Biglietto da visita e Partecipazione

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Biglietto da visita e Partecipazione Pare che i primi biglietti da visita della storia fossero quelli che il politico ateniese Pericle aggiungeva ai doni che faceva recapitare all’amante Aspasia per anticiparle la sua imminente visita. Secoli dopo, nella Francia del settecento, iniziò a diffondersi l’abitudine di consegnare un bigliettino col proprio nome scritto a mano al personale di servizio delle case in cui si andava ospiti, in modo che potessero annunciare l’arrivo in modo corretto e discreto. Se i biglietti da visita personali si diffusero a partire dalla Francia prerivoluzionaria, quelli di taglio commerciale e industriale iniziarono a diventare popolari fra i mercanti di Londra verso la fine del Settecento. Nel corso degli anni il biglietto di visita è andato sempre più semplificandosi: un cartoncino bianco, mai colorato, né troppo grande né troppo piccolo, caratteri semplici e nitidi, mai troppo minuti per non accecare chi deve leggerli.

Supplemento ordinario alla " Gazzetta Ufficiale, n. 152 del 1° luglio 1940-XVIII. I biglietti da visita spediti per posta nacquero nel 1905 ed hanno goduto di una tariffa specifica. Le condizioni per l’invio erano: busta aperta ed ispezionabile, non più di cinque parole manoscritte di convenevoli, informazioni stampate limitate ai dati anagrafici, indirizzi e recapiti postali o telefonici o bancari del mittente. Nella tariffa Stampe a partire dal 25 marzo 1975. Successivamente nacquero le Partecipazioni, assimilate ai biglietti da visita, consistevano in un cartoncino recante un annuncio di nascita, morte, matrimonio ecc. e relativi ringraziamenti, felicitazioni, condoglianze, o invito, solitamente a stampa e spedito in busta aperta. Per lungo tempo ammessi come stampe anche se con data e firma, dal 1º settembre 1905 furono considerati a parte con una propria tariffa, che fra il 1918 e il 1920 ebbe anche la versione ridotta entro il distretto. La tariffa specifica fu abolita dal 1° giugno 1995.


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