RECAPITO AUTORIZZATO L’istituto del recapito autorizzato affonda le sue origini molto lontano nel tempo, traendo le radici nella prima rivendicazione del diritto esclusivo di trasportare posta impugnato il 14 gennaio 1720 da Vittorio Amedeo, Re di Sardegna e successivamente richiamato in numerose occasioni dalle successive amministrazioni postali sarde che dettero origine a quella italiana.
Tali agenzie poterono esercitare questa attività solo se debitamente autorizzate dalle Regie Poste e pagando un diritto fisso per ogni oggetto trasportato, purché avesse la caratteristica di "espresso". Nacquero così delle piccole società, la prima a Milano e la seconda a Torino, tra dipendenti postali che acquisirono lavoro dalle poste stesse e che gradualmente trovarono il loro spazio autonomo grazie al riconoscimento legislativo della loro funzione. Considerato che ricorrevano le ragioni di necessità e di assoluta urgenza di disciplinare, nell’interesse dell’industria e del commercio, il recapito delle corrispondenze che Banche, Ditte, Istituti ed Enti in genere avevano bisogno di far consegnare con i propri mezzi entro i confini del Comune di loro residenza, venne emanato il 1° luglio 1926 il Regio Decreto.