DAILY#7 80. Mostra del Cinema di Venezia - 5Sept2023 Venews+Ciak

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VENICE FILM FESTIVAL DAILY#7 5 Sept 2023

With Enea, Pietro Castellitto embarks on an ambitious film, a story of friendship and downfall. Shot semicovertly, Green Border by Agnieszka Holland portrays the conditions of refugees in the forest on the border between Poland and Belarus. Richard Linklater's Hit Man delves into the story of Gary Johnson, an undercover police detective. A visionary and true maverick director, Shinya Tsukamoto, returns to the consequences of war with Shadow of Fire Neo Sora filmed composer Ryuichi Sakamoto’s last concert and spiritual testament in Ryuichi Sakamoto-Opus. Lastly, we will see Day of the Fight, the directorial debut of Jack Huston

Crossing the Border

di Riccardo Triolo

ConEnea, Pietro Castellitto gira un film ambizioso, una produzione ricchissima per una storia di amicizia e perdizione che lo vede anche in veste di attore al fianco di Benedetta Porcaroli. Girato in semi clandestinità, Green Border (Venezia 80) di Agnieszka Holland racconta le condizioni dei rifugiati nella foresta al confine tra Polonia e Bielorussia, dove è stato eretto un muro d’acciaio di 186 chilometri. Una crisi umanitaria spaventosa di cui si parla troppo poco, che nessuno vuole veramente risolvere e che la regista polacca ha invece deciso di raccontare, sfidando le autorità locali. Tra i film Fuori Concorso, spicca l’atteso Hit Man di Richard Linklater, alle prese qui, come per The Newton Boys e Bernie, con un’altra storia vera e paradossale: la storia di Gary Johnson, un investigatore che ha condotto per la polizia un’inchiesta sotto copertura, fingendosi un sicario e diventando il killer professionista più ricercato della sua contea. In Orizzonti, un fuoriclasse che in genere non delude mai i suoi estimatori: Shinya Tsukamoto Con Shadow of Fire, il regista visionario ed estremo della trilogia di Tetsuo, torna a occuparsi delle conseguenze della guerra come per Fires on the Plain, in corsa per il Leone d’Oro nel 2014. E mentre non possiamo non citare un altro giapponese straordinario, il compositore Ryuichi Sakamoto, scomparso nel marzo scorso e omaggiato dal regista Neo Sora che con Ryuichi Sakamoto-Opus (Fuori Concorso) ha filmato il suo ultimo concerto e testamento spirituale, chiudiamo la nostra carrellata con Day of The Fight, debutto alla regia del rampollo Jack Huston, nipote di John. Il film ha una trama tanto scarna quanto classica: un pugile esce di galera per tornare a combattere e redimersi. Vinca il migliore.

press conferences palazzo del casinò

11.15 VENICE IMMERSIVE

12.00 RYUICHI SAKAMOTO \ OPUS (Fuori Concorso)

12.45 HIT MAN (Fuori Concorso)

13.30 ZIELONA GRANICA (GREEN BORDER) (Venezia 80)

14.15 ENEA (Venezia 80)

8.30 Sala Darsena

VENEZIA 80 press - industry

ENEA

Pietro Castellitto (117’)

v.o. italiano st. inglese

8.30 Sala Grande

VENEZIA 80 press - industry

ZIELONA GRANICA (GREEN BORDER)

Agnieszka Holland (147’)

v.o. polacco, arabo, inglese, francese st. italiano/inglese

8.30 PalaBiennale

VENEZIA 80 tutti gli accrediti

AKU WA SONZAI SHINAI (EVIL DOES NOT EXIST)

Ryusuke Hamaguchi (106’)

v.o. giapponese st. italiano/inglese

9.00 Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA pubblico 14+ - tutti gli accrediti

L’HOMME D’ARGILE (THE DREAMER)

Anaïs Tellenne (94’)

v.o. francese st. italiano/inglese

9.00 Sala Casinò

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti

THE PENITENT - A RATIONAL MAN

Luca Barbareschi (120’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

9.00 Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC

press - industry

PINOQUO

Federico Demattè (16’)

v.o. italiano st. inglese

ABOUT LAST YEAR

Dunja Lavecchia, Beatrice Surano, Morena Terranova (80’)

v.o. italiano st. inglese

9.15 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI press - industry

BILL DOUGLAS - MY BEST FRIEND

Jack Archer (78’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

10.45 PalaBiennale

VENEZIA 80 tutti gli accrediti

PRISCILLA

Sofia Coppola (110’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

11.00 Sala Darsena

VENEZIA 80 press - industry

ZIELONA GRANICA (GREEN BORDER)

Agnieszka Holland (147’)

v.o. polacco, arabo, inglese, francese st. italiano/inglese

11.00 Sala Giardino

FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry

FRENTE A GUERNICA

(VERSIONE INTEGRALE)

(FRENTE A GUERNICA [DIRECTOR’S CUT])

Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi (126’)

v.o. italiano, francese st. inglese/italiano

11.15 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI

pubblico - tutti gli accrediti

REBECCA OF SUNNYBROOK FARM

Allan Dwan (81’)

v.o. inglese st. italiano

11.15 Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico - tutti gli accrediti BACKSTAGE

Afef Ben Mahmoud, Khalil Benkirane (97’)

v.o. arabo, francese st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

11.30 Sala Grande

VENEZIA 80 press - industry

ENEA

Pietro Castellitto (117’)

v.o. italiano st. inglese

11.30 Sala Casinò

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI

pubblico 14+ - tutti gli accrediti

THE EXORCIST

William Friedkin (132’)

v.o. inglese st. italiano

13.15 PalaBiennale

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti TEREDDÜT ÇIZGISI (HESITATION WOUND)

Selman Nacar (84’)

v.o. turco st. italiano/inglese

13.45 Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA press - industry DAY OF THE FIGHT

Jack Huston (105’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

HOKAGE (Shadow of Fire)

Orizzonti

delle persone sottomesse alla dominazione di altri Paesi. Non credo che un singolo film possa cambiare immediatamente le cose, ma spero che, attraverso la continua narrazione e rappresentazione degli orrori della guerra, le persone diventino sempre meno inclini ad accettarla. Credo nel potere del cinema di sensibilizzare le menti delle persone e renderle più consapevoli su queste tematiche.

Focus

Shinya Tsukamoto

La carne, il delirio, l’erotismo, la violenza ritornano come una costante nella filmografia di questo visionario autore che rielabora l’ansia e le nevrosi dei tempi moderni trasformandoli in un vortice sensoriale per lo sguardo.

Ilregista di culto giapponese torna sul tema della guerra dopo i suoi precedenti Fires on the Plain ( Nobi) del 2014 e Killing (Zan) del 2018. Ancora una volta l'ambientazione ci riporta alla Seconda guerra mondiale. Una donna sopravvive da sola e tormentata dagli orrori della guerra in un piccolo pub parzialmente distrutto. Costretta a prostituirsi, la donna passa le giornate incapace di sfuggire alla disperazione che la circonda, ma uno spiraglio di luce arriva inaspettatamente da un piccolo orfano di cui deve prendersi cura.

intervista

Shinya Tsukamoto di Andrea Zennaro

Inquesto suo ultimo film, affronta nuovamente il dramma del secondo conflitto mondiale, come in precedenza in Fires on the Plain (Nobi): qual è stato il suo approccio registico in questo caso?

Per quanto riguarda Fires on the Plain, avevo letto il romanzo Nobi di Sho¯hei Ooka alle scuole superiori e ne rimasi profondamente colpito. È rimasta per me una passione di lunga data e per tutto il tempo ho desiderato trasferire il romanzo sul grande schermo. Queste atmosfere hanno esercitato un'importante influenza su di me, spingendomi a tornare ancora una volta a quel periodo storico.

Nel cinema giapponese, la guerra e le sue tragiche conseguenze hanno spesso generato mostri; nella sua filmografia, la mutazione, con echi delle radiazioni atomiche, e la violenza sono una costante. Intravede qualche possibilità di redenzione attraverso le sue opere? Crede che il cinema possa in qualche modo migliorare la società?

In Giappone, il tema della guerra è spesso affrontato nel cinema a vari livelli: per mostrare gli orrori della guerra, narrare le gesta degli eroi e riflettere sugli effetti sulla vita

L'importanza delle figure femminili, con la loro forza e determinazione, è cresciuta costantemente lungo il suo percorso registico, e ciò si riflette anche nella sua nuova opera. Potrebbe essere questa una via di salvezza dagli orrori, un riscatto per il genere umano?

Condivido completamente la sua riflessione. Nel corso delle mie prime opere, le donne erano effettivamente più forti sia fisicamente che in scene di violenza in cui picchiavano gli uomini, ma erano spesso figure marginali, completamente isolate all'interno di una società patriarcale. Poi c’è stato un cambiamento e, nei miei film più recenti, le donne hanno assunto un ruolo centrale nel determinare le sorti delle famiglie, mostrando una forza di carattere e interiore, diversa da quella fisica ma altrettanto fondamentale.

Qual è il suo rapporto con il cinema italiano?

Amo profondamente il cinema italiano. In particolare sono affascinato dal lavoro di Federico Fellini e, soprattutto, da Amarcord, che ho visto quando avevo quindici anni. Questo film mi ha ispirato enormemente. Inoltre, ho una grande ammirazione per il cinema di Dario Argento, per come lui affronta l'erotismo nei suoi film, un aspetto che ho trovato affascinante e intrigante.

Director's cuts

I rapporti umani sono sempre conflittuali ed estremizzati: in A Snake of June del 2002 il sesso liberatorio tra una coppia in crisi arriva dopo un percorso travagliato fatto di voyeurismo, ricatti e violenza. Alle opere più di genere come Hiruko the Goblin e i due seguiti di Tetsuo, che sono film dell’orrore più convenzionali, si affiancano lavori molto elaborati che scavano nella psiche umana. Nel mediometraggio Haze – Il muro del 2005 Tsukamoto, anche protagonista, si ritrova intrappolato in un luogo angusto, un labirinto mentale senza via d’uscita, mentre in Kotoko del 2011 una madre malata che vede le persone sdoppiarsi deve combattere per salvare il suo bambino. Il cinema allucinato e disturbato del regista nipponico continua a evolversi in una perenne mutazione che è sia cifra stilistica sia chiave di lettura per lo spettatore: già nei suoi cortometraggi, come The Phantom of Regular Size del 1986, e nel mediometraggio Le avventure del ragazzo del palo elettrico del 1986 sono presenti tutti quegli elementi che esploderanno nel suo primo lungometraggio Tetsuo del 1989.

L’orrore della guerra nel suo film del 2014 Fires on the Plain (Nobi) visto attraverso gli occhi del protagonista e la riluttanza a combattere di un samurai del XIX secolo, obiettore di coscienza in Killing (Zan) del 2018, sono tra gli ultimi temi affrontati dal regista con il suo solito stile unico e d eccentrico.

Classics on Screen

The section has grown into a way for classic cinema to reach younger audiences, who are today the majority of the VFF’s attendees and who never had the chance to see these films properly. They probably watched some degraded version on YouTube—we can barely call that ‘watching a movie’. We want these younger generations to understand the importance and the beauty that is essential to understand and appreciate the cinema of today. Restoration is a growing industry, which makes for ample choice year after year. Just to make a couple examples relative to important international cinema, the Government of Japan recently gave the Japan Film Foundation a large trust to restore Classic Japanese cinema. France did the same. They are restoring basically everything they have. And then there are private enterprises: they know how to market the appeal of classics on streaming platforms. Occasionally, restored classics will be screen in theatres, too, with decent-sized audiences. We couldn’t be happier, and it is great that commercial considerations affected positively the upkeep of an heritage of unparalleled value.

3 #7
I've been very lucky my whole life, but you know... it is very early in the afternoon now:
I hope it holds out
SEGUE A P. 8
Woody Allen
past conferences
di Shinya Tsukamoto con Shuri, Oga Tsukao, Hiroki Kono, Mirai Moriyama (Giappone, 96’)

La discografia di Sakamoto è sconfinata, rispettosa della suddivisione della sua lunga carriera in fasi della vita e capacità di esprimere il suo enorme talento musicale nelle forme e nei contesti sonori più disparati: la giovinezza tra gli anni ‘70 e ’80 con gli Yellow Magic Orchestra, gruppo giapponese che coi Kraftwerk si contende il titolo di padrini della musica elettronica, una carriera solista che l’ha visto navigare tra pop sofisticato, ambient e una world music urbana, la militanza nel mondo delle colonne sonore, con alcune delle quali (Furyo, di Nagisa Oshima) conquistò la fama mondiale, e nel 1987 l’Oscar (con L’ultimo imperatore di Bertolucci, insieme a David Byrne).

Stiamo parlando di un musicista che negli anni di piena attività era capace di rilasciare almeno quattro, cinque dischi all’anno, in ossequio ad una vocazione innata di focalizzazione degli obiettivi ma anche di una onnivora curiosità e spinta al cambiamento. Che però si esprimevano attraverso approcci in cui il suono era sempre commisurato ad uno spazio, in una dimensione reciproca e sempre in tensione tra suono ed ambiente. C’è nella musica di Sakamoto una gentilezza, un fondo di sottile umorismo, un tentativo di acchiappare la bellezza attraverso l’equilibrio della forma, mai attraverso la sua deformazione. È una musica che non si sforza mai, anche se è sempre in equilibrio, sempre in bilico tra melodia e dolce rumore, tra Oriente e Occidente, tra suono acustico e suono digitale. Evitiamo per favore di trasformare Ryuichi Sakamoto in una specie di santino new age, il cui eclettismo ingoia e assorbe ogni differenza, tutto dentro la bellezza angelicata della sua musica. Fin dall’inizio, dai tempi della Yellow Magic Orchestra, Sakamoto ha svolto un ruolo di innovatore, di artista totalmente riluttante all’ortodossia. E lo ha svolto alla sua maniera, non solo nella musica ma anche come attivista ambientale contro il nucleare. E il suo ultimo gesto pubblico è stata proprio nel marzo 2023 una lettera al governatore di Tokyo contro la decisione di eliminare degli alberi in un quartiere di della città. Dolce e inesorabile fino alla fine.

La versione di... Patrizia

Playlist

Nice Age (con gli Yellow Magic Orchestra, 1980) Disco impagabile nella sua vocazione a testimoniare l’artificialità non solo del suono di allora, ma dell’esistenza umana. Ho sempre coltivato una piccola ossessione: che Guy Debord lo conoscesse e ogni tanto lo mettesse sul piatto…

Riot in Lagos (B-2 Unit, 1980)

Nel suo secondo album da solista, Sakamoto crea un pezzo seminale, come si suol dire, pietra angolare dell’evoluzione dell’hip-hop e della musica elettronica degli anni ‘80 (chiedere ad Aphex Twin…)

Il tè nel deserto

(regia di Bernardo Bertolucci, 1990)

Per pudore non parliamo di soundtrack per il film Furyo di Oshima, che nel 1983 portò Sakamoto alla riconoscenza del mondo. Ma è un capolavoro anche il tema di questo film, tutto giocato sul velluto degli archi che accarezzano la lenta inesorabile deriva del film nel cuore dell’Africa.

Amore (da Beauty, 1990)

La world music di Sakamoto è semplice e sofisticata ad un tempo; innova con leggerezza, sempre oltre la moda, sempre al di qua del mainstream.

In the Lobby (2001)

Dolce minimalismo acustico ci ha regalato la ricorrente collaborazione di Sakamoto con i coniugi Paula e Jacques Morelenbaum, musicisti brasiliani a lungo nel gruppo di Antonio Carlos Jobim.

fullmoon (da async, 2017)

«Quante altre volte guarderai sorgere la luna piena?». Le parole con cui finiva Il tè nel deserto trent’anni dopo vengono riprese nel disco realizzato dopo l’inizio della malattia; un impavido riassunto della sua vita sonora.

SEM (Heartless)CORAÇÃO Orizzonti

Summer 1996, on the coast of Alagoas, in the northeast of Brazil. In the small fishing village of Guaxuma, fourteenyear-old Tamara is enjoying her last days of vacation before leaving for Brasília, where she will begin her pre-university studies. One day in the village, she hears about a girl nicknamed "Heartless" due to a strange scar on her chest. The summer passes lazily, but Tamara feels a growing attraction towards this mysterious girl.

Born in Guaxuma, Nara Normande later moved to Recife, a hotspot for a new generation of Brazilian filmmakers. She made her directorial debut in 2011 with the short film Dia Estrelado in 2011. In 2014, already working alongside Tião, she directed the short film Sem Coração, which was selected at the Quinzaine des réalisateurs in Cannes and won the Illy Prize. In 2018, she produced Guaxuma a poetic animated short that blends different techniques, all based on the use of sand. The work won awards in Toronto, Amsterdam, Annecy, Ottawa. Like her previous works, the feature film Sem Coração is born from the memories and inspirations of the places where the director was born and spent her childhood.

L’ho conosciuta a Roma nel 1969. Mi ricordo di lei in Facoltà perché era bella, bella ma irraggiungibile. L’ho rivista dopo anni, confuso fra il pubblico che ascoltava la sua lettura delle commedie shakespeariane, che aveva tradotto per dare un corpo naturale alle battute, traduzioni come ginnastica verbale, ora ritmica ora acustica, non paga delle traduzioni di Quasimodo o di Lombardo. Ricordava la grande poetessa americana Emily Dickinson, quando diceva al suo amore Sue Gilbert: «Con l’eccezione di Shakespeare, tu mi hai donato più conoscenza di qualunque essere vivente». Parlo di Patrizia Cavalli, grande poeta (come preferiva, perché «poetessa è così ridicolo»), donna senza timori, amica di Elsa Morante, della quale rivelava dopo l’incontro: «io che ero sola, mi ci si è aperto il mondo». In un’intervista confessa che quando la Morante le chiede di leggere le sue poesie, decide di buttare via tutto e di ripartire da capo. La prima poesia la dedica a Kim Novak, segue la prima pubblicazione, Le mie poesie non cambieranno il mondo nel 1974. Non pensiamo alle sue poesie come sfoghi lirici; è sempre molto contenuta, sono talvolta epigrammi, come quelli di Marziale o le nugae di Catullo o alcune rime del Petrarca, quando in pochi tratti viene delineata una situazione o un pensiero che genera riflessione. Un linguaggio familiare, comune. Patrizia Cavalli è morta, dopo lunga e coraggiosa battaglia, l’anno scorso. Nella prosa si era cimentata anche con successo – il suo Con passi giapponesi fu finalista al Campiello 2020 – ma era la poesia la sua vita. «Scrivere, non comunicare, è la mia intenzione», ma nello scrivere ha una enorme forza di colpirti dentro. La prosa, costretta a rivelare più delle rime, mostra sguardi di donne sulle altre donne. Patrizia era poco attenta al mondo maschile, ma capace di affermare: «Gli unici momenti in cui si smette di pensare a chi si ama è quando si è tra le sue braccia. Un gran riposo anche fisico. Persi in quel vasto paesaggio che è il corpo amato, ci dimentichiamo delle nostre singolarità corporee». E ancora: «metà delle mie poesie sono dedicate a chi ha un amore infelice e trova sempre qualcuno che l’ascolta, di come ci si rivela e ci si offre e di come si abbandona». E cita Parise nell’introduzione ai Sillabari: «La poesia va e viene, vive e muore quando vuole lei e non ha discendenti… Un poco come la vita e soprattutto l’amore». Tratto da Le mie poesie non cambieranno il mondo: «Ma per favore con leggerezza/raccontami ogni cosa/anche la tua tristezza». O da L’io singolare proprio mio: «A voce dolce tu mi metti a letto/tu vuoi che io dorma. Per avviarmi i sogni/mi elenchi le infinite meraviglie/di come tu saresti se tu fossi». Loris Casadei

Le mie poesie non cambieranno il mondo (GDA – Notti Veneziane) di Annalena Benini, Francesco Piccolo Sala Laguna h.21

DAY OF THE FIGHT Orizzonti

Extra

Right after being released from prison, a boxer is back on the ring together with his worries, memories, and fears. In his mind, a barrage of images persists –memories of a challenging life, which now seems to present an irresistible opportunity for redemption. This is the moment when the present can heal the wounds of the past and soothe the scars that have etched their way onto his skin.

Famous for his performance as Richard Harrow in the HBO television series Boardwalk Empire, British actor Jack Huston is making his directorial debut. He appeared as one of the main characters in the fourth season of the FX anthology series Fargo (2020) and acted alongside Jennifer Lawrence, Christian Bale, and Bradley Cooper in American Hustle in 2013.

4 #7
di Nara Normande, Tião con Maya de Vicq, Eduarda Samara, Maeve Jinkings, Erom Cordeiro, Ian Boechat, Kaique Brito, Alaylson Emanuel, Lucas Da Silva, Elany Santos (Brasile, Francia, Italia, 91’) di Jack Huston con Michael C. Pitt, Nicolette Robinson, Ron Perlman, Joe Pesci, John Magaro, Anatol Yusef (USA, 105’)
RYUICHI
a cura di F.D.S.
SAKAMOTO

Oggi a Singapore la Bugis Street degli anni ‘70 (quando Bugis Street di Yonfan è ambientato) è tutt’al più un ricordo. La zona è stata riqualificata ed è tornata alla morale; non vi risuonano più le risate provocanti, le voci nervose dei transessuali e dei travestiti come quando era l’allegra Sodoma e Gomorra del quartiere a luci rosse di Singapore. In Bugis Street ha sede il Sin Sin Hotel, costo del soggiorno 3 dollari, quartier generale di sfavillanti transessuali che vi portano i loro amanti: gente del luogo o marinai americani. Finzionale ma con aspetti di cinéma-vérité, il bel film di Yonfan lancia uno sguardo partecipe sul microcosmo dei trans. Il loro incrocio di storie è unificato dalla presenza “ingenua” di Lian, ragazzina arrivata dalla Malesia per lavorare come cameriera che resta letteralmente shockata quando si accorge che queste “lei” sono dei “lui”; ma di qui parte uno sviluppo, un dialogo su di sé, riflesso nelle sue lettere (reali o immaginarie?) all’amica Maria.

È un film sul tempo che passa, dove l’agitazione febbrile si tinge di malinconia, anche per la precarietà della vita di queste figure che realizzano la costruzione di un immaginario (non per nulla il film ha in epigrafe il “To be or not to be” shakespeariano) – e dove la presenza dell’amore diventa drammatica. Tuttavia c’è, in questi personaggi memorabili, una resistenza, una forza, che giustifica l'espressione finale dell’albergo di Bugis Street come metafora della vita.

Giorgio Placereani

Bugis Street di Yonfan (Hong Kong, Singapore, 1995)

restauro Far Sun Film

intervista

Yonfan di Loris Casadei, Andrea

Ilsuo film Bugis Street è pieno di oggetti, asciugacapelli arancioni, ritratti di geishe, di Elvis Presley, Bruce Lee, bonsai, ventagli, pendole a muro. Sono serviti a ricostruire un’atmosfera o hanno un significato nella sua vita?

In questo film, ma in generale anche negli altri, ho voluto creare un mondo prendendo elementi di realtà e elementi di fantasia. Bugis Street è ambientato negli anni Sessanta. Potevo io costruire una replica esatta degli anni Sessanta?

Volevo farlo? No. Anche se tutto fosse perfettamente uguale a quel che c’era allora – i vestiti, gli accenti, gli oggetti – sarebbe comunque una ricostruzione, una finzione. Io ho reinventato il passato, il che mi ha dato la libertà di usare quel che volevo nel film, anche se non apparteneva a quel periodo. Ho scelto quegli oggetti perché ci stavano bene. No, Bruce Lee in quegli anni ancora non c’era, ma non mi interessa, perché non è di Bruce Lee che stiamo parlando e i film sono arte. Non sto copiando la realtà e non sto costruendo un falso storico, un finto pezzo d’antiquariato. Sto creando qualcosa di nuovo, qualcosa di originale. L’arte è questo.

Abbiamo ammirato i colori, i vestiti violetto, l’abat-jour gialla. Poi il rosa confetto, l’amaranto, il celeste; la stessa notte si tinge di blu. I colori hanno un significato recondito o sono solo artifizi per dare vita alle inquadrature?

Prima di cominciare a fare film facevo il fotografo, dapprima per diletto e poi per professione. Ho imparato da solo. Quel periodo ha formato la mia sensibilità per il colore e per la pellicola. Ho girato Bugis Street in Panavision, un progetto ambizioso perché richiedeva attrezzature speciali che avevano il loro costo. Come pellicola abbiamo usato Kodak. Quanta magia in quella pellicola, quanti strati di colore e di atmosfera uno sull’altro. All’epoca della produzione, nel 1995, non era possibile fare cose del genere in digitale, ma oggi la tecnologia è avanzatissima e riesce a scovare ogni singolo segreto nascosto in quella pellicola. Ho lavorato coi restauratori, sapevano benissimo cosa volevo e di cosa avevo bisogno. Hanno capito cosa intendo con ‘verde’, con ‘rosso’, con ‘giallo’, con ‘blu’. Hanno fatto un lavoro eccellente, sono loro molto grato. Tanto per cominciare, i miei colori devono danzare. In Bugis Street ho girato lunghe sequenze notturne, al chiaro di luna: quindi blu, molto blu con un po’ di giallo quando qualcuno accende la luce, e poi blu di nuovo. È come una coreografia, per i colori. E poi c’è il verde, c’è il rosso, ci sono le tende che danzano con la brezza. Non c’è molto movimento nel film, quindi ho messo della danza ovunque potessi. Ogni scena doveva averne un po’: vento, tende, luci. Il film è una danza continua...

SOUNDTRACKS

80 edizioni attraverso indimenticabili momenti di musica in cinema a cura di F.D.S.

1994 Natural Born Killers Regia di Oliver Stone, compilation assemblata da Trent Reznor

Stone non ha lo sguardo un po’ distante ed amorevole con cui Tarantino osserva i suoi eroi; lui si immedesima in Mickey e Mallory e mescola iperrealismo e moralismo in un corto-circuito esplosivo. La colonna sonora non può che essere una compilation di inni rock al sesso violento inframezzati dalle dolci ballate di Dylan e Patsy Cline, che ovviamente hanno il compito di rappresentare l’America dei good old times

Uscì

in Italia come Rondine senza nido, ma non è uno strappalacrime. Rebecca of Sunnybrook Farm di Allan Dwan, 1938, è una piacevole commedia musicale in cui Rebecca (Shirley Temple, 10 anni), orfana dalla voce d’oro, è sempre a un passo dal diventare una star della radio sotto l’egida del paterno Randolph Scott. Prima perde l’opportunità per un equivoco; poi la zia, a cui il patrigno l’ha sbolognata, è contraria al suo ingresso nel mondo dello spettacolo; poi, dopo un primo successo, il patrigno la reclama indietro per cederla a una compagnia concorrente. Ma lei non è tipo da lasciarsi abbattere (“I’m very self-reliant” è il suo tormentone). Le sue canzoni riprendono quella sognante risposta ottimistica ai problemi della vita che ha fatto da colonna sonora e contrappunto ideale alla Depressione. Shirley Temple attraversa il film con buffa dignità da young lady, e grazie alla sua bravura il mix di ingenuità infantile e imitazione degli adulti raggiunge effetti esilaranti (le sue risposte oneste ma involontariamente a doppio senso sono micidiali). Allan Dwan aveva girato con lei l’anno prima il magnifico Heidi (Zoccoletti olandesi); e sempre nel 1937 lei desta l'ammirazione di un duro come John Ford quando la dirige in Wee Willie Winkie (Alle frontiere dell’India). Dalle centinaia di brevi film girati dal 1911, e dal magistero di Griffith, Dwan imparò qualcosa cui restò fedele tutta la vita: il potere della semplicità. I suoi film sono fluidi, sobri, teneri nei sentimenti, di una quieta bellezza. G.P.

Rebecca of Sunnybrook Farm di Allan Dwan (USA, 1938) restauro Walt Disney Studio, The Film Foundation

My Childhood (1972), My Ain Folk (1973) e My Way Home (1978) compongono la trilogia con cui Bill Douglas ha raccontato la sua difficile infanzia, trascorsa con la nonna materna e il cugino, mentre il padre era assente e la madre chiusa in un manicomio. Con i pochi soldi guadagnati restituendo barattoli di marmellata, riesce a comprare alcuni biglietti per il cinema, gettando così le basi per una passione che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Durante il suo servizio in Egitto con la RAF conosce Peter Jewel, con il quale inizia a collezionare attrezzature cinematografiche. Ora questi cimeli sono conservati presso il The Bill Douglas Cinema Museum. Attraverso filmati d'archivio esclusivi, il documentario di Jack Archer esplora gli anni maturi di Douglas, considerato l'unico regista neorealista inglese, scomparso nel 1991 all'età di 57 anni.

Bill Douglas – My Best Friend di Jack Archer (UK, 78’)

1997 Hanabi Regia di Takeshi Kitano, musica di Joe Hisaishi Doveroso omaggio ad un grande compositore di musica per il cinema che ha legato il suo nome ai film di Kitano e alle creazioni dello studio Ghibli, quindi di Miyazaki. In realtà personalmente stravedo per il tema principale di un altro film di Kitano, L’estate di Kikujiro, sempre composto da Hisaishi, perché mi sembra che dietro questo motivo si celi non solo una grande intuizione sonora, ma anche un mondo, un qualcosa che chiamerei un modo di essere dell’umanità, e cioè quel senso di sostare tra ebbrezza e nostalgia che, tra tutte le stagioni, l’estate riesce a ricreare con più intensità.

1998 Lola corre Regia di Tom Tykwer, musica di Tom Tykwer, Johnny Klimek, Reinhold Heil

Le strade di Berlino diventano il labirinto per la folle corsa di Lola verso la salvezza del mondo, cioè del suo fidanzato. La colonna sonora è il trionfo della techno della terza stagione, quella legata all’accelerazione della pulsazione ritmica e alle forti commistioni con il rock. La critica di allora, che fu del tipo “ci troviamo davanti ad un videoclip di 80 minuti”, sembra oggi parecchio fuori bersaglio.

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Photo Ronina Greggio
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Pietro_Castellitto

Settimana della Critica

intervista

ienamente calata nella Mostra, con eventi speciali e un concorso dal consueto alto tasso di qualità, la Settimana della Critica tocca quota 38 edizioni con proposte eterogenee di cinema contemporaneo legate tra loro dal fascino di storie che portano la più viva realtà sullo schermo. Ne parliamo con la Delegata Beatrice Fiorentino.

Una Settimana Internazionale della Critica che vuole riportare lo sguardo al centro del proprio programma. Da quali urgenze nasce la selezione 2023?

In primis, da urgenze formali. Siamo di fronte a proposte originali, potenti, che non passano inosservate e regalano il piacere più puro dell’esperienza filmica. Dichiarazioni estetiche, ma anche affermazioni politiche, pienamente consapevoli della complessità del presente. Entriamo in contatto con stati di alienazione, la definizione di (nuove) identità, la relazione dell’individuo con lo spazio circostante, oltre che con temi di attualità come la marginalità delle banlieue, la “spider invasion” come metafora della minaccia neo-capitalista, la discriminazione e gli abusi sulle atlete intersessuali in ambito olimpionico.

La presenza femminile si fa sempre più imponente, aspettando il tempo in cui questo non farà più notizia. Quali le originalità delle figure selezionate?

Accogliamola comunque come una buona notizia, segnale del fatto che forse qualcosa sta davvero cambiando, perché il numero di film ricevuti a firma femminile è sensibilmente aumentato e solo in questo modo si può finalmente ragionare in termini qualitativi e non di quote, come tutti e tutte auspichiamo.

Non vedo nei film che abbiamo selezionato una caratteristica particolare che determini uno ‘sguardo femminile’, ammesso che uno ‘sguardo femminile’ esista e sia in qualche modo codificabile. Parlerei di sensibilità diverse, ma questo vale per tutti i film, indipendentemente dal genere a cui il regista appartiene. The Vourdalak è una storia di vampiri che canta a suo modo la possibile fine del patriarcato, ma è girato da un uomo, mentre Life Is Not a Competition, But I’m Winning è girato da una donna, portando avanti una visione queer che supera appunto la binarietà uomo/donna. È anche

Pvero che lo sguardo di Tana Gilbert sulle detenute di un carcere femminile in Malqueridas è particolarmente ‘vicino’ e che in About Last Year l’osservazione dei corpi di tre giovani donne portata avanti da tre registe donne, centrale nel racconto, presenta un punto di vista sempre complice e affettuoso, mai sessualizzato o desiderante. E questo è uno dei punti di forza del film. Se lo sguardo fosse stato quello di un maschio eterosessuale probabilmente sarebbe stato diverso, chissà.

Il documentario Passione critica è l’atteso evento speciale in collaborazione con Biennale e Giornate degli Autori. Come nasce e arriva al Lido la pellicola di Simone Isola, Franco Montini e Patrizia Pistagnesi?

Passione critica nasce da un’idea di Cristiana Paternò in occasione del cinquantesimo anniversario del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Il documentario raccoglie testimonianze e ricordi che da un lato aiutano a conoscere la nostra storia e a ridefinire la nostra identità di critici nel presente, dall’altro instaurano un dialogo con alcuni degli autori più importanti del cinema italiano. Questo confronto – a volte anche acceso – tra critica e autori ha regalato vivacità, portando il film in direzioni inaspettate.

SIC@SIC, la sezione dedicata ai cortometraggi curata dal 2016 assieme a Cinecittà, sempre più scommessa vinta, vede in apertura Incontro di notte del Leone d’Oro Liliana Cavani e in chiusura Tilipirche di Francesco Piras. Ci parli di questi lavori. Nell’anno in cui Liliana Cavani riceve dalla Biennale il Leone d’Oro alla carriera, le rendiamo omaggio con la sua prima regia in assoluto (nella versione digitalizzata dal Centro Sperimentale di Cinematografia). Pur trattandosi di una esercitazione del 1961, Incontro di notte è già un film modernissimo che mette al centro il tema della discriminazione, ma in cui – soprattutto – si vedono in nuce le potenzialità dell’autrice. Ciò sta a indicare quanto la tappa del cinema breve sia in realtà cruciale e come il talento di un cineasta, la ‘scintilla’, sia riconoscibile già in questa fase primordiale. È proprio di quella scintilla che andiamo in cerca a SIC@SIC.

Tilipirche, invece, ci riporta nel cuore del presente. È una sorta di western, un racconto aspro e duro ambientato nella campagna arsa dal sole che alza la soglia di attenzione sull’emergenza ambientale che incombe.

Francesco Piras ha girato nel Comune sardo di Noragugume, nei momenti più drammatici di un'invasione di cavallette che ha interessato il territorio, mettendo in ginocchio allevatori e agricoltori della piana del Tirso.

interview

Moin Hussain

British director Moin Hussain is in Venice with his debut feature film Sky Peals, a story on detachment, on being so far removed from one’s supposed home that one wonders: how is it at all possible that I belong here? Do I even come from this planet?

Adam is obviously bad at expressing himself. How can you tell a story of someone who won't? Someone who is so reluctant to bare it all out?

Adam is a challenging protagonist, yes, people picked that up a lot. That’s what intrigues me about him, though, what draws me to him. He isn’t a person who communicates well, or emotes, or gives much away. The process of him slowly opening up at himself and at the world is the story I am showing. That’s what Adam has been trying to do all along, too. Film is not only dialogue, anyway. There are many other aspects of filmmaking, and I will be using all of them to push the story forward. There’s the soundscape, the music, the way the film looks – all convey something.

If Adam were a Christian, his yearning for a father might be explained away. Does the fact that he is Muslim make him secondguess himself? His travelling to a Church and the figure of Tara, an accepting mother, seem to belong in this perspective. Did Adam, the first man, know his father?

There are both intentional and unintentional elements in the film, and it is not my goal for there to be one reading of the film and exclude all others. It’s interesting that some may take that away from the film. There is a lot to do with life and death, and what comes before and after them. Adam is not a religious person. We might see him as a Muslim because his father was, but his mother’s English, so he’s sort of in between cultures, which is another point of interest in his personality. It relates to my own experience, too. Adam is scratching around trying to work out how he can fit between things, which I guess is the whole point of the movie. Obviously, there is going to be some religious symbolism. I did want to make at least two scenes, one at a mosque and one at a church, to explore the world that he lived in, which isn’t easy to categorize. What place can Adam call home? I guess he has a home, but he sort of ends up losing it. Adam is the biblical first man, that’s what drew me to the name. My Adam feels like he’s the first of his kind, as revealed in the movie. There are different levels and different possible interpretations of the movie, yes, but to me, it is a quite simple story. It is a story of alienation and missed connection in a very human sense. I hope it says something about what it means to be human when you take a slightly different route than most.

You are making your feature debut at Venice. What kind of presence are you aiming for in the filmmaking world?

I try not to think about that much. At this point, I cannot control how the film will be received. Worrying too much about what my place in the industry is going to be would be taking away energy from the actual work and my actual goal, which is making the next movie, and then the next and the one after that. I am the kind of person who believes in always moving forward, one step at a time. I am open to different things. Were I asked if I wanted to make the next blockbuster or a beautiful art film, I guess I’ll want to do both, if that’s even possible. I think my place as a filmmaker is just slightly off the beaten track of mainstream audience. Though again, I tend not to think about that too much, and just go towards what interests me.

7 #7
Beatrice Fiorentino di Davide Carbone

14.00 Sala Grande

FUORI CONCORSO - NON FICTION

pubblico - tutti gli accrediti

RYUICHI SAKAMOTO | OPUS

Neo Sora (103’)

v.o. giapponese st. italiano/inglese

14.00 Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC

pubblico - tutti gli accrediti

IT ISN’T SO

Fabrizio Paterniti Martello (11’)

v.o. inglese st. italiano/inglese SKY PEALS

Moin Hussain (91’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

14.15 Sala Casinò

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI

pubblico - tutti gli accrediti

ANDREJ RUBLEV -

DIRECTOR’S CUT

Andrej Tarkovskij (191’)

v.o. russo st. italiano/inglese

14.30 Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

HOKAGE (SHADOW OF FIRE)

Shinya Tsukamoto (95’)

v.o. giapponese st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

15.00 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI

pubblico 14+ - tutti gli accrediti

BUGIS STREET

Yonfan (102’)

v.o. inglese, mandarino st. italiano/inglese

15.15 PalaBiennale

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

OURA EL JBEL (BEHIND THE MOUNTAINS)

Mohamed Ben Attia (98’)

v.o. arabo tunisino st. italiano/inglese

16.00 Sala Giardino

FUORI CONCORSO - NON FICTION

pubblico - tutti gli accrediti

FRENTE A GUERNICA (VERSIONE INTEGRALE) (FRENTE A GUERNICA [DIRECTOR’S CUT])

Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi (126’)

v.o. italiano, francese st. inglese/italiano

A seguire incontro con gli autori/Q&A

16.15 Sala Grande

VENEZIA 80 pubblico - tutti gli accrediti ZIELONA GRANICA (GREEN BORDER)

18.30 Sala Volpi

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti ANDREJ RUBLEVDIRECTOR’S CUT

Andrej Tarkovskij (191’)

v.o. russo st. italiano/inglese

19.15 Sala Grande

VENEZIA 80 pubblico

ENEA

20.00 Sala Darsena

FUORI CONCORSO press - industry

VIVANTS (ON THE PULSE)

Alix Delaporte (86’)

v.o. francese st. italiano/inglese

20.00 PalaBiennale

VENEZIA 80 pubblico

ENEA

Pietro Castellitto (117’)

v.o. italiano st. inglese

a seguire VENEZIA 80 pubblico

22.00 Sala Volpi

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI

pubblico 14+ - tutti gli accrediti THE EXORCIST

William Friedkin (132’)

v.o. inglese st. italiano

22.00 Sala Pasinetti

ORIZZONTI press - industry EN ATTENDANT LA NUIT (FOR NIGHT WILL COME)

Céline Rouzet (105’)

v.o. francese st. italiano/inglese

Agnieszka Holland (147’)

v.o. polacco, arabo, inglese, francese st. italiano/inglese

16.45 Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI

pubblico 14+ - tutti gli accrediti QUITTER LA NUIT (THROUGH THE NIGHT)

Delphine Girard (108’)

v.o. francese st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

16.45 Sala Volpi

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti

MICHEL GONDRY, DO IT YOURSELF

François Nemeta (80’)

v.o. francese, inglese st. italiano/inglese

17.15 Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

SEM CORAÇÃO (HEARTLESS)

Nara Normande, Tião (91’)

v.o. portoghese st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

17.15 Sala Corinto

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti

MAKING OF Cédric Kahn (119’)

v.o. francese st. italiano/inglese

17.30 PalaBiennale

FUORI CONCORSO pubblico - tutti gli accrediti COUP DE CHANCE

Woody Allen (96’)

v.o. francese st. italiano/inglese

18.00 Sala Casinò

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti BILL DOUGLASMY BEST FRIEND

Jack Archer (78’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

Pietro Castellitto (117’)

v.o. italiano st. inglese

19.30 Sala Giardino

EVENTO SPECIALE pubblico - tutti gli accrediti prodotto da One More Pictures e Rai

Cinema

A VOCE NUDA

Mattia Lobosco (15’)

v.o. italiano st. inglese

Esibizione Live: Mr. Rain

19.30 Sala Perla

FUORI CONCORSO press - industry

XUE BAO (SNOW LEOPARD)

Pema Tseden (109’)

v.o. tibetano, cinese st. italiano/inglese

19.30 Sala Pasinetti

ORIZZONTI press - industry

DOMAKINSTVO ZA

POCETNICI (HOUSEKEEPING FOR BEGINNERS)

Goran Stolevski (107’)

v.o. macedone, romani, albanese st. italiano/inglese

19.45 Sala Corinto

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico - tutti gli accrediti

FOTO DI GRUPPO (GROUP PICTURE)

Tommaso Frangini (17’)

v.o. italiano st. inglese AI SHI YI BA QIANG (LOVE IS A GUN)

Lee Hong-Chi (81’)

v.o. mandarino, taiwanese st. italiano/inglese

ZIELONA GRANICA (GREEN BORDER)

Agnieszka Holland (147’)

v.o. polacco, arabo, inglese, francese st. italiano/inglese

20.00 Sala Casinò

ORIZZONTI press - industry

EN ATTENDANT LA NUIT (FOR NIGHT WILL COME)

Céline Rouzet (105’)

v.o. francese st. italiano/inglese

21.00 Sala Giardino

ORIZZONTI EXTRA

pubblico - tutti gli accrediti DAY OF THE FIGHT

Jack Huston (105’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

21.45 Sala Grande

FUORI CONCORSO

pubblico - tutti gli accrediti

HIT MAN

Richard Linklater (113’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

22.00 Sala Darsena

FUORI CONCORSO press - industry

XUE BAO (SNOW LEOPARD)

Pema Tseden (109’)

v.o. tibetano, cinese st. italiano/inglese

22.00 Sala Corinto

GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry

KANATA NO UTA (FOLLOWING THE SOUND)

Kyoshi Sugita (84’)

v.o. giapponese st. italiano/inglese

22.00 Sala Perla

FUORI CONCORSO press - industry

VIVANTS (ON THE PULSE)

Alix Delaporte (86’)

v.o. francese st. italiano/inglese

22.15 Sala Casinò

ORIZZONTI press - industry

DOMAKINSTVO ZA

POCETNICI (HOUSEKEEPING FOR BEGINNERS)

Goran Stolevski (107’)

v.o. macedone, romani, albanese st. italiano/inglese

Opera Prima

Accesso in sala consentito solo fino a 10 minuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for the public and pass holders.

Daily Venezia 80 Supplemento di n. 279 settembre 2023 Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1245 del 4/12/1996

Direttore responsabile Venezia News Massimo Bran

Redazione Marisa Santin (coordinamento editoriale), Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione), Paola Marchetti (direzione organizzativa), Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari

Luca Zanatta (graphic design)

Hanno collaborato Loris Casadei, Maria Casadei, Fabio Di Spirito, Massimo Macaluso, Roberto Pugliese, Cesare Stradaioli, Riccardo Triolo, Delphine Trouillard, Andrea Zennaro Leonardo Cigni, Laura Gibellini, Lucrezia Sillo, Irene Zanutto Stampa CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it redazione@venezianews.it www.venezianews.it/daily2023

8 #7
Pubblico Accreditati Public Pass holders SEGUE DA P. 3 u s a i l q r c o d e e at t i va l a t u a p r o va g r at u i ta L A C O M M U N I T Y p i ù C I N E F I L A D E L P I A N E TA INTERNATIONAL CRITICS SCREEN INTERNATIONAL THE HOLLYWOOD REPORTER THE FILM VERDICT TONET/FABRE LE MONDE BEN CROLL THE WRAP JONATHAN ROMNEY THE OBSERVER TOMMASO KOCH EL PAIS KEVIN MAHER THE TIMES BARBARA HOLLENDER RZECZPOSPOLITA DANIEL KOTHENSCHULTE FRANKFURTER RUNDSCHAU COMANDANTE H HH½ HHH½ HHH½ HH½ HH HH HH HH H½ EL CONDE HH HHHH HHHH HH HHH HH HHHH HH HHH½ HH½ FERRARI HHH HHHH HHHH½ HHHH HHH HHH HH HH HHH HHH½ DOGMAN H½ HHH½ HHH H½ HH½ H HHH½ H HHHH HHHH BASTARDEN HHHH HHH½ HHHH HHH HHHH HH½ HHHH HHHH HHH½ POOR THINGS HHHHH HHHHH HHHHH HHH HHHH½ HHHHH HHH½ HHHHH HHHH½ HHHH½ FINALMENTE L’ALBA HHHH HHH½ HH HHH½ HH HH½ HH HHH½ HH½ ADAGIO HH HHH HH HH HHH HH½ HHH HH½ HH MAESTRO HHHH HHHH½ HHH½ HHH HHH½ HHHHH HHH HHHHH HHH HHHH DIE THEORIE VON ALLEM HHHH HH½ HHH H HHH HHHH HHH½ HHH HH HHHH LA BÊTE HHHH HHH½ HHH HHHHH HHHH HHHH HHHH HH HHHH HHHH THE KILLER HHHHH HHH½ HHH HH½ HHHH HHHHH HHHH HHH HHH HHH EVIL DOES NOT EXIST HHHHH HHHH HHH HHHH HHH HHHH HHHH HH½ PRISCILLA HHHHH HHHH HHHH½ HH HHH HHH HHH HHH½
9 #7
ARTWORK MARCO LOVISATTI / MARCOLOVISATTI.IT
6 #2

in Mostra

SALA DARSENA

DI EMANUELE BUCCI LA MOSTRA DELLE DISTOPIE

Se non ci occupiamo dell’intelligenza artificiale, l’intelligenza artificiale si occuperà di noi. Anzi, se ne sta già occupando: lo sa fin troppo bene l’80ª Mostra del Cinema di Venezia, che prima di iniziare ha dovuto misurarsi con le conseguenze dello sciopero di sceneggiatori e attori hollywoodiani, dove tra i grandi temi c’è proprio un uso delle nuove, discusse tecnologie capace di penalizzare fortemente i lavoratori dello spettacolo. L’assenza dal red carpet dei divi in protesta ci rimanda dunque a un presente e a un futuro al bivio tra progresso e distopia. E con differenti generi di apocalissi si misurano, non a caso, vari titoli della Mostra: dalla fine del mondo come pretesto per una riflessione sull’ordine del nostro tempo (nel film della novantenne Leonessa d’oro Liliana Cavani) alla guerra tra vittime della catastrofe ambientale ed energetica di NinadeiLupidi Antonio Pisu (visto alle Giornate degli Autori), fino alla Roma noir di Stefano Sollima in Adagio, non più tanto Città Eterna fra uno Stato agonizzante, i continui blackout e il collasso eco-climatico che, dopo il Tevere essiccato di Paolo Virzì in Siccità (l’anno scorso sempre a Venezia), adesso si respira (letteralmente) nell’aria soffocante e nei perenni incendi sullo sfondo. Ma a rappresentare più emblematicamente le inquietudini su ciò che verrà (e un po’ è) sono proprio le intelligenze artificiali: diversi in questi giorni al Lido gli incontri nei quali il mondo del cinema si è confrontato su rischi e opportunità del loro impiego nel settore, e di riflesso in tutta la nostra vita. Mentre il film passato in concorso Labêtedi Bertrand Bonello prefigura un 2044 dove le I.A. sono adoperate per anestetizzare le nostre emozioni più profonde, considerate ormai fastidiosi ostacoli alla nostra efficienza sul posto di lavoro. Difetti di programmazione del nostro DNA da cui “purificarsi”, in un mercato e in una società sempre meno a misura d’uomo. Forse, allora, anziché preoccuparci troppo delle macchine che diventano sempre più simili a noi, dovremmo stare attenti a non diventare noi sempre più simili a macchine. Incapaci di empatizzare con i nostri vicini, di arrabbiarci per le ingiustizie che ci circondano e, soprattutto, di avvertire un po’ di sana paura per un domani da scongiurare. E meno male che a volte i film ci ricordano quanto sia importante essere ancora in grado di provare tutto questo. n

L’Italia gioca l’asso Pietro Castellitto e si presenta con il quarto film italiano in gara per il Leone d’Oro. È con Enea che il giovane regista, sceneggiatore e attore torna al Lido, questa volta per competere nella major league dopo l’acclamato esordio nel 2020 con la sua opera prima, I predatori, vincitrice del premio Orizzonti per la migliore sceneggiatura, nonché del Nastro d’Argento e David di Donatello come miglior regista esordiente. E se “Il secondo album è sempre il più difficile” come cantava Caparezza, anche il secondo film non è da meno, ragion per la quale gli occhi puntati su Castellitto Jr. si fanno ancora più attenti. «Enea rincorre il mito che porta nel nome: lo fa per sentirsi vivo in un’epoca morta e decadente», recita l’incipit della sinossi del film, nel quale Roma torna a fare da sfondo alle vicende dei protagonisti, tramite una lente che osserva famiglie disfunzionali, discoteche, spaccio, corruzione morale e sociale. Una sorta di Grande bruttezza, come lo ha definito il direttore artistico Barbera, capace di denunciare cinismo e ipocrisia con un nuovo linguaggio cinematografico. In parallelo e, al tempo stesso, nella profondità dell’opera si muovono i meccanismi dei legami familiari, con la malinconia che permea la personalità di un padre, il senso di sconfitta che tesse l’animo di una madre, e i problemi a scuola che scandiscono la quotidianità di un fratello. «Enea è un gangster movie senza la parte gangster. Una storia di genere senza il genere. La componente criminale del film viaggia silenziosa su un binario nascosto, e sopraggiungeimprovvisanellefessuredeirapportiquotidiani,sconvolgendoi protagonisti ignari» ci racconta Pietro, che nella sua opera seconda ha voluto dirigere anche il papà Sergio e il fratello minore, Cesare. «I protagonisti sono mossidalmisterodellagiovinezza- spiega ancora il regista - Nonfannoquello che fanno né per i soldi né per il potere, ma forse per vitalità, per testare il

cuore,percapirefinoachepuntocisipossasentirevivioggi,all’albadiquesto nuovo millennio, saturo di guerre raccontate e di attentati soltanto visti». Insieme ai tre sopracitati Castellittos, nel cast troviamo anche Benedetta Porcaroli, Giorgio Quarzo Guarascio, Chiara Noschese, Giorgio Montanini, Adamo Dionisi e Matteo Branciamore. n

CHECK IN

Jacob Elordi, Sofia

Coppola, Cailee

Spaeny e Priscilla

Presley arrivano al Lido per il film

Priscilla.

ORA DISPONIBILE SU
80ª MOSTRA INTERNAZIONALE
CINEMATOGRAFICA n. 7 Martedì 5 settembre 2023
D’ARTE
DI CLAUDIA GIAMPAOLO
3
ENEA CRESCE IL PUBBLICO DELLA MOSTRA pag.

VENEZIA 80: IL PUBBLICO CRESCE RISPETTO AL 2022

GREEN BORDER

DI EMANUELE BUCCI

Prima ancora che iniziasse l’invasione russa dell’ucraina, era già in atto (e lo è tuttora) la grave crisi umanitaria e politica narrata dalla regista Agnieszka Holland in Green Border (Zielona granica), in concorso all’80ma Mostra del Cinema di Venezia: parliamo della situazione sul “confine verde”, quello tra la Bielorussia del dittatore Aleksandr Lukashenko e la Polonia dell’estrema destra di Mateusz Morawiecki. Dall’una i migranti africani e mediorientali tentano di far ingresso nell’altra, venendo brutalmente respinti alla frontiera dal governo polacco, che ha eretto un muro di 186 chilometri per bloccare gli ingressi. Questo scenario è stato recentemente raccontato anche da Kasia Smutniak nel documentario (in arrivo) Mur. Ed era solo questione di tempo prima che lo facesse Agnieszka Holland: infatti la cineasta polacca, oltre alle numerose e apprezzate collaborazioni col cinema e la tv angloamericane (ha diretto, tra le altre cose, Leonardo DiCaprio e David Thewlis nel film del 1995 Poeti dall’inferno, ma anche episodi di serie come The Wire, House of Cards, Cold Case e The Killing), racconta da decenni le pagine più buie della storia del Vecchio continente, come i crimini nazisti e la Seconda guerra mondiale in Europa Europa (1990) e In Darkness (2011), candidati all’Oscar. Green Border si focalizzerà in particolare su alcune figure: l’attivista Julia, la giovane guardia di frontiera Jan e una famiglia siriana. «Viviamo in un mondo in cui sono necessari grande immaginazione e coraggio per affrontare tutte le sfide dei nostri tempi», ha detto Holland. «La rivoluzione dei social media e l’intelligenza artificiale hanno ostacolatosempredipiù l’ascolto di voci autentiche. A mio avviso,nonhaalcunsensoimpegnarsinell’arte se non si lotta per quelle voci, se non si lotta per porre domande su questioni importanti, dolorose, a volte irrisolvibili, che ci mettono di fronte a scelte drammatiche. Questa è esattamente la situazione in atto al confine tra Polonia e Bielorussia». n

HIT MAN

DI ALESSANDRO DE SIMONE

La capacità che Richard Linklater ha di abbracciare qualunque genere con la stessa naturalezza è rara nel panorama cinematografico mondiale. Dalla commedia musicale di School of Rock a quella sentimentale della Trilogia

Before, lo sci-fi esistenzialista e animato di A Scanner Darkly, perfino il cinema sportivo con il remake di Che botte se incontri gli orsi. Regista versatile e dalla poetica molto ben definita, oltre che uno sperimentatore estremo, come dimostra il film assoluto Boyhood, girato nel corso di tredici anni con l’attore protagonista che è cresciuto durante la lavorazione, Linklater sa anche essere un regista incredibilmente veloce, andando a una media quasi perfetta di un film all’anno. L’ultimo era stato il film d’animazione Apollo 10 ½ , mentre per quanto riguarda il live action bisogna tornare indietro al 2019 (nel mezzo ha prodotto una serie, The Animal Rescue, di cui ha diretto anche due episodi) Where’d You Go, Bernadette?, con una magnifica Cate Blanchett.

Hit Man è una ulteriore tappa, un noir action, ma sempre nello stile di Linklater, ironico, sentimentale e anche malinconico. Il film racconta delle avventure di Gary Johnson, il killer professionista più richiesto di New Orleans, un personaggio che sembra davvero uscito da un film, ma in realtà nasconde un segreto che i suoi clienti assolutamente non devono scoprire. A meno che non serva a salvare la vita a qualcuno, un vero paradosso per un killer. In questo caso, una donna in fuga dal fidanzato violento.

«Il film è molto vagamente ispirato a un articolo di cronaca nera che ho letto quasi vent’anni fa sul Texas Monthly» ha svelato Linklater presentando il film che a Venezia 80 è presentato fuori concorso. «Ha tanti generi diversi, passa dalla commedia al noir, passando per il thriller, ma la cosa mi interessava di più era esaminare il concetto di identità».

Dopo Venezia, Hit Man sarà presentato anche a Toronto e al London Film Festival. Arriverà anche nei cinema italiani, distribuito dalla BIM. n

Sono da record i numeri registrati al quinto giorno della ottantesima Mostra del Cinema. I biglietti d’ingresso venduti hanno avuto un incremento del +9% rispetto allo scorso anno per un totale di 35.496 biglietti. Gli abbonamenti sottoscritti quest’anno sono stati 6375 e quindi sono aumentati del 17% mentre gli ingressi totali nelle sale sono stati 114851 inclusi gli accreditati con un sorprendente 18% in più rispetto alla scorsa

edizione. «Ciauguriamocheleragionichestanno alla base degli scioperi attualmente in corso nel mondodellospettacolointernazionalesirisolvano alpiùprestoenelmiglioredeimodi – dicono dalla direzione della Mostra del Cinema - eauspicache lapositivarispostadelpubblicoalLidorappresenti unattodirispettoedivicinanzaversoautrici,autori,artisteeartistichepartecipanoallosciopero, e verso la Mostra stessa» n

RYUICHI SAKAMOTO | OPUS

DI OSCAR COSULICH

Il 28 marzo 2023 il leggendario compositore Ryuichi Sakamoto si è spento a soli 71 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro. Negli anni precedenti alla sua morte, Sakamoto non poté più esibirsi dal vivo come era solito fare durante i suoi tour mondiali. Ciononostante, nel 2022 ha raccolto tutte le sue energie per lasciare un’ultima esibizione sotto forma di film concerto, affidando a suo figlio Neo Sora la regia di questa performance, al tempo stesso sublime e straziante. Sakamoto, per l’occasione, ha accuratamente scelto i venti brani in scaletta con cui ha voluto ripercorrere la sua intera carriera: dal periodo techno pop con la YellowMagicOrchestra fino alle magnifiche colonne sonore, tra cui brillano quelle per i film di per giungere alla musica meditativa di ultimo album, vero testamento artistico e summa della sua arte. RYUICHI SAKA

MOTO | OPUS è uno dei rari esempi di opera dove un artista riesce a concludere la sua intera creazione in modo definitivo in punto di morte. Uno sforzo, quello di Sakamoto, che ricorda quel che riuscì a fare, incidendo negli ultimi giorni della sua vita lo splendido e doloroso disco Blackstar il collega e amico David Bowie, con cui Sakamoto divise nel 1983 il set come attore, nell’indimenticabile Furyo di Nagisa Ôshima Neo Sora, figlio di Sakamoto e della sua terza moglie Norika Sora è un regista, direttore della fotografia e artista che nel 2015 ha diretto il docu mentario Ainu Neno An Ainu insieme al collettivo artistico Lunch Bee House di cui fa parte. Di quel film è stata presentata una versione in forma d’installazione all’Istituto di Cultura di Tokyo nel 2017. Nel 2020 ha girato il corto The Chickens, presentato in festival come Locarno, Cler mont-Ferrand e Hong Kong. Il suo ultimo progetto è il corto Glass Bottle (2022). n

FRENTE A GUERNICA

DI MATTIA PASQUINI

Quella in programma alla

80ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia sarà una sorta di Director’s

Cut- per dirla con il direttore Alberto

Barbera - del film di montaggio commissionato dal MuseoNacionalcentrodearteeinaSofiadi Madrid al regista e architetto di origini armene Yervant Gianikian. Che co-firma questo Frente a Guernica con la moglie Angela Ricci Lucchi (artista scomparsa nel 2018 a 75 anni), al suo fianco nelle tante installazioni esposte in passato dal Centre Pompidou al Moma di New York come nella ideazione di quello che sarebbe riduttivo definire un contenuto aggiuntivo della collezione del museo spagnolo relativa all’immortale dipinto di Pablo Picasso lì esposto.

Un’opera “di fronte” alla quale i due avvertirono una spinta a presentarla in modo diverso, ripartendo dal film omonimo di Robert Flaherty del 1946 e approfittando della voce di Lucrezia Lerro, che racconta del “caso” Osip Mandel’štam mentre lo stesso Gianikian legge dal diario di Mikhail Koltsov. Una versione più lunga di quella “ufficiale” che prosegue - come promesso dal regista alla moglie - il loro lavoro «politico,artistico,storico,sullaviolenzadelNovecento»e che attraverso gli effetti del bombardamento nazista e fascista sulla cittadina di Guernica del 26 aprile 1937 offre anche un’occasione di riflettere sul nostro presente. «Èstatotremendolavoraresullaguerramentre èincorsoun’altraguerra - dichiara Gianikian. - Il nostro è unfilmcontrolafollianucleare,Picassol’avevaprevistaconGuernica» n

DAILY n. 7 - MARTEDÌ 05.09.2023 p. 3 in Mostra

«Quello che più mi interessava era raccontare gli alti e bassi, i momenti belli e quelli meno felici di una coppia. Volevo indagare le dinamiche che si sviluppano tra due partner e il modo in cui una donna,crescendoeottenendopiù sicurezza in sé, arriva ad avere un punto di vista diverso nei confronti del mondo e di se stessa».

Sofia Coppola parlando del suo film Priscilla

IL PRESENTE E IL FUTURO DEL CINEMA IN PUGLIA

Dal 1923 al 2006, solo 114 le produzioni cinematografiche in Puglia, dal 2007 (anno della fondazione di Apulia Film Commission) ad oggi, ben 745 Un dato che l’ente regionale ha condiviso durante l’incontro Puglia Grants. Funding opportunities and services tenuto presso lo spazio Fondazione Ente dello Spettacolo all’Hotel Excelsior, illustrando risultati raggiunti e obiettivi futuri. Fra gli intervenuti, Annamaria Tosto e Antonio Parente, rispettivamente Presidente e Direttore Generale di Apulia Film Commission e Cristina Piscitelli (RUP dell’Avviso Apulia Film Fund), con la partecipazione speciale di Adrian Wootton, Chief Executive di Film London. Si sono ricordati gli strumenti messi a disposizione dalla Film Commission (che includono cineporti, mediateca, ricerca fotografica e location, formazione e business, production guide e la rete di Apulia CineFestival Network) nonché alcune recenti produzioni sostenute attraverso l’Apulia Film Fund (dal 2020 gestito direttamente dalla Film Commission), come Il racconto dei racconti e Pinocchio di Matteo Garrone, Francedi Bruno Dumont e Padre Pio di Abel Ferrara, le serie Lolita Lobosco e That Dirty Black Bag e i lungometraggi di Venezia 80 Comandante e L’invenzione della neve, per un importo complessivo stanziato di oltre 18 milioni di euro cui è corrisposta una spesa in Puglia delle produzioni che supera i 47 milioni. Attesa quest’anno la call per un nuovo finanziamento. E gli auspici per il futuro includono anche il «coinvolgerealivelloproduttivoe diutenzalenuovegenerazioni,perchésonoilfuturo sulpianoeconomicoeculturale», ha detto Tosto

WOODY ALLEN: «LA MORTE?MEGLIO NON PENSARCI…»

IL REGISTA AL LIDO HA PARLATO DEL SUO NUOVO FILM E DEI CAPRICCI DELLA FORTUNA

La stampa lo accoglie con gli applausi e con il suo tono di voce sussurrante Woody Allen risponde alle domande sul suo film CoupdeChance, in cui fortuna e morte si incrociano. «ComeinMatch Point anchequisiparladiquantosiacapricciosala fortuna e di quanto influenzi la nostra vita – ammette – Sono sempre stato molto for tunatonellavita,hoavutoduegenitoriche

LA FILM COMMISSION CAMPANA FESTEGGIA 18 ANNI

«La nostra Film Commission diventa maggiorenne», sorride la presidente Titta Fiore, «quando tutto è cominciato partivamo dalla produzione di pochi titoli l’anno, nel 2023 siamo già arrivatia170.Neglianniabbiamocontribuitoa1.500 produzioni, da quelle hollywoodiane ed europee al cinemad’autoreitaliano,dalleseriealdocumentario»

La presidente, in compagnia di Maurizio Gemma, direttore della Film Commission e Rosanna Romano, Direttore Generale Politiche Culturali e Turismo della Regione Campania, hanno celebrato i successi della Film Commission Regione Campania, illustrando il bilancio di 18 anni di un’attività implementata in modo esponenziale dal 2016, quando la Campania si è dotata di una legge cinema. Nell’immediato futuro, il progetto del Distretto Campano dell’Audiovisivo - Polo del Digitale e dell’Animazione Creativa, 10.000 metri quadri nell’area dell’ex base Nato di Bagnoli, un’infrastruttura che rafforzerà l’offerta territoriale di servizi per le produzioni e accoglierà un centro di studio e sperimentazione per l’animazione ed il trattamento digitale delle immagini.

H APPUNTAMENTI H

Ore 10.00. ITALIAN PAVILION HOTEL EXCELSIOR. Premio Gregorio Napoli VI edizione nell’ambito del festival Bulli ed Eroi. Ci sarà la moglie Eliana Lo Castro Napoli.

Ore 10.00. SPAZIO REGIONE VENETO HOTEL EXCELSIOR. Opera Ciak. A cura dell’Orchestra sinfonica del veneto. Intervengono Cristian Ricci, Federica Morello, Marco Titotto, Paolo Tamai, Teodoro Russo.

Ore 10.30.SALA LAGUNA. MeToo2023, Le donne alla conquista di un cinema libero.

Ore 11.00. HOTEL EXCELSIOR SPAZIO INCONTRI. La ricerca, lo sviluppo e la centralità italiana. Intervengono: Massimo Arvat, Graziella Bildesheim, Enrica Capra, Domizia De Rosa, Federica D’Urso, Massimo Scaglioni, Maria Giuseppina Troccoli, Francesco Virga.

Ore 11.00. ITALIAN PAVILION HOTEL EXCELSIOR. Presentazione degli eventi professionali del cinema dell’autunno 2023: a Sorrento le Giornate Professionali di Cinema; a Roma AnecLAB; a Mantova Incontri del Cinema d’Essai; SDC Days. Partecipano Mario Lorini, Domenico Dinoia, Don Gianluca Bernardini, Luigi Lonigro, il Sindaco di Sorrento Massimo Coppola, il Sindaco di Mantova Mattia Palazzi, Simone Gialdini, Filippo Celata, Andrea Simone, Francesco Giraldo.

Ore 12.00. SPAZIO FONDAZIONE ENTE DELLO SPETTACOLO HOTEL EXCELSIOR. Premio Le vie dell’immagine all’artista iraniana Shirin Neshat.

Ore 12.30. ITALIAN PAVILION HOTEL EXCELSIOR. Teaser in anteprima di un corto diretto da Adelmo Togliani e dibattito alla presenza di Juri Morico, dell’On. Maria Teresa Bellucci, Alessandro Benvenuti, Bianca Guaccero. Modera

Gaia Serena Simionati.

miamavano,ottimiamici,unmatrimoniomeraviglioso, figli,compirò88annitrabreveenonsonomaistatoin ospedale,némièsuccessonulladiterribile.Come registahoottenutorispettoeattenzione,espero che continuerà». È meno ottimista quando l’argomento vira sulla morte. «Nonc’ènulla che si possa fare contro la morte, è una brutta cosa che esiste, tutto quello che possiamo fare è non pensarci e distrarci». Nel film i personaggi femminili sono tratteggiati alla perfezione. «Ho sempre scritto meglioperledonnenonsoperché– confessa. Per scrivere i suoi film non ha mai cambiato metodo. «Lamattinamisveglio,facciogliesercizi,colazione, misdraiosullettoescrivo,quandofiniscoscrivotutto amacchina». Nel suo futuro potrebbe esserci ancora un film su New York: «Sequalchefollelofinanzierà obbedendoatuttelemielimitazioni,logirerò».

LE ANTICIPAZIONI DI TORINO FILM INDUSTRY

Presentata all’Italian Pavilion dell’Hotel Excelsior la VI edizione di Torino Film Industry, che dal 23 al 29 novembre (con possibilità di accreditarsi dall’11 settembre) riunirà al Circolo dei lettori di Torino alcune delle principali realtà dell’industria audiovisiva locale: main partner, la Film Commission Torino Piemonte, rappresentata al Lido dalla Presidente Beatrice Borgia e dal Direttore Paolo Manera, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, il Torino Film Lab e il Talents Short Film Market. Tra le novità di quest’anno, la collaborazione con il Lovers Film Festival (con una giornata di attività sulle produzioni a tema LGBTQ+) e lo spazio di OnLive Campus, fra spettacoli, esperienze VR e laboratori. Nella galassia di TFI, anche IDS Italian Docs Screenings, con incontri sul mondo del documentario e la sezione Academy per autori in cerca di produttori. Come sempre sarà stretto il legame col Torino Film Festival, la cui 41ª edizione (24 novembre-2 dicembre) sarà diretta da Steve Della Casa n

Enrico Brignano, Monica Vallerini, Paola Minaccioni, Fortunato Cerlino.

Ore 13.20. ITALIAN PAVILION HOTEL EXCELSIOR. Presentazione del cortometraggio A voce nuda. Intervengono Lucia Borgonzoni, Manuela Cacciamani, Gennaro Coppola, Andrea Delogu, Luigi Fedele, Ginevra Francesconi, Julia Magrone, MR Rain, Mattia Lobosco e Niccolò Bottero.

Ore 13.30. SALA LAGUNA. Le mie poesie non cambieranno il mondo Incontro con Annalena Benini, Francesco Piccolo. Si replica alle 21.00.

Ore 14.30. SPAZIO REGIONE VENETO HOTEL EXCELSIOR. Premio Cinema Veneto Leone di Vetro 2023 con Fabio Testi presidente della giuria.

Ore 14.30. SPAZIO REGIONE VENETO HOTEL EXCELSIOR. Premio Cinema Veneto Leone di Vetro 2023. Con Fabio Testi, presidente della giuria, Claudio De Donatis della fondazione Veneto Film Commission, e la presentatrice Beatrice Schiaffino.

Ore 15.00. ITALIAN PAVILION HOTEL EXCELSIOR. La regione Toscana presenta il primo bando a sostegno delle imprese di produzione audiovisiva finanziato da fondi. Intervengono: Cristina Manetti, Elena Pianea, Stefania Ippoliti. Ore 16.00. SALA LAGUNA. Per la serie incontri 2023 Jetsun Pema La madre del Tibet. Tra i relatori, Kasia Smutniak. Solo su invito. Alle 18.30 proiezione del documentario Amala, la vita e la lotta della sorella del Dalai Lama al Multisala Astra (via Corfù).

Ore 16.00. ITALIAN PAVILION HOTEL EXCELSIOR. Fondi e strumenti della regione Piemonte e di Film Commission di Torino a sostegno dell’industria dell’audiovisivo. Intervengono Lucia Borgonzoni, Vittoria Poggio e Beatrice Borgia.

SUBSONICA PREMIATI PER LE MUSICHE DI ADAGIO

Va ai Subsonica, per le musiche di Adagio di Stefano Sollima

il Premio speciale

Soundtrack Stars

Award. Lo ha deciso la Giuria del Premio inaugurando l’11.ma edizione di un riconoscimento che alla Mostra sottolinea il valore della musica. Per i Subsonica un ritorno al cinema con “una invenzione musicale - si legge nella motivazione - che definisce il mondo del giovane protagonista del film e, insieme, il declino di un mondo senza possibilità di riscatto come la decadenza di una città che brucia tra le fiamme anche la sua grande bellezza”. Il Palmares dell’11° Soundtrack Stars Award sarà annunciato l’8 settembre.

MINERVA PICTURES CELEBRA I 70 ANNI DEL SUO LISTINO

Compleanno alla Mostra del cinema per una delle storiche case di produzione italiane: Minerva Pictures ha festeggiato i suoi primi 70 anni, occasione per il Ceo Gianluca Curti per riepilogare le linee di sviluppo della casa impegnata tra le altre nella produzione della serie su Oriana Fallaci, attesa su Paramount +, con Miriam Leone. «È un traguardo molto importante - ammette Curti - 70 anni fa mio padre che faceva un altro mestiere, aveva un’azienda artigiana di pelli e cuoio, ebbe l’intuizione di acquisire il marchio e mise i soldi in un film. Dal ‘66 all’ ‘88 ha prodotto 35 film, negli anni abbiamo cercato di parlare con sincerità in un settore importante che è arte, industria e cultura, con un approccio onesto e limpido»

Ore 16.30.SPAZIO REGIONE VENETO HOTEL EXCELSIOR. Presentazione del docufilm Le Pasque Veronesi Intervengono: Cristiano Corazzari, Tommaso Giusto, Nicola Cavedini, Stefano Paiusco, Maurizio Ruggiero.

Ore 16.30. SPAZIO REGIONE VENETO HOTEL EXCELSIOR. I festival cinematografici e le università. Nuove prospettive di collaborazione. Con Giorgio Gosetti, Giacomo Manzoli, Federico Pommier Vincelli, Maria Francesca Piredda, Marco Bertozzi,Marco Dalla Gassa, Federico Zecca. Ore 17.30. CASA DEGLI AUTORI. Per Incontri 2023, Le Donne sanno ridere: scrivere commedie al femminile. Laboratorio di scrittura al femminile e pitching contest.

Ore 17.30. ITALIAN PAVILION HOTEL EXCELSIOR. Consegna del Premio Women Cinema Award alla ricercatrice e virologa Ilaria Capua. In premio scelto da un’Academy tutta al femminile composta dalle giornaliste di cinema Fulvia Caprara, Paola Casella, Alessandra De Luca, Titta Fiore, Alessandra Magliaro, Antonella Nesi, Chiara Nicoletti, Cristiana Paternò, Angela Prudenzi, Barbara Righini, Marina Sanna, Stefania Ulivi.

Ore 17.45. SPAZIO REGIONE VENETO HOTEL EXCELSIOR. Dolce Cinema A cura di APEI - Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana con Igino Massari, Debora Massari, Carlo Gentile e Fausto Morabito.

Ore 18.00. REEF COSMOPOLITAN IL DOPOCINEMA. Festa Manintown, premiazione del Next Generation Award 2023 e meet & greet con Nicolas Maupas, Emma Stockolma e Fotinì Peluso.

Ore 19.00. SPAZIO REGIONE VENETO HOTEL EXCELSIOR. Documentario Marmolada 03.07.22 con Giorgia Lorenzato, Manuel Zarpellon, Marianna Tolio.

della famiglia casual per eccellenza, ossia i figli Tobia, Agnese e Luce. United Colors of Cinema!

Ore 12.30. SPAZIO REGIONE VENETO HOTEL EXCELSIOR. Premio Magnifica e promozione del film Una commediapericolosa. Intervengono Alessandro Pondi,

Ore 16.00. SPAZIO HOLLYWOOD CELEBRITIES. Giulia Di Quilio presenta la seconda stagione del podcast/vodcast È il sesso bellezza! . Durante l’incontro si terrà una puntata live del podcast.

Ore 19.00. PROCURATIE VECCHIE VENEZIA. Proiezione del documentario Time to change diretto da Emanuele Imbucci. Alla proiezione saranno presenti Stefano Guindani e Rocío Muñoz Morales.

in Mostra
Alessandro Benetton sul Red Carpet di Finalmente l’Alba di Saverio Costanzo accompagnato dalla terza generazione

AD ANDREA SCROSATI IL PRODUCEROFTHEYEAR AWARDDI HOLLYWOOD REPORTER AMERICA

La Mostra del Cinema di Venezia ha ospitato una premiazione del massimo livello internazionale, che ha riguardato un top manager Italiano. Andrea Scrosati, Ceo Continental Europe e Coo di Fremantle Media, ha ricevuto l’annuale premio dell’americana Hollywood Reporter come “InternationalProducerofthe

Year”, per l’attività svolta da Fremantle nella stagione 2022-2023, nel corso della quale ha incrementato sia il numero delle produzioni audiovisive europee e mondiali, sia in particolare la realizzazione di film e serie. In Italia Freemantle è proprietaria di The Aprtment, Wildside e Lux Vide e a Venezia 80 è in gara nella selezione ufficiale con PoorThings di Yorgos Lanthimos, Priscilla di Sofia Coppola e gli italiani Finalmente l’alba, Enea, e Adagio «Questopremio internazionale,delqualesonoparticolarmenteorgoglioso– ha commentato Scrosati, fino al 2018 Evp Sky per tutti i contenuti di cinema, intrattenimento, cultura, Kids e informazione – èungrandericonoscimentodeirisultatidella nostrasquadra,chegiungedaunadelletestatepiùprestigiosedell’universo Industry». La premiazione si è svolta nel corso di una festa che ha richiamato molte star presenti al Lido. È stata anche l’occasione per la presentazione, da parte di Hollywood Repoter Roma, di un numero speciale cartaceo sulla Mostra (qui a fianco). n

con STEFANO DISEGNI

LIDO LAND

LA FRASE del giorno

DAILY n. 7 - MARTEDÌ 05.09.2023 p. 5 in Mostra www.stefanodisegni.it
AL LIDO
Ariane Labed, protagonista di Le Vourdalak, protesta per la presenza dei film di registi accusati di molestie e abusi. Foto di Alice Durigatto «La fortuna non esiste. La fortuna si provoca.» Melvil Poupaud/Jean in COUP DE CHANCE Valérie Lemercier, Vittorio Storaro, Woody Allen e Lou de Laâge Priscilla Presley Cailee Spaeny e Sofia Coppola

SALA

If we don’t take care of artificial intelligence, artificial intelligence will take care of us. It already does: the 80th Venice Film Festival knows too well, and before it began, it had to measure itself against the consequences of the Hollywood screenwriters’ and actors’ strike, where among the significant issues is precisely the use of new, controversial technologies capable of severely penalizing entertainment workers. The absence on the red carpet of the stars on strike thus refers us to a present and a future at the crossroads between progress and dystopia. And different kinds of the apocalypse are measured, not surprisingly, in various titles of the Festival: from the end of the world as a pretext for a reflection on the order of our time (in the film by the 90-year-old Golden Lioness Liliana Cavani) to the war between victims of environmental and energy catastrophe in Antonio Pisu’s Nina dei Lupi (seen at Venice Days), to Stefano Sollima’s noir Adagio, where Rome is no longer Eternal, instead it is an agonizing city on the verge of an eco-climatic collapse, only a year after Paolo Virzì’s Siccità and his dried river Tevere. But most emblematically representing the anxieties about what is to come (and some of it is) is artificial intelligence: these days, there have been several meetings in which the film world has discussed the risks and opportunities of the use of A.I. in the industry, and by extension in all our lives. La bête by Bertrand Bonello foreshadows a 2044 where A.I. is used to anaesthetize our deepest emotions, now considered annoying obstacles to our efficiency in the workplace—programming flaws in our DNA to be “purified” from an increasingly less human-friendly marketplace and society. Perhaps, instead of worrying too much about machines becoming more and more like us, we should be careful that we do not become more and more like machines. We are unable to empathize with our neighbours, get angry at the injustices around us and, most importantly, feel some healthy fear for a future to be averted. It is a good thing that sometimes movies remind us how important it is to be still able to feel this.

in Mostra

Direttore Responsabile: Flavio Natalia

Responsabili di Redazione: Oscar Cosulich (contenuti), Biagio Coscia (realizzazione)

In Redazione: Emanuele Bucci, Alessandro De Simone; Claudia Giampaolo, Davide Di Francesco (web), Tiziana

Leone - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Vania

Amitrano, Giulia Bianconi, Mattia Pasquini - Foto: Maurizio D’Avanzo - Stampa: CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it.

www.ciakmagazine.it

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BACKSTAGE

Regia Afef Mahmoud, Khalil Benkiran Prod. Marocco, Tunisia, 2023 Durata 102’

PRIMA MONDIALE, OPERA PRIMA

La compagnia di danza Senza Frontiere sta concludendo la tournée in Marocco. Nel penultimo spettacolo in una città situata sulla catena montuosa dell’Atlante, Aida (Afef Ben Mahmoud) provoca Hedi (Sidi Larbi Cherkaoui) suo compagno nella vita e nella scena, che a sua volta la colpisce e ferisce davanti agli altri ballerini. Nella speranza di salvare l’ultimo spettacolo, il gruppo parte immediatamente per rintracciare l’unico medico disponibile nella zona e curare Aida. Durante il viaggio, per evitare una scimmia, l’autobus sbanda e si ferma miracolosamente sul ciglio della strada. Priva di una ruota di scorta, la troupe è bloccata nella foresta. Fuori, la luna piena illumina un paesaggio maestoso e inquietante. Ha così inizio una specie di roadmovie: invece di aspettare il ritorno dell’autista, l’intera compagnia decide di inoltrarsi nella foresta per raggiungere il villaggio. Attraverso quel percorso, emergerà il vero volto dei personaggi.

QUITTER LA NUIT

PRIMA MONDIALE, OPERA PRIMA

Nel 2020 la belga Delphine Girard aveva già conquistato la candidatura agli Oscar con il suo precedente Une sœur, un cortometraggio del quale questo Quitterlanuit è una sorta di sequel. Allora, dopo aver ascoltato una chiamata al 911 statunitense, la regista québécoise cresciuta in Belgio aveva affrontato gli effetti distruttivi causati dalle violenze sessuali, restando insoddisfatta. «Mieramancato iltemponecessarioperesplorare la complessità del tema e per raccontare le storie dei personaggi come avrei voluto - spiega. - Ènecessariocapireglieffettidiun’aggressione... le cause che spingono una persona a commettere un abuso». Quel che ha cercato di fare in Quitter la Nuit, suo primo lungometraggio che rappresenta senza retorica l’indagine poliziesca che ruota attorno a una violenza e riesce a restituire la forza salvifica di un sodalizio femminile, tra la vittima dello stupro e la poliziotta che risponde alla sua richiesta d’aiuto.

SKY PEALS

Id., Regno Unito, 2023. Regia Moin Hussain. Con Faraz Ayub, Natalie Gavin, Claire Rushbrook, Simon Nagra, Steve Oram, Jeff Mirza, Bill Fellows. Durata 1h e 30’. SIC

PRIMA MONDIALE, OPERA PRIMA

Il secondo lungometraggio britannico in concorso alla Settimana Internazionale della Critica è Sky Peals, opera prima di Moin Hussain, incentrata su Adam, che conduce una vita solitaria lavorando di notte in una stazione di servizio. Venuto a sapere della morte del padre, di cui aveva perso le tracce, Adam cerca di scoprire la verità sul genitore, che aveva la bizzarra convinzione di non essere umano. Il percorso del protagonista, anticipa la Delegata Generale della SIC Beatrice Fiorentino, aprirà «segniespazidadecifrareper raggiungere una nuova consapevolezza e per costruire un’identità unica e propria». È anche il giorno di It Isn’t So di Fabrizio Paterniti Martello, in competizione tra i corti di SIC@SIC Emanuele Bucci

GUERRE STELLARI

½ HHHHHH½ HHH 2,9

DOGMAN NP HH½ HHHHHHHHHH½ HHH½ H½ HHHHHHHHH 2,7

EL CONDE HHHHHH½ H½ HHHHH½ HH½ HHHHHHHHHHHH½ 2,6

FINALMENTE L’ALBA HHHHHHHHH½ H½ H½ H½ HH½ HHHHH½ HHH½ HHH 2,6

POOR THINGS HHHHHHHHHH½ HHHHHHHHHHHHHHHHHHHH½ HHHHHHHHHHHHH 4,0

BASTARDEN (THE PROMISED LAND) HH½ HHHHH½ HH½ HHHHHHHH½ HHHHH½ HHH½ H½ 2,7

ADAGIO HHHHHHHHH½ NP HHHHHHHH½ HHHHHH½ HHH½ HH 3,0

MAESTRO HHHHHHHHHHHHHH½ HHHHHHH½ HHHHH½ HHH½ HHH½ H½ 3,3

DIE THEORIE VON ALLEM HHHHHHHHHHHH½ HHHHHHHHH½ HHHHHH NP 2,8

LA BÊTE HHHHHH½ HH½ HHHHHHHH½ HHH½ H½ HHHHHHH 2,7

THE KILLER HHH½ NP HHHHHHHHH½ HHH½ HHHHHHHHH½ HH½ HH 3,1

AKU WA SONZAI SHINAI (IL MALE NON ESISTE) HHHH½ HHHH½ HHHHHHHHHHHH½ HHH½ HHH½ NP HHH½ HHHHHH½ 3,9

PRISCILLA NP HHH½ HH½ HHHHH½ H½ HHHHHH½ HHHHH 2,5

DAILY n. 7 - MARTEDÌ 05.09.2023 p. 7 in Mostra
Belgio, Canada, Francia, 2023, Regia Delphine Girard, Interpreti Selma Alaoui, Guillaume Duhesme, Veerle Baetens, Anne Dorval, Adèle Wismes, Gringe, Alba Casado, Durata 108’ Tiziana Leone Emanuele Bucci
DARSENA THE FESTIVAL OF DYSTOPIA
L’ESPRESSO
F.
LA STAMPA P.
IL GIORNALE C.
IL MANIFESTO MEDIA COMANDANTE HH½ HHHHHH½ HHH½ HHH½ HH½ HH½ HH½ HHH½ HHHHH 2,9 FERRARI NP HHHHHHHHHHHHH½ HH½ HHH
F. Ferzetti A. Finos REPUBBLICA P. Mereghetti IL CORRIERE DELLA SERA
M.
Mancuso
IL FOGLIO F. Alò IL MESSAGGERO A. De Grandis IL GAZZETTINO F. Pontiggia IL FATTO QUOTIDIANO M. Gottardi LA NUOVA VENEZIA
Caprara
Armocida
Piccino
LA
ESISTE
DA NON PERDERE HHH INTERESSANTE HH PREGI E DIFETTI H DIMENTICABILE NP VOTO NON PERVENUTO
HHHHH
PERFEZIONE
HHHH
– CONCORSO

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