2 minute read

DALLA SERIE C AL CAMPETTO: QUANDO IL PALLONE DIVENTA UN MESSAGGIO

Dalla serie C al C-ampetto: quando un pallone diventa un messaggio

Il 26 aprile inizierà il percorso verso la normalità. Un ritorno al passato, a ciò che c’era… Prima

Advertisement

Potevo scrivere della grande sfida di Cusano Italia TV, dell’avventura che è stata seguire la Ternana come bordocampista per tutto il campionato, con le diverse trasferte fatte al seguito delle Fere in questo cammino straordinario che ha portato - in posizione per me privilegiata - a conquistare la serie B dopo tre anni e con diversi turni di anticipo. Volevo parlare della sfida di Cristiano Lucarelli e dei suoi ragazzi (da Iannarilli a Falletti, da Defendi a Partipilo, da Paghera a Furlan e tutti gli altri uomini che ho imparato a conoscere), che hanno riportato con orgoglio la città di Terni a festeggiare in questo storico quanto difficile momento un traguardo indelebile; tanto da farci addirittura un documentario su questa avventura. Potevo raccontare delle sensazioni vissute e raccolte in questi mesi di campionato, del successo di pubblico conquistato dal canale 264 del digitale terrestre… Poi invece mi è arrivato un messaggio, dal solito gruppo di amici (ognuno di noi ne ha uno): “Ragazzi, possiamo tornare a giocare a calcetto!”. Il governo ha appena presentato la road map per provare a uscire dalla vita vissuta in questo ultimo anno abbondante e tornare a… prima. A tutto ciò che facevamo ante Coronavirus, quando ancora molti di noi non conoscevano Wuhan né il consueto bollettino delle 18, appuntamento immancabile mentre eravamo chiusi nelle nostre case la scorsa primavera, a prima delle canzoni cantate dal balcone. E ho capito quanto ci fosse mancata la normalità, prima delle mascherine. Compreso lo sport. Mai stato un fenomeno con gli scarpini ai piedi, eppure non dicevo mai di no a una partita con gli amici. Perché in fondo fare sport è non solo un toccasana per il fisico, ma anche e soprattutto spogliatoio, socialità, vita. E mentre nella mia sacca mentale inizio a organizzare tutto l’occorrente fra scarpe, maglietta, pantaloncini, calzettoni, mi accorgo della gioia infinita che una partita di calcetto, tennis, una sessione in palestra portano al nostro corpo e alla nostra anima. Fare attività fisica, soprattutto con gli amici (magari condita dal canonico terzo tempo) è qualcosa di insostituibile, che dura molto più dell’ora prenotata per sgambettare in campo, ma è - anche questa - un’avventura. E quando il sudore ti imperla la fronte, quando sei quasi senza fiato, eccoti invece già a correre, con un’energia che non sapevi di avere, per arrivare magari a realizzare quella rete decisiva per la tua squadra. Lo sport è maestro di vita: anche quando sei senza fiato, non arrenderti. E se poi il pallone finisce fuori, pazienza. La prossima volta andrà meglio. Non si deve mai mollare. Nello sport, come nella vita. E allora prendo di getto il telefono e scrivo senza quasi accorgermene: “Ci sto, chi prenota il campo?”

Lorenzo Capezzuoli Ranchi

This article is from: