Vicini gennaio 2014

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Un Voto per Cascina Roccafranca per il bando nazionale per la cultura - che-Fare2 La Cascina Roccafranca in collaborazione con le altre otto Case del Quartiere di Torino ha partecipato con il progetto Di Casa in Casa- La rete delle Case di Quartiere a Torino, al bando nazionale per la cultura che-Fare2 , che prevede un premio per il vincitore di 100.000 Euro.

La notizua è che Cascina Roccafranca ha superato positivamente la prima fase di selezione del concorso, a cui hanno partecipato più di 600 progetti. I 40 progetti selezionati sono online sul sito che-fare per essere votati fino al 13 marzo 2014. Una giuria sceglierà infine il progetto più meritevole tra gli 8 più votati dal pubblico. Votare significa migliorare la qualità delle attività in Cascina e nelle altre 8 case, ma anche promuovere una politica culturale che metta al centro la qualità della vita nei territori ed il protagonismo dei cittadini, dei gruppi e delle associazioni.

Ci vuole solo un minuto vai sul sito www.che-fare.com seleziona il progetto n° 8 “Di casa in casa” 1. e vota seguendo le istruzioni Se vuoi saperte di più www.casedelquartieretorino.org

VICINI vuole CRESCERE e ha bisogno di VOI Il giornale che hai in mano è, per ora, solo online ( WWW.VICINI.TO.IT ) e questo è un numero speciale per la Festa di inizio Anno Sociale della Cascina Roccafranca. Dal 14 novembre scorso, giorno ufficiale dell’inizio della nostra avventura, abbiamo dato conto di quello che succede nei quartieri vicini a noi (Mirafiori e Santa Rita), poi abbiamo allargato lo sguardo a TUTTI i quartieri di Torino. Non è stato facile, ma entusiasmante! Ora, per andare avanti abbiamo bisogno di voi, dei vostri amici e conoscenti.

Come ? In due modi. Il primo modo è una libera sottoscrizione per far fronte alle spese (siamo tutti volontari e ci autotassiamo: non ci sono altre entrate). Donare a Vicini è facile: potete farlo direttamente presso di noi oppure online con carta di credito connettendovi al sito predisposto: trovate i box nella nostra home page. Seguite le istruzioni ed il gioco è fatto! Il nostro sogno è stampare Vicini anche su carta più volte durante l’anno. Il secondo modo è partecipare in prima persona con proposte di articoli o collaborando con la nostra Redazione giornalistica. Vi aspettiamo. Franco Fratto direttore@vicini.to.it

Giornale on line , iniziativa del Comitato Vicini.TO Via Rubino 45 10137, Torino, presso Cascina Roccafranca, Bottega Comunicazione Contatti: N° 4 in versione pdf, Gennaio 2014 Email : redazione@vicini.to.it Telefono +39.011.19836617 Fax +39.011.19837119 Sito web: www.vicini.to.it Se volete collaborare, scriveteci. Pag. 8

Caro lettore, puoi scaricare questa copia gratuitamente da

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ANNO 1 - Numero 4

WWW.VICINI.TO.IT

28 GENNAIO 2014

Per favore Shoah, non Olocausto! Era il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Varcato il cancello del lager, sormontato dall’insegna “Il lavoro rende liberi”, il mondo conobbe compiutamente l’orrore del genocidio nazista. Cinque milioni di ebrei (due terzi dell’ebraismo europeo) restarono vittime della delirante “soluzione finale della questione ebraica” teorizzata e attuata da Hitler nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Dopo Auschwitz, il mondo iniziò a parlare di Shoah o Olocausto. Due sinonimi? Assolutamente no! Spesso ci si riempie la bocca di belle parole utilizzando a sproposito termini che, per i diretti interessati, hanno una valenza assai diversa. L’Olocausto, per la religione ebraica, indica la pratica sacrificale in cui la carne della vittima immolata sull’altare viene interamente bruciata. Il fumo delle carni arse sull’ara, elevandosi in alto, secondo gli ebrei, raggiunge idealmente la divinità che sentendone il profumo crea un’unione mistica con i credenti. Come possiamo associare la più alta espressione dell’ebraismo al raccapricciante genocidio perpetrato contro tale popolo? La parola corretta per alludere al genocidio del popolo ebraico effettuato durante la Seconda guerra mondiale è Shoah. Tale parola è tradotta con “sterminio, catastrofe, sciagura”. Questo è il termine giusto, questa è la parola che, se pronunciata, rende emblematicamente l’idea della terrificante e devastante esperienza che ha attraversato l’ebraismo del ‘900.

Giornata-della-MemoriaLa drammatica entità dello Ogni 27 gennaio dobbiamo prestare attenzione alle sterminio del popolo ebraico da parte della Germa- parole utilizzate, alle frasi dette in memoria della Shonia hitleriana è stato magistralmente descritto in film, ah. Lasciamo la preziosità della parola “Olocausto” ai come Il pianista di Roman Polanski o Schindler’ s list rabbini e alle sinagoghe, cioè al centro più puro della di Steven Spielberg; oppure in libri come Se questo è religione ebraica. L’orrore dei campi di concentraun uomo di Primo Levi. Persino la filosofia ha sollevato mento e la strage degli ebrei da parte dei nazisti defidubbi esistenziali dopo le raccapriccianti scoperte ef- niamola unicamente con Shoah . . . a costo di ripeterci fettuate nei lager nazisti: Hans Jonas affermò che se sì, ma almeno non offenderemo la sensibilità di quanti un Dio fosse veramente esistito, mai avrebbe consenti- sopravvissuti alla Shoah, e non all’Olocausto, recano to che una tragedia di tali proporzioni potesse abbat- ancora gli indimenticabili segni sulla propria pelle. tersi sull’umanità. Lorenzo Beatrice

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