TOSSE, RIMEDI E SCRIROPPI
Barillà e Ceravolo, reggini purosangue
VIVI BENE · Trimestrale di salute e benessere · Testata registrata al Tribunale di Reggio Calabria n. 4/2016 · Anno III - Dicembre 2018
DUE FIGLI DEL S.AGATA IN SERIE A
ANNONA FRUTTO DALL’ANIMO ESOTICO E DALLE STRAORDINARIE QUALITÀ, TIPICAMENTE REGGINO
FIBROMIALGIA
La ‘malattia immaginaria’ che colpisce due milioni di italiani
CAPRICCI A TAVOLA? Ecco l’app che aiuta i bambini a mangiare le verdure
CYBERBULLISMO E RESPONSABILITÀ CONDIVISA
“Anche un solo ‘like’ può trasformarsi in violenza”
SOMMARIO 6
#InFarmacia
BELLEZZA OLTRE IL CANCRO. UN ‘TRUCCO’ PER COMBATTERLO SALUTE
8 TOSSE, RIMEDI E SCRIROPPI. QUANTO FUNZIONANO, QUALE QUELLO GIUSTO? ························································································································ 10 FIBROMIALGIA, LA ‘MALATTIA IMMAGINARIA’ CHE COLPISCE DUE MILIONI DI ITALIANI COS’È E COME AFFRONTARLA
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TUMORE MAMMARIO. IL DOTT. ROMEO: “L’AUTOPALPAZIONE TRA GLI ESAMI PIÙ IMPORTANTI”
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14 L’ASMA NEL BAMBINO. I CONSIGLI DEL DOTT. QUATTRONE, SPECIALISTA IN PEDIATRIA ························································································································ 16 SIGILLATURA, UNA PROTEZIONE IN PIÙ PER I PIÙ PICCOLI ························································································································ 18 PROTESI E AUSILI, COME OTTENERLI E A CHI SPETTANO ························································································································ 20 22
L’INTERVISTA
BARILLÀ E CERAVOLO, REGGINI PUROSANGUE. DUE FIGLI DEL S.AGATA IN SERIE A ALIMENTAZIONE
VITAMINA B, UN PIENO DI ENERGIA. TRA PROPRIETÀ, CARENZA, FABBISOGNO E DOSE GIORNALIERA
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ANNONA, FRUTTO DALL’ANIMO ESOTICO E DALLE STRAORDINARIE QUALITÀ, TIPICAMENTE REGGINO
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CAPRICCI A TAVOLA? ECCO L’APP CHE AIUTA I BAMBINI A MANGIARE LE VERDURE BENESSERE
CYBERBULLISMO E RESPONSABILITÀ CONDIVISA. L’ESPERTO: “ANCHE UN SOLO ‘LIKE’ PUÒ TRASFORMARSI IN VIOLENZA”
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30 INSONNIA ADDIO. SEMPLICI CONSIGLI PER UN SONNO BEATO ························································································································ 32 L’IMPORTANZA DELLO PSICOLOGO SPORTIVO. LA DOTT.SSA OLIVERIO: “IMPARARIAMO AD ESSERE VINCITORI NELLA VITA E NON SOLO NELLO SPORT”
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SPORT
SPORT IN PISCINA TRA BENEFICI E CONTROINDICAZIONI. I CONSIGLI DEL TECNICO FIN GIOVANNA D’AMICO
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VIVIBENE
TIRO CON L’ARCO. UNO SPORT INCLUSIVO TRA PRECISIONE, TECNICA E TANTA CONCENTRAZIONE #InCittà
BORGHI ANTICHI, QUELLI REGGINI TRA I PIÙ BELLI D’ITALIA
EDITORIALE
IL BELLO ESISTE. AIUTATE GLI ALTRI, SIATE FELICI E FIDUCIOSI! VIVI BENE Trimestrale di salute e benessere Testata registrata al Tribunale di Reggio Calabria n. 4/2016 Anno III - Dicembre 2018 Editore Farmacia Fata Morgana dei Dottori Elvira Caridi e Mario Pulitanò Caridi s.n.c. Via Osanna, 15 · 89127 Reggio Calabria www.farmaciafatamorgana.it Direttore Responsabile Vincenzo Comi Farmacia Fata Morgana Hanno collaborato: Dott.ssa Giovanna Barillà Dott. Mario Pulitanò Caridi Dott.ssa Consuelo Ieracitano Dott. Fortunato Nato Dott.ssa Maria Teresa Piane Dott.ssa Mària Ribera Dott.ssa Annamaria Russo Dott.ssa Antonella Siciliano Redazione: Daniela Gangemi Federica Geria Pasquale Romano Contributi di: Dott. Antonio Balestrieri Dott.ssa Maria Celeste Paviglianiti Dott. Demetrio Plutino Dott. Giuseppe Quattrone Grafica KGMarketing · www.kgmarketing.it Pubblicità KGMarketing direzionekgmarketing@gmail.com 347.0942756
di Mario Pulitanò Caridi Esiste tanta bellezza intorno e anche tanta generosità. Spesso però si fa fatica a far percepire agli altri il bello e si insiste su tutto ciò che invece induce al pessimismo ed al guardarci intorno con ostilità e diffidenza. Lamentarsi, si sa, è più semplice. Affrontare i problemi con ingegno ed operosità e rendersi utili sempre non è da tutti. Nessuno di noi è attrezzato ai miracoli ma tutti possiamo fare la nostra parte senza arretrare dinanzi alla constatazione dei nostri limiti e di quelli invalicabili della realtà. In Farmacia crediamo di essere riusciti a trasmettervi la voglia di rendersi sempre utili senza se e senza ma. È uno di quegli impegni senza i quali non riusciremmo a sentirci così sereni e soddisfatti come, grazie a Dio, ci sentiamo a fine giornata. Abbiamo avuto due nuovi arrivi nella nostra famiglia allargata. No. Non si tratta di nuovi collaboratori. Sono nate due creature tanto belle quanto desiderate, figli di due nostre colleghe. E non ci siamo fermati qua. È giunto ad allietarci anche il matrimonio di un’altra nostra collega! Un periodo meraviglioso che ci riempie di gioia ed ottimismo. In fin dei conti, anche questo fa parte dei progressi che avvengono nella vita della Farmacia, perché ai progressi lavorativi, si affiancano i progressi delle nostre vite, e se lavoriamo bene è anche perché abbiamo accanto gli affetti delle nostre famiglie che ci riportano sulla terra e ci riconducono al senso più profondo della nostra vita.
Non mancheranno nei prossimi mesi le novità in Farmacia e, come vi sarete accorti e vi accorgerete in futuro, si succedono le iniziative a Voi dedicate che offrono servizi utili ed acquisti convenienti. Fino ad ora il Vostro apprezzamento e la Vostra gratitudine è la nostra soddisfazione migliore. Ci faremo trovare pronti anche al Natale che si avvicina, ed in Farmacia troverete non solo tutto l’occorrente per affrontare i malanni di stagione, ma anche tante piacevoli sorprese. Noi siamo qui! Che sia Natale o Capodanno ci troverete in Farmacia, e lo facciamo con gioia perché felici di esservi utili e, se dovesse servire, anche di esservi di conforto se, proprio in questo periodo di pace, vi dovreste invece trovare ad affrontare difficoltà. Questo spazio dedicato al confronto con i nostri clienti mi porta a riflettere sul rapporto tra noi e Voi, e col tempo ho razionalizzato e dato forma a qualcosa che prima era già presente ma a cui non avevo dato una definizione: il concetto di “vivere bene”. Per chi fa il mio lavoro è molto semplice definirlo, ed è proprio quello di rendersi utili e disponibili. Me ne sono accorto nel tempo e, tanto più nella società emergono differenze, ostilità, egoismi, lamentele, quanto più noi in Farmacia, proprio grazie a Voi, abbiamo trovato l’antidoto ed il nostro segreto per vivere bene: è il rapporto di fiducia con Voi instaurato. Vi auguro ogni bene per le prossime festività. Il regalo più gradito è rappresentato dai Vostri sorrisi, dai Vostri ‘grazie’ e dai Vostri ‘ritorni’ in Farmacia, dalle Vostre frasi come: “è stato utile il consiglio che mi avete dato”. Grazie e buone feste a tutti Voi ed arrivederci al prossimo numero, nel 2019.
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#HAPPINESSALUTE
IL 2019? PUNTIAMO SU FAMIGLIA, VALORI E TRADIZIONI
di Vincenzo Comi
Puntiamo sulla famiglia. Per questo Natale, e possibilmente per l’intero 2019, stiamo accanto ai nostri cari. Torniamo alle origini, alle tradizioni, quelle vere, autentiche. Pensiamo all’unica cosa importante della vita, il proprio nucleo familiare. C’è chi l’ha sempre fatto, chi non ha mai avuto dubbi, chi invece ha scelto di trascorrere le festività di fine anno ‘fuori casa’, magari in giro per il mondo in viaggi lontani con un gruppo di amici. Il Natale è però sinonimo di famiglia. È intimità, rifugio, protezione, calore, amore verso il prossimo, in particolare, affetto sincero per i propri cari. Altrimenti che Natale sarebbe? Anche la famiglia, così come accade per i migliori amici, rappresenta ‘il’ punto di riferimento, per tutti noi. “Vivi Bene” è una rivista che, fin dalla sua nascita, è entrata nelle case di migliaia di reggini. Sarebbe bello che anche questo numero potesse rimanere a lungo nei Vostri salotti, tra i libri e i giornali a cui si è affezionati, per poterlo sfogliare, perché no tra qualche mese, e rileggere con interesse i tanti contenuti adatti ad ogni giorno, compreso questo editoriale.
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‘Puntiamo sulla famiglia’ è infatti un motto che dovrebbe accompagnarci dodici mesi l’anno e non solo per Natale o in occasione delle festività. Perché in tempi così contraddittori in cui il lavoro è al centro di ogni cosa, ‘puntare sulla famiglia’ non sarebbe poi una scommessa così cattiva. Ritroveremmo tutti più entusiasmo, più energia, più consapevolezza e fiducia nelle proprie capacità. E al lavoro, produrremmo di più. Se solo si pensasse maggiormente ai valori e alle tradizioni che la famiglia trasmette, forse raddoppieremmo il tempo trascorso con i propri cari. Fermiamoci anche solo per un attimo, a pensare a quanto possa essere importante il confronto con una sorella, un fratello, una zia o un genero. Ritroviamo dunque le tradizioni, stringiamoci attorno alle nostre famiglie e abbandoniamo la frenetica ed estenuante caccia al regalo più inutile. Si può ‘vivere bene’ anche senza doni o semplicemente con ‘meno’ regali. Il contatto visivo e fisico con la propria famiglia dovrebbe già bastare per colmare ansie, difficoltà o paure. Ritroviamo il ‘senso della famiglia’ che genera anche un certo gusto per la qualità della vita e amore per il bello. Recuperiamo il rispetto delle regole che solo una famiglia sa tramandare. La famiglia è il pilastro su cui si regge tutto. Puntiamo dunque su famiglia, tradizioni e valori. Vivremo meglio e più a lungo.
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Photo Salvatore Colloridi
#InFarmacia
BELLEZZA OLTRE IL CANCRO UN ‘TRUCCO’ PER COMBATTERLO Il processo di guarigione, in ogni malattia, dalla più grave, a quella meno seria, passa anche dall’estetica e dall’attenzione alla propria immagine. Lo stato emotivo del malato è di fondamentale importanza e molto spesso condiziona anche l’efficacia delle cure. Nel caso del cancro le difficoltà si moltiplicano e l’aspetto esteriore sembra per molti non contare più. La chemioterapia e la radioterapia causano la caduta dei capelli, con conseguenti problemi psicologici per i pazienti. La Farmacia Fata Morgana avvia un progetto, attraverso le consulenze dell’esperta in make-up oncologico Mària Ribera. Il reparto dermocosmetico è dotato di prodotti specifici per aiutare i malati oncologici a migliorare il proprio aspetto attraverso l’utilizzo di tecniche specifiche che aumenteranno la fiducia dei pazienti. È ormai dimostrato come il cambiamento dell’aspetto fisico porta i pazienti a vivere uno stato di rassegnazione e rinuncia alla cura della propria immagine abbandonando il concetto di bellezza. L’attivazione delle consulenze ha l’obiettivo di fornire ai pazienti oncologici un supporto emotivo ed emozionale, rendendo indirettamente più efficaci le terapie farmacologiche. Il lavoro della nostra consulente aiuta i malati a curare l’aspetto fisico, sentendosi belli e aumentando la fiducia in sé stessi. Non perdere la stima di sé permette inoltre di affrontare meglio la malattia, evitando di cadere in stati di depressione, alimentando ottimismo ed aumentando la consapevolezza di una possibile guarigione. Il cancro impone un cammino difficile fatto di dolori e paure. Per questo è importante non lasciarsi aggredire psicologicamente e combattere il cancro anche attraverso la cura della propria pelle. 6
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Vedersi cambiati, con i lineamenti stanchi, il colorito spento le occhiaie ogni giorno, ricorda costantemente la malattia inquinandone la qualità della vita. Continuare ad amarsi e conservare la propria autostima è il segreto per trovare un approccio positivo ed una giusta energia così da affrontare nel migliore dei modi le terapie. Esistono numerosi prodotti in commercio ma non tutti sanno che alcuni possono essere nocivi durante un trattamento oncologico. Per questo è fondamentale avere un consulente specializzato che indirizzi e spieghi quali prodotti comprare e come utilizzarli. La nostra esperta riuscirà a uniformare il colore della pelle ridandole il suo colorito originale e rendendola luminosa e vellutata, saprà nascondere occhiaie, imperfezioni e depigmentazioni con specifici correttori sotto il fondotinta scuro per nascondere i gonfiori e chiaro per sottolineare i volumi. Sarà in grado inoltre di intensificare lo sguardo, ridisegnare le sopracciglia temporaneamente diradate o assenti e valorizzare le labbra con matite appropriate e rossetti cremosi e idratanti. È importante credere che la vita è comunque meravigliosa perché offre spiragli e raggi di sole improvvisi, bisogna solo coglierli, viverli e lasciare che ci illuminino.
R ESTA AGG I O R NATO Consulta la nostra pagina Facebook o il sito web www.farmaciafatamorgana.it per tutte le novità del reparto dermocosmetico!
WIG HOUSE
LA CASA DELLA PARRUCCA
visita il nuovo sito: www.wighouse.it Pubbliredazionale - Wig House è il centro parrucche di Reggio Calabria, nato con lo scopo di fornire una soluzione ai problemi estetici e psicologici, causati dalla perdita dei capelli. Nel nostro punto vendita potrete provare senza impegno, in un ambiente confortevole e riservato, il vasto assortimento di modelli, seguiti e consigliati nell’acquisto da un personale preparato e completamente disponibile. Le nostre parrucche, in capelli naturali e sintetici, vengono realizzate con le più avanzate tecniche di lavorazione garantendo, oltre ad una perfetta traspirazione, anche risultati estetici eccellenti. Tutti i nostri articoli sono realizzati con materiali anallergici certificati, conformi alle normative CE e considerati dispositivi medici. I nostri modelli sono ideati per non irritare la pelle e garantire una sensazione di benessere e comfort. Adatti per affrontare un trattamento chemioterapico o un caso di alopecia di qualsiasi natura.
Da Wig House troverete anche soluzioni alternative e integrative alla parrucca. Abbiamo a disposizione i migliori turbanti per chemioterapia presenti sul mercato, realizzati con tessuti naturali come il cotone, la seta e la fibra di bambù. I nostri prodotti sono ovviamente perfetti anche per chi vuole semplicemente cambiare look o trovare un’acconciatura particolare per un’occasione. Parrucche, infoltitori graduali, code posticce, toupet, clip extensions. La giusta soluzione per ogni esigenza! Wig House si trova in via Paolo Pellicano, 1 a Reggio Calabria. Venite a trovarci dal Lunedì al Venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19. Il Sabato solo di mattina, su appuntamento. Per qualsiasi ulteriore informazione o chiarimento, non esitate a contattarci allo 0965.28830 o all’indirizzo wighouse@hotmail.it | Visita il sito www.wighouse.it
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SALUTE
TOSSE, RIMEDI E SCRIROPPI QUANTO FUNZIONANO, QUALE QUELLO GIUSTO? Non tutti sanno che la tosse è un meccanismo di difesa del nostro organismo, che serve a mantenere libere le vie respiratorie da catarro, agenti infettivi e particelle estranee come polvere e fumo. Occorre distinguere tra i diversi tipi di tosse. Quella grassa, detta anche produttiva, è caratterizzata dalla presenza di muco. La tosse secca detta stizzosa si manifesta con completa assenza di catarro ed è generalmente causata dall’irritazione delle mucose. In entrambi i casi, quando la tosse diventa fastidiosa o addirittura dolorosa, ci si affida al rimedio più efficace, quello che procura un sollievo immediato. Una delle prime cose da fare è bere tanti liquidi: acqua, latte o bevande calde, ma anche tisane balsamiche, tutto per alleviare il fastidio della gola irritata ma anche per rendere più fluide le secrezioni e per facilitarne quindi l’espulsione. Evitare di fumare è un altro divieto assoluto in caso di tosse. Nella stagione fredda è bene tenere il giusto grado di umidità dell’ambiente (50-60%) con l’utilizzo di umidificatori. Per alleviare subito il classico ‘pizzico’ alla gola, è efficace utilizzare spray o caramelle a base di propoli, mirra, acido ialuronico, per mantenere l’idratazione della gola, e a base di benzidamina, cetilpiridinio cloruro, per sfruttare l’azione antisettica. Il rimedio più veloce per eccellenza è senza dubbio lo sciroppo ma i due tipi di tosse richiedono un trattamento diverso. 8
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Nel caso di tosse produttiva si impiegano principi attivi che hanno un’azione espettorante per facilitare l’eliminazione del muco, importante sia per evitare difficoltà respiratorie sia per scongiurare complicazioni dovute agli agenti infettivi trattenuti nelle secrezioni. Acetilcisteina, ambroxolo, bromexina, carbocisteina, guaifenesina sono tra le molecole più utilizzate, non solo sotto forma di sciroppo, ma anche di bustine e compresse effervescenti. I mucolitici possono essere anche somministrati per aerosol, in modo da raggiungere le piccole vie aree e svolgere un’efficace azione di pulizia. È bene ricordare che i mucolitici non possono essere utilizzati nei bambini al di sotto dei due anni di età perché possono provocare un ostruzione bronchiale. In caso di tosse secca invece si utilizzano sciroppi sedativi a base di destrometorfano, dropropizina, levodropropizina, che agiscono a livello del sistema nervoso sopprimendo il riflesso della tosse. Ricordiamoci che, in alternativa a questi farmaci o in associazione, possiamo utilizzare sciroppi a base di principi attivi naturali, come la grindelia, l’altea, l’elicriso, la piantaggine, che hanno azione protettiva sulla mucosa, calmandone l’irritazione e facilitando la rimozione del muco. È importante prestare attenzione alle interazioni tra farmaci (anche con quelli naturali), quindi ricordiamoci sempre di avvertire il medico e il farmacista di eventuali terapie in corso, per evitare l’insorgenza di effetti collaterali.
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SALUTE
FIBROMIALGIA
La ‘malattia immaginaria’ che colpisce due milioni di italiani
Cos’è e come affrontarla
di Vincenzo Comi - Dolore cronico diffuso o volgarmente detto ‘dolore dappertutto’. Definire la fibromialgia non è una questione semplice. La malattia colpisce due milioni di italiani e provoca un dolore muscoloscheletrico e sintomi di affaticamento e stanchezza cronici, spesso invalidanti. Solo dieci anni fa, era definita come una patologia immaginaria o, addirittura, una “malattia fantasma”. Non è più così. Gli approfondimenti e lo scrupoloso confronto tra gli specialisti e i loro pazienti hanno individuato nella fibromialgia una sindrome che genera, tra l’altro, dolori costanti e che condiziona lo stile di vita di chi ne è affetto. Una malattia vera, reale, per quanto “invisibile”. Una malattia che “mima”, tra l’altro, patologie reumatiche e neurologiche, alla fine escluse dagli esami , e diagnosticata solo a livello clinico, in base alla sintomatologia (e alla sua durata) che il paziente riferisce.
non lascia “orfani” i pazienti fibromialgici: se ne prende cura attraverso attività ambulatoriale. Abbiamo incontrato il responsabile dell’UOSD di ‘Reumatologia e Centro Osteoporosi’ del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria “Bianchi – Melacrino – Morelli” dott. Maurizio Caminiti e la dott.ssa Giusy Pagano Mariano, dirigente medico, entrambi specialisti in reumatologia. “Non è facile per chiunque diagnosticare la fibromialgia (occorre averne profonda conoscenza). Anche i medici, e perfino gli specialisti la conoscono poco. A soffrirne sono la maggioranza delle donne (80-90%) – spiega il dott. M. Caminiti – Comporta una convivenza forzata con dolore e stanchezza che induce depressione e assenza di progettualità, influendo negativamente sulla qualità della vita”.
Risulta che la fibromialgia abbia un legame molto stretto con la psiche.
Spesso associata ad astenia e debolezza (tanto da essere definita anche “sindrome della stanchezza cronica”), la fibromialgia causa un dolore diffuso, che si manifesta soprattutto durante la notte e alla quale giova uno stile di vita sano a cominciare dall’attività motoria.
Proprio a Reggio Calabria esiste un centro specialistico che
Oltre cento sintomi possono manifestarsi attraverso la fibro-
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mialgia; tra questi, ansia, colon irritabile, diarrea, depressione, fenomeno di Raynaud, occhio asciutto, lombalgia, cefalea, difficoltà di concentrazione, disturbi urinari e anche dolori ai capelli (tricodinia) fino ai disturbi della memoria. “La diagnosi però è puramente clinica. Non esistono esami di laboratorio o esami strumentali per la conferma – spiega la dott.ssa Pagano Mariano – Esistono i criteri classificativi ACR aggiornati al 2016, basati esclusivamente sui sintomi clinici presenti da almeno 3 mesi”. La fibromialgia può essere dunque primitiva o concomitante ad altre patologie, soprattutto reumatiche. “È importante sottolineare come una diagnosi di fibromialgia non escluda la copresenza di un’altra patologia reumatica e viceversa – spiegano gli esperti – La patologia a cui si associa maggiormente è la sindrome di Sjögren ovvero una connettivite che produce una riduzione della saliva e delle lacrime”. All’interno della UOSD di ‘Reumatologia e Centro Osteoporosi’ del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria “Bianchi – Melacrino – Morelli” è presente l’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (APMAR). Di prossima attivazione una Associazione per i malati di fibromialgia. L’obiettivo è il ‘miglioramento della qualità dell’assistenza e della qualità della vita’. La causa di questa sindrome al momento rimane ignota. Molti sono i fattori che possono scatenare una sindrome fibromialgica: anche eventi stressanti come una malattia, un lutto familiare, un trauma fisico o psichico possono portare a dolore
generalizzato, affaticamento e alterazioni del sonno tipici della fibromialgia. “Di recente – spiega la dott.ssa G. Pagano Mariano - sono stati pubblicati studi, eseguiti con tecnica di Risonanza Magnetica/ PET, che dimostrano una infiammazione diffusa in alcune aree del cervello (attivazione gliale) nei pazienti fibromialgici”. “Ulteriori approfondimenti hanno valutato alterazioni di mediatori chimici quali i neurotrasmettitori a livello centrale o di sostanze ormonali. Altri autori hanno osservato significative alterazioni nella qualità del sonno e una particolare vulnerabilità dei muscoli a microtraumi ripetuti. In effetti, la sindrome fibromialgica sembra dipendere da una ridotta soglia di sopportazione del dolore dovuta ad una alterazione delle modalità di percezione a livello del sistema nervoso centrale, degli input somatoestesici”. Ma come si cura la fibromialgia? “Le opzioni terapeutiche comprendono i farmaci che diminuiscono il dolore e migliorano la qualità del sonno. Anche la cannabis a scopo terapeutico può essere utilizzata in alcuni casi – conclude il dott. M. Caminiti – Gli anti-infiammatori non mostrano importanti effetti. Gli antidepressivi (paroxetina, duloxetina ecc) vengono abitualmente prescritti a bassi dosaggi, per l’effetto analgesico che, in questo caso, queste terapie sortiscono. Vengono ancora utilizzati gli analgesici (codeina+paracetamolo, tapentadolo, tramadolo, pregabalin ecc)”. Vivi Bene continuerà ad informare i propri lettori per garantire una maggiore conoscenza sulla fibromialgia e per rassicurare eventualmente i pazienti che, sconfortati, riusciranno a intravedere una possibile via d’uscita dalla loro condizione di “malati immaginari” e senza una vera diagnosi.
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SALUTE
TUMORE MAMMARIO Il dott. Romeo
“L’autopalpazione tra gli esami più importanti”
di Daniela Gangemi – Le fonti AIRC sostengono che il tumore mammario colpisce una donna su otto. Annualmente sono diagnosticati, in Italia, più di 52.000 nuovi casi. L’età più colpita è intorno ai 50 anni ed i soggetti più giovani sono solitamente interessati, se esiste familiarità per tale neoplasia. Vivi Bene incontra il dott. Francesco Romeo anatomo patologo, già Direttore UOC Anatomia Patologica Azienda Ospedaliera di Cosenza, per approfondire gli sviluppi legati al linfonodo sentinella. Quale l’evoluzione e gli sviluppi nel trattamento del linfonodo sentinella? “È doveroso, intanto, ricordare che ogni organo, apparato, distretto del nostro corpo, è dotato di un sistema di drenaggio che fa convergere, attraverso la linfa, sostanze estranee verso i linfonodi d’organo o distrettuali, attivando, così, il sistema immunitario. I linfonodi, sono dunque postazioni periferiche ad un organo e rappresentano una iniziale barriera immunitaria. Il Linfonodo Sentinella è il primo dei tanti linfonodi regionali o d’organo, dove si fermano eventuali cellule tumorali provenienti dal tumore primitivo attraverso la linfa (ad esempio dalla mammella). L’ asportazione del solo Linfonodo Sentinella ha perciò lo scopo di valutare se in esso vi sia o meno la presenza di cellule tumorali. Se la metastasi linfonodale è assente si evita di operare l’intero cavo ascellare di una paziente con tumore al seno. Tale tecnica trova una giusta applicazione nel tumore mammario, con determinate caratteristiche cliniche e nel melanoma. Dal 1996, quando tale tecnica è stata adottata, ad oggi, è possibile affermare che le motivazioni iniziali poste alla base della metodica, hanno trovato un riscontro vantaggioso per le pazienti 1 2
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affette da tumore al seno. Tali vantaggi possono riassumersi in una ridotta invasività chirurgica, in minori complicanze, in un risparmio di tessuto linfatico immunocompetente o in un’assenza di influenze significative su recidive e sopravvivenza”. I dati nazionali riportano un aumento dei tumori mammari. La prevenzione diventa fondamentale. Quali sono gli esami necessari? “La prevenzione è fondamentale. Si attua attraverso lo screening mammografico rivolto a donne comprese tra i 50 e 69 anni, ogni due anni. L’autopalpazione rimane ancora uno degli esami più importanti, poiché spesso identifica “cambiamenti” iniziali del tessuto mammario”. É necessario un Registro Tumori anche nella nostra regione? “Il Registro Tumori, rappresenta una struttura finalizzata alla raccolta di informazioni su pazienti affetti da patologia tumorale, residenti in un determinato territorio, quasi sempre provinciale o regionale. È importante perché, in condizioni di acquisizione stabile dei dati necessari, consente di monitorare la patologia tumorale di quel territorio, individuandone anche alcune peculiarità legate, ad esempio, al tipo di alimentazione, al tipo di lavoro, ecc. La raccolta di tali dati ha lo scopo, dunque di valutare l’incidenza, la mortalità, la sopravvivenza e la prevalenza dei tumori e svolgere studi epidemiologici sull’andamento e la distribuzione territoriale dei casi di tumore, sui fattori di rischio, sull’esito di interventi di diagnosi precoce, delle terapie, dei programmi di screening, ecc.. La Regione Calabria si appresta, con qualche difficoltà, a realizzarlo, in relazione a quanto stabilito dalla Commissione Salute delle Regioni che ha di recente approvato uno schema di regolamento per il funzionamento dei Registri Tumori Italiani”.
SALUTE
L’ASMA NEL BAMBINO I consigli del dott. Quattrone, specialista in pediatria Il bambino è sofferente, ha il fiato corto, parla con difficoltà, ha tosse secca, ha un respiro sibilante? Si tratta di asma bronchiale.
Scolasticamente è una infiammazione cronica dei bronchi che comporta una costrizione della muscolatura tanto da rendere difficoltosa la fase espiratoria. Il bambino ha, quindi, difficoltà ad ‘espellere l’aria’. Si differenzia dalle altre malattie polmonari (bronchite catarrale, polmonite, ecc…) proprio perché il bambino con asma non presenta difficoltà a ‘prendere aria’ ma ha difficoltà ad espellere l’aria dai polmoni. A quale età compare l’asma? “L’asma bronchiale interessa il bambino a tutte l’età, ma sotto i 5-6 anni è molto frequente riscontrare i sintomi dell’asma in concomitanza delle comuni infezioni delle vie respiratorie, a questa età molto frequenti. Nel “vero asmatico” i sintomi della bronco ostruzione continueranno anche dopo i 5 anni”. 1 4
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Quali sono le cause? “La causa più frequente è la ipersensibilità allergica. I più frequenti allergeni sono gli acari della polvere di casa, le muffe, il polline della parietaria, delle graminacee, il pelo di alcuni animali come il gatto. A seconda dell’allergene interessato i sintomi compariranno in diversi momenti della giornata e in diversi periodi dell’anno”. Quali sono i sintomi? “Il bambino presenta tosse secca, stizzosa, non produttiva accompagnata da difficoltà respiratoria a volte si percepisce a distanza un fischio. Non presenta segni di infezione dell’albero respiratorio (catarro, scolo nasale, febbre ecc …) ma è sofferente, con respiro affannato e se l’attacco è particolarmente importante il bambino ha difficoltà anche nel parlare. Quest’ultimo sintomo, spesso è sottovalutato dai genitori, ma al contrario, deve indurre un consulto pediatrico d’urgenza. Anche la corsa e l’affaticamento possono indurre bronco ostruzione, in questi casi si parla di ‘asma da sforzo’”.
Quali i compiti del medico? “L’asma bronchiale è una patologia cronica ovvero è una malattia geneticamente determinata e dura tutta la vita. L’obiettivo del medico è quello di migliorare la qualità della vita del bambino asmatico. Bisogna far controllare il bambino che presenta tosse stizzosa e difficoltà respiratorie. Il medico valuterà i sintomi riferiti e provvederà al giusto iter diagnostico e terapeutico”. Quale la diagnosi? “La diagnosi di asma bronchiale e la sua relativa cura necessita, oltre che di un attento esame clinico, di approfondimenti diagnostici rivolti alla definizione ed inquadramento del bambino sofferente di asma. Il dottore eseguirà indagini strumentali che serviranno a capire la natura e le cause della malattia. È necessario stabilire se il bambino in esame è allergico e quali sono gli allergeni cui è sensibile. Eseguirà perciò le prove allergiche dette anche Prick test. Questo esame valuta, in vivo, cioè direttamente sul bambino, l’eventuale sensibilità ad uno o più allergeni. La prova è estremamente sicura nella sua sensibilità e specificità. Contemporaneamente si procede alla valutazione della funzionalità respiratoria attraverso l’esecuzione della spirometria. L’esame, necessita della partecipazione attiva del bambino e quindi si riesce ad eseguire dopo i 5-6 anni. La spirometria dà indicazioni sulla condizione funzionale dell’apparato respiratorio. Questo esame è indispensabile al momento della diagnosi ma, ancor più, in fase di monitoraggio della terapia”. Quale la cura? “La terapia prevede: la cura dell’attacco acuto e la cura di mantenimento e di prevenzione. La prima si basa sulla somministrazione di farmaci per via inalatoria che favoriscono il rilascio della muscolatura bronchiale. È importante che il paziente comprenda bene la modalità di somministrazione di questi farmaci perché la mancata risposta terapeutica dipende spesso da errori di tecnica di assunzione. La cura di mantenimento e di prevenzione è fondamentale per evitare il ripetersi delle crisi asmatiche che inevitabilmente porteranno nel tempo a creare condizioni broncopolmonari che si ripercuoteranno sulla qualità della vita del
soggetto asmatico. Quindi è necessario avere cura dell’ambiente in cui vive il bambino, evitare esposizioni a sostanze irritanti come il fumo di sigaretta, gli odori forti e gli inquinanti atmosferici. Naturalmente vanno evitati gli ambienti che contengano gli allergeni cui il bambino è sensibile”. Quali le complicanze? “Le complicanze immediate di una crisi di asma che non si risolve in tempi rapidi è il debito di ossigeno. La carenza di ossigenazione necessita l’intervento medico d’urgenza, spesso, particolarmente invasivo con necessità, a volte, dell’intervento del medico rianimatore. Le complicanze a lungo termine, ovvero quando l’asma non è ben controllata e le crisi si ripetono con frequenza elevata, comporteranno quello che in termine tecnico viene definito ‘rimodellamento bronchiale’, ovvero la perdita, irreversibile, delle componenti strutturali dell’albero respiratorio con le conseguenze facilmente intuibili e che il bambino si porterà anche in età adulta. È importante comprendere che l’asma bronchiale è una malattia cronica che dura tutta la vita. Spesso nella pratica quotidiana la famiglia ricerca la soluzione al sintomo “tosse” senza preoccuparsi se esso sottintende una patologia di fondo che va trattata adeguatamente. È compito del medico correggere tale impostazione”. Gli obiettivi terapeutici nell’asma bronchiale vanno raggiunti attraverso una costante e prolungata valorizzazione delle cure che vanno protratte nel tempo, monitorate e modellate a seconda della situazione contingente. Solo così il bambino asmatico potrà realizzare i suoi obiettivi di salute e di crescita svolgendo le attività che più gli piacciono non sentendosi diverso dai suoi coetanei.
Dott. Giuseppe Quattrone Specialista in Pediatria Via Giudecca 18 · Reggio Calabria Cell. 393.9926007
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SALUTE
SIGILLATURA
UNA PROTEZIONE IN PIÙ PER I PIÙ PICCOLI Dott. Demetrio Plutino Direttore sanitario - Spec. Ortodonzia
L’efficacia nella prevenzione della carie dipende da quanto il sigillante aderisce sul dente. La principale causa di fallimento è la contaminazione da parte di fluidi organici, cosa che può avvenire contestualmente all’applicazione del sigillante steso.
Una pratica preventiva che si è diffusa negli ultimi anni. Parliamo della sigillatura dei molari in età pediatrica che dimezzerebbe il rischio di finire sulla poltrona del dentista per un’otturazione.
Il trattamento può essere ripetuto nel tempo - se il sigillante a causa delle forze masticatorie è stato in tutto o in parte consumato ma una sigillatura ben fatta può anche rivelarsi definitiva.
L’obiettivo è quello di prevenire le carie, soprattutto per i più piccoli. Non è una procedura invasiva e non serve anestesia.
Secondo studi di settore, la sigillatura aiuta a prevenire il formarsi di carie nell’87% dei casi ed è tra le procedure raccomandate dalle Linee Guida del Ministero della Salute “Prevenzione e promozione della salute orale in età evolutiva”.
I solchi e le fessure dei molari permanenti rappresentano un luogo ideale per l’annidamento e la proliferazione dei batteri. La superficie di questi elementi ha poco smalto ed è perciò più soggetta agli attacchi cariogeni. Inoltre in queste zone l’instaurarsi e l’evoluzione della carie è particolarmente rapida sia perché c’è poca autodetersione, sia perché è più difficile per lo spazzolino raggiungere i molari. La sigillatura è una procedura molto semplice da realizzare. Dopo aver ripulito la superficie del dente con un apposito spazzolino, quest’ultima viene mordenzata per 20 secondi. Isolato il dente dai liquidi salivari con del cotone o con una diga di gomma, si applica poi il sigillante che viene poi fotopolimerizzato. Non è una procedura dolorosa, né invasiva. 1 6
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La speciale resina applicata è in grado di proteggere lo smalto dentale da eventuali processi cariogeni futuri. La sigillatura dei denti è un intervento completamente indolore, semplice e rapido, che non richiede né anestesia locale né tantomeno l’utilizzo del trapano. E se il dente del bambino è già cariato? Come con gli adulti, in questo caso si deve ricorrere all’otturazione dentale, quindi è importante ricordare che “prevenire è meglio che curare”, soprattutto quando si tratta della salute dei nostri piccoli.
SALUTE
PROTESI E AUSILI
Come ottenerli e a chi spettano Per ottenere un ausilio, una protesi o un’ortesi, è necessario innanzitutto sapere che il procedimento per la loro erogazione è a carico del Servizio Sanitario Nazionale e deve rispettare, per legge, quattro passaggi: la prescrizione, l’autorizzazione, la fornitura e il collaudo. Il decreto 332/1999, che regolamenta l’erogazione degli ausili, è piuttosto rigoroso nell’individuazione degli aventi diritto alla fornitura e stabilisce che le persone che hanno diritto alle prestazioni protesiche, oltre agli invalidi civili già riconosciuti, sono anche coloro in attesa di riconoscimento o accertamento effettuato dalla commissione medica dell’ASP, ai quali sia stata riscontrata e verbalizzata dall’unità medica operativa, una menomazione che comporta una riduzione della capacità lavorativa superiore ad un terzo. Inoltre alla fornitura di ausili hanno diritto i minori che necessitano di un intervento di prevenzione, cura e riabilitazione di un’invalidità permanente. Per le donne che abbiano subito un intervento di mastectomia e per i pazienti oncologici è sufficiente presentare la certificazione specialistica dell’unità medica che lo ha in cura. Un’attenzione particolare viene riservata dal Legislatore ai ricoverati in una struttura sanitaria accreditata, pubblica o privata, con menomazione grave e permanente. Gli ausili vanno forniti sulla scorta di una certificazione del medico responsabile dell’unità operativa che indichi la contestuale necessità e urgenza dell’applicazione di una protesi, di un’ortesi o di un ausilio prima della dimissione, per l’attivazione tempestiva o la conduzione del progetto riabilitativo. In questo caso, contestualmente alla fornitura della protesi o dell’ortesi, deve essere avviata la procedura per il riconoscimento dell’invalidità. 1 8
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In tutti i casi l’ausilio, la protesi o l’ortesi vengono erogati solo se correlati al tipo di patologia che ha dato origine al riconoscimento dell’invalidità. Un esempio: una persona con distrofia muscolare, riconosciuta invalido civile ed affetta da una sopraggiunta grave ipoacusia, non ha diritto alla fornitura della protesi acustica solo sulla scorta della certificazione di invalidità di cui è in possesso. Dovrà tornare in commissione e far aggiungere nel certificato il riferimento anche alla ipoacusia. Va ricordato che l’erogazione di dispositivi protesici per gli invalidi sul lavoro è regolamentata da un’altra norma (DPR 1124/1965) ed è garantita dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL). Ma come si fa ad ottenere un ausilio? A chi bisogna rivolgersi? È necessario prima di tutto richiedere una visita specialistica attraverso il proprio medico curante o pediatra. È possibile prenotare la visita specialistica al numero verde 848830730 oppure in farmacia. Le prescrizioni ritenute valide sono solo quelle redatte da un medico specialista del SSN, della struttura ASP o dell’ospedale pubblico, o di una struttura privata accreditata convenzionata fuori provincia di residenza. Dopo la visita è necessario recarsi con la prescrizione completa di codici ISO in una ortopedia convenzionata per il preventivo. Successivamente si deve portare il preventivo all’ufficio invalidi del distretto di competenza per l’autorizzazione da comunicare all’ortopedia prescelta ed infine è necessario attendere i tempi massimi di consegna e recarsi in ortopedia per ritirare il presidio. Collaudare il presidio dal medico che lo ha prescritto e consegnare una copia collaudata all’ufficio invalidi e una all’ortopedia prescelta, entro 15 giorni dalla consegna.
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Photo Maurizio Laganà
L’INTERVISTA
Barillà e Ceravolo, reggini purosangue DUE FIGLI DEL S.AGATA IN SERIE A di Pasquale Romano - Due reggini in serie A. Antonino Barillà e Fabio Ceravolo, amici amaranto.
Il calcio perennemente in testa, la Calabria stampata sul cuore. Antonino e Fabio, reggini purosangue, sono due tra le decine di ‘figli del Sant’Agata’, appellativo dato a quei calciatori che cresciuti nel vivaio della Reggina, sono arrivati ai vertici del calcio italiano. Barillà e Ceravolo nella passata stagione sono stati tra i protagonisti che hanno permesso al Parma di ritrovare la serie A e in questo campionato stanno ben figurando con la maglia dei ducali.
Il vostro ricordo amaranto più bello da giocatore in campo? Antonino: “Il primo goal in Serie A, al Granillo contro la Juventus. In porta un certo Buffon…”. Fabio: “Anche per me il primo goal in serie A, era un Empoli-Reggina del gennaio 2008”. Un pregio e un difetto di Fabio? Antonino: “Pregio la creatività. Difetto… è già brizzolato (ride, ndr)”. Fabio: “Come pregi genuinità e umiltà. Il difetto il sorriso, con quel dente…”.
Amici dentro e fuori dal campo, con lo stesso dna calcistico che scorre nelle vene calabresi, Antonino e Fabio si sono simpaticamente prestati ad una intervista doppia.
Cosa significa giocare in serie A oggi, assieme ad un altro figlio del S.Agata? Antonino: “Avere un vero amico, una spalla su cui confidarsi”. Fabio: “Parlare la stessa lingua sia in campo che fuori”.
Il vostro quartiere (o paese) dove siete nati e cresciuti? Antonino: “Catona”. Fabio: “Locri”.
In una parola, la Reggina è la Calabria sono? Antonino: “Una seconda famiglia. Casa mia”. Fabio: “Una famiglia. La mia terra”.
Qual è il ricordo più bello legato alla vostra infanzia in Calabria? Antonino: “Le partite con gli amici dopo la scuola”. Fabio: “Giocare nei campetti di quartiere con gli amici. Con i palloni malandati (ride, ndr)…”.
Quale il piatto di Parma che ‘ruberesti’ per portarlo in Calabria? Antonino: “Senza dubbio i cappelletti”. Fabio: “Tortelli alle erbette e prosciutto di langhirano”.
Qual è la cosa di cui non potete fare a meno appena tornate nella vostra terra? Antonino: “Andare a pranzo dai genitori e riassaporare le prelibatezze calabresi”. Fabio: “Rimpatriata con gli amici di sempre”. Il vostro ricordo amaranto più bello, da spettatore\tifoso? Antonino: “La prima partita vista allo stadio, Reggina-Juventus. Ho dovuto saltare i cancelli con mio padre per vedere il finale della partita (ride, ndr)…”. Fabio: “Reggina-Empoli 2-0, al gol di Barreto viene giù la curva Sud. Io ero in panchina”. 2 0
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Nel tempo libero, quali sono le tue attività preferite? Antonino: “Nel tempo libero mi concedo solo alla mia famiglia, preferisco dedicare a loro i miei spazi fuori dal campo”. Fabio: “Dipingere su tela e documentarmi sull’interior design. Quando giocavo a Terni ho ripreso un talento che avevo sin da piccolo e l’ho fatto diventare un hobby. Dipingere mi rilassa, è un modo per esprimere quel che ho dentro. Nelle mie opere mi piace individuare un’icona in grado di evocare sensazioni forti anche in chi le vede. Ispirazioni? Andy Warhol e la pop art”. Il giocatore preferito da bambino? Antonino: “Simone Perrotta, amaranto poi campione del mondo”. Fabio: “Ronaldo… il fenomeno”.
Il giocatore più forte affrontato in campo? Antonino: “Cristiano Ronaldo”. Fabio: “Zlatan Ibrahimovic”.
In particolare grazie a cosa pensi di essere arrivato così in alto? Antonino: “Non mi sono mai posto limiti”. Fabio: “Con determinazione e umiltà sono riuscito a coronare tutti i sogni che avevo da bambino”.
Photo Maurizio Laganà
Cosa consigliate ai giovani che vogliono seguire la vostra strada? Antonino: “Impegno, dedizione ed umiltà”. Fabio: “Non dare importanza ai social ma lavorare sodo per raggiungere il proprio obiettivo con massima serietà e poche parole”.
Resterai nel mondo del calcio? Antonino: “Al momento guardo al presente, non ho obiettivi per il futuro tranne che giocare a calcio”. Fabio: “Non mi vedo nel mondo del calcio. Ho tante passioni, a fine carriera valuterò quale tra tante sarà giusta per me”.
Un pregio e un difetto dei reggini? Antonino: “Pregio, se amiamo una cosa la portiamo fino in fondo. Difetto, siamo troppo testardi”. Fabio: “Pregio siamo passionali, come difetto dico l’impazienza”. Con quale battuta in dialetto vi prendete in giro dentro e fuori dal campo? Antonino: “Va iettati a mari”. Fabio: “Vazzappa u favu”.
Photo Maurizio Laganà
Cosa ne pensate dell’invasione di smartphone e dei social e che uso ne fate? Antonino: “Il mondo cambia in fretta, noi cerchiamo di tenere il passo. Il mio uso dei social è legato essenzialmente alla famiglia”. Fabio: “A volte le persone si sentono arrivate con una semplice foto o post e questo fa male soprattutto ai giovani. Sono presente sui social nei momenti opportuni…quindi sempre (ride, ndr)”.
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ALIMENTAZIONE
VITAMINA B, UN PIENO DI ENERGIA Tra proprietà, carenza, fabbisogno e dose giornaliera Sono numerosi i benefici che le vitamine del gruppo B apportano al nostro organismo. La vitamina B, oltre ad aiutare il corpo a convertire gli alimenti in energia, ha un ruolo determinante per tante altre funzioni fondamentali per aiutare il corpo a usare grassi e proteine in modo efficiente e per mantenere cuore, pelle, articolazioni, sistema digestivo e nervoso in salute. Sotto il nome di vitamina B si cela in realtà un gruppo di vitamine classificate con questa lettera a cui viene però associato anche un numero per differenziarle. Le vitamine del gruppo B sono 8: tiamina (B1), riboflavina (B2), niacina (B3), acido pantotenico (B5), vitamina (B6), biotina (B8), acido folico (B9) e cobalamina (B12). La vitamina B fa parte delle vitamine idrosolubili, ovvero quelle che si sciolgono in acqua. Non sono facilmente immagazzinabili e per questo è importante l’apporto consistente e giornaliero. Si tratta di sostanze utili per il nostro corpo che vanno assunte necessariamente attraverso l’alimentazione. Il maggior consumatore di vitamina B è senza dubbio il cervello. Per mantenere la funzione cognitiva, la motivazione e il buon umore, serve un buon mix di vitamina B. I passi avanti fatti dalla ricerca hanno dimostrato che queste particolari vitamine sono fondamentali per ridurre il tasso di declino cognitivo e per prevenire stati di depressione. Non a caso il carburante preferito del cervello è il glucosio che si ottiene dal metabolismo di carboidrati, una conversione resa possibile dalla vitamina B1. Una forte carenza può causare inoltre confusione mentale, problemi di memoria e depressione. 2 2
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I sintomi della carenza di vitamine del gruppo B sono soprattutto stanchezza, abbassamento del tono dell’umore, confusione mentale, anemia, pelle secca e ruvida, scarso appetito, capelli deboli, stitichezza e insonnia. La mancanza di alcune di esse può risultare molto pericolosa. Ma quali sono gli alimenti che contengono la vitamina ultra energizzante? Cereali integrali, germe di grano, legumi, molluschi, frattaglie, noci e nocciole, carne di maiale, pesci grassi (come tonno e salmone) e ortaggi. Al contrario farmaci (lassativi, contraccettivi orali, antibiotici), fumo, caffè e alcol possono ridurre l’assorbimento e l’utilizzo delle vitamine da parte dell’organismo. La ridotta disponibilità può essere dovuta anche ad un disturbo di malassorbimento gastrico e intestinale. Una delle caratteristiche che accomuna quasi tutte le vitamine del gruppo B è la termolabilità; eccezione fatta per le vitamine B2, B6 e (parzialmente) la B12, tutte le altre sono sensibili al calore. Ciò significa che la cottura degli alimenti riduce il contenuto vitaminico complessivo. Una dieta bilanciata dovrebbe essere sufficiente a garantire gli apporti necessari della vitamina B. Qualora l’assunzione a tavola non fosse sufficiente, esistono in commercio numerosi integratori, in compresse, bustine, flaconcini, sciroppi contenenti la quantità necessaria di tutte le vitamine del gruppo B.
ALIMENTAZIONE
ANNONA
FRUTTO DALL’ANIMO ESOTICO E DALLE STRAORDINARIE QUALITÀ, TIPICAMENTE REGGINO
Dott.ssa Maria Celeste Paviglianiti – L’annona è un frutto tropicale che poche persone in Italia conoscono. Pianta originaria degli altipiani di Perù, Ecuador e Colombia, che si è poi diffusa anche in Sud Africa e in vari paesi del Mediterraneo. L’annona ha trovato, solo in alcune regioni del nostro paese, le condizioni climatiche ideali per la crescita, al punto che le specifiche varietà diffuse e coltivate nel territorio di Reggio Calabria vantano una De.c.o (Denominazione Comunale di Origine) che identifica il frutto come “Annona di Reggio”. Nonostante il suo bizzarro aspetto, una via di mezzo tra una pigna immatura e un carciofo, ha un gusto raffinato e davvero particolare. La pianta di annona si presenta come un albero basso e frondoso, con molte foglie, larghe e appuntite all’estremità e inizia a fiorire a maggio producendo i frutti in autunno. La maturazione dei frutti è scalare: generalmente inizia a settembre/ottobre e termina a dicembre e la raccolta viene fatta quando il colore della buccia varia dal verde scuro al verde chiaro. Il frutto possiede una polpa aromatica e particolarmente zuccherina, dalla consistenza cremosa e dal delicato colore avorio. Il suo sapore è caratterizzato da un mix di frutti che si avvicinano a quello della fragola, ma ricorda anche quello dell’ananas con una punta di vaniglia. Il consumo ottimale del frutto è freddo, da tagliare a metà mangiandolo con il cucchiaino, senza sbucciarlo. Peccato che questi frutti esotici, dal profumo e dal sapore veramente gradevole, abbiano un difetto: si conservano per poco tempo e con difficoltà. 2 4
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Per conservarli più a lungo ci si è adoperati nel trasformarli in diversi prodotti dolciari tradizionali come il gelato, il sorbetto, la marmellata e in deliziosi dessert. Di recente è stato reso disponibile anche l’estratto secco, in vendita nelle erboristerie. Oltre al succulento gusto, l’annona può garantire alcuni effetti benefici per l’organismo. A partire dalla facilitazione della diuresi e il controllo della pressione arteriosa, tramite gli elevati livelli di potassio, quest’ultimo ideale anche come energizzante. Ancora, il buon apporto di fibre stimola la digestione e il transito intestinale, aiuta a contenere l’assorbimento degli zuccheri e, non ultimo, pare possa avere anche effetti di contrasto al colesterolo cattivo. Infine, sembra che l’alimento possa pregiarsi di blande capacità antisettiche e antibatteriche, poiché contiene acetogenine, utili per contrastare piccole infezioni soprattutto del tratto digestivo, nonché limitare la proliferazione di funghi e batteri. La presenza dell’annona conferma che Reggio Calabria, città situata nel cuore del Mediterraneo tra il mare e la montagna, è una terra unica per le sue caratteristiche botaniche e paesaggistiche. Spesso, purtroppo, non se ne ha la giusta consapevolezza e non si riesce a valorizzare in maniera adeguata questa generosità della natura.
ALIMENTAZIONE
CAPRICCI A TAVOLA? Ecco l’app che aiuta i bambini a mangiare le verdure di Federica Geria – Non sempre è facile per un genitore riuscire a far mangiare determinati alimenti ai propri bambini. Sicuramente tra le pietanze tanto odiate ci sono le verdure, viste dai più piccoli come “acerrimi nemici”. Carote, broccoli, spinaci, bietole e tanto altro, sono senza dubbio cibi sani, ricchi e nutrienti, ma per vari motivi, probabilmente visivi, olfattivi e anche di gusto, sono davvero poco graditi dai più piccoli.
Proprio per questo alcuni ricercatori inglesi, collaborando con la British Psychological Society, hanno messo a punto una sorprendente app, dedicata ai bambini di età compresa tra i 3 e i 7 anni, che mira a farli mangiare in modo più sano, e a fargli apprezzare e gustare le verdure a tavola, evitando ogni tipo di capriccio. Perciò stop agli “aeroplanini” e ai teatrini insistenti: è arrivata “Vegetable Maths Masters”, l’app game con la quale, dopo aver scelto il proprio personaggio (bimbo, orsetto, coniglio) ci si dedica a divertenti giochi di matematica attraverso cui i bimbi possono contare, disegnare, sommare e dividere… tutte le verdure! Inoltre il personaggio inizialmente scelto dovrà essere ben nutrito durante l’intero gioco: più verdure mangerà, più si sentirà felice 2 6
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ed amato, e lo dimostrerà attraverso lo schermo, creando gioiose animazioni e incoraggiamenti verbali. L’applicazione, disponibile per Android e iOS, attraverso stimolanti giochi di ingegno e l’utilizzo di simpatici e colorati avatar digitali, punta a migliorare la conoscenza dei vegetali e a diminuire quell’antipatia senza tempo che i bambini nutrono nei confronti di questi alimenti a volte poco conosciuti. Il gioco, attualmente disponibile solo in inglese, ha finora portato a risultati del tutto positivi, attestati e dimostrati da interviste ed indagini. Dalla Aston University hanno infatti dichiarato: “Il gioco si fonda su una ricca letteratura di ricerche psicologiche, secondo cui i bambini diventano meno diffidenti nei confronti dei vegetali e molto più disposti a provarli se vi entrano in contatto ripetutamente. Continueremo a studiare l’efficacia della app, ovviamente, ma i risultati per ora sono estremamente promettenti”. Verdure VS bambini? Adesso il gioco è fatto!
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CYBERBULLISMO E RESPONSABILITÀ CONDIVISA L’esperto: “Anche un solo ‘like’ può trasformarsi in violenza”
di Daniela Gangemi – Il cyberbullismo è una problematica sociale in netta crescita negli ultimi anni. Una vera e propria violenza virtuale detta anche ‘bullismo elettronico’ che sfrutta la rete ed il mondo legato ai social network. Una problematica difficile da gestire in modo netto e preciso e legata soprattutto all’utilizzo dei social media che trovano ormai un impiego larghissimo e privo di controllo. Così come il bullismo tradizionale, anche il cyberbullismo è una forma di prepotenza e prevaricazione reiterata nel tempo, perpetrata da una persona o da un gruppo di persone più potenti nei confronti di un’altra, ritenuta e percepita come più debole e che viene pian piano ‘schiacciata’ psicologicamente. “Pur essendo una dinamica che all’apparenza sembra sovrapponibile al bullismo classico, in realtà il cyberbullismo presenta dinamiche totalmente differenti. Gli attori sono sempre tre, il bullo, la vittima e gli spettatori – spiega lo psichiatra dott. Vincenzo Maria Romeo - Quello che cambia è sia la modalità di condotta dell’aggressione alla vittima, sia il peso specifico degli spettatori rispetto alla condotta stessa. Nelle dinamiche di bullismo classico solitamente le azioni sono strutturate in un confine di spazio recintato e definito, sono reiterate nel tempo e servono al bullo a mostrare la dominanza, la necessità di imporre la sua forza rispetto alla vittima considerata più debole. Nel cyberbullismo, il bullo si nasconde, vi è un’evidente paura di mostrarsi e quindi l’istanza interna di affrontare una percezione di se tale da ‘dover esser visto’ cede il passo ad un’accettazione passiva che muove linee ‘meno coraggiose’. Ecco che allora il bullo utilizza avatar o forme anonime, e le dinamiche non sono reiterate ma “one shot”. L’azione verrà amplificata dagli spettatori che, incontrando in rete il contenuto e sottovalutandone la gravità dell’azione, non avranno la giusta percezione, ed in assenza di una critica importante o di un senso di co-responsabilità collettivo, aumenteranno per un numero illimitato di volte la violenza, allargandone a dismisura il campo ed il raggio d’azione”. È chiaro come le ripercussioni saranno enormi e i danni creati alla persona diverranno drammatici, proprio per come spesso ormai 2 8
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viene riportato dalle notizie di cronaca. Il campo d’azione è dunque la realtà virtuale, un unico spazio di riconoscimento sociale in cui le azioni trovano un’ampia e sconfinata visibilità e diffusione. La vita dei ragazzi è ormai condizionata dall’utilizzo dei cellulari e tablet che ne impongono spesso uno stile di vita sedentario in cui il confronto reale viene messo sempre in secondo piano. La vita delle nuove generazioni è ritmata dalla tecnologia digitale che invade il proprio sistema psicologico, in modo positivo ma a volte anche negativo. Sempre più infatti i social stanno diventando campi in cui ‘aggredire’ l’altro. Ma come è possibile prevenire le condotte che portano al cyberbullismo? “L’unica arma è l’educazione affettiva. È l’unico strumento che possa mettere le persone nella condizione di sentirsi responsabili di un gesto e di pesarlo nel modo giusto. Dietro un semplice click o una condivisione di un messaggio altrui c’è un mondo di sofferenza che non riusciamo a riconoscere se non ci rendiamo capaci di attenzionarci alla dimensione emotiva del ‘sentire’ l’altro”. Secondo il dott. Romeo un ruolo decisivo viene svolto dunque all’interno del proprio nucleo familiare. “I genitori devono spiegare ai propri figli i limiti e le conseguenze delle loro azioni in rete e devono aprire in loro uno spazio critico rispetto al senso ed al significato della loro presenza in un mondo virtuale. Diventa vitale lavorare su tutti quei processi di prevenzione e slivellamento di identità che vivono i ragazzi, immersi sempre più nel mondo digitale”. È bene ricordare infine che tutti quelli che partecipano anche solo con un like o un commento diventano, di fatto, corresponsabili delle azioni del cyberbullo facendo accrescere il suo potere. Mettere un semplice ‘mi piace’, commentare o condividere una foto o un video che di fatto potrebbe aggredire o attaccare qualcuno o semplicemente tacere pur sapendo, mette i ragazzi in una condizione di complicità correndo il rischio di cadere anche loro nella trappola del ‘cyberbullismo’.
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INSONNIA ADDIO SEMPLICI CONSIGLI PER UN SONNO BEATO Viver bene vuol dire anche ‘dormire bene’. Il sonno gioca infatti un ruolo fondamentale per la salute fisica e mentale e rappresenta un passaggio essenziale della nostra giornata. Una buona dormita permette di gestire al meglio la pressione sanguigna, regola l’umore, il peso, permette un recupero fisico e mentale più veloce, regola la temperatura del corpo e migliora la memoria e la capacità di apprendimento. Un buon riposo notturno produce dunque molteplici benefici per la salute, come il miglioramento della concentrazione e la riduzione dello stress. Dormire bene aiuta inoltre a restare vigile durante il giorno e permette al nostro organismo di rigenerarsi. In alcuni momenti della nostra vita è del tutto naturale sperimentare disturbi del sonno che si manifestano tipicamente in tre modi, difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, stanchezza al risveglio. Le principali conseguenze sono: stress e stanchezza psicologica o fisica e sbalzi d’umore. Se non si riesce a dormire in maniera serena o se si ha difficoltà ad addormentarsi per i troppo pensieri o perché banalmente si pensa che dormire sia superfluo ecco alcuni semplici consigli per favorire il sonno e sconfiggere così l’insonnia. • Cerca di andare a letto e di svegliarti alla stessa ora ogni giorno, questo piccolo accorgimento aiuta il tuo orologio biologico e ottimizza la qualità del sonno. 3 0
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• Lascia la stanza fresca: la temperatura ideale per un sonno ristoratore è tra i 18 e i 20 gradi. Quando vai a letto la temperatura del corpo subisce un calo per attivare il processo di addormentamento, una camera da letto troppo calda o troppo fredda potrebbe interferire con la qualità del sonno. • Riduci l’esposizione alla luce blu nel pomeriggio; la luce blu emessa dal tuo cellulare, tablet, computer o tv stimola il cervello e influisce sull’ormone della melatonina (responsabile dell’addormentamento). • Leggi un libro prima di andare a letto. • Attento ai sonnellini pomeridiani. Nonostante il ‘riposino’ aiuti a recuperare il sonno perduto, se soffri di disturbi del sonno durante la notte, quest’ulteriore pausa, può peggiorare le cose. Meglio se breve, dai 15 ai 20 minuti nel primo pomeriggio. • Fai una doccia o un bagno caldo prima di andare a letto. Nella doccia calda la temperatura corporea si innalza e non appena si esce dal bagno, il repentino abbassamento di temperatura favorisce la fase di addormentamento. • Nascondi l’orologio. Controllare continuamente l’ora aumenta lo stress, rendendo difficile spegnere il tuo sistema nervoso e dormire. • Fate l’amore. L’attività più piacevole da fare prima di addormentarsi, in più non ci si sposta dal letto. Dal punto di vista scientifico, pare che l’attività sessuale accenda alcuni meccanismi ormonali in grado di facilitare l’addormentamento.
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L’IMPORTANZA DELLO PSICOLOGO SPORTIVO Vivi Bene incontra la dott.ssa Oliverio: “Imparariamo ad essere vincitori nella vita e non solo nello sport” di Federica Geria - Lo sport è da sempre considerato elemento fondante per la crescita fisica, emotiva e sociale dei bambini. Favorisce l’apprendimento delle regole e l’accettazione dell’altro, stimola la regolazione della frustrazione, aiuta la concentrazione, educa alla cooperazione e consente di incrementare sia la propria self-confidence che l’autostima. Incontriamo la Dottoressa Graziana Oliverio, psicologa sportiva reggina, che ci porta dietro le quinte del mondo atletico, fatto di intensa attività fisica, ma anche di tanta emotività. “L’opinione pubblica crede erroneamente che fare pratica sportiva sia solo un esercizio fisico e spesso viene tralasciata la sua funzione sociale; difatti lo sport è una valida fonte di aggregazione e di appartenenza sia per i ragazzi che per le famiglie. Gli affetti familiari, la scuola e lo sport hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo psicofisico dei giovani. In particolar modo i genitori devono incoraggiare ed incitare i propri figli a migliorare, a sviluppare un proprio modo di ragionare e stimolarli affinché si mettano in gioco e sfidino i propri limiti, sempre nel rispetto dell’allenatore, dei compagni di squadra, e dell’avversario”. Quale è l’errore che un genitore, pur non volendo, potrebbe dunque compiere? “Ci sono casi in cui purtroppo non troviamo un ambiente sano e di sostegno, casi in cui i genitori non comprendono concretamente i limiti tra il proprio ruolo e quello del tecnico, e sopratutto l’importanza di accettare quanto stabilito dall’allenatore all’interno di una squadra, al fine di non destabilizzare gli equilibri. Alle volte i genitori sbagliano proiettando i propri desideri e la propria competitività sui figli: urlano dagli spalti per spronarli e incitarli a dare il meglio in campo, li giudicano sulla base di una vittoria o di una sconfitta; ma è fondamentale capire che non è l’esito di una partita a fare del proprio figlio un campione o un perdente”. Quanto può incidere positivamente per le società ed il mondo sportivo la figura di uno psicologo sportivo? “È davvero importante per tutti gli atleti. La figura dello psicolo3 2
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go sportivo non fa altro che rafforzare il senso del gruppo, creare obiettivi comuni, insegnare cosa vuol dire giocare di squadra e accettare in modo equilibrato una eventuale sconfitta”. Quali sono le sue più importanti funzioni? “La principale funzione dello psicologo dello sport è quella di allenare le abilità mentali di ciascun atleta, per ottenere un miglioramento della prestazione; lavorare sulla loro motivazione intrinseca ai fini di evitare l’abbandono, sulle modalità di gestione dello stress e dell’ansia e sulla focalizzazione dell’attenzione con l’obiettivo di incrementare la loro autostima e favorire l’autonomia personale. Per poter svolgere un lavoro mentale è necessario sia che gli atleti e lo staff prendano consapevolezza che le abilità influenzano la performance e che non sono elementi immodificabili ma, al contrario, possano essere allenati e migliorati; sia individuare i punti di forza dell’atleta o della squadra ai fini di potenziare la sicurezza in se stessi e il senso di autoefficacia, trasformando i pensieri negativi (non ce la posso fare) in pensieri positivi (ce la farò). Esso però non avviene separatamente dall’allenamento tecnico e tattico, è indispensabile quindi che venga integrato al lavoro dell’intero staff per favorire un’ottimizzazione della prestazione e del benessere psicofisico”. Nonostante si pensi erroneamente che tale figura professionale possa essere “inutile” o di marginale importanza, si può ritenere invece che lo psicologo sportivo sia come un tassello sostanziale in qualsiasi contesto atletico, in cui a volte ci si dimentica che al centro di tutto ci sono i ragazzi, con le loro fragilità, la loro voglia di sperimentarsi, di relazionarsi e di divertirsi. “I giovani non devono vivere i sogni degli adulti – conclude la dott. ssa Oliverio - ma devono essere liberi di correre dietro un pallone per divertimento e passione; non possono essere dei fuoriclasse se prima non sono persone completamente soddisfatte del proprio essere. Cari genitori… non crescete i figli con le vostre insoddisfazioni, ma incoraggiateli a seguire i loro desideri: solo così potranno essere vincitori nella vita e non solo nello sport”.
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SPORT IN PISCINA TRA BENEFICI E CONTROINDICAZIONI
I consigli del tecnico FIN Giovanna D’Amico
di Federica Geria – La piscina rappresenta per molti un luogo di incontro, divertimento e di pratica di diverse discipline. Tra nuoto, aquagym, nuoto sincronizzato, idrobike, pallanuoto e tante altre attività, gli impianti sportivi dotati di una o più vasche hanno decisamente una marcia in più in quanto permettono di stimolare e rafforzare maggiormente il proprio fisico attraverso il lavoro in acqua. La piscina dunque è il posto ideale per allenarsi e mantenere un fisico ottimale, attivare la muscolatura, scaricare lo stress e rilassare il proprio organismo. Spesso però si trascurano alcuni dettagli di natura igienica batterica, assolutamente da non trascurare. Vivi Bene ha incontrato l’esperta Giovanna D’Amico, tecnico FIN ed insegnante di nuoto e nuoto sincronizzato per comprendere meglio quali siano i benefici delle attività in acqua, quali le regole da rispettare in piscina e quali gli accorgimenti da prendere prima dell’ingresso in vasca. “Il principale obiettivo dell’attività sportiva è il raggiungimento della massima condizione di benessere psico-fisica. Il nuoto offre infatti vantaggi psico-motori, emotivi e cognitivi. I benefici procurati da una sana attività effettuata in acqua prevedono, innanzitutto, un rafforzamento del sistema cardiocircolatorio e respiratorio, un potenziamento dell’apparato muscolo-scheletrico, un miglioramento delle capacità senso-percettive e di coordinazione motoria. Il nuoto è uno sport dunque in grado di spaziare dall’attività ludica, riservata all’approccio infantile, all’attività agonistica, dalla scuola nuoto, ad una semplice nuotata ‘libera’ e assistita per ritrovare momenti di puro relax”. Alle volte, in piscina però, si può incorrere in alcuni ‘incidenti di percorso’. Si raccomanda quindi prudenza e rispetto delle regole, per evitare ad esempio cadute, congestioni, infezioni, irritazioni o eventuali funghi. “È necessario prima di tutto scegliere attentamente la struttura per praticare il vostro sport. Scegliete un impianto in cui il lavoro è 3 4
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svolto da professionisti in cui siano presenti tecnici FIN, i rischi saranno infatti quasi inesistenti. Solo tecnici altamente qualificati, a cui l’utenza deve fare affidamento sul piano vasca, permettono di ricevere un adeguato controllo nello svolgimento dell’attività fisica, al fine di evitare situazioni dannose. Anche un semplice esercizio, se svolto in modo inadeguato, può provocare infatti un danno. Una struttura pulita ed attenta all’igiene consente di ridurre al minimo la possibilità di contrarre infezioni di qualunque genere”. Poche precauzioni ma fondamentali. Come ad esempio: fare la doccia prima di entrare in vasca, indossare sempre le ciabatte lungo i vari tragitti, entrare in piscina con la cuffia, utilizzare un telo esclusivamente personale, verificare che l’acqua sia almeno visivamente pulita, e avere anche magari a portata di mano un collirio in caso di irritazione agli occhi. “In fin dei conti basta essere responsabili e lungimiranti, rispettando le regole previste da un’attività che si svolge prettamente in acqua e soprattutto a contatto con gli altri”. Ecco invece cosa non dovremmo mai dimenticare nel nostro borsone: “La tipica attrezzatura da piscina comprende: costume, ciabatte, cuffia, accappatoio e occhialini. Anche se quest’ultimi sono un accessorio il cui utilizzo è facoltativo”. Con poche e semplici cautele possiamo dunque nuotare in tutta serenità, godendoci una sana attività fisica, divertente e rilassante. “Lo sport acquatico può diventare un mondo in cui immergersi e migliorarsi, per questo motivo consiglio in particolar modo i genitori, a far conoscere e praticare il nuoto ai propri figli fin da piccoli. Il nuoto lascia davvero un segno importante: dal gioco alla tecnica, dal divertimento alla condivisione, dagli amici ai primi successi, dalla consapevolezza del pericolo al superamento delle proprie paure. Nuoto non significa soltanto praticare uno sport completo a livello fisico, ma creare tutti i presupposti per crescere in un ambiente sano”.
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TIRO CON L’ARCO Uno sport inclusivo tra precisione, tecnica e tanta concentrazione
di Vincenzo Comi - È un’attività che nasce ed ha origine con l’uomo. Efficace strumento di caccia il tiro con l’arco si è evoluto in sport ed è diventato vera e propria disciplina olimpica nel 1900 (sospese negli anni venti sono state ripristinate nel 1972). L’arco moderno nasce esattamente in Europa a Leopoli, allora città polacca, nel 1931, nello stesso anno gli appassionati tiratori di tutto il mondo decidono di definire un regolamento, nasce così la FITA (Federazione Internazionale di Tiro con l’Arco). Numerosi graffiti testimoniano inoltre l’utilizzo dei primi archi nella preistoria. Si ha documentazione anche in Africa, esattamente nel deserto del Sahara, dove sono state trovate punte di frecce di oltre 20 mila anni. Il suo utilizzo si è trascinato fino all’inizio del Medioevo, epoca in cui sono comparse le prime armi da fuoco. Dalla preistoria alle olimpiadi, il tiro con l’arco è uno sport per tutti. Una disciplina (forse l’unica) nella quale partecipano nella stessa categoria di gara atleti normodotati e atleti portatori di handicap. Si gareggia tutti insieme dunque senza alcuna distinzione. Non è raro infatti vedere nella stessa classe o categoria di gara paraplegici in carrozzina competere (e vincere) contro altri atleti normodotati. Solo gli atleti portatori di handicap visivo, non vedenti o ipovedenti, hanno una categoria dedicata nella quale partecipano aiutati da un assistente e tirando a distanze ridotte. È incredibile come riescano a centrare il bersaglio basandosi solo sulle sensazioni, i contatti fisici e le poche indicazioni dell’assistente. Una disciplina quindi ‘naturale’, culturale e sportiva che nasce nella notte dei tempi e che oggi trova ben due federazioni. La prima prettamente sportiva affiliata al CONI, la Fitarco con gli atleti che partecipano alle Olimpiadi. 3 6
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La seconda, la Fiarc invece, che pratica un tiro più dedicato alla simulazione di caccia (con sagome animali), arco tradizionale e rievocazione storica in costume durante manifestazioni culturali. Uno sport apprezzato anche dai più piccoli che cominciano a scoccare la prima freccia intorno ai 9/10 anni di età seguiti da un istruttore qualificato. I piccoli arcieri si avvicinano tardi a questa disciplina per una questione di concentrazione mentale e non per l’eccessivo sforzo fisico (l’arco dei bimbi pesa solo un chilo). Concentrazione, controllo del respiro, conoscenza di se stessi. Sono tante le ragioni per le quali è consigliato praticare il tiro con l’arco considerato uno sport completo in cui tutte le parti del corpo vengono sollecitate. Tra quelle maggiormente interessate, la parte alta del corpo per mantenere l’arco e la trazione della corda e la parte bassa per il supporto e la stabilità. Vengono così sollecitati i muscoli della schiena, delle spalle, dell’addome, delle ginocchia e delle braccia. Se si pratica a livello amatoriale è difficile che insorgano problemi fisici, se non dovuti a posture non corrette, alla mancanza di un adeguato riscaldamento o a un arco di potenza non adatta. Se praticato a livelli agonistici invece, i problemi fisici generalmente possono riguardare la spalla, il gomito (sintomi simili a quelli del tennista) o i tendini della mano. Il tiro con l’arco è dunque uno sport inclusivo che facilita concentrazione ed equilibrio interiore. Una disciplina che unisce ed aggrega in grado di rompere ed abbattere ogni barriera.
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BORGHI ANTICHI, QUELLI REGGINI TRA I PIÙ BELLI D’ITALIA di Pasquale Romano - La grande bellezza. Reggio Calabria e la sua provincia custodiscono segreti, tesori naturali che sembrano aver fermato il corso del tempo. Sono diversi i borghi che incantano calabresi e turisti, curiosi di andare alle radici della storia, tra arte, cultura ed enogastronomia.
a leggende di fantasmi e storie di amori traditi, dove ad accogliere turisti e visitatori c’è la chiesa dei Santi Corifei Pietro e Paolo. Caratteristiche del luogo le passeggiate nelle strette stradine del borgo di Pentadattilo ammirando la vista dell’Etna in un panorama unico e suggestivo che offre tramonti carichi di magia.
Tra i più importanti, Chianalea, Pentedattilo, Gallicianò, Stilo,Gerace. E ancora Roghudi e Bivongi. Tanti altri borghi e piccoli scrigni rimangono nascosti nella provincia di Reggio Calabria. Ne abbiamo selezionati 7, evidenziando la ‘grande bellezza’ di alcuni, tra i più noti ed altri invece meno conosciuti.
GALLICIANÒ Probabilmente il più grecanico dei paesi della Bovesia, Gallicianò appare quasi come un ‘altro mondo’ considerata la posizione impervia che rende particolarmente complicato raggiungerlo. A Gallicianò i pochissimi abitanti rimasti parlano con orgoglio il grecanico, tramandato oralmente nell’ambito familiare dai genitori ai figli e incomprensibile per i ‘normali’ calabresi. Ma proprio questo ‘isolamento’ ha permesso di mantenere intatte le tradizioni culturali, artigianali e musicali. Negli abitanti di Gallicianò è facile rintracciare il tipico spirito di aggregazione ed ospitalità, caratteristiche peculiari dei Greci di Calabria.
CHIANALEA Chianalea è un luogo magico fatto di caratteristiche particolari e tipiche: ristoranti su palafitte, barchette intraviste da ogni vicolo, e finestre che approdano direttamente sull’acqua cristallina. Si tratta di un antichissimo borgo marinaro in cui le acque sfiorano le case dei pescatori, per questo è infatti anche noto come “Piccola Venezia del Sud”. Le dimore del luogo sono separate tra loro solo tra strettissime vie che scendono direttamente fino al mare, diventando punto di approdo per le barche da pesca. PENTEDATTILO È un piccolo borgo incastonato tra le montagne aspromontane della costa jonica di Reggio Calabria. Un piccolo paesino legato 3 8
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STILO Spettacolare borgo (inserito nella classifica dei più belli d’Italia) adagiato alle falde del Monte Consolino, dominato dai ruderi di quello che fu un grande e possente castello Normanno, Stilo è famoso non solo per aver dato i natali al famoso Filosofo Tommaso Campanella, ma anche per la celebre “Cattolica”. Trattasi di un vero gioiello d’arte ed architettura, incastonata nella
Photo Antonello Diano
roccia viva in uno dei punti più belli e panoramici del paese, dal quale si potrà ammirare la vallata dello Stilaro e l’assolato paesino, che come in un quadro di Guttuso si presenta con le case coi tetti coperti dalle caratteristiche “ceramidi” tra il verde dei fichi d’india e l’azzurro del mare. GERACE Gerace è arrivato uno tra i borghi più belli di tutta Italia. È il connubio tra eleganza e storia a dar vita ad una ‘valle incantanta’, piena di fascino che conquista chiunque la visiti. La bellezza di Gerace, sempre discreta ed elegante, si annida in ogni angolo. Il passare degli anni non ha minimamente intaccato ma anzi ha forse aumentato il fascino di un luogo magico, importante in passato per la sua posizione particolarmente strategica. Gerace, borgo dominato dalla maestosità della Cattedrale, rappresenta uno dei luoghi più importanti per il turismo calabrese. ROGHUDI Roghudi, ‘fantasma incantevole‘. Dopo l’alluvione degli anni ’70 fu dichiarata totalmente inagibile e zona a rischio idrogeologico, purtroppo ad oggi è un villaggio morto. Il paese, poco più di 1000 anime, si è trasferito nelle vicinanze tra Chorio e Roguhdi Nuovo. Rocca del Drago e Le Caldaie del Latte sono alcuni degli elementi paesaggistici maggiormente riconosciuti di Roghudi. Un borgo dalle enormi potenzialità, immerso nell’area grecanica.
Tra i miti e le leggende che animavano Roghudi e i borghi dell’area grecanica impossibile non citare ‘Le Narade‘, le donne asino. Per gli abitanti dell’isola ellenofona calabrese, hanno sempre rappresentato l’essere crudele per antonomasia. Il loro tallone d’Achille erano i piedi, il rumore degli zoccoli e la forma asinina tradivano la loro presenza. BIVONGI Bivongi è situato lungo la strada che percorre la pittoresca e boscosa Vallata Bizantina dello Stilaro e gode di un’ottima posizione panoramica. Per circa 7 secoli, è stato alle dipendenze della Certosa di Serra fino a quando, nel 1806 con la venuta dei francesi, divenne autonoma. Nella sua lunga storia millenaria conserva ancora molte antiche tradizioni. Il paese, ancor oggi attivo, in passato fu tra i più conosciuti per le molteplici attività che vi fiorivano, dalla produzione della seta alla lavorazione dei metalli e della pietra, alla produzione dell’energia elettrica, all’estrazione del molibdeno. Per ogni visitatore è un ‘obbligo’ conoscere da vicino la basilica di San Giovanni Theristis dell’XI secolo. Tra le attrazioni più spettacolari di Bivongi impossibile non citare la Cascata del Marmarico nell’alto corso della fiumara Stilaro, al vallone Folea denominato “salto di Marmarico”. È la cascata più alta dell’Appennino meridionale con i suoi 120m e ha ottenuto il riconoscimento di “Meraviglia italiana”.
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