Massimiliano Pelletti!
Unidentified Flying Object
galaxiamedicea.it
I
l mondo giovanile è in costante mutamento. Cambiano gli orientamenti politici, religiosi, culturali, sessuali, ed ogni nuova generazione sembra attingere sempre meno dalla precedente, perché già proiettata verso nuove scoperte, tendenze e stili di vita sempre differenti. La società odierna, inoltre, costringe le giovani generazioni a fare scelte repentine, con scarsi margini di errore in quanto la parola d’orine della quotidianità pare essere “avanti senza riflettere!”. Eppure i giovani devono vivere, devono godere di ciò che, soprattutto per loro, ha ancora un senso. Quello che abbiamo pensato di offrire ai giovani, che anche quest’ anno parteciperanno a Galaxia Medicea, è soprattutto un’uscita dalla anonima frenesia ai quali sono quotidianamente sottoposti. E’ nelle situazioni in cui evadiamo che, spesso, siamo realmente noi stessi, e forse in quei momenti siamo anche più sensibili e recettivi a confrontarci, in quanto non costretti dal convulso ritmo imposto dalla società contemporanea. Evadere non vuol dire essere assuefatti e passivi, ma spesso è sufficiente trovarsi in un luogo “open-air” ed ascoltare musica, ballare, conoscere ed incontrare persone simili, o meglio ancora, diverse da noi, per accrescersi e sentirsi meglio. Galaxia Medicea coglie in modo originale tutto questo. Il festival, che animerà anche quest’anno la nostra Villa Medicea, si proporrà, inoltre, di valorizzare lo scenario circostante, incentrandosi, come già sperimentato in passato, sul rapporto tra la pluralità di linguaggi artistici e puntando l’attenzione sulla trasfigurazione visiva e sonora. L’appuntamento di questa edizione è arricchito da una mostra molto particolare dedicata a Bruno Munari. Perché Munari oggi? Bruno Munari è uno dei più grandi artisti del nostro Novecento, un personaggio unico ed eccezionale. Eppure l’interesse per la sua arte si è risvegliato solo negli ultimi anni della sua vita e, ancor più, dopo la sua morte. Probabilmente la difficoltà più grande per la critica è riuscire ad inquadrare Munari rispetto ai tanti campi in cui si è cimentato, un problema di mancata definizione, di impossibilità di incasellare la sua opera. E’ facile, infatti, esser tratti in inganno credendo che ci siano tanti Munari: il Munari pittore dell’avanguardia futurista, il Munari scultore delle Macchine inutili e delle Tavole tattili, il Munari designer dell’Abitacolo, il Munari grafico delle collane per Einaudi e dei manifesti per Campari, il Munari teorico delle lezioni al Carpenter Center for the Visual Arts di Cambridge, il Munari pedagogo dei giochi didattici, il Munari delle sperimentazioni visive e sonore; e la lista potrebbe continuare a lungo. Ma, infondo, ad un osservazione più attenta, non può non sfuggire che Munari è uno e solo, che un filo conduttore lega tutte le sue creazioni, per quanto distanti possano sembrare le une dalle altre. Possiamo considerare il cardine del suo pensiero partendo da una massima del grande pensatore cinese Lao Tze, a Munari molto cara: “Produzione senza appropriazione, azione senza imposizione di sé, sviluppo senza sopraffazione”,. Munari è stato un grande maestro; la sua opera più importante è il metodo che ci ha lasciato e nella sua attività l’estetica contemporanea può trovare nuovo vigore. Molti hanno scritto di lui, quasi tutti dopo essere rimasti affascinati dalla sua personalità; e questo perché ai più è risultato impossibile separare il Munari-uomo dal Munari-artista, dato che il suo è, infondo, un progetto di vita. In vario modo tutti i suoi collaboratori hanno affermato di essere stati trasformati da lui, dal suo modo di lavorare, dal suo modo di rapportarsi alle cose, agli altri. A volte è proprio la sua semplicità a scardinare tutti i nostri punti fermi; è un ribaltamento del nostro punto di vista quello che Munari ci ha proposto, con umiltà e giocosa ironia. Ettore Neri Sindaco del Comune di Seravezza - Presidente Terre Medicee
A rrivano gli Extra-terrestri in Versilia!....Puo’ sembrare il titolo di una mostra di arte contemporanea, invece no!... E’ solo la conferma di contaminazione di cultura elettronica che ha invaso questa lingua di terra affacciata sul mare, dove le onde elettroniche risuonano nella valle fino alle Alpi Apuane. Toscana, Versilia, Seravezza, Area Medicea, quel filo viola di collegamento, attraversa l’etere nelle sue forme diverse dell’arte. Terzo anno di Galaxia Medicea, era doveroso mantenere il legame dalla prima edizione, per chiudere questa particolare trilogia elettronica, con un omaggio ad un artista poliedrico, figura leonardesca tra le più importanti del novecento italiano, Bruno Munari, attraverso il suo linguaggio piu’ variegato che sara’ divulgato nella galassia contemporanea. Nuova formula, nuova sfida, aumentano le collaborazioni e si allarga il contenitore di cultura contempornanea. Palazzo Mediceo si riveste di nuovo e l’impegno di Officina TodoModo e’ allargare ed espandere l’orizzonte elettronico nelle sue vesti piu’ innovative. La mostra di un mese con l’inter-azione del pubblico, i Galaxia-Lab, la creativita’ musicale di Okapi, ispirato da Munari-Mosconi, prima nazionale, per arrivare allo spazio notturno musicale e visivo, sara’ la corrente che trasmette l’onda sonora di Galaxia Medicea. L’evento muta, si propaga ,cerca di farsi spazio, acquista una valenza qualitativamente importante nel panorama versiliese dell’arte contemporanea, possiamo anche dire unico, e la filosofia di Officina TodoModo viene rappresentata al meglio con il verbo Munari, allargando la sua divulgazione in un linguaggio nazionale ed internazionale dell’ evento con la chiusura della nuova formula con una due giorni musicale di alto livello e secondo lo schema , gratuito ed aperto a tutte le generazioni. Mai come quest’anno Galaxia Medicea e’ la manifestazione inter-culturale contemporanea che con le arti trasmette lo scambio di conoscenza tra diverse generazioni, linguaggio multiplo per una trasposizione culturale elettronica e contemporanea mettendo a contatto diverse esperienze. Officina TodoModo vuole alimentare e promuovere una cultura libera da dogmi di standardizzazione che apre le porte ad un pubblico senza eta’ e pregiudizi. Stefano Leone Officina TodoModo
Tetracono,1965. Coni ruotanti in ferro verniciato, 27x22x22 cm Courtesy Corraini Edizioni
Bruno Munari IMMAGINE + LUCE + SUONO 23 aprile > 29 maggio 2011 Palazzo Mediceo di Seravezza
In questa terza edizione di Galaxia Medicea 2011 la mostra Bruno Munari immagine+luce+suono si concentra sul filone instaurato da Pietro Grossi sui suoni e i segni. Un percorso focalizzato su alcuni aspetti della ricerca del Maestro Munari, come la sperimentazione della luce, il cinema di ricerca con Marcello Piccardo e i laboratori con i bambini. La seconda edizione di Galaxia Medicea fu concepita come punto di congiunzione tra le variopinte figure di Pietro Grossi e Bruno Munari, si scelse di mostrare le influenze che i due avevano generato nell’arte contemporanea, invitando artisti internazionali a progettare installazioni sonore e/o visive interattive. Opere fruibili solo grazie alla presenza fisica di persone e all’uso della corrente elettrica; rimarcare ancora una volta quelle sperimentazioni con proiettori, macchine da presa, fotografie, fotocopiatrici, che i due amici Pietro Grossi e Bruno Munari realizzavano con quello che era disponibile dalla tecnologia degli anni Cinquanta e Sessanta. Questo omaggio a Munari è stato accompagnato da un intervento site-specific dell’artista Massimiliano Pelletti intitolato Disegni Sospesi, tre dischi volanti che aleggiano sopra Palazzo Mediceo a differenti altezze, un gioco sulle installazioni “Macchine Aeree” del 1930 e “Macchine Inutili” del 1933. Con queste Munari, tramite oggetti geometrici sospesi da fili, invade lo spazio vivibile e l’aria; infatti è proprio grazie all’aria che esse si mettono in moto ruotando e fluttuando. Massimliano Pelletti guardando alle macchine e alla serie di pitture cosmiche di Munari, dove si sognavano avventure fra le stelle e i pianeti roteanti negli spazi infiniti, gli rende omaggio con una operazione studiata appositamente per Palazzo Mediceo, un progetto basato sul concetto del maestro che “La fantasia non è che un invenzione e un immaginazione. Dunque una bugia è l’insieme di fantasia, invenzione e immaginazione.” In base a queste costanti, che sono tra i punti fondamentali dello sviluppo del lavoro di Munari, Pelletti realizza questo progetto, considerando la fantasia come la facoltà più libera in assoluto, libera quindi di pensare anche la cosa più assurda. Quello che importa è che la cosa inventata funzioni. Il percorso che abbiamo studiato per Palazzo Mediceo si presenta diviso in sezioni: per dare un minimo d’informazione sulla variopinta figura di Bruno Munari è stata allestita una stanza “introduttiva” formata da diversi pannelli che accompagnano il visitatore spiegando il personaggio nella sua totalità; seguiranno le stanze dedicate agli ambienti di luce e al cinema di ricerca di Monte Olimpino con le proiezioni dei film di Bruno Munari e Marcello Piccardo realizzati tra il 1962 e il 1972. A partire dal 1950 Bruno Munari propone degli ambienti di luce in cui realizza una pittura proiettata grazie all’utilizzo di materiale vario, fissato tra i vetrini di una diapositiva. Munari ha realizzato delle opere in miniatura, usando la pittura, il collage di materiali organici come la buccia di cipolla, retini, fili di materiali vari e pellicole colorate trasparenti. Il dispositivo toglieva la fisicità all’opera e la ricostruiva con la luce proiettandola in dimensione monumentale.
Max Bill, legno dipinto e nylon, 1950-1993. cm 40 x 80 Courtesy Corraini Edizioni
Concavo-Convesso, 1947. Rete di ferro zincato . cm55x55x55 Courtesy Corraini Edizioni
Per queste sperimentazioni abbiamo dedicato un tavolo laboratorio in cui i visitatori potranno provare a realizzare alcuni vetrini proiettandoli durante la mostra, quelli più interessanti saranno proiettati sulla facciata di Palazzo Mediceo durante le due serate musicali di Galaxia Medicea. Questi vetrini si possono manifestare senza materializzarsi, quello che non interessava a Munari, era proprio il dover prender corpo, come il suono, quello che interessa è che avvenga, che lo spettatore percepisca questa cosa, qualcosa che esiste ma senza corpo, che rimane vissuto e nella memoria. Sempre per interagire con il pubblico nel percorso è stata allestita una zona per realizzare xerografie con una stampante, formando un work in progress continuo in mostra, in più sono presenti un paio di riproduzioni di xerografie originali di Munari per far capire l’attività artistica del Maestro che divenne un’enciclopedia dell’arte fai-da-te, dove ogni opera conteneva l’implicito messaggio per l’osservatore “prova anche tu”. Dai primi anni sessanta Munari si interessa di cinematografia di ricerca, realizzando opere che pongono le basi per poter esplorare le capacità artistiche ed estetiche di questo medium. Non esisteva una organizzazione con ricerche analoghe, con un metodo preciso che affrontava tutte le componenti di un linguaggio visivo (in questo caso il cinema). Sull’onda delle sperimentazioni degli anni Venti e Trenta, decidono di provare anche
loro, con l’aiuto di tecnici specializzati, ad affrontare questo nuovo percorso, nasce lo studio di Monte Olimpino, laboratorio di cinema di ricerca, nella località omonima vicino Como. Nascono film come I colori della luce (musiche di Luciano Berio) e Moiré (musiche di Pietro Grossi), in particolare anche questa sezione si riallaccia alle due figure su cui abbiamo basato queste tre edizioni di Galaxia Medicea. La parte dedicata alla visione dei laboratori di Bruno Munari è stata inserita per due motivi: da una parte abbiamo voluto dare nudo e crudo l’aspetto del suo metodo, in pratica far vedere quelli che sono stati i veri laboratori del maestro e quale fosse la vera rivoluzione in essi, dall’altra, per relazionare i nostri Galaxia Lab nel contesto generale della mostra. In questa sezione sono in visione tramite schermi e proiettori quelli che secondo noi sono stati i laboratori più significativi. La mostra si conclude con l’opera più importante per Galaxia Medicea, il tetracono, che abbiamo esposto tra le due immagini di Bruno Munari e Pietro Grossi, un connubio di immagine e suono, un’opera aperta e programmata in cui il movimento è fondamentale. Reale oppure illusorio e ottico, l’opera acquista un suo ritmo, che idealmente può anche ripetersi all’infinito. In questo tipo di opere è fondamentale il coinvolgimento psicologico dello spettatore che in questo caso oltre all’immagine di Munari si arricchisce della sonorizzazione di Grossi. La comunicazione è chiara, geometrica ed essenziale. L’opera deve stimolare la percezione visiva, renderla attiva. Infine nella stessa stanza, troviamo a parete una stampa che riproduce uno dei concavi e convessi del Maestro, e che è stata appesa tra la sonorizzazione del tetracono di Grossi e l’interpretazione dell’opera rotta di Okapi, un punto di unione tra due opere interpretate musicalmente per Bruno Munari. In conclusione possiamo affermare, grazie al tetracono, ultima opera in mostra e molto significativa per tutti noi ideatori e organizzatori di Galaxia Medicea, che Bruno Munari è stato promotore e anticipatore per l’inclusione dello spettatore nell’opera. Questo oggi si chiama interattività e immersività, e sono due nozioni che pratichiamo continuamente quando progettiamo interfacce e ambienti virtuali. Come sempre - come diceva Max Bense - la teoria implicita nell’attività artistica dimostra di avere delle lunghe antenne e deve aspettare che le condizioni circostanti siano mature per diventare condivisa.
Enrico Mattei Direttore Arti Visive
Max Bill, legno dipinto e nylon, 1950-1993. cm 40 x 80 Courtesy Corraini Edizioni
Max Bill, legno dipinto e nylon, 1950-1993. cm 40 x 80 Courtesy Corraini Edizioni
GALAXIA LAB
5 > 20 maggio - Palazzo Mediceo
Quest’anno Galaxia Medicea apre le porte ai bambini delle scuola dell’infanzia, delle primarie e delle secondarie dell’Istituto comprensivo di Seravezza: ogni giovedi e venerdi vengono svolti i GalaxiaLab, quattro laboratori ispirati alla filosofia, alle opere e al pensiero di Bruno Munari. L’obiettivo dei laboratori è quello di favorire lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale attraverso l’attività ludica. Nei GalaxiaLab, svolti nella stanza principale della mostra, si chiede ai bambini di usare materiali di riciclo per la costruzione di tavole tattili, di produrre rumori che si trasformano in suoni, dando vita a melodie insolite e stimolanti, e di cimentarsi in una produzione grafico-espressiva, ricalcando le metodologie seguite da Munari. I laboratori sono tenuti da cinque insegnanti che operano da anni nel settore pedagogico e che usano ormai regolarmente le nuove tecnologie. Laboratorio CONTATTO (insegnante Susanna Tesconi) Il laboratorio conTATTO é un’attività ludica finalizzata a favorire lo sviluppo affettivo, cognitivo e relazionale attraverso la sperimentazione di sensazioni tattili provenienti da diversi materiali. L’attività si svolge secondo i seguenti passi: accoglienza e sperimentazione, lettura di messaggi tattili e composizione di storie tattili. Laboratorio IMPOSSIBLE MACHINES (insegnante Susanna Tesconi) Impossibile Machines è un laboratorio che si ispira alle Macchine di Bruno Munari e intende favorire un uso partecipato e consapevole della tecnologia, orientato all’uso di forme di energia rinnovabili come l’energia solare, eolica e l’energia che deriva dalla biomassa. Laboratorio IL SUONO DEL FARE (insegnanti Lara Tabarrani, Leonardo Palmerini, Luca Niccolai) Si tratta di un percorso attraverso il quale i bambini hanno l’opportunità di sperimentare e sperimentarsi attraverso l’attivazione di più canali percettivi. In particolare l’attenzione è posta alla ricerca e alla scoperta dei rumori che, supportati da immagini prodotte dagli stessi bambini – ai quali si chiederà di cimentarsi in una produzione grafico-espressiva che ricalca le metodologie seguite da Munari – si trasformano in suoni dando vita a melodie tanto inusuali quanto stimolanti, creative e ri-spendibili nell’attività scolastica.
Laboratorio INTRODUZIONE BRUNO MUNARI e MONDO DEL DESIGN (insegnante Andrea Borghi) In questo laboratorio viene ripercorsa la vita e l’opera di Bruno Munari attraverso immagini proiettate: il movimento Futurista, la pittura astratta e i primi oggetti di “pedagogia creativa”, i viaggi in Giappone ed i rapporti con l’arte orientale, l’utilizzo del suono elettronico nell’opera d’arte (Fontana a 5 gocce, 1955), la videoarte e la sperimentazione visuale nella collaborazione con compositori come Berio e Grossi. Biografia insegnati SUSANNA TESCONI (Contatto - Impossible Machines) Nasce a Pietrasanta nel 1972. Attualmente vive a Barcellona dove si occupa di interaction design Ha organizzato diversi programmi educativi e workshops per bambini per notevoli Centri ed Istituzioni. LUCA NICCOLAI (Il suono del fare) Nasce a Viareggio nel 1973 e si diploma presso l’istituto statale d’arte Stagio Stagi di Pietrasanta. Lavora da 3 anni come esperto di musica presso i C.D.S.D. gestiti dalla cooperativa C.RE.A. e in scuole elementari e medie. LEONARDO PALMERINI (Il suono del fare) Nasce a Pietrasanta nel 1974. Da oltre 10 anni lavora presso alcuni C.D.S.D. della cooperativa sociale C.RE.A. dove utilizza la pittura, la musica e il teatro con gli ospiti dei centri diurni. Lavora nelle scuole elementari e medie, facendo laboratori sulla musica, il disegno e il video. LARA TABARRANI (Il suono del fare) Nasce a Pietrasanta nel 1985. E’ in procinto di concludere la sua carriera universitaria presso la facoltà di scienze della formazione primaria. Da alcuni mesi fa parte dei C.E.M.E.A. (centri di esercitazione alle metodologie attive). ANDREA BORGHI – (Introduzione Bruno Munari e mondo del design) Nasce a Pietrasanta nel 1974. Si diploma nel 1997 presso l’Accademia Di Belle Arti di Carrara. Nel periodo 1998-2003 si specializza presso il Conservatorio Puccini della Spezia. Dal 2005 insegna di Arte e Immagine dell’ Istituto Comprensivo “ Ugo Guidi” di Forte dei Marmi. Mario Tesconi Officina Todomodo
ØKAPI + INFIDEL
23 aprile - Palazzo Mediceo
Opera Rotta (…e Riparata) è un omaggio a Bruno Munari e alla sua Opera Rotta (ideata insieme a Davide Mosconi).
Partendo dal testo scritto nel 1989 da Munari e Mosconi, il musicista Okapi e l’artista visuale Infidel destrutturano e ricompongono 40 opere celebri della musica lirica secondo la contemporanea logica del remix digitale (ritaglio, scomposizione, giustapposizione e sovrapposizione).
Se il monumentale gioco/meccanismo di Munari e Mosconi prevedeva l’impiego di diversi esecutori e della totalità dell’impianto scenico dell’opera, l’Opera Riparata rimanipola gli stessi elementi del linguaggio operistico col solo utilizzo di strumenti digitali audiovisivi. La possibilità di digitalizzare la totalità dei prodotti culturali e la facilità nel loro reperimento rende quella “disponibilità del corpo intero della storia della musica” descritta nel progetto originario oggi più che mai reale, e le parole di Munari più profetiche che visionarie. L’Opera Riparata prevede due fasi distinte: la lavorazione in studio e l’esecuzione dal vivo. Nella prima, Okapi e Infidel procedono in maniera distinta e parallela rimontando le 40 opere in brevi composizioni audio e video della durata di un minuto e undici secondi ciascuna. Il rigore della scrittura viene smentito nella seconda fase quando questi costrutti ragionati e personali si incontrano, si scontrano e si fondono secondo la logica e la spontaneità propria delle pratiche contemporanee di improvvisazione. Esattamente come nel gioco infantile, l’ Opera Riparata, pur seguendo principi e metodi di composizione rigorosi, vuole rimanere fedele al desiderio di liberazione da vincoli e regole. Essa perciò suggerisce la curiosità come modalità di conoscenza e di creazione ma anche la trasgressione dalla forma originaria per arrivare ad un esito imprevisto.
Økapi inizia a suonare con vinili e giradischi, influenzato dalla nuova scena musicale di plagiaristi e dj radicali, mantenendo sempre l’approccio classico “acusmatico” della musica concreta ed elettroacustica. Nel 1992 crea una piccola edizione pirata chiamata Slap-press e diventa membro attivo del M.a.c.o.s. Nel 1997 il duo Metaxu. Negli anni partecipa ad alcuni incontri di improvvisazione suonando con musicisti quali Zu, Mike Cooper, Peter Brotzmann, Mike Patton, Matt Gustafson, Damo Suzuki, Andy EX, Kawabata Makoto, Eugenio Colombo, Vittorino Curci, Luca Venitucci, Gianni Gebbia, Matt Bernardino Penazzi, Fabrizio Spera, Elio Martusciello, Maurizio Martusciello, Pasquale Iannarella, Roy Paci… Ha composto musica per teatro (Festival di teatro Di Gubbio, Festival di Ostia Antica) e suona spesso con il gruppo JazzCore Zu, collabora con il collettivo audiovisivo “Cane Capovolto” e con il trio francese “Metamkine”.Nel 2000 crea il trio Dogon (con Massimo zu e Martux_M), partecipa alla Biennale di Venezia, “Controindicazioni”, “RingRing b92 Around the World”, “Biennale artisti d’Europa e del Mediterraneo” “Musica 90” (Torino) . Sempre nel 2000 suona con il dj radicale americano Christian Marclay per una performance trasmessa da Radio Rai. Con i Metaxu suona all’ “Off-ICMC” festival di Berlin Nei suoi live-set Økapi mescola sonorità Techno, broken-beat, electro e 8-bit con melodie klezmer, polke, musiche per bambini, idiot-pop, musica hawaiana...”
www.okapi.it
MASSIMILIANO PELLETTI
disegni sospesi
Massimiliano Pelletti presenta in esclusiva a Galaxia Medicea 2011 un intervento sitespecific intitolato Disegni Sospesi, tre dischi volanti che aleggiano sopra Palazzo Mediceo a differenti altezze, un gioco sulle installazioni “Macchine Aeree” del 1930 e “Macchine Inutili” del 1933. Con queste Munari, tramite oggetti geometrici sospesi da fili, invade lo spazio vivibile e l’aria; infatti è proprio grazie all’aria che esse si mettono in moto ruotando e fluttuando. Massimliano Pelletti guardando alle macchine e alla serie di pitture cosmiche di Munari, dove si sognavano avventure fra le stelle e i pianeti roteanti negli spazi infiniti, gli rende omaggio con una operazione studiata appositamente per Palazzo Mediceo, un progetto basato sul concetto del maestro che “La fantasia non è che un invenzione e un immaginazione. Dunque una bugia è l’insieme di fantasia, invenzione e immaginazione.” In base a queste costanti, che sono tra i punti fondamentali dello sviluppo del lavoro di Munari, Pelletti realizza questo progetto, considerando la fantasia come la facoltà più libera in assoluto, libera quindi di pensare anche la cosa più assurda. Quello che importa è che la cosa inventata funzioni.
Disegni Sospesi, Massimiliano Pelletti - 2011
GALAXIA MUSICA 24 - 25 giugno 2011 Area Medicea di Seravezza
L
a comunicazione crea possibilità. E le possibili combinazioni espressive, all’alba del terzo millennio, crescono e si nutrono del potenziale dialogico e relazionale offerto dalle tecnologie digitali. Sotto l’effetto di nuove forme di comunicazione, cambiano i modi in cui ci relazioniamo, interagiamo e diamo senso annoi stessi e al mondo. GALAXIA MEDICEA 2011 si propone come catalizzatore di forze, di pensieri, di azioni e sperimentazioni, consapevole della necessità di fertilizzare il territorio versiliese e non solo, con quelle forme di cultura e arte che trovano nei nuovi media la rappresentazione più attuale del mondo moderno, e renderlo partecipe alle implicazioni del mutevole scenario socioculturale di questi anni. GALAXIA MEDICEA 2011 è più di un festival di arti elettroniche: è l’incontro tra tecnologia, arte ed ambiente naturale. Attraverso la mostra su Bruno Munari, le performance audio/ video, le installazioni, le proiezioni, i laboratori, il Festival esplora i territori più avanzati dell’espressione artistica, e ne scopre le relazioni, inaspettate, originali, affascinanti con l’ambiente naturale e la cultura tradizionale. Galaxia Musica apre i battenti il 24 giugno con il concerto degli AUCAN, trio bresciano dall’ attitudine di una rock band e con un sound delle più recenti produzioni elettroniche inglesi; presentano l’ultimo disco “Black Rainbow”. A seguire, una delle maggiori esponenti della scena elettronica italiana ed europea, TYING TIFFANY che presenta il suo ultimo album Peoples Temple” dalle sonorità’dark con dilatazioni in chiave (quasi) dub e ritmiche in puro stile punk-hardcore. Le prime note della sera del 25 giugno sono affidate al talento della giovane eclettica Beatrice Antolini che insieme alla sua band presenta i brani del suo ultimo lavoro “BioY” dalle atmosfere new-wave, funky e soul. Chiudono i PORT ROYAL, band genovese che nel febbraio scorso ha pubblicato il doppio antologico “The golene age of consumerism” per celebrare i dieci anni di attività. Nella musica dei Port-Royal risiede la voglia di sperimentare, attraverso l’elettronica che entra in contatto con il post-rock, l’ambient e la dance, creando una magmatica onda sonora dal respiro internazionale. Maurizio Bottazzi Officina TodoModo
AUCAN
24 giugno - Area Medicea
Dal 2009 gli AUCAN (Dario Dassenno - batteria, Francesco D’Abbraccio - chitarra, synth, effetti, Giovanni Ferliga - synth, voce, chitarra e sampler) hanno fatto più di 150 concerti in tutta Europa, dividendo il palco con alcuni fra i più importanti gruppi e DJ della scena alternativa internazionale: Placebo, Antipop Consortium, Steve Aoki, Crookers, The Black Heart Procession, Sole & The Skyrider, Ramadanman, Lars Hornveth, ZU, One Dimensional Man, Il teatro degli orrori, Dj/Rupture fra gli altri. Sono stati invitati a suonare al 25esimo anniversario del leggendario “EUROSONIC FESTIVAL” a Groningen e sono fra i 20 gruppi selezionati per la compilation del festival. “Black Rainbow” è il loro terzo disco. Masterizzato da Matt Colton agli AIR studios di Londra, è un lavoro innovativo sia dal punto di vista dei suoni che dell’approccio compositivo. Gli AUCAN uniscono l’attitudine di una rock band al sound delle più recenti produzioni elettroniche inglesi, facendo del loro live set e del nuovo disco qualcosa di unico. Prodotto, registrato e mixato da Giovanni Ferliga (ora anche membro con Jacopo Battaglia degli ZU e Giulio Ragno Favero del collettivo di elettronica estrema MOORO), il CD uscirà in Italia a febbraio per LA TEMPESTA International. Spaziando da ritmi dubstep e breakbeat a desolati paesaggi ambient, “Black Rainbow” guida l’ascoltatore in un esperienza sonora a più livelli. Per promuovere il disco, nei mesi di febbraio/marzo 2011, il gruppo intraprenderà una lunga tournée europea (circa 50 date). Al rientro, tour italiano organizzato da VIRUS concerti (stessa agenzia di Linea 77, Il teatro degli orrori, One Dimensional Man, ZU, Tre allegri ragazzi morti). Un tour di tre settimane negli USA (east coast) è previsto per ottobre 2011. www.myspace.com/aucan
n
TYING TIFFANY
24 giugno - Area Medicea
Artista eclettica: nei live si esprime al 100% ma non disdegna di salire in consolle per colorati dj set dove suona tutto cio’ che l’ ha influenzata come musicista. Tying Tiffany inizia la sua attivit√† nel 2005 a seguito di una irresistibile facinazione per la musica elettronica e, subito, la prestigiosa label Get Physical (DJ T e M.A.N.D.Y.)di Berlino si interessa alla sua musica e le chiede “You Know Me” per inserirla nella compilation “Full Body Workout vol 2. La sua opera prima “Undercover” datata 2005 ha la forza di un concept album, uno strabiliante condensato citazionista: cavalcate disco alla Moroder, arpeggi di synth selvaggi, riff di chitarre sferraglianti, ritmiche hardcore ed electro arrivate direttamente dagli anni ‘80 e 90 convivono con il passato di Tiffany da dj EBM e con la sua passione per l’industrial, il dark e il punk. Il disco suscita grande interesse di critica e pubblico. Per promuovere l’ album parte in tour e ha la possibilit√† di esibirsi nei migliori club internazionali, da quelli rock a quelli di elettronica, condividendo il palco con nomi quali Iggy Pop, Gogol Bordello, Pennywise, The Rapture, Buzzcocks, Stereo Total, Eels, Deus, Tiga, e Alec Empire con il quale far√† un mini tour nel 2008. Sul palco del NME si fa notare dalla I Scream Records etichetta di New York, che pubblicher√† il suo secondo album Brain for Breakfast ricco di collaborazioni, tra cui Liquido, Pete Namlook e Nic Endo.Seguir√† un tour di 80 date in europa. Tanti i riconoscimenti dalla stampa internazionale , mentre in Italia vince il premio PIVI Miglior Soggetto con il videoclip di Pazza, primo e unico brano in italiano.Intanto il video di “Slow Motion” con il remix di Nic Endo (Atari Teenage Riot), entra nei circuiti televisivi musicali in Europa e Asia. Nel 2009 chiude il tour e si prepara per lavorare a Peoples Temple uscito a Maggio 2010 per la storica etichetta tedesca Trisol. Nel frattempo il brano “Storycide” viene utilizzato da Fox Crime, per la puntata del celebre serial C.S.I. Las Vegas. www.tyingtiffany.com
BEATRICE ANTOLINI
Beatrice Antolini nasce a Macerata nel 1982 e suona dall’età di tre anni. Si iscrive al Conservatorio, partecipa a concorsi internazionali di musica classica ma nel contempo suona basso e batteria in gruppi locali dark e industrial. Dopo essersi diplomata nel 2002 come attrice nella scuola Teatro Colli di Bologna e aver scritto le musiche per diversi spettacoli della compagnia, decide di registrare una manciata di canzoni che costituiranno la base di BIG SALOON, album pubblicato nel 2006. Nel 2006 e 2007 partecipa come ospite ai nuovi lavori di Jennifer Gentle, Baustelle e Bugo. Il suo secondo disco, intitolato A DUE, è pubblicato nell ottobre del 2008. E’ stata inserita con il brano Venetian Hautboy nella compilation Il Paese è reale , costruita intorno all omonimo brano presentato a Sanremo 2009 dagli Afterhours. Il 27 aprile 2009 A DUE viene pubblicato in Gran Bretagna. A seguito di una intensa attività live (tra cui anche un concerto di supporto a Jamie Lidell) che l’ha vista ospite di prestigiosi festival (tra i quali il Moog Fest europeo, Italia Wave, Musicultura) vince il premio PIMI del Mei come miglior artista solista del 2009. Instaura poi nel 2010 una collaborazione live con ...A Toys Orchestra per 20 date, mentre il 5 novembre pubblica il nuovo album, BIOY. A fine 2010 fa parte del progetto “La leva cantautorale degli anni Zero” realizzato da Club Tenco e Mei con la casa discografica Ala Bianca.
www.myspace.com/beatriceantolini
PORT ROYAL
Visionari, autori di suoni avvolgenti, innovativi e di atmosfere elettroniche magmatiche i port-royal sono un collettivo genovese che rappresenta uno dei migliori esempi di IDM degli ultimi anni. Giunti alla pubblicazione, a febbraio 2011, del doppio disco per celebrare i dieci anni di attività, 2000-2011: The Golden Age Of Consumerism (n5md) contiene inediti da un lato e remixes realizzati per importanti band del panorama mondiale dall’altro. I port-royal sono attualmente formati da Attilio Bruzzone, Emilio Pozzolini, Ettore Di Roberto e Sieva Diamantakos (visuals), con la collaborazione dell’austriaco Alexander Vatagin che segue Attilio Bruzzone e Sieva nei live. Dopo l’esordio di Flares, primo full lenght della band del 2006, attraverso l’etichetta inglese Resonant i port-royal cominciano così a farsi spazio nel panorama post-rock e shoegaze, dando inizio anche ad una serie di collaborazioni con altre etichette che permette loro di pubblicare EP e di collaborare con altri musicisti. Esce così nel 2006 Honvéd, Ep pubblicato dall’etichetta canadese Chat Blanc. Ma è nel 2007, con la pubblicazione di Afraid To Dance, secondo disco, (Resonant) che la band comincia a farsi notare anche in Italia. I suoni dilatati, le magiche atmosfere e quello strano senso di nostalgia che accompagnano questo apprezzato lavoro impegnano la band in alcuni tour in Europa ed in Russia, oltre ad avviare importanti collaborazioni e remix per band come Ladytron e Felix Da Housecat. Nel 2008 la band pubblica Flared Up (Resonant), un remix di Flares a cui collaborano artisti internazionali come Ulrich Schnauss, Manual, F.S. Blumm, Fizzarum, Minamo, Dialect, Stafraenn Hako. Nel 2009 esce in tutto il mondo Dying In Time (n5md), terzo album che rappresenta la continua voglia di evoluzione della band genovese.
www.port-royal.it
Comune di Seravezza Citta’ del Marmo - Terra Medicea Fondazione Terre Medicee
Corraini Edizioni
Centro per l’Arte Contemporanea LUIGI PECCI
Studio Monte Olimpino cinema di ricerca
UCAV Unione dei Comuni della Versilia
Cantine Basile Versilia
Birreria La Casa sul Fiume Seravezza
Hotel da Filie’ Querceta - Versilia
Palazzo Mediceo di Seravezza (LU) mostra Bruno Munari - Immagine + Luce + Suono 23 aprile > 29 maggio 2011 orari martedi’ > sabato - h 15 > 19.30 domenica - h 10.30 > 12.30 - 15 > 19.30 lunedi’ chiuso Galaxia Musica 24-25 giugno 2011 Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito
Idea/progetto OFFICINA TODOMODO
www.terremedicee.it www.officinatodomodo.org www.galaxiamedicea.it
progetto grafico Maurizio Bottazzi proletgraphix.carbonmade.com