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Scoprire Padova e dintorni.
Scoprire Padova e Provincia. Terra di Storia, Arte, Terme, Natura. Padova è una delle città più antiche e allo stesso tempo dinamiche d’Italia. Nell’elegante cuore cittadino, ricco di splendidi esempi di architettura medievale, rinascimentale e moderna, si respira un’atmosfera singolare che unisce i ritmi metropolitani a tradizioni millenarie. L’antico si intreccia con il moderno, la tradizione con l’avanguardia, in un costante connubio che dona a questa bella città un fascino particolare ed unico.
Antica mappa di Padova
La provincia è un caleidoscopio di attrattive: dalle Terme più famose d’Europa, ai dolci Colli Euganei, oasi naturalistica costellata di ville, castelli, monasteri, giardini e vigneti; dalle suggestive città murate medievali, alle ampie distese di verde campagna intrecciata ad un fitto reticolo di corsi d’acqua, fino ad un tratto di laguna.
Palazzo Bo, Cortile antico In basso, Prato della Valle e Basilica di S. Giustina
Tremila anni di storia. “Antenore potè, sfuggito all’accerchiamento degli Achei, penetrare sicuro i golfi illirici e, i riposti regni dei Liburni e superare la fonte del Timavo… Qui egli fondò la città di Padova e pose la sede dei Troiani; qui diede il nome alla sua gente e appese le armi di Troia; qui ora riposa, composto in placida quiete” Virgilio, Eneide, I, 242-249
extra urbano, dove la nobiltà veneziana investì i propri capitali in attività agricole ed eresse stupende ville. La decadenza della Serenissima e l’avanzare dell’imperialismo napoleonico posero fine ad una delle più straordinarie epoche storiche, artistiche e culturali d’Europa. I periodi di dominazione napoleonica e poi austriaca seguiti dai due eventi bellici mondiali, provocarono un lungo periodo di stasi economica, culturale ed artistica, da cui Padova, come il resto del Veneto, si riprese con nuova e rafforzata coscienza a partire dalla seconda metà del XX secolo. Oggi Padova è uno dei maggiori centri economici del Veneto e d’Italia, nodo di comunicazione con il resto d’Europa, splendida città d’arte e di scienza.
Il poeta Virgilio celebra con questi versi la leggenda della mitica fondazione di Padova da parte dell’eroe troiano Antenore. Storicamente Padova sorse oltre tremila anni fa, in epoca paleoveneta, in un’ansa del fiume Brenta. Nel 45 a.C. divenne municipium romano e grazie a fiorenti commerci, fertili terre e abbondanza di corsi d’acqua navigabili, uno dei principali centri dell’Impero Romano. Distrutta dai Longobardi nel 601, dopo l’anno Mille la città si riprese economicamente e si espanse. A partire dall’XI secolo si eressero edifici laici e religiosi: il Duomo, i Palazzi Comunali, le torri nobiliari ed un lungo anello murario a protezione dell’abitato. Nel Duecento sorsero lo Studio Patavino, il Palazzo della Ragione, la Basilica di S. Antonio. Il Trecento fu il “secolo d’oro”: la Signoria dei da Carrara diede impulso ai commerci, all’Università e allo sviluppo artistico e culturale. In seguito, con la caduta dei Carraresi, Padova ed il suo territorio entrarono nel Dominio della Repubblica Serenissima di Venezia. La presenza veneziana (1405-1797) segnò soprattutto il territorio
Piazza delle Erbe
L’itinerario classico.
Il cuore medievale.
Oltre tremila anni di storia hanno lasciato in eredità alla città una miniera di edifici e luoghi storici che si fondono con le più moderne soluzioni architettoniche. L’itinerario classico si snoda lungo un percorso che, toccando tre diverse tappe, svela i simboli della storia di Padova.
Il centro storico di Padova è dominato dal palazzo della Ragione, costruito nel 1218 come sede dei tribunali cittadini e di botteghe commerciali, e da Piazza delle Erbe, dei Frutti e dei Signori in cui si svolge quotidianamente, da lunedì a sabato, da ottocento anni il pittoresco mercato cittadino. Il piano superiore del Palazzo, chiamato il Salone, è una delle più grandi sale pensili affrescate al mondo. Da piazza dei Signori, dove si ammira la Torre dell’Orologio, la candida facciata del palazzo del Capitanio e l’arioso colonnato della Loggia del Consiglio, si giunge alla cattedrale di S. Maria Assunta o Duomo, che nell’annesso Battistero conserva un magnifico ciclo di affreschi di Giusto de’ Menabuoi. Nell’adiacente Museo Diocesano, allestito nei saloni del Palazzo Vescovile, sono conservate preziose opere di oreficeria, pittura, scultura ed incunaboli. Percorrendo le caratteristiche vie dell’antico Ghetto, si torna al cinquecentesco palazzo del Podestà, ora sede del Municipio, opera dell’architetto Andrea Moroni, cui si deve anche la sistemazione del vicino Bo, sede storica dell’Università di Padova. Completa questo scorcio monumentale il neoclassico Caffè Pedrocchi, uno dei locali storici più celebri d’Italia, voluto dal caffettiere-imprenditore Antonio Pedrocchi nel 1831 e progettato dal famoso architetto veneziano Giuseppe Jappelli.
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La “cittadella museale”. Intorno all’Arena Romana (I sec. d.C.) e all’adiacente Piazza Eremitani si concentra la cittadella museale. Monumento d’eccellenza è la cappella degli Scrovegni, custode del ciclo di affreschi realizzato da Giotto agli inizi del Trecento e considerato uno dei massimi capolavori dell’arte di tutti i tempi. Nei vicini Musei Civici Eremitani, la storia di Padova si snoda attraverso le ampie sale archeologiche, la ricca pinacoteca, e i chiostri, un tempo parte del monastero dei monaci Eremitani. Nella chiesa degli Eremitani si ammirano affreschi trecenteschi e i resti della famosa Cappella Ovetari, affrescata da Andrea Mantegna. La cittadella museale si completa con il Museo Bottacin e il Museo delle Arti Applicate e Decorative a Palazzo Zuckermann e con il Polo dei Musei Scientifici dell’Università a Palazzo Cavalli.
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1 Cappella degli Scrovegni 2 Caffè Pedrocchi 3 Basilica di S. Giustina, Madonna col Bambino
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La “cittadella antoniana” e Prato della Valle. Il terzo nucleo monumentale di Padova ruota attorno alla basilica di S. Antonio, chiamata Il Santo. Oltre al grande santuario, vero scrigno d’arte e devozione, si ammirano l’Oratorio di S. Giorgio, la Scuola del Santo, con affreschi di Tiziano, il Museo Antoniano, e poco lontano, il cinquecentesco complesso di Loggia e Odeo Cornaro. A pochi passi da Piazza del Santo si apre l’immensa piazza ellittica di Prato della Valle, circondata dalle acque dell’Alicorno ed impreziosita dalle statue dei personaggi legati alla storia di Padova. Sul lato settentrionale sorge Palazzo Angeli,
4 sede del Museo del Precinema e della Lanterna Magica. Sul lato opposto si affaccia l’antica basilica di S. Giustina, custode delle spoglie della martire, ritratta nella maestosa pala di Paolo Veronese, dell’evangelista Luca, e di molti altri santi e martiri. 4 Donatello, Monumento equestre al Gattamelata 5 Veduta di Padova, cupole Basilica di S. Antonio 6 Prato della Valle, mercatino dell’antiquariato
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7 Basilica di S. Antonio, Altare di Donatello Sotto, veduta di Padova, Palazzo della Ragione
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Padova: città dell’affresco. Padova conserva chilometri di pareti narranti, dove luce e colore si fondono dando vita a storie straordinarie. Fu Giotto, nei primi anni del Trecento, ad esaltare la decorazione a fresco ed inaugurare così una stagione intensa per la pittura narrativa e monumentale. Nel ciclo affrescato alla cappella degli Scrovegni (1303-1305), capolavoro assoluto del maestro toscano, la storia sacra si incarna nella realtà quotidiana, la storia della salvezza dell’umanità si snoda attraverso la vita di Maria e di Gesù,
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5 1 Basilica di S. Antonio, affreschi di Altichiero da Zevio (part.) 2 Cappella degli Scrovegni: affreschi di Giotto, Presentazione di Maria al tempio 3 Cappella degli Scrovegni 4 Incontro alla porta Aurea 5 Museo Diocesano e Palazzo Vescovile, Salone dei Vescovi (part.)
la Passione e la Resurrezione fino al grandioso affresco del Giudizio Universale. Nella seconda metà del Trecento, Guariento, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi, Giusto de’ Menabuoi e Jacopo da Verona svilupparono la tecnica e lo stile di Giotto. Le loro opere decorano i principali edifici religiosi d’epoca medievale: il Battistero del Duomo, la Basilica di S. Antonio, l’Oratorio di S. Giorgio, la Chiesa degli Eremitani, l’Oratorio di S. Michele e l’Accademia Galileiana (un tempo Cappella Carrarese). Sono eccezionali esempi di decorazione a fresco anche le oltre 300 scene che decorano il vasto Salone di palazzo della Ragione, tramandandoci le suggestive teorie astrologiche di Pietro d’Abano, il grande scienziato vissuto tra Duecento e Trecento, e le centinaia di ritratti di vescovi di Padova nel bel Salone dei Vescovi di Palazzo Vescovile. E sono ancora molte le piccole cappelle, gli oratori e i saloni nobiliari ricchi di affreschi che s’incontrano in città.
6 7 6 Battistero del Duomo, affreschi di Giusto de’ Menabuoi (part.) 7 Scuola del Santo, Tiziano, Il marito geloso pugnala la moglie 8 Basilica di S. Antonio, affreschi di Giusto de’ Menabuoi (part.) 9 Palazzo della Ragione, interno del Salone (part.)
8 Da non perdere, gli affreschi di Tiziano nella scuola del Santo, le storie di Maria nella Scuola della Carità, opera di Dario Varotari, e le brillanti scene affrescate nella scoletta del Carmine, opera di Girolamo del Santo, Domenico e Giulio Campagnola e Stefano dell’Arzere, i quarantaquattro giganteschi eroi che sfilano nella Sala dei Giganti, ed infine le storie di S. Rocco, affrescate nell’omonimo oratorio vicino alla Chiesa di S. Lucia.
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Padova: città di scienza e sapere. conserva intatto il più antico teatro anatomico stabile del mondo ed alcuni siti di grande valore storico come la trecentesca Aula di Medicina, la cattedra di Galileo Galilei, professore a Padova dal 1592 al 1610, l’Aula Magna, antica Scuola Grande dei Legisti e il doppio chiostro moroniano, decorati dagli stemmi di studenti e professori insigni. Un altro tesoro scientifico è l’Orto Botanico. Fondato nel 1545 per lo studio dei Semplici (piante medicinali), è il più antico orto botanico universitario del mondo che abbia mantenuto la sua sede originaria.
Padova è la città ideale per ripercorrere il cammino dell’uomo nel campo della scienza, della tecnica, della creatività. Dal 1222, anno di fondazione dello Studio Patavino, l’evoluzione scientifica e tecnologica ha segnato tappe fondamentali grazie alla presenza di personalità illuminate e geniali e ad un clima di massima libertà e vivacità culturale. Oltre al prestigioso polo scientifico-sanitario è di recentissima costituzione un centro di rilevanza europea interamente dedicato alle nanotecnologie. L’Università di Padova è una delle più antiche del mondo (la seconda in Italia dopo Bologna). La sede storica, il Bo,
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1 Università di Padova, Palazzo Bo, Aula Magna 2 Museo del Precinema-Collezione Minici Zotti 3 Università di Padova, Palazzo Bo, Teatro Anatomico
Vi si conservano circa 6000 piante, esotiche, medicinali, velenose ed insettivore: la più antica vivente è una palma di S. Pietro, piantata nel 1585, detta “Palma di Goethe” da quando il poeta, dopo averla studiata, espresse le proprie intuizioni evolutive nel saggio La Metamorfosi delle piante. Dal 1997 l’Orto Botanico è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio mondiale dell’umanità. La torre dell’Osservatorio, detta La Specola, fu istituita nella seconda metà del Settecento per sperimentare le teorie astronomiche. Innalzata sulla Torlonga, un’antica torre del sistema fortificato del castello, è oggi sede di un museo che ospita tra l’altro una grande Meridiana e strumenti di osservazione provenienti da diversi Paesi. Fanno da corollario all’ambiente universitario numerosi Musei Scientifici, come il Museo di Geologia e Paleontologia, il Museo di storia della Fisica, il Museo di Mineralogia, Istituti di ricerca e sperimentazione
4 scientifica, Centri e laboratori legati allo Studio. Sarà inoltre visitabile a breve (l’inaugurazione è prevista per il 2009) il Museo della Medicina e della Salute. Ospitato nel quattrocentesco Ospedale di S. Francesco Grande, illustrerà la grande tradizione medico-scientifica e l’evoluzione dell’assistenza sanitaria a Padova.
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4 Osservatorio Astronomico, Museo La Specola 5 Università di Padova, Palazzo Bo, Sala dei Quaranta e Cattedra di Galileo Galilei 6 Orto Botanico
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Padova: città dinamica.
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Vitale, creativa, dinamica. Padova racchiude fascino antico e radicate tradizioni culturali abbinati all’energia e alla dinamicità delle più moderne città metropolitane. Il traffico ha abbandonato da lungo tempo il cuore cittadino che si è trasformato in un ampia isola pedonale dove si affacciano le boutiques delle firme più prestigiose della moda, negozi di gastronomia, deliziose botteghe di artigianato artistico locale, librerie antiche e moderne, caffè storici e d’atmosfera, locali raffinati e trendy. Edifici antichi convivono con ardite forme di architettura contemporanea, tra le quali spicca il monumento “Memoria e Luce” realizzato da Daniel Libeskind. Il geniale architetto “decostruttivista” di origini polacche, vincitore del concorso per la ricostruzione dell’area Ground Zero di New York, ha realizzato a Padova un suggestivo memoriale, in cui è racchiusa una trave d’acciaio del World Trade Centre, donata dal Dipartimento di Stato Americano al Comune di Padova, in ricordo delle tante vittime dell'attentato alle torri gemelle di N.Y. L’Antico Ghetto, con le caratteristiche viuzze tortuose e porticate, i palazzetti medievali, i prestigiosi edifici storici, è diventato quartiere di tendenza che racchiude negozi innovativi e d’antiquariato, raffinati ristoranti e vecchie osterie. Le grandi piazze monumentali delle Erbe, dei Frutti, e dei Signori risuonano
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1 Palazzo della Ragione, part. Loggia 2 Antico Ghetto 3 Palazzo Moroni e Caffè Pedrocchi
tutte le mattine del vociante e pittoresco mercato quotidiano, da ottocento anni luogo d’incontro prediletto dai padovani. Nelle sere d’estate le piazze si affollano dei tavolini dei caffè all’aperto che spesso offrono anche musica dal vivo. È diventata la mecca dei negozi griffati la piccola via S. Fermo: qui troverete tutte le firme più importanti dell’alta moda che proseguono in Galleria Borromeo e nelle vie che circondano Piazza Insurrezione. Dall’Università verso la Basilica del Santo potrete curiosare tra le numerosissime librerie, antiche e moderne, generiche o specializzate, e ammirare le invitanti vetrine dei negozi che espongono i prodotti enogastronomici tipici. Non dimenticate di guardare verso l’alto: rimarrete incantati dal susseguirsi delle preziose facciate dei palazzi storici, tra cui il medievale Palazzo Zabarella, trasformato in prestigiosa sede di incontri culturali e mostre di alto livello. Piazza del Santo e dintorni sono i luoghi ideali per scovare souvenir e immortalare alcuni dei monumenti simbolo della città, la Basilica del Santo, la statua del Gattamelata, il Prato della Valle, l’Orto Botanico o scoprire musei unici come il Museo del Precinema e della Lanterna Magica ospitato nell’antico Palazzo Angeli. Nelle pause dello shopping riposate il corpo e la mente in uno dei numerosi locali che offrono specialità gastronomiche tipiche o internazionali. La cucina tradizionale è ancora molto diffusa e gli antichi sapori sono spesso rivisitati in chiave attuale, secondo la più moderna sensibilità gastronomica. Gli amanti della cucina straniera, esotica o speziata, rimarranno stupiti dal gran numero di ristoranti e locali dove gustare specialità etniche. L’instancabile programmazione
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culturale si riflette nella fioritura di sempre nuovi spazi artistici, come gallerie d’arte, sedi espositive, spazi polifunzionali, e nei fitti cartelloni delle stagioni espositive, musicali, teatrali, congressuali. D’estate le piazze e i giardini cittadini sono lo scenario ideale per spettacoli teatrali, concerti o intensissime rassegne cinematografiche all’aperto. Appena fuori porta si trovano gli ampi spazi per i megaconcerti di musica pop e leggera, le discoteche e i locali estivi, dove le parole d’ordine sono divertimento e socializzazione. Fa parte del riscoperto interesse dei padovani per i propri corsi d’acqua, il recente sviluppo in chiave turistica della navigazione interna di canali e fiumi
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che attraversano o circondano la città. Da marzo a ottobre gli itinerari fluviali diurni o notturni offrono suggestive vedute delle mura, dei bastioni cittadini e inusuali scorci del centro storico. Grazie ai poli universitario e fieristico, è ricca anche l’attività congressuale: un’ampia gamma di realtà strutturate per soddisfare la sempre crescente domanda degli operatori del comparto turistico congressuale. Cultura, arte, scienza, spettacolo, shopping, buona tavola, vita notturna: sia che vi fermiate per un giorno o per una lunga vacanza Padova vi stupirà con l’incredibile gamma di attività che vi saprà offrire. 4 Piazza delle Erbe, mercato 5 Prato della Valle
6 Memoriale “Memoria e Luce” di D. Libeskind
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I luoghi della fede.
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Itinerari sacri. L’ampia ed immediata diffusione del Cristianesimo nel padovano è testimoniata dall’immenso patrimonio architettonico-religioso costituito da chiese, cappelle, luoghi sacri, monasteri ed abbazie, presenti su tutto il territorio. Secondo la tradizione, nel 304 presso Prato della Valle fu martirizzata di spada Giustina, aristocratica romana: sul luogo della tomba nel 530 d.C. furono eretti in suo onore una basilica ed un sacello. Ancora oggi la basilica di S. Giustina rappresenta una delle più antiche testimonianze di fede ed architettura cristiana nel territorio padovano. Oltre alla cinquecentesca basilica vi si ammirano l’antichissimo sacello del VI sec., elementi dell’antica basilica romanica (XII-XIII sec.), il pozzo dei martiri. L’annesso monastero benedettino con chiostri affrescati, comprende una ricca biblioteca e il centro per restauro del libro antico.
1 Basilica di S. Giustina 2 Basilica di S. Antonio 3 Basilica di S. Giustina, Corridoio dei martiri 4 Duomo e Battistero 5 Chiesa di S. Nicolò 6 Chiesa degli Eremitani, B. Ammannati, Tomba di M. M. Benavides 7 Musei Civici Eremitani, Guariento, Angeli
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4 Alle cupole della Basilica di S. Giustina fanno da contrappunto quelle, vicinissime, della basilica di S. Antonio. Il grande santuario, meta ogni anno di milioni di fedeli e visitatori da tutto il mondo, fu iniziato nel 1232, pochi mesi dopo la morte di S. Antonio, per custodire le spoglie del Santo, e già nel 1310 svettava con cupole, minareti e cappelle radiali, in seguito arricchite
Oltre alle grandi basiliche, a Padova s’incontrano moltissime chiese, cappelle e oratori, spesso situati al di fuori degli itinerari più battuti, ma ricchissimi di storia e arte. Le opere di Andrea Mantegna nella chiesa degli Eremitani, anche se in gran parte perdute con i bombardamenti del 1944, racchiudono i segreti del rinascimento. L’appartata chiesa di S. Maria del Carmine conserva nella piccola scoletta un prezioso ciclo di affreschi cinquecenteschi. La suggestiva piccola chiesa romanica di S. Nicolò custodisce opere di Jacopo Montagnana, Stefano dall’Arzere
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da splendide opere d’arte realizzate tra il XIII secolo e i giorni nostri. La terza grande basilica della città è la cinquecentesca Cattedrale di S. Maria Assunta, edificata su una basilica romanica del 1075, sorta a sua volta sul sito di un’antichissima domus ecclesiae. Nell’annesso Battistero s’incontra lo splendido ciclo di affreschi di Giusto de’ Menabuoi. L’impatto con il grandioso Paradiso della cupola è mozzafiato: centinaia di santi disposti in cerchi concentrici attorno alle figure di Cristo Pantocratore e della Madonna vegliano sul sottostante fonte battesimale, collocato sul luogo dove un tempo si trovava il sarcofago di Francesco il Vecchio da Carrara, Signore di Padova dal 1350 al 1388. Un altro santuario molto venerato si trova poco lontano da Prato della Valle: è il Santuario di S. Leopoldo Mandic, che conserva le spoglie e la cella-confessionale dell’amato santo di origini dalmate. A nord della città, infine, sorge il Santuario antoniano dell'Arcella, dove S. Antonio morì nel 1231.
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e Giandomenico Tiepolo. Si respira una mistica atmosfera medievale nell’austera chiesa di S. Sofia, uno dei più antichi edifici della città. È mimetizzata nell’ampio portico la chiesa di S. Francesco Grande che conserva una grande pala di Paolo Veronese e Pietro Damini e affreschi cinquecenteschi e il bronzeo monumento Roccabonella, bella opera scultorea quattrocentesca di Bartolomeo Bellano e Andrea Briosco. Sono capolavori più recenti la chiesa di S. Gaetano progettata da Vincenzo Scamozzi sul finire del XVI secolo ricoperta di marmi e affreschi, e la chiesa di santa Maria del Pianto, detta del Torresino per la torre merlata centrale. Pochi sanno che il famoso musicista settecentesco Giuseppe Tartini, celebre per Il trillo del diavolo, è sepolto nella chiesa di S. Caterina. Ci riserva un’insospettata sorpresa anche l’appartata chiesa di S. Massimo: tre splendide pale di Giovan Battista Tiepolo e la tomba dell’illustre medico Giovan Battista Morgagni, a cui fu assegnata nel 1711 la prima cattedra di Medicina teorica all’Università di Padova. Poco fuori Padova, a Pozzoveggiani, si trova l’antica chiesa di S. Michele, ricca di testimonianze che risalgono al periodo tardo-antico. Anche la provincia di Padova è ricca di luoghi sacri, che nei secoli hanno rappresentato luoghi di fede
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1 Monteortone di Abano T., Santuario Madonna della Salute 2 Padova, Chiesa di S. Michele Pozzoveggiani Qui sotto, Abbazia di Praglia
1 cultura e ricerca. Tra questi di particolare suggestione i monasteri e gli eremi. Nel verde dei colli Euganei si trova l’abbazia di S. Maria di Praglia, fondata nell’XI secolo e, nel Medioevo e Rinascimento, caposaldo della colonizzazione agricola benedettina in tutto il territorio a ovest di Padova. Nel 1448 l’abbazia venne ampliata e risistemata con la realizzazione dell’elegante chiesa su disegno di Tullio Lombardo e la ricostruzione di parte del monastero. La chiesa conserva vari affreschi e dipinti di scuola veneta ed un crocifisso ligneo attribuito alla cerchia di Giotto. Il monastero racchiude bei chiostri, la preziosa sala del Capitolo, il refettorio monumentale e la famosa “divina loggetta” immortalata dallo scrittore Antonio Fogazzaro nel romanzo Piccolo mondo moderno (1901). L’abbazia è conosciuta universalmente per l’importante attività di restauro di libri antichi e codici miniati, svolta dai monaci stessi. La cima del Monte Rua ospita sin dal 1339 un eremo camaldolese di clausura non visitabile, ma dalle vicinanze dell’eremo si può godere di una splendida vista panoramica sui colli e sulla pianura circostante.
Nell’Estense sorge l’antica abbazia di S. Maria di Carceri: l’immenso complesso comprende chiesa, abbazia, chiostri e foresteria e fu in parte trasformato in villa sul finire del ‘600. Conserva antichissime parti di epoca romanica, il chiostro rinascimentale, il prezioso battistero, le sale affrescate dell’ex Biblioteca, ed un ricco Museo della Civiltà Contadina. Non lontano da Carceri, a Urbana si trova il monastero di S. Salvaro con l’antica chiesa risalente all’XI secolo e affreschi del XIII secolo. All’interno dell’ex monastero è ospitato il Museo delle Antiche Vie, che attraverso mappe, documenti e reperti ricostruisce la storia del territorio in cui sorge il monastero.
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4 5 La chiesa abbaziale di S. Stefano, a Due Carrare, a cui un tempo era annesso un importante complesso monastico risalente ai primi anni dopo il Mille, è un prezioso documento architettonico dell’arte romanica in terra veneta. La chiesa racchiude un antico pavimento a mosaico (secc. XI e XIV) ed il sarcofago marmoreo di Marsilio da Carrara, signore di Padova, morto nel 1338. Moltissimi i luoghi legati al culto mariano e la cui esistenza è spesso legata ad eventi miracolosi. A Monteortone di Abano Terme sorge il santuario di S. Maria di Monteortone, dove nel 1428, a seguito di una pestilenza, la Madonna apparve ad un cavaliere malato invitandolo ad entrare nell’acqua dove il cavaliere trovò un’immagine della Beata Vergine, subito divenuta oggetto di culto. All’interno del santuario, oltre alla sacra immagine, sono custoditi affreschi di Jacopo da Montagnana e una pala di Palma il Giovane. Sempre sui colli Euganei, sul Monte della Madonna (Teolo), si trova il cinquecentesco santuario della Madonna del Monte. Una Madonna delle Grazie è venerata nella basilica d’Este, edificata nel 1717 sul luogo di un precedente santuario per custodirvi una tavola bizantina della Vergine, ritenuta miracolosa. E sempre a Maria è dedicato il santuario del Tresto, in località Ospedaletto
Euganeo. Sorta nel 1468 in seguito a una visione della Madonna da parte di un barcaiolo, la chiesa conserva una decorazione originale e tele di maestri veneti, tra cui la Madonna miracolosa attribuita a Jacopo da Montagnana. Un’edicola all’esterno dell’edificio protegge la fonte che si ritiene miracolosamente sgorgata durante la costruzione della chiesa. A Piove di Sacco, capoluogo della verde Saccisica, sorgono due importanti edifici religiosi: il Duomo di S. Martino e il Santuario della Madonna delle Grazie, che conserva una Madonna col Bambino di Giovanni Bellini. A S. Antonio è dedicato il piccolo ma suggestivo santuario del Noce di Camposampiero. Secondo la leggenda la chiesetta sarebbe stata costruita sul luogo in cui S. Antonio tenne una memorabile predica dall’alto di un noce. All’interno, un completo ciclo di affreschi, opera del pittore cinquecentesco Girolamo del Santo, rievoca scene di miracoli e vita antoniana, mentre la pala d’altare che rappresenta la predica di S. Antonio dal noce è opera autografa di Andrea da Murano (1486).
3 Torreglia, Eremo Monte Rua 4 Camposampiero, Santuario antoniano del Noce 5 Piove di Sacco, Santuario Madonna delle Grazie, Madonna col Bambino di Giovanni Bellini Qui sotto, Abbazia di Carceri
Una provincia d’acque. Il primo nucleo della futura città di Padova si formò attorno al XII secolo a.C. in un’ampia ansa del Medoacus, l’antico Brenta: da allora la storia di Padova e del territorio circostante sarà sempre segnata dalle acque. Già nel I secolo d.C. il famoso storico Tito Livio rendeva omaggio all’abilità nella navigazione degli antichi patavini descrivendo la loro gloriosa vittoria sulla flotta del re spartano Cleonimo nel 302 a.C. Da quest’epoca, il trasporto fluviale cominciò ad intensificarsi sempre più fino alla costruzione del grande porto con botteghe e fondaci in età romana.
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1 Secondo Strabone, famoso geografo greco, Padova superava per importanza tutte le altre città della regione e la quantità di merci che da qui partivano per il mercato di Roma confermava la presenza di una popolazione fiorente ed industriosa. Dopo la crisi seguita alle invasioni barbariche ed al decadimento generale del territorio, la ripresa vide le acque ancora una volta protagoniste. Dopo l’anno Mille, i corsi d’acqua assunsero una sempre maggiore importanza strategica, giocando un ruolo rilevante nelle lotte per la supremazia territoriale. Erano fondamentali sia come fonte di sostentamento della popolazione, sia come risorsa economica, oltre che come via di comunicazione. Sia in epoca comunale, che in seguito durante la signoria carrarese e la dominazione veneziana, gli interventi volti a controllare e sfruttare le acque della provincia portarono alla realizzazione di una fitta rete di canali artificiali navigabili. Questo reticolo collegava Padova con la campagna circostante e con tutte le città venete sboccando nella laguna di Venezia e al mare, i principali punti di scambio commerciale.
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Corsi d'acqua padovani Argine lungo il Canale Battaglia Palude di Onara Canoe sul fiume Bacchiglione Padova, tratto dell’anello fluviale che costeggia le antiche mura
8 Riviera del Brenta, Battello turistico di fronte a Villa Giovanelli di Noventa Padovana 9 Padova, Porta Ognissanti 10 Battaglia Terme, Museo della Navigazione Fluviale
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Durante i quattro secoli di dominazione della Repubblica Serenissima granaglie, prodotti agricoli, legnami, marmi, pietre calcaree dei Colli Vicentini e la pregiata trachite dei Colli Euganei arrivavano dall’entroterra a Venezia via acqua. Sempre a quell’epoca risalgono le splendide ville che ancora oggi impreziosiscono le rive dei fiumi navigabili e i Colli Euganei. I ricchi patrizi veneziani giungevano alle loro dimore in Padova e sui Colli Euganei percorrendo fiumi e canali, soprattutto lungo il Brenta ed il Piovego. Lungo le vie fluviali s’incontrava ogni tipo di imbarcazione,
6 I burci (o burchi), avevano una grande capacità di attraccare dovunque poggiando sulla riva. Essi sono ricordati anche da Dante nella Divina Commedia “come talvolta stanno a riva i burchi che parte sono in acqua e parte in terra… (Inferno, canto XVII, vv 19-20)".
7 8 tra cui zattere di tronchi, peote, burci, gondole, sandoli, padovane e burchielli. Il Bacchiglione, antica via fluviale tra Vicenza e Padova, è ancora oggi la primaria fonte d'acqua per la città: la città viveva e vive delle acque che entrano da Sud e scorrono lungo le mura cinquecentesche fino al Castello medievale, dove poi, dividendosi in Tronco Maestro e Naviglio Interno, racchiudono il nucleo antico della città. Negli ultimi anni si è avviato un programma di ripristino dei corsi d’acqua
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e di riapertura delle vecchie conche di navigazione, che ha permesso la ripresa della navigazione lungo le antiche vie d'acqua, come il percorso fluviale lungo mura e bastioni, o quello lungo la Riviera Euganea tra un incantevole paesaggio naturale. La storia dei barcari, le vicende dei corsi d’acqua padovani sono ampiamente documentati nell’interessantissimo Museo della Navigazione Fluviale a Battaglia Terme, che espone oltre quattromila reperti tra imbarcazioni fluviali, equipaggiamenti, fotografie storiche, carte di navigazione libri e documenti.
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Terme Euganee: oltre duemila anni di benessere e salute.
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2 Immerse nel verde rigenerante del parco dei Colli Euganei, le Terme Euganee, con i due centri principali di Abano e Montegrotto, ed i più piccoli di Galzignano, Battaglia e Monteortone di Teolo, rinomati in tutto il mondo per la fangobalneoterapia, sono il luogo ideale per ritrovare equilibrio, benessere e bellezza. Il segreto è nell’acqua di origine meteorica: dagli incontaminati bacini delle Prealpi a circa 2000 m. d’altezza essa scorre in un lungo percorso sotterraneo arricchendosi di sostanze minerali (tra cui sodio, potassio, magnesio, iodio e silicio) e riaffiora nel territorio delle Terme Euganee ad una temperatura di 87° C. Quest’acqua, unica al mondo, è alla base del processo di maturazione, conservazione e rigenerazione del fango termale, ineguagliabile per le proprietà salso-bromo-iodiche e le capacità terapeutiche. La ricchezza naturale dell’acqua contraddistingue il bacino termale euganeo da millenni, una tradizione che ha radici nella lontana protostoria e che si è mantenuta inalterata fino ad oggi. I Veneti antichi avevano qui un loro santuario lacustre particolarmente frequentato tra l’VIII ed il III secolo a.C., mentre in epoca
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romana, tra il I ed il II secolo d.C., la Fons Aponi (Sorgente di Apono, divinità legata all’acqua) divenne uno dei più importanti e famosi centri termali, utilizzato a fini curativi e sede del misterioso culto dell’oracolo di Gerione, a cui si sarebbe rivolto anche il giovane Tiberio, futuro imperatore, per ottenere le sortes dal lancio dei dadi nella fonte sacra. Nel Trecento gli illuminati signori Da Carrara avviarono importanti studi sui fanghi continuati dalla scuola di Medicina dell’Università di Padova. Nel Settecento vennero alla luce importanti ritrovamenti archeologici a testimonianza dell’antichissimo utilizzo delle acque termali e della presenza in epoca romana di insediamenti attrezzati per l’accoglienza della clientela e per le terapie, con spazi per ritemprare anche lo spirito nelle diverse esigenze: religiosa, culturale e ludica. Oggi, come duemila anni fa, le Terme Euganee 1 Abano T., Ingresso monumentale al Montirone 2 Montegrotto T., Villa Draghi Qui a fianco, Terme Euganee, Fangoterapia 3 Piscina termale 4 Montegrotto Terme, Museo Internazionale del Vetro d’Arte e delle Terme. 5 Golf nei Colli Euganei
Montegrotto Terme, Butterfly Arc, La casa delle farfalle
3 sono il luogo ideale dove ritrovare un benessere globale, in un ambiente in cui ogni attività è legata alla millenaria armonia tra uomo e natura, dove è facile dimenticare i ritmi stressanti della vita quotidiana, abbandonarsi a piacevoli percorsi rigeneranti, orientarsi ad una vita più sana. Gli oltre 100 alberghi sono tutti attrezzati per i trattamenti termali (fangobalneoterapia, terapie inalatorie, massoterapia) ed estetici con splendide piscine e moderne palestre. L’ospite è accolto e seguito da personale specializzato, le cure e le altre attività si svolgono in un’atmosfera di piacevole relax e divertimento in un ambiente cordiale e professionale. Le proprietà curative del fango sono garantite dagli studi e dai monitoraggi condotti dal Centro Studi Termali Pietro D’Abano in collaborazione con l’Università di Padova, mentre gli stabilimenti termali si attengono a severi criteri qualitativi per garantire all’ospite sicurezza e massima qualità. E dopo i trattamenti termali? Oltre a palestre, campi da tennis immersi nel verde e piscine, l’ambiente naturale circostante offre numerose possibilità per praticare sport e attività fisica. Cinque campi da golf, maneggi e centri per l’equitazione, percorsi a cavallo lungo itinerari panoramici, biciclette per scoprire in libertà
i tesori naturalistici e architettonici del Parco Colli, una fitta rete di sentieri pedonali tra le colline e, per alpinisti e rocciatori, i Colli Euganei racchiudono perfino una palestra naturale di roccia (Rocca Pendice). Anche il patrimonio storico-artistico è ampio e vario: monumenti, ville, castelli, monasteri, abbazie, musei, costellano il territorio. L’offerta culturale comprende rassegne musicali e teatrali di livello nazionale ed internazionale. Il contatto con la tradizione popolare
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locale è garantito da una miriade di sagre e feste paesane. Il buonumore è assicurato dall’ottima cucina locale. L’ambiente naturale offre soprattutto in due stagioni, la primavera e l’autunno, la possibilità di gustare piatti speciali a base di erbette spontanee, ortaggi, funghi e prodotti del sottobosco. Il tutto accompagnato dagli eccellenti vini dei Colli Euganei, esaltati già da Petrarca e da Ruzante, e ora protetti dal marchio DOC.
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Ville e castelli. Dal Medioevo ai giorni nostri la provincia di Padova, da sempre al centro degli eventi storici, si è arricchita di possenti castelli e roccaforti, di eleganti ville e lussureggianti giardini, alla ricerca della perfetta simbiosi tra l’intervento dell’uomo e il paesaggio naturale. Nella fascia sud-occidentale della provincia di Padova si snoda un affascinante itinerario tra castelli e città murate, dove è ancora possibile cogliere gli antichi echi del misterioso mondo medievale. A breve distanza l’uno dall’altro sorgono il castello di S. Pelagio, appartenuto nel Trecento ai Carraresi e trasformato in prestigiosa sede del Museo dell’Aria dall’arch. Avesani nella seconda metà del Novecento; il castello del Catajo, in realtà una villa privata, che deve il suo aspetto fortificato alla passione per le armi ed il guerreggiare del suo famoso committente Pio Enea I degli Obizzi, capitano di ventura della Serenissima e inventore dell’obice (cannone d’assedio), ed infine il castello di Monselice, ricco di arredi e collezioni, è esempio eclatante della trasformazione in dimora nobiliare di un edificio fortificato medievale. I Colli Euganei racchiudono due dei più antichi castelli del padovano: il castello di S. Martino della Vanezza, nel territorio di Cervarese S. Croce, risale al Mille e oggi ospita il Museo del fiume Bacchiglione; il castello di Valbona, all’estremità occidentale dei Colli Euganei, fu invece caposaldo dei Carraresi, e costituisce uno dei più interessanti esempi di fortificazione militare medievale. Oggi ospita un ristorante ed una mostra fotografica permanente sui castelli padovani. Le ville nobiliari sono tra le perle più preziose del padovano. Spesso circondate da ampi giardini o secolari parchi, incastonate in siti
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1 Battaglia Terme, Castello del Catajo 2 Monselice, Castello, sala con camino carrarese (part.) 3 Lozzo Atestino, Castello di Valbona 4 Due Carrare, Castello di S. Pelagio, Sala delle mongolfiere
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1 incantevoli tra i colli o lungo i corsi d’acqua, esse costituiscono monumentali complessi di enorme valore storico ed artistico. Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, completata da un vasto parco con laghetto e isolotto, è sicuramente la villa più maestosa e scenografica della provincia di Padova. Sorta nel Cinquecento sulle fondamenta di un antico castello, ed ampliata nella seconda metà del Seicento, conserva alcuni elementi architettonici di estremo interesse tra cui la “Sala della chitarra rovesciata”, la cui particolare conformazione garantisce un’acustica eccezionale. A Piombino Dese sorge Villa Cornaro, ideata da Andrea Palladio tra il 1551 ed il 1552. E’ una villa monumentale con armonioso salone interno decorato da candide statue e colonne. Non lontano s’incontra
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villa Marcello, in stile palladiano, con ampie barchesse, giardino assai curato e splendidi saloni affrescati con scene della vita di Alessandro Magno e degli dei dell’Olimpo. I Colli Euganei, siti particolarmente cari ai patrizi veneziani, si popolarono tra il Quattrocento ed il Settecento di splendide dimore nobiliari. L’incantevole villa Emo Capodilista, opera di Dario Varotari, sorge in superba posizione su di un rialzo collinoso, la Montecchia presso Selvazzano. A Luvigliano s’incontra uno dei primi esempi di architettura improntata al gusto ‘pittorico’ tipicamente veneto: è la bella villa dei Vescovi, progettata da Giovanni Maria Falconetto nel Cinquecento.
6 Per chi desidera conoscere alcuni aspetti degli ultimi anni di vita del sommo poeta Francesco Petrarca, è tappa d’obbligo la villa di Arquà, che il Poeta abitò dal 1370 al 1374, anno della sua morte. E’ caratterizzata da una magica aura di fiaba e immersa in un maestoso parco jappelliano la candida villa Selvatico-Sartori sul Colle S. Elena, a Battaglia Terme. Impossibile citare tutte le numerose ville 5 Piombino Dese, Palladio,Villa Cornaro 6 Arquà Petrarca, casa di Francesco Petrarca Qui sotto, Piazzola sul Brenta, Villa Contarini
5 che sorgono tra Monselice, Este e Montagnana, scenari prediletti di artisti, poeti, scrittori, italiani e stranieri, del passato e contemporanei. Tutta la zona, assieme ai Colli Euganei, può essere la meta ideale per riscoprire i luoghi dove vissero e trassero ispirazione poeti trobadorici, o personaggi del calibro di Byron e Shelley, Foscolo, Fogazzaro, fino a Bruce Chatwin. Anche la verde e riposante Saccisica custodisce dei gioielli di inaspettato valore, come la seicentesca villa Widmann, a Bagnoli di Sopra, voluta dalla famiglia Widmann come “luogo dell’utile e di delizia”. Nel suo piccolo teatro ospitò Carlo Goldoni. Oggi nelle ampie cantine ha sede il Consorzio per la tutela dei Vini DOC di Bagnoli e dello Stradon del Vin Friularo. La bella villa Garzoni-Carraretto a Candiana, risalente al 1537-40, è probabilmente l’unico capolavoro in terraferma di Jacopo Sansovino. Altra bella dimora di campagna che conserva intatta la sua originaria struttura architettonica del Cinquecento è villa Roberti a Brugine. La decorazione a fresco dei saloni è in parte opera di Paolo Veronese. Nel vasto parco che circonda la villa si tiene ogni prima domenica del mese un frequentatissimo mercatino dell’usato e dell’antiquariato.
Parchi secolari e raffinati giardini.
1 Percorrere i lunghi viali di parchi secolari, aggirarsi tra i profumi ed i colori di curatissimi e raffinati giardini, osservare all’opera i maestri giardinieri, sono i modi migliori per avvicinarsi allo straordinario patrimonio delle antiche ricchezze naturali del nostro territorio. Il seicentesco parco di villa Barbarigo a Valsanzibio è senza dubbio uno dei luoghi veneti più emblematici. Calato in uno splendido scenario collinare, ricco di essenze secolari e pregiate, esso è organizzato in vari punti focali e panoramici, come il grande labirinto in bosso, il monumentale Bagno di Diana, l’Isola dei Conigli,
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le grandi peschiere, i laghetti, le numerose fontane e statue. Gli splendidi effetti cromatici della fioritura delle rose caratterizzano i mesi primaverili e d’inizio estate della bella villa Emo a Rivella di Monselice. Due lunghe peschiere bordate di calle e di ireos, colme di ninfee e corredate di due ampie bordure di rose caratterizzano la geometria del giardino antistante la villa, mentre una lunga galleria di carpini e siepi in bosso ne costituiscono il tracciato forte ed immutabile. Circondata da uno splendido parco di otto ettari è pure villa Miari de’ Cumani, a S. Elena d’Este, a cui le mura merlate alla ghibellina e la possente torre conferiscono l'aspetto di villa-castello. Il vasto complesso include la casa dominicale, i rustici, la serra, l'eremitaggio, il Ninfeo, il grande brolo con peschiera e il parco con grotta, laghetto e altri elementi architettonici di decoro.
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La lussureggiante fascia verde che circonda villa Pisani-Scalabrin a Vescovana, articolata in giardino all’italiana e parco romantico all’inglese, fu decantata nel diario di viaggio “Holidays spent on a Doge’s farm” della scrittrice inglese Margaret Symonds che soggiornò qui nel 1880. Si snoda tra immensi platani e querce secolari il percorso di visita al bel parco di Frassanelle, che integra elementi del giardino ideale anglosassone
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6 Noventa Padovana, Villa Valmarana 7 Noventa Padovana, Villa Giovannelli 8 Vescovana, Parco di Villa Pisani Scalabrin 9 Rivella di Monselice, Villa Emo 10 Battaglia Terme, Villa Selvatico Sartori
con elementi del giardino romantico diffusi nel Veneto per merito di Giuseppe Jappelli. Di particolare suggestione le grotte in cui si alternano con sapienza scenografica luci ed ombre. La rinomata Riviera del Brenta con le splendide ville, che si allineano lungo il fiume, apre le sue porte a Noventa Padovana. Qui sorgono villa Giovannelli, costruita in stile palladiano nel 1670 ed ampliata nel 1738 in occasione del passaggio di Amalia di Polonia diretta a Napoli per sposare Carlo di Borbone, villa Grimani Valmarana, eretta nel ‘400, che conserva affreschi settecenteschi a tema paesaggistico ed esotico, e villa Giustiniani ampio complesso rurale risalente a fine ‘500 ma ampliato e ristrutturato nel ‘700 con una luminosa facciata rococò. Il suggestivo itinerario della Riviera del Brenta, da Padova a Venezia attraverso i centri principali di Strà, Dolo e Mira, può essere percorso in battello, in auto, o per gli amanti della bicicletta, lungo le piste ciclabili. 1 2 3 4 5
Bagnoli di Sopra, Villa Widmann Valsanzibio di Galzignano Terme, Villa Barbarigo S. Elena d’Este, Villa Miari de’ Cumani Selvazzano, Villa Emo Capodilista “La Montecchia” Valsanzibio di Galzignano T, Villa Barbarigo
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Le città murate. Il ruolo strategico rivestito dal territorio padovano in epoca medievale è testimoniato dalle quattro città murate di Cittadella, Monselice, Este e Montagnana, che, nel loro insieme, costituiscono una vera e propria antologia dell’arte fortificatoria. Cittadella rappresenta in Europa l’unico borgo fortificato di pianura concepito a perimetro ellittico e perfettamente conservato. La cinta muraria, lunga 1461 m., a pianta poligonale con trentadue torri e quattro porte fortificate, fu eretta a partire dal 1220. Le quattro torri principali erano a difesa dei quattro ingressi alla città: Porta Bassano, Porta Treviso, Porta Vicenza e Porta Padova (o Porta Nuova, con l’orologio civico e le insegne del Comune di Padova e dei Carraresi). Porta Padova incorpora la chiesa di Santa Maria del Torresino (1220) ed il carcere della Torre di Malta (menzionata nella Divina Commedia di Dante, Paradiso, IX, 54), ora sede di mostre ed eventi culturali. Interessanti gli affreschi di Jacopo da Ponte e le tele di Palma il Giovane conservate nel Duomo settecentesco che racchiude anche l'antico cenobio del 1300. Notevoli anche il Museo del Duomo, con arredi sacri e reliquiari, l'ottocentesco Teatro Sociale, la cui facciata fu disegnata da Giuseppe Jappelli, il Palazzo Municipale del XIV sec., il Palazzo Pretorio (XIV sec.), la Podesteria e la Casa del Podestà e il Museo Civico Archeologico, ospitato alla Torre di Malta. Definita fin da tempi antichi “porta” degli Euganei, ponte tra i colli e la pianura fino al mare, Monselice si sviluppò
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Cittadella Cittadella, particolare di Porta Bassano Cittadella, Teatro Sociale Cittadella, facciata del Duomo
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Qui sopra, Cittadella, Palazzo Pretorio, particolare affreschi
1 principalmente a partire dall’epoca romana, quando fu data l’impostazione difensiva alla Rocca, la fortificazione sul colle di Monselice, in seguito potenziata dai Longobardi nel V secolo. Nel 1239 la città fu ulteriormente rafforzata per volere dell’imperatore Federico II che completò la cinta muraria e fece erigere Castello, Mastio e Torre di Piazza. Contesa da estensi, carraresi e scaligeri, passò definitivamente ai veneziani nel Quattrocento che la governarono fino alla fine del Settecento.
3 La splendida passeggiata della via del Santuario ripercorre le principali tappe storiche di Monselice. Annunciata dalla ex chiesa di S. Paolo, con cripta altomedievale, la passeggiata conduce al possente Castello, edificio con armeria, sale trecentesche con decorazione carrarese, elegante cortile veneziano e antiquarium longobardo. Superata la cinquecentesca villa Nani-Mocenigo, si trova l’antica Pieve di S. Giustina, risalente al 1256 con aggiunte quattrocentesche e copertura a capriate lignee del 1787. Oltrepassata la Porta Romana si apre una nuova suggestiva scenografia, la via delle Sette Chiese: sei cappelle intitolate alle basiliche romane e l’oratorio di S. Giorgio progettati da Scamozzi (1605) su commissione della nobile famiglia Duodo, la cui villa conclude la salita. Da qui inizia il percorso che conduce sulla sommità del colle dove sorgono il parco
5 6 archeologico e il Mastio federiciano, dalla cui terrazza si apre un incomparabile panorama. In una conca protetta dai colli e ricca d’acque, sorge la città di Este che mille anni fa diede il nome alla casata degli Estensi. Prima del 589 Este era attraversata dall’Adige, lungo le cui sponde si sviluppò uno dei più importanti
centri civili, religiosi e culturali dei Paleoveneti. Centro importante anche in epoca romana, la città fiorì dopo il Mille grazie agli Estensi, che vi eressero il castello e il primo nucleo fortificato, rifatto dai Carraresi attorno al 1340 ed ampliato dai veneziani nel Quattrocento.
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5 Monselice, Villa Duodo 6 Monselice, il Castello 7 Monselice, Antica Pieve di S. Giustina 8 Monselice, il Municipio Sotto, Monselice, via sacra delle 7 chiese
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La storia rivive ora nelle belle sale del Museo Nazionale Atestino, che ha sede nel cinquecentesco palazzo Mocenigo. Al centro della cinta muraria sorge il Castello, i cui resti scendono dal mastio in vetta al colle fino agli edifici a valle per circa 1 chilometro. Qui, quasi otto secoli fa, giullari e poeti trovatori accolti da Azzo IV d’Este, diedero avvio ad uno dei principali centri di poesia trobadorica dell’Italia nord-orientale. Tra i numerosi edifici religiosi di Este spicca il duomo di S. Tecla, dove è sepolta la beata Beatrice d’Este, morta nel 1226, celebratissima dai poeti trobadorici come esempio di bellezza, grazia e virtù. La ricca decorazione del Duomo culmina
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con la grandiosa pala S. Tecla, opera di Giambattista Tiepolo (1759). Este continuò ad essere fonte d’ispirazione anche per i poeti delle epoche successive: il Cinquecento vide un gran viavai di artisti ed intellettuali ospiti di Alvise Cornaro, facoltoso uomo di cultura di origini veneziane. Villa Kunkler ospitò nell’Ottocento i due grandi poeti romantici inglesi, Byron e Shelley, mentre il Novecento, registrò, tra le altre, la presenza di Bruce Chatwin, famoso
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Este, il Castello Este, Situla Benvenuti Este, il Castello Este, ceramisti Este, Ca’ Pesaro Este, Museo Nazionale Atestino, bronzetti paleoveneti
autore di libri di viaggi, e di Emma Tennant, scrittrice, ospite di Chatwin a Villa Albrizzi. Este è rinomata in tutto il mondo per la produzione di ceramiche artistiche. Montagnana vanta una perfetta cerchia muraria di quasi due chilometri, uno dei complessi fortificati meglio conservati al mondo, una cortina di mattoni trecentesca, completa di 24 possenti torri alte 17-19 metri. Si accede in città attraverso due imponenti fortificazioni, Castel S. Zeno
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7 con il mastio di Ezzelino risalente al 1242 (attualmente sede del Museo Civico) e la Rocca degli Alberi, vero gioiello di architettura militare, edificata nel 1360 per volere di Francesco I il Vecchio da Carrara. La cittadina è un suggestivo intrico di vie, vicoli e portici che portano alla grande piazza Vittorio Emanuele, dove sorge il Duomo di S. Maria, che conserva opere di Sansovino e di Paolo Veronese. Di fronte a Porta Padova si trova villa Pisani edificata dal nobile veneziano Andrea Pisani su disegno di Palladio (1553-55). Montagnana è al centro della zona di produzione del prosciutto crudo dolce Veneto Berico Euganeo, dal caratteristico colore rosa tenue e dall’inconfondibile profumo. Gli antichi splendori di queste città murate rivivono in spettacolari rievocazioni storiche in costume medievale con musici, sbandieratori, giochi 7 Montagnana, Il Palio dei 10 Comuni 8 Montagnana, Cinta muraria 9 Montagnana, Cinta muraria, particolare
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8 e tornei che ricreano le tipiche atmosfere dei primi secoli dopo il Mille. Nei mesi primaverili si svolgono il Palio delle Contrade di Trambaque presso il castello di S. Martino a Cervarese S. Croce, e le giornate Estensi nella splendida cornice medievale di Este. Le rievocazioni proseguono in settembre con il Palio dei Dieci Comuni di Montagnana, la Giostra della Rocca di Monselice e la manifestazione Voci dall’Evo di Mezzo di Cittadella. L’anno si chiude con il Capodanno Medievale a Montagnana.
I Colli Euganei e altre oasi di natura. I dolci rilievi dei Colli Euganei costituiscono una delle principali gemme naturalistiche e mete turistiche del territorio padovano. Formati da un centinaio di elevazioni assai diverse per forma ed altezza, essi sono il risultato di un’eruzione submarina avvenuta circa 35 milioni di anni fa quando tutta la pianura padana era sommersa dal mare e si caratterizzano per l’incomparabile ricchezza botanica e l’immenso patrimonio storico-monumentale che racchiudono. E’ sufficiente compiere un percorso attorno ai fianchi di uno dei coni vulcanici per osservare la straordinaria compresenza e l’alternarsi di specie tipiche dell’ambiente caldo arido (macchia mediterranea) e di specie a carattere montano o submontano. Il monte Venda con i suoi 601 metri di altezza, segna il centro e la maggiore elevazione del sistema collinare. Nel 1989 l’intero sistema collinare – quasi 20.000 ettari- è stato dichiarato Parco Regionale. Il clima, particolarmente mite, consente fin da tempi antichi la coltivazione dell’olivo e della vite: sui Colli infatti si mantiene alta la fama della tradizione vitivinicola veneta con tredici qualità di vino DOC, tra cui Cabernet Franc, Sauvignon, Chardonnay, Serprino e Moscato Fior d’Arancio, spesso celebrate nelle numerose feste locali, tra cui la famosa Festa dell’Uva di Vo’ Euganeo. Altri prodotti tradizionali sono i mieli, i formaggi, i frutti di stagione come le castagne, le ciliegie (tra cui le famose marasche), i piselli e le giuggiole. All’interno del parco si collocano 15 comuni che al pregio ambientale uniscono uno straordinario patrimonio storico-monumentale, costituito da castelli, ville, giardini storici, musei, abbazie e monasteri. Tra i borghi più famosi Arquà Petrarca, conserva intatta l’atmosfera di placida serenità e la poetica bellezza che affascinarono il grande poeta Francesco Petrarca sul finire
del Trecento. L’incantevole paesaggio euganeo è infatti da sempre fonte d’ispirazione per generazioni di scrittori, poeti ed artisti: dai trovatori provenzali, che nel XII secolo si riunivano alla corte di Azzo d’Este, ai grandi scrittori più recenti tra cui Foscolo, Fogazzaro e Bruce Chatwin, sono numerosi gli artisti a cui gli indimenticabili panorami dei Colli Euganei hanno ispirato alte pagine di letteratura e poesia. Per scoprire l’incanto e la magia di questa straordinaria oasi naturalistica e paesaggistica si consiglia di percorrere uno dei 20 sentieri ben segnalati ed attrezzati dal Parco Colli: percorsi da fare a piedi, in bicicletta o a cavallo, che oltre alla ricchissima flora e al susseguirsi di boschi, vigneti, oliveti, prati e suggestivi paesaggi, con un po’ di fortuna, vi permetteranno di osservare anche i piccoli abitanti del bosco, in particolare orbettini, 1 Torreglia, Tenuta Villa Tolomei 2 Ritratto del Poeta Francesco Petrarca Sotto, Colli Euganei, veduta con chiesa di Teolo
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5 salamandre pezzate, cuculi, sparvieri, e in alcune zone tassi, volpi e faine. Dai Colli Euganei spostandosi verso Est si incontra la verdeggiante Saccisica che, con il vicino Conselvano, forma una pianura fertilissima, attraversata da un fitto reticolo di corsi d’acqua. Era il contado padovano e l’amato entroterra dei nobili veneziani, che lo consideravano il loro “inesauribile granaio”. La campagna è costellata di case coloniche, ville signorili e antiche corti benedettine. Furono proprio i monaci benedettini nel Medioevo a dare avvio alla bonifica dei terreni palustri per restituirli alla produzione agricola con nuovi sistemi di coltivazione. Tra le corti benedettine più belle si visitano ancora oggi la Corte di Correzzola, ampio e ben conservato complesso che racchiude anche un albergo, e la Corte di Legnaro, oggi centro polifunzionale e sede congressuale. Attraversando quest’area non è raro intravedere tra vigneti e campi coltivati i tipici casoni, un tempo l’abitazione povera dei braccianti, spesso costruita con i materiali naturali come argilla, canne palustri o paglia,
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legname per i serramenti. Alcuni casoni sono stati ristrutturati ed inseriti nel patrimonio museale del territorio provinciale. Numerose anche le idrovore, altro elemento caratteristico di questo territorio ricco d’acque. Introdotte durante l’XIX secolo, oggi sono considerate notevoli esempi di archeologia industriale recente. Ai margini orientali della Saccisica il territorio si apre verso il mare con il bacino della laguna, detto Valle Millecampi: 1581 ettari di fascia costiera ricca di flora e fauna che si differenziano in base alla miscela di acqua dolce e salmastra creando un ambiente unico, di grande interesse naturalistico ed antropologico. Gli abitanti di queste terre mostrano con orgoglio le proprie
6 antiche tradizioni e radici rurali durante le numerose feste e sagre che animano la vita paesana e durante le quali è possibile gustare gli ottimi prodotti locali, tra cui la famosa patata dolce di Anguillara, il radicchio di Maserà, la grappa prodotta a Conselve e i vini D.O.C. 3 4 5 6 7
Colli Euganei, tramonto sui Colli Euganei Valle Millecampi Frutteto Saccisica, campagna Cinto Euganeo, Fornace di Cava Bomba, ora Museo Geopaleontologico
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Sulla tavola i sapori di una terra generosa. “Andar per cibi e vini in terra padovana vuol dire andare per sorprese e nostalgie più di quanto possa accadere altrove” Orio Vergani, scrittore e giornalista Alimentata da una grande varietà di prodotti stagionali e caratterizzata nelle sue diversificazioni collinari, fluviali, di pianura e lagunari, la cucina padovana combina l’alta qualità degli ingredienti ad una tradizionale cucina semplice. Si tratta quindi di una cucina legata al territorio, ai frutti abbondanti di una terra generosa, ed impreziosita dalla professionalità di chef ed operatori della raffinata gastronomia padovana, che sanno preservare gli antichi sapori pur rivisitandoli secondo la più moderna sensibilità gastronomica. Tra i piatti distribuiti
si hanno notizie di un frantoio esistente già nel Trecento e risale al ‘700 lo storico frantoio di Valnogaredo, ancora oggi funzionante, che assieme ai molti altri frantoi dei colli produce l’Olio Euganeo dal sapore particolarmente fruttato ed un lieve retrogusto di mandorle. Il miele, nettare degli Dei, viene prodotto sia nella varietà Millefiori che monoflorale, in particolare, di acacia e di castagno. Tra i primi piatti, i tipici “bigoli” arricchiti da ottimi sughi come il ragù d’anatra e i risotti con le erbe o con i funghi dei Colli. Da Torreglia arrivano i famosi “torresani” o piccioni di torre. La tradizione enogastronomica dei Colli ed in particolare i vini possono essere scoperti attraverso gli itinerari e le proposte della Strada del Vino Colli Euganei. La cucina del Montagnanese e dell’Estense, gustosa e semplice, poggia sui prodotti genuini locali: riso, tartufo, selvaggina e maiale. Questa è infatti la zona della macellazione del maiale e quindi di pietanze quali i codesini, la bondiola col lengual, le soppresse, le luganeghe ma soprattutto dell’eccellente prosciutto dolce di Montagnana, il cui successo si deve al peculiare gusto 1 2 3 4 5 6 7 8
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Prodotti tipici Pane schissotto Bondiola Cantina dei Colli Euganei Prodotti enogastronomici a base di giuggiole Gallina Polverara (bianca) Gallina Padovana Preparazione Prosciutto Veneto Berico Euganeo Antichi mestieri, lavorazione scope di saggina Vendemmia sui Colli Euganei
uniformemente i più famosi sono il bollito alla padovana, i risi e bisi, la pasta e fagioli, il risotto di fegatini, le gran varietà di minestre maridae, ma ogni comprensorio presenta delle gustose specialità tipiche, spesso di antica origine e legate alla tradizione contadina locale. Sui Colli Euganei la natura offre uve per vini eccellenti, olive per un olio dal sapore unico, una grande varietà di frutta e ortaggi e ad ogni stagione erbe spontanee e frutti del sottobosco che sono alla base di saporiti piatti. Sono tredici i vini D.O.C. dei Colli, la cui qualità è attentamente controllata e certificata dal Consorzio Tutela Vini DOC Colli Euganei. La produzione di olio ha una tradizione antica: 30
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6 dolce e morbido, al colore rosa tenue ed al profumo. Cibo antichissimo di quest’area, anche se ormai raramente proposto, è l’oca in onto, una preparazione a base d’oca conservata nel proprio grasso. La tradizione dolciaria propone i zaleti, biscotti di farina di mais macinata grossa e i pazientini, biscotti di mandorle e nocciole.
propongono stagionalmente antiche ricette quali polenta e osei, arna rosta, marsoni fritti e il luccio del Brenta. La cucina è in parte influenzata dalla vicina tradizione vicentina e trevigiana, che comporta la presenza di numerosi piatti a base di cacciagione, baccalà e radicchio. L’abbondanza di acque e le vaste distese di prati stabili fanno dell’Alta la zona di produzione d’eccellenza di vari formaggi, come Asiago, Montasio e Grana Padano.
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La Saccisica, caratterizzata da distese di campi coltivati, casoni e aziende agricole, è il regno degli animali da cortile come anatre, oche, germani reali e soprattutto della gallina di Polverara, considerata il miglior pennuto d’Italia insieme alla “gallina padovana”, e dello Stradon del Vin Friularo. La zona risente degli influssi della cucina lagunare: non è raro trovare locali dove gustare specialità a base di pesce di mare e di fiume (anche a base di rane) accanto a piatti di cacciagione o arrosti. Verso la laguna, la mescolanza di terra e sabbia è terreno ideale per la coltivazione di asparagi e radicchio, mentre a Stroppare e ad Anguillara si può degustare la patata dolce. La tradizione legata alla lavorazione della carne di cavallo trova nella zona a ridosso della riviera del Brenta la propria terra d’elezione. Sono saldamente ancorati alla tradizione e ben differenziati per stagione anche i piatti proposti dalla cucina dell’Alta Padovana. Qui la polenta è regina, anche in una versione dolce a Cittadella chiamata polentina. Trattorie e ristoranti
9 10 Artigianato. L’attività artigianale è talmente diffusa nel territorio padovano che si può parlare di una vera e propria “provincia artigiana”. Antichissime le origini delle principali lavorazioni, come quella dei metalli, ferro battuto, rame battuto e sbalzato, bronzo fuso (è capolavoro artigianale la paleoveneta situla Benvenuti conservata presso il Museo nazionale Atestino di Este). In più, la decorazione a smalto di complementi d’arredo, o ancora la produzione di ceramiche -di grande pregio quelle estensi-, la lavorazione del legno ed in particolare la produzione di mobili rustici ed in stile oppure il restauro del mobile antico, attività molto diffusa nel Montagnanese. Notevole è la diffusione dell’arte degli orafi e degli argentieri. L’arte tessile e la lavorazione delle pelli, fondamento dell’economia padovana nel medioevo, continuano in un pullulare di maglifici e laboratori specializzati nell’arte della tessitura, del ricamo e della concia. L’artigianato tipico viene messo in mostra in occasione di fiere e mostre dedicate a questo antico settore, ed è spesso il protagonista di molte rassegne e sagre popolari.
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