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L’ARTISTA DEL MESE
In una delle interpretazioni del significato dello sport, in passato e nella contemporaneità, si cela il senso di raggiungimento e superamento degli obiettivi personali, in uno slancio che vede coinvolti performance fisica, concentrazione, lavoro sulla personalità ed autoaccrescimento. Si può partire da qui per collegarsi al filone artistico che di tali principi ha fatto uso vitale: il Futurismo. La Corrente, fondata da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909, è intimamente legata allo sport per lo slancio moderno e per la voglia di infrangere i limiti umani anche sul piano motorio. Gli Artisti futuristi (come Boccioni e Balla, per citarne due dei principali) del superamento degli schemi hanno fatto un vero e proprio Manifesto. Il messaggio futurista (1909 Fondazione e manifesto del Futurismo) era rivolto “a tutti gli uomini vivi della terra”, ovvero a tutti coloro che fossero coscienti che l’epoca moderna della civiltà industriale era totalmente differente dalle precedenti. Difatti, siamo nei primi del Novecento, le città stanno subendo un periodo di grandi trasformazioni: le automobili, i mezzi di trasporto, le industrie stanno mutando gli scenari urbani e la velocità sta diventando una costante per tutti, artisti compresi. Il Futurismo come corrente pittorica si è concentrato sullo studio della rappresentazione del dinamismo. Anzi, come lo definì Boccioni, il “Dinamismo Universale”. Assistiamo ad un distaccamento dalla tradizione pittorica accademica. Per i futuristi infatti è “vitale soltanto quell’arte che trova i propri elementi nell’ambiente che la circonda”. Si indirizzano in questo senso le sperimentazioni artistiche di Umberto Boccioni (1882-1916) che si concretizzano nell’opera Dinamismo di un Ciclista (1913, Peggy Guggenheim Collection). Boccioni rende egregiamente nella bidimensionalità della tela l’effetto di movimento che si può osservare nella vita di tutti i giorni. Secondo Boccioni, dunque, l’evoluzione può essere espressa sulla tela rappresentando gli oggetti in moto attraverso le loro linee-forza, che sono traiettorie di espansione e costituiscono le direzioni di lettura del quadro. La rappresentazione dell’attività motoria diviene il centro da cui sviluppare nuove ed impattanti forme visive che catturano l’osservatore in un turbine di colori e sensazioni. L’opera che si genera è un unicum di astrattismo e semplicità del gesto ritratto, dove individuare il soggetto centrale richiede uno sforzo mentale destinato a rompere gli schemi. Lo Sportivo diviene il rappresentante di tutto questo dinamismo, di questa velocità e di questa rottura con il passato.
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