VIVI BENE - Numero 16 - 2020

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CHIRURGIA ESTETICA

A TU PER TU CON IL

DOTT. FANTOZZI Tendenze, trattamenti e trend del settore VIVI BENE · Trimestrale di salute e benessere · Testata registrata al Tribunale di Reggio Calabria n. 4/2016 · Anno V - Marzo 2020

IPOACUSIA Cause ed effetti dell’indebolimento dell’udito

DOCCIA NASALE Quando e come usarla L’ORTOPEDIA A SUPPORTO DELLO SPORT DENTI E GRAVIDANZA, COSA SUCCEDE?

Come mantenere sana la tua bocca

SENTIERO DEL BRIGANTE: IL CAMMINO PER TUTTI

L’Aspromonte dà avvio al ‘Sentiero Italia’


SOMMARIO

SALUTE

6 IPOACUSIA. CAUSE ED EFFETTI DELL’INDEBOLIMENTO DELL’UDITO ························································································································ 8 SINDROME DEL COLON IRRITABILE. ALLEVIA I TUOI DISTURBI CON L’OSTEOPATIA ························································································································ 10 DENTI E GRAVIDANZA, COSA SUCCEDE? ECCO COME MANTENERE SANA LA TUA BOCCA

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12 OCCHIALI CON LENTI PROGRESSIVE? COMODI, UTILI E A PROVA DI COMFORT ························································································································ 14 DOCCIA NASALE. QUANDO E COME USARLA ························································································································ 16 L’ORTOPEDIA A SUPPORTO DELLO SPORT 18 20

L’INTERVISTA

CHIRURGIA ESTETICA. A TU PER TU CON IL DOTT. FANTOZZI TRA NUOVE TENDENZE, TRATTAMENTI PIÙ RICHIESTI E TREND DEL SETTORE ALIMENTAZIONE

DIETA MEDITERRANEA ED IPERPROTEICA. COME INCIDONO SUL NOSTRO ORGANISMO

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22 COLESTEROLO. NOVE ALIMENTI PER RIDURLO ························································································································ 24 QUESTIONE DI IODIO. IL CONSUMO OTTIMALE AVVIENE A TAVOLA BENESSERE

28 BOCCA SANA PER IL TUO CANE. I CONSIGLI PER UNA BUONA IGIENE ORALE ························································································································ 30 VINOTERAPIA. UVA E MOSTO ALLEATI DEL BENESSERE DELLA PELLE ························································································································ 32 LA SINDROME DEL NIDO VUOTO. QUANDO I FIGLI ESCONO DI CASA SPORT

34 ELETTROSTIMOLAZIONE MUSCOLARE. LA NUOVA FRONTIERA DEL FITNESS ························································································································ 36 SPORT ELETTRONICI ALLE OLIMPIADI? IL FUTURO DEL GAMING PASSA DAGLI ESPORTS 38

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#InCittà

SENTIERO DEL BRIGANTE: IL CAMMINO PER TUTTI L’ASPROMONTE DÀ AVVIO AL ‘SENTIERO ITALIA’


EDITORIALE

CIAO MAMMA... VIVI BENE Trimestrale di salute e benessere Testata registrata al Tribunale di Reggio Calabria n. 4/2016 Anno V - Marzo 2020 Editore Farmacia Fata Morgana dei Dottori Elvira Caridi e Mario Pulitanò Caridi s.n.c. Via Osanna, 15 · 89127 Reggio Calabria www.farmaciafatamorgana.it Direttore Responsabile Vincenzo Comi Farmacia Fata Morgana Hanno collaborato: Dott.ssa Giovanna Barillà Dott. Mario Pulitanò Caridi Dott.ssa Consuelo Ieracitano Dott. Fortunato Nato Dott.ssa Maria Teresa Piane Dott.ssa Annamaria Russo Dott.ssa Antonella Siciliano Contributi di: Dott. Antonio Balestrieri Dott.ssa Maria Celeste Paviglianiti Dott. Giuseppe Polimeni Dott. Arianna Plutino Dott. Demetrio Plutino Francesco Rando - Sommelier e Degustatore Dott. Francesco Tripodi Dott. Antonio Virduci Grafica KGMarketing www.kgmarketing.it Pubblicità KGMarketing direzionekgmarketing@gmail.com 347.0942756

di Mario Pulitanò Caridi Il saluto ai lettori e la scrittura del consueto editoriale, solitamente, avviene da casa. Lo faccio di notte, quando ho tempo di raccogliere i pensieri e decidere come accogliervi al nuovo numero di Vivi Bene. Questa è la prima volta che invece Vi scrivo dalla Farmacia, seduto alla mia scrivania. Qui ci sono nato ed è qui che sono cresciuto. Mia madre ha attraversato tutta la mia gravidanza al lavoro e solo al momento del parto è uscita per dirigersi in ospedale. Qui capitava spesso di trascorrere i pomeriggi d’infanzia, pur di starLe vicino mentre Lei lavorava. Ed è proprio da qui che adesso rivolgo il mio ringraziamento a tutti coloro che mi hanno trasmesso affetto, vicinanza e condivisione del mio dolore per averLa dovuta accompagnare nel suo ultimo viaggio terreno. L’incontro con voi è avvenuto fuori da ogni scadenza ed ogni formalità, e per questo sincero e di conforto. Non lo avete saputo da altri che non direttamente da me o dai miei collaboratori, perché mia madre ed io non gradivamo avere affissioni o comunicazioni ufficiali. Il dolore, come la gioia, è sempre stato per noi prima di tutto un sentimento privato, intimo e profondo e solo dopo è stato grande il conforto di averlo potuto condividere, giorno dopo giorno, con coloro che La conoscevano ed avevano condiviso con Lei

la quotidianità, con gioie e preoccupazioni reciproche che ci si raccontava incontrandosi in Farmacia. Quindi questo mio saluto è un ringraziamento a tutti ed allo stesso tempo vuole esprimere una serenità ed uno sguardo ottimista al futuro. L’ottimismo di cui parlo è basato sulla forza della condivisione e della solidarietà. La scelta di aiutarsi l’un l’altro, sorridersi, incoraggiarsi, essere operosi, costruttivi, e portare avanti il proprio dovere con gioia e buona volontà, e di farlo non come obbligo ma come piacere. Parlo del piacere e della soddisfazione di potersi rendere utili agli altri, che non è appannaggio certamente solo di noi che lavoriamo in farmacia, ma di tutti noi. Tutti. Qualunque sia il nostro ruolo nella società. Questo ho imparato da mia madre e da mio padre, e questo ho ricevuto indietro da tutti coloro che ci conoscevano. Ed è questo quello che auguro a tutti voi, in mezzo a tutte le difficoltà e tutte le ansie della vita quotidiana: di non tralasciare mai quella gioia di riuscire ad essere positivi, propositivi e solidali e scoprire che i primi artefici per una società migliore siamo proprio noi con i nostri comportamenti. Per quante difficoltà ci tocca affrontare sarebbe bello riuscire sempre a non perdere quell’ottimismo della buona volontà. Per quanto tutto intorno sembra trasformarsi ogni giorno, cerchiamo di non cambiare, e se decidiamo di farlo, facciamolo in meglio.

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#HAPPINESSALUTE

CORONAVIRUS, BUON SENSO E PREVENZIONE PER COMBATTERE IL ‘MOSTRO’

di Vincenzo Comi

È stata la parola più utilizzata negli ultimi mesi. L’ormai noto ‘Coronavirus’ ha allarmato il mondo intero e ha generato inizialmente una giustificata preoccupazione, tramutatasi nel giro di pochi giorni poi (immotivatamente) in vero terrore.

Tuttavia raramente può essere fatale. La maggior parte delle persone guarisce dalla malattia senza bisogno di cure speciali. Circa una persona su sei con Covid – 19 si ammala gravemente e sviluppa difficoltà respiratorie. Ma il rischio percepito dal mondo intero è risultato essere tuttavia maggiore di quello reale e il panico da Coronavirus ha vinto sulla stessa volontà di volerlo contenere.

Abbiamo studiato il nemico, imparato a conoscerlo fino a difenderci dal Covid – 19 dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease (malattia) e “19” indica invece l’anno in cui si è manifestata. Ma nonostante la bassa mortalità e le continue informazioni da parte dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il Coronavirus ha creato un vero e proprio panico tra la gente, dentro le mura di casa nonché all’interno dei palazzi istituzionali.

È pur vero che il Coronavirus rappresenta una nuova epidemia e per questo conserva ancora aspetti a noi sconosciuti ma è anche vero che nel 2009 con l’H1N1 la popolazione mondiale era nella stessa situazione, impreparata e vergine agli anticorpi. Ci vorrà tempo ma trovare la cura, siamo fiduciosi, non sarà difficile. In attesa del vaccino, oltre alle varie cure di sostegno utilizzate per la normale influenza, senso civico e responsabilità rappresentano le uniche armi rimaste per tutelarci e per difendersi dal Covid – 19.

“È poco più di un’influenza”, assicurano gli esperti. I dati ci dicono che quella stagionale ha di solito una letalità dello 0,14 per cento, il coronavirus ha una percentuale poco superiore.

Prendere tutte le misure di prevenzione possibili è necessario ma il senso di responsabilità di ciascun cittadino gioca un ruolo chiave nella sfida al ‘mostro’ del coronavirus.

Come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie.

Evitiamo dunque la psicosi e lasciamo da parte il ‘panico’ da Coronavirus. Rimaniamo si preoccupati ma ottimisti.

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SALUTE

IPOACUSIA Cause ed effetti dell’indebolimento dell’udito Oggi, ancor più del passato, la comunicazione è vitale per il benessere sia del singolo individuo che della collettività. Lo si può dedurre anche dalla crescente importanza dei nuovi mezzi di comunicazione che coinvolgono simultaneamente i diversi sensi dell’uomo.

hanno il compito di trasmettere i suoni all’organo di senso causa infatti una capacità uditiva ridotta.

Un indebolimento dell’udito porta inequivocabilmente ad uno squilibrio sensoriale che col tempo può diventare anche psichico ed emarginare l’audioleso portando un’accelerazione del decadimento cognitivo.

Tra gli effetti invece della perdita uditiva rientra prima di tutto la difficoltà o l’incapacità a partecipare alle conversazioni. A volte, si ha l’impressione che alcune parole sfuggano o che il nostro interlocutore pronunci male le parole. Tra la folla, in luoghi rumorosi o in automobile non si riesce a comprendere ciò che viene detto. Capita di dover chiedere al nostro interlocutore di ripetere quanto ha appena detto.

Ma quali sono le principali cause dell’ipoacusia? Generalmente questo fenomeno si manifesta con l’avanzare dell’età nel 12% circa della popolazione e col passare del tempo tende a diminuire la percezione uditiva. Solitamente la presbiacusia è di natura genetica, progressiva e si presenta nella maggior parte dei casi dopo i 60-65 anni. È la forma più diffusa di ipoacusia.

Anche i suoni acuti possono ‘sfuggire’ ai nostri sensi. Succede infatti che non si riesca a percepire il trillo del telefono, del citofono, la voce dei bambini o che ci venga fatto notare da chi ci sta accanto di tenere alto il volume del televisore. La comunicazione viene dunque compromessa. Le parole risultano distorte e poco chiare e si ha la necessità di chiedere all’interlocutore di ripetere ciò che è stato detto.

Tra le cause rientra anche il trauma acustico ovvero l’esposizione a forti rumori (esplosioni, scoppi, suoni molto violenti ed improvvisi). L’esposizione prolungata a rumori di forte intensità legate generalmente ad ambienti lavorativi senza protezione adeguata può determinare inoltre la sordità da rumore.

Infine tra gli effetti indesiderati, la sensazione di isolamento o disagio in ambienti affollati è senza dubbio una delle maggiori conseguenze dell’ipoacusia. La difficoltà di comprensione dei dialoghi in situazioni di confusione rende disagevole partecipare alla vita sociale con conseguente isolamento dalle conversazioni. Nel caso in cui non si possa curare una perdita uditiva con terapia medica o chirurgica è necessario ricorrere ad una soluzione acustica.

Le otiti sono infezioni dell’orecchio che se trascurate possono danneggiare l’organo, anche questo tipo di infiammazione può causare l’ipoacusia. L’otosclerosi inoltre può provocare un abbassamento dell’udito. La malattia che compromette la mobilità degli ossicini che 6

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Fortunatamente lo sviluppo tecnologico e clinico-diagnostico negli ultimi anni ha dato risposte specifiche altamente personalizzate per tutte le esigenze.


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SALUTE

SINDROME DEL COLON IRRITABILE Allevia i tuoi disturbi con l’osteopatia La sindrome dell’intestino irritabile è una condizione molto comune e debilitante, che interessa circa il 10% della popolazione, soprattutto di sesso femminile e con un tasso più alto di prevalenza dai 20 ai 50 anni. È caratterizzata da fastidio o dolore addominale, associati all’alterazione della funzione intestinale ed accompagnati da gonfiore o distensione.

splancnici (derivanti dalla zona dell’osso sacro) e il simpatico con i nervi derivanti dalla colonna vertebrale. Uno squilibrio in questo sistema, dovuto a molteplici cause come stress e disordini alimentari, determina costipazione e/o diarrea e alterazioni della motilità intestinale (viscerospasmo). Il cambiamento nei movimenti intestinali provoca una congestione, che a sua volta distende l’addome causando dolore e gonfiore.

I principali sintomi sono: dolore addominale, abitudini intestinali irregolari o anormali, diarrea e/o stitichezza, viscerospasmo, distensione addominale, gonfiore, flatulenza, sensazione di uno svuotamento incompleto dell’intestino.

Ma cosa può fare l’osteopatia in tutto questo? La manipolazione osteopatica avrà come obiettivo ‘sbloccare’ la porzione di colonna vertebrale in disfunzione, in modo da favorire il riequilibrio del sistema nervoso vegetativo ripristinando così una corretta innervazione dell’intestino e, di conseguenza, le funzioni di digestione e peristalsi.

La sindrome dell’intestino irritabile si presenta spesso in associazione con altri disordini motori del tratto digestivo, come la dispepsia funzionale e la malattia da reflusso gastroesofageo, così come altre patologie, inclusa la malattia celiaca. Un’alta percentuale di persone, inoltre, presenta: cefalea, dolori alla schiena, insonnia, debolezza, dolore pelvico cronico, dolore all’articolazione temporo-mandibolare. Tale sindrome è la migliore espressione di come esista un importantissimo collegamento tra le strutture viscerali e quelle somatiche (muscolo – scheletriche) e come le une siano influenzabili dalle altre e viceversa, creando i presupposti per disfunzioni somatoviscerali. I nervi che controllano l’attività dell’intestino infatti fanno parte di quello che è chiamato ‘Sistema Nervoso Vegetativo’, che regola i corretti eventi digestivi e la peristalsi intestinale attraverso il parasimpatico con il nervo vago (che arriva dal cranio) e i nervi 8

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Inoltre sarà fondamentale agire anche sul viscere per inibire lo spasmo che nel corso degli anni si è creato. Tutto ciò migliorerà anche la congestione intestinale e quindi il gonfiore. Nei problemi cronici di tale sindrome sarà inoltre importantissimo associare un corretto stile alimentare affidandosi ad un nutrizionista. Riassumendo, quindi, l’osteopata vi può aiutare a: restituire equilibrio al sistema nervoso autonomo, eliminare il gonfiore e la congestione addominale, migliorare la mobilità spinale rimuovendo eventuali disfunzioni vertebrali, gestire lo stress. Dott. Giuseppe Polimeni OSTEOPATA Iscritto al Registro Osteopati d’Italia Docente Scuola di Osteopatia di Palermo IAOM AISERCO


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SALUTE

DENTI E GRAVIDANZA, COSA SUCCEDE? Ecco come mantenere sana la tua bocca Dott. Demetrio Plutino Direttore sanitario - Spec. Ortodonzia Durante il periodo della gravidanza la salute dei denti e delle gengive merita un’attenzione particolare, i cambiamenti ormonali che avvengono nell’organismo sono, infatti, in grado di modificare la composizione della saliva rendendo più facile l’accumulo di placca e tartaro, aumentando così il rischio di carie dentale e gengivite. Aumenta inoltre il bisogno di effettuare piccoli spuntini tra un pasto e l’altro e anche questo favorisce la formazione della placca. Regolari visite dentali di controllo, una corretta igiene orale, un’alimentazione sana e bilanciata aiutano a prevenire eventuali problemi a denti e gengive durante la gravidanza e favoriscono, inoltre, la salute del vostro bambino. In previsione di una gravidanza è utile eseguire una visita dentale con eventuali radiografie di controllo, così da escludere o curare preventivamente eventuali problemi che si potrebbero manifestare successivamente Ecco, quindi, come mantenere sani denti e gengive in particolare durante la gravidanza: 1 0

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- Igiene orale professionale: per contrastare l’accumulo batterico che può portare ad aggravamento di condizioni paradontali progressi o alla formazione di gengivite gravidiche è necessario sottoporsi ad una scelta di igiene orale preferibilmente nel secondo trimestre. - Pulire i denti dopo ogni pasto con spazzolino con setole morbide, con particolare attenzione al bordo gengivale, utilizzando il filo o lo scovolino interdentale. - Utilizzare un dentifricio al fluoro. - Dopo episodi di vomito e/o rigurgito, sciacquare sempre bene la bocca, in modo da eliminare l’acidità che potrebbe danneggiare lo smalto dei denti. - Limitare gli spuntini con cibi ricchi di zuccheri, preferite frutta e verdura cruda che, oltre a detergere la bocca, contengono zuccheri come il fruttosio che non è altamente cariogeno. La gravidanza, si sa, è un periodo ricco di cambiamenti per il corpo della donna e sono tante le modifiche che possono insorgere anche a carico di denti e gengive. Per questo giocare d’anticipo, attraverso una visita di controllo, è sempre consigliabile.



SALUTE

OCCHIALI CON LENTI PROGRESSIVE? COMODI, UTILI E A PROVA DI COMFORT Addio al cambio occhiali. Le lenti progressive o anche dette lenti multifocali servono proprio a questo.

Il ‘togli’ e ‘metti’ diventa oggi sempre più complicato. E la frenesia e i ritmi lavorativi e familiari vietano ogni ‘passaggio perditempo’. La soluzione è rappresentata da un’unica lente che consente una visione fluida e omogenea a qualsiasi distanza e che permette di vedere bene da lontano, da vicino e anche negli spazi intermedi. Risultato? Un maggiore comfort visivo. La ‘progressione’ nella lente inizia nella parte alta e raggiunge una potenza massima che consente la visione di oggetti vicini tramite la parte bassa. Brevettate dal britannico Owen Aves, fondatore del London Refraction Hospital nel lontano 1907, decisivi sono stati gli anni ’50 per lo sviluppo nella progettazione delle lenti progressive. Nel 1980 i produttori sono stati in grado di minimizzare i tanti errori ed orrori estetici e funzionali tramite diversi miglioramenti fino alla personalizzazione dei parametri. 1 2

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Oggi le superfici complesse di una lente progressiva possono essere lavorate ad altissima precisione mediante l’impiego di generatori computerizzati che consentono la modellazione delle superfici. Basta dunque al fastidioso ed obsoleto ‘cambio occhiali’. È giunto il momento di utilizzare lenti progressive per ogni tipo di attività. Gli occhiali con lenti progressive oggi sono molto più sofisticati e tecnologicamente avanzati rispetto a quelli comuni. Forse è proprio questa la ragione per la quale oggi queste lenti sono così apprezzate e largamente utilizzate. Possono essere utilizzati da tutti coloro che accusano disturbi visivi come la miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia. Gli occhiali con lenti progressive dunque consentono di dare risposta al meglio a varie esigenze visive con la stessa lente. Rivolgiti al tuo ottico di fiducia per scegliere la lente più adatta alle tue esigenze. Dott. Antonio Virduci · Optometrista



SALUTE

DOCCIA NASALE Quando e come usarla

Con la primavera aumentano i disturbi legati all’apparato respiratorio, soprattutto riniti allergiche o sinusiti e può capitare di non respirare bene. Una sensazione fastidiosa, per grandi e piccini, che provoca malessere e nervosismo, perché impedisce il riposo notturno. Per curare e prevenire le patologie delle alte vie respiratorie, può essere usato il rinowash, adatto a tutti, particolarmente utile nei bambini, sin dalla primissima età, senza controindicazioni. Il rinowash (doccia nasale) è tra gli accessori per aerosol più diffusi: è un dispositivo per l’irrigazione nasale, che permette di eseguire un lavaggio continuo delle cavità nasali e un’igienizzazione profonda e non invasiva, eliminando muco, allergeni e microrganismi. Il lavaggio nasale è importantissimo soprattutto nei primi anni di vita, non solo per la particolare sensibilità di questa zona, ma anche per l’impossibilità dei bambini molto piccoli di soffiarsi il naso. Come si usa? Si procede aprendo la calotta superiore, inserendo il liquido da nebulizzare (circa 5-10 cc) nella camera interna. Basterà richiudere, collegare il tubo e avvicinare la campana alle narici. Una volta acceso l’aerosol (solo di tipo pneumatico), la doccia nasale produrrà un getto di soluzione micronizzata ed il liquido al suo interno verrà nebulizzato direttamente nelle cavità nasali. Il tempo di applicazione varia in base alla quantità di liquido e alla velocità dell’apparecchio. Nebulizzando anche solo della semplice soluzione fisiologica, attraverso questa apparecchiatura, si riesce a liberare il naso. Tenere il naso pulito, permette di respirare meglio, di avere più resistenza a patologie come raffreddore, tosse, riniti e di dover ricorrere in misura minore a farmaci locali. 1 4

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Nella rinite allergica, il rinowash è importante per rimuovere gli allergeni e le sostanze infiammatorie tipiche dell’allergia (istamina e leucotrieni) e per potenziare l’azione degli antistaminici e degli spray cortisonici. La doccia nasale può essere utilizzata anche nelle riniti atrofiche ed essiccanti, cioè nei soggetti esposti al fumo o ad altre sostanze irritanti e che si sentono il naso secco, e in caso di otite: ha infatti il compito di eliminare i batteri presenti nel tratto rinofaringeo e di proteggerlo dagli agenti patogeni. Che soluzioni possiamo utilizzare per la doccia nasale? La soluzione isotonica risulta utile per l’igiene nasale quotidiana, in caso di rinite allergica perenne e di sinusite acuta. La soluzione ipertonica risulta utile come supporto in caso di sinusite cronica, rinite allergica stagionale, nel post-operatorio di pazienti che hanno subito interventi al naso e ai seni paranasali, per la cura e le prevenzione delle otiti. In commercio ci sono soluzioni isotoniche e ipertoniche arricchite con varie sostanze: Sodio bicarbonato: mantiene il pH della soluzione tra 7 e 9, e garantisce il massimo della motilità ciliare; Sodio ialuronato: favorisce la guarigione di eventuali microlesioni, per esempio nei postumi di un intervento chirurgico o in caso di estrema disidratazione. Questa sostanza è anche in grado di fissare l’acqua, aumentando l’idratazione. Pantenolo: è una sostanza dalle proprietà emollienti e protettive, che facilita la guarigione delle lesioni delle mucose. N-acetilcisteina: ha attività mucolitica, grazie alla sua capacità di ridurre i ponti disolfuro presenti nelle mucoproteine.


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SALUTE

L’ORTOPEDIA A SUPPORTO DELLO SPORT

Dott. Antonio Balestrieri - L’attività sportiva gioca un ruolo fondamentale nelle varie fasi evolutive della persona, da quella infantile/adolescenziale all’età adulta. E i benefici dello sport, come è noto, non sono solo osseo-articolari ma anche sistemici: lo sport aumenta le endorfine, accresce lo stato di benessere e migliora tutti gli altri apparati. L’aggravarsi di molte patologie si previene proprio facendo attività fisica. Per i più piccoli l’obiettivo è quello di sviluppare il proprio coordinamento motorio. Più sport si fa dunque, meglio è, anche se bisogna stare attenti a non esagerare. Se il bimbo ha problemi di scoliosi ad esempio, è preferibile indirizzarlo verso sport simmetrici piuttosto che unilaterali: basket e volley sono da preferire al tennis. L’adulto invece dovrebbe mirare al rafforzamento dei propri muscoli attraverso sport misti come la corsa, il tennis o il ciclismo senza sottovalutare la preparazione per non incorrere negli effetti negativi dell’esasperazione dello sport, come tendinopatie o sovraccarichi funzionali. Nella terza età sono indicati: ginnastica a corpo libero, camminate lunghe e tutto quello che mantiene il coordinamento e il movimento armonico sollecitando lo scheletro e la muscolatura al fine di prevenire osteoporosi e sarcopenia. 1 6

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L’attività fisica assume quindi un ruolo fondamentale nella vita e nel benessere di ognuno di noi, ma la corretta prevenzione di patologie ed infortuni parte dall’attenta consapevolezza del proprio stato di salute, analizzando eventuali fattori di rischio quali deficit o scompensi muscolo/legamentosi, la qualità della struttura ossea e articolare oltre che, in primis, la condizione cardiocircolatoria. L’ortopedia sportiva, attraverso l’uso di strumenti tecnologici in grado di rilevare vizi posturali e del cammino ed in collaborazione con altre figure operanti nel settore della riabilitazione, offre la possibilità di analizzare parte dei suddetti fattori di rischio, ma principalmente promuove l’attività fisica e sportiva, in un contesto di salute e salvaguardia della persona. Proponendo una vasta gamma di articoli dedicati allo sport e garantendo esperienza e professionalità, il settore sportivo dell’ortopedia rappresenta un passaggio fondamentale per il raggiungimento di una condizione fisica pronta a praticare sport. L’ortopedia sportiva si promuove come valido supporto per il recupero ottimale dai traumi sportivi, offrendo soluzioni mirate e calibrate in base alla gravità del trauma e funzionali al raggiungimento dell’obiettivo riabilitativo, con il corretto presidio ortopedico o con la creazione di ortesi customizzate in base alle richieste ed esigenze del cliente.


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L’INTERVISTA

CHIRURGIA ESTETICA

A TU PER TU CON IL

DOTT. FANTOZZI Tra nuove tendenze, trattamenti più richiesti e trend del settore

di Vincenzo Comi - Nelle sue mani si fondono manualità e abilità chirurgica, conoscenza di tutte le tecniche non invasive, senso estetico e capacità di interpretare al meglio le esigenze dei pazienti. Il dott. Luigi Fantozzi è un giovane chirurgo, specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva. Si occupa di chirurgia estetica e ha un’esperienza quindicinale nel campo con oltre 4500 interventi di Cosmetic Surgery e Medicina Estetica. Si è formato nella scuola di chirurgia estetica italiana ed estera sulle più recenti tecniche e nel 2011 è rientrato tra i primi sei chirurghi italiani. Vivi Bene incontra uno dei massimi esperti del settore per comprendere i cambiamenti del mondo della chirurgia estetica negli ultimi anni, le nuove tendenze, i trattamenti più richiesti e tanto altro. “Svolgo ormai da diversi anni la professione a Roma. Dopo un lungo periodo di formazione anche all’estero sono rientrato nel mio Paese e adesso opero esclusivamente all’interno di strutture private – spiega il dott. Fantozzi - Come è cambiato il mondo della chirurgia plastica? Fino agli anni ‘90 era un fenomeno di élite riservato soltanto a persone abbienti. La chirurgia plastica rappresentava quasi un tabu. I costumi e gli usi erano diversi e si tentava a celare i trattamenti, a nasconderli. Adesso invece è l’opposto, diventando fenomeno di massa”. Nel cambiamento e nella trasformazione del mondo della chirurgia estetica ha inciso senza dubbio un cambio di costumi al 1 8

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quale ha fatto seguito l’abbattimento dei prezzi anche se il dott. Fantozzi precisa: “Si è vero, il costo si è notevolmente ridotto rispetto al passato ma è anche vero che se vuoi un servizio di livello i trattamenti non possono essere a basso costo. Ciò nonostante, tutti possono accedere a questo tipo di trattamenti grazie a forme dilazionate di pagamento. Il costo della chirurgia plastica è sceso di molto ma non è da definire economico”. Ma quali sono i trattamenti più richiesti? “È necessario anticipare la differenza tra medicina estetica e chirurgia estetica. Sicuramente tra i trattamenti più numerosi in assoluto rientrano quelli meno invasivi come il riempimento delle labbra, lo spianamento delle rughe mediante botulino e la biorivitalizzazione”. Le sostanze impiegate sono l’acido jaluronico, le vitamine e gli amminoacidi. Si utilizzano aghi sottilissimi per ridurre al minimo il fastidio e sono necessarie dalle 4 alle 6 sedute. Gli effetti durano qualche mese, ma per mantenerli nel tempo è necessario sottoporsi a cicli periodici. “C’è poi una lunga serie di interventi di chirurgia estetica – continua il dott. Fantozzi – L’intervento più richiesto è senza dubbio quello al seno ovvero la mastoplastica additiva. Un seno voluminoso, turgido e alto è da sempre sinonimo di bellezza, femminilità e salute”. L’operazione si esegue effettuando una piccola incisione di 3-4cm nel solco inframammario o nel bordo inferiore dell’areola, attraverso la quale si allestisce la tasca per la protesi.


Nell’intervento di mastoplastica additiva si utilizzano punti riassorbibili e raramente si rendono necessari drenaggi che vengono rimossi nel giro di 24-48 ore. Il dolore post-operatorio è intenso, ma sopportabile per i primi 5 giorni. “Tra gli interventi più richiesti rientra anche la rinoplastica che corregge i difetti del naso”. È una delle operazioni più antiche (fonti non confermate parlano di interventi di rinoplastica estetica effettuati già dagli antichi egizi) e più delicate poichè richiede notevole abilità chirurgica, esperienza e grande senso estetico. Non tutti i chirurghi plastici, infatti scelgono di specializzarsi in questa procedura. “È fondamentale informare i pazienti che l’obiettivo della rinoplastica è quello di migliorare l’aspetto del loro naso con naturalezza e senza stravolgere la fisionomia. Al terzo posto c’è infine la liposuzione o liposcultura che permette di modellare il corpo eliminando le adiposità localizzate resistenti a dieta e sport, non va inteso, quindi, come intervento per perdere peso. Chi si sottopone a questo tipo di intervento lo fa per migliorare il profilo del corpo e non per dimagrire”. Un settore complesso e articolato che non interessa solo più alle donne. “La clientela è sempre per lo più femminile ed in percentuale, nel mio studio entrano molte più donne ma negli ultimi anni gli uomini che intendono sottoporsi ai nostri trattamenti sono in costante aumento. Le ultime statistiche vedono il numero degli uomini sempre in crescita. Tra i trattamenti preferiti la rinoplastica, il trapianto dei capelli e la liposuzione dei fianchi”. Ma come si fa a scegliere il proprio chirurgo plastico? “È una scelta difficilissima, il passaparola rimane come sempre la migliore soluzione. Sta prendendo molto piede la sponsorizzazione sui social come Instagram ma di certo non basta affidarsi al chirurgo con più follower. È importante studiare il suo curriculum, vedere il numero di interventi eseguiti ed affidarsi a specialisti in chirurgia plastica e ricostruttiva. Il chirurgo bravo è anche quello in grado di dire ‘no’. Deve assolutamente saper dire ‘no’ ad esempio se l’intervento può essere rischioso o se vengono fatte richieste inappropriate. La richiesta più bizzarra? Proprio l’altro giorno, un anziano di 80 anni aveva un appuntamento con una

signora di 45 anni e mi ha chiesto se riuscivo a modificare il suo viso per trasformarlo in un cinquantenne”. (ride ndr). Il dott. Fantozzi ci anticipa le tendenze del 2020 e i trend del settore? “Non vi saranno grossi cambiamenti, in genere non ci sono mai vere e proprie rivoluzioni. La volontà e la strada da percorrere nel mio settore però prevede sicuramente tre regole a cui attenersi e che sicuramente nel 2020 miglioreranno: un recupero post operatorio sempre più veloce, trattamenti sempre meno invasivi e risultati migliori in termini di bellezza e naturalezza”. Infine un consiglio alle tante adolescenti e giovani donne che si sottopongono ai trattamenti. “Non esagerate mai. Deve essere fatto tutto con moderazione. È importante ricordare che le modifiche sono definitive e non c’è modo di tornare indietro. Non fatene una questione di prezzo ed informatevi prima di prendere una decisione che porta a cambiamenti irreversibili”.

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ALIMENTAZIONE

DIETA MEDITERRANEA ED IPERPROTEICA Come incidono sul nostro organismo

La prova costume si avvicina inesorabile e come ogni anno ha inizio la corsa alla dieta fai da te più facile per ottenere risultati evidenti in poco tempo. Tuttavia, è importante adottare diete che non solo siano efficaci, ma anche salutari. Il rischio, infatti, è quello di compromettere alcune funzionalità dell’organismo nel tentativo di perdere peso. Al fine di non correre rischi per la salute e mantenere, poi, i risultati nel tempo, il consiglio è uno solo: abbinare una dieta equilibrata e varia (rappresentata dalla Dieta Mediterranea) alla regolare attività fisica. Anche se nel contesto di un programma di dimagrimento corretto, molti commettono inconsciamente alcuni errori che possono inficiare l’obiettivo prefissato. Uno tra questi è quello di saltare i pasti pensando così di dimagrire più velocemente, oppure di eliminare completamente alcuni gruppi di alimenti dalla propria alimentazione come, ad esempio, i carboidrati (considerati nemico numero uno). Smettere di mangiare alcuni alimenti non produce benefici per la salute e né tantomeno per il dimagrimento, anzi, escludendo completamente i principali gruppi alimentari possono manifestarsi squilibri nutrizionali e, una volta che si riprende a mangiare normalmente, c’è il rischio di rimettere su i chili persi con gli interessi. Pasta, pane, riso, pizza ed altri tipi di carboidrati complessi non sono da abolire, ma da consumare ad ogni pasto nelle giuste quantità. Il loro apporto calorico, infatti, è pari a quello proteico e inferiore ai grassi e agli alcolici. Bisognerebbe inoltre alternare gli alimenti raffinati con quelli integrali ed anche variare i diversi tipi di cereali, stando sempre attenti alle porzioni e ai condimenti. 2 0

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Non dobbiamo, quindi, eliminare del tutto i grassi o i carboidrati: è vero che questi fanno ingrassare più di frutta e verdura, ma è altrettanto vero che sono indispensabili per il nostro organismo, poiché ci danno energia. Vanno soltanto moderati con attenzione e non demonizzati. Può anche accadere che molte persone, per paura di incorrere in gonfiore addominale o disturbi simili, evitano di consumare le verdure o ne mangino in quantità non sufficiente. È importante evidenziare, invece, che le fibre contenute nelle verdure non vengono assimilate del tutto dal nostro corpo e, anzi, contribuiscono alla regolarità intestinale e a rendere le feci più facilmente eliminabili: due fattori essenziali per chi desidera un addome piatto! Inoltre, l’azione benefica delle fibre vegetali è legata anche ad una riduzione dell’assorbimento di grassi e zuccheri. Concludo con un mito difficile da sfatare: mangiare molte, troppe, proteine animali fa dimagrire velocemente. Dopo un iniziale vantaggio sulle altre diete, l’iperproteica inizia a mostrare tutti i suoi limiti. Essendo un regime dove le persone generalmente non contano le calorie, l’organismo inizia ad aumentare le proteasi, così il loro potere saziante si riduce. Accade così che inconsapevolmente aumenta anche l’introduzione di cibo. Più passa il tempo e più il nostro deficit calorico si riduce e si arriva a fine corsa, abbiamo raggiunto un bello stallo metabolico, la fame si fa sentire e se riprendiamo a mangiare, ingrassiamo di nuovo. Insomma quella che sembrava la miglior dieta del mondo, si rivela fallimentare come tutte le altre rischiando anche di creare disequilibri soprattutto ai nostri reni. Dott.ssa Maria Celeste Paviglianiti · Biologa - Nutrizionista


BENESSERE


ALIMENTAZIONE

COLESTEROLO NOVE ALIMENTI PER RIDURLO Il deterioramento della condizione delle arterie causa il peggioramento del normale flusso sanguigno negli organi vitali nonché l’aterosclerosi ovvero la condizione patologica per cui sulle pareti delle arterie si formano le cosiddette ‘placche aterosclerotiche’ che formano un generico indurimento e perdita di elasticità delle pareti, ostruiscono il flusso sanguigno e interrompono l’elasticità della parete vascolare. Tra le complicanze più comuni si annoverano le malattie cardiache e l’insorgere di un’insufficienza cardiaca. Per la prevenzione ed il trattamento è necessario ridurre l’assunzione di cibi ricchi di colesterolo, mangiare frutta e verdura fresca e condurre uno stile di vita sano. Ma quali sono gli alimenti ed i cibi che aiutano a pulire in modo del tutto naturale le arterie? L’aglio è stato a lungo utilizzato nel trattamento di varie malattie cardiache e ipertensione. Numerosi studi hanno dimostrato come sia in grado di prevenire la formazione di placche aterosclerotiche sulle pareti delle arterie coronarie.

Tre bicchieri di succo di mirtilli rossi a settimana rimuovono inoltre efficacemente i depositi di colesterolo dalla superficie interna delle pareti vascolari e aumentano le capacità delle cellule di assorbire i grassi e di non accumularli nei vasi sanguigni. Anche i pomodori sono fondamentali per la ‘pulizia’ delle arterie. Alcuni scienziati coreani hanno dimostrato che i pomodori hanno un elevato contenuto di licopene che impedisce l’indurimento delle pareti delle arterie. Il licopene è un potente antiossidante che ha un effetto antitumorale e rallenta il processo di invecchiamento. Il suo consumo regolare riduce il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.

Nella lista degli alimenti che liberano le arterie dal colesterolo troviamo anche gli spinaci. Ricca fonte di potassio e acido folico prevengono l’ipertensione e la formazione di colesterolo e proteggono contro lo sviluppo dell’insufficienza cardiaca e contengono grandi quantità di luteina. Kiwi e melone sono anch’essi cibi noti per l’alto contenuto di antiossidanti, il loro consumo quotidiano, anche solo di poche quantità, consente di pulire rapidamente le arterie.

Un altro alimento molto importante è l’uva. Grazie all’elevato contenuto di un antiossidante, il resveratrolo, l’uva normalizza il metabolismo dei grassi nel corpo, riduce il rischio della formazione di placche aterosclerotiche, coauguli del sangue e previene anche lo sviluppo di malattie cardiache.

Anche il melograno rientra tra gli alimenti che impediscono lo sviluppo dell’aterosclerosi e rallenta l’indurimento dei vasi sanguigni. Infine l’avena ha un alto contenuto di fibra solubile che impedisce l’accumulo di colesterolo nell’organismo. Solo una o due tazze di pappa d’avena al giorno possono ridurre il livello di colesterolo nel sangue del 20%.

Molteplici studi medici hanno confermato le proprietà curative dell’olio d’oliva. Consumandolo regolarmente infatti l’accumulo di colesterolo nel sangue diminuisce.

Accanto ad una dieta prescritta da uno specialista dunque per ridurre il colesterolo è necessario introdurre, quando possibile, questi nove alimenti.

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ALIMENTAZIONE

QUESTIONE DI IODIO

IL CONSUMO OTTIMALE AVVIENE A TAVOLA Lo troviamo diffuso nell’ambiente in diverse forme chimiche. Lo iodio è presente nelle rocce, nel suolo e, per azione delle piogge e dell’erosione, viene trasportato dalle acque superficiali negli oceani. Presente nel mare si accumula nelle alghe, nei pesci e nei crostacei, mentre quello presente nei terreni viene assorbito dalle piante. Ma a cosa serve lo iodio? È un micronutriente essenziale presente nell’organismo umano in piccole quantità (15–20 mg) e concentrato quasi esclusivamente nella tiroide. Nel caso di insufficiente assunzione di iodio, la ghiandola tiroide non è in grado di produrre quantità sufficienti di ormoni tiroidei. Questo può portare, in tutte le fasi della vita, a manifestazioni cliniche chiamate nel loro complesso disturbi da carenza iodica. Se non si assume abbastanza iodio la conseguenza più conosciuta è il gozzo (l’ingrandimento della tiroide) ma si può arrivare anche a danni a carico del sistema nervoso centrale e periferico, per il cui sviluppo gli ormoni tiroidei sono essenziali. Di quanto iodio abbiamo bisogno? Per far sì che la tiroide funzioni in modo adeguato e produca le quantità necessarie di ormoni tiroidei è necessario che tutti assumano quotidianamente la giusta quantità (un adolescente o un adulto dovrebbero assumere 150 microgrammi di iodio al giorno). 2 4

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Le donne in gravidanza e in allattamento ne devono assumere di più per assicurare un normale sviluppo del bambino. Come possiamo assumere lo iodio? La fonte principale di iodio per l’organismo umano è rappresentata dagli alimenti, il cui contenuto è estremamente variabile: nei vegetali la sua presenza dipende dallo iodio presente nel terreno in cui vengono coltivati, mentre negli alimenti di origine animale dipende dallo iodio assunto dagli animali con l’alimentazione. Gli alimenti più ricchi di iodio sono i pesci di mare ed i crostacei. Anche uova, latte e carne ne contengono quantità importanti. Quantità minori sono contenute nei vegetali e nella frutta. Possiamo comunque aumentare l’assunzione di iodio con il sale arricchito di iodio al posto di quello comune. Una bella camminata in riva al mare inoltre può essere utile (ma non sufficiente) per apportare iodio all’organismo. La passeggiata in spiaggia influisce in minima parte nel nostro fabbisogno, la cui fonte principale è rappresentata, come detto, dall’alimentazione. Per un pieno di iodio dunque, si alle passeggiate al mare in grande quantità associate però al sale iodato, pesce, crostacei, frutti di mare e latte.


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BOCCA SANA PER IL TUO CANE I consigli per una buona igiene orale La bocca del cane non è solo un organo di masticazione ma è sede di recettori olfattivi e di esplorazione dell’ambiente. Funziona anche da organo di termoregolazione permettendo lo scambio dell’aria, per ridurre la temperatura corporea durante la respirazione. La salute della bocca dei nostri amici ‘a quattro zampe’ è quindi determinante per il loro benessere. All’interno, ciò che risulta evidente e caratteristica è la dentatura che nel cane fino ai 6/7 mesi è formata da 28 denti, distribuiti tra la mascella superiore e la mandibola inferiore. Durante questo primo periodo di vita i denti da latte (decidui) lasceranno il posto a quelli da adulto (permanenti) che saranno aumentati di numero (42 in totale) poiché eromperanno i molari che nel cucciolo mancano. Piccola curiosità. Il cambio dei denti spesso risulta ‘invisibile’ al proprietario, che, raramente, si accorgerà della caduta, perché poco e brevemente sanguinolenta, e inoltre il cucciolo facilmente li ingoierà (senza alcun pericolo). I denti si impiantano nelle branche ossee della mascella e della mandibola che risultano coperte da una mucosa rosea, la gengiva, che mantiene ben coperta la base del dente. Essendo anche organo di esplorazione, la bocca viene a contatto con tanti agenti estranei anche ricchi di batteri pertanto il mantenimento della sua igiene è un compito da non sottovalutare. 2 8

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La pullulazione di batteri, la predisposizione di razza (per conformazione particolare della dentatura) associata ad un’acidità della saliva possono rappresentare il campanello d’allarme di patologie di diversa gravità. Tra le più comuni: gengivite, parodontite, stomatite o addirittura tumori. In generale queste patologie portano anche una forma di alitosi spesso maleodorante. Ma come affrontare la profilassi della cavità buccale? Lavare i denti al nostro cane può diventare una regola di base che ritarderà la deposizione della placca, causa delle prime fastidiose gengiviti. Se non quotidianamente, almeno due volte a settimana. Si possono anche somministrare alcuni stick o crocchette formulate appositamente che il veterinario saprà suggerire. Fondamentale inoltre ispezionare regolarmente, almeno due volte l’anno, il cavo orale, magari con l’aiuto del proprio medico veterinario, perché con l’avanzare dell’età sarà piuttosto difficile che il nostro cane non subisca, comunque, la deposizione di quella fastidiosa placca che se valutata per tempo, ed, eventualmente trattata con gli apparecchi ad ultrasuoni, non evolverà nel temibile tartaro. Ricordate, una bocca sana aiuta a mantenere il benessere del nostro miglior Amico!


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BENESSERE

VINOTERAPIA

Uva e mosto alleati del benessere della pelle Acini, succo, mosto e vinaccioli. Di un grappolo d’uva, nella vinoterapia, non si butta via proprio niente. Dai massaggi a base di mosto fino ai bagni nel vino e persino nello champagne, la vinoterapia, da circa trent’anni, continua ad attestarsi sempre di più come pratica di benessere, soprattutto nei paesi produttori di uva. E l’Italia non resta indietro. Le origini dei trattamenti a base di vino hanno radici lontane: pare che già Cleopatra e Lucrezia Borgia, pur non conoscendo i polifenoli e le loro proprietà antiossidanti, custodissero questi segreti di bellezza. Come pratica estetica la vinoterapia nasce in Francia negli anni ’90, nella zona di Graves vicino a Bordeaux dalla collaborazione tra Mathilde Cathiard, figlia dei proprietari dei vigneti Chateaux Smith Haut-Lafitte e il professore Joseph Vercauteren, ricercatore specializzato nello studio dei polifenoli, che ha scoperto l’efficacia contro i radicali liberi dei flavonoidi.

degli ingredienti che si formano durante la fermentazione: fitoalessine, bioflavonoidi, acidi organici e polifenoli. Grazie alla presenza di polifenoli – antiossidanti in grado di aiutare il corpo a contrastare la formazione di radicali liberi – l’uva ha un’azione rassodante sulla pelle e le dona elasticità e levigatezza. Inoltre il mosto, applicato sulla pelle, ha un effetto esfoliante in grado di purificarla e donarle una nuova luminosità. La vinoterapia si sta diffondendo velocemente nelle località “vitivinicole” e molte strutture turistiche, anche in Italia, ormai offrono trattamenti a base di uva e vino. Ciononostante non esiste ancora un’associazione di riferimento per questi trattamenti e prima di cominciare un trattamento è bene conoscere, quantomeno, la serietà di chi lo propone.

Nacque così una prima linea di prodotti cosmetici che sfruttava le proprietà antiossidanti e anti-età dell’uva.

I vini maggiormente utilizzati per i trattamenti sono il Lambrusco (ricco di minerali), il Cabernet e il Merlot che aiutano a eliminare le cellule morte, il Sauvignon e il Chianti che, con le loro proprietà calmanti e rilassanti, vengono utilizzati soprattutto per i massaggi.

Da allora la vinoterapia ha trovato sempre maggiori applicazioni, anche grazie alla miscelazione del vino e dell’uva con altre sostanze, come il limone o alcune erbe aromatiche.

Ovviamente, pur essendo trattamenti naturali, gli allergici o i soggetti con problemi dermatologici dovrebbero prima consultare il medico, per conoscere gli eventuali effetti collaterali dei trattamenti.

Il principale beneficio della vinoterapia nella cosmesi deriva soprattutto dalle proprietà rassodanti e antiage dell’uva e

Francesco Rando · Sommelier - Degustatore

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BENESSERE

LA SINDROME DEL NIDO VUOTO Quando i figli escono di casa All’interno del ciclo di vita di una famiglia, l’uscita di casa dei figli è un momento di passaggio, spesso carico di difficoltà e paure, ma può rappresentare anche una possibilità evolutiva in quanto da una parte il nucleo originario diventa un trampolino di lancio per i figli, dall’altra offre la possibilità alla coppia di reinvestire nel proprio progetto di vita coniugale. I compiti che spettano al giovane adulto sono essenzialmente due: il primo si concretizza nella definizione di un progetto di vita e il secondo nel portare a termine il proprio processo di individuazione, in modo da potersi separare dalla famiglia continuando però a nutrire un senso di appartenenza nei suoi confronti. Con l’espressione sindrome del nido vuoto si definisce quel particolare stato psicologico che si manifesta nei genitori nel momento in cui i propri figli, per vari motivi, lasciano la loro abitazione, il nido appunto. Questa fase del ciclo di vita è particolarmente delicata in quanto la madre e il padre si trovano ad affrontare improvvisamente una situazione di solitudine e abbandono, a vivere in una casa che per molto tempo hanno condiviso con i loro figli. Si sperimenta quel senso di vuoto, una sorta di ferita emotiva che può addirittura creare meccanismi disfunzionali tra genitore e i loro figli. Con l’uscita di casa dei giovani, i genitori hanno bisogno di reinvestire nella coppia. È proprio in questa fase che si verifica il passaggio da coppia genitoriale a coppia coniugale. La casa si svuota e i partner si ritrovano insieme, nonostante mantengano il ruolo genitoriale non più centrale come quando il figlio era più piccolo e richiedeva più cure. La coppia ha bisogno di ritrovarsi, di coltivare una nuova dimensione di intimità emotiva e fisica, di condividere nuovi tempi e spazi. I partner infatti, impegnati fino a quel momento nel loro 3 2

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ruolo genitoriale, hanno, per tanti anni, vissuto la sfida del doppio accudimento, verso il figlio e verso il partner, che potrebbe generare non poche difficoltà specialmente nella vita di coppia. Nel corso degli anni, infatti, i partner potrebbero identificarsi per lo più nel proprio ruolo genitoriale mettendo la propria individualità e i propri bisogni in secondo piano, vivendo principalmente in funzione dei bisogni dei figli e faticando a coltivare un proprio spazio. Parallelamente, i genitori, oltre a dover ritrovarsi come coppia, dovrebbero aiutare i propri figli a svincolarsi da loro, fungendo da trampolino di lancio. Il loro compito è quello di incoraggiare i figli a perseguire il proprio progetto di vita autonomo. Questo aiuto si dovrebbe concretizzare sia al livello materiale, ad esempio offrendo supporto economico durante il periodo degli studi, sia al livello psicologico, riconoscendo ai figli la condizione adulta e la loro autorità individuale. Questo perché i figli hanno la necessità di essere riconosciuti nella loro capacità autonoma di dirigere la propria vita, di definire le proprie priorità, di scegliere. Questo non significa certo l’interruzione dei rapporti familiari, ma una riorganizzazione di essi, con relazioni che siano maggiormente “alla pari”, fra adulti. In questa nuova organizzazione familiare però non dovrebbe mancare la possibilità per i genitori di restare un importante punto di riferimento, nonostante l’indipendenza dei figli e per questi ultimi l’occasione di sperimentarsi in un modo nuovo e più responsabile. Dott.ssa Arianna Plutino Specialista Mente&Relazioni


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SPORT

ELETTROSTIMOLAZIONE MUSCOLARE La nuova frontiera del fitness Per tornare in forma, niente più lunghe sedute in palestra, spesso impossibili per chi ha una vita frenetica. Con il sistema di allenamento EMS bastano infatti soli 20 minuti per rimodellare il proprio corpo e riacquistare la forma fisica.

EMS significa Elettro Stimolazione Muscolare, ovvero la possibilità di ottenere un allenamento completo del corpo grazie all’utilizzo di un’apparecchiatura che genera una leggera corrente ad impulsi: una tipologia di elettrostimolazione muscolare che coinvolge, in una sessione, ben 300 muscoli e il 90% delle fibre muscolari. Più del doppio rispetto a un allenamento tradizionale e in meno di metà tempo. Soli 20 minuti di seduta, infatti, equivalgono a circa due ore di palestra. La tecnologia EMS è riconosciuta in tutto il mondo per i suoi benefici e viene utilizzata da più di 30 anni nel campo della riabilitazione e fisioterapia. 3 4

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Nell’ultimo decennio il suo utilizzo si è esteso anche agli atleti professionisti, fino a diventare l’ultimo grido in fatto di fitness. Grazie agli elettrodi posizionati su una tuta specifica che agisce direttamente sulla pelle, i muscoli vengono stimolati a contrarsi. E il risultato è uguale al movimento effettivo. Ideale per tornare in forma in poco tempo. La stimolazione così profonda delle fibre muscolari di tutto il corpo va a compensare ciò che nell’allenamento classico si ottiene con la durata dell’esercizio stesso. Infatti, la stimolazione EMS di tutti i principali gruppi muscolari (abbinata ad esercizi anche complessi, a corpo libero o con piccoli attrezzi) permette di poter tranquillamente affermare che 20 minuti di allenamento EMS rappresentano l’equivalente di due o più ore di palestra: questo perché è il tempo che occorrerebbe per effettuare un allenamento total body così completo.


Non solo. Proprio per verificare questo assunto, sono state effettuate ricerche e sperimentazioni anche su atleti professionisti e queste hanno dimostrato che prolungare l’attività EMS alla massima intensità oltre 20 minuti comporta un affaticamento così alto da necessitare di lunghi tempi di recupero, rendendo così svantaggiosa questa ipotesi. Senza contare che i rischi di infortuni muscolari si amplificano: che è l’esatto opposto di quanto si vuole e si può ottenere con un allenamento mirato e adatto.

Inoltre, grazie al coinvolgimento di un’altissima percentuale delle fibre muscolari, si ottiene l’importante risultato dell’innalzamento del metabolismo basale: significa che le fibre muscolari attivate dall’EMS, continuano a consumare anche a riposo – fattore di grande aiuto nel caso di strategie mirate al dimagrimento. Ecco perché chi si allena con l’EMS non assiste a un drastico calo di peso, ma alla trasformazione della massa grassa in massa magra (massa muscolare) che è l’effetto più utile e auspicabile per ottenere una buona salute e forma fisica.

Una prerogativa unica dell’elettrostimolazione è la possibilità di poter variare sia l’intensità, sia la frequenza degli stimoli applicati. Infatti, a frequenze diverse corrisponde il reclutamento di fibre muscolari dalle caratteristiche differenti.

L’allenamento EMS è in grado inoltre di migliorare il tono muscolare portando benefici posturali in meno tempo rispetto all’allenamento tradizionale. Infatti aumentando gli stimoli elettrici che attraversano già le fibre muscolari in movimento, permette di ottenere gli stessi risultati sforzando di meno le articolazioni. Un sistema utile per migliorare la circolazione sanguigna e linfatica, e diminuire il mal di schiena e le contratture: infatti, nel ravvivare la tonicità naturale del corpo, l’elettrostimolazione svolge un ruolo di primaria importanza nel migliorare la qualità della vita, eliminando i problemi tipici dell’eccessiva sedentarietà (compresi opacità dei tessuti e osteoporosi).

Le fibre lente di tipo I (quelle che intervengono maggiormente nelle attività di resistenza), sono attivate a basse frequenze e si applicano a soggetti che mirano a dimagrire, in abbinamento a esercizi di media/lunga durata, o all’allenamento di tipo cardio (ellittica o runnar). Invece, le fibre intermedie o veloci di tipo II reagiscono a frequenze più alte: queste sono più adatte per i soggetti che vogliono sviluppare il tono muscolare e la forza, e sono abbinate a esercizi più brevi e più intensi. Tutto ciò consente di effettuare un allenamento estremamente personalizzato, perché in base agli obiettivi si può scegliere che tipo di frequenza applicare. È possibile inoltre strutturare un allenamento misto tra le due attività: solo in questo caso e solo per utenti esperti ed allenati è possibile ipotizzare un allenamento più lungo (anche di 30-40 minuti); ma questa è l’eccezione, non la regola.

Ma non è tutto: grazie da un allenamento totalmente personalizzato per curare le singole problematiche, l’EMS è un’interessantissima soluzione anche per la riabilitazione dopo traumi, o incidenti. Il potenziamento degli stimoli elettrici del corpo provenienti dall’allenamento è straordinariamente utile in caso di riabilitazione motoria: infatti, ne accelera l’efficacia e ne migliora il risultato. Grazie a diversi livelli di intensità e a specifiche modalità di esercizio, si possono allenare in maniera mirata i muscoli e le aree del corpo interessate: gli impulsi elettrici vanno così a stimolare dove necessario, accelerando e ottimizzando il recupero.

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SPORT

SPORT ELETTRONICI ALLE OLIMPIADI? Il futuro del gaming passa dagli eSports

Videogiochi alle Olimpiadi? Tutto è possibile. Anzi, la possibilità di vedere realizzato il sogno per i milioni di giocatori degli eSports è più che probabile.

I giochi eventualmente inclusi alle Olimpiadi saranno i videogames di sport come calcio, pallacanestro, rugby e quelli di simulazioni di guida.

In realtà nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere i videogames alle Olimpiadi, eppure pare proprio che potrebbe accadere, ma secondo regole e restrizioni ben precise.

Il settore degli eSports rimane in costante crescita e la passione per milioni di adolescenti aumenta sempre più. I videogiochi rappresentano dunque anche il futuro delle competizioni sportive.

Gli eSports già da qualche tempo bussano alla porta del CIO, (Comitato Olimpico Internazionale) che finalmente ha aperto uno spiraglio.

Ma qual è la definizione di eSports? Gli sport elettronici sono competizioni di videogiochi di livello professionistico. Anche il calcio, non solo quello italiano, si è accorto del fenomeno eSports. Tanti sono i club infatti ad avere la propria squadra virtuale come Sampdoria, Genoa, Roma, Empoli, Cagliari, Pescara e Perugia.

Mentre Sony, Nintendo, Konami non vedono l’ora di realizzare il sogno, tutti attendono l’eventuale ingresso nella maggiore competizione sportiva mondiale che però non avverrà quasi sicuramente a Tokyo 2020 ma semmai alle Olimpiadi di Parigi 2024. Tra favorevoli e contrari dunque continueremo a vivere il dibattito. Lo spirito delle Olimpiadi e i suoi principi di base, infatti vanno assolutamente rispettati. Pace, uguaglianza di genere, onestà e sportività non si sposano molto bene con i gettonati killergames e con tutti gli altri giochi di violenza. 3 6

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Anche se le Olimpiadi sono conosciute per attività fisiche competitive come la ginnastica e il nuoto, negli ultimi anni l’organizzazione si è avvicinata sempre più al mondo degli eSports. Non rimane che attendere l’ingresso degli eSports nell’olimpo dello sport.


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M A G A ZINE

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#InCittà

SENTIERO DEL BRIGANTE: IL CAMMINO PER TUTTI

L’Aspromonte dà avvio al ‘Sentiero Italia’ Un suggestivo viaggio a piedi, dall’Aspromonte alle Serre, attraverso aree di grande interesse naturalistico, foreste rigogliose, torrenti impetuosi, ruscelli, cascate, paesaggi alpestri e mediterranei, insediamenti rurali e dimore nobiliari. Un’esperienza indimenticabile per la diversità dei contesti culturali, degli ambienti di vita e dei luoghi attraversati. Il Sentiero del Brigante è uno straordinario cammino sulle tracce di ribelli, briganti e fuggitivi di ogni epoca, in un territorio fortemente caratterizzato da identità e autenticità. Una inaspettata accoglienza in quella che, per troppo tempo, è stata considerata montagna aspra, ostile e impenetrabile. Chi lo attraversa ha il privilegio di avere lasciato le orme lungo l’ultima frontiera dell’escursionismo continentale, crocevia di popoli, baricentro del Mediterraneo. Il Sentiero del Brigante è l’itinerario per escursionisti di 120 km recuperato fisicamente e culturalmente dal GEA – Gruppo Escursionisti d’Aspromonte - alla fine degli anni ’80, individuato sul terreno con oltre 8.000 segnavia di colore rosso-bianco-rosso e sigla SB. Nel novembre del 2017 il Sentiero del Brigante è stato inserito nell’Atlante Digitale dei Cammini d’Italia del MIBACT. Si sviluppa lungo la linea di crinale, tra il Parco Nazionale dell’Aspromonte e il Parco Naturale Regionale delle Serre. 3 8

VIVIBENE

Ha inizio a Gambarie, in Aspromonte, e fine a Serra San Bruno o Stilo. La denominazione del sentiero, voluta dal GEA - Gruppo Escursionisti d’Aspromonte, è chiaramente evocativa, e lo diviene maggiormente se si approfondiscono le vicende che hanno caratterizzato la storia dell’estrema montagna meridionale. Lungo il cammino si susseguono designazioni toponomastiche che richiamano storie di ribelli e briganti. Il più celebre è il leggendario Nino Martino. Con la sua banda soggiornò a lungo in Aspromonte durante la seconda metà del secolo XVI. Soprannominato “Cacciadiavoli”, fu violento e feroce, anche se generoso con i deboli secondo la leggenda. Il brigante Sonnino, vendicatore di torti subiti, usava risalire fino ai boschi delle Serre durante le fughe. C’è poi Giuseppe Musolino, conosciuto come il “U’ re i l’Asprumunti”, è stato l’ultimo dei briganti. Il Sentiero del Brigante collega e mette in relazione, restituendo continuità e armonia al paesaggio rurale e montano attraversato, aree di grande interesse naturalistico, insediamenti rurali, centri abitati, foreste, emergenze architettoniche e archeologiche, dimore nobiliari, strutture fortificate. Si articola in nove tappe, tante quante sono le località con strutture d’accoglienza lungo il cammino o nelle sue immediate vicinanze. Il tracciato non presenta particolari difficoltà o pericoli.


Può essere percorso a piedi, in mountain bike o a cavallo, ed è indicato, in alcuni tratti, per le attività didattiche delle scolaresche. Vi si accede da più punti. Non è pertanto necessario recarsi a Gambarie, Serra San Bruno o Stilo per percorrerne un solo tratto. I caratteristici laghetti artificiali a Rumia, Zomaro, Mammola e Mongiana sono autentiche gemme che impreziosiscono il paesaggio. Indimenticabili sono gli scorci panoramici di cui si può godere percorrendo il sentiero. Tornando al nome Sentiero del Brigante, il brigantaggio tra Aspromonte e Serre è stato quel fenomeno che ha interessato la Calabria sin dall’epoca romana, ai tempi di Spartaco (Misasi, 1900). Il termine “brigante” è stato utilizzato in maniera abbastanza estesa, e se per briganti s’intendono anche semplici sbandati, violenti, autori di saccheggi, scorribande e ribellioni, allora l’intero territorio aspromontano, fino alle Serre, conserva molte tracce che nel corso degli anni, in base ad evidenze storiche o solo per leggenda, ci parlano di briganti. I boschi e le campagne dell’Aspromonte erano il rifugio più sicuro per i briganti, che in questi luoghi vivevano, con sistemazioni di fortuna, tra un assalto e l’altro. Così racconta Spanò Bolani: “Assassinamenti ed eccessi eran pervenuti a tale per tutta la provincia di Calabria, che sollevarono l’indignazione del governo, ed il viceré finalmente vide quanto fosse necessario dare efficaci provvedimenti perché le comitive dè banditi fossero distrutte”. Non è facile risalire con esattezza a quanti fossero i gruppi di briganti tra l’Aspromonte e le Serre, ma sicuramente si trattò di numerose bande, il più delle volte capeggiate da nomi che passarono alla storia. Anche dopo la fine del brigantaggio postunitario, vicende come quelle del celebre brigante Musolino,

“Re dell’Aspromonte” o del brigante Sonnino, furono oggetto di approvazione e simpatia popolare. Dal centro dell’Aspromonte invece, fino a tutta la parte settentrionale, si muoveva nel XVI sec. il brigante Nino Martino. Alcuni luoghi portano il suo nome, mentre la sua figura è ancora viva nella leggenda e nel ricordo popolare. Ne parla Spanò Bolani, con particolare enfasi per le sue scorribande e per i mezzi che l’autorità impiegò per sconfiggere il brigante e la sua banda. Nei primi anni del XIX sec., in piena occupazione francese, si muoveva il brigante Francesco Moscato originario di Vazzano detto “Bizzarro”. Così riportano le “Notizie Storiche Documentate sul brigantaggio nelle provincie napoletane” di Marc Monnier: “…né boschi e nelle montagne di Mongiana, nell’Aspromonte e nelle foreste lungo il Rosarno scorrazzava il bizzarro…”. Il Sentiero del Brigante fa parte del Sentiero Italia, uno dei percorsi escursionistici più lunghi del mondo: con oltre 7000 chilometri. L’intero Sentiero Italia Cai si identifica nella segnaletica che lo traccia, uniformata da cartelli segnavia colorati di rosso-bianco-rosso, così come il Sentiero del Brigante. Le sezioni del Club Alpino Italiano sono al lavoro per valorizzare i tratti di loro competenza. Si tratta di circa 400 tappe che uniscono le Alpi agli Appennini, utilizzando per lo più alcune grandi vie sentieristiche già pre-esistenti: la Grande Traversata delle Alpi in Piemonte, lunga circa 1000 km; l’Alta Via dei Monti Liguri in Liguria (44 tappe per oltre 400 km); le 28 tappe della Grande Escursione Appenninica in Toscana e in Emilia Romagna (425 chilometri); e il Sentiero del Brigante in Calabria, con le sue nove tappe (120 km di lunghezza). Tour Virtuale: www.sentierodelbrigante.it

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