aspetti e il mio lavoro quotidiano come logopedista mi hanno permesso di entrare nel mondo dei suoni, di osservare come i bambini li conoscono e li usano e, grazie a loro, ho capito cosa poteva essere utile a facilitare questo compito, ribadisco ancora, non così scontato come solitamente si pensa.
Le proposte operative illustrate nel testo sono state elaborate proprio per guidare i bambini dapprima a riconoscere il suono a livello percettivo, insegnando lo schema articolatorio per la pronuncia, e poi, quando questo è ben padroneggiato, ad “allenarlo”, affiancandolo ad altri suoni, fino ad arrivare a pronunciare le parole che all’interno hanno tutti quelli appresi.
Ho potuto verificare che, se il bambino conosce molto bene le caratteristiche dei suoni, riesce poi ad usarli in modo adeguato in tutte le parole e, di conseguenza, anche la pronuncia risulta più chiara e corretta.
Alcuni pensano che questo processo sia fisiologico e naturale: non è così per tutti, e non dobbiamo neppure aspettarci che i processi articolatori alterati si riaggiustino automaticamente. Proprio in questi casi è importante intervenire, per evitare che si rinforzino le impostazioni scorrette, le quali, inevitabilmente, richiederanno tempi di recupero più lunghi e artificiosi.
Il libro si rivolge soprattutto a chi è in difficoltà, ma si rivela efficace anche per consolidare gli aspetti fonetici e fonologici già in atto.
Sono assolutamente convinta che possiamo comprendere e usare più facilmente il suono quando questo è ben “visibile”, cioè è sicuramente più utile se riusciamo a rappresentare visivamente lo schema motorio e le caratteristiche di ogni fonema mentre viene pronunciato.
Ecco perché, per impostare il suono, ho adottato immagini chiare e ben definite: le immagini bucco-fonatorie.
Le ho curate particolarmente, cercando di evidenziare la maggior parte dei tratti distintivi che, per molti fonemi della nostra lingua, sono veramente minimi, quindi non solo la posizione della lingua, dei denti e delle labbra, ma anche la percezione degli aspetti sordo e sonoro, con la mano collocata sulla gola o su altre parti del viso e spiegando come si realizza il percorso pneumo-fono-articolatorio.
Queste immagini hanno suscitato sin da subito un vivo interesse nei bambini, che le ricordano, le ricercano e se ne servono anche spontaneamente perché ne riconoscono l’utilità.
Nell’apprendimento della letto-scrittura, l’attenzione al suono è ancora oggi sottovalutata, il fonema spesso non compare affatto o è marginale e si punta maggiormente sulla sua rappresentazione grafica: il grafema. Infatti, se osserviamo le pareti delle aule scolastiche, non si scorgono mai elementi che ricordino i suoni e come si realizzano.
Eppure i bambini imparano a leggere e a scrivere utilizzando entrambi gli aspetti ma, quando si trovano in difficoltà, attingono informazioni anche e soprattutto da quelli sonori, perché sono abituati ad ascoltare, e questa competenza è sempre attiva, sia quando leggono, che quando scrivono.
Ecco perché ho affiancato ogni immagine bucco-fonatoria al segno grafico corrispondente; in questo modo si sono rinforzati contemporaneamente i due aspetti, così che il bambino possa servirsene per padroneggiare le abilità di letto-scrittura.
Si tratta di abilità complesse, ma sicuramente agevolate se riuscirà ad evocare velocemente, e in modo sicuro, come si realizzano fonicamente i suoni dei segni che sta imparando a leggere e a scrivere.
Gli itinerari metodologici presentati si propongono di fornire un aiuto concreto per progettare, programmare e impostare i vari fonemi attraverso una stimolazione adeguata e ripetuta, fino a quando il bambino non sarà progressivamente in grado di utilizzarli, riconoscerli, combinarli e infine padroneggiarli.
Il testo è suddiviso in tre sezioni, ognuna rappresenta un progetto di attività sequenziali per la conoscenza, l’uso e il consolidamento dei fonemi e della loro differenziazione, della sintesi sillabica e delle parole. La scelta di suddividere il testo in tre parti agevola la consultazione e permette di disporre facilmente degli strumenti più opportuni, attraverso un percorso rigoroso e graduale, che si ripete in modo costante per raggiungere gli obiettivi programmati.
Suoni e segni emergono contemporaneamente per determinare fin da subito il loro collegamento e le caratteristiche che li contraddistinguono. Le immagini bucco-fonatorie sono presenti in tutte le attività, per facilitare sia il riconoscimento del suono che il successivo percorso di consolidamento.
Ogni suono consonantico viene prima presentato singolarmente, per conoscerne e interiorizzarne le caratteristiche, e subito dopo è affiancato ai fonemi vocalici.
Il legame consonante-vocale viene delineato visivamente con un collegamento a frecce, proprio come si verifica praticamente quando insegniamo come si deve fare la sintesi sillabica: in questo modo riportiamo sul testo un’operazione concreta che per il bambino è sicuramente più chiara e facile da attuare.
Le frecce evidenziano il movimento e la direzione del gesto grafico incorporandolo alla sequenza sonora corrispondente, facilitando contemporaneamente la sintesi sillabica fonica e grafica.
Nella prima sezione viene presentata la sintesi sillabica, nella seconda la discriminazione dei fonemi simili e nella terza la sintesi della parola.
Per stimolare e incentivare l’attenzione e la partecipazione, vengono illustrate parole che contengono la sillaba in posizione iniziale, in modo che il bambino possa
esercitarsi al riconoscimento e alla pronuncia corretta della parola. Le numerose immagini consentono anche di promuovere l’attività di ricostruzione e di corretta pronuncia dei vari fonemi da parte del bambino e possono offrire agli operatori la possibilità di individualizzare gli interventi adattando il compito alle esigenze di ogni bambino.
È stato adottato il carattere STAMPATO MAIUSCOLO perché le lettere sono ben delineate, facili da realizzare, da riconoscere e soprattutto sono manipolabili a livello concreto: si possono costruire con i materiali più svariati per esercitarsi nella loro elaborazione, prima, durante e dopo l’uso che se ne può fare sul testo; infine, cosa non meno importante, la separazione delle lettere favorisce la ricerca della corrispondenza suono-segno.
Come anticipato, il testo è stato strutturato seguendo il metodo fonosillabico in cui i grafemi vengono presentati in associazione al fonema, partendo dalle vocali, procedendo con le consonanti, per poi combinarle in strutture consonante-vocale.
Il metodo fonosillabico è più congruente con l’organizzazione funzionale del cervello ed è indicato dalla Comunità Scientifica come quello più efficace perché si basa sull’insegnamento sistematico della corrispondenza fonema-grafema. Inoltre risulta più agevole perché i bambini, già in epoca prescolare, sanno suddividere le sillabe in modo del tutto naturale.
Questo metodo si rivela particolarmente adatto in tutte le situazioni in cui il linguaggio è in ritardo o si manifestano le caratteristiche del disturbo generico di linguaggio e soprattutto di apprendimento.
Le indicazioni del testo, pur seguendo un ordine prefissato, permettono a chiunque di utilizzare unicamente le schede più adatte agli obiettivi programmati e fungono anche solo da suggerimento per determinare qualunque tipo di intervento impostato sul recupero pneumo-fono-articolatorio e metafonologico.
In questa sezione vengono proposti i fonemi/grafemi partendo da quelli vocalici. I fonemi consonantici compaiono dopo, perché ognuno deve poi essere affiancato alla vocale. Nell’ordine di presentazione è stato accuratamente evitato di inserire i fonemi simili uno accanto all’altro, per non creare confusione nella discriminazione percettiva ed errori di impostazione fonica.
Per presentare ogni fonema ho utilizzato un disegno indicativo che illustra la realizzazione onomatopeica corrispondente, in modo da evocare il ricordo della postura corretta.
Non dobbiamo dimenticare che il bambino inizia a parlare dopo aver sperimentato il “gioco delle produzioni onomatopeiche”, come una sorta di allenamento fono-articolatorio. Pertanto questo accorgimento può rivelarsi estremamente utile soprattutto nelle situazioni in cui è presente una difficoltà di pronuncia, di riconoscimento e di uso sia del fonema che del grafema nel processo di apprendimento della letto-scrittura.
L’immagine bucco-fonatoria, collocata accanto a quella onomatopeica, facilita la postura corretta del suono, per questo ho cercato di mettere bene in evidenza la posizione delle labbra e della lingua, aggiungendo in alcuni casi anche altri elementi utili alla discriminazione, come la sonorità e la vibrazione del suono, con la mano sulla gola, sul naso o sul viso.
Gli elementi discriminativi sono determinanti nell’assimilazione della corretta pronuncia, ma anche nel processo metafonologico che sta alla base dell’apprendimento della letto-scrittura: ricordiamo che nella nostra lingua non esiste una corrispondenza biunivoca in tutti i grafemi-fonemi (digrammi GL, GN, GH, CH), questa vale per alcuni (come i fonemi S e Z, che possono essere sordi e sonori), ma abbiamo anche grafemi diversi che mappano uno stesso fonema (C e Q), o fonemi diversi che corrispondono allo stesso grafema (il grafema C per i suoni C palatale e C gutturale).
L’immagine bucco-fonatoria è di grande aiuto al bambino perché, osservando l’impostazione del viso raffigurato, riesce a riprodurla con più facilità: a tal proposito consiglio all’operatore di evidenziare sempre la postura fono-articolatoria del suono, rinforzando la corrispondenza tra l’immagine e quella che viene prodotta da lui, non solo per guidare il bambino nella sequenza dei movimenti, ma anche e soprattutto per evocare l’imitazione bucco-fonatoria.
Per i suoni vocalici l’impostazione del suono viene rinforzata attraverso la denominazione di immagini di parole che li contengono in posizione iniziale. Sono state scelte parole ad alta frequenza d’uso e questa proposta operativa contribuisce anche ad un ampliamento lessicale.
Per i fonemi consonantici la presentazione è la stessa, quindi si ritrovano l’immagine del suono onomatopeico e l’immagine bucco-fonatoria. Subito dopo, il fonema viene abbinato alle vocali, formando tutte le sillabe dirette consonante-vocale e anche qui il rinforzo avviene con le parole che iniziano con la sillaba presentata.
La sillaba viene elaborata con le due immagini bucco-fonatorie corrispondenti a consonante e vocale, che si collegano contemporaneamente ai segni grafici sottostanti. Non ci sono scritte su tutte le immagini di rinforzo, questo è stato volutamente considerato perché il testo deve essere utilizzato per un apprendimento fono-articolatorio.
La scritta, infatti, potrebbe condizionare la pronuncia e il riconoscimento fono-lessicale nei bambini che sanno già leggere, rendendo, così, meno efficace la capacità di padroneggiare le competenze fono-articolatorie.
Le scritte compariranno nella terza sezione, quando si affronterà il percorso della sintesi della parola, ma a quel punto il bambino dovrebbe aver già consolidato le sue abilità fono-articolatorie.
Ogni grafema viene introdotto in una pagina dedicata in cui si spiega la sequenza e la direzione da seguire per rappresentarlo.
Poi, per semplificare la memorizzazione del simbolo grafico, viene proposta l’immagine di un bambino che esegue la posizione motoria che lo ricorda: anche questa rappresenta una sorta di rinforzo visivo, un suggerimento che invito gli operatori a sperimentare ed evidenziare in modo concreto. Nella stessa pagina ci sono anche alcune indicazioni per guidare il bambino a riprodurre graficamente il segno seguendo un percorso graduale che parte dal ripasso e, passando per il completamento, arriva alla scrittura autonoma. Per il consolidamento del fonema e della sintesi sillabica, sono state elaborate alcune proposte operative di verifica con richieste di recupero del fonema nelle parole (per le vocali: “Cerca i disegni che iniziano con la vocale...” mentre per le consonanti: “Collega la sillaba con il disegno corrispondente”).
Le proposte di verifica rappresentano una sorta di ulteriore allenamento fono-articolatorio, ma sono da supporto per avviare nel bambino la capacità discriminativa fono-grafica.
RIPASSA E COMPLETA
RINFORZO DEL FONEMA (E)
RIPASSA E COMPLETA
IMPOSTAZIONE FONICA
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IMPOSTAZIONE FONICA
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RIPASSA E COMPLETA
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LA BAMBINA CANTA: “LA LA LA...”
COME SI FA?
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
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IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
INFERIORI. CHIUDIAMO
FUORIESCE TRA I DENTI.
IMPOSTAZIONE FONICA
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IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
SINTESI SILLABICA
IMPOSTAZIONE FONICA
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RIPASSA E COMPLETA
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LE CAMPANE
“DON DON...!”
COME SI FA?
METTIAMO LA LINGUA
FRA I DENTI E POI...
SENTIAMO CON LA MANO COME VIBRA LA NOSTRA GOLA.
IMPOSTAZIONE FONICA
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RIPASSA E COMPLETA
IMPOSTAZIONE FONICA
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IMPOSTAZIONE FONICA
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LE ORE:
“CU-CU! CU-CU!”
COME SI FA?
APRIAMO BENE LA BOCCA E POSIZIONIAMO LA LINGUA IN BASSO. CREIAMO UNO SCOPPIO
CON LA PARTE POSTERIORE DELLA LINGUA.
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
SUPERIORI SUL LABBRO
INFERIORE, FACCIAMOLO
VIBRARE LEGGERMENTE. PRONUNCIAMO IL SUONO.
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
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COME SI FA?
METTIAMO LA BOCCA COME
PER DARE UN BACIO E
FACCIAMO USCIRE UN PO’
D’ARIA... CERCHIAMO DI NON CREARE UNO SCOPPIO MA UNA VIBRAZIONE. LA PECORA FA: “BEE... BEE!” BEE... BEE!
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
COME SI FA?
METTIAMO LA PUNTA DELLA LINGUA DIETRO
I DENTI INFERIORI. FACCIAMO USCIRE L’ARIA
MENTRE VIBRANO I DENTI.
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
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IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
ECCÌ!
L’UOMO FA UNO STARNUTO: “ECCÌ!”
COME SI FA?
CHIUDIAMO I DENTI MA NON COMPLETAMENTE.
METTIAMO LA PUNTA DELLA
LINGUA DIETRO I DUE DENTI
INCISIVI SUPERIORI E
PORTIAMO AVANTI LE
LABBRA MENTRE SPINGIAMO
BENE LA LINGUA SU QUEL
PUNTO. LA LINGUA SI ALLARGA
AI LATI DELLA BOCCA.
METTIAMO LA MANO SULLA GOLA:
SENTIAMO CHE NON VIBRA.
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
GIÙ!
LA MAMMA DICE AL CANE:
COME SI FA?
CHIUDIAMO I DENTI MA NON COMPLETAMENTE. METTIAMO
LA PUNTA DELLA LINGUA
DIETRO I DUE DENTI
INCISIVI SUPERIORI E
PORTIAMO AVANTI LE LABBRA
MENTRE SPINGIAMO BENE LA LINGUA SU QUEL PUNTO.
LA LINGUA SI ALLARGA
AI LATI DELLA BOCCA.
METTIAMO LA MANO SULLA
GOLA: SENTIAMO CHE VIBRA.
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
Il processo di discriminazione fonica è un meccanismo delicato. Nella nostra lingua ogni grafema ha un corrispettivo fonema che si distingue per particolari caratteristiche sia nel modo che nel luogo di articolazione; spesso si riscontrano difficoltà proprio perché il bambino non è stato abituato a riconoscerli.
In questa sezione vengono proposti i fonemi definiti simili e le immagini bucco-fonatorie possono servire proprio al rinforzo delle capacità di distinguerli.
Prendiamo per esempio i fonemi P e B, entrambi bilabiali, ma uno è sordo e l’altro sonoro.
Ebbene, grazie alle immagini, il bambino potrà vedere chiaramente queste caratteristiche, non avrà problemi a riconoscere i suoni e poi anche ad usarli in modo corretto, perché imparerà a ritrovare, ricordandola, la postura corretta dei due fonemi.
Lo scopo è quello di creare una memoria del suono e non solo del segno grafico.
In questa sezione, quindi, sono stati proposti esercizi per imparare a discriminare i diversi suoni utilizzando le immagini che li contengono in posizione iniziale di parola: il bambino dovrà collegare il suono corretto ad ogni immagine che deve denominare. Inoltre, se proverà a produrre la parola, usando prima un suono e poi l’altro, potrà verificare personalmente se ha risposto in modo adeguato: in questo caso avrà consolidato la discriminazione dei due suoni e se li ricorderà ogni volta che li dovrà usare anche con altre parole.
La discriminazione viene proposta prima nella componente fonemica e poi, seguendo la dinamica operativa del testo, anche in quella sillabica.
Le attività di rinforzo sulla discriminazione dei fonemi simili interessano quelli che rappresentano le maggiori difficoltà, ma possono essere rielaborate offrendo spunti operativi personalizzati per raggiungere obiettivi diversi: l’intento è quello di porre l’attenzione su questo importante processo che contribuisce in modo marcato al raggiungimento della consapevolezza fonologica.
RICONOSCIMENTO DEL FONEMA INIZIALE
IMPOSTAZIONE
RICONOSCIMENTO DEL FONEMA INIZIALE
IMPOSTAZIONE
IMPOSTAZIONE FONICA
RICONOSCIMENTO DEL FONEMA INIZIALE
IMPOSTAZIONE
RICONOSCIMENTO DEL FONEMA INIZIALE
ZE SE VE
SE VE ZE
RICONOSCERE
ALLA GIUSTA INIZIALE
IMPOSTAZIONE FONICA
IMPOSTAZIONE FONICA
COME COMINCIA? COLLEGA
Quando il bambino avrà automatizzato la sintesi della sillaba utilizzando tutti i suoni della nostra lingua, sarà in grado di manipolarli per formare le parole. Secondo il metodo fonosillabico, il percorso operativo seguito nel testo ha già consolidato il riconoscimento e la riproduzione dei singoli fonemi per abbinarli in sillabe, quindi il bambino dovrebbe essere già in grado di collegarle per formare le prime parole. Il processo di sintesi delle parole è un meccanismo che può risultare del tutto automatico, tuttavia segue un percorso piuttosto articolato che sottende la conoscenza e la padronanza delle regole fono-grafiche. Inoltre si avvale di altre competenze cognitive, come l’attenzione e la memorizzazione, la consapevolezza fonologica, la memoria fonologica e sillabica e una buona capacità ritmica.
In questa sezione vengono proposte diverse attività che guidano il bambino alla formazione della parola, utilizzando sillabe che già conosce e imparando a legarle tra loro sia nella formazione di parole bisillabe che trisillabe.
Gli spunti operativi sono stati elaborati seguendo la presentazione dei diversi fonemi che è stata adottata nel testo e inglobandone di nuovi, via via che si prosegue; all’inizio potenziando la lettura e poi anche la scrittura, tramite la richiesta di scrivere le parole che si formano collegando le sillabe. Il processo è facilitato da schemi grafici chiari e semplici che rendono visibile la manipolazione delle sillabe, come se il bambino lo facesse in modo concreto.
L’attivazione concreta della sintesi sillabica è comunque consigliabile, prima e dopo l’uso del testo, per favorire questa competenza, padroneggiarla e poi trasferirla in modo sicuro nelle attività di letto-scrittura.
LU NA
RE TE RE TE RETE
MA NO
LU NA
MA RE
PA NE
PE RA
DA DO
LI MO NE
NI DO
RA NA
SA PO NE
NA SO
RA
LEGGI
VA SO
TU BO TU BO TUBO
LEGGI E COLLEGA AL DISEGNO
CA RO TA
BO
VO LO CA MI NO
ASSIMILAZIONE (SINTESI) DELLA PAROLA
CE RO
CU CI NA
GE LA TO VI GI LE
LU CE NO CE
SA LI CE
RE GI NA
Per rendere visibilmente più chiaro come si realizzano tutti i suoni vocalici e consonantici, di seguito è riportata un’immagine che rappresenta i diversi luoghi di impostazione, con alcuni accenni anche ai modi di articolazione, già definiti nel percorso operativo del testo.
Cavità nasale
Palato
Alveoli
Apice
Dorso
Lingua
Ugola
Faringe
L’aria, attraverso la trachea, raggiunge la laringe. Qui comincia il tratto vocale.
Nella parte chiamata glottide, sono situate le corde vocali; lo spazio tra di esse (rima vocale) può essere libero, parzialmente libero o ostruito. La rima vocale è sottoposta a rapidissimi cicli di apertura e chiusura. Il numero di tali cicli costituisce la frequenza fondamentale, che corrisponde all’altezza della voce
Voci femminili: f0 = 200-250 Hz
Voci maschili: f0 = 100-150 Hz
Corde vocali
Laringe
Glottide
Esofago
Trachea
Durante l’espirazione, gli organi fonatori possono assumere diverse configurazioni, creando ostacoli al passaggio dell’aria.
L’aria raggiunge la faringe dove, nella parte superiore, l’ugola può spostarsi indietro per chiudere il canale di comunicazione con la cavità nasale.
Nella cavità orale, l’aria incontra alcuni importanti organi mobili e fissi della fonazione:
- Lingua (mobile): radice, dorso e apice.
- Palato (fisso) e palato molle o velo palatino
- Alveoli, denti e labbra.
La cavità nasale partecipa alla formazione dei suoni quando l’ugola è a riposo.
I fonemi dell’italiano si caratterizzano in vocali e consonanti. Il passaggio dell’aria, che mette in vibrazione le corde vocali, determina la pronuncia delle vocali e questo avviene senza incontrare alcun ostacolo: il suono è pertanto chiaro e nitido.
Nella pronuncia delle consonanti invece l’aria, prima di uscire, può incontrare vari ostacoli (lingua, denti, labbra ecc.), e solo in alcuni casi mette in vibrazione le corde vocali.
Nello specifico, si definiscono consonanti sonore quelle che fanno vibrare le corde vocali e sono: B - D - G - L - M - N - R - S sonora - V - Z sonora
Le consonanti sorde, invece, sono quelle che non fanno vibrare le corde vocali e sono:
C - F - P - S sorda - Q - T - Z sorda.
La parola “consonante” significa “che suona con” qualche altro suono vicino, cioè quello di una vocale o di un’altra consonante. Le consonanti, proprio per gli ostacoli incontrati dall’aria, hanno un suono meno nitido di quello delle vocali.
Vediamo nei particolari i diversi modi di articolazione:
OCCLUSIVE: P - B - T- D - C - G
Si producono in due fasi. Prima si realizza un blocco completo del flusso dell’aria a livello della bocca, della faringe e della glottide. Poi avviene il successivo rilascio rapido di questo blocco: il suono viene prodotto in quest’ultima fase.
FRICATIVE: F - V - S - Z - SCI - CI - GI
Si realizzano con un restringimento del canale vocale in modo tale che la corrente d’aria che vi passa produca un rumore simile a un fruscio. La consonante può essere prolungabile a piacere.
NASALI: M - N - GNI
Il velo palatino è abbassato, il passaggio al rinofaringe (termine anatomico che indica la porzione superiore della faringe) è aperto e l’aria fuoriesce liberamente dalle cavità nasali.
LIQUIDE: L - R - GLI
Per realizzare questi suoni, non avviene nessun blocco nel passaggio di aria durante la loro produzione.
La bocca viene interamente aperta. La lingua è rilassata.
La laringe vibra.
OLa bocca si apre formando un ovale, La lingua è rilassata.
La laringe vibra.
ULe labbra sono protruse in avanti come per dare un bacio, ma sono leggermente aperte per fare uscire l’aria. La lingua si restringe leggermente.
La laringe vibra.
ELe labbra sono leggermente tirate in senso orizzontale. La base della lingua viene sollevata leggermente.
La laringe vibra.
ILe labbra sono molto tirate in senso orizzontale. Le arcate dentarie sono vicine, ma non si toccano. La base della lingua si solleva leggermente.
La laringe vibra.
PLe labbra sono protruse in avanti come per dare un bacio. L’aria fuoriesce a mo’ di scoppio violento. La laringe non vibra.
TLa punta della lingua si trova tra le due arcate dentarie. La bocca è semiaperta. L’aria fuoriesce a mo’ di scoppio violento. La laringe non vibra.
MLe labbra sono ben serrate fra di loro. L’aria fuoriesce dal naso.
La laringe vibra. Il suono è nasale.
LLa punta della lingua si alza e tocca la parte interna degli incisivi superiori. La laringe vibra.
SI denti sono perfettamente uniti. La punta della lingua è appoggiata contro gli incisivi inferiori e il dorso è leggermente sollevato. Il suono può essere sordo o sonoro.
La laringe vibra secondo l’impostazione.
FI denti incisivi superiori coprono il labbro inferiore. Il soffio d’aria è violento e avviene verso il basso.
La laringe non vibra.
La punta della lingua si trova dietro gli incisivi superiori e vibra ripetutamente.
La bocca è semiaperta.
La laringe vibra.
La punta della lingua si trova tra le due arcate dentarie. La bocca è semiaperta.
L’aria fuoriesce a mo’ di scoppio dolce.
La laringe vibra.
La punta della lingua è sollevata contro gli incisivi superiori.
L’aria fuoriesce dal naso.
La laringe vibra. Il suono è nasale.
La base della lingua si solleva contro il palato molle. La punta della lingua si colloca dietro gli incisivi inferiori.
La bocca è aperta.
La laringe non vibra.
Le labbra sono ravvicinate e leggermente tirate.
L’aria fuoriesce a mo’ di scoppio dolce.
La laringe vibra.
VI denti incisivi superiori coprono il labbro inferiore. Il soffio d’aria è dolce.
La laringe vibra.
I denti sono ravvicinati. La punta della lingua è contro gli incisivi superiori. Il suono può essere sordo e sonoro. La laringe vibra secondo l’impostazione.
G (velare)
La base della lingua si solleva verso il palato molle. La punta della lingua si colloca dietro gli incisivi inferiori. La bocca è aperta
La laringe vibra.
C (palatale)
Le labbra sono leggermente tirate indietro. I denti sono vicini ma non uniti.
I bordi della parte anteriore della lingua si appoggiano ai premolari e il dorso tocca il palato anteriore.
La laringe non vibra.
G (palatale)
Le labbra sono leggermente tirate indietro. I denti sono vicini, ma non uniti. I bordi della parte anteriore della lingua si appoggiano ai premolari e il dorso tocca il palato anteriore.
La laringe vibra.