dal punto di vista di una donna, l’impossibilità di accedere a servizi igienici diventa ancora più complicata da gestire. A destra, invece, c’è la storia di Domenico Mietitieri, sessantaduenne campano dalle scelte radicali: consapevole di svolgere una professione importante, ma anche a rischio, ha preso il coraggio a quattro mani e ha deciso, ormai da mesi, di vivere in camion per salvaguardare la sua famiglia
«LA MIA VITA DENTRO AL CAMION»
P
olla è una piccola cittadina di oltre 5.000 abitanti in provincia di Salerno, uno dei comuni cam-
pani del Vallo di Diano in “zona rossa”. Ma Polla è anche il luogo di nascita di Domenico Metitieri, il protagonista della storia che vi vogliamo raccontare. Sessantadue anni d’età compiuti da poco, Metitieri lavora per un’azienda di autotrasporto pollese, la Curcio Trasporti. È uno di quei camionisti eroici, che continuano ad attraversare l’Italia e l’Europa a dispetto della pandemia.
Ma c’è di più: Domenico, per proteggere la sua famiglia e tutelare il lavoro, ha deciso di vivere solo ed esclusivamente sul camion. Il suo veicolo è diventato, in altre parole, luogo di lavoro, mensa e abitazione, il posto dove consuma i pasti, guida lungo le strade nazionali e continentali, dorme il sonno del giusto. Una condizione che va avanti dallo scorso 25 febbraio.
«Ormai mi ci sono abituato – ci racconta al telefono – La cosa essenziale per
me è salvaguardare gli altri e soprat-
Andando in giro, vedo molta negligenza. Le persone magari portano le mascherine, ma poi si mettono in gruppo, se le tolgono per fumare e si mettono a chiacchierare vicini. Viceversa, quando andiamo a caricare e scaricare, le norme di sicurezza sono sempre rispettate
tutto la mia famiglia, poi se stessi. Le difficoltà non mancano mai, giorno dopo giorno, ma le affronto volentieri, perché so di fare la cosa giusta». Per dormire Domenico si adagia nella cuccetta in cabina, mentre per i servizi igienici cerca di adattarsi di volta in volta: «Quando trovo autogrill aperti
ne approfitto, ma non sempre è così – spiega – Quando c’è la possibilità, mi fermo nelle sedi distaccate della mia impresa, a Reggio Emilia o in Francia». Metitieri si dice preoccupato («come tutti, del resto»), ma cerca di non pensarci troppo e di tirare avanti: «Tra-
sporto prevalentemente beni di prima necessità, spostandomi verso il Nord
È un lavoro duro, un continuo andiri-
Italia e l’estero (Francia e Svizzera).
vieni: «Fintanto che c’è la possibilità di
Oggi per esempio mi trovo a Fiorenzuo-
viaggiare e lavorare va tutto bene; puoi
la, poi andrò a caricare vicino a Brescia
distrarti, il tempo passa in fretta e non
e di lì passerò le Alpi».
te ne accorgi. Ma appena ci si ferma la
Metitieri ci tiene a sottolineare l’otti-
testa va alla situazione di emergenza e
mo rapporto con la Curcio Trasporti:
un po’ di ansia ti assale, specialmente
«L’azienda si tiene in contatto con noi
per i tuoi cari». Già, la famiglia. Dome-
autisti tramite e-mail e un’app dedicata
nico è felicemente sposato e ha tre figli
sul telefono. Poi ci chiama per sapere
grandi (35, 31 e 23 anni) che abitano
come stiamo: sono presenti e coscien-
tutti nella stessa casa: «Ci sentiamo e
ziosi. Ci cura come se fossimo figli suoi,
ci vediamo con lo smartphone e – ci dice
il che non è da tutti». Quello che non
– e finché continuerà questa situazione
va è invece l’atteggiamento di alcuni
non voglio avere contatti pericolosi con
cittadini: «Andando in giro, vedo molta
loro. L’importante è che stiano bene, io
negligenza. Le persone magari porta-
potrei andare avanti per mesi a vivere
no le mascherine, ma poi si mettono
così. Poi dipende anche dall’azienda,
in gruppo, se le tolgono per fumare e
che probabilmente ci metterà in cas-
si mettono a chiacchierare vicini. Vi-
sa integrazione a scaglioni, perché è
ceversa, quando andiamo a caricare e
difficile far lavorare tutti. Ma nel caso
scaricare, le norme di sicurezza sono
mi collocassero a riposo non cambierà
sempre rispettate e in alcune aziende
nulla: abito vicino all’impresa, per cui
ci misurano la febbre prima di entrare.
parcheggerò il camion sotto casa e
Io giro con una quindicina di masche-
continuerò ad abitarci dentro, lì, sotto
rine e due confezioni di guanti da 100,
le mie finestre. Se non sono sicuro al
che indosso sempre quando scendo
100% non entro; sono scelte dolorose,
dal camion».
ma la salute viene prima di tutto».
maggio 2020
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