Copricapo (Ago Egungun), probabilmente prima metà del XX secolo Atelier di Oniyide Adugbologe (1875–1949 c.; artista Yoruba), Abeokuta, Nigeria Migrating Objects © Collezione Peggy Guggenheim - Photo © manusardi.it mensile di cultura e spettacolo - n° 241 - anno 24 - Febbraio 2020 spedizione in A.P. 45% art.2 comma 20/B - legge 662/96 - DCI-VE
EXHIBITIONS MUSEUMS CONCERTS SHOWS CLUBS FOOD&DRINKS...
FEB 2020
241 venice guide
english inside e 3,00
THE RITUAL
CARNIVAL ISSUE
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HOTEL-HEUREK A.COM
FEBRUARY 14TH 2020
CARNIVAL BALL INSPIRED BY THE MASTERPIECE OF TIZIANO VECELLIO, “L’AMOR SACRO E AMOR PROFANO”, YOU WILL BE INVITED TO ENJOY AND TO CELEBRATE WITH US THE 2020 CARNIVAL BALL IN THE MAGICAL ATMOSPHERE OF THE HOTEL HEUREKA!
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INFO & RESERVATIONS HOTEL HEUREKA | T +39 041 52 46 460 | POST@HOTEL-HEUREKA.COM
Arte dall’Africa, dall’Oceania e dalle Americhe nella Collezione Peggy Guggenheim
15.02 - 14.06.2020
Dorsoduro 701, 30123 Venezia guggenheim-venice.it
Con il supporto di Institutional Patrons EFG LAVAZZA SANLORENZO
La mostra è resa possibile grazie a
I programmi educativi sono realizzati con il sostegno di Fondazione Araldi Guinetti, Vaduz
Mobility Partner
Con il patrocinio di
:editoriale La maturità di una scelta
E infine
la designazione più attesa del nuovo millennio nel panorama culturale italiano e veneziano arrivò. Dopo un ventennio (quasi…) di monarchia più che illuminata da parte di un grande dirigente di Stato come Paolo Baratta, appartenente a una razza davvero in via di estinzione e che un tempo, fino a poco tempo fa, ha trasferito il nostro Paese dalla più provinciale marginalità culturale al centro, al cuore dell’Europa migliore, grazie a figure di purissima competenza (già…) quali, per intenderci, i Visentini, i Ciampi, i Carli, i Prodi, gli Andreatta, e poi
di Massimo Bran ancora i Bernabè, i Draghi, i Boeri, dopo, quindi, quattro lustri durante i quali la Biennale ha rappresentato non solo l’acme della cultura contemporanea nel mondo, ma anche, e per noi qui soprattutto, la vera ultima trincea del sapere che dà del tu all’economia di una città irreversibilmente in declino incapace di andare oltre alla rendita di posizione quotidiana, capace di digerire il peggio e di più, è arrivata in questi giorni, anticipata da giustificate ansie e concreto timore, la nomina del nuovo Presidente, quello che dovrà fare in modo che il Lume non solo non si affiochi, ma che continui virtuosamente ad alimentare, attraverso un’iniezione potente di nuovi watt, il suo chiarore. “Una sfida da far tremare le vene dei polsi”. Non poteva iniziare con una frase più pregnante ed eloquente, quindi, il suo primo mandato di Presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto, l’uomo scelto dal ministro Franceschini per dare innanzitutto continuità a un percorso che in ogni modo dovrà ulteriormente, costantemente moltiplicare le sue direzioni. La canonizzazione di Baratta, strameritata intendiamoci, rivelava da tempo oltre una doverosa riconoscenza di un merito concreto e indiscutibile, anche un altrettanto,
concreto limite di questo Paese, vale a dire il timore, l’incertezza, l’incapacità di cambiare nutrendosi di radici solide costruite nel tempo da chi prima è venuto e ha dato. Questo succede a tutti i livelli, nelle banche, nelle istituzioni culturali, nelle agenzie di stato, pure nelle imprese familistiche, tipico modello italiano in cui i figli vengono schiacciati da dei padri troppo ingombranti. Intendiamoci, il nuovismo generazionalista, questa idea che la carta di identità sia il primo elemento da considerare per poter innovare un soggetto pubblico o privato che sia, è una sonora sciocchezza che solo degli sprovveduti possono meccanicamente ripetere come un mantra. Come se dirigere una grande istituzione di Stato non richiedesse una lunga esperienza, una capacità di analisi profonda che solo il tempo sa compiutamente costruire, una altrettanto profonda, ramificata rete relazionale, non certo meramente salottiera, fondamentale per costruire sinergie anche di sano potere. Tutti elementi, qualità che solo degli illusi possono immaginare poter essere trascesi da una giovanile, debordante energia. Quindi, ecco, quest’idea che giovane sia necessariamente bello è proprio una stupidaggine da bar, poco meno. Che riflette in realtà la totale assenza qui da noi di una sana, sobria, pragmatica qualità che un sistema-paese evoluto dovrebbe aver conseguito in lunghi decenni di cosiddetto progresso economico, culturale, civile, vale a dire la capacità, senza clamori o guerre di religione di sorta, di produrre progressivi, pacificati avvicendamenti nelle cariche delle massime istituzioni, consolidando quindi un naturale, continuo ammodernamento delle linee dirigenziali di un Paese. Da noi è sempre guelfi contro ghibellini, conservazione imperitura del potere per il potere e frondismo velleitario, che in un impasto mortifero non può produrre nemmeno un centimetro di innovazione vera. Naturalmente è un’analisi ad eccesso, estrema, che non contempla copiose eccezioni che pure ci sono, eccome. Però ecco, a partire dalla politica, lo schema è quello: riformismo col lumicino e di fatto inconsistente, virtualissimo ribellismo a secchiate, evaporato il quale tutto è come sempre. È così normale, quindi, che al cospetto di un improponibile, sbracatissimo nuovo che avanza il primo istinto, ma anche il primo, meditato pensiero di ogni mente aperta, non possano che indurre ad aggrapparsi alle poche vere certezze che ci sostengono, reinvocando gli eterni, ultimi Padri della miglior patria, come si sarebbe detto non troppo tempo fa, a non mollare, a non lasciarci. Chi, per dire, tra i veri riformisti che guardano al meglio della cultura progressista continentale non avrebbe voluto, che so, Prodi per vent’anni almeno alla guida di questo irriformabile Paese? In scala leggermente, ma non troppo, ridotta questo non è potuto che valere anche per Baratta: chi, dopo una simile, altissima guida di un’istituzione al centro del Contemporaneo mondiale non avrebbe temuto di trovarsi poi al cospetto di un qualche inspendibile politicante da talk show, messo lì nella classica manovrina da spoil system romano de noantri? E in questo timore c’è tutta la debolezza, la fragilità, l’inconsistenza della nostra maturità perennemente incompiuta. Un’immaturità che rende insicuri, inadeguati alle sane sfide del futuro, che irreversibilmente spinge anche i migliori a rinchiudersi a
riccio nella ridotta dell’”usato sicuro”. Piuttosto di cambiare resto fermo, insomma. Baratta, detto senza retorica alcuna davvero, ha segnato un’epoca in molti dei fronti che connotano la vita della Biennale. Inutile ricordarli qui in un banale bignamino dei record. Basti solo pensare allo straordinario recupero e innovazione di spazi cittadini in sostanziale disuso, in primis l’Arsenale, a destinazione espositiva e culturalmente produttiva, o alla praticamente infallibile capacità nello scegliere i curatori giusti al posto giusto nel momento storico ancor più giusto. Dici niente: gli spazi, le idee… Beh, cosa chiedergli ancora e di più? Per questo ho trovato questa tenacia ecumenica da parte di tutti praticamente nel richiedere una sua riconferma, che nei fatti, nelle regole, piacciano o meno, era impossibile, una forma di debolezza e di insicurezza da parte della società e del suo cosiddetto establishment che credo neppure a lui sia granché piaciuta, al di là del fatto che sicuramente avrebbe amato continuare nel suo straordinario lavoro. Perché per tutti arriva il momento di andare oltre a ciò che si è dato e fatto, decidendo di dare e fare ancora in altro modo, in altre prospettive, per esempio impegnandosi a mostrare aperta una strada che chi gli succede allungherà ed articolerà in altre direzioni col proprio specifico, senza rifare da zero ciò che si trova alle spalle e che ci ha portato sin qui. Su Cicutto torneremo, non è il momento questo di produrre superficiali e sterili previsioni. Per quanto ci riguarda, possiamo per ora solo dire che a pelle la scelta ci piace perché intelligente. Un manager, prima imprenditore poi dirigente di un’istituzione culturale del calibro di Istituto Luce Cinecittà, un uomo di cinema, e anche questo dai tempi di Rondi non si vedeva, un veneziano, seppur costruitosi professionalmente altrove, e questo è davvero un valore aggiunto rispetto a qualsiasi veneziano-veneziano. E che sia un uomo che viene dall’industria del cinema è forse l’aspetto più interessante del tutto, poiché è proprio in questo settore, così curatorialmente mirabilmente diretto nell’ultimo ventennio da Müller e Barbera, con sequele di oscar portati a casa, che strutturalmente la Biennale a nostro avviso ha bisogno di crescere, riportando la Mostra nel cuore vivo della città. Ma ripeto, avremo tempo di parlare di e con Roberto Cicutto. Ciò che di più bello e confortante ci rimane dentro ora è un sentimento duplice: una vitale malinconia per un’era al suo crepuscolo, un grande sospiro di sollievo per la ragionevole, concreta speranza che questo nuovo corso abbia tutto per proseguire, a proprio modo con nuove idee, una strada che di tutto ha bisogno tranne che di essere stravolta. Un grazie di cuore infine anche personalmente al Presidente Baratta, che non dimenticherò mai come, nel nostro piccolo, seppe capire con una semplice telefonata assolutamente inaspettata vent’anni fa cosa in nuce stavamo facendo quando ancora eravamo alle primissime armi. Pochi esponenti dell’intellighenzia cittadina, anzi direi nessuno, nella nostra personale vicenda hanno saputo “vederci” così autenticamente quando ancora noi stessi non sapevamo bene che cosa eravamo. E questo rimarrà, eccome se rimarrà.
08
:incontro
GIARDINI REALI
A tu per tu con Adele Re Rebaudengo per conoscere la storia del progetto promosso da Venice Gardens Foundation per la restituzione alla città di un gioiello come i Giardini Reali di Venezia. Mecenati, architetti, botanici, giardinieri e muratori come ingranaggi di un meccanismo perfetto/ We meet Adele Re Rebaudengo to find out more about the Venice Gardens Foundation and how englightened pragmatism made it possible to give back to the city of Venice the Royal Gardens, or Giardini Reali
:speciale
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SET UP
Punta della Dogana si fa casa di linguaggi musicali fluidi, che abbattono le barriere tra artista e pubblico con sonorità immersive, inedite, a volte inimmaginabili. Tra Cubo e Navate, le architetture di Tadao Ando si aprono a un dialogo dalle tinte elettroniche e techno, dabke e pop/ Punta della Dogana turns into a big house for liquid music languages and tears down the walls between performers and public. Immersive, original, unimaginable sound in the colours of techno, dabke, and pop
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:zoom
CARNEVALE
Una città ferita, sì, ma che nelle tradizioni trova la forza di andare avanti: ogni strada è passerella per sfilate di maschere, ogni campiello palcoscenico per commedie, ogni palazzo racchiude i segreti delle Feste... ognuno di noi è protagonista della Festa nella prima edizione diretta da Massimo Checchetto/ A wounded city finds in tradition the strength to go forward. It changed, but it never gave up. Every street is a runway, every square a stage, each of us a protagonist of Carnival 2020
:arte MIGRATING OBJECTS
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La Collezione Guggenheim inaugura il 2020 offrendo al visitatore una nuova indagine nel caleidoscopico mondo di Peggy, rivelando ancora una volta come la collezionista americana riuscisse a intercettare nuovi linguaggi e differenti storie e culture/ Peggy Guggenheim Collection welcomes the year 2020 by offering visitors a new view on Peggy’s kaleidoscopic world, showing once again the American collector’s ability at intercepting new languages, stories, and cultures
:arte
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08:incontro
Adele Re Rebaudengo Giardini Reali di Venezia
10:speciale
Set Up – Punta della Dogana
L’ANGELO DEGLI ARTISTI
15:zoom
ETNOBORDER
49:musica
Etnoborder New Echoes, Jazz&, Candiani Groove Modena City Ramblers Jazz & Wine Venezia Antonello Venditti Noa, Chassol
:cinema
54:classical
Il Toniolo all’M9 Musica con le Ali, Musikàmera Teatro La Fenice Io Sono Musica 2019/2020 Auditorium Lo Squero Musica antica in Casa Cozzi Auditorium C. Pollini, Teatro Comunale G. Verdi
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LUNAR CITY. LA LUNA CHE VERRÀ
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Nuovo spettacolo di teatro canzone scritto e interpretato dal veneziano Giovanni Dell’Olivo, cantautore e interprete di musica popolare, suonatore di chitarra, oud, saz, bouzuki, mandolino, charango e ukulele. Atlantide è unutopia, sogno perduto di una generazione in cerca di identità/ A new song show written and performed by Giovanni Dell’Olivo, songwriter, interpreter of folk music, and player of guitar, oud, saz, bouzuki, mandolin, charango, and ukulele. Atlantis is an utopia, the lost dream of a generation looking for its identity
Memoria di Atlantide Evoluzioni, Bella figura, My Land Morte di un commesso viaggiatore Caída del cielo, Duse Sulla strada maestra, Will Will Rock You In nome del padre, L’abisso, Antigone Gershwin Suite/Schubert Frames Lillo e Greg, Virginia Raffaele, Carlo & Giorgio
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MEMORIE DI ATLANTIDE
67
67:theatro
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Feb
:theatro
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Reframing Film Festivals Alessandra Bonavina – Lunar City Nello spazio – incontri a pochi passi dalla Luna DK Cine Club 3 La scomparsa di mia madre 2001 tra Kubrick e Clarke 92. Academy Awards, 70. Berlinale Better Call Saul, Cate Blanchett Paesaggi che cambiano Film del Mese, Supervisioni
Alessandra Bonavina cura regia di un documentario e curatela della mostra ospitata da M9: un viaggio secondo tutti i crismi della scienza, con la forza attrattiva di un percorso che sa affascinare e incuriosire il visitatore, per poi catapultarsi al cinema/ Film director Alessandra Bonavina authored a documentary and an exhibition at M9 Museum, a journey to the Moon taken by the hand by science. In theatres on February 17
80:menu
Waterlines Il Premio Campiello per San Patrignano Progetto Rialto, Venice Vintage Toys Flammas Carpe Charitatis Libri del Mese
Controcanto Brunch at The Gritti Palace The Organic Trade Fairs Alliance Fuori Onda al Local Veneziani a Tavola – Davide Busato
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31:arte
Migrating Objects Ospiti in Galleria/Intersezioni Milovan Farronato, Cecilia Alemani Romanelli e Vatin – L’Angelo degli Artisti Ezio Gribaudo, Sguardi su Venezia Il Novecento a Palazzo Franchetti 103.Collettiva BLM Ferdinando Scianna, Douglas Kirkland La dolce Venezia Fotografie dall’Archivio Graziano Arici Mostre a Venezia, Gallerie Not Only Venice
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Voci che vengono da lontano e strumenti antichi si fondono nella terza edizione della rassegna firmata da Veneto Jazz che mette in scena la musica etnica contemporanea, chiamando all’appello alcuni fra i più raffinati interpreti del panorama internazionale in luoghi iconici della città/ Voices that come from afar and ancient musical instruments are the building blocks of the third edition of the Etnoborder Festival by Veneto Jazz
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:musica
Carnevale di Venezia 2020 Programme & Tradition Offenbach & Wachs The Living Paper Cartoon, La Donna del Fuoco Fantasmagorie di Pulcinella Carnevale a Casa Goldoni Di quale amore, di quanto amore, La casa nova Ballo del Doge, Amor Sacro e Amor Profano The Wonder Ball, Venetian ReflectionsVenice Reggae Carnival, Carnival Night Live Skyline Rooftop Bar, Anteprima Home Festival Arsenale Carnival Experience, Fresch.in 11. Carnevale Internazionale dei Ragazzi Il frigorifero lirico, Le favole di Gianni Rodari Maschere!, Passa al Goldoni
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Giandomenico Romanelli e Pascaline Vatin hanno il potere di raccontare vicende, ritrovare volti, ricomporre raccolte, ricostruire il mosaico prezioso di una storia ancora aperta, quella di un ristorante che si fece simposio artistico cittadino, riflesso di un’epoca passata e irripetibile/ Giandomenico Romanelli and Pascaline Vatin tell stories, find faces, put together collections, rebuild the mosaic of an open story, that of a restaurant that rose to the statues of art symposium in an epoch past and lost forever
Adele Re Rebaudengo Presidente Venice Garden Foundation
:incontro Per fare un albero
C’è un albero dentro di me trapiantato dal sole le sue foglie oscillano come pesci di fuoco le sue foglie cantano come usignoli... Nazim Hiktem
minare nei ripristinati vialetti, di leggere un libro, di poter fare una chiacchierata con gli amici o anche solamente di ascoltare la natura osservandola, il Comune di Venezia ha individuato come zona di accoglienza deputata ad accogliere scolaresche o gruppi più numerosi i vicinissimi Giardini della Marinaressa, in Riva dei Sette Martiri. Da dove nasce questo suo “amour fou” per il Giardino? Ho avuto la fortuna e il grande privilegio di poter vivere da piccola in bellissimi giardini e mi sono innamorata da subito degli alberi, sui quali giocavo con mio fratello Agostino, dei fiori e degli animali. Ho imparato ad ascoltare, a guardare, a interpretare e rispettare gli elementi della natura; ho cercato e ho trovato quell’armonia imprescindibile, quell’armonia che mi ha permesso di “sentire” e scoprire la mia vocazione più autentica. E così ho capito che avevo anche una grande responsabilità. Quando ho guardato per la prima volta i Giardini Reali della città che più amo tra tutte al mondo, nel vederli così sofferenti, mi sono buttata a capofitto nell’impresa di restaurarli, restituirli e conservarli nel tempo. Un’avventura che sembrava ardua e a tratti quasi impossibile. Le sfide, perché il restauro del Compendio monumentale venisse recepito positivamente e i lavori nelle varie fasi procedessero speditamente, sono state tante; si sa che un grande progetto ha sempre molte complessità e richiede grande costanza e tenacia. Noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare rappresentanti degli enti pubblici, professionisti, sostenitori, mecenati e collaboratori appassionati al progetto che hanno creduto nella nostra visione.
© Bernard Plossu
Adele Re Rebaudengo attraverso Venice Gardens Foundation, da lei presieduta, è l’artefice principale del progetto di restituzione alla città dei Giardini Reali di Venezia. Il suo infaticabile impegno nel voler riportare in piena vita e bellezza uno spazio che aveva perso negli anni il suo fascino è stato premiato dal successo della sua apertura lo scorso 17 dicembre. Adele Re Rebaudengo è donna colta, raffinata, nonché dotata di spiccato pragmatismo, il che le ha permesso di farsi strada tra
di Fabio Marzari lacci e lacciuoli di italianissima burocrazia, dando quotidianamente del tu a mecenati, muratori, giardinieri, senza temere di letteralmente spostare vasi, muovere tavoli e sedie e molto altro ancora. Da piemontese purosangue la sua caparbietà l’ha portata a lanciarsi in una sfida temeraria, alla fina pienamente vinta, e dalle sue parole e dall’entusiasmo con cui racconta questa avventura emerge la consapevolezza che Venezia ha sempre più bisogno di persone come lei: illuminate, sognatrici, ma anche dannatamente concrete. I Giardini Reali sono stati restituiti da poco più di un mese alla città. Come è stato l’impatto col pubblico in queste prime settimane? Scegliere di riaprire i Giardini in dicembre sarebbe potuto giustificatamente apparire come una bizzarria. In realtà
volevamo dare un segno di pronta vitalità segnando un momento a favore della città in un periodo in cui la disastrosa acqua alta di novembre aveva portato Venezia alla ribalta delle cronache mondiali in negativo, come se la città avesse imboccato la via del declino definitivo. Riaprire i Giardini significava quindi dare un segnale concreto al mondo che Venezia è viva e sa stupire sempre. Un giardino in inverno è uno spazio in fieri; sarà la primavera a segnare il momento di festa vera, quando con la fioritura si potranno ammirare colori e sfumature riportati all’antico splendore. Un giardino deve essere ogni giorno ascoltato, compreso, coltivato, nutrito e protetto per accompagnarlo a germogliare stagione dopo stagione. Da subito i Giardini sono tornati a essere un luogo di incontro e di pensiero, aperto a tutti coloro i quali hanno dimostrato interesse e curiosità fino dalla primissima ora. Sin dal primo giorno di apertura, infatti, i Giardini sono stati molto frequentati sia da viaggiatori che soprattutto da veneziani, e questo afflusso ha ripagato tutti noi delle fatiche del lavoro di questi anni. Ci sentiamo soddisfatti nel ritrovare le persone sulle panchine con il giornale o con un libro, incontrare genitori che portano i loro figli dove loro stessi da bambini erano soliti venire a giocare. Al fine poi di preservare i Giardini da una grande concentrazione di persone e per tutelarne la bellezza e il piacere di camGiardini Reali di Venezia San Marco lato Bacino www.venicegardensfoundation.org
Ci racconti questo complesso lavoro, iniziato già da parecchi anni. Venice Gardens Foundation nasce nel 2014 per restaurare e conservare parchi, giardini e beni di interesse storico e artistico e per proteggerne la fauna al fine di restituire l’armonia e l’equilibrio dei luoghi. Inseriti nel novero dei membri dei Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia, i Giardini Reali rappresentano il primo nostro progetto portato a compimento e sarà nostra cura gestire nel tempo la conservazione di questi spazi e la loro crescita anche con la creazione di specifiche figure professionali e specifici programmi di manutenzione. Nel dicembre 2014, per arginare il progressivo decadimento di questo luogo così caro alla memoria di generazioni di veneziani, l’Agenzia del Demanio e la città di Venezia hanno concesso il Compendio Monumentale dei Giardini Reali a Venice Gardens Foundation, che ha poi affidato il complesso restauro dal punto di vista botanico al giardiniere-architetto Paolo Pejrone, allievo di Russel Page e di Roberto Burle-Marx, e il restauro architettonico e di ripristino della serra all’architetto Alberto Torsello, che ha ripreso i disegni degli architetti Carlo Aymonino e Gabriella Barbini. Per la realizzazione di questo primo progetto abbiamo siglato un importante accordo di partnership con Assicurazioni Generali, uniti dalla volontà di restituire un elemento importante della storia e dell’arte in piena Area Marciana. Un lavoro lungo e complesso, in cui, come in un puzzle, andavano messi insieme moltissimi elementi, con le difficoltà insite nell’operatività in una delle zone più frequentate e congestionate della città.
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A tree stands in Venice
Adele Re Rebaudengo and the Venice Garden Foundation, which she chairs, is the main actor behind the renovation of the Giardini Reali (Royal Gardens). Her tireless commitment to the renascence of the beautiful green area right behind Piazza San Marco allowed the park to open on the last December 17. Welcome Giardini Reali. Our choice to open to the public the renovated Royal Gardens in December may sound odd, but there is a reason behind it. After the disastrous flood that hit Venice in November, we wanted to give a sign of vitality, to show the world that Venice is far from decline and can, in fact, take concrete steps towards renewal. There is always something amazing about this city. In winter, gardens are places in a state of becoming. We must listen to them, understand their life, nourish and protect them, and accompany them into the budding season. From the very beginning, the Giardini have been welcomed as a place for meeting and for thinking, open to all.
Photo Martino Lombezzi
Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate nel corso del restauro? Parlerei di difficoltà intrinseche della città stessa, con in più le difficoltà proprie del costruire un giardino a Venezia che ha rappresentato una sfida anche per l’architetto Pejrone, il quale, pur avendo nella sua carriera realizzato alcuni tra i più bei giardini in Europa, non si era mai trovato a dover costruire/realizzare un giardino in Laguna. Certamente la scelta delle piante da mettere a dimora in un terreno ad alta salinità è stata una tematica del progetto; un altro punto è stato quello di creare un giardino che mantenesse una forte relazione con il suo stesso passato, quindi un restauro filologico che potesse al contempo stare al passo con i tempi, realizzando un progetto non più come era stato concepito all’inizio dell’Ottocento per un giardino di palazzo, bensì come giardino pubblico. In effetti la coesistenza di questi due obiettivi è stata sintetizzata perfettamente da Paolo Pejrone, che da una parte ha mantenuto un impianto storico, scandito con le aiuole formali di un tempo, conservando ai lati l’assetto che era stato pensato nel primo ventennio dell’Ottocento, un giardino più romantico, all’inglese, dall’altra, con l’inserimento di alcune piante ad alto fusto e di tutta la parte del bambù, ha voluto dare un’interpretazione aggiornata al nuovo utilizzo del Giardino e alle attuali condizioni climatiche, creando ampi spazi di ombra: all’inizio dell’Ottocento non c’era questa esigenza, mentre oggi è fondamentale. Il boschetto di bambù richiama inoltre il rapporto tra Venezia e l’Oriente. Alla fine la difficoltà insita nel voler creare un giardino che avesse caratteristiche sia filologiche sia di funzionale utilizzo quotidiano è stata perfettamente superata. Naturalmente, a parte la salinità del terreno, ci sono stati problemi nel trasporto degli alberi, perché abbiamo voluto che da subito venissero piantati alberi ad alto fusto, con conseguenti, inevitabili complessità logistica. Anche l’abbattimento del bunker della Seconda Guerra mondiale ha comportato una notevole criticità, tant’è che abbiamo dovuto trasportare con una chiatta e poi posizionare con una gru un macchinario modernissimo in grado di sbriciolare il materiale di costruzione del bunker stesso. Tutto questo lavoro doveva essere svolto nelle ore notturne, in piena sicurezza, il che ha determinato una complessità quasi
inimmaginabile in qualunque altra parte del mondo. Una sfida anche dal punto di vista dell’utilizzo delle macchine e della tecnologia, quindi. I Giardini sono stati pensati anche a misura di animali. Il progetto di accogliere specie animali è in uno stato avanzato e speriamo di vederlo realizzato e concluso entro l’inizio del prossimo anno. È un piano complesso perché richiede un ambito di conoscenza che naturalmente è affidato alle mani sapienti di Lipu. Nel progetto abbiamo anche coinvolto degli artisti per favorire l’incontro tra scienza e arte. Stiamo lavorando tutti insieme per la sua realizzazione, che porterà di nuovo gli uccellini sedentari della Laguna a nidificare ai Giardini Reali, che diverranno una nuova tappa per le specie migratorie. Siamo molto attenti al fatto che l’elemento botanico e la vita degli animali possano convivere in armonia e in equilibrio. Questo equilibrio purtroppo è stato pericolosamente alterato da noi umani e per quanto possibile cerchiamo qui di ricostruirlo. Abbiamo un progetto anche per le api, che rappresentano un elemento importantissimo per il Giardino. La presenza di due alveari permetterà di osservare la vita delle colonie, richiamando l’attenzione sulla fragilità della loro esistenza e la necessità indifferibile della loro tutela. E come nel Jardin du Luxembourg a Parigi dove il Senato francese ha voluto un apiario che fosse espressione anche della bellezza, così nei Giardini Reali l’intervento artistico ne delineerà le forme rendendoli universalmente conosciuti e riconoscibili. Si ricorda un momento particolarmente difficile durante il restauro? I momenti in cui abbiamo pensato di non farcela sono stati molto pochi, mentre momenti in cui ci siamo detti quanto fosse difficile il tutto sono stati moltissimi. Abbiamo subito abbandonato il “non ce la faremo”, perché eravamo convinti dell’importanza di questo progetto di restituzione. Le difficoltà sono state molte, ma quello che insieme all’obiettivo ci ha sempre aiutato è stata la grande passione che ha legato tutti noi, una passione che si è tramutata nel lavorare con affetto come se fossimo stati una famiglia, uniti per raggiungere questo traguardo per la Città.
A love for gardens. I have been lucky, and privileged, to enjoy beautiful gardens since I was a child. I loved trees, flowers, and animals. I learned to listen, look, interpret, respect the elements of nature and to look for and find their essential harmony. I understood how responsibility was a part of it all. When I first knew of the Giardini Reali, and knew how much they were suffering, I decided to give my all to fight for their renovation and preservation. It took a lot of patience and time to find the right way to restore this beautiful monument to pristine conditions. Positive public reception was our goal and a non-negotiable. I am happy to say we met professionals, sponsors, and donors who believed in what we did and worked effectively with us. A long work. Venice Garden Foundation was born in 2014. Its goal is to renovate and preserve parks, gardens, and places of historical and artistic significance. We are accredited in the list of International Private Committees for the Safeguard of Venice. The renovation of the Giardini Reali is our first project. The public authorities handed us this responsibility and we chose to work with landscape architect Paolo Pejrone and architect Alberto Torsello. I would also like to thank Assicurazioni Generali for their support. Pejrone designed some of the most beautiful gardens in Europe, and the challenges he faced were to integrate plants in a high-salinity environment such as the Venetian Lagoon and to respect the history of the park, all the while changing its usability: from the private garden of a royal palace to a public garden accessible to all. The garden has been innovated, too: more shadow, which wasn’t a priority in the 1800s, taller trees, and a bamboo patch, a nod to the trade ties between Venice and the East. In the end, we both respected history and created a garden that can be used and enjoyed every day. Gardens and animals. We are working on animal habitats at Giardini and are looking forward to welcoming the first group of animals in early 2021. It is a complex project and we are working on that with LIPU, the Italian League for Bird Protection. We hope to have local birds nest here, in the Giardini Reali, and maybe become a resting post for migrating species, too. Bees have their space as well, like the Jardin du Luxembourg in Paris.
Set Up! the event of the month
:speciale A perdifiato
Breathless
NAVATA 1
Greener Grass
Indie polyphonic songwriting Quattro musicisti con una passione condivisa per la narrazione attraverso canzone. Le tre voci distinte di Sanne Huijbregts, Julia Werner e Vita Pagie si avvicendano nell’essere narratrici o nell’entrare nel vivo del dialogo che trattengono l’una con l’altra, creando una polifonia vocale davvero magica. Sono accompagnate dal polistrumentista Camiel Jansen che si destreggia tra i suoni ancorati al terreno del basso vertical e i voli fantasiosi del mandolino, unendo occasionalmente la sua stessa voce alle armonie. Il vibrafono di Huijbregts è l’ingrediente finale che contribuisce alla texture di percussioni e armonie a completamento della voce. Tutti questi elementi sono stratificati con l’obiettivo di creare una dimensione più profonda, in cui semplicità e sofisticazione vanno di pari passo. Il risultato è un paesaggio sognante di armonie vocali, lirismo e composizioni intimiste. La musica dei Greener Grass flirta con il folk, l’indie pop, ma alla fine lancia una sfida a qualunque genere, a favore di una sonorità autentica.
Photo Matteo De Fina
Nella stretta finestra temporale che si estende tra
il disallestimento di Luogo e Segni e l’avvio dei lavori per accogliere le opere di Untitled, 2020, nuova collettiva a cura di Caroline Bourgeois, Muna El Fituri e Thomas Houseago, che inaugurerà il 22 marzo, lo spazio espositivo di Punta della Dogana si dispone, eccezionalmente, ad accogliere performance coreografiche e musicali. Venerdì 7 e sabato 8 febbraio, dalle 20 alle 2, va in scena la terza edizione di Set Up, ideato da Palazzo Grassi, in collaborazione con Enrico Bettinello, un mini festival imperdibile, espressione di linguaggi fluidi che restituiscono i flussi di energia che segnano l’avanguardia underground più in voga del momento. Artisti internazionali di generazioni, ispirazioni e influenze culturali differenti si alterneranno tra le navate e all’interno del cubo di Punta della Dogana, offrendo al pubblico prospettive inedite sugli spazi di questo straordinario complesso architettonico. Un’esperienza altamente immersiva in cui le barriere tra artista e osservatore tendono ad assottigliarsi, nella scoperta di sonorità contemporanee e delle più attuali ricerche sul movimento. Elettronica pop, dabke, techno, il timbro di un sax modificato, ma anche la riscoperta dei groove più oscuri della vivace scena africana, il rapporto tra corpo e voce, la sperimentazione del movimento e la forza dei segni performativi, sono tutti elementi che gli spettatori sono invitati a esplorare riposizionandosi in continuazione per rinnovare la propria prospettiva percettiva ed emozionale. Gli artisti coinvolti in questa edizione sono: Ätna (Germania), Awesome Tapes From Africa (Stati Uniti), Nora Chipaumire (Zimbawe), Greener Grass (Olanda), Marco Scipione (Italia), MK (Italia), Moor Mother (Stati Uniti), Omar Souleyman (Siria), Sama’ (Palestina), Kelly Lee Owens (Regno Unito), Alma Söderberg e Hendrik Willekens con il progetto WOWAWIWA (Svezia e Belgio).
In the short timeframe between the closing of exhibition Luogo e Segni and the instalment of the
upcoming exhibition, Untitled, 2020, Punta della Dogana will turn into an amazing space for performance art and shows. On February 7 and 8, 8pm to 2am, the third edition of Set Up! will take place. Set Up is a mini-festival of fluid languages, energy, and underground avant-garde. Generations of international artists, inspirations, cultural influences will alternate in the halls an in the ‘cube’ at Punta della Dogana to offer visitors a new perspective on this incredible piece of architecture. Such an immersive experience – barriers between artist and observer crumble down or grow so thin they disappear as we discover and enjoy new sound and modern ways to make music. Electronic pop music, dabke, techno, the tweaked timbre of a saxophone, the rediscovery of the darkest groove in today’s African scene, the relationship between body and voice, the experimentation of motion and the strength of performative gesture: all these elements are out there for you to find out more about as you shift your perceptual and emotional perspectives. Participating artists in this 2020 edition are: Ätna (Germany), Awesome Tapes From Africa (USA), Nora Chipaumire (Zimbawe), Greener Grass (Netherlands), Marco Scipione (Italy), MK (Italy), Moor Mother (USA), Omar Souleyman (Syria), Sama’ (Palestine), Kelly Lee Owens (UK), Alma Söderberg and Hendrik Willekens with project WOWAWIWA (Sweden and Belgium). Set Up 7-8 febbraio h. 20-02 Punta della Dogana www.palazzograssi.it
Four musicians share a passion for narration in song. The three voices of Sanne Huijbregts, Julia Werner, and Vita Pagie follow one another as they either narrate or become protagonists of a conversation they hold with each other, creating a vocal polyphony that is real magic. The three are accompanied by multi-instrumentalist Carmiel Jansen. Huijbregts’s vibraphone is the final ingredient in this mixture of percussions and harmony. Together, all elements create a deeper dimension, where simplicity and sophistication unsuspectingly come as one. Greener Grass flirt with folk and indie pop, though is happy to challenge any genre, as long as it is authentic. CUBO
WOWAWIWA
Avant-pop Progetto musicale di Alma Söderberg e Hendrik Willekens, concepito nel bar dell’aeroporto di Zagabria. Il nome testimonia l’amore per il suono, ma è possibile leggervi anche la fascinazione per il ritmo in quattro battute, con il pesante WO e l’elegante WI. La loro musica emerge dall’interazione tra diversi ingredienti sonori. La voce si nutre di mic che attivano il riverbero a molle filtrate che s’inserisce nel campionatore, il quale trasforma le voci in battiti, linee di basso e altri suoni. Il sequenziatore delle percussioni alimenta il lancio dal sintetizzatore di controllo CV che dà forma alla melodia. Il sintetizzatore viene colto dall’orecchio che comanda alla voce di imitare, l’imitazione è catturata dal microfono e così via. Le loro esibizioni colgono il gioco profondo del canto come linguaggio libero, il pesante sussulto della manopola e tanto ascolto. Alma Söderberg è coreografa e danzatrice, Hendrik Willekens è sound editor e performer. WOWAWIWA è la realizzazione di un desiderio: continuare a fare musica insieme, dopo le precedenti collaborazioni in John The Houseband (2008–oggi) e Idioter (dal 2014).
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WOWAWIWA is the musical project of Alma Söderbeg and Hendrik Willekens. The name Wowawiwa means love for sound and for four-bar rhythm with heavy wo and elegant wi. Their music is born of the interaction of different ingredients. Voice feeds into the sampler, the drum sequencer launches a CV control that in turn shapes the melody. The synthesiser feeds voice back into the mic. Their shows play on song as the essence of free language. Alma Söderberg is a choreographer and a dancer, Hendrik Willekens is a sound editor and performer. WOWAWIWA is a wish come true: to make music together.
presentata nell’ottobre 2018 al The Kitchen di New York. Tra le serie in progress, c’è anche il progetto di un libro digitale – nhaka – che costituisce teoria, tecnologia, pratica e processo della sua opera artistica. #PUNK 100%POP *NIGGA è una performance live divista in tre parti e ispirata dagli anni di formazione trascorsi dall’artista nello Zimbabwe e dall’energia e forza di ribellione della cultura punk e della musica new wave degli anni Ottanta. Ciascuna di queste tre parti esplora un’ideologia sonora: il Punk, il Pop e la Rumba congolese (in questo ordine preciso), che vengono confrontate e celebrate attraverso la musica di Patti Smith, Grace Jones e Rit Nzele. Ogni sessione esiste come espressione completa e può essere eseguita separatamente (canzoni singole) oppure insieme come un ciclo di canzoni epiche (album). Insieme, i tre atti dipingono un paesaggio visivo e sonoro, che coinvolge voce, gesto e un’installazione da competizione sound-clash. Born in Mutare, Zimbabwe, and now a New Yorker, Nora Chipaumire embraced and challenged the stereotypes on Africa. She is now touring with #PUNK 100%POP *NIGGA (read: hashtag punk, one hundred percent pop, star nigga), a live performance first presented in October 2018 at The Kitchen in New York. #PUNK 100%POP *NIGGA is a three-act show inspired by the artist’s years in Zimbabwe and by the energy and force of rebellion of punk culture and new wave music. Each part (punk, pop, and Congolese rumba, in this order) are compared and celebrated. Together, the three acts paint a visual and sound landscape in a sound-clash installation.
Demian ama rovinare tutto. La questione è sempre cantare canzoni e battere il ritmo, impegnato da suoni elettronici brillanti e bizzarri. Come le “sorelle e fratelli dell’età della pietra” a loro piace farlo con le mani. Dritto al punto, dunque. Le loro esibizioni live, innovative ruotano intorno al piano – mixato direttamente con effetti analogici, loop, effetti speciali e ritardi suonati live, e nulla di automatizzato – e mentre qualcuno potrebbe usare l’Autotune per raddrizzare il tono di un cantante, ogni trattamento vocale, qui, aggiunge soltanto profondità alla voce suggestiva di Inéz. Impegnando elementi di movimenti e generi drammaticamente diversi, Inéz e Demian – una partnership creativa di eguali – danno vita a un lavoro d’arte d’avanguardia nel senso più vero del termine, integrando moda e design nella loro musica, con costumi di scena monocromatici e straordinari video che mostrano ampie stanze colme di dadi bianchi, colori e forme funzionali, e un logo che sembra essere stato disegnato da Wassily Kandinsky. Inéz and Demian met in Dresden, Germany, where they started working together. Inéz loves the piano’s minimal, pure sound, while Demian likes to tear everything down to pieces. Like their “brothers and sisters from the stone age” they make music with their hands. Straight to the point. Their innovative shows are centred on the piano, mixed in analogue effects, loops… nothing is automated. Inéz and Damian – a creative partnership of equals – give life to a piece of avant-garde art in its truest form, integrating fashion and design in their music thanks to monochrome stage costumes and video art.
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CUBO
#PUNK (Performance)
Electropop
Tape dj-set
Nora Chipaumire
Nata a Mutare, nello Zimbabwe trasferitasi a New York City, Nora Chipaumire ha sfidato e abbracciato gli stereotipi sull’Africa; il corpo nero performa arte ed estetica da quando ha iniziato a ballare nel 1998. Chipaumire è attualmente in tournée con #PUNK 100%POP *NIGGA (hashtag punk, one hundred percent pop, star nigga), una performance live
Ätna
Inéz e Demian si sono incontrati a Dresda, nella Germania orientale, dove hanno iniziato a lavorare insieme. Inéz ama il minimalismo e il suono purista del pianoforte, mentre
Awesome Tapes From Africa
A partire dal 2006, il blog di Brian Shimkovitz, Awesome Tapes From Africa fa luce sugli oscuri e bellissimi suoni che provengono da tutto il Continente. Come dj, ha dato vita al blog con 2/3 ore di set in cui miscela pop folk con sessioni jam da dancefloor left-field e grandi pezzi hip-hop raccolti nei mercatini in giro per l’Africa. Viaggiando tra club, festival e spazi DIY, il dj set di Awesome Tapes From Africa celebra la musica e musicisti le cui cassette sono state raccolte
:speciale e collezionate da Shimkovitz nel corso di tutti questi anni. Nel 2011 ATFA si è evoluto in un’etichetta di vinili molto acclamata dalla critica, che rimette in circolazione dischi di artisti africani come Bola, Dur-Dur Band, Hailu Mergia e Penny Penny. L’etichetta gioca un ruolo fondamentale nel dare seguito alla mission di dare forma a un’audience internazionale sulla musica africana, attraverso la ripubblicazione. Attingendo dal suo vasto archivio di cassette – che includono highlife, fuji, benga, tsonga disco, soukous, hip-hop, rhumba ed ethio-soul, tra gli innumerevoli generi – il suo ruolo ora combina quello dell’educatore, del promoter, del selezionatore alla ricerca di dj da tutto il mondo. I suoi set su piastre di registrazione doppie esplorano i profondi suoni regionali, usando un’agilità analog-anchored mai vista né sentita altrove. Starting in 2005, Brian Shimkovitz’s blog Awesome Tapes From Africa has been shedding some light on the obscure, beautiful sound that comes from that continent. Awesome Tapes From Africa celebrates music and musicians whose tapes have been collected by Shimkovitz over the course of several years. In 2011, ATFA grew into a vinyl disc label and circulates records of African artists such as Bola, Dur-Dur Band, Hailu Mergia, and Penny Penny. Shimkovitz’s set on double records plates explore the deepest regional sounds in an analogue-anchored agility you’ve never seen anywhere.
CUBO
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TOY TOKYO / Modified saxophone and electronics
BERMUDAS / Dance performance
Marco Scipione
MK
Kelly Lee Owens
Sassofonista che si sta ritagliando un posto di primo piano nella scena internazionale, Scipione incarna la più moderna figura di musicista e compositore che gioca e mescola tra loro i generi, spingendo il suo stupefacente fraseggio jazz tra l’elettronica e la sperimentazione, con costanti e vigorosi richiami al funk e al rock. Scipione è il primo solista nella band di Mario Biondi e, tra le tante collaborazioni, vanno ricordate quelle con il bassista Federico Malaman e il cantante Giuliano Palma. Simone Giorgi è nato a Pavia nel 1985 ed è musicista, produttore, fonico e scrittore. È stato cantante e chitarrista nella band post-rock La Debole Cura e ha realizzato due
Il gruppo MK si occupa di coreografia e performance dal 1999 e ruota intorno a un nucleo originario di artisti costantemente in dialogo con altri performer e progetti trasversali. Il gruppo è da subito invitato nei più importanti festival della nuova scena in Italia e all’estero. Tra le produzioni recenti Robinson, in collaborazione con l’artista visivo Luca Trevisani, ha debuttato nel 2014 al Teatro Argentina di Roma ed è tuttora in tour. Con Veduta (2016) il gruppo
Dopo qualche anno passato a lavorare presso alcuni dei negozi di dischi più iconici di Londra, la produttrice del Galles, Kelly Lee Owens, ha avviato una collaborazione con il produttore dance Daniel Avery, prestando la sua voce per tre tracce nel suo acclamato album full-length Drone Logic. Molto presto, ha messo insieme alcune tracce utilizzando il portato impressionante dei sintetizzatori analogici di Avery, pubblicando l’euforico Lucid e il cinematografico Uncertain. Nel 2017, Owens ha pubblicato il suo omonimo album di debutto full-length per la Norway’s Smalltown Supersound che ha ricevuto subito grande riscontro di pubblico, ed è stato descritto come l’album che “colma i gap tra techno cavernosa, pop spettrale e pulsazioni meccaniche krautrock”. L’artista si è fatta conoscere per i suoi live show energici e coinvolgenti e, più recentemente, per essere una remixer molto richiesta, avendo lavorato con Mount Kimbie, St Vincent e Jenny Hval. Oltre a lavorare al suo secondo album, Kelly Lee Owens ha appena pubblicato il brano Luminous Spaces in collaborazione con Jon Hopkins, sotto l’etichetta Domino Records. After a few years spent working in record shops in London, Welsh producer Kelly Lee Owens began working with dance producer Daniel Avery and lent her voice for three tracks in album Drone Logic. Soon, she went for more, thanks to Avery’s mastery of the analogue synthesiser, and published euphoric Lucid and movielike Uncertain. In 2017, Owens published her own debut album, of which critics said it “bridges the gaps between cavernous techno, spectral pop, and krautrock’s mechanical pulse”. The artist is known for powerful, energetic live shows and for her work as a remixer. She is now working on her second album.
progetti solisti, Against the Light e Siho. Nel 2007 ha pubblicato il libro di poesie Nell’assenza del dolore. Toy Tokyo è la nuova visione e proiezione musicale di Marco Scipione che devia il suo percorso solista in una parentesi da band, trovando nell’elettronica di Simone Giorgi l’alter ego per le indagini soniche e sperimentazioni musicali del suo sax. Scipione stravolge la voce del suo sassofono, trascinandolo dall’acustico all’elettrico attraverso una ricerca personale e coraggiosa, totalmente disinibita: nella proposta musicale di Scipione convivono il minimalismo onirico e sofisticato di Yorke, assieme ai flussi di coscienza vorticosi del fraseggio di Coltrane, fino all’urgenza comunicativa e ferocia delle distorsioni di Cobain. E in questo libero navigare musicale, che non abbondona mai la rotta della melodia, Scipione nei Toy Tokyo compie uno slancio ulteriore, lasciando a Giorgi il compito di modificare e deviare ancora il fluire del suono attraverso l’utilizzo di synth, elettronica e scarni inserti chitarristici. A sax player who is finding his place in the international scene, Marco Scipione embodies the modern figure of composer/instrumentalist who knows how to play with and mix genres, pushing his amazing jazz phrasing into the realms of electro and experimentation, with constant references to funk and rock. Scipione is the first soloist in the Mario Biondi Band and worked with Malaman and Giuliano Palma. Toy Tokyo is a new vision, a new musical projection that deviates from solo practice to find in Simone Giorgi’s electronic sound the right alter ego for sound discovery and saxophone experimentation.
inizia un’indagine immersiva sul paesaggio e la prospettiva adattabile a qualsiasi orizzonte urbano. Bermudas (201718) ha ricevuto il premio Danza&Danza come miglior produzione italiana 2018. L’ultima creazione del gruppo, Orografia/Parete Nord è una collaborazione internazionale coprodotta da Torinodanza 2018. Michele Di Stefano ha ricevuto commissioni coreografiche da Aterballetto e Korean National Contemporary Dance Company; è incaricato della programmazione danza per il triennio 2018-20 dal Teatro di Roma ed è stato co-curatore con Francesca Corona del progetto Giacimenta per Matera 2019. Nel 2014 riceve il Leone d’Argento per l’innovazione nella danza alla Biennale di Venezia e nel 2018 il Premio Nico Garrone. Bermudas è un lavoro coreografico pensato per un numero variabile di interpreti (da tre a tredici), intercambiabili tra loro. È dunque un sistema di movimento basato su regole semplici e rigorose che producono un moto perpetuo, adottabile da ogni performer come una condizione per esistere accanto agli altri e costruire un mondo ritmicamente condiviso. Il brano è ispirato dalle teorie del caos, dalla generazione di insiemi complessi a partire da condizioni semplici, dai sistemi evolutivi della fisica e della meteorologia. Il risultato finale tende alla costruzione di un luogo carico di tensione relazionale, un campo energetico molto intenso (a cui il nome Bermudas ironicamente fa riferimento) attraversato da una spinta alla comunicazione immediata, necessaria per generare uno spazio sempre accessibile a qualunque nuovo ingresso. Lo spettacolo è costruito per essere un sistema inclusivo e
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Electronic dj-set
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permeabile, ogni apertura al pubblico è una finestra aperta su uno dei possibili cast ma anche sull’unico obiettivo del lavoro: la costruzione di una danza che permetta continuamente alla danza di qualcun altro di trovare spazio. MK has been working with choreography and performance since 1999 and focuses on an original core of artists who also work with other performers and on collateral projects. The collective participated in the most important festivals in Italy and abroad. One of their most recent production, Robinson, debuted in 2014 at Argentina Theatre in Rome and is still touring today. Bermudas is a choreographic piece written for a variable number of performers (three to thirteen). A system of gestures based on simple, rigid rules that produce perpetual motion.
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Omar Souleyman Dabke
CUBO
Moor Mother
Afrofuturist Dark Rap Nel 2016 Moor Mother pubblica il suo album di debutto Fetish Bones con l’etichetta Don Giovanni, riscontrando grande successo presso la critica. Fetish Bones è stato in seguito inserito tra i tre migliori album dell’anno da «The Wire Magazine», al primo posto per Jazz Right Now ed è apparso nelle diverse classifiche compilate da Pitchfork, Noisy, «Rolling Stone» e «Spin Magazine». Da allora, ha pubblicato The Motionless Present commissionato da CTM X VINYL FACTORY 2017, e ha aperto i concerti degli Irreversible Entanglements, Moor Jewelry e 700bliss. Grazie alla sua energia inarrestabile, recentemente ha parteci-
Ha collaborato con Björk e Four Tet. Nel 2013 ha pubblicato il suo album di debutto registrato in studio Wenu
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Sama’
Techno dj-set Artista emblematica della scena underground palestinese, Sama’ è una delle prime dj e produttrici di musica elettronica che emergono dalla Regione. Il suo sound, techno originale e vibrante, è secco e musicale allo stesso tempo e in poco tempo ha trovato la sua strada verso l’Europa e oltre. Sama’, che significa “cielo” in arabo, inizia a mixare nel 2006 in alcune feste a Ramallah, in Palestina. Parecchi anni dopo inizia a produrre la sua musica e nel 2010 espande il suo interesse per lo stile musicale synthesis, focalizzandosi su techno, house e altri sub-generi della musica elettronica. L’artista si laurea nel Regno Unito in Ingegneria Audio e Produzione Musicale, per poi trasferirsi al Cairo dove inizia a lavorare prima come progettista del suono in ambito cinematografico, poi come produttrice musicale e istruttrice. Sama’ora è a capo della sua compagnia di Ingegneria Audio e progettista del suono, lavorando tra film e documentari del Medio Oriente. Nel 2017 viene selezionata come “Laureate” dal French Institute e durante quel periodo fa parte di una residenza presso l’International City of Arts a Parigi. Sama’ è a capo di una casa discografica chiamata Awyav, che rappresenta artisti indipendenti dal mondo arabo. Verso la fine del 2018, la performance di Sama’, Boiler Room, e il relativo documentario sulla scena musicale in Palestina è diventato virale, e sempre più persone ora vedono che la musica non ha confini. Sama’ è stata recentemente inserita nella lista “Alternative Power 100” di Shesaid.So. Inoltre, ha suonato alla
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pato a diversi festival importanti, tra cui Borealis, CTM, Le Guess Who?, Unsound, Flow, Rewire e Donau. È ritenuto il fenomeno dell’anno!
In 2016, Moor Mother published her debut album Fetish Bones, which went on to find critical praise. The Wire Magazine called it one of the three best albums in the year. For Jazz Right Now, it was the best, period. Rolling Stone and Spin Magazine seemed to agree. She since published The Motionless Present and opened concerts of Irreversible Entanglements, Moor Jewelry, and 700bliss. The unstoppable Moor Mother participated to important festivals such as Borealis, CTM, Le Guess Who?, Unsound, Flow, Rewire, and Donau.
Wenu con Ribbon/Domino, che NPR ha definito «…un pezzo così viscerale, emozionante e intenso che quasi non vale la pena perdere tempo a contemplare la materia misteriosa del limiti terreni». Il suo secondo album nel 2015 Bahdeni Nami si è guadagnato lodi dalla critica, tra cui il «The Guardian»: «è così veloce che l’unico modo appropriato con cui ci si può relazionare è quello di dimenarsi. Le melodie sono sia abrasive che spumeggianti, un infinito cinguettio come un canto turbolento». L’album To Syria, With Love del 2017 con Mad Decent, posiziona Omar risolutamente nel firmamento della musica elettronica globale. Souleyman ha rinforzato il suo status di icona mondiale di musica elettronica, creandosi un ampio seguito internazionale, dopo tour mondiali e la partecipazione a importanti festival come Glastonbury, Bonnaroo, Pitchfork Paris e Roskilde. Nel 2013 si è esibito al concerto per il Nobel per la Pace in Norvegia ed è stato costantemente in tour dal rilascio di To Syria, With Love, anzi in realtà da sempre negli ultimi 10 anni. Souleyman worked with Björk and Four Tet. His debut album Wenu Wenu of 2013 was described by the NPR as “so visceral, thrilling and intense as to make the mysterious matter of earthly borders seem hardly worth the time to contemplate.” Album To Syria, With Love of 2017 gave Omar Souleyman his right place in the world of electronic music. The producer recently bolstered his icon status and ample international following after world tours and participation to important festivals like Glastonbury, Bonnaroo, Pitchfork Paris, and Roskilde.
prestigiosa consolle del Dalt Vila, a Ibiza, un sito patrimonio UNESCO per l’International Music Summit a Maggio.
Emblematic artist in the underground Palestinian music scene, Sama’ is one of the first DJ and electronic music producers coming from the region. Her sound is original, vibrant techno and is dry and yet musical. It found its way to Europe and beyond. Sama’ graduated in in Britain and then moved to Cairo, where she worked in cinema as a music producer and instructor. In late 2018, her performance Boiler Room and a related documentary on the music scene in Palestine became viral, and whoever listened to her now sees how music knows no boundaries.
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isate alla francese r e e t al Carnevale di Venezia e r e p
VENERDÌ 21, SABATO 22 FEBBRAIO 2020, ORE 19.30 DOMENICA 23 FEBBRAIO 2020, ORE 17 Spettacolo in francese Sabato 22 febbraio finale con brindisi
GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO 2020, ORE 18 Conferenza di Alberto Mattioli Risate in miniatura: Offenbach e i maestri dell’operetta
DA GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO A MARTEDÌ 25 FEBBRAIO 2020 ALLE ORE 14.30, 15 E 15.30 Visite guidate gratuite del Palazzetto Bru Zane
Finale con brindisi offerto da Laguna nel bicchiere
Biglietti: 15 € / 5 € (studenti e minori 28 anni) tickets@bru-zane.com • +39 041 52 11 005 BRU-ZANE.COM
Nell’ambito del
2020
PALAZZETTO BRU ZANE San Polo 2368, Venezia
l’evento del mese the event of the month
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Gioco Amore Follia
Attrazione Carnevale Scenografo e Direttore degli allestimenti scenici del Teatro La Fenice di Venezia, Massimo Checchetto, veneziano doc, ha collaborato con grandi artisti del panorama teatrale internazionale, ha firmato le scene di numerosi eventi, mostre e produzioni liriche, inaugurando nel 2013 la stagione lirica della Fenice con L’Africaine. Tra i titoli recenti, La Sonnambula, Juditha Triumphans, Don Pasquale, La Favorite, L’Amico Fritz e Mirandolina. Ha curato le scenografie di diversi eventi pubblici, tra cui la Regata Storica e dal 2014 il Gran Teatro di Piazza San Marco per il Carnevale. Il Gioco, l’Amore e la Follia è il titolo di questa edizione del Carnevale di Venezia, che Massimo Checchetto firma come Direttore artistico. Nonostante la lunga esperienza e professionalità, un misto di passione, emozione e orgoglio, l’ha spinto a ‘lanciarsi’ in questa nuova sfida. Da affermato scenografo, lei si trova a dirigere un Carnevale con una quinta scenica unica come Venezia, come la sua esperienza e professionalità verrà messa al servizio del Carnevale? Direi che avere la possibilità di lavorare a Venezia per me è un valore aggiunto, visto che tutto è scenografico ovunque ti giri. Spesso, infatti, si tratta di valorizzare l’esistente con un pizzico di sana follia senza stravolgerlo, spero di riuscire in questo!
Mai come quest’anno il Carnevale cerca nelle sue Never before has Carnival looked into its
origini le ragioni per festeggiare e mascherarsi. Stanchi a causa di un ‘pesante’ 2019 per Venezia, segnato da alcuni eventi eclatanti noti a tutti, sono proprio la città e i suoi abitanti a sperare nel periodo spensierato, folle e felice del Carnevale. In passato, infatti, la Serenissima usava la Festa come valvola di sfogo, le attività dei veneziani passavano in secondo piano, ed essi concedevano molto del loro tempo a festeggiamenti, burle, divertimenti e spettacoli che venivano allestiti in tutta la città, soprattutto in Piazza San Marco, lungo la Riva degli Schiavoni e in tutti i maggiori campi di Venezia. Vi erano attrazioni di ogni genere: giocolieri, acrobati, musicisti, danzatori, spettacoli con animali e varie altre esibizioni, che intrattenevano un variopinto pubblico di ogni età e classe sociale, con i costumi più fantasiosi e disparati. Oltre a intrattenimenti ed esibizioni nei campi, momenti di maggior fasto ed eleganza si svolgevano nei teatri, con spettacoli importanti che richiamano pubblico da tutta Europa, addirittura nei conventi e nei Caffè. Piazza San Marco era sempre il centro del Carnevale e di ogni attrazione. Nelle dimore dei sontuosi palazzi poi si ospitavano grandiose e lunghissime feste con sfarzosi balli in maschera. La Serenissima permetteva, quasi incoraggiava, un gioioso rito collettivo con cui veniva sovvertito il rigido ordine tra le classi sociali, tra i sessi, le religioni e le gerarchiche costituite. Forte dunque della tradizione, il Carnevale di Venezia mantiene nella sua programmazione le linee guida che da secoli hanno assicurato lo splendore e la fama indiscussa: dall’8 al 25 febbraio la città fa da quinta perfetta per spettacolari feste sull’acqua, svoli dal Campanile di San Marco, battaglie tra antiche fazioni, “cacce ai tori”, la Festa delle Marie, i teatri di strada e i cortei di maschere. A questo si aggiunge un ricchissimo programma culturale che coinvolge tutte le Istituzioni della città, dai teatri ai musei e collezioni, ai singoli palazzi, che garantiscono una diffusione capillare della Festa e un’offerta davvero interessante e variegata. Non manca però un’iniezione di contemporaneo, dedicata soprattutto ai più giovani, con la proposta di vere e proprie feste dance all’Arsenale, la presenza di dj internazionali con show-case anche dal palco di Piazza San Marco, concerti live a Rialto e in altri Campi, per diffondere l’energia della Festa in tutta la città. Ultima raccomandazione: il travestimento è l’essenza stessa del festeggiamento, maschere e costumi diventano strumenti indispensabili per realizzare il clima del Carnevale e per trasformare Venezia in un fantastico palcoscenico senza tempo!
origin to find the reasons for partying and concealing identities. The year 2019 has been a heavy one for Venice, so some fun and carefree times are much needed by all. In the past, the Republic of Venice used the Carnival as an outlet valve, a few days when every other activity would be put on the back burner and that commoners could spend eating, having fun, and playing. Shows took place all over the city, though above all, in Piazza San Marco, along Riva degli Schiavoni, and in major squares around town. There were shows of all kinds: jugglers, acrobats, musicians, dancers, animal shows, and others, all to entertain an audience of all ages and social status. Theatres also hosted carnival shows and some were able to attract audiences from all over the continent. In noble palazzos, long, beautiful parties and masked balls were ubiquitous. The state allowed, even encouraged, a joyous, collective rite where distinctions between social classes, sex, and hierarchies were disregarded, upturned, and derided. This is as far as tradition goes, and the Venetian Carnival keeps following the guidelines that guaranteed splendour and fame for centuries. From February 8 to 25, Venice will be the stage for beautiful water shows, flights from the San Marco bell tower, “bull chasing”, street shows, and mask shows. To all this, add a rich cultural programme that involves all institutions in town: theatres, museums, art collections – celebration is everywhere and the offer is truly diverse and interesting. There is modern-style fun to be had, too, especially for the young crowd. Dance parties at Arsenale, international DJs, concerts at Rialto and elsewhere will spread energy all around. One last recommendation: disguise is the essence of celebrating Carnival and the one thing you need to fit in! your costume is the essential tool to give your contribution to the big party. «Carnevale di Venezia – Il Gioco, l’Amore, la Follia» 8-25 febbraio www.carnevale.venezia.it
Il titolo del Carnevale, ci racconti come nata l’idea e come Il Gioco, l’Amore e la Follia connoteranno il programma? Il Gioco, l’Amore e la Follia è un invito a partecipare attivamente al Carnevale di Venezia, una città che dà amore e ne richiede. La frase che più mi ha ispirato è di Erasmo da Rotterdam «La vita è un gioco della follia, dove il cuore ha sempre ragione», stranamente finora ho trovato un sacco di persone molto esperte sul tema! L’amore e la follia vanno a braccetto, il gioco è l’elemento di congiunzione che detta le regole. Esperienza e ricordi, che significato ha per lei il Carnevale? Sono sempre in cerca di qualcosa di nuovo e sento ancora il bisogno di giocare. Sono attirato da tutto ciò che è spettacolare, quest’attrazione mi ha portato a vivere il Carnevale fin da ragazzo. Ricordo i miei primi carnevali veneziani vissuti come grande momento di libertà creativa in una Venezia strabordante di persone e di vita.
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A scenographer and technical director at Fenice Theatre in Venice, Massimo Checchetto worked with A-list celebrities in the world of theatre and authored events, exhibitions, and opera productions. His staging of L’Africaine at Fenice opened the 2013 season. Il Gioco, l’Amore e la Follia (Play, Love, and Folly) is the upcoming edition of the Venetian Carnival, which Checchetto presides as art director. A scenographer for the Venetian Carnival. Working in Venice adds real value to everything. Everywhere you look, that’s a beautiful theatre set! What is really needed is to embrace what is existing and add a pinch of folly to it. Play, Love, and Folly. It’s an invitation to participate in the Carnival. Venice asks for, and gives, love. Love and folly go hand in hand. Your Carnival. I love whatever is spectacular, which is why I’ve always loved the Carnival, since I was a child. I’ve always seen it as a moment of creative liberty in a city filled to the brim with people and life.
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ICE SKATING IN VENICE
Aperto tutti i giorni, con possibilità di noleggio pattini/ Open every day, with skate rental service Campo San Polo h. 11-21
FESTA VENEZIANA SULL’ACQUA Parte Prima vedi/ see on p.18 Rio di Cannaregio h. 19/21
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FESTA VENEZIANA SULL’ACQUA Parte Seconda vedi/ see on p.18
Rio di Cannaregio h. 10.30-13
ROOFTOP CARNIVAL vedi/ see on p.27
Skyline Rooftop Bar h. 18.30-22.30
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VISITE GUIDATE A PALAZZETTO BRU ZANE
Ogni giovedì e tutti i giorni dal 20 al 25 febbraio/ Guided tours every Thursday and every days from 20 to 25 February Palazzetto Bru Zane h. 14.30 (italiano/ Italian); h. 15 (francese/ french); h. 15.30 (inglese/english)
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SPECIALE SAN VALENTINO Grand opening
Piazza San Marco h. 19
AMOR SACRO E AMOR PROFANO Carnival Ball vedi/ see on p.24 Hotel Heureka h. 19
PROGETTO KOWALSKI vedi/ see on p.27 Hard Rock Cafe h. 20.30
CARNEVALE 2020
15
11. CARNEVALE INTERNAZIONALE DEI RAGAZZI vedi/ see on p. 29 Ca’ Giustinian h. 11-18
TRA(i)VESTITI – RITRATTI FEMMINILI Monologo di/ Monologue by Linda Bobbo
Palazzo Mocenigo h. 11-12.30
CORTEO E FESTA DELLE MARIE vedi/ see on p.18
Da San Piero di Castello h. 14.30 a Piazza San Marco h. 16
PAPER MASK
Spettacolo per famiglie/ Family show
Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano h. 14.30
HOME FESTIVAL PREVIEW vedi/ see on p.27
Piazza San Marco h. 17.30
THE ROLLING CARPETS vedi/ see on p.27 Hard Rock Cafe h. 20.30
OFFICIAL DINNER AND BALL
Ca’ Vendramin Calergi h. 21
ARSENALE CARNIVAL EXPERIENCE vedi/ see on p.27 Arsenale, Tese 93-94 h. 22-3.30
16
CARNEVALE DI MURANO
Musica, spettacoli, sfilate di maschere e carri allegorici/ Music, shows, masks, and a parade Campo Santo Stefano, Murano h. 10.30-17
11. CARNEVALE INTERNAZIONALE DEI RAGAZZI vedi/ see on p. 29 Ca’ Giustinian h. 11-18
LA MASCHERA PIÙ BELLA Concorso giornaliero/ Daily contest
Piazza San Marco h. 11-13
VOLO DELL’ANGELO vedi/ see on p.18 Piazza San Marco h. 12
HOME FESTIVAL PREVIEW vedi/ see on p.27
Piazza San Marco h. 17.30
OFFICIAL DINNER AND BALL vedi sabato/ see on 15 febbraioFebruary
Ca’ Vendramin Calergi h. 21
17
FANTASMAGORIE
Vita, morte e miracoli di Pulcinella vedi/ see on p.22 Teatro La Fenice h. 11
19
FANTASMAGORIE vedi/ see on p.22 Teatro La Fenice h. 11
LA MASCHERA PIÙ BELLA Concorso giornaliero/ Daily contest
Piazza San Marco h. 11-13/15-17
CANZONI DEL MARE SALATO Live concert
Ateneo Veneto, Aula Magna h. 17
HOME FESTIVAL PREVIEW vedi/ see on p.27
Piazza San Marco h. 17.30
LA MASCHERA PIÙ BELLA
LA DONNA DEL FUOCO vedi/ see on p.22
Piazza San Marco h. 11-13/15-17
TACABANDA
Concorso giornaliero/ Daily contest
LA METAFORA DEL CUORE
Recital pianistico/ Piano recital Palazzo Labia, Salone del Tiepolo h. 17
HOME FESTIVAL PREVIEW vedi/ see on p.27
Piazza San Marco h. 17.30
18
FANTASMAGORIE vedi/ see on p.22 Teatro La Fenice h. 11
LA MASCHERA PIÙ BELLA Concorso giornaliero/ Daily contest
Piazza San Marco h. 11-13/15-17
HOME FESTIVAL PREVIEW vedi/ see on p.27
Piazza San Marco h. 17.30
LE MARIE RACCONTANO GOLDONI E IL CARNEVALE
Visita guidata drammatizzata/ Dramatized guided tour Casa di Carlo Goldoni h. 18-19.30
Cinema Pio X, Burano h. 18
Live concert
Bacarando in Corte dell’Orso h. 21
20
LA MASCHERA PIÙ BELLA Qualificazione alla finale/ Grand final qualifiers Piazza San Marco h. 11-13
FANTASMAGORIE vedi/ see on p.22 Teatro La Fenice h. 12
VISITE GUIDATE A PALAZZETTO BRU ZANE vedi giovedì/ see on Thursday 13 febbraioFebruary Palazzetto Bru Zane h. 14.30/15/15.30
CARNEVALE DI BURANO
Musica, spettacoli, sfilate di maschere e carri allegorici/ Music, shows, masks, and a parade Vie del centro, Burano h. 15-22
BALLATA DELLE MASCHERE CON IL TAGLIO DELLA TESTA AL TORO vedi/ see on p.19 Pescheria di Rialto h. 15-17.30
L’AMOR COMICO
Spettacolo a cura di Pantakin/ Show by Pantakin Company Casa di Carlo Goldoni h. 15
IL CASANOVA DI FEDERICO FELLINI vedi/ see on p.23
Fondazione Querini Stampalia h. 17
UNA SERATA CON ARLECCHINO E PIERROT
Film d’animazione, danza e musica/ Screening, dance and music Ateneo Veneto, Aula Magna h. 17
HOME FESTIVAL PREVIEW vedi/ see on p.27
Piazza San Marco h. 17.30
RISATE IN MINIATURA Offenbach e i maestri dell’operetta vedi/ see on p.21 Palazzetto Bru Zane h. 18
FRESCH.IN FESTIVAL vedi/ see on p.27 Pescheria di Rialto h. 18-23
FUGA DAI PIOMBI I Fantasmi di Goldoni e Casanova a Venezia Performance teatrale/ Theatrical performance
Consolato di Svizzera, Palazzo Trevisan degli Ulivi h. 18 /21
THE WONDER BALL Amore vedi/ see on p.25
Chiesa della Misericordia h. 20
ChristianEFFE DJ vedi/ see on p.27 Hard Rock Cafe h. 20.30
TERRON FABIO vedi/ see on p.27
ZanziBar, Santa Maria Formosa h. 21
OFFICIAL DINNER AND BALL vedi sabato/ see on 15 febbraioFebruary
Ca’ Vendramin Calergi h. 21
21
CARNEVALE DI BURANO
Musica, spettacoli, sfilate di maschere e carri allegorici/ Music, shows, masks, and a parade
Vie del centro, Burano h. 10.30-12.30
LA MASCHERA PIÙ BELLA Qualificazione alla finale/ Grand final qualifiers Piazza San Marco h. 11-13
FANTASMAGORIE vedi/ see on p.22 Teatro La Fenice h. 12
:zoom
THE BEST FROM THE OFFICIAL PROGRAMME
17
VISITE GUIDATE A PALAZZETTO BRU ZANE vedi giovedì/ see on Thursday 13 febbraioFebruary Palazzetto Bru Zane h. 14.30/15/15.30
LOTTE TRA CASTELLANI E NICOLOTTI vedi/ see on p.19 Piazza San Marco h. 15/17
ARLECCHINO ALL’INFERNO vedi/ see on p.29
Teatro Goldoni (Foyer) h. 16
LOVE STORIES ALLE ORIGINI DEL CINEMA vedi/ see on p.23
Fondazione Querini Stampalia h. 17
VOGIO CANTAR E STAR ALEGRAMENTE Live concert
Ateneo Veneto, Aula Magna h. 17
CARNEVALE A SAN GIACOMO DELL’ORIO Tango night
Campo San Giacomo h. 17.30
HOME FESTIVAL PREVIEW vedi/ see on p.27
Piazza San Marco h. 17.30
LA BALLATA DEGLI AMORI INFELICI Performance
Teatrino di Palazzo Grassi h. 18
FRESCH.IN FESTIVAL vedi/ see on p.27 Pescheria di Rialto h. 18-23
LA DONNA DEL FUOCO vedi/ see on p.22 Teatrino Groggia h. 19
OFFENBACH & WACHS vedi/ see on p.21 Palazzetto Bru Zane h. 19.30
THE WONDER BALL | Follia vedi/ see on p.25 Chiesa della Misericordia h. 20
22
11. CARNEVALE INTERNAZIONALE DEI RAGAZZI vedi/ see on p. 29
ARSENALE CARNIVAL EXPERIENCE vedi/ see on p.27 Arsenale, Tese 93-94 h. 22-3.30
VENETIAN REFLECTION vedi/ see on p.25
OFFICIAL DINNER AND BALL vedi sabato/ s ee on 15 febbraioFebruary
ZanziBar, Santa Maria Formosa h. 21
OFFICIAL DINNER AND BALL vedi sabato/ see on 15 febbraioFebruary
Museo Correr h. 11.30/15
LA MASCHERA PIÙ BELLA Qualificazione alla finale/ Grand final qualifiers Piazza San Marco h. 11-13
FANTASMAGORIE vedi/ see on p.22 Teatro La Fenice h. 12
VISITE GUIDATE A PALAZZETTO BRU ZANE vedi giovedì/ see on Thursday 13 febbraioFebruary Palazzetto Bru Zane h. 14.30/15/15.30
L’AMORE AL TEMPO DEL CARNEVALE vedi/ see on p.23
Fondazione Querini Stampalia h. 15 (italiano)
ARLECCHINO E LA CASA STREGATA vedi/ see on p.29 Teatro Goldoni (Foyer) h. 16
CARNEVALE A SAN GIACOMO DELL’ORIO Live concert
Campo San Giacomo h. 16.30
LOVE STORIES ALLE ORIGINI DEL CINEMA vedi/ see on p.23
Fondazione Querini Stampalia h. 17
Ca’ Vendramin Calergi h. 21
ARSENALE CARNIVAL EXPERIENCE vedi/ see on p.27 Arsenale, Tese 93-94 h. 22-3.30
23
L’AMOR COMICO
Spettacolo a cura di Pantakin/ Show by Pantakin Company Casa di Carlo Goldoni h. 11
11. CARNEVALE INTERNAZIONALE DEI RAGAZZI vedi/ see on p. 29 Ca’ Giustinian h. 11-18
L’AMORE AL TEMPO DEL CARNEVALE vedi /see on p.23
Fondazione Querini Stampalia h. 11 (italiano e LIS)
IL VOLO DELL’AQUILA vedi/ see on p.18 Piazza San Marco h. 12
REGATA SPRINT DI CARNEVALE
HOME FESTIVAL PREVIEW vedi/ see on p.27
Da Ca’ Vendramin Calergi a Rialto, Pescheria h. 14.30
FRESCH.IN FESTIVAL vedi/ see on p.27
Collezione Peggy Guggenheim h. 15
FATTY ROOTS FRIDAY vedi/ see on p.27
Ca’ Vendramin Calergi h. 21
OLD 7 YEARS vedi/ see on p.27
LE FAVOLE DI GIANNI RODARI vedi/ see on p. 29
Pescheria di Rialto h. 18-24
OFFICIAL DINNER AND BALL vedi sabato/ see on 15 febbraioFebruary
SIR OLIVER SKARDY vedi/ see on p.27
Hard Rock Cafe h. 20.30
Palazzo Labia h. 20
Piazza San Marco h. 17.30
ZanziBar, Santa Maria Formosa h. 21
HOME FESTIVAL PREVIEW vedi/ see on p.27
Ca’ Giustinian h. 11-18
DAMIEN MCFLY vedi/ see on p.27
Hard Rock Cafe h. 20.30
GIORGIO GOZZO ROBERTO MENEGHELLO vedi/ see on p.27
OFFENBACH & WACHS vedi/ see on p.21 Palazzetto Bru Zane h. 19.30
THE WONDER BALL | Gioco vedi/ see on p.25 Chiesa della Misericordia h. 20
XXVII BALLO DEL DOGE Carnival Rhapsody vedi/ see on p.24 Scuola Grande della Misericordia h. 20.30
MASCHERE! vedi/ see on p.29
ARLECCHINO ALL’INFERNO vedi/ see on p.29
Teatro Goldoni (Foyer) h. 16
CARTE DI CUORI vedi/ see on p.23
Fondazione Querini Stampalia h. 16 (italiano)
OFFENBACH & WACHS vedi/ see on p.21 Palazzetto Bru Zane h. 17
Piazza San Marco h. 17.30-22
Hard Rock Cafe h. 20.30
Ca’ Vendramin Calergi h. 21
ARSENALE CARNIVAL EXPERIENCE vedi/ see on p.27 Arsenale, Tese 93-94 h. 22-3.30
24
OFFICIAL DINNER AND BALL vedi sabato/ see on 15 febbraioFebruary
Ca’ Vendramin Calergi h. 21
ARSENALE CARNIVAL EXPERIENCE vedi/ see on p.27 Arsenale, Tese 93-94 h. 22-3.30
25
CASA È TEATRO, TEATRO È CASA vedi/ see on p.22 Casa di Carlo Goldoni h. 9/10.45/15/17/19
LA MASCHERA PIÙ BELLA Concorso giornaliero/ Daily contest
LA MASCHERA PIÙ BELLA Edizione bambini/ Kids edition
Piazza San Marco h. 11-13/15-16
FANTASMAGORIE vedi/ see on p.22
Piazza San Marco h. 12
Piazza San Marco h. 11-13
Teatro La Fenice h. 12
INNAMORATE (DELLA VITA E DEL TEATRO) Performance teatrale/ Theatrical performance
Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano h. 14/16
VISITE GUIDATE A PALAZZETTO BRU ZANE vedi giovedì/ s ee on Thursday 13 febbraioFebruary Palazzetto Bru Zane h. 14.30/15/15.30
ARLECCHINO E LA CASA STREGATA vedi/ see on p.29
PREMIAZIONE DELLA MARIA DEL CARNEVALE FANTASMAGORIE vedi/ see on p.22 Teatro La Fenice h. 12
VISITE GUIDATE A PALAZZETTO BRU ZANE vedi giovedì/ see on Thursday 13 febbraioFebruary Palazzetto Bru Zane h. 14.30/15/15.30
ARLECCHINO ALL’INFERNO vedi/ see on p.29
Teatro Goldoni (Foyer) h. 16
PASSIONI, VIZI, VIRTÙ… IERI COME OGGI Perfomance teatrale/ Theatrical performance
Teatro Goldoni (Foyer) h. 16
Ateneo Veneto, Aula Magna h. 16
IL FRIGORIFERO LIRICO vedi/ see on p.29
SVOLO DEL LEON vedi/ see on p.19
Teatrino Groggia h. 16
Piazza San Marco h. 17
CARNEVALE A SAN GIACOMO DELL’ORIO
HOME FESTIVAL PREVIEW vedi/ see on p.27
Simultanea di scacchi/ Chess challenge Campo San Giacomo h. 17
HOME FESTIVAL PREVIEW vedi/ see on p.27
Piazza San Marco h. 17.30
MONDAY MARLEY vedi/ see on p.27 Profondo Rosso h. 19
Piazza San Marco h. 17.30
MAKE UNPLUGGED vedi/ see on p.27 Hard Rock Cafe h. 20.30
ELEPHANT MAN vedi/ see on p.27
ZanziBar, Santa Maria Formosa h. 21
OFFICIAL DINNER AND BALL vedi sabato/ see on 15 febbraioFebruary
Ca’ Vendramin Calergi h. 21
:zoom :tradition
FESTA VENEZIANA SULL’ACQUA February
8 febbraio h. 19/21 9 febbraioFebruary h. 10.30-13 Rio di Cannaregio
Prologo al Carnevale, la Festa Veneziana sull’acqua è diventata uno degli appuntamenti più attesi da veneziani e non. Le magie delle evoluzioni di performer e ballerini e le sorprendenti strutture galleggianti avvolte da giochi di luci e suoni tramutano il Rio di Cannaregio in un vero e proprio palcoscenico d’acqua, per uno spettacolo che ogni anno incanta migliaia di visitatori, assiepati lungo le rive. Seguendo il tema del Carnevale 2020, Il Gioco, l’Amore e la Follia, lo show di apertura rende omaggio a quella che Shakespeare definiva «la più saggia delle follie – l’Amore per l’appunto –, un’amarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire». All’imbrunire, una mirabolante sfilata sull’acqua si compone pezzo per pezzo davanti agli occhi sbalorditi del pubblico, mentre fiamme e luci illuminano la suadente danza di Passione e Follia, al suono di serenate lontane e promesse sussurrate. La mattina seguente, la seconda parte della Festa Veneziana torna ad animare il Rio di Cannaregio con la coloratissima sfilata del corteo acqueo delle Associazioni Remiere che precede il tradizionale svolo della pantegana e l’apertura degli stand gastronomici che offriranno a tutti cicheti, fritole e galani. An introduction to the upcoming big Carnival feast, the Venetian party on water is a beautiful dance and performing art show atop floating platforms, with lights and sounds. The Rio di Cannaregio will be turned into a water theatre stage, with the quays acting as the theatre’s parterre. The theme of the 2020 Carnival is Play, Love, and Folly – an homage to Shakespeare, who defined love as “the wisest of madness, bitterness that can stifle, a sweetness that can heal.”
CORTEO E FESTA DELLE MARIE February 15 febbraio da from Via Garibaldi (Castello) h. 14.40 a to Piazza San Marco h. 16
Narra una leggenda che nel 943, sotto il doge Pietro Candiano, fosse nell’uso veneziano celebrare i matrimoni in un unico giorno dell’anno, il 2 febbraio, giorno della purificazione di Maria. Le spose partivano in corteo acqueo dall’Arsenale lungo il rio detto “delle Vergini” per raggiungere i promessi sposi che le attendevano nella Chiesa di San Nicolò al Lido. Quell’anno i pirati triestini o narentani, con una temeraria scorreria, assalirono il corteo e rapirono le spose con tutti i corredi e le doti. I pirati furono raggiunti poche ore dopo il ratto nella laguna di Caorle dalla spedizione dei veneziani inferociti, che li trucidarono tutti sul posto e riportarono le spose alla cerimonia. Il Governo della Serenissima impose allora a dodici famiglie patrizie di provvedere ogni anno alla dote di altrettante fanciulle veneziane povere, scelte tra le più belle e che venivano battezzate come “Marie”. La festa si svolgeva nel mese di gennaio e prevedeva che le fanciulle si recassero prima nelle Chiesa di San Pietro di Castello, dove venivano benedette dal Vescovo, e poi a San Marco per incontrare il Doge. Nel corso dei secoli ci furono volte in cui la festa diventò una vera e propria farsa, con le Marie sostituite da fantocci di legno sui quali il popolo si esercitava al tiro al bersaglio; un gioco da cui nacque il detto della “Maria de Tola” a indicare una donna fredda e impettita. La Festa cadde in disuso già nel 1379, fu ripresa alcuni secoli dopo ma in forma molto ridotta, per essere infine reintrodotta in tempi recenti, diventando e diventare uno clou del Carnevale. Legend has it that in the tenth century, weddings were celebrated only one day in the year, on February 2. Brides-to-be were brought to their betrothed on boat along the Rio delle Vergini. In the year 943, pirates assaulted the cortege, kidnapped the brides, and stole their dowry. They were rescued a few hours later and the pirates slaughtered in place. Since then, the Government imposed tax on the rich to endow twelve girls of lesser means. Today, we remember this thousandyear-old tradition during Carnival days.
VOLOFebruary DELL’ANGELO
16 febbraio Piazza San Marco h. 12
Rituale inaugurale dei festeggiamenti del Carnevale, il Volo dell’Angelo vede protagonista la Maria vincitrice del Carnevale 2019, Linda Pani che, come da tradizione, aprirà i festeggiamenti domenica 16 febbraio, scendendo in ‘volo’ dalla cima del Campanile di San Marco per atterrare in Piazza, tra le braccia del Doge nel parterre affollato dai gruppi in costume. Una settimana più tardi, domenica 23 febbraio, la Piazza accoglie festante il Volo dell’Aquila. Come ogni anno il protagonista di questa spettacolare discesa sarà svelato solo qualche giorno prima dell’evento. Chiude simbolicamente il Carnevale, martedì 25 febbraio alle ore 17, lo Svolo del Leon, l’enorme storico gonfalone di Venezia che scende sulla Piazza come omaggio finale alla città e alla sua bellezza senza tempo. La tradizione dello svolo nacque in un’edizione del Carnevale nella metà del ‘500, quando venne realizzato un evento straordinario che fece molto scalpore: un giovane acrobata turco riuscì, con il solo ausilio di un bilanciere ad arrivare alla cella campanaria del campanile di San Marco camminando, nel frastuono della folla sottostante in delirio, sopra una lunghissima corda che partiva da una barca ancorata sul molo della Piazzetta. Nella discesa raggiunse, poi, la balconata del Palazzo Ducale, porgendo gli omaggi al Doge.
Photo Fiorenzo De Luca
:zoom
CARNEVALE
2020
19
VOLOFebruary DELL’AQUILA 23 febbraio Piazza San Marco h. 12
Dopo il successo di questa spettacolare impresa, subito denominata “Svolo del turco”, che solitamente si svolgeva il Giovedì grasso, si decise di ripetere l’iniziativa come cerimonia ufficiale anche per le successive edizioni, con tecniche simili e con forme che negli anni subirono numerose varianti. Per molti anni lo spettacolo, mantenendo lo stesso nome, vide esibirsi solo funamboli di professione, finché non si cimentarono nell’impresa, con imprevedibili variazioni, anche giovani veneziani. Quando queste variazioni portarono a prevedere, per lunghi anni di seguito, un uomo dotato di ali e appeso con degli anelli alla corda, issato e fatto scendere a gran velocità lungo la fune, si coniò il nuovo termine di “Volo dell’Angelo”. The Angel’s Flight is the most spectacular event of Carnival. It all began in the 1500s, when a young Turkish acrobat tightrope-walked from the tip of the bell tower in San Marco to a boat berthed by the quay. Venetian loved the shows, which usually took place on Shrove Thursday, and many acrobats would try their hand at the same feat over the years, until more recently someone thought of turning into a proper ‘flight’, with the acrobat fastened to the rope, donned in angel’s costumes with wings and all.
BALLATA DELLE MASCHERE CON IL TAGLIO DELLA TESTA AL TORO February 20 febbraio da from Pescheria di Rialto h. 15 a to Piazza San Marco h. 16.30
La Festa si consumava il Giovedì grasso di ogni anno. Il sacrificio della testa del toro non era la conclusione, bensì l’inizio dei festeggiamenti di Carnevale, cui sempre assisteva il Doge con tutto il Consiglio e la Signoria. La Festa celebrava una vittoria e l’episodio che la ispira risale Giovedì grasso dell’anno 1162, quando il Doge Vitale Michiel II festeggiò la vittoria sul Patriarca Ulrico di Aquileia e sui suoi dodici Feudatari ribelli. Per risarcire il tentativo di insurrezione soffocato nel sangue, Venezia con sarcastica magnanimità chiese ogni anno, anche ai successori del Patriarca, di inviare in dono al Doge in carica un toro, 12 pani e 12 porci ben pasciuti. Il toro-Patriarca con i 12 Porci-feudatari venivano messi allo scherno della pubblica piazza con un rituale che culminava con lo spettacolare taglio della testa del toro. Gli animali venivano successivamente macellati e cucinati e la loro carne distribuita durante i banchetti tra nobili, clero, popolo e carcerati. La Festa, trasformata nei secoli in un gioco senza malizia, durò così fino alla caduta della Repubblica. Da qualche anno La Ballata delle Maschere è tornata a essere il fulcro delle celebrazioni del Giovedì grasso con un animato corteo mascherato capitanato da un gigantesco toro di stoffa e cartapesta, circondato da maschere di porci, che sfila per le calli di Venezia, per giungere in Piazza San Marco offrendo un grande e divertente spettacolo. The bull’s head sacrifice was the beginning of Carnival – it celebrated Shrove Thursday of 1162, when the Duke of Venice won over the Patriarch of Aquileia and over twelve rebel vassals. The Duke demanded a tribute of a bull – the Patriarch – and twelve pigs – the vassals – to be paid every year on that day. Since a few years, the Sacrifice is at the centre of celebration, albeit with a papier-mâché bull and not a real one, which is paraded all over Venice and then ritually killed.
LOTTE TRA NICOLOTTI E CASTELLANI February 21 febbraio Piazza San Marco h. 15/17
I popolani di Venezia furono sempre divisi in due fazioni rivali in eterna lotta e fratellanza. Si distinguevano così in due fazioni: i Castellani dai famosi copricapi rossi vivevano nella zona orientale della città ed erano perlopiù operai dell’Arsenale, e i Nicolotti che vestivano di nero e si concentravano nell’estremità opposta della città, dedicandosi soprattutto alla pesca e al trasporto merci. Venezia era così divisa nel suo interno ma allo stesso modo unita all’esterno: in tempo di guerra o difficoltà, infatti, Nicolotti e Castellani combattevano fianco a fianco come fratelli in nome di San Marco e della città. Siamo nel pieno delle festività fra lo sfarzo e i colori del 1500 veneziano. Le due fazioni, Nicolotti e Castellani, su concessione della Serenissima hanno il permesso di contendersi e misurarsi in pericolose sfide sui ponti della città a colpi di bastone e mani nude, colpendo fino a far sanguinare (romper el mustacio) o far cadere gli avversari nel rio sottostante. In questo clima di lotte intestine due amanti, la nicolotta Nineta e il castellano Sebastàn, dovranno compiere una scelta difficilissima: seguire il loro cuore, sprezzanti delle convenzioni della società veneziana o conservare l’onore di Venezia e le sue consuetudini, troncando così la passione e il loro futuro. Sul palco di Piazza San Marco, tra pugni e bastoni, si consuma la storia di un amore invincibile capace di far scaturire nei due giovani qualcosa di ancora più grande, che travalica la passione personale: l’amore per la propria città, nel suo rispetto, nella sua immutabile memoria e possanza. Venetian commoners used to congregate in two factions: the Castellani in the eastern half of the city, and the Nicolotti in the western half. They used to be employed mostly as carpenters or fishermen, and wore red or black during fights, respectively. A form of sibling rivalry, if you will. The two factions regularly engaged in stick or hand-to-hand fights, usually over bridges. Last one standing wins. What happens, though, when boy and girl from different factions fall in love?
© Massimo Di Capua
“La realtà dipende dall’immaginazione” Giacomo Casanova
www.caffeflorian.com
Piazza San Marco 57 |
caffeflorian1720 #floriancarnival
I PROTAGONISTI
CARNEVALE
2020
:zoom :classical
01
Musica, risate e qualcosa di serio
Palazzetto Bru Zane porta in scena l’operetta di Offenbach & Wachs L’operetta, dietro l’apparenza del divertimento semplice e innocente, può diventare velenosa e toccare argomenti spinosi per il pubblico. In linea con la sua produzione culturale legata alla Musica romantica francese, Palazzetto Bru Zane nell’ambito del Carnevale di Venezia mette in scena Lischen et Fritzchen di Jacques Offenbach (1863) e Un mari dans la serrure di Frédéric Wachs (1876), due opere buffe in un atto che affrontano due grandi tabù come l’incesto e l’omicidio. Due racconti ambientati in situazioni opposte – due alsaziani in aperta campagna da una parte, due borghesi in un appartamento parigino dall’altra – in un alternarsi di brividi e di risate per parlare dei rapporti tra uomo e donna, tra seduzione, incomprensione e complementarità. Uno spettacolo da non perdere per atmosfere e musica./ The operetta is only apparently simple and innocent as a genre – it can easily turn vicious and touch uncomfortable topics. In line with their focus on French Romantic music, Palazzetto Bru Zane wukk stage Lischen et Fritzen by Jacques Offenbach (1863) and Un mari dans la serrure by Frédéric Wachsw (1876), two one-act operettas about taboo topics such as incest and homicide. Two stories of very different background: two Alsatians in the open countryside in one case, a middle-class couple in an apartment in Paris in the other.
Boisselot / Offenbach Lischen et Fritzchen
Rappresentata per la prima volta in lingua francese (o quasi) nella cittadina tedesca di Bad Ems il 21 luglio 1863 (prima rappresentazione parigina al Théâtre des Bouffes-Parisiens il 5 gennaio 1864), l’operetta o “conversazione alsaziana” in un atto, Lischen et Fritzchen, riscosse un immediato successo di pubblico; essa lanciò la carriera di Zulma Bouffar e segnò l’inizio della sua collaborazione con Offenbach, che proseguirà con una dozzina di lavori. La scelta di una coppia di personaggi alsaziani è sicuramente legata al contesto della prima rappresentazione: i turisti europei che in estate frequentavano le terme di Bad Ems si saranno divertiti ad ascoltare le lingue francese e tedesca allegramente mescolate e avranno anche potuto pensare che quella farsa fosse diretta a loro. Fortunatamente, il librettista Paul Boisselot (che nell’occasione assume lo pseudonimo di Paul Dubois) erige una netta barriera sociale tra i protagonisti e il loro pubblico altolocato: la scena presenta un domestico da poco licenziato e una venditrice di scope a corto di clienti. Le difficoltà che affliggono questi due alsaziani dal forte accento li costringono a ritornare al loro paese d’origine: ed è sulla via del ritorno che i due si conoscono e cominciano a piacersi. Si profila un idillio fino al momento in cui, nel corso della loro conversazione, scoprono di essere fratello e sorella…/ Staged for the first time in the German town of Bad Ems on July 21, 1863, the one-act operetta or “Alsatian conversation” Lischen et Fritzchen was met with immediate public praise. It launched Zulma Bouffar’s career and marked the beginning of her cooperation with Offenbach, which was to last for a dozen more pieces. We owe the choice to set the play in Alsace to the context of its first representation: tourists in the spa town of Bad Ems loved to laugh at German and French mixed together. Paul Boisselot, who authored the libretto, imagined a story of two down-on-their-luck Alsatian commoners who find solace in meeting, only to find out they are brother and sister…
Péricaud & Villemer / Wachs Un mari dans la serrure
Nel 1859, Jacques Offenbach aveva fatto rappresentare Un mari à la porte; diciassette anni più tardi, Louis Péricaud e Gaston Villemer propongono a Frédéric Wachs di trasferire il marito dalla porta alla serratura, andando in scena per la prima volta all’Eldorado nel 1876. Oltre a metà del titolo, queste due operette in un atto hanno molti elementi in comune: si svolgono entrambe in un appartamento parigino e mettono in scena la situazione scabrosa di un giovane che è entrato involontariamente nella casa di una donna e non ne può uscire. Tuttavia, rispetto alla commedia borghese galante proposta da Offenbach, l’operetta di Wachs si avventura lungo percorsi più assurdi, sia per quanto riguarda la situazione iniziale sia per il modo in cui è trattato il rapporto tra i due protagonisti. Entrato per sbaglio in casa della vicina del piano di sotto e tanto maldestro da chiudersi dentro e poi gettare la chiave dalla finestra, Bigorneau scorge Thérézina nell’atto di pugnalare un uomo. Solo più tardi capirà che si trattava di un manichino e che la giovane attrice stava provando una scena. Intanto però, convinto di avere a che fare con un’assassina, rimane circospetto, pur non essendo indifferente al suo fascino... Il carattere surreale del titolo è in linea con la quantità di dettagli insoliti che gli autori disseminano lungo la pièce: dalla donna del piano di sotto alle lettere d’amore, nulla è davvero quello che sembra essere./ Seventeen years after the stage debut of Un mari à la porte, Louis Péricaud and Gaston Villemer suggest that it is about time that Frédéric Wachs makes the mari (husband) move from porte (door) to the serrure (keyhole). The two one-act operettas have more in common than half the title: they are both set in an apartment in Paris and tell the raunchy story of a young man who entered the house of a lady and now can’t get out. It gets more absurd as we go on, with the protagonist seemingly witnessing a murder and not knowing what to do with an alleged assassin he begins to like more and more… Offenbach & Wachs 21, 22 febbraio h. 19.30 - 23 febbraio h. 17 Palazzetto Bru Zane - bru-zane.com
Jacques Offenbach (1819–1880) Nato da un padre cantore alla sinagoga di Colonia, Offenbach fa parte della comunità ebraica tedesca. Si avvia in un primo tempo alla carriera di virtuoso del violoncello. Dotato di talento, è presto inviato al Conservatorio di Parigi, dove studia per un anno sotto la guida di Vaslin prima di ritirarsi. Per mantenersi suona per due anni nell’orchestra dell’OpéraComique, frequentando assiduamente al tempo stesso vari salotti. A questo difficile periodo risalgono parecchi lavori destinati al suo strumento (tra cui un Concerto militaire) e alcune romanze. Nonostante reiterati tentativi, il suo crescente interesse per il teatro non ottiene allora molti echi favorevoli. Offenbach dovrà consolarsi componendo varie musiche di scena per la Comédie-Française, della quale è direttore d’orchestra dal 1850 al 1855. In questa data decide di fondare un proprio teatro – il Théâtre des Bouffes-Parisiens – situato a poca distanza dall’Esposizione Universale: il successo è immediato. Fino alla scomparsa, Offenbach compose oltre un centinaio di lavori di varia ampiezza e fortuna, molti dei quali tuttavia figurarono e figurano ancor oggi tra i grandi classici dell’opéra-comique e dell’operetta, genere al quale egli conferì nobiltà.
Frédéric Wachs (1824–1896) Nato a Parigi il 16 ottobre 1824 (e non nel 1825 come riportano tutte le biografie), Frédéric Wachs è figlio di un professore di musica. Entrato nella classe di canto di Alphonse Révial nel marzo 1847, i suoi studi al Conservatorio parigino devono essere stati turbati dalla Rivoluzione del 1848: nel settembre 1849 viene infatti depennato, per assenza, dai registri dell’istituto. Tuttavia, non è grazie alle qualità vocali che Wachs riesce a vivere della propria arte durante il Secondo Impero, ma al suo talento di arrangiatore, che gli dà la fama. In particolare, si specializza nell’adattare per pianisti debuttanti i brani più popolari di varie opere di Mozart, Grétry, Donizetti, Bellini, Rossini, Meyerbeer; inoltre, trascrive in forma di quadriglia una quantità di arie antiche (Gluck, Méhul, Pergolesi) e moderne. Questa produzione quasi industriale di lavori per pianoforte è occasionalmente accompagnata da incursioni nel campo della musica vocale, con brevi brani di carattere religioso o comico. Durante la Terza Repubblica, Wachs è organista titolare a Saint-Merry e al tempo stesso crea numerose operette in un atto per l’Eldorado, le Folies-Bergères e il Théâtre des Familles.
Adriana Bignagni Lesca mezzosoprano Canta il repertorio lirico-drammatico, ma anche l’operetta e il jazz. All’Opéra di Bordeaux è stata Fatouma in Mârouf, Savetier du Caire di Henri Rabaud e Louise ne La vie parisienne. Tra i suoi prossimi impegni, Quickly nel Falstaff a Bordeaux.
Damien Bigourdan tenore Diplomato al Cours Florent, è stato spinto da Pierre-André Weitz a studiare da tenore. Oltre a cantare i grandi ruoli romantici e veristi nonché l’opera moderna (Weill, Glass), ha firmato numerosi allestimenti come regista.
Jean-Marc Fontana pianoforte Maestro collaboratore per le produzioni liriche dell’Opéra di Bordeaux, è pianista accompagnatore del Concorso Operalia di Plácido Domingo e del Monte-Carlo Music Masters. Romain Gilbert regia Studia pianoforte e canto al Conservatoire Régional di Parigi, si laurea in musicologia e consegue un master in Gestione e Amministrazione musicale alla Sorbona. Dopo diverse esperienze nella produzione, si orienta poi verso la regia.
Mathieu Crescence scene e costumi Dopo aver studiato arte all’ESAD di Strasburgo e all’ENSATT di Lione, dal 2010 è assistente costumista all’Opéra parigina. Dal 2013 collabora con Pierre-André Weitz agli allestimenti di Olivier Py e inizia a firmare costumi e scene per diverse produzioni, tra cui quelle per La Périchole del 2018 a Bordeaux, in collaborazione con il Palazzetto Bru Zane.
Sotto il costume Giovedì grasso in grande stile al Teatro Goldoni con il maestro indiscusso del trasformismo, Ennio Marchetto, artista veneziano salito alla ribalta internazionale con i suoi celebri costumi di carta, grazie ai quali dà vita ad uno spettacolo unico, che è una vera e propria Babilonia di musica, teatro e creatività. The Living Paper Cartoon non ha confini, piace ovunque, a chiunque, dai 7 anni fino ai 90 e oltre! Se noi comuni mortali, raramente abbiamo occasione di trasformarci in qualcosa di diverso da noi stessi, come ci è fortunatamente ancora concesso a Carnevale, Ennio Marchetto ha trascorso la propria vita artistica nei panni dei suoi e dei nostri idoli. Quelle di Marchetto sono autentiche prodezze trasformismo, a una velocità inimmaginabile i costumi di carta prendono vita attraverso le sue abilità di performer, capace di ripetere tic e movenze in modo esilarante mentre sul palco sfila un carrozzone di personaggi iconici, da Tina Turner a Mina, da Liza Minelli a Marilyn Monroe, da Vasco Rossi a Madonna, passando per Lady Gaga, Arisa, Marco Mengoni./ A stylish Shrove Thursday at Goldoni Theatre with king quick-change artist Ennio Marchetto, a Venetian artist who is famous for the paper costumes he uses in his unique shows – a Babel of music, theatre, and creativity. The Living Paper Cartoon knows no borders – everyone likes it, ages 7 to 77 and beyond! If we mere mortals are rarely able to change into something different than ourselves (and Carnival is a quite fitting occasion) Ennio Marchetto spend his artistic life donning the clothes of his and our idols, in an engaging mix of prowess and comedy: Tina Turner, Mina, Liza Minelli, Marilyn Monroe, Vasco Rossi, Madonna, Lady Gaga… The Living Paper Cartoon 20 febbraio h. 20.30 Teatro Goldoni www.teatrostabileveneto.it
Perle di fuoco Marietta Barovier, artista, decoratrice e pioniera vetraia, nata a Murano nella prima metà del XV secolo fu la prima donna imprenditrice che ottenne dalla Serenissima il permesso di aprire una fornace, evento assolutamente all’avanguardia per l’epoca. La performance La Donna del fuoco di Chiarastella Seravalle, sospesa tra presente e passato, ripercorre la storia del Vetro e l’amore di Marietta per la sperimentazione, che la portò a creare un nuovo tipo di murrina chiamata “perla Rosetta”, utilizzata come moneta di scambio. Attraverso la narrazione e la composizione musicale originale eseguita dal vivo, la pièce intende condurre lo spettatore, con sguardo empatico e coinvolgente, in un viaggio appassionante alla scoperta del complesso e affascinante mondo delle perle di vetro, facendo riflettere sul modo di vivere e di lavorare dell’epoca, e su come venivano ricavate le materie prime per la creazione del vetro e dei colori./ Marietta Barovier was an artist, decorator, and pioneer glassblower born in Murano in the mid-1400s. An entrepreneur, she was granted permission to open a glass furnace by the state, truly an amazing achievement for the times. La Donna del fuoco (The Lady of Fire) by Chiarastella Seravalle is a story of glass and of Marietta’s love for experimentation. The artist created a new type of murrina glass artefact named Perla Rosetta, which ended up being used as currency. The theatre piece, accompanied by a live orchestra, will guide us into the world of glass beads and make us reflect on what it was like to live and work in the late Middle Ages. La Donna del fuoco. Marietta Barovier pioniera delle perle veneziane 21 febbraio h. 19 Teatrino Groggia info@arte-mide.com | t. 3518768851
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Fantasmagorie ad arte Pulcinella, eroe di due città
Venezia, nel Settecento. Il famoso e vecchio pittore Giandomenico Tiepolo si aggira per la città travestito da capocomico straccione, per offrire alla gente la sua creazione più innovativa: le fantasmagorie, spettacolo di immagini dei suoi nuovi quadri che, prendendo realmente vita grazie a marchingegni ottici, musica d’opera e attori di Commedia dell’Arte, porteranno in scena la favolosa e bizzarrissima parabola di Pulcinella, maschera napoletana, raccontata tramite le sue tragicomiche morti. Da un’idea di Michele Modesto Casarin, che ne firma anche la regia, con Marco Gnaccolini a curare liriche e drammaturgia, musiche originali di Alberto Maron e in collaborazione con
Pantakin Commedia e Woodstock Teatro, la Fenice ospita (e produce attraverso l’omonima Fondazione) un dialogo di musica e teatro tra Venezia e Napoli, due dei mondi artistici più importanti per la storia del teatro d’opera e della Commedia dell’Arte. Periodo migliore del Carnevale non poteva essere scelto, per un connubio tra diverse forme artistiche di scena: la musica lirica, la Commedia dell’Arte, la pantomima e le creazioni visionarie delle lanterne magiche. La musica è completamente originale, sia nelle armonie musicali che richiameranno le atmosfere veneziane e napoletane del ‘700 senza perdere però una contemporaneità nella composizione, sia nelle liriche cantante che si ispireranno ai testi delle
canzonette morali seicentesche (nelle quali vengono a ritrarsi le caratteristiche dell’animo umano) e delle liriche delle musiche della Rivoluzione calabrese contro Napoleone (una su tutte da esempio: l’Inno patriottico per lo bruciamento delle insegne dei tiranni). Continua in questo modo la collaborazione nata nel 2016 che ha visto Pantakin, insieme a Woodstok Teatro e al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, produrre diverse commedie musicali del palinsesto della Fenice. Fantasmagorie. Vita, morte e miracoli di Pulcinella 16, 18, 20, 24 febbraio Sale Apollinee, Teatro La Fenice - www.teatrolafenice.it
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Buon compleanno Maestro! A Casa Goldoni si celebra il grande commediografo veneziano Nel tourbillon dei festeggiamenti del Carnevale veneziano quest’anno si celebra anche il compleanno di un personaggio che in sé racchiude l’essenza stessa della città, del teatro e del Carnevale. Martedì grasso, 25 febbraio, compirebbe infatti 313 anni Carlo Goldoni, che con la sua penna ha avuto l’immenso merito di aver portato sul palcoscenico come protagonisti gli stessi spettatori che lo applaudivano e lo applaudono ancora oggi nei teatri di tutto il mondo. La Casa di Carlo Goldoni, in calle del Scaleter, è il fulcro dei festeggiamenti con spettacoli, visite guidate e molto altro. Martedì 18 febbraio, un incontro ravvicinato con le 12 Marie del Carnevale conduce
al cuore del tema di quest’anno, Gioco, amore e follia, attraverso una visita guidata fuori orario, che vede le ragazze protagoniste e interpreti di alcuni dei brani più rappresentativi di Goldoni. Giovedì 20 e domenica 23, è invece la compagnia Pantakin ad animare le sale di Casa Goldoni con L’amor comico, uno spettacolo per tutti che coinvolgerà il pubblico in un viaggio straordinario nel mondo delle maschere, a partire da canovacci cinquecenteschi della Commedia dell’arte, per raccontare e far rivivere uno dei sentimenti più nobili dell’animo umano. Gran finale Martedì grasso con Casa e teatro, teatro è casa, un’esperienza nella dimora natale del commediografo italiano più
importante e, forse, più frainteso della storia del teatro. Attraverso la descrizione della “tipica” casa veneziana, si andrà alla scoperta della “tipicità” del teatro: Goldoni ‘in persona’ accompagnerà i visitatori lungo le diverse fasi della sua vita, attraverso le sue memorie e le tirate più celebri delle sue commedie, trasformando appunto la casa in teatro e il teatro in casa, «poiché – come scrisse egli stesso – la mia vita medesima è una commedia». Carnevale a Casa Goldoni 18, 20, 23, 25 febbraio www.visitmuve.it
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CARNEVALE
2020
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Art and fantasy
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Tanto paga Pantalone
Who’s going to pay for all that?!
Pulcinella, hero of two cities
La vera essenza del Carnevale a teatro
The essence of carnival
Venice, 1700s. Master painter Giandomenico Tiepolo, now old, walks around the city disguised as a jester, offering people his latest creations: fantasmagorie, a way to infuse life into his pictures thanks to an optical contraption. Pulcinella, the tragicomic Neapolitan mask, will appear in a carousel of scenes, each ending inevitably in his demise. What better time for such a show than Carnival days? The show is a hodgepodge of art forms: opera, Commedia dell’Arte, pantomime, visionary creations, and magic lanterns. Fantasmagorie. Vita, morte e miracoli di Pulcinella by director Michele Modesto Casarin, author Marco Gnaccolini, and composer Alberto Maron is the latest addition to Fenice Theatre’s programme of musical comedy.
Come è ormai abitudine, durante i giorni “grassi” del Carnevale il Teatro Goldoni offre al pubblico una programmazione dedicata: solitamente si tratta di spettacoli della tradizione – o riscritture, che da essa prendono le mosse –, allegri, di spirito, spesso corali, in un continuo rimando tra su e giù dal palco a conferma della consolidata tradizione che vede nel teatro l’anima stessa del Carnevale. Ad andare in scena quest’anno è La casa nova, una delle commedie più riuscite dell’ultima, fertile stagione di Carlo Goldoni. Lo spettacolo è una produzione dello Stabile del Veneto diretta da Giuseppe Emiliani – sempre molto esperto nel conferire nuovo nitore ai classici del passato senza perdere lungo la strada quegli
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elementi che li hanno resi tali – e vede sul palco alcuni attori di grande esperienza, come Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Lucia Schierano, insieme alla Compagnia Giovani dello Stabile. La casa nova è una commedia d’ambiente in cui il susseguirsi degli eventi è trascinato dalla vivacità dei dialoghi, con un impeccabile contrappunto fra elementi drammatici ed effetti comici. Protagonisti della commedia sono Anzoletto e Cecilia, novelli sposi, alle prese con un trasloco dispendioso in un momento in cui i soldi proprio non ci sono: per stare dietro alle continue richieste della capricciosa moglie, Anzoletto ha dissipato l’intero patrimonio di famiglia e il ricco zio Cristoforo si rifiuta di foraggiarlo ulteriormente. Attorno
a loro un grande movimento, un affannarsi agitato e confuso di parenti, vicini di casa, amici che spariscono nel momento del bisogno, anima il microcosmo della casa dove i due dovranno andare ad abitare (spoiler: non lo faranno, lo zio paga i debiti a patto che la casa nova, troppo grande e dispendiosa, venga abbandonata, l’happy ending coincide con la fine delle smanie borghesi di possesso e il recupero della giusta misura). La casa nova 21-23 febbraio Teatro Goldoni www.teatrostabileveneto.it
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The Goldoni Theatre always has the richest programme on Carnival days. Usually, it’s mostly plays of Venetian tradition, or modern adaptations of the same. They’re funny, witty, often employing ensemble casts. This year’s play, La casa nova, by the same Carlo Goldoni the theatre is named after, is a production of Teatro Stabile del Veneto directed by Giuseppe Emiliani. The play is a piece of comedy of lively dialogues, comical effects, and the occasional touch of drama. The two protagonists, newlyweds Anzoletto e Cicilia, are short on cash as they try to move in together. Anzoletto spent all the family’s money on his wife’s every fancy – will the two be able to find their own golden mean?
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Happy birthday, L’amore ai tempi maestro! della Serenissima
Love at the Most Serene Times
Venetian comedy at its finest
Visioni, emozioni, proiezioni alla Querini Stampalia
Vision, emotion, projection at Querini Stampalia
On the very day of Mardi Gras, February 25, 2020, playwright Carlo Goldoni would turn 313. Goldoni had the merit of taking on stage, as protagonists, the same people that applauded his hilarious comedy in the audience. His once home, known today as Casa Goldoni, is the place to be to celebrate. On February 20 and 12, theatre company Pantakin will animate the house with L’amor comico, a show that will take the audience into the world of masks based on sixteenth-century canovaccios. The finale will take place on Mardi Gras with Casa e teatro, teatro è casa: a description of a typical Venetian house will make us discover what is typical in theatre.
Nella storia dei Querini Stampalia, negli archivi e nelle raccolte d’arte della Fondazione sono tanti i rimandi all’amore da scoprire attraverso testi, incisioni, dipinti, oggetti... come tante sono le suggestioni che ci arrivano dal mondo del cinema. La Fondazione si rende protagonista del Carnevale attraverso il ciclo di appuntamenti Di quale amore, di quanto amore che si inaugura Giovedì grasso con un pomeriggio di letture poetiche. Il regista veneziano Gianni De Luigi presenta Il Casanova di Federico Fellini, un omaggio al grande regista nel centenario della sua nascita con letture di brani e carteggio di Andrea Zanzotto e George Simenon. Il fil rouge dell’amore passa inevitabilmente
per il grande schermo e la piccola antologica Love stories intende ripercorrere la fatica geniale e quasi sempre ironica con cui il cinema delle origini si è accostato al tema dell’amore. Due gli appuntamenti: il 21 febbraio con Charlie Chaplin e The Vagabond (1916) in cui il genio della settima arte passa dal divertimento all’espressione del sentimento, e il 22 febbraio con Io… e l’amore (1929) ultimo film muto dell’attore regista Edward Sedgwick, dove un nobiluomo alla ricerca di una sposa mette un’inserzione sul giornale e finisce per scatenare imprevedibili conseguenze. Con i percorsi guidati L’amore al tempo del Carnevale, sabato 22 e domenica 23 febbraio saranno svelati
i segreti degli amori custoditi nel Palazzo attraverso un’emozionante narrazione offerta dai dipinti e dagli oggetti d’arte delle collezioni, mentre fuori sede sarà possibile visitare l’Antica Scuola dei Battuti di Mestre, martedì 18. Infine, domenica 23 alle ore 16, un’originale riflessione sul tema dell’amore come tutela con Carte di Cuori, un percorso che si snoda tra libri antichi, mappali e carte geografiche delle Collezioni che narrano gli interventi di salvaguardia a Venezia e in laguna al tempo della Serenissima. «Di quale Amore, di quanto Amore» 20, 21, 22, 23 febbraio Fondazione Querini Stampalia www.querinistampalia.org
At Fondazione Querini Stampalia, archives and art collections are an incessant reminder of the most precious feeling there is: love. Literature, engravings, paintings, objects… so much to much to evoke, and even more so if we add cinema to the list. Querini Stampalia is a protagonist of the Venetian Mardi Gras thanks to their programme Di quale amore, di quanto amore, a cycle of poetry readings. Venetian director Gianni De Luigi will present Il Casanova di Federico Fellini, an homage to Fellini in the 100th year since his birth. Love stories retraces the genius, the effort, the irony that the early years of cinema used as lenses to look at the world of love.
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Cacciatori di sogni
Il Ballo del Doge, una notte nel fantastico regno di Antonia Sautter
San Valentino Valentine’s day Terrina di paté di orata e ricci di mare, uova keta e dressing al coriandolo Sea bream and sea-urchins terrine, keta eggs and coriander dressing
Vino-Wine: CREDE Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, Bisol, Veneto, Treviso
Zuppa di pesce in bocconcini e germogli profumati al limone Fish morsels soup and lemon-scented sprouts Vino-Wine: Sauvignon Isonzo DOC Tenuta Luisa Mariano del Friuli, Corona, Gorizia
Risotto all’astice con composta di melanzane alla vaniglia e cru di cacao Lobster risotto with vanilla aubergine compote and cocoa cru Vino-Wine: Pinot bianco 2012, Terre di San Rocco Veneto, Treviso
Frittura di paranza con composta di mango, zenzero e pepe rosa insalatina a parte Mix fried fish, mango compote, ginger and pink pepper, salad
Vino-Wine: Pinot bianco 2012, Terre di San Rocco Veneto, Treviso
Mousse di ricotta e vaniglia su base croccante e crema di lime e zenzero Ricotta and vanilla mousse on a crisp base, lime and ginger cream Vino-Wine: Moscato Fior d’Arancio DOCG, Maeli, Veneto
90 euro p.p. RISTORANTE DO LEONI Hotel Londra Palace Riva degli Schiavoni, 4171 - Venezia Tel. 041.5200533 - doleoni@londrapalace.com
Sabato 22 febbraio, Scuola Grande della Misericordia, Ballo del Doge, la festa per antonomasia di Carnevale, quella più desiderata, sognata, meglio realizzata, giunta all’edizione numero 27. L’evento artistico nato dall’estro visionario di Antonia Sautter ha per titolo: Carnival Rhapsody. Provocation, Redemption, Miracle. Il tema prescelto esprime un racconto del Carnevale attraverso la simbologia della rapsodia, che nella sua accezione di forma musicale riporta alla libertà del compositore nell’interpretazione di un tema, con ampia possibilità di improvvisazione, ed ognuno può narrare la sua storia secondo la propria personalità e punto di vista. Un tema che si attaglia perfettamente allo spirito del Carnevale, con
le sue trasgressioni e la sfrenata voglia di staccare dalla routine del quotidiano. La tradizione e la fama a livello mondiale del Ballo garantiscono agli ospiti di immergersi tra decorazioni lussuose, scenografie disegnate e realizzate appositamente per il tema di ogni edizione, spettacoli artistici senza soluzione di continuità, con oltre un centinaio di performer, raffinate pietanze e bevande, musiche, balli e intrattenimenti itineranti fino a tarda notte. Il Ballo del Doge ha tutte le caratteristiche di un vero evento internazionale, celebrato dal jet set, dalle celebrità e da tutti i cercatori di sogni. La Scuola Grande della Misericordia, con i suoi larghissimi spazi monumentali rappresenta un set ideale per ambientare questo
evento, considerato da tutti un must. Il Carnevale 2020 rappresenta una sfida per la città, un vero banco di prova per rilanciare l’immagine troppo “a mollo” di Venezia, espressione di drammatico disagio. Azioni coraggiose come quella di Antonia Sautter e di pochi altri, che lavorano sulla qualità, possono davvero fare la differenza e far voltare pagina, tra divertimento e serate che rimarranno incise nella memoria tra i ricordi indelebili, di cui essere fieri di aver preso parte. F.M. XXVII Ballo del Doge 22 febbraio Scuola Grande della Misericordia www.antoniasautter.it
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Amor sacro e Amor profano... Hotel Heureka, un party ispirato al celebre dipinto di Tiziano Amore sacro e profano... questo il tema scelto per la serata di Carnevale del 14 febbraio all’Hotel Heureka, un gioiello dell’accoglienza in città, nascosto in un angolo di Cannaregio, dove Venezia è in grado di essere ancor più struggente. Un palazzetto perfettamente restaurato con un giardino chiuso a lambire i confini di un sogno per una festa ispirata al celebre dipinto di Tiziano, ora alla Galleria Borghese di Roma. Nel giorno in cui si celebra la “retorica” dell’amore più mieloso, Heureka offre ai suoi ospiti una festa a esso dedicato, con atmosfere magiche, scenografie teatrali, allestimenti e costumi interpretati con grande creatività. Artisti e musica dal vivo per
allietare gli ospiti e giocare sul tema dell’amore, in piena atmosfera di Carnevale, con qualche sottile malizia e molta voglia di divertirsi. Si parte da un aperitivo in maschera e poi un ricco buffet ispirato alla tradizione veneziana, per confondersi tra gli spazi incredibili di Heureka, incluso il giardino che anche in inverno è un perfetto rifugio per conciliare gli affanni. I costumi sono ispirati ai temi dell’opera di Tiziano, e dove si vuole effigiare la purezza c’è di contraltare una qualche trasgressione, nella dicotomia di un sentimento universale, centrale per ognuno, massimamente candido e/o sottilmente piccante. La serata ripercorre i fasti del Carnevale, quando le maschere
coprivano le differenze e non limitavano i confini. Si sa che amor omnia vincit e la bellezza del luogo favorisce il sentimento. Heureka è un approdo sicuro dove ormeggiare i propri desideri di armonia e serenità, qui si trovano spazi ideali per calarsi in un’atmosfera al di fuori del tempo, ma non è un Truman Show, tutto è reale, seppure rivestito di aura speciale. Una serata veneziana da ricordare, rutilante, ma anche intima, in cui gli ossimori rappresentano la regola, così come le iperboli nella piacevolezza! F.M. Amor Sacro e Amor Profano – Carnival Ball 14 febbraio Hotel Heureka, Cannaregio 3534 www.hotel-heureka.com
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CARNEVALE
2020
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Dream hunters
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La febbre del giovedì, venerdì, sabato sera
Week-end Night Fever
Quite excellent party
The Wonder Ball firmato Raffaele e Massimiliano Alajmo
The Wonder Ball
On Saturday, February 22, the Scuola Grande della Misericordia will house what is the Carnival party par excellence, the Ballo del Doge, now at its 27th edition. This year, art director Antonia Sautter chose Carnival Rhapsody. Provocation, Redemption, Miracle as theme of the night. We will see the Carnival through the lens of rhapsody, which in music, means compositional freedom on a given theme, with space for improvisation. Quite fitting for Carnival, which is all about transgression and turning exception into rule. The international fame of the Ballo del Doge is welldeserved: décor, scenography, and over 100 performers will give their all for a night of elegance and entertainment.
Giovedì 20, venerdì 21 e sabato 22 febbraio, per tre notti di seguito la Chiesa della Misericordia si trasforma in un paese di meraviglie, vizi, follie e amore. Un edificio interessante, situato in uno degli angoli più spettacolari di Venezia diventa un moltiplicatore di occasioni di divertimento con l’assoluta certezza che ogni dettaglio viene seguito secondo lo stile Alajmo, che significa “semplicemente il meglio”. La cena è diretta da Massimiliano Alajmo e prevede un menù stravagante ispirato alla cucina veneziana contemporanea. Si unisce l’alta gastronomia all’esperienza di Marco Maccapani, direttore artistico delle passate e fortunate edizioni del Carnevale veneziano, che garantisce il connubio tra
On February 20, 21, and 22, the Misericordia Church – now a space for public events – will turn into a land of wonder, vice, folly, and love. The dinner will be directed by Massimiliano Alajmo with a menu of contemporary Venetian cuisine. Marco Maccapani – formerly the art director of the Venetian Carnival – will guarantee the perfect combination of music, sights, and a choice of DJs that will include Astou & Gisele and Spiller. Special cocktails will be served in the Red Bull Lounge. International guest stars will each preside a theme of the party: DJ Frank Lorber (Love), DJs Claudio Ricci and Magdalena (Folly), and DJs Lovra and Marcelo Burlon (Play). Dress codes will conform to the theme of each night!
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musica, spettacolo e noti dj come Astou & Gisele, Spiller. I cocktail speciali, che in queste occasioni non possono mancare, sono affidati ai mixologist e serviti nella Red Bull Lounge. Dj e ospiti di caratura internazionale si alternano secondo il tema delle differenti serate che varia e parte dall’Amore, con la presenza del dj Frank Lorber, passando per la Follia con i dj Claudio Ricci e Magdalena, per finire con il Gioco con i dj Lovra e Marcelo Burlon. Il dress code di ogni festa si ispira al tema proposto in un crescendo di fantasia e di creatività. Questa nuova sfida lanciata dai vulcanici fratelli Alajmo riporta al bisogno di rimettere il Carnevale in una dimensione differente, in cui il divertimento vada a rappresenta-
re una commistione tra elementi quali musica, cibo, glamour e un po’ di trasgressione, intelligente, senza sballo, che ben si adatta alle meraviglie veneziane. Venezia non deve imitare goffamente Ibiza, stakeholder come il gruppo Alajmo segnano la differenza verso il meglio e il loro coinvolgimento diretto nel Carnevale diventa lo stimolo per alzare sempre più verso l’alto l’asticella dell’offerta in città. F.M. The Wonder Ball Amore | 20 febbraio; Follia | 21 febbraio; Gioco | 22 febbraio Chiesa della Misericordia, Cannaregio www.alajmo.it
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The sacred Su la and the profane maschera
Don your masks!
A Titian-inspired carnival party
Stefano Nicolao a Palazzo Labia per un’autentica Festa in costume
Costume maker Stefano Nicolao at Palazzo Labia
One of Titian’s most magnificent paintings, Sacred and Profane Love, inspired the carnival party at Hotel Heureka. On the day we celebrate love in what may be the corniest of ways, February 14, Heureka planned, for its guests, a party of magical atmosphere, theatre-like sets, creative décor and costumes. Artists and performers will entertain the guests and play on the theme of Love with subtle leer and much anticipation for fun. It will all start with an aperitif (masks on!), to be followed by a Venetian buffet, and on to the private garden. Amor omnia vincit and the beauty of a place all but favour comforting feelings.
Esiste un luogo a Venezia in cui è possibile viaggiare nel tempo tra enormi scaffali ricolmi di costumi ispirati alla moda dei secoli passati, entrando nei panni di questo o quel personaggio storico con grande facilità. Un atelier dove con l’aiuto di un nucleo di bravissimi artigiani, si lavora senza sosta per riportare in vita costumi meravigliosi con criterio filologico e con grande attenzione ai dettagli, per offrire a chi ha la fortuna di indossare una delle fantastiche creazioni di Stefano Nicolao e del suo Atelier di Cannaregio, in Fondamenta de la Misericordia, l’emozione di vestire un passato lontano e magnificente. Nicolao è legato a doppio filo con il Carnevale, a lui si devono i costumi più
There is a place, in Venice, where you can travel through time just by walking past shelf after shelf of historical costumes, fashionable at different times in the history of Venice. An atelier where, with the help of the best professionals, history is brought back to life. Atelier Nicolao speaks the language of Carnival – we owe to them the creation of the best costumes in past editions. Carnival ball Venetian Reflections will take place in Palazzo Labia, a place of incredible beauty, on February 22. The party is a masked ball with shows and entertainment, live music, DJ sets, and excellent catering. Dancers, mimes, acrobats, and singers will remind us of times past, when pomp and splendour called Venetian noble palazzos home.
belli delle passate edizioni e nel 2020 a chi sta cercando un viaggio a ritroso nel tempo tra i fasti più sfolgoranti della festa, Nicolao offre l’occasione da non mancare. A Palazzo Labia, luogo di bellezza unica, sede di feste memorabili, rimaste negli annali della storia, così come la fama della famiglia da cui prende il nome il palazzo, che possedeva enormi ricchezze ed era solita spendere cifre incredibili in lussi sibaritici e feste inarrivabili, la sera del 22 febbraio, nel Salone da Ballo, affrescato da Tiepolo, si tiene Venetian Reflections, un ballo in maschera con spettacoli e animazioni di artisti e saltimbanchi, musica live e dj set oltre a raffinate libagioni e sfrenati omaggi a Bacco. Ballerini, mimi,
cantanti e acrobati sono coinvolti in un emozionante spettacolo per trasportare il pubblico nell’atmosfera dei fasti passati, quando il divertimento era assoluto così come lo sfarzo degli abiti e degli allestimenti. Durante la serata è inoltre prevista una lotteria e un’asta a favore di Avapo Venezia Onlus e del Comitato per la Salvaguardia di Venezia con pezzi unici creati ad hoc da Maestri vetrai muranesi, ispirati ai temi degli affreschi di Tiepolo. F.M. Venetian Reflections by Stefano Nicolao 22 febbraio Palazzo Labia, Campo San Geremia www.nicolao.com
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The Energy God
Twerk it for me baby!
Dalla Giamaica con furore la dancehall di Elephant Man
Jamaican power with Elephant Man
C’è un cuore rosso/giallo/verde che pulsa in levare nel pieno del Carnevale veneziano. È il cuore di «Rasta Snob», dal 1988 l’unica rivista reggae in Italia che organizza anche quest’anno il mitico Venice Reggae Carnival, dal 1994, il più frizzante, esplosivo, emozionante (e gratuito!) della città. Davanti allo ZanziBar in Campo Santa Maria Formosa una ruggente dancefloor è pronta ad accogliere cinque giorni di musica dal vivo, ma soprattutto lui, il vero international guest del Reggae Carnival: direttamente dalle isole caraibiche, Elephant Man, il ‘padre’ della dancehall giamaicana, per un Fat Tuesday, che rimarrà scolpito negli annali della storia. Dopo il prologo di mercoledì 19, con il launch party
There’s a red, yellow, and green heart beating at the rhythm of Venetian Carnival. It is the heart of Resta Snob, since 1988 the only reggae magazine in Italy and the producer of Venice Reggae Carnival, the most explosive, lively event in town. And free of charge to boot. In Campo Santa Maria Formosa, a roaring dancefloor is ready to welcome a five-day parade of live music and, above all, him: true international guest star Elephant Man, the father of Jamaican dancehall for a Fat Tuesday that will make history! Venice Reggae Carnival will start on Fat Thursday with Terron Fabio to go on on February 21 with Giallo Man, Daniele Gad and Ale Ras Conga. More to come on the 22, 24, and 25.
al Bacarando in Corte dell’Orso e il concerto live dei Tacabanda, Venice Reggae Carnival ha inizio Giovedì grasso con il raggamuffin di Terron Fabio, alfiere dei Sud Sound System; venerdì 21 all’insegna del roots con le voci di Giallo Man, Daniele Gad e Ale Ras Conga; sabato 22, non poteva mancare il portavoce del reggae lagunare, Sir Oliver Skardy con le sue Gratest Hits; lunedì 24 tappa al Profondo Rosso in Fondamenta degli Ormesini, per un tributo a Bob Marley, mentre martedì 25 si torna in Campo, per il gran finale sulle vibes di Elephant Man. C.S. «Venice Reggae Carnival» 19, 20-25 febbraio ZanziBar, Campo Santa Maria Formosa - www.facebook.com/Rastasnobmagazine
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Sound code: rock
Rock your night
Ci si vede in Bacino Orseolo
See you at the Café
Anche quest’anno Hard Rock Cafe (official partner del Carnevale) propone delle serate in collaborazione con Home Festival dedicate al rock puro e duro che caratterizza il leggendario brand. Quest’anno la formula prevede, per quasi ogni serata dedicata ai festeggiamenti, l’abbinamento live music con una band o un cantante (sempre veneti) e dj-set. Lo staff del Cafe sarà vestito seguendo il tema del carnevale di Venezia ovvero Il Gioco, l’Amore e la Follia e anche il pubblico al Cafe sarà invitato a partecipare in maschera alle serate. Damien McFly alias Damiano Ferrari, ospite il 21 febbraio, è un eclettico musicista di Padova che ha costruito il suo sound
Hard Rock Cafe is one of the official partners of the Venetian Carnival and partners with Home Festival to produce rock-filled nights in town. This year, the formula calls for locality: participating rock bands all come from the Venetia. Love, Play, and Folly, the official theme of Carnival 2020, will inspire the staff’s uniforms, too. Damien McFly will visit on February 21 with folk-pop remixes of international hits. His I Can’t Reply made it to the top 20 lists in the Adult Alternative Album at the International Songwriting Competition in Nashville. Giorgio Gozzo and Old 7 Years Band will play on February 23 together with DJs Roberto Meneghello and ChristianEffe, who know the console at Hard Rock Cafe like the back of their hands.
ri-arrangiando in chiave folk-pop successi contemporanei della scena internazionale. La sua I Can’t Reply è stata selezionata tra le 200 canzoni più belle del 2015 secondo l’International Songwriting Competition di Nashville e tra le prime 20 nella categoria Adult Alternative Album. Giorgio Gozzo il 22 e la band Old 7 Years il 23 sono associati rispettivamente ai dj-set di Roberto Meneghello e ChristianEffe, tra i più acclamati dj del nord Italia e presenze affezionate dello storico locale di Bacino Orseolo. Carnival Night Live 14-25 febbraio Hard Rock Cafe www.hardrockcafe.com/venice
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CARNEVALE 2020
Carnival vertigo
Apre le danze il primo weekend di Carnevale l’hotel Hilton Molino Stucky, con il party Rooftop Carnival, domenica 9 febbraio dalle 18.30 alle 22.30. Dall’alto del suo ottavo piano, Skyline Bar, il rooftop più cool di Venezia, si veste a festa per un happy hour che è una vera sintesi di glam e stile veneziano, realizzato con la collaborazione di Casamigos Tequila. Sulle note del dj-set rigorosamente in vinile di Fabio Leoni, gli ospiti potranno danzare godendo della “migliore vista di Venezia” e assaporando gli esclusivi capolavori di mixologia realizzati dai bartender./ Dance away the first Carnival weekend at Hilton Molino Stucky Hotel in Venice at the Rooftop Carnival Party on February 9, 6:30pm. At the Skyline Bar, the coolest rooftop in Venice, the happy hour is a mix of glamour and Venetian allure thanks to the sponsorship of Casamigo Tequila. Music will be provided by Fabio Leoni’s DJ set, beautiful cocktails by Hilton’s own bar staff, and the view by the magic of the most beautiful city in the world.
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9 febbraio Skyline Rooftop Bar www.skylinebarvenice.it
Masquerade nights Giovane è la notte del Carnevale 2020, che riporta finalmente il cuore di Piazza San Marco a battere al ritmo di musica. Anteprima Home Festival, in collaborazione con Red Bull e Aperol Spritz porta quest’anno in Piazza una serie di concerti live, dj-set e party a tema dal 15 febbraio, ogni giorno a partire dalle ore 17.30. Quando la notte cala sulla città, ci si sposta invece in una delle location più amate dai giovani, le Tese dell’Arsenale, vero polo notturno del divertimento gestito da Molocinque. Il grand opening di Arsenale Carnival Experience è il 15 febbraio con il party Spriss & Love : due set, live show e una carrellata di dj da far tremare la dancefloor. Le porte dell’Arsenale riapriranno poi tutte le sere, dal 21 al 25 febbraio, con servizio di navetta dedicato da San Zaccaria./ The night is young on Carnival days, 2020. Piazza San Marco dances to the beat of Anteprima Home Festival, in cooperation with Red Bull and Aperol Spritz. Live concerts, DJ sets and theme parties starting on February 15, every day at 5:30pm. At night, the party goes on at Tese dell’Arsenale, the nightlife hub of the city. 15-25 febbraio Piazza San Marco 15, 21-25 febbraio Tese dell’Arsenale www.carnevale.venezia.it | www.carnevale-arsenale.it
Gourmet dance Quinta edizione per Fresch.in Festival: in una location esclusiva come quella dell’antica Pescheria di Rialto, guest Chef, dj, musicisti e producer da tutto il mondo danno vita a una tre giorni di eccellenze tra musica elettronica e slow street food. Giovedì 20, inaugura il festival, un aperitivo gourmet con selezioni musicali a cura di Opificio/Eat Art, seguito dal live di Savana Punk e dal dj set di Super Saor. In chiusura, invece, sabato 22, la collaborazione con Jazz:Re:Found presenta Lefto, dj universalmente riconosciuto per la sua estetica che ha nel jazz e nell’hip hop gli snodi principali attraverso i quali passano le infinite tessiture dei suoi mix, dinamici, imprevedibili, pieni di rarità e al tempo stesso muniti delle giuste hit quando è il momento di far saltare la pista!/ Three days to meet the excellence of electronic music and great street food. The festival opens on February 20 with music by Opificio/ Eat Art followed by Savana Punk live and a DJ set by Super Saor. Closing day will be February 22, which will see the participation of Jazz:Re:Found and DJ Lefto. 20-22 febbraio Pescheria Rialto fresch.in
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CARNEVALE
2020
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Dieci più
Young Creatives
Il Carnevale della Biennale
Carnival at the Biennale
L’undicesima edizione del Carnevale Internazionale dei Ragazzi riconferma un programma di attività connesso principalmente ai temi della tecnologia e della scienza grazie alla collaborazione con l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, e con il Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Scienze Marine, (CNR-ISMAR). La formula è quella collaudata e fortunata che si è perfezionata in tutti questi anni, attraverso una fitta rete di collaborazioni con enti cittadini e non e rivolgendo le proprie attività ai più giovani attraverso laboratori gratuiti con prenotazione obbligatoria, per fare in modo che i partecipanti vengano seguiti nel miglior modo possibile, in uno scenario arricchito da partecipazioni nazionali in
The eleventh edition of the Biennale International Kids’ Carnival is a tried-and-true programme for the youngest visitors and participants. Free educational workshops (reservation required) for children will teach a thing or two about science, in cooperation with the Venetian Institute for Art, Science, and Letters and the National Research Council – Institute of Marine Science. Ten groups of young creatives coming from schools all over Italy, plus a participation from Austria, will present their ideas in labs and workshops. The Biennale participates with the National Silver Lion Competition for Creativity.
puro ‘stile Biennale’. Dieci gruppi di giovani creativi provenienti da scuole di tutta Italia, con una partecipazione proveniente dall’Austria, presentano le loro idee - nella sezione I Magnifici - attraverso laboratori e progetti con specifici programmi di educazione esperienziale. La Biennale di Venezia, per favorire la creatività nelle arti presso le scuole italiane di ogni ordine e grado ha istituito, nell’ambito del Carnevale Internazionale dei Ragazzi, il Concorso nazionale online Leone d’Argento per la Creatività. «11. Carnevale Internazionale dei Ragazzi» 15-23 febbraio Ca’ Giustinian www.labiennale.org
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Bolletta di sala
Opera bill
Programma per musica domestica
A programme of household music
L’elettrodomestico si trasforma sotto gli occhi dell’uomo in un teatro d’opera, mentre l’orchestra si prepara a suonare, accordando gli strumenti, nascosta nel cassetto della frutta. Non resta che tuffarsi letteralmente nel frigorifero a inseguire le proprie visioni, con oggetti e scena di Antonio Panzuto. In questo andirivieni tra realtà e mondo onirico si perdono le relazioni tra lo spazio e il tempo. Colori, suoni, immagini e video animazioni, ombre cinesi, marionette e figure di carta raccontano e dipingono la musica in un affresco leggero e brillante; animali, vascelli, sirene, cantanti e personaggi da fiera si muovono incantati sulle musiche d’opera del Vascello Fantasma di Wagner, della
Carmen di Bizet e delle entusiasmanti musiche di Rossini. La musica lirica fa da traccia sonora in un’inaspettata e prodigiosa atmosfera di divenire leggero della vita: alla fine, tra gli applausi, il pubblico ritorna nel suo teatro fatto di bottiglie, frutta e pomodori e l’uomo ritorna alla Luna, da dove è sceso per un attimo. Qualche volta anche gli oggetti si ribellano, riportandoci al gioco e alle sue regole: tutto può succedere, anche in una cucina come le nostre, dove ogni oggetto svolge pigramente la propria attività e dove un frigorifero esegue con pazienza da sempre il suo gelido compito. Il Frigorifero Lirico 24 febbraio Teatrino Groggia www.carnevale.venezia.it
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Fantasia al potere Gianni Rodari è un nome collegato all’infanzia di molti, per fasce d’età trasversali accomunate dal magico potere della fantasia. Il Museo Correr si avvale delle capacità attoriali di Alessandro Bressanello per leggere e interpretare alcune delle più belle favole dello scrittore di Omegna nel centenario della sua nascita: tra bambini invisibili, strumenti magici e nasi in fuga, i giovani partecipanti saranno coinvolti nella creazione di una loro fiaba originale, seguendo i suggerimenti della Grammatica della fantasia di Rodari./ There is no grade-school student, in Italy, who’s never heard of Gianni Rodari. The beloved author’s poetry is a staple of children’s literature. The Correr Museum in Venice hired actor Alessandro Bressanello to read and interpret some of Rodari’s most beautiful fairy tales. Meet invisible children, magical instruments, and runaway noses… and start your own adventure, following the Grammar of Fantasy. Le Favole di Gianni Rodari 22 febbraio Museo Correr, Piazza San Marco www.visitmuve.it
Impara l’arte La mostra Migrating Objects. Arte dall’Africa, dall’Oceania e dalle Americhe nella collezione Peggy Guggenheim (vedi p. 31) diventa fa fonte di ispirazione per un laboratorio didattico gratuito dedicato a bambini dai 4 ai 10 anni. Divertenti o spaventose, variopinte monocromatiche, le maschere dei giovanissimi partecipanti si consegneranno alla storia come creazioni uniche e irripetibili, originali per definizione, nello spirito dei Kids Day, progetto che introduce i piccoli visitatori all’arte moderna e contemporanea, dando loro possibilità di imparare e sperimentare tecniche e tematiche artistiche diverse a ogni appuntamento./ The upcoming exhibition at Peggy Guggenheim’s has art for all tastes. Get inspired and make your own mask: funny, scary, colourful, monochrome… young participants will give their individual contribution to history with their unique creations.
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The household appliance turns into an opera theatre, with an orchestra ready to play, hidden in the crisper. So, yeah, let’s all walk into the frigidaire and let’s all chase our dreams. Colour, sound, image, video, shadow play, puppets, and paper figures tell a story of animals, ships, mermaids, singers, and other characters on music from Wagner’s Flying Dutchman, Bizet’s Carmen, and pieces by Rossini. Opera music is the soundtrack of an unexpected, prodigious atmosphere of lightness of life. Sometimes, object revolt – it can happen, even in our very kitchens, even when we expect our fridge to keep on working with cold, cold patience.
Maschere! 23 febbraio Collezione Peggy Guggenheim www.guggenheim-venice.it
Testa di legno Meglio conservare le buone abitudini, specie in questi tempi dominati sempre di più dalla tecnologia, dal touch screen, dalla realtà virtuale. I burattini rimangono un evergreen immortale, tradizione che il Teatro Goldoni si premura di tramandare con due spettacoli della di Paolo Papparotto: in Arlecchino e la casa stregata Pantalone ha comprato per pochi soldi una casetta che si rivela stregata, e solo se qualcuno vi dormirà una notte intera l’incantesimo verrà spezzato; in Arlecchino all’inferno il terribile Brigante Baffodoca è morto e ha lasciato nascosto un immenso tesoro. Indovinate un po’ chi dovrà cavarsi d’impiccio in entrambe le occasioni?/ Puppets are evergreen, and once again they will be the protagonists at Goldoni Theatre with two shows by Paolo Papparotto. In Arlecchino e la casa stregata, Pantalone buys a haunted house, and only if one can spend the night will the spirits go away. In Arlecchino all’inferno, a bandit, Baffodoca, died, leaving behind a hidden treasure… Passa al Goldoni 21-25 febbraio Teatro Goldoni (Foyer) www.teatrostabileveneto.it
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mostre, musei, gallerie exhibition, museum, galleries
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Mondi nascosti visibili Seeing hidden worlds
Maschera bifronte a elmo (wanyugo), probabilmente metà del XX secolo, Senufo, Costa d’Avorio © Collezione Peggy Guggenheim
Passata alla storia per aver sfidato le
convenzioni come collezionista e mecenate, e da sempre celebrata per la sua collezione d’arte moderna europea e americana, Peggy Guggenheim nel corso degli anni ’50 e ’60 inizia a guardare oltre i confini dell’Europa e degli Stati Uniti interessandosi all’arte dell’Africa, dell’Oceania e delle culture indigene delle Americhe. Nel 1959 acquista il primo nucleo di opere di arte non occidentale da Julius Carlebach, mercante d’arte di New York. Si tratta di un piccolo gruppo di lavori che spaziano da una maschera Baga D’mba proveniente dalla Guinea a una scultura funebre malangan maramarua dalla Nuova Irlanda, Papua Nuova Guinea. «Mi ritrovai orgogliosa proprietaria di dodici fantastici [artefatti]: si trattava di maschere e sculture della Nuova Guinea, del Congo Belga, del Sudan Francese, del Perù, del Brasile, del Messico e della Nuova Irlanda. Mi ricordai dei giorni in cui Max [Ernst] e io ci stavamo separando . . .e [lui] staccava dalle pareti tutti i suoi tesori, uno dopo l’altro: ora tornavano tutti da me», racconta Peggy nella sua autobiografia Una vita per l’arte (Rizzoli Editori, Milano, 1998). Di fatto l’artista surrealista Max Ernst, secondo marito di Peggy Guggenheim, ebbe un ruolo determinante nell’avvicinare la collezionista a quegli oggetti creati da popolazioni indigene che lo stesso Ernst accumula ossessivamente nei primi anni ‘40, esponendoli nella casa che i due condividevano a New York, insieme alle opere create dagli artisti amici della coppia. Qualche anno più tardi Peggy Guggenheim acquista altre opere in Italia, da Franco Monti e Paolo Barozzi. Pur se consigliata negli acquisti dai mercanti a cui si rivolge, nell’allestire le opere a Palazzo Venier dei Leoni la collezionista segue una propria visione, accostandole, ad esempio, a dipinti di Pablo Picasso e dello stesso Ernst. Il coinvolgimento con artisti come Ernst e Picasso o Jackson Pollock fa presumere che Peggy Guggenheim fosse consapevole che queste opere, entrando nel mondo occidentale, avessero rappresentato una migrazione diretta di idee, che avevano influenzato il modernismo nelle sue stesse fondamenta. L’arte moderna europea e
americana venne di fatto modellata, come riconosciuto dagli stessi artisti delle avanguardie, dai costrutti e dai motivi appropriati da culture oltreconfine. La Collezione Guggenheim inaugura il 2020 offrendo al visitatore una nuova indagine nel caleidoscopico mondo di Peggy, rivelando ancora una volta come la collezionista americana riuscisse a intercettare nuovi linguaggi e differenti storie e culture, in una visione che tutto ingloba entro i confini dell’arte. Migrating Objects. Arte dall’Africa, dall’Oceania e dalle Americhe nella Collezione Peggy Guggenheim, a cura di Christa Clarke, R. Tripp Evans, Ellen McBreen, Fanny Wonu Veys, con Vivien Greene, dal 15 febbraio al 14 giugno, offre così un viaggio attraverso 35 opere di arte non occidentale esposte per la prima volta a Palazzo Venier dei Leoni, rivelando un nucleo della collezione della mecenate raramente visibile al grande pubblico. Aspetto assolutamente inedito di questo originale percorso espositivo è la presentazione di queste opere in gruppi che privilegiano i contesti originari o, in alternativa, in dialogo con alcuni capolavori delle avanguardie europee in collezione di artisti che sostennero lo sviluppo del proprio linguaggio modernista attraverso l’appropriazione di queste opere. Tuttavia tracciare le traiettorie di questi oggetti, frutto di un lungo periodo di ricerche e confronti da parte di un team di studiosi su questi lavori per lungo tempo tralasciati negli studi sulla collezione di Peggy Guggenheim, è un atto capace di rivelare sorprendenti intrecci tra colonizzazioni, annessioni, migrazioni e reinterpretazioni unitamente alla storia degli individui, noti o non riconosciuti. Un ambito ben più ampio e problematico della tradizione occidentale che privilegia l’affiancare lavori d’arte moderna occidentale e non occidentale sulla base di affinità formali e concettuali. La scelta della mostra è di superare la storia e accostare in mostra due metodi differenti, permettendo di prendere in considerazione le opere nella sua complessità. «Migrating Objects» 15 febbraio–14 giugno Collezione Peggy Guggenheim, Dorsoduro 701 www.guggenheim-venice.it
Cimiero maschio Ci Wara, prima metà del XX secolo, Bamana, regione Ségou, Mali © Collezione Peggy Guggenheim
Peggy Guggenheim made history with her innovative approach to collecting and sponsoring the
arts and has been revered for decades for her collection of European and American modern art. In the 1950s and 60s, she started looking beyond the borders of Europe and America and grew interested in the native cultures of Africa, Oceania, and the Americas. In 1959, she acquired her first few pieces of non-Western art from Julius Carlebach, an art merchant in New York. The set comprised masks and sculptures from New Guinea, the Belgian Congo, French Sudan, Peru, Brazil, Mexico, and New Ireland. Surrealist artist Max Ernst, Peggy Guggenheim’s second husband, influenced her in her consideration of Native art, which Ernst himself began collecting in the early 1940s. Years later, Peggy Guggenheim acquired more pieces in Italy, ceded by Franco Monti and Paolo Barozzi. For these acquisitions, Guggenheim listened to the advice of art dealers, though in exhibiting it in her house in Venice, she followed her own vision and displayed them together with art by Picasso and by Ernst. She presumably believed that the art, by entering the Western world, would convey new ideas and influence modernism at a very basic level. European and American modern art would be shaped by ideas and motifs from all over the world – Avant-gardists admitted as much. The Guggenheim Collection will offer visitors, in the year 2020, a new look on Peggy’s kaleidoscopic world and show once again how the American collector was able to intercept new languages, stories, and cultures in a vision that incorporated it all into the realm of art. Migrating Objects. Arts of Africa, Oceania, and the Americas in the Peggy Guggenheim Collection is a journey to discover 35 pieces of non-Western art, for the first time exhibited at Palazzo Venier dei Leoni. The art will be presented both in sets informed by their original context and together with modern Western and non-Western art on the base of formal and conceptual affinity.
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Il bambino nascosto I capolavori dell’arte sono tali perché sono stati e sono tuttora punti fondamentali di una storia, che non è mai solo arte, ma che ha sempre coinciso con la civiltà, la cultura, l’uomo. La storia dell’arte è disseminata di questi capolavori, la cui bellezza e fascino sono eterni, non in senso astratto ma perché riescono continuamente ad aprire nuove indagini e a offrire nuove prospettive che permettono di osservare sotto una luce diversa anche altri maestri o altre opere di una Collezione. Seguendo questa traccia, la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, grazie all’iniziativa congiunta del Direttore del Polo museale del Veneto, Daniele Ferrara e del Direttore della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, Claudia Cremonini, presenta Ospiti in Galleria/ Intersezioni, una nuova rassegna espositiva dedicata a ospiti illustri provenienti da altre collezioni. Dal 31 gennaio fino al 17 maggio, la Sacra Famiglia con Santa Caterina d’Alessandria di Lorenzo Lotto dell’Accademia Carrara di Bergamo sostituisce temporaneamente la Venere dormiente di Paris Bordon, in prestito alla mostra Tiziano e Caravaggio in Peterzano, che apre a Bergamo, all’Accademia Carrara dal 6 febbraio fino 17 maggio. Un voluttuoso nudo assopito, quello di Bordon, lascia così spazio all’infante del Lotto che dorme un sonno gravido di presagi di sacrificio e di redenzione. Lo scambio tra le due opere, giustificato dal fatto che le due straordinarie impaginazioni di analogo formato orizzontale furono realizzate da capiscuola del Rinascimento veneziano in comprovato contatto professionale, porta il dipinto della Carrara a dialogare idealmente con altre opere della Ca’ d’Oro, ugualmente incentrate sul tema della Passione, costruendo “intersezioni” ideali tra artisti e collezionisti e offrendo spunti di riflessione e occasioni di approfondimento su motivi iconografici e stilistici. La scena delle Nozze mistiche di Santa Caterina, datata 1533, è infatti reinterpretata da Lotto stravolgendo lo schema tradizionale. L’artista sposta il punto di osservazione verso destra, raffigurando Maria quasi girata su un fianco mentre regge un libricino di preghiere e, con l’altra mano, porge il palmo verso il Figlio in segno di protezione. Giuseppe, solitamente relegato a un ruolo marginale, si ritaglia qui una posizione da protagonista: è lui a occupare il centro della narrazione e a presentare la giovanissima Santa Caterina, inginocchiata di profilo, al Bambino dormiente. Gesù Bambino dorme nudo al centro della composizione, in un sonno tormentato, ma è anche rappresentato in una prefigurazione simbolica della Passione: il velo bianco sollevato da San Giuseppe allude a un sudario e la fredda pietra su cui il Bambino giace è simile al coperchio di un sarcofago. M.M.
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The masterpieces of art are such in their being essential elements in the plot of history, which is itself more than art and encompasses civilization, culture, and mankind. There are many masterpieces in art history and, year after year, they keep giving: they inspire new studies both on their own author and on other pieces of a collection. Following this concept, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro presents Ospiti in Galleria/ Intersezioni, an exhibition dedicated to celebrated pieces from other collections. One of the most interesting pieces on exhibit is a Sacred Family by Lorenzo Lotto, a loan from the Carrara Academy in Bergamo, shows the baby Jesus in deep slumber, foreboding sacrifice and redemption. «Ospiti in Galleria / Intersezioni» 31 gennaio-17 maggio Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, Cannaregio 3932 www.polomusealeveneto.beniculturali.it
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L’eredità possibile
Windfalls and possibilities
Milovan Farronato, il Padiglione Italia 2019 investe sul futuro
Italian Pavilion 2019: looking forward to the future
Photo Daniele de- Carolis
Né altra Né questa: La sfida al Labirinto, curata da Milovan Farronato, per il Padiglione Italia della 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, che riuniva le opere di Enrico David, Chiara Fumai, Liliana Moro, ha decisamente lanciato e vinto una sfida e non poteva che essere il curatore stesso a rivelarlo: «sono molto felice di annunciare che il Padiglione Italia alla Biennale Arte 2019 non rimarrà solo un episodio iscritto nella storia della partecipazione del nostro Paese a questa illustre rassegna internazionale, ma la sua eredità contribuirà alla crescita dell’Istituzione, fondamentale e imprescindibile per lo sviluppo delle arti e delle culture contemporanee». Da un lato, dunque, la raccolta fondi per la realizzazione del Padiglione Italia che ha potuto contare sul contributo messo a disposizione dalla Direzione Generale Creatività contemporanea e Rigenerazione urbana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e da un grande numero di sostenitori privati che hanno accordato piena fiducia al progetto: dai main sponsor Gucci e FPT Industrial al main donor Nicoletta Fiorucci Russo,
dagli sponsor tecnici Gemmo, C&C Milano, Select Aperitivo sino a tutti gli altri donor che hanno gentilmente offerto il loro supporto: Spada Partners, Beatrice Bulgari per In Between Art Film, Mario Nuciforo per Gluck50, Martin Hatebur e Peter Handschin, Luigi Maramotti, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Andrea Zegna, Oliver e Mala Haarmann, Rika e Dirk Hamann, Berlin, Maja Hoffmann, Studio Legale Giuseppe Iannaccone e Associati, Emmy e Danny Lipschutz Tawil, Frances Reynolds per Instituto Inclusartiz, Muriel e Freddy Salem, Andrea e Francesca Viliani con Gino e Antonella Viliani, Fabio Cherstich, Nadia e Rajeeb Samdani, Antonio e Carla Sersale. Dall’altro, l’attuazione del progetto stesso e la gestione oculata del budget a disposizione. È stata data forma a un Padiglione Italia ambizioso, curato in ogni suo singolo dettaglio, trasformandolo in una struttura labirintica, grazie alla quale i profili architettonici originali dello spazio apparivano completamente mascherati. Nonostante questo importante sforzo allestitivo, è stato possibile l’accantonamento di risorse per il considerevole importo di 120.000 euro. Milovan Farronato ha chiesto così che l’intera somma sia destinata all’apporto di migliorie alla struttura dello stesso Padiglione Italia all’Arsenale e la Direzione Generale Creatività contemporanea e Rigenerazione urbana e la Biennale hanno accolto il suo invito con grande apprezzamento. «L’arte va oltre la semplice descrizione di un’epoca, oltre la rappresentazione realista e impersonale di cose e stati d’animo, contribuendo alla ramificazione e alla creazione di nuove connessioni» (Milovan Farronato). M.M.
The Italian Pavilion exhibition at the 58th Venice Art Biennale, curated by Milovan Farronato, comprised art by Enrico David, Chiara Fumai, and Liliana Moro. The exhibition, now over, won’t be remembered just as what Farronato describes as “an episode in the history of the participation of our country to this eminent international exhibition” but also as “a heritage that will contribute to education, which is essential and fundamental in the development of contemporary art and culture. The art project has been funded by the Italian Government as well as many private donors: Gucci, FPT Industrial, Nicoletta Fiorucci Russo, Gemmo, C &C Milano, Select Aperitivo, Spada Partners, Beatrice Bulgari for In Between Art Film, Mario Nuciforo for Gluck50, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, and many others. The Italian Pavilion is an ambitious project, curated in every detail, a labyrinth that obscured completely the original architecture of the venue at Biennale. Curator Farronato asked for the 120,000 euro saved from the management of the Pavilion to be allocated to the improvement of the Italian Pavilion at Arsenale. “Art is more than the mere description of an era, more than realist, impersonal representation of things and feelings. Art is the creation of new connections.”
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Appuntamento a Venezia
Rendez-vous in Venice
Grande attesa per la Biennale Arte 2021 firmata Cecilia Alemani
Much anticipation for the 2021 Venice Art Biennale
Photo Marco De Scalzi
«La Biennale non è di certo un museo impegnato in una retrospettiva, ma una piattaforma in cui affermare e identificare nuovi talenti, luogo, per l’appunto, di ricerca e sperimentazione». Così iniziava Cecilia Alemani nell’intervista fatta per la nostra The Bag, The Biennale Arte Guide, in occasione della sua curatela del Padiglione Italia alla 57. Mostra d’Arte Internazionale di Venezia nel 2017 (testimone raccolto poi nell’edizione 2019 da Milovan Farronato). Parole che non potranno che essere alla base della nuova sfida che Cecilia Alemani affronterà nelle vesti di curatrice della Biennale Arte 2021. Incoraggiando e invitando incessantemente un vasto pubblico ad attraversare e ascoltare l’opera d’arte, Cecilia Alemani, milanese – laureata in filosofia all’Università degli Studi di Milano – e globe trotter (Londra, Berlino, Parigi, New York), è infatti sempre alla continua ricerca di nuove sfide artistiche attraverso il suo costante lavoro curatoriale da tempo sviluppato tra musei, fondazioni e organizzazioni no-profit: da Londra, alla Tate Modern con No Soul for Sale – A Festival of Independents (2010) in collaborazione con
Maurizio Cattelan e Massimiliano Gioni, a New York, al MOMA PS1 (2010) a Chelsea, dove ha ideato lo spazio laboratoriale X Initiative (2009–2010), a Frieze Projects, la sezione no profit di Frieze New York, di cui è curatrice dal 2012. Nei suoi progetti si manifesta un’abilità costante di riflessione su quel che ci circonda fuori dalle gallerie e dai musei, come ben esprime il progetto High Line di New York, di cui è curatrice indipendente nonché direttrice del programma di arte pubblica, uno spazio pubblico situato nella zona di Chelsea, un parco lineare realizzato su una sezione in disuso della ferrovia sopraelevata West Side Line. Dal 2011 ha prodotto e mostrato il lavoro di più di 200 artisti internazionali, con grandi installazioni site-specific, mostre di gruppo, performance, video, billboard e murales. La semplicità di integrare l’opera d’arte in un contesto architettonico tanto particolare crea un dialogo coerente e stimolante che sfida costantemente l’occhio dello spettatore. Colpiscono l’intuizione e la capacità di Cecilia Alemani di progettare percorsi artistici articolati, in simbiosi con i luoghi, che si trasformano armoniosamente
e continuativamente, dove il rapporto dell’arte con il pubblico è sancito da un incessante calpestio (circa 7 milioni di visitatori l’anno) e dove quindi la responsabilità sociale e culturale del curatore è sempre messa alla prova. Più una facilitatrice che un autore (così si definisce lei stessa), Cecilia Alemani mette a disposizione del pubblico una nuova natura artistica, perché un’opera d’arte deve prestarsi a più letture e non limitarsi a fornire un messaggio unico. Da alcuni mesi racconta di settimana in settimana dalle pagine di «D Donna» il suo contemporaneo, rendendo accessibile a tutti il mondo degli artisti di oggi, dando voce agli artisti stessi e rivelando al contempo come le geografie e i linguaggi siano ormai dilatati e senza confini di genere. «Credo che il ruolo dell’arte sia rappresentare uno strumento grazie al quale è possibile leggere e interpretare in maniera nuova e sorprendente quello che ci succede». In un contemporaneo fluido che registra come un sismografo la società in continua globalizzazione, Cecilia Alemanni afferma come «la Biennale di Venezia sia l’unica al mondo a portare avanti questa idea di Padiglioni nazionali, formula che non considero assolutamente obsoleta ma, al contrario, un’opportunità per i Paesi di far sentire la propria voce in un contesto artistico assolutamente polifonico e per lo spettatore di entrare in contatto con realtà che altrimenti difficilmente incontrerebbe, come, ad esempio, aree geografiche sconosciute dell’Africa o dell’Asia che nel contesto della Biennale possono offrire al pubblico uno squarcio della propria vitalità artistica e culturale». Buon lavoro Cecilia! Mariachiara Marzari
Cecilia Alemani has been nominated as the curator of the upcoming Art Biennale, due 2021. A communicator who encourages and invites a vast public to experience and listen to works of art, Alemani, a graduate in Philosophy at the Università degli Studi of Milano and globetrotter (London, Berlin, Paris and New York), is constantly in search of new artistic challenges through her continuous curatorial work which over time has expanded across museums, foundations and non-profit organisations: from London at the Tate Modern with No Soul for Sale – A Festival of Independents (2010) in collaboration with Maurizio Cattelan and Massimiliano Gioni, to New York, at MOMA PS1 (2010) in Chelsea, where she conceived X Initiative (2009-2010), a non-profit workshop space, and at Frieze Projects, the non-profit section of Frieze New York, of which she was curator in 2012. In her projects she demonstrates a capacity for constant reflection on what surrounds us beyond the galleries and museums, as for example with the High Line project in New York of which she is an independent curator and the director of the public art programme. The High Line is a public space situated in the Chelsea district and is a linear park created along a disused stretch
Photo Nuvola Ravera
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of elevated railway line called the West Side Line. Since 2011 she has shown there the works of more than 200 international artists including large site-specific installations, group exhibitions, performance, video, billboards and murals. The naturalness with which she integrates the artworks into such an unusual architectural environment creates a coherent and stimulating dialogue, which constantly challenges the viewer. One has to be impressed with Cecilia Alemani’s intuition and her ability to design well-structured artistic journeys in harmony with the spaces, which are constantly but harmoniously transformed, where the rapport between the artworks and the public is attested to by a continuous stream of visitors (around 7 million a year) and where therefore the social and cultural responsibilities of the curator are constantly put to the test. More a facilitator than a creator (as she defines herself), Cecilia Alemani opens up to the public a new artistic world, because an artwork should always be capable of many interpretations and not just convey a single message. “The Biennale is not a museum doing retrospective work, but a platform for the identification and affirmation of new talents, a place for research and experimentation.” (Cecilia Alemani) [Tr. C.J.]
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intervista 03
Il principio della tavola
Giandomenico Romanelli e Pascaline Vatin raccontano il Novecento passato All’Angelo
Giandomenico Romanelli e Pascaline Vatin offrono negli spazi della Fondazione Querini Stampalia, fino all’1 marzo 2020, la possibilità di rivivere una delle ultime stagioni artistiche gloriose di Venezia attraverso la mostra L’Angelo degli Artisti. L’Arte del Novecento e il ristorante All’Angelo a Venezia. La capacità dei due curatori è quella di raccontare vicende, di far ritrovare volti – donne, uomini, famiglie –, di ricomporre raccolte, di ricostruire il mosaico prezioso di una storia ancora aperta. Il visitatore attraverso dipinti, schizzi, fotografie, documenti o semplici menù e oggetti della tavola viene catapultato negli anni particolarmente fortunati del Dopoguerra, anni di rinascita e di libertà per Venezia, di creatività e di grandi speranze: la Biennale, la Mostra del Cinema, le grandi esposizioni d’arte antica, i musei, la Fenice, la musica contemporanea, il teatro classico e d’avanguardia, la danza tradizionale e sperimentale... Le grandi scuole convogliavano qui maestri prestigiosi e giovani di talento – a Ca’ Foscari, all’Istituto di Architettura, all’Accademia di Belle Arti, al Conservatorio di Musica –, e tutti, proprio tutti, si ritrovavano quotidianamente in alcuni locali e ristoranti cittadini che finirono per diventare dei veri e propri cenacoli del contemporaneo. Come inizia la storia del ristorante All’Angelo? P.V. L’Angelo nasce a cavallo tra le due guerre, quando la famiglia Carrain, composta da Augusto e la moglie, si sposta a Venezia da Padova, dove da diverse generazioni
Tre generazioni di Carrain: Anita e Renato con in mezzo il figlio Roberto, e a destra Augusto, capostipite della famiglia.
si occupava di rifornire l’Esercito Italiano di vettovagliamento. Nel 1927 Augusto e Antonietta Carrain, con al seguito il piccolo Renato, acquistano a ridosso di Piazza San Marco, nella stretta calle dell’Angelo, una piccola pensione di poche camere che chiamano per l’appunto Albergo All’Angelo. L’anno successivo aprono un piccolo ristorante, che battezzano con lo stesso nome. L’attività si sviluppa negli anni abbastanza bene e durante la Seconda Guerra Venezia diviene un luogo rifugio per molta gente, tra cui parecchi artisti. Nella città, anche per quel patto tacito tra le potenze belligeranti di non sganciare bombe in centro storico a differenza di quanto regolarmente accadrà in terraferma, la vita continua nella sua quasi piena normalità e l’attività del ristorante prosegue regolare per tutti gli anni della Guerra fino alla fine del Conflitto. G.R. Mentre nella Prima Guerra mondiale il fronte era arrivato fino a Treviso, a ridosso della Laguna, e Venezia era stata bombardata con danni di una certa rilevanza, nella Seconda Guerra mondiale la città storica non subì danneggiamenti, per cui si era diffusa la convinzione che Venezia fosse una specie di “città libera” proprio in quanto luogo preservato dalle incursioni, mentre Treviso, per esempio, fu totalmente devastata, oltre naturalmente a Marghera. Così in città si consolida una presenza di artisti, intellettuali, critici e galleristi che non si interrompe nemmeno durante la guerra; forse viene un po’ rallentata, ma non cessa mai di esistere. La Biennale, per dire, s’interruppe per sole due edizioni, pochissimo, per cui i fermenti artistici poterono davvero continuare a esprimersi quasi senza interruzione alcuna. Già nel 1944, infatti, le energie, le disposizioni di molti di coloro che presto saranno tra i grandi protagonisti della rinascita artistica italiana e internazionale si riaccendo compiutamente presto nel segno di un grandissimo impegno etico, cosa che va sottolineata e che credo emerga chiara anche in mostra. Un impegno, dunque, non soltanto di carattere sperimentale, linguistico o artistico in senso stretto; tra questo gruppo di artisti non vi è alcuna preclusione nei confronti e delle ricerche svolte nelle più svariate direzioni estetiche, l’importante – e questo viene già sancito nel primo proclama di formazione del Fronte Nuovo delle Arti – è che vi sia alla base del lavoro di ogni singolo artista un forte impegno etico e di rinnovamento. La questione del rinnovamento è sentita moltissimo, sì. Una Venezia, quindi, in una posizione di assoluto vantaggio nel porsi come epicentro artistico internazionale rispetto ad altri centri europei devastati dalla guerra. Persino l’industria cinematografica durante il conflitto si trasferisce in Laguna. G.R. Sì, certo. All’epoca i padiglioni della Biennale venivano usati come studi e sedi dalle società cinematografiche, oltre alla Scalera alla Giudecca. Si avvertiva plasticamente
nell’aria la volontà di ripartire subito. Proprio negli spazi della Biennale, prima ancora che ricominciasse l’Esposizione Internazionale, viene organizzata la prima mostra del Premio della Colomba. Nel 1946 riparte subito anche la Mostra del Cinema e la prima proiezione ha luogo nel cortile di Palazzo Ducale. In mostra sono esposte le foto di Piazza San Marco all’epoca occupata da una serie di tabelloni pubblicitari, mentre sotto i portici di Palazzo Ducale si possono notare le affiche dei film, una parte delle quali erano dipinte dal vero, sul momento. P.V. Abbiamo trovato una foto sorprendente che ritrae un inserviente sulla scala che, come si usava allora, dipinge con cura sul tabellone il programma della giornata, riportando tutti titoli dei film e i relativi orari delle proiezioni. G.R. Riprendono immediatamente fiato e attività anche le gallerie. Prima fra tutti la Galleria del Cavallino di Cardazzo, che era stata fondata nel 1942, ma molte altre ancora fioriscono in quegli stessi anni. Un panorama artistico che indubitabilmente oggi colpisce per la sua vivacità e per la varietà di tendenze che rappresentava. P.V. Una vivacità che coinvolgeva, per l’appunto anche i ristoranti; non c’è solo l’Angelo, infatti, come luogo di ritrovo di artisti e galleristi, ma anche ai Padovani a San Barnaba, da Cici alla Salute, La Valigia in Calle dei Fabbri. I ristoranti portavano avanti una tradizione che era propria di Venezia, oppure è solo in quegli anni che nasce l’osmosi tra l’artista e il ristoratore? Un concetto un po’ bohémienne se vogliamo, che richiama subito alla mente la Parigi fine de siècle. P.V. Tutte queste trattorie erano molto frequentate, però l’interesse per la pittura o per l’arte in queste forme, per quanto abbiamo potuto vedere, risale proprio all’epoca dell’Angelo. G.R. Prima c’erano i Caffè. Quando facemmo una mostra sui disegni dell’Ottocento a Venezia, abbiamo esposto una serie di disegni di Favretto, allora inediti, che ritraevano gli avventori nei diversi Caffè della città, che erano un prolungamento della tradizione dei Caffè letterari settecenteschi. La Biennale stessa tradizionalmente si dice sia stata fondata durante alcuni incontri svoltisi al Florian, per esempio. Sono luoghi che diventano mitici, avvolti da un’aura che conferisce alle loro vicende il carattere della leggenda, anche se talvolta ci troviamo di fronte a fatti effettivamente accaduti. Vi era certamente l’elemento della convivialità, questo senso di ritrovo, di stare insieme. Eppure molto spesso si insiste su quel cliché dello stato di necessità, per «L’Angelo degli Artisti. L’Arte del Novecento e il ristorante All’Angelo a Venezia» Fino 1 marzo Fondazione Querini Stampalia, Campo Santa Maria Formosa, Castello 5252 www.querinistampalia.org
La cucina dell’Angelo. Sulla destra Antonietta Carrain
cui questi artisti bohemienne spesso squattrinati vivevano questi luoghi anche per fame, per soddisfare la quale offrivano in cambio loro lavori. Quanto di vero vi era in questa per così dire romantica “narrazione”? P.V. Certamente donavano opere, ma non si trattava proprio di un mero baratto in cambio di cibo. Vi era un interesse reale da parte dei ristoratori verso la produzione artistica. Qualcuno di loro capì che accogliere anche generosamente questi giovani e meno giovani artisti poteva essere un modo per vivere al centro della rinascita di quel presente che si svolgeva davanti ai loro occhi, godendo in diretta dei frutti espressivi di quei momenti seminali. Alcuni di loro capirono subito quale straordinaria opportunità avevano in casa di costruire una propria collezione Augusto Carrain fu probabilmente uno di questi, quindi. Lesse la situazione solo in quanto ristoratore con buon fiuto e sano opportunismo, oppure si sentiva effettivamente parte di questo rinnovamento? P.V. Probabilmente entrambe le cose. Sicuramente respirava con autenticità quel clima, se ne sentiva a suo modo, nel suo ruolo, parte, certo. E poi, bisogna dirlo, ha avuto anche fortuna, perché la famiglia del critico Giuseppe Marchiori aveva casa proprio sopra All’Angelo. Ed è a Marchiori che Carrain chiede di fargli da guida per mettere insieme una collezione di disegni di artisti contemporanei. È chiaro che gli artisti sono attirati All’Angelo anche dalla presenza di Marchiori. Secondo Renato Carrain, figlio di Augusto, venivano così in tanti All’Angelo perché già durante la guerra il ristorante non chiudeva mai, neppure di pomeriggio: apriva la mattina e chiudeva la sera dopocena. In questo modo un artista, o chiunque altro, entrava lì la mattina e cominciava la giornata con un primo caffè, poi magari seguiva una grappa, pranzava, arrivavano gli altri, si faceva un tavolo, poi di nuovo un caffè e avanti così fino a sera. Era un moto perpetuo, un continuo incontrarsi, incrociarsi, confrontarsi. Nell’archivio della biblioteca di Vittorio Carrain – secondogenito del fondatore Augusto – abbiamo ritrovato tre diverse copie del menù quotidiano che riportavano sul retro una lista suddivisa in tre colonne: sulla prima c’è scritto “pasti”, sulla seconda c’era la dicitura “contanti” e sulla terza “cornici”. Quelle sono le liste di tutti i debitori dell’Angelo, tra cui troviamo nomi di artisti e intellettuali inimmaginabili, anche stranieri, da Picasso a Peggy Guggenheim. I Carrain esponevano sulle pareti del ristorante i quadri per aiutare gli artisti, ma Renato non ha mai parlato di business per tutto questo. L’Angelo era una sorta di galleria ma anche di residenza d’artista, come si direbbe oggi. Gli artisti usavano prendere in affitto a poco prezzo una delle camere della pensione per tre o quattro mesi durante il periodo della Biennale, rimanendo in città
per vendere le proprie opere. A tenere aggiornate le liste dei debitori era Antonietta, la moglie di Augusto, una donna dal carattere forte e deciso, vera amministratrice del locale, che non era affatto d’accordo con questo sistema di scambio. Alcuni artisti probabilmente mangiavano All’Angelo sempre gratis, dalla colazione alla cena, perché risultano dei conti incredibili, soprattutto se pensiamo che all’epoca un secondo piatto costava dalle 400 alle 600 lire, mentre il debito finale ammonta a oltre due milioni di lire. Il salatissimo conto di Santomaso, per esempio, ci lascia intuire che l’artista in pratica vivesse All’Angelo. G.R. A differenza del fratello Vittorio, che viene designato a portare avanti l’attività, Renato Carrain, figlio maggiore di Augusto, compie un percorso singolare: studia al liceo classico, viene mandato al collegio per imparare le lingue, in seguito si dedica al giornalismo sportivo e diventa caporedattore del «Guerin Sportivo» e scrive per «La Gazzetta dello Sport», tant’è vero che negli anni Sessanta tutti i grandi giornalisti sportivi passavano per L’Angelo, primo fra tutti Gianni Brera. Si può quindi affermare che L’Angelo viene frequentato anche da questo tipo di intellettualità più popolare, se così si può dire, in un tempo che vedeva cimentarsi nello sport penne sopraffini del calibro di Mario Soldati e Orio Vergani, per fare due nomi tra i molti. Renato scrive molto bene, a testimoniarlo c’è la prefazione del primo e unico catalogo della collezione che è del 1947, il celebre Arte moderna All’Angelo, in cui spicca nelle prime due pagine la vivace introduzione con cui Carrain presenta al pubblico la propria collezione, che in un anno e mezzo circa passa da praticamente zero a oltre 300 pezzi. La creazione del mito di questo straordinario locale è raccontata proprio da Carrain: avviene una sera, quando nel 1946 arriva al ristorante un gruppo di giovani scalmanati che chiede di mangiare; si abbuffano, ordinano di tutto, per poi al momento del conto inventarsi la fola di non avere i soldi per pagare. L’oste Renato, che li tollera “bonario e sorridente” avendo percepito qualcosa di geniale nel loro comportamento, si offre di accettare un disegno in cambio del pasto, chiedendone uno di un famoso artista straniero. Quando l’oste capisce che non sarebbero potuti mai arrivare a quel nome, si accorda per un disegno del giovane più brillante del gruppo, che altri non era che Vedova. In mostra abbiamo isolato il primo disegno, quello da cui parte tutto e lo abbiamo accompagnato alla frase finale del testo di presentazione di Renato: «e quella sera nacque L’Angelo degli artisti», da cui abbiamo preso il titolo della mostra. Nasce in maniera rocambolesca, un po’ mitizzata, un po’ letteraria, ma Renato la descrive molto bene, da intellettuale atipico quale era. P.V. Vittorio è invece colui che deve prendere in mano il
locale. Viene per questo mandato a studiare ragioneria, ma in realtà è un intellettuale pure lui. Quando il fratello Renato se ne va per due anni in collegio, al suo ritorno si accorge che Vittorio parla perfettamente il tedesco e se ne stupisce ancor di più scoprendo che l’ha appreso in maniera totalmente autodidatta dai libretti d’opera. Per nostra fortuna abbiamo dovuto sistemare la sua biblioteca che è custodita in un deposito a Marghera, dove abbiamo trovato e aperto decine di cartoni che contenevano tantissime cose ora esposte in mostra. Abbiamo scoperto che la biblioteca di Vittorio è composta da un fondo di libri d’arte colossale, ma ancora più straordinario è stato ritrovare una biblioteca francese con tutti i classici e la letteratura del primo Novecento in lingua originale, una biblioteca tedesca, una inglese, una spagnola, una latina e una greca! G.R. Le vere scoperte di questo progetto curatoriale sono Vittorio e soprattutto il suo archivio, che abbiamo avuto la fortuna e anche, dopo un entusiasmante ma faticosissimo lavoro di ‘sistemazione’, la capacità di utilizzare e valorizzare. P.V. Vittorio non aveva in realtà alcuna intenzione di occuparsi del ristorante, cosa che diviene lampante quando incontra Peggy. Prima di acquistare il suo palazzo a Venezia, Peggy Guggenheim alloggia in un albergo in Riva degli Schiavoni e al suo arrivo chiede subito al concierge dove è possibile incontrare degli artisti, venendo naturalmente indirizzata All’Angelo. Fraintese le indicazioni, Peggy si reca all’altro Angelo, un bar in Campo San Bartolomio, dove prima di indirizzarla al locale di San Marco le scrivono su un pacchetto di sigarette il nome “Vedova”, come promemoria. Con il suo pacchetto di sigarette Peggy arriva infine All’Angelo e lì incontra proprio Vedova e Vittorio Carrain. Da qui ha inizio una grande amicizia, anche con Santomaso, che sarà poi sempre da e con Peggy, perché lei in quanto donna, per quanto all’avanguardia nel costume e naturalmente più che emancipata, stazionava meno spesso in ristorante: magari vi andava a cena o a colazione, ma non si fermava immancabilmente per le serate. Alla luce di questo fortissimo legame che è venuto a crearsi, nel giro di qualche mese Peggy chiede a Vittorio di farle da segretario e lui per quindici anni la aiuterà, le farà da assistente in modo del tutto gratuito. Era Vittorio a mediare il rapporto di Peggy con Venezia e con il mondo artistico italiano, ma l’accompagnava dappertutto anche in Europa. Sempre nell’archivio di Marghera abbiamo trovato il primissimo catalogo della prima mostra di Peggy nel celeberrimo Padiglione greco alla Biennale del 1948, tutto corretto e con i prezzi e le note scritte a mano da Vittorio. L’archivio di Marghera dopo la mostra che fine farà? G.R. Purtroppo il deposito di Marghera è stato danneg-
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giato in parte da un incendio, ma per fortuna la parte relativa alla storia dell’arte si è salvata, perché i volumi erano già imballati nei cartoni, mentre noi abbiamo salvato l’archivio, in particolare i documenti manoscritti, le testimonianze e le note che sono oggi esposte. Dopo la mostra, tutta la parte di cataloghi di artisti contemporanei viventi sarà donata alla Biblioteca di Lendinara, dove è conservato l’Archivio Marchiori, che si occuperà di conservarla e valorizzarla come merita. Chi è stato il capofila di questa tradizione artisticoconviviale a Venezia? G.R. Non direi che vi sia stato un unico capofila. Il ruolo giocato da Cardazzo, come gallerista non come ristoratore, è stato certamente importante, perché era molto presente e organizzava una quantità di mostre impensabile per noi oggi, a ciclo continuo, ogni quindici giorni. Poi sicuramente anche Marchiori è stato fondamentale. Però una delle cose più divertenti di questa nostra avventura è che i vari ristoranti, e ce ne sono diversi che furono veri punti di riferimento della scena artistica del Dopoguerra, hanno tutti delle caratterizzazioni differenti uno dall’altro. Noi siamo partiti dall’Angelo perché abbiamo avuto questa straordinaria opportunità con l’Archivio di Marchiori e la collezione comprata da Zerbinati, però contemporaneamente e parallelamente All’Angelo vivono altre esperienze “conviviali”. L’Angelo è il luogo di ritrovo dell’Avanguardia artistica non solo veneziana, perché Marchiori mette insieme più estesamente un triangolo di riferimenti nei centri nodali della cultura e dell’arte italiane: Milano, dove c’è Renato Birolli, artista emergente e intellettuale impegnato, molto attivo anche nella scrittura oltre che nella pittura; Roma, con Guttuso che si stacca dalla Scuola Romana e entra seppur attraverso mille contrasti nel Fronte Nuovo fin dal momento fondativo; Venezia logicamente, che fa capo proprio All’Angelo. Quando il gruppo decide di intraprendere la propria importante rivoluzione etica si trova qui in Laguna: a Palazzo Volpi proclama la nascita del Nuovo Fronte delle Arti, dopodiché i vari componenti si recano tutti All’Angelo e da lì sostanzialmente non si muovono più. Questo per quanto riguarda L’Angelo. Altri ristoranti hanno invece delle caratterizzazioni completamente diverse. Per esempio ora stiamo lavorando a una prossima mostra sulla Trattoria da Romano a Burano, che è ancor più precoce dell’Angelo e rappresenta uno dei centri vitali dei secessionisti del gruppo di Ca’ Pesaro. Burano era anche la meta di moltissimi milanesi, che trascorrevano l’estate sull’Isola, e addirittura il mondo internazionale della Biennale organizzava qui da Romano i propri pranzi e cene. Burano, oltre a essere un isola incantevole e unica dal punto di vista paesaggistico sia naturale che antropico, è stata così un “luogo pittorico d’eccezione” per almeno tre generazioni di artisti, in particolare veneti, lombardi e trentini, che dagli anni Venti del Novecento hanno frequentato l’Isola e la Laguna dando luogo sul campo alla cosiddetta “Scuola di Burano”. Luoghi di ritrovo erano, nell’Isola, proprio la Trattoria da Romano e Casa Moggioli. Alcuni di questi artisti, specialmente i lombardi, frequentavano a Milano un altro luogo culturalmente e artisticamente straordinario: la trattoria toscana Bagutta, ‘scoperta’ da Riccardo Bacchelli. A Burano arrivano
Il critico Giuseppe Marchiori e altri ospiti a un tavolo dell’Angelo
tutti gli intellettuali del grande giornalismo italiano, da Vergani, che scrive delle cose straordinarie che esporremo in mostra, a Benno Geiger, un personaggio mitteleuropeo con amicizie in tutta l’Europa letteraria, artistica e musicale. Geiger è amico di Klimt, di Richter, dei grandi poeti tedeschi, e scrive in continuazione lodi e testimonianze per Burano e per Romano. Da Romano, oltre a 1500 dipinti, tireremo fuori delle cose incredibili che nessuno immagina: la mostra sarà davvero divertente da questo punto di vista. Continuando la rassegna dei ristoranti-cenacolo, alla Valigia in calle dei Fabbri è stato fondato l’Ordine della Valigia, che possedeva una propria consorteria e raccoglieva artisti tradizionalisti, seppur con qualche inevitabile sconfinamento. Poi c’è la Colomba, che riunisce invece gli artisti più ‘ufficiali’, quelli che si stavano affermando o erano già affermati. Ci sono poi alcuni artisti che attraversarono il periodo come protagonisti da un altro punto di vista, ovvero come decoratori dei caffè e dei ristoranti. I due Cherubini, padre e figlio, realizzarono cicli interi al Colombo, all’Antico Martini, alla Colomba e anche da Romano. Un panorama come si vede molto variegato e interessante, su cui vi è moltissimo ancora da indagare, da scoprire e riscoprire, da divulgare. Ritorniamo All’Angelo e alla dichiarazione di ‘guerra’ del Fronte Nuovo delle Arti. Come nasce e come si conclude questa esperienza? G.R. Avevano una base comune, ovvero guardare alle Avanguardie e soprattutto a Parigi. Sentono molto l’attrattiva di un personaggio ormai divenuto mitico, Pablo Picasso, tant’è vero che l’inizio dell’impegno nel momento milanese è segnato dalla sottoscrizione del famoso manifesto intitolato Oltre Guernica. Partono da questa esperienza pervasa di impegno politico, etico e civile, però in seguito, un po’ alla volta, si definiscono all’interno di un gruppo che non è mai stabile, che vive in un percorso sempre assai fluido. La base comune è l’appartenenza morale e anche ideale all’Avanguardia impegnata francese del post-cubismo, rispetto alla quale però sono più aperti; nonostante si riconoscano in un gruppo, all’interno vi è chi scalpita in proprio, vi sono delle personalità molto forti, basta pensare a Vedova, che aveva un io realmente ipertrofico. Tra l’altro, attraverso le ricerche che stiamo
portando avanti per Romano, abbiamo potuto acquisire un punto di vista originale sulla nascita del Fronte Nuovo, ritrovando documenti scritti sia da Vedova stesso che da altri in ordine alle battaglie interne al Fronte che mostrano da un’angolazione insolita una vicenda abitualmente raccontata in altro modo. Nella mostra L’Angelo degli Artisti abbiamo quindi seguito questi personaggi non solo da un punto di vista artistico ed estetico, ma soprattutto considerandoli persone e famiglie dentro la città. La mostra è una specie di omaggio alla vita nella Venezia degli anni Cinquanta. Una nostra precisa scelta che pare sia molto apprezzata proprio per l’apertura di prospettiva sul vissuto quotidiano di una città ancora molto fertile e vitale. Di chi è il disegno, quasi un logo, dell’Angelo? G.R. Il primo l’ha disegnato Santomaso, il logo “All’Angelo” con le due ali, mentre l’altro l’ha realizzato Léon Gischia. Che osmosi c’era tra la città e queste realtà? Chi governava in quegli anni? G.R. Il primo sindaco è Giovanni Ponti, democristiano e militante nella Resistenza, mentre il secondo sindaco è Giovanni Battista Gianquinto, che è anche ritratto in una fotografia con Pizzinato. Gli artisti erano tutti militanti: Santomaso era socialista, Vedova si faceva passare per comunista, anche se in realtà era un battitore libero e si schierava con chi emergeva al momento, mentre il più rigoroso di tutti era Pizzinato, che aveva un atteggiamento difficile e scostante nei confronti di chi non condivideva le sue idee. Guttuso, come si sa, era molto dotato e grazie a questo ne ha combinate di tutti i colori, anche proprio artisticamente parlando. I personaggi importanti erano molti, da Corpora fino ad Afro. Il Fronte era il meglio che l’Italia artistica di quegli anni esprimeva. È vero che la Scuola Romana aveva Scipione e Mafai, ma erano di una generazione leggermente precedente, mentre loro erano i giovani dell’Avanguardia, molti dei quali passarono, come si diceva, attraverso la nodale esperienza della Resistenza. P.V. Noi adesso siamo abituati a considerare la Biennale come l’espressione massima dell’avanguardia, o comunque sia una delle espressioni più forti della contemporaneità, ma all’epoca la vera avanguardia erano loro, in totale ribellione con una Biennale che trovavano passatista e istituzionale.
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Peggy Guggenheim (al centro) appena ricevuta la cittadinanza onoraria con Marchiori e Comisso (a sinistra) e Vedova e Santomaso (a destra) sulle scale di Ca’ Farsetti, 5 febbraio 1962
G.R. Infatti, quando iniziarono a girare i nomi delle cariche della nuova Biennale, ci fu una vera rivolta da parte degli artisti del Fronte che volevano fosse nominato segretario generale Lionello Venturi, perché schierato ideologicamente dalla loro parte. Sarà nel 1948, grazie a Marchiori, che questi artisti troveranno anche in Biennale una loro forte visibilità, quando il critico viene incaricato di realizzare per la Biennale le sale 39 e 40 dove presenterà, per l’appunto, i lavori del Fronte Nuovo delle Arti, che da quel momento diverrà una compagine di profilo internazionale, tant’è vero che subito dopo gli artisti inizieranno a essere invitati in Francia e in America. E in questo contesto quale fu l’apporto di Peggy Guggenheim? G.R. Peggy portava di fatto un’atmosfera internazionale, però non diede alcun contribuito ideologico, non essendo interessata a questo; lei portava a Venezia l’Avanguardia americana soprattutto. P.V. Le sue acquisizioni di opere di artisti veneziani sono davvero esigue. Tuttavia Peggy è una protagonista importante dell’epoca, molto ‘veneziana’, intensamente coinvolta dalla città pur essendo americana. G.R. Peggy sceglie l’Avanguardia Informale, fatto salvo il Picasso di certi periodi. I suoi consiglieri non erano mica figurine da poco… Parliamo di critici molto affermati, in primis il notissimo Kenneth Clark, che lei stipendia per anni per aiutarla ad aprire quel museo a Londra che poi alla fine di fatto non si realizzerà mai. Qui a Venezia Peggy segue e aiuta di più gli Spazialisti: Bacci e Tancredi sono i veneziani su cui punta, anche se l’amicizia con Vedova la spinge ad acquistarne un’opera risalente al periodo dell’esplosione espressionista. Spazialisti che ad ogni modo, anche quando nasce il Fronte Nuovo, proseguiranno la loro storia in modo indipendente, appoggiandosi a Cardazzo: è lui a lanciare Fontana, Bacci, Guidi e tutti gli altri. La trama del periodo è molto complessa, ricca e affascinante.
Dopo la rottura del Fronte Nuovo, cosa accade All’Angelo? P.V. Gli artisti continuano a frequentarlo. Vedova, Santomaso, e anche gli altri del Fronte, nonostante gli scontri, rimangono tutti attorno All’Angelo. G.R. E se ne aggiungono anche altri, ad esempio Zoran Mušič e Ida Cadorin negli anni Cinquanta, poi Léon Gischia da Parigi, pittore e scenografo ufficiale dell’Opera Garnier. Poi ci sono tutti quei personaggi di passaggio che tornano regolarmente, come Jean Cocteau. Fino a quali anni L’Angelo rimane un luogo di aggregazione? P.V. Per molti anni ancora, perché poi qui arriva tutto il mondo dello sport. Il figlio di Renato, Roberto, che è il padre dell’attuale Renato, diventa presidente della Reyer e attira qui sia sportivi che politici socialisti, mentre la presenza degli artisti diventa progressivamente più marginale. Con la Biennale del 1964 vinta da Rauschenberg si viene poi a creare una rottura, non solo veneziana, assolutamente netta: l’artista comincia a definirsi e porsi come entità a sé stante, viene a mancare l’idea di gruppo, di condivisione. Ognuno ha il proprio mercante, insomma, lentamente il mondo cambia e i Movimenti si disgregano. G.R. Non a caso abbiamo voluto chiudere la mostra con la fotografia che documenta la festa di Rauschenberg, che vincendo la Biennale consacra la Pop Art americana a livello internazionale. P.V. Quando Rauschenberg dà la festa All’Angelo c’è talmente tanta gente che, per evitare spese impossibili da sostenere, decide di servire per tutta la serata solo champagne e spremuta. Tutta la notte l’intera famiglia, bambini compresi, insieme ai camerieri e allo staff hanno spremuto arance! L’ultima foto è proprio questa: Rauschenberg insieme ai suoi amici all’interno dell’Angelo con la serranda abbassata.
G.R. L’Angelo non sparisce, quindi, ma cambiano le caratteristiche di questo mondo. Fanno la loro comparsa i mercanti ‘puri’, coloro che determinano la fortuna o meno di un artista. La comunità non c’è più. P.V. I movimenti allora nascevano e si scioglievano continuamente, era un susseguirsi di artisti che facevano grandi proclami o fondavano gruppi. Queste cose non esistono più da un pezzo. Roberto Carrain si dimostrerà progressivamente sempre più interessato al business, tant’è vero che a un certo punto acquista dieci punti di ristoro. Si dedica completamente agli affari e gli fa gioco che il ristorante diventi un punto di ritrovo per i politici, in particolare i socialisti. L’Angelo è fallito una decina di anni fa: ha chiuso i battenti per essere ceduto alla catena Rossopomodoro. I Carrain hanno tenuto l’albergo, che però a sua volta fa parte di un gruppo di albergatori veneti. Che rapporto ha avuto il cinema con L’Angelo? G.R. Il mondo del cinema è passato per L’Angelo in maniera massiccia, le fotografie lo testimoniano eloquentemente. Sono passati di qui tutti i protagonisti dell’età aurea della settima arte: attori, registi, produttori. Una documentazione che ci piace però più considerare come testimonianza della centralità culturale internazionale di quella Venezia, piuttosto che meramente quale rassegna iconografica sul cinema e i suoi miti. A Burano si venivano a girare un sacco di film con troupe, registi, attori che si fermavano sull’Isola settimane. Negli anni Quaranta e Cinquanta Burano era ancora una zona selvaggia, primitiva, pittoresca, quasi una ‘britannia’ italiana, quindi milieu ideale per raccontare visivamente storie. Da chi e come è nata l’idea di questa mostra? P.V. È stata del professor Romanelli l’idea. G.R. Mi pareva bello andare a pescare in questi serbatoi non sconosciuti del tutto ma, diciamo così, poco frequentati. Va detto però che ci siamo trovati davanti a delle scatole cinesi: è stata una caccia al tesoro, una sorpresa continua, un’indagine a tutti gli effetti. Non ci siamo mai divertiti così tanto a organizzare una mostra. P.V. C’è tantissimo materiale; il problema è ‘solo’ saper scegliere. Anche Romano è un serbatoio impressionante. G.R. Romano sarà sicuramente una sorpresa per molti. A quando dunque la prossima mostra? P.V. L’idea è di proporre una mostra ogni anno nel periodo di Natale. Oltretutto nel 2020 da Romano celebra il centenario! Mariachiara Marzari e Massimo Bran
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Memorie di un “leucofilo”
Memories of a leukophile
Sguardi interrotti
Ezio Gribaudo, compleanno ad arte a Palazzo Contarini del Bovolo
A birthday under the sign of art
L’impressionismo lagunare in mostra alla Fondazione di Venezia
Palazzo Contarini del Bovolo celebra i novant’anni di Ezio Gribaudo (Torino, 1929), conosciuto per la sua attività di editore e promotore culturale, grazie alla quale ha frequentato artisti e scrittori, un entourage che lo ha influenzato facendo germogliare la sua inclinazione artistica. Gribaudo, che ha studiato all’Accademia di Brera e al Politecnico di Torino, è un amante della carta stampata e un professionista dell’editoria, tanto che nelle sue sperimentazioni artistiche inserisce le tracce di queste passioni. Le tavole dedicate alla sfavillante New York sono composte da strane trame, memorie del suo mestiere: grattacieli, taxi, architetture proiettano ombre tipografiche, dorsi di libri dei quali si può ancora leggere i titoli, che punzecchiano l’immaginazione mentre seguiamo l’artista nel suo cammino. Un lungo peregrinare in giro per il mondo che lo ha condotto più volte a Venezia: in compagnia di Cardazzo quando alla Galleria del Cavallino espone la serie di opere dedicate al Concilio Ecumenico, o durante la partecipazione alla 33. Biennale Arte del 1966, dove risulta vincitore del Premio della grafica. Di quel fervido periodo sono esposti i Logogrifi, opere realizzate con una particolare tecnica di rilievo a sbalzo applicata su carta buvard, materiale estrema-
mente poroso qui trattato senza inchiostro, di modo che l’immagine si forma a pressione. Come suggerisce Stefano Cecchetto, curatore della mostra, questi segni “evocano i fossili”, ancora una volta tracce di un mondo immaginato da Gribaudo, che egli continua tuttora a inventare. La mostra non si sofferma solo sui luoghi frequentati dal poliedrico artista, concentra infatti l’attenzione anche sul rapporto con alcuni importanti artisti come Lucio Fontana, di cui qui viene narrato, attraverso immagini e documenti, il viaggio insieme a New York per presentare il catalogo Devenir de Fontana. Oppure Giorgio De Chirico, per cui vengono esposte una serie di opere ispirate al maestro, senza ignorare l’accenno a Guttuso che scrive una lettera all’artista per complimentarsi della vittoria alla Biennale. Documentata anche la collaborazione con Peggy Guggenheim: nel 1976 Gribaudo organizza l’esposizione della collezione della mecenate americana alla Galleria Civica di Torino. In mostra al Bovolo è presente Omaggio a Peggy Guggenheim, un’opera realizzata riutilizzando i flani – scarti della produzione editoriale – e rivestendoli di bianco, colore amato dall’artista e per cui De Chirico lo definì un “leucofilo”. Martina Cappellesso
Palazzo Contarini del Bovolo celebrates Ezio Gribaudo’s ninetieth birthday. Gribaudo is known for his work as a publisher and cultural figure; his passion for printing and publishing shows clearly in his artistic pursuits. His works dedicated to New York are a display of curious stories about skyscrapers, taxis, architectures, book spines that bear titles stimulating our imagination as we follow the artist in his itinerary. This itinerary often took Gribaudo to Venice. With fellow artist Cardazzo, for example, as he exhibited his Concilio Ecumenico art series, or during the 33rd Art Biennale of 1966, where he won the Graphic Arts Award. Of those prolific times, we will see the Logogrifi, an interesting relief-like art technique applied to buvard paper. Exhibition curator Stefano Cecchetto, these signs “evoke fossils” – the traces of a world imagined by Gribaudo, and still being imagined. The exhibition not only touches the several places the artist has long been acquainted with, but also focuses on the relationships he entertained with other artists such as Lucio Fontana, who accompanied Gribaudo in a trip to New York, Giorgio De Chirico, and Renato Guttuso. Also mentioned is Gribaudo’s relationship with Peggy Guggenheim. In 1976, the artist co-produced Guggenheim’s exhibition at the Galleria Civica in Turin. An Homage to Peggy Guggenheim is the work of art that prompted De Chirico to nickname Gribaudo a leukophile.
«Ezio Gribaudo. Itinerari: New York, Venezia, Torino» Fino 26 aprile Palazzo Contarini del Bovolo, San Marco, 4299 - www.eziogribaudo.com
«Andare in giro per calli e campi, senza un itinerario stabilito, è forse il più bel piacere che a Venezia uno possa prendersi. Beati i poveri in topografia, beati quelli che non sanno quel che fanno, ossia dove vanno, perché a loro è serbato il regno di tutte le sorprese…» così asseriva Diego Valeri nella sua Guida sentimentale di Venezia (1942). Lo sanno bene gli artisti d’ogni tempo, sempre a caccia di scorci inusuali che permettano di deviare, ogni qualvolta si possa, da itinerari prestabiliti, ricercando altresì luci e colori particolari e soggetti degni di essere ritratti, in atteggiamenti ed espressioni da ricordare. Sguardi su Venezia è una mostra che riunisce trenta dipinti di artisti noti e meno noti, di proprietà della Collezione della Fondazione di Venezia, allestita da Alessandra Gini nella sede principale della Fondazione, in Rio Novo. Il percorso espositivo si offre al visitatore come il sogno tradizionale di una “Venezia nostalgica” resa di getto, tra campi e canali. Guy de Maupassant si chiedeva se esistesse un nome nelle lingue umane, come quello di Venezia, in grado di far sognare di più: difficile dargli torto, di fronte alla luce rosea del Canale della Giudecca di Perla al sole di Vincenzo De Stefani (1922), la stessa luce che si riflette a suo modo sul cuscino lilla posato in equilibrio precario sulla ringhiera di Dal balcone centrale della Casa dei Tre Oci di Astolfo de Maria (1936). Città di evanescente memoria quella del Bacino di San Marco di Gennaro Favai, destinata
a svanire come un’onirica realtà. Macchie di colore lagunari, tra acqua e sole, di gondole spettrali in Amedeo Renzini, Barche in laguna. Artisti che non vanno dimenticati, che forse hanno avuto il torto di continuare a tramandare l’impressionismo lagunare di cui erano maestri, rifiutandosi di seguire correnti più avanguardistiche o di piegarsi a certa critica dominante, ci lasciano pennellate rapide di prospettive di angusti rii o calli che escludono la vista (Neno Mori) o che al contrario invitano ad addentrarvisi (Marco Novati). Fioravante Seibezzi costruisce in Rialto il Canal Grande e i suoi palazzi con gestualità architettonica, ancora figurativa, di segni e colore, mentre Emanuele Brugnoli dissolve Canal San Barnaba pur mantenendolo integro, nella liquidità dell’acquerello. Ombre in bianco e nero di china su carta di rii e campi abbozzati ma dettagliati in Ferruccio Stefanutti. Cosimo Privato dipinge un Campo San Bartolomeo “lucido di pioggia e popolato di ombrelli” e un’animata Pescheria, Juti Ravenna una Piazzetta San Marco colorata e filiforme nei suoi turisti che la percorrono frettolosi, così lontana dalle nitide vedute di Venezia e isole invase dallo spirito d’atmosfera legato alla Nuova Oggettività di Cagnaccio Di San Pietro e di Mario Dinon. Si chiude celebrando la Marina minimalista di Virgilio Guidi e la finestra aperta sul futuro delle trifore di cielo di Giuseppe Santomaso, in Bleu Symphony. Luisa Turchi
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Broken views
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Venetian Impressionism at Fondazione di Venezia Artists of all times know very well that getting lost in Venice is the way to go to find the most amazing sights. Exhibition Sguardi su Venezia is a collection of thirty paintings by famous and less famous artists, all part of the collection of Fondazione di Venezia. The exhibition is all about those nostalgic, dreamy views of a real Venice. Guy de Maupassant wondered if there existed a word in any language that more than ‘Venice’ is able to make us dream. Maupassant was right – just look at the rosy light in Perla al sole by Vincenzo De Stefani or the same light reflecting on a lilac cushion over the balustrade in Dal balcone centrale della Casa dei Tre Oci by Astolfo de Maria. A city of evanescence memory is depicted in Bacino di San Marco by Gennaro Favai – it looks like it could vanish, like a dream does, any minute now. Spots of colours of the lagoon, water, sun, ghostlike gondolas are in Amedeo Renzini’s Barche in laguna. We shouldn’t forget about these artists. They keep working on Venetian Impressionism and refused to acquiesce to the dominating trends of the avant-gardes and of the general critical consensus.
«Sguardi su Venezia» Fino 28 marzo Fondazione di Venezia, Dorsoduro 3488/U www.fondazionedivenezia.org
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L’istante del Moderno Palazzo Franchetti, indagini sul Novecento
Dalla Metafisica di Giorgio de Chirico all’originale percorso di Giorgio Morandi, dal Futurismo di Giacomo Balla al Surrealismo di René Magritte, dalla Bauhaus di Paul Klee alla New York di Franz Kline, dai colori di Joan Mirò alla materia di Leoncillo: la mostra Il Novecento a Palazzo Franchetti, in corso fino al 16 febbraio a Venezia, riunisce i protagonisti dell’arte del Secolo scorso offrendo un viaggio alle radici del contemporaneo. Si parte dalle nature morte e i paesaggi di Giorgio Morandi e dalle parole dell’artista tratte da un’intervista rilasciata a The Voice of America nel 1957: «il compito educativo possibile delle arti figurative» è «quello di comunicare le immagini e i sentimenti che il mondo visibile suscita in noi». Una riflessione silenziosa interrotta dall’elogio alla velocità, al movimento e alla tecnologia di Giacomo Balla e di Gino Severini, protagonisti con le loro opere della seconda sala: «la pittura futurista nel distruggere l’immobilità in ogni cosa» viene «trasportata nell’impressionante caos dell’azione dinamica universale». Il movimento risuona
anche nei colori delle tele e nella «irruzione immediata dell’infinito nel finito» di Joan Mirò, che fa da contraltare all’arte pacata di Paul Klee, presente con Die Rolle del 1930, realizzato durante uno degli ultimi anni di insegnamento alla Bauhaus. «Quale sarà lo scopo della pittura futura? Sarà esattamente uguale a quello della poesia, della musica e della filosofia: creare sensazioni sconosciute in passato; spogliare l’arte del comune e dell’accettato, da qualsiasi soggetto a favore di una sintesi estetica: sopprimere completamente l’uomo quale guida o come mezzo per esprimere dei simboli, delle sensazioni, dei pensieri, liberare la pittura una volta per tutte dall’antropomorfismo che soffoca la scultura; vedere ogni cosa, anche l’uomo, nella sua qualità di ogni “cosa”». Così Giorgio de Chirico parla dell’arte con qualità da veggente e le sue opere fanno da anticamera prima al Surrealismo e poi alla realizzazione del suo pensiero, resa manifesta molti anni dopo dal fenomeno della Pop Art. Ecco, dunque, in mostra i capolavori iconici ed enigmatici di René
Magritte, un’importante selezione di opere degli anni Quaranta e Cinquanta, dove emergere come «il mistero di cui si tratta» sia «senza risposta per definizione». Entrando nella sala successiva, l’asse della storia dell’arte passa da Parigi a New York, dalla figurazione verso l’astrazione. Sono gli anni dell’Espressionismo Astratto: Franz Kline negli Stati Uniti e in Europa l’Informale, con opere di Georges Mathieu e Leoncillo. È il trionfo dell’istintualità dove: «i volumi e il disegno non vanno cercati. Non voglio creare qui un vuoto e là un pieno, ma qui ho il bisogno di affondare le dita e togliere creta e là attaccarla addosso. E allora qui viene un vuoto e là un pieno, ma vengono, non li cerco io come tali», afferma Leoncillo. La mostra si conclude con la grande rivoluzione degli anni Sessanta e la sala dedicata ad Andy Warhol che realizza la profezia enunciata da Giorgio de Chirico, dichiarando come: «tutti i quadri debbano avere le stesse dimensioni e gli stessi colori, in modo che siano intercambiabili, e nessuno pensi di avere un quadro migliore o peggiore. E se uno è un capolavoro, lo sono tutti». M.M.
«Il Novecento a Palazzo Franchetti» Fino 16 febbraio Palazzo Franchetti, San Marco 2847 www.acppalazzofranchetti.com
Storie future Un appuntamento che connota da oltre cent'anni l'identità di una storica importante istituzione veneziana: la Collettiva di Fondazione Bevilacqua La Masa dedicata alla scoperta e alla promozione dell'arte contemporanea emergente. Ciò che fu un desiderio della sua fondatrice illuminata, Felicita Bevilacqua La Masa, è diventata una realtà consolidata che quest'anno giunge alla sua 103ma edizione. Un'opportunità che per molti è stata una vera e propria affermazione. La commissione, composta da Bruno Bernardi, Presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa, Roberto Zamberlan, Matilde Cadenti, Stefano Cecchetto, Lidia Panzeri e Dario Pinton, ha valutato le proposte presentate dai giovani artisti del Triveneto di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Nella valutazione finale sono state selezionate le opere di 37 giovani artisti: Art Builders Group (collettivo), Luisa Badino, Federica Basso, Nicola Bertolo, Giacomo Bianco, Clelia Cadamuro, Simone Carraro, Francesco Casati, Stefano Cescon, Damiano Colombi, Jonathan Colombo, Enrico Dedin, Giacomo Deppieri, Daria Dmytrenko, Bruno Fantelli, Greta Maria Gerosa, Maddalena Granziera, Angela Grigolato, Bohdan Koshovyi, Chan Juan Liu, Giulio Malinverni, Arianna Marcolin, Elisabetta Mariuzzo, Anna Marzuttini, Marco Mastropieri, Giulia Milani, Alessandro Miotti, Ilaria Miotto, Jared Munn, Laura Omacini, Mattia Pastore, Carlo Scarpa, Ilaria Simeoni, Sofia Tocca, Giordano Tricarico, Cinzia Tusini, Fabiano Vicentini. La Collettiva, aperta al pubblico dal 2 febbraio all'8 marzo nella Galleria di Piazza San Marco, si conferma essere una panoramica privilegiata delle tendenze dell'arte del futuro prossimo. M.M. «103ma Collettiva Giovani Artisti» 2 febbraio-8 marzo Fondazione Bevilacqua La Masa Galleria di Piazza San Marco www.comune.venezia.it
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Ossessione magnifica «Uno viaggia tanto per capire meglio la geografia del luogo da cui è partito» Walter Benjamin «Come fotografo mi considero un reporter. Come reporter il mio riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier Bresson, per il quale il fotografo deve ambire a essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo», racconta Ferdinando Scianna e continua: «non mi interessa infatti la bella fotografia, mi interessano le fotografie che raccontano qualcosa, è allora che raccontano il mondo. Naturalmente, dire reportage e dire fotografia per me è la stessa cosa, dire viaggio e dire fotografia è la stessa cosa. Paolo Monti diceva che le fotografie si fanno con i piedi. Io l’ho capito benissimo, da subito, e ancora di più quando i piedi non sono stati così disponibili all’avventura. Perché un fotografo cerca. Un pittore può andare a vivere in una casa sulla scogliera e riproporre immagini della sua esperienza. Un fotografo le proprie immagini le trova. È questo che fa il fotografo. Guarda il mondo e ogni tanto ne riconosce un istante significativo, significativo sul piano del racconto, e naturalmente tanto di più la forma lo accompagna tanto di più e di più significante viene raccontato. Insomma, per me foto e racconto è veramente un sinonimo. Non ho mai pensato alla fotografia altrimenti che così». Ferdinando Scianna (1943) mette a nudo la propria anima di fotografo nella grande retrospettiva in corso alla Casa dei Tre Oci, offrendo al pubblico un percorso che è il suo lungo percorso artistico, tappe fondamentali della sua esistenza: la guerra, il viaggio, la religiosità popolare, una costante ricerca di una forma nel caos della vita. Cinquant’anni di carriera che lo hanno condotto da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose – esordio della sua carriera – all’esperienza nel mondo della moda, iniziata con Dolce & Gabbana e Marpessa. Poi il paesaggio, i bambini, la grande avventura con l’agenzia foto-giornalistica Magnum e infine i ritratti dei suoi amici, grandi maestri del mondo dell’arte e della cultura come Sciascia, Marquez, Montalban, Borges, solo per citarne alcuni. La mostra è stata prorogata fino al 16 febbraio, il consiglio è di non perderla, così come il catalogo Marsilio a cura di Alberto Bianda, Paola Bergna, Denis Curti. M.M.
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Photographer Ferdinando Scianna (b. 1943) shows what the soul of a picture-maker is like in a large retrospective exhibition at Casa dei Tre Oci. The exhibition shows the most important phases of his career: war, travel, religion, and the constant research of orderly shapes in the chaos of life. A fifty-year career that took Scianna from Bagheria (a district in the southern Italian city of Palermo) to the Bolivian Andes, to religious fetes, to his work for the fashion industry with Dolce & Gabbana and Marpessa. And then landscapes, children, his great adventure with photo-journalism agency Magnum, and lastly, the portraits of his friends, the great maestros of the world of art and culture such as Sciascia, Márquez, Montalbán, Borges, just to name a few. The exhibition will be open until February 16. «Ferdinando Scianna. Viaggio Racconto Memoria» Fino 16 febbraio Casa dei Tre Oci, Fondamenta delle Zitelle 43, Giudecca www.treoci.org
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L’uomo che faceva immagini
Il cinema diventa leggenda attraverso l’obiettivo di Kirkland Tutto ha inizio con uno scatto che diventa subito leggenda: 1961, Marilyn Monroe ricoperta solo da lenzuola bianche. Douglas Kirkland ha 24 anni. Sei mesi dopo l’icona di un’epoca scompare e il servizio fotografico entra a far parte della storia, consacrandone il suo autore. Nato a Toronto nel 1934, Kirkland inizia come assistente del leggendario Irving Penn, nel 1960 collabora con il magazine «Look» e poco dopo entra ufficialmente a far parte del team della rivista. Un anno dopo ha l’occasione di realizzare il servizio fotografico con Marilyn Monroe, per il venticinquesimo anniversario della testata. Da quel momento in poi il cinema diventa il suo focus, dettagli e emozioni sono catturati
dalla macchina fotografica di Kirkland sui set dei film più celebri, tra i quali: Fahrenheit 451 (1966), La contessa di Hong Kong (1967), Amanti (1968), I seicento di Balaklava (1968), Butch Cassidy (1969), New York, New York (1977), La scelta di Sophie (1982), La mia Africa (1985), Titanic (1997), Moulin Rouge! (2001), Io sono l'Amore (2009), Il Grande Gatsby (2013). Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Dominique Sanda, Sofia Loren, Peter O’Toole, Paul Newman, Jane Fonda, Meryl Streep, Robert De Niro, Jack Nicholson, Leonardo Di Caprio e Kate Winslet sono solo alcune delle celebrità che Kirkland mostra nella loro naturalezza, vulnerabilità e semplicità. Il Centro Culturale Candiani a
Mestre, in collaborazione con Photo Op, dal 15 febbraio al 19 aprile, presenta la mostra Douglas Kirkland. Freeze Frame, 60 anni dietro le quinte del Cinema, imperdibile omaggio a «uno dei più grandi registi del “fermo immagine” della nostra epoca» (Cristina Comencini). A cura di Marta Cannoni, Livia Corbò e Elisabetta Da Lio, la mostra presenta un’interessante sezione collaterale alla Casa del Cinema di San Stae a Venezia. M.M. «Freeze Frame, 60 anni dietro le quinte del Cinema» 15 febbraio-19 aprile Centro Culturale Candiani-Mestre - www.comune.venezia.it
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École di Venise Racconti di storie e di stili alla Fondazione Wilmotte La collaborazione tra Fondazione Wilmotte e il Circolo Fotografico La Gondola viene resa tangibile dal percorso di mostre che ogni anno, nel periodo invernale, vengono presentate negli spazi del Fondaco degli Angeli, sede della Fondazione a Cannaregio. L'Archivio Storico del Circolo Fotografico, che conserva più di 25.000 vintage del Dopoguerra italiano e non solo, è un giacimento ricchissimo per raccontare storie e atmosfere, stili e visioni. La Dolce Venezia è il titolo della nuova mostra in corso, un percorso fotografico che si propone di raccontare la città dagli anni ‘50 agli anni ‘70 attraverso immagini che restituiscono l’essenza della bellezza delle forme e delle archi-
tetture. È una dolce e calma città, percorsa da fuggevoli presenze, che resiste agli eventi storici e climatici che la affliggono periodicamente, eppure si mostra viva e abitata. Le immagini selezionate offrono anche una lettura critica sul “fare fotografia”, mettendo in luce gli elementi del linguaggio fotografico denominato “École di Venise” da Daniel Masclet, fotografo e critico francese, in occasione di una esposizione a Parigi nel 1955. Accostando autori noti e meno noti, la mostra rende manifesto come l’École di Venise non fosse l’espressione di una fotografia genericamente “liricorealista” (così definita da Alfredo Camisa), quanto una complicata fusione di generi e stili, nei
quali ciascun fotografo portava le proprie mediazioni con la realtà locale, spesso assumendo quanto di meglio gli altri proponevano, mantenendo tuttavia la propria assoluta individualità espressiva. La vera innovazione dell’École fu l’uso dei singoli elementi del linguaggio della fotografia collegato all’osservazione attenta della città, della Laguna, dei suoi abitanti, con un’ampiezza di temi e soluzioni assolutamente inedite. Vi era, in tutti, la ricerca del “sublime veneziano”. M.M. «La Dolce Venezia» Fino 20 aprile Fondazione Wilmotte, Cannaregio 3560 www.fondationwilmotte.fr
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The image maker
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Kirkland: film grows into legend
Storia e consapevolezza di una Città Venezia e l’Archivio Graziano Arici
It all began with a single picture in 1961: Marilyn Monroe lying in bed, clad in white linen. Douglas Kirkland was twenty-four at the time. Six months later, the icon of an era faced her death and the legendary photo-shoot found its place in history. Kirkland was born in Toronto in 1934 and began his career as an assistant to Irving Penn. In 1960, he worked for magazine Look, to become part of staff soon after. A year later, his Marilyn Monroe composition celebrated the Look’s twenty-fifth year. Ever since, cinema is what he focused on. At Centro Culturale Candiani, exhibition Douglas Kirkland. Freeze Frame, 60 anni dietro le quinte del Cinema (February 15 to April 19) is an homage to one of the greatest still image artists of our time.
The Venetian School
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Stories and styles at Fondazione Wilmotte Fondazione Wilmotte and La Gondola Photo Club cooperate regularly to produce photography exhibitions at Fondaco degli Angeli. The historical archive of the Club comprises over 25,000 pictures from the early post-WWII years, a treasure trove of stories, feelings, styles, and vision. La Dolce Venezia (Sweet Venice) is their current exhibition and a story of the city in the 1950s, 60s, and 70s. These images show the essence of beauty and a vision of Venice in a state of calm, resisting historical events, and yet living and a place people can call home. The exhibition is also a critical lecture on making photography: the Venetian School is a complex mix of genres and styles, mediated by local peculiarity.
Venezia, città implicita fra le città invisibili che Marco Polo di Calvino pensa di ‘perdere’ nella sua essenza solo a parlarne, per il suo carattere di unicità che da sempre si porta addosso, non la si può davvero obliare. È città a sé, con una storia alle spalle e una da costruire in futuro. Più di 140 tra fotografie, lastre e stereoscopie, stampe digitali e originali ottocenteschi di diversa provenienza, facenti parte del Fondo Arici (oltre un milione e mezzo di immagini, donato nel 2017 alla Fondazione Querini Stampalia), sono oggetto di una mostra a cura dello stesso fotografo Graziano Arici, con Cristina Celegon e Barbara Poli, per ripercorrere la storia della città di Venezia nelle sue trasformazioni socioculturali e artistiche, industriali e urbane, dall’annessione al Regno d’Italia nel 1860 a oggi. Dalle suggestive stampe all’albumina colorata a mano, di notte con la Piazza San Marco al chiaro di luna come nei dipinti di Caffi, e di giorno nei suoi bambini con i cappelli di paglia intenti a dar da mangiare ai piccioni, al Canal Grande in festa, si passa agli scorci cittadini nascosti e popolari come Corte dei Preti, ove la vita quotidiana è protagonista tra mi-
seria e sorrisi, vere da pozzo che ascoltano ciacole e silenzi, mentre il respiro dell’acqua solcata dal remo delle gondole fende l’argentea laguna. Documenti etnografici le carte de visite che immortalano i mestieri tipici ottocenteschi, pescatori e gondolieri, perlaie e merlettaie, impagliatori di sedie e acquaiole, fiorai e venditori di frutta e dolci: volti anonimi e pittoreschi consegnati alla posterità. Il Crollo del Campanile di San Marco del 1902 sembra una bianca montagna rocciosa emersa nel mezzo della Piazza per farsi scalare da soldati e curiosi. Le Sale delle biennali dei primi del Novecento paiono salotti frequentati dalla buona società assisa su comodi divanetti (ce ne fossero ancora!), mentre le rievocazioni delle Capanne premiate al Lido sono testimonianze preziose di usi e costumi. Campo San Polo è teatro di bianchi e profumati panni stesi al sole. Fra le istantanee di ambito politico e sociale, l’ignara irresponsabilità complice di sguardi ondivaghi di Hitler e Mussolini e l’inconsapevole, fiducioso entusiasmo battagliero di giovani partigiani a San Marco, e poi i comizi, le marce e le occupazioni studentesche. Il mondo della cultura e del jet set
vede una gioiosa Ingrid Bergman in terrazza, una sbarazzina Shirley MacLaine in taxi acqueo, l’eleganza immemore di Charlie Chaplin e Oona O’Neill innanzi alla Basilica, il biancore di una luce metafisica di una oziosa camminata al Lido di Pier Paolo Pasolini e Ettore Garofalo, il piglio deciso di Ezra Pound vicino alla morte, sotto lo sguardo composto dell’amante Olga Rudge al funerale di Igor Stravinskij. Fa riflettere in catalogo l’ironico titolo Semo tuti impiraresse? di Mario Isnenghi, per cui è vero che c’è una tendenza a celebrare la Venezia edulcorata e in cartolina, l’immagine folcloristica di impiraresse sempre allegre più che di operai dell’Arsenale o di Marghera, tacendo povertà, analfabetismo e disagi comuni, e piacerebbe davvero il poter divenire risolutivi più che drammatici nel giudicare risorse e problemi, auspicando come lui che “l’incedere protervo e trionfante” delle grandi Navi in porto fosse un memento vitae più che un memento mori… semplicemente da spostare più in là, a distanza di sicurezza. Ma il vero problema è, forse, definire, se ci sia, o se ci dovrebbe essere, anche un’etica della visione, e se debba essere asettica, o disgiunta da quella bellezza o meno che
vorremmo perpetrare. Il potere delle immagini è tale che spesso il godimento estetico prevale sul contenuto, annullando la rabbia: persino certi fumi delle fabbriche nel cielo possono diventare inspiegabilmente scie da contemplare, come mai? E fino a che, il bianco e nero poetico di una fotografia come Alta marea, che mostra un trasportatore di uomini e donne in piedi come fosse la cosa più naturale al mondo, su un carretto a mano che dovrebbe portare solo bagagli (incredibilmente, consuetudine… e siamo nel 1962!), susciterà più pietà che ripulsa, di contro all’innegabile orrore moderno di una volgarità abbronzata e sudata di corpi massicci e in costume, distesi come birilli allineati in Piazza San Marco, non andremo purtroppo meno lontano. C’è da mettersi le mani nei capelli, come Fanny Ardant, catturata da Arici in uno splendido ritratto pensante. Una delle possibili vie di fuga, sembra suggerirci il fotografo, rimane proprio la quiete silenziosa dell’Area Scarpa della Querini, luogo di pace, libri e cultura, di trasparenze e incanti inattesi, con le sue giovani studentesse sedute su gradini di pietra e abbandonate in lettura, il cellulare, per una volta, in modalità silenziosa. Luisa Turchi
«Venezia 1860-2019. Fotografie dall’Archivio Graziano Arici» Fino 1 marzo Fondazione Querini Stampalia, Santa Maria Formosa www.querinistampalia.org
:arte :galleries A PLUS A
LIV SCHULMAN An international subconscious awareness of capitalism FinoUntil 18 marzoMarch
ALMA ZEVI
JULIANA CERQUEIRA LEITE Convergence FinoUntil 7 marzoMarch
MARIGNANA ARTE
I DREAMED A DREAM – Chapter 1 Giuseppe Adamo, Stijn Ank, Mats Bergquist, Nancy Genn, Sophie Ko, Artur Lescher, Túlio Pinto, Anne Laure Sacriste, Antonio Scaccabarozzi, Verónica Vázquez FinoUntil 7 marzoMarch
Dopo il Pompidou e il Reina Sofia, i video dell’Argentina Liv Schulman arrivano a Venezia. Li presenta A PLUS A, nella prima personale in Italia dell’artista – An international subconscious awareness of capitalism; una “subconscia consapevolezza internazionale del capitalismo avanzato” creata dall’intreccio di post-colonialismo, economia, politica, e sessualità. I video, narrati in un mix di lingue diverse, partono dalle vite dei protagonisti presi nel mezzo della loro quotidianità. Guardandoli, dovremmo imparare una strategia di sopravvivenza. La critica rimane però verso l’effetto devastante che economie materiali e immateriali hanno su tutti noi, svelando il ruolo del linguaggio nel processo. Come in L’Obstruction (2017), in francese, dove il protagonista, circondato da una folla, presenta un discorso educativo che però diventa impossibile e fallimentare poiché non riesce a relazionarsi nemmeno con una persona. Bellissimo è Le Goubernement: sei episodi sulla storia e il lavoro di artiste lesbiche, queer e trans, vissute a Parigi tra il 1910 e il 1980, eliminate dalla narrativa mainstream del secolo. Solo ora queste stanno emergendo, soprattutto come artiste e non solo mogli, sorelle, muse di uomini più famosi, grazie al recente spotlight piazzato dal mondo dell’arte sulle narrative non etero/bianche./ After the Pompidou and the Reina Sofia, Liv Schulman’s videos arrive in Venice, presented at A PLUS A. Exhibition An International Subconscious Awareness of Capitalism has been jointly inspired by post-colonialism, economy, politics, and sexuality. The videos in the exhibition draw our attention to the lives of people going about their daily lives. By looking at them, we should be able to figure out a survival strategy. The critique embedded in the art lies in the devastating effect that material and non-material economies have on us, all the while revealing the role of language in this process. L’Obstruction (2017) sees the protagonist, surrounded by a crowd, delivering an educational speech that turns out to be impossible and ineffective, given how the orator fails to relate to anyone in the audience. Beautiful Le Goubernement is a collection of six episodes on the stories and work of lesbian, queer, and trans artists in Paris between the years 1910 and 1980. Irene Machetti
ALMA ZEVI, galleria veneziana a pochi passi da Palazzo Grassi, ha inaugurato Convergence, seconda personale dell’artista di origine brasiliana Juliana Cerqueira Leite. La mostra presenta Calcify, Contraction 2 e Contraction 3, tre delle sculture che costituirono la grandiosa esposizione dell’artista al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, tenutasi lo scorso anno. Proprio vicino a Napoli, a Pompei per l’esattezza, cominciava il viaggio di Cerqueira Leite attraverso la storia dei calchi pompeiani – figure in gesso rappresentanti i corpi ritrovati sotto le ceneri dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.. Questi, a causa dell’esposizione ad un forte calore, assunsero una posizione estremamente contratta, detta “pugilistica” che l’artista poi riscoprì, fortuitamente, in due altri campi disparati – la danza di Martha Graham e i manuali della NASA. Appassionata di danza, Cerqueira Leite subito riconobbe nello spasmo pompeiano la “contrazione”, pietra miliare della tecnica di Martha Graham. Sfogliando gli studi della NASA sul corpo in assenza di gravità, poi, la scultrice rivide la stessa peculiare postura prendere luogo. Decise così, partendo dal suo corpo come sempre fa, di dare nuova vita a questa posa, creando grandi sculture basate su un sottile equilibrio tra tensione e solidità, luce ed ombra, pieno e vuoto./ Art Gallery Alma Zevi recently produced Convergence, Brazilian artist Juliana Cerqueira Leite’s second personal exhibition. Calcify, Contraction 2, and Contraction 3 are the three sculptures that opened the artist’s exhibition at the National Archaeological Museum in Naples last year. And it was in Pompeii that Cerqueira Leite began her journey by studying the plaster calques of the bodies of people who found their demise in the volcano eruption of the year 79 BC. At the moment of the eruption, the unfortunate victims were forced by heat and debris into a position known as ‘boxer’, similar to what the artist found in Martha Graham’s choreography and in NASA flight manuals. Cerqueira Leite worked on this position to create her series of sculptures. Irene Machetti
I dreamed a dream è concepita come il contenuto di un determinato sogno mai rivelato: l'evanescenza di ogni singola opera, rintracciabile anche tra gli elementi scultorei che rimandano alla matericità del reale, sembra sussurrare racconti di sogni i quali insieme costituiscono un unico coro sognante. Túlio Pinto crea un dialogo riflessivo tra il materiale, lo spazio e lo spettatore. Le trame vibratili dense di narrazioni intime di Verónica Vázquez tendono al raggiungimento della ricerca dell’armonia spaziale. Sophie Ko con le sue Geografie temporali intende mettere in scena il rapporto che intercorre tra il concetto di tempo e le relative immagini. Anne Laure Sacriste crea un repertorio immaginifico che si dipana tra natura e sogno. Stijn Ank ci offre una approfondita ricerca visiva sulla relazione tra materia e vuoto. Mats Bergquist genera un mondo concavo fatto di silenzio tattile e lieve austerità. Giuseppe Adamo pensa al linguaggio pittorico muovendosi in una terra di confine tra figurazione e astrazione. Attraverso le sue opere, concepite come vere e proprie strutture narrative, Artur Lescher fa costante riferimento a elementi naturali che rivelano allusioni nascoste. Di matrice spirituale, le opere di Nancy Genn sono sempre incentrate sul concetto di natura e di rapporto intimo con il paesaggio. Antonio Scaccabarozzi, con le sue quantità di colore non misurate stese su superfici di diversa natura, propone mondi colorati fatti di leggerezza, trasparenza e versatilità./ I dreamed a dream is designed as the content of a certain dream. The evanescence of each individual work, present even among the sculptural elements alluding to the materiality of reality, seems to murmur tales of dreams that together form a single dreaming chorus. Tulio Pinto creates a reflexive dialogue between the material, space, and the beholder. The vibratile webs laden with intimate narratives of Verónica Vázquez dominates, strive to achieve the quest for spatial harmony. Sophie Ko with her Temporal Geographies intends to display the relation between the concept of time and its relative images. Anne Laure Sacriste creates an imaginary repertory extended between Nature and Dream. Stijn Ank offers us an in-depth visual investigation on the relationship between matter and void. Mats Bergquist generates a concave world made of tactile silence and light austerity. Giuseppe Adamo thinks of the pictorial language working in a borderline land between figuration and abstraction. Through his works, conceived as authentic narrative structures, Artur Lescher constantly refers to natural elements that disclose hidden allusions. With their spiritual source the works of the Californian artist Nancy Genn are always focused on the concept of Nature and an intimate relationship with the landscape. Antonio Scaccabarozzi, with his boundless quantities of colour spread over surfaces of various natures, proposes coloured worlds made of lightness, transparency, and versatility.
A plus A Gallery Calle Malipiero, San Marco 3073 aplusa.it
Alma Zevi Salizzada San Samuele, San Marco 3357 www.almazevi.com
Marignana Arte Rio Terà dei Catecumeni, Dorsoduro 141 www.marignanaarte.it
:arte 43
MARINA BASTIANELLO GALLERY
RENOVATION 1 febbraioFebruary–21 marzoMarch
GALLERIA D’ARTE ARKÉ
LUCIANA CICOGNA Lune Alchemiche
SPAZIO SILVIO PASQUALINI
ETERNO. CARO LEO... FinoUntil 31 marzoMarch
1-29 febbraioFebraury
Nuovo corso per la galleria massimodeluca che diventa marina bastianello gallery. Questa inevitabile e dovuta evoluzione di uno spazio per l’arte molto caratterizzato dalla personalità visionaria e ottimista di Marina Bastianello, da molti anni alla guida della galleria e da sempre direttrice artistica di prima linea, decisa fino dall’inizio a sostenere l’arte giovane e a guardare verso un contemporaneo di ricerca, viene sancito da una mostra collettiva dal titolo emblematico Renovation. L’occasione ha spinto Marina Bastianello a invitare con una lettera aperta tutti gli artisti della sua scuderia e a proporre loro di celebrare il nuovo percorso della galleria con un’opera che possa rappresentare questo passaggio. «Da 2012 la galleria si è evoluta, siamo cresciuti, un anno fa ci siamo trasferiti in un nuovo spazio. I tempi sono ormai maturi per un cambio di nome, che corrisponde a un rinnovato impegno nel progetto. Con il nuovo anno è nata quindi marina bastianello gallery, che eredita il lavoro realizzato dalla galleria massimodeluca e ne porterà avanti la ricerca con nuova forza e nuovo entusiasmo. Celebriamo questo passaggio con la mostra Renovation, per la quale abbiamo chiesto agli artisti un’opera che racconti il tema del cambiamento, della novità». Un open call accolta con entusiasmo da Matteo Attruia, Agostino Bergamaschi, Paolo Brambilla, Orianne Castel, Nemanja Cvijanović, Nicola Facchini, Graziano Folata, Antonio Guiotto, Lalla Lussu, Margherita Mezzetti, Penzo+Fiore, Giusy Pirrotta, Barbara Prenka, Paolo Pretolani, Giovanni Sartori Braido, Regina Magdalena Sebald, VOID, Maria Giovanna Zanella./ A new beginning for massimodeluca gallery, now to be known as bastianello gallery. This inevitable and due evolution of a space for art, a display for the optimist, visionary personality of Marina Bastianello, is sanctioned by a collective exhibition aptly titled Renovation. For the occasion, Marina Bastianello sent an open letter to all the artists she represents to involve them in the celebration of the gallery’s new season by providing a piece of art that may best represent this moment of passage. The time is ripe for a name change, which is also a moment for stronger commitment to this project. With the new year, marina bastianello gallery was born. Bastianello’s open call has been answered by artists Matteo Attruia, Agostino Bergamaschi, Paolo Brambilla, and others. Marina Bastianello Gallery M9 District, via Pascoli 9C, Mestre www.marinabastianellogallery.com
Le Lune Alchemiche di Luciana Cicogna sono opere che indagano il tema di un tempo immobile, sospeso tra il sogno e la realtà. Queste Lune si presentano in sequenza, come una libera suite di frammenti evocativi che formano un’architettura del pensiero: sospese, perché illusorie, ma nello stesso tempo presenti con la loro gravità metafisica. Una gravità che però si stempera dentro alla fascinazione di quelle nuove lune ondeggianti nello spazio, agili e duttili, in una sorta di installazione aerea che rimanda ai Mobiles di Calder. Queste ‘invenzioni’ tridimensionali si muovono al ritmo di un tremolio spontaneo, scosse dal vento o cullate da un mare sereno, come fragili gondole poetiche. L’artista porta avanti, in questi nuovi lavori, il suo percorso di ricerca tra il colore e la materia, per la conferma di una sapiente alchimia perseguita fin dagli esordi della sua vicenda pittorica. Luciana Cicogna lavora con la sapienza del mestiere e persiste nell’enunciazione di un suo personale viatico figurativo nel quale la visione si protende in un controcampo prospettico di rara sapienza cromatica./ Luciana Cicogna’s Lune Alchemiche (Alchemic Moons) represent time as a static entity between dream and reality. These moons show up in sequence, like a suite of evocative fragments that define an architecture for thought. Illusory as they are, their metaphysical presence indeed shows its powerful gravitational pull. Agile, plastic, they are installed in similar fashion to Calder’s Mobiles. These three-dimensional inventions move about in spontaneous trembling, shaken by the wind or rocked by placid sea. Cicogna uses these works to reflect on colour and material. Galleria d’arte Arké San Samuele, San Marco 3211 www.artearke.it
Una collettiva liberamente ispirata al cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci che pone in dialogo opere inedite di Roger Ballen (New York, 1950), Rosario Galatioto (Cordes sur Ciel, 1969), Simon Gaon (New York, 1943), Silvio Pasqualini (Morro d’Alba, 1956) e Isao Tomoda (Tokyo, 1943). La mostra, a cura di Annarita Rossi, riflette sulla figura enigmatica della Monna Lisa e sulle implicazioni prettamente umanistiche e imperiture del lascito del grande artista rinascimentale. Dal confronto fra l’opera di Simon Gaon, considerato l’ultimo maestro espressionista, e la Monna Lisa di Isao Tomoda, impressionista, nasce la sensazione di venire trasportati in un tratto di storia, in un passaggio nodale, tale da trovarsi di fronte a una visione di potente bellezza. Accade poi nella realtà mutata di Roger Ballen, che la Gioconda diviene psiche: gli occhi di questa Monna Lisa rappresentano un vero e proprio baratro, pericolosamente vicino. Quegli occhi che parallelismi inconsci uniscono alla stessa visione del ciclo pittorico di Silvio Pasqualini, dove occhi intensi sono interpretati come segni inscritti nella storia dell’umanità. Paesaggi resi in stratificazioni profonde, liberi da ogni raffigurazione umana, nelle due opere di Rosario Galatioto. Nella sua interpretazione, Monna Lisa è incorporea, ma ne appare infine lo sguardo, immenso, sciolto da confini rappresentativi. Nell’opera di Galatioto, lo sguardo liberato dall’emblema del mistero è reso in assoluta dolcezza./ A collective exhibition to commemorate the 500 years since the death of Leonardo da Vinci that includes art by Roger Ballen (New York, 1950), Rosario Galatioto (Cordes-sur-Ciel, 1969), Simon Gaon (New York, 1943), Silvio Pasqualini (Morro d’Alba, 1956), and Isao Tomoda (Tokyo, 1943). The exhibition, curated by Annarita Rossi, is a reflection of the enigmatic figure of Mona Lisa and its long-lasting effect in humanistic culture. By comparing art by Simon Gaon, considered the last Expressionist maestro, and Impressionist Isao Tomoda’s Mona Lisa, we feel we are transported into history, into a crucial passage and a vision of powerful beauty. In Roger Ballen’s mutated reality, Mona Lisa becomes psyche: her eyes are a crevice we stand dangerously close to. Unwitting parallels show up in Silvio Pasqualini’s cycle, where eyes bear the signs of mankind’s history. Layer after layer of landscape, free from any human representation, are depicted in Rosario Galatioto’s works. In these works, gentleness takes the places of mystery in what we see. Spazio Silvio Pasqualini Rio Cà Foscari, Dorsoduro 3248/B
:arte
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:mostreincittàA/Z
20th CENTURY
L’ANGELO DEGLI ARTISTI L’Arte del Novecento e il ristorante All’Angelo a Venezia
FinoUntil 1 marzoMarch Fondazione Querini Stampalia Campo Santa Maria Formosa www.querinistampalia.org COLLECTIVE
BREATHLESS / SENZA RESPIRO London Art Now / Arte Contemporanea a Londra FinoUntil 1 marzoMarch Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna Santa Croce 2076 capesaro.visitmuve.it SOLO SHOW
JULIANA CERQUEIRA LEITE Convergence
FinoUntil 7 marzoMarch Alma Zevi Venice Salizzada San Samuele, San Marco 3357 www.almazevi.com SOLO SHOW | opening
LUCIANA CICOGNA Lune Alchemiche 1-29 febbraio Febraury Galleria d’arte Arké San Samuele, San Marco 3211 www.artearke.it
COLLECTIVE
ETERNO. CARO LEO... FinoUntil 31 marzoMarch Spazio Silvio Pasqualini Rio Cà Foscari, Dorsoduro 3248 /B SOLO SHOW
EZIO GRIBAUDO Itinerari: New York – Venezia – Torino FinoUntil 26 aprile April Palazzo Contarini del Bovolo San Marco 4303 www.eziogribaudo.com
THE COLLECTION OF MR X, the man who lived 500 years Gabriela Albergaria, Kiluanji Kia Henda, Nicolás Robbio, João Vilhena FinoUntil 8 febbraio February Galleria Alberta Pane Dorsoduro 2403/H albertapane.com CONTEMPORARY | opening
103ma COLLETTIVA GIOVANI ARTISTI
2 febbraio February -8 marzoMarch Fondazione Bevilacqua La Masa Galleria di Piazza San Marco www.bevilacqualamasa.it CONTEMPORARY | opening
ANTHONY CORNER Lamentation, Flux and an Empty Bladder 22 febbraio February -26 aprile April SPARC* - Spazio Arte Contemporanea Campo Santo Stefano, San Marco 2828A www.veniceartfactory.org CONTEMPORARY
DK Zattere '19-'20 FinoUntil 29 febbraio February V-A-C Zattere, Dorsoduro 1401 www.v-a-c.ru PHOTOGRAPHY
LA DOLCE VENEZIA
FinoUntil 20 aprile April Fondazione Wilmotte Fondaco degli Angeli Cannaregio 3560 www.fondationwilmotte.fr GALLERY
I DREAMED A DREAM Chapter 1 Túlio Pinto, Verónica Vázquez, Sophie Ko, Anne Laure Sacriste, Stijn Ank, Mats Bergquist, Giuseppe Adamo, Artur Lescher, Nancy Genn, Antonio Scaccabarozzi
FinoUntil 7 marzoMarch Marignana Arte Rio Terà dei Catecumeni, Dorsoduro 141 www.marignanaarte.it
CONTEMPORARY
LIV SCHULMAN An international subconscious awareness of capitalism
GLASS
PHOTOGRAPHY
LIVIO SEGUSO In principio era la goccia
FinoUntil 18 marzoMarch A plus A Gallery Calle Malipiero, San Marco 3073 aplusa.it
FinoUntil 12 aprile April Museo del Vetro Fondamenta Giustinian 8, Murano museovetro.visitmuve.it
PHOTOGRAPHY
20th CENTURY
FERDINANDO SCIANNA Viaggio Racconto Memoria
FinoUntil 16 febbraio February Casa dei Tre Oci Fondamenta delle Zitelle 43, Giudecca www.treoci.org
VENEZIA 1860-2019 Fotografie dall'Archivio Graziano Arici
FinoUntil 1 marzoMarch Fondazione Querini Stampalia Campo Santa Maria Formosa Castello 5252 www.querinistampalia.org GLASS | opening
SGUARDI SU VENEZIA
VETRO E DISEGNO
FinoUntil 31 marzoMarch Fondazione di Venezia Rio Novo, Dorsoduro 3488 /U www.fondazionedivenezia.org
2 febbraio February -10 maggioMay InGalleria / Punta Conterie Art Gallery Fondamenta Giustinian 1, Murano puntaconterie.com
EXTRAORDINARY
DOMUS GRIMANI 1594 – 2019
FinoUntil 30 maggioMay 2021 Palazzo Grimani Ramo Grimani, Castello 4858 www.palazzogrimani.org DIALOGUE | opening
OSPITI IN GALLERIA / INTERSEZIONI Sacra Famiglia con Santa Caterina d’Alessandria di Lorenzo Lotto 31 gennaio January -17 maggioMay Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro, Cannaregio 3932 www.polomusealeveneto.beniculturali.it PHOTOGRAPHY | opening
GALLERY
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DOUGLAS KIRKLAND Freeze Frame, 60 anni dietro le quinte del Cinema 15 febbraio February -19 aprile April Centro Culturale Candiani-Mestre www.comune.venezia.it PHOTOGRAPHY | opening
JACQUES HENRI LARTIGUE L’invenzione della felicità 29 febbraio February -12 giugno June Casa dei Tre Oci Fondamenta delle Zitelle 43, Giudecca www.treoci.org EXPERIENCE
LUNAR CITY
FinoUntil 3 maggioMay M9-Museo del Novecento Venezia-Mestre www.m9museum.it EXTRAORDINARY | opening
SGUARDI SU
VENEZIA
dalla Collezione della Fondazione di Venezia
“Andare in giro per calli e campi, senza un itinerario stabilito, è forse il più bel piacere che a Venezia uno possa prendersi. Beati i poveri in topografia, beati quelli che non sanno quel che fanno, ossia dove vanno, perché a loro è serbato il regno di tutte le sorprese...”. Diego Valeri, Guida sentimentale di Venezia, 1942
MIGRATING OBJECTS Arte dall’Africa, dall’Oceania e dalle Americhe nella Collezione Peggy Guggenheim
Fondazione di Venezia, Rio Novo – Dorsoduro 3488/U, Venezia
15 febbraio February -14giugno June Collezione Peggy Guggenheim Dorsoduro 701 www.guggenheim-venice.it
10 gennaio – 28 marzo 2020 ___ORARI _________________________ Da lunedì al venerdì 9.00 - 18.00 Sabato 9.00 -11.30 Chiuso domenica
20th CENTURY
IL NOVECENTO A PALAZZO FRANCHETTI FinoUntil 16 febbraio February Palazzo Franchetti Campo Santo Stefano, San Marco 2847 www.acppalazzofranchetti.com CONTEMPORARY | opening
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RENOVATION
Ingresso Libero
1 febbraio February -21 marzoMarch Marina Bastianello Gallery, Distretto M9 Via pascoli 9c-mestre www.massimodeluca.it XVII CENTURY
DA TIZIANO A RUBENS Capolavori da Anversa e da altre collezioni fiamminghe
FinoUntil 1 marzoMarch Palazzo Ducale, Appartamento del Doge palazzoducale.visitmuve.it
Una mostra di
Angelo Maria Crepet, Il canale, 1938 c., Olio su compensato Angelo Brombo, Rigattiera a S. Caterina, 1925 c., Olio su compensato Cosimo Privato, Pescheria, 1940 c., Olio su cartone
_____________________ Per informazioni: a.gini@fondazionedivenezia.org 041.2201233
:arte :notonlyvenice
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Universi immortali
Un museo fuori di sé
A Villa Reale, un viaggio nel Giappone di ieri e di oggi
Il Novecento tra territorio, cultura e arte
A Villa Reale a Monza, dal 30 gennaio al 2 giugno, Giappone. Terra di Geisha e Samurai, mostra a cura di Francesco Morena, organizzata da ARTIKA con il patrocinio del Comune di Monza, offre al pubblico un immaginifico viaggio nella cultura e nelle arti giapponesi attraverso un’attenta selezione di opere databili tra il XIV e il XX secolo provenienti dalla Collezione di Valter Guarnieri, trevigiano, appassionato di arte orientale tanto da costruirne una vera e propria collezione, e dalla raccolta di Lydia Manavello, anche lei trevigiana, grande conoscitrice di tessuti asiatici. Il percorso espositivo si sviluppa secondo isole tematiche, con una parte centrale dedicata a “Samurai” e “Geisha”. I primi, la classe militare che ha dominato il Paese del sol levante dal XII alla metà del XIX secolo, hanno imposto l’autorità politica, ma al contempo elaborato una cultura molto raffinata e alta, la cui eco si avverte ancora oggi in molti ambiti. La Geisha, beltà femminile dal volto ovale cosparso di cipria bianca, in abiti elegantissimi e dai modi cadenzati, ha rappresentato per il Giappone un topos culturale altrettanto radicato: dalle dame di corte del periodo Heian (794–1185), da cui prende il nome la capitale del tempo, Heian-Kyo attuale Kyōto, alle cortigiane, vissute tra il XVII e il XIX secolo, immortalate dal pittore Kitagawa
Un museo del paesaggio al centro di un territorio metafisico, recuperato attraverso le ingenti opere di bonifica, in un piccolo comune del Veneto Orientale, Torre di Mosto, a poco più di 30 minuti di auto da Venezia. Il paesaggio della Bonifica è uno dei grandi paesaggi novecenteschi italiani, frutto di un intervento iniziato a partire dal 1880, decollato a partire dai primi anni del ‘900 e conclusosi sostanzialmente alla metà del secolo scorso; questo intervento ha cambiato radicalmente l’aspetto ambientale e paesaggistico di oltre 5 milioni di ettari dell’Italia. All’interno di questo spazio gigantesco spiccano circa 600.000 ettari di terra totalmente ‘nuova’, concentrata prevalentemente tra Veneto ed Emilia Romagna, fatta emergere dalle acque delle paludi litoranee dopo il loro prosciugamento. Circa 100.000 ettari di questo intervento nazionale sono concentrati nel territorio del Veneto Orientale, all’interno del quale vi è il comune di Torre di Mosto, dove si trova il Museo. Un paesaggio nuovo, quasi totalmente artificiale, segnato sin dal momento del suo apparire, da una serie di infrastrutture di terra e acqua e di edifici particolarissimi – canali, arginature, strade poderali, ponti girevoli, conche di navigazione, idrovore – che ne hanno permesso e ne garantiscono ancora oggi la stabile emersione e vita civile. All’interno di queste geometrie si distribuisce ordinatamente un’architettura ricca di episodi ‘minori’ che individuano un tessuto rurale di case contadine e mezzadrili, di aziende agricole e ville di grandi proprietari agrari perfettamente inserite nel contesto paesaggistico. Ormai abituati alle città diffuse, in cui le costruzioni segnano i territori ininterrottamente, senza cesure spaziali che impediscono di leggere la geografia stessa, trovarsi al
Utamaro (1753–1806). La mostra affronta poi il tema delle divinità e dell’influenza del Buddismo nella sua variante Zen, testimoniato da una serie di dipinti a forma di rotolo verticale raffiguranti Daruma, fondatore del Buddismo Zen. Di particolare interesse anche la vicinanza tra arte e cultura che si ritrova nella ‘quotidianità’ del popolo nipponico: il teatro Kabuki, l’utilizzo del kimono e degli accessori legati al consumo del tabacco. Una sezione è dedicata anche al rapporto tra il Giappone e la natura, che nella dottrina filosofica dello Shintoismo è espressione della divinità. Nel 1853, dopo due secoli di isolamento, con la riapertura dei porti commerciali di Shimoda e Hakodate, il Giappone iniziò il suo lento processo di modernizzazione che abbracciò arte, politica, società, spaziando dall’abbigliamento alla decorazione di interni, sino alla filosofia, portando così molti artisti ad adottare tecniche e stili stranieri e molti artigiani a produrre opere destinate ad acquirenti forestieri affascinati da quel Paese misterioso. A conclusione di questo imperdibile viaggio, l’ultima sala è un omaggio all’arte della scrittura giapponese resa attraverso grandi paraventi ornati di potenti calligrafie. Daniela Paties Montagner «Giappone. Terra di Geisha e Samurai» 30 gennaio-2 giugno Villa Reale-Monza www.villarealedimonza.it
Brian Eno con Michael Brook
centro di questo territorio è come essere catapultati in un atmosfera sospesa e infinita, dove il tempo e lo spazio non sembrano avere più valore determinato ma solo indeterminato. Il visitatore del Museo, per arrivare, si muove all’interno di un paesaggio di terra, acqua e cielo, reale per tanti aspetti sconosciuto e poco frequentato, un lacerto ancora vivo e in movimento di campagna felice. In questo microcosmo, l’edificio del Museo del Paesaggio, ex scuola elementare della località di Boccafossa di Torre di Mosto, ristrutturata a scopi museali, è programmaticamente voluta. Il Museo “fuori di sé” è impegnato a promuovere la conservazione e la valorizzazione culturale e turistica del paesaggio di Bonifica in un’accezione ampia. La programmazione viene infatti sviluppata attraverso progetti espositivi temporanei e non musealizzando una collezione, offrendo in questo modo un approccio sempre diverso su un vasto panorama di cultura e linguaggi. Questa precisa direzione emerge prepotentemente proprio nella qualità delle indagini che il Museo offre nel contesto dell’arte contemporanea. La mostra in corso ne è il perfetto esempio: La Galleria del Cavallino. Vetrina e Officina. 1966 – 2003, a cura di Stefano Cecchetto, racconta la stagione successiva alla gloriosa
epoca del suo fondatore Carlo Cardazzo, andando a ricostruire il fermento culturale che l’azione dei figli Paolo e Gabriella produssero a Venezia nel terzo quarto del Novecento fino al nuovo Millennio. La Galleria del Cavallino si pone come fulcro di una ricognizione che esplora il panorama culturale nazionale e internazionale attraverso artisti che poi connoteranno la scena del contemporaneo. La loro idea è stata quella di creare un autentico laboratorio sperimentale che promuovesse l’incontro di nuove comunità di artisti e di nuovi linguaggi, mettendo in moto processi rivoluzionari. Oltre ai grandi nomi ereditati dal padre: Campigli, Saetti, Tancredi, Morandis, Bacci, Deluigi e numerosi altri, sfilano in galleria artisti come Brian Eno, Marina Abramovic, Andy Warhol, David Hockney, Jim Dine, Ed Ruscha, Patrick Procktor, Joe Tilson e Giovanni Soccol, Paolo Patelli, Romano Perusini, Guido Sartorelli, Paolo Scheggi, Claudio Ambrosini, Michele Sambin, Pier Paolo Fassetta, Luciano Celli, Luigi Viola, Mauro Sambo, Maurizio Cosua e numerosi altri artisti, poi identificati come gli “Artisti del Cavallino”. Ci vediamo al Museo e in mostra! M.M. «La Galleria del Cavallino. Vetrina e Officina. 1966–2003» Fino 23 febbraio Museo del Paesaggio, Boccafossa di Torre di Mosto museodelpaesaggio.ve.it
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La nuda verità
Autoritratti di storie
Lui, Lei, l’Arte
Bacon, Freud e gli altri: Londra, l’uomo, la modernità
L’universo di Liu Ye alla Fondazione Prada
Una retrospettiva in prima persona
Potrebbe sembrare la classica mostra da vedere perché di tendenza e di facile approccio e forse in parte lo è per la sua immediatezza figurativa, tuttavia a ben guardare Bacon, Freud, La Scuola di Londra al Chiostro del Bramante a Roma è da vedere perché assolutamente profonda e incredibilmente umana, colpisce il visitatore come un gancio sinistro, diretto allo stomaco primo che agli occhi, perché rappresenta noi, la nostra fragilità, i nostri conflitti esistenziali. Grida dalle pareti Lucian Freud: «La nuda verità è un’espressione che mi è sempre piaciuta». Ed è proprio di questo si tratta, non vi sono filtri tra l’artista, il soggetto ritratto e il pubblico. In mostra sei artisti – Francis Bacon (1909–1992) nasce e
cresce in Irlanda e arriva in Inghilterra quindicenne, Lucian Freud (1922–2011) scappa dalla Germania per sfuggire al nazismo, lo stesso succede pochi anni dopo a Frank Auerbach; Michael Andrews, norvegese, incontra Freud suo professore alla scuola d’arte; Leon Kossoff nasce a Londra da genitori ebrei russi; Paula Rego lascia il Portogallo per studiare pittura nelle scuole inglesi – con le loro opere dal 1945 al 2004, che raccontano la vita in maniera diretta e sconvolgente, indagando la natura umana fatta di fragilità, energia, opposti, eccessi, evasioni, verità. La guerra e il dopoguerra, l’immigrazione, le tensioni, le miserie e insieme il desiderio di cambiamento, di ricerca e introspezione, la donna, la cultura e il
riscatto sociale sono i fattori che definiscono il mondo che questo gruppo ristretto di artisti chiamati “School of London” – perché hanno trovato in Londra la loro città, il luogo dove studiare, lavorare, vivere – abita, esistenze segnate in cui il protagonista assoluto è l’uomo e il suo corpo, che diventa ispirazione, soggetto, strumento, ossessione. Mariachiara Marzari «Bacon, Freud, La Scuola di Londra» Fino 23 febbraio Chiostro del Bramante-Roma www.chiostrodelbramante.it
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L’esperienza della luce George de La Tour, ovvero il fascino inesauribile dell’arte Un profondo contrasto tra i temi “diurni”, crudamente realistici, che mostrano un’esistenza senza filtri, con volti segnati dalla povertà e dall’inesorabile trascorrere del tempo, e i temi “notturni” con splendide figure illuminate dalla luce di una candela, modelli assorti, silenziosi, commoventi. La pittura di Georges de La Tour, uno dei più celebri artisti del Seicento, è assolutamente unica e personalissima, rimane impressa per stile e linguaggio, tuttavia fu dimenticata o ignorata per più di due secoli, e solo nel 1915 Herman Voss, un grande studioso tedesco, scrisse un articolo per attribuirgli due dipinti. Una storia che ha dell’incredibile, soprattutto se ci si ritrova davanti alle figure straor-
dinarie, potenti e liriche, di santi e mendicanti, alle scene di gioco e di rissa, alla raffigurazione sofisticata della notte, soggetti usuali di de La Tour e degli altri “pittori della realtà” come Paulus Bor, Jan Lievens, Trophime Bigot, Frans Hals, Jan van Bijlert, Gerrit Van Honthorst, Adam de Coster, Carlo Saraceni e altri, con cui la mostra lo confronta. Georges de La Tour. L’Europa della luce è dunque un’occasione imperdibile per riflettere sulla pittura dal naturale e sulle sperimentazioni luministiche, per affrontare i profondi interrogativi che ancora avvolgono l’opera di questo misterioso artista, le cui opere, circa 40 quelle certamente attribuite, di cui 15 sono ora in mostra, non sono presenti in nessun museo o colle-
zione in Italia. Considerato tra i più grandi caravaggisti stranieri, ha punti di contatto superficiali con il Caravaggio – impostazione popolaresca, pseudo-realistica, chiaroscuro – , essendo invece più vicino al caravaggismo filtrato nell’arte di Jacopo Bassano e di Carlo Saraceni. Accuratezza di disegno, padronanza tecnica, delicatezza degli atteggiamenti richiamano lo stile di Guido Reni, mentre la maniera pittorica denuncia il contatto con i caravaggisti olandesi e con la pittura francese. M.M. «Georges de La Tour. L’Europa della luce» 7 febbraio-7 giugno Palazzo Reale-Milano www.palazzorealemilano.it
Le pareti di cemento e l’architettura industriale di Fondazione Prada a Milano si offrono ai dipinti di Liu Ye come pagine vuote da riempire di storie, una sequenza narrativa in enigmatico contrasto con gli ampi spazi espositivi. È Storytelling, la mostra personale di Liu Ye, inagurata il 30 gennaio alla Fondazione Prada e curata Udo Kittelmann. «Ogni opera è un mio autoritratto» afferma l’artista cinese classe 1964, che mette in mostra un universo pittorico personalissimo, dove si combinano fonti ed elementi diversi e dove si possono identificare diverse forze creative: memoria, osservazione, immaginazione e formazione artistica. Le sue opere sono pervase da una sorta di ambiguità sospesa tra due mondi: realtà e invenzione. L’universo pittorico di Liu Ye è al contempo accessibile e impenetrabile, una realtà soggettiva. La sua arte è un mezzo per investigare e scoprire se stesso, in un contesto fondato sullo scambio reciproco tra produzione artistica e vita quotidiana. L’immaginario intimo e sensuale dell’artista trova le sue molteplici fonti di ispirazione nella letteratura, nella storia dell’arte e nella cultura popolare del mondo occidentale e orientale, dando vita ad atmosfere che evocano introspezione, purezza e sospensione. Nella sua pratica, infatti, coesistono racconto fiabesco e ironia, percorsi da una vena parodistica. M.M.
«Liu Ye. Storytelling» Fino 28 settembre Fondazione Prada, Milano www.fondazioneprada.org
A Treviso, nelle sale del Museo Bailo e nel bellissimo spazio di Casa Robegan, si snoda la prima retrospettiva dedicata a Mariapia Fanna Roncoroni (Milano, 1925– Villorba, 2018), artista milanese di nascita, trevigiana di adozione, ma decisamente cosmopolita per vissuto, ispirazione e creatività. Organizzata dai Musei Civici di Treviso in collaborazione con l’Archivio Mariapia Fanna Roncoroni e curata da Myriam Zerbi e Sabina Vianello, con l’allestimento di Mara Zanette, la mostra presenta oltre duecento opere tra disegni, installazioni, sculture che raccontano il percorso artistico di Fanna Roncoroni, fondatrice insieme ad altri colleghi nel 1978 del centro culturale Verifica 8+1, punto di riferimento internazionale dell’Arte Strutturalista per un trentennio, e tra i principali esponenti di Mail Art. A partire dagli esordi figurativi – disegni a carboncino e sanguigna, illustrazioni e scabre teste ritratte in terracotta e bronzo – il percorso espositivo giunge all'Arte Concettuale, in cui orizzontale e verticale si incontrano nel segno-simbolo LUILEI, binomio grafico nero (LUI) e magenta (LEI) che, divenuto trama grafico-simbolica, invade lo spazio di quaderni, di ambienti, di messaggi sospesi. L’impressione è che sia l’artista stessa a raccontare le sue opere, come sottolinea efficacemente anche il titolo della mostra: Artista, chi sei? Livia Sartori di Borgoricco «Mariapia Fanna Roncoroni. Artista, chi sei?» Fino 8 marzo Museo Luigi Bailo e Casa Robegan Treviso - www.museicivicitreviso.it
rock, jazz, world... rock, jazz, world...
:musica
Tradizioni d’avanguardia Avant-garde tradition
Xylouris White
Voci che vengono da lontano e strumenti
antichi si fondano nella terza edizione di Etnoborder, la rassegna firmata da Veneto Jazz che mette in scena la musica etnica contemporanea, chiamando all'appello alcuni fra i più raffinati interpreti del panorama internazionale e abitando alcuni fra i luoghi più belli di Venezia, come le Sale Apollinee del Teatro La Fenice, il T Fondaco dei Tedeschi e Palazzo Grimani. La bellezza della contaminazione, geografica e temporale, anima una rassegna nata per esplorare nuove sonorità spesso interpretate da
di Giuseppe Mormile direttore artistico Etnoborder/Veneto Jazz antichi strumenti e da musicisti che da secolari tradizioni generano una musica nuova e suggestiva, senza confini, eppure così radicata. Il suonatore di zarb Kevin Seddiki con la commovente voce di Maria Simoglou che si addentra nella musica tradizionale greca e rumena; l'inedito avant-folk del liutista cretese George Xylouris con l'australiano batterista Jim White; i ritmi della cobza suonata dalla moldava Violeta Grecu; le sonorità africane del percussionista e pilistrumentista Dudù Kouaté: la Cuba contemporanea della cantante e chitarrista Sorah Rionda, sono tutte proposte di confine, destinate ad accompagnare il pubblico in orizzonti lontani. Il primo appuntamento, in programma sabato 1 febbraio, vede in scena alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice il trio Kymata con la cantante Maria Simoglou, nata a Salonicco ma di residenza marsigliese, già accanto ad artisti di valore come Ross Daly, Stélios Pétrakis, Efren Lopez e Bijan Chemirani; il chitarrista Kevin Seddiki, anche raffinato suonatore di zarb, le percussioni iraniane, che vanta
collaborazioni con il chitarrista Al Di Meola, il bandoneonista argentino Dino Saluzzi, il percussionista iraniano Bijan Chemirani, il violinista italiano Paolo Pandolfo; e la violinista francese Sarah Dayan. Il trio esplora musica tradizionale greca e rumena e propone composizioni originali, prendendo in prestito anche dal jazz e dalla musica classica, sempre alla ricerca di unità e qualità del suono. Il loro primo disco in trio Kymata è stato pubblicato con Buda Music nel gennaio 2018. Il T Fondaco dei Tedeschi ospita il 6 febbraio Xylouris White, il pirotecnico duo composto dal liutista cretese George Xylouris (figlio del leggendario cantante e suonatore di lira Psarandonis) e dall'australiano Jim White, batterista dei Dirty Three e collaboratore di Cat Power, Bill Callahan, Pj Harvey, Bonnie Prince Billy, Daniel Blumberg. L'unione di questi due talenti genera un avant-folk ruvido, fiero e avventuroso, che porta nuova linfa e conferisce nuove forme alla tradizione plurisecolare in cui è radicato. Dal vivo presentano The Sisypheans, quarto disco in studio e primo sulla prestigiosa Drag City Records. Produce Guy Picciotto (Fugazi). L'8 febbraio a Palazzo Grimani in scena Violeta Grecu, una delle più importanti artiste moldave, che suona in maniera virtuosa il piano, la cobza (strumento a corde di origine popolare ma con un suono intenso e profondo), il mandolino, la fisarmonica ed è esperta di danza tradizionale dei paesi dell'Est Europa. Ascoltare un suo concerto è un'esperienza unica: la sua figura dolce e sensibile fa da contrappunto ad una voce calda e potente, le sue movenze delicate si fondono con i virtuosismi alla cobza o al pianoforte. «Etnoborder» 1, 6, 8 febbraio Teatro La Fenice, T Fondaco dei Tedeschi, Palazzo Grimani www.venetojazz.com
Veneto Jazz launches the Etnoborder festival at T Fondaco dei Tedeschi. On February 6, duo
Xylouris White will play their rough, proud, adventurous avant-folk, which will bring nourishment and shape to the centuries-old tradition it draws from. The Sisypheans is their fourth studio album. On February 8, Moldovan lutist Violeta Grecu will perform at Palazzo Grimani. The first concert of the Jazz& programme will take place at Laguna Libre on February 28: Alessandro Lanzoni, Thomas Morgan, and Eric McPherson – a stellar international trio in today’s jazz world. Their repertoire is a mix of staple jazz tunes, chosen among the timeless classics of American jazz. Their latest record, mastered in New York in 2018, shows their ability to respect jazz tradition all the while trying something daringly interesting, able to capture the attention of a diverse audience. Candiani Groove Festival proves more and more successful with every edition – we are looking at sold-out concerts February to May. On February 6, a classical Persian music concert with Kayhan Kalhor and Behnam Samani. On February 23, a night out with BGKO, the Barcelona Gipsy Balkan Orchestra. BGKO is one of the most diverse ensembles in the Spanish music scene; the seven performers are faithful, innovative interpreters of Balkan music. The Modena City Ramblers’ combat folk will sound off in theatres for their Riaccolti in Teatro tour – in Mestre on February 7. Christophe Chassol has been working extensively in the field of contemporary art with such artists as Sophie Calle, Laurie Anderson, and Xavier Veilhan. In his latest project, Ludi, Chassol worked with animator Gaëtan Brizzi in a perfect balance of poetry and mystery using the piano, drums, and images. Chassol will perform at Argo 16 on February 28.
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Piano... forte!
La posta in gioco
La grande famiglia
Dalla Svizzera con furore
Senza rischio, non c’è gusto
Ramblers di tutto il mondo unitevi!
Arriva alla quarta edizione la fortunatissima convention musicale di 'matrice' svizzera ma capace di parlare i mille linguaggi del mondo: New Echoes fa ancora una volta base a Palazzo Trevisan degli Ulivi, in Campo Sant'Agnese, sede del Consolato di Svizzera a Venezia e della Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, propagandosi poi al Teatrino Grassi di Punta della Dogana ed entrando nel circuito Jazz Area Metropolitana, precisamente a Dolo per uno dei cinque concerti in programma da gennaio ad aprile. Proprio l'ultimo giorno del primo mese dell'anno si aprono le danze con il concerto di Tobias Preisig, violinista e compositore svizzero nato a Zurigo nel 1981. Ha fatto tournée in Svizzera, Francia, Austria, Germania, Giappone e Cina, suonando in festival come il Cully Jazz Festival, l’Überjazz di Amburgo, l’Offbeat di Basilea e il Festival JZ di Shanghai. Il 28 febbraio protagonista del concerto in programma è il pianista Yves Theiler: allievo di Ethan Iverson, leggendario pianista dei The Bad Plus, ha fatto propria una concezione musicale che mescola funk, jazz e hip hop. Agli studi musicali Yves ha affiancato quelli di pedagogia coltivando, come secondo strumento, la batteria, e sviluppando quindi un’attenzione marcata al ritmo anche in ambito compositivo. «New Echoes» 28 febbraio Palazzo Trevisan degli Ulivi palazzotrevisan.wordpress.com
Prende il via la quarta edizione di Jazz & , fra musica da cinema e standards rivisitati a Venezia da febbraio a maggio alle Sale Apollinee, Palazzo Grimani e all’Ecosteria della cultura Laguna Libre. Organizzata da Veneto Jazz, la manifestazione nasce per proporre al grande pubblico il jazz contemporaneo al Teatro la Fenice, allargando successivamente i confini alle sale di Palazzo Grimani e ancora al Laguna Libre, tra i locali veneziani più attivi nel coniugare cibo e musica. Sei concerti, da febbraio a maggio, in equilibrio fra musicisti italiani e internazionali. «La rassegna non ha un filo conduttore, - spiega il direttore artistico Giuseppe Mormile - come spesso accade, ci siamo innamo-
rati di un viaggio, di un progetto, di un sogno. Il jazz contaminato dall’elettronica di Diego Borotti, in scena con giovani musicisti; gli standard jazz reinterpretati da una nuova generazione rappresentata da Alessandro Lanzoni; le musiche da film, firmate da un jazzista come Cicci Santucci; e le colonne sonore di un autore come John Williams, interpretate dal pianista David Helbock; la malinconica miscela di blues e jazz di Tim Sparks e James Buckley; la poesia del violoncello di Anja Lechner e del pianista francese François Couturier. Primo appuntamento il 28 febbraio al Laguna Libre: Alessandro Lanzoni al piano, Thomas Morgan al contrabbasso ed Eric Mcpherson alla batteria, tra le maggiori
personalità della scena jazzistica odierna, affrontano un repertorio di standards jazz, scegliendo in assoluto tra quelli più avvincenti e meravigliosi del catalogo americano. Nel loro disco, registrato a New York nel 2018, colpisce il modo di interpretare questi brani rispettando la tradizione jazzistica ma allo stesso tempo prendendosi dei rischi per costruire qualcosa di veramente originale. Massimo Zuin «Jazz&» 28 febbraio Laguna Libre www.venetojazz.com
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Fare gruppo Al Candiani felicemente controcorrente Riparte Candiani Groove, la stagione di musica del Centro Culturale Candiani che porta a Mestre autori di richiamo internazionale. Dopo il sold out degli spettacoli organizzati nella prima parte della rassegna, il programma previsto da febbraio a maggio è pronto a catturare spettatori trasversali. Giovedì 6 febbraio torna la musica classica persiana con due grandi maestri, Kayhan Kalhor e Behnam Samani. L’evento, in collaborazione con la Casa della Cultura Iraniana, propone al pubblico il repertorio musicale “classico” persiano che prende il nome di radif, una serie di antiche figure melodiche trasmesse attraverso svariate generazioni per mezzo della tradizione orale. Nella particolare
concezione persiana, l’improvvisazione musicale è il culmine di un processo che inizia con l’apprendimento del radif (“struttura, schema, ordinamento”), un insieme di composizioni trasmesso di generazione in generazione da maestro ad allievo. Il concerto che propongono i maestri Kalhor e Samani è basato sull’ispirazione che può giungere loro nell’istante senza tempo (waqt), nello stato di grazia (hāl), stato che potrà arrivare a toccare gli ascoltatori più attenti e raccolti. Domenica 23 febbraio immancabile appuntamento con la BGKO, Barcelona Gipsy Balkan Orchestra. Considerati in Europa uno dei gruppi di maggiore respiro del panorama musicale spagnolo,
fedeli rappresentanti e innovatori della musica balcanica, l'orchestra composta da sette elementi provenienti da località diverse ci riconduce alla tradizione con canzoni che rappresentano diverse generazioni e uniscono mondi all'apparenza distanti. Allora l’andare diventa ritmo e il ritmo diventa musica: “camminiamo il cammino” e lungo le dodici “tappe” di cui l’album Avo Kanto si compone, sentiamo il coincidere dei suoni con il paesaggio, con la storia e con la cultura che hanno abitato quelle terre. «Candiani Groove» 6, 23 febbraio Centro Culturale Candiani-Mestre www.culturavenezia.it/candiani
Il combat folk dei Modena City Ramblers arriva nei teatri in occasione del tour Riaccolti in Teatro, partito il 16 gennaio dal Teatro Baretti di Mondovì e capace di fare poi tappa anche al Teatro dal Verme di Milano, all’Auditorium Parco della Musica di Roma e al Teatro Puccini di Firenze. Proprio come successe più di 20 anni fa in occasione dell’uscita dell’album acustico Raccolti (1998), la band ha voluto tornare al proprio suono originale, un sound che li “riaccoglie” nella riproposizione dei cavalli di battaglia scelti dal repertorio di 25 oltre anni di carriera. Il Riaccolti in Teatro Tour sarà un momento di raccoglimento dei Ramblers, reduci, nei soli ultimi due anni, dalla pubblicazione di due album – Mani come rami, ai piedi radici del 2017 e Riaccolti del 2018 – che li ha portati a suonare in oltre 210 date su tutto il territorio nazionale. «La dimensione del teatro ci elettrizza particolarmente: in tanti anni di concerti il teatro è un luogo che abbiamo frequentato poche volte e sempre con grande soddisfazione. Le nostre canzoni in questo contesto suonano in un modo del tutto particolare e ci “parlano” in modo diverso e sorprendente, e alla stessa maniera si rivelano a chi ci ascolta. È giunta l’ora di tornare a vivere l’emozione del sipario che si apre, Riaccolti dal pubblico seduto e pronto ad ascoltarci».
Modena City Ramblers 7 febbraio Teatro Corso-Mestre www.dalvivoeventi.it
:musica
Back to College
Seconda edizione di Biennale College - CIMM, il Centro di informatica musicale e multimediale della Biennale di Venezia, nato per promuovere le diverse culture della musica elettronica e destinato ad attività permanenti di ricerca e sperimentazione. Dal 31 gennaio sono on line sul sito della Biennale tre bandi nazionali dedicati a musicisti di elettronica e precisamente un bando per selezionare fino a 20 dj dai 18 ai 30 anni (on line fino al 23 marzo), uno per selezionare fino a 20 producer di base (on line fino al 9 marzo) e un bando per selezionare fino a 10 producer-performer (on line fino al 29 maggio). www.labiennale.org
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Anima e corpo
Io mi ricordo
Campione di metodo
Jazz di esperienza totale
Sotto il segno dei pesci, quarant’anni e sembra ieri
Le combinazioni in equilibrio di Chassol
Dopo la straordinaria esibizione del quartetto della newyorkese pianista e cantante Dena DeRose prosegue la rassegna Jazz & Wine Venezia. Partita a gennaio 2020 in edizione invernale, per valorizzare il connubio tra musica live di alto profilo, eccellenze della produzione vinicola e suggestione dei luoghi, la rassegna è parte del programma Jazz & Wine Experience, che connette le città di Venezia, Bologna e Trieste offrendo concerti live di alto livello combinati a degustazioni di vini di cantine blasonate, ospitati in luoghi di grande valore storico e architettonico. Sabato 15 febbraio il BBar, storico lounge bar dell’Hotel Bauer Palazzo, caratterizzato dagli interni d’ispirazione art déco e dal fascino urbano, nella suggestiva Piazza San Marco, si trasformerà in un vero e proprio jazz club, con il concerto del Jim Rotondi Quintet. Trombettista newyorkese di fama mondiale, Rotondi sarà accompagnato dal grandissimo Andy Watson alla batteria e dagli italiani Renato Chicco al pianoforte, Aldo Zunino al contrabbasso e Piero Odorici al Sax. Nato in Montana nel 1962, Jim Rotondi ha vissuto per vent’anni a New York, dove ha collaborato con Lionel Hampton, Ray Charles, Lou Donaldson, Curtis Fuller e George Coleman. La sua è una sonorità molto particolare e personale che unisce la forza di Freddie Hubbard con il timbro di Chet Baker. «Jazz & Wine Venezia» 15 febbraio Bbar Lounge www.bauervenezia.com
Mi piace pensare che la data del concerto non sia stata scelta a caso: il 29 febbraio è un giorno che c'è e non c'è, è una combinazione di fattori che combaciano ogni 4 anni, un evento unico e irripetibile come solo un concerto di Antonello Venditti riesce ad essere. Particolare di non poco conto poi è la congiunzione astrale e cioè pensare che chi nasce il 29 febbraio “nasce sotto il segno dei Pesci”, di cui proprio quest'anno ricorrono i quarant'anni di vita, canzone resa immortale da un artista che si fa incarnazione stessa della definizione di “cantautore”. A lui mi lega un ricordo lontano quanto vivido: un concerto di trent'anni fa in quel di Bassano del Grappa in cui entrai per la prima volta in contatto con il concetto
di “bis”. Incredibile, pensavo, che dal vivo fosse possibile sentire più volte la stessa canzone, magari proprio quella preferita. Di Venditti tra l'altro è anche uno dei più bei concerti a cui sono andato, precisamente nel marzo del 2018: chi andrà a Jesolo il 29 febbraio non si aspetti un'oretta a basso regime, anzi. Quello che ho avuto modo di vedere quasi due anni fa a Padova è un artista capace di suonare e cantare per quasi tre ore senza sosta, trascinando il pubblico in un viaggio musicale di cui spesso l'uditorio conosce a memoria le parole. Per celebrare i 40 anni di Sotto il segni dei Pesci, Antonello Venditti sarà accompagnato dalla sua band storica, dando vita a concerti intergenerazionali, con i
brani dell’album inseriti al centro di 45 anni di canzoni, tra cui brani memorabili come Giulio Cesare, Ci vorrebbe un amico, Roma Capoccia, Notte prima degli esami, Amici mai, Grazie Roma, Benvenuti in Paradiso. Nel 1978, anno della sua pubblicazione, il disco ebbe un fortissimo impatto sul Paese, sia a livello musicale che culturale. Davide Carbone Antonello Venditti 29 febbraio PalaInvent-Jesolo www.azalea.it
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Caro amico, ti scrivo... Un ponte lungo tre secoli Ad un anno dall’uscita del suo ultimo progetto discografico, Letters to Bach, sale sul palco del Teatro Mario del Monaco di Treviso il prossimo 18 febbraio la cantante Noa. Ad accompagnarla, nel concerto organizzato da Veneto Jazz, Or Lubianiker al basso elettrico e Gil Dor, chitarrista e autore degli arrangiamenti collaboratore con cui lavora ormai da anni. Classe 1969, Noa nasce a Tel Aviv ma si trasferisce quasi subito con la famiglia a New York. All’età di 18 anni, però, viene colta da una profonda crisi d’identità che la spinge a tornare a casa, in Israele. Arrivata a Tel Aviv, Noa presta per due anni il servizio militare: in questo periodo ritrova sé stessa cimentandosi nel mondo della
musica. Durante il servizio, infatti, la ragazza entra a far parte di un gruppo di canto, esibendosi in tutta Israele. Noa è conosciuta dal pubblico italiano soprattutto per aver cantato la bellissima canzone Beautiful That Way, colonna sonora di La vita è bella. «Bach è un compositore incredibile, amato in tutto il mondo, è l’Everest della musica ed ero curiosa di provare a salire su quella montagna. Cantare sulle melodie di Bach - spiega Noa - è una sfida enorme ma volevo provare a portare la sua musica a chi non l'ha mai conosciuta. Bach è stato un incredibile costruttore di ponti e io amo costruire ponti, è la missione di tutta la mia vita». Nel corso dello spettacolo Noa ripren-
de 12 brani musicali di Johann Sebastian Bach e li arricchisce con le sue parole, grazie ai testi in inglese ed ebraico, ispirati a temi che spaziano dalla sfera personale a quella più universale. Un evento da non perdere per ascoltare una delle voci contemporanee più emozionanti, un’artista dal timbro unico e con una grandissima tecnica, capace di mutare ed evolversi in ogni progetto, mantenendo sempre una propria identità, elegante e raffinata. Massimo Zuin «Noa-Letters to Bach» 18 febbraio Teatro Mario del Monaco-Treviso www.venetojazz
Compositore con un background atipico e metodi di composizione unici, Chassol combina filmdocumentario e composizione musicale. A questo metodo ha dato il nome di ultrascoring, riferendosi all’utilizzo di campionature sonore raccolte esplorando differenti paesaggi e incontrando i loro abitanti. Il musicista, infatti, utilizza questi suoni come matrice delle proprie composizioni musicali tra loop e alterazioni sia sonore che video. Nato nel 1976, Christophe Chassol è entrato all’Accademia di Musica all’età di 4 anni e lì ha studiato per altri 16. Ha ottenuto poi una borsa di studio dal Berklee College of Music di Boston, dove si è laureato nel 2002. Per i successivi 15 anni ha composto musiche per il cinema, la televisione e la pubblicità. Negli anni successivi si è esibito regolarmente con artisti pop francesi come il gruppo Phoenix e Sébastien Tellier. Attivo nell’arte contemporanea al fianco di artisti come Sophie Calle, Laurie Anderson e più recentemente Xavier Veilhan alla Biennale di Venezia nel luglio 2017, nell’ultimo progetto, Ludi, incontra il disegnatore e animatore Gaëtan Brizzi in un equilibrio perfetto tra poesia e mistero coniugando ancora una volta pianoforte, batteria e immagini. Il 28 febbraio per Jazz:Re:Found lo troviamo ad Argo 16, sempre più punto di riferimento nel panorama sperimentale.
© Laurent Bochet
Chassol 28 febbraio Argo 16-Marghera Fb: Argo 16
:musica :agenda
sabsat 01 KYMATA p.49 Musica etnica contemporanea “EtnoBorder”
LULA PENA Fado “Songwriting 2020”
NOA Musica d’autore
Teatro Villa dei Leoni-Mira h. 21
merwed 19 AFTER PARTY “Carnevale di Venezia 2020”
Teatro La Fenice h. 19.30
NKISI Hardcore
Hard Rock Cafe h. 22
20
Argo 16-Marghera h. 21.30
MIKA Pop Kioene Arena-Padova h. 21
A dodici anni dal debutto stellare di Life In Cartoon Motion, lanciato dalla hit colossale Grace Kelly, il nuovo progetto arriva dopo quattro album in studio, un album in concerto sinfonico, una raccolta antologica, 23 singoli e quattro DVD live che gli sono valsi certificazioni d’oro e di platino in 32 Paesi del mondo per oltre 10 milioni di dischi venduti. Frutto di due anni di scrittura tra le pareti domestiche a Miami, Londra e la campagna toscana, My Name Is Michael Holbrook svelerà l’essenza dell’identità di Mika, a partire dal suo nome anagrafico, passando per i rapporti familiari e un bagaglio di piccole e grandi esperienze, tra momenti di leggerezza e struggenti episodi chiave della sua vita e della sua famiglia.
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merwed
MARC DUCRET Musica d’autore
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giothu
XYLOURIS WHITE Avant folk “EtnoBorder”
T Fondaco dei Tedeschi h. 19.30
KAYHAN KALHOR BEHNAM SAMANI Musica persiana “Candiani Groove”
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venfri
PROGETTO KOWALSKI p.27 Rock CHRISTIANEFFE Dj-set “Carnevale di Venezia 2020”
15
Pescheria di Rialto h. 20
TERRON FABIO outta SSS Dancehall “Venice Reggae Carnival”
p.27
ZanziBar, Santa Maria Formosa h. 21
CHRISTIANEFFE Dj-set “Carnevale di Venezia 2020” Hard Rock Cafe h. 22
21
venfri
DAMIEN MCFLY p.27 Rock ROBERTO MENEGHELLO Dj-set “Carnevale di Venezia 2020” Hard Rock Cafe h. 20.30
GIALLO MAN DANIELE GAD, ALE RAS CONGA Fatty Roots Friday
Roots Reggae “Venice Reggae Carnival”
ZanziBar, Santa Maria Formosa h. 21
ROBOT SOUND SYSTEM W/ MARCO UNZIP “Fresch.in Festival” Pescheria di Rialto h. 21
BIG ONE Pink Floyd tribute
Teatro Corso-Mestre h. 21
PATRIZIA LAQUIDARA Musica d’autore “Songwriting 2020” Teatro Villa dei Leoni-Mira h. 21
ROLLING CARPETS Rock ROBERTO MENEGHELLO Dj-set “Carnevale di Venezia 2020” JIM ROTONDI QUINTET ANDY WATSON “Jazz&Wine”
p.51
venfri
Punta della Dogana h. 20
MODENA CITY RAMBLERS p.50 Combat folk Teatro Corso-Mestre h. 21
sabsat
VIOLETA GRECU TRIO Musica etnica contemporanea “EtnoBorder” Museo di Palazzo Grimani h. 20.30
SET UP Electronic music & performance
VETTORI TALK TO HER Musica elettronica
Argo 16-Marghera h. 21.30
JAZZ INC. FEAT KARIMA Jazz
Auditorium San Nicolò-Chioggia h. 21.15
16
domsun
MOHAMMAD REZA MORTAZAVI Musica etnica V-A-C Zattere h. 18
18 #VOLTALACARTA De Andrè tribute Teatro Goldoni h. 21
martue
sabsat 22 SPACE BARENA p.27 Hip hop JAZZ:RE:FOUND SOUND SYSTEM W/ DENIS LONGHI Jazz selecta LEFTO Dj set “Fresch.in Festival” Pescheria di Rialto h. 21
GIORGIO GOZZO Rock ROBERTO MENEGHELLO Dj-set “Carnevale di Venezia 2020”
Cantautrice e – occasionalmente – attrice e scrittrice, esordisce nella 13a edizione del concorso Città di Recanati. Nel 2011 vince il Premio Tenco con Il canto dell’anguana, votato miglior album dialettale dell’anno. È stata definita dalla critica “una firma talmente personale da risultare unica”, “una delle voci più intense e liriche della nostra musica cosiddetta leggera”. Il nuovo live prende il nome dal suo ultimo disco, uscito a fine 2018 e accolto subito con entusiasmo da pubblico e critica. Il cuore ritmico del concerto è sostenuto da basso e batteria; gli effetti vocali, che completano il quadro, sono distribuiti tra tutti i musicisti – presenti anche nell’album – così come le timbriche e le elettroniche, mentre la chitarra acustica rimanda ai lavori delle origini.
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Hard Rock Cafe h. 20.30
ELEPHANT MAN Dancehall “Venice Reggae Carnival”
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SIR OLIVER SKARDY
Gran Teatro Geox-Padova h. 21
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Venetian Reggae “Venice Reggae Carnival”
domsun 23 OLD 7 YEARS Rock CHRISTIANEFFE Dj-set “Carnevale di Venezia 2020”
Hard Rock Cafe h. 20.30
BARCELONA GIPSY BALKAN ORCHESTRA Musica balcanica “Candiani Groove”
YVES THEILER Jazz “New Echoes”
giothu
venfris
p.50
Palazzo Trevisan degli Ulivi h. 20
ALESSANDRO LANZONI THOMAS MORGAN ERIC MCPHERSON “Jazz&”
p.50
Laguna Libre h. 20.30
Centro Culturale Candiani-Mestre h. 18
24
p.27
ZanziBar, Santa Maria Formosa h. 21
Hard Rock Cafe h. 20.30 Greatest Hits
martue
MAKE UNPLUGGED Rock TUBY RUBBER Dj-set “Carnevale di Venezia 2020”
PFM CANTA DE ANDRÈ De Andrè tribute
ZanziBar, Santa Maria Formosa h. 21
sabsat
BBar Lounge h. 21.30
p.11-13 SET UP Electronic music & Live performance
08
Argo 16-Marghera h. 21.30
p.27
Hard Rock Cafe h. 20.30
p.50
Centro Culturale Candiani-Mestre h. 21
07
Si esibisce quasi sempre da sola con una voce roca e profonda accompagnata dalla sua fedele chitarra, che suona molto bene e con uno stile personale. Lula Pena, ammirata da Caetano Veloso e Rodrigo Leão, sa emozionare per la sua sensibilità mesmerica. Cantautrice e poetessa di Lisbona, dopo l’esordio discografico nel 1998 con Phados s’impone al pubblico nel 2010 con l’album Troubadour. Entra nel circuito “world” con uno showcase al Womex Festival del 2014, dove torna, ma sul palco principale, nel 2016, anno in cui approda anche al Premio Tenco. Nel 2017 esce il suo nuovo disco, Archivio pittoresco (appena il terzo in oltre vent’anni di carriera). Dici “Portogallo” e immagini il fado: niente di più inesatto per chi ha davvero poco a che fare con le nuove dive del canto lusitano. Lula Pena è partita dal fado per andare oltre, consegnando al nuovo secolo la sua musica nostalgica con una poetica spoglia, disadorna, e per questo contemporanea. domsun 09 TUKKI BUKKI Carne Bal folk
SAVANA FOLK Folk SUPER SAOR Dj-set “Fresch.in Festival”
giothu
Hard Rock Cafe h. 20.30
Argo 16-Marghera h. 21.30
Punta della Dogana h. 20
p.51
Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 20.30
lunmon
MONDAY MARLEY Bob Marley’s tribute “Venice Reggae Carnival” Profondo Rosso h. 21
CHASSOL Musica contemporanea “Jazz:Re:Found“
p.51
Argo 16-Marghera h. 21.30
29 ANTONELLO VENDITTI Musica d’autore
sabsat
p.51
PalaInvent-Jesolo h. 21
:indirizzi ARGO 16 Via delle Industrie 27/5-Marghera Fb: Argo 16
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AUDITORIUM SAN NICOLÒ Calle San Nicolò-Chioggia www.venetojazz.com
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TEATRO MARIO DEL MONACO Corso del Popolo 31-Treviso www.venetojazz.com
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19/11/19 10:03
opera, classica, contemporanea opera, classical and contemporary music
:classical Il passo è breve
A programme
© Laura Ferrari
Una rassegna
dedicata alla musica del Novecento e contemporanea, articolata in due concerti ospitati dall'Auditorium Cesare De Michelis di M9 Museo del '900. La rassegna Il Toniolo all'M9, inserita nel palinsesto delle Città in Festa, è organizzata dall’Associazione Amici della Musica di Mestre in collaborazione con Settore Cultura del Comune di Venezia ed M9 - Museo del ’900. Il titolo della rassegna testimonia la volontà di portare la musica da camera di Io Sono Musica del Teatro Toniolo anche al di fuori del Teatro, in un contesto di grande valore culturale ed architettonico quale M9 – Museo del ’900, connotando appositamente la programmazione musicale all’insegna della musica del Novecento e contemporanea. I concerti dell'1 e il 14 febbraio sono affidati al prestigioso Ensemble Sentieri Selvaggi, con la partecipazione straordinaria di Mario Brunello in occasione del primo concerto. Primo appuntamento intitolato Mediterraneo ed impreziosito dalla prima esecuzione europea del brano di Christopher Cerrone Why was I born between mirrors? per sestetto e dalla composizione di Giovanni Sollima Spasimo, con Mario Brunello violoncello solista. In programma inoltre le composizioni di Francesco Antonioni, Da cosa nasce cosa, e di Marco Betta, In ombra d'amore - Ballata per viola. Il secondo concerto si intitola Antico e moderno ed il programma musicale comprende le composizioni di Thomas Adès, Court Studies from The Tempest, Mark-Anthony Turnage, Duetti d’amore, Armando Gentilucci, Al telaio del tempo, Mauro Montalbetti Vento Largo, concludendo con Le sette stelle di Carlo Boccadoro, direttore artistico e musicale di Sentieri selvaggi.
A short step
Sentieri Selvaggi nasce nel 1997 da Carlo Boccadoro, Filippo Del Corno e Angelo Miotto con lo scopo di avvicinare la musica contemporanea al grande pubblico. Il debutto dell’ensemble a Milano registra il tutto esaurito. Fin dall’esordio i concerti si caratterizzano per le informali presentazioni parlate di ogni brano. Stringe nel corso degli anni collaborazioni con i più importanti compositori della scena internazionale, come David Lang, Louis Andriessen, James MacMillan, Philip Glass, Gavin Bryars, Michael Nyman, Julia Wolfe, Fabio Vacchi, che scrivono partiture per l’ensemble o gli affidano le prime italiane dei loro lavori. Accanto a loro il gruppo promuove e diffonde una nuova generazione di compositori italiani come Carlo Boccadoro, Francesco Antonioni, Silvia Colasanti, Giovanni Mancuso, Mauro Montalbetti e Giovanni Verrando. Dal 1998 è regolarmente ospite delle più prestigiose stagioni musicali italiane (Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Teatro alla Scala, Biennale di Venezia), dei maggiori eventi culturali del nostro paese (Festival della Letteratura di Mantova, Notte Bianca di Roma, Festival della Scienza di Genova, Mito Settembre Musica, Triennale di Milano) e di importanti festival internazionali (Bang on a Can Marathon di New York, SKIF Festival di San Pietroburgo, Sacrum Profanum di Cracovia). A Milano il gruppo è partner dal 1998 di Teatridithalia, che ospita i concerti nelle proprie sedi teatrali e dal 2005 organizza una Stagione di musica contemporanea con un cartellone di concerti, incontri, masterclass, incentrata ogni anno su uno specifico nucleo tematico. «Il Toniolo all'M9» 1, 14 febbraio M9-Museo del '900 www.m9museum.it
dedicated to twentieth-century and contemporary music with two concerts at Auditorium Cesare De Michelis at M9 Museum, Il Toniolo all’M9 is a production of chamber music initiated by Toniolo Theatre and M9 Museum. On February 1 and 14, participating artists will be Ensemble Sentieri Selvaggi and Mario Brunello. A concert titled Mediterraneo will see the European premiere of a piece by Christopher Cerrone, Why was I born between mirrors? for six-piece string ensemble and of Giovanni Sollima’s piece Spasimo, performed by Mario Brunello as cello solo. Also in the programme are Da cosa nasce cosa by Francesco Antonioni and In ombra d’amore – Ballata per viola by Marco Betta. Martin Owen is considered one of the best horn player in Europe. Currently, he is first horn player at the BBC Symphony Orchestra and has been for ten years first horn at the Royal Philharmonic Orchestra. Owen will perform with Fabiola Tedesco and Giovanni Bertolazzi at Fenice Theatre on February 26. Auditorium Lo Squero opens the season with Quartetto di Venezia, who will play Beethoven’s quartets on February 1 and 29. It is all about the 1700s their second concert in the season, on February 8, which will see soprano Lisa Larsson and pianist Andrea Lucchesini play Lieder by Schumann and Schubert, two pieces for piano solo, and a modern piece by Fabio Vacchi. The seventh year of Musica antica in casa Cozzi, a production of Fondazione Benetton and association almamusica433, is the chance to discover a piece of the old Venice, that of the fifteenth and sixteenth centuries. Their concert for February 14, Splendori della Serenissima. Magnificenze della Basilica di San Marco, is a performance by the Solisti della Cappella Marciana conducted by Marco Gemmani.
:classical 55
01
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04
Beethoven da 10
Segni particolari
Made in Venice
Alla Fenice si fa cifra tonda
Cavalli di battaglia e perle musicali
Squero, marchio di fabbrica
Martin Owen è considerato uno dei maggiori suonatori di corno d’Europa. Al momento è Primo corno alla BBC Symphony Orchestra; è stato per dieci anni Primo corno alla Royal Philharmonic Orchestra e dal 2012-13 è stato nominato Primo corno della Berliner Philharmoniker. È anche Primo corno dell’ensemble di musica da camera californiano Camerata Pacifica e dei britannici Britten Sinfonia e Haffner Ensemble. Nei suoi concerti ha suonato musiche di Mozart, Richard Strauss, Schumann, Messiaen, Britten, Elliott Carter, Oliver Knussen e Thea Musgrave, lavorando a oltre 300 colonne sonore di film, incluse pellicole di James Bond, Star Wars, Harry Potter, Il Gladiatore e Pirati dei Caraibi. Fabiola Tedesco si diploma in violino all’età di sedici anni con il massimo dei voti, lode e menzione speciale presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino sotto la guida di Sergio Lamberto. Prosegue poi gli studi presso il Vorarlberger Landeskonservatorium di Feldkirch (Austria) e presso l’Accademia Perosi di Biella nella classe di Rudens Turku. Giovanni Bertolazzi, nato nel 1998 a Verona, si avvicina al pianoforte all'età di 10 anni per sua esplicita volontà, conseguendo il diploma accademico di I livello in pianoforte con votazione di 110 e lode presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia, sotto la guida del M° Massimo Somenzi. Li ritroviamo assieme sul palco il 26 febbraio, per il decimo appuntamento di Musica con le Ali. «Musica con le Ali» 26 febbraio Teatro La Fenice www.musicaconleali.it
Alla Fenice dal 15 al 25 febbraio, L’elisir d’amore debuttò al Teatro della Canobbiana di Milano il 12 maggio 1832. La sua partitura, ricolma di melodie incantevoli, è forse la più piacevole mai composta da Donizetti nel genere comico. Nel primo atto è degna di nota la vivacità nello sproloquio autopromozionale del ciarlatano dottor Dulcamara e nel suo duetto col povero ragazzo Nemorino, innamorato senza speranza di Adina, la capricciosa bella del villaggio. Pezzi forti del secondo atto sono il coro «Cantiamo, facciam brindisi», la barcarola «Io son ricco e tu sei bella», il quartetto «Dell’elisir mirabile», il duetto Adina-Dulcamara «Quanto amore», e la soave ballata di Nemorino «Una furtiva lagrima», cavallo di
battaglia del repertorio tenorile. Il concerto del 29 febbraio diretto da Hartmut Haenchen ci regala gioielli come la Sinfonia n. 9 in re minore per soli coro e orchestra Op. 125, universalmente nota come la Nona sinfonia o Sinfonia corale, è l’ultima sinfonia compiuta da Ludwig van Beethoven, eseguita per la prima volta venerdì 7 maggio 1824 al Theater am Kärntnertor di Vienna, con il contralto Caroline Unger e il tenore Anton Haizinger. Il quarto tempo contiene una versione musicata dell’ode Alla gioia (An die Freude) di Friedrich Schiller, mentre i primi tre movimenti sono esclusivamente sinfonici. È una delle opere più note ed eseguite di tutto il repertorio classico, ed è considerata uno dei
© Marc Waymel
massimi capolavori di Beethoven, se non la più grandiosa composizione musicale mai scritta. È stata inoltre per lungo tempo la maggiore composizione sinfonica con voci. Beethoven conferì alla sua opera un carattere patriottistico con l’esaltazione dei sentimenti tipica del Romanticismo. Il concerto sarà preceduto da un incontro a ingresso libero con il musicologo Roberto Mori, che illustrerà il programma musicale nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice. «Stagione Lirica e Sinfonica 2019/2020» Programmazione di febbraio Teatro La Fenice www.teatrolafenice.it
03
Musikàmera in verde età Tre progetti firmati da talenti emergenti per la classica rassegna alla Fenice Giovane quanto talentuoso, il bulgaro Emanuil Ivanov è sul palcoscenico per primo a febbraio, il 12 del mese per la precisione, per la rassegna di musica da camera ospitata dal Teatro La Fenice diretto da Fortunato Ortombina. Nato nel 1998 in Bulgaria, Ivanov ha studiato con Galina Daskalova e con Atanas Kurtev. Vincitore assoluto della 62esima edizione del Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni, attualmente si sta perfezionando al Birmingham Royal Conservatory sotto la guida di Pascal Nemirovski e Anthony Hewitt. Negli anni passati, giovanissimo, ha vinto numerosi concorsi quali il Vivapiano, ScriabinRachmaninoff, Viktor Merzhanov, Pavel Serebryakov, Liszt-Bartók,
Young virtuosos e Jeunesses International Music Competition Dinu Lipatti a Bucarest, il secondo premio al Concorso Chopin di San Pietroburgo e il secondo premio al Concorso Casagrande, dove ha conquistato anche il premio del pubblico. Protagonista del doppio concerto del 27-28 febbraio è l’ensemble Scherzi Musicali di Nicolas Achten, che negli ultimi dieci anni si è imposto come ensemble di riferimento nel mondo della musica antica, in particolare per il suo lavoro sul repertorio dei secoli XVII e XVIII. L’ensemble esegue un programma di arie da camera del Cinquecento e del Seicento di importanti compositori italiani quali Giulio Caccini (e le sue due
figlie), Giovanni Felice Sances e Claudio Monteverdi. Baritono, clavicembalista, liutista, arpista e maestro di concerto, Nicolas Achten è una figura emergente nel mondo della musica antica. Distintosi in occasione della VIIth International Baroque Singing Competition di Chimay nel 2006, è stato nominato “artista classico dell’anno 2009” all’interno dell’Ottavo Music Prize e premiato come “giovane musicista dell’anno 2009” dall’Unione Nazionale della stampa musicale belga. «Musikàmera» 12, 27, 28 febbraio Teatro La Fenice www.musikamera.org
All'Auditorium Lo Squero prende le mosse il prossimo a febbraio la quinta Stagione musicale realizzata da Asolo Musica in collaborazione con Fondazione Giorgio Cini, il sostegno di MiBact e Regione Veneto e la partecipazione di Pro-Gest. Un'occasione straordinaria per godere della suggestione del luogo e per ascoltare alcuni dei migliori musicisti veneti in attività, oltre ad alcuni attesissimi ospiti stranieri. Ad aprire la rassegna il Quartetto di Venezia, formazione apprezzata in tutto il mondo e presente allo Squero fin dall'inaugurazione nel 2016. Dopo il percorso della Stagione passata, tra Mozart e Haydn, quest'anno il Quartetto chiude il cerchio della scuola viennese e approda a Beethoven, di cui eseguirà l'integrale dei Quartetti nel corso di due appuntamenti a febbraio, il primo e l'ultimo giorno del mese. Sempre al clima ottocentesco fa riferimento il secondo concerto della stagione, sabato 8 febbraio, in occasione del quale la soprano Lisa Larsson e il pianista Andrea Lucchesini proporranno un programma di Lieder di Robert Schumann e Franz Schubert intervallati da due brani per pianoforte solo (la Sonata in la magg. Op. 120 di Schubert e le Tre Romanze op. 28 di Schumann) e da un brano contemporaneo, Shall I compare di Fabio Vacchi per voce e pianoforte su testo di Shakespeare, scritto nel 2012 e dedicato proprio alla cantante svedese.
«Stagione 2020» 1, 8, 29 febbraio Auditorium Lo Squero www.cini.it
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Trio di gioventù
L’eterno ritorno
Habitat naturale
Brahms riveduto e corretto
In origine fu la musica barocca
Verdi di Pordenone, il luogo ideale
Lavoro giovanile che ottenne da subito un notevole consenso, il Trio op. 8 fu sottoposto a revisione dopo ben trentacinque anni dalla sua prima stesura; Brahms venne infatti convinto a mettervi mano per correggerne alcune ingenuità frutto di inesperienza, riducendo drasticamente alcune sezioni eccessivamente ridondanti e riassestando alcuni disequilibri formali. Sebbene lo stesso Brahms fosse poco incline a questo tipo di operazioni, il risultato non snaturò la freschezza e l’estroversa esuberanza originale di questa composizione che tanti entusiasmi aveva saputo suscitare. Se si eccettuano un giovanile Trio disconosciuto dall’autore e pubblicato postumo, e lo Scherzo dalla cosiddetta Sonata FAE (una sonata per violino e pianoforte scritta a sei mani; autori degli altri due movimenti erano Robert Schumann e Albert Dietrich), il Trio op. 8 è la prima vera composizione della cameristica di Brahms, ossia del settore centrale della produzione del maestro amburghese. Il 18 febbraio al Toniolo Lorenza Borrani al violino, Giorgio Casati al violoncello e Alice Baccalini al pianoforte sono accompagnati sul palcoscenico da Giovanni Bietti, considerato uno dei migliori divulgatori musicali italiani e compositore, pianista e musicologo dalle capacità comunicative davvero coinvolgenti. «Io Sono Musica 2019/2020» 18 febbraio Teatro Toniolo-Mestre www.culturavenezia.it/toniolo
Venezia è conosciuta nel mondo per la sua arte, le architetture, l’incontro fra Oriente e Occidente e, nel campo musicale, per la musica barocca. La nuova stagione, la settima, del progetto Musica antica in casa Cozzi, promosso dalla Fondazione Benetton e dall’associazione almamusica433, rivela al pubblico gli splendori della musica di una Venezia più antica, frutto in particolare dei decenni fra il XV e XVI secolo. Nei sei concerti in programma fra gennaio e giugno 2020, farà scoprire le meraviglie delle polifonie della Cappella Marciana, le voci delle comunità rappresentate nella Serenissima, come quella ebraica, e ancora la musica quattrocentesca meno nota, e la storia
dell’editoria letteraria e musicale, e delle musiche a essa collegate, che ha fatto di Venezia la prima grande capitale mondiale del libro a stampa. La Cappella Marciana di Venezia per secoli ha visto come maestri le figure più importanti della polifonia europea dei secoli dal XIV al XVII, tanto da avere un ruolo di primaria importanza nello sviluppo della musica occidentale. Il concerto in programma il 14 febbraio, Splendori della Serenissima. Magnificenze della Basilica di San Marco, che vedrà protagonisti i solisti della Cappella Marciana (Caterina Chiarcos, Andrea Gavagnin, Riccardo Martin, Enrico Imbalzano, Marcin Wyszkowski; Andrea Inghisciano, cornetto; Ermes Giussani, Mauro Morini, Fa-
bio Costa, trombone rinascimentale) diretti da Marco Gemmani, propone un percorso cronologico e spirituale nelle pagine suggestive e famose della musica polifonica che ha incantato l’Europa e la storia della musica. È il ristretto periodo che va dal 1580 al 1610 il lasso di tempo in cui si concentra una produzione quasi frenetica di opere di altissimo valore espressivo. La musica è sicuramente l’espressione più pronta a seguire questo slancio. «Musica antica in casa Cozzi» 14 febbraio Chiesa di San Teonisto-Treviso www.fbsr.it
07
Puro genio 250 anni e sentirli davvero tutti Giovedì 27 febbraio l’Auditorium Pollini di Padova, l’Orchestra di Padova e del Veneto inaugura il primo appuntamento della Stagione concertistica Prismi dedicato alla celebrazione del 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven. Per l’occasione, verranno presentati due capolavori come la Settima Sinfonia e il Quinto Concerto “Imperatore” per pianoforte e orchestra con Federico Colli solista e il Maestro Gérard Korsten alla direzione. Classe 1988, Federico Colli si è imposto all’attenzione internazionale dopo aver conquistato il Primo Premio al Concorso Mozart di Salisburgo (2011) e la Medaglia d’oro al Concorso Pianistico Internazionale di Leeds
l’anno successivo. Da allora il pianista bresciano si è esibito con le orchestre più prestigiose al mondo, dall’Orchestra Mariinsky all’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, collaborando con direttori del calibro di Valery Gergiev, Yuri Temirkanov e Juraj Valčuha. Artista esclusivo dell’etichetta discografica Chandos, per la quale è previsto un nuovo CD nel 2020, Federico Colli è atteso a Padova per il Quinto Concerto di Beethoven a pochi giorni dall’esecuzione del Quarto alla Philharmonie di Parigi (con l’Orchestre National d’Île-de-France), e dal recital solistico al Konzerthaus di Berlino. Un omaggio all’arte sinfonica di Johannes Brahms non poteva non abbracciare le Variazioni in si
bemolle maggiore op. 56a, primo significativo contributo nel campo della composizione per orchestra del compositore tedesco, il cui tema contiene la citazione del Chorale in honorem St. Antonii. Per l’occasione, il 13 febbraio l’Orchestra di Padova e del Veneto sarà diretta da Giampaolo Pretto, direttore musicale dell’Orchestra Filarmonica di Torino, oltre che primo flauto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. «Stagione concertistica 2019/2020» 13, 27, 28 febbraio Auditorium C. Pollini-Padova www.opvorchestra.it
I nuovi lavori per la costruzione del Nuovo Teatro Comunale Giuseppe Verdi furono avviati nel 2002 e durarono circa due anni. L’inaugurazione del teatro è avvenuta nel maggio 2005. Il nuovo teatro è un edificio dalla bellezza contemporanea che si esprime attraverso forme morbide e dinamiche. È dotato di un eccellente livello di riverberazione acustica che lo rende idoneo allo svolgimento di spettacoli lirici, di prosa e musicali. Torna sul palcoscenico del Verdi il 4 febbraio, dopo il concerto che l’ha vista protagonista nel 2017, la Janáček Philharmonic Ostrava, questa volta con uno dei massimi direttori russi, Dimitry Jurowsky, e con un solista d’eccezione: musicista, scrittore, autore per bambini, Steven Isserlis è un’eclettica e carismatica personalità artistica: suona lo Stradivari “Marquis de Corberon” del 1726 per gentile concessione della Royal Academy of Music. Protagonista di un progetto “incandescente” dedicato all’integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven, il talento di François-Frédéric Guy, a Pordenone il 15 del mese, spicca nel panorama europeo e d’oltreoceano per la maestria assoluta nell’affrontare il corpus beethoveniano e per la sua concezione globale e visionaria. Tra le tre Sonate in programma, l’op. 2 dedicata ad Haydn e la Hammerklavier op. 106, la più ampia e complessa tra tutte le Sonate di Beethoven.
© Caroline Doutre
«Stagione concertistica 2019/2020» 4, 15 febbraio Teatro Verdi-Pordenone www.comunalegiuseppeverdi.it
:classical
:classical :agenda
sabsat
01
QUARTETTO DI VENEZIA Musiche di Beethoven “Stagione 2020”
p.55
Ingresso/Ticket € 33/11 Auditorium Lo Squero h. 17
MARIO BRUNELLO violoncello CARLO BOCCADORO direttore ENSEMBLE SENTIERI SELVAGGI Musiche di Sollima, Antonioni “Il Toniolo all’M9” p.54 Ingresso/Ticket € 25/20 Museo M9-Mestre h. 20.30
04
martue
JANÁCEK p.56 PHILHARMONIC OSTRAVA DIMITRY JUROWSKI direttore STEVEN ISSERLIS violoncello Musiche di Janàcek, Prokoviev “Stagione 2019/2020“
giothu 13 ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO GIAMPAOLO PRETTO direttore Musiche di Brahms, Rihm “Stagione 2019/20” Ingresso/Ticket € 25/20 Auditorium C. Pollini-Padova h. 20.45
venfri
14
MARIO BRUNELLO violoncello CARLO BOCCADORO direttore ENSEMBLE SENTIERI SELVAGGI Musiche di Turnage, Gentilucci “Il Toniolo all’M9”
lunmon 10 MAURIZIO BAGLINI pianoforte SIMONE IVALDI pianoforte FEDERICO PULINA pianoforte Musiche di Beethoven “Stagione 2019/2020“
LORENZA BORRANI violino GIORGIO CASATI violoncello ALICE BACCALINI pianoforte p.56 Musiche di Brahms “Io Sono Musica 2019/2020”
UN MARI DANS LA SERRURE LISCHEN ET FRITZCHEN Opere buffe in un atto Musiche di Offenbach, Wachs Romain Gilbert regia “Carnevale di Venezia 2020”
Ingresso/Ticket € 27,50/22 Teatro Toniolo-Mestre h. 20.30
19
merwed
I SOLISTI DELLA CAPPELLA MARCIANA MARCO GEMMANI direttore Repertorio polifonico del ‘500 “Musica antica in casa Cozzi”
sabsat
LA SERVA PADRONA Opera buffa in due atti Musiche di Pergolesi Francesco Bellotto regia Enrico Parizzi primo violino Orchestra Barocca del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia “Opera Giovani” Ingresso/Ticket € 35/25 Teatro Malibran h. 15.30
p.55
21
Musiche di Beethoven “Stagione 2019/2020“
venfri
L’ELISIR D’AMORE (vedi sabato 15 febbraio) “Stagione Lirica e Balletto 2019/2020” Ingresso/Ticket € 240/88 Teatro La Fenice h. 19
UN MARI DANS LA SERRURE LISCHEN ET FRITZCHEN Opere buffe in un atto Musiche di Offenbach, Wachs Romain Gilbert regia “Carnevale di Venezia 2020” Ingresso/Ticket € 15/5 Palazzetto Bru Zane h. 19.30
sabsat 22 BARBICAN QUARTET EMANUELE RUGGERO viola Musiche di Haydn, Mozart “Stagione 2020”
ORCHESTRA DI PADOVA p.56 E DEL VENETO GIAMPAOLO PRETTO direttore Musiche di Brahms, Rihm “Stagione 2019/20” Ingresso/Ticket € 32/5 Teatro Mario Del Monaco-Treviso h. 20.45
EMANUIL IVANOV pianoforte Musiche di Beethoven, Ravel “Musikamera” p.55 Ingresso/Ticket € 25/10 Teatro La Fenice h. 20
16
domsun
L’ELISIR D’AMORE (vedi sabato 15 febbraio) “Stagione Lirica e Balletto 2019/2020”
17
lunmon
LETIZIA MICHIELON pianoforte Musiche di Chopin, Beethoven “Carnevale di Venezia 2020” Ingresso/Ticket € 30 Palazzo Labia h. 17
L’ELISIR D’AMORE (vedi sabato 15 febbraio) “Stagione Lirica e Balletto 2019/2020” Ingresso/Ticket € 240/88 Teatro La Fenice h. 19
Ingresso/Ticket € 240/88 Teatro La Fenice h. 15.30
Ingresso libero/Free entry Teatrino Groggia h. 16
25
UN MARI DANS LA SERRURE LISCHEN ET FRITZCHEN Opere buffe in un atto p.21 Musiche di Offenbach, Wachs Romain Gilbert regia “Carnevale di Venezia 2020” Ingresso/Ticket € 15/5 Palazzetto Bru Zane h. 19.30
Ingresso/Ticket € 20/8 Auditorium C. Pollini-Padova h. 20.45
29
sabsat
QUARTETTO DI VENEZIA Musiche di Beethoven “Stagione 2020” HARTMUT HAENCHEN direttore ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO LA FENICE Laura Aikin soprano Anke Vondung mezzosoprano Brenden Gunnell tenore Thomas J. Mayer basso Musiche di Beethoven “Stagione Lirica e Balletto 2019/2020”
martue
L’ELISIR D’AMORE (vedi sabato 15 febbraio) “Stagione Lirica e Balletto 2019/2020” Ingresso/Ticket € 240/88 Teatro La Fenice h. 19
merwed 26 MARTIN OWEN corno FABIOLA TEDESCO violino GIOVANNI BERTOLAZZI pianoforte Musiche di Beethoven, Ligeti “Musica con le Ali” p.55 Ingresso/Ticket € 20 Teatro La Fenice h. 18
giothu 27 SCHERZI MUSICALI Wei-Lian Huang soprano Lies Wyers lirone Philippe Grisvard clavicembalo Nicolas Achten chitarrone Musiche di Caccini, Monteverdi “Musikamera” Ingresso/Ticket € 25/10 Teatro La Fenice h. 20
Ingresso/Ticket € 33/11 Auditorium Lo Squero h. 17
Ingresso/Ticket € 18/16 Teatro Verdi-Pordenone h. 20.30
GÉRARD KORSTEN direttore FEDERICO COLLI pianoforte (vedi giovedì 27 febbraio) “Stagione 2019/20”
Ingresso/Ticket € 33/11 Auditorium Lo Squero h. 17
Ingresso/Ticket € 240/88 Teatro La Fenice h. 19
pianoforte
merwed
lunmon
giothu
FRANÇOIS-FRÉDÉRIC GUY
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IL FRIGORIFERO LIRICO Opera lirica Musiche di Wagner “Carnevale di Venezia 2020”
Ingresso/Ticket € 240/88 Teatro La Fenice h. 19
Ingresso/Ticket € 12/7 Teatro Verdi-Pordenone h. 18
Ingresso/Ticket € 15/5 Palazzetto Bru Zane h. 17
L’ELISIR D’AMORE (vedi sabato 15 febbraio) “Stagione Lirica e Balletto 2019/2020”
Ingresso/Ticket € 25/20 Museo M9-Mestre h. 20.30
L’ELISIR D’AMORE Opera lirica in due atti Musiche di Donizetti Bepi Morassi regia Jader Bignamini direttore “Stagione Lirica e Balletto 2019/2020”
domsun
Ingresso/Ticket € 240/88 Teatro La Fenice h. 17
Ingresso/Ticket € 240/88 Teatro La Fenice h. 19
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23 L’ELISIR D’AMORE (vedi sabato 15 febbraio) “Stagione Lirica e Balletto 2019/2020”
Ingresso/Ticket € 240/88 Teatro La Fenice h. 19
Ingresso/Ticket € 15/10 Chiesa di San Teonisto-Treviso h. 20.30
Ingresso/Ticket € 33/11 Auditorium Lo Squero h. 17
martue
L’ELISIR D’AMORE (vedi sabato 15 febbraio) “Stagione Lirica e Balletto 2019/2020”
L’ELISIR D’AMORE (vedi sabato 15 febbraio) “Stagione Lirica e Balletto 2019/2020”
Ingresso/Ticket € 32/10 Teatro Verdi-Pordenone h. 20.30
sabsat 08 LINA LARSSON soprano ANDREA LUCCHESINI pianoforte Musiche di Schubert, Schumann “Stagione 2020”
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57
Ingresso/Ticket € 88/33 Teatro La Fenice h. 20
:indirizzi AUDITORIUM LO SQUERO Isola di San Giorgio Maggiore www.cini.it AUDITORIUM POLLINI Via C. Cassan 17-Padova www.opvorchestra.it CHIESA DI SAN TEONISTO Via San Nicolò 31-Treviso www.fbsr.it MUSEO M9 Via Pascoli 11-Mestre www.m9museum.it PALAZZETTO BRU ZANE San Polo 2368 www.bru-zane.com PALAZZO LABIA Campo San Geremia www.carnevale.venezia.it TEATRINO GROGGIA Cannaregio 3150 www.comune.venezia.it
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venfri 28 SCHERZI MUSICALI Wei-Lian Huang soprano Lies Wyers lirone Philippe Grisvard clavicembalo Nicolas Achten chitarrone Musiche di Caccini, Monteverdi “Musikamera”
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Ingresso/Ticket € 20/8 Auditorium C. Pollini-Padova h. 20.45
Ingresso/Ticket € 25/10 Teatro La Fenice h. 20
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:cinema Oltre la pellicola
Nel corso degli anni Duemila il numero
dei festival cinematografici ha conosciuto un incremento straordinario. Come emerge dai dati riportati dalla piattaforma FilmFreeway, nel 2019 risultano attivi quasi 8000 festival: un numero due volte superiore a quello rilevato solo dieci anni fa. In pratica, se immaginiamo una durata media di 5-6 giorni per singola kermesse, ogni giorno, compresi Natale e Ferragosto, ci sono più di cento festival cinematografici che proiettano film in ogni angolo di mondo. Negli spazi scelti per le proiezioni si diffondono spirito universale, attenzioni per gli aspetti etici del quotidiano, momenti di dialogo interculturale e si preservano le identità e le culture locali, specie in quei festival dedicati a cinematografie nazionali o frequentati da comunità di spettatori stranieri o immigrati. Queste tendenze di crescita e impatto hanno spinto, negli ultimi dieci anni, studiosi e università internazionali a indirizzare i propri percorsi di ricerca verso i cosiddetti film festival studies, campo di studi interdisciplinari che in Italia, sorprendentemente, non ha ancora profondamente attecchito. L’Università Ca’ Foscari rappresenta la sede ideale per candidarsi come hub italiano degli studi sui festival e colmare questa lacuna, grazie al binomio indissolubile con il Festival cinematografico più importante al mondo e sfruttando il fervore che scandisce la sensibilità culturale dell’Ateneo, testimoniato da rassegne come Incroci di Civiltà, Ca’ Foscari Short o Ruskino e del Nazra Palestine, esaltando un’offerta didattica che forma studenti e studentesse che lavoreranno un domani, in ruoli di responsabilità, proprio nel comparto festivaliero. Reframing Film Festivals è il titolo del convegno che l’11 e 12 febbraio a Venezia (con un fratello gemello in pro-
gramma a Bari il 25 e 26 marzo) si vuole delineare come migliore formula per ospitare relazioni che usano metodologie e teorie differenti, prevalentemente derivate dalle discipline economico-manageriali, filologiche, culturaliste e storiografiche. La conferenza ideata, curata e organizzata da Marco Dalla Gassa (Università Ca’ Foscari di Venezia) e Federico Zecca (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”) in collaborazione con Angela Bianca Saponari (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”) e Andrea Gelardi porta a Venezia personalità come Alberto Barbera, Jay Weissberg, Gian Piero Brunetta, Dina Iordanova, docente dell’Università di St Andrews e general editor della serie monografica Film Festival Yearbooks e Jean-Michel Frodon, ex direttore dei Cahiers du Cinéma, critico e animatore culturale francese. L’11 e 12 febbraio, presso gli spazi del Teatro Ca’ Foscari, spazio a due serate intitolate Carta bianca a… con visioni, racconti, aneddoti e approfondimenti proposti da Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema di Venezia (con l’ausilio delle domande di Giulia Carluccio, presidente della Consulta Universitaria Cinema) e da Jay Weissberg, direttore delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone (con l’ausilio della figura camaleontica di Carlo Montanaro, fondatore e animatore della Fabbrica del Vedere). Quest’ultima serata è inserita nel quadro degli eventi collaterali della mostra Illusions. Nothing is as it seems (CFZ - Cultural Flow Zone fino al 4 aprile), promossa da Science Gallery Venice e vedrà la proiezione di alcuni film dei primi tempi (Méliès, De Chomon e altri) con accompagnamento musicale al pianoforte eseguito dal maestro Giacomo Franzoso. «Reframing Film Festivals» 11, 12 febbraio Università Ca’ Foscari Fb: reframingfilmfestival
What film means
On February 11 and 12, the convention Reframing Film Festivals will receive scholars,
festival producers, curators and their ideas, theories, work methods for a large, multi-voiced debate on different disciplines. The convention, with a continuing session in Bari, Italy on March 25 and 26, is an idea and a production of Marco Dalla Gassa of Ca’ Foscari University in Venice and Federico Zecca of the Aldo Moro University in Bari. Participating discussants will be Jay Weissberg, Gian Piero Brunetta, Alberto Barbera, Dina Iordanova (professor of film studies at the University of St. Andrews and general editor of the Film Festival Yearbooks), Jean-Michel Frodon (French film critic and cultural animator, former director of Cahiers du Cinéma), and others. Film screenings in the current month are, among others, My Home, in Libya, Va’ e gioca, and Novecento at DK Zattere, home to the V-A-C Foundation. An icon of our times, a top model, the face and image of countless covers and fashion photo shootings since the 1960s, the muse of artists and photographers like Warhol, Dalí, Irving Penn, a feminist and a scholar: Benedetta Barzini is celebrated in film by her son, Beniamino Barrese, on February 26 at Teatrino di Palazzo Grassi. The screening of La scomparsa di mia madre will be introduced by Barzini, Barrese, and Maria Luisa Frisa and Gabriele Monti of IUAV University. Cate Blanchett has recently been nominated jury president of the upcoming Venice Film Festival – a high-profile appointment for the worldclass artist, who is also a producer, an environmental activist, and a UNHCR Goodwill Ambassador.
:cinema
intervista 01
Un piccolo passo… A pochi passi dalla Luna. È in questo luogo, poetico e onirico quanto reale e fisico, che M9 ha deciso di condurci con l’inedita mostra Lunar City. Vivi l’esperienza, curata da Alessandra Bonavina (vedi intervista a lato), arricchita dal nuovo ciclo di appuntamenti intitolato per l’appunto Nello spazio – incontri a pochi passi dalla Luna. A partire da febbraio e fino ad aprile, sei giornate-evento permetteranno di approfondire le tematiche della mostra e confrontarsi sulle nuove scoperte scientifiche. Un “viaggio spaziale” unico, in compagnia di astrofisici, divulgatori scientifici, youtuber, chef, artisti e astronauti. E proprio l’esperienza di uno di questi eroi dello spazio dà il via al ciclo di incontri, sabato 8 febbraio alle ore 17. È infatti l’astronauta Paolo Nespoli, il protagonista del primo incontro, durante il quale condividerà con il pubblico l’avventura più straordinaria dell’umanità: oltrepassare l’ultimo confine della Terra, svelando il proprio vissuto a pochi metri dalla Luna. Alle ore 19, al terzo piano di M9, il regista e videoartista Massimo Iaquone inaugura la videoinstallazione site-specific Nello spazio, che trasforma le architetture dello stesso museo in arte, ponendo l’osservatore al centro dell’opera, mentre un flusso ininterrotto di immagini e suggestioni sonore, lo accompagnano poeticamente in dimensioni esistenziali e metafisiche. Contestualmente, l’astrofisica veneta Sara Buson illustrerà il traguardo scientifico che ha recentemente raggiunto: la straordinaria scoperta della prima sorgente di neutrini cosmici, provenienti da un lontanissimo buco nero. C.S. «Nello spazio – incontri a pochi passi dalla Luna» 8 febbraio h. 17 M9 – Museo del ‘900-Mestre www.m9musem.it
Che fai tu Luna in ciel?
Con Alessandra Bonavina, sulla Luna e ritorno universale hanno dedicato versi alla Luna. Perché secondo Lei questa ‘attrazione fatale’ verso il nostro satellite? Perché è un satellite misterioso, anche la sua origine lo è. Perché non abbiamo mai visto l’altra faccia, quella oscura. Perché influenza la Terra. E poi perché è davvero bella, a volte io stessa mi incanto a guardarla per lunghi momenti.
Dopo essere stato presentato in anteprima a Venezia e Roma, Lunar City, il docufilm di Alessandra Bonavina esce nelle sale cinematografiche. Una passione autentica, quella della regista, per la Luna e per le esplorazioni spaziali che la hanno portata a raccontare per immagini anche il lavoro dell’astronauta Paolo Nespoli. Bonavina inoltre è la curatrice della mostra in corso di svolgimento all’M9 Lunar City. Vivi l’esperienza, un viaggio secondo tutti i crismi della scienza, con la forza attrattiva di un percorso che sa affascinare e incuriosire il visitatore alla scoperta dei misteri e delle curiosità della Luna e del sistema solare. Un’occasione unica per conoscere, attraverso un percorso video-fotografico e immersivo il passato, ma soprattutto il futuro, dell’esplorazione spaziale. A seguire il racconto di Alessandra Bonavina sul suo lavoro.
Lunar City. La Luna che verrà è il titolo del suo documentario, in uscita il 17 febbraio. Ci parli del suo lavoro. Lunar City è un documentario che celebra il cinquantenario dello sbarco sulla Luna di Neil Armstrong, avvenuto il 20 luglio
1969. Da quel momento in poi la tecnologia ha fatto passi da gigante, superando confini, sfide e raggiungendo grandi traguardi, tra cui nuove scoperte. Dando uno sguardo al passato e al presente, il docu-film si rivolge al futuro, nel quale l’uomo sembra destinato a far ritorno sul satellite, questa volta con una nuova missione, quella di restare. L’intento è quello di costruire una Stazione Spaziale cisLunare che permetta agli astronauti di raggiungere il nostro satellite e da lì esplorare lo spazio interplanetario, così da cambiare l’odierna visione del mondo. Attraverso interviste alle figure chiave impegnate nelle prossime missioni lunari sarà spiegato come, in un futuro non così lontano, con una Stazione Spaziale in cislunare gli astronauti potranno partire dal pianeta Terra con una normale capsula Orion, attraccare dopo qualche giorno al Gateway e poi far rotta verso lo spazio interplanetario a bordo del Transport. Lei ha una vera passione per lo spazio e la mostra all’M9 testimonia al meglio la sua propensione a raccontare in maniera scientifica e coinvol-
gente questo tema affascinante, di cui il cinema si è spesso occupato regalandoci autentici capolavori. Quale film per Lei racconta al meglio lo spazio? Come è nata questa passione? Ci sono diversi film che raccontano in modo corretto lo spazio, questo perchè i registi spesso non hanno usato solo la propria fantasia ma si sono ispirati alle innovazioni che erano in corso, tenendo sempre come consulenti la NASA e le agenzie spaziali, cito fra tutti Gravity e The Martian. Io ho avuto un team di lavoro composto da persone delle agenzie spaziali, dell’Agenzia Spaziale Italiana in particolare, della NASA e astronauti che hanno supportato il mio lavoro rendendolo a tutti gli effetti “documentario scientifico” ma allo stesso tempo fruibile da un pubblico più generico, sdoganando di fatto gli ambiti meramente scientifici. Sarebbe troppo lungo raccontare come sono entrata in contatto con il mondo dello spazio: dico solo che è stato un caso, ma oggi sarebbe impossibile per me farne a meno. Ariosto, Leopardi, Saffo, García Lorca, d’Annunzio e molti altri grandi della letteratura
La mostra all’M9 racconta il passato e il futuro dei viaggi spaziali. Lei salirebbe sull’Orion per andare sulla Luna? Come si potrebbero riassumere i temi principali della mostra Lunar City? Sicuramente, partirei subito! Adesso che inizieranno i viaggi turistici nello spazio si potrà fare davvero. La mostra racconta il passato con l’esperienza virtuale sulla Luna, i video e le immagini degli archivi NASA originali, il presente con la Stazione Spaziale Internazionale e la realtà virtuale del modulo Columbus attraverso tutto quello che si sta facendo per le prossime missioni nel 2024 sulla Luna e su Marte e attraverso un’ulteriore realtà virtuale dedicata al Pianeta Rosso e alla serra spaziale. Ci tengo a confermare che è un’esperienza scientifica autentica, tutto quello che è presente in mostra è convalidato delle agenzie spaziali e dagli enti di ricerca che ne fanno parte, tutte le esperienze sono realistiche, compresa quella del Columbus, che è un vero simulatore di realtà virtuale utilizzato dalle aziende aerospaziali. L’uso della tecnologia per raccontare tutto ciò lo rende innovativo e lo avvicina al linguaggio dei giovani. Fabio Marzari Lunar City. La Luna che verrà Dal 17 febbraio al cinema www.culturavenezia.it/cinema
:cinema
a cura di Loris Casadei
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La cultura è di casa
Leggi di mercato
DK Zattere è un nuovo format non espositivo del Palazzo delle Zattere, il quartier generale veneziano della Fondazione VA-C. La sigla DK deriva dal russo ‘Dom Kultury’, che significa ‘Casa della Cultura’, in epoca sovietica, istituzioni ibride a metà tra centri sociali, gallerie, teatri, laboratori, biblioteche e sale concerti. La Fondazione V-A-C ne ha creata una nel sestiere Dorsoduro, dedicata alla metodologia di costituzione della comunità, alle migrazioni, all’accoglienza, ad una formazione alternativa e a nuovi format di presentazione della cultura. DK Zattere ospiterà diversi tipi di attività, quali laboratori tematici, corsi di yoga, un’installazione sonora immersiva, proiezioni cinematografiche,
esibizioni dal vivo, un’area lettura e di co-working e una presentazione di GES-2, futura sede della V-A-C a Mosca. Il comparto cinematografico nel mese di febbraio conta tre pellicole proiettate lungo l’arco del mese: presentato per la prima volta a Venezia, My Home, in Libya narra la storia del bisnonno della regista Martina Melilli trasferitosi a Tripoli negli anni ’30, quando la città era ancora una colonia italiana. Va’ e gioca parla invece di Grisha, un bambino russo-tedesco, che gioca vicino casa con un bastoncino di legno per pistola, fingendo
di essere un soldato. Più a lungo gioca e più si addentra nel bosco, più è come spinto in una realtà alterata. Spazio poi alla versione restaurata di Novecento: la storia di Olmo e Alfredo, dalla loro infanzia fino alla mezza età, dal primo mese del XX secolo fino all’aprile 1945. Nonostante la loro amicizia, i due appartengono a classi sociali diverse: uno è contadino mentre l’altro proviene da una famiglia di ricchi proprietari terrieri. «Cine Club Parte 3: Memoria» 8-25 febbraio DK Zattere www.v-a-c.ru
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Chi l’ha vista? Benedetta Barzini, essenziale invisibile agli occhi Un’icona del nostro tempo, top model, volto di innumerevoli copertine e servizi fotografici delle più prestigiose riviste di moda dagli anni ‘60, musa di artisti e fotografi come Warhol, Dalì e Irving Penn, femminista e docente universitaria, da sempre in lotta contro gli stereotipi della rappresentazione femminile nella moda. Il 26 febbraio al Teatrino di Palazzo Grassi Maria Luisa Frisa e Gabriele Monti di IUAV, corso di Design della moda, presentano il pluripremiato documentario di Beniamino Barrese, figlio della Barzini, dal titolo La scomparsa di mia madre, alla presenza del regista e della protagonista. Sin dai tratti somatici Benedetta Barzini è caratterizzata da
un’espressività intensa, era ed è soprattutto una donna di grande carattere che ha fatto propria la cultura femminista sulla cui rielaborazione ha fondato sia la propria attività di giornalista e il rapporto con il mondo. Il film parte proprio dalla decisione della madre di abbandonare la vita che finora ha fatto e scomparire al mondo, in un luogo da non rivelare a nessuno. Un ultimo atto di ribellione contro il mondo che va in una direzione a lei poco congeniale, in un meccansimo di rigetto verso l’immagine e la rappresentazione del corpo attraverso l’immagine, insanabile ma stimolante contraddizione tra il suo lavoro passato e in parte anche presente e il suo pensiero.
Il film del figlio indaga su questa spaccatura, che si fa profonda e diventa il residuo irrisolto del loro rapporto in un accomodamento del tutto provvisorio, precario. Una scelta che, spiega Benedetta Barzini: «Consiste nell’andare in un mondo contrario a quello che ho vissuto fino adesso. Vivo in un mondo in cui tutto è delegato alla fotografia, non alla memoria. (…) A me interessa, semmai, le cose che non si vedono, non quelle che si vedono. La mia persona non è fotografabile». F.M. «La scomparsa di mia Madre» 26 febbraio Teatrino di Palazzo Grassi www.palazzograssi.it
Ottobre 1945. La guerra è finita da poco, ma la situazione politica ed economica rimane instabile. «Il Gazzettino» stampa ad unico foglio e la qualità della carta non è ottimale. Molto spazio è occupato da ciò che può dare immediati incassi, pubblicità ed inserzioni. Alcune molto curiose, a interpretazione maliziosa si potrebbe prestare la notizia della perdita di una gonna blu a San Lio, o la scarpetta di vernice dimenticata al Malibran. Un padre commerciante offre a giovane onesto la propria figlia, con annessa dote. La Francia spedisce navi militari in Indocina per ristabilire la sua sovranità e Edoardo di Windsor viene menzionato quale possibile nuovo re di Palestina. Da noi fa più notizia la sparizione di un intero carico di caffè provenente dal Brasile dirottato sul mercato nero, perdita grave dopo anni di autarchico caffè di cicoria o la partenza verso il Brasile di un piroscafo con 58 donne italiane che hanno sposato soldati sudamericani. Quarti di pagina occupano per più giorni il foglio con notizie di arresti di separatisti siciliani. Preoccupazione a Venezia anche per il minacciato trasferimento della Biennale a Roma per essere fagocitata dalla Quadriennale. Anche il cinema vive un periodo difficile, talvolta in carenza di spazio non viene neppure indicata la programmazione. Prevalgono pellicole di secondo ordine, che restano solo pochi giorni. Il mercato sembra distribuito con equivalenza tra pellicole americane degli inizi anni ‘40 e produzione sovietica. Il titolo più gettonato sembra essere Rage in Heaven del 1941 con Ingrid Bergman e Robert Montgomery, ma anche Giorni e Notti, prima pellicola sovietica su Stalingrado riceve molta attenzione, così come la rivisitazione della vita di Gorkij con la regia di Mark Donskoy. In realtà a guardare gli incassi gli italiani continuano a preferire di nascosto le pellicole italiane. Addio amore con Clara Calamai tratto da un romanzo della Serao è molto apprezzato, anche se Raul Radice del «Corriere della Sera» sembra attribuire parte del successo al bel petto, generosamente mostrato, della Calamai. È di produzione nel 1942 con regia di Vittorio De Sica, che compare anche come attore in un piccolo cameo nei panni di Nino Bixio, Un garibaldino al convento, che consiglio di vedere, adatto a qualunque età, gratuito su YouTube. Bella e pulita la regia, sempre vivace il ritmo, pieno di velate e meno velate canzonature ai miti dell’epoca, una recitazione moderna e non retorica, un’ironia che volge lo sguardo anche allo stesso film e che non cade mai nella tentazione del melodrammatico. Solo il 26 dicembre compare sugli schermi veneziani, accolto agli inizi molto tiepidamente Roma città aperta di Rossellini scritto con la collaborazione di Federico Fellini e Aldo Fabrizi, il capolavoro che inaugurerà la stagione del Neorealismo italiano. Non sono ancora spenti i ricordi dell’amicizia di Rossellini con il figlio del duce Vittorio e la sua firma alla trilogia della guerra fascista La nave bianca (1941), Un pilota ritorna (1942), e L’uomo della croce (1943). In particolare quest’ultimo, poco studiato e analizzato, dedicato ad un cappellano militare, Reginaldo Giuliani, ardito della prima ora, morto nella guerra di Etiopia, nella finzione trasportato nella campagna di Russia, contiene già molte delle caratteristiche che saranno poi riconosciuti come tratti salienti di Rossellini. Come scrive Gianni Rondolino: «Il regista è interessato in primo luogo al comportamento dell’uomo in determinate condizioni storiche e sociali e pertanto usa il cinema come eccellente mezzo di rivelazione, di documentazione di quel comportamento. Una volta delimitato l’ambiente, egli si limita a registrare le reazioni del personaggio per coglierne l’autenticità».
:supervisioni
V-A-C, ogni cosa al proprio posto
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Fuori dal tempo
Ridi, pagliaccio…
Dietro la quinta
Cronache di un futuro passato
Facce conosciute sulla rotta Venezia-Los Angeles
The Walking Dead ad Albuquerque
In questo prezioso volume i due autori, Filippo Ulivieri, che cura dal 1999 il sito archiviokubrick. it, e Simone Odino, che dal 2013 gestisce il sito 2001italia.it, sono andati a scavare, con cura maniacale, tra i carteggi, le note di produzione, le bozze di sceneggiatura e molti altri materiali presenti allo Stanley Kubrick Archive dell’Università di Londra ed alla Arthur C. Clarke Collection of Sri Lanka dello Smithsonian Institution di Washington. Ne esce un racconto entusiasmante sulla realizzazione epica di un film che è stato uno spartiacque nella Storia del cinema, opera che ha catapultato la visione cinematografica a livelli mai raggiunti in precedenza. Partendo da quel cruciale pranzo del 17 febbraio 1964, dove Roger Caras suggerisce a Kubrick di contattare lo scrittore di fantascienza Clarke per sviluppare una storia da portare sul grande schermo, si dipana un lungo e tortuoso percorso creativo: un anno intero per scrivere una storia solida e quattro anni per realizzare il lungometraggio in Cinerama. All’uscita al cinema nell’aprile del 1968, l’alto numero di critiche negative iniziali non impediscono al film di diventare qualcosa che travalica lo stesso concetto di opera cinematografica: lo spettatore viene immerso in un’esperienza sensoriale unica ed inimitabile. Da lì in avanti, chiunque abbia voluto affrontare la fantascienza, come genere cinematografico, ha dovuto fare i conti con questo capolavoro. Andrea Zennaro 2001 tra Kubrick e Clarke di Filippo Ulivieri, Simone Odino-StreetLib
È Joker di Todd Phillips e Joaquin Phoenix, già Leone d’oro a Venezia 76, il film che ha conquistato il maggior numero di nomination per gli Academy Awards 2020. Undici candidature, compresa quella, scontata, per l’attore. Sarà una gara a quattro, come testimoniano le dieci nomination conquistate dal terzetto C’era una volta... a Hollywood di Quentin Tarantino, 1917 di Sam Mendes e The Irishman di Martin Scorsese, tutti in lizza sia per il miglior film che per la miglior regia, dove è in gara anche Bong Joon-ho con Parasite. Un percorso piacevolmente segnato, quello del film di PhillipsPhoenix, che fin dalla prima proiezione al Lido aveva colpito come un pugno nello stomaco pubblico
e critica grazie ad una regia incalzante e un Joaquin per l’ennesima volta in stato di grazia. Un’edizione al passo coi tempi, lo dimostrano le 24 candidature trasversali raccolte da Netflix, grazie agli exploit di The Irishman con il suo cast stellare PacinoDeNiro-Pesci e alla grande prova attoriale di Adam Driver e Scarlett Johansson in Marriage Story di Noah Baumbach, con la Johansson impegnata nella doppia competizione: protagonista per questa dolorosa storia di separazione e non protagonista per il sorprendente Jojo Rabbit. Su questo stesso binario troviamo affiancati i componenti di un autentico tandem da sogno, Leonardo DiCaprio e Brad Pitt, che diretti da Tarantino in C’era una
volta... a Hollywood ci portano nella Los Angeles del 1969 per una storia che sa di metacinema in cui DiCaprio è Rick Dalton, attore arrivato al successo con una serie western negli anni ’50, che in compagnia della fedele controfigura Cliff Booth (un Brad Pitt sempre e comunque convincente) deve fare i conti con il crocevia cruciale della propria carriera, tra fama e oblio. Un destino che le due stelle di Hollywood, nella vita vera, hanno già scongiurato da un pezzo. Davide Carbone 92. Academy Awards 9 febbraio Dolby Theatre-Los Angeles oscar.go.com
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Un Orso in sala Berlino, settant’anni di cinema Sarà My Salinger Year ad aprire la 70.ma edizione del Festival di Berlino, in programma dal 20 febbraio all’1 marzo. Il film, scritto e diretto da Philippe Falardeau, è interpretato da Margaret Qualley (recentemente vista in C’era una volta... a Hollywood) e Sigourney Weaver che vestiranno i panni di una giovane segretaria e di un’agente letteraria incaricate di seguire la corrispondenza di J.D. Salinger. «Siamo felici di aprire un’edizione tanto importante con una storia di formazione - spiega l’italiano Carlo Chatrian, al primo anno da direttore artistico - con una protagonista dal punto di vista fresco, ma non affatto ingenuo. Philippe Falardeau raffigura il pic-
colo mondo letterario di New York degli anni ‘90 con umorismo e una nota dolce, non dimenticando mai il secolo in cui viviamo o il ruolo unificante che l’arte svolge in tutte le nostre vite. Non vediamo l’ora di accogliere Margaret Qualley e Sigourney Weaver e gli altri membri del grande cast e della troupe». Il compito di presiedere la giuria spetta a Jeremy Irons, ospite della Berlinale per la prima volta nel 2011, accompagnando Margin Call di J.C. Chandor, in concorso. L’attore ha fatto ritorno al festival nel 2013 con Treno di notte per Lisbona di Bille August, presentato fuori concorso. Ci sono due film italiani in concorso alla Berlinale quest’anno:
Favolacce, di Damiano e Fabio D’Innocenzo, e Volevo nascondermi di Giorgio Diritti: quest’ultimo porta al cinema la storia di Antonio Costa, conosciuto come Ligabue, immaginifico pittore dalla tragica vita nato in Svizzera e cresciuto a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia, dove è morto nel 1965. L’artista, affetto da rachitismo e soggetto ad attacchi di ira talmente violenti da richiederne il ricovero psichiatrico, è impersonato da Elio Germano, uno dei nostri grandi trasformisti. 70. Berlinale 20 febbraio-1 marzo Berlino www.berlinale.de
L’uscita della quinta stagione (di poco fa l’annuncio che la sesta sarà la conclusiva) di Better Call Saul, spin-off/prequel della serie culto Breaking Bad, pone delle questioni visivo-filologiche assai interessanti. Le avventure dell’avvocato Saul Goodman, pseudonimo di Jimmy McGill, che seguiamo dalla loro genesi professionale fino al passaggio al lato oscuro criminale, si sviluppano in un periodo che precede di alcuni anni la storia narrata nella serie madre: il protagonista interagisce con personaggi che, per la maggior parte, sono stati uccisi in Breaking Bad, molti per mano di Walter White. Di stagione in stagione, quindi, gli attori sono visivamente sempre più vecchi nel ‘passato’ e, visto il lavoro fatto da Scorsese per il suo The Irishman, in molti potrebbero rivendicare una sorta di lifting digitale per ringiovanire i personaggi. Ma la storia è talmente avvincente e gli attori all’altezza dei controversi ruoli che lo spettatore sta al gioco, lasciandosi affabulare dal racconto per immagini. Tutti questi ‘morti che camminano’ attorno a Saul Goodman hanno ancora molto da dire e gli ideatori Vince Gilligan e Peter Gould sapranno costruire ancora intricate trame dallo svolgimento imprevedibile ed appassionante. Andrea Zennaro
Better Call Saul Dal 23 febbraio su Netflix www.netflix.com
a cura di Marisa Santin
La Regina e il Leone Produttrice cinematografica, attrice per il grande schermo e per il teatro, attivista per la causa dell’ambiente, ambasciatrice dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR): a Cate Blanchett il compito di scegliere il prossimo Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia. L’anno scorso era sul red carpet di Joker in uno splendido abito nero; due anni prima prestava la voce alla visione filosofica-evoluzionistica di Terrence Malick Voyage of Time. Ma il suo legame con Venezia inizia molto prima, nel 1998, con Elisabeth di Shekhar Kapur, film che la impose come interprete di grande talento e raffinatezza. E poi di nuovo nel 2007, quando vinse la Coppa Volpi per il suo ruolo nel film corale di Todd Haynes sulla vita di Bob Dylan. Corteggiata e ammirata dai più grandi registi da oltre due decenni, di sé ha detto: «Dopo tanto tempo sotto l’occhio del pubblico ho capito che la sfida è quella di essere duri fuori ma sensibili dentro, diventare coraggiosi e senza paura, ma rimanere vivi».
Elisabeth (1998) + Elisabeth: The Golden Age
di Shekhar Kapur (2007) Raffinata ed eterea: Cate Blanchett è perfetta nei sontuosi panni di Queen Elisabeth I. Nel primo film, la corte è avvelenata dalle cospirazioni di chi vorrebbe la cattolica Mary di Scozia salire al suo posto sul trono d’Inghilterra. Nel sequel, Elisabeth, dovrà indossare l’armatura e arringare il suo esercito alla battaglia contro l’Invincibile Armata di Filippo II di Spagna.
Il talento di Mr. Ripley
di Anthony Minghella (1999) Un cast di talenti per uno dei film più amati degli anni ’90: Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Jude Law, Philip Seymour Hoffman e Cate Blanchett si muovono come pedine su una scivolosa scacchiera fatta di intrighi e inganni, in attesa dell’ultima mossa. Il personaggio di Meredith Logue, non presente nell’omonimo romanzo di Patricia Highsmith, fu aggiunto da Minghella appositamente per lei.
Trilogia de Il Signore degli Anelli
di Peter Jackson (2001-2003) «Di Peter Jackson conoscevo i film splatter pieni di zombie, e io adoro gli zombie. Ero convinta che il suo spiccato senso per il disgustoso avrebbe funzionato bene con Tolkien». Regista, attrice e… scrittore si incontreranno di nuovo un decennio più tardi per la trilogia de Lo Hobbit.
:cinefacts
The Aviator
di Martin Scorsese (2004) Il film ripercorre la vita di Howard Hughes (Leonardo DiCaprio), produttore cinematografico di successo e magnate dell’aviazione. Il ruolo di Katharine Hepburn, che ebbe con Hughes una tormentata relazione, valse a Blanchett un Oscar come Migliore attrice non protagonista, il primo della sua carriera.
Io non sono qui
di Todd Haynes (2007) Unico alter ego donna fra i sei scelti da Haynes per svelare una delle personalità più carismatiche e ineffabili dei nostri tempi. Cate Blanchett partecipa ad un film singolare e corale che ripercorre alcune fasi decisive della vita di Bob Dylan.
:filmdelmese
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Triste ritornello Maledette, vecchie abitudini Il secondo ciclo di proiezioni della rassegna Paesaggi che cambiano, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, prosegue la riflessione sul tema dell’attuale crisi climatica, attraverso lo sguardo del cinema “narrativo”. Il 12 febbraio ecco Le mani sulla città di Francesco Rosi: in questo racconto esemplare, quasi un reportage sull’Italia del boom economico, l’ambiente e i personaggi (senza scrupoli, come Nottola, interpretato da un sanguigno Rod Steiger, o combattivi come il consigliere De Vita, interpretato dal sindacalista Vito Fermariello) rinviano alla cronaca del tempo, ma anche alle costanti della storia italiana. Politica ed economia si sostengono a vicenda e si coprono, grazie alla carenza del controllo dei cittadini, della società civile. Due settimane dopo viene proiettato negli Spazi Bomben della Fondazione Benetton Promised Land di Gus Van Sant, del 2012. La “terra promessa” è quella di una non specificata zona agricola degli USA, i cui abitanti, proprietari coltivatori in crisi, vengono contattati da una compagnia che estrae idrocarburi attraverso il fracking perché vendano i loro campi, ormai in perdita, con la promessa di realizzare guadagni altissimi. Il film di Gus Van Sant, alla cui sceneggiatura ha collaborato anche l’interprete Matt Damon, è un tipico esempio di cinema dell’impegno civile, genere che Hollywood porta avanti da sempre.
Blue Jasmine
di Woody Allen (2013) Con Woody Allen arriva anche l’Oscar come Miglior attrice protagonista. Blue Jasmine è una donna dell’upper class newyorkese, elegante e apparentemente molto sicura di sé. Quando il suo mondo crolla a causa dei guai finanziari del marito, cominciano ad andare in frantumi anche tutte le sue illusioni di una vita perfetta.
:cinema
«Paesaggi che cambiano» 12, 26 febbraio Spazi Bomben-Treviso www.fbsr.it
BIRDS OF PREY E LA FANTASMAGORICA RINASCITA DI HARLEY QUINN Regia di Cathy Yan Con Margot Robbie, Mary Elizabeth Winstead, Ewan McGregor, Derek Wilson, Matthew Willig
Conclusa la storia col suo amato Joker, Harley Quinn cerca di superare la rottura come tutte le donne: ovvero annegando i dispiaceri in cibo spazzatura e cercando qualche brivido scoppiettante. Una volta messo un cerotto sul cuore spezzato, la folle antieroina si ritrova a Gotham per la prima volta sola… Dal 6 febbraio
IL RICHIAMO DELLA FORESTA Regia di Chris Sanders Con Karen Gillan, Harrison Ford, Dan Stevens, Jean Louisa Kelly, Omar Sy
Basato sull’omonimo romanzo di Jack London, la storia di un cane di nome Buck, che vive come animale domestico in California, conducendo un’esistenza tranquilla. Per una serie di tristi eventi, durante la Gold rush del 1890, Buck si ritrova a dover affrontare il selvaggio territorio dell’Alaska e la sua vita cambia drasticamente… Dal 20 febbraio SI VIVE UNA VOLTA SOLA
IL LADRO DI GIORNI
Regia di Carlo Verdone Con Carlo Verdone, Anna Foglietta, Rocco Papaleo, Max Tortora
La storia di Salvo, un ragazzo di undici anni che vive in Trentino con gli zii. Non vede suo padre Vincenzo da sette anni, dal giorno in cui fu portato via dai carabinieri dalla loro casa in Puglia. Ora Vincenzo ha scontato la sua pena, e uscito di prigione decide di andare a trovare Salvo in Trentino proprio il giorno della sua prima comunione… Dal 6 febbraio
Umberto, Lucia, Amedeo e il suo assistente Corrado sono tanto brillanti in sala operatoria quanto problematici, irrisolti e paranoici nel loro privato. La loro vita viene scandita anche dai continui scherzi con cui gli altri tre tartassano da sempre il povero Amedeo, uomo di buon cuore e piuttosto boccalone… Dal 27 febbraio
GLI ANNI PIÙ BELLI
Regia di Giorgio Diritti Con Elio Germano, Oliver Ewy, Paola Lavini, Gianni Fantoni, Andrea Gherpelli
Regia di Guido Lombardi Con Riccardo Scamarcio, Massimo Popolizio, Giorgio Careccia, Vanessa Scalera, Augusto Zazzaro
Regia di Gabriele Muccino Con Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Emma Marrone
La storia di un gruppo di quattro amici, formato da Giulio (Favino), Gemma (Ramazzotti), Paolo (Rossi Stuart) e Riccardo (Santamaria). La loro amicizia dura da ben 40 anni, esattamente dal 1980 a oggi, attraversando l’adolescenza fino all’età adulta. La piccola comitiva ha affrontato cose belle, come speranze e successi, e momenti brutti, dovuti a delusioni e fallimenti… Dal 13 febbraio
VOLEVO NASCONDERMI
Biopic sulla vita di Antonio Ligabue, grande pittore naif emiliano, figura di rilievo dell’arte contemporanea e internazionale. Ligabue amava dipingere leoni e giaguari, gorilla e tigri, tra gli sterminati boschi di pioppi, sulle banchine del fiume Po, cercando nella pittura un rifugio da una vita che è sempre stata molto complicata… Dal 27 febbraio
design by
Fabio Fornasier info@lu-murano.it www.lu-murano.i
con Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Valerio Mazzucato, Lucia Schierano e con gli attori della compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto Simone Babetto, Andrea Bellacicco, Maria Celeste Carobene, Eleonora Panizzo, Cristiano Parolin, Federica Chiara Serpe, Leonardo Tosini
Non è Carnevale senza Carlo Goldoni! Non perdetevi la commedia prodotta dal Teatro Stabile del Veneto per un’autentica serata di festeggiamenti veneziani! ven
dom
21 → 23 febbraio
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prosa, danza, cabaret drama, ballet, cabaret
:theatro Al di là del mito
È dal tempo di Platone che il mito
di Atlantide, l’isola-continente abitata da una civiltà evoluta e prospera, tragicamente affondata nel corso di una notte, esercita il suo fascino sugli uomini. Continua a farlo ancora oggi: sabato 8 febbraio, all’interno della stagione Ancóra grandi del Teatrino Groggia, diretta da Mattia Berto, va in scena Memorie di Atlantide, il nuovo spettacolo di teatro canzone scritto e interpretato dal veneziano Giovanni Dell’Olivo, cantautore e interprete di musica popolare, suonatore di chitarra, oud, saz, bouzuki,
di Livia Sartori di Borgoricco mandolino, charango e ukulele. Ad accompagnarlo sul palco è il suo storico gruppo, il Collettivo di Lagunaria, un gruppo di musicisti che si occupa da oltre dieci anni di musica popolare veneziana in chiave di contaminazione con generi differenti, provenienti dal bacino mediterraneo, con l’aggiunta della performer Arianna Moro e della regia di Vito Lupo. Certo che parlare di Atlantide adesso, a Venezia, proprio hic et nunc, un suo peso ce l’ha, con lo stato di (non) salute della città all’ordine del giorno, a poco tempo dall’acqua granda di novembre, con la sensazione sempre più frequente che questo piccolo continente di fragile e infinita bellezza ci stia come sfuggendo dalle mani, prossimo alla sommersione, reale o metaforica che sia. Seguendo un’alternanza di canzone e racconto cara all’autore e già sperimentata in altri lavori come Kociss, Mude da Mar e Addio a Ulisse, Memorie di Atlantide è teatro musicale che racconta antichi e nuovi naufragi:
Atlantide è una distopia dell’anima dell’autore ma anche dell’anima collettiva di una generazione e dei suoi sogni di giustizia ed uguaglianza sociale, infranti, perduti in fondo al mare come, appunto, dopo un naufragio. La fine tragica di Atlantide è la fine dell’idea stessa di società aperta e inclusiva, colata a picco in una tempesta di nàufraghi, migranti e respingimenti. Ma Atlantide è anche la Venezia dell’infanzia dell’autore, luogo che è stato sommerso e dimenticato dall’egoismo di ciascuno dei suoi abitanti “per nostra propria mano” – così come è accaduto alla città mitologica, nel racconto di uno dei tritoni sopravvissuti alla sommersione. Ad accompagnare il racconto tredici brani: undici composizioni originali e due traduzioni e ri-arrangiamenti di brani celebri del cantautorato francese, da Jacques Brel a Georges Brassens. Per Memorie di Atlantide il Collettivo è formato da Giovanni Dell’Olivo alla chitarra classica, bouzouki, voce cantante e narrante, Alvise Seggi al contrabbasso, Stefano Ottogalli alla chitarra classica, Walter Lucherini alla fisarmonica e Serena Catullo voce, e in questa edizione si arricchisce di due artisti d’eccezione: l’attrice di cinema, performer teatrale e vocalist Arianna Moro e il noto prestigiatore e regista di spettacoli musicali newyorkese Vito Lupo, americano di origini italiane. Memorie di Atlantide è dedicato alla memoria di Bernardo Cinquetti, cantautore parmigiano e caro amico dell’autore, recentemente scomparso. Memorie di Atlantide 8 febbraio Teatrino Groggia www.mpgcultura.it
A long story of myth
Since the time of Plato, the myth of Atlantis has fascinated generations of people, and
still does. On February 8, as part of the Ancóra grandi programme at Teatrino Groggia, Giovanni Dell’Olivo will perform in Memorie di Atlantide, which he also authored. The piece, in prose and song, will see Dell’Olivo accompanied by guitar, oud, saz, bouzouki, mandolin, charango, and ukulele players. The artist and his band, the Lagunaria collective, have been playing Venetian folk music for years now, and contaminated it with different styles from around the Mediterranean region. On to ballet: Duse by the Hamburg Ballet will be staged on February 5 and 9 at Fenice Theatre. The piece is not a biography of Eleonora Duse, but rather a portrait in dance of features of her characters. For his ‘choreographic fantasies’, John Neumeier took inspiration from a few episodes in the life of the great Duse, an artist who influenced Rainer Maria Rilke, Isadora Duncan, Arrigo Boito, and Gabriele D’Annunzio. At Goldoni Theatre on February 6, Nudità is the brainchild of choreographer and dancer Virgilio Sieni and Mimmo Cuticchio. On February 24, Winners Gala will unite the winners of the XIII Russian National Ballet Competition for an unforgettable night of traditional and folk dance, modern dance, and classical ballet. The prose programme at Goldoni lists an international appointment with Caída del cielo by Rocío Molina, on stage from February 27 to March 1. A choreographer and bailadora, Molina has been called an iconoclast for her desecrating attitude. Born in 1984, Rocío Molina is one of the most applauded artists of flamenco malagueño of the last 100 years.
a cura di Loris Casadei
VIRGILIO SIENI / MIMMO CUTICCHIO Nudità
:theatro Incontro al vertice tra il coreografo danzatore già direttore della Biennale Danza 2013–2016, e il re dei cantastorie e dei pupi siciliani. Sarebbero di certo spettatori e critici interessati il Diderot del Paradosso sull’attore e il Gordon Craig della Supermarionetta. Virgilio Sieni è uno dei coreografi più importanti nel panorama del contemporaneo in Italia e in Europa. Definito da Pontremoli il “poeta del gesto”, noi lo abbiamo sempre visto come infaticabile promotore di socialità, condivisione e creazione. Ricordiamo Di fronte agli occhi degli altri (2012), dove protagonisti erano parenti di vittime di catastrofi naturali o atti criminali. Fondatore dell’Accademia sull’arte del gesto, è sempre attento al processo di trasmissione, da come il movimento accennato di un arto si trasmetta a tutto il corpo sino a divenire contatto, quasi tattile, con l’Altro. Che venga definito ascolto o meditazione «è il pubblico che guarda che fa esperienza del movimento». Secondo Sieni, nella danza una coreografia va ripetuta estenuantemente a memoria sino a diventare automatica, solo così si aprono nuovi spazi. Incontro concettuale e di gesti al cuore della sua ricerca quindi è quello con Mimmo Cuticchio, erede della più importante famiglia di pupari siciliani, attore e cantastorie, anima del Teatro all’Olivella a Palermo. Nello spettacolo Nudità s’imporranno ripetizioni di gesti, in una sfida al termine della quale sarà difficile individuare un vincitore. 6 febbraio h. 20.30 | Teatro Goldoni
WINNERS GALA
:evoluzioni
La Russia della danza contemporanea non ha grande riscontro in Occidente, nonostante l’operatività di importanti compagnie a Perm, Ekaterinburg, Chelyabinsk o dello stesso Balletto di Mosca. Il gradimento internazionale è per il balletto classico, al Mariinsky come al Bolshoi, in spettacoli ammirati ed esportati in tutto il mondo. Un’occasione unica e rara per un’esplorazione diversa è il Winners Gala. Protagonisti sono i premiati della più importante manifestazione di danza in Russia, istituita nel lontano 1969, che si svolge ogni quattro anni. L’ultima edizione, la XIII, è stata nel 2017, ancora diretta da Yury Grigorovich, celebrato coreografo e ballerino ormai novantatreenne. Sono stati accolti 200 danzatori da tutto il mondo, divisi in quattro categorie: ballet dancers, coreografi, solisti e duetti, a loro volta suddivisi in classi senior e junior. Libero lo stile di danza, dal classico al contemporaneo, al folclore nazionale. Concorso di grande merito, la Russian National Ballet Competition ha rivelato nel passato grandi talenti, fra tutti, Vladimir Vasiliev, indimenticabile protagonista della versione cinematografica de La Traviata di Zeffirelli nel 1982, aiutato nella coreografia da Maurice Bejart, così come il conosciutissimo Mikhail Baryshnikov, poi divenuto il primo ballerino dell’American Ballet Theatre e attore in numerosi film e serie tv, tra cui Sex and the City. 24 febbraio h. 20.30 | Teatro Goldoni www.teatrostabileveneto.it
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Gioco al massacro
Creature della terra
Roberto Andò alle prese con la “tragedia divertente” di Yasmina Reza
Gli straordinari acrobati di Recirquel al Toniolo
Photo Noemi Ardesi
Com’è brava, com’è straordinariamente brava, Yasmina Reza, a raccontare la discesa nel nostro io più profondo, a prendere un dettaglio, un episodio spesso insignificante nel quadro di una vita e a renderlo “il momento”, in cui tutto deflagra, si rivela, si scopre, quasi come se i suoi personaggi venissero presi dentro al vortice di un tornado, ma piano piano, un po’ alla volta, e poi all’improvviso risucchiati con forza e risputati fuori, diversi, diversissimi, ma sempre loro. Trame asciutte, pochi avvenimenti, puro teatro di parola in cui gli scambi di battute sono i perfetti meccanismi di una bomba a orologeria. È così anche in Bella Figura, l’ultimo lavoro teatrale della scrittrice e drammaturga francese, in scena al Teatro Toniolo di Mestre dal 5 al 9 febbraio, per la regia di Roberto Andò, un testo originariamente scritto su commissione di Thomas Ostermeier per lo Schaubühne di Berlino. La scena si apre sul parcheggio di un ristorante di provincia, in campagna. Chiusa in macchina c’è Andrea (Anna Foglietta), madre single e impiegata in una farmacia, fuori c’è il suo amante Boris (David Sebasti), un piccolo imprenditore di verande, che sta
cercando di convincerla ad uscire, malgrado il passo falso che ha appena commesso: farsi scappare che quel ristorante gli è stato consigliato da sua moglie. Bella Figura racconta la sera, la notte che seguono a quell’errore fatale. Poco dopo entra in scena un trio, quello composto da Eric (Paolo Calabresi) e Françoise (Anna Ferzetti), classica coppia borghese, insieme a Yvonne (Simona Marchini), la madre di lui, forse un po’ svanita, forse la più lucida di tutti. Ahimè, Françoise è molto amica della moglie tradita. La pièce si svolge quasi interamente all’aperto, mentre il giorno volge al termine. I cinque si ritrovano a cena insieme, e non tarda a farsi strada anche qui il “dio del massacro” (tra i capolavori della Reza, portato sul grande schermo da Polanski con il titolo di Carnage), anche se tutti fanno il possibile per tenerlo a bada, perché l’importante è fare, appunto, “bella figura”. Tra ironia e crudeltà, prende il via quel disvelamento delle falsità borghesi e dell’ipocrisia nelle relazioni che è tanto caro all’autrice. Livia Sartori di Borgoricco Bella figura 5-9 febbraio Teatro Toniolo-Mestre www.culturavenezia.it/toniolo
Regista e coreografo con un passato nella danza classica e contemporanea, Bence Vági, pioniere di una nuova forma di arti circensi, approda al Teatro Toniolo dall’11 al 13 febbraio, con la compagnia Recirquel a presentare My Land, spettacolo acclamatissimo al Fringe Festival di Edimburgo nel 2018, tanto da essere proposto anche nell’edizione seguente. Emozionante e vibrante, My Land è concepito come un viaggio alle radici dell’umanità, dell’eterna eredità dell’essere umano e della terra. Spingendo i confini del corpo umano, sette artisti ucraini di straordinario talento, già vincitori di premi mondiali, costruiscono uno spettacolo in cui tra luci e ombre le loro strabilianti abilità fisiche si fondono insieme all’antica tradizione circense. My Land evoca i più arcaici miti dell’umanità: sulla scena gli artisti sono alla ricerca della propria libertà in uno spazio senza tempo espanso dall’illusione. Nell’originale messa in scena, la cui coinvolgente atmosfera è impreziosita da musiche popolari come Tatar e Moldovian, i performers emergono da un palco ricoperto di terra per dare vita alle proprie storie personali, creando immagini meravigliose che evocano tradizione, libertà e amore. My Land è danza contemporanea, circo e teatro fusi insieme in una formula esclusiva, capace di far emergere le emozioni più profonde dell’animo umano.
My Land 11-13 febbraio Teatro Toniolo-Mestre www.culturavenezia.it/toniolo
:theatro 69
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Il lato oscuro del sogno americano
Expresión libre
Divina Duse
Muscato dirige Haber nell’opera teatrale più rappresentata di Arthur Miller
Il flamenco di Rocío Molina celebra la forza delle donne
Alla Fenice l’omaggio sulle punte dell’Hamburg Ballet di John Neumeier
Di recente il settimanale americano «Times» ha pubblicato la classifica delle dieci opere teatrali più significative del Novecento: alle spalle della prima classificata, Sei personaggi in cerca d’autore, appare il testo di Arthur Miller, pubblicato nel 1949, Morte di un commesso viaggiatore. Il fascino di quest’opera nasce dalla sua oggettiva natura bi-polare: così americana nell’esaltazione del diritto alla felicità e al successo da parte di ogni membro della società, e, nello stesso tempo, così universale nella sua dolorosa contrapposizione tra aspirazioni di una vita e amara realtà del presente, tra speranze e vissuto, tra le dolci memorie del passato e le insopportabili sconfitte del presente. Così la storia di Willy Loman, piccolo uomo alla fine di una carriera mediocre di venditore al quale tutto sembra cadere addosso, padre di due figli che entrambi hanno tradito le aspettative della giovinezza, che sogna a occhi aperti il successo facile e veloce ma che si trova invece a vivere una stagione di enormi disillusioni, è da sempre una formidabile macchina teatrale. Indenni sono passati 70 anni di vita per un lavoro tra i più rappresentati nella storia del teatro, grazie alla forza espressiva del testo, alla fluidità
con cui passato e presente si intersecano nel play fino a diventare un flusso unico di straordinaria evocazione, alla capacità di questo lavoro di avvicinare moltissimo il teatro ai confini del cinema (e non è un caso se tra le due più grandi regie teatrali di Morte di un commesso viaggiatore ci sono quelle di due grandi registi di cinema, Elia Kazan e Luchino Visconti). Per la produzione di Goldenart Production, Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile di Bolzano una nuova versione dell’opera di Miller gira per i teatri italiani, con la regia di Leo Muscato e con Alessandro Haber nel ruolo di Willy Loman. È la sua prima volta in questa parte, e sarà interessante vedere come l’attore bolognese, senz’ombra di dubbio uno dei più grandi attori italiani, saprà interpretare con la sua sulfurea ironia e la sua inventiva straripante un ruolo in cui esaltazione, senso della sconfitta, affabulazione agitata si mescolano a dipingere l’ennesima sconfitta del Grande Sogno Americano. Dal 5 al 9 febbraio al Teatro Verdi di Padova e dal 13 al 16 febbraio al Teatro Goldoni di Venezia. F.D.S. Morte di un commesso viaggiatore 13-16 febbraio Teatro Goldoni www.teatrostabileveneto.it
Prezioso gioiello racchiuso nel cartellone della Stagione del Teatro Goldoni, Caída del cielo, di Rocío Molina, in scena dal 27 febbraio al 1 marzo, è uno spettacolo sorprendente assolutamente da non perdere. Coreografa e bailaora, definita “iconoclasta” per la sua pratica irriverente e spregiudicata, Rocío Molina, classe 1984, è tra le più acclamate artiste del flamenco malagueño degli ultimi cento anni. Creatrice irrequieta e radicalmente libera, Molina ha coniato un proprio linguaggio basato sulla tradizione reinventata di un flamenco che, pur rispettando la sua essenza originaria, abbraccia l’avanguardia in una tensione continua. Partendo da una ricerca artistica che si è evoluta in un personalissimo stile, Molina dimostra una capacità incredibile di assimilare e tradurre in movimento le esperienze più diverse; i suoi brani, in cui racchiude virtuosismo tecnico, ricerca contemporanea e audacia concettuale, sono intrisi di ispirazioni provenienti dal mondo del cinema, dell’arte, della letteratura e della filosofia. Caída del cielo è un viaggio, una discesa – una caduta appunto – di una donna potente e selvaggia che, attraverso luci e ombre, guidata da una danza che è frutto stesso del suo grembo, ci porta a precipitare nel silenzio, nella musica e nel rumore di territori inesplorati di profonda libertà. C.S.
Caída del cielo 27 febbraio-1 marzo Teatro Goldoni www.teatrostabileveneto.it
Photo Kiran West Photography
Jose Sasportes in Pensare la danza riporta che Mallarmé dopo aver visto un’esibizione di Loïe Fuller abbia detto: «la ballerina non è una donna che balla... ma una metafora che riassume in sé uno degli aspetti elementari della nostra forma... e mediante il prodigio di rapidi scorci e di slanci e con una scrittura corporea suggerisce ciò che per essere redatto necessiterebbe di molti paragrafi di prosa dialogata e descrittiva, è un poema svincolato da qualsiasi attrezzo dello scriba». Spettacolo da vedere e sentire, Duse dell’Hamburg Ballet John Neumeier dal 5 al 9 febbraio al Teatro La Fenice. Va preso come insegnava Bruno Munari, che si sentiva spesso cieco di fronte agli spettacoli di danza, ma lo consolava che il non conosciuto, se ci colpisce emotivamente o ci stupisce e si è sufficientemente aperti o curiosi per tentare di capire, sia l’avvio di una nuova ricerca. Lo spettacolo non è un racconto biografico sulla vita di Eleonora Duse, ma un voler cogliere, nei passi di danza, alcuni tratti della sua personalità. Nata nel 1858 da una famiglia di attori, a quattro anni è già sul palco a interpretare Cosetta dei Miserabili. Il continuo girovagare con la compagnia errante del padre, sempre in solitudine rispetto ai suoi coetanei, la porta a una visione dell’arte come esperienza mistica. Racconta tramite le parole di Perdita ne Il Fuoco di D’Annunzio di aver visto questa strada chiaramente a 14 anni durante le recite di Giulietta
all’Arena di Verona. Il suo fu uno stile recitativo molto diverso rispetto all’imperante carattere declamatorio dell’epoca, i suoi erano piccoli gesti silenziosi e inquadrature da composizioni pittoriche, capaci di esprimere una lirica al di là delle parole e della possanza del corpo. Mitica la sua interpretazione di Santuzza nella Cavalleria Rusticana e il suo lavoro sui muscoli del collo e sulla testa per irrigidirla in attesa dello scoppio di ira finale. Duse era un’attrice e donna che non temeva la verità e non negava le sue decisioni personali; la sua relazione con D’Annunzio e tratti intimi della sua vita contenuti nel personaggio di Foscarina nel romanzo Il Fuoco furono coraggiosamente ammessi. Amori sempre tormentati e vissuti con intensità tale da portarla a pensare al suicidio, una maternità dai sentimenti contrastanti, ma soprattutto una concentrazione e dedizione totale al teatro. La sua unica interpretazione cinematografica che possiamo vedere è nel film muto di Febo Mari, Cenere del 1916. Lasciamo a Charlie Chaplin il compito di commentare l’arte della Duse dopo averla ammirata nella sua ultima tournee americana del 1924, anno anche della sua morte. «Evidentemente è una donna molto vecchia e non fa nulla per nasconderlo, ma c’è qualcosa in lei che ricorda un bambino, un bambino dolente. Immagino che questo derivi dalla semplicità della sua arte… La somma di queste qualità è l’artista perfetto: la semplice, schietta anima del bambino, l’artigiano dalla grande esperienza tecnica, il cuore a cui è stata insegnata la lezione dell’umana compassione e l’acuto cervello analitico dello psicologo». Loris Casadei Duse – The Hamburg Ballet John Neumeier 5-9 febbraio Teatro La Fenice www.teatrolafenice.it
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In balia della tempesta
Il muro del silenzio
Stefano Pagin presenta un’originale rilettura di Čechov
Il viaggio di Perrotta alla ricerca del “padre perduto”
A dieci anni esatti dalla sua inaugurazione, il Teatro Ca’ Foscari continua a essere un luogo di scambio e di ricerca, una fucina di progetti e soprattutto uno spazio di crescita per gli studenti che hanno deciso di dedicarsi al teatro e alle arti sceniche. In quest’ottica di progressivo impegno e miglioramento, s’inseriscono i progetti di residenza e laboratorio che ogni anno arricchiscono la programmazione degli spettacoli. Sulla strada maestra, atto unico di Čechov da cui prende il titolo la Stagione, è portato in scena dal regista Stefano Pagin ed è frutto di un progetto di residenza artistica avviato lo scorso novembre. In questa geniale operetta, tratta da un racconto giovanile, Čechov immortala «un’umanità miserabile
Se la famiglia tradizionale gravitava attorno alla figura del patriarca, del capofamiglia, solida e autoritaria guida, il nuovo millennio può essere definito il “tempo del tramonto dei padri”, come sottolinea lo psicanalista Massimo Recalcati, consulente del nuovo spettacolo di Mario Perrotta, In nome del padre, primo capitolo di una trilogia che indaga l’evoluzione di tre figure chiave delle famiglie millennials: il padre, la madre, i figli. Papà da cinque anni, Perrotta, in un unico corpo porta in scena tre padri diversissimi che attraversano la medesima crisi di fronte al “mestiere più difficile del mondo”. C’è il colto giornalista del Sud alle prese con il figlio rinchiuso da settimane nella propria stanza, c’è l’afasico e impacciato
e smarrita: pellegrini, alcolizzati, avventurieri, affollano nottetempo una bettola, lungo una strada maestra appunto, in attesa che passi un violento temporale […] una “fauna umana” diffidente, impaurita, sbruffona, incline allo scontro, pronta a cedere contro chi si dimostra più forte, ma a coalizzarsi velocemente se si rintraccia un nemico comune e a rincorrerne un altro se scoperto più debole. Forse il testo ci dice che lasciati soli nella tempesta saremmo capaci di tutto», scrive Pagin in una nota. Quello descritto è un meccanismo di rapporti umani perpetuo, a riprova che non cambiamo mai, soprattutto quando di fronte alle avversità. «Proprio questo ci interessava: il meccanismo di rapporti e tensioni
in una situazione di cattività – prosegue il regista – schiacciati da un pericolo incombente. Non abbiamo voluto quindi identificare il Luogo e il Tempo della vicenda […] Tutto così ha potuto liquefarsi. Ecco allora che la bettola dell’originale ha potuto essere anche un altro luogo, precario, instabile. E il temporale quasi il Diluvio Universale. E i nostri protagonisti i passeggeri di un’arca che ha smarrito la rotta». C.S. Sulla strada maestra 4, 5 febbraio Teatro Ca’ Foscari, Santa Marta www.unive.it
operaio veneto incapace di comunicare con il figlio per il quale ha rinunciato alla carriera musicale e, infine, il molesto commerciante napoletano che fa a gara a chi è più giovane con la figlia sedicenne. «I figli adolescenti sono gli interlocutori di dialoghi mancati, l’orizzonte comune dei tre padri che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, si ritrovano nudi, con le labbra rotte, circondati dal silenzio – racconta Perrotta – e forse proprio nel silenzio potranno trovare cittadinanza le ragioni dei figli». C.S. In nome del padre 28 febbraio Teatro Villa dei Leoni-Mira www.arteven.it
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Note ribelli
Epopea contemporanea
Al Toniolo l’opera rock con i successi dei Queen
Davide Enia e il naufragio dell’umanità
Inseguire un sogno, in questo caso la rinascita della musica rock in un pianeta dove il rock e la musica dal vivo sono banditi, è la storia di We Will Rock You – The Musical by Queen and Ben Elton, la “rock opera” con i successi dei Queen che torna a infiammare i palchi italiani con un tour interamente riallestito che toccherà anche il Teatro Toniolo dal 25 febbraio al primo marzo. We Will Rock You è ambientato nel futuro fra 300 anni, in un luogo una tempo chiamato “Terra” e ora diventato “Pianeta Mall”, un territorio colpito dalla globalizzazione più dura, dove la musica rock è vietata. La malvagia Killer Queen (interpretata dalla performer Valentina Ferrari) e il suo
aiutante Khashoggi (il musicista Paolo Barillari) sono a capo di una struttura, La Global Soft, che ha il compito di stanare il gruppo di Bohemians che “resistono” alla tirannia e che vivono nascosti nel sottosuolo. Con l’aiuto dello stravagante bibliotecario Pop, i Bohemians riescono a mantenere in vita i ricordi del tempo glorioso di quando il rock regnava sovrano sulla Terra. La liberazione avverrà per opera dell’ingenuo Galileo (Luca Marconi) e della volitiva Scaramouche (Martha Rossi), attesi da tutti in qualità di “eletti” con il compito predestinato di restituire la musica al Pianeta, grazie al ritrovamento dello strumento che l’antico dio della chitarra ha nascosto in un luogo
segreto. We Will Rock You, il cui titolo si rifà a uno dei più celebri brani dei Queen, porta in scena la funzione ‘salvifica’ della musica e, in particolare, delle canzoni originali dei Queen, eseguite rigorosamente dal vivo. Lo spettacolo, diretto da Michaela Berlini, nella versione originale è prodotto da Ben Elton in collaborazione con due componenti dei Queen: il batterista Roger Taylor e il chitarrista Brian May. Raffaele Avella Wil Will Rock You 25 febbraio-1 marzo Teatro Toniolo-Mestre www.culturavenezia.it/toniolo
«Quando ho visto il primo sbarco a Lampedusa ero con mio padre – scrive Davide Enia, drammaturgo, interprete e regista dello spettacolo tratto dal romanzo Appunti per un naufragio (Sellerio editore, Premio Mondello 2018) – approdarono tantissimi ragazzi e bambine. Era la Storia quella che stava accadendo davanti ai nostri occhi. Nell’arco degli anni sono tornato sull’isola, costruendo un dialogo continuo con i testimoni diretti: pescatori, personale della Guardia Costiera, residenti, medici, volontari e sommozzatori». Le loro parole e, soprattutto, i loro silenzi sono diventati un racconto, testimonianza storica e percorso esistenziale: «Dalla registrazione delle loro voci – continua Enia –
Photo Futura Tittaferrante
sono emersi frammenti di storie dolorosissime eppure cariche di speranza. Le loro parole aprivano prospettive e celavano abissi». Vincitore dei premi Ubu e Hystrio Twister 2019 e del Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2019, L’abisso di Davide Enia fonde diversi registri e linguaggi teatrali: dagli antichi canti dei pescatori al cunto palermitano, sulle melodie a più voci che s’intrecciano fino a diventare preghiere rabbiose, quando il mare ruggisce e nelle reti assieme al pescato si ritrovano i cadaveri di uomini, donne, bambini. L’abisso 6 febbraio Teatro Nuovo di Mirano teatrodimirano.wordpress.com
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Madonna pagana
Antigone: da un classico greco una lezione di contemporaneità e la relazione sono privilegiate rispetto alla dizione, la drammaturgia si intreccia con il suono e la musica dal vivo. Lo spazio scenico astratto e visionario richiama alla mente macerie di palazzi sventrati, evoca scenari mediorientali di guerre infinite, tecnologia e miseria al medesimo tempo. La parola del potere si contrappone a quella della ribellione, la pietas dei giovani – che giunge agli estremi del cupio dissolvi – alla Ragion di Stato degli adulti. Creonte e Antigone si fronteggiano e si scontrano in enormi solitudini, a costo di perdere ogni felicità. «Da Sant’Agostino a Leibniz, da Voltaire ad Hannah Arendt, l’idea del male minore ha percorso il pensiero morale occidentale. Antigone – scrive Laura Sicignano
7, 8 febbraio | Teatro Goldoni h. 20.30 www.teatrostabileveneto.it
VIRGINIA RAFFAELE Samusà Photo Antonio Parrinello
nelle note di regia –, nel momento in cui si affaccia alla vita adulta, preferisce trasformarsi in martire in nome di una radicale negazione del mondo. I giovani di questa tragedia s’immolano. Il vuoto dei padri inghiotte quello dei figli, in un vortice che implode davanti agli occhi del mondo. Tutti i personaggi invocano gli dèi, ma non arriverà alcun deus ex machina a riportare la pace». Antigone 7-9 febbraio Teatro Mario del Monaco-Treviso www.teatrostabileveneto.it
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Collage d’anime
Dopo il grande successo dello spettacolo Performance del 2015 e anni particolarmente intensi che l’hanno vista protagonista in tv di uno show e una serie tutti suoi, oltre alla conduzione del Festival di Sanremo e il doppiaggio di Morticia nel cartone aniPhoto Alessandro Dobici mato La Famiglia Addams, Virginia Raffaele torna al suo primo amore, il teatro, con uno spettacolo completamente nuovo, dal titolo Samusà. Il racconto di Samusà si nutre dei ricordi di Virginia e di quel mondo fantastico in cui è ambientata la sua infanzia reale: il luna park. Da lì si sviluppa in quel modo personalissimo della Raffaele di divertire ed emozionare, stupire, commuovere e far ridere a crepapelle. «Sono nata e cresciuta dentro un luna park, facevo i compiti sulla nave pirata, cenavo caricando i fucili, il primo bacio l’ho dato dietro il bruco mela. Poi il parco ha chiuso – racconta Virginia –, le giostre sono scappate e adesso sono ovunque: le attrazioni sono io e siete voi. Tutto quello che siamo diventati stupisce quanto un giro sulle montagne russe e confonde più di una passeggiata tra gli specchi deformanti… Prendete posto, altro giro altra corsa»! 14, 15 febbraio | Teatro Toniolo h. 21 www.culturavenezia.it/toniolo
Danzando da Gershwin a Schubert, passando per Hopper Quando la danza contemporanea si fonde con le immagini dolorose e intimiste della pittura di Edward Hopper, con le musiche romantiche e seducenti di George Gershwin e con il genio delicato di Franz Schubert, il risultato strabiliante è il ballo in due parti Gershwin Suite/Schubert Frames, che i nove danzatori della MM Contemporary Dance Company mettono in scena al Teatro Mario del Monaco di Treviso il 14 febbraio per la rassegna Evoluzioni. La prima performance, Schubert Frames, è un atto di amore che il coreografo Enrico Morelli dedica alla musica di Schubert su cui incentra la sua danza densa di immagini poetiche dedicate alle molte anime dell’uomo contem-
Uno sfavillante varietà firmato Lillo e Greg propone vecchi e nuovi cavalli di battaglia della famosa coppia comica, questa volta tratti non soltanto dal loro repertorio teatrale ma anche da quello televisivo e radiofonico come Che, l’hai visto? (rubrica cult del famigerato programma radiofonico 610 condotto dai due) e Normal Man, che vede Lillo e Greg nei panni di due supereroi particolari. Una miscela esplosiva ed esilarante che finalmente porta in teatro radio e tv per una sintesi perfetta, arguta, sottile, colta e scoppiettante come solo Lillo e Greg sanno fare. L’umorismo colto e sagace della storica coppia comica torna sul palco, più forte che mai, con pillole esilaranti di risate concentrate. Soltanto Lillo, Greg e il loro carisma per una rivisitazione, personale e molto attuale, della più classica tradizione di sketch.
poraneo. Le coreografie di Morelli raccontano la musica immortale e allo stesso tempo moderna del compositore viennese, in modo da rappresentare i sentimenti struggenti e contrastanti d’amore, la tensione, la malinconia, il rimpianto, ma anche la speranza. Nella seconda parte dello spettacolo, Gershwin Suite, Michele Merola, il direttore artistico e coreografo principale della compagnia, si lascia influenzare da brani famosi di George Gershwin come Rhapsody in Blue e Summertime (che fa da sigla alla pièce e ritorna spesso in diverse versioni) oltre che dalle composizioni più personali del compositore americano. Il risultato è una danza ispirata agli Anni Ruggenti
CARLO & GIORGIO Così per gioco
e al realismo cinematografico di Hopper in cui «sfilano l’intimità dei passi a due e degli assoli, e la vitalità delle scene d’insieme, dove il riscatto dal quotidiano prende il sopravvento». Partendo dalla capacità del pittore Edward Hopper «di costruire atmosfere e sfumature che tratteggiano risvolti e segreti della condizione umana», Merola dà corpo a una coreografia che disvela la fluidità di un set cinematografico dove la scenografia cambia in continuazione. Raffaele Avella Gershwin Suite/Schubert Frames 14 febbraio Teatro Mario del Monaco-Treviso www.teatrostabileveneto.it
Carlo & Giorgio tornano in teatro per regalare al proprio affezionato pubblico uno spettacolo speciale, che riporta sul palco il repertorio storico e i personaggi più amati. In scena, un grande tabellone numerato, dei dadi e il gioco è fatto: Carlo e Giorgio sfidano il pubblico innescando ogni sera un’esilarante gara e sempre diversa a colpi di dadi verso la casella della vittoria N. 63. A ogni casella, così come nel vero Gioco dell’Oca, corrisponde un premio, una penalità e soprattutto uno sketch che vede protagonisti i personaggi più noti della coppia veneziana, dalla famiglia Baldan al capitano e mariner dell’ACTV, da Batman e Robin ai “geni della truffa” Denis e Fabietto. Comicità, improvvisazione, musica, ironia, tutti gli elementi che da sempre caratterizzano lo stile di Carlo & Giorgio trovano in questo spettacolo una perfetta incastonatura nella struttura essenziale e imprevedibile del Gioco dell’Oca. 20-23 febbraio | Teatro Toniolo h. 21 www.culturavenezia.it/toniolo
:comics
Il confine tra vincitori e vinti, spezzato dalla giustizia umana di una donna. Laura Sicignano dirige Antigone di Sofocle con Barbara Moselli e Sebastiano Lo Monaco. La pietas di Antigone, che vuole dare sepoltura al fratello Polinice contro il volere del re di Tebe, la pone come estranea alle leggi della città, in diretto contatto con quelle degli dèi e dei morti. “Madonna pagana” piangente sul corpo del fratello, celebra il rito e diventa pericolosamente anarchica. Sebastiano Lo Monaco nelle vesti di un magniloquente Creonte con Barbara Moselli nel ruolo di una pasionaria Antigone, affiancati da un cast di interpreti siciliani, danno vita alla celebre tragedia di Sofocle in uno spettacolo in cui l’azione
LILLO E GREG Gagmen – I fantastici sketch
:theatro :agenda
domsun 02 IL PESCIOLINO D’ORO di e con Pippo Gentile Suono Marcello Batelli Animazioni in video di Emanuele Kabu Elementi coreografici di Francesca Foscarini “Ancòra Groggia – Piccoli” Ingresso/Ticket € 7 Teatrino Groggia h. 15.30/17
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE di Luigi Pirandello La Ringhiera Compagnia Teatrale “Divertiamoci a Teatro 2019/20” Ingresso/Ticket € 10/8 Teatro Momo-Mestre h. 16.30
martue 04 SULLA STRADA MAESTRA p.70 da Anton Cechov Lo spettacolo è frutto di una residenza artistica con studenti e giovani attori diretti dal regista Stefano Pagin “Stagione 2019/20 – La via maestra”
BELLA FIGURA (vedi mercoledì 5 febbraio) Teatro Toniolo-Mestre h. 19.30
L’ABISSO da Appunti per un naufragio di e con Davide Enia Musiche di Giulio Barocchieri “La Città a Teatro 2019/2020” Ingresso/Ticket € 18/15 Teatro di Mirano h. 21
LA SCIMMIA Liberamente tratto dall’opera di Kafka di e con Giuliana Musso Regia di Serena Sinigaglia “Mira – Il Teatro fa Centro 2019/20” Ingresso/Ticket € 16/14 Teatro Villa dei Leoni-Mira h. 21
MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE (vedi mercoledì 5 febbraio) DERVISCI ROTANTI
Ingresso/Ticket € 29/26 Teatro Toniolo-Mestre h. 19.30
MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE di Arthur Miller Traduzione e adattamento di Masolino D’Amico Con Alessandro Haber, Alvia Reale Regia di Leo Muscato “Stagione di Prosa 2019/2020” Ingresso/Ticket € 32/8 Teatro Verdi-Padova h. 20.45
06
giothu
DUSE (vedi mercoledì 5 febbraio) Teatro La Fenice h. 19
NUDITÀ p.68 di e con Mimmo Cuticchio e Virgilio Sieni Luci Mattia Bagnoli “Evoluzioni – Rassegna di Danza” Ingresso/Ticket € 25/15 Teatro Goldoni h. 20.30
GAGMEN
I fantastici sketch
EDIPUS di Giovanni Testori Con Silvio Barbiero “Rassegna Artistica 2019/20” Ingresso/Ticket € 6/8 Teatrino Zero-Crea, Spinea h. 21
venfri
07 DUSE (vedi mercoledì 5 febbraio)
I fantastici sketch
di e con Lillo e Greg “Divertiamoci a Teatro 2019/20” Ingresso/Ticket € 38/20 Teatro Goldoni h. 20.30
BELLA FIGURA (vedi mercoledì 5 febbraio) Teatro Toniolo-Mestre h. 21
SE NON POSSO BALLARE da Il catalogo delle donne valorose di Serena Dandini Progetto drammaturgico e regia di Serena Sinigaglia Scrittura scenica e interpretazione Lella Costa “Verso nuove stagioni 2019/20” Ingresso/Ticket € 18/16 Teatro Vivaldi-Jesolo h. 21
IL RE ANARCHICO E I FUORILEGGE DI VERSAILLES Interpretazione e regia Paolo Rossi e con Renato Avallone, Marianna Folli TieffeTeatro Milano “Stagione Teatrale 2019/20” Ingresso/Ticket € 28/23 Teatro Astra-San Donà di Piave h. 21
MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE (vedi mercoledì 5 febbraio) Teatro Verdi-Padova h. 20.45
LA DIVINA COMMEDIA Opera Musical
Regia Andrea Ortis Coreografie Massimiliano Volpini Musiche di Marco Frisina Ingresso/Ticket € 55/12 Gran Teatro Geox-Padova h. 10/21.15
p.73
Spettacolo di burattini tradizionali veneti su baracca grande di Paolo Paparotto “Domenica a Teatro 2019/20” Ingresso/Ticket € 7 Teatro Momo-Mestre h. 16.30
LA CASA DEL PANDA Tpo Teatro “Domeniche a Teatro 2019/2020” MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE (vedi mercoledì 5 febbraio) Teatro Verdi-Padova h. 16
ANTIGONE (vedi venerdi 7 febbraio)
Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 16
martue 11 MY LAND p.68 Ideato e diretto da Bence Vagi Circo contemporaneo Recirquel Company Budapest “Io Sono Teatro 2019/20”
Ingresso/Ticket € 29/26 Teatro Toniolo-Mestre h. 19.30
merwed
MY LAND (vedi martedì 11 febbraio)
Teatro Toniolo-Mestre h. 19.30
Ingresso/Ticket € 31,5/12 Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 20.45
Ovvero la truffa del Capitano Latrouffe
12
BELLA FIGURA (vedi mercoledì 5 febbraio)
GAGMEN
BELLA FIGURA p.68 di Yasmina Reza Con Anna Foglietta, Paolo Calabresi Regia di Roberto Andò Gli Ipocriti Melina Balsamo “Io Sono Teatro 2019/20”
Teatro La Fenice h. 15.30
Ingresso/Ticket € 10 Teatrino Groggia h. 21
Galata Mevlevi Ensemble
ARLECCHINO E DOLCE MARIANNA
Ingresso/Ticket € 6/5 Teatro di Mirano h. 15.30
MEMORIE DI ATLANTIDE Scritto e interpretato da Giovanni Dell’Olivo, accompagnato dal Collettivo di Lagunaria Performer e vocalist Arianna Moro Regia Vito Lupo e Arianna Moro “Ancòra Groggia – Grandi” p.67
Teatro Verdi-Padova h. 16/20.45
Teatro La Fenice h. 19
Teatro Ca’ Foscari, Santa Marta h. 20.30
DUSE (vedi mercoledì 5 febbraio)
Ingresso/Ticket € 38/20 Teatro Goldoni h. 20.30
Ingresso/Ticket € 20/18 Teatro Dario Fo-Camponogara h. 21
SULLA STRADA MAESTRA (vedi martedì 4 febbraio)
sabsat
di e con Lillo e Greg “Divertiamoci a Teatro 2019/20”
IL RE ANARCHICO E I FUORILEGGE DI VERSAILLES Interpretazione e regia Paolo Rossi e con Renato Avallone, Marianna Folli TieffeTeatro Milano “Stagione Teatrale 2019/20”
Ingresso/Ticket € 180/25 Teatro La Fenice h. 19
Ingresso/Ticket € 35/5 Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 20.45
08
Ingresso/Ticket € 5 Teatro Ca’ Foscari, Santa Marta h. 20.30
merwed 05 DUSE Coreografie di John Neumeier Musiche di Benjamin Britten e Arvo Pärt p.69 Con Alessandra Ferri The Hamburg Ballet “Stagione Lirica e Balletto 2019/20”
ANTIGONE p.73 di Sofocle Traduzione e adattamento di Laura Sicignano e Alessandra Vannucci Con Sebastiano Lo Monaco Regia di Laura Sicignano “Stagione di Prosa 2019/20”
MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE (vedi mercoledì 5 febbraio) Ingresso/Ticket € 32/8 Teatro Verdi-Padova h. 20.45
Teatro Toniolo-Mestre h. 19.30
giothu MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE p.69 di Arthur Miller Traduzione e adattamento di Masolino D’Amico Con Alessandro Haber, Alvia Reale Regia di Leo Muscato “Stagione di Prosa 2019/2020”
13
Ingresso/Ticket € 32/8 Teatro Goldoni h. 20.30
ASPIDE. GOMORRA IN VENETO di Tommaso Fermariello Con Gioia D’Angelo e Martina Testa Archipelagos Teatro “Stagione 2019/20 – Altre strade” Ingresso/Ticket € 5 Teatro Ca’ Foscari, Santa Marta h. 20.30
ANTIGONE (vedi venerdiì 7 febbraio)
MY LAND (vedi martedì 11 febbraio) Teatro Toniolo-Mestre h. 19.30
venfri
14 MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE (vedi giovedì 13 febbraio) Teatro Goldoni h. 19.30
SERATA ROMANTICA Coreografie di Fokine, Saint-Léon, Coralli, Petipa, Perrot, Bournonville Musiche di Chopin, Adam, Verdi Schneitzhöffers, Minkus, Delibes Testi di Giacomo Leopardi Ideazione e regia Fredy Franzutti Balletto del Sud “Verso nuove stagioni 2019/20” Ingresso/Ticket € 18/16 Teatro Vivaldi-Jesolo h. 21
GAGMEN
I fantastici sketch
di e con Lillo e Greg “Divertiamoci a Teatro 2019/20” Ingresso/Ticket € 38/8 Teatro Verdi-Padova h. 20.45
GERSHWIN SUITE / SCHUBERT FRAMES p.73 Coreografie di Michele Merola e Enrico Morelli MM Contemporary Dance Company “Evoluzioni – Rassegna di Danza” Ingresso/Ticket € 32/5 Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 20.45
sabsat 15 MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE (vedi giovedì 13 febbraio) Teatro Goldoni h. 19
VIRGINIA RAFFAELE Sanusà
p.73
“Io Sono Comico 2019/20” Ingresso/Ticket € 35/30 Teatro Toniolo-Mestre h. 21
SERATA ROMANTICA (vedi venerdì 14 febbraio) Teatro Vivaldi-Jesolo h. 21
Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 20.45
9
parole del boss Crisci che nasce il bisogno di raccontare questa storia perché non si ripeta. Perché il Male, come la Mafia, è dietro la porta di casa, e solo la consapevolezza può aiutarci a combatterlo.
GAGMEN
domsun
I fantastici sketch
DUSE (vedi mercoledì 5 febbraio)
di e con Lillo e Greg “Divertiamoci a Teatro 2019/20”
Teatro La Fenice h. 15.30
Ingresso/Ticket € 38/8 Teatro Verdi-Padova h. 20.45
PINOCCHIO di Marcello Chiarenza Con Maurizio Casali, Mariolina Coppola Regia di Claudio Casadio “Famiglie a Teatro 2019/20”
domsun 16 MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE (vedi giovedì 13 febbraio)
Ingresso/Ticket € 7/5 Teatro Goldoni h. 16
BELLA FIGURA (vedi mercoledì 5 febbraio) Teatro Toniolo-Mestre h. 16.30
COSE SELVAGGE
Viaggi scombinati per bambini scompigliati
Con Laura Cavinato, Federica Santinello, Valerio Mazzucato Regia di Luca Rodella “Rassegna Teatrale 2019/20”
Ingresso/Ticket € 8 Cinema Teatro Kolbe-Mestre h. 16.30
«Abbiamo deciso di concentrare le nostre operazioni nel nord-est perché qui il tessuto economico non è così onesto». Sono queste le parole di Mario Crisci, l’inquietante figura capo della società Aspide, il gruppo di persone affiliate al clan dei Casalesi, che tra il 2009 e il 2011 misero in ginocchio con un preciso sistema d’usura oltre 130 imprenditori di diverse regioni italiane. Lo spettacolo, partendo dal verbale del processo, ricostruisce il modus operandi dell’associazione, tra intercettazioni, parole del giudice e degli imputati. Ed è proprio dalle
Teatro Goldoni h. 16
FANTASMAGORIE. VITA, MORTE E MIRACOLI DI PULCINELLA Drammaturgia e liriche p.22 di Marco Gnaccolini Regia di Michele Modesto Casarin Con Susi Danesin, Claudio Colombo, Michele Modesto Casarin Soprano Giuseppina Perna e Ilenia Tosatto Ensemble Harmonia Prattica “Carnevale di Venezia 2020” Ingresso/Ticket € 25 Teatro La Fenice, Sale Apollinee h. 20
:theatro 75
OPERA XXX di Benoit Roland e Roberto Zamengo Teatroimmagine “Divertiamoci a Teatro 2019/20” Ingresso/Ticket € 10/8 Teatro Momo-Mestre h. 16.30
VIRGINIA RAFFAELE
ANGELA FINOCCHIARO Ho perso il filo
Testo di Walter Fontana Soggetto e interepretazione Angela Finocchiaro Regia di Cristina Pezzoli “Stagione Teatrale 2019/20”
Ingresso/Ticket € 28/23 Teatro Astra-San Donà di Piave h. 21
Sanusà
“Io Sono Comico 2019/20” I CINQUE RE di e con la compagnia Battipalco “Rassegna Ragazzi 2019/20” Ingresso/Ticket € 6 Teatrino Zero-Crea, Spinea h. 16
PETER PAN Teatro Nazionale di Genova “Famiglie a Teatro 2019/20”
Teatro Verdi-Padova h. 20.45
venfri FANTASMAGORIE. VITA, MORTE E MIRACOLI DI PULCINELLA (vedi domenica 16 febbraio) “Carnevale di Venezia 2020”
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lunmon FANTASMAGORIE. VITA, MORTE E MIRACOLI DI PULCINELLA (vedi domenica 16 febbraio)
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Teatro La Fenice, Sale Apollinee h. 11
martue FANTASMAGORIE. VITA, MORTE E MIRACOLI DI PULCINELLA (vedi domenica 16 febbraio)
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Teatro La Fenice, Sale Apollinee h. 11
merwed FANTASMAGORIE. VITA, MORTE E MIRACOLI DI PULCINELLA (vedi domenica 16 febbraio)
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LA CASA NOVA p.23 di Carlo Goldoni Con Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Valerio Mazzucato, Lucia Schierano e gli attori della compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto Regia di Giuseppe Emiliani “Stagione di Prosa 2019/20” Ingresso/Ticket € 25/10 Teatro Goldoni h. h. 19.30 Così per gioco
“Io Sono Comico 2019/20” Ingresso/Ticket € 25/22 Teatro Toniolo-Mestre h. 21
CAÍDA DEL CIELO (vedi mercoledì 19 febbraio) Teatro Verdi-Padova h. 20.45
LA VEDOVA SCALTRA di Carlo Goldoni Regia di Giovanni Giusto Teatro dei Pazzi “Stagione Teatrale 2019/20”
LA DONNA LEOPARD0 di Alberto Moravia Adattamento drammaturgico di Michela Cescon e Lorenzo Pavolini Con Valentina Banci, Olivia Magnani, Daniele Natali, Paolo Sassanelli Regia di Michela Cescon “Stagione di Prosa 2019/20”
CAÍDA DEL CIELO Co-direzione artistica, coreografia, direzione musicale di Rocío Molina Co-direzione artistica, drammaturgia, direzione luci e spazio teatrale di Carlos Marquerie “Stagione di Prosa 2019/2020” Ingresso/Ticket € 32/8 Teatro Verdi-Padova h. 20.45
giothu FANTASMAGORIE. VITA, MORTE E MIRACOLI DI PULCINELLA (vedi domenica 16 febbraio)
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Teatro La Fenice, Sale Apollinee h. 12
THE LIVING PAPER CARTOON di e con Ennio Marchetto “Divertiamoci a Teatro 2019/20” Ingresso/Ticket € 32/17 Teatro Goldoni h. 20.30
CARLO & GIORGIO Così per gioco
p.73
“Io Sono Comico 2019/20” Ingresso/Ticket € 25/22 Teatro Toniolo-Mestre h. 21
IL MISANTROPO di Molière Traduzione e adattamento di Francesco Niccolini Regia di Tonio De Nitto “La Città a Teatro 2019/2020” Ingresso/Ticket € 18/15 Teatro di Mirano h. 21
Ingresso/Ticket € 35/5 Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 20.45
sabsat 22 FANTASMAGORIE. VITA, MORTE E MIRACOLI DI PULCINELLA (vedi domenica 16 febbraio) Teatro La Fenice, Sale Apollinee h. 12
Teatro Goldoni h. h. 19
CARLO & GIORGIO Così per gioco
“Io Sono Comico 2019/20” Ingresso/Ticket € 25/22 Teatro Toniolo-Mestre h. 21
CAÍDA DEL CIELO (vedi mercoledì 19 febbraio) Ingresso/Ticket € 32/8 Teatro Verdi-Padova h. 16
LA DONNA LEOPARD0 (vedi venerdì 21 febbraio)
Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 16
lunmon FANTASMAGORIE. VITA, MORTE E MIRACOLI DI PULCINELLA (vedi domenica 16 febbraio) “Carnevale di Venezia 2020”
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Ingresso/Ticket € 25 Teatro La Fenice, Sale Apollinee h. 12
Teatro La Fenice, Sale Apollinee h. 12 The musical by Queen and Ben Elton
Regia di Michaela Berlini Direzione artistica Valentina Ferrari Produttore Claudio Trotta p.70 Barley Arts produced “Io Sono Teatro 2019/20”
WE WILL ROCK YOU
ALICE IN WONDERLAND di Oleg Apelfed Circus - Theatre Elysium
(vedi martedì 25 febbraio)
merwed
The musical by Queen and Ben Elton Teatro Toniolo-Mestre h. 19.30
Ingresso/Ticket € 52/24 Gran Teatro Geox-Padova h. 21.15
LA DONNA LEOPARD0 (vedi venerdì 21 febbraio)
Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 20.45
domsun
LA CASA NOVA di Carlo Goldoni Con Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Valerio Mazzucato, Lucia Schierano e gli attori della compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto Regia di Giuseppe Emiliani “Stagione di Prosa 2019/20” Ingresso/Ticket € 32/8 Teatro Verdi-Padova h. 20.45
(vedi venerdì 28 febbraio)
Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 20.45
marzomarch2020
01
domsun
CAÍDA DEL CIELO (vedi giovedì 27 febbraio) Teatro Goldoni h. 16
WE WILL ROCK YOU
The musical by Queen and Ben Elton
(vedi martedì 25 febbraio) Teatro Toniolo-Mestre h. 16.30
LA CASA NOVA (vedi mercoledì 26 febbraio)
LA CASA NOVA (vedi mercoledì 26 febbraio)
The musical by Queen and Ben Elton
Ingresso/Ticket € 7 Teatro Momo-Mestre h. 16.30
Teatro Toniolo-Mestre h. 19.30
Teatro Verdi-Padova h. 16/20.45
28
venfri
CAÍDA DEL CIELO (vedi giovedì 27 febbraio)
Teatro Verdi-Padova h. 16
TERESA MANNINO Sento la Terra girare
(vedi venerdì 28 febbraio)
Teatro Goldoni h. 19.30
Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 16
WE WILL ROCK YOU
The musical by Queen and Ben Elton
(vedi martedì 25 febbraio) Teatro Toniolo-Mestre h. 21
:indirizzi
IN NOME DEL PADRE di e con Mario Perrotta Teatro Stabile di Bolzano “Mira – Il Teatro fa Centro 2019/20”
CINEMA TEATRO KOLBE Via Aleardi 156-Mestre www.centrokolbemestre.it
LA CASA NOVA (vedi mercoledì 26 febbraio)
TEATRINO GROGGIA Cannaregio 3161 www.mpgcultura.it
TERESA MANNINO
TEATRINO ZERO Via Don E. Carraro 4, Crea-Spinea www.teatrinozero.com
Ingresso/Ticket € 16/14 Teatro Villa dei Leoni-Mira h. 21
Sento la Terra girare
GRAN TEATRO GEOX Via Tassinari 1-Padova www.granteatrogeox.com
TEATRO DARIO FO Piazza Castellaro-Camponogara www.arteven.it
Ingresso/Ticket € 35/32 Teatro Toniolo-Mestre h. 19.30
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Sento la Terra girare
(vedi martedì 25 febbraio)
WE WILL ROCK YOU
Teatro Verdi-Padova h. 20.45
WE WILL ROCK YOU
Teatro Verdi-Padova h. 20.45
Teatro Goldoni h. h. 16
martue
FANTASMAGORIE. VITA, MORTE E MIRACOLI DI PULCINELLA (vedi domenica 16 febbraio)
p.69
TERESA MANNINO
GRETEL E HÄNSEL Regia Mirto Baliani e Emanuela Dall’aglio Teatro delle Briciole “Domenica a Teatro 2019/20”
Ingresso/Ticket € 32/8 Teatro Goldoni h. 20.30
Ingresso/Ticket € 35/10 Teatro Verdi-Padova h. 20.45
CAÍDA DEL CIELO (vedi mercoledì 19 febbraio)
LA CASA NOVA (vedi venerdì 21 febbraio)
CAÍDA DEL CIELO Co-direzione artistica, coreografia, direzione musicale di Rocío Molina Co-direzione artistica, drammaturgia, direzione luci e spazio teatrale di Carlos Marquerie “Stagione di Prosa 2019/2020”
Ingresso/Ticket € 25/22 Teatro Toniolo-Mestre h. 21
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giothu
TEATRO GOLDONI Rialto, San Marco www.teatrostabileveneto.it
WINNERS GALA Con i ballerini e coreografi vincitori della Russian National Ballet Competition organizzato da Ministero della Cultura e dal Governo della Federazione russa “Evoluzioni – Rassegna di Danza”
LA CASA NOVA (vedi venerdì 21 febbraio)
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Ingresso/Ticket € 35/10 Teatro Goldoni h. 20.30
Teatro La Fenice, Sale Apollinee h. 11
Ingresso/Ticket € 18/16 Teatro Dario Fo-Camponogara h. 21
CARLO & GIORGIO
WINNERS GALA p.68 Con i ballerini e coreografi vincitori della Russian National Ballet Competition organizzato da Ministero della Cultura e dal Governo della Federazione russa “Evoluzioni – Rassegna di Danza”
CARLO & GIORGIO
WINNERS GALA Con i ballerini e coreografi vincitori della Russian National Ballet Competition organizzato da Ministero della Cultura e dal Governo della Federazione russa “Evoluzioni – Rassegna di Danza” Ingresso/Ticket € 35/8 Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 20.45
“Io Sono Comico 2019/20”
Ingresso/Ticket € 25 Teatro La Fenice, Sale Apollinee h. 12
Ingresso/Ticket € 7/5 Teatro Verdi-Padova h. 16
Ingresso/Ticket € 10/8 Teatro Momo-Mestre h. 16.30 Così per gioco
CAÍDA DEL CIELO (vedi mercoledì 19 febbraio)
Ingresso/Ticket € 35/30 Teatro Toniolo-Mestre h. 21
UNA DELLE ULTIME SERE DI CARNOVALE di Carlo Goldoni La Goldoniana Compagnia Teatrale “Divertiamoci a Teatro 2019/20”
TEATRO MARIO DEL MONACO Corso del Popolo 31-Treviso www.teatrostabileveneto.it TEATRO METROPOLITANO ASTRA Via Giannino Ancillotto 16 San Donà di Piave www.teatrometropolitanoastra.it
di Teresa Mannino e Giovanna Donini Diretto e interpretato da Teresa Mannino “Stagione di Prosa 2019/20” Ingresso/Ticket € 35/5 Teatro Mario del Monaco-Treviso h. 20.45
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sabsat
CAÍDA DEL CIELO (vedi giovedì 27 febbraio) Teatro Goldoni h. 19
WE WILL ROCK YOU
TEATRO DI MIRANO Via Vittoria 75-Mirano www.miranoteatro.it TEATRO MOMO Via Dante 81-Mestre www.culturavenezia.it/momo TEATRO TONIOLO Piazzetta Cesare Battisti www.culturavenezia.it/toniolo
(vedi martedì 25 febbraio)
TEATRO VERDI Via dei Livello 32-Padova www.teatrostabileveneto.it
LA CASA NOVA (vedi mercoledì 26 febbraio)
TEATRO VILLA DEI LEONI Riviera Silvio Trentin 3-Mira www.teatrovilladeileonimira.it
The musical by Queen and Ben Elton Teatro Toniolo-Mestre h. 19.30
Teatro Verdi-Padova h. 20.45
:etcc... Certe notti...
In attesa di un lieto fine Dalla disperazione della tossicodipendenza alla finale del Premio Campiello, passando per San Patrignano. Questa è la storia di Kidane Grianti, vincitore della prima storica edizione del premio Campiello per San Patrignano, tenutasi lo scorso settembre al Teatro La Fenice. Il 27 febbraio per il ciclo di incontri organizzato da T Fondaco, Buone Pratiche, sarà possibile partecipare a un talk con la scrittrice Donatella Di Pietrantonio (Premio Campiello 2017) e i ragazzi della comunità di San Patrignano che porteranno la propria testimonianza in merito all’esperienza vissuta. Durante la prima edizione del Premio sono stati infatti coinvolti i ragazzi ospiti della Comunità, ed è stato proposto loro di presentare dei racconti a tema libero che sono stati valutati dalla Giuria del Campiello Giovani, mentre il vincitore è stato decretato dalla Giuria dei Letterati del Premio Campiello. Tra i lavori presentati, si è aggiudicato la prima edizione del premio quello di Kidane Grianti, che narra con scrittura fluida e immagini vivide la vicenda struggente di una madre che, dopo una separazione forzata, ritrovando se stessa, può tornare di nuovo a stringere la parte più importante di sé. Il Premio, nato dalla volontà di creare un progetto condiviso per diffondere i valori che vengono coltivati nella comunità, è «un riconoscimento davvero importante per i ragazzi […] che sono caduti nella tossicodipendenza – ha dichiarato il presidente della Comunità Piero Prenna – che ora possono riscrivere la loro storia nei fatti e con le parole. Questa è l’ennesima dimostrazione che in ognuno di loro si nascondono dei talenti importanti e che sta noi aiutarli per farli emergere». Il Premio Campiello per San Patrignano 27 febbraio h. 19 T Fondaco dei Tedeschi, Rialto www.tfondaco.com
Storia tra i banchi
Tre date
, il 6, il 13 ed il 20 febbraio, e un’unica location, la sede della Fondazione di Venezia, per le attività che compongono la nuova edizione di Waterlines – Residenze letterarie e artistiche a Venezia, il progetto di Fondazione di Venezia, Collegio Internazionale Ca’ Foscari e San Servolo Srl caratterizzato da inedite relazioni artistiche. Protagonista di questa nuova edizione è la scrittrice e traduttrice Christina Viragh, nata nel 1953 a Budapest ed emigrata con i genitori in Svizzera nel 1960. Cresciuta a Lucerna, si è laureata in Filosofia, Letteratura tedesca e francese all’Università di Losanna. I primi passi nel mondo della traduzione li ha mossi traducendo dal francese, in un secondo tempo ha poi realizzato l’importanza di tradurre dall’ungherese accostandosi a pesi massimi della letteratura come: Péter Nádas, Imre Kertész, Sándor Márai e Gyula Krúdy. Come scrittrice ha invece pubblicato diversi romanzi: Unstete Leute (1992), Rufe von jenseits des Hügels (1994), Mutters Buch (1997), Pilatus (2003), Im April (2006) tradotto in italiano per ADV con lo stesso titolo In aprile, uno dei romanzi più straordinari della letteratura svizzero-tedesca. L’impianto del romanzo è al contempo specchio e contraffazione della sua biografia movimentata. Le storie di Christina Viragh, raccontate in un linguaggio ricco di sfumature che si armonizza di volta in volta con epoche e personaggi diversi, corrono parallele, s’intersecano e s’intrecciano e sono ambientate ne 1415, negli anni Venti e Sessanta del Novecento e all’inizio del nuovo millennio. Per il suo lavoro di scrittrice le sono stati conferiti, tra gli altri, il Gran Premio Schiller (2003), il Premio Svizzero di Letteratura (2019) e il Premio per l’Arte e la Letteratura della Città di Lucerna (2019). Membro dell’Accademia Tedesca per la Lingua e la Poesia,
Christina Viragh è stata borsista dell’Istituto svizzero ventisei anni fa, e da allora vive a Roma. Protagonista di Waterlines, l’autrice condurrà, nei pomeriggi del 6 e del 13 febbraio, nella sede della Fondazione in Rio Novo, un laboratorio di scrittura in due parti e in lingua inglese dal titolo What am I? I ask. This? No, I am that. I workshop, ispirati al romanzo The Waves di Virginia Woolf, inizieranno alle ore 15.30. Si intitola invece Tra cielo e terre l’incontro in programma giovedì 20 febbraio alle 17.30, sempre nella sede della Fondazione. L’evento prevede una conversazione fra Christina Viragh e Cristina Fossaluzza ispirata dall’ultimo romanzo della scrittrice intitolato Una di quelle notti, con la lettura di brani accompagnati musicalmente da Marco Castelli, sassofonista, compositore, arrangiatore, produttore veneziano, direttore di Big Band, artista eclettico con una particolare vocazione per il jazz. Al centro del romanzo c'è Bill, passeggero del volo da Bangkok a Zurigo, che trascorre le ore narrando compulsivamente ad alta voce storie della propria vita, costringendo ad ascoltarlo gli altri passeggeri che, all’inizio scocciati, finiscono per cadere nel suo vortice. Un caleidoscopio di storie, luoghi e personaggi che cattura da subito. La necessità umana di raccontarsi e condividere storie diventa l’urgenza della scrittura di Christina Viragh, la cui immersione nel multiculturale, data da un’esistenza a cavallo di diverse lingue e culture, è la traccia distintiva della sua identità personale. Tuttavia la sua scrittura ironica e distaccata elude ogni forma di pathos. «Waterlines – Residenze letterarie e artistiche a Venezia» 6, 13, 20 febbraio Fondazione di Venezia, Rio Novo waterlinesproject.org
Il mercato di Rialto, con i suoi mille e più anni di storia, le cui origini nelle antiche cronache si intrecciano con quelle della città stessa, era al centro di affari importantissimi, che fecero in parte la fortuna della Serenissima. Lo stesso Marco Polo, a 63 anni, mentre correva l’anno 1317, investì ben 400 ducati nell’attività di un mercante a Rialto, convinto che la scommessa si sarebbe rivelata vincente, immaginando un guadagno certo. Tuttavia, ad oggi le vicende del commercio e dell’industria veneziani (merci, imprenditori, navi, rotte, istituzioni), immortalate alla perfezione nel Miracolo della croce di Vittore Carpaccio, sono per lo più sconosciute ai molti visitatori che frequentano la città e spesso anche agli stessi residenti. L’Associazione Progetto Rialto, in collaborazione con le Gallerie dell’Accademia, propone un ciclo di lezioni volte a narrare la storia materiale dei luoghi, degli edifici mercantili, la geografia dei traffici e dei banchieri, la produzione di gioielli e tessuti, lo scambio di pietre preziose, di spezie, di beni e di conoscenze tecniche. Il ciclo di conferenze, inaugurato lo scorso 30 gennaio dall’incontro Di tutto il mondo la più ricchissima parte: l’insula realtina in età moderna con Donatella Calabi (IUAV), prosegue fino a maggio con interventi da parte di storici ed esperti del mondo accademico nazionale e internazionale, con l’obiettivo di rendere noti il ruolo e l’importanza che l’insula realtina ha assunto nei secoli per Venezia e per le sue relazioni con il mondo intero, stimolando una necessaria riflessione su cosa può rappresentare oggi un importante mercato storico in una città turistica. «Progetto Rialto – Le Lezioni della Storia per la città» 6, 13, 27 febbraio Gallerie dell’Accademia Sala conferenze h. 17
a cura di Renato Jona
OPPOSIZIONE
:parole
Da qualche tempo questa rubrica ci ha dato l’occasione, lo spunto per riflessioni, talvolta inaspettate, su singole parole. Questa volta l’opportunità ci ha condotto verso un termine assai comune, soprattutto in questo periodo: “opposizione”, che merita qualche considerazione. Quando si sente usare tale espressione, l’immediata sensazione che si prova non è positiva, prima ancora di approfondirne il significato, di valutarne la funzione. Sembra, a tutta prima, che si tratti di un freno, di un impedimento, di qualcosa di incompatibile, ma, in effetti, non sempre si tratta di un fattore negativo. Merita perciò soffermarci sui significati differenti che assume il termine nei vari campi in cui viene utilizzato, assumendo valori assai diversi. In generale l’opposizione consiste in una posizione antitetica, talvolta non favorevole ad altre posizioni, in altri casi addirittura contraria. Per cominciare l’esame… dall’alto, il termine, in campo astronomico, significa semplicemente una particolare posizione di due corpi celesti rispetto a chi osserva un fenomeno; l’espressione in questo caso non contiene nulla né di positivo, né di negativo. Si limita a una constatazione di un fatto naturale, una semplice presa d’atto di un fenomeno, di durata provvisoria. Ben diverso valore e significato assume il termine di opposizione in campo giuridico. Esso consiste in un atto di resistenza, previsto dal codice, utilizzabile “avverso” un altro atto o fatto, di rilevanza giuridica, contrario agli interessi di chi ha proposto quest’ultimo, per eliminarne o limitarne gli effetti. In questo caso la valenza negativa del termine opposizione dipende dal punto di vista, dai fatti che l’hanno provocata e non assume pertanto un valore ostativo oggettivo, ma soltanto relativo. Passando al campo filosofico, opposizione consiste in un concetto, una affermazione contraria rispetto a un’altra espressa in precedenza. Qualche volta, curiosamente, le due affermazioni rispetto a un problema, pur essendo contrarie, possono coesistere, senza che ciascuna escluda l’altra: si limitano a costituire aspetti e considerazioni differenti rispetto al problema. Ben diverso valore (e assai più delicato) assume il termine opposizione in campo politico. Merita perciò qualche considerazione, per una analisi, ancorché in questa sede necessariamente superficiale. Detta opposizione riesce ad esistere a seconda che agisca con un governo totalitario o democratico. Nel primo caso viene considerata come elemento di disturbo, da contrastare a ogni costo, da mettere a tacere, addirittura da eliminare. E la storia ci ricorda che in un passato, non troppo lontano, furono utilizzati allo scopo anche mezzi violenti. Limitandoci a considerare quanto accadde in Italia, il governo fascista non ammetteva se non l’unanimità di intenti e di comportamenti, escludendo ogni altra possibilità di pensiero, di scritti e di contegni. Differente è la considerazione dell’opposizione da parte del governo democratico (intendendo quest’ultimo come il governo effettivo della maggioranza), che prevede il rispetto dei diritti dell’opposizione, in mancanza del quale, come ha osservato il grande magistrato Imposimato, si potrebbe correre il pericolo della cosiddetta “tirannide della maggioranza”. Dunque l’opposizione, la voce della minoranza, non è solo prevista, ma praticamente viene a far parte del governo democratico, con un ruolo tutto suo, riconosciuto non solo utile, ma necessario. L’opposizione deve quindi essere ascoltata e rispettata, purché presenti le caratteristiche di serietà, non sia preconcetta, sia credibile, anche se… ”vigorosa”. In ogni caso però essa non deve mai agire al solo scopo di impedire alla maggioranza di esprimersi e di funzionare. E l’espressione di ciascun gruppo, deve essere rispettosa della funzione dell’altro, utilizzando un linguaggio educato, urbano, conscio e degno della alta funzione che svolge. Oggi la tendenza è gravemente scaduta al punto che l’avversario politico è considerato addirittura nemico! E i cittadini, valutando il pericolo di questo comportamento, che viene meno alla propria funzione e, in effetti, tradisce i principi della democrazia, correttamente non possono considerare positivo il fatto e… non possono che opporsi a questo tipo di opposizione!
01
A casa di Goldrake Una collezione unica nel suo genere A Venezia, da un’idea del collezionista Fabrizio Fontanella, l’11 febbraio apre una mostra permanente dedicata a gadget e giocattoli rigorosamente vintage, legati al mondo della televisione. L’esposizione Creature di Gomma – Venice Vintage Toys è in Campo San Stin, nel cuore di Venezia, vicinissima ai Frari in una ex Carteria industriale in Calle de la Vida (sede della storica Cartotecnica Veneziana, rimasta a lungo chiusa). La collezione, frutto di una passione che dura da oltre 20 anni, conta al momento oltre 5000 pezzi. Venice Vintage Toys è anche un’associazione culturale, nata per gestire l’esposizione e organizzare eventi, incontri con gli autori e laboratori. Tra gli obiettivi dell’Associazione c’è anche la
promozione di attività didattiche e laboratori con le scuole del territorio. I laboratori con gli istituti scolastici sono gestiti da Art System, che collabora con Venice Vintage Toys in questo ambito. Due i target: gli adulti di fascia di età compresa tra i 30 e i 70 anni (al fine di risvegliare i ricordi della loro infanzia) e i bambini/ ragazzi (ai quali far apprezzare la creatività, le strategie produttive, la manualità e l’artigianalità di un tempo in cui il Made in Italy era riconosciuto ovunque per la qualità dei suoi prodotti). L’esposizione Creature di Gomma – Venice Vintage Toys si presenta come unica nel suo genere: mentre tutti gli altri musei europei del giocattolo raccolgono giocattoli anche del secolo scorso e di vario
genere, in questo caso si parla esclusivamente di vintage e di personaggi legati solo alla tematica televisiva. La mascotte ufficiale di Venice Vintage Toys si chiama El Panta ed è stata creata e registrata in SIAE nel 2019. Si tratta di una pantegana veneziana vestita da gondoliere, che vive in una tana all’interno dell’esposizione. Ad animarla è stato il maestro Disney Giorgio Cavazzano. Venice Vintage Toys Calle de la Vida, San Polo www.creaturedigomma.com
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Se il potere e la ricchezza assistono la società Le origini del patrimonio artistico dell’I.R.E. Quando si parla di welfare evoluto oggi, seppur in un momento storico in cui questo termine, questo settore dell’organizzazione sociale pare in una china di irreversibile crisi, fatalmente il nostro sguardo si porge a nord, nelle Scandinavie della socialdemocrazia che di questo modello di evoluta gestione della società hanno saputo esprimere il massimo esempio concreto nel XX secolo. Eppure, se guardiamo alle nostre spalle, fino al primissimo tempo della modernità europea, quel ‘500 in cui la grammatica sostanziale del nostro tempo si è scritta, la Scandinavia eravamo noi, qui nello Stivale, e a Venezia in maniera particolare. Fa impressione immergersi in un tempo comunque così
lontano e misurare quanto lucida e lungimirante fosse la visione dell’establishment della Serenissima sul terreno dell’assistenza sociale. Il libro appena uscito dal titolo Flammas Carpe Charitatis. L’eredità delle istituzioni caritative veneziane, che racchiude la storia delle ricche collezioni d’arte dell’I.R.E, l’Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficenza (IPAB) che a Venezia assicura servizi sociosanitari a persone fragili e che rappresenta una mirabile e vitale persistenza di questa antica tradizione assistenziale, è assai eloquente a riguardo, restituendo in pieno questa straordinaria equazione tra ricchezzapotere e politica assistenziale. Un patrimonio monumentale, artistico, archivistico proveniente dalle
antiche istituzioni da cui l’Ente ha avuto origine espressione tangibile della munificenza di benefattori del passato i quali, attraverso il lascito dei loro beni privati, fecero realizzare alcune delle più belle chiese e dei più begli edifici della città: palazzo Contarini del Bovolo, chiesa di Santa Maria della Presentazione, chiesa di Santa Maria delle Penitenti e il Complesso dell’Ospedaletto. Un patrimonio che di fatto è un museo! M.B. Flammas Carpe Charitatis. L’eredità delle istituzioni caritative veneziane 7 febbraio h. 18 Palazzo Contarini del Bovolo, San Marco 4303 - www.gioiellinascostidivenezia.it
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:agenda
MUOVITI! MUOVITI! 1 febbraio h. 15
Laboratorio di danza, performance e musica per bambini dagli 8 agli 11 anni, a cura di Susanne Franco e condotti da Isabella Moro, Justine Rapaccioli, Selamawit Biruk e Masako Matsushita. Teatrino di Palazzo Grassi, Campo S. Samuele www.palazzograssi.it
ANTONIO CALDARA A VENEZIA E VIGNANELLO 1-5 febbraio
Il seminario vuole omaggiare il compositore veneziano Antonio Caldara, cantante, violinista e violoncellista della Cappella Ducale di San Marco, e a lungo ospite nelle dimore del principe Francesco Maria Ruspoli – tra cui il castello di Vignanello nel viterbese – dove conobbe alcuni tra i più esimi musicisti del tempo e compose un immenso repertorio di cantate, serenate e oratori. Il seminario si concentrerà sulle opere composte durante il periodo vignanellese, con enfasi su cantate e serenate, nonché sui repertori cameristico-strumentali. Sono previste masterclasses a cura di Amandine Beyer e conferenze per violinisti e cantanti solisti dall’1 al 5 febbraio. Il seminario si concluderà con un concerto a ingresso libero presso l’Auditorium Lo Squero martedì 4 febbraio alle ore 18. Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio www.cini.it | musica.antica@cini.it
LO SGUARDO E L’OMBELICO Ciclo di incontri di approfondimento sul tema delle Nuove relazioni tra Fotografia e arte, a cura di Giovanni Cecchinato. PIERO GEMELLI 1 febbraio h. 17.30
Vent’anni di Vogue, la fotografia, la scultura e le parole. L’EDITORIA 15 febbraio h. 18
L’editoria, i libri, e il ruolo della didattica nella produzione di un fotografo, con Steve Bisson. LA FOTOGRAFIA ITALIANA 29 febbraio h. 17.30
La fotografia italiana. Passato e futuro attraverso il racconto di un giornalista, con Maurizio Rebuzzini. Centro Culturale Candiani-Mestre www.culturavenezia.it/candiani
SUONI PAROLE RACCONTI 2 febbraio h. 17
Percorso guidato per adulti lungo il racconto delle fotografie di Ferdinando Scianna, con letture e accompagnamento musicale per un coinvolgimento empatico dei partecipanti.
LA GEOMETRIA RIGOROSA DI FRANK STELLA 16 febbraio h. 15
MASCHERE!
16 febbraio h. 15 Collezione Peggy Guggenheim www.guggenheim-venice.it
SCENE CHE NON SONO LA MIA 6 febbraio h. 17.30
Presentazione-performance del volume Scene che non sono la mia. Storia e storie di violenza nel teatro tra due millenni di Paolo Puppa (Corazzano, Titivillus Mostre Editoria 2019) Giuliano Scabia e Pier Mario Vescovo conversano con l’autore. A conclusione Paolo Puppa interpreta un monologo intonato al libro. Aula Magna, Ateneo Veneto ateneoveneto.org
PROGETTO RIALTO
Le lezioni della storia per la città
Ciclo di conferenze (vedi approfondimento p. 75). MAURICE AYMARD (EHESS Parigi) 6 febbraio h. 17
Venezia: una sfida per l’economia del turismo? DEBORAH HOWARD (Cambridge) 13 febbraio h. 17
Venezia e i rapporti con il mondo islamico. LORENZO LAZZARINI (IUAV) 27 febbraio h. 17
Le pietre dei monumenti veneziani. Gallerie dell’Accademia www.gallerieaccademia.it
DARWIN DAY – XII EDIZIONE 7 febbraio h. 10
Giornata di divulgazione scientifica Darwin Day - Arte, Viaggi e Scienza. Presentano Piero Benedetti, Stefano Polizzi, Franco Ferrari. Interventi di Piero Benedetti, Andrea Bergamasco, Marco Bertaglia, Daniele Pernigotti. Aula Magna, Ateneo Veneto ateneoveneto.org
13 febbraio h. 17.30
Chiara Bertola e Nicola Gasparetto. LA VITA IRRUENTE E CONTRASTATA DELLA NUOVA BIENNALE 27 febbraio h. 17.30
Paolo Baratta e Giandomenico Romanelli. Fondazione Querini Stampalia www.querinistampalia.org
NEUROMAGIA 13 febbraio h. 19
In occasione della mostra ILLUSION organizzata da Science Gallery Venice (Università Ca’ Foscari), il Fondaco ospita Neuromagia. Quando la magia svela il nostro rapporto con il denaro, una conferenza-spettacolo di illusionismo e psicologia economica che offre uno sguardo profondo sui meccanismi di funzionamento cognitivo ed emotivo nella gestione del denaro come strumento di consumo. Durante la performance, Edoardo Ares e Massimo Bustreo mostreranno al pubblico i modelli che spiegano le relazioni interpersonali basate su fiducia, valori e comunicazione. T Fondaco dei Tedeschi, Rialto www.tfondaco.com
Ateneo Veneto e Comune di Venezia presentano l’incontro: Veneto, Istria, Dalmazia: una storia di persone, frontiere ed Europa. Intervengono Bruno Crevato-Selvaggi e Carlo Giovanardi.
Seminario con piccola degustazione: Tapas e cicchetti a confronto. Similitudini tra usanze gastronomicoculturali spagnole e veneziane.
Sala Tommaseo, Ateneo Veneto ateneoveneto.org
Aula Magna, Ateneo Veneto ateneoveneto.org
GIORNO DEL RICORDO
FREUD A VENEZIA
Alessandro Cuk incontra Luisa Antonini, autrice del libro Ofelia. In collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
Conferenza Freud a Venezia. Relatore: Jörg-Dieter Kogel, giornalista e scrittore di Brema, in occasione della pubblicazione del suo volume Con Sigmund Freud in Italia. Evento in cooperazione con l’Hotel Metropole, dimora di Freud a Venezia nel 1895.
11 febbraio h. 17
Biblioteca VEZ – Villa Erizzo-Mestre www.comune.venezia.it
KIDS DAY! Laboratori didattici gratuiti in Museo, per bambini dai 4 ai 10 anni, ideati con lo scopo di introdurre i piccoli visitatori all’arte moderna e contemporanea in modo accessibile e continuativo. LE TECNICHE PITTORICHE SURREALISTE
Per il ciclo mensile dedicato agli amanti della letteratura inglese, una serie di letture in lingua originale dedicate al tema Mosche, pulci e pidocchi con traduzione in italiano.
LA NATURA PLASTICA DI ARP
13 febbraio h. 14
Laboratorio in lingua inglese.
L’ANGELO DEGLI ARTISTI Nell’ambito della mostra L’Angelo degli Artisti. L’arte del Novecento e il ristorante All’Angelo a Venezia, a cura di Giandomenico Romanelli e Pascaline Vatin, un ciclo di conversazioni per approfondirne le tematiche. IL FRONTE NUOVO DELLE ARTI NEL DIBATTITO ESTETICO DEGLI ANNI ’50
TAPAS E CICCHETTI A CONFRONTO
CASA DELLE PAROLE
9 febbraio h. 15
Sala Tommaseo, Ateneo Veneto ateneoveneto.org
11 febbraio h. 17
GIORNO DEL RICORDO
Casa dei Tre Oci, Giudecca www.treoci.org
2 febbraio h. 15
rianna Kolyvà, Nada Cibej, Kristjan Knez, Nella Pantazì, Snezana Pejovic, Dora Zafeiratou. In conclusione: Marenda da piron. Presentazione e degustazione di cibi e ricette tipici dello Stato da mar.
11 febbraio h. 18
Teatrino di Palazzo Grassi, Campo S. Samuele www.palazzograssi.it
VENEZIA E IL SUO STATO DA MAR VIII Convegno internazionale. Interventi di Alessia Ceccarelli, Ma-
14 febbraio h. 17
17 febbraio h. 18
Sala Tommaseo, Ateneo Veneto ateneoveneto.org
IL SABATO DI GALLERIE | LAB Ciclo di laboratori in museo per bambini e ragazzi per scoprire l’arte divertendosi. CACCIA AL PARTICOLARE 22 febbraio h. 15
Attività per bambini dai 5 ai 7 anni. CONVERSAZIONI IMPROBABILI 29 febbraio h. 15
Attività per ragazzi dagli 8 agli 11 anni. Gallerie dell’Accademia www.gallerieaccademia.it
: lettida...
a cura di Fabio Marzari
Hugh LOFTING La storia del Dottor Dolittle (De Agostini) Sembra un rispettabile medico inglese, in realtà John Dolittle è la persona più eccentrica e scorbutica del mondo. Detesta gli umani e caccia i pazienti dal suo studio a giorni alterni. E piuttosto che controllare le carie del suo vicino di casa è disposto a infilare la testa nella bocca di un coccodrillo. Il dottor Dolittle sa parlare con gli animali. È stato il pappagallo Polinesia a insegnargli tutte le lingue del mondo, e ora il dottore può finalmente ignorare gli insopportabili umani e dedicarsi alle creature che più ama. Nel suo pianoforte abita una famigliola di topolini bianchi, nell’armadio della biancheria uno scoiattolo curioso, nell’ampio giardino coccodrilli e leoni... Tullio AVOLEDO Nero come la notte (Marsilio)Sergio Stokar era un buon poliziotto. Forse il migliore a Pista Prima, degradata ma ancora grassa città del Nord-Est. Fino al giorno in cui, senza saperlo, ha pestato i piedi alle persone sbagliate. Così qualcuno l’ha lasciato, mezzo morto, sulla porta dell’ultimo posto in cui avrebbe voluto finire: le Zattere, un complesso di edifici abbandonati dove si è insediata, dandosi proprie leggi, una comunità di immigrati irregolari. Quel rifugio dall’equilibrio fragile e precario - con la sua babele di lingue, razze e odori - normalmente sarebbe un incubo per uno col credo politico di Sergio. Ma è un incubo in cui è costretto a rimanere, adattandosi a nuove regole e a convivere con una realtà che un tempo avrebbe rifiutato... George SOROS Democrazia! Elogio della società aperta (Einaudi) Che cosa significa difendere la democrazia oggi? Quali pericoli sta affrontando lo Stato di diritto? La visione di Soros è quella di chi sa di essere il nemico pubblico per eccellenza dei sovranisti e populisti di tutto il mondo. Personaggio odiato e invidiato, è a capo di un impero finanziario colossale, ma, allo stesso tempo, in prima linea per combattere le tendenze autoritarie a livello globale. Soros vede a serio rischio anche le conquiste democratiche in Occidente. In queste pagine, critica apertamente i suoi nemici, indaga una varietà di temi attualissimi - dall’uso delle nuove tecnologie come strumenti di controllo sociale, all’andamento dei mercati finanziari, al futuro dell’Unione europea. Kavamura GENKI Se i gatti scomparissero dal mondo (Einaudi) Di lavoro fa il postino, mette in comunicazione le persone consegnando ogni giorno decine di lettere, ma la sua unica compagnia è un gatto, Cavolo, con cui divide un piccolo appartamento. I giorni passano pigri e tutti uguali, fin quando quello che sembrava un fastidioso mal di testa si trasforma nell’annuncio di una malattia incurabile. Che fare nella settimana che gli resta da vivere? Riesce a stento a compilare la lista delle dieci cose da provare prima di morire... Non resta nulla da fare, se non disperarsi: ma ecco che ci mette lo zampino il Diavolo in persona. E come ogni diavolo che si rispetti, anche quello della nostra storia propone un patto, anzi un vero affare... Claudio MAGRIS Storia di Gali Gali (Bompiani) Sardoni e frattaglie. Tutte le sere al tramonto, puntuale come un orologio, un gabbiano bianco cala ai piedi di un pino, dentro un giardino, vicino a una casa, dove un uomo - e il suo cane - lo aspettano. L’uomo - e il suo cane, Zivil - passano la serata con lui, gli offrono buon cibo, e lui qualche volta si ferma a dormire col cane, dentro la sua cuccia. È così semplice l’amicizia, a volte. Gali Gali è un gabbiano reale, leggero come una piuma e rapido come una freccia. Volare è la sua passione e il suo gioco. È altero e sprezzante e considera con distacco i volgari gabbiani grigi che invece di divertirsi a volare alto frugano nei rifiuti alla perenne ricerca di cibo. Ma poi un giorno Gali Gali, trascinato in un altrove ignoto dalla furia di una tempesta, incontra una gabbiana grigia. Finalmente la guarda, e la vede...
:menu Controcanto
Tira una
brutta aria, inutile negarlo. L’onda lunga di novembre ha fiaccato l’ottimismo e provoca un certo effetto vedere la città presentarsi con una smorfia di dolore. Non si può sapere al momento se il Carnevale potrà invertire la tendenza ad un preoccupante segno meno davanti ad ogni indicatore economico, tuttavia va registrato un impegno pressante da parte di molti nel cercare di raddrizzare le sorti in bilico di Venezia. I profeti di sventura non devono prevalere, ma ci si sente altret-
di Fabio Marzari tanto fuori luogo nel fare i trombettieri dell’ottimismo. Provando una via mediana maggiormente aderente alla realtà, abbiamo l’obbligo di credere nella necessità di una diversa politica dell’accoglienza, che parta da un miglior racconto della città. Da un lato la centralità di Venezia a livello mediatico è assodata, serve dare informazioni corrette per non creare equivoci rispetto all’ordinaria straordinarietà della vita in Laguna. Ma è pur sempre questa una rubrica di menù e non si può affrontare con indole quaresimale l’incipiente carnevale con il suo meraviglioso carico di dolcezze. Le frittelle hanno iniziato al traino delle vacanze di Natale a fare capolino nelle vetrine nei banchi delle pasticcerie, poi sono apparsi i galani e le castagnole per ricordare a chi avesse voluto fingere di ignorare il messaggio che carnevale è iniziato e mai come in quest’anno bisestile e complicato, una consolazione dolce può attutire l’amarezza ben radicata nell’oggi. Il potere taumaturgico della fritola non è certo una scoperta recente e c’è un mondo che gira attorno ad
essa! Mi perdoni Plauto questa licenza per nulla poetica, serve anche lo scherzo per arginare in piccola parte le geremiadi collettive. Venezia in questo periodo ha visto molte attività chiudere, ci sono vittime illustri, uno tra tutti il Vecio Fritolin, la cui resa rappresenta un dolore. Lo storico locale di calle de la Regina infatti ha chiuso i battenti e Irina Freguia, donna coraggiosa e tenace, ha dovuto gettare la spugna e arrendersi all’evidenza di conti che non tornavano più. Senza entrare nel merito di vicende contrattuali private, rimane il dispiacere di non poter ritrovare un angolo speciale della città vivo e illuminato dalla fama, meritata, di un locale molto conosciuto e apprezzato anche mediaticamente. Una storia piccola, partita da Aristide, l’inventore del pesce fritto in scartosso e portata in auge per molti anni dalla bravissima Irina e dal suo staff che ha saputo tenere alta la tradizione della migliore cucina veneziana. Neppure la benevola presenza di Aristide, il cui fantasma si dice accompagnasse simpaticamente la vita del locale, ha potuto evitarne la chiusura. Povero Aristide sconsolato tra le luci spente e le sale vuote di quello che è stato un angolo felice per i palati degli avventori. Un altro fantasma che va ad aggiungersi al corteo di ricordi in una città dalle migliaia di storie. Proprio per evitare l’effetto Ghost City urge pensare alla vita possibile in un tessuto urbano perfetto per una dimensione ideale del quotidiano, in cui non capiti più di stupirsi perchè in un mercoledì sera invernale qualsiasi una sala cinematografica era piena di spettatori. Le tracce di vita reale sono le uniche possibili nel garantire un futuro alla città e ai suoi abitanti, meno fantasmi, più fantasia!
Counterpoint
INovember don’t like what’s happening. The flood of last hit hard and seeing pain in the eyes of the city
hits even harder. We don’t know if the Carnival will uplift the trend – we are now looking at a minus sign next to most economic indexes, though we should be glad that there are so many that are committed to the future of Venice. We should lend no ear to downers, though it is admittedly hard to maintain a cheery disposition in the face of it all. A more balanced approach, one closer to reality, is to believe in the need of a different policy on hospitality. But here we are, menu is my column, and I would be remiss if I didn’t mention any of the beautiful Carnival sweets that are to be found in every bakery and pastry shop in town. Venetian beignets (fritole) are all the rage, either filled with raisins, diced apples, or nuts or served with custard, chocolate, or what have you, as long as super sweet and creamy! Smaller, plain beignets (castagnole) and angel wings (galani) are also part of tradition. If only sweets could solve all problems! Alas, a cornerstone of Venetian catering, historic restaurant Vecio Fritolin, closed for business recently. Owner Irina Freguia, a strong, brave businesswoman, kept seeing her numbers not adding up anymore and did what was the most sensible thing to do. Another ghost that adds to the cohort of memories in a city of a thousand stories. It must be said, ghost city is precisely what we don’t want for Venice. Traces of life are around and do abound in Venice, if you know where to look. Less phantoms, and more fantasy!
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Raffinata anarchia
The joyous anarchy of taste
Il brunch secondo il The Gritti Palace
Brunch at the Gritti Palace
Il brunch rappresenta al meglio il senso della tavola nel fine settimana, quando i ritmi sono più allentati e rilassati e maggiore è il desiderio di non avere regole precise da seguire nell’ordine delle portate dei cibi. Sedersi a tavola, anzi non avere alcun diktat circa una sosta davanti ai piatti per ore, come nei pranzi familiari delle feste comandate, già è fonte di gioia, se a questo si unisce la possibilità di avere un’alternanza di dolce e salato senza un ordine prestabilito allora siamo molto prossimi alla felicità. Tuttavia il brunch nei locali non è ancora così diffuso come meriterebbe, una nota di merito va al The Gritti Palace, che con lo chef Daniele Turco a guidare le cucine, sa creare sempre nuove occasioni di
sicuro interesse, e il loro brunch lo è certamente. L’estetica del luogo vale più di ogni descrizione, un affaccio mirabolante, tra acqua e monumenti, riflessi e tagli di luce, avvolti in un lusso ovattato, caldo e sincero con i camerieri che con il sorriso raccontano i piatti, senza enfasi, con la naturalezza che si connatura ad un luogo d’incanto. Vengono serviti piatti iconici della tradizione italiana, con un posto speciale per la cucina veneziana che riflette gli influssi culturali di tutti coloro che hanno attraversato la città nel corso dei secoli, lasciando un segno nella tradizione culinaria locale, e ancora pancake e uova preparate in mille modi diversi, dolci freschi, succhi, caffè e uno spazio rilevante alle nuove esigenze in fatto di cibo vegano e
vegetariano. Una terrazza spettacolare a disposizione per trovare con gli occhi un incontro di armonia totale col palato, quello che si dice stare bene a tavola, senza costrizioni, un gender fluid della cucina, in cui nessuno subisce le altrui scelte, bensì costruisce il suo piccolo percorso tra affinità e contrasti, nello spirito del brunch, libero da confini e da formalismi. Fabio Marzari The Gritti Palace Campo Santa Maria del Giglio, San Marco 2467 www.clubdeldoge.com
Ah, brunch! Slowed-down Sundays, relaxed days, and not a care in the world for rules and orders. Just take a seat and enjoy your time. All is allowed except rushing through the meal. It’s like Christmas, only, it comes every weekend. Brunch is not as popular in Italy as it is elsewhere (we can be quite the stick in the mud re: food tradition, I know, I know…) but you can find an excellent one at the Gritti Palace thanks to chef Daniele Turco and not only to him: the beauty of the breakfast hall is amazing. Water, art, light, luxury and warmth all around to accompany choices that ore no one else’s but your own. Freshly baked goods, fruit juice, coffee, typical Venetian food, vegetarian and vegan choices, and more.
02
Sistema Bio
Organic system
Alleanza internazionale tra fiere
International trade show partnerships
Dopo Bio-Beurs a Zwolle-Olanda, svoltasi il 22 e 23 gennaio, sarà B/Open, organizzata da Veronafiere, dall'1 al 3 aprile a Verona, a sancire The Organic Trade Fairs Alliance, l'importante progetto di accordo internazionale tra fiere b2b nel settore bio, che prevede a seguire gli appuntamenti: Organic &Natural Products Expo a Johannesburg-Sudafrica, 8-10 maggio, e Natexpo a Lyon-Francia, 21-22 settembre. Come dichiarato da Flavio Innocenzi, direttore commericale di Verofiere: «Questa alleanza internazionale, che ha mosso i suoi primi passi nel 2019 e si consoliderà nel 2020, vuole supportare il settore del biologico attraverso azioni sinergiche di promozione,
mettendo a sistema le competenze e le conoscenze trasversali, acquisite dai vari partner internazionali». The Organic Trade Fairs Alliance è una piattaforma globale con l’obiettivo di fornire sostegno al settore dell’agricoltura biologica, dell’industria alimentare biologica e dei cosmetici naturali, oltre che diffondere e supportare un modello di nutrizione e di cura della persona focalizzato su tutto ciò che è “sano e salutare”, all’attenzione all’ambiente, al clima globale e al rispetto dei lavoratori. B/Open è la prima fiera b2b in Italia rivolta agli operatori del “food” certificato biologico e del “natural self-care”, comprendente sia le materie prime, che il prodotto finito e il packaging.
Una manifestazione innovativa di Veronafiere che presenta tutta la filiera, frutto di un’accurata selezione delle aziende espositrici studiata sulle esigenze dei compratori professionali. Tra queste, per menzionarne solo alcune: Cereal Docks, Agricola Grains, Altalanga, Specchiasol Groul coi marchi Larico e San Demetrio, Chiara Cantoni, partner di Ringana, per la cosmesi naturale e il settore fitoterapico. Daniela Paties Montagner www.b-opentrade.com
:e
After Bio-Beurs in Zwolle, Netherlands, which took place on January 22 and 23, B/Open, a production of Veronafiere for April 1 and 3, is the second instalment of the Organic Trade Fairs Alliance, an exchange programme of trade fairs in the organic produce sector. Other upcoming appointments will be in South Africa and France. Organic Trade Fairs Alliance is a global platform that champions organic agriculture, organic food, and natural beauty products and promotes a healthy, sound approach in the food and personal care industries. The trade fair addresses professional buyers and other businesses. Participating companies are Cereal Docks, Agricola Grains, Altalanga, and others.
Amicizia e fornelli Il Local sin dalla sua nascita, qualche anno fa (tempus fugit!) ha segnato un punto di differenza notevolmente in positivo nelle cucine di Venezia. Le contaminazioni, le collaborazioni e i nuovi percorsi hanno caratterizzato e caratterizzano l’anima del ristorante a Castello, ne è una prova Fuori Onda, un nuovo appuntamento in programma la sera del 13 febbraio. Benedetta e Luca Fullin con Matteo Tagliapietra, alla guida della cucina del Local, ospitano lo chef Valentino Cassanelli, stella Michelin, ai fornelli del ristorante Lux Lucis dell’hotel Principe di Forte dei Marmi, e il Sous Chef Rocco Grisoni. Piacevolmente complice un’amicizia di vecchia data tra Valentino Cassanelli, Rocco Grisoni e Matteo Tagliapietra, nata due lustri or sono a Londra quando tutti lavoravano alla Locanda Locatelli e poi da Nobu. I tre si ritrovano a Venezia, dopo un decennio in cui hanno accumulato esperienza e premi, per presentare al Local i piatti che hanno creato allora rivisti al giorno d’oggi. Ne deriva un menù di nove portate che trae spunto dal racconto di vita di tre italiani giovanissimi finiti a Londra per farsi le ossa, imparando la tecnica e l’abilità ai fornelli nei luoghi tra i più blasonati della ristorazione inglese. La cena di Venezia è un concentrato di tre carriere, tre punti di vista che trovano la sintesi in una grande amicizia che riesce a esprimersi anche attraverso l’ideazione dei piatti. Almeno per questa volta Londra ha saputo unire anziché dividere! F.M. Fuori Onda 13 febbraio Local, Salizzada dei Greci, Castello 3303 www.ristorantelocal.com
ricette dedicate di Pierangelo Federici
:menu :ristorantirestaurants bacari
ACIUGHETA ENOTECA
Castello 4357, Campo S. Filippo e Giacomo T. 041-5224292 h. 9.00_24.00 aperto tutti i giorni/open everyday www.aciugheta-hotelrio.it
DAVIDE BUSATO Veneziano, collabora con università in Italia e all’estero, fondatore della società Arcomai che si occupa di ricerche archeologiche e storiche. Al suo attivo alcune tra le più note pubblicazioni sulle vicende del passato della nostra città. Il suo ultimo libro, Tonache di sangue, è uscito nel 2018 per Rusconi Libri.
:venezianiatavola
L’intervista Mi accingo a intervistare l’autore di libri come I serial killer della Serenissima. Assassini, sadici e stupratori della Repubblica di Venezia, Venezia criminale. Delitti e misteri del ‘700 , o ancora Laguna di sangue. Cronaca nera veneziana di fine Ottocento. Siccome , in fin dei conti, la mia è una pacifica rubrica di cucina, spero di non aver preso un’inquietante, sanguinolenta cantonata. Ciao Davide, anche i briganti, i malviventi e i killer mangiavano, vero? Certo! Il problema sorgeva per chi mangiava con loro. L’assassina Maria Bordina di Montebelluno nel 1777 prese in odio la nuova perpetua cercando di ammazzarla, un testimone al processo affermò: «Ti è andata ti a tior la polvere de aseno per metterghe in quela panada, ti ti ga messo dei aghi (da pomoli) in tre ovi freschi che t’ho dato mi aposta». La polvere di asino era prodotta dalla milza e secondo alcuni trattati era velenosa. Mentre la panada era una tipica zuppa di pane bollito e olio. Alla fine con l’arsenico riuscì a eliminarla per poi finire in carcere e passar a miglior vita per una bronchite. Scherzi a parte, so che nelle tue ricerche ti sei interessato anche di cucina, mi raccontavi di una tua recente conferenza sui piatti dei Dogi… L’anno scorso ho svolto uno splendido lavoro per la famiglia di viticoltori Bisol sull’isola di Mazzorbo. In particolare lo studio era finalizzato a comprendere cosa coltivavano e mangiavano in laguna tra il Cinque e il Settecento. Partendo dalle lista della spesa dei monasteri si può ricostruire un panorama interessante. Nel 1564 le monache di San Maffio di Mazzorbo spesero 20 ducati per una cena con i confratelli della scuola di Santa Margherita, il Patriarca Trevisan avviò un'inchiesta per i costi troppo elevati, offrendoci uno spaccato sulle pietanze offerte. La conversa Suor Dorathia affermò «non vado minga sempre dal confessor, et se pur se va, se ge porta do vovi freschi, un pocco de salata» Suora Agata conversa sostenne che «Suor Mattea […] ogni venere la gratta el pan et ge le porta per farge pana». Suor Margherita disse semplicemente «la qual [suor Mattea] ge portava cesti, neli quali ge giera frutte, bussolai, et qualche volta qualche zucca de malvasia». Di sicuro trattavano bene il confessore. Scrivi, ma ospiti anche altri autori, nel tuo sito e nel tuo blog veneziacriminale.it: vuoi parlarci di questo impegno per una presenza on-line, credo ormai imprescindibile per ogni narratore? Se come ricercatore ritengo sia importante restituire al pubblico gli studi che effettuiamo, come scrittore lo trovo essenziale. Il mio blog è stato in passato molto attivo come contenitore a più voci, oggi investo maggiori energie nella televisione. Grazie alla splendi-
Un mix tra un locale di design e il tradizionale bacaro veneziano. Ottima la qualità dei vini e dei cicheti, da non perdere le caratteristiche pizzette dell’aciugheta./ Popular with tourists and Venetians, a modern space with the atmosphere of a traditional bacaro where you can drink aperitif and have some snacks. AGLI ASSASSINI
San Marco 3695, Rio Tera’ degli Assassini T. 041-5287986 h. 11.30_15.00/18.30_23.00 chiuso dom, sab a pranzo/closed on Sun and Sat lunch-time - www.osteriaaiassassini.it
Non prendete paura: gli assassini in questa strada c’erano solo nei tempi antichi. Tra tavoli in legno e pareti in cotto cicheti e ricette veneziane./ Don’t panic, murderers lived in this street only centuries ago; you can sit down with friends and taste typical Venetian snacks. AI 40 LADRONI
Cannaregio 3253, Fondamenta della Sensa T. 041-715736 h. 10.00_23.00 chiuso lun/closed on Mon
Bacaro doc, offre i piatti tipici della cucina veneziana, tra cui di venerdì il baccalà mantecato fatto in casa./ A Venetian bacaro serving typical Venetian dishes such as home-made Venetian stockfish on Friday. AL BACARETTO
S. Marco 3447, Calle delle Botteghe T. 041-5289336 - h. 7.30_23.00 chiuso sab sera e dom/closed on Sat evening and Sun www.osteriaalbacareto.com
Siete nei pressi di Palazzo Grassi? Ecco un posto giusto per un pasto piacevole e veloce./ Are you in the area of Palazzo Grassi? Here is the ideal place for a pleasant lunch. ALL’ARCO
San Polo 436 T. 041-5205666 - h. 8.00-14.30 chiuso dom/closed on Sun
A pochi passi dal mercato di Rialto, in calle dell’Arco, un angolo dove gustare i migliori cicheti della città: ingredienti originali, simpatia e ambiente famigliare. Molto frequentato dai veneziani./ Steps from the Rialto Market, in Calle dell’Arco, find a corner to taste the best of Venetian street food. Original ingredients and a fun atmosphere that is loved by the locals. ALLA PATATINA
San Polo 2742, ponte di S. Polo T. 041-5237238 - h. 9.30_14.30/18.00_22.00 chiuso dom/closed on Sun - www.lapatatina.it
Tra Rialto e i Frari è un locale amato da studenti e non che trovano polpette, verdure fritte e le immancabili patate al rosmarino./ Popular with students who want to eat meat-balls, fried vegetables and the inn’s must: potatoes with rosemary. ANTICA OSTERIA RUGA RIALTO
S. Polo 692, Calle del Sturion T. 041-5211243 h. 11.00_15.00/18.00_24.00 aperto tutti i giorni/open everyday
Antico Bacaro, amato dai giovani ideale per un pranzo veloce ed economico o per passare la serata con piatti tipici della cucina veneziana./ Loved by young people, ideal place for a quick, cheap lunch or for spending the night tasting the typical Venetian food. CANTINA DO MORI
S. Polo 429, Calle dei do Mori T. 041-5225401 h. 8.30_20.30 chiuso dom/closed on Sun
Il più antico bacaro della città, documentato dal 1464, offre oltre 600 etichette e una gran quantità di deliziosi cicheti./ The oldest ‘bacaro’ in town, on record from 1464, offering a great selection of delicious snacks and more then 600 wines. ENOITECA MASCARETA
Calle Lunga Santa Maria Formosa 5183 T./fax 041-5230744 - aperto tutti i giorni/ open everyday -www.ostemaurolorenzon.it
Mauro Lorenzon nel suo locale, aperto fino a tarda notte, propone piatti caldi ed una cucina fredda con trionfo di formaggi e salumi. Non mancano mai le migliori
ostriche. Il meglio in fatto di vini,oltre 100 etichette, bollicine italiane e francesi./ This is a true cult place, open until late at night, you can eat hot dishes as well as cold plates. You can taste a glass of the best wines, more than 100 Italian and French wines are available on the wine list. NARANZARIA
San Polo 130 - T. 041-7241035 h. 10.30_15.00/18.00_23.00 chiuso lun/closed on Mon - www.naranzaria.it
Locale ‘fusion’, sushi-bar, cicheti e i vini di Livio Feluga per un aperitivo cosmopolita o una cena assai gradevole./ A fusion-style osteria in Rialto. Excellent wine list such as the ones produced by Livio Feluga. You can choose between the sushi bar, the very original cichetti (local snacks) or a very pleasant dinner. OSTARIA BEA VITA
Fond. delle Cappuccine, Cannaregio 3082 T. 041-2759347 - h. 9.00_23.00 aperto tutti i giorni/open everyday
Imperdibile punto d’incontro per assaporare gustose rivisitazioni dei migliori piatti della cucina tipica veneziana./ A meeting point you cannot miss if you want to taste new interpretations of the best dishes of Venetian cuisine. OSTERIA AI OSTI
Cannaregio 3849, Corte dei Pali Testori T. 041-5207993 h. 8.30_22.00 chiuso dom/closed on Sun
Situato in un caratteristico campo veneziano il locale offre un’ottima cucina casalinga, carne e pesce, accompagnata da vini di qualità./ Ai Osti offers an exquisite home cooking in a characteristic Venetian campo (square); good wine selection. OSTERIA CA’ D’ORO ALLA VEDOVA
Cannaregio 3912, Ramo Ca’ d’Oro T. 041-5285324 - h. 1.30_14.30/18.30_22.30 chiuso dom mattina e gio/closed on Sun (lunch-time) and Thu
art were attracted by this small magic terrace on the canal. An intimate atmosphere on the Giudecca, recommended for its Venetian dishes. ANTICO DOLO
San Polo 778, Ruga Vecchia T. 041-5226546 - h. 12.00_23.00 chiuso mar/ closed on Tue - www.anticodolo.com
Antica osteria vicina a Rialto, celebre per la sua ‘tripa rissa’, l’ampia scelta di piatti tipici e la ricca selezione di vini veneti./ Typical old Venetian inn near Rialto’s market; famous for its ‘tripa rissa’ (tripe), typical dishes and a rich wine list. BANCOGIRO
Campo S. Giacometto, S. Polo 122 T. 041-5232061 - h. 10.30_24.00 chiuso lun/ closed on Mon - www.osteriabancogiro.it
Ricavato all’interno di uno degli antichi magazzini di Rialto, l’Osteria propone cucina tradizionale della Laguna e non solo./ In the past it was the interior of one of the ancient Rialto warehouses, now the inn proposes typical dishes of the lagoon, exploring products from other parts of Italy too. BENTIGODI
Cannaregio 1423, calle Sele T. 041-716269 h.10.00_15.00/18.00_1.00 chiuso lun/closed on Mon
Osteria di tradizione. Lo chef Domenico Iacuzio offre piatti tipici veneziani preparati secondo antiche ricette come sarde in cinta e in saor e altre specialità./ Typical Venetian dishes prepared according to the old recipes. Try their sarde in saor. CO.VINO
Calle del Pestrin, Castello 3829a-3829 T. 041-2412705 chiuso mer e gio/closed on Wed and Thu
Vicinissima a Ca’ d’Oro, è conosciuta da più di 100 anni come “La Vedova”. Presenta un banco pieno di pesce, verdure, una grande varietà di primi piatti e le mitiche polpette./ Known for more than 100 years as “La Vedova” (the widow) and popular with Venetians, near the Ca’ d’Oro, the restaurant offers fish dishes, a variety of pastas and risottos and meat-balls.
Un indirizzo da segnare per gli amanti della buona tavola, con tutte le delizie che un territorio ricco di storia e tradizione, come il Veneto, può offrire. Atmosfera elegantemente informale per un trionfo di sapori, tra cui molti a km zero, o circa./ An address food lovers should keep at hand, especially those who value the treasures of a territory rich in history and tradition can offer, such as the Venetia. Smart/casual atmosphere and plenty of taste, most of which from zero-mile produce, or almost.
PARADISO PERDUTO
OSTERIA DA CODROMA
Per chi ama tirar tardi, un bicchiere e un piatto di pesce “alla veneziana”: è il locale giusto!/ The ideal place for night-owls: sipping a glass of wine and eating some Venetian specialities.
Perfetto per un aperitivo o per una cena, il locale mantiene il fascino antico e autentico del bacaro con delle proposte gastronomiche semplici e ben realizzate con ingredienti sempre freschissimi./ Perfect for a before-dinner glass, Codroma will welcome you to stay for dinner to enjoy the authentic taste of the typical Venetian inn. Simple, fresh food.
Cannaregio 2540, fond.ta della Misericordia T. 041-720581 - h. 11.00_15.00/19.00_1.00 chiuso lun sera/closed on Mon evening
osterie&trattorie AL BACCO
Cannaregio 3054, Fondamenta Capuzine T. 041-721415 h. 18.30_24.00 (12.00_14.30 solo dom/only Sun) chiuso lun/closed on Mon
Nei pressi del Ghetto, un locale con il fascino del tempo perduto, dove gustare ricette di un tempo a base di pesce./ Near the Ghetto, a charming restaurant lost in time offering a traditional fish menu. AL MASCARON
Castello 5225, Calle lunga S. Maria Formosa T. 041-5225995 h. 12.00_15.00/19.00_23.00 chiuso dom/closed on Sun www.osteriamascaron.it
Frequentato da cittadini e “foresti” il locale offre ogni genere di mollusco, crostaceo o pesce/ Venetians and people from outside the city know the place it’s a must if you are looking for excellent fish.
Dorsoduro 2540, Fondamenta Briati chiuso dom e lun/closed on Sun and Mon T. 041-5246789 h. 10.00_16.00/18.00_23.30
DA POGGI
Cannaregio 2103, Rio tera’ Maddalena T. 041-721199 - h. 12.00_15.00/18.00_24.00 aperto tutti i giorni/open everyday www.ristorantedapoggi.it
L’indirizzo giusto per ottimi piatti tipici della città lagunare: tra gli altri, tagliolini ai tartufi di mare, gamberetti agli asparagi, branzino al pepe verde./ The right place for traditional Venetian dishes. Try tagliolini with warty venus, shrimps with asparagus or green pepper sea bass. DA RICCARDO – OSTERIA CONTEMPORANEA
Cannaregio 4426, calle de l’Oca T. 041-2412731 h. 12.00_14.30/19.00_22.00 chiuso lun/closed on Mon www.osteriadariccardo.com
Ideale per un’ombra di vino, folpeti, nerveti, sarde in saor, baccalà, oppure per risotti e altri primi./ Ideal place where you can sip a glass of wine tasting typical snacks, a risotto or a pasta.
Un piccolo ristorante in cui viene servito del cibo molto buono, preparato con ottimi ingredienti e con una selezione accurata di vini in gran parte proveniente da piccoli e attenti produttori. La soddisfazione del palato è garantita!/ Small restaurant, great food. The best ingredients and the right choice of wines, mostly from small farms, guarantee the diner’s satisfaction!
ALTANELLA
DALLA MARISA
AL PORTEGO
Osteria/Venetian restaurant Castello 6014, San Lio - T. 041-5229038 h. 10.00_15.00/18.00_22.00 chiuso dom/closed on Sun
Giudecca 268, calle delle Erbe T. 041-5227780 h. 11.30_14.30/19.30_21.30 chiuso lun e mar/closed on Mon and Tue
Una piccola incantata terrazza, che ha ospitato grandi protagonisti della cultura e dell’arte del Novecento, dove da quattro generazioni vengono offerti piatti tipici della cucina veneziana./ Many important characters of 19th century culture and
Cannaregio 652/b T. 041-720211 h. 12.00_14.00 e dalle 20.00, chiuso la sera di lun, mer e dom/closed Mon, Wed and Sun evening
Un’autentica istituzione e una perla di cucina popolare, dove gustare l’altra ‘faccia’ della Laguna: la cacciagione. Imperdibile! Prenotazione obbligatoria./ Near Tre Archi bridge, along Cannaregio
:menu 83
canal, a real must for traditional simple food and game dishes.You cannot miss it! Book in advance. OSTARIA DA RIOBA
Fond. della Misericordia, Cannaregio 2553 T. 041-5244379 h. 12.30_14.30/19.30_23.00 chiuso lun/closed on Mon - www.rioba.it
In una zona di straordinaria suggestione l’Ostaria da Rioba offre i piatti della tradizionale cucina veneziana./ In the suggestive area of Fondamenta della Misericordia, the Ostaria da Rioba offers the traditional Venetian cuisine. OSTERIA ACQUASTANCA
Fondamenta Manin 48-Murano T. 041-3195125 chiuso lun/closed on Mon www.acquastanca.it
Dove c’era una storica bottega di fornaio, una nuova tappa obbligatoria per assaporare i piatti tipici della tradizione lagunare. Il menù varia secondo il mercato. La qualità del bere è data non solo dal contenuto, ma anche dalla forma: Nason&Moretti./ Where a baker’s shop used to be, an inn offers great Venetian food, a must of the season. Their offer depends on the market’s, the quality of their drinks on the content, true, but also on the vessel... read Nason&Moretti. OSTERIA ALLA FRASCA
Cannaregio 5176, corte della Carità T. 041-5285433 - h. 1.00_15.00/18.00_23.00 chiuso lun sera/closed on Mon evening
Vicino alla fermata F.te Nuove, le rinomate specialità di pesce con gli antipasti della Laguna, spaghetti di pesce e spettacolosi risotti./ A great place near the Fondamente Nuove vaporetto stop for a break on your way to or back from the islands. OSTERIA LA BITTA
Dorsoduro 2753/a, calle lunga San Barnaba T. 041-5230531 - h. 18.30_23.00 chiuso dom e a pranzo/closed on Sun and at noon
Antipasti, primi e secondi a base di verdura e carne in un’accogliente osteria per cene caratterizzate da una grande varietà di menù, diverso ogni giorno./ Starters, first and second courses with vegetables and meat. That’s the place for a dinner characterized by a very rich and varied menu, different each day of the week. OSTERIA TREFANTI
Rio Marin, Santa Croce 888 T. 041-5201789 – www.osteriatrefanti.it Chiuso dom sera e lun/closed Sun evening and Mon
Umberto in cucina propone le ricette, semplici e di territorio, esclusivamente a base di pesce, arricchite da un gran numero di spezie, come nella tradizione delle tavole nobili al tempo della Serenissima. Il risultato finale è di grande spessore, molto al di là delle solite banali ombre e cicheti./ Umberto in the kitchen offers simple, local fish food. As per the tradition of noble families’ dining at the time of the Venetian Republic, spices are a staple of their creations. The final result are exquisite bite-sized portions you won’t mistake for ‘just a quick snack’. RISTOTECA ONIGA
Campo San Barnaba, Dorsoduro 2852 T./Fax 041-5224410 chiuso mar/closed on Tue www.oniga.it
In campo San Barnaba, il locale offre svariati piatti a base di carne e pesce. Ampia e di alta qualità la scelta dei vini./ Near Campo Santa Margherita, the Oniga Ristoteca offers a wide variety of meat and fish dishes. Excellent wine list. TAVERNA SAN LIO
Salizada San Lio, Castello 5546/47 T. 041-2770669 chiuso gio/closed on Thu www.tavernasanlio.com
L’accoppiata design/buona cucina risulta la carta vincente di un nuovo modo di proporre i sapori della Serenissima./ In Salizada San Lio, a great little place, where both design and food are the winning characteristics of a new way to propose the flavours of the Serenissima. VINI DA ARTURO
San Marco 3656 T. 041-5286974 h. 12.00_14.30/19.00_22.30 chiuso dom/closed on Sun
Tra calle della Mandola e Rio Terà degli Assassini, si distingue dalla maggior parte dei locali veneziani per l’ampia proposta di filetti, bistecche, braciole e tante verdure./ Between Calle della Mandola and Rio Terà degli Assassini, ideal for those who love meat.
fusion&worldfood AFRICA EXPERIENCE
Dorsoduro 2722, Calle Lunga San Barnaba T. 041-4767865 h. 12.00-15.00/17.00-24.00 Chiuso lun/closed on Mon
Il ristorante offre un tuffo nel mondo della cucina africana per spezzare la monotonia dei soliti sapori. Gli chef sono anche abili ad adattare l’intensità delle spezie ai nostri palati, abituati a sapori più tenui./ Dip your toes in the world of African cuisine to break the monotony of your restaurant outings. And don’t worry, the chefs know how to use just the right amount of spice. ALLA ZUCCA
Santa Croce 1762, ponte del Megio T. 041-5241570 h. 12.30_14.30/19.00_22.30 chiuso dom/closed on Sun - www.lazucca.it
Un locale dal menù alternativo dove poter gustare anche piatti vegetariani con l’influsso orientale e macrobiotico./ Alternative menu and excellent vegetarian dishes; restaurant with a good atmosphere. BASARA MILANO
Campo San Gallo, San Marco 1089 T. 041-5225955 Mar/Tue – Dom/Sun h. 12-15 e 18.30-00.00 Lunedì chiuso/closed on Mon www.basaramilano.it
A due passi da piazza San Marco, una combinazione di ristorante giapponese (autentico) e pasticceria, con l’aggiunta di una terrazza magnifica dove poter vivere al meglio le suggestioni estetic he e legate al cibo. Inseguendo i momenti della giornata, il locale risulta sempre una scelta efficace./ A stone’s throw from Piazza San Marco, a combination of authentic Japanese sushi and pastry. Pair that with a wonderful terrace to enjoy the aesthetic suggestions of taste and sight. A great choice at any time of day. FRARY’S
Fondamenta dei Frari 2558 T. 041-720050 h. 10.00_24.00 chiuso mar/closed on Tue
Shish Kebab, falafel, ghiros, Kus-kus, dolmades, hummus, gelato arabo, piatti vegetariani. Ouzo, retzina e vini greci. Specialità mediorientali arabe e greche./ Choose from a variety of Middle-Eastern, Arabian & Greek specialities. GAM GAM
Cannaregio 1122, Sotoportego del Ghetto Vecchio - T. 041-715284 - h. 12.00_22.00 chiuso ven sera e sab/closed on Fri evening and Sat
ORIENT EXPERIENCE
Rio Terà Farsetti, Cannaregio 1847/b tel. 041/8226919 h. 11-23.30 aperto tutti i giorni/open everyday - Fb: Orient Experience
Non soltanto take away, ma anche piccolo ristorante con tavolini alti e bassi e atmosfera da caffè mediorientale. Ai fornelli italiani, bengalesi, palestinesi, siriani e afghani, per una cucina fusion. Da provare: Kofta (polpette di manzo con patate, prugne e noci) e il Sabzi Palak (spinaci, ceci e formaggio)./ Not only a take-away joing, but a small eatery with a Middle-Eastern atmosphere. Italians, Bengalis, Palestinians, Syrians, and Afghans take turns in the kitchen for a fusion experience.
nonsolopizza pizza and... AE OCHE
San Giacomo, S. Croce 1552 T. 041-5241161 Zattere, Dorsoduro 1414 T. 041-5206601 Santa Lucia, Cannaregio 158/a T. 041-717879 h. 12.00_15.00/19.00_24.00 aperto tutti i giorni/open everyday www.aeoche.com
Per chi ama poter scegliere tra un centinaio di pizze o tra molte insalate: molto amato dai giovani./ Ideal for those who love pizza: hundreds kind of pizzas and a wide range of salads. AL FARO
Cannaregio 1181/a - T. 041-2750794 h. 12.00_15.00/18.30_23.00 - aperto tutti i giorni/open everyday (nel periodo invernale chiuso mar/closed on Tue in winter) www.pizzeriaalfaro.com
Nel cuore del Ghetto di Venezia, dà la possibilità di scegliere tra piatti tipici veneziani, ma anche tirolesi e 40 tipi di pizze./ Right in the heart of the Ghetto, a wide choice of Venetian and Tyrolese specialities and 40 types of pizzas. AL NONO RISORTO
Santa Croce 2338 - Sotoportego della Siora Bettina T. 041-5241169 - h. 12.00_14.30/ 19.00_23.00 chiuso gio mattina e mer/ closed onThu (lunch-time) and Wed
Buone pizze e piatti tipici veneziani in un caratteristico locale con tavoli e rivestimenti in legno all’interno e un grande giardino all’esterno./ A menu with the best pizzas in town & classic Venetian dishes in a restaurant with a warm wooden interior and a large garden. AL PROFETA
Calle Lunga S. Barnaba 2669 - T. 041-5237466 h. 12_23.00 aperto tutti i giorni/open everyday
Vasta scelta di pizze, succulente grigliate di carne e pesce su ordinazione. Buonissimo anche il pane fatto in casa./ Al Profeta proposes a wide choice of pizzas, grilled meat or fish (only booking it in advance). Their bread is excellent. ALL’ANFORA
S. Croce 1223, Riva di Biasio - T. 041-5240325 www.pizzeriaallanfora.com
Ristorante Kosher, si trova all’ingresso del Ghetto. La cucina è di tradizione israelitica, italo-ebraica e ashkenazi./ Just at the entrance to the Ghetto, it serves traditional Israeli, Italian-Jewish and Ashkenazi specialities.
Per gustare un’ottima pizza e non solo, in un piacevole giardino interno, con un’atmosfera semplice ma sincera./ That’s the place if you are looking for an excellent pizza in a pleasant indoor garden with a simple but true atmosphere.
GHIMEL GARDEN
Campo SS. Filippo e Giacomo 4338 T. 041-5229293 www.concadorovenice.com
Cannaregio, 2873 Campo del Ghetto Nuovo T. 346-4735061
Cucina dai sapori ancestrali nel cuore del Ghetto più antico nella storia, un’esperienza assai appagante in un mondo dettato dal kasherut (le regole ebraiche sul cibo) in cui le assonanze tra i vari mondi sapranno stupire anche il più scettico dei commensali./ Ancestral tastes in the heart of the oldest ghetto in history. A pleasant kosher experience where harmonies beyween different universes will convince even the most skeptical patron. MIRAI CREATIVE SUSHI
Lista di Spagna, Cannaregio 227 c/o Hotel Amadeus - T. 041-2206517 h. 19.30–23.30 chiuso lun/closed on Mon
Ristorante dove gustare la tradizionale cucina giapponese, oltre a contaminazioni nipponico-latine. Un piacevole insieme di cibo, armonia, musica, colori e profumi./ Mirai Creative Sushi offers the Japanese traditional cuisine associated with Latin creations.
CONCA D’ORO
La più antica pizzeria di Venezia, con la qualità di sempre, in un locale al passo con i tempi e con differenti proposte gastronomiche./ The most ancient pizzeria in Venice, same good quality and various gastronomic specialities. DA SANDRO
S. Polo 1473 Campiello Meloni T. 041-5234894 h. 8.00_23.30 chiuso ven/closed on Fri
Due piccoli locali si affacciano nel campiello vicino al più grande Campo San Polo: da una parte ci si siede per la pizza, dall’altra per qualcos’altro./ Two small rooms on tow sides of a little square right behind Campo San Polo: you can sit down for a pizza on one side and for the trattoria specialities on the other. DAI TOSI
Castello 738, Seco Marina T. 041-5237102 - h. 2.00_14.00/17.00_21.30 chiuso mer/closed on Wed
Vicinissima ai padiglioni della Biennale è una buona scelta anche quando l’esposizione di arte contemporanea non c’è. Fermata vaporetto: Giardini./ Right next
da collaborazione con Daniela Sardella nel suo programma Parola di Pollice Verde posso raccontare il lato noir delle principali città, ovviamente ho iniziato con Venezia e poi l’eterna Roma, ma prossimamente avrete modo di vedere anche Torino. Come si sviluppa la parte di ricerca archeologica sulla Laguna di Venezia, con i tuoi libri su Sant’Erasmo, l’isola della Certosa e, più in generale sul vivere in questo particolare pezzo di mondo? Quando ero piccolo amavo andare in sandalo con un libro che avevo “rubato” dalla libreria di mio fratello: Litorali ed isole della Laguna Veneta di Giannina Piamonte. Possedeva delle mappe e cercavo assieme al mio amico i tesori sepolti, quelle pietre che affioravano e che ci immaginavamo come antichi castelli abbandonati [non nascondo che i Goonies ci avevano stregato]. Quando iniziai come collaboratore per la Soprintendenza proposi uno studio su Sant’Erasmo e grazie alla fiducia del Dottor Luigi Fozzati venne pubblicato per Marsilio. Fu il primo di una serie, ultimo dei quali quello su Poveglia grazie alla casa editrice Lunargento nella collana ArcheotoursinItaly. Oggi guardo quelle pietre: mi sanno parlare meglio di come io potevo ascoltarle a quattordici anni, ma il fascino rimane lo stesso. Talento, personalità, coraggio, convinzione, esibizionismo: cosa serve oggi a un giovane autore per emergere? Fame, per restare in tema di cibo. Fame di conoscenza, curiosità e di innovazione, con un pizzico di esibizionismo e voglia di sacrificio. Nella bilancia dobbiamo decidere quanto peso dare al tempo che impieghiamo per il lavoro e quello che ci rimane per il resto. Non può mancare in questa breve intervista una domanda sui tuoi progetti per il futuro. Ci dai qualche anticipazione su nuovi libri, iniziative, eventi? Dopo la fatica di Tonache di sangue, edito dalla Rusconi, ho deciso di prendermi un anno sabatico per dedicarmi a un progetto scientifico in ambito universitario sul quale mantengo ancora un alone di mistero. Mi vedrete sicuramente ancora in televisione, spero sempre più spesso e forse il prossimo anno chiuderò un libro sui delitti negli alberghi prestigiosi in Italia, progetto iniziato e poi lasciato in un cassetto ma che ho voglia di finire per farvi entrare in alcune delle stanze più insanguinate nelle quali nessuno vorrebbe entrare… se non il mio pubblico! Chiudiamo con una domanda di rito, utile per la realizzazione della mia ricetta dedicata. Una domanda che ho fatto spesso agli amici artisti, pittori, grafici, galleristi, cineasti, ma che nel tuo caso potrebbe assumere risvolti davvero inconsueti. Il tuo colore preferito? Ovviamente… non può essere che il nero! La ricetta Quindi nero sia, di seppia naturalmente. Ora chiedo ai minorenni e ai benpensanti di chiudere gli occhi per le prossime due righe: “sèpa”, cioè la seppia, come la “fritola” frittella, hanno in veneziano un doppio senso triviale che ha a che fare con quella parte del corpo femminile che interessò particolarmente il poeta Giorgio Baffo e, più prosaicamente, i serial killer della Serenissima. RISOTO AL NERO DI SÈPA Cominciamo sfatando un mito: il “risotto al nero di seppia” non ce lo siamo inventato a Venezia. È un’antica ricetta che abbiamo imparato dalla cucina povera croata (“crni riot”) durante il dominio veneziano. In seguito si è diffuso in tutto il Veneto e, grazie ai mercanti veneziani, in tutto il bacino del Mediterraneo (ad esempio “l'arroz negro” in catalano). È un piatto semplice da preparare, l’importante è che le seppie siano fresche! Prepara un buon brodo vegetale. Pulisci bene le seppie, tenendo da parte i “sacchetti del nero” e cucinale in padella per una mezz’ora con un soffritto di cipolla, aglio, sedano e poco pomodoro (facoltativo). Quindi, fai tostare il riso Vialone Nano in poco olio extravergine e un battuto sottile di cipolla, aggiungi il “nero” e continua la cottura bagnando ad assorbimento con il brodo. A metà cottura aggiungi le seppie e non mantecare col burro! Sarà sufficiente lasciarlo morbido e mescolarlo energicamente fuori fiamma per un paio di minuti, se vuoi aggiungendo prezzemolo fresco tritato. Abbinerei un calice di Garganega o un Pinot Bianco Doc del Veneto.
:menu :ristorantirestaurants
to the Biennale pavilions, this pizzeriatrattoria is an excellent choice even when the contemporary art exhibition is not on. Vaporetto stop: Giardini. DUE COLONNE
San Polo 2343, Campo Sant’Agostin T. 041-5240685 - h. 2.00_14.30/19.00_22.30 aperto tutti i giorni/open everyday www.pizzeriaduecolonne.com
Grande varietà di pizze da poter gustare nelle sale interne o nel vicino campo./ A huge variety of pizzas you can taste in the two rooms inside or in the square. MARCIANO PUB VENEZIA
Cannaregio 1863, Calle Loredan T. 041-4767255 aperto tutti i giorni/open everyday h. 18.00_1.00
Che sia per una birra, un hamburger o per una cena anche a tardo orario, la qualità e la vastità della scelta non deluderanno. Anche per i superalcolici la carta è generosa. Buon servizio e personale accogliente per un nuovo concetto di pub gourmand./ Whether it’s a good draft beer you’re after, a burger, or a late-night bite, quality and extent of choice won’t disappoint you. The list of spirit is also a lengthy one. Good service complements this new concept of gourmand pub.
ristorantirestaurants A BECCAFICO
Campo S. Stefano 2801 T. 041-5274879 - www.abeccafico.com
L’orgoglio della Sicilia nelle sue infinite varietà di sapori, un ristorante di buon livello che sa offrire, oltre ai piatti più conosciuti di pesce e di carne, alcune chicche come il prosciutto di maiale dei Monti Nebrodi e il sale di Mozia./Sicily’s pride in its infinite nuances of flavours, an upmarket restaurant offering, beyond famous fish and meat plates, rarities as Monti Nebrodi ham and Mozia sea salt. ACQUA PAZZA
San Marco 3808, Campo S. Angelo T. 041-2770688 - www.veniceacquapazza.com
L’ambasciata della repubblica marinara di Amalfi nel cuore di Venezia, con le sue eccellenze gastronomiche che evocano luoghi magnifici e sapori indimenticabili. Dalla bruschetta di benvenuto in poi è un crescendo di leccornie. Benvenuti al Sud!/ The Embassy of Amalfi Maritime Republic in Venice presents its gastronomical excellence that stirs up fantastic places and unforgettable tastes. From welcome bruschetta onwards, a crescendo of delicacies. AGLI ALBORETTI
Dorsoduro 882, Accademia -T. 041-5230058 chiuso mer e gio (pranzo)/closed on Wed and Thu (lunch-time) - www.aglialboretti.com
Il ristorante offre una vasta scelta di piatti della tradizione veneziana, con l’aggiunta di un servizio eccellente e di una cantina assai ben fornita. Appartiene di buon grado all’Associazione Ristoranti della Buona Accoglienza ed è un locale da provare./ Between Accademia and Zattere, Agli Alboretti offers the best typical Venetian dishes and an excellent wine list. AI DO FARAI
Dorsoduro 3278 - T. 041-2770369
Un ambiente rustico e molto accogliente, dall’atmosfera familiare, con un plateatico esterno nella bella stagione nel Campiello dei Squeini. La cucina è tipica della tradizione lagunare e propone piatti di pesce, che, per gli amanti del crudo, viene sfilettato direttamente al tavolo./ This restaurant, with its rustic interior and warm, welcoming atmosphere, has an external paved area in Campiello dei Squeini, where you can dine in fair weather. The cuisine here is typical Lagoon fare. There are many fish dishes; for those who “like it raw”, it can be filetted directly at your table. AI GONDOLIERI
Dorsoduro 366, Ponte del Formager T. 041-5286396 h. 12.00_15.00/19.00_22.00 aperto tutti i giorni/open everyday www.aigondolieri.com
In città, se cercate della carne e selvaggina memorabili, questo è l’indirizzo giusto! Eccellente la carta dei vini./ One of the most elegant restaurants in the area if you are looking for meat and game dishes. Excellent wine list.
AL COVO
Castello 3968, Campiello della Pescaria T. 041-5223812 h. 2.45_14.15/19.30_22.00 chiuso mer e gio/closed on Wed and Thu www.ristorantealcovo.com
Cesare Benelli, chef e proprietario, e la moglie americana Diane propongono ottimi piatti quasi sempre a base di pesce. Eccellente la carta dei vini. Aria condizionata, tavoli esterni, renotazione/ Chef Cesare Benelli and his wife Diane offer excellent fish dishes. Excellent wine list. AL GATTO NERO
Fond. Giudecca-Burano - T. 041-730120 h. 12.00_15.00/19.00_21.00 chiuso lun/ closed on Mon - www.gattonero.com
L’emozione del miglior pesce di Laguna e non solo, ottimamente preparato, immersi tra i colori dell’isola dei merletti. Eccellente la carta dei vini./ In colourful island of Burano try the best fish of the lagoon, wisely cooked. Excellent wine list. AL GIARDINETTO DA SEVERINO
Ruga Giuffa, Castello 4928 - T. 041-5285332 h. 12.00_15.00/19.00_22.00 chiuso gio/ closed on Thu - www.giardinetto.it
Nel quattrocentesco Palazzo Zorzi, tra gli altri piatti ricordiamo delle squisite sarde in saor e bigoli in salsa. Ottimi i vini di tradizione friulana./ Situated inside the 15th century building of Palazzo Zorzi, the restaurant offers the typical Venetian cuisine: sarde in saor, and Bigoli in salsa. Excellent wines from Friuli. ALLA MADONNA
San Polo 594, calle della Madonna T. 041-5223824 h. 12.00_15.00/19.00_22.30 chiuso mer/closed on Wed www.ristoranteallamadonna.com
Ai piedi del Ponte di Rialto, affollatissimo locale frequentato da veneziani e da turisti. Menu principale: pesce./ Near Rialto bridge, popular with Venetians and tourists; Main menu: fish. ALLE CORONE
Castello, Campo della Fava 5527 T. 041-5232222 - www.hotelaireali.com
ANTICA BESSETTA
S. Croce 1395, Salizada de Ca’ Zusto T. 041-721687 - h. 12.00_14.30/19.00_22.30 chiuso mar e mer a pranzo/closed on Tue and Wed (lunch-time) www.anticabessetta.it
Un nome che nasconde storie e leggende della Serenissima per un delizioso locale dall’eccellente cucina e dalla cantina ben fornita./ A well-known restaurant for its fish dishes & its wine-list. The name echoes stories and legends of the Serenissima Republic.
Il piacere di un silenzio quasi irreale sotto un bellissimo pergolato dove gustare la gioia di una cucina di tradizione. Se si gira per le belle e silenziose fondamenta di S. Trovaso, vicino alle Zattere, e ci si vuole fermare a mangiare all’aperto, il giardino di Montin può essere la soluzione./ If you are strolling around near the Zattere that’s the ideal place, have a break in the garden of the restaurant.
Il ristorante accoglie i suoi ospiti per una cena romantica o un pranzo sul Canal Grande declinati al massimo livello. Un ambiente accogliente e un’autentica cucina di classe rendono ogni esperienza culinaria indimenticabile./ The restaurant will welcome patrons looking forward to a romantic dinner or to a lunch by the Grand Canal – an experience like no other. Warm ambiance and authentic, classic cuisine will make for a lasting, beautiful memory.
ANTICHE CARAMPANE
S. Polo, Rio Terà Carampane 1911 T. 041-5240165 - h. 2.30_14.30/19.30_22.00 Chiuso dom e lun/closed on Sun and Mon www.antichecarampane.com
In un angolo nascosto e pieno di fascino, il locale offre tutto il pesce dell’Adriatico e un ottimo fritto misto./ A charming place away from the main tourist ways offering any kind of local fish and excellent mixed fry fish. ANTICO PIGNOLO SAN MARCO
C.lle Specchieri 451 - T. 041-5228123 h. 12.00_14.30/19.00_22.30 aperto tutti i giorni/open everyday www.anticopignolo.com
La migliore e più ricca cantina di tutta Venezia, unita ad una cucina di tradizione, sempre di livello per uno dei ristoranti più conosciuti. Servizio di catering e banchetti./ The best wine list in the whole city of Venice, together with a traditional excellent cuisine. Catering service.
ALLE TESTIERE
AVOGARIA
AMO
San Marco, 5556 (10-22) Aperto tutti i giorni/open everyday h. 12-15 e 19-22 T. 041-2412823 - www.alajmo.it/amo
Un nuovo imperdibile ristorante al T Fondaco ideato dai Fratelli Alajmo e da Philippe Starck. Un bistrot perfetto per un aperitivo, uno spuntino, un lunch o una cena più formale, sempre con la garanzia di eccellenza di casa Alajmo. Un indirizzo nel cuore di Venezia, luminoso e accogliente di giorno, più segreto e misterioso di notte, intimo e rilassato./ T Fondaco houses a new staple of fine dining. An idea by the Alajmo brothers and Philippe Starck, a bistrot for a drink, a snack, or a more formal appointment in the very heart of Venice. Light-filled and airy in the morning, secret and mysterious at night. ANICE STELLATO
Cannaregio 3272 - T. 041-720744 h. 12.30_14/19.30_22.00 - chiuso lun e mar/closed on Mon and Tue
Nei pressi di S. Alvise, la miglior espressione della cucina veneziana, tra cui spiccano gli antipasti e uno squisito risotto al nero./ Close to S. Alvise, the best expression of Venetian food. Try the excellent starters and the delicious risotto with cuttlefish ink.
In questa piccola corte tra San Marco e l’Arsenale, il pesce offerto è eccellente. Da non perdere la selezione di antipasti. Indispensabile prenotare./ Between Saint Mark’s and the Arsenal the fish is excellent. Booking essential. CLUB DEL DOGE
Dorsoduro 1147, F.ta delle Eremite T. 041-5227151 h. 12.30_14.30/17.30_22.00 chiuso mer/closed on Wed www.locandamontin.com
Affidato alla guida dell’executive chef Ivan Catenacci, il Ristorante del Molino Stucky Hilton ha suscitato da subito consensi unanimi di critica e pubblico. Cucina veneziana d’eccellenza e servizio impeccabile con bellissima vista sul canale della Giudecca./ Simply divine dining with Aromi Restaurant, thanks to Ivan Catenacci. A unique setting and excellent typical Venetian cuisine.
Pochi tavoli, per un tempio dell’ottimo pesce. Indispensabile prenotare/ Excellent choice if you are looking for a fish dinner. It’s necessary to reserve a table.
Castello 3886, Calle del Pestrin T. 041-5227024 - h. 2.30_14.30/19.15_22.00 chiuso dom, lun, in gen e da metà lug a metà ago/closed on Sun, Mon, in Jan, and from mid-July to mid-Aug
ANTICA LOCANDA MONTIN
Il ristorante del nuovissimo Hotel Ai Reali in un palazzo sapientemente restaurato. Ambiente elegante, con forte personalità, offre un interessante menù che parte dal territorio e dalla stagionalità per declinare al meglio i sapori autentici della tradizione veneziana e italiana, attualizzandoli./ The restaurant of the new Hotel Ai Reali is located in a beautifully restored building. Elegant, with a strong personality, it offers an interesting seasonal menu with local ingredients for the best authentic flavors of traditional Venetian and Italian cuisine. Castello 5801, Calle Mondo Novo T. 041-5227220 h. 12.00_14.30/19.00_22.30 chiuso dom e lun/closed on Sun and Mon www.osterialletestiere.it
CORTE SCONTA
AROMI RESTAURANT
Molino Stucky Hilton, Giudeccca 810 T. 041-2723311 aperto tutti i giorni/open everyday - www.molinostuckyhilton.com
Dorsoduro 1629, Calle dell’Avogaria T. 041-2960491 - h. 2.30_15.00/19.30_24.00 chiuso mar/closed on Tue www.avogaria.com
In un locale dall’accattivante design metropolitano, il ricco menu offre i piatti della cucina pugliese dai sapori semplici e genuini./ The menu offers the simple yet genuine tasting cuisine from Puglia. CAFFÈ FLORIAN
Piazza San Marco 56 - T. 041-5205641 h. 10.00_24.00 (nov-apr/Nov-Apr) www.caffeflorian.com
Nato nel 1720 con il nome “Venezia Trionfante”, è il caffè per eccellenza, dove gustare un lunch in un cotè indimenticabile./ Founded by Floriano Francesconi in 1720 as ‘Venezia Trionfante’, it is the caffé par excellence, where you will have an unforgettable lunch. CASA CAPPELLARI
San Polo 806, Calle della Donzella Campiello del Figher T. 334-6252374 chiuso lun/closed on Mon www.casacappellariristorante.it
Una cucina interamente a vista per dare al cliente la trasparenza del prodotto e del piatto. Pane e pasta fatti in casa, pesce freschissimo, verdure di stagione a km0 e carni di grande qualità in un locale ampio che si sviluppa su due piani perfettamente restaurati./ A full openview kitchen to guarantee transparency in food-making and service. Home-made bread and pasta, fresh seafood, zeromile season’s produce, and high-quality meat in a large locale on two floors in a recently renovated mansion.
The Gritti Palace, campo Santa Maria del Giglio, 2467 - T. 041-794611 h. 19_22.30 - www.clubdeldoge.com
DA FIORE
San Polo 2202, Calle del Scaleter T. 041-721308 h. 12.30_14.30/19.30_22.00 Chiuso dom e lun/closed on Sun and Mon www.dafiore.net
Siamo all’eccellenza in cucina. Da provare! Prenotazione indispensabile./ A real gastronomic temple. Don’t miss it. DA IGNAZIO
Calle Saoneri 2749 - T. 041-5234852 h. 8.30_24.00 chiuso sab, dal 20 lug al 15 ago e dal 24 dic al 6 gen/closed on Sat, from July 20 to Aug 15, and from Dec 24 to Jan 6 www.trattoriadaignazio.com
Locanda tipica veneziana con giardino: buona cucina tradizionale, non solo pesce, ma anche ottima carne./ Typical Venetian restaurant with garden. DA IVO
San Marco 1809 - T. 041-5285004/5205889 h. 12.00_14.30/19.00_22.30 chiuso dom/ closed on Sun - www.ristorantedaivo.com
Una chicca di Venezia; un piccolo, delizioso ristorante dove gustare le piacevoli contaminazioni toscane nella cucina veneziana./ A rarity in Venice, a small restaurant where you can taste Venetian and Tuscany specialities. DA NANE
S. Pietro in Volta T. 041-5279100 pranzo/lunch h. 12.00, cena/dinner h. 19.00 chiuso lun/closed on Mon
Pesce freschissimo portato ogni giorno direttamente da Chioggia, per una cucina tradizionale di alto livello./ The fish can’t be fresher, delivered everyday from Chioggia. Traditional excellent dishes. DA REMIGIO
Castello 3416, salizada dei Greci T. 041-5230089 - h. 2.30_14.30/19.30_22.00 chiuso lun sera e mar/closed on Mon evening and Tue
Seppie, canocie e ogni altro tipo di pesce, mollusco o crostaceo in una trattoria dall’aspetto autenticamente familiare. È indispensabile prenotare./ Try cuttlefish, and all other kinds of fish & seafood in this friendly and popular trattoria.You have to book in advance. DO FORNI
S. Marco 468, Calle Specchieri T. 041-5232148 - h. 2.00_15.00/19.00_23.00 aperto tutti i giorni/open everyday www.doforni.it
Dietro Piazza San Marco, lo storico ristorante universalmente conosciuto dove poter gustare la tradizionale cucina veneziana./ You can taste traditional Venetian dishes in an elegant atmosphere. THE GRITTI EPICUREAN SCHOOL The Gritti Palace, campo Santa Maria del Giglio, 2467 - T. 041-794611 lun-ven/Mon-Fri h. 9.30_20.30 www.thegrittiepicureanschool.com
La scuola di cucina del Gritti, aperta nel 1975,si presenta in versione rinnovata come un’accogliente cucina dal sapore antico, ma super tecnologica, dove gli ospiti possono toccare con mano la tradizione culinaria di Venezia e imparare i segreti per risotti, paste e dolci perfetti./ The culinary school, a legacy since 1975, is now a refined version of its iconic self. A warm, country-style kitchen where guests may immerse in Venetian culinary traditions and learn the secrets to pre-
paring perfect risottos, pasta dishes and delectable desserts. HARRY’S BAR
San Marco 1323, Calle Vallaresso T. 041-5285777 - h. 10.30_23.00 aperto tutti i giorni/open everyday www.harrysbarvenezia.com
Si entra nel mito, cucina eccellente, cocktail strepitosi. Vero luogo di culto, universale! Prenotazione essenziale./ A must, a myth. Try the famous culinary creations of the Cipriani family and the famous coctkail Bellini. Booking essential. HOSTARIA DA FRANZ
Castello Salizada San Antonin 3499 T. 041-5220861 - chiuso mar./closed on Tue www.hostariadafranz.com
Tutto il menù a base di pesce, preparato nel migliore dei modi, in uno dei locali più noti della città, dove ogni dettaglio è curato per far stare al meglio gli ospiti. Eccellente anche la cantina, ricercata e mai banale./ An all-fish menu, served in the best possible way, in one of the most famous restaurants in town. All details are for guests to enjoy the most out of their dinner. Wine list: excellent, exquisite, never banal. LA BOTTEGA AI PROMESSI SPOSI Cannaregio 4367, Calle dell’Oca T. 041-2412747
Storica osteria veneziana, recentemente restaurata, con cucina semplice e genuina a base di carne e pesce. Da provare i diversi tipi di pasta, tutti rigorosamente home made. Piacevole l’atmosfera conviviale./ A landmark Venetian pub, recently renovated, simple and genuine cooking, meat or fish at your choice. Also try different kinds of home-made pasta in this lovely and cozy joint. LAGUNA LIBRE
Fondamenta Cannaregio 969 T. 041-2440031 h. 17_24 chiuso lun/closed on Sat - www.lagunalibre.it
Nella fondamenta di Cannaregio in un palazzo che ospitò l’ambasciata di Francia di cui Rousseau fu primo segretario, un concetto evoluto di ingredienti a km0. Uno spazio polifunzionale pensato per la città, dove arte, musica dal vivo con un palcoscenico ragguardevole, e cucina si fondono nel modo migliore./ By the Cannaregio Quay, in a palace that used to house the French Embassy to the Republic of Venice, an evolved zero-mile concept for a multi-functional space tailored to the needs of the city where art, live music, and cuisine show their best. LE BISTROT DE VENISE
San Marco 4685, Calle dei Fabbri T. 041-5236651 - h. 12.00_1.00 aperto tutti i giorni/open everyday www.bistrotdevenise.com
Ristorante-bar attento alla tradizione della cucina antica e punto d’incontro artistico con un ricco programma di poesia e letteratura, pittura e musica acustica dal vivo./ An offer of dishes from the ancient Venetian tradition, well-studied recipes of ancient typical Venetian cuisine. LINEA D’OMBRA
Dorsoduro 19 - T. 041-2411881 h. 12.00_15.00/19.00_23.00 (bar h. 8.00_1.00) chiuso mer/closed on Wed
Alle Zattere, una terrazza fantastica per un ottimo cibo da condire con le emozioni di un luogo ‘emozionale’. Eccellente e vastissima la carta dei vini./ At Zattere, the restaurant blends traditional Venetian cooking with modern gastronomic innovation. Excellent price and fresh fish in a welcoming atmosphere. LOCAL
Salizzada dei Greci, 3303 T. 041-2411128
Aperto nel 2015, un nuovo concetto di ristorazione fresco e moderno. I fratelli Benedetta e Luca Fullin offrono esperienze gustative più informali a pranzo e più strutturate per cena. In ogni caso la qualità delle proposte è sempre eccellente, così come la cantina./ Opened in 2015, the Local is fresh and modern. Brothers Benedetta and Luca Fullin offer a relaxed atmosphere at lunch and a more structured food experience at dinner. Whatever your choice, the quality and the wine list are excellent.
:menu 85
LOCANDA CIPRIANI
OSTERIA AL PONTE DEL DIAVOLO
Un luogo fantastico, una veranda spettacolare, non bastano le iperboli per parlare di un locale da provare almeno per una volta nella vita!/ You will feel as if you can see Hemingway smoking his cigar, under the veranda...
Una vecchia casa di pescatori trasformata in un’osteria-ristorante di livello assoluto, in cui il mix tra tradizione e internazionalità è risolto al top. Il giardino, semplicemente l’ottava meraviglia del mondo/ An old fisherman’s house became a top-level tavern-restaurant. The garden, just the eighth wonder of the world.
LUNA SENTADA
OSTERIA DI SANTA MARINA
Torcello, Piazza Santa Fosca 29 Motonave Laguna Nord per Torcello T. 041-730150 - h. 12.00_15.00/19.00_22.00 chiuso mar/closed on Tue www.locandacipriani.com
Castello Campo San Severo 5018 T. 041-3097891 - www.lunasentada.it
Un autentico viaggio gastronomico che parte da Venezia e tocca, come nei leggendari viaggi di Marco Polo, tante tradizioni culinarie differenti con uno sguardo ad Oriente, ma con la tipicità veneziana nel DNA./ An authentic culinary journey that starts in Venice and reaches, as in the legendary travels of Marco Polo, many different traditions and an outlook on the East, Venice still residing in their DNA. MET RESTAURANT
Hotel Metropole, Riva Schiavoni 4149 T. 041-5240034 - h. 2.30_14.30/19.00_22.30 chiuso lun/closed on Mon www.hotelmetropole.com
Affidata alla direzione del talentuoso Luca Veritti la cucina propone versioni rivisitate della miglior tradizione italiana in un gioco di rimandi che regala emozioni a tavola, in un contesto raffinato e di grande charme./ In the hands of talented Luca Veritti, traditional and revisited versions of the best in Italian cuisine, in a play of cross-references that gifts us with priceless emotion in an elegant and charming setting. MURO FRARI
San Polo 2604/B - T. 041-5245310 aperto tutti i giorni/open everyday - www.murovinoecucina.it
Locale piacevole anche dal punto di vista estetico, con un vasto plateatico assai vicino alla Basilica dei Frari. Carni eccellenti, pesce secondo le disponibilità del mercato e ottime pizze. Particolarmente apprezzato anche dai veneziani./ An aesthetically pleasing club, reaching out on a vast yard close to Frari Basilica. Excellent meat, fresh fish from local market, and good pizzas. Appreciated especially by locals. ORO RESTAURANT AT BELMOND HOTEL CIPRIANI
Giudecca 10 - T. 041-5207744 - chiuso nov-mar/ closed Nov-Mar - www.hotelcipriani.it
L’esclusivo ristorante dell’Hotel Cipriani affacciato sulla laguna veneziana è un’indimenticabile esperienza gastronomica, elegante e... trés chic./ The refined restaurant of Hotel Cipriani, facing the lagoon, will an unforgettable gastronomic experience. OSTARIA BOCCADORO
Cannaregio 5405/a, Campo Widmann T. 041-5211021 chiuso lun/closed on Mon www.boccadorovenezia.it
Un locale piccolo ed accogliente con dei tavoli all’esterno. Il pesce reso ai livelli più alti, sempre freschissimo e cucinato nel migliore dei modi. Ogni proposta del menù è degna di nota e merita un assaggio. Servizio discreto ed efficiente con un’interessante carta dei vini./ A small, cozy room with tables outside. The fish at the highest levels, always fresh and cooked in the best way. Efficient service with an interesting wine list. OSTERIA DEL CASON
San Polo 2925, Calle del Cristo T. 041-2440060 - www.osteriadelcason.it
Fratello minore di uno dei ristoranti icona per la cucina di pesce, famoso da generazioni in tutto il territorio e oltre: il Cason di via Gatta. Il locale veneziano si presenta accattivante nel look e molto appetitoso nelle proposte, con un assortimento della migliore tradizione gastronomica veneziana, offerta secondo la disponibilità quotidiana del mercato./ This is the “younger brother” of one of Venice’s finest seafood restaurants. For generations, it has been famous throughout the city and beyond: Osteria del Cason, via Gatta. The Venetian spot which has a most appealing look and proposes exquisite meals. Here you will find a wide variety of the best traditional Venetian gastronomical specialties, offered according to daily market availability.
Torcello, Fondamenta Borgognoni h. 10.00_11.00 - T. 041-730250 www.osteriapontedeldiavolo.com
Castello, Campo Santa Marina 5911 T. 041-5285239 h. 12.30_14.30/19.30_21.30 chiuso dom e lun a pranzo/closed Sun and Mon (lunch-time) - www.osteriadisantamarina.it
Un bel locale con una cucina rispettosa della tradizione e con un tocco sapiente di fantasia. Interessanti le proposte dei vini./ At Osteria di Santa Marina customers can taste an imaginative but traditional cuisine. Interesting wine proposals. PENSIONE WILDNER
Castello 4161 T. 041-5227463 www.hotelwildner.com
In riva degli Schiavoni un indirizzo da segnare per gustare l’autentica cucina veneziana declinata nel migliore dei modi. Ingredienti freschissimi con la garanzia del presidio Slow Food, rendono merito al palato. Notevole vista sul bacino di San Marco./ Authentic Venetian cuisine has its address at Pensione Wildner’s. The freshest produce, Slow Food presidium, and what a sight! PG PALAZZINA GRASSI
San Marco 3247 - T. 041-5284644 aperto tutti i giorni/open everyday - www.palazzinag.com
RISTORANTE DE PISIS
Hotel Bauer, San Marco 1413/d T. 041-5207022 h. 12.00_16.00/19.00_22.30 aperto tutti i giorni/open everyday www.bauervenezia.com
Un ristorante ‘stellato’ in grado di coniugare il felice consenso dei critici e di un pubblico esigente. Atmosfera intima ed elegante con splendida vista sul Canal Grande./ Gourmet Restaurant De Pisis, recently rated as the best in Venice. RISTORANTE LA CARAVELLA
Via XXII Marzo 2399 T. 041-5208901 chiuso lun/closed on Mon www.restaurantlacaravella.com
Per conoscere o riscoprire il grande spessore della cucina lagunare con la lunga tradizione culinaria veneziana./ The menu of our restaurant in Venice reflects the long culinary tradition of the lagoon city. RISTORANTE LA RIVISTA
Dorsoduro 879/A - T. 041-2401425 chiuso lun/closed on Mon www.restaurantlarivista.com
Il wine&cheese bar La Rivista offre un’eccellente selezione di affettati italiani al tagliere, accompagnato da ottimi formaggi. La selezione di vini spazia anch’essa in tutta Italia con prevalenza ad una selezione locale e quindi veneta./ The wine&cheese bar La Rivista offers Italian meat cuts and cheese boards. RISTORANTE TERRAZZA DANIELI
Hotel Danieli, Riva Schiavoni 4196 T. 041-5226480 - www.terrazzadanieli.com/it h. 12_15.30/19_22.30 aperto tutti i giorni/open everyday
Una cucina tradizionale a vista, in versione light, aperta fino a tarda ora in un ambiente estremamente cool&chic, firmato Philippe Starck, dove sentirsi ospiti di un luogo veneziano, ma molto contemporaneo./ A real Venetian restaurant, with tradtional cuisine and a great ‘contemporary’ atmosphere. Guaranteed by Philippe Starck.
Il ristorante Terrazza Danieli offre una magnifica vista sulla Laguna. Il ristorante propone deliziosi piatti regionali, specialità locali venete e cucina mediterranea./ The restaurant proposes savoury regional dishes, local Venetian specialties and Mediteranean cuisine.
POSTE VECIE
Dorsoduro 1473, Zattere T. 041-5227621 - h. 2.30_14.30/19.30_22.00 chiuso lun/closed on Mon
Rialto, Pescheria 1608 - T. 041-721822 h. 12.00_15.00/19.00_22.00 chiuso mar/closed on Tue - www.locandapostevecie.com
Nel cuore del mercato del pesce di Rialto, un ponticello di legno porta al locale, in vita dal XVI sec. Il meglio del mare ed un ottimo fegato alla veneziana./ In the heart of Rialto fish market, cross the bridge that leads you into this restaurant that housed a tavern as far back as the 16th century. An excellent liver cooked according to the typical Venetian tradition. QUADRI
San Marco 120, Piazza San Marco T. 041-5222105 chiuso lun/closed on Mon www.alajmo.it
Nell’unica piazza di Venezia un ristorante curato dalla famiglia Alajmo, una certezza assoluta nella ristorazione di altissimo lignaggio. Atmosfera curata, raffinata, senza eccessi per una cucina che è semplice contiguità al sublime. Il friulano Silvio Giavedoni ai fornelli, supervisione e regia dei fratelli stellati delle Calandre. Assolutamente da regalarsi!/ In the one Venice piazza lies Alajmo family’s restaurant. A certainty among the highest-level restaurants. A polished and refined, though sober, atmosphere meet an extraordinary cuisine. RISTORANTE CANOVA
Luna Hotel Baglioni, San Marco 1243 T. 041-5289840 - h. 2.30_14.30/19.30_22.30 www.baglionihotels.com
Il Ristorante Canova, vincitore dei premi “Fogher d’Oro” e “Gambero Rosso”, è uno dei più rinomati ristoranti della città, conosciuto per la sua squisita cucina veneziana e per la sua atmosfera romantica./ Canova Restaurant is one of the most famous restaurants in Venice. RISTORANTE CLUB DEL DOGE The Gritti Palace Campo Santa Maria del Giglio 2467 T. 041-794611 - 12.30_15/19.30_23 Aperto tutti i giorni/open every day www.clubdeldoge.com
Il Ristorante Club del Doge accoglie i suoi ospiti per una cena romantica o un pranzo sul Canal Grande, dove un’autentica cucina di classe rende ogni esperienza culinaria indimenticabile./ Whether it is a romantic dinner for two or a gathering of the world most refined guests, Club del Doge Restaurant’s stunning location on the Grand Canal makes it the ultimate place to meet in Venice.
RIVIERA
Alle Zattere verso S. Basilio si può pranzare in maniera eccellente baciati dal sole o cenare a lume di candela godendo di un suggestivo panorama. Ottimi piatti di pesce e verdure di stagione./ At the San Basilio end of the Zattere you can have lunch in the sun or dinner by candlelight, enjoying the beautiful view of the Giudecca canal. SAN GIORGIO CAFÉ con FILIPPO LA MANTIA
Isola di San Giorgio Maggiore T. 041-2683332 lun/Mon – dom/Sun h. 10.00_19.00; sab/Sat – dom/Sun h. 10.00_22.00 chiuso mer/closed on Wed www.sangiorgio.cafe
Il celebre cuoco siciliano firma un locale che è un intreccio di passione per la cucina, amore per la cultura e piacere dell’ospitalità. Uno spazio accogliente e suggestivo con un dehors affacciato sul bacino di San Marco./ The famous Sicilian chef put his signature on a restaurant that is a mix of passion for food, love for culture, and pleasure in hospitality. A welcoming, charming space featuring a dehors on the San Marco Basin. VINI DA GIGIO
Cannaregio 3628/a, Fond.ta San Felice T. 041-5285140 - h. 2.00_14.30/19.00_22.30 chiuso lun e mar/closed on Mon and Tue www.vinidagigio.com
Cucina ad alti livelli per un menù di tradizione a base di pesce, ma anche piatti tipici a base di selvaggina e di carne. Ricchissima la carta dei vini./ The specialities of the restaurant are typical Venetian fish dishes, but it’s also possible to eat meat and game. Very rich wine list. VENISSA RISTORANTE OSTELLO F.ta Santa Caterina-Isola di Mazzorbo T. 041-5272281 - www.venissa.it
Da un’idea di Gianluca Bisol e della sua famiglia di storici vignaioli di Valdobbiadene è nata un’oasi gastronomica nel cuore della Laguna Nord, che applica l’autentico km zero nella creazione dei suoi menù. Quando l’iper-local diventa cool!/ An idea of Gianluca Bisol, a gastronomical oasis in the heart of the Northern Venetian Lagoon, with menus based on a rigorous local-produce approach. Hyper-local becomes cool!
:venews Mensile di cultura, spettacolo e tempo libero Numero 241 - Anno XXIV Venezia, 1 Febbraio 2020 Con il Patrocinio del Comune di Venezia Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 1245 del 4/12/1996 Direzione editoriale Massimo Bran Direzione organizzativa Paola Marchetti Relazioni esterne e coordinamento editoriale Mariachiara Marzari Redazione Chiara Sciascia, Davide Carbone Speciali Fabio Marzari Grafica Luca Zanatta Distribuzione Michele Negrisolo Hanno collaborato a questo numero Raffaele Avella, Maria Laura Bidorini, Sara Bossi, Martina Buran, Martina Cappellesso, Loris Casadei, Fabio Di Spirito, Pierangelo Federici, Renato Jona, Franca Lugato, Andrea Oddone Martin, Irene Machetti, Daniela Paties Montagner, Marisa Santin, Livia Sartori di Borgoricco, Cesare Stradaioli, Riccardo Triolo, Luisa Turchi, Andrea Zennaro, Massimo Zuin Si ringraziano Adele Re Rebaudengo, Pascaline Vatin, Giandomenico Romanelli, Massimo Checchetto, Alessandra Bonavina, Marta Moretti, Clementina Rizzi, Silvia Pellizzeri, Diletta Rostellato, Alexia Boro, Maria Rita Cerilli, Giuseppe Mormile, Mara Bisinella, Stefano Cecchetto, Giorgio Baldo Traduzioni Andrea Falco
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