DAILY#4 78. Mostra del Cinema di Venezia - 4Sept2021 Venews+Ciak

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COMPETENCIA OFICIAL M

DAILY n. 4 - SABATO 04.09.2021

ariano Cohn e Gastón Duprat sono ormai degli assidui frequentatori del festival di Venezia, da quando nel 2016 portarono, vincendo la Coppa Volpi grazie alla magnifica interpretazione di Oscar Martínez, Il cittadino illustre, commedia molto amara su un premio Nobel per la letteratura che dopo molti anni decide di tornare nel natio paesino in Argentina per ricevere un riconoscimento dalla sua gente. Vi sono tornati nel 2018 con Il mio capolavoro, firmato dal solo Duprat, ma prodotto da Cohn, sagace satira sul mondo dell’arte contemporanea, e li ritroviamo insieme quest’anno dietro la macchina da presa a dirigere Competencia Oficial. Questa volta protagonista è il cinema stesso, mezzo che un ricchissimo miliardario vuole usare per essere finalmente riconosciuto in circoli culturali e intellettuali a lui preclusi. Decide così di produrre un film, ma non un film qualunque. Per questo

ingaggia una delle più famose registe del mondo, la vulcanica Lola Cuevas, e i due migliori attori possibili, Félix Rivero, una splendente stella di Hollywood, e Ivàn Torres, attore teatrale meraviglioso e raffinato. Entrambi sono innamorati di se stessi e con un ego troppo grande perché entrambi possano entrare nella stessa stanza. Uno stimolo in più per Lola. «Ci sono molti esempi cinematografici che mostrano come si fa un film» spiega uno dei due registi, Gastón Duprat. «Ma la cosa più unica in un film è quello che gli attori riescono a suscitare: farci piangere, farci ridere, generare emozioni. Il film indaga questa relazione complessa e straordinaria». Quindi, per far sì che Competencia Oficial risultasse credibile servivano dei grandi attori. Come Penélope Cruz, Antonio Banderas e Oscar Martínez. Dopo avere aperto il festival con Madres paralelas, la musa di Pedro Almodóvar si cala nuovamente nei panni di una donna dietro una camera. È lei infatti la regista Lola Cuevas, e torna a lavorare con Antonio Banderas dopo Dolor y Gloria, altro film del regista spagnolo che entrambi gli attori ha scoperto e portato al successo. Banderas è naturalmente Félix Rivero, il divo internazionale. Come spiega l’altra metà registica del film Mariano Cohn «da un po’ di tempo volevamo fare un film con Penélope Cruz e Antonio Banderas. Alla fine, ci siamo COMPETENCIA incontrati a Londra per scambiarci delle idee OFICIAL e abbiamo condiviso con loro il seme di ciò Argentina, Spagna, che sarebbe diventato l’asse portante di 2021. Regia Mariano Cohn, Gastón Duprat. Competencia oficial». A loro si è aggiunto Interpreti Penelope Cruz, Oscar Martínez, tornato agli ordini della coppia Antonio Banderas, di registi dopo la fortunata esperienza de Il Oscar Martínez. Durata 114’ cittadino illustre.

DALLA CRUZ A SERVILLO, I PIÙ PRESENTI A VENEZIA 78

Penélope Cruz, protagonista di Competencia oficial, detiene un piccolo record a Venezia 78. È l’attrice più presente in film in gara nel concorso ufficiale (l’altro è Madres paralelas, di Pedro Almodóvar). Condivide il primato con Toni Servillo che è presente sia in È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, sia in Qui rido io dell’altro regista napoletano in concorso, Mario Martone. Servillo è anche nel cast di un film fuori concorso, Ariaferma di Leonardo Di Costanzo, al fianco di Silvio Orlando. Gli attori che in questa edizione della Mostra del Cinema appaiono in più di un film sono molti. Proprio Orlando, è anche il protagonista de Il bambino nascosto di Roberto Andò, fuori concorso in chiusura della Mostra e in una apparizione fugace anche in Le cose che restano, il documentario di Giorgio Verdelli su Ezio Bosso. Il più presente di tutti è però Oscar Isaac, in gara con The card counter di Paul Schrader, protagonista nell’attesissimo Dune proiettato ieri al Lido in anteprima mondiale e in tre puntate della serie Scenes from a Marriage che sarà presentato domani.

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tornare ad accadere. Assieme a loro due, un’altra generazione di attori, Oscar Isaac, Rebecca Ferguson, Josh Brolin, Javier Bardem, e con loro gli altri talent che in questa impressione di settembre hanno calcato il red carpet veneziano. Kristen Stewart, che nei panni di Lady D, la principessa triste, ha fatto rivivere una favola tanto bella quanto tragica. Maggie Gyllenhaal, attrice raffinata passata dietro la macchina da presa e che ha diretto un cast al femminile strabordante di talento (tra cui Olivia Colman e Dakota Johnson), che hanno letteralmente stregato stampa e pubblico con il loro The Lost Daughter. E in questo trionfo di Hollywood, di un grande autore come Pablo Larraín, del cinema indie, si inserisce anche l’Europa e l’Italia. Come ha detto il direttore artistico Alberto Barbera a Ciak, «il cinema non è mai stato così vivo». Ed è vero: se dopo appena tre giorni di Venezia 78 abbiamo vissuto tutte queste emozioni, perché è difficile dimenticarsi di È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e delle Madres paralelas di Almodóvar, non può che essere così. C’è ancora una settimana intera da vivere, sulla carta avremo ancora tante cose di cui sorprenderci e tanti attori e registi con cui parlare. Ma l’impressione che ci piacerebbe chiamare certezza - ma le contingenze ci hanno insegnato a non usare parole assolute - è che il 3 settembre 2021, tanto per citare un film di fantascienza passato qui a Venezia nel 1996, possa essere ricordato come l’Independence Day del cinema. n

LAST NIGHT IN SOHO

ULTIMA NOTTE A SOHO Last Night in Soho, Regno Unito. Regia Edgar Wright. Interpreti Anya Taylor-Joy, Thomasin McKenzie, Matt Smith. Durata 116’

DI ALESSANDRO DE SIMONE

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ono lontani i tempi della Trilogia del Cornetto, realizzata con gli amici di gioventù Simon Pegg e Nick Frost. Niente più zombie dementi, poliziotti di città nella provincia inglese e il senso della vita sul fondo di una pinta. Edgar Wright è cresciuto e dopo Baby Driver è tornato a casa, a Londra, e al cinema che lo ha formato. “Last Night in Soho è il risultato di 25 anni passati a vivere e lavorare a Soho” spiega il regista. “Ho passato così tanto tempo a osservare l’architettura del quartiere chiedendomi cosa quei muri avessero visto, e a camminare per le sue strade a notte fonda. Oggi Soho è un quartiere gentrificato, ma ha ancora molti lati oscuri sotterranei. Soho è uno di quei posti dove ti basta stare fermo per un minuto per vedere accadere qualcosa di magico, strano od oscuro”. Last Night in Soho è tratto da una sceneggiatura originale che lo stesso Wright ha scritto con Krysty Wilson-Cairns. 2019, Eloise è una ragazza che dalla campagna inglese arriva a Londra per realizzare il suo sogno: diventare una stilista. Purtroppo i sogni si infrangono presto. 1965: anche la cantante Sandy scopre che i pavimenti lastricati d’oro della grande città hanno crepe che possono risucchiarti. Incredibilmente, i destini delle due ragazze finiranno con l’incrociarsi. Protagoniste di Last Night in Soho sono due giovani attrici lanciatissime.

La sensuale Sandy è Anya Taylor-Joy, che dopo il successo de La regina degli scacchi è tornata sul set con il suo mentore Robert Eggers nell’epopea vichinga The Northman, in attesa di Furiosa, il prequel di Mad Max sulla giovinezza del personaggio interpretato da Charlize Theron in Fury Road. Eloise è Thomasin McKenzie, presente anche nel concorso ufficiale con The Power of the Dog e reduce dalla spiaggia maledetta di M. Night Shyamalan di Old. Completano il cast Matt Smith (il primo principe Filippo di The Crown) e tre glorie del calibro di Diana Rigg, Rita Tushingham e Terence Stamp, icone della Swingin’ London degli anni Sessanta, quella di Mary Quant, dei Rolling Stones e del Free Cinema. E non a caso, Edgar Wright ha personalmente curato una retrospettiva per il British Film Insitute sul cinema e i film che hanno ispirato questa sua fatica. Se passate da Londra tra ottobre e novembre, sono visioni da non perdere.


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