Un Voto per Cascina Roccafranca per il bando nazionale per la cultura - che-Fare2 La Cascina Roccafranca in collaborazione con le altre otto Case del Quartiere di Torino ha partecipato con il progetto Di Casa in Casa- La rete delle Case di Quartiere a Torino, al bando nazionale per la cultura che-Fare2 , che prevede un premio per il vincitore di 100.000 Euro.
La notizua è che Cascina Roccafranca ha superato positivamente la prima fase di selezione del concorso, a cui hanno partecipato più di 600 progetti. I 40 progetti selezionati sono online sul sito che-fare per essere votati fino al 13 marzo 2014. Una giuria sceglierà infine il progetto più meritevole tra gli 8 più votati dal pubblico. Votare significa migliorare la qualità delle attività in Cascina e nelle altre 8 case, ma anche promuovere una politica culturale che metta al centro la qualità della vita nei territori ed il protagonismo dei cittadini, dei gruppi e delle associazioni.
Ci vuole solo un minuto vai sul sito www.che-fare.com seleziona il progetto n° 8 “Di casa in casa” 1. e vota seguendo le istruzioni Se vuoi saperte di più www.casedelquartieretorino.org
VICINI vuole CRESCERE e ha bisogno di VOI Il giornale che hai in mano è, per ora, solo online ( WWW.VICINI.TO.IT ) e questo è un numero speciale per la Festa di inizio Anno Sociale della Cascina Roccafranca. Dal 14 novembre scorso, giorno ufficiale dell’inizio della nostra avventura, abbiamo dato conto di quello che succede nei quartieri vicini a noi (Mirafiori e Santa Rita), poi abbiamo allargato lo sguardo a TUTTI i quartieri di Torino. Non è stato facile, ma entusiasmante! Ora, per andare avanti abbiamo bisogno di voi, dei vostri amici e conoscenti.
Come ? In due modi. Il primo modo è una libera sottoscrizione per far fronte alle spese (siamo tutti volontari e ci autotassiamo: non ci sono altre entrate). Donare a Vicini è facile: potete farlo direttamente presso di noi oppure online con carta di credito connettendovi al sito predisposto: trovate i box nella nostra home page. Seguite le istruzioni ed il gioco è fatto! Il nostro sogno è stampare Vicini anche su carta più volte durante l’anno. Il secondo modo è partecipare in prima persona con proposte di articoli o collaborando con la nostra Redazione giornalistica. Vi aspettiamo. Franco Fratto direttore@vicini.to.it
Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TO Via Rubino 45 10137, Torino, presso Cascina Roccafranca, Bottega Comunicazione Contatti: N° 4 in versione pdf, Gennaio 2014 Email : redazione@vicini.to.it Telefono +39.011.19836617 Fax +39.011.19837119 Sito web: www.vicini.to.it Se volete collaborare, scriveteci. Pag. 8
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ANNO 1 - Numero 4
WWW.VICINI.TO.IT
28 GENNAIO 2014
Per favore Shoah, non Olocausto! Era il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Varcato il cancello del lager, sormontato dall’insegna “Il lavoro rende liberi”, il mondo conobbe compiutamente l’orrore del genocidio nazista. Cinque milioni di ebrei (due terzi dell’ebraismo europeo) restarono vittime della delirante “soluzione finale della questione ebraica” teorizzata e attuata da Hitler nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo Auschwitz, il mondo iniziò a parlare di Shoah o Olocausto. Due sinonimi? Assolutamente no! Spesso ci si riempie la bocca di belle parole utilizzando a sproposito termini che, per i diretti interessati, hanno una valenza assai diversa. L’Olocausto, per la religione ebraica, indica la pratica sacrificale in cui la carne della vittima immolata sull’altare viene interamente bruciata. Il fumo delle carni arse sull’ara, elevandosi in alto, secondo gli ebrei, raggiunge idealmente la divinità che sentendone il profumo crea un’unione mistica con i credenti. Come possiamo associare la più alta espressione dell’ebraismo al raccapricciante genocidio perpetrato contro tale popolo? La parola corretta per alludere al genocidio del popolo ebraico effettuato durante la Seconda guerra mondiale è Shoah. Tale parola è tradotta con “sterminio, catastrofe, sciagura”. Questo è il termine giusto, questa è la parola che, se pronunciata, rende emblematicamente l’idea della terrificante e devastante esperienza che ha attraversato l’ebraismo del ‘900.
Giornata-della-MemoriaLa drammatica entità dello Ogni 27 gennaio dobbiamo prestare attenzione alle sterminio del popolo ebraico da parte della Germa- parole utilizzate, alle frasi dette in memoria della Shonia hitleriana è stato magistralmente descritto in film, ah. Lasciamo la preziosità della parola “Olocausto” ai come Il pianista di Roman Polanski o Schindler’ s list rabbini e alle sinagoghe, cioè al centro più puro della di Steven Spielberg; oppure in libri come Se questo è religione ebraica. L’orrore dei campi di concentraun uomo di Primo Levi. Persino la filosofia ha sollevato mento e la strage degli ebrei da parte dei nazisti defidubbi esistenziali dopo le raccapriccianti scoperte ef- niamola unicamente con Shoah . . . a costo di ripeterci fettuate nei lager nazisti: Hans Jonas affermò che se sì, ma almeno non offenderemo la sensibilità di quanti un Dio fosse veramente esistito, mai avrebbe consenti- sopravvissuti alla Shoah, e non all’Olocausto, recano to che una tragedia di tali proporzioni potesse abbat- ancora gli indimenticabili segni sulla propria pelle. tersi sull’umanità. Lorenzo Beatrice
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Da Mauthausen a Gusen. Mostra fotografica in Cascina Cascina Roccafranca ospita fino al 1 febbraio la mostra fotografica di Renzo Carboni “DA MAUTHAUSEN A GUSEN. CAMPI DEL NON RITORNO”, con il commento critico di Davide Manzati. Dal 2008 Carboni, fotografo autodidatta, espone le sue opere negli spazi di Cascina Roccafranca, in occasione del Giorno della Memoria, e offre al pubblico testimonianze ed emozioni. Quest’anno, sono 24 gli scatti in bianco e nero che evocano la tragedia dei campi di sterminio nazisti in Austria. Il reportage di Renzo ci accompagna in un percorso simbolico costituito da oggetti ed elementi di cui non esiste più tangibile traccia, un
mondo di sofferenza e morte che oggi è ormai totalmente affidato ai ricordi e alle parole dei pochi sopravvissuti. E’ la memoria storica, lasciata in eredità alle nuove generazioni: “Essa ci definisce come persone e ci ricorda che possediamo un’identità davanti alla quale non dobbiamo abdicare” sintetizza il fotografo. Alla serata inaugurale dello scorso giovedì 16 gennaio, presentata dallo stesso Renzo e da Marisa Quirico, le immagini si sono intrecciate con le testimonianze, lo spettacolo teatrale con la lettura. Erano presenti Ferruccio Maruffi e Marcello Martini, la cui vicenda di vita e storia è stata tracciata dal professor Lucio Monaco. Ex deportati a Mauthausen in qualità di prigionieri politici, in quanto militanti nella Resistenza come partigiani, furono arrestati nel 1944, Martini aveva solo 14 anni. Entrambi sono appartenenti a famiglie antifasciste, simboli quindi del coinvolgimento di interi nuclei famigliari nella lotta per la libertà. Al padre di Maruffi, ucciso dai nazifascisti e medaglia d’argento al valor militare, fu intitolata una brigata della divisione Garibaldi. Per una fortunata combinazione, della famiglia di Marcello Martini solo lui venne arrestato. I due ragazzi furono spediti a Mauthausen, campo di non ritorno di terza categoria, cioè campo di sterminio degli avversari politici attraverso il lavoro. Lì, infatti, c’erano cave di granito in cui i prigionieri lavoravano come schiavi, sottoposti a condizioni di detenzione inumane. La liberazione di Mauthausen avvenne il 5 maggio del 1945. Da diversi anni questi due uomini sono instancabili testimoni di cosa fosse la deportazione in tutti i suoi aspetti, parlano a studenti e insegnanti, e accompagnano adulti e giovani nei viaggi del Treno della Memoria. “Noi raccontiamo le nostre avventure ai giovani, sottolineando la strana fusione di uomini di tutte le età, razze, lingue e religioni diverse” racconta Ferruccio Maruffi. Tra quegli uomini si crea amicizia e solidarietà (a Mauthausen erano rappresentate 24 nazioni), imparano a capirsi e a stare insieme, senza piangere per non dare soddisfazione ai carcerieri, con grande rispetto per la morte dei compagni: “abbiamo imparato a vivere”. E’ stato difficile testimoniare al rientro, sentendosi privilegiati per aver avuto la fortuna di tornare a casa. Dice Ferruccio che i ragazzi restano sbalorditi quando essi raccontano che la vera vittoria è stata riuscire a non odiare i persePag. 2
cutori, acquistando energia interiore che rafforza, mentre l’odio indebolisce gli animi e il corpo. Una grande e difficile lezione di vita anche oggi, in cui inevitabilmente ci si allontana dalla salvaguardia della memoria delle deportazioni. Osserva Marcello Martini che la tutela della Memoria è oggi maggiormente garantita all’estero. Gli studenti italiani si rendono poco conto di quella che è stata la storia del nostro Paese e solitamente rimangono increduli e distanti di fronte a racconti e immagini che sono loro proposte. Riflettiamo, dunque, sulla responsabilità che noi adulti abbiamo verso i giovani. Spetta a noi far capire alle nuove generazioni che il mondo in cui vivono è stato costruito con tanto sacrificio da chi le ha precedute. A seguito della serata, la Compagnia teatrale L’Officina di Efesto, costituita da attori non professionisti, ha magistralmente interpretato il commovente spettacolo “RICORDI”, lettura scenica in atto unico di Luciana Bocchio. Lo spettatore incontra la sofferenza patita da tante vittime innocenti deportate nei campi di sterminio, e ricordare tali nefandezze – sottolinea la regista – deve aiutarci a non ricadere nell’ errore e ad essere più responsabili nelle nostre azioni di fronte agli altri. Voglio terminare con uno stralcio dall’Appello noto come “Giuramento di Mauthausen”, letto per intero da Marisa ad inizio serata: “…Dobbiamo considerare la libertà conseguita con la lotta come un bene comune di tutti i popoli, la pace e la libertà sono garanti della felicità dei popoli e la ricostruzione del mondo su nuove basi di giustizia sociale e nazionale è la sola via per la collaborazione pacifica fra stati e popoli…”. Approvato il 16 maggio 1945, sul piazzale dell’Appello del campo di Mauthausen, in occasione del rimpatrio del primo contingente di deportati.
Un cantiere …. che avrà una fine? La pesante situazione che si è venuta a creare nei cantieri per realizzare l’ultimo tratto della linea del metrò da Lingotto a piazza Bengasi, lungo via Nizza e vie limitrofe, ricade sul quartiere e nell’incertezza della ripresa dei lavori. I lavori sono fermi da otto mesi, per il fallimento di alcune ditte impegnate nella realizzazione. I commercianti e coloro che risiedono nella zona, hanno di che lamentarsi, le previsioni che davano il 2016 come termine dei lavori e di conseguenza la realizzazione delle opere di superficie terminate, per riportare alla normalità la circolazione stradale alla luce di questo, paiono superate. Le ultime notizie che giungono da Infra To, alla data del 16 dicembre 2013, sono che prosegue il tavolo tecnico tra Infra.To e il consorzio di imprese Edilmaco (Mattioda/Cogefa)-C.C.C. che dovrebbe subentrare per la prosecuzione dei lavori alle ditte fallite. Si è conclusa la prima fase di approfondimenti tecnico, giuridico ed economici dove si è riscontrato l’interesse delle imprese a subentrare al contratto per la realizzazione del prolungamento “Lingotto-Bengasi” della Metropolitana di Torino. Le parti hanno concordato una nuova serie di incontri nelle prossime settimane per approfondire e definire ulteriori aspetti legali ed amministrativi necessari per definire l’eventuale stipulare del contratto. Le parti hanno altresì concordato di definire la trattativa entro un mese, quindi probabilmente per la metà del mese di gennaio. Da Infra To sono comunque ottimisti: «La previsione iniziale fissava la fine dei lavori a fine 2015 — dichiara l’amministratore — Noi siamo confidenti comunque di chiudere a inizio 2016, e dopo le necessarie operazioni di startup, entrare in esercizio nei primi sei mesi dell’anno». Si cercherà di far coincidere la fine dei lavori strutturali, lo scavo e le parti grezze, in parallelo con gli allestimenti interni e gli impianti, in modo da accelerare i tempi e recuperare il ritardo. Ed è quello che si augurano i residenti. I benefici del prolungamento della linea del metrò, rischiano però di passare in secondo piano, anche per la concomitanza di un secondo cantiere forse meno invasivo, della futura sede della Regione Piemonte, con il grattacielo e lo sviluppo di altri cantieri residenziali nell’area ex Avio di via Nizza. Il rischio di ritrovarsi per parecchi anni in una situazione perennemente precaria, con un continuo passaggio di mezzi da cantiere, di betoniere, di trasporti eccezionali con tonnellate di ferro, le strade con l’asfalto ormai ridotto a un colabrodo, la polvere che galleggia tranquillamente nell’aria che costringe nella stagione estiva le persone a restare tappate in casa non sono una bella prospettiva. Non resta che sperare nella buona sorte? Per Informazioni: http://www.infrato.it/it/lavori-in-corso/page/ Angelo Tacconi loris@vicini.to.it
La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì 9.00/23.00 il sabato 9,00/18,00 ingresso libero L’autore è a disposizione per visite guidate, su appuntamento, anche per le scuole per tutti gli eventi in Cascina Roccafranca sulla Giornata della Memoria. Rossella Lajolo rossellal@vicini.to.it Pag. 3
Da Mauthausen a Gusen. Mostra fotografica in Cascina Cascina Roccafranca ospita fino al 1 febbraio la mostra fotografica di Renzo Carboni “DA MAUTHAUSEN A GUSEN. CAMPI DEL NON RITORNO”, con il commento critico di Davide Manzati. Dal 2008 Carboni, fotografo autodidatta, espone le sue opere negli spazi di Cascina Roccafranca, in occasione del Giorno della Memoria, e offre al pubblico testimonianze ed emozioni. Quest’anno, sono 24 gli scatti in bianco e nero che evocano la tragedia dei campi di sterminio nazisti in Austria. Il reportage di Renzo ci accompagna in un percorso simbolico costituito da oggetti ed elementi di cui non esiste più tangibile traccia, un
mondo di sofferenza e morte che oggi è ormai totalmente affidato ai ricordi e alle parole dei pochi sopravvissuti. E’ la memoria storica, lasciata in eredità alle nuove generazioni: “Essa ci definisce come persone e ci ricorda che possediamo un’identità davanti alla quale non dobbiamo abdicare” sintetizza il fotografo. Alla serata inaugurale dello scorso giovedì 16 gennaio, presentata dallo stesso Renzo e da Marisa Quirico, le immagini si sono intrecciate con le testimonianze, lo spettacolo teatrale con la lettura. Erano presenti Ferruccio Maruffi e Marcello Martini, la cui vicenda di vita e storia è stata tracciata dal professor Lucio Monaco. Ex deportati a Mauthausen in qualità di prigionieri politici, in quanto militanti nella Resistenza come partigiani, furono arrestati nel 1944, Martini aveva solo 14 anni. Entrambi sono appartenenti a famiglie antifasciste, simboli quindi del coinvolgimento di interi nuclei famigliari nella lotta per la libertà. Al padre di Maruffi, ucciso dai nazifascisti e medaglia d’argento al valor militare, fu intitolata una brigata della divisione Garibaldi. Per una fortunata combinazione, della famiglia di Marcello Martini solo lui venne arrestato. I due ragazzi furono spediti a Mauthausen, campo di non ritorno di terza categoria, cioè campo di sterminio degli avversari politici attraverso il lavoro. Lì, infatti, c’erano cave di granito in cui i prigionieri lavoravano come schiavi, sottoposti a condizioni di detenzione inumane. La liberazione di Mauthausen avvenne il 5 maggio del 1945. Da diversi anni questi due uomini sono instancabili testimoni di cosa fosse la deportazione in tutti i suoi aspetti, parlano a studenti e insegnanti, e accompagnano adulti e giovani nei viaggi del Treno della Memoria. “Noi raccontiamo le nostre avventure ai giovani, sottolineando la strana fusione di uomini di tutte le età, razze, lingue e religioni diverse” racconta Ferruccio Maruffi. Tra quegli uomini si crea amicizia e solidarietà (a Mauthausen erano rappresentate 24 nazioni), imparano a capirsi e a stare insieme, senza piangere per non dare soddisfazione ai carcerieri, con grande rispetto per la morte dei compagni: “abbiamo imparato a vivere”. E’ stato difficile testimoniare al rientro, sentendosi privilegiati per aver avuto la fortuna di tornare a casa. Dice Ferruccio che i ragazzi restano sbalorditi quando essi raccontano che la vera vittoria è stata riuscire a non odiare i persePag. 2
cutori, acquistando energia interiore che rafforza, mentre l’odio indebolisce gli animi e il corpo. Una grande e difficile lezione di vita anche oggi, in cui inevitabilmente ci si allontana dalla salvaguardia della memoria delle deportazioni. Osserva Marcello Martini che la tutela della Memoria è oggi maggiormente garantita all’estero. Gli studenti italiani si rendono poco conto di quella che è stata la storia del nostro Paese e solitamente rimangono increduli e distanti di fronte a racconti e immagini che sono loro proposte. Riflettiamo, dunque, sulla responsabilità che noi adulti abbiamo verso i giovani. Spetta a noi far capire alle nuove generazioni che il mondo in cui vivono è stato costruito con tanto sacrificio da chi le ha precedute. A seguito della serata, la Compagnia teatrale L’Officina di Efesto, costituita da attori non professionisti, ha magistralmente interpretato il commovente spettacolo “RICORDI”, lettura scenica in atto unico di Luciana Bocchio. Lo spettatore incontra la sofferenza patita da tante vittime innocenti deportate nei campi di sterminio, e ricordare tali nefandezze – sottolinea la regista – deve aiutarci a non ricadere nell’ errore e ad essere più responsabili nelle nostre azioni di fronte agli altri. Voglio terminare con uno stralcio dall’Appello noto come “Giuramento di Mauthausen”, letto per intero da Marisa ad inizio serata: “…Dobbiamo considerare la libertà conseguita con la lotta come un bene comune di tutti i popoli, la pace e la libertà sono garanti della felicità dei popoli e la ricostruzione del mondo su nuove basi di giustizia sociale e nazionale è la sola via per la collaborazione pacifica fra stati e popoli…”. Approvato il 16 maggio 1945, sul piazzale dell’Appello del campo di Mauthausen, in occasione del rimpatrio del primo contingente di deportati.
Un cantiere …. che avrà una fine? La pesante situazione che si è venuta a creare nei cantieri per realizzare l’ultimo tratto della linea del metrò da Lingotto a piazza Bengasi, lungo via Nizza e vie limitrofe, ricade sul quartiere e nell’incertezza della ripresa dei lavori. I lavori sono fermi da otto mesi, per il fallimento di alcune ditte impegnate nella realizzazione. I commercianti e coloro che risiedono nella zona, hanno di che lamentarsi, le previsioni che davano il 2016 come termine dei lavori e di conseguenza la realizzazione delle opere di superficie terminate, per riportare alla normalità la circolazione stradale alla luce di questo, paiono superate. Le ultime notizie che giungono da Infra To, alla data del 16 dicembre 2013, sono che prosegue il tavolo tecnico tra Infra.To e il consorzio di imprese Edilmaco (Mattioda/Cogefa)-C.C.C. che dovrebbe subentrare per la prosecuzione dei lavori alle ditte fallite. Si è conclusa la prima fase di approfondimenti tecnico, giuridico ed economici dove si è riscontrato l’interesse delle imprese a subentrare al contratto per la realizzazione del prolungamento “Lingotto-Bengasi” della Metropolitana di Torino. Le parti hanno concordato una nuova serie di incontri nelle prossime settimane per approfondire e definire ulteriori aspetti legali ed amministrativi necessari per definire l’eventuale stipulare del contratto. Le parti hanno altresì concordato di definire la trattativa entro un mese, quindi probabilmente per la metà del mese di gennaio. Da Infra To sono comunque ottimisti: «La previsione iniziale fissava la fine dei lavori a fine 2015 — dichiara l’amministratore — Noi siamo confidenti comunque di chiudere a inizio 2016, e dopo le necessarie operazioni di startup, entrare in esercizio nei primi sei mesi dell’anno». Si cercherà di far coincidere la fine dei lavori strutturali, lo scavo e le parti grezze, in parallelo con gli allestimenti interni e gli impianti, in modo da accelerare i tempi e recuperare il ritardo. Ed è quello che si augurano i residenti. I benefici del prolungamento della linea del metrò, rischiano però di passare in secondo piano, anche per la concomitanza di un secondo cantiere forse meno invasivo, della futura sede della Regione Piemonte, con il grattacielo e lo sviluppo di altri cantieri residenziali nell’area ex Avio di via Nizza. Il rischio di ritrovarsi per parecchi anni in una situazione perennemente precaria, con un continuo passaggio di mezzi da cantiere, di betoniere, di trasporti eccezionali con tonnellate di ferro, le strade con l’asfalto ormai ridotto a un colabrodo, la polvere che galleggia tranquillamente nell’aria che costringe nella stagione estiva le persone a restare tappate in casa non sono una bella prospettiva. Non resta che sperare nella buona sorte? Per Informazioni: http://www.infrato.it/it/lavori-in-corso/page/ Angelo Tacconi loris@vicini.to.it
La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì 9.00/23.00 il sabato 9,00/18,00 ingresso libero L’autore è a disposizione per visite guidate, su appuntamento, anche per le scuole per tutti gli eventi in Cascina Roccafranca sulla Giornata della Memoria. Rossella Lajolo rossellal@vicini.to.it Pag. 3
La nuova povertà Incontro in Cascina Roccafranca del Gruppo fra le Righe con Padre Antonio Menegon, dell’ Ordine dei Camilliani. Chi sono i “nuovi poveri” di cui parliamo spesso, dal punto di vista di Padre Antonio? Siamo alla fine di una forma di civiltà: nel passato, una situazione che preludeva ad una guerra. Oggi, la guerra è quella condotta dalla speculazione finanziaria. Meno cruenta ma non meno devastante. Un tempo la salvaguardia erano il lavoro, la terra che produceva almeno
il corsivo sotto). La raccomandazione è quella che don Antonio ha già fatto spesso: la Chiesa non deve esercitare un ruolo sussidiario, sostituirsi allo Stato, ma offrire aiuto, supplire a quanto lo Stato non arriva a fare. E’ fin troppo facile cadere in scorrettezze in situazioni che implicano l’uso di risorse (anche ad alta professionalità), infrastrutture, attrezzature, come è il caso appunto degli ospedali gestiti dai Camilliani (che sono poi aziende). Meno coinvolgimento, meno commistione di interessi. Ma il versante principale a cui fare riferimento rimane l’educazione dei giovani. Che escono di casa magari con dei valori, ma appena fuori si confrontano con il mondo costruito dalle TV commerciali che offrono un’immagine di valori non semplicemente differenti ma addirittura opposti. E una riforma della Chiesa che parta dal basso. “L’ordine antichissimo, fondato da San Camillo de Lellis alla fine del ’500 da oltre quattro secoli si dedica alla cura agli ammalati e gestisce case di riposo, accoglienza e ospedali.
l’indispensabile, la produzione di beni. Quando anche questi deterrenti cesseranno del tutto, rimarrà solo la speculazione. Ne è investito il capitale umano: disoccupazione, fallimenti. E separazioni: la mancanza di lavoro dovrebbe originare solidarietà, invece spesso chi perde il lavoro perde anche la famiglia. E a soccombere sono gli uomini: vali solo se produci, altrimenti sei nessuno. E’ questa la sintesi di Don Antonio. Sono questi i nuovi poveri che si affacciano alla sua chiesa. A lui che fino a poco tempo fa aiutava qualcuno a trovare un lavoro, per lo più nell’edilizia, si rivolgono ora giovani laureati che chiedono non un posto da impiegato ma un lavoro qualunque. Imprenditori che lo pregano di mandarli magari in una missione all’estero, pur di non rimanere inattivi, tanto per non farsi scoppiare il cervello.
Proprio la gestione di uno di questi, l’ospedale Santa Maria della Pietà di Casoria, era nel mirino del Padre Generale don Salvatore e dei suoi complici, in particolare di quello che la Guardia di Finanza ritiene il vero regista dell’operazione, il commercialista e faccendiere Paolo Oliverio, già noto alle cronache giudiziarie per la sua lunga lista di coinvolgimenti in altre inchieste. Secondo le indagini, Oliverio, d’accordo con don Salvatore, avrebbe messo in piedi un finto sequestro di due prelati poiché questi erano contrari a rinnovargli il mandato. Lo scopo probabile era nascondere operazioni illecite. Don Salvatore è definito un religioso «intraprendente» con una vasta rete di amicizie, anche in Vaticano. Paolo Oliverio. è comparso in più inchieste legate a scandali finanziari anche se nei suoi confronti non si è mai proceduto penalmente.”
LIBRI E ANIMALI Che bella novità in Cascina Roccafranca: il 31 gennaio alle ore 17,30 verrà inaugurata la nuova Biblioteca Platero dedicata esclusivamente agli animali frutto dell’iniziativa del gruppo Animalincittà, che ha raccolto libri donati (ed altri spera di riceverne) altri ne ha acquistati e tutti sono stati catalogati con l’aiuto volontario di un’insegnante. Tutti con un unico piccolo grande desiderio da fare crescere con l’aiuto di tutti:condividere e diffondere la cultura animalista, che in primis e’ cultura del rispetto della vita e delle abitudini di altri essere viventi, con letture, incontri e laboratori tematici dedicati a grandi e piccini. Perche’ come disse un poeta latino Publio Ovidio Nasone “La crudeltà verso gli animali e’ tirocinio della crudeltà contro gli uomini”. Il nome scelto per la biblioteca e’ quello del protagonista di un libro Platero e io dell’autore J. Ramón Jiménez edito da Passigli: la storia di un’amicizia tra un asino e l’uomo, sullo sfondo il paesaggio leggendario dell’Andalusia, pieno di luci e di colori. Con un viaggio a ritroso nella memoria mi tornano in mente i libri conosciuti o letti sugli animali o con protagonisti animali: La fattoria degli animali di George Orwell, la Gabbianella e il Gatto di Sepulveda, Messaggio per un’aquila che si crede
Fino al 23 febbraio 2014 Palazzo Madama ospita un capolavoro del Rinascimento italiano: la Sacra Famiglia con san Giuseppe senza barba di Raffaello conservato all’Ermitage di San Pietroburgo.
sei incontri di laboratorio (lunedì 10/02-17/02-24/02-10/0317/03-24/03) dalle ore 17 alle19: fantasia e creatività faranno muovere le mani per costruire insieme libri con storie di animali Per informazioni Laura 3401471589 - Per gli adulti LEGGERMENTE cinque incontri (martedì 4/02-18/02 - 4/03-18/03 – 1/04) dalle ore 17,30 alle 19 leggeremo insieme il libro di Alberto Asor Rosa “Storie di animali e altri viventi” per conoscere e approfondire la relazione con gli animali che condividono la vita in famiglia Per informazioni Giovanna 3479253660 Si cercano persone interessate e disponibili ad aiutare il gruppo di volontari per tenere aperta la biblioteca il sabato mattina (ore 10-12). Mascia Manzon
Giuseppe e Maria scrutano, l’uno torvo l’altra rassegnata, il figlioletto. Gesù stesso sembra quasi respingere la madre nel vano tentativo di quest’ultima di accarezzargli un piedino. Il progetto si inserisce nel quadro di un’interessante collaborazione culturale e scientifica tra Torino e San Pietroburgo. Infatti mentre a Torino è visibile il dipinto di Raffaello, nelle sale dell’Ermitage è possibile ammirare un altro vertice del Rinascimento italiano: Il ritratto d’uomo di Antonello da Messina tradizionalmente appartenente alle collezioni d’arte sabaude.
Fonte “La Stampa” Gianpaolo Nardi gianpaolon@vicini.to.it
La mostra è compresa nel biglietto del museo. L’ingresso ad esso è di: € 10 (intero); € 8 (ridotto). Gratis per i minorenni Il museo è visitabile nei seguenti orari: 10 – 18 (dal martedì al sabato) 10 – 19 (domenica) Giorno di chiusura: lunedì
Quale ricetta propone?
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- Per i ragazzi ”STORIE DI ANIMALI IN SCATOLA”
Raffaello, ospite (temporaneo!) a Palazzo Madama
Persino sfamare la gente è diventato più difficile: un solo Carrefour fino a poco fa riusciva a riempirgli un Fiorino di alimentari in scadenza, mentre ora, sia per il timore dei direttori di cadere in qualche vendita fuori tempo massimo, sia perché la razionalizzazione degli acquisti permette loro di ridurre al minimo le rimanenze, i rifornimenti a costo 0 rimangono minimi.
Intanto c’è il tema d’attualità che riguarda la trasparenza nella gestione degli ospedali da parte dell’Ordine dei Camilliani culminato con l’arresto del Padre Generale (si veda
un pollo di Antony De Mello, L’anello di Re Salomone dell’etologo austriaco Konrad Lorenz, le poesie sulle farfalle Frammenti del creato di Hermann Hesse…chissà magari sono già disponibili sugli scaffali della Biblioteca Platero o forse possono contribuire a stimolare la curiosità e dare suggerimenti su libri da donare per arricchire questa nuova e particolare collezione libraria della nostra città. Ecco le prime proposte della nuova biblioteca PLATERO:
Acquistata da Caterina di Russia nel 1772, l’opera colpisce lo spettatore per il magistrale gioco di sguardi che lega i tre personaggi.
E’ possibile effettuare visite guidate domenicali: 26 gennaio 9 febbraio 23 febbraio Prenotazione visita guidata: 011- 5211788 Recapito ufficio stampa: 011 – 4429523 (Daniela Matteu/Tanja Gentilini) Lorenzo Beatrice Pag. 5
La nuova povertà Incontro in Cascina Roccafranca del Gruppo fra le Righe con Padre Antonio Menegon, dell’ Ordine dei Camilliani. Chi sono i “nuovi poveri” di cui parliamo spesso, dal punto di vista di Padre Antonio? Siamo alla fine di una forma di civiltà: nel passato, una situazione che preludeva ad una guerra. Oggi, la guerra è quella condotta dalla speculazione finanziaria. Meno cruenta ma non meno devastante. Un tempo la salvaguardia erano il lavoro, la terra che produceva almeno
il corsivo sotto). La raccomandazione è quella che don Antonio ha già fatto spesso: la Chiesa non deve esercitare un ruolo sussidiario, sostituirsi allo Stato, ma offrire aiuto, supplire a quanto lo Stato non arriva a fare. E’ fin troppo facile cadere in scorrettezze in situazioni che implicano l’uso di risorse (anche ad alta professionalità), infrastrutture, attrezzature, come è il caso appunto degli ospedali gestiti dai Camilliani (che sono poi aziende). Meno coinvolgimento, meno commistione di interessi. Ma il versante principale a cui fare riferimento rimane l’educazione dei giovani. Che escono di casa magari con dei valori, ma appena fuori si confrontano con il mondo costruito dalle TV commerciali che offrono un’immagine di valori non semplicemente differenti ma addirittura opposti. E una riforma della Chiesa che parta dal basso. “L’ordine antichissimo, fondato da San Camillo de Lellis alla fine del ’500 da oltre quattro secoli si dedica alla cura agli ammalati e gestisce case di riposo, accoglienza e ospedali.
l’indispensabile, la produzione di beni. Quando anche questi deterrenti cesseranno del tutto, rimarrà solo la speculazione. Ne è investito il capitale umano: disoccupazione, fallimenti. E separazioni: la mancanza di lavoro dovrebbe originare solidarietà, invece spesso chi perde il lavoro perde anche la famiglia. E a soccombere sono gli uomini: vali solo se produci, altrimenti sei nessuno. E’ questa la sintesi di Don Antonio. Sono questi i nuovi poveri che si affacciano alla sua chiesa. A lui che fino a poco tempo fa aiutava qualcuno a trovare un lavoro, per lo più nell’edilizia, si rivolgono ora giovani laureati che chiedono non un posto da impiegato ma un lavoro qualunque. Imprenditori che lo pregano di mandarli magari in una missione all’estero, pur di non rimanere inattivi, tanto per non farsi scoppiare il cervello.
Proprio la gestione di uno di questi, l’ospedale Santa Maria della Pietà di Casoria, era nel mirino del Padre Generale don Salvatore e dei suoi complici, in particolare di quello che la Guardia di Finanza ritiene il vero regista dell’operazione, il commercialista e faccendiere Paolo Oliverio, già noto alle cronache giudiziarie per la sua lunga lista di coinvolgimenti in altre inchieste. Secondo le indagini, Oliverio, d’accordo con don Salvatore, avrebbe messo in piedi un finto sequestro di due prelati poiché questi erano contrari a rinnovargli il mandato. Lo scopo probabile era nascondere operazioni illecite. Don Salvatore è definito un religioso «intraprendente» con una vasta rete di amicizie, anche in Vaticano. Paolo Oliverio. è comparso in più inchieste legate a scandali finanziari anche se nei suoi confronti non si è mai proceduto penalmente.”
LIBRI E ANIMALI Che bella novità in Cascina Roccafranca: il 31 gennaio alle ore 17,30 verrà inaugurata la nuova Biblioteca Platero dedicata esclusivamente agli animali frutto dell’iniziativa del gruppo Animalincittà, che ha raccolto libri donati (ed altri spera di riceverne) altri ne ha acquistati e tutti sono stati catalogati con l’aiuto volontario di un’insegnante. Tutti con un unico piccolo grande desiderio da fare crescere con l’aiuto di tutti:condividere e diffondere la cultura animalista, che in primis e’ cultura del rispetto della vita e delle abitudini di altri essere viventi, con letture, incontri e laboratori tematici dedicati a grandi e piccini. Perche’ come disse un poeta latino Publio Ovidio Nasone “La crudeltà verso gli animali e’ tirocinio della crudeltà contro gli uomini”. Il nome scelto per la biblioteca e’ quello del protagonista di un libro Platero e io dell’autore J. Ramón Jiménez edito da Passigli: la storia di un’amicizia tra un asino e l’uomo, sullo sfondo il paesaggio leggendario dell’Andalusia, pieno di luci e di colori. Con un viaggio a ritroso nella memoria mi tornano in mente i libri conosciuti o letti sugli animali o con protagonisti animali: La fattoria degli animali di George Orwell, la Gabbianella e il Gatto di Sepulveda, Messaggio per un’aquila che si crede
Fino al 23 febbraio 2014 Palazzo Madama ospita un capolavoro del Rinascimento italiano: la Sacra Famiglia con san Giuseppe senza barba di Raffaello conservato all’Ermitage di San Pietroburgo.
sei incontri di laboratorio (lunedì 10/02-17/02-24/02-10/0317/03-24/03) dalle ore 17 alle19: fantasia e creatività faranno muovere le mani per costruire insieme libri con storie di animali Per informazioni Laura 3401471589 - Per gli adulti LEGGERMENTE cinque incontri (martedì 4/02-18/02 - 4/03-18/03 – 1/04) dalle ore 17,30 alle 19 leggeremo insieme il libro di Alberto Asor Rosa “Storie di animali e altri viventi” per conoscere e approfondire la relazione con gli animali che condividono la vita in famiglia Per informazioni Giovanna 3479253660 Si cercano persone interessate e disponibili ad aiutare il gruppo di volontari per tenere aperta la biblioteca il sabato mattina (ore 10-12). Mascia Manzon
Giuseppe e Maria scrutano, l’uno torvo l’altra rassegnata, il figlioletto. Gesù stesso sembra quasi respingere la madre nel vano tentativo di quest’ultima di accarezzargli un piedino. Il progetto si inserisce nel quadro di un’interessante collaborazione culturale e scientifica tra Torino e San Pietroburgo. Infatti mentre a Torino è visibile il dipinto di Raffaello, nelle sale dell’Ermitage è possibile ammirare un altro vertice del Rinascimento italiano: Il ritratto d’uomo di Antonello da Messina tradizionalmente appartenente alle collezioni d’arte sabaude.
Fonte “La Stampa” Gianpaolo Nardi gianpaolon@vicini.to.it
La mostra è compresa nel biglietto del museo. L’ingresso ad esso è di: € 10 (intero); € 8 (ridotto). Gratis per i minorenni Il museo è visitabile nei seguenti orari: 10 – 18 (dal martedì al sabato) 10 – 19 (domenica) Giorno di chiusura: lunedì
Quale ricetta propone?
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- Per i ragazzi ”STORIE DI ANIMALI IN SCATOLA”
Raffaello, ospite (temporaneo!) a Palazzo Madama
Persino sfamare la gente è diventato più difficile: un solo Carrefour fino a poco fa riusciva a riempirgli un Fiorino di alimentari in scadenza, mentre ora, sia per il timore dei direttori di cadere in qualche vendita fuori tempo massimo, sia perché la razionalizzazione degli acquisti permette loro di ridurre al minimo le rimanenze, i rifornimenti a costo 0 rimangono minimi.
Intanto c’è il tema d’attualità che riguarda la trasparenza nella gestione degli ospedali da parte dell’Ordine dei Camilliani culminato con l’arresto del Padre Generale (si veda
un pollo di Antony De Mello, L’anello di Re Salomone dell’etologo austriaco Konrad Lorenz, le poesie sulle farfalle Frammenti del creato di Hermann Hesse…chissà magari sono già disponibili sugli scaffali della Biblioteca Platero o forse possono contribuire a stimolare la curiosità e dare suggerimenti su libri da donare per arricchire questa nuova e particolare collezione libraria della nostra città. Ecco le prime proposte della nuova biblioteca PLATERO:
Acquistata da Caterina di Russia nel 1772, l’opera colpisce lo spettatore per il magistrale gioco di sguardi che lega i tre personaggi.
E’ possibile effettuare visite guidate domenicali: 26 gennaio 9 febbraio 23 febbraio Prenotazione visita guidata: 011- 5211788 Recapito ufficio stampa: 011 – 4429523 (Daniela Matteu/Tanja Gentilini) Lorenzo Beatrice Pag. 5
IL VERDE DI BARRIERA SI FA BELLO con una decorazione in mattonelle sulle quali correranno alcune citazioni scelte dagli studenti del vicino Liceo Einstein. AREA CANI Disposta lungo via Petrella l’area sarà recintata e suddivisa in due zone di fruizione da parte dei cani e dei loro accompagnatori. Ci sarà anche una zona di sosta comune, pavimentata, con cestini, panchine e una fontanella. PIAZZETTA
“Sistema verde” è il nome del progetto dell’asse fisico del Programma Urban Barriera di Milano che prenderà il via con l’inizio del nuovo anno. L’intervento nasce con lo scopo di riqualificare e collegare un insieme di spazi verdi oggi frammentati, compresi tra le vie Bologna, Cimarosa, Petrella/Aosta e Ternengo. Il progetto, realizzato dal Servizio Grandi Opere del Verde del Comune di Torino, viaggia su un doppio binario. Il primo consiste nella ridefinizione e valorizzazione dell’area in questione attraverso la creazione di percorsi verdi, collegamenti ciclopedonali e il posizionamento di arredi per dar vita non a semplici isole, ma a un vero e proprio “sistema”, organico e ben strutturato. Il secondo corrisponde, invece, alla volontà di migliorare la fruizione di questi spazi pubblici riqualificati perchè diventino a tutti gli effetti luoghi di incontro, di svago, di gioco e di aggregazione per tutti gli abitanti del quartiere. Non a caso il primo intervento con il quale il progetto partirà racchiude entrambe queste volontà. Si tratta dell’area di via Tollegno, compresa tra il Liceo Einstein e la palestra, che da gennaio inizierà a cambiare volto. Alberi, fiori, sedute, tavoli e una copertura wi-fi permetteranno agli studenti e ai residenti della zona di avere a disposizione uno spazio verde tutto da vivere. Le novità però non finiscono qua: un’altra zona che sarà trasformata è quella di via Petrella. Infatti, dal lato del parcheggio, sorgerà un’area recintata e destinata ai cani perché possano correre e muoversi liberamente,
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mentre, sempre lungo via Petrella, il Servizio Grandi Opere del Verde si occuperà della realizzazione di un tratto di pista ciclabile e della creazione di nuove aree verdi, oltre alla riqualificazione di quelle esistenti. La conclusione e il completamento di tutti gli interventi previsti dal progetto sistema verde sarà la connessione di tutte le aree coinvolte attraverso un percorso amico, ossia un tragitto sicuro che consenta a grandi e piccini di attraversare e passeggiare per il quartiere protetti dal traffico cittadino. AIUOLA EINSTEIN In via Tollegno, la zona cambierà fisionomia. Verrà realizzata un’aiuola verde con l’impianto di nuovi alberi; verranno installati tavoli, sedute, lampioni e la pavimentazione verrà realizzata
L’area compresa tra via Aosta e via Petrella in direzione Cimarosa verrà riqualificata attraverso una nuova pavimentazione, la creazione di aree per l’aggregazione e nuovi arredi.
Torino Social Innovation ha il suo sportello Torino Social Innovation è il programma della Città di Tori- cosistema dell’innovazione sociale a Torino. no, che fa parte dell‘ecosistema Torino Smart City, dedicato a sostenere progetti imprenditoriali nel campo dell’innova- 1. Accompagnamento zione sociale. Attivo da gennaio 2014 a dicembre 2015, si Supporto di consulenti d’impresa per business plan, analisi rivolge a imprenditori e aspiranti imprenditori con meno di del mercato e della concorrenza, modello di business, difesa 40 anni, offrendo accompagnamento alla costituzione e svi- della proprietà intellettuale, piano di marketing, team assesluppo dell’impresa, sostegno finanziario e un set di servizi sup- sment, pianificazione economico-finanziaria e patrimoniale plementari offerti da partner pubblici e privati. Il programma triennale. investirà più di 650.000 euro in sostegno diretto alle imprese. 2. Finanziamenti Con l’evento di lancio del programma, la Città di Torino ha Finanziamento agevolato, fino all’80% del valore del progetavviato ufficialmente le attività, dopo alcuni mesi dedicati to, garantito da un fondo rotativo della Città di Torino. Conalla preparazione, allo studio, alla divulgazione delle oppor- tributo a fondo perduto fino al 20% delle spese ammissibili. tunità che si aprono per le giovani imprese e il sistema locale. Il programma fa leva su un network di trenta sostenitori e par- 3. Servizi accessori tner che ne condividono le finalità e i metodi. È l’ecosistema Offerti dai partner del progetto in tema di housing, formadell’innovazione sociale torinese. zione, sostegno al testing, mentoring, consulenze specifiche, supporto per accedere a finanziamenti complementari. FaciliTo Giovani e Innovazione Sociale è il programma della
BOSCHETTO Sull’area recintata compresa tra via Petrella e via Leoncavallo a fianco alla scuola materna, il progetto prevede la pulizia della zona, la verifica della stabilità delle piante, del loro stato di salute e la relativa manutenzione straordinaria. AREA PETRELLA Lungo via Petrella, si provvederà alla riorganizzazione del parcheggio, si rimetteranno a sistema le aree verdi esistenti e se ne creeranno di nuove. In questa zona, il progetto del “sistema verde” prevede la realizzazione di una parte della pista ciclabile lungo via Petrella in direzione via Cimarosa. Città di Torino pensato per sostenere l’avvio di progetti im- Il programma investirà 650.000 euro in sostegni diretti alle imprenditoriali di giovani nel campo dell’innovazione sociale. Il prese. programma, attivo da gennaio 2014 a dicembre 2015, offre supporto per trasformare idee innovative in campi diversi – Qui si può leggere l’ Avviso pubblico per l’accesso a FaciliTO dall’educazione al lavoro, dalla mobilità alla qualità della Giovani TSI vita, dalla salute all’inclusione sociale – in servizi, prodotti, soluzioni capaci di creare al tempo stesso valore economico e Gli orari sono dal lunedì al giovedì 8.30-16.00, venerdì 8.30sociale per il territorio e la comunità. 12.30 e solo su appuntamento. Il programma si rivolge a soggetti di età compresa tra 18 e 40 anni, aspiranti imprenditori, lavoratori autonomi, imprenditori individuali; possono accedervi anche imprese già attive, composte prevalentemente da giovani, interessate ad aprire o potenziare una sede operativa a Torino. Per accedere al programma, l’impresa dovrà svolgere in modo continuativo la propria attività, almeno per tre anni dalla data in cui si è concluso il progetto di investimento. Con l’apertura dello sportello il 15 gennaio, “FaciliTo Giovani e Innovazione Sociale” offre supporto informativo, accompagnamento alla costituzione e sviluppo dell’impresa, sostegno finanziario e un set di servizi supplementari offerti dal network di partner, pubblici e privati, che rappresentano l’e-
Contatti numero verde 800.300.194 (dal lunedì al giovedì 8.30-16.00, venerdì 8.30-12.30) e-mail torinosocialinnovation[at]comune.torino.it Ulteriori approfondimenti sul numero di Gennaio 2014 di Informalavoro La sede è Città di Torino, Direzione Lavoro, Sviluppo, Fondi Europei e Smart City, Via Braccini 2 c.a.p. 10141 TORINO, Primo piano ufficio 35
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IL VERDE DI BARRIERA SI FA BELLO con una decorazione in mattonelle sulle quali correranno alcune citazioni scelte dagli studenti del vicino Liceo Einstein. AREA CANI Disposta lungo via Petrella l’area sarà recintata e suddivisa in due zone di fruizione da parte dei cani e dei loro accompagnatori. Ci sarà anche una zona di sosta comune, pavimentata, con cestini, panchine e una fontanella. PIAZZETTA
“Sistema verde” è il nome del progetto dell’asse fisico del Programma Urban Barriera di Milano che prenderà il via con l’inizio del nuovo anno. L’intervento nasce con lo scopo di riqualificare e collegare un insieme di spazi verdi oggi frammentati, compresi tra le vie Bologna, Cimarosa, Petrella/Aosta e Ternengo. Il progetto, realizzato dal Servizio Grandi Opere del Verde del Comune di Torino, viaggia su un doppio binario. Il primo consiste nella ridefinizione e valorizzazione dell’area in questione attraverso la creazione di percorsi verdi, collegamenti ciclopedonali e il posizionamento di arredi per dar vita non a semplici isole, ma a un vero e proprio “sistema”, organico e ben strutturato. Il secondo corrisponde, invece, alla volontà di migliorare la fruizione di questi spazi pubblici riqualificati perchè diventino a tutti gli effetti luoghi di incontro, di svago, di gioco e di aggregazione per tutti gli abitanti del quartiere. Non a caso il primo intervento con il quale il progetto partirà racchiude entrambe queste volontà. Si tratta dell’area di via Tollegno, compresa tra il Liceo Einstein e la palestra, che da gennaio inizierà a cambiare volto. Alberi, fiori, sedute, tavoli e una copertura wi-fi permetteranno agli studenti e ai residenti della zona di avere a disposizione uno spazio verde tutto da vivere. Le novità però non finiscono qua: un’altra zona che sarà trasformata è quella di via Petrella. Infatti, dal lato del parcheggio, sorgerà un’area recintata e destinata ai cani perché possano correre e muoversi liberamente,
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mentre, sempre lungo via Petrella, il Servizio Grandi Opere del Verde si occuperà della realizzazione di un tratto di pista ciclabile e della creazione di nuove aree verdi, oltre alla riqualificazione di quelle esistenti. La conclusione e il completamento di tutti gli interventi previsti dal progetto sistema verde sarà la connessione di tutte le aree coinvolte attraverso un percorso amico, ossia un tragitto sicuro che consenta a grandi e piccini di attraversare e passeggiare per il quartiere protetti dal traffico cittadino. AIUOLA EINSTEIN In via Tollegno, la zona cambierà fisionomia. Verrà realizzata un’aiuola verde con l’impianto di nuovi alberi; verranno installati tavoli, sedute, lampioni e la pavimentazione verrà realizzata
L’area compresa tra via Aosta e via Petrella in direzione Cimarosa verrà riqualificata attraverso una nuova pavimentazione, la creazione di aree per l’aggregazione e nuovi arredi.
Torino Social Innovation ha il suo sportello Torino Social Innovation è il programma della Città di Tori- cosistema dell’innovazione sociale a Torino. no, che fa parte dell‘ecosistema Torino Smart City, dedicato a sostenere progetti imprenditoriali nel campo dell’innova- 1. Accompagnamento zione sociale. Attivo da gennaio 2014 a dicembre 2015, si Supporto di consulenti d’impresa per business plan, analisi rivolge a imprenditori e aspiranti imprenditori con meno di del mercato e della concorrenza, modello di business, difesa 40 anni, offrendo accompagnamento alla costituzione e svi- della proprietà intellettuale, piano di marketing, team assesluppo dell’impresa, sostegno finanziario e un set di servizi sup- sment, pianificazione economico-finanziaria e patrimoniale plementari offerti da partner pubblici e privati. Il programma triennale. investirà più di 650.000 euro in sostegno diretto alle imprese. 2. Finanziamenti Con l’evento di lancio del programma, la Città di Torino ha Finanziamento agevolato, fino all’80% del valore del progetavviato ufficialmente le attività, dopo alcuni mesi dedicati to, garantito da un fondo rotativo della Città di Torino. Conalla preparazione, allo studio, alla divulgazione delle oppor- tributo a fondo perduto fino al 20% delle spese ammissibili. tunità che si aprono per le giovani imprese e il sistema locale. Il programma fa leva su un network di trenta sostenitori e par- 3. Servizi accessori tner che ne condividono le finalità e i metodi. È l’ecosistema Offerti dai partner del progetto in tema di housing, formadell’innovazione sociale torinese. zione, sostegno al testing, mentoring, consulenze specifiche, supporto per accedere a finanziamenti complementari. FaciliTo Giovani e Innovazione Sociale è il programma della
BOSCHETTO Sull’area recintata compresa tra via Petrella e via Leoncavallo a fianco alla scuola materna, il progetto prevede la pulizia della zona, la verifica della stabilità delle piante, del loro stato di salute e la relativa manutenzione straordinaria. AREA PETRELLA Lungo via Petrella, si provvederà alla riorganizzazione del parcheggio, si rimetteranno a sistema le aree verdi esistenti e se ne creeranno di nuove. In questa zona, il progetto del “sistema verde” prevede la realizzazione di una parte della pista ciclabile lungo via Petrella in direzione via Cimarosa. Città di Torino pensato per sostenere l’avvio di progetti im- Il programma investirà 650.000 euro in sostegni diretti alle imprenditoriali di giovani nel campo dell’innovazione sociale. Il prese. programma, attivo da gennaio 2014 a dicembre 2015, offre supporto per trasformare idee innovative in campi diversi – Qui si può leggere l’ Avviso pubblico per l’accesso a FaciliTO dall’educazione al lavoro, dalla mobilità alla qualità della Giovani TSI vita, dalla salute all’inclusione sociale – in servizi, prodotti, soluzioni capaci di creare al tempo stesso valore economico e Gli orari sono dal lunedì al giovedì 8.30-16.00, venerdì 8.30sociale per il territorio e la comunità. 12.30 e solo su appuntamento. Il programma si rivolge a soggetti di età compresa tra 18 e 40 anni, aspiranti imprenditori, lavoratori autonomi, imprenditori individuali; possono accedervi anche imprese già attive, composte prevalentemente da giovani, interessate ad aprire o potenziare una sede operativa a Torino. Per accedere al programma, l’impresa dovrà svolgere in modo continuativo la propria attività, almeno per tre anni dalla data in cui si è concluso il progetto di investimento. Con l’apertura dello sportello il 15 gennaio, “FaciliTo Giovani e Innovazione Sociale” offre supporto informativo, accompagnamento alla costituzione e sviluppo dell’impresa, sostegno finanziario e un set di servizi supplementari offerti dal network di partner, pubblici e privati, che rappresentano l’e-
Contatti numero verde 800.300.194 (dal lunedì al giovedì 8.30-16.00, venerdì 8.30-12.30) e-mail torinosocialinnovation[at]comune.torino.it Ulteriori approfondimenti sul numero di Gennaio 2014 di Informalavoro La sede è Città di Torino, Direzione Lavoro, Sviluppo, Fondi Europei e Smart City, Via Braccini 2 c.a.p. 10141 TORINO, Primo piano ufficio 35
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Un Voto per Cascina Roccafranca per il bando nazionale per la cultura - che-Fare2 La Cascina Roccafranca in collaborazione con le altre otto Case del Quartiere di Torino ha partecipato con il progetto Di Casa in Casa- La rete delle Case di Quartiere a Torino, al bando nazionale per la cultura che-Fare2 , che prevede un premio per il vincitore di 100.000 Euro.
La notizua è che Cascina Roccafranca ha superato positivamente la prima fase di selezione del concorso, a cui hanno partecipato più di 600 progetti. I 40 progetti selezionati sono online sul sito che-fare per essere votati fino al 13 marzo 2014. Una giuria sceglierà infine il progetto più meritevole tra gli 8 più votati dal pubblico. Votare significa migliorare la qualità delle attività in Cascina e nelle altre 8 case, ma anche promuovere una politica culturale che metta al centro la qualità della vita nei territori ed il protagonismo dei cittadini, dei gruppi e delle associazioni.
Ci vuole solo un minuto vai sul sito www.che-fare.com seleziona il progetto n° 8 “Di casa in casa” 1. e vota seguendo le istruzioni Se vuoi saperte di più www.casedelquartieretorino.org
VICINI vuole CRESCERE e ha bisogno di VOI Il giornale che hai in mano è, per ora, solo online ( WWW.VICINI.TO.IT ) e questo è un numero speciale per la Festa di inizio Anno Sociale della Cascina Roccafranca. Dal 14 novembre scorso, giorno ufficiale dell’inizio della nostra avventura, abbiamo dato conto di quello che succede nei quartieri vicini a noi (Mirafiori e Santa Rita), poi abbiamo allargato lo sguardo a TUTTI i quartieri di Torino. Non è stato facile, ma entusiasmante! Ora, per andare avanti abbiamo bisogno di voi, dei vostri amici e conoscenti.
Come ? In due modi. Il primo modo è una libera sottoscrizione per far fronte alle spese (siamo tutti volontari e ci autotassiamo: non ci sono altre entrate). Donare a Vicini è facile: potete farlo direttamente presso di noi oppure online con carta di credito connettendovi al sito predisposto: trovate i box nella nostra home page. Seguite le istruzioni ed il gioco è fatto! Il nostro sogno è stampare Vicini anche su carta più volte durante l’anno. Il secondo modo è partecipare in prima persona con proposte di articoli o collaborando con la nostra Redazione giornalistica. Vi aspettiamo. Franco Fratto direttore@vicini.to.it
Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TO Via Rubino 45 10137, Torino, presso Cascina Roccafranca, Bottega Comunicazione Contatti: N° 4 in versione pdf, Gennaio 2014 Email : redazione@vicini.to.it Telefono +39.011.19836617 Fax +39.011.19837119 Sito web: www.vicini.to.it Se volete collaborare, scriveteci. Pag. 8
Caro lettore, puoi scaricare questa copia gratuitamente da
www.vicini.to.it
ANNO 1 - Numero 4
WWW.VICINI.TO.IT
28 GENNAIO 2014
Per favore Shoah, non Olocausto! Era il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Varcato il cancello del lager, sormontato dall’insegna “Il lavoro rende liberi”, il mondo conobbe compiutamente l’orrore del genocidio nazista. Cinque milioni di ebrei (due terzi dell’ebraismo europeo) restarono vittime della delirante “soluzione finale della questione ebraica” teorizzata e attuata da Hitler nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo Auschwitz, il mondo iniziò a parlare di Shoah o Olocausto. Due sinonimi? Assolutamente no! Spesso ci si riempie la bocca di belle parole utilizzando a sproposito termini che, per i diretti interessati, hanno una valenza assai diversa. L’Olocausto, per la religione ebraica, indica la pratica sacrificale in cui la carne della vittima immolata sull’altare viene interamente bruciata. Il fumo delle carni arse sull’ara, elevandosi in alto, secondo gli ebrei, raggiunge idealmente la divinità che sentendone il profumo crea un’unione mistica con i credenti. Come possiamo associare la più alta espressione dell’ebraismo al raccapricciante genocidio perpetrato contro tale popolo? La parola corretta per alludere al genocidio del popolo ebraico effettuato durante la Seconda guerra mondiale è Shoah. Tale parola è tradotta con “sterminio, catastrofe, sciagura”. Questo è il termine giusto, questa è la parola che, se pronunciata, rende emblematicamente l’idea della terrificante e devastante esperienza che ha attraversato l’ebraismo del ‘900.
Giornata-della-MemoriaLa drammatica entità dello Ogni 27 gennaio dobbiamo prestare attenzione alle sterminio del popolo ebraico da parte della Germa- parole utilizzate, alle frasi dette in memoria della Shonia hitleriana è stato magistralmente descritto in film, ah. Lasciamo la preziosità della parola “Olocausto” ai come Il pianista di Roman Polanski o Schindler’ s list rabbini e alle sinagoghe, cioè al centro più puro della di Steven Spielberg; oppure in libri come Se questo è religione ebraica. L’orrore dei campi di concentraun uomo di Primo Levi. Persino la filosofia ha sollevato mento e la strage degli ebrei da parte dei nazisti defidubbi esistenziali dopo le raccapriccianti scoperte ef- niamola unicamente con Shoah . . . a costo di ripeterci fettuate nei lager nazisti: Hans Jonas affermò che se sì, ma almeno non offenderemo la sensibilità di quanti un Dio fosse veramente esistito, mai avrebbe consenti- sopravvissuti alla Shoah, e non all’Olocausto, recano to che una tragedia di tali proporzioni potesse abbat- ancora gli indimenticabili segni sulla propria pelle. tersi sull’umanità. Lorenzo Beatrice
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