VENICE FILM FESTIVAL press conferences sala casinò
11.00 OMELIA CONTADINA (Fuori Concorso) 12.00 NARCISO EM FÉRIAS (Fuori Concorso) via ZOOM 13.00 DOROGIE TOVARISCHI! (DEAR COMRADES!) (Venezia 77) 14.00 ŚNIEGU JUŻ NIGDY NIE BE˛DZIE (NEVER GONNA SNOW AGAIN) (Venezia 77) 15.00 ONE NIGHT IN MIAMI (Fuori Concorso) via ZOOM Solo accreditati, prenotazione obbligatoria/ Press holders, only upon reservation
8.30
Sala Grande
VENEZIA 77 press - industry
DOROGIE TOVARISCHI! (Dear Comrades!) Andrei Konchalovsky (120’) v.o. russo st. italiano/inglese
8.30
Sala Darsena
FUORI CONCORSO press - industry
ONE NIGHT IN MIAMI Regina King (110’) v.o. inglese st. italiano
8.30
PalaBiennale
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
ASSANDIRA
Salvatore Mereu (128’) v.o. italiano, sardo, inglese, tedesco st. italiano/inglese
8.30
Sala Giardino
VENEZIA 77 press - industry
DOROGIE TOVARISCHI! (Dear Comrades!) Andrei Konchalovsky (120’) v.o. russo st. italiano/inglese
8.30
Sala Perla
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC press - industry
FINIS TERRAE
Tommaso Frangini (16’) v.o. inglese st. italiano
TOPSIDE
Celine Held, Logan George (90’) v.o. inglese st. italiano
8.30
Sala Astra 1
FUORI CONCORSO - PROIEZIONI SPECIALI tutti gli accrediti
FIORI, FIORI, FIORI!
FUORI CONCORSO
SALVATORE SHOEMAKER OF DREAMS
Luca Guadagnino (120’) v.o. italiano, inglese st. inglese/italiano
9.00
Sala Casinò
ORIZZONTI tutti gli accrediti
LA TROISIÈME GUERRE (The Third War)
Giovanni Aloi (92’) v.o. francese st. italiano/inglese
11.00
Sala Perla
GIORNATE DEGLI AUTORI tutti gli accrediti
KONFERENTSIYA (Conference)
Ivan Tverdovskiy (130’) v.o. russo st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
11.15
Sala Grande
FUORI CONCORSO press - industry
ONE NIGHT IN MIAMI Regina King (110’) v.o. inglese st. italiano
11.15
Sala Darsena
VENEZIA 77 press - industry
DOROGIE TOVARISCHI! (Dear Comrades!) Andrei Konchalovsky (120’) v.o. russo st. italiano/inglese
11.15
Sala Giardino
VENEZIA 77 press - industry
DOROGIE TOVARISCHI! (Dear Comrades!) Andrei Konchalovsky (120’) v.o. russo st. italiano/inglese
Luca Guadagnino (12’) v.o. italiano, inglese st. inglese
11.15
FUORI CONCORSO
ORIZZONTI tutti gli accrediti
SALVATORE SHOEMAKER OF DREAMS
Luca Guadagnino (120’) v.o. italiano, inglese st. inglese/italiano
8.45
Sala Volpi
ORIZZONTI tutti gli accrediti
ZANKA CONTACT
Ismaîl El Iraki (120’) v.o. arabo, inglese st. italiano/inglese
8.45
Sala Pasinetti
VENEZIA 77 tutti gli accrediti
KHORSHID (Sun Children) Majid Majidi (99’) v.o. farsi st. italiano/inglese
8.45
Sala Astra 2
FUORI CONCORSO PROIEZIONI SPECIALI tutti gli accrediti
FIORI, FIORI, FIORI!
Luca Guadagnino (12’) v.o. italiano, inglese st. inglese
DAILY#6
Sala Casinò
ZANKA CONTACT
Ismaîl El Iraki (120’) v.o. arabo, inglese st. italiano/inglese
11.15
Sala Pasinetti
VENEZIA 77 tutti gli accrediti
KHORSHID (Sun Children) Majid Majidi (99’) v.o. farsi st. italiano/inglese
11.15
Sala Astra 1
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
ASSANDIRA
Salvatore Mereu (128’) v.o. italiano, sardo, inglese, tedesco st. italiano/inglese
11.30
PalaBiennale
VENEZIA 77 tutti gli accrediti
THE WORLD TO COME Mona Fastvold (104’) v.o. inglese st. italiano
SEGUE A P. 8
7 September 2020
R
ussian Andrei Konchalovsky tells us the history of his country in Dear Comrades!. The protagonist, a hard-line Bolshevik, sees many of her own certainties falter after labor strikes under Khrushchev. Also from Russia comes Conference by Ivan I. Tverdovskiy, through the eyes of a nun returning to the Dubrovka Theatre in Moscow seventeen years after a terrorist attack. The Poles Szumowska and Englert participate with Never Gonna Snow Again, the story of a Ukrainian masseur who becomes the guru of a small community in Warsaw. A clear Tolstoyesque echo is felt in the title of War and Peace, dedicated to the centuries-old relationship between cinema and war, by Massimo D’Anolfi and Martina Parenti. Narciso em Férias by Renato Terra and Ricardo Calil is about the singer Caetano Veloso, arrested by the Brazilian military dictatorship in 1968. King of boxing Muhammad Ali’s legendary victory over Sonny Liston is portrayed in One Night in Miami, where the idea of “royalty” shines, even in the very names of director Regina King to that of the protagonist, Kingsley Ben-Adir.
Venti dell’Est
S
di Roberto Pugliese
pirano venti dall’inquieto Est d’Europa, dove la caduta del Muro non sembra aver diradato le nubi né sopito le tentazioni autoritarie; per cui, quando a rileggere la storia della patria è un veterano come l’83enne moscovita Andrei Konchalovsky, quattro volte in gara e tre Leoni d’argento a Venezia, l’attenzione è d’obbligo. Accadrà con Dear Comrades!, protagonista una convinta bolscevica che durante il primo sciopero operaio dell’era Kruscev vede vacillare molte certezze; e dalla Russia giunge anche Conference di Ivan I. Tverdovskiy, attraverso gli occhi di una suora che torna nel Teatro Dubrovka di Mosca diciassette anni dopo l’attacco dei terroristi ceceni che nel 2002 causò 139 vittime e 700 feriti. Ma se al realismo russo fanno da contraltare i toni da teatro dell’assurdo dei polacchi Małgorzata Szumowska e Michał Englert con l’enigmatico Never Gonna Snow Again, una netta eco tolstoiana si avverte nel titolo del doc Guerra e pace, dedicato all’ultracentenaria relazione tra cinema e guerra, a firma di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, (Spira Mirabilis). E a ricordare ulteriormente una delle tante oppressioni che hanno piagato in lungo e in largo il mondo, e di cui si avvertono oggi pericolosi ritorni, ecco Narciso em Férias dei brasiliani Renato Terra e Ricardo Calil, lunga intervista-denuncia del cantante Caetano Veloso, arrestato dalla dittatura militare insieme a Gilberto Gil nel 1968, e poi esiliato a Londra. ‘Storia’ è senz’altro anche quella di Cassius Marcellus Clay, poi Muhammad Ali, re della boxe di cui si narra la leggendaria vittoria su Sonny Liston (25 febbraio 1964) in One Night in Miami, ove l’idea di ‘regalità’ splende, quasi un nomen omen, a partire dall’autrice-attrice premio Oscar Regina King sino a quello del protagonista, l’afro-britannico Kingsley Ben-Adir.
past conferences
Fare il pastore è uno dei primi lavori dell’umanità, ci ha permesso di sopravvivere e di arrivare fino alla Luna. E forse ci porterà anche oltre Gavino Ledda
Inimitabile libertà di Massimo Bran
L
a straordinaria foto che occupa la copertina di questo specialissimo numero di settembre 2020 del nostro city-magazine mensile «Venews» è stata scattata nel dicembre 2015 a New York City da Giuseppe Dall’Arche, fotografo di architetture contemporanee. Per chi ci legge da sempre, o quasi, forse saprà che quel signore lì ritratto su quel palazzo di Manhattan, vale a dire Muhammad Alì già Cassius Marcellus Clay, per tutti The Greatest senza se e senza ma, dal nostro primo numero da noi direttamente editato nel febbraio del 1997 chiude con nome, cognome e soprannome autoassegnatisi il nostro colophon in qualità di nostra Guida Spirituale. Curiosamente, e imperdonabilmente, mai sino ad ora gli avevamo dedicato una copertina. Ora finalmente colmiamo la grave lacuna. L’occasione ci è data dal film, presentato qui al Lido Fuori Concorso, One Night in Miami dell’attrice afroamericana già premio Oscar Regina King, qui alla sua opera prima da regista. In un’epoca in cui i personaggi che infiammano le coscienze, gli animi, i sogni di giovani e meno giovani sono ridotti a figuranti da avanspettacolo stile legionari de noantri, in primis le varie star della pedata stile CR7, Ibrahimovic e consimili ‘gladiatori’, lo sport che va oltre lo sport non può non rimpiangere colui che fu davvero e di brutto il più grande, ben oltre la smargiassa provocazione che amava sbattere in faccia al mondo e stampare sui suoi accappatoi. Ricordare questa straordinaria figura sportiva, politica, teatrale del ‘900 non riesce mai a farsi esercizio retorico, perché rivedere oggi la sua ‘opera’ è ancora maledettamente e autenticamente emozionante oltre ogni fanfara. Nessuno come questo irresistibile affabulatore ha saputo concentrare in un corpo e in una testa soli al contempo un coraggio pazzesco, un’intelligenza vivida, un innato senso avanguardista che lo poneva sempre in stra-anticipo sui tempi. Un talento sportivo modernissimo, che univa forza e leggerezza, danza e potenza, una naturalezza sulla scena da attore consumato, cinema allo stato puro, una musicalità straripante che trascinava via con sé il mondo, con quel suo rappare irresistibile vent’anni
SOUNDTRACKS Caetano Veloso a cura di Joe Morse (alias F.D.S.)
L
’aspetto incredibile di Caetano Veloso è come abbia sempre portato avanti (certo, soprattutto tra i due decenni ’60 e ’70, poi si invecchia tutti un po’, è chiaro…) la sua battaglia di profeta della musica popolare brasiliana con una levigata leggerezza e una disinvolta lucidità che ne fanno davvero la figura centrale del tropicalismo brasiliano. E guardate che la missione che Veloso si era posto, insieme a pochi altri musicisti/e della sua età, era davvero di quelle da far tremare le vene dei polsi: si trattava di svecchiare la musica tradizionale brasiliana fatta di samba e bossanova, insufflarvi le suggestioni e le sonorità rock e pop che nei primi anni ’60 avevano incendiato la prateria della musica popolare occidentale e però mantenendo, per l’appunto, quella levigata dolcezza tipica della musica brasiliana. Veloso portò avanti questa missione con la radicalità antagonista del rivoluzionario puro, trasformando completamente la musica popolare del suo paese, elettrificandola (ricorda parecchio il Dylan del concerto di Newport del 1965, gli anni son quelli), trasformando i concerti in passerelle di provocazione e delirio ludico. E poiché proprio nell’anno
prima che questo genere nascesse ufficialmente. Difficile chiedere di più, rimpiangere di più. Tutto questo concentrato non certo solo idilliaco, che anzi nelle sue contraddizioni riponeva il suo fascino narrativo, tutta questa storia umana che ha restituito come forse nessun’altra vicenda individuale la storia complessa e avvincente della modernità, per noi hanno rappresentato e rappresentano ancora un modello di ispirazione mentale senza pari. Quando penso che vorrei produrre uno scarto, un salto in avanti in qualche percorso, progetto, la mente va rapida ad Alì, uno che non aveva paura di rischiare per migliorare, uno che semplicemente non si sapeva accontentare, perché non voleva e quindi non poteva. Un uomo vivo oggi come non mai, ispirazione mai meccanica anche per chi in questi mesi, in questi giorni, pure nello sport (vero Lebron?), sta prendendo posizione sempre più forte e diretta contro questo cancro razziale che negli Usa non guarisce mai. Un uomo consegnato al futuro per sempre. Del resto, associare Alì al passato è il più grande degli ossimori immaginabili.
ONE NIGHT IN MIAMI
di Regina King con Kingsley Ben-Adir, Aldis Hodge, Leslie Odom Jr., Eli Goree (USA, 110’)
Ambientato durante la notte del 25 febbraio 1964, il film racconta la storia del giovane Alì, ancora per poco Cassius Clay, nel momento in cui diventa il nuovo campione dei pesi massimi al Miami Beach Convention Center. Contro ogni aspettativa, Clay/Alì sconfigge Sonny Liston. Mentre una grande folla si raduna a Miami Beach per festeggiare la vittoria, Clay/Alì, che non può restare sull’isola a causa delle leggi di Jim Crow sulla segregazione razziale, trascorre la nottata all’Hampton House Motel in uno storico quartiere nero di Miami. Qui celebra la vittoria assieme a tre suoi amici, e che amici! Malcom X, Sam Cooke e la star del football americano Jim Brown.
del suo debutto, il 1964, la giunta militare instaurò un regime che avrebbe di lì a poco negato tutti i diritti e le garanzie costituzionali, Veloso si trovò anche a diventare un eroe della resistenza politica al regime, fu imprigionato per qualche mese e poi costretto all’esilio. Ora questo gigante della musica, splendido signore di 78 anni, ancora calca i palchi e pubblica dischi di una musica molto elegante, che per forza di cose ha perso la sua violenza radicale di cambiamento mantenendo però intatto l’altro suo tratto distintivo: una lancinante leggerezza. • Caetano Veloso (1968) Disco davvero folle, in cui collidono la tradizione brasiliana di samba e bossanova con la psichedelia che allora imperava nel mondo. Certo, si avvertono echi e influssi di Sgt. Pepper, ma anche della visionarietà dei film di Glauber Rocha. • Barra 69 – Caetano e Gil ao vivo na Bahia (1969) È un bootleg di rock inesorabile (ascoltare Cinema Olympia per capire la violenta trasformazione che il tropicalismo impresse alla musica brasiliana), registrato malissimo, ma rientra nella discografia ufficiale di Veloso per la sua importanza storica. Registrato dal vivo il 20 e 21 luglio 1969 al
teatro Castro Alves di Salvador, è l’ultimo concerto prima dell’esilio di Veloso e Gil a Londra, dove sopravvissero coi diritti d’autore delle loro canzoni. Chico Buarque scelse invece l’Italia. • Transa (1972) Disco magico per come gli influssi elettrici e musicali del rock vengono metabolizzati e restituiti in una musica brasileira al 100%. • Estrangeiro (1989) La musica di Veloso, onnivora nella sua essenza, ha proprio per questo sempre avuto bisogno degli altri, nel senso di aprirsi agli apporti degli altri musicisti che con Caetano hanno condiviso lo stesso furore provocatorio di militanza musicale. Gilberto Gil, la sorella Maria Bethania, Gal Costa, Os Mutantes, Tom Ze’: quella di Veloso è sempre stata una crew mobile e multi-identitaria. Questo disco nasce dalla collaborazione con il folletto Arto Lindsay, musicista brasiliano trapiantato a New York • Caetano Veloso & Ivan Sacerdote (2020) Veloso ci regala questa piccola gemma della vecchiaia insieme al giovane Ivan Sacerdote, che cesella col suo clarinetto le bellissime canzoni del Grande Vecchio. E la sua voce è ancora di miele.
#6 3
Focus Andrei Konchalovsky di Cesare Stradaioli
D
opo le peregrinazioni di una vita artistica, torna a Venezia Andrei Konchalovsky, magnifico giramondo ottuagenario e lo fa quasi compiendo un percorso circolare. I suoi esordi lo portarono all’attenzione della critica – cinematografica e anche politica… – a metà degli anni ‘50 rappresentando un tema a lui da sempre caro, la difficoltà del nuovo e del dialogo. Il primo maestro fu una delle migliori sue espressioni di questa disposizione, raffigurando la scolarizzazione dei Soviet all’indomani della Rivoluzione d’Ottobre. Quest’anno porta al Lido Cari compagni!, un lavoro del 1962 in cui la fedeltà politica di un’operaia vacilla di fronte a fatti realmente accaduti, che pongono in discussione convinzioni e principi. In mezzo, la vicenda artistica di un cineasta, sceneggiatore, scrittore e instancabile indagatore dell’animo umano passa per l’esperienza americana di A 30 secondi dalla fine, Palma d’Oro a Cannes, dove mette mano a un soggetto di Akira Kurosawa per I diffidati, e di Tango & Cash (film da cui, si seppe molti anni dopo, fu allontanato verso la fine delle riprese per divergenze con la produzione), per poi prendersi due consecutivi Leoni d’Argento a Venezia, con Le notti bianche del postino, accorato viaggio nella Russia contemporanea ancora una volta attraverso l’incomunicabilità, mischiata a memorabili sequenze quasi senza dialoghi, e con il superbo bianco e nero di Paradise, raggelante cronologia di personaggi coinvolti nella Seconda Guerra Mondiale.
Andrei's five Il primo maestro (1965) Folgorante esordio. La scolarizzazione post rivoluzionaria, impersonata dalla figura di un giovane insegnante, si scontra con l’ostilità di una popolazione, che vive in una realtà invisibile, lasciata indietro dalla Storia. Siberiade (1979) Prima della Rivoluzione due famiglie rivali si combattono per generazioni in un piccolo villaggio dell’Est della Siberia. Gran Prix a Cannes e il volo verso l’Occidente. Con il fratello Nikita Michalkov come protagonista. A 30 secondi dalla fine (1985) Il treno della libertà, che porta via dal freddo e dalla crudeltà umana verso il sole che nessuno vedrà. Due attori nella parte dei galeotti e due veri ex galeotti che sceneggiano la storia (Ed Bunker) e vi recitano (Danny Trejo). Iperrealista.
Le notti bianche del postino (2014) Lassù, nell’Oblast’ di Archangel’sk, estremo nord della Russia, il portalettere Lecha è l’unico contatto di questa minimale comunità col resto del mondo. Immagini di rara potenza visiva e Leone – misteriosamente solo – d’Argento.
Paradise (2016) La Seconda guerra mondiale è finita e davanti a una specie di ipotetico tribunale tre personaggi, spogliati dal bianco e nero che li avvolge come un sudario, la raccontano dai propri punti di vista. Ancora un Leone d’Argento e pure questo poteva essere di metallo più pregiato. 4
#6
GUERRA E PACE (War and Peace)
MP_E così abbiamo iniziato a leggere, a fare ricerche e abbiamo capito che l’elemento fondamentale è lo spazio, l’accorciare le distanze, fattore fondamentale prima della comunicazione veloce. Chiaramente ora è tutto spazzato via e anche la diplomazia si è trasformata.
Orizzonti
Quanto è durato il lavoro di riprese e montaggio? MP_Tantissimo: tre anni e mezzo. Ma il vero lavoro è stato quello sui permessi, soprattutto per le riprese all’Ecpad e all’Unità di Crisi. Per la Farnesina, abbiamo cominciato quando c’era Alfano. MD_Le riprese poi sono quasi tutte nel film; abbiamo scartato davvero poco del girato.
di Martina Parenti, Massimo D’Anolfi con Felix Rohner, Sabina Schärer (Italia, Svizzera, 128’)
FILMING PEACE The latest documentary by Massimo D’Anolfi and Martina Parenti, Guerra e pace, looks at the consequences of armed conflicts. How does one film war? Can you film peace? The first question is answered literally, by investigating the past, present, and future of those who film and monitor war, showing the century-old relationship between cinema and war. A couple both in art and in life, D’Anolfi and Parenti have, in their 13-year career, created films that have been internationally acclaimed, becoming some amongst the most authoritative and rigorous voices in observation cinema.
E come si fa a rendersi invisibili mentre si gira? MD_Noi lavoriamo molto leggeri. Siamo io e Martina e nel tempo si impara a respirare a ritmo con chi si sta riprendendo. Diventa una danza. MP_Quando abbiamo girato con la tribù nativo-americana Sinkiuse per Spira Mirabilis il loro capo Moses aveva dato questa indicazione: «Davanti alle telecamere fate bene il vostro lavoro, farete un doppio servizio a voi stessi, perché oltre a lavorare bene, verrete anche bene nel film».
intervista Martina Parenti
Massimo D’Anolfi
di Sara Sagrati
C
ome è nato il progetto di ‘filmare la guerra e la pace’? MD_Il progetto è nato mentre eravamo a Berna a fare delle riprese per Spira Mirabilis. Berna è una capitale, ma è una piccola città e così ci siamo accorti di essere circondati da ambasciate. In pochi metri case a due piani simili fra loro, con dentro tutto il mondo. Ci ha stuzzicato e abbiamo iniziato a riflettere su cosa sia la diplomazia oggi, quale sia il suo ruolo in un mondo sempre più veloce.
Guerra e pace è un atto d’amore per il cinema, che filma la guerra ma si trasforma in uno strumento di pace… MD_Guerra e pace è un film ‘impalcatura’, per contenere una produzione di immagini che ci accompagna da oltre un secolo. Le immagini vengono realizzate per fermare momenti di guerra, ma non fermano la guerra. La guerra, molto più che la pace, è cinematografica e drammaturgica. Per questo abbiamo deciso di filmare gli archivi, perché quando si conservano le immagini si dà valore alla memoria, e quella memoria potrà anche cambiare il futuro. MP_Le immagini sono cieche se non le sai leggere e il nostro film è un atto d’amore verso gli archivi.
Settimana della Critica
intervista Azra Deniz Okyay di Manuela Santacatterina
A
12 anni ha scoperto il potere della macchina fotografica. A 14 è diventata l’assistente di Dora Gunel. Azra Deniz Okyay, dopo aver diretto vari corti e video musicali, debutta nel lungometraggio con Ghosts, un film ambientato tra le strade di Istanbul nel corso di una giornata in cui un sovraccarico di corrente minaccia il Paese. Un ritratto della Turchia contemporanea grazie alle storie connesse di quattro personaggi. Dove nasce l’idea? Volevo solo ritrarre la mia generazione. La nostra luce è rimasta bloccata. Ho iniziato a scriverlo solo per respirare. Quando ho iniziato la sceneggiatura stavo solo reagendo a ciò che accadeva intorno a me. L’interruzione di corrente è diventata una metafora per portare il pubblico nell’oscurità. I miei personaggi cercano la luce proprio come fa la nuova generazione in Turchia. Nel film c’è un richiamo alle proteste femministe e alla comunità LGBTQ. Senti una responsabilità come regista nel ritrarre le persone che faticano ad avere una voce? Da giovane regista per prima cosa ho scritto quello che ho vissuto e osservato. A mio parere, i problemi dei diritti delle donne e dei diritti LGBTQ non possono essere considerati separatamente. Come donna, la mia esperienza quotidiana di vita e di lavoro sembra un’opera punk. Quindi il mio film ha finito per riflettere questo,
35. Settimana Internazionale della Critica
proprio come una donna, sinuosa, colorata e multitasking. La gentrificazione è una co-protagonista. Una realtà con cui si confrontano molte città, spesso a discapito dei più poveri. Sono cresciuta in una famiglia di urbanisti e architetti. La rigenerazione urbana è stata uno dei temi principali non solo nella mia famiglia, ma anche nei cambiamenti del clima politico turco. Da un lato c’era la distruzione del patrimonio culturale, dall’altro l’idea di “creare una nuova Turchia”. Ma per me questa “creazione” finisce per essere solo un deserto di cemento e di argomenti senza senso. Perché hai scelto di seguire i personaggi con la macchina a mano? Avevo bisogno di essere coinvolta nella loro paura e nella loro danza. Volevo afferrare la mano del pubblico con la telecamera, invitandolo a seguirci. Ho iniziato a lavorare con il direttore della fotografia e il montatore prima delle riprese. Abbiamo girato in 17 giorni e con così poco tempo dovevo sapere nei minimi dettagli cosa avrei fatto durante la scena. Questo mi ha dato anche la possibilità di improvvisare. In collaborazione con Hot Corn
Dominio Pubblico di Mariachiara Marzari
LA NUIT DES ROIS (Night of the Kings) Orizzonti
SOUND TRACKS a cura di Joe Morse (alias F.D.S.)
di Philippe Lacôte con Koné Bakary, Steve Tientcheu, Rasmané Ouédraogo, Issaka Sawadogo, Digbeu Jean Cyrille, Abdoul Karim Konaté (Costa d’Avorio, Francia, Canada, 92’)
BEHIND BARS
I
ncontro con Andrea Romeo, anima e corpo di I Wonder Pictures, da molti anni impiegato nella distribuzione di film che mettono al centro la persona e la sua storia, prediligendo il genere biopic. Qui a Venezia arriva carico di film e di voglia di ricominciare in modo nuovo e consapevole, interrogandosi sull’oggi e soprattutto sul domani dell’industria cinema.
Entriamo in Mostra. Iniziamo subito con l’evento speciale e molto atteso dedicato a Nilde Iotti e al film di Peter Marcias. Nilde Iotti. Il tempo delle donne è un film molto ambizioso. Peter Marcias ha inventato un dispositivo per portarci in una biografia in modo non convenzionale. Paola Cortellesi non è Nilde Iotti, ma ci porta a conoscerla attraverso un percorso molto interessante. Ho scoperto una personalità politica davvero straordinaria. Come spettatore ho ripercorso un tratto importante della storia repubblicana italiana e credo che il film sia una grande opportunità per quelle generazioni che magari non hanno mai sentito parlare di lei e nello stesso tempo anche per chi conosce l’importanza e lo spessore della figura dell’ex Presidente della Camera. Credo che la dimensione nodale del dialogo tra generazioni possa essere favorita anche da lavori come questi.
The Maca prison of Abidjan is the largest of in Ivory Coast, and is located in the heart of the forest, governed by the prisoners themselves. A young man is led here and is designated by the Chief as the new “Roman” and forced to tell a story to the other prisoners. Knowing what fate awaits him according to La Maca’s rules, Roman has no choice but to make his story last until dawn. A prison movie with unexpected implications that turns into a great homage to Africa, “perhaps the last ancient theater of today, where tragedy and stakes unfold in a raw, frontal and eminently visual way,” says Lacôte. The only film from subSaharan Africa at the Festival and the first Ivorian film selected for Orizzonti in the last twenty years, La Nuit des Rois by Franco-Ivorian director Philippe Lacôte participated in the Gap Financing Film Market in Venice in 2019 and was accompanied by the TorinoFilmLab during its writing and distribution. La Nuit des Rois is Lacôte’s second feature-length fiction film, after his debut in 2014 with Run in the Un Certain Regard section at Cannes.
intervista Philippe Lacôte di Delphine Trouillard
I
n La nuit des rois racconta il fenomeno dei “microbi” (les microbes) in Costa d’Avorio, le gang di ragazzi dei quartieri popolari di Abidjan, partendo da un personaggio realmente esistito, Zama King. Perché? Dal 2002 cerco di documentare i diversi risvolti della crisi ivoriana. Ho realizzato un primo documentario, Chroniques de guerre en Côte d’Ivoire, sul conflitto avvenuto dal 2002 al 2007, cui è seguito Run. Per due decenni ho osservato ciò che succedeva nel mio paese e il personaggio di Zama, bruciato, torturato e ucciso dal popolo — hanno perfino fatto sparire il suo corpo —, mi è parso un segno forte della violenza che domina la vita quotidiana ad Abidjan. La sua agonia è stata filmata e quando ho visto il video mi sono interessato a questo ragazzo il cui percorso mette in discussione la gestione del paese nel suo periodo post-crisi. Ho voluto quindi raccontare la sua storia ripartendo da fatti oggettivi, ma anche usando stili propri alla cultura africana, mitologie ed elementi ‘meravigliosi’, così da farla diventare una leggenda metropolitana.
Gli altri vostri film a Venezia… La troisième guerre di Giovanni Aloi, regista italiano ma produzione francese, girato a Parigi, Infatti per certi aspetti questo film ha qualcosa di sarà una vera sorpresa. Una riconferma è invece una favola. Le danze, i canti, le scene di combattiMalgorzata Szumowska, che con Never Gonna mento. Quali sono le sue fonti di ispirazione? Snow Again porta sullo schermo un supereroe Attingo dai film dei miei due registi preferiti, John Cold’autore, da cinema d’essai. Come la neve evocatrane per il ritmo e Gabriel García Márquez per il lato ta dal titolo, il film si deposita sullo spettatore e lo appunto meraviglioso e magico di certe scene. Queste porta in un mondo affascinante, in cui il protagoultime sono, secondo me, indispensabili per avere uno nista è un massaggiatore che entra nelle case di sguardo giusto, coerente con la cultura africana. una piccola comunità e un po’ alla volta aggiusta È importante raccontare l’Africa attraverso la sua le vite dei suoi abitanti. specifica visione della realtà, che include anche qualUscirà domani un altro film da noi distribuito, cosa di mistico, di invisibile, di incantato, di sfasato dal Nuevo orden di Michel Franco, che è un regista punto di vista temporale. messicano molto potente e coerente nelle sue scelte. Il film è sorprendente, ma non posso antiI suoi film sono tutti molto cipare nulla perché sarà davvero un impegnati politicamente. attacco cardiaco cinematografico. IL TEMPO DELLE DONNE Ritiene, in quanto regista, di La suspence è condizione pregiudiIl Teatro Goldoni trasforma il suo palcoavere una responsabilità nei ziale per presentare un’opera così scenico in uno schermo cinematografico confronti del pubblico ivoriano lucida e terribile per la sua capacità per omaggiare con una proiezione/evento e internazionale? di parlare della condizione umana, speciale delle Giornate degli Autori (Notti Credo che i registi debbano politica e sociale del nostro presente. Veneziane-Isola degli Autori), una delle figure rispettare un impegno nei conÈ un film che fa i conti con i grandi femminili più importanti nella storia della nostra Repubblica, fronti degli spettatori. A maggior temi del nostro tempo ed è esteticain occasione dei 100 anni dalla nascita. Nilde Iotti. Il tempo ragione in Africa, dove siamo mente eccezionale. delle donne, regia di Peter Marcias, prodotto da Mario Mazin pochi a esercitare questo zarotto per Ganesh Produzioni e Movimento Film e distrimestiere. In tutto il continente Il format festival oggi. buito da I Wonder, con il contributo di Fondazione Sardegna ci sono pochissime persone che I festival, e in particolare la Mostra Film Commission, è un rigoroso ritratto della prima donna hanno la possibilità di esprimerdel Cinema in questo settembre chiamata a presiedere un ramo del Parlamento, la Camera si. Quando si ha questa chance la 2020, si dimostrano fondamentali dei Deputati, incarico che mantenne per tre legislature dal si sfrutta nel migliore dei modi. per la tenuta dell’intero sistema 1979 al 1992, record imbattuto nella storia del nostro Paese. È un privilegio per me poter dell’audiovisivo, quindi la decisione «Ho maturato l’idea di raccontare – ha dichiarato il regista viaggiare e far conoscere di Barbera e Cicutto, lo sfor– più che la figura politica, la donna e il suo tempo, la sua il mio lavoro. zo della Biennale grande capacità di motivare l’universo femminile e renderlo CONTINUA... Per il pubblico CONTINUA... e di tutti quelli protagonista dal dopo guerra fino ad oggi». Fabio Marzari ivoriano... che con essa...
Sportin’ Life_Oramai per Abel Ferrara vita e cinema coincidono, la pratica cinematografica si identifica con l’esistenza. E questo documentario sulla famiglia, sul cinema, sul rock come forme primarie di realizzazione della vita intesa come esaltazione della ‘comunità del sangue’ ci offre un’immagine di Ferrara al suo meglio in questa fase della vita, talmente aderente a ciò che fa da essere oramai incapace di spiegarlo. E scorrono i torridi blues suonati insieme alla sua band, tra una news e l’altra sulla gestione disastrosa del Covid da parte del governo americano. Molto bella la cover di Runaway, hit del 1961 di Del Shannon, struggente il pezzo in memoria del bassista dei Ramones, Dee Dee Ramone.
Pieces of a Woman_Uno dei pochi grandi compositori di cinema presenti a questa edizione della Mostra, Howard Shore (Oscar 2002 per le musiche de Il Signore degli Anelli, ma ha anche scritto gli score de Il silenzio degli innocenti, di molti film di Cronenberg, Fincher, Scorsese) firma la raffinata colonna sonora di questo film immerso nei colori sgranati e cupi dell’inverno di Boston. La musica sospesa di un piano accompagna la lenta dissoluzione dei rapporti di una coppia come conseguenza della perdita di un figlio. L’inserimento della più bella canzone dei Sigur Rós (Untitled #3) durante la scena del parto iniziale è davvero un grande momento di musica.
Miss Marx_Ci ha sempre colpito il modo in cui Susanna Nicchiarelli utilizzava il rock come materiale esplosivo di senso nei suoi film. L’improvvisa deflagrazione di canzoni all’interno di una scena non era mai gratuita ma sempre legata alla rappresentazione di una visione che inseriva la storia in un cortocircuito di significato (si pensi a Video Killed the Radio Star ne La scoperta dell’alba). In Miss Marx le pur bellissime esplosioni punk dei Downtown Boys non riescono a imprimere questa torsione alla storia, ma si limitano ad impaginare, soprattutto nella Dancing in the Dark springsteeniana finale, una storia che sembra già scritta.
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AMANTS QUO VADIS, AIDA? THE DISCIPLE PADRENOSTRO PIECES OF A WOMAN MISS MARX SUN CHILDREN THE WORLD TO COME
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os’è un atto creativo? Da dove trae origine? Cerca una risposta a questa domanda la breve esperienza VR interattiva ideata da Matteo Lonardi, un viaggio nel dubbio, la forza motrice di ogni invenzione. Scomoda nientemeno che Leonardo da Vinci, che non vediamo mai ma percepiamo attraverso una voce e la presenza di tele incompiute, illuminate dalla luce calda di candele che noi stessi siamo portati ad accendere. Leonardo si dispera, mette in dubbio se stesso, il valore della sua opera, il suo ruolo di artista. Perché ogni atto creativo non sa quale direzione prendere finché non incontra un ostacolo, un limite, il suo confine. Ed è di questo che ci parla, in fondo, questo piccolo lavoro. Del limite, del confine che vuol essere superato per liberare la creatività. La tela. La quinta teatrale di una stanza dalla quale sentiamo provenire le imprecazioni del genio. La luce che dev’essere mantenuta accesa e che ogni volta illumina un aspetto diverso Daily Venezia77 Supplemento di :venews della forma. Lo spettatore n. 247 settembre 2020 Autorizzazione del Tribunale ritrova nell’atto voyeuristico di Venezia n. 1245 di assistere alla disperazione del 4/12/1996 di un genio in conflitto con se Direttore responsabile Venezia News Massimo Bran stesso il senso della pulsione Redazione Marisa Santin (coordinamento artistica. Vedere è creare: è la editoriale), Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione), Paola Marchetti (direzione legge del VR. organizzativa), Davide Carbone, Chiara VENICE FILM FESTIVAL
Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari, Omar Arangath, Federica Cracchiolo, Claudia Frasson, Filippo Vianello, Luca Zanatta (graphic design)
IL DUBBIO. EPISODIO 1
Hanno collaborato Loris Casadei, Fabio Di Spirito, Roberto Pugliese, Sara Sagrati, Cesare Stradaioli, Riccardo Triolo, Delphine Trouillard, Andrea Zennaro
FUORI CONCORSO BIENNALE COLLEGE CINEMA VR di Matteo Lonardi (Italia, 7’)
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Fotografie Nicola Vianello Stampa WWW.TIPOGRAFIACOLORAMA.COM Via Garda, 13 - San Donà di Piave (VE)
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ALEX VICENTE EL PAIS
HANNS-GEORG RODEK DIE WELT
BEN CROLL INDIEWIRE
JONATHAN ROMNEY THE OBSERVER
redazione@venezianews.it - www.venezianews.it
PIERRE EISENREICH FABIEN BAUMANN POSITIF
THE HOLLYWOOD REPORTER
S ARS
di Riccardo Triolo
SCREEN INTERNATIONAL
Fiction e autofiction che si confondono, una storia d’amore al passo con i tempi di Instagram. Questi sono gli ingredienti di Fucking with Nobody, diretto e interpretato dalla 37enne finlandese Hannaleena Hauru. Un’opera sperimentale di un’autrice che non teme di riprendere se stessa e le difficoltà della sua quotidianità emotiva: il suo personaggio decide di realizzare la parodia di una relazione sentimentale tra lei e il giovane attore Ekku utilizzando stories e post da condividere, ma il successo ‘social’ di questo fasullo e apparente rapporto avrà ripercussioni su di loro e su altre persone, scatenando un turbinio di incomprensioni, risentimenti e confidenze. La regista, al suo secondo lungometraggio, descrive così quella che potrebbe essere una delle commedie più divertenti della Mostra: «Con l’obiettivo di ritrarre i rapporti e l’intimità dei giorni nostri, non ho trovato altra soluzione se non avvicinarmi il più possibile alla realtà, non solo dal punto di vista del contenuto emotivo, ma anche in termini di soluzioni cinematografiche. Fucking with Nobody è una satira nella quale l’estetica visiva che utilizza una tecnologia tattile e lo stile di recitazione giocano con l’autofiction». Emiliano Dal Toso
VVR
INTERNATIONAL CRITICS
Biennale College
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A
past screenings
ssandira, ieri Fuori Concorso, è un film da vedere senza indugio alcuno per la pregnanza della storia, del milieu in cui si dipana, della cifra dell’autore, Salvatore Mereu, e del protagonista, Gavino Ledda, qui nelle vesti non così frequenti di attore.
Qual è il punto di partenza di questa storia? SM_Ho letto il libro di Giulio Angioni qualche anno fa e mi sembrava raccontasse molto bene, dal suo punto di vista di antropologo oltre che di romanziere, la trasformazione che la Sardegna ha attraversato in questi anni. Si trattava di un resoconto sulla preoccupante degenerazione dell’isola, anche se questo è stato solo l’approccio iniziale: quando infatti si comincia a scandagliare il testo per adattarlo alla trasposizione cinematografica in realtà si comprende davvero il motivo per cui quel racconto è stato scelto, la sua natura più affine, che va oltre gli aspetti più esteriori. Ad attirare la mia attenzione, infatti, è stata la storia di questa famiglia, di questo padre in conflitto con un figlio cresciuto non come avrebbe voluto. Ho deciso di puntare su questo aspetto, distaccandomi un po’ dal romanzo. Cosa ha portato alla scelta di uno straordinario protagonista come Gavino Ledda? SM_È stata una scelta del tutto naturale. Credo che Gavino Ledda porti scritta sul viso la storia del mondo che volevo raccontare. Avevo solo il piccolo timore che la gente lo vedesse appunto come Ledda e non come il protagonista della nostra storia, preoccupazione che però è svanita dopo i primi due giorni di riprese. Nelle fasi iniziali era un po’ titubante ad accettare di partecipare a questa avventura, perché immerso nel proprio mondo e nei suoi equilibri a cui non voleva rinunciare. Si è fatto poi convincere fortunatamente, arrivando poi a dare così tanto al film da non poterlo nemmeno ora immaginare, a posteriori, senza la sua partecipazione. La Sardegna è davvero così cambiata come il film ci dice? GL_Nel film viene descritta quella che Salvatore definisce giustamente la “degenerazione” subìta dall’Isola, con un invito in chiave artistica a non proseguire nella direzione che la Sardegna sta prendendo. La pellicola sembra dire: «Fate in modo che la Sardegna fiorisca in un altro modo». Quando ero piccolo io anche il pane era più dolce; in questo momento tutto si è inacidito, rovinato. Rispetto ad oggi la nostra isola magari era più dura, arcigna, ma preferisco di gran lunga un’asprezza naturale ad una civiltà falsa. In questo film lei è appunto un padre, rovesciando la prospettiva di Padre padrone. Che differenze trova tra queste due figure? GL_Sono passati quarant’anni da Padre padrone, quindi oggi non posso che essere naturalmente più credibile nelle vesti di un padre. Credo che Salvatore abbia fatto bene a scegliermi; più che definirmi restìo ad accettare, direi che ero immerso nelle mie ricerche. Quando l’ho sentito definire “dolorosa” la mia eventuale rinuncia al progetto, beh, lì mi è scattata la molla emotiva. Questa parola mi ha commosso, mi commuove ancora adesso. È un personaggio che ho trovato dentro di me pochi giorni dopo l’inizio delle riprese: è come se Gavino Ledda, anziché portare avanti un percorso di studi contro la volontà del padre, avesse intrapreso un’altra strada. Questo personaggio racconta un Gavino possibile. Potevo essere io, mi sarei di sicuro reso responsabile delle azioni intraprese dal mio personaggio, su questo non ci piove! Salvatore ha potuto ovviamente approfondire bene ogni aspetto della storia, in uno studio del soggetto durato cinque anni. SM_Anni che sono stati necessari per montare produttivamente il film. È difficile oggi lavorare ad un film con attori non professionisti e usando la lingua del luogo; se non si hanno le risorse di un Sorrentino o di un Garrone c’è da lavorare bene il terreno. Il film si è potuto fare perché poi la Rai ci ha creduto e non ha mai messo bocca nelle scelte che sono state fatte e portate avanti, con il ruolo determinante della Fondazione Sardegna Film Commission, che oggi riesce a fare la differenza grazie al prezioso investimento sia economico che di fiducia che assicura ogni anno ai vari film girati nella Regione. Non possiamo che ringraziarli di cuore per aver contribuito in maniera decisiva a rendere CONTINUA... concretamente possibile questo lavoro...
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14.15 SEGUE DA P. 1
11.30
Sala Volpi
ORIZZONTI tutti gli accrediti
LA TROISIÈME GUERRE (The Third War)
Giovanni Aloi (92’) v.o. francese st. italiano/inglese
11.30
Sala Astra 2
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
ASSANDIRA
Sala Pasinetti
FUORI CONCORSO PROIEZIONI SPECIALI tutti gli accrediti
Orson Welles (130’) v.o. inglese st. italiano
14.15
17.00
19.30
Sala Astra 1
FUORI CONCORSO - PROIEZIONI SPECIALI tutti gli accrediti
Luca Guadagnino (12’) v.o. italiano, inglese st. inglese FUORI CONCORSO
Luca Guadagnino (12’) v.o. italiano, inglese st. inglese
FIORI, FIORI, FIORI!
14.30
FIORI, FIORI, FIORI!
Scuola Grande della Misericordia
14.00
Camille Lotteau (108’) v.o. francese, inglese st. italiano A seguire incontro con gli autori/Q&A e Bernard-Henri Lévy per info e prenotazioni: www.misericordiadivenezia.it
16.30
Andrei Konchalovsky (120’) v.o. russo st. italiano/inglese
Sala Volpi
ORIZZONTI tutti gli accrediti
ZANKA CONTACT
ZANKA CONTACT
Sala Darsena
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti
Sala Perla
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC tutti gli accrediti
ACCAMÒRA (In questo momento) [ACCAMÒRA (Right now)]
GUERRA E PACE (War and Peace)
14.15
16.45
Sala Darsena
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti
Sala Giardino
VENEZIA 77 press - industry
16.45
PalaBiennale
GIORNATE DEGLI AUTORI tutti gli accrediti
SPACCAPIETRE (Una promessa)
Małgorzata Szumowska, Michał Englert (113’) v.o. polacco, russo st. italiano/inglese
Sala Casinò
JENAYAT-E BI DEGHAT (Careless Crime)
Sala Perla
Gianluca De Serio, Massimiliano De Serio (104’) v.o. italiano st. inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
ORIZZONTI press - industry
19.45
Sala Astra 1
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico - tutti gli accrediti Xin Alessandro Zheng (16’) v.o. italiano, cinese st. italiano, inglese
Mauro Mancini (96’) v.o. italiano st. inglese
20.00
Sala Darsena
VENEZIA 77 press - industry
LAILA IN HAIFA’
Amos Gitai (99) v.o. ebraico, arabo, inglese st. italiano/inglese
20.00
Sala Pasinetti
VENEZIA 77 tutti gli accrediti
KHORSHID (Sun Children) Majid Majidi (99’) v.o. farsi st. italiano/inglese
20.00
SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico - tutti gli accrediti
WHERE THE LEAVES FALL Xin Alessandro Zheng (16’) v.o. italiano, cinese st. italiano, inglese
NON ODIARE (Thou Shalt Not Hate)
Mauro Mancini (96’) v.o. italiano st. inglese
Arena Lido
VENEZIA 77 pubblico
ŚNIEGU JUŻ NIGDY NIE BE ˛ DZIE (Never Gonna Snow Again)
Shahram Mokri (139’) v.o. farsi st. italiano/inglese
19.30
Sala Giardino
BIENNALE COLLEGE CINEMA pubblico 14+ - tutti gli accrediti
FUCKING WITH NOBODY Hannaleena Hauru (105’) v.o. finlandese st. inglese/italiano
Andrei Konchalovsky (120’) v.o. russo st. italiano
20.30
Arena Giardini
VENEZIA 77 pubblico
ŚNIEGU JUŻ NIGDY NIE BE ˛ DZIE (Never Gonna Snow Again)
Małgorzata Szumowska, Michał Englert (113’) v.o. polacco, russo st. italiano/inglese a seguire VENEZIA 77 pubblico
DOROGIE TOVARISCHI! (Dear Comrades!)
Sono 12 i documentari selezionati per la terza edizione di Isola Vicentina in doc. Dal 17 al 20 settembre 2020 al Teatro Cinema Marconi di Isola Vicentina (VI) sono protagonisti i film nonfiction di registi affermati. Il curatore Luca Dal Molin presenta oggi il programma, una finestra privilegiata su nuovi immaginari possibili. 7 settembre h. 16, Sala Tropicana-Hotel Excelsior
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CINEMA CHIAMA EUROPA Saranno Enrico Vannucci, Vicesegretario di Eurimages, Maria Iole Giannattasio, MiBACT, Luisella Pavan-Woolfe, Direttrice sede italiana del Consiglio d’Europa, Jacopo Chessa, Direttore Veneto Film Commission, a confrontarsi oggi sul tema Eurimages: prospettive e opportunità del fondo europeo per l’industria cinematografica della Regione del Veneto. 7 settembre h. 17.30, Spazio Regione Veneto-Hotel Excelsior
In occasione della Settimana della Lorem ipsum dolor sit amet, Critica, scopri su CHILI il meglio consectetur adipisicing elit, film 3 del cinema indipendente. sed do eiusmod tempor inci veniam, In streaming, senza abbonamento.
22.15
Sala Perla
FUORI CONCORSO tutti gli accrediti
THE WORLD TO COME Mona Fastvold (104’) v.o. inglese st. italiano
22.30
Sala Darsena
VENEZIA 77 press - industry
LAILA IN HAIFA
Amos Gitai (99’) v.o. ebraico, arabo, inglese st. italiano/inglese
22.30
Sala Pasinetti
VENEZIA 77 tutti gli accrediti
KHORSHID (Sun Children) Majid Majidi (‘99) v.o. farsi st. italiano/inglese
Sala Astra 1
GIORNATE DEGLI AUTORI EVENTO SPECIALE press - industry
EXTRALISCIO - PUNK DA BALERA Elisabetta Sgarbi (93’) v.o. italiano st. inglese
22.45
Sala Astra 2
GIORNATE DEGLI AUTORI EVENTO SPECIALE press - industry
EXTRALISCIO - PUNK DA BALERA Elisabetta Sgarbi (93’) v.o. italiano st. inglese
21.00
Sala Web
BIENNALE COLLEGE CINEMA
FUCKING WITH NOBODY
Hannaleena Hauru (105’) v.o. finlandese st. inglese/italiano ORIZZONTI
GUERRA E PACE (War and Peace)
Martina Parenti, Massimo D’Anolfi (128’) v.o. italiano, francese st. inglese e italiano/inglese FUORI CONCORSO PROIEZIONI SPECIALI
PRINCESSE EUROPE
Camille Lotteau (108’) v.o. francese, inglese st. italiano
Andrei Konchalovsky (120’) v.o. russo st. italiano
21.45
Sala Volpi
ORIZZONTI press - industry
RACCONTARE IL REALE
Ana Rocha de Sousa (73’) v.o. inglese, portoghese; lingua dei segni (bsl) st. italiano/inglese
22.30
Sala Astra 2
20.30
Sala Casinò
LISTEN
DOROGIE TOVARISCHI! (Dear Comrades!)
ORIZZONTI press - industry
Andrei Konchalovsky (120’) v.o. russo st. italiano/inglese
Philippe Lacôte (92’) v.o. francese, dioula st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
22.15
Małgorzata Szumowska, Michał Englert (113’) v.o. polacco, russo st. italiano/inglese a seguire VENEZIA 77 pubblico
19.15
DOROGIE TOVARISCHI! (Dear Comrades!)
LA NUIT DES ROIS (Night of the Kings)
Philippe Lacôte (92’) v.o. francese, dioula st. italiano/inglese
ŚNIEGU JUŻ NIGDY NIE BE ˛ DZIE (Never Gonna Snow Again)
GUERRA E PACE (War and Peace)
Martina Parenti, Massimo D’Anolfi (128’) v.o. italiano, francese st. inglese e italiano/inglese
LA NUIT DES ROIS (Night of the Kings)
Sala Grande
PalaBiennale
Azra Deniz Okyay (90’) v.o. turco, arabo st. italiano /inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti
19.15
ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti
HAYALETLER (Ghosts)
14.15
Salvatore Mereu (128’) v.o. italiano, sardo, inglese, tedesco st. italiano/inglese
VENEZIA 77 pubblico
Martina Parenti, Massimo D’Anolfi (128’) v.o. italiano, francese st. inglese e italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A
16.45
Emanuela Muzzupappa (11’) v.o. italiano, dialetto calabrese st. italiano, inglese
Sala Astra 2
ASSANDIRA
Ismaîl El Iraki (120’) v.o. arabo, inglese st. italiano/inglese
16.45
Ismaîl El Iraki (120’) v.o. arabo, inglese st. italiano/inglese
17.15
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
ORIZZONTI tutti gli accrediti
14.00
14.00
Sala Casinò
REVENGE ROOM
Majid Majidi (99’) v.o. farsi st. italiano/inglese
KHORSHID (Sun Children)
NON ODIARE (Thou Shalt Not Hate)
Sala Astra 1
PRINCESSE EUROPE
Andrei Konchalovsky (120’) v.o. russo st. italiano/inglese
Sala Perla 2
17.00
FUORI CONCORSO, PROIEZIONI SPECIALI inviti
DOROGIE TOVARISCHI! (Dear Comrades!)
Sala Giardino
VENEZIA 77 tutti gli accrediti
WHERE THE LEAVES FALL
NARCISO EM FÉRIAS (Narcissus Off Duty)
Sala Giardino
LAILA IN HAIFA
Luca Guadagnino (120’) v.o. italiano, inglese st. inglese/italiano
17.00
VENEZIA 77 press - industry
22.15
19.45
Sala Perla 2
FUORI CONCORSO - PROIEZIONI SPECIALI tutti gli accrediti
Salvatore Mereu (128’) v.o. italiano, sardo, inglese, tedesco st. italiano/inglese
Renato Terra, Ricardo Calil (84’) v.o. portoghese st. italiano/inglese
PalaBiennale
17.00
ASSANDIRA
FUORI CONCORSO
19.45
LAILA IN HAIFA
Amos Gitai (99’) v.o. ebraico, arabo, inglese st. italiano/inglese
Orson Welles (130’) v.o. inglese st. italiano
Diego Botta (20’) v.o. italiano Prodotto da Rai Cinema OneMore Pictures A seguire incontro con gli autori/Q&A
FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti
Alice Rohrwacher, JR (9’) v.o. italiano st. inglese
HOPPER/WELLES
PalaBiennale
VENEZIA 77 press - industry
Amos Gitai (99’) v.o. ebraico, arabo, inglese st. italiano/inglese
SALVATORE SHOEMAKER OF DREAMS
DOROGIE TOVARISCHI! (Dear Comrades!)
FUORI CONCORSO press - industry
22.15
EVENTO SPECIALE - INVITI inviti
FUORI CONCORSO
VENEZIA 77 pubblico - tutti gli accrediti
Sala Perla
HOPPER/WELLES
VENEZIA 77 press - industry
Luca Guadagnino (12’) v.o. italiano, inglese st. inglese
Sala Grande
LISTEN
SALVATORE SHOEMAKER OF DREAMS
Luca Guadagnino (120’) v.o. italiano, inglese st. inglese/italiano
Sala Astra 2
16.30
FIORI, FIORI, FIORI! FUORI CONCORSO
Luca Guadagnino (120’) v.o. italiano, inglese st. inglese/italiano
Luca Guadagnino (120’) v.o. italiano, inglese st. inglese/italiano
OMELIA CONTADINA (Paesant Homily)
Sala Pasinetti
FUORI CONCORSO - PROIEZIONI SPECIALI pubblico - tutti gli accrediti
Luca Guadagnino (120’) v.o. italiano, inglese st. inglese/italiano
FUORI CONCORSO PROIEZIONI SPECIALI tutti gli accrediti
Sala Perla 2
Ana Rocha de Sousa (73’) v.o. inglese, portoghese, lingua dei segni (bsl) st. italiano/inglese
LA TROISIÈME GUERRE (The Third War)
SALVATORE SHOEMAKER OF DREAMS
Sala Grande
22.00
Giovanni Aloi (92’) v.o. francese st. italiano/inglese
LA TROISIÈME GUERRE (The Third War)
FUORI CONCORSO
14.00
Sala Volpi
Giovanni Aloi (92’) v.o. francese st. italiano/inglese
Luca Guadagnino (12’) v.o. italiano, inglese st. inglese FUORI CONCORSO
SALVATORE SHOEMAKER OF DREAMS
19.30
FUORI CONCORSO press - industry
FIORI, FIORI, FIORI!
Luca Guadagnino (12’) v.o. italiano, inglese st. inglese
Sala Volpi
ORIZZONTI press - industry
FUORI CONCORSO - PROIEZIONI SPECIALI pubblico - tutti gli accrediti
FIORI, FIORI, FIORI!
17.00 ORIZZONTI tutti gli accrediti
SALVATORE SHOEMAKER OF DREAMS
Salvatore Mereu (128’) v.o. italiano, sardo, inglese, tedesco st. italiano/inglese
13.45
Sala Casinò
ORIZZONTI tutti gli accrediti
JENAYAT-E BI DEGHAT (Careless Crime) Shahram Mokri (139’) v.o. farsi st. italiano/inglese
22.00
Sala Grande
Opera Prima Accesso in sala consentito solo fino a 10 minuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for the public and pass holders.
CERIMONIA DI PREMIAZIONE pubblico - tutti gli accrediti
PREMIO CAMPARI PASSION FOR FILM A TERENCE BLANCHARD FUORI CONCORSO
ONE NIGHT IN MIAMI
Pubblico Public
Accreditati Pass holders
Regina King (110’) v.o. inglese st. italiano
Cerca l’app sulla tua TV o vai su www.chili.com
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77. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA
in Mostra
VISIONI VIRTUALI DI ALESSIO LANA
ma se poi ai concerti torniamo a stare insieme, prevedere un cinema colmo di persone con gli occhialoni è quanto meno prematuro. La Vr al momento non è ancora cinema ma domani chissà. Anche grazie agli sforzi dei festival, Venezia in testa, qualcosa si sta muovendo. Quest’anno al Lido incontriamo Gnomes & Goblins, 120 minuti che portano la firma di Jon Favreau de Il re leone e The Mandalorian, ma anche Baba Yaga, che ha le voci di Kate Winslet, Glenn Close e Jennifer Hudson. Tanti nomi, insomma, ma il limite tecnologico continua a pesare. Le diverse piattaforme hanno standard difformi, non parlano tra loro e i differenti modelli di caschi offrono esperienze molto diverse. È come per i film in streaming: chi ha il televisore migliore li vede meglio e se non si ha la connessione giusta non li si vede per niente. Da ultimo, per la diffusione su larga scala di questa “droga” manca ancora un blockbuster (o una killer application) che potrebbe arrivare proprio dal cinema. Come il primo Avatar era riuscito a far rivivere l’oggi defunto 3D (e a farci comprare i televisori), i sequel potrebbero spingerci ad acquistare il caschetto. In più lo spostamento di un anno dovuto alla pandemia sta dando tempo ai colossi tech di creare dispositivi più uniformi, economici e capaci di diffondere una “pillola rossa” valida magari anche per assunzioni di gruppo. Le potenzialità sono tante ma per ora, la Vr , è solo per «uso personale». n
LA SATIRA DI DISEGNI A PAG. 5
DEAR COMRADES!
I
l 1° giugno del 1962 nella città di Novočerkassk l’esercito russo uccise 26 persone e ne ferì altre 87, operai delle fabbriche della zona, che stavano protestando per l’aumento del prezzo di carne e burro e le sempre più dure condizioni lavorative imposte dai responsabili delle fabbriche per aumentare la produzione. Un massacro, folle e inutile, che l’allora segretario del partito comunista sovietico Nikita Chruščëv insabbiò. Il fascicolo fu riaperto trent’anni dopo, senza ovviamente poter trovare dei colpevoli, dato che la maggior parte dei responsabili di quel gesto erano ormai morti. Le salme dei caduti furono seppellite subito dopo gli eventi dal KGB in tombe anonime. Furono ritrovate e restituite alle famiglie, così da poter offrire loro finalmente una degna memoria, solo nel 1994. Ci prova, quasi sessant’anni dopo, Andrej Konchalovsky, che dall’alto degli altrettanti anni di carriera vuole fare luce e rendere giustizia a quelle persone e alle loro famiglie. Dear Comrades! segue la ricerca da parte di Lyudmila di sua figlia, dispersa durante gli
scontri di Novočerkassk. Lyudmila (interpretata da Yuliya Vysotskaya, attrice magnifica e anche moglie di Konchalovsky) ha una fiducia cieca nei confronti del partito e degli ideali dell’Unione Sovietica, ma assistere all’uccisione inutile e crudele dei suoi compagni da parte dell’esercito del KGB farà crollare le sue convinzioni. Mentre vaga per la città assediata in cerca della figlia, si imbatterà in molte situazioni che le mostreranno le storture e le bugie del regime. Girato in bianco e nero e in 4:3, per ricreare esattamente l’atmosfera dell’epoca, Dear Comrades! decisamente non sembra un film diretto da un signore che ha compiuto da pochi giorni 83 anni. Ma d’altronde, chi ha masticato cinema per tutta la vita, iniziando a collaborare alla sceneggiatura de L’infanzia di Ivan di Andrej Tarkovsky e passando anche per le forche caudine di Hollywood, potendosi vantare di essere stato licenziato dal set di Tango & Cash nonostante il sostegno di Sylvester Stallone in persona, non si preoccupa certo dell’anagrafe. Di raccontare storie nel modo migliore possibile sì, e ci sono altri esempi in
giro per il mondo, da Marco Bellocchio a Clint Eastwood, tanto per citare i più eclatanti, arzilli, modernissimi registi. A cui l’età permette, oltretutto, di concedersi la libertà di poter dire le cose come stanno, senza filtri, e certamente il grande cineasta russo non si è fatto pregare. n ALESSANDRO DE SIMONE
CHECK-IN Sbarca al Lido Giuseppe Battiston, questa volta produttore insieme a Marica Stocchi, di Le sorelle Macaluso di Emma Dante, in concorso al Festival
@Maurizio D’Avanzo
Grazie allo sforzo della Biennale, anche quest’anno a Venezia possiamo sfuggire al Covid volando sulle ali del cinema o immergendoci nella realtà virtuale. La scelta è nostra: pillola rossa o pillola blu. In questa edizione della speranza i film in Vr non sono al Lazzaretto Vecchio (impossibile passarsi i caschetti) ma online. Ognuno deve vederli nel buio della propria stanzetta, con il computer connesso e gli occhialoni in testa. E non è un male. La realtà virtuale oggi è ancora per «uso personale», va assunta a piccola dosi (Il mal di mare è sempre alle porte) e consumata da soli. Come per la musica, basta inforcare le cuffiette per isolarsi dal pianeta
Venice’s lifestyle department store
Calle del Fontego dei Tedeschi steps from the Rialto Bridge, Venice
@tfondaco
in Mostra
DAILY n. 5 - DOMENICA 06.09.2020
NEVER GONNA SNOW AGAIN
Malgorzata Szumowksa è ormai da vent’anni una delle più apprezzate registe del panorama europeo, nonché un’esponente importante del cinema polacco di questo scorcio di XXI secolo, una posizione corroborata da un Pardo e un Orso, entrambi d’argento, vinti nel corso degli anni. Dopo essere stata in giuria alla 75ma Mostra del cinema, torna a Venezia per partecipare al concorso internazionale con Never Gonna Snow Again. Tutto ruota attorno a alla misteriosa figura di Zenia, massaggiatore che visita i suoi clienti che vivono in un complesso residenziale composto da villette tutte rigorosamente identiche. Ognuno di loro ha una storia che confida al terapista, del corpo e forse dell’anima. Un NEVER GONNA SNOW AGAIN guru, forse un falso profeta, forse più semplicemente un appiglio Polonia/Germania, 2020, Regia Malgorzata Szumowska, per chi non riesce a fare i conti con questa strana vita. Michael Englert Interpreti Alec Utgoff, Maja Ostaszewska, C’è una curiosa tendenza nel cinema dell’ultima stagione, quella di Agata Kulesza, Weronika Rosati, Katarzyna Figura, raccontare storie racchiuse in microcosmi. Un filone iniziato prima Andrzej Chyra Durata 113’ del lockdown, quasi alcuni autori avessero presagito che l’umanità IN CONCORSO La cineasta polacca condivide in questo caso la sedia da regista con il suo storico direttore della fotografia (ed ex primo marito) Michael avrebbe presto dovuto fare i conti con se stessa. Never Gonna Snow Again è un film post covid suo malgrado, che fa riflettere sulla solitudine esistenziale Englert, qui anche in veste di sceneggiatore. I due raccontano queste piccole storie di ordinaria che le persone vivevano anche prima di doversi recludere in case che sono diventate sempre follia con il giusto equilibrio, spaziando tra una vasta gamma di sentimenti, contrastanti, più piccole con il passare dei giorni. Viene quasi da pensare che la pandemia ci sia sempre stata, variabili e confusi. Tipico di un’umanità sperduta in un piccolo buco nero esistenziale, nato da una società in corto circuito e sempre alla ricerca di un messia, o presunto tale, che possa solo aveva forme diverse. D’altronde il cinema ha spesso usato come metafora della solitudine indicare la via. Non necessariamente quella definitiva. Anche una qualunque va bene. n e dell’incomunicabilità il virus. Quello che serpeggia tra i clienti di Zenia provoca una forma di inabilità nei confronti del prossimo, ma niente di incurabile, basta avere il giusto spirito guida. ALESSANDRO DE SIMONE
IL RACCONTO DI VELOSO Era il 27 dicembre del 1968 quando Caetano Veloso venne preso nella sua casa di San Paolo e portato a Rio de Janeiro, dove fu incarcerato. Narciso em Ferias è il racconto dei sei mesi di cattività narrati dalla voce, dal viso e dalle emozioni di Caetano Veloso che ricorda, con dovizia di particolari, gli accadimenti di 52 anni fa. Il Brasile dal 1964 al 1985 fu governato da una dittatura militare nota come regime dei Gorillas. Nel 1968 il governo emanò l’editto AI-5, che di fatto cancellava le libertà democratiche della costituzione federale dando così alla dittatura ulteriore potere per perseguire e incarcerare chiunque criticasse il regime. Tra questi Veloso e Gilberto Gil, all’epoca vere e proprie rockstar. Non potendo fare altro che tenerli in carcere, vista la loro popolarità, i generali non trovarono niente di meglio se non liberarsi di loro. Veloso e Gil andarono
CALL ME BY YOUR BRAND
CHI HA PAURA DELLE CANZONETTE
in esilio a Londra, tornando poi anche in sala per incidere la loro musica. Caetano Veloso ha sempre avuto una grande passione per il cinema, in realtà ripiegò sulla musica per esprimere la sua arte per una mera questione economica, la macchina dei sogni era troppo costosa da costruire. Negli anni il rapporto con la celluloide si è però espresso in modi diversi, tra cui il bellissimo cameo in Parla con lei di Pedro Almodovar, una delle scene più belle dell’intera filmografia del regista spagnolo, presente a Venezia 77 con The Human Voice. Strani crocevia del destino. Narciso em ferias è un’opera catartica per Veloso, che ha 78 anni ha la possibilità di condividere una pagina orribile della sua vita e della storia del Brasile, in un momento in cui la sua bellissima terra sta vivendo un vero e proprio incubo. ADS
Nel 1968 Caetano Veloso firmò il manifesto del Tropicalismo, con Os Mutantes, Gilberto Gil, Tom Zé e Gal Costa nel disco Tropicália: ou Panis et Circencis, arrangiato dal compositore d’avanguardia Rogério Duprat e con testi del poeta Torquato Neto. Con una copertina che rendeva omaggio a quella di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, in Brasile l’album fu il primo dove il messaggio politico era veicolato con uno stile dove bossa nova, samba, rock’n’roll, blues, jazz, beat psichedelia, pop anglosassone e statunitense erano fusi insieme. La dittatura del regime dei Gorillas non gradì: nel 1969 Veloso e Gilberto Gil furono arrestati e poi esiliati dal Brasile, rifugiandosi a Londra per due anni. Le loro non erano solo canzonette. OSCAR COSULICH
L’INTERVENTO
DI ALESSANDRO DE SIMONE
In principio fu l’Imperatore Valentino, che nel 2008 a Venezia fece del film che lo celebrava un evento straordinario, aprendo la strada a un nuovo format. Il documentario d’alta moda va oltre il prodotto cinematografico. È “Branded Content” del lusso, un veicolo per avvicinare il grande pubblico a un’industria per definizione esclusiva e aspirazionale. Il fashion lascia le passerelle per raccontare le sue storie al cinema, lo stilista diventa star del grande schermo, ma soprattutto sono i marchi a essere protagonisti assoluti. Le multinazionali della moda puntano al bello, per questo scelgono cineasti dall’estetica raffinata che possono dare un’impronta d’autore
a opere che più che commerciali sono “commercials” veri e propri. Non è un caso se da anni Dolce & Gabbana hanno affidato la loro immagine in movimento a un premio Oscar, Giuseppe Tornatore. La famiglia Ferragamo si è affidata a Luca Guadagnino per raccontare l’epopea di Salvatore – Shoemaker of Dreams, fondatore di uno dei marchi più prestigiosi del mondo. Una intelligente fusione tra cultura, tradizione e promozione, che permette agli autori deviazioni di percorso tanto piacevoli quanto redditizie. D’altronde in natura niente si distrugge e tutto si trasforma, quindi anche da un paio di scarpe può nascere un futuro capolavoro.
LA FRASE
del giorno
TAUREAU!* * La spiegazione è a pag. 4
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H APPUNTAMENTI H TENNIS CLUB. Ore 10.15: incontro per la
stampa con Alec Utgoff, protagonista del film in concorso Never Gonna Snow Again di Malgorzata Szumowska e Michal Englerl.
ITALIAN PAVILLION. Ore 11.00: presentazione della terza edizione del Torino Film Industry SALE TROPICANA. Ore 12.00: presentazione di Amarcord Fellini, l’alfabeto dei sogni di Oscar Iarussi; partecipa Nicola Lagioia. SPAZIO FONDAZIONE ENTE DELLO SPETTACOLO. Hotel Excelsior, Ore 12.40:
presentazione di Free-Liberi, film di Fabrizio Maria Cortese con il cast Sandra Milo, Ivano Marescotti, Corinne Clery, Antonio Catania, Enzo Salvi.
SALE TROPICANA. Ore 14.30: presentazione del volume Immersi nel futuro di Simone Arcagni. Intervengono Anna Laura Orrico, Francesco Rutelli, Paolo del Brocco e l’autore del libro. Tra gli ospiti Alessio Boni, Violante Placido e il cast del cortometraggio Revenge Room. SPAZIO REGIONE VENETO. Hotel Excelsior,
Ore 15.30: per Women Tales ci saranno Emma Corrin che nella serie Netflix The Crown interpreta Diana Spencer, la ballerina Francesca Hayward e l’attrice Raffey Cassidy.
ITALIAN PAVILLION. Ore 16.00: Premio Pietro Bianchi 2020. Festa di compleanno (virtuale) per Dario Argento e i suoi primi 50 anni di cinema. Il regista si collegherà in streaming. CAMPARI LOUNGE/CLUB 77. Ore 16.30: Giovanni Aloi e Anthony Bajon incontrano la stampa. TEATRO GOLDONI DI VENEZIA. Ore 18.30:
presentazione in anteprima mondiale di Nilde Iotti, il tempo delle donne di Peter Marcias. L’evento fa parte della rassegna Notti Veneziane - L’Isola degli Autori.
DOCK DEL CASINÒ. Ore 19.30: Iniziano oggi le serate Boat Campari (solo per i prenotati).
SALA GRANDE. Palazzo del cinema, Ore 22.15: Premio Campari Film for Passion al trombettista Terence Blanchard autore della colonna sonora del film One night in Miami. TEATRO GOLDONI DI VENEZIA. Ore 21.00: Omaggio a Liliana Cavani con la proiezione de Il gioco di Ripley.
ASSEGNATI i FILMING ITALY BEST MOVIE AWARDS Folla di star ieri all’Excelsior per la cerimonia del Filming Italy Best Movie Awards, il premio al cinema italiano ideato da Tiziana Rocca e Vito Sinopoli. A Pierfrancesco Favino è andato il riconoscimento come “miglior attore protagonista in un film drammatico” per Hammamet di Gianni Amelio. Tra i riconoscimenti, quello ai Maestri del Cinema, assegnato a Giuseppe Tornatore. Premiati anche Claudia Gerini, Alessio Boni, Francesco Di Leva, Alessandro Preziosi, Angela Finocchiaro e la star de La casa di carta Pedro Alonso. Madrina dell’iniziativa è stata Rocío Muñoz Morales, mentre Annabelle Belmondo ha consegnato i premi. n
Oggi l’OMELIA CONTADINA di ALICE ROHRWACHER «Se sembra un cimitero, dobbiamo celebrare un funerale. Ma che sia un funerale pieno di vita!»: Alice Rohrwacher presenta fuori concorso a Venezia il suo corto Omelia contadina, realizzato insieme all’artista francese (e amico) JR, per cantare un mondo che sta scomparendo, quello dell’Italia rurale sull’altopiano dell’Alfina, tra Lazio, Umbria e Toscana. Un paesaggio e una cultura fagocitati dalle monocolture intensive che ormai si estendono, appunto, per file e file dando alla regista l’impressione di un paesaggio funebre. La risposta è il rito di una comunità contadina, un’«azione cinematografica» (così la Rohrwacher ha definito il suo film), un nuovo cortocircuito tra epoche e mondi fuori dal (loro) tempo dalla regista di Corpo celeste, Le meraviglie e Lazzaro felice. In modo che dal funerale possa nascere anche un «inno di speranza» rivolto a un’umanità che continua, malgrado tutto, ad affermare il suo diritto ad esistere nel fiume impietoso della modernità. EMANUELE BUCCI
*È LA PAROLA PRONUNCIATA DAI PROTAGONISTI DI
MANDIBULES, MANU E JEAN-GAB, QUANDO SI “DANNO IL 5”, MIMANDO IN CONTEMPORANEA CON LE MANI LE CORNA DEL TORO. LA FRASE È ORMAI UN TORMENTONE TRA GLI SPETTATORI DEL FILM QUI AL LIDO.
VENEZIA 77 PIACE AL NYT Dopo l’Hollywood Reporter anche il New York Times promuove la Mostra del Cinema trovando “confortevole” l’esperienza dei cinema con il distanziamento sociale. «C’è spazio per distendersi, non ci si sente in colpa se si monopolizza il bracciolo e si possono allungare le gambe voluttuosamente», scrive il quotidiano ribadendo che l’esperienza collettiva del grande schermo rimane la stessa, «solo con più spazio personale». Non manca una sottolineatura dell’obbligo di tenere le mascherine in sala per l’intera proiezione.
LA CURIOSITÀ: CATE BLANCHETT Torna al Lido Cate Blanchett, dopo una gita a Venezia, sfoggiando un paio di zeppe ottime in caso di acqua alta e con una borsa con il ponte di Rialto. Avrà certamente apprezzato la regata storica che si è svolta ieri sul Canal Grande. @ Maurizio D’Avanzo
in Mostra
LA MOSTRA È IN DIRETTA CON L’INFORMAZIONE RAI Le reti e le testate giornalistiche tv e radio della Rai intensificano l’impegno per la copertura della Mostra del cinema di Venezia. Se ne parla in diretta tutti i giorni sulle reti tv e radio Rai. Dagli aggiornamenti del Tg1 all’interno di UnoMattina all’edizione delle 16,30. Il Tg2 si collega quotidianamente nell’edizione delle 13. Il Tg3 apre finestre informative negli appuntamenti delle 12, delle 14, delle 19 e Linea Notte. Con 5 collegamenti al giorno, RaiNews racconta quasi in tempo reale tutte le novità della giornata. La TGR Veneto è collegata in diretta nelle due edizioni e nei Gr regionali. Radio Rai è in diretta con gli inviati del Gr e in vari programmi. Inoltre sul sito www.raimovie.rai.it vanno in onda in diretta web tutte le conferenze stampa, i tv call, i red carpet, i photocall e le cerimonie di consegna dei Premi Speciali. n
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in Mostra
DAILY n. 5 - DOMENICA 06.09.2020
Lido LAND
Foto di Maurizio D’Avanzo
Bernard Henri-Lévy con Alberto Barbera
Angela Finocchiaro
Antonello Sarno Giuseppe Battiston con la moglie. In alto, Annabelle Belmondo. Alessandro Preziosi
AL LIDO con
www.stefanodisegni.it
Salvatore Ficarra e Alessandro Siani
Lambert Wilson e Pedro Alonso
STEFANO DISEGNI
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in Mostra
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Film
DAILY n. 5 - DOMENICA 06.09.2020
SPACCAPIETRE
Nel 2011 Sette opere di misericordia, dopo anni dedicati all’attività documentaristica, ha dimostrato il talento dei fratelli De Serio anche nel cinema di finzione. Dopo essere tornati al documentario con I ricordi del fiume (2015), è ora il racconto dell’amore tra padre e figlio a sostenere la vicenda del loro secondo film. Giuseppe ha avuto un incidente sul lavoro ed è disoccupato, suo figlio Antò sogna di fare l’archeologo e pensa che l’occhio vitreo del padre sia il segno di un superpotere. I due sono rimasti soli quando Angela, moglie di Giuseppe e madre di Antò, è morta lavorando nei campi. Non hanno più una casa, sono costretti a rifugiarsi in una tendopoli, ma Giuseppe ha promesso al figlio che un giorno riavrà sua madre e vuole mantenere la promessa… OSCAR COSULICH
SPACCAPIETRE Italia, Francia, Belgio, 2020, Regia Gianluca e Massimiliano De Serio, Interpreti Salvatore Esposito, Samuele Carrino, Licia Lanera, Antonella Carone, Giuseppe Loconsole, Vito Signorile Durata 104’
KONFERENTSIYA (CONFERENCE) Russia, Estonia, Italia, Regno Unito, 2020, Regia Ivan I. Tverdovskiy Interpreti Natalya Pavlenkova, Natalya Potapova, Yan Tsapnik Durata 135’ GIORNATE degli AUTORI
THE CONFERENCE
GIORNATE degli AUTORI
Dal 23 al 26 ottobre 2002 40 militanti armati ceceni sequestrano e tengono in ostaggio circa 850 civili al teatro Dubrovka di Mosca, chiedendo il ritiro delle forze russe dalla Cecenia. L’intervento degli spetsnaz, pompando fentanyl nel sistema di ventilazione, stronca l’assedio e provoca la morte di 39 ceceni e di 129 ostaggi e l’intossicazione di altri 700. Il film segue Natalia, suora in un remoto monastero russo, che torna a Mosca diciassette anni dopo, per una serata commemorativa (definita ufficialmente Conferenza) in onore delle vittime. Natalia e la sua famiglia sono stati testimoni dell’evento, ma gli organizzatori e i partecipanti FUTURE VISIONS alla Conferenza sono considerati un peso dalla Thanks to the efforts of Biennale, we can run società e nella ricostruzione dei fatti emergono from Covid in Venice flying on the wings of dettagli oscuri della vita di Natalia. cinema or immersing in virtual reality. It’s our choice: red pill or blue pill. In this hopeful edition VR Movies are not at Lazzaretto Vecchio (it’s impossible to share the headset) but online. Everyone has to watch it in his dark room with computer connected and headset on. And it’s not bad. VR is still a “drug for personal use”, must be taken in small dosage (sickness is always at the gates) and experienced alone. Just like for music, we can isolate ourselves with a set of earphones and even if we are gathering again at live concerts, a screening room full of people is still premature. VR is not cinema yet, but tomorrow who knows. Thanks to festival efforts, Venice on top, something is happening. At Lido we meet Gnomes & Goblins, 120’ by Jon Favreau, director of The Lion King and The Mandalorian, but even Baba Yaga with Kate Winslet, Glenn Close and Jennifer Hudson as vocal talents. Big names, but technical limits are still strong. Different platforms with different standards that do not talk to each other and different headset offering very different experience. It’s just like streaming, better the tv-set, better the performance and if you don’t have the best connection you can’t watch it at all. Last but not least, wide distribution of this «dope» needs a blockbuster (or a killer application) that could arrive from cinema itself. Just like Avatar revived the 3D (and helped selling a lot of TVs) its sequels could force us to buy headsets. The sequels have been moved a year ahead and this time can give to tech companies the opportunity to produce more performing devices, less expensive and capable to spread a red pill that can be taken collectively. There is a great potential, but for now VR is still for personal use.
OSCAR COSULICH
S ARS S ARS GUERRE STELLARI F. Ferzetti CIAK L’ESPRESSO
AMANTS QUO VADIS, AIDA? PADRENOSTRO THE DISCIPLE MISS MARX PIECES OF A WOMAN SUN CHILDREN THE WORLD TO COME
E. Morreale REPUBBLICA
P. Mereghetti IL CORRIERE DELLA SERA
M. Mancuso IL FOGLIO
M. Gottardi LA NUOVA VENEZIA
F. Alò A. De Grandis F. Pontiggia IL MESSAGGERO IL GAZZETTINO IL FATTO QUOTIDIANO
F. Caprara LA STAMPA
P. Armocida IL GIORNALE
C. Piccino IL MANIFESTO
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HHHHH LA PERFEZIONE ESISTE HHHH DA NON PERDERE HHH INTERESSANTE HH PREGI E DIFETTI H DIMENTICABILE
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Direttore Responsabile: Flavio Natalia - Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione) - In Redazione: Alessandro De Simone, Alessio Lana, Emanuele Bucci, Claudia Giampaolo (web) - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Nanni Delbecchi, Fabio Ferzetti, Beatrice Fiorentino, Michela Offredi, Flavia Salierno - Foto: Maurizio D’Avanzo - STAMPA: WWW.TIPOGRAFIACOLORAMA.COM - Via Garda, 13 - San Donà di Piave (VE).
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