R A S S E G N A I N T E R N A Z I O N A L E D I S C U LT U R A E P I T T U R A I N S I C I L I A
RASSEGNA INTERNAZIONALE DI SCULTURA E PITTURA IN SICILIA www.ilmitocontemporaneo.it
Evento promosso dall’Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana PO FESR Sicilia 2007 - 2013 - Linea di intervento 3.3.1.1
ENTE PROMOTORE ASSESSORATO TURISMO, SPORT E SPETTACOLO REGIONE SICILIANA Daniele Tranchida Assessore Turismo, Sport e Spettacolo Regione Siciliana Marco Salerno Dirigente Generale Dipartimento Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo Regione Siciliana Salvatore Presti Direttore Artistico “Il Circuito del Mito” Filippo Nasca Dirigente Servizio Turistico Palermo Regione Siciliana Athena Communications Ente Attuatore Massimiliano Simoni Art Director, Progetto e Coordinamento Si ringraziano Michele Benfari Dirigente del Servizio Museo Archeologico Regionale Eoliano Luigi Bernabò Brea Enrico Caruso Dirigente Servizio Parco archeologico di Morgantina e delle aree archeologiche di Aidone e dei Comuni limitrofi Maria Costanza Lentini Dirigente Servizio Parco archeologico di Naxos e delle aree archeologiche di Giardini Naxos, Taormina, Francavilla e dei Comuni limitrofi Umberto Spigo Dirigente Servizio Parco archeologico delle Isole Eolie e delle aree archeologiche di Milazzo, Patti e dei Comuni limitrofi Ester Bonafede Sovrintendente FOSS - Politeama Garibaldi Mauro Passalacqua Sindaco di Taormina Antonella Garipoli Assessore alla Cultura Comune di Taormina
in collaborazione con: Lipari
Palermo
Morgantina - Aidone
Taormina
TAORMINA
ex Chiesa di San Francesco di Paola Corso Umberto I Teatro Greco Romano 21 dicembre 2011 28 febbraio 2012
ex Chiesa di San Francesco di Paola Corso Umberto I - Centro Storico Teatro Greco Romano Via del Teatro Greco, 40 98039 Taormina info +39 0942 23220 - +39 0942 24291
ENTE ATTUATORE Athena Communications Giulio Battaglini Presidente Massimiliano Simoni Art Director Enrico Mattei Critico e Curatore d’Arte Andrea Berti Ufficio Stampa&Comunicazione Francesca Caselli Segreteria Organizzativa Valentina Bigicchi Producer Anna G. Giunta Responsabile Direct Marketing
ASSOCIAZIONE CULTURALE
A T H E N A c o m m u n i c a t i o n s
Via Ugo Foscolo, 9 55041 Camaiore (Lu) www.athenacommunications.it info@athenacommunications.it
Coordinamento generale e organizzazione Claudia Viola Assicurazione INA Assitalia Art&Collezioni Agenzia Generale di Viareggio Logistica e Allestimenti M.A. Service S.r.l. Trasporti Seardo S.r.l. Posizionamento e sicurezza opere Giorgio Angeli Si ringraziano per la gentile collaborazione la Fonderia artistica Mariani e il Laboratorio marmo e granito Studio Giorgio Angeli; Onofrio Lasciato - Capo Segreteria Particolare e Bruno De Vita - Vicario del Capo di Gabinetto dell’Assessore al Turismo, Sport e Spettacolo Regione Siciliana.
Grafica e cura editoriale Nicola Micieli Testi critici Luca Beatrice Enrico Mattei Fabrizio Moretti Massimiliano Simoni Coordinamento cataloghi Enrico Mattei Foto Ritratto Artista Bob Krieger Fotografie © Athena Communications by Matteo Simoni Impaginazione Punto Pagina, Livorno Stampa Bandecchi & Vivaldi, Pontedera
Il Mito Contemporaneo
KAN YASUDA
17 dicembre .11 / 28 febbraio .12
Lipari Alfredo Sasso
Palermo Raffaele De Rosa Taormina Kan Yasuda
Morgantina Aidone Girolamo Ciulla
Prof. Daniele Tranchida Assessore Turismo, Sport e Spettacolo Regione Siciliana
La rassegna internazionale di scultura e pittura Il Mito Contemporaneo rappresenta il cuore di questa edizione del Il Circuito del Mito. Una scelta innovativa rispetto ai tratti soliti della rassegna ideata nel ’99 dal Maestro Franco Zeffirelli per sposare turismo e cultura, momenti di spettacolo in locations di particolare pregio storico-architettonico. Già nella passata edizione abbiamo sperimentato la valenza di mostre di forte richiamo come quella sul fumettista Hugo Pratt e il suo personaggio di maggior successo, Corto Maltese. Con questa rassegna si è voluto fare un passo in più: puntare sull’arte contemporanea come tema portante del cartellone. La ragione di questa scelta è semplice: le mostre con una durata di quasi due mesi consentono da una parte di attivare politiche mirate di promozione e dall’altra di ridare centralità culturale all’isola sulla scia di quanto avveniva secoli fa con scambi e contaminazioni non solo tra artisti provenienti da varie parti d’Italia e d’Europa ma tra Oriente e Occidente. In questo senso si inquadra la mostra dello scultore giapponese Kan Yasuda, apprezzato e riconosciuto in tutto il mondo, e le altre personali e collettive previste da Il Mito Contemporaneo. Gli appuntamenti organizzati da Athena Communications portano sull’isola 100 opere di quattro grandi Maestri e richiamano insieme ai turisti, gli addetti ai lavori: artisti, giornalisti, critici d’arte. Un’operazione multilivello in cui questo governo crede in maniera convinta. Nello specifico, se Taormina con le opere di grandi dimensioni di Kan Yasuda è il palcoscenico centrale della rassegna (così come Palermo con la personale di Raffaele De Rosa nell’ottocentesco teatro Politeama), l’iniziativa Il Mito Contemporaneo mira anche a delocalizzare e destagionalizzare i flussi turistici, rafforzando nuovi siti di importanza internazionale ancora poco noti come il museo archeologico di Aidone “casa” della Dea di Morgantina, o località turistiche di successo ma solo in determinati periodi dell’anno, come l’isola di Lipari con la sua storia, i suoi reperti, le sue bellezze naturalistiche. Ad Aidone la personale, ispirata proprio al ritorno della Dea di Morgantina, dello scultore Girolamo Ciulla, interprete come pochi (con le sue opere in travertino) del Mito e della terra di Arcadia; e a Lipari Evanescenza e Memorie di Alfredo Sasso, uno dei maggiori pittori contemporanei viventi (nella “scuderia” della Galleria Contini di Venezia, al top europeo e mondiale), hanno questa finalità e questa ambizione. Primo esperimento di una politica che si vuole perseguire e che nel medio-lungo periodo può dare, così come è successo in altre località europee, ottimi risultati. Un’ultima considerazione. L’immagine de Il Circuito del Mito è, in questa edizione, una statuetta di Kore (Persefone), protagonista della mitologia greca, figlia di Zeus e Demetra, incarnazione della giovinezza e della femminilità, condannata a stare negli inferi per sei mesi l’anno e tornare dalla madre negli altri sei, dalla primavera all’estate. Espressione di positività e di legame alle tradizioni, rievocare quest’immagine oggi e farlo per un calendario invernale di eventi, significa ribadire una precisa strategia politica: la volontà di rilanciare l’isola come meta turistica per 360 giorni l’anno in virtù non solo del passato secolare e di tutto ciò che questo ha lasciato in termini di patrimonio artistico e architettonico, ma anche come luogo in cui le espressioni artistiche e culturali di oggi possono trovare spazio e linfa creativa. Punto di incontro, come nel passato, di civiltà diverse. Metaforicamente, è come liberare Kore dagli Inferi, la Sicilia da uno sviluppo turistico a metà. 9
Dott. Marco Salerno Dirigente Generale Dipartimento Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo Regione Siciliana
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Il Circuito del Mito. Giunge l’attesa edizione invernale dopo avere apprezzato quella ricadente nel periodo pasquale ed estivo e di cui hanno scritto e parlato stampa, operatori del settore turistico e culturale e, soprattutto, chi ne ha potuto godere la ricchezza dei contenuti. L’avere pensato, e quindi realizzato, il susseguirsi di più edizioni nell’arco dell’anno si è rivelata una felice intuizione per le incredibili ricadute sul turismo che abbiamo potuto registrare. La valorizzazione, attraverso il Circuito, del territorio siciliano con le sue mai troppo decantate bellezze e delle sue peculiarità che fanno delle nostre nove province dei gioielli assolutamente unici e mai confondibili l’uno con l’altro (nel dialetto, nella gastronomia, nelle produzioni agricole, nelle tradizioni popolari, nelle feste religiose etc.), è stata ben integrata nella composizione del messaggio del Circuito stesso con il fascino del canto, della musica, dell’arte e dello spettacolo in genere. Ecco in cosa consiste la felice intuizione, nell’avere avuto un’idea complessiva e armoniosa dell’indispensabile matrimonio tra turismo, cultura e intrattenimento. È poi di particolare rilievo, in questo ambito, la presentazione delle mostre di artisti contemporanei che legano le tradizioni architettoniche, storiche e artistiche siciliane con le esperienze internazionali dell’arte contemporanea e che offrono così una ulteriore straordinaria occasione di valorizzazione del nostro tessuto culturale e paesaggistico. La scelta di luoghi e ambienti noti e meno noti al grande pubblico garantisce una straordinaria occasione di grande richiamo turistico internazionale. Le mostre oggi vivono nell’ambito del Calendario delle iniziative di richiamo turistico con le azioni previste dal PO FESR 2007/2013 e saranno adesso curate dal Direttore Artistico, il regista Salvatore Presti, uomo di grande professionalità e sensibilità verso la nostra terra. Sono, quindi, particolarmente lieto di poter presentare in questo periodo di festività una serie di importanti mostre che contribuiscono alla valorizzazione della nostra isola e per il più grande richiamo turistico.
M.ro Salvatore Presti Direttore Artistico Il Circuito del Mito
Sicilia Terra del Mito e del Contemporaneo. Il Circuito del Mito si arricchisce di quattro prestigiose mostre di respiro internazionale ospitate in alcuni dei luoghi mitici della nostra amata Terra. Luoghi speciali, luoghi dove ancora oggi, a distanza di secoli, possiamo respirare il profumo dell’Antichità, il vigore più puro dell’Essere sospeso tra l’anelito all’Infinito e la quotidiana battaglia per la vita. Lì, in quei luoghi che vogliamo celebrare con i grandi eventi che caratterizzano Il Circuito del Mito, possiamo ancora ascoltare la storia scorrere fin dentro la nostra anima: Storia, Mito, Terra diventano così un tutt’uno con l’Essere Contemporaneo. Con Il Mito Contemporaneo quattro Maestri dei giorni nostri, Alfredo Sasso, Raffaele De Rosa, il nostro scultore siciliano Girolamo Ciulla e il giapponese Kan Yasuda, ci raccontano, attraverso la loro personale interpretazione, il Mito con sguardo contemporaneo esaltando, insieme alla forma di sculture potenti e dipinti avventurosi, la bellezza, la storia e il talento architettonico, ancora oggi inimitabile, delle colonne della nostra storia. È un percorso possente per l’Anima, emozionante per il Cuore, efficace per le Membra, entusiasmante per la Conoscenza. La sottile linea temporale che ci fa sentire così lontani, e allo stesso tempo piccoli al cospetto delle epoche del Mito da cui abbiamo preso ispirazione, non è mai stata così vicina al tempo che viviamo. È l’Arte, la materia che noi tutti possiamo toccare (e guardare), la naturale porta di accesso, lo star-gate per utilizzare un termine moderno, tra Mito e Contemporaneo. A fianco della declinazione del Mito nella contemporaneità, abbiamo voluto “scavare” fino alle profondità del Mito al Femminile. La Sicilia Mater, divina e delicata, grazia e leggiadria, ideale filo conduttore per il ritorno della Dea di Morgantina nella sua Sicilia. Il Castello di Lipari con il Museo Archeologico, la Chiesa di Santa Caterina e il sorprendente Chiostro Normanno, il Teatro Politeama Garibaldi di Palermo, il Museo Archeologico di Aidone, il Teatro Greco Romano con l’ex cattedrale di Taormina, l’Hotel Metropole e il centro storico sono i luoghi deputati per la resurrezione del Mito. Il Mito alla portata di tutti.
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Dott. Mauro Passalacqua Sindaco di Taormina
È, questo che celebriamo, un grande evento prima per la Città di Taormina, poi per tutta la Sicilia. Per Taormina, in cui noi cittadini viviamo la contemporaneità attraverso spazi sedimentati, luoghi vissuti che riconosciamo come nostri, che ci rassicurano nella nostra quotidianità ma che oggi vede i suoi abitanti “spaesati” per la imprevedibile novità che queste “presenze” rappresentano. Spaesati senza alcun motivo perché i luoghi di ieri e le presenze di oggi, a confronto, confermano l’importanza di un sito come Taormina, scrigno di millenarie vicende… Mi viene in mente un pensiero di Duccio Trombadori sull’arte contemporanea: «Quando i moderni non hanno più miti, l’esperienza umana tocca il vertice estremo della contemporaneità». E la Sicilia? Questa terra curiosa da sempre centro del mondo? A che può servirle l’arte? A ciò per cui esiste: a stupire, a dubitare, a interrogarsi, a scoprire che c’è “altro”. In una parola si potrebbe dire “a emozionarsi”. E mi chiedo, quale Sindaco di questa Città, se non spetti proprio a una classe dirigente insegnare le emozioni, guidare alle emozioni coloro che appaiono assopiti o “spaesati” in un momento storico come quello che viviamo… senza più miti. Amore per la salvaguardia e tensione verso il futuro è il nostro obiettivo come pure quello della Regione Sicilia: a Taormina il Maestro Kan Yasuda ha installato l’arte da toccare; a chi è sembrato lo fosse, non è questa una provocazione fine a se stessa ma l’inizio di un percorso di crescita culturale che custodisce la nostra identità di popolo del Mediterraneo. Ringraziamenti vadano all’Assessore Regionale al Turismo Daniele Tranchida, al Direttore artistico de Il Circuito del Mito Salvatore Presti, all’Art Director dell’Athena Communications Massimiliano Simoni per aver coinvolto la Città in questo ambizioso progetto-esperimento e al Maestro Yasuda per averci “provocato” con eleganza…
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Dott.ssa Maria Costanza Lentini Direttore del Servizio Parco Archeologico di Naxos e delle aree archeologiche di Giardini Naxos, Taormina, Francavilla e dei Comuni limitrofi
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È la prima volta che il teatro antico di Taormina accoglie al suo interno opere di un artista contemporaneo. E piace che questo avvenga quasi allo scadere del primo anno di vita e lavoro del Parco Archeologico di Naxos e Taormina. L’occasione è offerta da Il Mito Contemporaneo, rassegna internazionale di scultura e pittura in Sicilia, promossa dall’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana nell’ambito della più ampia iniziativa de Il Circuito del Mito, con quattro mostre di altrettanti artisti contemporanei di fama: Alfredo Sasso, Raffaele De Rosa, Girolamo Ciulla e Kan Yasuda, dislocate in diversi siti della Sicilia. In questo programma Kan Yasuda, raffinato scultore giapponese, che ha scelto di vivere a Pietrasanta, accanto alle candide cave del famoso marmo carrarese, è presente a Taormina con numerose sculture. Il binomio arte contemporanea/archeologia è sperimentato, ha spesso esiti di spettacolarità, produce (se gestito con attenzione e rigore) benefiche ricadute sui monumenti antichi. In questa prospettiva, per la straordinaria qualità dello spazio e della luce, il teatro di Taormina può essere il luogo perfetto. In pochi monumenti come in questo natura e cultura si incontrano e confondono, tanto da conferirgli un ruolo centrale nella formazione della moderna sensibilità del paesaggio. Ma è soprattutto un luogo congeniale alle raffinate opere del maestro Kan Yasuda, artista di “sculture all’aperto”, sculture “senza tempo”, o meglio che lo oltrepassano. In modo eloquente la sua mostra ai Mercati Traianei a Roma portava il titolo Toccare il tempo, azione impossibile, ma forse l’unica capace di incontrare il passato. Come è stato detto, se il maestro apprende dalla cultura occidentale la concezione della scultura monumentale, affatto estranea alla cultura giapponese; d’altro canto quest’ultima torna in gioco nella visione che le sue sculture richiedono. Egli conosce e gioca abilmente con i materiali (marmo, metallo), con i formati e quindi con la gamma vasta delle modulazioni formali, ora lasciando espandere con potenza la massa scultorea, ora minimalizzandola, ma sempre ottenendo opere in simbiosi con lo spazio che le contiene. Così è avvenuto per le opere collocate nel teatro, come per quelle lungo il Corso Umberto e dentro la Chiesa di San Francesco di Paola, opere tutte che compongono un unico itinerario, di cui il Teatro rappresenta un estremo. Tale itinerario, governato con fine maestria da Kan Yasuda, costituisce uno dei punti di forza dell’intera esposizione, filo sottile e tenace tra teatro e città. Realizzata grazie all’accordo intervenuto tra gli Assessorati al Turismo e dei Beni Culturali e per l’impegno profuso dagli Assessori, Prof. Daniele Tranchida e Prof. Sebastiano Missineo, l’esposizione sarà aperta a Taormina sino al prossimo 28 febbraio. Trasmettendo i saluti e auguri di buon successo del Direttore Generale del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali, Arch. Gesualdo Campo, si ringraziano gli organizzatori, il Direttore Generale del Dipartimento Regionale Turismo, Sport e Spettacolo, dott. Marco Salerno, Salvatore Presti, direttore artistico de Il Circuito del Mito, e il Comune di Taormina nelle persone del Sindaco, Dott. Mauro Passalacqua, e dell’Assessore alla Cultura, Arch. Antonella Garipoli. Con i complimenti all’artista, maestro Kan Yasuda, si ringraziano l’Arch. Massimiliano Simoni, art director della rassegna Il Mito Contemporaneo, e con lui il Dott. Enrico Mattei che insieme mi hanno invitato a partecipare a questo catalogo.
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Taormina Sull’origine di Taormina (Tauromenion, Tauromenium) molte sono le notizie, ma incerte per documentazione e poco attendibili. Diodoro Siculo nel 14° libro attesta che i Siculi abitavano la rocca di Taormina, vivendo di agricoltura e di allevamento di bestiame, già prima dello sbarco dei greci di Calcide Eubea nella baia di Taormina (753 a.C.), dove alle foci del fiume Alcantara, fondarono Naxos (odierna Giardini Naxos), la prima colonia greca di Sicilia. Dionisio di Siracusa, di origine dorica, e alleato di Sparta nella guerra contro Atene, tollerò per un po’ la presenza degli Ionici di Calcide Eubea a Naxos, alleati di Atene, ma poi mosse contro di essi che andarono a occupare la parte a valle del Monte Tauro in cui vivevano i Siculi insieme ad altri jonici che si erano precedentemente lì insediati da Naxos. Ma negli anni della XCVI Olimpiade (396 a.C.) i nassioti in massa, minacciati da Dionisio, tiranno di Siracusa, si trasferirono a Tauromenion, spinti da Imilcone, condottiero dei Cartaginesi, alleato degli jonici contro i dorici, perché il colle era da considerarsi fortificato per natura. Volendo il tiranno di Siracusa riprendersi con violenza il territorio dei Tauromenitani, essi risposero che apparteneva loro di diritto, poiché i propri antenati greci ne avevano già preso possesso prima di loro stessi, scacciando gli abitatori locali. Afferma Vito Amico che la suddetta versione sulle origini di Taormina fornita da Diodoro è contraddetta nel 16° libro, quando sostiene che Andromaco, dopo l’eccidio di Naxos del 403 a.C., radunati i superstiti li convince ad attestarsi nel 358 a.C. sulle pendici del vicino colle “dalla forma di toro”, e di conseguenza il nascente abitato prese il nome di Tauromenion, toponimo composto da Toro e dalla forma greca menein, che significa rimanere. Mentre le notizie fornite da Cluverio concordano con la seconda versione di Diodoro, Strabone narra che Taormina abbia avuto origine dai Zanclei e dai Nassi. Ciò chiarirebbe in qualche modo l’affermazione di Plinio il quale sostiene che Taormina in origine si chiamava Naxos. Testimone Diodoro Siculo, Taormina, governata saggiamente da Andromaco, progredisce, risplendendo in opulenza e in potenza. Nel 345 a.C. Timoleone da Corinto, sbarca e raggiunge Tauromenium, per chiedere l’appoggio militare al fine di sostenere la libertà dei Siracusani. Più tardi troviamo Taormina sotto il dominio del tiranno siracusano Agatocle, che ordina l’eccidio di molti uomini illustri della città e manda in esilio lo stesso Timeo, figlio di Andromaco. Anni dopo soggiace a Tindarione e quindi a Gerone, anch’essi tiranni Siracusani. Taormina rimane sotto Siracusa fino a quando Roma, nel 212 a.C., non dichiara tutta la Sicilia provincia Romana. I suoi abitanti sono considerati alleati dei Romani e Cicerone, nella seconda orazione contro Verre, accenna che la Città è una delle tre Civitates Foederatae e la nomina “Civis Notabilis” erroneamente tramandato, poi, come “Urbs Notabilis”. In conseguenza di ciò non tocca ai suoi abitanti pagare decime o armare navi e marinai in caso di necessità. Nel corso della guerra servile (134-132 a.C.) Tauromenium è occupata dagli schiavi insorti, che la scelgono come caposaldo sicuro. Stretti d’assedio da Pompilio, resistono a lungo sopportando anche la fame e cedendo soltanto quando uno dei loro capi, Serapione, tradendo i compagni, lascia prendere la roccaforte. Nel 36 a.C. nel corso della guerra fra Sesto Pompeo ed Ottaviano, le truppe di quest’ultimo sbarcano a Naxos per riprendere la città a Sesto Pompeo che l’ha in precedenza 17
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occupata. Per ripopolare Tauromenium, dopo i danni della guerra subita, ma anche per presidiarla Ottaviano, divenuto Augusto, nel 21 a.C. invia una colonia di Romani, a lui fedeli, e nel contempo ne espelle gli abitanti a lui contrari. Strabone parla di Tauromenion come di una piccola città, inferiore a Messina e a Catania. Plinio e Tolomeo ne ricordano le condizioni di colonia romana. Il Teatro Antico non è soltanto un pezzo del patrimonio archeologico di Taormina, ma è anche un luogo d’incomparabile bellezza panoramica. L’occhio spazia dalla baia di Naxos alle coste calabre, all’Etna, a Castelmola. È greco o romano? Su questo interrogativo si sono cimentati esperti e critici. La risposta più probabile è che sia stato costruito in epoca greca e ristrutturato ed ampliato in epoca romana. Una prova che il teatro sia di origine greca è data dalla presenza, sotto la scena, di blocchi di pietra di Taormina (simili al marmo), che costituiscono il classico esempio del modo di costruire dei greci. Si pensa che i Romani per ricostruirlo abbiano impiegato decine d’anni. Le misure attuali sono di 50 metri di larghezza, 120 di lunghezza, 20 d’altezza. Per dimensione è il secondo della Sicilia, dopo quello di Siracusa. Si divide in tre parti: la scena, l’orchestra e la cavea. La parte più importante è la scena, che parzialmente conserva la forma originale. Il muro scenico ha la lunghezza di mt. 30 per 40. Due stanzoni laterali chiudevano la scena e la platea, impedendo il passaggio al pubblico. Il tetto di essi era costituito da due grandi terrazze, ancora esistenti. La cavea è incavata nella roccia ed ha un diametro di 109 metri. È costituita dalla gradinata, che, partendo dal basso, sale fino alla sommità. I primi posti della cavea erano riservati alle autorità, mentre la parte alta era riservata alle donne. La plebe sostava sulle terrazze, che non avevano comunicazione con l’interno del teatro. Un ampio velario riparava gli spettatori dal sole e dalla pioggia. La cavea era divisa in cinque corridoi anulari e verticalmente da otto scalette, formate da trenta gradini ciascuna. Le scalette partivano dalla cavea e arrivavano in alto al muro terminale, dove, in corrispondenza, si aprivano otto porticine, attraverso le quali si accedeva al corridoio coperto. Nel muro terminale le nicchie, ancora ben visibili, contenevano statue in esposizione. L’orchestra, posta al centro, divide la scena dalla cavea. Ha un diametro di 35 metri. Per il rifacimento ed ampliamento del Teatro i Romani usarono mattoni d’argilla e calce. Fu anche costruito un sistema di canali per far defluire le acque piovane. È da annotare che era decorato con colonne di marmo bianco e granito grigio. Purtroppo, quasi tutte le colonne sono state perdute. Il Teatro antico è una delle principali attrazioni di Taormina. Perfettamente funzionante ed agibile, dopo aver ospitato per anni il premio David di Donatello, la manifestazione cinematografica più importante d’Italia, è sede oggi di Taormina Arte, festival internazionale che dura tutto il periodo estivo con la rassegna del cinema, del teatro, del balletto e della musica sinfonica. Il Teatro greco/romano di Taormina è sempre stato fin dai tempi antichi il simbolo di questa città. Fu costruito nel terzo secolo dai Greci provenienti da Naxos, città che si trova sotto Taormina e che è gran parte del panorama che si può ammirare dal teatro. Il Teatro antico si è riuscito a mantenere anche grazie alla cura e all’importanza che gli fu data successivamente dai Romani, che non si limitarono a curare solo il teatro ma anche il resto della città. 20
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Fotografo italiano, nasce (1936) ad Alessandria d’Egitto da madre siciliana e padre prussiano. È fin da ragazzo affascinato dal mondo dell’arte, incoraggiato anche dal bisnonno Giuseppe Cammarano, autore dei dipinti neoclassici della Reggia di Caserta. Pur avendo iniziato a fotografare all’età di 11 anni (ricorda ancora la sua prima fotografia, un’immagine della madre), solo nel 1962 entra in uno studio come assistente. Nel 1967 si trasferisce a Milano dove lavora e vive tuttora, e inizia l’attività in proprio pubblicando subito su Harper’s Bazar e Vogue e documentando la nascita del prêt-à-porter italiano. Dal 1970 al 1975 è Art Director di Bazar Italia. Torna a realizzare fotografie lavorando per i più grandi stilisti (Armani, Krizia, Versace, Valentino, Bulgari) su riviste come N. Y. Times Magazine, Vogue, Esquire, Harper’s Bazar, ma affermandosi anche in campo pubblicitario e firmando ben tre copertine di Time, tra cui, nel 1982, quella dedicata a Giorgio Armani. Pur legato alla moda, se ne allontana per rea lizzare ricerche personali sul nudo – con due libri molto belli, Metamorfosi e Anima Nuda, e sul ritratto con immagini di grande libertà espressiva.
Bob Krieger Il Maestro della fotografia firma Il Mito Contemporaneo nella foto Kan Yasuda
Massimiliano Simoni nella foto di Bob Krieger
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Massimiliano Simoni
Il Mito Contemporaneo: un progetto globale di management turistico-culturale
Art Director
Quattro grandi Maestri internazionali del contemporaneo, con le loro creazioni, sono stati chiamati a far rivivere il Mito in quattro magiche locations, antichi luoghi per sognare. Il Mito Contemporaneo, parte di quell’ambizioso percorso che è Il Circuito del Mito, geniale intuizione del regista Franco Zeffirelli, è un viaggio sospeso tra antico e contemporaneo, tra gli odori di un tempo e i profumi dell’oggi. La straordinaria forza della natura con i suoi paesaggi mozzafiato, la bellezza dei luoghi e delle antiche vestigia è la degna cornice di un progetto che non vuol essere solo un ciclo di mostre, ma farsi Evento. Si insegue il Mito di Arcadia per approdare all’Arte Figurativa senza tempo, che guarda a Fidia, l’origine, e pensa, in un anelito d’infinito, all’Olimpo. La materia plasmata dalle abili mani dell’Artista diventa ponte tra il Mito e la realtà, tra quel che si immagina che fosse e quel che vorremmo che sia. Nel nostro percorso tutto si è trovato esattamente dove avrebbe dovuto essere. Non c’è stato bisogno di ricerche né studi, tanto meno di un particolare processo artistico per individuare e decidere le destinazioni delle opere dei Maestri che compongono il suggestivo mosaico de Il Mito Contemporaneo. Sono state le opere, e con esse la primordiale scintilla che ha innescato il processo creativo, il pensiero che ne ha guidato il divenire, l’immagine finale alla quale sono approdate, a indicarci sia l’esatta loro angolazione nella prospettiva del Mito sia il loro insediamento nei luoghi deputati ad accoglierle, dove il loro messaggio avrebbe trovato la pienezza espressiva. Messaggi che, ne sono certo, il visitatore riuscirà a percepire nella più completa spontaneità e a comprendere utilizzando le risorse culturali e le conoscenze a sua disposizione, ma aggiungerei soprattutto grazie alla personale sensibilità. A Taormina, nei suoi luoghi-simbolo, in quella che fu la Cattedrale della Città, l’ex Chiesa di San Francesco di Paola, lungo il Corso Umberto, nel meraviglioso e unico Teatro Greco, le Opere dell’immenso Maestro giapponese Kan Yasuda. A Lipari, all’interno dell’Acropoli, in atmosfere sospese tra sacro e profano, nella Chiesa di Santa Caterina, il Maestro italo-americano Alfredo Sasso. Ad Aidone, a due passi dal sito archeologico di Morgantina, nel prezioso Museo Archeologico che custodisce l’acrolite Dea da poco restituita alla sua Terra, il Maestro siciliano Girolamo Ciulla. A Palermo, città di enorme bellezza e fascino, nella ricercata Sala Gialla dello splendido Teatro Politeama Garibaldi, un Ligure, il Maestro Raffaele De Rosa, pittore dell’epico fantastico.
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Kan Yasuda. La materia eterea L’emozione per l’arte è pari alla forza evocativa che suscita la bellezza della terra di Sicilia. Vedere le Opere di Kan Yasuda nei luoghi che poco più che ventenne lo avevano accolto, è un’esperienza straordinaria. Tutto è perfettamente armonico. Il contemporaneo è sapientemente miscelato con le antiche vestigia. Il naturale contrasto non è mai violento e fuori luogo. Le sue sculture si fondono con la materia circostante e diventano porte di accesso a dimensioni spazio-temporali che tutti possono attraversare nel percorso ideale di ricerca del Mito, e del Divino. Che sottile piacere vedere le “piccole” opere di Kan nell’antica Cattedrale. I suoi sassi sembrano uscire dal suolo, e si armonizzano con la struttura che li contiene. I giochi di luce, gli allineamenti, come se si trattasse di pianeti, creano rare geometrie plastiche. Il viaggio che ci conduce da Porta Catania, lungo Corso Umberto, fino a Porta Messina, viene sublimato dalle cinque sculture in marmo e bronzo collocate all’interno del Teatro Greco, di bellezza sconvolgente. Sembrano, ed è qui l’apparente paradosso, lì da sempre. Non esiste un violento contrasto; la storia, la natura, l’arte contemporanea sono sublimate e armonizzate dall’incredibile architettura che non è antica, ma così incredibilmente moderna. Così deve essere un Teatro, tutto il resto è sperimentazione. La paura che il Maestro giapponese ha provato nel cimentarsi con situazioni universalmente note e apprezzate, e che ce l’ha fatto sentire così vicino nella sua sincera umiltà di fronte al “bello” storicizzato, è stata ampiamente superata con la gioia di osservare moltitudini di studenti “entrare” nelle sculture, toccarle, abbracciarle… viverle simbioticamente. Il bambino che, vedendo per la prima volta un’opera di Yasuda, le corre incontro, vale molto di più di tanta paludata critica, che sforzandosi di capire, perde il senso della vera Arte che deve saper empatizzare i moti della nostra anima. Oggi, con Kan, l’Arte è movimento, è luce, è Mito.
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Luca Beatrice
Il mito di Kan Yasuda Sul terreno di rappresentazione delle tragedie classiche di Eschilo, Sofocle, Euripide, e della più stemperata commedia di Aristofane, nel territorio che fu di spartani, ateniesi e cartaginesi, gli “haiku scultorei” di Kan Yasuda liquidano un’alterità tra culture. Si inseriscono con disinvoltura in quel panorama che guarda il mare nella bellissima cornice del teatro di Taormina. Dentro e fuori il teatro, nei pressi della Chiesa di Santa Caterina, del Duomo, lungo il Corso e in altre location sparse per la città i suoi monoliti sembrano disegnati dal vento piuttosto che caduti lì, per caso. Il profilo ordinato e fluido insegue le forme della natura dalla quale sembra essere disegnato. Se non fosse per l’evidente consistenza materica (bronzo e marmo), verrebbe da pensare a enormi bolle di sapone: conservano la loro forma, modellata in aria per pochi secondi, per poi scomparire in un alone bagnato. Kan Yasuda solidifica quell’attimo. Nel bianco del marmo e nella lucidità del bronzo c’è un’onestà sensoriale, visiva e tattile, che le rende metaforicamente “trasparenti”. La definizione di “haiku” per le opere del Maestro aiuta a spiegarne innanzitutto la derivazione orientale preservata nonostante l’adozione europea. In secondo luogo, il termine esprime l’essenzialità, in questo caso formale, dei contenuti. L’haiku è quel brevissimo sillabario che persino il più beat dell’omonima generation, Jack Kerouac, e con lui Allen Ginsberg (per citare dei casi decisamente “occidentali”), amavano utilizzare per scrivere del tempo, delle stagioni e della natura. In termini d’arte, e meno letterali, quello di Yasuda è un minimalismo poetico di rara eccezionalità. Esercizi di poesia visiva per fare del binomio tempo-natura un sodalizio d’ordine estetico. Allo stesso modo di una poesia, fatta di poche parole, Yasuda preleva le suggestioni ispirategli dalla natura per sintetizzarle in una scultura monumentale, senza fronzoli o punteggiature. A lui basta una sola forma dentro la quale trovare un’enciclopedia di sensazioni. Il vuoto si alterna al pieno e proprio grazie al pieno è reso evidente. Si crea un unico elemento di congiunzione tra terra e aria: la materia. Non stupisce che il Maestro scelga la grande dimensione, diversamente dalla comune tradizione orientale, come modello per rappresentare l’infinito. Alla risolutezza di un sentimento di derivazione nipponica si somma qui, complice il luogo, una tensione sublime felicemente risolta. Le opere di Yasuda sono il sequel della saga statuaria europea che ha agghindato le piazze delle grandi città. A questa storia si aggiunge il gusto site specific, meno celebrativo e coerente nella scelta del luogo, da parte dell’artista, come giusta cornice o addirittura elemento partecipativo per lo sviluppo dell’opera. Sicuramente è la Land Art, di matrice americana e importata nel vecchio continente con il Minimalismo degli anni Sessanta, l’esempio a cui sottoscrivere la monumentalità delle opere di Yasuda. Le abbiamo viste nel bellissimo percorso metropolitano creato nel centro di Milano, nel 1991, nelle strade di Firenze quasi dieci anni dopo, ad Assisi nel 2005 e a Roma nei Mercati traianei. A Pietrasanta, “la piccola Atene”, di fronte alla stazione dei treni, una sola sua scultura è divenuta parte integrante e definitiva dell’arredo urbano. All’interno
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del parco del Valentino, a Torino, nel 2011, nove bronzi – semi o gocce texturizzati in superficie, profili geometrici e strutture elementari combinate a baccelli semi aperti – sono stati vissuti e “usati” come il più riuscito intervento di Public Art. A Taormina le opere di Yasuda ritrovano quella dimensione naturale in relazione al contesto. Diventano unità abitative primordiali. Inevitabile toccarle, sentirne la consistenza, abbracciarle o salirci sopra. Si rafforza così il rapporto esclusivo dell’artista con l’Italia, sua patria “artistica” d’elezione. L’intera opera di Yasuda deve essere vissuta nel modo più spontaneo possibile. I sensi sono coinvolti e la partecipazione non è solo tra opera e spazio, ma anche e soprattutto tra opera e spettatore. Le definirei abitazioni private in suolo pubblico. L’esclusività della loro fruizione, emozionale e per questo personale, non vuole isolarsi nell’autoreferenzialità di una percezione ma aprirsi a un lirismo universale. L’allestimento di Taormina ci ricorda la lezione d’integrità di cui l’arte è capace. Kan Yasuda è un maestro, non di quelli che insegnano per imposizione, piuttosto una figura mitologica, un esempio. Impariamo con le sue opere a guardare, toccare e sentire.
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Enrico Mattei La mostra del maestro giapponese Kan Yasuda è stata pensata come un dialogo continuo tra il dentro e il fuori, interno ed esterno in un rapporto armonico di forme e pensieri. La Chiesa di San Francesco di Paola ospita una serie numerosa di sculture di piccolo formato in un percorso quasi didattico per mostrare al visitatore una ricerca a livello di progetto, di studio e di prova continua della ricerca di forme ben strutturate nello spazio. Il flusso di energia si espande all’esterno investendo il centro di Taormina fino ad arrivare al Teatro Greco, un percorso articolato con sculture monumentali che prendono vita nella materia del bronzo che da stato liquido si solidifica e diventa opera d’arte. Il contesto interno della Chiesa, in cui quelle stesse forme presentate come piccole idee in marmo e bronzo trasmettono a noi il concetto della creazione, rispecchia il dentro, la contemplazione, l’azione generatrice, invece lo spazio esterno lungo Corso Umberto e all’interno del Teatro Greco identifica quel dialogo con la vita, opere monumentali che si resta incantati ad osservare senza annoiarsi. Sembra di vedere qualcosa di spontaneo, di naturale, come se fosse stato prodotto dalla natura o come fosse la natura stessa a rispecchiarsi in esse. Le persone del nostro tempo, noi, voi stessi, considerati nel rapporto con la condizione esistenziale, con lo spazio vivibile, di relazione, ma ancora di più, o, ancora meglio, con lo spazio interno, psichico, con l’ànemos pulsante intimo, il dentro dell’anima che urge nel corpo, ne tende la superficie espressiva, gli detta il tempo di azione, la stasi riflessiva, la dinamica, il gesto. Una sola sfera esistenziale che dialoga con il dentro e il fuori che si realizza nello spazio grazie al materiale lavorato e impiegato dalle esigenze dell’artista. Quale tempo stiamo vivendo? Quello attuale oppure tutto il precedente sommato al nostro? Toccando e vivendo queste opere, le persone sono in grado di relazionarsi con i sensi spesso proibiti nell’arte, dalla famosa etichetta “vietato toccare” si passa alla munariana affermazione “vietato non toccare”, perché con Kan Yasuda si vive il tempo e lo si tocca con mano. Un percorso di gioco incentrato sulla curiosità, la scoperta, la sperimentazione, l’esperienza tattile e visiva. L’idea è di proporre alla sensibilità dei più piccoli e non un processo di apprendimento che si fondi sull’esperienza tattile e sul gioco attraverso la plurisensorialità. E come diceva proprio Bruno Munari a proposito delle opere del maestro Yasuda: «Un’opera che non rappresenta nulla è un’opera che contiene il tutto. Non c’è un solo significato ma si hanno centomila stimoli secondo il momento».
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Fabrizio Moretti Sono un mercante d’arte antica e forse non il più adatto a parlare di arte contemporanea, ma l’arte, quando è di qualità, è senza tempo, proprio come il lavoro di Kan Yasuda. Oggi, soprattutto nel mercato, si tende sempre a fare nette distinzioni tra antico e moderno. Questo, a parer mio, è un grande errore. Non è un problema cronologico, ma un problema di qualità. Le cose belle, seppur eseguite in diversi periodi storici, dal III secolo a.C. a oggi, possono essere accostate tranquillamente. Il vero problema è che l’uomo ha prodotto moltissimo nel campo artistico, ma non tutto quello che ha prodotto si può chiamare “capolavoro”. La bravura sta nel selezionare, e il tempo, spesso, seleziona la bravura. Credo che oggi molti artisti contemporanei siano sopravvalutati, ma la cosa che mi conforta, è che saranno il tempo e il buon senso a stabilire chi rimarrà nella storia. Sicuramente non è il caso di Kan Yasuda, che è nel nostro presente, e rimarrà nella storia per la grande qualità del suo lavoro. Un lavoro, quello dell’artista giapponese, sobrio ed elegante che si inserisce in qualsiasi ambiente, dal paesaggio al centro storico, senza andare a disturbare l’integrità del luogo, ma anzi amplificandola.
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ex chiesa san francesco di paola
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Mukayo bronzo bianco
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Tenpi bronzo bianco
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Myomu marmo bianco
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Kaisei marmo bianco
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Tensen bronzo bianco
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Ishinki marmo bianco
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Tenpi marmo bianco
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CORSO UMBERTO I
Kimon bronzo cm 450×300×150
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Sokyo bronzo bianco cm 134×158×215
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Mamu bronzo bianco cm 295Ă—250Ă—95
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Myomu bronzo cm 280×380×80
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Ishinki bronzo cm 170×220×300
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Siebou bronzo cm 340×105×80
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Mukayù bronzo cm 200×200×65
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Kaze bronzo cm 250×300×50
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Tenpi bronzo bianco cm 120×200×300
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CORSO UMBERTO I Hotel Metropole
Seitan bronzo bianco cm 200Ă—70Ă—50
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teatro greco romano
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Ishinki bronzo cm 130×200×300
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Tenpi marmo 100x70x30 cm
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Mamu marmo bianco cm 15Ă—36Ă—80
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Fubuki bronzo cm 300×153×153
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Tensen bronzo cm 245×250×180
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Kan Yasuda nasce a Bibai nell’isola di Hokkaido, la più settentrionale del Giappone, nel 1945. Nel 1969 ottiene il diploma dall’Università Nazionale di Belle Arti e Musica di Tokyo. Viene in Italia per la prima volta nel 1970 con una borsa di studio messa a disposizione dal Governo italiano: studia e si perfeziona sotto la guida del Professor Pericle Fazzini, presso l’Accademia di belle arti di Roma. In seguito allestisce il suo laboratorio in Toscana, a Pietrasanta, cittadina famosa nel mondo per l’estrazione del marmo di migliore qualità, dove attualmente risiede e continua a produrre le sue opere scultoree in marmo e bronzo.
Mostre personali 1973 Galleria 88, Roma 1975 Time’s Gallery, Roma 1976 Daido Gallery, Sapporo 1978 Marui Imai Gallery, Sapporo 1984 Galleria Retina, Sapporo 1985 Gallery Ueda Warehouse, Tokyo 1987 Tokeidai Gallery, Sapporo 1991 Percorso della scultura, Milano 1994-95 Marmo e Bronzo, Yorkshire Sculpture Park, Inghilterra 1995 Berkeley Square Gallery, Londra • The Economist Plaza, Londra • Mostra all’aria aperta, Pietrasanta 1997 Mostra all’aria aperta, Marina di Pietrasanta 1999 Mostra all’aria aperta, Torre del Lago Puccini
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2000 Firenze, sculture nella città, Firenze 2001 Sculture al Teien, Tokyo Metropolitan Teien Art Museum, Tokyo 2003 Sculture di Kan Yasuda: Unito al Cielo, Legato alla Terra, Hokkaido Museum of Modern Art, Sapporo • Kan Yasuda, Villa La Versiliana, Pietrasanta 2004-05 Kan Yasuda. Scolpire l’opera. Madama Butterfly, giardino dell’aeroporto Galilei, Pisa 2005 Kan Yasuda. Amare la vita è costruire la pace, Basilica di San Francesco, Assisi 2007-08 Toccare il tempo, Roma 2011 Toccare il tempo, Torino • Toccare la città, Sapporo
Mostre collettive
Bibliografia
Premi
1975 Seconda Biennale Dantesca, Ravenna 1977 Quinta Quadriennale, Roma • Scultori e artigiani in un centro storico, Pietrasanta 1979 14 artisti giapponesi in Italia, Roma 1980 Artisti giapponesi contemporanei, La Triennale di Milano, Milano 1983 Arte a Hokkaido, Arbata, Canada • La scultura ieri e oggi, Pietrasanta 1984 Mostra internazionale di scultura all’aperto, Les-Gets, Francia 1985 Sculture di passaggio, Montignoso, Lucca 1986 Artisti giapponesi in Italia, Firenze e Parma • Scultura internazionale a Castello Malaspina, Massa 1988 Sculture da Carrara, Massa e Pietrasanta, Yorkshire Sculpture Park, West Bretton, Regno Unito 1989 Idiomi della scultura contemporanea, Verona • Scolpire tra Carrara e Pietrasanta, Marina di Carrara 1990 9 Scultori, Bernay, Francia • Percorso della scultura per i mondiali ’90, Milano 1991 Arte e architettura: proposte per l’ambiente urbano, Milano 1993 La veste del vuoto, Pietrasanta 1995 Time Machine: Egitto antico e arte contemporanea, Museo Egizio, Torino 1996 G ’96, mostra internazionale di scultura all’aperto, Lago Maggiore, Svizzera 1997 La pietra fertile. Tre scultori a Zola Predosa, Zola Predosa, Bologna 1998 Omaggio a Nivola, Nuoro • Mostra all’aperto, Pisa 1999 Illuminazione, Firenze, Padova, Torino e Palermo • I campi della scultura 2, Parigi 2001 Vibrazione: sensi uniti, Utsunomiya Museum of Art, Utsunomiya, Giappone 2002 Pietrasanta, scultore e scultura, Pietrasanta, Italia 2005 Vetro e scultura. 20 artisti interpretano Venini, Chiesa di Sant’Agostino, Pietrasanta • Nostalgia del Futuro, Chiesa di Sant’Angelo, Pietrasanta 2006 Sculture en plein air, Limone Piemonte e Cortile d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino • Omaggio alla terra: Busan biennale, Busan, Repubblica di Corea • Marmo d’Opera, Seravezza • Fonti di Vita, San Giuliano Terme, Pisa
2003 Kan Yasuda. Materia eterea, fotografie di Romano Cagnoni, testi di Fred Licht e Masaaki Iseki, catalogo della mostra al Parco della Versiliana, Marina di Pietrasanta, Edizioni Monte Altissimo, Pietrasanta 2006 Kan Yasuda. Aria Fuoco Acqua Terra. Amare la vita è costruire la pace, testi di Padre Vincenzo Coli, Manrico Nicolai, Hayao Kawai, Arata Tani, catalogo della mostra alla Basilica di San Francesco, Assisi, Edizioni Bandecchi & Vivaldi, Pontedera 2010 G. Rossetti, Kan Yasuda: trasfigurazioni dello spazio, in F. Mazzei - P. Carioti, Oriente, Occidente e dintorni... scritti in onore di Adolfo Tamburello, Il Torcoliere - Officine GraficoEditoriali d’Ateneo, Università degli Studi di Napoli L’Orientale
1992 Il 43 Premio d’Arte Conferito dal Ministero dell’Educazione e Cultura Dedicato ai Nuovi Artisti, Giappone 1994 Premio Internazionale per Scultura, Pietrasanta 1995 Premio Pietrasanta nel Mondo, Pietrasanta 2001 Premio Speciale di Puccini, Fondazione Festival Pucciniano 2002 Il 9 Premio Yasushi Inoue di Cultura, Giappone • Il 15 Premio Togo Murano di Architettura per il progetto Arte Piazza Bibai, Giappone • Premio di Poesia Alpi Apuane 2003 Premio Speciale della Regione Toscana 2006 Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana 2009 Japan Awards, Fondazione Italia Giappone 2010 Premio della Cultura, Hokkaido Shinbun, Giappone • Premio Giacomo Puccini, Fondazione Festival Pucciniano • Premio Commisario Culturale del Giappone
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Struttura di contatto presso l’Assessorato Regionale del Turismo Servizio Turistico Regionale di Palermo tel. +39 091 6398011 fax +39 091 6398023 www.turismopalermo.it strpalermo@regione.sicilia.it www.ilcircuitodelmito.it www.regione.sicilia.it/turismo
STAMPATO PER CONTO DI ATHENA COMMUNICATIONS DIVISIONE CATALOGHI DA BANDECCHI & VIVALDI PONTEDERA
DICEMBRE 2011