Lettera a tariffa ridotta militare Posta Aerea Le due lettere che porto in visione fanno parte di una vasta corrispondenza epistolare durata per tutto il periodo della "naia" fra il soldato in servizio a Messina, lo zio residente a Pei, frazione di Zerba – Piacenza, e l'amorosa di casa a Varzi - Pavia. Tutte le lettere visionate personalmente furono spedite con la tariffa ridotta per
militari che nel periodo, siamo nel VI di Repubblica, era di 10 lire. Ho potuto constatare numerose combinazioni con francobolli ordinari e tutte corrispondevano perfettamente alla tariffa ridotta. Mai assolutamente anche un minimo spreco sovratariffa! Solo due però, una dell'amorosa inoltrata da Varzi e quella che sottopongo all'attenzione spedita da Pei, oltre alla normale affrancatura ordinaria avaveno in aggiunta il servizio complementare di Posta Aerea.
Analizzando il supporto, tutto è perfettamente in ordine: il francobollo del periodo, l'annullo regolare, la targhetta di Posta Aerea Mod. 24-R corrispondente a quelle emesse in quegli anni. Qualcuno potrebbe espimere il logico dubbio che trattarsi di una lettera spedita senza la riduzione militare per mancanza di valori adeguati con l'aggiunta postuma della targhetta di Posta Aerea a voler impreziosire il supporto! Ancora. Un amico mi evidenziava l'assenza di almeno un annullo di transito o arrivo sulla lettera! Credo che la storia postale sia bella per questo. Si analizza, si discute cercando congetture, ma alla fine si conclude con proprie idee. E' però indispensabile non astrarsi dalla realtà cercando solo annulli o altro a giustifica, ma immergendosi nei personaggi e nel periodo che stiamo analizzando. Quindi provo a portare delle mie personali conclusioni, lasciando a tutti Voi eventuali successive considerazioni. 1 – La grande mole di lettere visionate non mette in luce alcuna anomalia tariffaria. Tutte perfettamente affrancate con 10 lire; nessuna busta presenta un minimo arrotondamento, in più o in meno, neanche di 1 centesimo. Chi scriveva copiosamente badava certamente ai costi e si premuniva di francobolli adeguati. 2 – L'etichetta di Posta Aerea postuma (probabile che lo sia!). Entrambi i mittenti però erano personaggi di cultura, come si evince dagli scritti, e sapevano benissimo come velocizzare una spedizione. Non credo di loro conoscenza, ma a Trevisto, a pochi passi dai luoghi di spedizione, vi era lo smistamento della corrispondenza per il Nord-Est e quindi le missive da Piacenza o Pavia afferivano a quel nodo postale per l'inoltro via aerea. 3- Mancanza di annulli di transito o arrivo. Questa la vedo meno bene in quanto analizzando quella corrispondenza, ma anche la mia che ho in collezione, gli annulli di arrivo sulle lettere via aerea sono molto scarsi e quelli di transito rarissimi: due casi su oltre 100 lettere. Statisticamente non significativo! Quindi se ci limitassimo a semplici constatazioni peritali, una delle due lettere peraltro è stata certificata da noto specialista italiano del settore, potremmo nutrire alcuni dubbi. Ecco allora lo studio della storia postale nel suo più ampio assioma che porta alla
luce la verità; infatti nello scritto interno si legge della mancata ricezione di una sua
precedente lettera in cui comunicava la morte della suocera. Evento di grave lutto che doveva essere subito divulgato ai propri cari. Allora il telefono era una utopia! In conclusione credo quindi che per valutare un documento di storia postale non ci si può fermare alla semplice constatazione di banali prove, in quel caso sarebbe elementare anche per un neofita, ma si debba penetrare nel vissuto dei personaggi, degli eventi per poter estrapolare sicure considerazioni e validazioni. La superficialità a volte non paga. Gianni Vitale