VIVI BENE - Numero 14 - 2019

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EMOFILIA Il dott. Sottilotta a Vivi Bene: VIVI BENE · Trimestrale di salute e benessere · Testata registrata al Tribunale di Reggio Calabria n. 4/2016 · Anno IV - Settembre 2019

“Genitori, abbiate fiducia”

RAPPORTO SCUOLA FAMIGLIA Parola all’esperto: “Alleatevi con gli insegnanti”

PEPPE PIROMALLI “Si può vivere di sogni”

ACNE I CONSIGLI DEL

DERMATOLOGO

ANALISI DEL CAPELLO E CUOIO CAPELLUTO Prenota ora il tuo check-up gratuito


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#InFarmacia

ANALISI DEL CAPELLO E CUOIO CAPELLUTO. PRENOTA IL TUO CHECK-UP GRATUITO SALUTE

EMOFILIA, FUTURO SEMPRE PIÙ ROSEO. IL DOTT. SOTTILOTTA A VIVI BENE: “GENITORI, ABBIATE FIDUCIA”

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10 ACNE, COME CURARLA? I CONSIGLI DEL DERMATOLOGO ························································································································ 12 VERTIGINE PAROSSISTICA POSIZIONALE BENIGNA. SINTOMI, CAUSE E RIMEDI ························································································································ 14 RIAPRONO LE SCUOLE. IL DECALOGO DELLA SIOT PER UNA CORRETTA POSTURA SUI BANCHI

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RAPPORTO SCUOLA-FAMIGLIA. PAROLA ALL’ESPERTO: “ALLEATEVI CON GLI INSEGNANTI”

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18 DENTI PIÙ BIANCHI? OGGI SI PUÒ. TRATTAMENTO, RISULTATI E CONSIGLI ························································································································ 20 OTTOBRE MESE DELLA VISTA. CONTROLLI GRATUITI PER TUTTI ························································································································ 22 POSTURA SCORRETTA IN UFFICIO E AL PC? ECCO 7 BUONI CONSIGLI 24 26

L’INTERVISTA

PEPPE PIROMALLI E LA SUA ‘INSONNIA’ PER L’ARTE: “SI PUÒ VIVERE DI SOGNI” ALIMENTAZIONE

RIENTRO A SCUOLA: LA RICETTA GIUSTA PER RIPARTIRE? UNA COLAZIONE DA ‘CAMPIONE’

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CIBI BIO. PRO E CONTRO. FANNO DAVVERO BENE ALLA SALUTE? BENESSERE

32 VIAGGIARE FA BENE. APRE LA MENTE E ARRICCHISCE NOI STESSI ························································································································ 34 CONNESSI O DISCONNESSI? QUESTO È IL PROBLEMA LA GABBIA DEI SOCIAL DA CUI È IMPOSSIBILE (O QUASI) USCIRNE

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VIVIBENE

SPORT

WUSHU KUNG FU. L’ARTE MARZIALE CHE AIUTA CORPO E MENTE PAROLA ALL’ESPERTO: “AIUTA A GESTIRE LE EMOZIONI” #InCittà

BIKE SHARING. REGGIOINBICI FA VIVERE MEGLIO E PIÙ A LUNGO A POCHI MESI DALL’AVVIO, PROVA DI CIVILTÀ SUPERATA?


EDITORIALE

IL DIETRO LE QUINTE DEL PROGETTO VIVI BENE VIVI BENE Trimestrale di salute e benessere Testata registrata al Tribunale di Reggio Calabria n. 4/2016 Anno IV - Settembre 2019 Editore Farmacia Fata Morgana dei Dottori Elvira Caridi e Mario Pulitanò Caridi s.n.c. Via Osanna, 15 · 89127 Reggio Calabria www.farmaciafatamorgana.it Direttore Responsabile Vincenzo Comi Farmacia Fata Morgana Hanno collaborato: Dott.ssa Giovanna Barillà Dott. Mario Pulitanò Caridi Dott.ssa Consuelo Ieracitano Dott. Fortunato Nato Dott.ssa Maria Teresa Piane Dott.ssa Mària Ribera Dott.ssa Annamaria Russo Dott.ssa Antonella Siciliano Redazione: Antonella Chirico Pasquale Romano Contributi di: Dott. Antonio Balestrieri Dott.ssa Maria Muscolo Dott.ssa Maria Celeste Paviglianiti Dott.ssa Giusy Pavone Dott. Demetrio Plutino Dott. Giuseppe Quattrone Dott. Antonio Virduci Grafica KGMarketing · www.kgmarketing.it Pubblicità KGMarketing direzionekgmarketing@gmail.com 347.0942756

di Mario Pulitanò Caridi Vi sarà capitato di incrociare uno di quei programmi in cui si spiegano i trucchi utilizzati al cinema per dare l’impressione che sullo schermo si palesi un dinosauro all’inseguimento del malcapitato protagonista o il supereroe che volteggia tra i grattacieli della città. Sono i cosiddetti backstage o “dietro le quinte”. Voglio darvi il benvenuto al nuovo numero della rivista proprio raccontandovi il lavoro necessario per farla nascere e con l’occasione intendo ringraziare tutti coloro che partecipano al risultato finale. Vi farò entrare quindi nel ‘dietro le quinte’ di Vivi Bene. Cominciamo dalla prima tappa: durante le riunioni in redazione decidiamo quali saranno gli argomenti da trattare esaminando ogni idea. Gli spunti vengono dalle fonti più disparate, dalle attuali notizie giornalistiche alle iniziative presenti sul territorio tenendo anche conto del periodo stagionale in cui la rivista è destinata ad essere distribuita. Fortunatamente il foglio bianco con cui partiamo ci mette sempre poco tempo a riempirsi di idee! A questo punto entrano in gioco coloro cui viene assegnata la stesura degli articoli ed il primo riconoscimento desidero darlo proprio ai nostri farmacisti che con entusiasmo si cimentano nel compito niente affatto facile di scrivere gli articoli sugli argomenti di maggiore interesse. Preziosa è anche la collaborazione dei giornalisti. Particolarmente graditi sono poi i contributi da parte di professionisti di vario genere che offrono spunti interessanti nel mondo della salute, benessere, alimentazione etc...

Scatta così l’ora ‘X’, lo psicodramma della “chiusura” del numero e la frenesia di consegnare in tempo il testo dell’articolo a cui segue la sua correzione. Il direttore, Vincenzo Comi, si trova nella condizione del maestro di scuola che sollecita gli alunni a consegnare in tempo per il suono della campanella il compito assegnato. Prezioso e certosino è il lavoro di chi deve decidere come impaginare ed impreziosire testo e immagini. Domenico Latella è il responsabile di questo lungo lavoro con tutte le ricerche da fare per decidere quali sono le fotografie più adatte. È il “sarto” capace di rendere più bello e piacevole ogni articolo. Delicato è il lavoro di marketing: indispensabile perché altrimenti non riusciremmo ad offrirvi gratuitamente la rivista. È proprio grazie a quel lavoro di gestione delle inserzioni pubblicitarie svolto instancabilmente da Giovanni Modaffari che paghiamo le spese necessarie alla sua pubblicazione. Sono tanti i vincoli che ci siamo autoimposti e ai quali non vogliamo derogare. Una responsabilità in più per Fabio Polimeno, direttore della KG Marketing, l’agenzia che si occupa dell’intero lavoro, che funge da papà di questo progetto al pari di chi vi scrive e del suo direttore. I vincoli riguardano la assoluta libertà che la rivista deve avere nella decisione di ciò che si deve scrivere e sul come debba essere scritto, e quindi nessun inserzionista, per quanto generoso e di nostra fiducia, può sostituirsi nelle scelte editoriali. È importante il contributo economico ma ancora di più lo è il selezionare, ed escludere, tutti gli inserzionisti i cui prodotti non corrispondono ai nostri standard qualitativi. Tutto questo per non tradire la vostra fiducia. Ecco quindi i segreti di Vivi Bene: non mi resta che augurarvi... Buona Lettura!

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#HAPPINESSALUTE

TEMPO DI BILANCI: VIVI BENE E LE SUE STAGIONI D’ORO

di Vincenzo Comi

Vivi Bene giunge al suo 14esimo numero. Quello che inizialmente poteva apparire come uno ‘svago’ editoriale diventa concretamente ad oggi un vero e proprio progetto di comunicazione attorno al quale gravitano giornalisti e professionisti del mondo della salute e del benessere, pronti a fornire consigli utili e adatti a tutti. In un battito di ciglia Vivi Bene è diventato punto di riferimento per giovani e meno giovani desiderosi di essere sempre aggiornati. Alimentazione, salute, benessere, sport, cosmesi, estetica e tanto altro. Il trimestrale di salute e benessere reggino ha offerto in questi tre anni e mezzo un ventaglio di informazioni a 360°. E così dalla primavera del 2016 sono stati stampati ben 13 numeri, contattati centinaia di dottori ed esperti del settore, distribuite migliaia di riviste. In questi anni il team di Vivi Bene ha prodotto oltre 250 contenuti tra interviste, approfondimenti, inchieste ed articoli. Da una distribuzione locale, Vivi Bene ha così oltrepassato i confini regionali grazie a collaborazioni esterne con esperti medici delle migliori cliniche e strutture ospedaliere italiane.

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Il contenitore di idee (ci piace chiamarlo così) si appresta adesso ad un nuovo giro di boa settembrino ed è pronto ad accogliere proposte, suggerimenti, consigli e spunti dagli stessi lettori. Vivi Bene continuerà ad essere distribuito, sempre in forma gratuita, nelle migliori cliniche private, all’interno degli ambulatori di Reggio Calabria e della sua provincia, nei caffè ber, negli studi medici e all’interno del GOM – Grande Ospedale Metropolitano. Con oltre 100 mila copie distribuite sul territorio permangono ad oggi le copie di Vivi Bene dentro le case di reggini che continuano a sfogliare i precedenti numeri (ancora utili) con contenuti sempreverdi. Il merito delle 13 ‘stagioni d’oro’ di Vivi Bene è del dott. Mario Pulitanò e del suo team di farmacisti, dell’agenzia KG Marketing che ha ideato e confezionato il prodotto, della squadra di giornalisti e collaboratori che ho l’onore di guidare e dei tanti professionisti che mettono a disposizione le proprie conoscenze. Anche questo numero è stato creato e ‘cucito’ con l’idea di fornire informazioni chiare, semplici e dirette toccando con mano tematiche ai più sconosciute. L’obiettivo è quello di trasmettere dati e notizie per ‘vivere bene’ nella consapevolezza che il nostro corpo è l’unico posto in cui dobbiamo vivere e per questo è necessario, sempre più, prendercene cura.


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#InFarmacia

ANALISI DEL CAPELLO E CUOIO CAPELLUTO Prenota ora il tuo check-up gratuito Con la fine della bella stagione, i nostri capelli meritano un’attenzione in più. La Farmacia Fata Morgana offre ai propri clienti un nuovo servizio che permette di effettuare tutti i giorni l’esame del cuoio capelluto. Partendo da un’analisi accurata e totalmente gratuita, un professionista specializzato individuerà il trattamento specifico a seconda delle differenti esigenze, indicando così una soluzione pratica ed efficace per curare e valorizzare i capelli. Le nostre chiome, infatti, sono il miglior ornamento di un volto e la bellezza deriva solo ed esclusivamente dallo stato di salute del cuoio capelluto che spesso viene rovinato per incuria o per le ‘troppe cure’ talvolta inappropriate. Il capello è una parte fondamentale della cura di una persona, e bisogna valutarne sempre sia l’aspetto estetico che quello salutare, come la caduta o la calvizia, di natura genetica o legati a qualche patologia specifica. Per questo, conoscere i propri capelli è molto importante per poterli mantenere in ottima forma. Tutto ciò consente anche di scegliere il trattamento più appropriato al fine di valorizzarli, evitando al tempo stesso di incorrere in patologie e prevenirne la caduta. Sottoporsi ad un’analisi permette di individuare patologie o fastidi legati allo stato del cuoio capelluto e trovare la cura più indicata. 6

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Anche la scelta dello shampoo o del balsamo da utilizzare quotidianamente, ad esempio, non deve essere casuale ma piuttosto consapevole e può avere ripercussioni sui nostri capelli. L’analisi del cuoio capelluto è dunque un esame che consente di verificare lo stato di salute dei nostri capelli e sottoporsi ad una analisi del capello significa, nella maggioranza dei casi, risolvere in maniera preventiva eventuali problemi. Usufruire del servizio di analisi del capello e cuoio capelluto è semplicissimo. È possibile prenotare il test direttamente in Farmacia o telefonare al numero 0965.24013. Il nostro staff vi ricontatterà per fissare un appuntamento nel giorno ed orario più comodo fornendovi tutte le istruzioni sull’eventuale preparazione che l’esame richiede. Presso la Farmacia Fata Morgana troverete poi il personale qualificato che eseguirà l’esame fornendovi il risultato in tempo reale. La prenotazione è obbligatoria.

R ESTA AGG I O R NATO Consulta la nostra pagina Facebook o il sito web www.farmaciafatamorgana.it per tutte le novità del reparto dermocosmetico!



SALUTE

Emofilia, futuro sempre più roseo

Il dott. Sottilotta a Vivi Bene: “Genitori, abbiate fiducia”

di Vincenzo Comi - “L’emofilia è una malattia emorragica ereditaria causata da una mutazione genetica presente sul cromosoma X”. La definizione su questa malattia rara ci viene data dal dott. Gianluca Sottilotta, dirigente medico del Centro Emofilia del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. Ai microfoni di Vivi Bene analizza lo stato attuale di una patologia che colpisce quasi esclusivamente i maschi. “L’emofilia può essere suddivisa in Emofilia A quando ad essere carente è il Fattore VIII della coagulazione, ed Emofilia B quando la carenza riguarda, invece, il Fattore IX. A secondo dei livelli circolanti di Fattore VIII o IX distinguiamo inoltre una emofilia grave, moderata o lieve”. La carenza dei fattori della coagulazione determina un malfunzionamento dei meccanismi di emostasi, ovvero di quelle funzioni del sistema coagulativo che hanno il compito di arrestare l’emorragia: pertanto i pazienti con emofilia possono andare incontro ad emorragie, con probabilità e gravità maggiore soprattutto nei soggetti con emofilia grave.

Sin dalla nascita il paziente emofilico, soprattutto nei casi di emofilia grave, è dunque esposto alle emorragie che si possono manifestare, già dal primo anno di vita, con ecchimosi cutanee diffuse, ematomi muscolari o rigonfiamenti, causate da sanguinamenti all’interno delle articolazioni, per lo più ginocchia, caviglie e gomiti. L’evento emorragico caratteristico dell’emofilia è dato dall’emorragia intra-articolare (emartro) che tende a recidivare nella stessa articolazione e quindi con il passare del tempo, se non adeguatamente trattato, causare un quadro di grave artropatia. “In genere i genitori scoprono la malattia del proprio figlio quando il bambino comincia a gattonare ed i traumi delle ginocchia sul pavimento determinano gonfiori e lividi”. La trasmissione avviene con una modalità ereditaria chiamata eterocromosomica recessiva: questo spiega perchè la malattia si manifesta solo nei maschi mentre le donne possono essere portatrici sane. La prevalenza dell’emofilia è di un caso ogni 10.000 nati, per l’Emofilia A, che è dunque il tipo più diffuso, ed un caso ogni 30.000, per l’Emofilia B . Ma quale la cura per i soggetti emofilici? Attualmente non esiste una cura che consenta la guarigione dall’emofilia, ma vi sono delle terapie molto efficaci per la prevenzione o il trattamento degli episodi emorragici: queste consistono nella somministrazione al bisogno o in profilassi, per via endovenosa, dei concentrati del fattore carente, 8

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derivati dal plasma oppure detti ricombinanti, ossia ottenuti con tecniche di ingegneria genetica. In atto vi sono studi mirati alla correzione del difetto genetico mediante vettori virali ma ancora è necessario del tempo per la commercializzazione di queste terapie. È vero però, che il trattamento in profilassi, che consiste nella infusione di concentrati sin dal primo anno di vita, 1, 2 o 3 volte a settimana, ha consentito di limitare la comparsa di eventi emorragici e quindi l’insorgenza dell’artropatia emofilica nei pazienti nati nell’ultimo ventennio, ovvero da quando questa terapia è stata utilizzata su larga scala. L’uso dei ricombinanti ha inoltre azzerato i casi di trasmissione di virus epatitici e dell’HIV, avvenuto in passato a causa dell’utilizzo di concentrati prodotti da sacche di sangue poi risultate purtroppo infette. “Da circa un anno ci sono in commercio prodotti di nuovissima generazione che attivano la coagulazione, prevenendo le emorragie, senza utilizzo di concentrati di fattore VIII – spiega il dott. Sottilotta - Gli studi su questa patologia hanno fatto, in questi ultimi anni, passi da gigante e hanno permesso una maggiore serenità alle tante famiglie che devono affrontare il problema dell’emofilia. Sappiamo bene come il primo impatto con la diagnosi di emofilia all’interno di qualsiasi famiglia è devastante, ma ormai non deve più spaventare come accadeva in passato. Consiglio di affidarsi ad un centro specializzato nella diagnosi e trattamento delle malattie emorragiche e di seguire attentamente le istruzioni degli specialisti. Noi medici lavoriamo per non farvi sentire soli”. La gestione della patologia emofilica è attualmente considerata una “comprehensive care” ovvero una cura globale che riguarda cioè, non solo la terapia farmacologica vera e propria, ma coinvolge, oltre all’ematologo, numerose figure professionali, dall’ortopedico, allo specialista in malattie infettive, dal fisiatra allo psicologo, dall’infermiere al biologo. In questi ultimi anni al bambino emofilico è stato resa possibile l’attuazione della terapia di profilassi al proprio domicilio ed a praticarla è uno o entrambi i genitori abilitati alle infusioni da appositi corsi. La gestione medica dell’emofilia, non può prescindere dunque da un coinvolgimento della famiglia, perchè è proprio la famiglia a rappresentare il ‘mondo’ in cui il paziente cresce, ed è questa realtà ad essere maggiormente coinvolta dal punto di vista assistenziale e psicologico.


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SALUTE

ACNE, COME CURARLA?

I CONSIGLI DEL DERMATOLOGO di Antonella Chirico - È uno degli inestetismi cutanei più diffusi al mondo. Spesso si cerca di “nascondere” il problema ma in realtà è una vera e propria patologia e va trattata come tale. Stiamo parlando dell’acne: malattia della cute in cui vi è una produzione eccessiva di sebo che crea i tipici antiestetici brufoli.

“In particolare – spiega il dott. Giuseppe De Girolamo, responsabile del servizio di Dermatologia dell’Ospedale di Tropea - il follicolo pilifero (e la ghiandola ad esso abbinata) va ad intasare e ad infiammare i pori della pelle. Alla base della patologia vi possono essere diverse cause, anche se la più frequente è quella legata agli sbalzi ormonali. Vi è poi una predisposizione genetica all’acne ed infine lo stress che, insieme ai fattori ambientali e ad una eventuale infezione batterica, favoriscono l’insorgenza della malattia”. L’acne colpisce solo gli adolescenti? “La patologia è tipicamente giovanile. Colpisce sia maschi che femmine, tra i 12 e i 20 anni, localizzandosi soprattutto sul viso, tendendo a scomparire una volta terminato il periodo dei cambiamenti ormonali. Esiste poi una forma tardiva , meno frequente, che compare in età adulta. Colpisce di più le donne ed i fattori di rischio maggiori sono i cambiamenti ormonali e l’utilizzo di cosmetici e prodotti per la cura del viso non adatti al proprio tipo di pelle. L’acne disturba in prevalenza il viso, ma può comparire anche sul dorso e sul tronco; la terapia non cambia in relazione alla sede di localizzazione, ma è legata al tipo di acne da trattare. Più importante è la gravità del quadro acneico, più impegnativa e variegata sarà la cura. È necessario intervenire con tempestività 1 0

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per ridurre al minimo le cicatrici”. Per risolvere il problema dell’acne è necessario individuare per prima cosa la causa ed agire su questa. “Esistono buoni rimedi naturali per la cura di forme lievi. Tra questi: il tè verde, il gel d’aloe vera, la bardana e l’argilla. Va comunque ricordato che spesso occorre abbinare una terapia farmacologica”. L’acne può avere un’origine legata a stati psicofisici alterati? “Quando siamo sotto tensione il nostro organismo produce sostanze pro-infiammatorie, a loro volta in grado di indurre la formazione di tossine inquinanti per gli organi interni. Chi ne fa le spese, a livello superficiale, è la pelle che si appanna, diventa untuosa fino alla comparsa dei punti neri precursori dell’acne”. Esistono alcune azioni quotidiane per prevenire l’insorgenza dell’acne? “Consiglio di lavare il viso due volte al giorno con prodotti detergenti a base d’acqua e di utilizzare cosmetici non comedogenici, ovvero che non ostruiscano i pori. I cosmetici non vanno usati sempre, ma vanno fatte pause per far respirare la pelle. Il trucco va sempre rimosso prima di andare a dormire”. Per risolvere il problema molte persone si rivolgono all’estetista credendo sia sufficiente… “Ritengo che anche l’estetista qualificata possa concorrere, insieme al dermatologo, alla risoluzione dell’acne. Ricordando che ognuno deve svolgere esclusivamente il proprio ruolo”.


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SALUTE

VERTIGINE PAROSSISTICA POSIZIONALE BENIGNA Sintomi, cause e rimedi

La vertigine parossistica posizionale benigna è la più comune causa di vertigine periferica e, forse, la causa delle vertigini in assoluto. Si manifesta con vertigini ad insorgenza improvvisa, di forte intensità e di breve durata (10-30 secondi), scatenate da bruschi cambiamenti di posizione della testa come alzarsi, sdraiarsi o girarsi nel letto o ancora, guardare verso l’alto e spesso è accompagnata da nausea e vomito. La vertigine parossistica posizionale benigna (VPPB) insorge quando i “sassolini” di calcio (otoliti) normalmente posizionati in una parte dell’orecchio interno, chiamata utricolo, si staccano e vanno a depositarsi sopra le cellule sensoriali ciliate dei canali semicircolari, stimolandole violentemente e provocando così la vertigine. Cosa provoca la VPPB? La causa più comune è un trauma cranico avuto solitamente nelle 48-72 ore precedenti la vertigine. Tra le altre cause: la chirurgia dell’orecchio, la degenerazione del sistema vestibolare dell’orecchio interno. La maggiore incidenza si ha nel sesso femminile con rapporto doppio rispetto a quella maschile. La motivazione sta nell’associazione con l’emicrania, prevalente femminile, ma anche con un’alterazione del metabolismo del calcio e anche nello stato ormonale estro-progestinico. 1 2

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Quale la diagnosi? La diagnosi si fa con un’accurata anamnesi, con l’esame vestibolare ponendo particolare attenzione alla ricerca del nistagmo, un movimento involontario degli occhi che si accompagna alla sensazione di vertigine e che è provocato con opportune manovre di posizionamento del paziente. Come si cura? La terapia si basa sull’esecuzione di manovre liberatorie (risolutive nel 90% dei casi) che favoriscono la fuoriuscita degli otoliti dal canale semicircolare interessato e il riposizionamento nella loro sede naturale. Le manovre durano circa 5-10 minuti, ma può essere necessario ripeterle più volte, a distanza di alcuni giorni. In caso di insuccesso si può utilizzare una ginnastica riabilitativa (esercizi di Brandt-Daroff). Istruzioni da seguire dopo la manovra - Evitare movimenti bruschi della testa per almeno 15 giorni. - Dormire semiseduti per due notti, mantenendo la testa dritta o inclinata almeno di 45°, con due o tre cuscini. - Trascorsa una settimana provare ad assumere le posizioni che provocavano vertigini, per controllare se si è ottenuta una guarigione completa. Dott. Bruno Porcino Specialista Orecchio · Naso · Gola e Patologia cervico facciale



SALUTE

RIAPRONO LE SCUOLE

Il decalogo della SIOT per una corretta postura sui banchi Le vacanze sono ormai un lontano ricordo. Le nuvole e la pioggia prendono il posto del sole e delle temperature miti e gli studenti sono pronti a immergersi nuovamente nello studio e a passare gran parte delle proprie ore seduti ai banchi di classe. La Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) fornisce 10 consigli utili sulla corretta postura dei ragazzi. “La premessa è d’obbligo – informa la SIOT – e cioè che tutti devono mantenere le spalle e il tronco in posizione eretta, sia quando sono seduti sia quando sono in piedi, quando studiano, leggono, scrivono, passeggiano, chattano o giocano. Questo per evitare l’insorgenza e l’aggravamento della cifosi dorsale e lordosi lombare che possono portare gravi deformità ossee”. Ecco dunque il decalogo della SIOT: 1. Indossare zaini leggeri: è tollerato un carico non superiore al 15% del peso corporeo del ragazzo; in casi superiori, troppi libri da portare a scuola e troppo pesanti, preferire il trolley; 2. Sarebbe auspicabile che tutte le classi fossero dotate di armadietti porta libri personali per gli studenti; 3. Sui banchi di scuola cercare di mantenere la posizione corretta del tronco; 4. Per quanto possibile, a scuola cercare di far osservare (anche a casa del resto) il rapporto ideale tra la seduta e il piano dello scrittoio: quest’ultimo dovrebbe essere più o meno all’altezza della linea del seno. Si può ottenere usando una sedia più bassa o uno scrittoio più in alto; 1 4

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5. Controllare che le sedie a scuola (ma anche a casa) abbiano lo schienale rigido e alto e con un angolo di 90° con la seduta. Questo dovrebbe favorire la migliore postura possibile purché il ragazzo stia seduto con il bacino e le spalle aderenti allo schienale stesso; 6. Praticare sempre attività motoria a scuola e, oltre all’educazione fisica settimanale in palestra, sarebbe buona norma eseguire 10 minuti di esercizi in classe a metà giornata; 7. Per una buona postura è fondamentale anche avere in classe una illuminazione ottimale sia di luce naturale che di luce artificiale. La scarsa illuminazione, infatti, causa uno sforzo maggiore degli occhi, che si accompagna ad una alterazione della postura; 8. Per lo stesso motivo è importante che la lavagna in classe sia alta e ben visibile e che la distanza di questa dai banchi non sia eccessiva;

9. In tutte le scuole si va diffondendo l’uso di tablet: se da un lato questo dovrebbe ridurre il peso dei libri da utilizzare, dall’altro bisogna fare attenzione alla postura durante l’uso degli ausili elettronici. È infatti dimostrato che il loro utilizzo giornaliero in modo smodato e incontrollato (insieme agli smartphone: vero allarme sociale) è causa di cifosi dorsale; 10. Corollario irrinunciabile del punto precedente: vietare l’uso di smartphone in classe.



SALUTE

RAPPORTO SCUOLA-FAMIGLIA Parola all’esperto: “Alleatevi con gli insegnanti” Ci siamo, il primo giorno di scuola è arrivato. L’inizio di un percorso formativo che, nella migliore delle ipotesi, non si concluderà mai. Genitori e bambini sono presi da una frenesia da ‘primo giorno di esame’. La mamma vive la consapevolezza che il proprio bambino entra nella società e si domanda se sarà in grado di sostenere questa rivoluzione. Saprà affrontare lo sconvolgimento delle abitudini quotidiane? Incontrerà insegnanti capaci? Il bambino scoprirà un mondo tutto nuovo. Dovrà cavarsela da solo, senza la sicurezza materna. Dovrà volare da solo. Il primo giorno di scuola scoprirà un mondo fatto di altri bambini con i quali si dovrà confrontare e che dovrà affrontare. E lì sceglierà i compagni del cuore. Sarà il luogo in cui trascorrerà la maggior parte della giornata. Dove apprenderà le fondamenta del suo futuro sapere. Sarà un luogo magico in cui la sua fantasia si confronterà con quella degli altri suoi coetanei, e in cui scoprirà la bellezza ed il piacere delle sperimentazioni autonome spesso negate dalla sicurezza e dal calore domestico. La sicurezza, legata alla figura materna e all’immagine eroica della figura paterna, sarà, dovrà essere, sostituita dall’autonomia decisionale. Vivrà la libertà di apprendere e di coltivare le scalpitanti attitudini emergenti che formeranno l’asse portante della sua crescita e della sua intera vita. La famiglia sarà in grado di accompagnare il bambino in questa fase così importante? Sarà capace di “rischiare” di perdere l’esclusiva della affettività? Saprà affrontare le curiosità, a volte imbarazzanti, che il bambino racconterà con enfasi e con estremo entusiasmo al suo rientro a casa? Certamente la mamma continuerà ad avere un compito estremamente importante ed anche difficile. Avrà bisogno di tanta sicurezza e anche di tanta capacità relazionale. Dovrà essere capace di abbandonare l’idea del “piccolo principe” e rendere il bambino paritetico all’interno del nucleo familiare e, da oggi, nella società. 1 6

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Dovrà sicuramente interfacciarsi con altre mamme che avranno lo stesso pensiero e lo stesso problema. Che vivranno comunque in maniera diversa. Dovrà confrontarsi con gli insegnati che saranno bravissimi, ma che avranno una propria intelligenza emotiva non necessariamente in sintonia con le proprie aspettative. È indispensabile creare quindi una sorta di alleanza genitori-insegnanti al fine di raggiungere l’obiettivo del progetto educativo comune. Le frequenti manifestazioni d’ansia che si sviluppano nella madre scaturiscono dalla consapevolezza che, entrando nel mondo della scuola, la famiglia coinvolge nell’impegno educativo altri soggetti, gli insegnati. E spesso si è diffidenti. Qualche volta si generano incomprensioni, spesso legate a difetti comunicativi, che rischiano di minare il giusto rapporto scuola–famiglia. Le conseguenze negative di un rapporto sbagliato ricadono inevitabilmente sulla serenità del bambino. Nell’era della rapida comunicazione attraverso i social si creano gruppi, quasi sempre composti da mamme. Da un lato si velocizza lo scambio comunicativo, dall’altro però sono una piattaforma in cui si riversano le proprie insicurezze e si generano spesso discussioni inutili contro questa o quella insegnante. Ben vengano i social-network, ben venga WhatsApp, ma vanno usati con buon senso. Le discussioni vanno affrontate direttamente, faccia a faccia. L’esprimere il disagio attraverso i social innesca un meccanismo perverso che talvolta coinvolge, inconsapevolmente, anche gli insegnanti. La scuola è dunque un pilastro fondamentale per la costruzione degli uomini di domani componenti essenziali di una società libera e la nostra città ne ha veramente bisogno. Dott. Giuseppe Quattrone Specialista in Pediatria Via Giudecca 18 · Reggio Calabria Cell. 393.9926007


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SALUTE

DENTI PIÙ BIANCHI? OGGI SI PUÒ Trattamento, risultati e consigli Dott. Demetrio Plutino Direttore sanitario - Spec. Ortodonzia I denti gialli sono motivo di disagio ed imbarazzo nella maggior parte delle relazioni interpersonali. Oltre a rendere sgradevole l’estetica e l’armonia del sorriso, il colore dei denti incide negativamente anche sull’immagine generale della persona. Non a caso, il sorriso è una delle primissime cose che balza agli occhi quando si comunica con gli altri e in queste circostanze avere i denti gialli non è di certo un buon biglietto da visita. Per fortuna, ad oggi, esistono diverse soluzioni per migliorare il problema. Quello più noto è sicuramente lo sbiancamento dentale, che permette di ottenere un sorriso smagliante in modo semplice e veloce. Il processo consente, attraverso l’utilizzo di sostanze sbiancanti che contengono un principio attivo (perossido di idrogeno) di ottenere ottimi risultati fin da subito. L’azione dei prodotti, spesso combinata con l’utilizzo di una luce LED con lo scopo di potenziare l’effetto, è infatti in grado di restituire ai denti il loro colore naturale. 1 8

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Parliamo di una pratica del tutto sicura per i pazienti che non altera o rovina lo smalto dei denti e che permette una predicibilità di risultato molto elevata. Il trattamento deve essere eseguito con attenzione sotto la supervisione di un operatore qualificato e la durata degli effetti dipende dalla struttura del dente, dall’igiene del paziente, dal tipo di alimentazione e dallo stile di vita. Lo sbiancamento dentale è indicato in età adulta e sconsigliato in gravidanza. Da evitare, nelle 48 ore successive al trattamento, alimenti e bevande come caffè, tè scuro, vino rosso, nicotina e altre sostanze contenute nel fumo di tabacco che colorano le superfici dentali con cui vengono in contatto, e con il tempo scuriscono visibilmente i denti di chi li consuma frequentemente. Anche l’utilizzo prolungato di collutori antibatterici contenenti clorexidina può scurire lo smalto in modo molto evidente. Lo sbiancamento in studio è un procedimento che si effettua in una sola seduta di un’ora circa. Gli studi odontoiatrici dispongono dunque di materiali in grado di schiarire il colore dello smalto agendo in profondità, e ottenendo così risultati positivi sia sulle macchie estrinseche sia su quelle intrinseche.



SALUTE

OTTOBRE MESE DELLA VISTA CONTROLLI GRATUITI PER TUTTI Siamo sempre più ‘incollati’ a smartphone, pc e tablet. L’esposizione eccessiva a piccoli e grandi schermi rappresenta una delle tante cause del danneggiamento della nostra vista. Intervenire in tempo si può e si deve e la prevenzione visiva è l’arma giusta per evitare seri rischi. Ottobre è il mese della prevenzione visiva, quale migliore occasione dunque per controllare lo stato di salute dei propri occhi? L’esame visivo è gratuito e sarà possibile verificare la propria salute visiva attraverso i più moderni strumenti a disposizione, con la professionalità del proprio ottico di fiducia. L’iniziativa è targata Federottica e Albo degli Ottici Optometristi. Le due realtà promuovono da anni una campagna professionale di servizio al pubblico, denominata ‘Ottobre mese della vista’. Dal primo al 31 ottobre, infatti, diverse migliaia di ottici optometristi offrono in tutt’Italia la possibilità di sottoporsi a un controllo gratuito della vista. Per comprendere l’importanza della prevenzione visiva basta un dato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha redatto un rapporto riguardante l’incidenza dei difetti visivi, che spesso rappresentano una delle cause principali di “cecità funzionale”. Dal Rapporto emerge che il 42% dei deficit visivi è rimediabile attraverso l’uso di adeguati mezzi di compensazione visiva. Quest’anno la campagna di ottobre è legata soprattutto ai disturbi visivi dell’età matura, come la presbiopia, che colpisce 2 0

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gli individui in media dal quarantesimo anno di età e che si manifesta con difficoltà di messa a fuoco da vicino. Una vista ed un controllo anche per le nuove generazioni aiuterà i nostri ragazzi nel normale svolgimento delle attività scolastiche. È opportuno infine effettuare periodiche verifiche sull’occhiale ed accertarsi che non abbia subìto danneggiamenti o che sia ancora adatto alle proprie esigenze visive, che mutano continuamente negli anni. Per quanto riguarda l’utilizzo di lenti a contatto è necessario un uso corretto e un’adeguata manutenzione. In entrambi i casi le raccomandazioni e i consigli del proprio ottico optometrista sono fondamentali. I cittadini che vorranno approfittare della campagna per controllare la propria vista potranno recarsi presso i centri ottici associati che espongono la locandina di ‘Ottobre mese della vista’ o contattare l’associazione provinciale di Federottica della propria zona per richiedere indicazioni su tutti i centri ottici che aderiscono all’iniziativa. “I ritmi frenetici che scandiscono la nostra vita quotidiana – dichiara Giulio Velati, Presidente di Federottica - possono portare a trascurare la necessità di controllare, almeno una volta l’anno, la propria efficienza visiva, al fine di prevenire e correggere eventuali difetti. La qualità della vista incide sulla qualità della vita e sullo svolgimento delle occupazioni quotidiane, ma questo la gente spesso lo dimentica”.



SALUTE

POSTURA SCORRETTA IN UFFICIO E AL PC? Ecco 7 buoni consigli

Dott. Antonio Balestrieri - Si ricomincia. A settembre si riprende la normale routine e gli impegni quotidiani ci faranno quasi sicuramente trascurare il benessere fisico. Quante volte ci siamo detti “ora mi faccio un controllo…”? Tralasciare e non considerare come importanti quegli acciacchi che ci affliggono durante l’anno comporta un accentuarsi del problema, un prorogare continuo che peggiora solo la situazione. È frequente che chi assume posizioni prolungate davanti al computer, o sui libri, oppure anche ore e ore passate in piedi per svolgere la propria attività possa soffrire di mal di schiena o in generale affaticamento fisico. È importante perciò conoscere la corretta postura in relazione ad alcuni parametri che permettono un miglioramento fisico e quindi un benessere generale. Ecco dunque alcuni buoni consigli: 1. Mantieni la schiena ben dritta Spesso tendiamo ad incurvarci e ingobbirci. Mantenere la schiena dritta è un dovere per non affaticare la nostra colonna vertebrale. 2. Rilassa le spalle e non tendere ad incurvare il collo Tieni la testa alta, le spalle rilassate, gli occhi in linea con lo schermo del PC e le spalle “aperte”, non chiuse e anteriorizzate. Una combinazione collo/mascella in tensione aumenta anche il rischio di mal di testa, quindi attenzione! 3. Appoggia i piedi a terra La posizione migliore da mantenere quando si è al pc è con i piedi ben appoggiati a terra e le gambe che formano un angolo di 90 gradi. Se la distanza da terra non lo permette, meglio utilizzare un poggiapiedi. Inoltre, è bene cercare di non accavallare le gambe, 2 2

VIVIBENE

o almeno alternare la gamba accavallata per non compromettere una buona circolazione venosa. 4. Scegli la sedia giusta La schiena dovrebbe trovare il giusto sostegno nello schienale della sedia o della poltrona da ufficio. Per questo è molto importante avere sedute di forma ergonomica che presentano la caratteristica forma a S nello schienale. È importante che la colonna stia ben appoggiata. L’altezza della seduta da terra è fondamentale per raggiungere una posizione di benessere: una sedia troppo alta non permette di appoggiare i piedi a terra, mentre una sedia troppo bassa ti obbligherà a contorsioni e movimenti innaturali. 5. Non dimenticare i polsi Per non creare tensioni alle articolazioni, con le spalle rilassate, i gomiti devono formare un angolo di 90-100 gradi ed essere allineati con i polsi. 6. Mantieni la giusta distanza fra occhi e schermo Sia per la salute della vista, sia per non sforzare il collo e la parte superiore del corpo, è necessario stare alla giusta distanza dallo schermo del computer. Fra monitor e occhi dovresti mantenere una distanza che va dai 50 agli 80 cm (dipende anche dalle dimensioni dello schermo). 7. Esercitati e fai pause Il benessere della schiena e del corpo dipende da vari fattori, stare seduti a lungo anche se manteniamo la postura corretta al pc può compromettere la nostra salute. Per questo è bene fare una pausa ogni due ore circa di attività: distogliere gli occhi dallo schermo, sgranchire le membra, fare due passi ed includere nella routine quotidiana una serie di esercizi appositi per chi lavora in ufficio.


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L’INTERVISTA

PEPPE PIROMALLI E LA SUA ‘INSONNIA’ PER L’ARTE: “Si può vivere di sogni”

di Pasquale Romano - Non è mai troppo tardi. Per Peppe Piromalli l’arte è stata una fedele compagna di vita, un hobby nato ai tempi dell’adolescenza e coltivato per più di 30 anni.

tempo rischiosa: “A 48 anni mi sono dovuto reinventare, a quel punto ho deciso di gettarmi anima e corpo nel teatro, il mio primo amore”.

“Ho cominciato a 15 anni, nella Parrocchia Santa Maria di Loreto. Ero timidissimo, convinto di non saper parlare. Un giorno sono finito per caso sul palcoscenico, era il 1974. Da quel momento lì non sono più sceso…”, sospira l’artista reggino ricordando i suoi inizi.

Nasce così l’Officina dell’Arte. Il primo progetto, nel luglio del 2014, è già un successo. “Si chiamava ‘Cu sti chiari i luna’, era una rassegna che durava una settimana. Vennero a vederci 7 mila persone in sette giorni, la risposta di pubblico fu clamorosa e inaspettata. Da quella bellissima esperienza è iniziato il nostro viaggio”.

Tante vite una dentro l’altra, come fossero una matrioska. Alla passione per l’arte infatti, Piromalli ha aggiunto un lungo percorso professionale nel mondo del calcio, precisamente alla Reggina. “È stato un viaggio faticoso ma splendido. Rifarei tutto daccapo, giorno per giorno. L’unico rammarico? Esser mancato tanto da casa e gli affetti. Credo di non aver pranzato con la mia famiglia nemmeno una volta in 23 anni. Mia moglie è un angelo che ancora oggi mi supporta e sopporta”. Reset. Conclusa la lunga esperienza alla Reggina, Piromalli ha dovuto ripartire da zero, inventandosi una nuova vita. Tra le opzioni possibili, ha scelto la più romantica ma al con2 4

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Reggio Calabria ha ‘fame’ di arte e cultura e lo palesa, anche grazie alla qualità di numerosi artisti tra i quali alcuni apprezzati a livello nazionale. “Ce ne sono diversi, ma se devo fare un solo nome dico Fabio Mollo. Ha un talento davvero fuori dal comune, sono orgoglioso di aver lavorato con lui in diverse occasioni”. Negli ultimi 5 anni, Officina dell’Arte è diventato un punto di riferimento della cultura a Reggio Calabria. Il cartellone degli spettacoli vede la presenza di artisti di calibro nazionale, il Teatro Cilea fa registrare in quasi tutte le occasioni il sold-out. “Gli anni al Teatro Siracusa sono stati importanti per crescere i primi passi in questo ambiente, il trasferimento al Teatro Cilea


un’immensa soddisfazione. Le difficoltà ci sono, chi dice che con il teatro ‘si muore di fame’ non sbaglia di molto. Ma è questa la vita che ho scelto, che porto avanti combattendo e credendo nei sogni”. Sogni che Piromalli prova a realizzare, non potendo ‘viverli’ di notte…: “Dormo pochissimo, sin da bambino, mi bastano 2 ore di sonno. Il mio dottore non sa come chiamare questa mia malattia (ride, ndr)”. Già proiettato al futuro, l’artista reggino pensa ai prossimi obiettivi da raggiungere e dedica un pensiero affettuoso ad un amico e collega che non c’è più. “Scrivere e produrre uno spettacolo da portare in giro per l’Italia è la prossima sfida che voglio vincere. Mi sarebbe piaciuto coinvolgere anche il caro Giacomo Battaglia, ma purtroppo non sarà possibile. La vita ogni tanto ti rifila questi schiaffi, io spero che ci guardi da lassù con il suo sorriso”.

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ALIMENTAZIONE

RIENTRO A SCUOLA: LA RICETTA GIUSTA PER RIPARTIRE?

Una colazione ‘da campione’ Il primo giorno di scuola non è mai semplice per i bambini. Dopo giorni di festa, mare e nuove esperienze, gli adolescenti sono ancora una volta vittime della sveglia, che torna a suonare fin troppo presto. Ma un modo per rendere più dolce il ritorno sui banchi c’è ed è preparare per loro una colazione ricca, genuina, in grado di dare le giuste energie per arrivare alla merenda di metà mattina, ma senza appesantirli. Può accadere che alcuni bambini non vogliano fare colazione appena svegli. Cosa fare in questo caso? Cercare di convincerli, con continue insistenze e forzature, non aiuta di certo a far cambiare idea, anzi molto spesso si ottiene l’effetto contrario. Per invogliare i ragazzi a fare colazione si possono però preparare piccoli pasti creativi e gustosi che offrano al bimbo tutto il nutrimento di cui ha bisogno ad inizio giornata. Spesso il responsabile del rifiuto può essere la fretta: di solito al mattino ci sono mille cose da fare (lavarsi, vestirti, preparare gli zaini, fare colazione), e per tutto questo c’è pochissimo tempo. Il bambino viene continuamente sollecitato a far presto mentre invece avrebbe bisogno di serenità e calma. Un piccolo consiglio è sicuramente quello di modificare le abitudini della famiglia, svegliando i bambini con sufficiente anticipo, sacrificando magari un quarto d’ora di sonno, in modo da poter fare la prima colazione con calma, seduti a tavola con gli adulti. Un altro problema, che spesso è la causa del rifiuto da parte del bambino di fare colazione, è non gradire la tazza di latte vaccino. Molte volte il bambino riferisce di aver avuto mal di pancia a scuola dopo aver assunto latte vaccino al mattino. 2 6

VIVIBENE

L’essere umano perde la capacità di digerire il latte qualche anno dopo lo svezzamento, diventando secondo natura intollerante al lattosio. Solo grazie ad una mutazione genetica alcuni individui mantengono la capacità di digerirlo e possono continuare ad assumerlo senza conseguenze a breve termine sulla salute, mentre rimangono a rischio quelle a lungo termine. Cari genitori, potete stare tranquilli che l’assenza del latte vaccino nella dieta giornaliera di vostro figlio non determina carenze nutrizionali. Siamo nell’era dei troppi zuccheri, delle troppe proteine animali e grassi e proprio il latte vaccino e derivati (formaggi, panna, burro, yogurt, ecc…) contribuiscono all’incremento dell’obesità infantile. Vediamo, quindi, sei esempi di colazioni sane e nutrienti: • Latte vegetale (riso, avena, cocco, orzo, mandorle, ecc..), fette di pane integrale, confettura senza zuccheri aggiunti (meglio se fatta in casa) e frutta secca (mandorle, nocciole, pistacchi, ecc…) o frutta fresca; • Frullato di frutta, cereali integrali come avena e grano saraceno e frutta secca; • Spremuta d’arancia, fette biscottate integrali, crema alle mandorle o pistacchi o nocciole (magari fatte in casa senza aggiunta di olio e zucchero); • Latte vegetale e torta fatta in casa alle mele o alle arance; • Yogurt vegetale al naturale, frutta di stagione o cereali integrali e frutta secca; • Porridge di fiocchi d’avena, latte vegetale a scelta, frutta fresca di stagione, una manciata di frutta essiccata come uvetta o frutti rossi, cioccolato extra fondente a scaglie e mix di semi come sesamo o lino o frutta secca (mandorle, noci di macadamia, ecc.). Dott.ssa Maria Celeste Paviglianiti · Biologa - Nutrizionista


BENESSERE


ALIMENTAZIONE

CIBI BIO PRO E CONTRO

Fanno davvero bene alla salute?

È corsa al biologico. Negli ultimi anni, in Italia le vendite di cibo biologico sono cresciute in modo costante, triplicandosi rispetto a dieci anni fa.

Inoltre l’agricoltura biologica è un elemento fondamentale nel raggiungimento dell’obiettivo della sostenibilità ambientale delle pratiche agricole.

Gli alimenti biologici sono oggi sempre più diffusi, non solo nei negozi di alimentari e nei piccoli supermercati bio ma anche nella grande distribuzione è ormai possibile trovare almeno una linea di cibi biologici.

Ci sono però anche svantaggi legati al cibo biologico. Che siano bio o no, alcune sostanze e processi di raffinazione poco salutari rimangono in certi tipi di prodotti ed è pertanto preferibile orientarsi verso altre scelte alimentari.

Tra curiosità, apprezzamenti e diffidenza, tutti ci siamo posti queste domande almeno una volta. Mangiare biologico fa dimagrire? Ma soprattutto, il biologico fa bene oppure, a dispetto del prezzo, sono maggiori i contro dei pro? Innanzitutto: cos’è e come riconoscerlo?

Il costo, talvolta anche molto elevato rispetto ai corrispondenti alimenti non bio, e una certa limitazione della varietà di scelta (soprattutto nella grande distribuzione) sono gli aspetti più problematici.

Si tratta di prodotti coltivati e prodotti senza l’impiego di pesticidi, additivi e concimi chimici. Per questo motivo i prodotti biologici rispettano la stagionalità, i tempi della natura e i cicli naturali dei terreni. La certezza che ci troviamo di fronte a un prodotto proveniente da agricoltura biologica ci viene dall’etichetta, in cui sono presenti le indicazioni necessarie su luogo e tipo di produzione. PRO E CONTRO Gli studi scientifici che attestano la superiorità nutrizionale degli alimenti biologici sono numerosi. Sono tendenzialmente più sani, ricchi di principi nutritivi e poveri di sostanze nocive o comunque indesiderate. 2 8

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Alcuni contro sono legati a false credenze legate all’uso dei cibi bio, come ad esempio l’idea che possano aiutare a dimagrire. Prodotti più sani non significa con meno zuccheri o calorie. Se i benefici nutrizionali sono indissolubilmente legati ai prodotti biologici, non si può affermare che il cibo biologico faccia dimagrire. In conclusione, si può affermare che è difficile mangiare sempre biologico, a prescindere dalle restrizioni finanziarie o dal supermercato locale che non offre la migliore selezione. Un buon compromesso potrebbe essere quello di mangiare, oltre al bio, anche localmente e stagionalmente.



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BENESSERE

VIAGGIARE FA BENE APRE LA MENTE E ARRICCHISCE NOI STESSI Da trent’anni organizziamo viaggi accompagnando spesso personalmente i nostri gruppi in giro per il mondo, e tante volte mi sono chiesto: da dove nasce questa voglia di viaggiare? Perché gli uomini viaggiano? Perché, nel mondo moderno, sono disposti a spendere soldi ed a volte affrontare scomodità, per conoscere nuove culture e vedere altri paesaggi? La risposta l’ho cercata nella storia, proprio al principio dell’avventura della razza umana, quando i primi ominidi dalla Savana Africana iniziarono a viaggiare e colonizzarono il mondo. I nostri antenati erano nomadi e noi siamo programmati per viaggiare. I primi pionieri non si fecero scoraggiare dai rischi e dalle fatiche inimmaginabili che avrebbero dovuto sopportare per scoprire nuove terre e, se gli uomini non avessero viaggiato, culture lontane non si sarebbero incontrate, non ci sarebbe stato scambio di merci, conoscenze e religioni, arte e idee, non ci sarebbe stato il progresso nel quale ci troviamo oggi. Conoscere con i propri occhi tradizioni, paesaggi e persone diverse da quelle che si incontrano quotidianamente, è un’espe3 2

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rienza, un’avventura, una parentesi dalla realtà che ti cambia. Dopo aver visto un pezzettino di mondo in più, in qualche modo, quando rientri a casa non sei più lo stesso. E poi un viaggio permette di liberarti dai doveri e dal ruolo che ogni giorno devi vestire e, allentando la tensione della routine, ti regala dei punti di vista che prima non avevi considerato. Gli scienziati ritengono che visitare luoghi sconosciuti, degustare cibi mai assaggiati o imparare poche parole di un’altra lingua sono attività che creano nuove connessioni nel cervello. Viaggiamo – dicono – perché il nostro cervello ha bisogno di crescere. Questo è il Viaggio, una storia che dura per sempre dal valore inestimabile. Un’occasione per tornare più ricchi di quando si è partiti. Antonio M. Di Marno Agenzia di viaggi Midimar


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BENESSERE

CONNESSI O DISCONNESSI? QUESTO E’ IL PROBLEMA

La gabbia dei social da cui è impossibile (o quasi) uscirne Smartphone, tablet e PC sono diventati strumenti essenziali per la nostra vita quotidiana. In qualunque momento e in qualsiasi luogo (connessione permettendo) possiamo metterci in contatto con le persone care. Abbiamo l’estrema necessità di sentirci connessi con l’altro, in maniera rapida, istantanea, annullando ogni tipo di attesa.

nelle nostre relazioni.

Contiamo gli squilli prima di ogni risposta, controlliamo compulsivamente i messaggi su WhatsApp o se siamo stati ricambiati con un like su Facebook o su Instagram. Condividiamo, ogni giorno, e più volte foto, localizzazione e tagghiamo nelle nostre “storie” gli amici con cui ci troviamo in quel momento. E, se non condividi, se non “posti” quello che fai, non lo stai facendo davvero o, addirittura, non stai vivendo veramente.

Più siamo guardati, seguiti, più ci sentiamo popolari, ci sentiamo sempre più parte integrante di questo sistema virtuale. Oggi al vertice della piramide Maslowiana non c’è più l’autorealizzazione personale ma la social influence, misurabile dal numero di utenti che ci “seguono” e dal numero delle visualizzazioni che raggiungono i nostri stati.

Apparire nei social è più importante che essere nel “qui e ora” e tutto questo ci sta allontanando dal reale e significativo valore che la dimensione psicologica del privato ha nella nostra vita e 3 4

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L’abitudine nel compiere gesti quotidiani come controllare ossessivamente la mail e le notifiche delle più disparate app, si è trasformata in un vero e proprio automatismo; lo smartphone è divenuto il prolungamento del nostro sé.

Si assiste, quindi, ad un uso molto frequente del Social a causa della “fear of missing out” (FOMO) (Przybylski, 2013), una paura di esser esclusi, di perdersi l’opportunità di aver le attenzioni altrui.


Abbiamo bisogno di tutto questo “social”, come un nutrimento, quasi fosse la nostra nuova linfa vitale e guai a staccare la presa: rischieremmo, forse, di “non funzionare”. Eppure, tutta questa tecnologia si è ampiamente sviluppata con il nobile scopo di abbreviare le distanze, farci sentire connessi, facilmente raggiungibili, eliminando la barriera della lontananza e non solo. Il mezzo tecnologico amplifica le potenzialità comunicative tra gli individui, le accelera e le connota in modo peculiare; Internet o il cellulare si configurano come mediatori “non neutrali” della relazione affettiva; assicurano rapidità e immediatezza, modificano il modo di esperire la distanza, tendono a saturare gli spazi vuoti necessari e fisiologici della relazione umana. Se da una parte, quindi, i mezzi tecnologici facilitano le interazioni interpersonali, dall’altra riducono la nostra capacità di attendere, di fare i conti con l’assenza dell’oggetto, capacità che si configura come caratteristica fondamentale ed indispensabile per il normale sviluppo psicoaffettivo dell’individuo. Siamo certi che una maggiore connessione virtuale ci faccia superare la barriera della distanza facendoci sentire più competenti socialmente e più vicini agli altri o siamo sempre più distanti e disconnessi? Perché di fronte al bisogno umano di contatto, di relazione, di condivisione e di vicinanza anteponiamo uno strumento tecnologico? Abbiamo bisogno di filtro tra noi e l’altro? Di una membrana di protezione? Basta guardarsi un po’ in giro: siamo seduti allo stesso tavo-

lo con gli amici con cui probabilmente chattiamo e ci scambiamo like, senza nemmeno guardarci in faccia; ognuno con il suo smartphone, ognuno col suo isolante sociale. Diamo la precedenza e la priorità all’interlocutore che sta online rispetto a quello che ci sta davanti o accanto. Ogni giorno ci allontaniamo sempre di più dalle relazioni “face to face”, fondamentali per lo sviluppo di una vita relazionale e sociale sana ed equilibrata, preferendo le relazioni virtuali. Nascondiamo dietro un monitor la nostra vera individualità per sentirci più sicuri e protetti e proiettiamo e trasformiamo il nostro sé in un luogo dematerializzato. Togliendo lo schermo davanti ai nostri occhi, che sia di uno cellulare o di un PC, siamo ancora capaci di comunicare in modo efficace? A furia di auto-ingabbiarci in rete non abbiamo forse perso le nostre abilità e competenze sociali? Vittorino Andreoli, esperto psichiatra, sottolinea come il web, pur offrendo agli adolescenti uno spaccato di relazioni e affetti, non insegni a vivere né a gestire la propria affettività e possa rappresentare un ancoraggio debole per lo sviluppo di relazioni significative. Non è forse un paradosso sentirsi più sicuri in un “non-luogo” come Internet? La questione è quasi amletica: connessi o disconnessi? Forse potremmo dire che quanto più siamo connessi in rete tanto più siamo disconnessi nella vita reale e dalla profonda ed emotiva connessione con noi stessi. Dott.ssa Giusy Pavone · Dottoressa in Psicologia Specialista Mente&Relazioni

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SPORT

WUSHU KUNG FU L’ARTE MARZIALE CHE AIUTA CORPO E MENTE Parola all’esperto: “Aiuta a gestire le emozioni”

di Antonella Chirico - “La tua mente è come quest’acqua, amico mio: quando viene agitata diventa difficile vedere, ma se le permetti di calmarsi la risposta ti appare chiara” (dal film di animazione “Kung Fu Panda”). In generale l’attività fisica migliora il nostro stato di salute, il suo effetto terapeutico sembra evidente anche per la nostra mente. Le arti marziali nello specifico sono “strumenti” di educazione ed equilibrio psicofisico. Ma quali sono le caratteristiche dello Wushu Kung Fu? “Le caratteristiche sono, si può dire, infinite – afferma il Maestro Alfredo Giuliano, direttore tecnico dell’Accademia nazionale italiana di arti marziali cinesi con sede a Catanzaro - in quanto sono relative allo stile di studio, basti pensare che ne sono stati censiti 128 (stili esterni, stili interni, stili del Nord, stili del Sud e stili con le armi, esiste poi un Wushu tradizionale ed un Wushu moderno). Molti stili rimangono nella segretezza dei propri villaggi e non sono e non rientrano in quelli censiti. Uno stile è composto sempre da una ginnastica preparatoria, tecniche di mani, braccia e gambe; posizioni di base, le combinazioni e le forme (in cinese Taolu, in giapponese Kata), che sono di diverse difficoltà, sia a mani nude che con le armi. Poi naturalmente c’è lo studio del combattimento”. Chi può praticarlo? “Proprio per la vastità e varietà di stili, il Wushu Kung Fu può essere praticato da tutti senza distinzione di età o sesso. L’età 3 6

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minima per iniziare (consigliabile) è comunque 6 anni compiuti. La disciplina – continua il maestro Giuliano cintura Nera 7° Dan – regala, nel tempo, a chi la pratica una grande padronanza delle emozioni. Oltre ai benefici fisici, ci aiuta nella vita di tutti giorni ad affrontare con equilibrio ogni situazione, anche quella più spiacevole. La mente, la respirazione ed il corpo, attraverso il movimento devono raggiungere la massima connessione tra loro”. Quali sono i benefici dell’arte marziale cinese? “Per la nostra salute, sono molteplici: aiuta la circolazione, irrobustisce le ossa, tonifica i muscoli. Conoscere un’arte marziale poi permette a uomini e donne di potersi difendere in ogni situazione”. Il Wushu è l’arte marziale più completa e sofisticata del genere, essendo la più antica (vanta 5000 anni di storia) è la “genitrice” di tutte le altre arti. Un esercizio pratico per eliminare lo stress quotidiano? “Da posizione in piedi con le gambe leggermente flesse e le braccia distese sui fianchi si inizia con una inspirazione per via nasale e si cerca di spingere l’aria che entra verso il diaframma basso. Intrecciando le dita delle due mani, dal centro del corpo si inizia a salire verso l’alto, poi le braccia si stenderanno oltre la testa. A braccia tese con lo sguardo rivolto in alto, si inizia la discesa laterale degli arti superiori verso i fianchi, in questa fase di discesa si eseguirà l’espirazione per via orale. Ripetere 4 o 6 volte la stessa sequenza”.


MINIMA L

M A G A ZINE

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#InCittà

BIKE SHARING

REGGIOINBICI FA VIVERE MEGLIO E PIÙ A LUNGO A pochi mesi dall’avvio, prova di civiltà superata? di Vincenzo Comi – Reggio Calabria si prepara al primo esame. La materia all’ordine del giorno è quella della mobilità sostenibile, più esattamente del ‘bike sharing’. Dal 16 giugno sulle strade del centro città è attivo il servizio di condivisione delle bici, diffuso ormai da anni nelle principali città italiane e all’estero. Sono esattamente 130 le biciclette del bike sharing. Ottanta di queste sono ‘muscolari’ e cinquanta a pedalata assistita. Dieci invece le stazioni distribuite in punti strategici della città come il Porto, Santa Caterina, l’Università, Piazza Indipendenza, Piazza Italia, Piazza Duomo, Piazza Castello, Piazza Garibaldi, Cedir, Ospedali Riuniti. Una novità assoluta quindi in città che per la prima volta potrà godere del famoso servizio del bike sharing. In una città in cui si continua a preferire il mezzo privato per qualsiasi tipo di spostamento, il nuovo progetto non può che rappresentare una buona e ‘salutare’ notizia per il popolo reggino. Pedalare fa bene al sistema psicofisico, accorcia i tempi di spostamento e, cosa non da poco, fa anche risparmiare. Pedalare migliora lo stato di salute, previene e riduce il rischio di tante patologie e l’esercizio aerobico continuativo è in grado di eliminare grassi e migliorare la capacità respiratoria. Ma cosa pensano i reggini del bike sharing? Il servizio funziona? “Il bike sharing è senza dubbio utile ed innovativo in una città che ha bisogno di modernizzarsi, noto però che ancora solo una piccola parte di cittadini ne fa uso” spiega Maurizio. C’è chi critica le cattive condizioni del manto stradale cittadino. “L’iniziativa è lodevole, purtroppo ci troviamo sempre a commentare le strade sulle quali si va a pedalare – commenta Sabrina - Non possiamo sorvolare quello che è il problema delle fosse e si rischiano incidenti”. 3 8

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“Il servizio è sicuramente da apprezzare. Se però metti a disposizione le biciclette, devi anche inserire una pista ciclabile degna di questo nome. Ci sono punti in città in cui è pericolosissima, mi viene in mente la zona subito dopo la stazione, dove il tratto dedicato alle biciclette attraversa la strada in curva”. Un servizio dunque da migliorare ma che mostra un segnale importante per la salute di Reggio e dei reggini che stanno già utilizzando a migliaia il bike sharing nel centro città grazie alle stazioni permanenti e tradizionali a cui si affiancheranno alcune postazioni ‘virtuali’. Grazie all’accordo con l’università, le scuole, la scuola Allievi Carabinieri e altre realtà importanti del territorio, saranno creati, assicurano dal Comune, altri punti in cui sarà possibile affidare le bici ad un ‘custode’. Il progetto Reggio in Bici prevede l’adozione di azioni di traffic calming ideate per tutelare e migliorare i percorsi casa-scuola-lavoro con operazioni per la riduzione delle velocità e per la messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali e ciclabili che interesseranno circa 11 km di strade adiacenti alla ZTL di Corso Garibaldi. Diminuire il consumo di emissioni inquinanti e rischio di incidenti, accrescere la multifunzionalità della viabilità urbana, accrescere le aree verdi e sociali, mettere in sicurezza gli alunni delle scuole che potranno così spostarsi senza l’ausilio dei genitori. Questi alcuni obiettivi del bike sharing. Reggio Calabria deve superare l’importante esame a pieni voti se vuole intraprendere un cammino virtuoso e seguire i modelli positivi delle altre città che hanno adottato da decenni il sistema del bike sharing. Una forma di mobilità dolce e alternativa quindi per promuovere, tra i cittadini, una visione green ed ecosostenibile di città. Reggio Calabria ha superato la prova di civiltà del bike sharing? Per adesso sembrerebbe di si nonostante numerose difficoltà. Rimaniamo fiduciosi. Per info scarica l’APP BicinCittà o visita il sito www.bicincitta.com


WIG HOUSE

LA CASA DELLA PARRUCCA

visita il nuovo sito: www.wighouse.it Pubbliredazionale - Wig House è il centro parrucche di Reggio Calabria, nato con lo scopo di fornire una soluzione ai problemi estetici e psicologici, causati dalla perdita dei capelli. Nel nostro punto vendita potrete provare senza impegno, in un ambiente confortevole e riservato, il vasto assortimento di modelli, seguiti e consigliati nell’acquisto da un personale preparato e completamente disponibile. Le nostre parrucche, in capelli naturali e sintetici, vengono realizzate con le più avanzate tecniche di lavorazione garantendo, oltre ad una perfetta traspirazione, anche risultati estetici eccellenti. Tutti i nostri articoli sono realizzati con materiali anallergici certificati, conformi alle normative CE e considerati dispositivi medici. I nostri modelli sono ideati per non irritare la pelle e garantire una sensazione di benessere e comfort. Adatti per affrontare un trattamento chemioterapico o un caso di alopecia di qualsiasi natura.

Da Wig House troverete anche soluzioni alternative e integrative alla parrucca. Abbiamo a disposizione i migliori turbanti per chemioterapia presenti sul mercato, realizzati con tessuti naturali come il cotone, la seta e la fibra di bambù. I nostri prodotti sono ovviamente perfetti anche per chi vuole semplicemente cambiare look o trovare un’acconciatura particolare per un’occasione. Parrucche, infoltitori graduali, code posticce, toupet, clip extensions. La giusta soluzione per ogni esigenza! Wig House si trova in via Paolo Pellicano, 1 a Reggio Calabria. Venite a trovarci dal Lunedì al Venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19. Il Sabato solo di mattina, su appuntamento. Per qualsiasi ulteriore informazione o chiarimento, non esitate a contattarci allo 0965.28830 o all’indirizzo wighouse@hotmail.it | Visita il sito www.wighouse.it

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