VENICE FILM FESTIVAL DAILY#1 30 Aug 2023
Apast that speaks to the present and a present that fears the future. This is the story of Salvatore Todaro, the commander of the submarine “Comandante Cappellini”, who in 1940 sank an armed enemy merchant ship in the Atlantic. Todaro then rescued the shipwrecked crew and, in accordance with the laws of the sea and at great risk, brought them to a safe harbor. The opening film, Comandante by Edoardo De Angelis, starring Pierfrancesco Favino, now holds an ethical significance that needs no emphasis. The Venice Days programme starts with The Sun Will Rise by Iranian filmmaker Ayat Najafi: in today’s Tehran, a theatre company is rehearsing Aristophanes’ Lysistrata when rioters and police clash. Theatre actors are also protagonists in Los océanos son los verdaderos continentes by Tommaso Santambrogio, a bitter look into contemporary Cuban society. The highlight of the day, however, is the awarding of the Golden Lion for Lifetime Achievement to the Italian filmmaker Liliana Cavani, who will also present her latest film, The Order of Time
The Law of the Sea
di Roberto Pugliese
Un passato che parla al presente e un presente che teme il futuro. La vicenda del messinese (ma cresciuto a Chioggia) Salvatore Todaro, comandante del sommergibile “Comandante Cappellini”, che nel 1940 affondò nell’Atlantico un mercantile nemico armato ma poi ne trasse in salvo i naufraghi per condurli, in base alle leggi del mare e correndo enormi rischi, in un porto sicuro, acquista oggi una valenza etica che non ha bisogno di sottolineature. Ed è a questa lezione di civiltà che fa appello Comandante, il film di apertura di Edoardo De Angelis (Indivisibili, Giornate degli Autori 2016) e primo italiano in Concorso, con protagonista Pierfrancesco Favino. E proprio dalle Giornate degli Autori proviene il primo evento speciale, Aftab mishavad (The Sun Will Rise), dell’iraniano Ayat Najafi: nella Teheran odierna il teatro dove una compagnia sta provando la Lisistrata aristofanea viene sconvolto dal vento di una grande manifestazione popolare e dal parallelo incombere repressivo delle forze antisommossa. Teatranti sono anche i due protagonisti dell’italo-cubano Los océanos son los verdaderos continentes di Tommaso Santambrogio, apertura ufficiale delle Giornate, sguardo amaro sulla società contemporanea cubana. Ma il grande evento della prima giornata è il Leone alla carriera a Liliana Cavani, classe 1933, indomabile combattente del nostro cinema, di cui si vedrà l’ultimo L’ordine del tempo, dal bestseller del fisico Carlo Rovelli, con Alessandro Gassmann e Claudia Gerini: apologo (forse) distopico su una fine del mondo che potrebbe arrivare prima del previsto...
press conferences palazzo del casinò
12.15 CONFERENZA STAMPA DI APERTURA della 80. MOSTRA INTERNAZIONALE
D’ARTE CINEMATOGRAFICA, presentazione delle Giurie VENEZIA 80, ORIZZONTI, VENEZIA OPERA PRIMA “LUIGI DE LAURENTIIS” e VENEZIA CLASSICI
13.00
L’ORDINE DEL TEMPO (THE ORDER OF TIME) (Fuori Concorso) e LEONE D’ORO ALLA CARRIERA 2023 a LILIANA CAVANI
13.45 COMANDANTE (Venezia 80)
LORENZO MATTOTTI STORIE RITMI MOVIMENTI
14.09 23 — 28.01 24
Museo Santa Giulia
Brescia
2 #1 Visita con Un’iniziativa promossa da Media Partner
Liliana Cavani di
Fabio Marzari
Galileo (1968)
Liliana Cavani realizza un film dedicato al grande scienziato, spostando l’interesse del ruolo individuale ai problemi di dialogo e di conflitto sociale che la scienza può portare con sé. Un atto di accusa contro l’arroganza del potere.
I cannibali (1969)
L’opera riproduce la vicenda di Antigone e del fratello ribelle ucciso ambientandola in una città reale ove vige uno Stato di polizia conforme, nella rappresentazione scenica, a certe esperienze dittatoriali proprie degli anni ’70.
Al di là del bene e del male (1977)
Vero fulcro del film sono le domande poste a diversi soggetti, che possiamo definire liberi, sulle limitazioni proprie dei loro stili di vita. Costrizioni psicologiche, prima di tutto, poiché le resistenze, gli ostacoli, provengono anzitutto dagli stessi individui.
La pelle (1981)
Tratto dal libro di Curzio Malaparte, un affresco viscerale e disperato dell’Italia del 1944, un Paese diviso e in balia di alleati e aguzzini. Marcello Mastroianni interpreta lo scrittore protagonista, accompagnato da Claudia Cardinale e Burt Lancaster.
Il portiere di notte (1974)
Il suo lavoro forse più importante e universalmente conosciuto, che scandalizzò all’uscita parte di critica e pubblico. La trama si svolge nel 1957, in una Vienna sontuosa e decadente come il grande palcoscenico allestito da alcuni ex criminali nazisti per occultare le tracce del loro passato.
Palco tutto al femminile per una Cerimonia d'Apertura di Venezia 80 che siamo certi rimarrà nella storia della Mostra del Cinema: la Leonessa Liliana Cavani riceve l'omaggio di Charlotte Rampling, indimenticabile protagonista de Il portiere di notte (1974), laudatio al primo Leone d’Oro alla carriera femminile.
Colonna sonora della Cerimonia la voce di Malika Ayane ne Il cielo in una stanza di Gino Paoli.
N
ovantunesimo anno di vita, edizione n. 80. Venezia è come quelle vecchie signore che non smettono mai di stupire, giovani dentro, vitali fuori. Con il Presidente Roberto Cicutto abbiamo cercato di attraversare questo corpo in perenne movimento individuando le tracce nuove che segneranno questa attesissima edizione della Mostra.
intervista
Roberto Cicutto Presidente La Biennale di Venezia di Massimo Bran
Spazio Ottanta
80 volte Venezia. Un suo ricordo stringente. Prima di divenire Presidente de La Biennale io sono stato un produttore cinematografico veneziano; quindi il mio è un ricordo di Roberto Cicutto in quanto persona, libero da implicazioni istituzionali. Anzi, diciamo meglio che prima ancora di essere un produttore sono stato un ragazzo veneziano appassionato di cinema che si è trovato la Mostra, questa straordinaria, immaginifica kermesse cinematografica, sotto casa quasi naturalmente. Quindi, così come accade per molte altre esperienze della vita, il ricordo più stringente riguarda la prima volta, la mia prima Mostra del Cinema nei panni di giovane spettatore. 1964, 25. edizione, Arena all’aperto, proiezione de Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini. Avevo 16 anni, era il mio esordio assoluto ad un festival e lo facevo sotto le stelle, nella mia città, trovando sullo schermo un film assolutamente sconvolgente. Data la giovane età ammetto di averci capito poco o niente, ma deve essere stato comunque un imprinting fortissimo, capace di scavare in profondità, se successivamente ho deciso di fare del cinema parte strutturale, pervasiva della mia vita.
La sfida strutturale nel vivo della cittadella del cinema.
In primis, già come l’anno scorso, assistiamo ad un ampliamento delle sale e ad un loro efficientamento significativo anche dal punto di vista tecnologico. La vera novità di quest’anno è che attraverso la costruzione di strutture permanenti come la scala esterna e l’ascensore, che mettono in collegamento i diversi piani del Casinò, questo diventa a tutti gli effetti un luogo in possesso di tutte le liberatorie di idoneità, agibilità e sicurezza canoniche per l’apertura al pubblico, quindi senza più restrizioni, non più accessibile ai soli
Director's cuts
accreditati. Inoltre le tre sale presenti all’interno del Casinò – Perla, Volpi e Casinò – per la prima volta nella storia della Mostra vengono oggi riconosciute come sale di proiezione a tutti gli effetti, aperte al pubblico, con un aumento dell’effettiva fruibilità del Festival. Evento a dir poco storico, con Sala Perla in primis e Sala Mosaici, dove hanno luogo le conferenze stampa, che vengono classificate di categoria A per gli elevati standard di tecnologia raggiunti.
C’è poi da registrare l’altissimo livello di efficientamento energetico raggiunto dai nostri spazi, quello sì totalmente a carico della Biennale grazie ai fondi collaterali del PNRR. Gli investimenti infrastrutturali al Casinò sono stati presi in carico dal Comune, noi ci siamo occupati ‘solo’ degli interni, delle finiture e delle attrezzature tecnologiche. Inoltre tutto il lavoro inerente lo sfruttamento delle energie alternative, con i pannelli solari e quant’altro verrà predisposto a riguardo da qui al 2026 anche al Palazzo del Cinema, è stato e sarà direttamente da noi assolto. Si tratta di un intervento di straordinaria rilevanza che possiamo accostare come mole a quanto porteremo avanti ai Giardini e all’Arsenale. Non propriamente
It Could Have Been Worse
We worked on our programme back when the strike wasn’t a thing. In fact, we finished our work two weeks ahead of schedule. We started viewing films in November 2022 and we never stopped. We are talking about 2400 titles. Then, that night in July, the news of the strike hit us. What a nightmare. For three days, we knew nothing more than that single piece of news. Nobody knew anything! Days later, things started looking up. Netflix kept their promises, as well as did other American productions. The only dropout, as everyone knows, was Luca Guadagnino’s Challengers, because the producers believed that without the lead actress Zendaya, they wouldn’t be able to promote the film as they had wanted, thus postponing its release to 2024. At that point, we had to pick another opening title, and we quickly settled on Comandante by Edoardo De Angelis, starring Pierfrancesco Favino. Actors – that’s a different story. There may not be those from the Studios; for everyone else, that is, actors involved in independent film productions, we might take advantage of the Sag-Aftra exemption. We will have to see if the actors with permission to participate will actually decide to be there, or if instead they will give up in solidarity with their colleagues, which is far from unlikely. I am positive there will be a strong presence, especially for indie cinema. We should also remember that the technical cast will be there in all cases. In short, I don’t expect anything catastrophic. Anyway, it could have been much worse…
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Liliana’s five
SEGUE A P. 8
Con il Leone d’Oro alla Carriera celebriamo una regista di cui solo oggi forse riusciamo a cogliere appieno il ruolo innovativo Alberto Barbera
© La Biennale di Veneziafoto ASAC
© Julian Hargreaves
Changes
Pierfrancesco Favino intervista
Per il sesto anno consecutivo Lorenzo Mattotti firma l’immagine della Mostra del Cinema, sia graficamente, con le sue immaginifiche illustrazioni, che come animazione, realizzando il corto proiettato come sigla della Mostra prima di ogni film. L’abbiamo incontrato per farci raccontare come è nato e come si è dipanato negli anni questo visionario viaggio.
Come è nata questa collaborazione e come ha scandito questo percorso ‘seriale’?
La collaborazione nasce nel 2019 mentre stavo terminando il mio film La famosa invasione degli orsi in Sicilia, presentato a Cannes lo stesso anno, motivo per cui mi dedicai esclusivamente al manifesto del festival e non al video di presentazione.
La prima locandina risulta la più classica, anche in virtù del fatto che credevo sarebbe stata la mia unica commissione per il festival di Venezia, non potevo certo immaginare quello che sarebbe potuto succedere negli anni successivi. E invece eccomi ancora qui!
Ogni anno la mia partecipazione è un’avventura all’insegna dell’invenzione. L’anno che seguì il mio ‘esordio’ in Biennale cercai di realizzare un video che avesse una certa continuità con l’idea dell’anno precedente, così venne fuori questo ‘fuoco d’artificio’ di immagini e musica, non senza difficoltà trattandosi di un lavoro che richiedeva una sorta di mediazione con la direzione del festival, come è normale che avvenga sempre per un evento istituzionale di questa portata. Tendenzialmente avanzo delle proposte che devono poi incontrarsi con le esigenze di Barbera e del suo team, oltre che con le eventuali celebrazioni previste. L’anno scorso, per il novantesimo ‘compleanno’ della Mostra, la sfida è stata particolarmente impegnativa vista l’esigenza di avere un’immagine forte ma non banale, che recuperasse i simboli delle prime edizioni ma che risultasse comunque al passo con i tempi. Così abbiamo pensato alla leonessa, riprendendo il leone rappresentativo della città stessa ma con una carica di personalità e femminilità in una declinazione decisamente contemporanea.
Altro lavoro ritengo ben riuscito è stata la progettazione della sigla dell’edizione tenutasi durante la pandemia, nel 2020, quella che ha decretato
Nel segno del Festival
il primato di Venezia tra i pochi grandi eventi internazionali realizzati in quell’anno in presenza. L’immagine degli acrobati, degli equilibristi, scelta per l’occasione rappresentava perfettamente la situazione precaria e complicata che tutto il mondo stava allora vivendo. Un manifesto davvero ‘sul pezzo’, ha funzionato benissimo.
È un’immagine che per me vuol dire molto. Ovviamente il festival cerca sempre di dare di sé un’impressione positiva nello stile, nei colori e nell’atmosfera, connotandosi come momento di gioia. All’interno della Mostra si dipana variegatamente la complessità composita del linguaggio cinematografico, perché i film sono sempre testimoni visivi dei tempi che corrono; eppure il festival è prima di tutto una festa del cinema, idea di fondo che abbiamo quindi sempre cercato di inserire come sottotesto dei manifesti.
La macchina che va verso il futuro non attraversa una prateria, bensì un paesaggio estremamente vario, astratto, un territorio della fantasia e dell’immaginario ricco e complesso. La macchina del cinema lo attraversa, lo conosce, lo scopre con uno sguardo pieno di speranza, guardando idealmente a tutti i territori che il cinema saprà esplorare e rinnovare attraverso il suo linguaggio. Lo stile che ho utilizzato è molto leggero, con disegni dai tratti non classici, adatti per sperimentare ed esplorare nuovi territori. “Il cinema può avere questo futuro” è il messaggio che ho semplicemente cercato di trasmettere. Messaggio che mi pare sia stato per ora recepito molto bene dai primi riscontri che ho avuto.
Il cinema secondo Lorenzo Mattotti: i registi, i film, le personali epifanie rivelatrici.
Un’illustrazione decisamente on the road per definire l’immagine di questa 80. edizione della Mostra. Innegabile il rimando a quella che ormai si può a tutti gli effetti definire un’altra età, quella in cui il futuro era tutto da prendere, da fare proprio con i sogni e la fantasia. I decenni del boom, dell’irruzione nel mondo aperto dei giovani, insomma, i Sixties Cosa significa imprimere un segno così fortemente aperto verso il domani, ispirandosi all’altroieri, in un tempo connotato da un lato da una complessità feroce e sempre più aggressiva, dall’altro da un vissuto tutto giocato in una sorta di infinito, digitale presente?
Frequentavo la Mostra del Cinema quando ero studente di architettura a Venezia, erano gli anni della contestazione. Ho iniziato precisamente nel 1972. Negli anni tra il ’75 e il ‘76 la memoria va alle sorprendenti proiezioni nei campi, in Campo Santa Margherita in particolare; sono ricordi molto vivi di appuntamenti che coinvolgevano tutta la città. Il mio rapporto col cinema è abbastanza complicato, esiste da quando ero ragazzino. Quindi una relazione oramai bella lunga. Dal 14 settembre al 28 gennaio 2024 a Brescia, la città in cui sono nato, quest’anno assieme a Bergamo Capitali italiane della Cultura, sarà possibile visitare al Museo di Santa Giulia la mia mostra Storie, ritmi, movimenti su tutti i lavori che ho realizzato per il cinema: i manifesti, appunto, ma anche video, cortometraggi, schizzi, storyboard. Un’esposizione curata da Melania Gazzotti.
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Lorenzo Mattotti di Massimo Bran
CONTINUA...
Il dato più rilevante e promettente di questa Giuria è che, avendo nelle sue fila quasi esclusivamente straordinari registi di diverse generazioni, il metro di giudizio sulle varie opere sarà certo vario eppure informato da un approccio, da una cultura cinematografica a tutto tondo di primissimo e straordinario livello
Alberto Barbera
VENEZIA 80
Damien Chazelle | President director (USA)
Tra i registi più in vista della nuova generazione, non ancora quarantenne ha all’attivo già due film di apertura della Mostra del Cinema di Venezia, La La Land nel 2016 e First Man nel 2018, con la prima pellicola che ha ottenuto 14 nomination agli Oscar vincendone sei, incluso quello per il miglior regista, il più giovane di sempre. Già con la sua opera prima, Whiplash, gli Oscar erano stati tre, come le nomination ottenute con il suo ultimo lavoro, Babylon, datato 2022.
Saleh Bakri actor (Palestine)
È stato protagonista in Il tempo che ci rimane (2009) di Elia Suleiman e in Salvo (2013) di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, vincitore del Gran Premio della Semaine de la critique a Cannes. Già presente a Venezia nel 2021 con Costa Brava Lebanon di Mounia Akl, ha recitato nel cortometraggio candidato all’Oscar The Present (2020) di Farah Nabulsi.
Jane Campion director, screenwriter, producer (New Zealand)
Storica la Palma d’Oro ottenuta a Cannes nel 1993 con Lezioni di piano, prima regista donna a ricevere il riconoscimento. Con Un angelo alla mia tavola nel 1990 riceve invece il Leone d’Argento - Gran premio della giuria a Venezia. Nel 2021 con Il potere del cane vince a Venezia il Leone d’Argento - Premio per la migliore regia, per una pellicola che viene premiata anche con un Oscar, due Golden Globes e due BAFTA.
Mia Hansen-Løve director, screenwriter (France)
Il suo Un bel mattino del 2022 è stato presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, ottenendo un grandissimo successo commerciale e di critica. Con Il padre dei miei figli (2009) si aggiudica il Premio Speciale della Giuria nella sezione Un Certain Regard di Cannes, mentre con Le cose che verranno (2016) vince l’Orso d’Argento per la miglior regia al Festival di Berlino.
Gabriele Mainetti director, actor, composer, producer (Italy)
Con Lo chiamavano Jeeg Robot del 2015 vince sette David di Donatello, due Nastri d’Argento, quattro Ciak d’Oro, ma già nel 2012 era entrato nella shortlist della nomination agli Oscar con il corto Tiger Boy. Partecipa al Concorso della Mostra del Cinema nel 2021 con Freaks Out, replicando il successo ai David e ai Nastri d’Argento.
Martin McDonagh screenwriter, director (Ireland)
Il suo Gli spiriti dell’isola, presentato a Venezia in Concorso lo scorso anno con Coppa Volpi al protagonista Colin Farrell, ha vinto quattro Golden Globe e quattro BAFTA. Nel 2017 Tre manifesti a Ebbing, Missouri aveva vinto a Venezia il Premio per la migliore sceneggiatura. 7 psicopatici (2012), In Bruges (2008) e il cortometraggio Premio Oscar Six Shooter (2004) confermano il fortunato sodalizio con gli attori Colin Farrell e Brendan Gleeson.
Santiago Mitre screenwriter, director (Argentina)
Con Paulina (2015) ha vinto il Gran Premio alla Semaine de la critique di Cannes. Argentina, 1985, è stato presentato in Concorso a Venezia nel 2022 ottenendo il Premio FIPRESCI. Candidato come miglior film internazionale agli Oscar, il film ha ottenuto un Golden Globe e un Premio Goya.
Laura Poitras director, journalist (USA)
Il suo Tutta la bellezza e il dolore ha vinto il Leone d’Oro per il miglior film l’anno scorso, storia intima e personale della fotografa e attivista americana Nan Goldin, mentre con Citizenfour vince l’Oscar nel 2014 per il miglior documentario. Come giornalista vince il Premio Pulitzer per un’indagine sui programmi di sorveglianza globale dell’Agenzia per la sicurezza nazionale americana.
Shu Qi actress (China)
Ha ricevuto tre Hong Kong Film Awards e due Golden Horse Awards come miglior attrice, collaborando con il maestro Hou Hsiao-Hsien in Millennium Mambo (2001) e The Assassin (2015). Protagonista sia di film d’autore che di successi al botteghino come Journey to the West: Conquering the Demons (2013) di Stephen Chow e C’era una volta a Shanghai (2014) di Jiang Wen.
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G
Damien Chazelle
Saleh Bakri
Jane Campion
Mia Hansen-Løve
Gabriele Mainetti
Martin McDonagh
Santiago Mitre
Laura Poitras
Shu Qi
intervista
Silvia Jop
Marzari
Il Premio Inclusione e Sostenibilità Edipo Re, riconoscimento collaterale della Mostra del Cinema di Venezia, è promosso da Edipo Re Impresa Sociale di Sibylle Righetti e Enrico Vianello, sotto la direzione artistica di Silvia Jop – che abbiamo intervistato qui di seguito –, in collaborazione con MYmovies e Università Ca’ Foscari, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Padova e di ResInt. Tutto nasce dalla storica barca a vela Edipo Re, imbarcazione frequentata spesso da Pier Paolo Pasolini e Maria Callas durante le riprese dell’omonimo film, divenuta dal 2017 lo spazio più vivace ed innovativo della Mostra del Cinema, la sua anima off, social e green che ha conquistato definitivamente i cinéphile. Un’‘isola’ fortemente connotata anche dalla qualità e dalla ricerca di un’offerta enogastronomica a km etico. Scegliere di essere partner di Isola Edipo, che in pochi anni è divenuta punto di riferimento imprescindibile del Festival, è stato quindi per noi di Venews Daily un passaggio inevitabile e convintamente voluto. Seguiremo giorno per giorno un cartellone di eventi non stop ed estremamente vari, quest’anno dal titolo Radici, che include proiezioni, premi, approfondimenti monografici, presentazioni, live show, incontri, musica dal vivo e molto altro.
“Inclusività” e “sostenibilità” sono nozioni dalle mille sfaccettature. Come il Premio Edipo Re ha saputo in queste sei edizioni connotare di significato questi due concetti?
Negli anni abbiamo cercato di fornire a questi termini, del cui utilizzo oggi si abusa con irritante retorica, una consistenza e un orientamento concreti. A partire dal termine “inclusione”, a cui abbiamo cercato di restituire una valenza di reciprocità anziché di unidirezionalità. Ora stiamo facendo lo stesso con il termine “sostenibilità”, allargandone i confini: da una visione strettamente legata al rapporto con il mondo naturale a una visione più ampia che definisce “sostenibile” un approccio complessivo alla realtà, concentrandosi, quindi, sulla natura stessa del modo con cui dovremmo rapportarci con le persone, con i luoghi, con noi stessi e noi stesse.
Parallelamente a questo, ho sempre cercato di connettere questa prospettiva con una tipologia di selezione che non si sentisse vincolata a un significato da ricercare in termini didascalici. Ho sempre proposto alle giurie che si sono susseguite negli anni dei film che non necessariamente avessero una connessione diretta e oggettiva con questi temi, ma che vivessero piuttosto una tensione verso di essi di natura più creativa e di linguaggio. Questo ha fatto sì che il Premio venisse attribuito nel corso del tempo a film molto diversi tra loro: da Still Recording di Ghiath Ayoub e Saeed Al Batal a Saint
Omer di Alice Diop, passando per The Man Who Sold His Skin di Kaouther Ben Hania e Corpus Christi di Jan Komasa, accompagnati da una doppietta di opere che apparentemente non avrebbero elementi in comune, ma che in realtà ne hanno di profondissimi, come Al Garib di Ameer Fakher Eldin e Vera sogna il mare di Kaltrina Krasniqi.
Il percorso intrapreso dal Premio è stato condiviso di edizione in edizione con personalità del mondo del cinema e della cultura dall’estrazione la più varia. Chi sono i giurati dell’edizione 2023 e quali le ragioni di queste scelte? L’intenzione è sempre quella di intrecciare tra loro sguardi di persone che provengono dal mondo dell’arte e della cultura, spesso mescolando le competenze, altre volte invece affiancando persone con competenze professionali simili ma esercitate in modo completamente differente. Quest’anno la giuria è composta da Alberto Malanchino, Caterina Guzzanti e Carlotta Vagnoli. Alberto Malanchino è un attore in grado parallelamente di riempire lo spazio scenico di un teatro, seguendo sceneggiature di natura politica e sociale, e di vestire i panni di un medico in una delle serie televisive più viste in Italia come Doc. Mi interessava lo sguardo di un giovane uomo capace di tenere assieme due piani tanto distanti, parlando a pubblici molto differenti. Caterina Guzzanti ha una carriera lunga tra tv, cinema e teatro alimentata da un tipo di comicità ormai raro, dove il divertimento passa indispensabilmente dalla capacità di ribaltare il mondo, conoscendo al tempo stesso bene la realtà e i suoi pesi. Penso che una donna con un percorso come il suo abbia una postura che le consente di guardare le cose oltre loro stesse. Carlotta Vagnoli è una scrittrice che, senza perdere un grammo della sua capacità analitica e di lettura della realtà, è riuscita a creare uno spazio di parola e ascolto dedicato soprattutto alle donne, ai loro corpi e alle loro identità. Oltre ai libri, attraverso l’uso di piattaforme e strumenti digitali, ha dato prova concreta di come certi mezzi di comunicazione possano effettivamente spostare la realtà. Del suo sguardo mi interessa molto l’approccio avventuriero e anticonvenzionale.
Accanto a loro quest’anno nasce una Giuria Giovani, composta da studenti e studentesse di Ca’ Foscari. Quale l’idea di questa importante apertura?
Il Premio nasce per dare un contributo alla distribuzione di film d’autore in Italia, un percorso, com’è noto, faticosissimo. Se il premio ufficiale mira a un sostegno nella distribuzione dei cinema di tutta Italia, la versione del premio che verrà attribuita dagli studenti di Ca’ Foscari andrà a sostenere la distribuzione del film premiato in un circuito di sale d’Ateneo in diverse città italiane.
Il Premio attraversa tutte le sezioni competitive della Mostra del Cinema – Concorso, Orizzonti, Settimana della Critica e Giornate degli Autori – andando a tracciare un fil rouge che unisce le opere. Quali i 12 film che avete selezionato per l’edizione 2023?
La selezione, tre film per ogni sezione, cerca di dare una panoramica mondiale di linguaggi espressivi, storie e tematiche. Per il Concorso i film scelti sono: Evil Does not Exist - Aku Wa Sonzai Shinai di Ryusuke Hamaguchi, Io Capitano di Matteo Garrone, Origin di Ava DuVernay. Per Orizzonti Paradiset Brinner di Mika Gustafson, The Red Suitcase di Fidel Devkota, Yurt (Dormitory) di Nehir Tuna. Per la Settimana della Critica Life Is not a Competition but I’m Winning di Julia Fuhr Mann, Malqueridas di Tana Gilbert, About Last Year di Dunja Lavecchia, Beatrice Surano, Morena Terranova. Per le Giornate degli Autori Oceans Are the Real Continents di Tommaso Santambrogio, Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal Person di Ariane Louis-Seize e Melk di Stefanie Kolk.
Isola Edipo
Riva Corinto (dietro Pala Biennale), Lido www.isolaedipo.it
Pino Settanni I Tarocchi
Pino Settanni (1949-2010) è stato un fotografo notissimo per i suoi ritratti, specialmente quelli dei protagonisti del cinema italiano e internazionale, oltre che apprezzato fotoreporter di viaggi, celebri i servizi dedicati al sud Italia, e di reportage al seguito dell’esercito italiano in zone di guerra, come i Balcani e l’Afghanistan. Fra i più originali, vivaci autori della fotografia contemporanea, Settanni ha attraversato una gamma sterminata di tecniche e generi diversi, abbattendo con la sua versatilità la barriera tra pittura e fotografia. L’esposizione realizzata da Archivio Luce Cinecittà, che ha recentemente acquisito l’intero fondo fotografico dell’artista, composto di oltre 60.000 immagini, si sofferma in particolare sulla serie fotografica dei tarocchi alla quale Settanni lavorò nel 1994, sollecitato dalla lettura de Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino. Settanni, studiando i precedenti pittorici dedicati alle carte da gioco, da Dürer a Brueghel il Vecchio, e rendendo personale omaggio al suo principale riferimento iconografico, Caravaggio, dà vita a un’opera senza precedenti. Il risultato è eccezionale per composizione, ricchezza, umorismo, significati. Sessantuno immagini in mostra dove pittura, fotografia, messinscena teatrale, dinamica di un set cinematografico si fondono abbattendo i confini tra le arti, tra la serietà e la leggerezza, tra il reale e il sogno.
30 agosto-26 novembre
Le Stanze della Fotografia
Isola di San Giorgio www.lestanzedellafotografia.it www.archivioluce.com
Daily Venezia 80
Supplemento di n. 279 settembre 2023
Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1245 del 4/12/1996
Direttore responsabile Venezia News
Massimo Bran
Redazione Marisa Santin (coordinamento editoriale)
Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione)
Paola Marchetti (direzione organizzativa)
Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari
Luca Zanatta (graphic design)
Hanno collaborato Loris Casadei, Maria Casadei, Fabio Di Spirito, Roberto Pugliese, Cesare Stradaioli, Riccardo Triolo, Delphine Trouillard, Andrea Zennaro
Leonardo Cigni, Laura Gibellini, Lucrezia Sillo, Irene Zanutto
Stampa CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA
www.chinchio.it
redazione@venezianews.it - www.venezianews.it/daily2023
7 #1
I Tarocchi, foto di backstage - Archivio Luce Cinecittà
di Mariachiara
8.30 Sala Darsena
VENEZIA 80 press - industry
COMANDANTE
Edoardo De Angelis (120’)
v.o. italiano, fiammingo, dialetto napoletano, dialetto veneziano st. italiano/inglese
8.30 PalaBiennale
FUORI CONCORSO press - industry
L’ORDINE DEL TEMPO (THE ORDER OF TIME)
Liliana Cavani (113’)
v.o. italiano, spagnolo, inglese st. inglese/italiano
9.00 Sala Perla
SETTIMANA DELLA CRITICA
EVENTO SPECIALE press - industry
INCONTRO DI NOTTE
Liliana Cavani (10’)
v.o. italiano, francese st. italiano/inglese
DIEU EST UNE FEMME (GOD IS A WOMAN)
Andres Peyrot (87’)
v.o. spagnolo, kuna st. italiano/inglese
10.45 PalaBiennale
VENEZIA 80 press - industry
COMANDANTE
Edoardo De Angelis (120’)
v.o. italiano, fiammingo, dialetto napoletano, dialetto veneziano st. italiano/inglese
11.00 Sala Darsena
FUORI CONCORSO press - industry
L’ORDINE DEL TEMPO (THE ORDER OF TIME)
Liliana Cavani (113’)
v.o. italiano, spagnolo, inglese st. inglese/italiano
11.30 Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry
LOS OCÉANOS SON LOS VERDADEROS CONTINENTES (OCEANS ARE THE REAL CONTINENTS)
Tommaso Santambrogio (119’)
v.o. spagnolo st. italiano/inglese
13.00 Sala Giardino
FUORI CONCORSO press - industry
D’ARGENT ET DE SANG
(OF MONEY AND BLOOD)
(ep. 1-3) 156’
intervallo 20’
(ep. 4-6) 156’
Xavier Giannoli
v.o. francese st. italiano/inglese
14.00 PalaBiennale
ORIZZONTI - CONCORSO CORTI
pubblico 14+ - tutti gli accrediti
A SHORT TRIP
Erenik Beqiri (17’)
v.o. albanese, francese, inglese
st. italiano/inglese
DIVE
Aldo Iuliano (13’)
v.o. ucraino st. italiano/inglese
WANDER TO WONDER
Nina Gantz (14’)
v.o. inglese st. italiano/inglese
DAR SAAYE SARV
(IN THE SHADOW OF THE CYPRESS)
Hossein Molayemi, Shirin Sohani (20’) v.o. senza dialoghi
SENTIMENTAL STORIES
Xandra Popescu (16’)
v.o. greco, spagnolo, francese, tedesco st. italiano/inglese
AITANA
Marina Alberti (19’)
v.o. spagnolo st. italiano/inglese
FUORI CONCORSO
WELCOME TO PARADISE
Leonardo Di Costanzo (24’)
v.o. italiano st. inglese
14.00 Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico - tutti gli accrediti
AFTAB MISHAVAD
(THE SUN WILL RISE)
Ayat Najafi (85’) v.o. farsi st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
16.00 Sala Darsena
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
L’ORDINE DEL TEMPO
(THE ORDER OF TIME)
Liliana Cavani (113’) v.o. italiano, spagnolo, inglese st. inglese/italiano
16.30 PalaBiennale
ORIZZONTI - CONCORSO CORTI pubblico 14+ - tutti gli accrediti
SEA SALT
Leila Basma (19’)
v.o. arabo libanese st. italiano
CROSS MY HEART
AND HOPE TO DIE
Sam Manacsa (18’)
v.o. filippino st. italiano/inglese
BOGOTÁ STORY
Esteban Pedraza (16’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
THE MEATSELLER
Margherita Giusti (17’)
v.o. inglese st. italiano/inglese DUAN PIAN GUSHI (SHORT STORY)
Lang WU (12’)
v.o. cinese st. italiano/inglese
AREA BOY
Iggy London (19’)
v.o. inglese st. italiano/inglese ET SI LE SOLEIL PLONGEAIT DANS L’OCÉAN DES NUES (IF THE SUN DROWNED INTO AN OCEAN OF CLOUDS)
Wissam Charaf (20’)
v.o. arabo st. italiano/inglese
16.30 Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico - tutti gli accrediti LOS OCÉANOS SON LOS VERDADEROS CONTINENTES (OCEANS ARE THE REAL CONTINENTS)
Tommaso Santambrogio (119’)
v.o. spagnolo st. italiano/inglese
A seguire incontro con gli autori/Q&A
19.00 Sala Grande
80. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA inviti CERIMONIA DI APERTURA
OPENING CEREMONY
e/and
LEONE D’ORO
ALLA CARRIERA
A LILIANA CAVANI
a seguire VENEZIA 80 - FILM DI APERTURA COMANDANTE
19.00 PalaBiennale
80. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA pubblico DIRETTA CERIMONIA
DI APERTURA
OPENING CEREMONY LIVE a seguire
VENEZIA 80 - FILM DI APERTURA COMANDANTE
Edoardo De Angelis (120’)
v.o. italiano, fiammingo, dialetto napoletano, dialetto veneziano st. italiano/inglese a seguire
FUORI CONCORSO pubblico
L’ORDINE DEL TEMPO
(THE ORDER OF TIME)
Liliana Cavani (113’)
v.o. italiano, spagnolo, inglese st. inglese/italiano
19.00 Sala Giardino
FUORI CONCORSO press - industry
D’ARGENT ET DE SANG
(OF MONEY AND BLOOD)
(ep. 7-9) 156’
intervallo 20’
(ep. 10-12) 156’
Xavier Giannoli
v.o. francese st. italiano/inglese
19.15 Sala Casinò
ORIZZONTI press - industry SER SER SALHI
(CITY OF WIND)
Lkhagvadulam Purev-Ochir (103’)
v.o. mongolo st. italiano/inglese
19.30 Sala Darsena
VENEZIA 80 press - industry
EL CONDE
Pablo Larraín (110’)
v.o. spagnolo, inglese, francese st. italiano/inglese
19.30 Sala Corinto
GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry
MELK
Stefanie Kolk (96’)
v.o. olandese st. italiano/inglese
19.30 Sala Volpi
ORIZZONTI press - industry
19.45 Sala Perla
FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry
HOLLYWOODGATE
Ibrahim Nash’at (92’) v.o. pashto, dari, inglese st. italiano/inglese
21.45 Sala Darsena
FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry
HOLLYWOODGATE
Ibrahim Nash’at (92’) v.o. pashto, dari, inglese st. italiano/inglese
21.45 Sala Casinò
ORIZZONTI press - industry A CIELO ABIERTO (UPON OPEN SKY)
Mariana Arriaga, Santiago Arriaga (117’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
21.45 Sala Corinto
GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry SIDONIE AU JAPON (SIDONIE IN JAPAN)
Elise Girard (95’) v.o. francese st. italiano/inglese
21.45 Sala Perla
VENEZIA 80 press - industry EL CONDE Pablo Larraín (110’) v.o. spagnolo, inglese, francese st. italiano/inglese
22.00 Sala Volpi
ORIZZONTI press - industry SER SER SALHI (CITY OF WIND) Lkhagvadulam Purev-Ochir (103’) v.o. mongolo st. italiano/inglese
Opera Prima
Accesso in sala consentito solo fino a 10 minuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for the public and pass holders.
Edoardo De Angelis (120’)
v.o. italiano, fiammingo, dialetto napoletano, dialetto veneziano st. italiano/inglese
SEGUE DA P. 3 Intervista Roberto Cicutto, Presidente La Biennale di Venezia cosa da poco, se solo consideriamo, tanto per soffermarsi su uno degli interventi più rilevanti, che ai Giardini non si sta semplicemente ristrutturando, ma rifacendo completamente il Padiglione Centrale. Già oggi tutti gli approvvigionamenti energetici provengono da energia green che autoproduciamo con un’autosufficienza piena da qui al 2026, termine previsto per la fine dei lavori. Ci tengo infine a sottolineare che al 31 dicembre 2023 tutti gli adempimenti e i progetti, comprese le assegnazioni degli incarichi per la realizzazione dei lavori, saranno completati, come previsto dal calendario del PNRR. Anche questa non proprio un’impresa di poco conto.
In sala: idee per una crisi che chiede coraggio. Nella corrente stagione assistiamo ad un fenomeno certamente positivo, ma ad altissimo rischio di mal interpretazione: il fatto che in un’estate torrida come questa le sale cinematografiche si siano riempite con una pellicola record mondiale di incassi quale Barbie, e ora si spera anche con Oppenheimer, non può autorizzarci a ritenere, a illuderci in sostanza, che la crisi delle sale sia in via di superamento. Figuriamoci. La soluzione del problema arriverà nel momento in cui si stabilirà un effettivo equilibrio fra la fruizione cinematografica domestica e quella tradizionale in sala. Il festival non può fare moltissimo a riguardo, salvo lanciare delle idee e proporre percorsi utili derivanti da esperienze concrete. La Mostra del Cinema ha lanciato una programmazione su misura per giovani e giovanissimi, basandosi su un presupposto diverso rispetto a quello che fino ad ora informava in maniera prevalente la sua attività, portando i ragazzi in sala anche durante il periodo scolastico, facendo loro vedere i grandi classici o invitandoli a partecipare attivamente a rassegne tematiche. Sono stati scelti a tal fine titoli che servono a far capire ai ragazzi come sia profondamente diversa la fruizione cinematografica tra le mura domestiche rispetto a quella in sala. Prendiamo un esempio banale, E.T. l’extra-terrestre, pietra miliare di Spielberg, film che un ragazzo può aver visto in televisione anche tre, quattro volte, ma destinato in sala ad avere su di lui un impatto visivo ed emozionale completamente differente, direi nettamente più potente. Insomma, noi riteniamo con estrema convinzione che un grande festival internazionale quale è il nostro debba anche svolgere una funzione in qualche modo laboratoriale, lanciando nuove idee, progetti innovativi, dando concretezza a slogan che spesso rimangono vuoti perdendosi così nel vento. Il nostro impegno verso il futuro sta decisamente dentro a quello che è un obiettivo per noi assolutamente prioritario: far emozionare questi ragazzi come solo un festival può riuscire
A CIELO ABIERTO (UPON OPEN SKY)
Mariana Arriaga, Santiago Arriaga (117’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
a fare. Con l’alfabeto giusto, conoscendo la grammatica, la lingua di queste nuove generazioni. È del tutto inutile pensare che le piattaforme siano il nemico numero uno. Il progresso tecnologico è sempre andato avanti con le sue dicotomie: muto/ sonoro, bianco e nero/colore, pellicola/digitale. Il fulcro vero di ogni discussione a riguardo sta tutto nella necessità di ritrovare, da parte di tutto il sistema, un equilibrio che consenta di individuare la chiave migliore per poter produrre un film nel tempo presente, costruendo in particolare nei più giovani una lucida coscienza, una compiuta consapevolezza della diversità delle varie forme di fruizione delle immagini in movimento. È necessario ridefinire le modalità di frequentazione delle sale, comprendendo quali prodotti, quali tipologie di produzioni cinematografiche comunichino l’imprescindibilità esperienziale di essere fruiti in una sala al buio su un grande schermo. Credo che i festival debbano certamente lavorare forte per quanto possono in questa direzione vitale.
Una Mostra ‘virtuale’ nel futuro
Venezia è l’unico festival internazionale di prima fascia ad avere una sezione competitiva di cinema VR. Questa iniziativa ha suscitato un interesse straordinario non solo per la possibilità di immergersi, è proprio il caso qui di dirlo, emozionalmente in questi nuovi prodotti, ma anche per l’opportunità che offre a operatori del settore e dei media di cimentarsi su una riflessione profonda attorno a questa nuova tecnologia ancora in pieno divenire nella costruzione di un suo definito linguaggio.
Lo sciopero di Hollywood e l’intelligenza artificiale
Lo sciopero imperante a Hollywood ha due implicazioni importanti: la prima è che il pubblico, soprattutto dopo la pandemia, ha capito quanto il mondo dell’intrattenimento non sia fatto solo di star privilegiate e ben retribuite, ma anche di centinaia di migliaia di lavoratori, persone che mettono faccia, voce e talento in ruoli minori non venendo minimamente tutelati dal punto di vista professionale; la seconda implicazione riguarda la riflessione sull’intelligenza artificiale, ormai vista come un qualcosa che riguarda praticamente ogni tipo di professione. Bene, quindi, che sia stato sollevato il problema di uno sviluppo tecnologico senza controllo e senza regole: danneggiare le dinamiche della creazione artistica è una cosa che riguarda tanto i grandi scrittori quanto un figlio che va a scuola e deve imparare a scrivere. Ecco allora che una riflessione sulle nuove tecnologie, portata avanti com’è stata impostata da noi con il VR, può aiutare a ragionare in maniera più aperta ed approfondita, fuori da schemi precostituiti.
8 #1
Pubblico Accreditati Public Pass holders
in Mostra
SALA GRANDE
DI FLAVIO NATALIA
L’OCCASIONE
DEL NOSTRO CINEMA
Per il sistema cinema del nostro Paese è arrivato il momento più importante dell’anno. E l’80 a Mostra di Venezia, al via oggi, complici anche alcune defezioni Usa per lo sciopero di attori e sceneggiatori di Hollywood, ci offre un’occasione inedita: sono sei i titoli di nostri registi in concorso nella selezione ufficiale, mai così tanti in tempi recenti. E a dirigerli, spesso con budget di rilievo e un cast internazionale, è una squadra (tutta al maschile, per la verità) di cinque grandi autori – Matteo Garrone, Saverio Costanzo, Stefano Sollima, Edoardo De Angelis, Giorgio Diritti - e una delle grandi speranze sotto i 35 anni d’età: Pietro Castellitto Portano film diversissimi, che suscitano forti aspettative in chi ama le storie italiane e spera di vederle premiate. Il nostro mondo ne avrebbe bisogno, per rafforzare la lenta ripresa post-covid. In due titoli è protagonista Pierfrancesco Favino, tre anni dopo la Coppa Volpi per Padrenostro. Sarà la star dell’apertura, in quel Comandante in cui De Angelis racconta una vicenda poco nota della Seconda guerra mondiale e lo scontro tra mentalità nell’Italia di quegli anni drammatici. Garrone in Io Capitano ci fa vivere con Seydou e Moussa l’allucinante viaggio dal Senegal alle coste italiane, Diritti in Lubo parla di arte di strada e cieca violenza razzista, Sollima va oltre il genere in Adagio, sospeso tra thriller di borgata e bilanci di vite sciupate, Costanzo in Finalmente l’alba rivisita i nostri anni ’50, tra speranze luccicanti e penombre del vizio offerte dal benessere in arrivo, e Castellitto Jr in Enea mescola commedia e dramma in una storia di oggi. Parlano italiano anche tanti film fuori concorso o di altre sezioni, da Felicità e Con la grazia di un Dio, debutti alla regia di Micaela Ramazzotti e Alessandro Roia, a quel L’ordine del tempo che ci restituisce una Liliana Cavani giovanissima novantenne, al nuovo, piccolo miracolo di Giorgio Verdelli, che in Vengo anch’io ci avvolge nell’arte beffarda e irresistibile di Enzo Jannacci. Per nessuno di loro sarà facile emergere: Venezia 80, scioperi o meno, offre il consueto, ricchissimo ventaglio di grandi film e registi dal mondo tipico dell’era Barbera. Ma l’occasione c’è. Proviamo a coglierla. n
COMANDANTE APRE VENEZIA 80
Dopo Lacci a Venezia 77, nel 2020 in pieno Covid, un film italiano ha nuovamente il privilegio di aprire la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella prestigiosa edizione numero 80. Parliamo di Comandante, vero e proprio kolossal (15 milioni di euro di budget) diretto da Edoardo De Angelis, prodotto da Indigo Film e O’Groove con Rai Cinema, Tramp LTD, VGroove e Wise Pictures. Protagonista Pierfrancesco Favino (mattatore del festival, lo ritroveremo anche in Adagio di Stefano Sollima, anche questo in concorso) che interpreta Salvatore Todaro, comandante della Regia Marina Militare a cui è stato affidato il sommergibile Cappellini all’inizio della Seconda guerra mondiale. Uomo di grande coraggio, seguito con fiducia incondizionata dal proprio equipaggio, nell’ottobre del 1940 Todaro è protagonista di un gesto destinato a passare alla storia. Mentre naviga nelle acque dell’Oceano Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo. La nave apre il fuoco verso il Cappellini, che uscirà vittorioso dallo scontro affondando il natante. Todaro però non è solo un soldato, ma anche un essere umano dai forti valori, che gli impediscono di far morire in mare i 26 superstiti
dell’equipaggio nemico. Li fa salire così a bordo, per poterli poi sbarcare nel porto più vicino. Non potendo accoglierli sotto coperta, il Comandante decide di viaggiare per tre giorni e tre notti emerso, mettendo così a repentaglio anche i suoi uomini, ma conscio di avere preso la giusta decisione.
De Angelis, regista a cui piacciono le sfide, arriva per la terza volta a Venezia e per la prima in concorso (precedentemente fuori competizione con Perez. e alle Giornate degli Autori con Indivisibili) raccontando una pagina importante della Storia italiana, trovando in Favino un compagno d’avventura determinato a dare a Salvatore Todaro il lustro dovuto a un personaggio di tale spessore. Come il regista ha raccontato a Ciak quando era ancora sul set «ho scoperto questa storia nel 2018, quando l’ammiraglio Giovanni Pettorino l’ha raccontata durante le celebrazioni dei 123 anni della Guardia Costiera. Per convincere Sandro Veronesi a scrivere con me la sceneggiatura gli ho preparato la mia famosa pasta e patate con ingrediente segreto. Abbiamo avuto accesso all’archivio della famiglia Todaro, che contiene le lettere alla moglie Rina grazie alle quali abbiamo ricostruito il pensiero del Comandante, non un pacifista bensì un militare
convinto della propria missione, cosa che non gli ha impedito di ricordarsi di cosa voglia dire l’umanità in mare». Il film arriverà nelle sale italiane grazie a 01 Distribution. n
Barbera: “Sarà anche la Mostra delle sorprese”
Il Direttore artistico di Venezia 80: “Vi svelo il titolo che mi ha più colpito”
«Sono davvero soddisfat to del livello di qualità e varietà dei film protagonisti della Mostra, e anche con vinto che a stupire, accanto ai maestri, saranno registi di una nuova generazione, in grado di offrire sorprese in alcuni casi straordinarie»
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80ª
INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA n. 1 Mercoledì 30 agosto 2023
MOSTRA
DI VANIA AMITRANO
UNA REGISTA LIBERA
OGGI LILIANA CAVANI RICEVE IL LEONE D’ORO ALLA
CARRIERA DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA, DOVE PRESENTA FUORI CONCORSO L’ORDINE DEL TEMPO, ISPIRATO AL LIBRO DEL FISICO CARLO ROVELLI
DI ALESSANDRA DE LUCA
Artista anticonformista, libera da preconcetti ideologici, perennemente moderna, mossa dall’urgenza di una continua ricerca della verità e da uno sguardo politico, anti-dogmatico, coraggioso nell’affrontare anche i tabù più impegnativi. Sono alcune delle ragioni per cui Venezia 80 ha assegnato a Liliana Cavani uno dei due Leoni d’oro alla carriera di quest’anno (l’altro va all’attore di Hong Kong Tony Leung). La regista, 90 anni lo scorso 12 gennaio, presenta inoltre fuori concorso al Lido il suo ultimo film, L’ordine del tempo, ispirato all’omonimo libro del fisico Carlo Rovelli, scritto con Paolo Costella, interpretato da Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Ksenia Rappoport, Valentina Cervi, Francesco Rongione, Francesca Inaudi, Angela Molina e prodotto da Indiana, Vision, che lo distribuisce nelle sale il 31 agosto, e Gapbusters con Rai Cinema. E’ la storia di un gruppo di amici che in una villa sul mare fa i conti con una imminente fine del mondo.
Com’è nata la passione per il libro di Rovelli?
L’ordine del tempo mi ha stimolato un pensiero e non è l’unico libro di Carlo a piacermi. Sono laureata in lettere antiche, ma ho una certa malinconia per le materie scientifiche, delle curiosità, un interesse. Per questo nel 1968 ho realizzato Galileo e nel 2008 Einstein, miniserie tv più premiata a Londra che in Italia.
Il tempo ci ossessiona.
Ce l’abbiamo addosso, fa parte della nostra vita, ma per fortuna abbiamo un equilibrio che ci permette di giostrare abbastanza sulla questione.
Che rapporto ha con il tempo?
A dire la verità non ci penso molto, lo faccio solo se mi viene la malinconia di una persona perduta. Ci si accorge del tempo quando si tocca quasi con mano una realtà che si modifica, e la realtà si modifica in continuazione, per questo il tempo è degno di una riflessione. Si diverte ancora sul set?
Moltissimo. Se poi ho dei bravi attori ancora di più. E nel film ho avuto attori bravissimi, molto partecipi, giusti, credibili. Perché il cinema, più che il teatro, vive di questa credibilità. Mi sono trovata molto bene, la produzione mi ha concesso gli interpreti che volevo, che avevo visto e apprezzato al cinema.
Come si arriva dal libro di Rovelli a un film narrativo?
Con il cinema si possono raccontare tante cose. Le immagini hanno
una grande forza, non a caso le lettere sono nate quasi come fattura di un oggetto reale. Il lavoro di sceneggiatura è stato molto piacevole: si riflette, si discute con una libertà immersa di possibilità e poi si arriva a una sintesi.
Lei come reagirebbe alla notizia di una possibile, imminente fine del mondo?
Ho immaginato tante cose, ognuno avrebbe una reazione diversa. Ci si mette faccia a faccia con la vita, mentre normalmente seguiamo una routine quotidiana e non ci fermiamo a riflettere sulla nostra esistenza. Ma è una corsa contro il tempo e sappiamo benissimo che a vincere è sempre lui. La storia del tempo è interessante, ce ne è voluto tanto per arrivare a un tempo comune, globale, a stabilire epoche e avere orologi da polso. Il tempo fa ormai parte del linguaggio comune, ma il tempo della nostra vita richiede una maggiore riflessione.
Oggi il tempo sembra andare sempre più veloce anche a causa del nostro stile di vita.
Ma è un’impressione. Le nostre paure modificano la percezione della realtà, l’attesa di essere ricevuti rende il tempo lunghissimo, altre volte il tempo vola. È come essere su un treno e il tempo è il nostro compagno di viaggio.
Ha definito la vita un viaggio inquietante. Inquietante per tutti, nel senso che non dà quiete. Non ho mai incontrato una persona che non abbia un qualche conto da regolare con il tempo. Quello con il tempo è un dialogo di pensiero, quasi senza parole, per fortuna la vita ci costringe a fare tante cose. Non è così per tutti: per i bambini il tempo non esiste e per le Clarisse, sulle quali avevo realizzato un documentario nel 2012, il tempo è allegramente compagno di una vita scandita da appuntamenti fissi.
Che rapporto ha avuto negli anni con la Mostra di Venezia? Nel 1965 ho vinto il Leone d’oro per il documentario Philippe Pètain. Processo a Vichy, realizzato per la Rai. Raccontavo un fatto molto importante per i francesi, ma avevo pochissimo materiale. Non mi aspettavo il premio, tanto che sono andata in vacanza lontano da Venezia e solo dopo ho ritirato il Leone. Sono stata al Lido anche nel 1993 con Dove siete? Io sono qui, premiato con la Coppa Volpi ad Anna Bonaiuto. Un film quasi perduto purtroppo, ma che ho amato moltissimo. n
Alla vigilia di Venezia 80, Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, si gode l’inaugurazione della nuova Sala Perla, completamente riallestita, a celebrare la quale, accanto al Presidente della Biennale Roberto Cicutto e al direttore generale Andrea Del Mercato è intervenuto anche il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, oltre al sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. E fa il punto sulla nuova edizione, partendo dalle aspettative: «Amo essere prudente, ma le premesse sono davvero buone: le vendite dei biglietti per i film della Mostra sono in crescita rispetto allo scorso anno, e anche le richieste di accrediti». Un dato che acquista maggiore forza se si pensa che lo sciopero degli attori e sceneggiatori di Hollywood ha privato Venezia 80 di qualche film e volti noti. Stavolta nel Concorso ufficiale sono stati ammessi ben sei film italiani, un fatto inedito negli ultimi vent’anni: «Erano davvero belli, sarebbe stato un peccato doverne sacrificare qualcuno. Rappresentano diversi molti di intendere il cinema e raccontano storie diverse. Inoltre rappresentano generazioni in grande crescita, e sono convinto che incontreranno il gusto del pubblico». Nel rispetto della tradizione, Barbera accetta di sbilanciarsi con Ciak sul titolo che a suo avviso potrà rappresentare più di altri la sorpresa di Venezia 80: «Die theorie Von Allen, del giovane regista tedesco Timm Kröger, mescola generi, riflessioni, aperture a temi di natura filosofica, persino thriller. È un vero esempio di nuove vie al cinema».
A CHE ORA È LA FINE DEL MONDO?
STASERA LA PROIEZIONE DEL SUO FILM
Il tempo, concetto tanto comune quanto misterioso e complesso, è il vero cuore del film Fuori Concorso diretto da Liliana Cavani, alla quale sarà anche conferito il Leone d’oro alla carriera dell’80a Mostra del Cinema di Venezia. Per il suo ritorno al cinema dopo 21 anni di assenza, con L’ordinedel tempo la regista prende spunto da una catastrofe naturale per elaborare una riflessione intima e filosofica sul significato del tempo. Grazie anche all’interpretazione del nutrito cast artistico composto da Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Kseniya Rappoport, Richard Sammel, Valentina Cervi, Fabrizio Rongione e Francesca Inaudi, Cavani riesce a dare corpo, anima e concretezza narrativa ai ragionamenti sul concetto di tempo elaborati dal fisico Carlo Rovelli nell’omonimo saggio del 2017 che ha ispirato il film. Con la collaborazione del fisico stesso e dello sceneggiatore Paolo Costella, la regista racconta la storia di un gruppo di amici di vecchia data, che improvvisamente apprendono una notizia terribile. Mentre Pietro (Gassmann), medico, ed Elsa (Gerini), avvocato, festeggiano il cinquantesimo compleanno di lei, la comitiva viene a sapere che un meteorite sta per abbattersi sulla Terra e che il mondo intero potrebbe finire nel giro di poche ore. La notizia ha il potere di modificare completamente la loro percezione del tempo, che sembra iniziare a scorrere in modo diverso, talvolta veloce, altre volte eterno, mentre il gruppo di amici affronta le proprie ultime ore in una notte estiva che cambierà per sempre le loro vite. Impossibile non pensare a Don’t Look Up, celebre e discusso film di Adam McKay del 2021, in cui Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence erano protagonisti di un disastro annunciato: l’imminente caduta di un asteroide sulla Terra che porta il mondo intero alla follia, prima ancora che alla sua completa distruzione. Ne L’ordine del tempo però Liliana Cavani affronta il tema in modo più intimo e personale, spostando l’attenzione su considerazioni di carattere più speculativo sul valore del tempo nell’esistenza umana. Passato e futuro non si oppongono più, il presente si dissolve e - proprio come accade per la fisica - ogni riflessione e azione si concentra sul momento in cui essa avviene.
Vania Amitrano
IL MIN. SANGIULIANO INAUGURA LA NUOVA
SALA PERLA
Venezia 80 ha un cinema di eccellenza in più. È la Sala Perla, completamente riallestita secondo le più moderne (ed ecocompatibili) concezioni della fruizione. A inaugurarla ieri è giunto il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, accolto dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, e da Roberto Cicutto e Alberto Barbera: «La funzione del cinema come “ambasciatore della nostra cultura” - ha detto il Ministro - èpiùchemaiviva.LaMostradelCinema svolgeinquestosensounruoloinsostituibile». Sangiuliano ha anche ricordato le concrete iniziative del governo in sostegno del cinema italiano ed europeo, che fino al 15 settembre consentono di vedere film in sala pagando un biglietto di soli 3,50 €: «È stato un successo, ma ciò che mi sta più a cuore è aver contribuito a far riprendere l’abitudinediandarealcinemaaimoltichel’avevanopersa a causa della pandemia»
DAILY n. 1 - MERCOLEDÌ 30.08.2023 p. 3 in Mostra BARBERA - SEGUE DA PAG. 1
F.N.
Alberto Barbera, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e Roberto Cicutto all’inaugurazione della nuova Sala Perla.
Li.Th.
CARLA BRUNI:«LAMOSTRARESISTERÀATUTTO»
Il 2 settembre al Lido la Mostra del Cinema di Venezia festeggia la sua 80ma edizione col documentario La parte del Leone: una storia della Mostra di Baptiste Etchegaray e Giuseppe Bucchi, prodotto da Canal Plus e Rai Com con la supervisione editoriale di Rai Cultura. Voce narrante di questo viaggio nella storia del festival della Biennale è la cantante, attrice, modella ed ex Première dame Carla Bruni. «Sono stata contattata per prestare la mia voce a questo meraviglioso documentario ed ho accettato subito», ha detto intervistata da Ciak, «è stato un onore ed un immenso piacere per me partecipare a questo film. Per me la Mostra è un festival mitico,unico,particolare». Anche grazie al fascino del luogo in cui si svolge: «Venezia nonèsolounmiracolodicittà,ècomeunquadroviventecheciconcedediammirarla, dipasseggiarvi,discoprirla…èunasperanzadelnostromondo,unafolliadibellezzae distoria,unoscrignomisteriosoeantico.IlsolofattochelaMostraabbialuogoa Venezia la rende incomparabileenonsoloperilcinemamaperl’universalitàdella cultura umana». A fare l’unicità della manifestazione, secondo Bruni, è però anche la sua capacità di riflettere il proprio tempo, dalla fondazione (nel 1932, durante «itempi oscuri del fascismo») al Dopoguerra, nel corso del quale «haaccompagnatoogni rivoluzione, ogni libertà, ogni contestazione sociale e umana, ogni novità creativa». Fino agli anni più recenti, segnati dalla rottura di tanti stereotipi sessuali e sessisti, esemplificata dal look di Timothée Chalamet sul red carpet del 2022: «Non è solo unmagnificogiovanetalentochegiocaconlamodaeconlasuaimmagine,èancheun simbolodellanuovalibertàdiquestonuovomondo,unomaggioallafemminilitàvirile oppureallavirilitàdelicata…inognicasoèunsimbolodiprogressoedievoluzione
Un’immaginecontemporaneamentedolceepotente,unnuovopassoversol’accettazione altrui,versol’inclusione,attraversolamoda». E la Mostra, essendo passata attraverso così tanti cambiamenti e sconvolgimenti storici, «puòresistereatutto». Anche alle conseguenze dello sciopero di sceneggiatori e attori di Hollywood, con cui peraltro Bruni si dichiara «al 100% solidale», perché, afferma, «hannoragionesututto:nonsipuò derubarci dei nostri diritti artistici, della nostra creazione. Non è giusto. Anche i più
grandiartisticonosconolaprecarietà,ilnostromestiereèfragile aggiunge: « riusciti a organizzarci per non essere derubati dal sistema dello streaming, molti di noi potrebbero continuare a creare, come nei tempidelcopyright.MamalgradoloscioperodiHollywoode dellesuemagichestar,
Mostra
partecipare, prima o poi, anche la sorella Valeria Bruni Tedeschi l’immensotalentodimiasorellaValeria, comeattriceocomeregistalaporterà ungiornoincompetizioneall’illustre
Mostra
Venezia
glia comunque a un sogno
L’ATLANTICO? NEL PORTO DI TARANTO
È ambientata nell’Oceano Atlantico la vicenda raccontata da Edoardo De Angelis in Comandante , il film con Pierfrancesco Favino che apre stasera la Mostra, ma la grande protagonista del film, sia pure dietro le quinte,
è la Puglia. Il Cappellini, infatti, ovvero il sottomarino della regia marina che fa da sfondo alle vicende raccontate, è stato ricostruito a grandezza naturale nel porto militare di Taranto dalla produzione guidata da Pierpaolo Verga, Nicola Giuliano, Attilio De Razza e dallo stesso De Angelis, con un budget di circa 15 milioni, in collaborazione con la Marina Militare, Cinecittà e Fincantieri. Trascinabile anche in mezzo al mare, il sommergibile è stato realizzato in otto mesi grazie alla sapienza di ingegneri, costruttori e artigiani che, guidati
dallo scenografo Carmine Guarino, hanno forgiato 73 tonnellate di acciaio per uno scafo lungo 73 metri con tanto di varo avvenuto a Taranto nel bacino Ferrati della Marina. A renderne possibile la realizzazione, l’impegno della Apulia Film Commission, che grazie ai servizi che è in grado di veicolare, è il motore del boom di film e serie tv ambientati nella regione, considerati anche uno dei segreti della grandissima crescita del turismo. Del Cappellini – i cui interni sono stati invece ricostruiti a Cinecittà – è stato creato anche un modello digitale, da usare nelle scene subacquee in immersione. Per realizzare Comandantesono anche stati utilizzati per la prima volta effetti visivi digitali di nuova generazione curati da Kevin Tod Haug, una sorta di post-produzione in tempo reale che ha consentito al regista di vedere già sul set una composizione quasi definitiva delle scene con un background virtuale che trasforma il porto di Taranto nell’Oceano Atlantico. Li.Th.
BOOKCIAK, AZIONE PORTA AL LIDO NICHI VENDOLA
«Il cinema ha un potere di disvelamento di una realtà che i luoghi comuni, il cosiddetto senso comune, occultano e mistificano. Con la sua capacità di proiezione di massa, ha consentito di uscire fuori dall’anonimato a soggetti che nonavevanodirittodiparola:pensiamoalrapportotracinemaeomosessualità».
Così Nichi Vendola, alla Mostra di Venezia come Presidente della Giuria per la XII edizione di Bookciak, Azione!, il concorso cine-letterario ideato e diretto da Gabriella Gallozzi che ancora una volta al Lido è stato l’evento di pre-apertura delle Giornate degli Autori (in collaborazione con SNGCI e Spi-CGIL), celebrando i giovani autori dei corti vincitori. E giovani lo sono davvero, tutti sotto i trent’anni: Greta Amadeo per Finoallafinedell’estate(tratto dal romanzo Lamiaamica scavezzacollo di Micol Beltramini), Veronica Pellegrinet per Pozzanghere (dalla raccolta di poesie Sacro e urbano di Isabella Capurso) e i 24 studenti del corso di Drammaturgia Multimediale 2022-2023 dell’Accademia di belle arti di Brescia (rappresentato sul palco da Matteo Papetti) per ResoNumero0051, tratto dal graphic novel Isometria della memoria di Davide Passoni. Allo stesso libro è ispirato il corto che ha ottenuto la Menzione speciale, Pensiero,Ricordo,Memoria della diciassettenne Anita Spivach. I testi da cui i filmmaker hanno ricavato le loro opere erano usciti
vincitori dal Premio Bookciak Legge (con la giuria presieduta da Marino Sinibaldi e formata insieme a lui da Silvia Scola, Mimmo Calopresti e Carola Susani). A questi si è aggiunto Ilvolodelpettirossodi Alvise Fretti, per la sezione speciale Memory Ciak (in collaborazione con Spi-CGIL, LiberEtà e Premio Zavattini), dove ha vinto Riccardo Malleo (studente del CSC) per Presentedilatato. Una novità assoluta il Premio Forza Maggiore, al miglior corto dell’Onda Bookciak (formata dai corti vincitori delle passate edizioni) e assegnato (a Ilvolodelpettirosso) dalla Giuria Giovani tutta un’altra storia - Biografilm Festival, dell’Istituto Penale
Per Minorenni Pietro Siciliani di Bologna. Dalle allieve detenute del liceo Enzo Rossi nel carcere femminile di Rebibbia è stato realizzato invece El Chuño Los Andes a Rebibbia (da Sacro e urbano). Il tema di Bookciak, Azione! 2023 era, non a caso, Storie per restare umani (col pensiero rivolto alle inquietanti derive dell’attualità), e ha trovato rappresentanza (anche) nell’impegno politico e culturale di Vendola, qui affiancato dalla Giuria permanente composta da Wilma Labate, Gianluca Arcopinto e Teresa Marchesi
Emanuele Bucci
DUE DAILY DIGITALI SULLA MOSTRA
Torna Ciak in Mostra, il quotidiano ufficiale che sarà realizzato dagli inviati del nostro mensile insieme a Venezia Newse verrà distribuito al Lido durante i giorni della manifestazione. Ancora una volta il giornale sarà anche in veste digitale, disponibile per i lettori di tutto il mondo sul sito ciakmagazine.it e per gli accreditati della Mostra a cura della Biennale di Venezia. Nel 2022, il Daily online di Ciak ha confermato il suo richiamo presso il pubblico. E non mancherà neanche quest’anno la cronaca quotidiana della Mostra del Cinema sul sito di Ciak e sui nostri canali social, tra curiosità, interviste ai protagonisti, recensioni, anticipazioni e fotografie esclusive.
in Mostra
PUGLIA CON LA REGIA DELLA
IL SOMMERGIBILE DI COMANDANTE RICOSTRUITO IN
APULIA FILM COMMISSION
Il sottomarino Cappellini ricostruito nel porto di Taranto.
Gabriella Gallozzi, Nichi Vendola e Silvia Scola
Carla Bruni
PSICOCINEMA al Lido DI FLAVIA SALIERNO
VENEZIA DA SOGNARE
C’è un posto nel mondo dove tira sempre il vento dei sogni. Che porta dritto al Lido di Venezia.
“I sogni sono l’unica realtà”, diceva Fellini. E i desideri si trovano nel grande mazzo delle loro chiavi. Sono proprio i sogni gli unici in cui riusciamo ad essere sia spettatori, sia attori, sia registi. Li costruiamo, li viviamo, ne abbiamo bisogno. Come è necessario fantasticare, andando con la mente in mille altrove. Le fantasie nutrono la mente come l’arte le nostre vite. La settima arte imprime nei suoi fotogrammi la realtà e le sue trasformazioni. Quando i film mettono in scena sogni e fantasie, ne diventiamo i protagonisti, anche se a recitare sono altri. La memoria li conserva, insieme ai ricordi del cinema del passato. Ci sono film costruiti come sogni, e sogni che sembrano film. Ma non è sempre necessario interpretarli. Meglio viverli. Diceva Buñuel: “Se dovessero dirmi: tirestanovent’annidavivere,cosavuoifaredelleventiquattro orediognisingologiornodivita?,risponderei:datemidueore divitaattivaeventiduedisogno”. E, se siamo qui al Lido, non possiamo che essere d’accordo. n
Federico Fellini (1920 – 1993)
alla XVI Mostra del Cinema di Venezia, nel 1955.
H APPUNTAMENTI H
Ore 10.30. VENEZIA, PALAZZETTO
TITO: Nel palazzo di Dorsoduro 2826 la fondazione Bevilacqua La Masa cura la mostra Fondamenta de le Convertite; opere di Marina Ballo Charmet, Walter Niedermayr. Fino alle 17:30.
Ore 12.00. SPAZIO INCONTRI VENICE
FILM INDUSTRY - HOTEL EXCELSIOR: presentazione della XIII edizione degli Incontri del cinema d’essai (a Mantova dall’8 all’10 ottobre). Tra i presenti Mario Lorini, presidente Fice e Maurizio Di Rienzo, giornalista e conduttore della serata di premiazione al Teatro del Bibiena.
Ore 17.00. HALL DELL’HOTEL EXCEL-
SIOR: Apre la mostra dedicata a Gina Lollobrigida e Anna Magnani. Presente la madrina della Mostra Caterina Murino.
Ore 17.00. VILLA PREDELLI. Welcome cocktail a inviti curato da Iwonderfull e Sic.
Ore 18.00. REEF BEACH BAR - HOTEL DE
BAINS: Presentazione dello spazio Dopocinema Cosmopolitan. Fino all’8 settembre ogni sera con ingresso libero dalle 18.00 alle 22.00 per celebrare i film in concorso e molto altro, tra talk e interviste.
Ore 18.00. SALA LAGUNA: Dal libro al film, incontro con lo scrittore Alessandro Bertante e il regista Antonio Pisu, di NinadeiLupi. Modera Giorgio Gosetti.
SPAZIO CINEMATOGRAFO - HOTEL
EXCELSIOR:
Ore 19.00. dj set di Joe T. Vannelli.
Ore 20.30. Passion piano concert, la pianista
Isabella Turso in un tributo alle musiche di Donaggio, Morricone, Rota e Bacalov.
Ore 23.00. PAGODA GARDEN - DES
BAINS - 1900 LUXURY BEACH CLUB: The big opening. Al mixer anche Joe T. Vannelli.
CATERINA MURINO MADRINA A VENEZIA 80: «UN IMMENSO ONORE»
«Essere la madrina dell’80a edizione della Mostra del Cinema di Venezia è un immenso onore e una grande responsabilità, mi impegnerò con tutta me stessa per esserne all’altezza». Madrina di questa edizione, Caterina Murino si sta preparando ad un ruolo importante. «Ho sempre avuto Venezia nel cuore sono uniche al mondo, ma nessuna può eguagliare la sua immensa bellezza L’attrice in questi mesi è impegnata con le riprese del film The Opera per la regia di Livermore, con Vincent Cassel e Rossy De Palma. Non appena ha saputo di essere stata scelta per il ruolo di madrina a Venezia ha voluto ringraziare la Biennale: «Ringrazio di cuore Alberto Barbera e la Biennale di Venezia per questo prezioso regalo. In tutti questi anni ho cercato di rappresentare l’Italia nel mondo. Ora ritorno finalmente a casa sul palco più prestigioso che la cultura italiana possiede. Ho delle idee da sottoporre al direttore artistico della Mostra, per far sì che il ruolo di madrina, non la mia persona, lasci qualcosa di diverso, anche in futuro».
Caterina Murino (45 anni) madrina della Mostra del Cinema di Venezia.
LIDO LAND
AL LIDO con
STEFANO DISEGNI
DAILY n. 1 - MERCOLEDÌ 30.08.2023 p. 5 in Mostra www.stefanodisegni.it
Davide Di Francesco
L’arrivo di Anna Ferzetti e Pierfrancesco Favino
SALA GRANDE
The great chance for Italian Cinema DI EMANUELE BUCCI
The Venice Film Festival is the Italian film industry’s most crucial moment of the year. This 80th edition, kicking off today, accomplice also to some defections due to the Hollywood actors’ and screenwriters’ strike, offers us an unprecedented opportunity: our directors have six titles in competition in the official selection, which has never happened recently. And directing them, often with big budgets and an international cast, is a team (all male, to be honest) of five great auteursMatteo Garrone, Saverio Costanzo, Stefano Sollima, Edoardo De Angelis, Giorgio Diritti - and one under 35 years with a bright future, Pietro Castellitto. They bring very different films that raise high expectations in those who love Italian stories and hope to see them rewarded. Our film business would deserve it to strengthen the slow post-COVID recovery. Two titles star Pierfrancesco Favino three years after his Coppa Volpi for Padrenostro. He will be the star of the opening, in that “Comandante” in which De Angelis recounts a little-known story of World War II and the clash of mentalities in Italy during those dramatic years. Garrone’s Io Capitano makes us experience the hallucinating journey of Seydou and Moussa from Senegal to the Italian coast. Diritti’s Lubo talks about street art and the blind racist violence. Sollima goes beyond the genre in Adagio, suspended between suburban thrillers and balance sheets of wasted lives. Costanzo in Finalmente l’alba revisits our ‘50s, between glittering hopes and the shadows of vice offered by the incoming economic prosperity. Castellitto Jr. in Enea mixes comedy and drama in a contemporary tale. Many films out of competition or from other sections also speak Italian, such as Felicità and Con la grazia di un Dio, directorial debuts for Micaela Ramazzotti and Alessandro Roia. L’ordine del tempo gives us back the very young 90-year-old Liliana Cavani. Giorgio Verdelli’s new, tiny miracle Vengo anch’io wraps us in the mocking and irresistible art of Enzo Jannacci. None of them will easily emerge: Venice 80, strikes or not, offers the usual, worldwide vibrant array of great films and directors typical of the Barbera Era. But the opportunity is there. Let’s try to seize it. n
LE GIORNATE DEGLI AUTORI RICORDANO CITTO MASELLI
Le Giornate degli Autori (e la cerimonia del Premio Bookciak, Azione!) hanno avuto inizio con l’omaggio in Sala Laguna al loro fondatore, Citto Maselli, il grande regista scomparso lo scorso 21 marzo a 92 anni. Un cineasta capace di tenere insieme l’impegno politico (partigiano antifascista, militante nel PCI e poi in Rifondazione Comunista) e culturale (anche nell’ANAC) con la forza di un cinema immerso nelle criticità, sfumature e contraddizioni del reale: tra i titoli, Gli indifferenti(1964), Letteraapertaaungiornaledellasera(1970), Ilsospetto (1975) e Storia d’amore (1986), Gran premio della giuria e Coppa Volpi per
Valeria Golino a Venezia. Durante il tributo conferitogli nel 2021 al Lido disse: «Questo omaggio forse vuol dire che ho in qualche modocontribuito,ancheseinminimaparte, alcambiamentodiquestasocietàterribile». Per ricordarlo, è stato presentato il suo Avventuradiunfotografo(1983), da un soggetto di Italo Calvino, e per l’apertura delle GdA sarà proiettato in Sala Perla un filmato dal doc del regista Frammenti di ’900 (2005). n
NINA DEI LUPI APRE LE PROIEZIONI SPECIALI DELLE GDA
A inaugurare le Giornate degli Autori c’è anche la Proiezione speciale Nina dei Lupi, thriller distopico di Antonio Pisu (dal romanzo omonimo di Alessandro Bertante) ambientato in un mondo dove una tempesta solare ha reso inutilizzabili gli apparecchi elettronici. Nel cast Sergio Rubini, Sara Ciocca, Sandra Ceccarelli, Cesare Bocci e Davide Silvestri. Il 31 agosto si omaggia il regista di Dallas Buyers Club Jean-Marc Vallée (morto nel 2021) col restauro in 4K del suo C.R.A.Z.Y. (2005). Si prosegue con i titoli, tra cinema e letteratura, dei Dialoghi con gli Autori, aperti il 29 agosto da Italo Calvino, lo scrittore sugli alberi di Duccio Chiarini, sull’opera del grande scrittore nel centenario della sua nascita. Parola ai giovani di Angelo Bozzolini (1° settembre) dà invece seguito all’appello di Andrea Camilleri sulla necessità di fondare un nuovo “umanesimo della parola” che parta dai ragazzi. E ne Il popolo delle donne (3 settembre) di Yuri Ancarani (Atlantide) la voce della giornalista, attivista e psicanalista nelle carceri Marina Valcarenghi ripercorre testimonianze di tribunali, discorsi teorici ed esperienze sul campo, in quella che è (anche) una riflessione inquieta sul rapporto tra maschile e femminile. Em. Bu.
THE SUN WILL RISE
Aftab mishavad, Francia/Iran, 2023. Regia Ayat Najafi. Durata 1h e 25’. Produzione: Rosebud Entertainment Pictures Co-produzione: Wattson Con il supporto di: Art and Human Rights, Amnesty International Italia
PRIMA MONDIALE
OCEANS ARE THE REAL CONTINENTS
Los océanos son los verdaderos continentes, Italia/Cuba, 2023. Regia Tommaso Santambrogio. Con Alexander Diego, Edith Ybarra Clara, Frank Ernesto Lam, Alain Alain Alfonso González, Milagros Llanes Martínez. Durata 1h e 59’. Produzione: Rosamont con Rai Cinema Co-produttori: Cacha Films con il contributo del MiC – DGCA Vendite internazionali: Fandango Sales Distribuzione Italiana: Fandango Distribuzione
PRIMA MONDIALE, OPERA PRIMA «Volevocheinqualchemodoilluogoemergessecomeunpersonaggio», afferma Tommaso Santambrogio a proposito del suo lungometraggio d’esordio, Oceans Are the Real Continents (Losocéanossonlosverdaderoscontinentes), che apre il Concorso Internazionale delle 20e Giornate degli Autori. Con un viaggio, insolito per il cinema italiano, in una Cuba malinconica, gravata dall’embargo statunitense e dall’emigrazione di massa. L’occhio del regista, con un uso del bianco e nero e della profondità di campo che fa venire in mente il Leone d’oro Lav Diaz (con cui ha lavorato), si sofferma su alcuni abitanti di San Antonio de los Baños: una donna anziana che rilegge le vecchie lettere del marito combattente in Angola, due ragazzini che sognano di diventare giocatori di baseball negli USA, una coppia di artisti teatrali. «Hopassatotantotempocon i personaggi», spiega Santambrogio, «traendo ispirazione dal loro passato, dallaloroquotidianità,ebasandomisuquellocontinuavoascrivere,epoiuna voltaarrivatosulsetsièlasciatamassimalibertàdiagire».
Emanuele Bucci
in Mostra
Ci offrono sguardi critici sui luoghi e i momenti storici più diversi queste Giornate degli Autori, dedicate non a caso a due grandi cercatori di verità, il regista Citto Maselli e il giornalista Andrea Purgatori, rispettivamente co-fondatore ed ex presidente della sezione autonoma e parallela della Mostra di Venezia. The Sun Will Rise (Aftabmishavad) di Ayat Najafi, ambientato a Teheran nell’ottobre 2022, ci parla dell’Iran al tempo della recente rivolta contro il regime misogino degli ayatollah. Una messa in scena della Lisistrata di Aristofane (la commedia in cui le donne di Atene conquistano l’Acropoli) viene interrotta dai vicini scontri tra manifestanti e forze anti-sommossa. Alcuni dei teatranti vorrebbero nascondersi, altri, guidati dall’attrice protagonista, scendere in strada per lottare a fianco delle persone. Su una cosa concordano tutti: lo spettacolo, in tempo di rivoluzione, non può continuare. Prima di questo film, il regista e documentarista aveva diretto Move It, Football Under Cover, No Land’s Song e Nothing Has Ever Happened Here Em. Bu.
Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Emanuele Bucci, Alessandro De Simone; Claudia Giampaolo, Davide Di Francesco (web), Tiziana Leone - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Vania Amitrano, Giulia Bianconi, Mattia Pasquini - Foto: Maurizio D’Avanzo - Stampa: CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it
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DAILY n. 1 - MERCOLEDÌ 30.08.2023 p. 7 in Mostra
Citto Maselli (1930–2023).