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TERNANA NEWS
3 aprile 2021: si scrive Ternana, si legge Serie B
Ci siamo lasciati a Potenza, nel recupero vinto all’inglese, 2-0, peculiarità di quelle compagini che non guardano se disputano le proprie gare tra le ‘mura amiche’, come dicono quelli bravi, o lontano da…casa. Giocano, costruiscono le trame d’attacco, non badano a spegnere la luce agli avversari come mantra. Mettono in piedi la transizione offensiva con costanza, con regolare passo, con apprezzabili geometrie, con qualche raffinata carezza al pallone, e lo scaraventano, in ogni modo, all’interno dei definiti e canonici 7 metri e 32, tanto è lunga una porta, per 2,44 (tanto, è alta). Ci ritroviamo con la Ternana tornata a ricoprire un ruolo da protagonista nel secondo scalino del Calcio dei Professionisti, in Serie B. Un abito differente, rispetto alle (ex) 60 squadre, poi divenute 59, della C. Elegante, più calzante di fronte a una bella principessa, affascinante non perché attraente ma in quanto grintosa e determinata, decisa, come sanno essere le DONNE di personalità, di prospettiva, intuitive e sensibili come lo splendido e combattivo universo femminile.
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E cosa è successo in quello che i ‘bravi’ (più manzoniani che effettivamente preparati) definisco no il periodo non collegato? Intanto siamo sempre stati, collegati, sul piano televisivo, per la grandissima soddisfazione non soltanto dei sostenitori della Ternana, ma addirittura degli stessi appassionati di football di latitudini contendenti il primato nel periodo iniziale e mediano della stagione: su tutte il Bari e poi l’Avellino. Se dovessimo prendere ad esempio l’amato Ciclismo su Strada che tanta suggestione e carisma ha dato all’italico movimento del pedale nel dopoguerra, il Bari mi è sembrato Laurent Fignon (pace all’anima sua, n.d.r.), che passava per antipatico e giocava, su quel ruolo, forzandolo in maniera rimarcata, mentre la formazione irpina assomiglia a Moreno Argentin, per la grande rimonta che ha fatto, sapendo scartare anche il Catanzaro, con invidiabile potenza di fuoco. Il Campione del Mondo del 1986 a Colorado Spings, di provenienza veneta, San Donà di Piave, quando decideva che fosse il momento di partire non ce n’era per nessuno. Il problema è che la Ternana di un altro grande e coriaceo toscano, Stefano Bandecchi, rappresentante di una regione di campioni delle due ruote a muscoli e vino (come insegna Francesco Moser!) ha rivestito il ruolo di un grande di Cecina, Paolo Bettini, biCampione iridato e Campione sotto il Sacro

Bentornata!
Fuoco di Olimpia! O, come abbiamo detto su Cusano Italia Tv, semplicemente del Bretone per eccellenza, tale Bernard Hinault, ciclista di una classe e di un talento che non ammettono paragoni di sorta.
Già, perché se uno pensa a una partita capace di fotografare il momento dell’arrivo sul rettilineo finale, per dirla con Anthony Iannarilli, è stata la partita non di Bari (vinta 1-3 al “San Nicola”), ma CON il Bari, di ritorno. Per un motivo facile: alla fine del primo tempo e fino all’81, gol di Kontek, la Ternana era scivolata a 4 punti dall’Avellino che vinceva con il Monopoli ridotto dal contagio del malefico virus. Come nelle belle favole, un calcio d’angolo dalla destra con il piede mancino, il difensore centrale ha riacciuffato i biancorossi di Puglia. E l’azione del gol del 2-1, vellutato lancio delicato come lo sfiorare il violino di Mammarella che ha svegliato il Van Basten nell’animo e nel cuore di Defendi, è botta di incredibile precisione e coordinamento con la palla in rete. Al 94’ quasi scaduto, sui 6’ di recupero decretati. In mezzo a tutto ciò, prima di arrivare a braccia alzate sul traguardo nell’osanna delle folle di Terni e della Ternana, ci sono state partite affatto semplici, vinte anche con il minimo scarto, perché anche ciò può contribuire a costruire una stupenda storia di passione sportiva, mentalità vincente, immenso orgoglio, quello del nostro editore, che voleva fortissimamente il rientro in uno dei due saloni del Quirinale calcistico. Magari non è arrivato alla Cappella Sistina (ossia in Serie A), ma qualche opera di Buonarroti, del Caravaggio, del Mantegna, di Tiziano, ci sono passate, laddove da ragazzini venivamo portati ad assistere al Cambio della Guardia, alle 4 precise post-meridiem.
Il 28 marzo uno scatto poderoso di Defende fa diventare Pietro Paolo Virdis Paghera, che di mestiere, di solito, sarebbe un centromediano, e di testa va a mettere la palla (28’ del primo tempo) dove il generoso portiere neroazzurro stellato non riesce ad arrivare. Nella ripresa Suagher si traveste da attaccante opportunista e al 78’ firma il 2-0. Il pregevole gol di Cecconi all’84’ fa capire che la squadra pugliese vorrebbe restare tra le elette e fino alla fine è una sofferenza ma termina 2-1 in favore della Signora e prima forza del campionato! Il 3 aprile è il giorno del rientro in B, proprio contro l’Avellino, dove 1056 giorni prima la Ternana aveva lasciato il secondo torneo, in ordine di importanza, con Bandecchi come Fausto Coppi, uomo solo al comando, tanto coraggioso da andarsi a prendere inclementi improperi sotto una delle curve del “Liberati”, per rinfrescare la memoria a tanti, se fosse possibile. 18 secondi e gol di Falletti, 18 minuti e Paghera ancora di testa, secondo consecutivo e secondo per via acrobatica; terza rete al 23’ e Avellino in panne con Braglia che si chiede sul 4-0 “ma questi non si fermano mai?”. Finirà 4-1 con una festa sui balconi, nelle case,
e perché no? anche nelle strade, perché il fiume rossoverde torna a respirare una categoria che può essere la sua, storicamente.
Il 7-2 sulla Cavese è la dimostrazione che questa squadra sta annichilendo i record, uno o due per partita; e l’1-0 di misura al “Liguori” è la dimostrazione di una cosa che questo nostro maltrattato calcio, per anni gestito da gente inidonea (…), merita. Si chiama SERIETÀ. Merce rara. Smentitela questa scuola di pensiero, se ne avete il coraggio, la serenità e la maturità. Magari tutte doti da mettere insieme. Impresa improba. Traguardo raggiunto. Ripartiamo da questo.
Massimiliano “Max” Cannalire

