Giorgio Brogi - Rumore Bianco

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RUMORE BIANCO

A CURA DI ENRICO MATTEI MUSA MUSEO VIRTUALE DELLA SCULTURA E ARCHITETTURA


Giorgio Brogi Rumore Bianco a cura di Enrico Mattei

In collaborazione con: Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta Alessandro Romanini per Scolpire il Tempo, L’Artigianato, l’Arte e la Conoscenza Comune di Pietrasanta Artigianart Camera di Commercio di Lucca Lucca InTec MuSa Museo Virtuale Della Scultura E Architettura Pietrasanta Via Sant’Agostino 61 – angolo Via Garibaldi Giovedì / Domenica 18.30 - 23.30

Con il contributo di: Luca Libertini per la traccia sonora Monica Evangelisti Andrea Sabia Mattia Castaldo Per il montaggio video:

Press Office: CeG Maxicom Piazza Castello,16 20121 Milano Italy T. +39 02 37072038 e-mail: milano@cegmaxicom.it

Copyright © text 2015 Printed in Italy

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RUMORE BIANCO


WHITE NOISE di Enrico Mattei

by Enrico Mattei

Rumore bianco è un particolare tipo di “rumore” caratterizzato dall’assenza di periodicità nel tempo e da un’estensione costante a tutto il campo di azione. È chiamato bianco per analogia con il fatto che la banda della luce visibile apparirebbe all’occhio umano come luce bianca.

White noise is a particular type of ”noise” characterised by the absence of periodicity over time and by a constant extension to the entire field of action. It is called white by analogy with the fact that the band of visible light appears to the human eye as white light.

La mostra nasce dal desiderio di confrontarsi continuamente con i luoghi in cui un artista come Giorgio Brogi molto spesso si trova a contatto e in un modo o nell’altro rimane in relazione per diverse ragioni come il lavoro, l’amicizia, l’arte, il piacere e la gioia di stare insieme alle persone a lui care. Brogi elabora un progetto site-specific per la città di Pietrasanta all’interno del MuSA che, con la sua tecnologia multimediale, diventa il luogo che rende protagonista il video con l’aiuto della pittura e dell’installazione. Rumore Bianco è una ricerca plurisensoriale all’interno dello scenario contemporaneo dove il fine è stimolare, attraverso i diversi linguaggi, la curiosità e la voglia di leggere e ascoltare un progetto, in cui poter tornare alle origini della forza materica bianca per eccellenza come il marmo. Significa generare un’osservazione rivolta a chi lavora questa materia, riuscendo ad esprimere appieno il contrasto tra forza e leggerezza. Un’installazione completa e organica che diventa un percorso ritmico di sequenze cadenzate all’interno della materia e del mondo della lavorazione marmorea. I quattro video proiettati sono il punto di partenza di tutto questo lavoro e si concentrano sulle varie realtà della lavorazione del marmo e dei suoi vari impieghi: dal blocco alla lastra per passare dal laboratorio alla scultura, un filo comune sulla materia e sul colore bianco. Ogni video è accompagnato da un suono formato dall’unione di due voci, una maschile e una femminile, che pronunciano la parola marmo in inglese e in italiano, quattro suoni da associare ad ogni singolo video. La parola non è chiara e difficilmente decifrabile, mentre risulta evidente la differenza fonetica e sonora. Dai video si passa alle tre proiezioni verticali in cui l’artista presenta, a destra e a sinistra, la proiezione di due suoi lavori pittorici e nel centro la sovrapposizione delle due stesse immagini in costante dissolvenza. Brogi parte sempre dal dato reale nel suo macrocosmo e microcosmo, dalle pure forme geometriche e lineari ai colori e in questa mostra oltre al bianco, troviamo la ripetizione dell’origine, dell’idea che ha ispirato l’artista attraverso il colore blu, giallo e rosso. Una scelta nata dall’osservazione dei segni colorati fatti sui blocchi dai lavoratori, segni di colore che fanno da cornice ad ogni linguaggio usato nel progetto e in particolare, la loro più viva natura si avverte nelle pitture a parete dove troviamo la ricerca continua dell’artista. Le opere pittoriche sono un’estetica della sottrazione, una riduzione attuata mediante geometrie e colori, esiste comunque una visione di realtà e simbolismo, una spiritualità interiore che riesce a dare alla sua opera, una luminosità interna alla pittura. Il quadro, quindi, non è più la registrazione di un avvenimento vissuto nella sua concretezza e materialità, bensì la registrazione di scene quasi immateriali, di sfumature fluide che si fondono in un’armonia generale; ed è così che le opere di Giorgio Brogi risultano attraversate da un’indeterminatezza ottica e dai toni accesi, nell’intenzionalità, da un lato di rendere la vibrazione della luce, e dall’altro di far emergere non tanto la densità, quanto la leggerezza e il carattere evanescente delle cose. La realtà esterna perde ogni potere costrittivo e riesce ad offrire possibilità infinite d’immaginazione. Il percorso si articola quindi con un passaggio dalla visione di una realtà interpretata e modificata da parte dell’artista e realizzata tramite quattro video proiettati in linea sulla parete accompagnati da quattro suoni ciascuno, per passare alla proiezione di due delle sue opere che grazie alla loro sovrapposizione danno vita ad una nuova immagine, virtuale, immateriale, irreale, fruibile solo durante il tempo e la durata del progetto. Dall’antimateria alla materia pittorica, la realtà tangibile, la tecnica per eccellenza che mostra il fare pratico del linguaggio artistico con sette opere che interpretano la ricerca video e in particolare i tre colori insieme al bianco. L’installazione conclusiva a terra formata da schegge, polvere di marmo e illuminata al suo interno con la luce, rende questa mostra un vero e proprio progetto site-specific, in cui Brogi, oltre ad omaggiare la città e la sua realtà marmorea, è riuscito ad esprimersi con la riconoscibilità del suo lavoro, senza deviazioni e usando qualsiasi linguaggio e tecnologia a sua disposizione.

The exhibition stems from the wish to constantly address the places that an artist such as Giorgio Brogi often finds himself in contact with. Places that he remains in relation with, in one way or another, for various reasons such as work, friendship, art, pleasure and the joy of being with people he is fond of. Brogi has elaborated a site-specific project for the city of Pietrasanta within the MuSA, which with its multimedia technology becomes the site that makes video the star, supported by painting and installation. White Noise is a multisensory research into the contemporary scenario. It aims to use different languages to stimulate curiosity and the desire to read and listen to a project in which it is possible to return to the origins of the epitome of white material strength: marble. What this means is generating an observation aimed at those who work this material, who succeed in expressing the contrast between strength and lightness to the full. It is a complete and organic installation that morphs into a rhythmic itinerary of cadenced sequences within the matter and the world of marble-working. The four projected videos are the starting-point of the entire work. They focus on the different elements in the working of marble, and its various uses: from the block to the slab, from the laboratory to the sculpture, the leitmotif is the material and the colour white. Each video has a soundtrack accompaniment made up of the combination of two voices – one male and one female – that pronounce the word marble in English and in Italian: four sounds to be associated with each individual video. The word is not clear and is difficult to make out, whereas the phonetic and sound difference is evident. From the videos we move on to the three vertical projections in which the artist presents two of his pictorial works to the right and left and in the centre the superimposition of these two same images, in constant fade-out. In his macrocosm and microcosm, Brogi always starts from the real datum, from the pure geometrical and linear forms to the colours. In this exhibition, as well as white, we also have the repetition of the origin, of the idea that inspired the artist through the colours blue, yellow and red. This was a choice spawned by observation of the coloured marks made on the blocks by the workers, and these signs of colour act as a framework to all the languages used in the project. More specifically, their more vibrant nature can also be discerned in the paintings on the wall, illustrating the artist’s ongoing research. The paintings are an aesthetic of subtraction, a reduction implemented through geometries and colours. Nevertheless, there is also a vision of reality and symbolism: an interior spirituality that succeeds in giving an inner luminosity to the painting in his work. Hence the painting is no longer the recording of an event experienced in its concrete materiality, but rather the recording of almost intangible scenes, fluid nuances that meld into a general harmony. This is how Giorgio Brogi’s works are seen to be traversed by an optical indeterminacy and bright tones. The intention is, on the one hand to render the vibration of light, and on the other to bring forth – not so much the density – as the lightness and the evanescent character of things. External reality loses all its constricting power and succeeds in offering infinite possibilities of imagination. Thus the itinerary evolves via a passage from the vision of a reality interpreted and modified by the artist and realised through four videos projected in alignment on the wall, accompanied by four sounds each. Then comes the projection of two of his works which are superimposed to engender a new image: virtual, intangible and unreal, which can be enjoyed only for the temporal duration of the show. From anti-matter to pictorial matter, tangible reality: the epitome of technique which displays the practical implementation of artistic language in seven works that interpret video research and, more specifically, the three colours in addition to white. The final installation is on the ground, consisting of marble chips and powder, illuminated by light from within. This work encapsulates the site-specific nature of the exhibition, in which Brogi not only pays tribute to the town and to its marble identity, but has also succeeded in expressing himself in what is recognisably his work, without deviations and exploiting only any language and technology at his disposal.


Rumore Bianco 2 2015 Acrilico su tela cm 50 x 60

Rumore Bianco 6 2015 Acrilico su tela cm 50 x 60


il bianco è rumore domanda apertura presenza the white is noise query aperture presence

Rumore Bianco 5 2015 Acrilico su tela cm 50 x 60


Rumore Bianco 1 2015 Acrilico su tela cm 50 x 60

Rumore Bianco 4 2015 Acrilico su tela cm 50 x 60

Rumore Bianco 7 2015 Acrilico su tela cm 50 x 60

Rumore Bianco 3 2015 Acrilico su tela cm 50 x 60


Il Bianco è Rumore 1 2015 Acrilico su tela cm 80 x 120

Il Bianco è Rumore 2 2015 Acrilico su tela cm 80 x 120


Rumore Bianco 2015 Video proiezione Quattro schermi in linea cm 420 x 236 ciascuno


IN COLLABORAZIONE CON: Fondazione Centro Arti Visive di Pietrasanta Alessandro Romanini per Scolpire il Tempo, L’Artigianato, l’Arte e la Conoscenza Comune di Pietrasanta - Artigianart Camera di Commercio di Lucca - Lucca InTec


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