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THE OPTOMETRIST

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MARKETING

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wrapper, in order to win the war on the shelves, conducted a real action of emotional involvement and became such a protagonist that it became an integral part of the article it contained, and so Italians spoke of a bottle of detergent, a box of biscuits, a tube of toothpaste and so on.

The evolution continues: in the 1980s, computer technology brings amazing creative tools to the world of graphics and design. At this stage, the packaging tells much more than the actual product, relying on a symbolic link, such as the bottle of Yoga fruit juice, the shape of which recalls a pharmacy bottle to suggest the idea of a product with such nutritional qualities that it can be compared to a medicine.

Contemporary packaging is widely present and expresses characteristics that are the result of complex planning that links marketing, graphic, textual, logistical and distribution aspects. The most recent frontier calls for a new task, to deal with solutions that respect the environment because a responsible approach is a condition that the public expects in a big way; it is no coincidence that ideas such as the “Shiro paper” that uses excess seaweed from the Venice lagoon or inks for labels derived from soya are born.

Eyewear packaging is peculiar: while the peelers box shouts ‘choose me, choose me’ with its label, the case accompanies the eyewear when the purchase is finished, so as a rule, it does not represent the outfit that seduces but rather a brand extension.

The design is based on dimensions, shapes, colours and slogans that reinforce the values of the brand, influencing its perception and memory and emphasising its positioning. A container designed down to the smallest detail becomes a vehicle for safety and reliability, while a multicoloured cat-shaped container becomes a spokesperson for the junior segment.

But, beware, there is also a pitfall: in today’s un protagonismo tale da diventare parte integrante dell’articolo che contiene e così gli italiani parlano di un fustino di detersivo, di una scatola di biscotti, di un tubetto di dentifricio e così via.

L’evoluzione continua: negli anni Ottanta, le tecnologie informatiche apportano al mondo della grafica e del design stupefacenti strumenti creativi. A questo punto la confezione racconta molto più del prodotto reale, affidandosi ad un legame simbolico, come la bottiglia del succo di frutta Yoga la cui sagoma ricalca un flacone da farmacia per suggerire l’idea di un prodotto con qualità nutritive tali da poter essere paragonato ad una medicina.

Nella contemporaneità il packaging è largamente presente ed esprime caratteristiche che sono il risultato di una complessa pianificazione che lega aspetti di marketing, grafici, testuali, logistici, distributivi. La più recente frontiera chiama ad un nuovo compito, quello di confrontarsi con soluzioni rispettose dell’ambiente poichè l’approccio responsabile è un requisito che il pubblico pretende a grandi mani; non a caso nascono idee come la “carta Shiro” che utilizza le alghe in eccesso della laguna di Venezia o gli inchiostri per etichette derivati dalla soia.

Il packaging degli occhiali è particolare: mentre la scatola dei pelati grida con la sua etichetta “scegli me, scegli me”, l’astuccio accompagna gli occhiali quando l’acquisto è terminato quindi, di norma, non rappresenta il vestito che seduce ma piuttosto un’estensione di marca. Si progetta pensando a dimensioni, forme, colori slogan in grado di rafforzare i valori del brand per influenzarne la percezione, il ricordo e per sottolineare il posizionamento. Un contenitore studiato nei più piccoli dettagli diventa veicolo di sicurezza e affidabilità, mentre uno multicolor a forma di gatto diventa portavoce del segmento junior. Ma, attenzione, c’è anche un’insidia: nei moderni e affollati scenari commerciali molti contenitori possono venire percepiti come inutili over-packed; è dunque importante dare segnali persuasivi riguardo

Images: Nadia Danzi private collection, daily newspaper ‘L’illustrazione Italiana’ year 1917

Immagini: raccolta privata Nadia Danzi quotidiano “L’illustrazione Italiana” anno 1917

crowded commercial scenarios many containers can be perceived as useless over-packed. It is therefore important to give persuasive signals about recycling and reuse. In this sense, the winning packaging is the one that gratifies the post-purchase experience through a solution that is kept because it can be used for other purposes once its main function is over.

What about digital? It certainly can’t stay behind the scenes, so the application of a QR code connecting the user to a website is one of the advantages offered, but it is also the most limited use of this technology. In fact, it can also be the access to a personalised exchange with the customer through ‘data tracking analytics’ with the aim of creating loyalty between the public and the brand, to nurture an interactive relationship, to collect data, to promote new products. Even better is NFC technology, which allows two devices to connect to each other via a wireless system.

In other words: total quality one-to-one. il riciclo e il riutilizzo. In questo senso il packaging vincente è quello che gratifica l’esperienza post-acquisto attraverso una soluzione che in seguito, una volta finito il suo scopo principale, viene conservata perché adottabile per altri usi.

Che dire del digital? Non può certo rimanere dietro le quinte e dunque ecco che l’applicazione di un QR code che connette l’utente a un sito internet, è uno dei vantaggi offerti, ma rappresenta anche l’utilizzazione più limitata di questa tecnologia. Infatti, può essere altresì l’accesso ad uno scambio personalizzato con il cliente attraverso la “data tracking analytics” con l’obiettivo di creare una fidelizzazione fra pubblico e marca, di alimentare una relazione interattiva, di raccogliere dati, di promuovere nuovi prodotti. Meglio ancora la tecnologia NFC, che permette a due device di connettersi tra loro attraverso un sistema wireless.

In altre parole: total quality one-to-one.

Dr Idor De Simone Ph D. Visual Sciences - Optometrist Master in Clinical Neuroscience Contactologist Maugeri Outpatient Clinic Maugeri Scientific Clinical Institutes www.facebook.com/idordesimone/ Dr. Idor De Simone Ph D. Scienze Visive - Optometrista Master in Neuroscienze Cliniche Contattologo Poliambulatorio Maugeri Istituti Clinici Scientifici Maugeri www.facebook.com/idordesimone/

Contact lenses in children: a retrospective analysis Lenti a contatto in età pediatrica: una analisi retrospettiva

Contact lens wear in children generates a number of benefits, including greater freedom in play and sport and, in the case of lenses specifically designed to control myopia progression, may result in less myopia in adulthood.

In these cases, contact lens fitting should be initiated as early as possible to achieve maximum results. It is therefore worth investigating whether there are scientifically valid reasons for delaying these interventions, assessing whether there is an increase in adverse events compared with adults. A retrospective cohort study by Chalmers et al. on the safety of soft contact lens wear in children analysed by retrospective analysis of US and international scientific publications, covering 782 patients from 7 US optometric clinics and 181 patients from 2 international randomised clinical trials.

In the studies evaluated, lenses were first fitted in children aged 8 to 12 years, with various designs, prescriptions and replacement schedules, with observation of the subjects carried out up to the age of 16 years. The study generated a total of 2,713 wear years and 4,611 follow-up visits. The sample was 46 per cent male; daily disposable lenses were fitted in 60 per cent of cases. At the end of the meta-analysis, several interesting findings emerged, including: the reporting of 122 potential ocular adverse events out of 118 subjects (12.2%) L’utilizzo di lenti a contatto nei bambini genera diversi vantaggi, tra cui: una maggiore libertà nel gioco e nello sport e, nel caso di applicazioni di lenti specifiche per il controllo della progressione miopica, può significare essere meno miopi da grandi. In questi casi l’applicazione dovrebbe essere iniziata il più presto possibile per ottenere i massimi risultati; di conseguenza, occorre verificare se vi siano dei motivi scientificamente validi per ritardare questi interventi, indagando se vi sia un aumento di eventi avversi. Uno studio di Chalmers e coll. sulla sicurezza dell’uso di lenti a contatto morbide nei bambini ha preso in considerazione tale aspetto mediante analisi retrospettiva di pubblicazioni scientifiche americane ed internazionali, relativi a 782 pazienti di 7 cliniche optometriche americane e 181 pazienti di 2 studi clinici randomizzati internazionali. Negli studi considerati, le lenti sono state applicate per la prima volta in bambini tra gli 8 e i 12 anni, con vari modelli, prescrizioni e programmi di sostituzione, con schemi osservazionali effettuati fino all’età di 16 anni.

Lo studio ha generato complessivamente 2.713 anni di utilizzo e 4.611 visite di controllo. Il campione era composto per il 46% da maschi; sono state applicate lenti giornaliere monouso nel 60% della casi.

Al termine della meta-analisi sono emersi differenti ed interessanti dati, tra cui:

la segnalazione di 122 potenziali eventi avversi oculari su 118 soggetti (12,2%)

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