The first mask to go is that of roles and genres – says Halina Reijn, who is in the main competition with Babygirl, a spark-filled lovers’ story starring Nicole Kidman and Harris Dickinson. Second mask to go is the one that gives that reassuring allure of stability, the one that keeps us pushing through even when nothing seems to go right: Trois amies by Emmanuel Mouret is the second film in Competition today. The film explores the love relationship of three girlfriends, unmasked by random chance. A rapid, catastrophic change of roles for the protagonist of Cloud by Japanese horror wiz Kiyoshi Kurosawa (Out of Competition), the story of an internet scammer who himself falls victim to his haters. A new identity for the young protagonist of Nineteen (Orizzonti), directed by Giovanni Tortorici: the protagonist moves from London to Siena, Italy, and discovers his true self in the beautiful Tuscan city. Troubles afoot for Enric Marco, the protagonist of Marco by Basque filmmakers Jon Garaño e Aitor Arregi and an impostor who claimed to be a Holocaust survivor.
Giù la maschera
di Riccardo Triolo
Si getta la maschera oggi, alla terza giornata di Mostra. La prima a cadere è quella dei ruoli e dei generi, parola di Halina Reijn, che già si era fatta beffa della Gen Z col provocatorio horror Bodies Bodies Bodies, e che in Concorso quest’anno promette scintille tra Nicole Kidman e Harris Dickinson, amanti fuori parte (CEO lei, giovane preda lui) protagonisti di Babygirl. La seconda maschera a cadere, e siamo ancora nel territorio scivoloso dell’amore, è quella che dona ai più quella rassicurante impressione di stabilità che ci fa tirare avanti, anche quando niente procede per il verso giusto: Trois amies, di Emmanuel Mouret, regista di drammi umani ordinari e toccanti, secondo film in Concorso oggi, esplora le relazioni amorose di tre amiche adulte smascherate dal caso. Cambio di ruolo repentino e catastrofico anche per il protagonista di Cloud, del mago del J-horror Kiyoshi Kurosawa (Fuori Concorso), vicenda inquietante di un giovane truffatore online che si ritrova da carnefice a vittima dei suoi hater. Nuova identità anche per il giovane palermitano protagonista di Diciannove (Orizzonti), prodotto da Guadagnino e diretto da Giovanni Tortorici, che da Londra si trasferisce a Siena per frequentare Lettere, scoprendo se stesso sullo sfondo delle splendide architetture della città del Palio. Non la passa liscia invece lo sfacciatissimo Enric Marco, protagonista di Marco dei baschi Jon Garaño e Aitor Arregi, impostore che per anni si fece credere un sopravvissuto all’Olocausto, e che, molto amato dal popolo spagnolo, venne smascherato dallo storico Benito Bermejo, senza però pentirsi mai di aver preso in giro la sua nazione. Pentiti o meno, i protagonisti del documentario Homegrown presentato alla Settimana della Critica invece sono più che mai attuali. Micheal Premo, giornalista e artista, ci consegna un ritratto filmico degli attivisti di estrema destra sostenitori di Donald Trump. Quelli che amano mascherarsi con corna di bisonte e pellicce per assaltare i palazzi del potere come Capitol Hill, mettendo in scena il golpe meno carnevalesco e più tragico della storia recente (e speriamo passata) degli USA.
8.30 Sala Perla
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC press - industry
AT LEAST I WILL BE 8 294 400 PIXEL
Marco Talarico (15’)
v.o. inglese st. italiano
PEACOCK
Bernhard Wenger (102’) v.o. tedesco, inglese st. italiano/inglese
8.45 Sala Grande
VENEZIA 81 press - industry
TROIS AMIES (THREE FRIENDS)
Emmanuel Mouret (118’) v.o. francese st. italiano/inglese
9.00 Sala Darsena
VENEZIA 81 press - industry
BABYGIRL
Halina Reijn (114’) v.o. inglese st. italiano/inglese
9.00 PalaBiennale
VENEZIA 81 tutti gli accrediti
EL JOCKEY (KILL THE JOCKEY)
Luis Ortega (97’)
v.o. spagnolo st. italiano/inglese
9.00 Sala Giardino
ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti
SEPTEMBER 5
Tim Fehlbaum (94’)
v.o. inglese st. italiano/inglese
9.00 Sala Casinò
FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry ISRAEL PALESTINA PÅ SVENSK TV 1958-1989 (ISRAEL PALESTINE ON SWEDISH TV 1958-1989)
Göran Hugo Olsson (200’)
v.o. inglese, ebraico, arabo st. italiano/inglese
9.00 Sala Corinto
VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI press - industry CARLO MAZZACURATIUNA CERTA IDEA DI CINEMA
Enzo Monteleone, Mario Canale (96’) v.o. italiano st. inglese
9.00 Sala Astra 1
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti RIEFENSTAHL
Andres Veiel (115’) v.o. tedesco, inglese st. italiano/inglese
10.45 Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI - EVENTO SPECIALE pubblico 14+ - tutti gli accrediti
KORA
Cláudia Varejão (28’)
v.o. ucraino, farsi, arabo, russo st. italiano/inglese SOUDAN, SOUVIENS-TOI (SUDAN, REMEMBER US)
Hind Meddeb (76’) v.o. arabo, inglese st. italiano/inglese
A seguire incontro con gli autori/Q&A
CLOUD
FUORI CONCORSO
di Kiyoshi Kurosawa
con Masaki Suda, Kotone Furukawa, Daiken
Arakawa, Masataka Kubota (Giappone, 124’)
interview
Kiyoshi Kurosawa
by Andrea Zennaro
On the occasion of the screening of the film Cloud in the Out of Competition section, we met with the director and screenwriter
Kiyoshi Kurosawa, an acclaimed Japanese author who has explored a wide range of cinematic genres.
Where did you draw inspiration for your new work?
Often my film making starts by thinking about its genre. This time it was “action.”
Many action films are made in Japan today, but most of them are fantasy stories that are far from reality, or dramas about people who come into contact with violence on a daily basis, such as police officers, the Self-Defense Forces, and yakuza. My aim was not that, but a story where ordinary people, people who live completely free from violence, end up in an extreme relationship where they “kill and get killed.”
of destruction and are lonely. The Internet amplifies, exaggerates, and brings together the distortions and frustrations that have accumulated in the hearts of such people. I think what’s scary is when such people go beyond the internet environment and start emitting physical malice.
We might say that digital alienation generates monsters: the lack of contact and human relationships leads to a society incapable of interacting with others. Is there a way out of this artificial world?
I don’t know of the way out of this situation. The easiest thing to do in the early stages is to turn off your computer, but it seems like it’s already too late. Today, many frauds, crimes, and even wars are connected to the web environment. If there is any hope, it may seem that computers will also amplify and spread good intentions.
Focus Alfonso Cuarón di
Cesare Stradaioli
AVenezia manca dal 2018, data peraltro del suo ultimo film, il portentoso Roma, splendido affresco b/n della società in cui era cresciuto attorno al 1970, Leone d’Oro praticamente assegnato già dalla seconda giornata di proiezioni. Quest’anno Cuarón è al Lido con Disclaimer, lavoro televisivo con Cate Blanchett e Kevin Kline. Autore piuttosto poco prolifico, deve la definitiva consacrazione a Gravity del 2013, un film che gli era stato sconsigliato di fare e al quale si era avvicinato non con la massima convinzione; d’altronde, la prospettiva di realizzare un film avendo nel cast George Clooney e Sandra Bullock, pur con tutte le incognite connesse al fatto di avere a che fare con due star affermate, costituiva sicuramente una sfida affascinante. Il ‘problema’, se così si può dire, stava nella circostanza per la quale il cast – come non sanno i pochi che non l’hanno visto – è ‘solo’ quello, cioè un film con solo due attori, uno dei quali se ne va anche piuttosto in fretta, avendosi così in definitiva un one woman show tutto sulle spalle di Sandra Bullock, al suo massimo recitativo. Sette Oscar, tra cui miglior regia, e via andare. Sarà forse per questo che Cuarón sentì l’esigenza di un film corale, quale appunto è Roma, dove vite e destini si intrecciano in un percorso narrativo e visivo che è una vera e propria gioia per gli occhi e che gli portò altre tre statuette, mettendolo assieme a Guillermo del Toro e Alejandro González Iñárritu a capo di quello che a buona ragione può essere definito il Nuovo Cinema Messicano, che nelle figure di questi registi ha trovato particolari caratterizzazioni e soluzioni del tutto originali, non solo nel panorama sudamericano bensì mondiale.
12.30 ONE TO ONE: JOHN & YOKO (Fuori Concorso)
13.15 BABYGIRL (Venezia 81)
14.00 TROIS AMIES (THREE FRIENDS) (Venezia 81)
14.45 CLOUD (Fuori Concorso) press conferences palazzo del casinò
Director's cuts
The reseller Yoshii, who uses the nickname Ratel, is caught in a vortex of hate as he crosses the line of legality by selling counterfeit goods; like in Pulse, the terror comes from the internet, but now it’s real, not supernatural. To what extent do you believe social media and digital interactions can lead to the brutalization of society?
The Internet itself is just a tool, and there is nothing malicious about it. If there’s a problem, it’s probably on the human side. The characters in the film have different circumstances, but they all live on the brink
To be here
This year you directed the medium-length film Chime, presented at the Berlinale, the French remake of your 1998 film Hebi no michi, and now Cloud: how do you manage to be so prolific while maintaining such a high level of artistic quality?
I think filmmaking is always something adventurous and new and it’s not related to my career. In recent years, I shot my first self-remake in France, shot my first 45-minute feature film, and with the film Cloud I worked with Masaki Suda, a topclass actor who represents modern Japanese cinema for the first time. It was very exciting and I was very happy. I can’t accomplish anything by myself, but the system of filmmaking itself constantly provides me with new experiences and encounters.
We didn’t have to insist on anyone; indeed, all the big names have immediately expressed their willingness to be here, despite being very busy with shooting movies and many other professional deadlines. Everyone made sure to be able to come at the Lido even if only for 24 or 36 hours. In the past there had always been some defections, as it is normal; September is always a month when movie productions are in full swing. But this year they seem to want to somehow recover the backlog accumulated in 2023 with the screenwriters’ strike, supported by authors and actors. Every year before the press conference we have fun making the list of the stars who will come and this year the list is really as long as ever. Everyone, really everyone wants to be here!
past conferences
I probably listen to The Clash more than most, but when your life is falling and you feel a certain level of despair, of pain, of love… Opera seems to be the only sound that can explain that pain Angelina Jolie
CORTI SENZA CONFINE
Presentazione degli otto progetti vincitori
Ideato dalla Direzione centrale cultura e sport della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia in collaborazione con Friuli Venezia Giulia Film Commission – PromoTurismoFVG, Corti senza confine è uno dei progetti del programma di produzioni sviluppato nell’ambito di Evropska prestolnica kulture – Capitale Europea della Cultura – European Capital of Culture GO! 2025 Nova Gorica – Gorizia volto a realizzare, nei diversi ambiti della cultura, prodotti originali che possano, anche in futuro, testimoniare il grande evento del 2025 e costituirne idealmente un’eredità culturale. Una commissione di esperti e tecnici, presieduta da Gabriele Salvatores, ha selezionato 8 progetti vincitori tra le 151 candidature pervenute dall’Italia e dall’Europa, a ciascuno dei quali è stato conferito un contributo massimo di 100.000 euro. I progetti vincitori hanno saputo interpretare la richiesta di narrare il territorio goriziano e transfrontaliero attraverso valori, storia, peculiarità legati all’essere “terra di confine” in un momento storico in cui proprio l’assenza di confini ha caratterizzato la nomina a Capitale Europea della Cultura per l’anno 2025 delle due città. Alla presenza dei registi e produttori vincitori, delle istituzioni e di Chiara Valenti Omero, coordinatrice di FVG Film Commission, viene proiettato all’Italian Pavilion in esclusiva il teaser del progetto Corti senza confine, piccolo assaggio dei lavori che stanno prendendo forma proprio in queste settimane. h. 14, Hotel Excelsior, Italian Pavilion, Sala Tropicana 1 fvgfilmcommission.com
MARCELLO, COME HERE...
Cent’anni e oltre cento volte Mastroianni
Una magnifica carrellata di cinema, passione e grande talento dedicata al più internazionale degli attori italiani: è Marcello, come here... Cent’anni e oltre cento volte Mastroianni, l’omaggio che Fondazione Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di Cinematografia, guidata dal Presidente Sergio Castellitto, dedica a Marcello Mastroianni nel centenario della sua nascita, avvenuta il 28 settembre 1924. La mostra, a cura di Laura Delli Colli, si inaugura oggi alle 18.30 all’isola di San Servolo, dove è in allestimento la nuova sede del CSC Immersive Arts, primo polo dedicato alle arti immersive e performative in Italia. Costruita con preziosi materiali d’archivio provenienti dalla Cineteca Nazionale, la mostra è un magnifico viaggio nel mondo di Mastroianni. Non solo scatti iconici dai suoi film, ma anche e soprattutto la restituzione del suo irresistibile sguardo e della sua quotidianità colti dall’obiettivo di tanti fotografi di scena in circa 150 immagini, anche inedite, e in una serie di filmati in cui sarà possibile riascoltare Marcello Mastroianni mentre parla di sé, di Fellini e del suo rapporto con il cinema e con i ‘suoi’ registi, ma anche delle sue passioni, delle donne e di quell’ossessione derivante dall’immagine del latin lover dalla quale non riusciva a liberarsi. Lungo il percorso dell’originale allestimento ‘diffuso’ nell’isola lo straordinario omaggio diventa, come spiega Laura Delli Colli, «l’occasione per un’incursione nella vita e nel cinema di un protagonista che attraverso i suoi personaggi ha unito al fascino di un’indolenza leggiadra il suo feeling speciale, nella vita come sulla scena, con le donne, sì, ma soprattutto con il suo pubblico». Isola di San Servolo Conferenza stampa 30 agosto h. 12
MARCO Orizzonti
How can a colossal lie persist for decades without arousing any suspicion? The true but incredible story is that of Enric Marco, a charismatic union leader and for years the president of the Spanish association Amicale de Mauthausen, dedicated to the memory of Holocaust victims. Marco turned out to be one of the greatest impostors in history, pretending to be a survivor of the Nazi extermination camp at Flossenbürg and becoming a highly visible and beloved figure among the Spanish public – at least until historian Benito Bermejo exposed his shameful deception. C.S.
Jon Garaño, Aitor Arregi
Originally conceived as a documentary, Aitor Arregi and Jon Garaño have created a gripping moral thriller starring threetime Goya Award winner Eduard Fernández as Marco and two-time Goya Award winner Nathalie Poza as his wife. The two Basque directors have previously collaborated on multiple award-winning films such as The Endless Trench (2019) and Giant (2017), both of which are refined psychological dramas inspired by true events.
interview
Aitor Arregi and Jon Garaño
by Marisa Santin
Your initial idea was to make a documentary, but it eventually evolved into a fiction film. Can you explain what led to this shift?
We initially aimed to create a documentary about Marco, meeting him regularly since 2006. When he wanted to go to Germany for official papers, we hoped to film the trip, but he chose to go alone. Later, he informed us that he had signed with another film crew, so we couldn’t proceed, we thought the project was over. In 2010, we met Marco again at the San
Sebastián Film Festival, and he expressed interest in working with us. We then conducted a three-day interview, resulting in fifteen hours of footage. We also learned that Javier Cercas was writing a book about him. When Marco connected us with Cercas, we found out he was unaware of our project, leading to further disappointment. We realized Marco was blending reality with fiction in his own life, so we decided to create a fictional film about him.
How does the film incorporate your multiple encounters with Marco, even though you’re not physically present in it?
Our presence is reflected in various ways. At the end of the film, Benito Bermejo’s talks about wanting to make a documentary about Marco while he was still alive, highlighting his relevance to society, this is a recreation of our interactions with him. The scene where Marco visits a school mirrors a real event where he attended a film festival and had a conversation with us. We also adjusted the timeline, moving events from 2010 to 2016 in the film. These elements weave our interactions into the film’s narrative.
Did you intend for the audience to have mixed feelings about Marco, and how do you personally judge him? We want to let the audience form their own opinions rather
Biennale College
L’eccentrica commedia, ambientata in una nazione in via di sviluppo, esplora il desiderio umano di rimanere al passo con l’attualità pur non rinunciando alle proprie radici. Un anziano pescatore ghanese, costretto alla pensione, si imbarca in un’avventura straordinaria: durante una delle sue uscite in mare riemerge con un pesce parlante che, assieme ai suoi stravaganti amici, insegnerà al protagonista a navigare il mondo moderno.
Zoey Martinson è una scrittrice e regista pluripremiata, attiva sia nel cinema che nel teatro. Nata in Africa, ha vissuto a Londra e negli Stati Uniti acquisendo una prospettiva unica che si riflette nella sua opera, orientata all’indagine della diaspora e ai temi di giustizia sociale. Affiancata dal line producer ghanese Kofi Owusu-Afriyie, con il corto omonimo ha vinto il Programmer’s Award Short Narrative al PAFF 2019, divenendo finalista per i cortometraggi HBO all’ABFF, al Cinquest e al Brussels Short Film Festival e ottenendo il primo premio nella categoria Diversity a Cannes 2020.
The Fisherman di Zoey Martinson (Ghana, 105’)
than judge him ourselves. What intrigued us was Marco’s reaction after being exposed. Instead of retreating or apologizing, he continued to seek admiration, appearing on TV and highlighting his positive traits despite the lies. His need for praise led him to create a heroic persona, which he maintained even after the truth emerged. Javier Cercas compares Marco to Don Quixote, noting their shared delusions. Unlike Don Quixote, who eventually renounces his fantasies, Marco never abandoned his self-image as a hero.
How do you think Marco’s claim of “I did no harm” reflects his historical perspective and legacy?
DICIANNOVE Orizzonti
di Giovanni Tortorici con Manfredi Marini, Vittoria Planeta, Dana Giuliano, Zackari Delmas, Luca Lazzareschi, Sergio Benvenuto (Italia, UK, 109’)
intervista
Giovanni Tortorici di Veronica Triolo
Ilfilm è un coming of age autobiografico che analizza la vita di Leonardo e il suo essere studente. Quanto c’è di Leonardo in Giovanni Tortorici?
C’è molto di esperienze e stramberie che ho vissuto come studente fuori sede. A diciannove anni avevo molti problemi, ma questo è un elemento che accomuna molti ragazzi di quell’età e l’umanità di tutte le età.
SOUNDTRACKS
L’81. edizione attraverso in/dimenticabili momenti di musica per il cinema a cura di F.D.S.
Marco claimed he never gained financially from his deception and emphasized his work raised awareness about Spanish deportees. There’s truth in that; he did contribute significantly, and that’s something we also show in the film. Marco felt his contributions justified his actions, despite never having been in a concentration camp himself. The film addresses the theme of truth in our post-truth era. Marco’s comparison of his imprisonment to the experiences of deportees illustrates this theme, especially in the final scenes where he defends his version of the truth despite challenges from others like Benito Bermejo...
VITTORIA
Orizzonti Extra
Film autobiografico e generazionale. Un ragazzo diciannovenne di Palermo, trasferitosi a Londra per studiare economia, decide di tornare indietro per iniziare un nuovo percorso di studi a Siena, iscrivendosi alla Facoltà di Lettere. Un viaggio di ritorno al contempo introspettivo e di scoperta, dove ricordi e nuove consapevolezze si fondono diventando il terreno fertile dove far crescere una nuova prospettiva di vita e di pensiero. Le magnifiche architetture di Siena diventano il luogo di espressione del protagonista, dove si compie la sua maturazione e dove il particolare diventa universale. Opera prima del “genialoide” Giovanni Tortorici (come lo ha definito Luca Guadagnino, produttore del film con la sua Frenesy). Regista e sceneggiatore. M.M.
In passato ha collaborato alla produzione di alcuni film di Luca Guadagnino, che adesso produce il suo film. C’è una connessione estetica, oltre che produttiva?
Ammiro molto e imparo dall’estetica di Guadagnino, ma siamo molto diversi.
Le riprese del film si svolgono soprattutto per strada e in appartamenti privati a Siena, non in un set artificiale. Cosa l’ha spinta a prendere questa decisione?
Perché cercavo l’autenticità e il film per me era improntato essenzialmente su questo e i posti che conoscevo molto bene. Per esempio, l’appartamento dove alloggia Leonardo con le due coinquiline a Siena è lo stesso in cui ho vissuto io a Siena da studente.
Jasmine has a husband who loves her, three beloved sons, and her own business – a hair salon on the main street of Torre Annunziata, near Naples. It seems like nothing is missing in her life, yet after her father’s death, she is haunted by a recurring dream of a blonde girl who runs up to her and throws her arms around her neck. The irrational desire to have a daughter begins to grow within her, pushing her to embark on a complex international adoption process, even at the risk of endangering her marriage and relationship with her sons. The second feature film by the director duo Cassigoli/Kauffman delves into the most irrational spaces of the human psyche to explore the power of desires and love. Nanni Moretti is among the producers.
Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman
Italian filmmaker Cassigoli (born 1976) and American filmmaker Kauffman have been working together since 2015. In 2017, their first documentary, The Things We Keep, won the audience award at the Biografilm Festival. Butterfly, presented at the 2018 Rome Film Fest in the Alice nella città section, won the Globo d’Oro for Best Italian Documentary of the Year. Californie (2021) is their first fictional film and was presented in Venice in the Venice Days programme. M.S.
Nonostante_Nel film di Mastrandrea, coraggioso (ma con un po’ troppe piccole cadute di stile per la difficoltà di rinunciare alla propria cifra pubblica), confessiamo che la colonna sonora di Tóti Guðnason ci ha un po’ deluso. Dopo quello stranissimo film che era Lamb ambientato in Islanda e vero inno al post-umano, Tóti Guðnason, fratello della stella delle colonne sonore Hildur Guðnadóttir, scrive una musica che, quando c’è, è davvero molto bella: lastre sonore che riescono a trasmetterci un senso di epica bellezza, ma che purtroppo ci sembra sia stata messa in second’ordine da un ricorso a nostro avviso eccessivo a canzoni preesistenti. Vero che la cover dei C.S.I. di Noi non ci saremo, una torch song di Edoardo de Crescenzo e Cosmic Dancer dei T. Rex, insieme ad un’altra manciata di canzoni molto orecchiabili, definiscono ed esaltano musicalmente i momenti del film, ma avremmo preferito che la musica di Tóti Guðnason avesse uno spazio maggiore.
Maria_Quando si realizza un film sulla vita di un’artista che l’ha consacrata al Divismo Assoluto, o si individua una chiave di lettura, una interpretazione complessiva (ho in mente operazioni come la rilettura fatta da Todd Haynes con Io non sono qui sulla vita di Bob Dylan), oppure la scelta di affrontarla in modo finzionale ma rispettoso e succube porta ad un effetto dirompente di mainstream. E questa è la sensazione che si riceve dal film di Larraín: tutto in ordine, tutto analizzato in modo corretto, ma c’è una sensazione di ortodossia troppo plateale, di operazione appunto mainstream (cosa che non mi sembrava si potesse dire dei film precedenti di Larraín su Jackie Kennedy e lady Diana, che comunque vivevano di un’idea di base, di un punto di vista). E nel film accade in quantità industriale quello cui non avremmo mai voluto assistere: Maria Callas che prova a casa sua quelle arie che le diedero i più grandi trionfi, per ritrovarci subito dentro a quelle serate, nei teatri di tutto il mondo, con la Jolie vestita da Anna Bolena che canta a gola spiegata. Ecco, una cosa del genere va anche oltre il mainstream: secondo noi supera i confini del porno
MARCELLO, COME HERE&
Cent9anni e oltre cento volte Mastroianni
Mostra del Centro Sperimentale di Cinematografia a cura di Laura Delli Colli
Venezia - Isola di San Servolo 31 agosto 2024 3 9 gennaio 2025 h. 10.00-21.00 Ingresso gratuito
JOHN LENNON
Tra gli avvenimenti narrati da TWST / Things
We Said Today del regista Andrei Ujica˘ – il concerto dei Beatles allo Shea Stadium di New York del 15 agosto 1965 – e quelli raccontati da Kevin Macdonald e Sam Rice-Edwards nel doc One to One. John & Yoko (il concerto di beneficenza che Lennon e Yoko Ono diedero al Madison Square Garden il 30 agosto del 1972) – passano sette anni, ma sette anni, in quella specialissima stella pulsar che è la storia dei Beatles dal 1960 fino a pochi anni dopo il loro scioglimento nel 1970, dove ogni mese ha la densità storica di un decennio, sono davvero un abisso temporale. Quattro sono state le tournée dei Beatles negli Stati Uniti e ciascuna definisce uno specifico momento nella storia del gruppo. Le due del 1964 (febbraio e agosto) segnarono il primo solido successo dei Beatles negli USA e ne fecero il primo gruppo inglese a conquistare il pubblico americano; quella del 1965 li portò al successo divistico, ad acquisire quello status di rockstar che era materia parecchio nuova per i tempi; quella del 1966 fu la loro ultima tournée e segnò la decisione del gruppo di ritirarsi dalla scena live per concentrarsi esclusivamente nelle registrazioni in studio. All’interno di questo percorso di progressiva consapevolezza artistica del proprio valore, non c’è dubbio che il concerto dello Shea Stadium rappresenta forse il momento più alto del divismo beatlesiano. Quel giorno i Fab Four si trovarono di fronte a un pubblico di 56.000 spettatori, per lo più ragazzine urlanti e in preda all’isteria. Il documentario che fu tratto da quel concerto li vede sul palco in mezzo al prato dello stadio
davanti a una lontanissima marea umana urlante e piangente; in certi momenti i quattro sembrano davvero impauriti, consapevoli che non sono loro i protagonisti di quella sera, ma il pubblico. Canteranno una manciata di canzoni, per una mezz’oretta, perché allora si usava così.
La cosa più incredibile è la straordinaria incompetenza con cui i manager dell’industria discografica di allora gestirono l’evento, a partire dall’utilizzo di un impianto da 100 watt assolutamente insufficiente, impianto audio (quello che permetteva al pubblico di ascoltare) che era esattamente quello utilizzato dallo speaker dello stadio per dare informazioni ai tifosi nelle partite di baseball. In pratica i 56.000 spettatori ascoltarono il concerto attraverso gli altoparlanti disseminati nello stadio.
Truffaut, si sa, girò La Peau douce in opposizione a Jules e Jim (e più tardi Domicile conjugal in opposizione a La Peau douce). Questo splendido film – fischiato allora a Cannes – descrive con un montaggio serratissimo un adulterio borghese, tutto menzogna e paura, dalla conclusione tragica (assai criticata, ma presa da un fatto di cronaca). Pierre Lachenay, famoso intellettuale, è affascinato da una giovane hostess ma terrorizzato all’idea di essere colto in fallo. Debole di carattere, maldestro nei sotterfugi (un gaffeur, diceva Truffaut). Per quanto Pierre, un anti-Antoine Doinel, sia l’opposto di Truffaut, esiste un inquietante elemento autobiografico nel film: il suo appartamento è quello dei coniugi Truffaut, che si stavano separando. Robert Lachenay, che dà al protagonista il cognome, era non solo un grande amico, ma un alter ego di Truffaut, il quale firmava Lachenay vari suoi articoli. Truffaut aveva da poco intervistato Hitchcock per il suo celeberrimo libro e con il co-sceneggiatore Jean-Louis Richard si nutriva di film hitchcockiani. Ne La Peau douce l’influsso di Hitchcock è quindi forte. La celebre scena dell’ascensore è a ragione molto citata come esempio di dilatazione del tempo; ma basta osservarvi il montaggio degli sguardi per riconoscere Hitchcock a colpo sicuro e subito. Nelle vicissitudini di Lachenay a Reims c’è il meccanismo hitchcockiano degli ostacoli a successione; ma pure un tocco di umorismo quando in un albergo per coppiette vediamo entrare con una bionda un sosia di M. Hulot di Tati!
Giorgio Placereani
Il concerto di John Lennon e Yoko Ono dell’agosto del 1972 sembra davvero provenire da un’altra epoca: è un concerto vero, con una tecnologia adeguata alle esigenze, un gruppo in grado di rispondere alla pressione del pubblico, un leader che sul palco si muove come un animale da palcoscenico, nonostante negli ultimi sei anni le sue esibizioni pubbliche si fossero oramai ridotte quasi a zero. È il Lennon felice di aver scelto New York come città in cui vivere, di guardare al suo futuro libero dal fardello della pesante eredità dei Beatles. Tant’è che nella scaletta del concerto di New York c’è una sola canzone dei Fab Four, Come Together, tratta da Abbey Road, l’ultimo album registrato dai quattro. Quando si trattava di lanciare messaggi subliminali, Lennon era il numero uno!
30 agosto ore 20.00 | RIVA CORINTO / Arena MYmovies incontri PREMIO INCLUSIONE E SOSTENIBILITÀ EDIPO RE con la giuria ufficiale Esmeralda Calabria, Francesca d’Aloja, Federica Di Giacomo accompagnata dalla Giuria Giovani di Ca Foscari intervengono Silvia Jop e Marco Dalla Gassa promosso da Isola Edipo in collaborazione con MYmovies, Università Ca Foscari, Università degli Studi di Padova, Fondazione Pittini, Habacus, JollyPack, Lunardelli, Hotel Flora prenotazione obbligatoria a laguna.edipore@gmail.com
30 agosto ore 21.00 | SALA LAGUNA proiezione Notti Veneziane TENGA DURO SIGNORINA! ISABELLA DUCROT UNLIMITED di Monica Stambrini Italia, 2024, 87’ prenotazione obbligatoria su giornatedegliautori.com
VENICE IMMERSIVE
di Riccardo Triolo
Il nuovo corso delle arti immersive è tendenzialmente site-specific: opere concepite per uno spazio dedicato, più che per un visore domestico. Un trend che nasce tanto da una certa flessione del mercato degli headset, quanto da un’esigenza interna al mezzo stesso, che sta smettendo di promettere mondi paralleli per dedicarsi alla ricerca di realtà miste. Reale, tangibile, analogico più virtuale, immersivo e digitale. I giovani creativi avvertono per primi questa nuova urgenza. Ed è il caso di Corinne Mazzoli, autrice di The Gossips’ Chronicles, progetto vincitore del grant di Biennale College Cinema Immersive, che si conferma un’importante fucina di giovani talenti e catalizzatore di nuove tendenze. Dal Rocky Horror Show all’animazione di Michel Ocelot, The Gossips’ Chronicles è un viaggio transmediale, dove teatro e VR si mescolano, senza volersi confondere l’uno nell’altro, senza voler illudere di essere alternativi o sostitutivi. Mondi complementari, piuttosto, che si compenetrano con grande maestria tecnica ed eleganza concettuale. Ad accogliere il fruitore in una stanza buia sono attori gothic glam in carne e ossa, cugini di Frank-N-Furter e guide di un museo della tortura che promette visioni spaventose. Varcata la soglia, a sorprendere davvero è l’eleganza formale dell’opera, che adopera le possibilità del VR e la commistione di media con disinvoltura e grande perizia tecnica: il sonoro misto conferisce, ad esempio, ampiezza a un’opera che vive di contrasti. Come quello accentuato tra la tridimensionalità ‘analogica’ e la bidimensionalità – curatissima – riservata alle immagini digitali. Un’opera dunque matura nei suoi propositi e nella felicità dell’esito che lancia il mezzo verso prospettive, mondi, circuiti ancora tutti da inventare. THE GOSSIPS’ CHRONICLES di Corinne Mazzoli (Italia, 30’)
La peau douce (La calda amante)
di François Truffaut (Francia, 1964) restauro: mk2 Films
Unacoppia borghese in crisi vaga tra locali milanesi e feste mondane in cerca di qualcosa che è ormai svanito. Lui, scrittore, si invaghisce della figlia ventenne dell’industriale che vuole ingaggiarlo per scrivere un libro sulla sua azienda, lei comprende di non amare più il marito. Secondo capitolo della trilogia dell’incomunicabilità, sceneggiato da Ennio Flaiano e Tonino Guerra con un superbo bianco e nero opera del grande direttore della fotografia Gianni Di Venanzo. Orso d’Oro al Festival di Berlino nel 1961. Andrea Zennaro
La notte (The Night)
di Michelangelo Antonioni (Italia, Francia, 1961)
restauro: Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale
Enzo Monteleone e Mario Canale rendono omaggio a Carlo Mazzacurati a dieci anni dalla sua scomparsa, in un documentario che ne ripercorre la vita e la carriera. Il regista, sceneggiatore e attore padovano, grande nome del cinema italiano e vincitore del Leone d’Argento per la miglior regia con Il toro (1994), è ricordato per film di grande successo, quali Vesna va veloce (1996), La lingua del santo (2000) e La giusta distanza (2007). Oggi la sua storia è al centro della prima collaborazione tra Monteleone, autore e regista, tra gli altri, del pluripremiato El Alamein – La linea del fuoco (2002), e Canale, regista dall’1980 al 2000 per diverse trasmissioni e serie televisive, a cui si deve l’omonimo fondo presso l’Archivio Luce. Elena Bortoli
Carlo Mazzacurati – una certa idea di cinema di Enzo Monteleone, Mario Canale (Italia)
11.00 Sala Giardino
BIENNALE COLLEGE CINEMA press - industry
THE FISHERMAN
Zoey Martinson (105’)
v.o. inglese st. inglese/italiano
11.00 Sala Corinto
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti
LA PEAU DOUCE (LA CALDA AMANTE)
François Truffaut (117’)
v.o. francese st. italiano/inglese
11.15 Sala Grande
VENEZIA 81 press - industry
BABYGIRL
Halina Reijn (114’)
v.o. inglese st. italiano/inglese
11.15 PalaBiennale
VENEZIA 81 tutti gli accrediti
MARIA Pablo Larraín (123’)
v.o. inglese st. italiano/inglese
11.30 Sala Darsena
VENEZIA 81 press - industry
TROIS AMIES (THREE FRIENDS)
Emmanuel Mouret (118’)
v.o. francese st. italiano/inglese
11.30 Sala Astra 1
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti
APOCALYPSE IN THE TROPICS
Petra Costa (110’)
v.o. portoghese st. italiano/inglese
13.30 Sala Perla
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti PLAYING GOD
Matteo Burani (9’) senza dialoghi HOMEGROWN
Michael Premo (109’)
v.o. inglese st. italiano/inglese
A seguire incontro con gli autori/Q&A
13.45 PalaBiennale
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti
QUIET LIFE
Alexandros Avranas (99’) v.o. russo, svedese, inglese st. italiano/inglese
13.50 Sala Grande
FUORI CONCORSO - NON FICTION
pubblico - tutti gli accrediti ONE TO ONE: JOHN & YOKO
Kevin Macdonald, Sam Rice-Edwards (100’) v.o. inglese st. inglese/italiano
14.00 Sala Darsena
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti DICIANNOVE (NINETEEN)
Giovanni Tortorici (109’) v.o. italiano, inglese st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
14.00 Sala Astra 2
VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti CHAIN REACTIONS
Alexandre O. Philippe (103’) v.o. inglese, giapponese st. italiano/inglese
14.15 Sala Corinto
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti LA NOTTE (THE NIGHT)
Michelangelo Antonioni (125’) v.o. italiano st. inglese
14.30 Sala Giardino
ORIZZONTI EXTRA press - industry
VITTORIA Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman (80’) v.o. italiano, dialetto napoletano st. italiano/inglese
14.30 Sala Volpi
FUORI CONCORSO press - industry BABY INVASION
Harmony Korine (80’) v.o. inglese st. italiano/inglese
14.30 Sala Astra 1
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti A HORA E A VEZ DE AUGUSTO MATRAGA (THE HOUR AND THE TURN OF AUGUSTO MATRAGA)
Roberto Santos (114’) v.o. portoghese st. italiano/inglese
15.00 Sala Casinò
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti
ISRAEL PALESTINA
PÅ SVENSK TV 1958-1989 (ISRAEL PALESTINE ON SWEDISH TV 1958-1989)
Göran Hugo Olsson (200’) v.o. inglese, ebraico, arabo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
16.00 Sala Grande
FUORI CONCORSO - SERIES pubblico 14+ - tutti gli accrediti DISCLAIMER 5-7
Alfonso Cuarón (148’) v.o. inglese, italiano st. italiano/inglese
16.00 PalaBiennale
FUORI CONCORSO - SERIES pubblico 14+ - tutti gli accrediti
DISCLAIMER 1-4
Alfonso Cuarón (181’) v.o. inglese, italiano st. italiano/inglese
16.30 Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI
EVENTO SPECIALE pubblico 14+ - tutti gli accrediti
KORA
Cláudia Varejão (28’) v.o. ucraino, farsi, arabo, russo st. italiano/inglese
SOUDAN, SOUVIENS-TOI (SUDAN, REMEMBER US)
Hind Meddeb (76’) v.o. arabo, inglese st. italiano/inglese
16.45 Sala Darsena
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti MARCO
Aitor Arregi, Jon Garaño (101’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese
A seguire incontro con gli autori/Q&A
17.00 Sala Giardino
BIENNALE COLLEGE CINEMA pubblico - tutti gli accrediti THE FISHERMAN
Zoey Martinson (105’) v.o. inglese st. inglese/italiano A seguire incontro con gli autori/Q&A
17.00 Sala Corinto
VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti
CARLO MAZZACURATIUNA CERTA IDEA DI CINEMA
Enzo Monteleone, Mario Canale (96’) v.o. italiano st. inglese
17.00 Sala Volpi
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti
SEPARATED
Errol Morris (93’) v.o. inglese st. italiano/inglese
17.00 Sala Astra 2
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti POOJA, SIR
Deepak Rauniyar (118’) v.o. nepali, maithili, hindi st. italiano/inglese
17.15 Sala Astra 1
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti
POOJA, SIR
Deepak Rauniyar (118’) v.o. nepali, maithili, hindi st. italiano/inglese
19.00 Sala Grande
VENEZIA 81 pubblico 14+ BABYGIRL
Halina Reijn (114’) v.o. inglese st. italiano/inglese
19.00 Sala Pasinetti
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI tutti gli accrediti LA PEAU DOUCE (LA CALDA AMANTE)
François Truffaut (117’) v.o. francese st. italiano/inglese
19.15 Sala Casinò
ORIZZONTI press - industry WISHING ON A STAR
Peter Kerekes (99’) v.o. italiano st. inglese/italiano
19.15 Sala Corinto
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC FILM DI APERTURA pubblico 14+ - tutti gli accrediti DARK GLOBE
Donato Sansone (4’) senza dialoghi THE EGGREGORES’ THEORY
Andrea Gatopoulos (15’) v.o. inglese st. italiano PLANÈTE B (PLANET B)
Aude Léa Rapin (119’) v.o. francese, inglese st. italiano/inglese
19.30 Sala Darsena
VENEZIA 81 press - industry LEURS ENFANTS APRÈS EUX (AND THEIR CHILDREN AFTER THEM)
Ludovic Boukherma, Zoran Boukherma (144’) v.o. francese st. italiano/inglese
19.30 Sala Volpi
ORIZZONTI press - industry MON INSÉPARABLE (MY EVERYTHING)
Anne-Sophie Bailly (95’) v.o. francese st. italiano/inglese
19.45 Sala Perla
FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry WHY WAR
Amos Gitai (87’) v.o. francese st. italiano/inglese
19.45 Sala Astra 2
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti
SEPARATED
Errol Morris (93’) v.o. inglese st. italiano/inglese
20.00 PalaBiennale
VENEZIA 81 pubblico 14+
BABYGIRL Halina Reijn (114’) v.o. inglese st. italiano/inglese a seguire
VENEZIA 81 pubblico
TROIS AMIES (THREE FRIENDS)
Emmanuel Mouret (118’) v.o. francese st. italiano/inglese
20.00 Sala Astra 1
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti
ISRAEL PALESTINA
PÅ SVENSK TV 1958-1989 (ISRAEL PALESTINE ON SWEDISH TV 1958-1989)
Göran Hugo Olsson (200’) v.o. inglese, ebraico, arabo st. italiano/inglese
21.00 Sala Giardino
ORIZZONTI EXTRA pubblico - tutti gli accrediti VITTORIA Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman (80’) v.o. italiano, dialetto napoletano st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
21.30 Sala Grande
VENEZIA 81 pubblico - tutti gli accrediti
TROIS AMIES (THREE FRIENDS)
Emmanuel Mouret (118’) v.o. francese st. italiano/inglese
21.30 Sala Pasinetti
VENEZIA CLASSICI - RESTAURI tutti gli accrediti LA NOTTE (THE NIGHT)
Michelangelo Antonioni (125’) v.o. italiano st. inglese
21.45 Sala Casinò
ORIZZONTI press - industry MON INSÉPARABLE (MY EVERYTHING)
Anne-Sophie Bailly (95’) v.o. francese st. italiano/inglese
21.45 Sala Perla
VENEZIA 81 press - industry LEURS ENFANTS APRÈS EUX (AND THEIR CHILDREN AFTER THEM)
Ludovic Boukherma, Zoran Boukherma (144’) v.o. francese st. italiano/inglese
21.45 Sala Astra 2
FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti SEPARATED
Errol Morris (93’) v.o. inglese st. italiano/inglese
22.00 Sala Corinto
GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry SELON JOY
(THE BOOK OF JOY)
Camille Lugan (86’) v.o. francese st. italiano/inglese
22.00 Sala Volpi
ORIZZONTI press - industry WISHING ON A STAR
Peter Kerekes (99’) v.o. italiano st. inglese/italiano
22.30 Sala Darsena
FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry
WHY WAR
Amos Gitai (87’) v.o. francese st. italiano/inglese
00.00 Sala Grande
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti CLOUD Kiyoshi Kurosawa (124’) v.o. giapponese
Direttore responsabile Venezia
Massimo Bran
Redazione Marisa Santin (coordinamento editoriale) Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione) Paola Marchetti (direzione organizzativa) Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari Luca Zanatta (graphic design)
Hanno collaborato Loris Casadei, Maria Casadei, Fabio Di Spirito, Massimo Macaluso, Giorgio Placereani, Roberto Pugliese, Cesare Stradaioli, Riccardo Triolo, Delphine Trouillard, Andrea Zennaro Anaïs Arangath, Chloé Arangath, Elena Bortoli, Luca Oberti, Adele Spinelli, Veronica Triolo, Bianca Vasti
Stampa CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it redazione@venezianews.it www.venezianews.it/daily2024
Nel tifone della giovinezza
SOMAI SHINJI
P.P.RIDER
Giappone 1983, restaurato in 2K
TYPHOON CLUB
Giappone 1985, restaurato in 4K
MOVING
Giappone 1993, restaurato in 4K vincitore del premio per il miglior restauro alla Mostra del Cinema di Venezia 2023
in Mostra
DI LAURA DELLI COLLI LE STAR
Pochi registi come Pablo Larraín amano il cinema italiano riconoscendo a una stagione importante della nostra filmografia anche il valore di una formazione personale e universale che attraversa storia, cultura, costume e memoria che ci hanno reso grandi nel mondo. Lo sapevano Paolo e Vittorio Taviani, legatissimi alle intuizioni autoriali del regista cileno fin dal suo esordio e a quel suo modo di amare quell’Italia alla quale aveva reso omaggio fin dall’università con una tesi proprio dedicata alla loro poetica. Non è un caso dunque che Larraín ci dimostri qui al Lido il suo amore per un Paese che lo ha conquistato anche con l’amore per la lirica ricordandoci con Maria, dedicato alla Callas in un’interpretazione memorabile di Angelina Jolie, quanto sia importante non dimenticare ciò che la cultura italiana continua a rappresentare nel mondo. La Callas di Jolie è l’occasione per ricordarci quanto la memoria, nel cinema ma non solo, sia un valore da custodire e trasmettere anche senza il timore di scivolare nella retorica in un racconto che, oltre il biopic, offre agli spettatori un autentico concerto di emozioni. Con Maria, sembra proprio che Larraín senta il bisogno di ricordarci quanto sia prezioso il nostro passato e quanto sia importante il culto di una memoria alla quale il cinema non può e non deve sfuggire. È un tema universale esaltato anche dall’attenzione alla modernità di Giacomo Leopardi nella lettura ‘senza gobba’ attenta piuttosto alle intuizioni universali del poeta ragazzo nella serie diretta da Sergio Rubini anticipata proprio ieri a Venezia. E se la memoria ritrovata riaffiora nelle mostre omaggio di quest’anno - per Mastroianni e nelle foto delle madrine veneziane che celebrano la bellezza delle dive di ieri – sono anche le parole delle star internazionali a riempirci lo sguardo di emozione: «Dirò sempre grazie al cinema italiano - ha esordito Sigourney Weaver ritirando il Leone d’Oro nella serata inaugurale - quellodiFellini,Antonioni, De Sica Ricordo Divorzio all’italiana come uno di queifilmchemiportavanoinunmondodiversoed è lì che per me è cominciato tutto». Pietro Germi e Marcello Mastroianni, da qualche parte del cielo ringraziano sicuramente… n
BABYGIRL
Halina Reijn è un nome da tenere d’occhio. Ce lo conferma la sua terza collaborazione con A24 , che dopo il drammatico Instinct (2019) e l’horror satirico Bodies Bodies Bodies (2022) accompagna la regista e sceneggiatrice olandese per la prima volta a Venezia direttamente nel Concorso ufficiale. L’occasione è il thriller erotico Babygirl, che già in partenza ringraziamo per riportare al Lido una star come Nicole Kidman a distanza di vent’anni dalla sua ultima volta, quando venne per Birth di Jonathan Glazer (in concorso nel 2004) e ben venticinque anni dopo la storica anteprima, al fianco dell’allora marito Tom Cruise, di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick. Film con il quale, tra l’altro, Babygirl condivide il tema principale, il sesso e le sue dinamiche di potere , affrontate da Halina Reijn sotto forma di triangolo amoroso. «Abbiamo tutti una piccola scatola nera piena di fantasie proibite che potremmo non confessare mai a nessuno» ha raccontato la regista. «Sono affascinata dalla dualità della natura umana e questo film è un tentativo di far luce, senza giudicare, sulle forze contrapposte che compongono le nostre personalità». Babygirl segue infatti la storia di un’amministratrice delegata potente e autoritaria (Kidman) che inizia una relazione sado-masochista con un giovane stagista per il quale rischia la carriera e il matrimonio con suo marito (Antonio Banderas). Ad interpretare il carismatico amante troviamo Harris
Dickinson , uno degli astri nascenti della giovane Hollywood dopo le interpretazioni in Triangle of Sadness e The Warrior: The Iron Claw. Completano il cast l’altrettanto talentuosa Sophie Wilde di Talk to Me e l’iconico Jean Reno . «Invecchiare significa affrontare l’infinità del tutto» spiega ancora Halina Reijn tra le note di regia. «Nella mezza età non possiamo più nasconderci e siamo costrette ad affrontare i nostri demoni: più reprimiamo la nostra ombra, più pericoloso e dirompente può diventare il nostro comportamento» n
CHECK IN
Angelina Jolie al Lido per la proiezione di Maria di Larraín
FAR EAST FILM FESTIVAL
24th APRIL — 2nd MAY 2025
TEATRO NUOVO, VISIONARIO
UDINE, ITALY
TROIS AMIES
Una storia di relazioni amorose che s’incrociano e s’intrecciano. Trois Amies è il primo dei tre film francesi della selezione ufficiale di Venezia 81 e porta la firma di Emmanuel Mouret, regista marsigliese poco conosciuto in Italia ma molto amato dalla critica transalpina, soprattutto per i suoi due ultimi film, Les Chosesqu’ondit,lesChosesqu’onfait (2020) e Unarelazionepasseggera (2022). Definito una «commediaapparentementeleggeracheladicelungasullafugacitàdelsentimentoamoroso moderno», Trois Amies è un film che il direttore artistico Alberto Barbera «ha voluto a tutti i costi» per il suo essere una sorta di ronde tra Rohmer e Woody Allen con richiami alla tradizione francese che risale a Marivaux, Diderot e Choderlo de Laclos. Al centro del racconto troviamo Joan (India Hair), Alice (Cottin Camille) e Rebecca (Sara Forestier), tre amiche con percezioni diverse dell’amore. La prima, ormai disinnamorata, decide di lasciare il suo compagno e padre di sua figlia. La seconda è invece sostenitrice di un matrimonio di convenienza e non ha problemi a portare avanti una relazione priva di amore ma colma di tenerezza, che per lei è più rassicurante della passione. Diversissimo è l’approccio di Rebecca, la loro amica comune, che vede l’amore come un’avventura e difatti… nasconde una relazione segreta con il compagno di Alice. Tre donne dai temperamenti diversi che difendono le proprie convinzioni e rivendicano le loro scelte. Claudia Giampaolo
CLOUD
Proiezione di mezzanotte in Sala Grande per Kiyoshi Kurosawa, che non a caso è stato uno dei fondatori e massimi esponenti del j-horror (con titoli come Cure, 1997, e Pulse, 2001). Ma con Cloud il suo nuovo lungometraggio Fuori concorso a Venezia 81, il prolifico regista giapponese spazierà fra i generi, incluso il gangster-movie, con elementi lirici e fumettistici. Il protagonista è Ryosuke Yoshii (interpretato dal cantante, attore e doppiatore Masaki Suda, fra le voci originali de Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki), che si guadagna da vivere rivendendo oggetti su internet dietro il nickname “Ratel”. Ma per lui le cose iniziano a mettersi molto male quando viene investito da un’ondata di odio online. La comparsa di un misterioso uomo mascherato gli farà capire di essere finito in un pericoloso intrigo criminale. Il cineasta torna alla Mostra del Lido dopo essersi aggiudicato il Leone d’argento alla miglior regia nel 2020 (durante la prima edizione del Festival al tempo della pandemia di Covid-19) con WifeofSpy, che narrava la vicenda di una coppia nel Giappone della Seconda guerra mondiale. Prima ancora, Kurosawa era stato a Venezia con Barren Illusion (1999), Castigo (2006) e la miniserie Penance (2012). I suoi riconoscimenti includono inoltre il Premio della giuria Un Certain Regard a Cannes per Tokyo Sonata (2008).
Emanuele Bucci
ALLA MOSTRA RIFLETTORI
ISRAEL PALESTINE ON SWEDISH TV 1958-1989
Negli anni dal 1958 al 1989 in Svezia il servizio pubblico televisivo era unico, ricadeva sotto il monopolio della compagnia di stato Sveriges Television o SVT, i cui reporter inviati a Israele e in Palestina documentarono tutto del conflitto dalla vita quotidiana alle crisi internazionali. Attraverso i materiali audiovisivi inediti e a lungo rimasti nascosti negli archivi della televisione pubblica svedese, che comprendono interviste e filmati delle visite di Yasser Arafat, David Ben-Gurion, Abba Eban, il regista Göran Hugo Olsson (The Black Power Mixtape 1967–1975) con Israel Palestine On Swedish Tv 1958-1989, Fuori Concorso alla 81ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, realizza un esame approfondito del contesto che circonda la situazione israelo-palestinese. Regista svedese sensibile ai temi di forte attualità sociale e politica e attento al pubblico, Olsson racconta la storia di un panorama mediatico in cambiamento e offre gli strumenti per comprendere un conflitto che influenza il nostro tempo come pochi altri. «È un documentario di montaggio che raccoglie in ordine cronologico molti dei servizi televisivi mandati in onda dalla Tv svedese dal momento della sua creazione nel ’58 fino all’89, una televisione che si è sempre fatta vanto di perseguire la più completa oggettività possibile – spiega il direttore artistico Alberto Barbera - Il risultato di questo film di montaggio è un impressionante riassunto di storia del conflitto irrisolto tra Israeliani e Palestinesi, che in questi giorni assume un interesse e una valenza ancora maggiore».
ONE TO ONE: JOHN & YOKO
Nel 1972 John Lennon e Yoko Ono si trasferiscono a New York, città che permette loro di vivere molto più liberamente rispetto a Londra, dove John non poteva camminare per strada e Yoko veniva insultata perché considerata la causa dello scioglimento dei Beatles. Lasciano quindi la loro sfarzosa villa con tenuta per un piccolo appartamento nel Greenwich Village, dove resteranno per diciotto mesi, passati in gran parte a letto con il televisore perennemente acceso. Entrambi erano infatti affascinati dal flusso continuo di informazioni che passava attraverso il tubo catodico statunitense all’inizio degli anni Settanta. Una finestra sul mondo che Kevin MacDonald, documentarista esperto e bravissimo a cogliere il succo del racconto dal vero, usa per descrivere il mondo in quell’anno e mezzo importantissimo, per gli Stati Uniti, giocoforza, per il mondo. One to One: John & Yoko ruota attorno a un evento che solo gli esegeti esperti di Lennon conoscono, ovvero l’unico concerto completo che l’ex Beatles fece dopo avere lasciato la band, il primo oltretutto da quando i quattro di Liverpool decisero di smettere di andare in tour nel 1966. Lo fece per una buona causa, ovvero raccogliere fondi per sostenere la Willowbrook State School for Retarded Children, istituzione in cui centinaia di bambini vivevano in condizioni inumane. MacDonald, coadiuvato da Sam Rice-Edwards, racconta l’incessante impegno politico e sociale della coppia, attivisti sempre attenti anche a discernere la giusta causa, con sullo sfondo l’escalation della guerra in Vietnam, l’inizio dello scandalo Watergate e molte altre cose che caratterizzarono un periodo breve e intensissimo. Alla fine di questi diciotto mesi John e Yoko si separeranno per un anno e mezzo, quello che Lennon chiamò il suo Lost Weekend, come il film di Billy Wilder. Ma questa è un’altra storia.
Alessandro De Simone
SULLA PALESTINA IN FIAMME
L’inizio della nuova offensiva militare israeliana, stavolta nella Cisgiordania occupata, ha ricordato anche ai più distratti che mentre al Lido si affollano star, spettatori e titoli, in Medio Oriente si continua a morire in una delle crisi più gravi della storia recente. Su cui la Mostra di quest’anno riflette da varie angolazioni: alla pre-apertura delle Giornate degli Autori lo scrittore Tahar Ben Jelloun , che aveva condannato gli attentati di di Hamas del 7 ottobre, ha definito «genocidio» quello in corso da oltre 10 mesi a Gaza sotto le bombe israeliane. Fatti che
echeggiano nel doc Of Dogs and Men di Dani Rosenberg in concorso a Orizzonti , dove c’è anche Happy Holidays del regista palestinese Scandar Copti. Uno sguardo al passato che può aiutarci a capire come si è arrivati a questo punto lo offrono poi, proprio oggi, Israel Palestina On Swedish Tv 1958-1989 di Göran Hugo Olsson, su trent’anni di conflitto visti dalla tv pubblica svedese, e September 5 (di Tim Fehlbaum, Orizzonti Extra), che rievoca la strage delle Olimpiadi di Monaco nel 1972. È, insomma, una Venezia in cui risuona la domanda Why War che, fin dal titolo del suo film fuori concorso, si pone la voce pacifista di Amos Gitai . E dove i divi, anche italiani, si schierano: Lino Laura Morante sono sfilati sul red carpet indossando rispettivamente una maglietta con scritto “ Free Palestine” e un ventaglio che chiedeva Stop the Gaza Genocide”, con le cifre: oltre 40.000 vittime di cui oltre 16.000 bambini. A Venezia 81, insomma, non è accaduto che il cinema sia rimasto indifferente, nella sua bolla, mentre fuori il mondo brucia.
MARIA: LE PAROLE DI…
JOLIE, LARRAÍN, FAVINO E ROHRWACHER RACCONTANO IL BIOPIC SULLA CALLAS
Avevo paura di deludere i fan di Maria Callas e gli amanti dell’opera. Non volevo disonorarli. Mi sono preparata per sette mesi, tremavo ogni volta che dovevo cantare. Ho cominciato piano piano in una piccola stanza e poi sono finita ad esibirmi alla Scala. Pablo mi ha guidato in questo crescendo”. Spero che questo film faccia avvicinare più gente possibile alla lirica. Da giovane ero una punk che ascoltava i Clash. Li sento ancora, ma crescendo ho capito che l’opera smuove tutti ed è la forma migliore per ricreare l’amore e il dolore. Non c’è niente come l’opera. (Angelina Jolie)
«Sono un fan di Maria Callas da quando ero piccolo. Ero intrigato dal fatto che non ci fossero film sull’opera, una forma d’arte così interessante ma dimenticata dal cinema. Volevo fare un film sulla voce migliore della storia, su una donna che ha avuto una vita bella, ma difficile. Una celebrazione del suo lavoro e della sua musica, non un film dark» (Pablo Larraín)
Si parla troppo poco dei grandi artisti. Quando sentiamo la Callas, sentiamo le nostre emozioni: ci sono pochi artisti che sono in grado di farlo. Eppure si sentono soli perché nessuno capisce il sacrificio che hanno fatto per arrivare a quei livelli. Grazie a loro abbiamo tra le mani un dono. Dovremmo parlare di più di queste grandi persone. (Pierfrancesco Favino)
Ringrazio Pablo che mi ha guidata in questo viaggio e Angelina per la sua generosità e la sua visione unica di vedere le cose. (Alba Rohrwacher)
I NUMERI DEL NOSTRO CINEMA
I DIRIGENTI DEL SETTORE E IL SOTTOSEGRETARIO BORGONZONI: «PIÙ PRODUZIONI E PIÙDONNEREGISTENEL2023,UNSUCCESSOCINEMAREVOLUTION2024»
A Venezia 81 si parla anche dell’andamento dell’industria cinema. Ieri in un doppio incontro all’Italian Pavilion, presente il Sottosegretario del Mic con delega all’Audiovisivo, Lucia Borgonzoni sono stati presentati i risultati di Cinema Revolution e I numeri del cinema e dell’audiovisivo italiano 2023. Borgonzoni, accompagnata da Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, Nicola Borrelli, direttore della Direzione generale Cinema e Simone Gialdini, AD di Cinetel, ha sottolineato che «aver investito nell’iniziativa Cinema Revolution si conferma una mossa vincente. Il pubblico sta rispondendo con entusiasmo alla proposta di titoli e promozioni di questa seconda edizione della campagna e i grandi risultati registrati da giugno raccontano di un’estate 2024 spettacolare». L’edizione 2024 (con il miglior mese di giugno di sempre al box office) registra +13,4% di incassi e +8,8% di presenze sul 2023, che diventano rispettivamente +70,2% e +50,8% sulla media del triennio 2017-2019 Cinema Revolution – Che spettacolol’estate, si svolge dal 14 giugno al 14 settembre con i biglietti dei film italiani ed europei a 3,50 euro e si è aperta con le giornate del Cinema in Festa (dal 9 giugno al 13 giugno), che torneranno dal 15 settembre al 19 settembre, con il prezzo di 3,50 euro applicato a tutti i film, compresi i blockbuster statunitensi. Borgonzoni ha annunciato che l’iniziativa si ripeterà anche nel 2025 Borgonzoni, con Nicola Borrelli e Bruno Zambardino della Direzione Generale Cinema e audiovisivo, ha anche analizzato l’andamento del 2023 del settore, in cui sono aumentate le opere audiovisive e web e i film prodotti, e le donne registe di film e documentari. «Ilreport - ha detto Borrelli - ci conferma l’impetuoso trend che ha caratterizzato negli ultimi anni l’andamento dei volumi produttivi, trainati in larga parte dalle risorse pubbliche e in particolare dal tax credit: basti menzionare la cifra record di oltre 1,5 miliardi di euro relativa al budget complessivo delle opere cinematograficheeaudiovisiveoi557milionidieurodiinvestimentigeneratidaltaxcreditperl’attrazionediinvestimentiesteriperfilmeserie tv». Borgonzoni conclude che si tratta di «Numeriimportanti – ha concluso Borgonzoni – e partendodallaloroanalisisaràpiùfacilecomprendere lemotivazionichehannoportatoallarevisionedellaLeggeCinemamessaapuntoinsiemeaglioperatoridelsettore».
Salvini a Venezia 81: “Sarò la voce del cinema in Consiglio dei Ministri” Era presente anche il Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini al convegno su Cinema Revolution: «Aver avuto il miglior giugno di sempre al box office – ha detto - merita una riflessione e un approccio positivo. L’audiovisivo crea lavoro, ricchezza,immagineperilPaese.Èunsettorecheva,grazieall’impegnodichicilavoradietro lequinte.Ciprepariamoaunaleggedibilancioimpegnativa,econtodiportarelavocediLucia BorgonzoniequelladelpopolodelcinemaancheinsedediConsigliodeiMinistri.Inumeriche portatesignificanoincassoperilbilanciodapoterredistribuire».
H APPUNTAMENTI H
Ore 10.00. LAZZARETTO VECCHIO. Spazio Incontri. Presentazione dei 16 progetti immersivi del Venice Gap-Financing Market.
Ore 10.00. ITALIAN PAVILION. Sala Tropicana 1. Cinematografo incontra i protagonisti di Venezia 81. Promosso da Ente dello Spettacolo
Ore 10.00. SPAZIO INCONTRI. Tavola rotonda sulle coproduzioni con Luxembourg & Wallonia-Brussels, organizzato da Film Fund.
Ore 11.15.ITALIAN PAVILION. Sala Tropicana 1. Discussione sul Tax Credit internazionale ed altre attività. A cura del Ministero della Cultura.
Ore 11.30. ISOLA DI SAN SERVOLO. Marcello, come here… Cent’anni e oltre cento volte Mastroianni Un omaggio del Centro Sperimentale di Cinematografia ai 100 anni di Mastroianni a cura di Laura Delli Colli. Inaugurazione alle 12. Transfer a disposizione dal dock dell’Hotel Excelsior all’isola di San Servolo dalle 11.30 alle 15.00. Ore 12.00. ITALIAN PAVILION. Sala Tropicana 2. Presentazione di EDASC - Enciclopedia Digitale dei Mestieri del Cinema. Con Carlo Poggioli, Tiziana Amicuzzi, France-
sca Romana Buffetti
Ore 12.00. SPAZIO REGIONE VENETO. Looking For, oltre lo specchio. Iniziative del Volontariato Sinistra Piave con Sonia Brescacin, Giovanni Sollima, Anna Chiara e Fabio Zamparo, Lorella Corazzin.
Ore 12.45. ITALIAN PAVILION. Sala Tropicana 1. Presentazione nuovi bandi della Lucana Film Commission Ore 14.00. ITALIAN PAVILION. Sala Tropicana 1. progetti vincitori del bando, nell’ambito delle iniziative dedicate a Go!25 - Nova Gorica/Gorizia - Capitale Europea della Cultura 2025. Promosso da Friuli Venezia Giulia Film Commission.
Ore 14.00. LAZZARETTO VECCHIO. Presentazione dei French Immersive Works selezionati per la sezione di quest’anno e lancio di Unifrance’s Study on 2023 Export of the French XR Industry. Organizzato da Unifrance.
Ore 14.00. CAMPARI LOUNGE. Masterclass esclusiva di Pierfrancesco Favino dedicata a giovani emergenti e ai ragazzi di Generazione Do. Un progetto di Daniele Orazi dedicato alla nuova generazione del cinema italiano. Ingresso fino ad esaurimento posti.
Ore 14.00. SPAZIO INCONTRI. Hotel Excelsior. Film and Television Finance Forum organizzato da Winston Baker Ore 14.00. SPAZIO REGIONE VENETO. Presentazione del
RUBINI: «IL MIO LEOPARDI, VITALE E SENZA GOBBA»
DI ALESSANDRA FARRO
L’amore spasmodico nei confronti della vita muove l’esistenza di Leopardi–Ilpoeta dell’infinito, la miniserie di Sergio Rubini su Giacomo Leopardi, presentata ieri Fuori Concorso, con Leonardo Maltese (Leopardi), Cristiano Caccamo (Antonio Ranieri), Giusy Buscemi (la contessa Targioni Tozzetti), Valentina Cervi (la madre Adelaide Antici), Alessio Boni (il padre Monaldo), Alessandro Preziosi (Don Carmine) e Fausto Russo Alesi (Pietro Giordani). La vedremo su Raiuno il 16 e il 17 dicembre.
La coproduzione Ibc Movie, Rai Fiction e Rai Com ripercorre la vita di una delle figure chiave della nostra letteratura spogliandolo della sua malformazione fisica, la gobba, per restituirne il ritratto di un uomo che ricerca la felicità con sin troppa passione finendo per rifugiarsi nel suo pessimismo, in cui ancora oggi i giovani si riconoscono. «Racconto l’intellettuale multiforme - spiega il regista che propone una narrazione lontana da Il giovane favoloso di Mario Martone - lo spregiudicato, ilpensatorelibero,diversodaquelloconosciutoascuola.Volevoconcentrarmisulla sua morfologia intellettuale, piuttosto che fisica, da qui la scelta di rappresentarlo senza gobba. Per raccontarlo oltre le Operette morali, come poeta esistenzialista, d’avanguardia, mi sono concesso licenze cronologiche, ispirandomi ad Amadeus, in cui Milos Forman racconta un incontro, mai avvenuto nella realtà, tra Mozart e Salieri». Rubini ha anche svelato che pensava a questo progetto da 25 anni. «Leopardi– ha sottolineato Maria Pia Ammirati, direttrice Rai Fiction e scrittrice di successo - è il poeta del dissidio, della rottura, sempre nuovo Conservava un’anima profondamente vitale, come emerge nella serie, in contrasto con lo stereotipo del poeta triste, ammalato e chiuso in se stesso a cui siamo abituati. Si poneva le domande di tutti gli adolescenti – chi siamo? dove andiamo? – che lo consacranoaletteratoportavocedeiragazzi». n
APRE A SAN SERVOLO LA MOSTRA MARCELLO COME HERE…
Premio Kinéo 2024
Ore 15.00. CASA DEGLI AUTORI. La regista georgiana Rusudan Glurjidze insieme al presidente delle Giornate degli Autori, Francesco Ranieri Martinotti parteciperà a un incontro con la stampa in cui verrà esposta la situazione del film georgiano Antikvariati. Partecipano la direttrice artistica delle Giornate Gaia Furrer e il delegato generale Giorgio Gosetti Ore 15.00. ITALIAN PAVILION. Sala tropicana 2. Report “Stati Generali del Cinema Indipendente”. Promosso da AIR3 (Associazione Italiana Registi) Ore 16.00. ITALIAN PAVILION. Sala tropicana. 28th Terra di Siena International Film Festival Ore 16.00. SPAZIO INCONTRI. Presentazione di Eurimages’ New Film Marketing & Audience Development Support Programme. Ore 16.00. LAZZARETTO VECCHIO. Spazio Incontri: Immersive Creative & Technical Convergence – A New Era in Entertainment. Incontro organizzato da Lamina1. Ore 16.00. LA VILLA. Presentazione del volume Napoli capitale di cinema e fiction con Giuseppe Cerasa direttore de Le Guide di Repubblica. Ore 16.00. SALA LAGUNA. Non chiamateci giovani Incontro su nuovi sceneggiatori under 35. Organizzato
da Giornate degli autori, ANAC, 100 autori e WGI con il sostegno SIAE. Modera Boris Sollazzo Ore 17.00. ITALIAN PAVILION. Sala Tropicana 2. L’occhio irriverente di un archivio espanso. L’AAMOD verso i suoi primi quarant’anni: presentazione delle attività. Ore 17.30. ITALIAN PAVILION. Sala Tropicana 1. Incontro sulle dinamiche nelle produzioni Euro mediterranee e le nuove iniziative. Ore 17.40. ITALIAN PAVILION. Sala Tropicana 1. Lagrande alleanza: esercenti, distributori, Film Commission. Promosso da Marche Film Commission e Regione Marche Ore 18.00. CASA DEGLI AUTORI. Nell’ambito degli incontri Milano Industry Days, premiazione progetti del workshop “In progress MFN 2024 – Dall’idea al progetto” Ore 18.00. ITALIAN PAVILION. Sala Tropicana 2. Gli studenti del Dams - Università Cattolica presentano il documentario 1974. La Strage di Brescia Ore 18.00. REEF BEACH BAR. Il dopo cinema di Cosmopolitan rassegna di interviste e talk. Tra gli ospiti Federica Rosellini (protagonista di CampodiBattaglia di Gianni Amelio), Francesca Valtorta Noemi Brando, Cinzia Th Torrini e Adam Mackie. Fino alle 21. Ore 22.00. AEROPORTO NICELLI. Venezia Lido. Party Campari.
LA MASTERCLASS DI SIGOURNEY FA IL PIENO
È stata un successo sia per la partecipazione che per i contenuti espressi la prima Masterclass della Mostra, dedicata al Leone d’oro Sigourney Weaver. Una folla di accreditati di tutte le età, ma soprattutto giovani, ha affollato la nuova Match Point Arena da 250 posti di fronte all’Excelsior, aperto da una standing ovation del pubblico e dal saluto alla Weaver da parte del Presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco. “La mia altezza - ha detto tra l’altro la Weaver – all’inizio mi ha reso la vita difficile, ma nel lavoro mi ha protetto: Una donna alta viene scelta da uomini strutturati e sicuri di sé”. L’incontro è stato primo di una serie, che va ad arricchire i contenuti di Venezia 81.
Sy.B.
Il red carpet di Maria: Angelina Jolie e, a destra
l’attrice con Pablo Larraín
Sotto, Pierfrancesco
Favino con la moglie Anna Ferzetti. In alto a destra, Alba Rohrwacker
HOMEGROWN
Id., USA, 2024. Regia Michael Premo. Durata 1h e 49’.
SIC – In concorso - prima mondiale «Allavigiliadelleelezioniamericane2024,unfilmcheandandooltreleideologie e i tabù, scoperchia in tutta la sua evidenza la schizofrenia del presente e lo stato di crisi delle moderne democrazie»: così la Delegata generale e Direttrice artistica della Settimana Internazionale della Critica Beatrice Fiorentino descrive il doc in concorso Homegrown di Michael Premo. Il pluripremiato giornalista, regista e autore s’infiltra nell’estrema destra USA, seguendo tre attivisti impegnati per la rielezione di Donald Trump alle votazioni del 2020. Che saranno vinte da Joe Biden portando all’assalto di Capitol Hill da parte dei sostenitori del tycoon. Prosegue anche la competizione di SIC@SIC col corto Playing God di Matteo Burani.
Emanuele Bucci
KORA
Portogallo, 2024. Regia Cláudia Varejão. Interpreti Inna Klochko, Lana Alkouse, Margarita Sharapova, Norina Sohail, Zohra Ghadr Alzaman. Durata 28’
GIORNATE DEGLI AUTORI - EVENTI SPECIALI
«Stiamo vivendo una tragedia umana senza precedenti. Abbiamo fallito come specie e come società. Come essere umano e come regista mi sento responsabile» dice Clàudia Varejao, già vincitrice alle Giornate degli Autori nel 2022 (con Lobo e Cão), dove torna con un corto sulle donne rifugiate che vivono in Portogallo. Donne che portano con sé il loro passato, nei propri ricordi e foto come nei loro corpi, per opporsi all’incertezza che le circonda, e forse le attende. «Ogni giorno, le persone vengono cacciate dalle loro case e dai loro paesi a causa di conflitti armati e violazioni dei diritti umani. Molte di loro perdono genitori, figli... la loro vita quotidiana - spiega la regista. - Kora è nato da questa sensazione di essere troppo piccola e dalla frustrazione di far parte di qualcosa che non mi rappresenta...èilmiosguardo,politicoeaffettivo,sulmomento storico che sto vivendo»
Mattia Pasquini
in Mostra
Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Emanuele Bucci, Alessandro De Simone; Claudia Giampaolo, Davide Di Francesco (web), Tiziana Leone - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Vania Amitrano, Giulia Bianconi, Mattia Pasquini - Foto: Maurizio D’Avanzo - Stampa: CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www. chinchio.it.
SOUDAN, SOUVIENS-TOI
Francia, Tunisia, Qatar, 2024. Regia Hind Meddeb. Sceneggiatura Hind Meddeb. Durata 76’
GIORNATE DEGLI AUTORI - EVENTI SPECIALI
La regista Hind Meddeb che, durante la Primavera araba, aveva diretto Tunisia Clash e Electro Chaabi, ha seguito stavolta i ventenni sudanesi Shajane, Maha, Muzamil, Khattab durante il sit-in di 57 giorni a Khartoum, davanti al quartier generale dell’esercito, fino al massacro del 3 giugno 2019, quando i militari attaccarono i manifestanti uccidendo centinaia di persone e all’inizio della guerra, che ha costretto tutti a prendere le strade dell’esilio. Un film corale in cui emerge il ritratto collettivo di una generazione in lotta per la libertà con poesie e canti. «Il Sudan si trova all’incrocio di mondi che ho frequentato fin dall’infanzia – ha spiegato la regista - I miei genitori hanno lasciato il Nord Africa negli anni Settanta alla ricerca della libertà in Europa. Questo film racconta il tentativo impossibile di cambiare. Di fronte a un esercito potente, come può un movimento pacifico far sentire la propria voce?»
Tiziana Leone
Avrebbe dovuto essere il giorno di The Antique di Rusudan Glurjidze, in concorso alle Giornate degli Autori. Così non sarà, dopo il decreto d’urgenza del Tribunale di Venezia ottenuto dalle società co-produttrici del lungometraggio (la russa Viva Film, la croata Avantura e la cipriota Pygmalion) per una contestazione sul copyright di sceneggiatura. Il provvedimento ha indotto le GdA, in accordo con la Biennale, a sospendere per ora le proiezioni. Se ne parlerà comunque, alla presenza della regista, durante la conferenza stampa delle ore 15 in Casa degli Autori. Il caso sta facendo discutere, e c’è chi scorge nella contestazione dei produttori di minoranza mire censorie verso un film polemico nei confronti della Russia di Vladimir Putin. Il film infatti è ambientato a S. Pietroburgo durante le deportazioni di massa dei georgiani operate dal governo di Mosca nel 2006. Le Giornate hanno sottolineato di voler fare «tutto quanto possibile, nel rispetto del diritto, ma anche della libertà espressiva dell’autrice, per sostenere l’esistenza stessa dell’opera e la sua visibilità a Venezia nei prossimi giorni».
Emanuele Bucci