VIVI BENE - Numero 13 - 2019

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Il mondo dei trapianti tra competenza e impegno Vivi Bene incontra il dott. Iaria

VIVI BENE · Trimestrale di salute e benessere · Testata registrata al Tribunale di Reggio Calabria n. 4/2016 · Anno IV - Giugno 2019

TUTTO

SUSHI

Storia, curiosità e falsi miti

sul pesce crudo più famoso al mondo

FOTOSENSIBILITÀ DA FARMACI

TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE

ALIMENTAZIONE

10 CONSIGLI PER UN’ESTATE AL TOP CELIACHIA NELL’INFANZIA Come riconoscerla?

PASSIONE MTB

I migliori 5 sentieri di Reggio Calabria


SOMMARIO 6

#InFarmacia

NEMICI DELLA PELLE. ATTENZIONE AI PERTURBATORI ENDOCRINI SALUTE

8 FOTOSENSIBILITÀ DA FARMACI. TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE ························································································································ 10 L’ALLARME DEL PROF. MANCINI: “DONARE ATTO DI CIVILTÀ. AL NORD MOLTE PIÙ DONAZIONI”

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QUANDO LA MANDIBOLA FA CLICK. DISTURBO DELL’ARTICOLAZIONE TEMPORO-MANDIBOLARE TRA DIAGNOSI E TERAPIA

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14 VITAMINA D. L’ORMONE DELLE TRE ‘S’: SOLE, SORRISO, SALUTE ························································································································ 16 LA CELIACHIA NELL’INFANZIA. COME SI RICONOSCE E COME CURARLA ························································································································ 18 ALLINEARE I DENTI DA ADULTI? SI PUÒ, SI DEVE E NON È MAI TROPPO TARDI! ························································································································ 22 OPTOMETRIA IN SINTESI. COS’È E PERCHÉ È INDISPENSABILE 24

L’INTERVISTA

TRAPIANTI DI RENE. IL MONDO DELLA CHIRURGIA TRA COMPETENZA E IMPEGNO H24. VIVI BENE INCONTRA IL DOTT. MAURIZIO IARIA ALIMENTAZIONE

26 10 CONSIGLI PER UN’ESTATE AL TOP ························································································································ 28 TUTTO SUSHI. STORIA, CURIOSITÀ E FALSI MITI SUL PESCE CRUDO PIÙ FAMOSO AL MONDO

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DIETA ECOSOSTENIBILE. IL CIBO CHE TUTELA L’AMBIENTE E SALVA IL PIANETA BENESSERE

ESTATE AL MARE ACCESSIBILE A TUTTI. ECCO JOB, LA CARROZZINA A PROVA DI SPIAGGIA

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“SHOULD I STAY OR SHOULD I GO?” L’IMPOSSIBILE DECISIONE DIETRO GLI ATTACCHI DI PANICO

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CELLULITE, NON SOLO CREME CONTRO GLI INESTETISMI. ECCO GLI INTEGRATORI PER ELIMINARLA

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VIVIBENE

EPILAZIONE LASER. LA TECNICA VINCENTE DEL LASER DIODO 808 SPORT

PASSIONE MTB TRA STORIA, NOVITÀ E BENESSERE. I MIGLIORI 5 SENTIERI DI REGGIO CALABRIA


EDITORIALE

COME VIVERE BENE?

VIVI BENE Trimestrale di salute e benessere Testata registrata al Tribunale di Reggio Calabria n. 4/2016 Anno IV - Giugno 2019 Editore Farmacia Fata Morgana dei Dottori Elvira Caridi e Mario Pulitanò Caridi s.n.c. Via Osanna, 15 · 89127 Reggio Calabria www.farmaciafatamorgana.it Direttore Responsabile Vincenzo Comi Farmacia Fata Morgana Hanno collaborato: Dott.ssa Giovanna Barillà Dott. Mario Pulitanò Caridi Dott.ssa Consuelo Ieracitano Dott. Fortunato Nato Dott.ssa Maria Teresa Piane Dott.ssa Mària Ribera Dott.ssa Annamaria Russo Dott.ssa Antonella Siciliano Redazione: Daniela Gangemi Contributi di: Dott.ssa Stefania Balducci Dott. Antonio Balestrieri Dott. Antonino Caratozzolo Dott. Tommaso Massimo Castelli Dott. Consolato Mento Dott.ssa Maria Muscolo Dott.ssa Maria Celeste Paviglianiti Dott. Demetrio Plutino Dott. Giuseppe Quattrone Dott. Antonio Virduci Grafica KGMarketing · www.kgmarketing.it Pubblicità KGMarketing direzionekgmarketing@gmail.com 347.0942756

CAMBIAMO IN MEGLIO LE NOSTRE ABITUDINI, SFORZIAMOCI DI PIÙ! di Mario Pulitanò Caridi Il numero estivo di Vivi Bene, che state per leggere, trasmette ottimismo e speranza. Troverete al suo interno alcuni temi importanti per la cura della propria persona, della propria salute e del territorio in cui viviamo, argomenti che ci proiettano al futuro. Usare meno l’automobile, fare uso sempre più sporadico della plastica, acquisire la sana abitudine di prestare attenzione a come gestire i propri rifiuti rappresentano infatti la strada concreta e facilmente praticabile per migliorare il nostro futuro. Capisco bene che nelle difficoltà del presente si abbia meno tempo e voglia di pensare al domani, ed altrettanto mi capita di constatare quanto le abitudini che ci circondano siano improntate al “carpe diem” o meglio al “vivere alla giornata”, ma vale la pena rifletterci e provare a cambiare in meglio almeno alcune delle nostre abitudini. Vi assicuro che le preoccupazioni quotidiane e le amarezze non mancano a nessuno di noi, nemmeno a chi da queste pagine scrive per invogliarvi a volervi bene, a prendervi cura di voi stessi e a diffondere ottimismo.

Una constatazione figlia soprattutto del nostro lavoro in Farmacia e dell’impegno quotidiano di aiutarvi a risolvere i problemi ed addirittura riuscirci col sorriso al fine di farvi sentire più sereni. Il discorso è semplice: non serve lamentarsi e scoraggiarsi non porta a nulla. È molto più utile, invece, provare a fare qualcosa e ricavarne poi i piccoli benefici con la soddisfazione di esserci riusciti. In Farmacia ci proviamo anche nelle scelte che facciamo, a partire dall’impostazione organizzativa del lavoro e delle nostre iniziative, e vi assicuro che è una piccola rivoluzione non accontentarsi delle scelte più banali, ma cercare sempre di offrire soluzioni che riescano a convincerci fino in fondo della loro utilità e qualità. Spero che, anche in questo numero, ognuno di noi possa trovare lo stimolo giusto e mettere in atto alcune delle buone pratiche che servono alla nostra città, al nostro pianeta e al nostro futuro. Vi auguro una buona lettura e a tutti voi buone vacanze estive all’insegna del Vivere Bene!

Eppure quello che ci muove è una constatazione semplice che ci porta a non mollare di un centimetro la nostra posizione.

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#HAPPINESSALUTE

EFFETTO GRETA.

UN’ESTATE ALL’INSEGNA DEL ‘PLASTIC FREE’

di Vincenzo Comi

Svegliamoci. Tutti quanti. Istituzioni, associazioni, cittadini e soprattutto politici. Ce lo chiede la terra dopotutto, madre terra. L’onnipotente natura ci ha messo alle strette e lo dimostra ogni giorno, anche attraverso le condizioni metereologiche, sempre più ‘pazze’. I discorsi della piccola, si fa per dire, Greta Thunberg, ci hanno fatto riflettere. E anche tanto. Accolta inizialmente con tiepidi sorrisi, poi derisa e addirittura offesa, la ragazza ambientalista svedese, ha aperto gli occhi ai più potenti del mondo. “Dite di amare i vostri figli più di ogni altra cosa - sono le parole dell’adolescente di fronte al Parlamento svedese - Invece rubate il loro futuro proprio davanti ai loro occhi”. Apriti cielo. Le ripercussioni sono clamorose. Dentro i palazzi istituzionali e dentro le case dei cittadini di mezza Europa non si parla d’altro. L’effetto Greta ha smosso le coscienze di molti. Scuole, università, aziende guidate da giovani imprenditori, stimolati dalle parole dell’attivista svedese, hanno adottato e scelto progetti alternativi ecosostenibili e a zero impatto ambientale. Obiettivo? Mandare la plastica in pensione il prima possibile. E anche a Reggio Calabria, qualcosa si è mosso. Alcuni locali del centro città hanno abolito completamente l’utilizzo

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della plastica con nuovi materiali. Vetro e cartone vengono utilizzati al posto della plastica, oppure il PLA, un polimero derivato da piante come mais, grano o barbabietola, ricche di zucchero naturale. Per comprendere il dramma è necessario però riportare alcuni dati. Ogni anno vengono prodotti a livello mondiale 300 milioni di tonnellate di materie plastiche, di cui almeno 8 milioni finiscono nell’oceano e, ad oggi, si stima che vi siano più di 150 milioni di tonnellate di plastica negli oceani. Se non si dovesse agire per invertire la tendenza proseguendo con i trend attuali, gli oceani potranno avere nel 2025 una proporzione di una tonnellata di plastica per ogni 3 tonnellate di pesce mentre nel 2050 avremo, in termini di peso, negli oceani del mondo più plastica che pesci. Intanto la Commissione europea ha adottato la “Strategia europea per la plastica” al fine di frenarne il consumo monouso e il marine litter, e in Italia il Ministero dell’Ambiente ha avviato un percorso per diventare “plastic free” sollecitando tutte le amministrazioni pubbliche affinché siano da esempio ai cittadini, bandendo la plastica monouso. I rischi sono quindi davvero elevati per la nostra salute e gli effetti si ripercuotono anche su importanti settori economici come turismo, pesca e acquacoltura. Attività preziose per lo sviluppo del nostro territorio. Continuiamo dunque con le buone azioni quotidiane. Solo uno sguardo attento e amorevole nei confronti di madre natura potrà restituire decoro e salute alla nostra città. La filosofia del ‘plastic free’ deve riguardare tutti, in modo rapido e veloce. Svegliamoci dunque. Tutti quanti.


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#InFarmacia

NEMICI DELLA PELLE

Attenzione ai perturbatori endocrini Il sistema endocrino è la rete ormonale del nostro organismo che regola la comunicazione ed il controllo tra il sistema nervoso e alcune funzioni come la riproduzione, il sistema immunitario e il comportamento. Si sente spesso parlare di perturbatori endocrini, ovvero sostanze che alterano il funzionamento del sistema endocrino. Talvolta, anche dosi minime sono in grado di bloccare o modificare l’azione degli ormoni, con non poche conseguenze per l’organismo. Colpevoli, in particolare, di ridurre la fertilità, favorire malformazioni genitali o essere all’origine della pubertà precoce, causare malattie croniche come l’obesità, o determinate tipologie di tumori e malattie neurodegenerative. Le conseguenze dell’esposizione ai perturbatori endocrini variano secondo l’età. La tossicità è più elevata per le categorie vulnerabili: feto, neonati, bambini e adolescenti. La maggior parte dei perturbatori sono sostanze lipofile che vengono stoccate nel tessuto adiposo.

La poca chiarezza riguardo ai prodotti che ci circondano tende ad alimentare i timori dei consumatori di fronte alle scelte d’acquisto. Al momento non esiste una lista ufficiale. Le sostanze sospettate di creare interferenze, lo sono a causa della propria struttura molecolare e sulla base di osservazioni fatte da vari team di ricercatori. Diverse aziende si stanno muovendo al fine di effettuare test clinici per creare formulazioni che non contengano perturbatori e molte farmacie si adoperano costantemente per avere al proprio interno prodotti che preservino la salute del cliente sin dalla sua nascita. Il consiglio per l’acquisto di un prodotto è sempre quello di verificare che sulla confezione ci sia sempre scritto il riferimento ai test clinici effettuati e rivolgersi sempre a un consulente che possa informare il cliente e indirizzarlo all’acquisto del prodotto più sicuro. In alcuni prodotti cosmetici il simbolo “Testato sui perturbatori endocrini” garantisce che il prodotto finale non abbia alcun effetto nocivo sul funzionamento endocrino (ormoni estrogeni, androgeni e tiroidei).

Una volta nell’organismo possono essere trasmesse al feto attraverso il sangue, il liquido amniotico o, per i lattanti, il latte materno. L’80% o il 90% di queste sostanze tossiche passa nel latte materno e l’assorbimento per un neonato è dieci volte superiore rispetto all’adulto.

Chiedi dunque sempre alla nostra responsabile del reparto dermocosmetico prima di ogni acquisto. Ti aspettiamo in Farmacia per scoprire insieme alla nostra consulente i prodotti più indicati per la cura del tuo corpo.

Gli effetti avversi dell’esposizione ai perturbatori endocrini sono riscontrabili solo a diversi anni di distanza.

R ESTA AGG I O R NATO

Le sostanze chimiche incriminate sono circa 800 ma quelle più conosciute e utilizzate in diversi oggetti e formulazioni sono: formaldeide e ftalati, utilizzati per la maggior parte in prodotti plastificati e in cosmetici. 6

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Consulta la nostra pagina Facebook o il sito web www.farmaciafatamorgana.it per tutte le novità del reparto dermocosmetico!



SALUTE

FOTOSENSIBILITÀ DA FARMACI TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE Fotosensibilizzazione. Il termine si riferisce ad un aspetto poco noto e generalmente sottovalutato della terapia farmacologica, ovvero la proprietà di un farmaco di rendere la cute più sensibile all’azione nociva dei raggi UV della luce solare. La stagione estiva genera un campanello d’allarme alle reazioni di fotosensibilizzazione diventate sempre più frequenti a causa dell’aumento di sostanze fotosensibilizzanti tra i farmaci e tra i componenti dei prodotti cosmetici. Le manifestazioni cliniche di queste reazioni sono molto simili a quelle di una intensa scottatura solare (comparsa di eritema, edema, papule, orticaria con eventuale formazione di vescicole), solitamente limitata alle aree del corpo più esposte: orecchie, naso, guance, nuca, avambracci e dorso delle mani, anche se in alcuni casi la reazione si può estendere a tutto il corpo. Ma quali sono i meccanismi alla base di simili manifestazioni e i farmaci più frequentemente implicati? Le reazioni di fotosensibilizzazione si distinguono in 2 categorie: - le reazioni fototossiche si sviluppano sulle zone della pelle esposte al sole e tendono a manifestarsi dopo poche ore dall’esposizione. L’intensità dipende dalla dose del farmaco: maggiore è la quantità di farmaco che si è assunto (o che si è applicato sulla pelle) maggiore sarà la gravità della reazione. - le reazioni fotoallergiche si manifestano in 24-72 ore e coinvolgono il sistema immunitario, indipendentemente dalla dose di farmaco assunta. Le reazioni di fotosensibilizzazione possono essere indotte da farmaci, assunti per via orale o applicati topicamente, e da diver8

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se sostanze chimiche contenute in prodotti di uso comune come profumi, deodoranti, lozioni dopobarba (oli di bergamotto, cedro, lavanda, sandalo e muschio). L’elenco dei farmaci per i quali sono stati segnalati effetti di fotosensibilizzazione è abbastanza lungo. Solo per citarne alcuni, contraccettivi orali, FANS (nimesulide, diclofenac, ketoprofene), alcune classi di antibiotici (tetracicline e chinoloni), diuretici (idroclorotiazide, furosemide), cardiovascolari (diltiazem e nifedipina), antistaminici (clorfenamina, desclorfeniramina, prometazina), antidepressivi (fluoxetina, fluvoxamina, amitriptilina), antiacneici (benzoil perossido, tretinoina), immunosoppressori (ciclosporina). Per evitare che si manifestino le reazioni di fotosensibilità sarebbe indispensabile non esporsi alla luce solare diretta (anche quando il cielo è velato), oppure sostituire il farmaco con uno non fotosensibilizzante o addirittura sospenderlo. Ma mentre è facile evitare l’uso di profumi e deodoranti prima di esporsi al sole, lo stesso non vale per i farmaci che, soprattutto in presenza di patologie croniche, non si possono sospendere. In questi casi possiamo prevenire la fotosensibilizzazione evitando il più possibile l’esposizione alla luce solare nelle ore più calde, utilizzando abiti coprenti anche se in tessuto leggero (gonne lunghe, camicie a maniche lunghe, cappelli a tese larghe) e soprattutto utilizzando creme solari con filtro protettivo alto. Le radiazioni solari infatti possono raggiungere il nostro corpo anche quando ci troviamo all’ombra, grazie alla luce riflessa da superfici come acqua, sabbia o neve.


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SALUTE

L’allarme del prof. Mancini: “Donare atto di civiltà. Al nord molte più donazioni” di Daniela Gangemi - Migliaia di persone, ogni anno, vengono salvate attraverso il trapianto, grazie alla solidarietà di quanti scelgono di compiere l’atto d’amore per eccellenza, la donazione.

Al Centro Regionale per i Trapianti dell’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria, il dott. Pellegrino Mancini è il responsabile dell’organizzazione delle attività di reperimento di organi e tessuti nella regione, della loro allocazione, del controllo sulla esecuzione dei test immunologici, della formazione di tutto il personale coinvolto e della promozione della cultura della donazione. Il lavoro del CTR consiste in un articolato sistema di procedure di coordinamento con altre strutture della regione. Il dott. Pellegrino, medico chirurgo, specialista in nefrologia ed anestesia e rianimazione, direttore del Centro Regionale Trapianti spiega a ‘Vivi Bene’ il mondo della donazione di organi e tessuti. Qual è la procedura medica per la donazione degli organi? “Si possono donare gli organi quando il paziente è deceduto a causa di una lesione encefalica che ha causato l’irreversibile cessazione di tutte le funzioni cerebrali. Si può diventare donatori se si muore in rianimazione. In questi casi, la certificazione di morte viene fatta con criteri neurologici ed è una diagnosi di assoluta certezza. La diagnosi di morte viene confermata e certificata da un collegio medico formato da tre specialisti nominati e convocati dalla direzione medica di presidio. Il collegio ha poi l’obbligo di ripetere nell’arco di sei ore, per almeno due volte, tutti gli esami previsti dalla legge e soltanto allora, si può redigere il certificato di morte, sottoscritto da tutti e tre gli specialisti. La legge italiana è estremamente rigida in questo settore, è stata definita ultragarantista per il donatore”. Come si fa a valutare il consenso? “Sarebbe bene che ognuno dichiarasse la propria volontà alla donazione degli organi in vita. Si può dichiarare quando si rinnova la carta d’identità, con la dichiarazione di volontà alle aziende sanitarie provinciali, sottoscrivendo la Aido o con un foglio di carta scritto di proprio pugno custodito o consegnato ai parenti. Le dichiarazioni vengono convogliate nel Sistema Informativo Trapianti, all’interno 1 0

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del quale abbiamo la possibilità di verificare se quel cittadino aveva dichiarato in vita la volontà di donare gli organi. Se non c’è alcuna dichiarazione di volontà, siamo obbligati a chiedere alla famiglia quale fosse il pensiero del loro congiunto. In questo caso a sottoscrivere il consenso, qualora ci sia, dovrà essere il coniuge, i figli, i genitori o altri familiari”. Perché donare? “È un atto di grande civiltà e rappresenta una crescita civile per il territorio perché si aiutano persone in difficoltà. Se ho un problema ai reni, al fegato, al cuore, ai polmoni che non funzionano più, ho la necessità di fare un trapianto. Attraverso la donazione di organi si salvano migliaia di vite umane. Abbiamo tutti la possibilità di trovarci dalla parte di chi deve ricevere un organo piuttosto che dalla parte di chi può diventare un donatore”. Ci sono opposizioni alla donazione? “Come centro sud siamo i maggiori in Italia in termini di opposizioni. Al centro nord si dona molto di più rispetto alle regioni del meridione. Abbiamo un indice del 40-50% di opposizione alla richiesta di donazione degli organi da parte delle famiglie che hanno avuto un familiare deceduto in rianimazione. Però, contemporaneamente ci imbarchiamo nei viaggi della speranza. Non avendo un numero sufficiente di donatori nella nostra regione o in quelle limitrofe, siamo costretti a chiedere aiuto a quelle del nord. Non siamo autosufficienti”. Quali sono i trapianti effettuati in Calabria? “Nella nostra regione effettuiamo i trapianti di rene e di cornee e abbiamo la convenzione con l’Ospedale Umberto I per i trapianti di fegato”. Quali sono le difficoltà? “Il Centro Regionale Trapianti lavora H24 per tutto l’anno. È stato istituito come struttura complessa nel 2007. Tuttavia, per i problemi legati al piano di rientro non abbiamo ancora coperto tutte le figure professionali di cui abbiamo bisogno”.


WIG HOUSE

LA CASA DELLA PARRUCCA

visita il nuovo sito: www.wighouse.it Pubbliredazionale - Wig House è il centro parrucche di Reggio Calabria, nato con lo scopo di fornire una soluzione ai problemi estetici e psicologici, causati dalla perdita dei capelli. Nel nostro punto vendita potrete provare senza impegno, in un ambiente confortevole e riservato, il vasto assortimento di modelli, seguiti e consigliati nell’acquisto da un personale preparato e completamente disponibile. Le nostre parrucche, in capelli naturali e sintetici, vengono realizzate con le più avanzate tecniche di lavorazione garantendo, oltre ad una perfetta traspirazione, anche risultati estetici eccellenti. Tutti i nostri articoli sono realizzati con materiali anallergici certificati, conformi alle normative CE e considerati dispositivi medici. I nostri modelli sono ideati per non irritare la pelle e garantire una sensazione di benessere e comfort. Adatti per affrontare un trattamento chemioterapico o un caso di alopecia di qualsiasi natura.

Da Wig House troverete anche soluzioni alternative e integrative alla parrucca. Abbiamo a disposizione i migliori turbanti per chemioterapia presenti sul mercato, realizzati con tessuti naturali come il cotone, la seta e la fibra di bambù. I nostri prodotti sono ovviamente perfetti anche per chi vuole semplicemente cambiare look o trovare un’acconciatura particolare per un’occasione. Parrucche, infoltitori graduali, code posticce, toupet, clip extensions. La giusta soluzione per ogni esigenza! Wig House si trova in via Paolo Pellicano, 1 a Reggio Calabria. Venite a trovarci dal Lunedì al Venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19. Il Sabato solo di mattina, su appuntamento. Per qualsiasi ulteriore informazione o chiarimento, non esitate a contattarci allo 0965.28830 o all’indirizzo wighouse@hotmail.it | Visita il sito www.wighouse.it

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SALUTE

QUANDO LA MANDIBOLA FA CLICK

Disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare tra diagnosi e terapia

L’articolazione temporo-mandibolare, permette di muovere la mandibola. Solo attraverso il movimento tra l’osso mandibolare e quello temporale, siamo in grado di aprire la bocca per parlare, sbadigliare e masticare. Per poter compiere le sue funzioni l’ATM si serve dei muscoli e legamenti che la mettono in relazione con le strutture limitrofe (cervicale, testa, dorso, spalla), che ne rinforzano e stabilizzano l’articolazione, e la guidano nei suoi movimenti. È presente inoltre un menisco, che permette ai due capi articolari di non andare incontro ad usura durante i movimenti della mandibola. Nel complesso sistema ci sono poi la lingua e i denti che fungono da guida per la masticazione, deglutizione e fonazione. L’integrità dell’ATM è data dunque dalla somma del corretto funzionamento di ogni singolo elemento che ne compone il meccanismo. L’ATM può andare incontro però ad innumerevoli carichi di varia origine come la mancanza di un elemento dentario, la contrattura di uno dei muscoli, la disfunzione linguale, un trauma, o lo stress, che possono portare ad un sovraccarico funzionale. Nella maggior parte dei casi, tra le conseguenze, vi è il click mandibolare, lo scrocchio della mandibola che, nella sintomatologia più lieve, si presenta con un piccolo rumore articolare mentre si mastica o si sbadiglia, ma nei casi più gravi può portare anche al blocco articolare o al bruxismo. I sovraccarichi sull’articolazione temporo-mandibolare provocano una sintomatologia dolorosa locale, ma anche irradiata al collo, alla base della testa o alla spalla/braccio per trasmissioni di forze muscolofasciali che mettono in comunicazione la bocca con i segmenti muscoloscheletrici vicini. 1 2

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Tali sovraccarichi sono dovuti a spasmi muscolari e tensioni legamentose che portano, durante i normali movimenti mandibolari, il menisco ad intrappolarsi nel mezzo delle strutture ossee che formano l’articolazione. Quando questi sovraccarichi perdurano nel tempo l’ATM entra in uno stato di sofferenza cronica che favorisce la nascita di click mandibolari pericolosi poiché, stabilizzandosi, permettono lo sviluppo di fenomeni artrosici, ma anche e soprattutto limitazione articolare durante i normali movimenti che si traducono in difficoltà ad aprire la bocca. Per ripristinare un corretto funzionamento, l’osteopata, in stretta collaborazione con l’odontoiatra, effettua un approfondito esame posturale/osteopatico per scoprire la causa del sovraccarico, servendosi di una specifica strumentazione per l’esame posturale e delle mani per una approfondita analisi palpatoria. Trovata la causa, con l’uso di manipolazioni sia sulle strutture scheletriche che su quelle muscolari/legamentose collegate all’ATM, verrà trattato il problema, al fine di ripristinare un corretto assetto e ridurre la sintomatologia. Le zone principalmente trattate sono l’osso mandibolare, l’osso temporale, i muscoli collegati, i legamenti, le vertebre cervicali e dorsali, le spalle. Sarà poi di competenza odontoiatrica/gnatologica, valutare la prescrizione di un ausilio ortodontico per mantenere gli effetti del trattamento osteopatico, rieducando l’articolazione. Oggi, nel rispetto della salute dei piccoli pazienti che ricorrono all’ortodonzia, cresce sempre di più la collaborazione tra odontoiatri e osteopati per “curare” le maluocclusioni e i problemi odontoiatrici in generale. Sarebbe di grosso aiuto infatti una fase di preparazione con trattamenti osteopatici volti a predisporre i bambini, ad accogliere nel modo migliore l’ortodonzia e ad esaltarne gli effetti con trattamenti che ne seguano il percorso odontoiatrico. Giuseppe Polimeni Osteopata D.O. m.R.O.I. 2438 - Esperto in Posturologia


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SALUTE

VITAMINA D L’ormone delle tre ‘S’: sole, sorriso, salute La vitamina D (vD) è rappresentata da un insieme di diversi pro-ormoni liposolubili di cui i più importanti sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) di provenienza vegetale (funghi) e la vitamina D3 (colecalciferolo) di provenienza animale (olio di fegato di merluzzo, salmone, tonno, sardine, fegato di manzo).

In Italia, infatti, nonostante l’esposizione solare del Paese e la mancata supplementazione, i valori di vD sono tra i più bassi d’Europa: questo probabilmente perché ci troviamo per lo più al di sopra del 38° parallelo e i raggi assumono un’inclinazione non ottimale.

È prodotta dall’esposizione solare della cute o introdotta con la dieta in una forma biologicamente inattiva: prima di essere trasformata nella forma attiva (calcitriolo) deve subire due reazioni di idrossilazione (rispettivamente a livello epatico e a livello renale) ottenendo il calcitriolo.

La vitamina D ha anche effetti extra-scheletrici legati alla presenza di un recettore (VDR) ubiquitario nelle cellule, che determina la trasmissione di un segnale intracellulare responsabile di numerosi processi metabolici.

Il calcitriolo determina il riassorbimento del calcio a livello renale, l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio, favorisce i processi di mineralizzazione dell’osso e la differenziazione di alcune linee cellulari. La quantità di vitamina D introdotta con gli alimenti è insufficiente a garantirne un apporto adeguato e solo una corretta esposizione solare consente di ottenere valori sufficienti. L’esposizione alla luce solare del volto e delle mani, tuttavia, è insufficiente per la produzione di adeguati valori di vitamina D e i raggi UV-B, irradiati tra le ore 10:00 e le ore 12:00, pur essendo quelli che ne determinano una maggiore produzione, possono causare problemi cutanei. Pertanto la ridotta esposizione al sole, l’utilizzo di creme solari ad alta protezione e l’abbigliamento sono tutti fattori che influiscono negativamente sulla sintesi di vitamina D. Anche la latitudine geografica di residenza influisce sulla sintesi della vitamina D. 1 4

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Recentemente si è visto che le malattie infettive, le malattie autoimmunitarie, le patologie infiammatorie croniche, i tumori, le patologie neurodegenerative, possono trarre giovamento dalla sua supplementazione. Bisogna tuttavia tenere conto di un opportuno screening emato-chimico, che verifichi la sua effettiva carenza e le Linee Guida suggeriscono precisi schemi posologici. I consigli di Pediatri, Medici di Medicina Generale e Specialisti sono essenziali per il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico. Il futuro di questa preziosa sostanza è legato agli esiti di molti studi attualmente in corso che stanno chiarendo i suoi possibili ulteriori impieghi. Antonino Caratozzolo (Pediatra ASP 05 – Reggio Calabria) Tommaso Massimo Castelli (Urologo - GOM RC)



SALUTE

LA CELIACHIA NELL’INFANZIA Come si riconosce e come curarla La celiachia è una condizione clinico metabolica che obbliga il soggetto a introdurre, attraverso la dieta, alimenti non contenenti glutine. È una patologia determinata geneticamente e chi ne è affetto presenta sintomi diversi. Il glutine è una proteina contenuta nel grano, nell’orzo, nell’avena e nella segala che, nei soggetti affetti ed attraverso un meccanismo di tipo autoimmune, produce l’appiattimento della mucosa intestinale. La diagnosi si fonda sull’aumento nel siero del paziente degli AGA (anticorpi antigliadina) prima e successivamente degli EMA (anticorpi anti endomisio). L’esecuzione della biopsia intestinale, indispensabile, permette infine di verificare il danno della mucosa consentendo una diagnosi definitiva. Ma come si riconosce il bambino celiaco? Il bambino con celiachia può avere i sintomi classici (diarrea cronica, scarsa crescita, inappetenza spiccata e continua, malnutrizione) ma più spesso presenta sintomi sfumati quali anemia, soprattutto quando non risponde alla terapia con ferro, dolori addominali, aftosi ricorrenti, particolari lesioni dentali, e tanti altri. Perché è importante diagnosticare e curare il bambino celiaco? La dieta priva di glutine consente al bambino, ma anche all’adulto, di migliorare nettamente la sua giornata. L’assenza degli effetti tossici del glutine allontanano in maniera drastica i sintomi che il soggetto si trascina in maniera inconsapevole. Scompare il meteorismo intestinale, la stanchezza, l’inappetenza, la facile irritabilità, persino la dismenorrea che a volte accompagna gli adolescenti. È giusto porre la diagnosi nei soggetti asintomatici? Intervenire terapeuticamente? La risposta è sempre si perché, come diversi studi hanno dimo1 6

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strato, il soggetto che ha gli anticorpi anti endomisio e/o antitransglutaminasi possiede un rischio maggiore di sviluppare malattie quali anemia, malattie di fegato, linfomi e malattie autoimmuni come diabete o tiroidite rispetto al soggetto che non possiede tali anticorpi. Esiste una medicina che impedisce gli effetti tossici del glutine? Non esiste una ‘pillola’. La soluzione terapeutica è molto semplice. La dieta senza glutine. È difficile convincere un bambino a mangiare senza glutine? I cibi privi di glutine sono molto simili e hanno lo stesso sapore degli alimenti con glutine. Le glutenine, contenute nel frumento, hanno proprietà uniche, che consentono la preparazione di impasti viscosi ed elastici in grado di trattenere l’anidride carbonica prodotta dai lieviti. È corretto introdurre alimenti privi di glutine nei soggetti che non hanno la celiachia? Non è necessario. Nell’adulto non è dannoso, ma è perfettamente inutile se tale pratica viene eseguita con lo scopo di prevenire le patologie autoimmuni. In età pediatrica la mancata introduzione nella dieta del glutine ritarda la diagnosi e non consente di individuare i soggetti predisposti. È utile lo screening? Lo screening nei soggetti a rischio (parenti di celiaco) è molto efficace nel prevenire le malattie glutine-dipendenti. Dott. Giuseppe Quattrone Specialista in Pediatria Via Giudecca 18 · Reggio Calabria Cell. 393.9926007


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SALUTE

Allineare i denti da adulti? Si può, si deve e non è mai troppo tardi! Dott. Demetrio Plutino Direttore sanitario - Spec. Ortodonzia Sono molti gli adolescenti e gli adulti che hanno la necessità o il desiderio di allineare i propri denti per ottenere finalmente il sorriso che hanno sempre sognato. Scegliere tuttavia di ricorrere a un trattamento ortodontico non è sempre facile. Se per alcuni il costo dell’ortodonzia può non essere un problema, diventa invece difficile dover affrontare lo stress sociale e psicologico derivante dalla presenza dei classici ferretti che vengono applicati sui denti nell’ortodonzia fissa tradizionale. L’ortodonzia invisibile linguale senza attacchi è una nuova tecnica che consente di trattare mal occlusioni in dentatura permanente. Vengono utilizzati fili ortodontici molto sottili, modellati in maniera personalizzata e anatomica, direttamente montati sulla superficie posteriore del dente senza attacchi o brackets. Il vantaggio dell’ortodonzia invisibile linguale consiste nell’elevato comfort per la lingua e la mucosa. Non ci sono alterazioni della fonetica ed i fastidi alla lingua sono eventi rari o di rapida soluzione. 1 8

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Priva di attacchi, la nuova tecnica è estremamente sottile ed è pertanto adatta a tutti quei pazienti che hanno l’esigenza di una terapia che oltre a non essere visibile sia anche non percepita, quasi come non averla. D’altronde a chi piace un sorriso ‘a metà? Un cattivo allineamento provoca disagio ed incide sulla propria autostima. Allineare i propri denti in età adulta si può e si deve. E non è mai troppo tardi! Le conseguenze di un allineamento non corretto dei denti inoltre non si limitano all’estetica ma possono incidere anche a livello sanitario e funzionale. Una masticazione non adeguata può causare infatti effetti negativi sulla digestione e difetti posturali, e quando il disallineamento provoca difficoltà nello svolgimento dell’igiene dentale, espone la dentatura a un maggior rischio di gengiviti, carie e piorrea. Le malocclusioni infine possono causare mal di testa ed essere responsabili di difetti di pronuncia. Grazie a un’ortodonzia evoluta dunque, l’apparecchio per adulti è sempre più diffuso grazie alle alternative ‘invisibili’.



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SALUTE

OPTOMETRIA IN SINTESI Cos’è e perché è indispensabile L’etimologia della parola optometria indica chiaramente che l’optometrista è colui che misura le capacità visive ed è in grado di individuare le correlazioni tra i problemi visivi e le ripercussioni biologiche, fisiologiche e spesso psicologiche.

È noto infatti che la percezione distorta della realtà, a qualsiasi livello, può causare comportamenti anomali, rischiosi e nocivi per il regolare e sereno svolgimento delle attività quotidiane, con conseguenti disagi destinati solo a peggiorare se le cause non vengono individuate e corrette. Per essere certi di vedere perfettamente ciò che il campo visivo offre, non ci possiamo basare solo sulla nostra sensazione. Si potrebbe, infatti, essere affetti da particolari disturbi di ametropie senza esserne consapevoli poiché il nostro cervello tende ad annullare qualsiasi discordanza tra il mondo reale e quello percepito. Alcune ametropie inoltre si nascondono a secondo della vita che conduciamo. In caso di lievi difetti visivi, costringiamo infatti il nostro occhio a continui e costanti ‘aggiustamenti’ che col tempo possono portare anche a disfunzioni o a veri e propri malesseri compromettendo l’acuità visiva. È quindi molto importante, se non indispensabile, sottoporsi ad un’analisi visiva optometrica approfondita periodicamente, ed è consigliabile aumentare la frequenza dei controlli per chi è in età scolare e per chiunque lavori davanti ad un monitor anche in maniera discontinua. Nei bambini spesso l’analisi visiva contribuisce ad individuare in tempo eventuali deficit che, se non corretti mediante opportuna terapia visiva, potrebbero compromettere non solo il rendimento scolastico, ma anche processi di carattere evolutivo e funzionale. 2 2

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L’esame optometrico consiste nel misurare i principali difetti di vista come miopia, ipermetropia e astigmatismi vari e quelli legati all’età come la presbiopia che spesso viene sottovalutata e corretta con occhiali giocattolo o detti ingranditori acquistabili persino dal tabaccaio, rischiando seri disturbi alla vista, (anche gli occhiali da vicino devono essere fatti su misura con la giusta correzione per singolo occhio) Definire le lenti da prescrivere per ripristinare una visione chiara e nitida, valutare lo stato di forma del sistema visivo e determinarne la condizione di efficienza. Queste sono in sintesi le competenze dell’optometrista. Assieme all’esame delle abilità visive, al controllo della motilità oculare, della focalizzazione e della coordinazione binoculare. Per questo, oggi l’optometrista è la figura professionale che ha responsabilità sui più svariati settori: dalle capacità di lettura e disturbi specifici di apprendimento negli studenti, alla velocità di reazione negli atleti e per le attività sportive in genere, dalle prestazioni nell’ambiente di lavoro al recupero post-operatorio o traumatico. L’optometrista esegue tutti i test necessari per verificare il livello di efficienza visiva ed eventualmente prescrivere l’ausilio correttivo più adatto ad ogni esigenza. L’optometrista costituisce dunque una base per un eventuale indirizzo dal proprio medico oculista di fiducia. È buona norma infine effettuare un controllo preventivo dello stato di salute oculare ogni anno. Antonio Virduci Optometrista



L’INTERVISTA

TRAPIANTI DI RENE Il mondo della chirurgia tra competenza e impegno h24

VIVI BENE INCONTRA IL DOTT. MAURIZIO IARIA Quale il futuro dei trapianti?

di Vincenzo Comi - “Ho maturato l’idea di voler intraprendere la carriera di medico al termine del liceo. Ho avuto coraggio e convinzione, sin da subito”. Sono le prime parole di una lunga intervista fatta al dott. Maurizio Iaria, originario di Reggio Calabria, chirurgo del reparto di Clinica chirurgica e trapianti d’organo dell’Ospedale Maggiore di Parma, oggi considerato tra i più importanti centri in Italia in materia di trapianti d’organo. Chirurgo generale e dei trapianti addominali, in passato si è occupato anche dei trapianti di fegato, ma da oltre dieci anni il dott. Iaria ha concentrato la sua attività trapiantologica su organi come il rene ed il pancreas. “In famiglia nessuno era medico – spiega - Io sono stato il primo”. Mostra subito un pizzico di orgoglio e sottolinea come sia stato il primo in casa ad intraprendere la ‘tosta’ facoltà di medicina. Sicuro di sé e delle proprie scelte fatte, coerente, ambizioso, umile, onesto, disponibile e sempre al servizio del malato. Riavvolgiamo il nastro e ripercorriamo insieme l’intenso percorso umano e professionale che lo ha portato ad essere un affermato chirurgo nel settore dei trapianti di rene. Nato nel 1971 a Reggio Calabria, cresciuto nella zona sud della città in viale Aldo Moro, i suoi studi iniziano all’Università di Medicina di Messina nel 1989. Si specializza poi in chirurgia generale con l’obiettivo di intraprendere la strada della chirurgia dei trapianti. “Sono sempre stato appassionato della storia della medicina, subendo il fascino di figure pionieristiche nei trapianti come Thomas E. Starzl e Christiaan Barnard. Gli anni ’50 e ’60 rappresentano un’epoca di grande innovazione e sviluppo della trapiantologia. Esattamente il 23 dicembre del 1954 a Boston venne realizzato il primo trapianto di rene eseguito con successo dal dott. Joseph E. Murray. Durante i primi anni di università oltrepassavo lo Stretto quotidianamente, quel paesaggio mi è rimasto dentro ed in tutti i miei ritorni l’emozione nel rivederlo è sempre viva…” 2 4

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Da Messina il dott. Iaria si trasferisce in Spagna a Malaga. “Un’esperienza straordinaria e totalizzante, due anni intensi in cui ho appreso tantissimo con viaggi notturni per l’Andalusia per effettuare i prelievi di organo seguiti dai numerosi trapianti di fegato oltre a molta chirurgia ad alta intensità come quella epatobiliopancreatica. Dopo la Spagna sono tornato in Italia ed ho intrapreso il percorso di studi per conseguire l’ECFMG, l’abilitazione all’esercizio della professione medica negli Stati Uniti”. L’America rappresentava in quegli anni il luogo in cui si poteva conseguire la migliore formazione trapiantologica a 360 gradi. Il dott. Iaria per scelta e necessità ha dovuto così oltrepassare l’oceano dove rimane per altri tre anni a Philadelphia. “I chirurghi dei trapianti rischiano di essere una razza in via d’estinzione. È una vita disordinata senza orari e fine settimana. Bisogna avere la capacità di cambiare e modificare i propri piani sistematicamente. È difficile avere una vita programmata. Per i giovani chirurghi con (tanta) passione l’esigenza di recarsi negli Stati Uniti e, più in generale, all’estero è meno pressante di un tempo. Oggi i centri trapianto italiani garantiscono standard di qualità elevatissimi, tra i migliori al mondo, e sono in grado di formare adeguatamente i professionisti del futuro. Il sistema trapianti italiano è un’eccellenza”. Vista la complessità del lavoro, e data la richiesta di una forte disponibilità, ad oggi però non ci sono più tante persone disposte a sopportare, reggere ed assorbire un carico di lavoro ad altissima responsabilità. “Forse adesso è più semplice poter perseguire questa strada perché non c’è tanta gente disposta ad una vita così...” Essere ‘disponibile’ e totalmente predisposti ai ritmi che un percorso universitario e professionale detta in modo arbitrario e categorico soprattutto all’inizio della propria carriera, necessita anche dell’appoggio totale della propria famiglia. “In America mi ha raggiunto mia moglie Lucia ed a Philadelphia è nata la mia prima figlia, Sofia”.


Il dott. Iaria ci spiega quali sono le persone che hanno bisogno di un trapianto di rene. “Tutte le persone che sviluppano un’insufficienza renale irreversibile sono potenziali candidati al trapianto renale. Sono numerose le patologie primitivamente renali e le malattie sistemiche ad interessamento renale che possono esitare nel tempo in una insufficienza irreversibile e terminale di tale organo. In ogni caso, il trapianto di rene rappresenta la migliore terapia possibile per questi pazienti, anche prima dell’inizio della dialisi...” La sostituzione dell’organo malato diventa dunque necessaria, indispensabile. “Un trapianto di rene dura intorno alle 3-4 ore. Si distingue il trapianto da donatore vivente e da donatore cadavere. I pazienti hanno un recupero generalmente molto rapido, già dopo 7-10 giorni vengono dimessi e trasferiti a casa”.

L’arrivo della piccola Sofia è determinante per il decisivo cambio di rotta. “Abbiamo scelto di comune accordo di tornare in Italia per il bene della famiglia nonostante la possibilità di lavorare lì per sempre. Non avrei potuto gestire famiglia e lavoro con migliaia di chilometri di distanza. È stata una questione molto sentimentale”. Nel 2008 inizia la seconda vita del dott. Iaria. “Mentre completavo un dottorato di ricerca in chirurgia, dopo il rientro in Italia, e dopo oltre 1 anno di incontri e confronti con alcuni ospedali italiani, per pura casualità, ho avuto un’offerta a Parma. E qui mi sono fermato. Prima del trasferimento in Emilia-Romagna è nata la mia seconda principessa, Beatrice”. Disponibilità, flessibilità e competenze dunque. “Se si vuole fare il chirurgo ad alta specializzazione è necessario un impegno totale h24. Spesso capita, nel caso di trapianti di pancreas o di particolari procedure di prelievo d’organo come quelle effettuate nei donatori a cuore non battente, di muoverci in piena notte nell’ambito regionale dell’Emilia Romagna”. In Italia sono 39 i centri autorizzati al trapianto di rene, distribuiti in 16 regioni. Il polo di Parma, con i suoi quasi 1600 trapianti di rene e rene-pancreas all’attivo, è uno dei centri di grande tradizione ed eccellenza del panorama trapiantologico italiano. “Non tutti però eseguono trapianti da donatore vivente o quelli con incompatibilità di gruppo sanguigno. Il centro di Parma è stato una sorta di apripista, avendo effettuato il primo trapianto di rene ABO-incompatibile in Italia. In Emilia Romagna esiste una lista unica regionale per i pazienti in attesa di trapianto. I centri accreditati per tale attività sono 3: Bologna, Modena e Parma. Si lavora spesso in sinergia, la programmazione e l’organizzazione sono dei punti di grande forza della Regione in cui opero”. Il fabbisogno di trapianti di rene è molto più elevato rispetto agli altri trapianti di organo. Ogni anno in Italia ci sono quasi 9 mila pazienti in lista di attesa per trapianti d’organo. Circa 6 mila e cinquecento attendono un rene ed il trapianto di rene è quello più diffuso non solo in Italia ma nel mondo.

Ma qual è il futuro dei trapianti secondo il dott. Iaria? “Il trapianto ideale è quello che avviene da donatore vivente. Bisogna investire nel presente e nel futuro sulla donazione da vivente e sensibilizzare la popolazione attraverso continue campagne informative. In questo associazioni come AIDO e lo stesso Ministero della Salute, attraverso il Centro Nazionale Trapianti (CNT), profondono costante impegno nel portare avanti la cultura della donazione. Dal punto di vista dell’innovazione tecnologica ci aspettiamo che attraverso l’utilizzo delle nuove macchine di perfusione degli organi, in particolare quelle “normotermiche”, ci sarà la possibilità di trapiantare in sicurezza reni un tempo giudicati non idonei, grazie ad una sorta di ricondizionamento degli stessi. Nel futuro meno immediato sia gli xenotrapianti (trapianti di organi animali negli uomini) a partire da specie animali geneticamente modificate mediante l’editing del DNA che la bioingegnerizzazione degli organi sfruttando le potenzialità delle cellule staminali con l’ausilio delle stampanti biologiche 3D potrebbero dare delle risposte rivoluzionarie alle necessità dei tanti pazienti in attesa di un trapianto d’organo”. Maurizio Iaria, MD,PhD UOS Chirurgia dei Trapianti UOC Clinica Chirurgica Generale Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma

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ALIMENTAZIONE

10 CONSIGLI PER UN’ESTATE AL TOP

In tanti si stanno preparando ad accogliere l’estate. C’è chi è già partito e chi invece sta aspettando con ansia le tanto attese ferie. I più piccoli invece sono già nel pieno della stagione estiva tra bagni in piscina, lunghe passeggiate in spiaggia e qualche strappo alla regola sul fronte alimentare. Non sono pochi i bimbi infatti che rischiano di tornare sui banchi di scuola con qualche chilo di troppo.

3. Si al The a patto che...: no a quelli confezionati, troppo ricchi di zucchero e calorie. Potete prepararlo addolcendolo con poco zucchero e tanto succo di limone.

Cosa fare, dunque, per trascorrere i mesi estivi all’insegna della sana e corretta alimentazione? E quali, invece, i cibi da evitare? La prima regola è mangiare sano, con attenzione soprattutto alla varietà di verdure e pesce e adottare alcuni accorgimenti, come quello di consumare i pasti in famiglia e coinvolgere i figli nella spesa e nella preparazione dei cibi.

5. Frutta e verdure a gogò: assolutamente sì, ottimi sia come spuntino che a fine pasto. L’estate ne offre moltissima: pesche, albicocche, cetrioli, melone, anguria, prugne, susine, pere, fichi, fichi d’india, ciliegie, uva o finocchi.

Da seguire con rigorosa attenzione la ‘piramide alimentare’, modello di corretta distribuzione dei nutrienti nella dieta. Cereali, frutta e verdura costituiscono le basi della piramide alimentare. Se ne devono assumere ogni giorno e 2-3 volte al giorno, scegliendo frutta e verdura fresca di stagione. I frutti vanno consumati con la buccia, che fornisce fibra, e a pezzi, a morsi perché ciò contribuisce ad aumentare il senso di sazietà. Ogni giorno bisogna inoltre introdurre una quota di calcio, che si ottiene assumendo latte e latticini. Ecco allora alcune regole da seguire per un estate al top: 1. Fondamentale l’acqua: assumetene e portatene tanta, soprattutto se con voi ci sono bambini, se avete deciso di passare molte ore in spiaggia o fuori casa e se la giornata si presenta calda e umida. 2. No a bevande zuccherate: evitate l’aranciata o la bibita a base di cola o caffeina. Sono poco dissetanti per la loro alta concentrazione di zucchero. 2 6

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4. Spuntino con succhi di frutta: è un buono spuntino d’emergenza, ma non sono comunque sostituti della frutta. Scegliete sempre quelli senza zuccheri aggiunti.

6. Pranzo leggero: scansate piatti elaborati come pasta al forno o timballi, spesso ricchi di grassi che rendono più lenta la digestione. Un panino può diventare un ottima alternativa al pasto. Un ottimo piatto può essere la classica insalata di riso. 7. Pane? Fresco e non condito: farcitelo di tanta verdura (pomodori, insalata, verdure grigliate) e qualche fetta di prosciutto cotto, arrosto di tacchino, mozzarella o uovo sodo. 8. Si al riso: ricco di amido e molto digeribile. Ottima la classica insalata di riso. Usate il riso parboiled che non scuoce e mantiene i chicchi ben separati. 9. Secondo? Aggiungetelo nel primo: se nelle vostre insalate di riso o di pasta avete aggiunto tonno, o prosciutto, o formaggio, avete preparato piatti unici, che oltre ai carboidrati forniscono anche proteine. Un secondo sarebbe di troppo. 10. Parola d’ordine, divertimento: giocate insieme ai vostri figli o fate sì che i vostri piccoli non si annoino. Oltre a nuotare, a fare castelli di sabbia ci sono tanti giochi che si possono fare in spiaggia e non solo. Dott. Consolato Mento - Biologo nutrizionista


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ALIMENTAZIONE

TUTTO

SUSHI

Storia, curiosità e falsi miti

sul pesce crudo più famoso al mondo

Tutti lo hanno mangiato almeno una volta. E tanti hanno fatto il ‘bis’. Tantissimi. Parliamo del sushi, il tipico piatto giapponese che ‘giapponese’ non è. La sua storia infatti parte altrove. Il sushi non ha origini giapponesi e, seppure simbolo del paese nipponico, non sarebbe nato in Giappone, bensì in Cina o in Corea. Il gustoso piatto del Sol Levante è stato invece importato in Giappone, successivamente modificato e adattato ai gusti dei suoi abitanti. Secondo gli storici, le sue origini risalgono al IV secolo. All’epoca il pesce veniva eviscerato, salato e poi posto in mezzo al riso cotto, la cui fermentazione provocava un aumento di acidità dell’ambiente, al punto da poterlo conservare anche per interi mesi, persino stoccandolo e trasportandolo comodamente. Quando poi bisognava consumarlo, il riso veniva eliminato e si mangiava solo il pesce. La tecnica di conservazione è arrivata poi in terra giapponese. Si iniziò a non gettare più il riso fermentato ma a consumarlo col pesce in un piatto che prese il nome di Namanare. La nascita del sushi moderno arriva intorno al 1800 da una bancarella che vendeva cibo per le strade di Tokyo e richiedeva che il pesce venisse marinato in salsa di soia e sale, per durare di più. Il wasabi, pasta piccante di colore verde servita assieme al sushi, venne aggiunto per coprire eventuali sapori sgradevoli del pesce non fresco. La svolta finale arriva in un ristorante con un gestore che, per abbassare i costi, inventò il kaiten-zushi, ovvero il sushi girevole. Era il 1958. 2 8

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Il successo fu enorme e in breve tempo il signor Shirahishi, apre più di 250 ristoranti simili in tutto il Giappone. In Italia il sushi ci ha messo un po’ ad arrivare ma adesso è diffuso in tutta la penisola. Per apprezzarlo al meglio non affidatevi ai ristoratori improvvisati. Il famoso sushi, se non preparato correttamente, può essere mortale, a causa della tetradotossina. Solo alcuni tipi di chef al mondo possono prepararlo e le parti tossiche che si rimuovono dal pesce, devono essere buttate in appositi contenitori. Sushi e sashimi (fettine di pesce crudo senza riso) non vanno preparati con pesce fresco. La normativa europea prevede che i pesci consumati crudi debbano essere lasciati nel congelatore a -20 °C per almeno 24 ore. Il congelamento, così come il calore della cottura, ne uccide i parassiti. Se davvero mangiassimo un sushi fatto con il pesce fresco potremmo avere seri problemi di sicurezza con il rischio di ingerire il pericoloso anisakis che provocherebbe infiammazioni allo stomaco e all’intestino e reazioni allergiche gravi. Godiamoci dunque sushi, sashimi, tartare, carpaccio e altro pesce crudo ma teniamo a mente qualche piccolo accorgimento. Diffidiamo dei prezzi troppo bassi. Un buon sushi di qualità non può costare 10 euro. Occhio infine alla preparazione ‘fai da te’. Se non si conosce bene il metodo di preparazione e non si dispone di un ottimo congelatore, meglio evitare. Piuttosto affidatevi ad uno dei migliori ristoranti della vostra città...



ALIMENTAZIONE

DIETA ECOSOSTENIBILE IL CIBO CHE TUTELA L’AMBIENTE E SALVA IL PIANETA

Dott.ssa Maria Celeste Paviglianiti – La nostra alimentazione ha un costo. E non intendo quello immediato che paghiamo alla cassa, spesso l’unico di cui teniamo conto. C’è un valore molto più grande, che riguarda l’ambiente e che diventa determinante se volgiamo anche solo per un attimo lo sguardo al futuro. Quando immaginiamo una dieta equilibrata pensiamo ad uno stile di vita sano e ci soffermiamo soprattutto sull’impatto che questo potrebbe avere sul nostro peso, sulla nostra forma fisica. E non pensiamo mai alla possibilità di una dieta ecosostenibile. Se ci stiamo approcciando a cambiare abitudini alimentari, penseremo a come combinare i nostri impegni durante la giornata con le modifiche che dobbiamo apportare e a come tutto ciò ci porterà al nostro obiettivo. Ma abbiamo mai realmente pensato all’impatto che ha il cibo che mangiamo con l’ambiente che ci circonda? Quali sono gli alimenti meno inquinanti dal punto di vista della produzione, dell’imballaggio e dello smaltimento? Cosa significa adottare una dieta ecosostenibile? Oggi riscontriamo sicuramente una sensibilità maggiore, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto etico e la vita degli animali. Molte scelte di regime alimentare vegetariano e vegano nascono proprio dall’aspetto etico della questione, oltre che da quello salutare. Se solo approfondissimo l’argomento scopriremmo come il regime alimentare più studiato e consigliato al mondo, per le sue proprietà, sia quello ad impatto ambientale inferiore, soprattutto nella sua forma vegetariana. Proviamo a pensare a cosa succederebbe se diventassimo tutti vegetariani. O se riducessimo anche solo in parte il consumo di alimenti di origine animale. 3 0

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Il risultato sarebbe un minor consumo del nostro pianeta. Il mondo in cui viviamo ci offre acqua, piante, terreni per coltivare cereali, legumi, frutta e verdure e anche per allevare animali. E noi cosa gli offriamo in cambio? Solo poco rispetto. Gli alimenti che l’uomo produce hanno un impatto sull’ambiente, con una serie di effetti legati alla produzione stessa e al consumo. Il consumo di acqua è sicuramente la cosa che più impegna la Terra, ha un impatto di più del 40% di quello totale. Gli alimenti si differenziano molto sulla base dello sforzo che richiedono al pianeta. Ad esempio, per un chilo di mais sono necessari 900 litri di acqua, per un chilo di riso 3000 litri, mentre per produrre la stessa quantità di carne rossa ne servono 15500. Si potrebbe fare un lungo elenco dell’impatto di ogni singolo alimento, e ciò che emergerebbe è che gli alimenti vegetali come legumi e cereali hanno un impatto ambientale inferiore rispetto agli alimenti di origine animale, in particolar modo della carne rossa. I prodotti come formaggio, uova, carni bianche e pesce si collocano circa a metà strada. Ed ecco che si delinea la piramide della dieta mediterranea. I cibi che si inseriscono alla base sono quelli maggiormente eco sostenibili, con impatto ambientale più basso. L’alimentazione a base di verdura, cereali, legumi, frutta, olio extravergine d’oliva con qualche porzione alla settimana di prodotti derivati dagli animali come uova o formaggio e più sporadicamente pesce, carne bianca e rossa è un regime alimentare salutare per l’uomo ma anche per l’ambiente. Nutrirsi in modo equilibrato ci aiuta ad avere un rapporto adeguato con l’ambiente che ci circonda. Possiamo fare molto per il nostro pianeta e allo stesso tempo salvaguardiamo la nostra salute.


BENESSERE


BENESSERE

ESTATE AL MARE ACCESSIBILE A TUTTI ECCO JOB, LA CARROZZINA A PROVA DI SPIAGGIA

Arriva l’estate e si avvicina la corsa alla scelta della spiaggia più ambita, dello stabilimento balneare in cui tutti possano godere liberamente di una giornata di mare, divertimento e totale relax.

Esistono fortunatamente soluzioni specifiche a ogni tipo di disabilità che consentono di affrontare gli ostacoli ritenuti insuperabili per un amputato di arto oppure un disabile in carrozzina.

L’estate che tutti vorremmo è quella da vivere insieme ed in libertà, accessibile a tutti. Anche alle persone diversamente abili. Trovare una struttura in grado di accogliere ed ospitare persone in carrozzina però non è affatto facile. Le strutture turistiche realmente accessibili, che sappiano rispondere alle vere necessità delle persone con difficoltà di deambulazione, come la possibilità di arrivare dall’ombrellone fin dentro l’acqua, non è cosa semplice.

M.T.O. S.p.A., azienda produttrice e distributrice di componenti per protesi adatte per essere utilizzate in condizioni speciali come in spiaggia, a contatto con la sabbia e dentro l’acqua (anche salina), propone una gamma completa di prodotti per soddisfare tutte le esigenze costruttive del tecnico ortopedico al fine di garantire all’utente finale una protesi che gli permetta di vivere appieno la bella stagione. L’ampio catalogo offre liner, sistemi di ancoraggio, ginocchi artificiali, giunti e tubi di collegamento, piedi artificiali.

Quella del turismo accessibile rimane una questione irrisolta che riguarda non solo le strutture commerciali e gli operatori di strutture ricettive ma anche le famiglie stesse.

In particolare, per l’accesso in spiaggia, esistono carrozzine dotate di ruote galleggiati che permettono di rilassarsi, lasciandosi cullare dalle onde.

Sono ancora in tanti a credere che non sia un diritto, ma quasi un lusso, poter accedere a determinate realtà in condizioni di disabilità, spesso nascondendosi dentro casa e arrendendosi all’idea di trascorrere una giornata in spiaggia e al mare insieme ad amici o parenti. Si crea così una condizione psicologica dannosa, che può portare anche a depressione e apatia. Un’idea sbagliata che va sradicata da entrambe le parti e rimodellata sulla base di una inclusione a 360°.

La sedia JOB apre dunque molte possibilità ad un portatore di handicap, che influenzeranno direttamente e positivamente il proprio stato d’animo, regalando momenti unici e spensierati.

Spesso si pensa che aver subìto la perdita di un arto voglia dire aver finito di vivere una vita piena, non poter più svolgere quelle azioni che prima si facevano nella normalità, ma i progressi dell’ortopedia rendono le moderne protesi sempre più performanti e di facile accesso. 3 2

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Leggera e facile da trasportare, può essere caricata facilmente in auto e montata rapidamente per garantire una vacanza serena e accessibile a tutti. JOB è la soluzione ideale per piscine e stabilimenti balneari non ancora attrezzati per il soggiorno delle persone con disabilità che consente di adeguare la struttura alle norme in vigore per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Dott. Antonio Balestrieri - Tecnico Ortopedico


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“SHOULD I STAY OR SHOULD I GO?” L’impossibile decisione dietro gli attacchi di panico “Should I Stay Or Should I Go” è un vecchio brano dei Clash, gruppo rock degli anni ’80, che su questa domanda articola un dialogo tra il protagonista e la sua donna, esprimendo la difficoltà a mediare istanze di vicinanza e di autonomia nella relazione. In effetti, tale conflitto di istanze, tra autonomia e dipendenza, è ciò che accompagna le narrazioni delle persone che esprimono attacchi di panico. Certamente, a prima vista, non è quello che il sintomo farebbe intendere. Gli attacchi di panico si caratterizzano per una improvvisa e intensa paura in assenza di un reale pericolo, accompagnata da sintomi somatici, dovuti all’attivazione del sistema simpatico, e cognitivi (paura di impazzire, di perdere il controllo, paura di morire). Generalmente il singolo attacco raggiunge rapidamente l’apice ed è di breve durata, ma la sensazione di terrore provata da chi lo sperimenta è annichilente ed estremamente invalidante. In un disturbo di panico, gli attacchi compaiono inaspettatamente, senza apparente connessione a quanto l’individuo sta vivendo, o addirittura durante il sonno. Il DSM – 5, manuale che descrive i disturbi psicologici e psichiatrici, traccia una lista di 13 diversi sintomi che possono manifestarsi durante l’attacco. Per poter parlare di disturbo di panico è infatti necessario che se ne presentino, in modo concomitante, almeno 4: palpitazioni o tachicardia, sudorazione, tremori, sensazione di fiato corto o di fatica nel respirare, sensazione di soffocamento, dolore retrosternale, nausea o dolori addominali, vertigini, sensazione di instabilità, testa leggera o sensazione di svenimento, brividi o vampate di calore, parestesie, derealizzazione o depersonalizzazione, sensazione di perdita del controllo o di “diventare matto”, paura di morire. 3 4

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Inoltre, dopo almeno uno degli attacchi, si manifesta la paura o preoccupazione persistente di avere altri attacchi o si evidenziano cambiamenti nei comportamenti quotidiani che procurano un disadattamento. Ma cosa c’è dietro questa paura? Spesso emerge la difficoltà a pensarsi separati da relazioni difficili, ma allo stesso tempo percepite come protettive. Molti sono i casi di donne o uomini che desiderano concludere una relazione sentita come insoddisfacente, ma non riescono ad affrontare l’idea di una separazione. Così come molti sono i casi in cui giovani adulti risolvono attraverso il panico l’impossibile conflitto fra autonomia e dipendenza, ritenendosi incapaci di spiccare il volo. A volte nelle storie familiari di queste persone troviamo lutti o separazioni difficili. Così, il panico esprime una difficoltà, parla del terrore di sentirsi senza sostegno, di incontrare il dio Pan, che etimologicamente da vita alla parola “panico” e che, per le sue sembianze mostruose, rappresenta la minaccia dell’imprevisto. Ed in questa cornice il sintomo assume una funzione secondaria rilevante, poiché, seppur in maniera inconsapevole, mantiene in equilibrio le due istanze in conflitto, senza mai risolverlo. Infatti, intorno alla persona con attacco di panico le relazioni si stringono, potenziando l’idea che la dipendenza sia la sola soluzione possibile a scapito dell’autonomia. La possibilità evolutiva sta, dunque, nell’attraversare questi contenuti emotivi, potenziando l’autonomia e consegnando alle relazioni significative un diverso passo ed una diversa distanza, per poter operare un’integrazione fra due costrutti, autonomia e dipendenza, apparentemente contrapposti. Integrazione impossibile se l’attenzione rimane solo sul sintomo. Dott.ssa Maria Muscolo · Psicologa, psicoterapeuta Specialista Mente&Relazioni


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CELLULITE

NON SOLO CREME CONTRO GLI INESTETISMI Ecco gli integratori per eliminarla Con l’avvicinarsi dell’estate ci affanniamo per ottenere un corpo perfetto, e per far sparire, nel minor tempo possibile, ogni traccia di cellulite. Il fastidioso inestetismo interessa glutei, cosce e ginocchia ed è dovuto all’accumulo di grasso negli strati sottocutanei, accompagnato da ritenzione idrica e cattiva circolazione del sangue. In effetti non è solo un semplice accumulo di grasso, perché la cellulite causa una vera e propria infiammazione a carico di tessuto adiposo e vasi sanguigni. Diverse sono le cause che la provocano: cattiva alimentazione, fumo, vita sedentaria, farmaci anticoncezionali, variazioni ormonali (gravidanza, menopausa), ritenzione idrica e fragilità capillare. Creme drenanti, fanghi, massaggi, dieta, attività fisica. Questi sono solo alcuni dei rimedi ai quali facciamo ricorso per superare indenni la prova costume. Ricordiamoci però che è sempre utile associare integratori specifici, che riattivano la circolazione e depurano gli organi essenziali per lo smaltimento delle tossine (fegato, reni, sistema linfatico) soprattutto nello stadio iniziale, la classica “pelle a buccia d’arancia”. In questa fase possiamo integrare la nostra alimentazione con diversi principi attivi: - Estratto di gambo d’ananas. Contiene la bromelina. L’enzima distrugge le fibre proteiche che formano l’impalcatura della cellulite, liberando gli adipociti, svolge azione antiedemigena e antinfiammatoria sui tessuti e favorisce il drenaggio dei ristagni dei liquidi tipici della cellulite; - Orthosiphon. Ricco di flavonoidi, permette di eliminare i grassi liberati dalla bromelina e di depurare l’organismo da residui come urea e cloruri; - Tè verde. Contiene le metilxantine (caffeina, teobromina, teofillina) che favoriscono la perdita di peso, favorendo la mobilitazio-

ne dei grassi localizzati nel tessuto adiposo e la loro eliminazione a scopo energetico. Hanno inoltre azione ipoglicemizzante, perché riducono l’assorbimento degli zuccheri; - Centella asiatica. Permette di preservare la struttura e la tonicità vasale. È uno dei rimedi fitoterapici più utilizzati in caso di cellulite, in quanto aumenta l’elasticità delle pareti dei vasi sanguigni e favorisce la corretta circolazione periferica, riducendo la dilatazione delle vene e la permeabilità capillare; - Arancio amaro. Contiene la sinefrina, principio attivo che aiuta a controllare il peso corporeo e a ridurre l’assimilazione dei grassi, in quanto stimola la produzione di calore nel corpo (termogenesi) e l’utilizzo dei grassi a scopo energetico (lipolisi); - Rusco, ippocastano, amamelide, mirtillo nero, estratto di semi d’uva. Sono ricchi in flavonoidi e antocianine, riducono l’eccessiva permeabilità dei capillari e rafforzano la struttura del tessuto connettivo, che sostiene i vasi sanguigni, migliorandone l’elasticità e il tono; - Tarassaco, carciofo, gramigna, cardo mariano, curcuma. Utili per la funzionalità del fegato, organo impegnato anche nella gestione dei grassi dell’organismo; - Verga d’oro, betulla e zea mais. Importanti per il drenaggio renale. Per la cellulite in stadio più avanzato esistono infine integratori che agiscono promuovendo lo shift metabolico tra adipocita bianco/adipocita bruno (fisiologico tessuto antiobesità) e, quindi, stimolano i meccanismi naturali di lipolisi. In questo caso troviamo, in associazione, ad estratti naturali l’acido linoleico coniugato (CLA), una sostanza che promuove l’utilizzazione dei grassi come fonte d’energia da parte dei muscoli, con conseguente diminuzione della massa grassa a favore di quella magra.

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BENESSERE

EPILAZIONE LASER La tecnica vincente del Laser Diodo 808 Dott.ssa Stefania Balducci Specialist in tecnologie medico-estetiche L’eliminazione dei peli sul corpo ha sempre costituito un aspetto importante nella storia dell’uomo, legato al contesto sociale, storico, culturale. La ricerca di trattamenti per la rimozione dei peli superflui ha coinvolto, negli ultimi anni, un numero sempre più elevato di donne e uomini. Tra le tecniche più efficaci utilizzate da entrambi i sessi, c’è il Laser Diodo 808, una tecnologia di ultima generazione che opera nel settore dell’estetica, in grado di eliminare in maniera progressiva i peli superflui e disattivare i follicoli piliferi. Ma come funziona? Il laser genera un fascio di luce con una particolare lunghezza d’onda (808) in grado di colpire il follicolo pilifero, favorendo la progressiva eliminazione dei peli in maniera efficace ed indolore. Ha una emissione ad infrarosso che garantisce, oltre al risultato, il miglioramento della texture della pelle ed una conseguente eliminazione della follicolite presente in tutti i soggetti che hanno utilizzato, precedentemente, altri sistemi tradizionali di depilazione. Il Laser Diodo 808 utilizza il principio della fototermolisi selettiva, incrementando, attraverso la sua energia luminosa, la temperatura del follicolo pilifero disattivandolo. Il risultato sarà progressivo e permanente. 3 6

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Il trattamento è molto veloce e non supera mai i 30 minuti. Per ottenere risultati efficaci è necessario un numero di almeno otto sedute in modo da ottenere una diminuzione pari all’80% e già dalla prima seduta si possono notare i primi risultati. Il cliente è sottoposto ad una attenta analisi conoscitiva della morfologia, del fototipo, delle caratteristiche del pelo, della densità pilifera della zona, ma anche di fattori incisivi quali età, sesso, stato di buona salute. Si possono trattare tutte le zone del corpo, anche le più piccole e le più sensibili senza provocare arrossamenti, scottature, eritemi. Il trattamento Laser Diodo 808 non è assolutamente doloroso, in quanto un sistema di raffreddamento incorporato nel manipolo garantirà la temperatura della pelle costante senza eccessivi riscaldamenti. È infatti impossibile creare irritazioni o piccole ustioni, perché l’emissione laser ad 808 agisce in maniera selettiva sul follicolo pilifero senza ledere le strutture circostanti. Il trattamento laser può essere fatto in qualsiasi periodo dell’anno, basta seguire eventuali indicazioni e suggerimenti dati dal consulente operativo. Avere gambe lisce e perfettamente depilate durante tutto l’anno non è dunque più un miraggio. Da oggi è possibile dire addio alle noiose cerette, ai rasoi, alle creme e agli altri vecchi ed obsoleti sistemi.


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SPORT

PASSIONE MTB TRA STORIA, NOVITÀ E BENESSERE

Photo Luca Lombardi

I migliori 5 sentieri di Reggio Calabria

La mountain bike affonda le proprie radici nei primi del ‘900, con il ciclocross, tecnica ‘su prato’ ideata per allenarsi anche durante l’inverno. I costruttori iniziano a produrre vere MTB negli anni ‘80 ed uno dei primi utilizzi fu la spedizione dei ‘buffalo soldiers’ nel 1987 quando vennero percorsi più di 3000 km in soli 34 giorni nello stato del Missouri, attraversando zone montane ed impervie. Ma il mountain biking esplode solo negli anni 2000. In particolare è in California, a pochi passi dalla città di Fairfax, dove si trova uno dei più importanti musei al mondo della bici, che il MTB conosce il suo sviluppo. Esistono ad oggi tre principali discipline. All-mountain: gran salite e gran discese con percorsi pensati per vivere la MTB a 360°. Le bici utilizzate sono chiamate full. Cross-country: non si cercano gran discese, le bici usate sono di solito ammortizzate solo avanti e sono chiamate front. Downhill: la disciplina di discesa per eccellenza. Le bici (full) hanno telai più robusti ma con sistemi di ammortizzazione molto pronunciati. I materiali rappresentano la vera novità del mondo MTB degli ultimi anni. Tra quelli più utilizzati (e anche più costosi), il titanio e il carbonio. L’abs inoltre, ancora poco diffuso, presenta notevoli vantaggi, in particolare sull’anteriore evita pericolosi bloccaggi e conseguenti cadute. Novità ‘di ritorno’ le corone ovali, già utilizzate in passato ma dimenticate negli ultimi anni con il vantaggio di rispondere meglio alla pedalata, rendendola più efficiente. Quanto ai benefici, il MTB sollecita tutti i gruppi muscolari e la costante attività non può che far bene. In particolare aumenta la velocità del flusso di sangue al cervello ed aumenta il rilascio di endorfine e la capacità polmonare. Anche gli enzimi, responsabili della produzione di energia per la contrazione muscolare, aumentano la loro secrezione. I carboidrati vengono assorbiti più velocemente. 3 8

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Il cuore infine diventa più efficiente e la frequenza cardiaca a riposo è più bassa. Il nostro Parco Nazionale d’Aspromonte ci consente di praticare il MTB in condizioni ottimali. Ecco la top five dei sentieri MTB a Reggio Calabria. La ciclovia dell’Aspromonte - 120 km, da fare anche in più giorni. Attraversa il Parco dell’Aspromonte sfruttando la dorsale tabulare del massiccio. Punto di partenza è il monte Limina, nel comune di Mammola e destinazione finale lo splendido borgo di Bova. Le vie dell’acqua – 50km di percorrenza di splendidi sentieri, tocca alcune delle zone più intatte dell’Aspromonte. Da Gambarie si guadagna Montalto per poi iniziare la discesa fino al rifugio Canovai. Si passa dalle Cascate Forgiarelle, Pollia e infine dalle famose cascate dell’Amendolea. Da qui il passaggio dal lago del menta e il rientro a Gambarie. Tour della Calabria greca - 60km di sterrate e strade bianche. Da Bova verso Palizzi si risale per Staiti attraversando le formazioni rocciose di Pietrapennata, fino a raggiungere puntone Cancello e fare poi rientro a Bova. Un mix di storia, cultura e panorami mozzafiato. Mare-Monti - 80Km di sterrati impegnativi - Da 0 a 2000 metri tutto di un fiato. Dal km più bello d’Italia si raggiunge le vetta più alta dell’Aspromonte, toccando ambienti e temperature diverse. La risalita sfrutta in parte la vallata del gallico, per poi deviare verso puntone albara e guadagnare successivamente la cima. L’itinerario da scoprire - Non si smette mai di imparare nuovi trail e scoprire vecchi sentieri. Il Parco Nazionale d’Aspromonte sta lavorando alla riapertura nell’area di Gambarie di vecchi percorsi e tracce dimenticate, da dedicare agli amanti di enduro ed all-mountain. I percorsi saranno concentrati tra monte Scirocco e monte Basilicò e dovrebbero essere resi fruibili nei prossimi mesi.


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M A G A ZINE

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