DAILY#6 - 15. Festa del Cinema di Roma (21 ottobre 2020)

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DAILY 6

38|39

MERCOLEDÌ

21

15/25 OTTOBRE 2020


Programma MERCOLEDÌ 21 h. 09.00 Sala Sinopoli RIFLESSI press

MALEDETTA PRIMAVERA Elisa Amoruso Italia, Francia, 94’

h. 09.00

Sala Petrassi SELEZIONE UFFICIALE TUTTI NE PARLANO press

SEIZE PRINTEMPS Suzanne Lindon Francia, 73’

h. 11.00

Sala Petrassi SELEZIONE UFFICIALE TUTTI NE PARLANO press

THE COURIER Dominic Cooke UK, 112’

h. 11.00

My Cityplex Savoy Acea, Sala 2 SELEZIONE UFFICIALE TUTTI NE PARLANO accr.

SEIZE PRINTEMPS Suzanne Lindon Francia, 73’

h. 11.00 My Cityplex Europa ALICE NELLA CITTÀ accr. CLIMBING IRAN Francesca Borghetti Italia, Francia, 53’

h. 11.30

Sala Sinopoli ALICE NELLA CITTÀ scuole

SHADOWS Carlo Lavagna Italia, Irlanda, 90’

h. 11.30

MAXXI SELEZIONE UFFICIALE EVENTI SPECIALI press

FRANCESCO Evgeny Afineevsky USA, Repubbica Ceca, 118’

h. 11.30

My Cityplex Savoy Acea, Sala 1 SELEZIONE UFFICIALE TUTTI NE PARLANO accr.

THE COURIER Dominic Cooke UK, 112’

h. 11.30

Cinema Caravaggio ALICE NELLA CITTÀ press | accr.

HANGRY BUTTERFLIES Maruska Albertazzi Italia, 80’

h. 15.30

My Cityplex Europa SELEZIONE UFFICIALE TUTTI NE PARLANO pubb. € 10 | accr.

h. 16.00 Sala Petrassi SELEZIONE UFFICIALE EVENTI SPECIALI pubb. € 12 | accr. FRANCESCO Evgeny Afineevsky USA, Repubbica Ceca, 118’

h. 16.00 MAXXI PRE-APERTURE pubb. € 6 | accr. EARTHLING: TERRESTRE Gianluca Cerasola Italia, 71’

h. 16.00

My Cityplex Savoy Acea, Sala 1 SELEZIONE UFFICIALE pubb. € 10 | accr.

9 JOURS À RAQQA Xavier de Lauzanne Francia, 89’

h. 18.30

My Cityplex Savoy Acea, Sala 1 SELEZIONE UFFICIALE pubb. € 10 | accr.

AMMONITE Francis Lee UK, 117’

THE ADVERSARY Satyajit Ray India, 1970, 110’

h. 18.30 Cinema Caravaggio ALICE NELLA CITTÀ pubb. € 9 | accr. LISTEN Ana Rocha de Sousa UK, Portogallo, 94’

h. 16.00

CORTI ALICE – 3

h. 16.30 Cinema Caravaggio ALICE NELLA CITTÀ pubb. € 8 | accr.

SLALOM Charlène Favier Francia, Belgio, 90’

h. 17.30

My Cityplex Savoy Acea, Sala 2 SELEZIONE UFFICIALE pubb. € 10 | accr.

HOME Franka Potente Germania, Francia, 100’

h. 18.00

Casa del Cinema, sala Deluxe RETROSPETTIVA SATYAJIT RAY ingresso su prenotazione

h. 19.00 Sala Sinopoli RIFLESSI pubb. € 23 | accr.

MALEDETTA PRIMAVERA Elisa Amoruso Italia, Francia, 94’ My Cityplex Savoy Acea, Sala 4 SELEZIONE UFFICIALE press

WE ARE THE THOUSAND L’INCREDIBILE STORIA DI ROCKIN’1000 Anita Rivaroli Italia, 78’

ALIENS James Cameron USA, UK, 1966, 112’

DE NOS FRÈRES BLESSÉS Hélier Cisterne Francia, Belgio, Algeria, 105’

h. 21.30

h. 21.30 My Cityplex Europa SELEZIONE UFFICIALE pubb. € 12 | accr.

h. 20.00 Teatro Palladium ALTRI EVENTI pubb. € 5

h. 22.00 Sala Sinopoli SELEZIONE UFFICIALE TUTTI NE PARLANO pubb. € 12 | accr.

MALEDETTA PRIMAVERA Elisa Amoruso Italia, Francia, 94’

h. 20.30

MAXXI I FILM DELLA NOSTRA VITA ingresso su prenotazione

h. 21.30 MAXXI SELEZIONE UFFICIALE pubb. € 12 | accr.

h. 19.30 Sala Petrassi RIFLESSI inviti | accr.

SEIZE PRINTEMPS Suzanne Lindon Francia, 73’

h. 18.00

h. 18.30

SHADOWS Carlo Lavagna Italia, Irlanda, 90’

My Cityplex Savoy Acea, Sala 1 RIFLESSI pubb. € 10 | accr.

DAYS AND NIGHTS IN THE FOREST Satyajit Ray India, 1970, 115’

CORTI ALICE – 4

h. 21.00

Sala Alice TimVision Nuvola ALICE NELLA CITTÀ pubb. € 9 | accr.

h. 19.00 My Cityplex Europa SELEZIONE UFFICIALE TUTTI NE PARLANO pubb. € 12 | accr.

SIAMO IN UN FILM DI ALBERTO SORDI? Steve Della Casa, Caterina Taricano Italia, 80’

Sala Alice TimVision Nuvola ALICE NELLA CITTÀ pubb. € 8 | accr.

h. 21.00

My Cityplex Savoy Acea, Sala 3 RIFLESSI press

HONEYDEW Devereux Milburn USA, 106’

h. 19.00

Sala Alice TimVision Nuvola ALICE NELLA CITTÀ pubb. € 8 | accr.

h. 21.00

Casa del Cinema, sala Deluxe RETROSPETTIVA SATYAJIT RAY ingresso su prenotazione

My Cityplex Savoy Acea, Sala 2 SELEZIONE UFFICIALE TUTTI NE PARLANO pubb. € 10 | accr.

SEIZE PRINTEMPS Suzanne Lindon Francia, 73’

h. 20.30 Cinema Caravaggio ALICE NELLA CITTÀ pubb. € 9 | accr. CLIMBING IRAN Francesca Borghetti Italia, Francia, 53’

MALEDETTA PRIMAVERA Elisa Amoruso Italia, Francia, 94’

DES HOMMES Lucas Belvaux Francia, Belgio, 100’

THE COURIER Dominic Cooke UK, 112’

h. 22.30 Sala Petrassi SELEZIONE UFFICIALE TUTTI NE PARLANO inviti | accr. THE COURIER Dominic Cooke UK, 112’

h. 22.30 Cinema Caravaggio ALICE NELLA CITTÀ press | accr.

PUNTA SACRA Francesca Mazzoleni Italia, 96’

PALM SPRINGS Max Barbakow USA, Hong Kong, 90’

AGENDA THE GOLDEN AGE OF DOCUMENTARIES La Golden Age del documentario sta conoscendo anche in Italia una seconda giovinezza, anche grazie al ruolo della RAI. Dalle 2000 ore di documentario prodotte ogni anno in Francia, agli exploit dei generi naturalistici di produzione anglosassone, dalla riscrittura degli episodi più controversi della storia contemporanea ai documentari scientifici che aprono le porte della tecnologia di punta alle audience televisive, gli esempi più significati e sorprendenti del nuovo corso del documentario. Al convegno, durante il quale saranno proiettati estratti delle serie più viste, partecipano, fra gli altri, Duilio Gianmaria, direttore di RAI Doc, e il direttore Antonio Monda. h. 17.30 | Teatro Studio G. Borgna ingresso su prenotazione SIAMO IN UN FILM DI ALBERTO SORDI? Vedi Agenda di martedì 20 ottobre h. 20 | Teatro Palladium | € 5

RETROSPETTIVA/ SATYAJIT RAY

ARANYER DIN RATRI (DAYS AND NIGHTS IN THE FOREST)

PRATIDWANDI

(THE ADVERSARY) (India, 1970, 110’)

(India, 1970, 115’)

Un gruppo di amici di estrazione borghese decidono di trasferirsi temporaneamente nelle foreste della regione del Bengala. Lasciano quindi le loro comode abitazioni e la società civile per immergersi in un mondo molto distante dal loro per usi e tradizioni. Disprezzati dagli abitanti della zona, loro stessi si lasciano andare a giudizi connotati da razzismo. Lo scontro tra due modi di vivere opposti metterà in luce i limiti della società del benessere dalla quale provengono e sarà per loro una grande occasione di formazione personale. Ricco di sottigliezze, tecnicamente brillante e incisivo, il film è una magnifica analisi della gioventù urbana, indotta a crescere in uno stato di insensibilità verso i gli strati sociali più poveri.

Un giovane di nome Siddhartha, costretto a interrompere gli studi a causa della morte del padre, non riesce a trovare un impiego soddisfacente. Vive insieme alla madre, alla sorella e a un fratello con la testa piena di idee rivoluzionarie. Il ragazzo si sente sotto pressione: non riesce a trovare un impiego e non va d’accordo con i familiari. L’unica relazione che lo gratifica è l’amicizia con Keya, una giovane donna con la quale va molto d’accordo. Ma lo stato d’ansia, che gli procura addirittura delle allucinazioni, continua a crescere dentro di lui, così come cresce a Calcutta la tensione generale, tanto che Siddhartha rimane anche vittima di una bomba scoppiata all’interno di una sala cinematografica.


SELEZIONE UFFICIALE

di Delphine Trouillard

DE NOS FRÈRES BLESSÉS

FOCUS

(FAITHFUL)

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VINCENT LACOSTE

HÉLIER CISTERNE Vincent Lacoste, Vicky Krieps, Meriem Medjkrane, Myriam Ajar, Maximilien Poullein, Hassen Ferhani di

con

1956, Algeri. La violenza nel Paese - in quegli anni colonia francese - si fa sempre più efferata e coinvolge tanto gli arabi quanto gli europei. Il movimento per l’indipendenza nazionale cavalca il malcontento popolare raccogliendo sempre più consensi. È in questo clima bollente che Fernand Iveton, operaio comunista di trent’anni, viene prelevato, incarcerato e torturato con l’accusa di aver piazzato una bomba nella fabbrica in cui lavora. Nello stesso momento, dall’altra parte della città, la vita di sua moglie Hélène viene sconvolta dall’accusa infamante di essere la compagna di un ‘traditore’ o, peggio, di un ‘terrorista’. Ma Hélène resiste, si rifiuta di abbandonare Fernand al suo destino e combatte per non veder crollare la loro storia d’amore sotto i colpi della ragion di Stato. Tratto dal romanzo di Joseph Andras. HÉLIER CISTERNE Regista e sceneggiatrice francese, classe 1981, ha studiato Filosofia a Parigi e ha realizzato il suo primo cortometraggio a ventidue anni. Il suo lungometraggio di debutto, Vandal (2013), è un dramma sociale che racconta la storia di un adolescente. Ha poi realizzato cinque episodi della serie The Bureau - Sotto copertura per la televisione francese.

SELEZIONE UFFICIALE/ TUTTI NE PARLANO

SEIZE PRINTEMPS SUZANNE LINDON con Suzanne Lindon, Arnaud Valois, Florence Viala, Frédéric Pierrot, Rebecca Marder (Francia, 2020, 73’) Suzanne è un’adolescente di sedici anni con uno spirito alternativo che non le permette di frequentare serenamente i suoi coetanei. Con loro si annoia. Un giorno però, sul percorso che deve fare tutti i giorni per andare a scuola, incontra un uomo con il quale instaura una relazione, inizialmente solo d’amicizia. Piano piano i due però si innamorano l’uno dell’altro e trovano nel loro rapporto un antidoto contro la tristezza. La ragazza, dopo i primi entusiasmanti momenti, comincia a sentire la mancanza di leggerezza che dovrebbe caratterizzare la sua età e capisce che vorrebbe vivere come i suoi compagni di scuola. di

SUZANNE LINDON Classe 2000, figlia d’arte di Vincent Lindon e Sandrine Kiberlaine, Suzanne Lindon è stata tenuta lontana dai riflettori durante l’infanzia, facendo soltanto una breve comparsata in un cortometraggio della madre, Bonne figure (2016), con Chiara Mastroianni. Seize Printemps il suo primo film, di cui è anche protagonista.

Film dopo film, Vincent Lacoste ha saputo imporre il suo carisma indolente, ma dietro la sua apparenza flemmatica si nasconde un gran lavoratore spesso divorato dall’ansia. A solo 26 anni l’attore francese vanta già più di dieci anni di carriera nel cinema, una trentina film, di cui sei presentati al Festival di Cannes e due alla Mostra del Cinema di Venezia, e quattro candidature ai premi César. Lacoste è stato scoperto nel 2009 con Il primo bacio (Les beaux gosses), il primo lungometraggio di Riad Sattouf diventato cult in Francia, che gli porta una notorietà tale per cui, dieci anni dopo, lo si identifica ancora quasi solo nel personaggio di Hervé, un giovane adolescente brufoloso dal taglio di capelli assurdo, vestito male e ossessionato dal sesso. Nonostante l’immagine di da eterno adolescente a cui viene sistematicamente associato riceve numerose proposte per recitare in film molto variegati: dalla superproduzione Asterix et Obelix di Laurent Tirard insieme a Deneuve e Depardieu a film più confidenziali come Camille redouble di Noémie Lvovsky. Da qualche anno interpreta personaggi più maturi, turbati e duri, da Hippocrate (2014) di Thomas Lilti, in cui fa la parte di un giovane medico, a Victoria (2016) di Justine Triet, in cui incarna un babysitter ambiguo e seduttore, fino ad Amanda (2018) di Mikhael Hers, che affronta il tema del lutto dei sopravvissuti agli attentati di Parigi. Tutto lo interessa e gli piace il cinema nella sua interezza, per cui si mette alla prova in ruoli diversi senza mai porsi limiti. Ma questa apparente nonchalance nasconde una natura estremamente angosciata. La sua ascesa professionale e l’emancipazione che ne è derivata gli sono capitate troppo velocemente o forse troppo brutalmente. Come nel film I nostri giorni di gloria (2019), del suo amico Antoine de Bary, ha sperimentato il vuoto tra due film, mentre tutti gli ex-compagni di classe sono all’università, la solitudine nel proprio appartamento, quando i coetanei vivono ancora dai genitori e la perdita di punti di riferimento senza orari ne ritmi ben definiti. Nonostante il successo, sembra esserci sempre in lui la paura che da un giorno all’altro tutto questo possa finire.

DAILY 6

(Francia, Belgio, Algeria, 2020, 105’)

MERCOLEDÌ

21


di Cesare Stradaioli

FOCUS

GÉRARD DEPARDIEU

SELEZIONE UFFICIALE

DES HOMMES (HOME FRONT) con

di LUCAS BELVAUX Gérard Depardieu, Catherine Frot, Jean-Pierre Darroussin, Yoann Zimmer, Félix Kysyl, Édouard Sulpice (Francia, Belgio, 2020, 100’)

Pochi attori hanno giocato così pesantemente – è proprio il caso di dirlo – sul proprio corpo, costruendogli intorno la presenza scenica, come Gérard Depardieu. Il che, va detto, in alcuni casi ha fatto sì che la preponderanza fisica abbia avuto la meglio sulle sue altre, numerose qualità (la magnifica voce, per dirne una per tutte), lasciando così talvolta impresso nella memoria il ‘cosa’ abbia rappresentato, in questo o quel film, piuttosto che il ‘chi’ e soprattutto il ‘come’ l’abbia fatto. Quando si dice un uomo che ‘fa ombra’, che non passa inosservato e neanche inascoltato. In un certo senso, seppure guarda caso recitandogli a fianco come antagonista in Novecento, si potrebbe dire che Depardieu rappresenti l’esatto opposto del modo di recitare al quale, da sempre, si ispira Robert De Niro: la voce tonante contro il tono sommesso, l’irrompere nella scena contro l’apparire quasi in secondo piano, il riempire immediatamente l’immagine contro un lento e progressivo occuparla. L’istinto contro il metodo. E in effetti, anche nei lavori nei quali – anche se solo in apparenza, come in 36 Quai des Orfèvres – l’attore francese mantiene, almeno finché ci riesce, un profilo di secondo piano, pure in quei momenti, in quelle recitazioni intravvediamo un titano incatenato, pronto da un momento all’altro a rompere i vincoli per prorompere in una vitalità eccessiva, travolgente. Ci ha messo del suo, l’uomo, magari anche strizzando l’occhio al ritorno d’immagine, ma come non ricordare le sue clamorose prese di posizione politiche, le sue turbolente vicende personali, o anche l’ammiccamento alla cucina italiana, lui vorace conoscitore di sapori? Ha affrontato il rischio di restare legato, come uomo forte e perciò stesso vagamente misogino, all’immagine di colui che, in Ciao maschio, si taglia il pene e che di quello non abbia mai perdonato se stesso. L’attore ha superato quel rischio, essendo arrivato a costruire e mantenere un’immagine che resta nella memoria, che sia Danton o il cuoco di una nave o, come vedremo a Roma, uno dei reduci della sporca guerra in Algeria. La quiete, la pace interiore non si addicono a quell’animale da cinema chiamato Gérard Depardieu.

È il 2003. Sono trascorsi oltre quarant’anni da quando Bernard, Rabut, February e gli altri hanno combattuto in Algeria trascorrendovi ventiquattro mesi per poi fare ritorno in patria. Sono rimasti a lungo in silenzio, a vivere tranquillamente le loro vite, ma alle volte basta un niente, un compleanno, un regalo, perché un’intera vita possa improvvisamente perdere il suo valore. Basta un semplice incontro perché la sofferenza, repressa per così tanti anni, possa ritornare a galla insieme al passato di chi pensava di poterlo semplicemente dimenticare, rimuovere, negare. LUCAS BELVAUX Attore, regista e sceneggiatore belga, è conosciuto soprattutto per la trilogia formata dai film Rincorsa (2002), Dopo la vita (2002) e Una coppia perfetta (2002). Tra gli ultimi film realizzati troviamo la storia d’amore Sarà il mio tipo? (2014) e il film drammatico A casa nostra (2017). Des hommes è un dramma famigliare che riporta a galla traumi e tormenti di un uomo segnato dai ricordi della Guerra d’Algeria.

SELEZIONE UFFICIALE/ TUTTI NE PARLANO

IRONBARK (THE COURIER) DOMINIC COOKE Benedict Cumberbatch, Merab Ninidze, Rachel Brosnahan, Jessie Buckley (UK, 2020, 112’) Tratto dalla storia vera dell’uomo d’affari Greville Wynne, il film racconta del suo reclutamento come spia da parte dell’MI-6, l’intelligence britannica, durante la guerra fredda. Wynne venne ritenuto l’uomo perfetto per intrattenere i rapporti con una fidata fonte russa, Oleg Penkovsky, in grado di fornire alla Gran Bretagna importanti informazioni top secret riguardo il programma nucleare sovietico e la crisi dei missili cubani. Il lavoro di Wynne si rivelò però più complicato del previsto e l’uomo si trovò a rischiare più volte la vita pur di sventare una catastrofe nucleare e la disgregazione definitiva dell’equilibrio tra potenze internazionali. di

con

DOMINIC COOKE Regista teatrale londinese, dopo aver studiato alla Warwick University Dominic Cooke inizia a lavorare come assistente alla regia per la Royal Shakespeare Company. Ha diretto oltre cinquanta produzioni di opere liriche, opere di prosa e musical, e nel corso della sua carriera è stato candidato ben quattro volte al Laurence Olivier Award, vincendone uno. Nel 2017 ha adattato per il cinema il romanzo di Ian McEwan Chesil Beach, con protagonisti Saoirse Ronan e Billy Howle.


EVENTO SPECIALE

FRANCESCO di EVGENY

AFINEEVSKY

(USA, Repubblica Ceca, 2020, 118’) DOC

42|43

DUEL FEDERICA ALIANO vs NICOLA CALOCERO

L’uomo dei sogni/ Fuga per la vittoria Palazzo Merulana, h. 17

I FILM DELLA NOSTRA VITA

ALIENS di JAMES

CAMERON

(USA, 1986, Colore, 137’)

MARIO SESTI vs CATERINA TARICANO

John Carpenter/ Steven Spielberg Palazzo Merulana, h. 19

FEDELTÀ / TRADIMENTI EDOARDO FERRARIO

FANTOZZI MACRO, h. 19

di Cesare Stradaioli

FOCUS

BENEDICT CUMBERBATCH Ingredienti: avere i natali nel posto giusto – Inghilterra, e già che ci siamo, avere nome e cognome di un certo rilievo –, frequentare le opportune scuole, possedere un volto enigmatico, dove il sorriso non è mai proprio tale e neppure lo è l’espressione che dovrebbe esprimere corruccio, avere in dono una voce profonda, dizione perfetta e coltivarla in maniera da farne una cifra personale, tenere più spesso un atteggiamento scenico quasi impercettibile, quasi di chi si trovi lì per caso; mischiare il tutto, agitare ed ecco uno dei più significativi rappresentanti del cinema britannico contemporaneo. Di Benedict Cumberbatch colpisce soprattutto la grande adattabilità, che gli consente di calarsi agevolmente nei panni di personaggi caratterizzati da tormenti interiori, dubbi, introversioni, non esattamente dei catalizzatori di empatia. Sorvolando su supereroi e visioni tolkeniane; va piuttosto sottolineato come l’attore prediliga determinate parti, per così dire, storicamente orientate, tanto da farne quasi un interprete ‘in costume’. Basti ricordare le sue interpretazioni più rimarchevoli, partendo pressoché dagli inizi della sua carriera: John Newton in Amazing Grace, che si batte contro la schiavitù e vive abbastanza per vederla abolita in Gran Bretagna; un inconsueto Charles Darwin, che in Creation mette le basi della sua ricerca; oppure ancora Thomas Edison, che nell’omonimo film combatte una guerra personale con Westinghouse e Tesla, per poi prevalere inventando l’antenato del cinema, il kinetoscopio. Ma sono personaggi in qualche modo storici e, come dicevamo, quasi in costume, anche il funzionario che in The Whistleblower viene in contatto con le brutture della guerra in Bosnia, l’uomo dal profilo sottile come carta, paludato di segreti e spionaggio della guerra fredda nella magnifica versione cinematografica del capolavoro televisivo tratto da John le Carré, La Talpa, il senatore fratello del famigerato James Bulger in Black Mass nella Boston della guerra fra bande negli anni ‘70 e poi ancora colonnello Mackenzie in quel bellico tuffo nel passato della storia inglese che è 1917 di Sam Mendes, girato con pochissimi piani sequenza. Inevitabile chiudere con il rimando a quella che probabilmente è stata la sua interpretazione migliore e più sofferta, anche considerando il suo impegno personale nella lotta contro le discriminazioni di natura sessuale, vale a dire Alan Turing in The Imitation Game, film nel quale, anche grazie a un eccellente cast e a un’ottima sceneggiatura, riesce ad esprimere il massimo della propria arte.

scelto da Alberto Crespi: «Aliens trasforma l’horror gotico del primo film in un war-movie, o in un western, dove gli alieni proliferano e diventano un esercito». MAXXI, h. 18.30 (su prenotazione)

RIFLESSI

MALEDETTA PRIMAVERA di ELISA

AMORUSO Micaela Ramazzotti, Giampaolo Morelli, Emma Fasano con

(Italia, Francia, 2020, 94’)

DAILY 6

Il documentario sulla figura di papa Bergoglio getta uno sguardo sulle nuove sfide che la religione si trova ad affrontare nel prossimo futuro. Francesco, papa della chiesa cattolica dal 13 marzo 2013, propone la sua lezione e il suo pensiero riguardo alla possibilità che abbiamo tutti noi di partecipare alla costruzione di un futuro migliore per l’umanità. Il regista Evgeny Afineevsky è nato in Russia e risiede negli Stati Uniti. Winter on Fire (2015), il suo documentario sulle proteste sociali che scossero l’Ucraina nel 2013, ha ricevuto candidature agli Oscar e agli Emmy Awards.

MERCOLEDÌ

21 Roma, 1989. Nina è una ragazzina di undici anni con una famiglia problematica: i genitori litigano sempre e il fratellino tende a diventare pericoloso quando si arrabbia. Costretti a spostarsi dal centro di Roma alla periferia, Nina si ritrova catapultata in un mondo che non conosce, dove si sente sola ovunque. Un giorno però conosce Sirley, una ragazza poco più grande di lei, che balla la Lambada e possiede un grande fascino. Anche lei reduce da un passato difficile, riesce a dare a Nina quelle attenzioni che la piccola non aveva mai ricevuto. Una storia sulla crescita e sulla solitudine che accompagna il passaggio dall’infanzia all’adolescenza.


ALICE NELLA CITTÀ CONCORSO

SHADOWS (OMBRE) di

CARLO LAVAGNA (Italia, Irlanda, 2020, 90’)

In un futuro post apocalittico dove le Ombre sono presenze sinistre da cui proteggersi, le sorelle Alex e Alma - Lola Petticrew e Mia Threapleton, figlia d’arte di Kate Winslet cercano di scoprire la verità sul mondo in cui vivono. Nel cast anche Saskia Reeves nel ruolo di una madre protettiva ma intransigente. È il primo film in lingua inglese della italiana Vision Distribution. Collaboratore del «New York Times» e di «Vogue», Carlo Lavagna è creatore di diversi cortometraggi e documentari. Shadows è il suo ultimo lungometraggio dopo il suo esordio con Arianna, presentato nel 2015 alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia. Attualmente sta lavorando a un nuovo film e sviluppando una serie per HBO Max. FUORI CONCORSO

CLIMBING IRAN

di FRANCESCA BORGHETTI (Italia, Francia, 2020, 53’)

SINTONIE

LISTEN

di ANA ROCHA DE SOUSA (UK, Portogallo, 2020, 74’)

Bela e Jota sono una coppia portoghese della periferia di Londra impegnata in una lotta quotidiana per mandare avanti una famiglia con tre figli. Quando in seguito a un malinteso i servizi sociali inglesi decidono di sottrarre loro i bambini, la coppia dovrà mettere da parte i propri principi per ricomporre la famiglia. Un’avvocatessa attiva nel campo dei diritti civili prenderà a cuore la loro vicenda. Diventata regista dopo una positiva carriera di attrice in Portogallo, Ana Rocha De Sousa mette ancora una volta al centro la figura genitoriale e il rapporto con i figli.

MARIA - A CHENT’ANNOS di GIOVANNI (Italia, 2019, 20’)

BATTISTA ORIGO

ALICE CORTI 3 EL SILENCIO DEL RIO di Francesca Canepa ONOLULO di Iacopo Zanon INTERSTATE 8 LUCE E ME di Isabella Salvetti ESTRANEI di Federico Mottica NIKOLA TESLA di Alessandro Parrello ANIMALI di Elisabeth Wilke ALICE CORTI 4 UNA COPPIA di Davide Petrosino THE VISIT di Azadeh Moussavi COME A MÌCONO di Alessandro Porzio ER COLLERA MORIBBUS di Matteo De Laurentiis, Katia Franco MARGHERITA di Alice Murgia MARIA – A CHENT’ANNOS di Giovanni Battista Origo

«La gravità non mi chiede qual è il mio passaporto. Ti tira giù allo stesso modo, non importa se sei ricco o povero, nero o bianco, iraniano o italiano». Nasim è una giovane donna, campionessa di karate e kick boxing. Amante delle montagne, decide di opporsi all’ordine imposto alle donne iraniane di scalare solo su pareti in-door. Straordinaria, intensa e coraggiosa, è la storia di una ragazza che in un paese complicato e con numerose barriere, riesce a imporre la propria passione e creatività. Documentarista dal 2000, Francesca Borghetti esordisce nel lungometraggio come regista. Ha scritto, prodotto e diretto molteplici documentari al DocLab e Fabulafilm, Rai Storia, Rai 5 e Babel Tv.

strumento di relazioni più forti e sincere. Fin da piccola Margherita è andata in vacanza dalla nonna in Sardegna. Ora ha una grandissima cotta per il bagnino, Nicola, e una gran voglia di provare cose nuove. Margherita fa l’amore per la prima volta con lui, ma non prova nulla di sensazionale, non si sente diversa. I trentenni Lucia e Massimo prendono una stanza in affitto nella casa della nonna. I loro corpi, i loro modi, le loro voci attraggono Margherita, che si avvicina a loro cercando di imparare come vivere la relazione sentimentale e sessuale... La location è fondamentale per la storia: tutti i personaggi secondari sono estremamente legati alla loro terra quasi in maniera viscerale. Per questo il cortometraggio è ambientato nella Sardegna sud-occidentale che conserva ancora la natura selvaggia e antica di questa terra. Alice Murgia (Carbonia, 1994) ha studiato presso il London College of Communication e il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Margherita nasce come progetto di diploma per il Centro Sperimentale di Cinematografia ed è stato prodotto dalla CSC Production.

MARGHERITA di

ALICE MURGIA (Italia, 2020, 20’)

In questo racconto di formazione, la protagonista è una sedicenne che cerca una sua strada verso la liberazione sessuale, come

All’alba dell’armistizio del 1943, i due soldati Sante Bacci e Nicola Caputo vengono dimenticati dall’esercito italiano sulle coste della Sardegna. I collegamenti radio risultano impossibili e Sante non riesce a ricevere l’aiuto necessario per la febbre che sta divorando il suo compagno. Sarà Maria, una giovane del luogo, a soccorrere Nicola portandolo a casa sua e affidandolo alle arcane cure delle donne della sua famiglia. La Storia avvicinerà così due mondi che nel loro incontro rappresentano speranze e incertezze di un futuro ancora da creare. I luoghi che fanno da teatro a questa vicenda sono due: la Sella del Diavolo, il suggestivo promontorio nel Golfo di Cagliari, e il paese di Collinas con la sua Casa Tuveri, esempio autentico di conservazione di un’architettura povera ma forte della sapienza di secoli, dove sono state ricreate le atmosfere di un antico furriadroxiu (insediamento agropastorale tipico della zona, in disuso da oltre 50 anni). Nato a Roma, classe 1988, nel 2011 Giovanni Battista Origo si laurea in Arti e scienze dello spettacolo all’Università “La Sapienza” di Roma e dal 2012 comincia il suo percorso artistico, firmando diverse regie e sceneggiature per il cinema e per il settore commerciale. Nel 2013, insieme ad altri soci, fonda la Amaro Produzioni, di cui è direttore creativo e produttore esecutivo. «La Sardegna è stata per me una patria adottiva, per cui raccontare di una vicenda che trattasse una parentesi della storia di quest’isola ha comportato un approccio quasi emotivo».



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