EMERGENZA IMMIGRATI:
l’accoglienza “passo dopo passo” raccontata dal dott. Iacopino
VIVI BENE · Trimestrale di salute e benessere · Testata registrata al Tribunale di Reggio Calabria n. 4/2016 · Anno I - Novembre 2016
Avis, il presidente Romeo:
“Donate ragazzi,
vi sentirete supereroi” VIA LA PIGRIZIA,
TENIAMOCI ALLENATI!
BELLEZZA IN PILLOLE: se gli integratori stimolano l’efficacia dei cosmetici
PROPOLI ED ERISIMO:
TOCCASANA PER LA GOLA GAMBARIE,
WORK IN PROGRESS
PER LA STAGIONE INVERNALE
SOMMARIO
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EMERGENZA IMMIGRATI: L’ACCOGLIENZA “PASSO DOPO PASSO” RACCONTATA DAL DOTT. ORESTE IACOPINO
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6 AVIS, IL PRESIDENTE ROMEO: “DONATE, VI SENTIRETE SUPEREROI” 8 INVERNO E SPORT: VIA LA PIGRIZIA, TENIAMOCI ALLENATI! 10 GAMBARIE, WORK IN PROGRESS LA STAGIONE INVERNALE 12 LE CINQUE METE IDEALI PER LA SETTIMANA BIANCA 14 PAESE CHE VAI… OVVERO, COSA METTERE IN VALIGIA 16 BELLEZZA IN PILLOLE:
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SE GLI INTEGRATORI STIMOLANO L’EFFICACIA DEI COSMETICI
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18 CAMBIO CLIMATICO, FEBBRE E... ANTIBIOTICORESISTENZA 20 PAURA O FOBIA? COME AFFRONTARE LE PAURE IRRAZIONALI E
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VIVERE LIBERI DALLE TRAPPOLE MENTALI
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22 NATURALE NON È SINONIMO DI SICUREZZA:
INTERAZIONI TRA FARMACI ED ESTRATTI VEGETALI
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24 PROPOLI ED ERISIMO: TOCCASANA PER LA GOLA 26 VENACROIL BIO, L’OLIO COSMETICO CURATIVO MADE IN CALABRIA 28 MEDICINE ALTERNATIVE: L’OSTEOPATIA 30 SINDROME DEL COLON IRRITABILE 32 FIORI DI BACH: EQUILIBRIO TRA MENTE E CORPO 34 MICOTERAPIA, RISORSA NATURALE PER INNUMEREVOLI PATOLOGIE 36 FESTIVITÀ NATALIZIE: I CONSIGLI DELLA NUTRIZIONISTA 37 WIG HOUSE, LA CASA DELLA PARRUCCA 38 SPUNTANO I PRIMI DENTINI. COME ALLEVIARE IL DOLORE?
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VIVIBENE
EDITORIALE VIVI BENE Trimestrale di salute e benessere Testata registrata al Tribunale di Reggio Calabria n. 4/2016 Anno I - Novembre 2016 Editore Farmacia Fata Morgana dei Dottori Elvira Caridi e Mario Pulitanò Caridi s.n.c. Via Osanna, 15 · 89127 Reggio Calabria www.farmaciafatamorgana.it Direttore Responsabile Vincenzo Comi Farmacia Fata Morgana Hanno collaborato: Dott.ssa Giovanna Barillà Dott. Mario Pulitanò Caridi Dott. Giuseppe Cutrupi Dott.ssa Consuelo Ieracitano Dott.ssa Annamaria Russo Dott.ssa Antonella Siciliano Contributi di: Vincenzo Comi Pasquale Romano Daniela Romeo Dott.ssa Fabiola Branca Dott.ssa Stefania Messina Dott.ssa Maria Celeste Paviglianiti Dott. Giuseppe Polimeni Grafica KGMarketing www.kgmarketing.it Pubblicità KGMarketing direzionekgmarketing@gmail.com 347.0942756 Distribuzione esterna Agenzia Publiworld
di Mario Pulitanò Caridi
Succede che, per realizzare una rivista trimestrale, ti tocca affrontare temi che riguardano la fine dell’estate quando è ancora agosto, e tu sei lì, a scrivere dell’autunno mentre ti stai sciogliendo dal caldo! Ecco! Vi ho svelato un segreto! Oltre che raccontarvi la nostra professione di farmacisti, vi svelo qualche piccolo retroscena della vita di un giornalista dilettante. Vi confesso che queste mie parole sono state scritte almeno un mese prima della pubblicazione di questo numero. È inevitabile che sia così, se vogliamo stampare la rivista in tempo per la scadenza fissata. Questo è il numero ‘autunno-inverno’ ed è proprio il caso di pensare ad una fetta importante di coloro che frequentano la farmacia: gli anziani, tra i primi a soffrire della nuova stagione. Persone che più di altre entrano a fare parte della nostra vita, e più di altre soffrono del nuovo clima. Sentono il bisogno di sfogarsi, di trovare in noi conforto e sostegno e, anche per questo motivo, abbiamo imparato a volergli bene. È difficile descrivere il nostro stato d’animo quando sappiamo che qualcuno purtroppo se ne è andato, e non verrà più a trovarci. Si tratta per noi come se avessimo tanti nonni. Voglio svelarvi infine un altro segreto: avete presente quando siete in fila, magari dietro una persona anziana e ci vedete impegnati per soddisfare una qualche sua esigenza?
Mentre vi spazientite, magari noi stiamo spiegando per la terza volta la stessa cosa, come la modalità d’assunzione di un farmaco, o cerchiamo di rasserenarli quando vanno su tutte le furie perché gli spieghiamo che quella cosa che ci chiedono proprio non possiamo farla, o ancora quando pretendono lo “sconto”. In quei minuti interminabili vi chiedete: ma perché il farmacista non si sbriga? Io ho fretta! Ho ancora un sacco di faccende da portare a termine! Bene! Quell’anziano potrei essere io, ed un giorno lo sarò, quell’anziano potreste essere voi. Perdonatemi, ma devo dirvelo, il vostro fastidio, che percepisco in quella attesa, scompare dinanzi al fastidio che potrei provare se non facessi di tutto per contribuire a rasserenarlo. Il mestiere di farmacista è anche questo, soprattutto questo! Il nostro primo e più importante “guadagno” non è quello economico ma quello di avere svolto al meglio il nostro ruolo. I nostri utenti più affezionati sono quelli che apprezzano proprio il nostro desiderio di dedicare ad ognuno di loro, giovani ed anziani che siano, il tempo necessario per dare un consiglio e , se necessario, una parola di conforto. Lo facciamo anche in lingua straniera! Durante l’estate sono entrati in farmacia molti turisti, ed è stato bello avere avuto l’opportunità di essere utili anche a loro, provando a parlare la loro lingua, e ad ascoltare i loro tentativi di parlare la nostra, con risultati spesso comici per entrambi, ma che comunque ci hanno consentito di poter esclamare anche in quel caso: “missione compiuta”! Vi lascio al nuovo numero del nostro trimestrale, buona lettura!
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EMERGENZA IMMIGRATI
L’accoglienza “passo dopo passo” raccontata dal dott. Oreste Iacopino: “Sono uomini che fuggono da continui orrori con la speranza di tornare a sorridere” di Vincenzo Comi - È uno dei problemi più complessi che negli ultimi anni affligge l’Europa e non solo. Vede coinvolti tutti noi, nessuno escluso. Ne parlano più di tutti i politici, poi i giornalisti e a seguire professori, medici, studiosi, studenti, commercianti, artigiani e così via. Persone comuni, che, ognuno a modo proprio sono o si sentono direttamente coinvolti in questo grande caos. Il caos dell’immigrazione. Un enigma irrisolto che interessa ormai il mondo intero e che genera continue emergenze e sofferenze soprattutto qui, in Italia, soprattutto qui, in Calabria. Le cause sono note a tutti. In generale si può dire che l’instabilità politica, economica e sociale di molti Paesi del Medio Oriente e dell’Africa, spinge un numero sempre maggiore di uomini, donne e bambini a fuggire dalla propria terra. Si scappa quindi per trovare un rifugio, alla ricerca di una vita serena lontani dalla paura. Nonostante le varie missioni militari ed umanitarie si sono susseguite continue tragedie in mare e costanti sbarchi anche in questo 2016. Non c’è quindi “Mare Nostrum” o “Triton di Frontex” che tenga. Nel nostro territorio in particolare dal gennaio 2014 ad oggi, oltre 45.000 migranti sono arrivati sulle coste reggine, interessando con più di 100 sbarchi la città di Reggio Calabria e l’intero territorio della Provincia, da Riace a Palmi. Tra le tante realtà che si occupano giorno e notte di questa emergenza c’è l’ASP di Reggio Calabria con lo staff “Emergenza Immigrati” coordinato dal dott. Oreste Iacopino, Dirigente Medico del SUEM 118 e Referente del Gruppo di Lavoro sul fenomeno dell’ Immigrazione. 4
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“Dal 2014 è stato costituito, presso la Sala Operativa della Prefettura di Reggio Calabria, un tavolo tecnico con i referenti di varie Istituzioni, Enti ed Associazioni di Volontariato per il coordinamento dell’emergenza immigrati che precede ogni sbarco, con riunioni per organizzare l’attività di accoglienza – spiega il dott. Iacopino – In quel momento conosciamo la data e l’ora dello sbarco, il report trasmesso dalla Direzione Marittima con il numero dei migranti, la nazionalità e tutte le informazioni utili per gestire al meglio lo sbarco”. Dal punto di vista sanitario il primo screening viene effettuato dallo staff dell’USMAF (Unità Sanitaria Marittima, Aeroportuale e di Frontiera) del Ministero della Salute a bordo della nave, il primo controllo per l’individuazione di malattie infettive per selezionare i soggetti “a rischio”. Il porto di Reggio Calabria rappresenta, con più di 17.500 arrivi nel 2015 in 40 sbarchi, il terzo luogo di approdo di migranti del Sud Italia, e già nei primi mesi del 2016 si è avuto un crescente numero di sbarchi con oltre 12.000 migranti. “Si è realizzato, per far fronte alle continue emergenze, un modello operativo strutturale ed organizzativo di assistenza agli sbarchi – spiega il dott. Iacopino – con l’obiettivo di rilevare qualsiasi evento che possa rappresentare un’emergenza di salute pubblica, organizzare una risposta tempestiva ed appropriata per migliorare l’assistenza socio-sanitaria ai migranti definendo compiti e ruoli di tutte le organizzazioni preposte”. Il “modello operativo” è realizzato dividendo l’area di sbarco sulla banchina portuale in tre micro-aree, l’Area Sanitaria, l’Area Sociale e l’Area delle Istituzioni.
L’Area Sanitaria prevede l’allestimento di 5 tende. La prima “Triage” a sua volta divisa in due comparti per entrambi i sessi, due tende per il P.M.A. (Posto Medico Avanzato), una tenda per soggetti affetti da parassitosi in attesa di trattamento ed una tenda per il trattamento parassitario. All’interno dell’Area Sociale, gestita dagli assistenti sociali, Protezione Civile e personale della CRI e volontari sono sistemate invece 6 tende tra cui la tenda CRI, quella del Ministero degli Interni, la tenda del Coordinamento Ecclesiale per assistenza ai neonati o bambini e quella della Protezione Civile Comunale. Infine nell’Area Istituzioni, in cui opera il personale della Prefettura e della Questura di Reggio Calabria sono presenti 4 tende: Prefettura, Ufficio Immigrazione della Questura, Polizia Scientifica, Squadra Mobile. Questo è quello che succede ‘passo dopo passo’ durante uno sbarco al porto di Reggio Calabria. Ma come vengono assistiti i migranti dal punto di vista psicologico? “Abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa tra la nostra ASP, il Comune di Reggio Calabria e l’Associazione Umanitaria Internazionale Medecins du Monde come ‘Progetto pilota sul territorio Italiano’ al fine di garantire la presenza di mediatori culturali al momento dello sbarco, supportare il personale sanitario e diffondere materiale informativo per gli immigrati tradotto in diverse lingue”. 170.100 migranti sbarcati in Italia nel 2014, 153.842 nel 2015, 114.910 nei primi mesi del 2016. In Calabria invece nel 2014 sono sbarcati 28.917 migranti, nel 2015 26.153 e per quest’anno 19.535 ma il numero è destinato a crescere. 33 sbarchi a Reggio nel 2014, 44 nel 2015 e 26, finora, nel 2016. Cifre che dimostrano quanto sia importante il problema dell’immigrazione specie in una regione (la Calabria) che si ritrova a dover gestire, prima di tutte le altre, l’emergenza in questione. I migranti, una volta sbarcati vengono smistati, secondo il piano di riparto del Ministero dell’Interno, nei vari centri di accoglienza diffusi in tutta Italia. Tuttavia i minori non accompagnati rimangono a Reggio Calabria in attesa di essere trasferiti nei centri minori del centro–nord.
“In questo momento abbiamo 220 minori nel centro di Archi, 126 nel centro della Capitaneria di Porto, 110 allo ‘Scatolone’ vicino lo Stadio “Granillo” ed un altro centinaio dislocati in provincia tra Saline, Gambarie, Condofuri e Bianco – spiega il dott. Iacopino – Tutti i giorni effettuiamo controlli e visite mediche su questi ragazzi durante la loro permanenza all’interno dei Centri di Primissima Accoglienza.” Un lavoro che impegna mente e cuore dei tanti medici ed operatori sociali che insieme cercano di gestire l’emergenza. “Lo staff del 118 lavora con altri gruppi di colleghi in modo molto collaborativo sin dal primo sbarco. Nel 2015 il SUEM 118 di Reggio Calabria ha ricevuto il ‘Premio Ippocrate per il progresso scientifico e sociale’, Medaglia d’Argento del Presidente della Repubblica, per aver profuso grande impegno nell’azione umanitaria a favore dei migranti che giornalmente sbarcano nelle nostre coste. È stata una grandissima gioia e una piacevole soddisfazione per il nostro lavoro e l’A.S.P. di Reggio Calabria da cui dipendiamo”. Osservando gli sguardi dei migranti la domanda più frequente che ci poniamo è quale sia il loro futuro. “È gente che intraprende un viaggio della speranza alla ricerca di dignità. Vogliono semplicemente vivere da uomini veri. Fuggono da continui orrori delle guerre civili e non sappiamo realmente cosa accade in quei luoghi”. Nessuno di noi potrà dire come e quando finirà questa ondata di uomini, donne e bambini alla ricerca di speranza. L’unica cosa di cui siamo sicuri è l’amore e la professionalità delle decine di organizzazioni presenti nel nostro territorio che accolgono con assoluta capacità migliaia di migranti. “Quelli che noi definiamo migranti - conclude il dott. Iacopino sono uomini e donne che non perdono la speranza e che cercano tramite il viaggio che può essere battezzato come ‘viaggio della speranza’ la voglia di tornare a sorridere”.
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Avis, il presidente Romeo: “donate! Vi sentirete supereroi” di Vincenzo Comi - L’Avis, come noto, ha un solo obiettivo, la divulgazione della cultura della donazione del sangue e persegue questo scopo da quasi 100 anni. Nata dall’intuizione del dott. Vittorio Formentano, che vide morire una sua paziente per una fortissima emorragia, l’Avis è stata fondata nel 1927 solo ed esclusivamente per non fare mancare mai il sangue e per donarlo gratuitamente a tutti. Ad oggi, nonostante gli oltre due milioni di donatori, che fornisce il 60-70% del fabbisogno del sangue a livello nazionale, vi è sempre una continua e costante emergenza, soprattutto al sud. Abbiamo incontrato il presidente della sezione Avis di Reggio Calabria Antonio Romeo che ci ha spiegato perché è importante donare e perché ancora molti non lo fanno. “Pochi sanno che il sangue è uno dei pochi componenti del corpo umano che non può essere riprodotto artificialmente. È così perfetto e complicato che ancora oggi l’uomo non è riuscito ad inventarlo quindi o viene donato o non c’è – spiega il presidente Romeo – Non è possibile comprare il sangue in farmacia. Le persone non donano perché purtroppo ci sono ancora oggi alcune paure e credenze che non hanno motivo di esistere. La paura dell’ago ad esempio non viene facilmente superata. Faccio sempre l’esempio di un signore australiano. Il suo sangue contiene un enzima particolare e nella sua vita ha fatto oltre duemila donazioni. 6
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Bene, lui ha confessato di avere paura dell’ago ma sa bene quale sia l’importanza di quel gesto e al momento della donazione gira lo sguardo dall’altra parte. Con la volontà quindi si può superare qualsiasi paura”. Nonostante le tante e spesso ingiustificate paure tuttavia si è superata anche questa stagione estiva con un bilancio piuttosto positivo. “Abbiamo ottenuto i risultati degli anni precedenti anche se con qualche difficoltà – spiega Romeo – Vi sono infatti alcune limitazioni ad esempio i ragazzi reggini che vivono in città come Milano, Bologna, Mantova, Parma, non possono donare a causa di un virus che viene portato dalla zanzara, se non dopo 28 giorni dal loro rientro. La donazione di questi ragazzi il più delle volte non avviene e perdiamo regolarmente ogni anno 600-700 ragazzi”. La sede dell’Avis di Reggio Calabria si trova all’interno di un bene confiscato alla mafia sul Corso Garibaldi a pochi passi dalla stazione centrale. Dove prima c’era l’illegalità adesso c’è la vita. Un ambiente forse ancora poco conosciuto dotato di strumenti all’avanguardia con locali ultramoderni e personale qualificato. “I locali che adesso ospitano la sede dell’Avis erano prima in mano alla mafia. Abbiamo progettato gli ambienti curando ogni dettaglio. Il Centro Nazionale Sangue ha dichiarato che ha visto ben poche
sedi belle come la nostra”. Ad accogliere gli oltre 5.000 donatori, il personale dell’Avis che anima i locali che affacciano sugli scavi archeologici di Piazza Garibaldi. “Più che squadra la nostra è una vera e propria famiglia che si dedica giornalmente a questa missione. Chi lavora qui trova un ambiente familiare in cui tutti si chiamano per nome e conoscono anche gli aspetti più intimi. Siamo un gruppo unito così come dovrebbe essere ogni famiglia”. L’Avis di Reggio Calabria cerca quotidianamente, attraverso il lavoro soprattutto dei giovani volontari, gli strumenti per svegliare le coscienze dei cittadini. “Ci svegliamo quando ci sono le festività mariane o quando c’è la Reggina ma poi non riusciamo quotidianamente a riconoscere le esigenze che ha questa città. A seguito di disgrazie come il terremoto parecchi giovani si sono avvicinati alla donazione.
Questo può anche andare bene ma bisogna poi donare il sangue con costanza. Vi è sempre una necessità di sangue perché il nostro ospedale ha un bacino di utenza molto molto vasto. I giovani ancora oggi purtroppo non si interessano a questo argomento perché c’è poca educazione alla salute. Siamo si un popolo di generosi nelle situazioni di emergenza ma nel quotidiano ci perdiamo. Dovremmo avere tutti più sensibilità”. Su una popolazione di 180.000 dovremmo avere almeno 25.000 donatori ed invece ne abbiamo solo 5.000. Infine un invito da parte del presidente Romeo ai giovani reggini: “Donare il sangue è un atto di amore, un gesto che unisce… donate! All’inizio si ha paura di donare, dalla seconda donazione però si ha paura che il dottore vi dica che non potete donare. Donate ragazzi, salverete almeno tre vite, Vi sentirete supereroi!”
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INVERNO E SPORT
VIA LA PIGRIZIA, TENIAMOCI ALLENATI! di Pasquale Romano - Nei mesi invernali, spesso, l’attività sportiva per qualcuno diventa ‘nemica’. Temperature rigide, pigrizia, il lontano pensiero dell’estate e la prova costume, serve forza di volontà e il desiderio di tenersi in forma per non abbandonare lo sport. L’inverno rende pigri: la pioggia e il freddo sembrano suggerirti di rimanere a casa sul divano o sotto le coperte. Bisogna però cercare di tenersi in forma anche durante i mesi invernali, non solo per una questione di aspetto fisico (di solito in inverno si mette sempre qualche chiletto..) ma anche perché l’attività fisica fa sempre bene, alla mente oltre che al corpo. Come tenersi in forma dunque, nei mesi invernali? Bisogna fare alcune importanti distinzioni. C’è ad esempio chi, sfruttando la possibilità che l’inverno offre, opta per gli sport di montagna, vale a dire sci e snowboard. Si tratta di sport, se praticati con costanza, che aiutano il cuore e i polmoni rivelandosi un ottimo allenamento cardiovascolare. Notevoli sono anche gli effetti antistress, grazie alle condizioni favorevoli dell’ambiente in cui si pratica. Nonostante freddo e pioggia, c’è chi non rinuncia alla classica corsa anche durante i mesi invernali. In questo caso è fondamentale l’abbigliamento, bisogna indossare capi caldi ma allo stesso traspiranti che permettono di coprirsi dal freddo e di lasciar rinfrescare il corpo durante l‘attività. Alla fine della corsa è bene non scoprirsi, ma tornare a casa e fare una doccia calda. L’inverno però, per definizione, ‘suggerisce‘ di praticare sport al chiuso. È il boom dell’attività fisica ‘indoor‘, tra palestre, piscine e strutture sportive. Il nuoto è tra gli sport maggiormente consigliati. Completo, gra8
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zie alla possibilità di distribuire il lavoro su tutto il corpo, il nuoto comporta un aumento della massa magra e una riduzione di quella grassa. Per praticarlo al meglio quindi c’è bisogno di una grande resistenza cardio-respiratoria. Nelle palestre, negli ultimi anni è ‘invasione‘ di nuove attività, spesso arrivate dagli States. Total Body, Zumba, Yoga e Pilates sono soltanto alcune della innumerevoli possibilità che la palestra offre. In costante aumento (anche tra gli uomini) se praticate con costanza garantiscono un risultato positivo, grazie all’alto numero di calorie perse in ogni lezione. In ascesa la Zumba, attività fisica che coniuga il fitness e il ballo. Le donne che praticano la Zumba, desiderano tonificare il proprio corpo senza rinunciare al divertimento e al ritmo della musica. Praticare zumba fitness aiuta a tonificare i muscoli delle gambe e delle braccia oltre a migliorare la capacità respiratoria. Yoga e Pilates, in particolare, sono consigliatissimi per la stagione invernale, perché in grado di curare ed alleviare i dolori cronici come mal di schiena e i dolori muscolari tipici dell’inverno. Praticare sport durante i mesi invernali consente anche di mantenere una maggiore mobilità articolare. Nei mesi freddi infatti ci si muove meno e questo comporta un maggior irrigidimento della colonna vertebrale. Inoltre il clima più rigido aumenta la tendenza naturale ad irrigidirsi tenendo più contratti i muscoli trapezi, per favorire gli allungamenti muscolare è importante praticare esercizi di stretching che danno la possibilità di sentirsi meno contratti. È inverno? Nessuna scusa: è sempre il momento giusto per praticare attività sportiva.
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GAMBARIE, WORK IN PROGRESS
PER LA STAGIONE INVERNALE LA TELESE E LA NINO MARTINO CAMBIERANNO NOME di Vincenzo Comi - Già a lavoro con qualche mese di anticipo. Per farsi trovare pronti e programmare la riapertura della stagione invernale è necessario iniziare a lavorare con largo anticipo. Lo hanno capito finalmente dirigenti e funzionari del Comune di Santo Stefano che già da lunedì 19 settembre, coordinati dal sindaco Francesco Malara, hanno deliberato le linee di indirizzo all’ufficio tecnico con impegno di spesa per la manutenzione delle piste da sci. In effetti già lo scorso hanno Gambarie si è fatta trovare pronta alla prima nevicata e quest’anno le intenzioni dell’amministrazione comunale sono quelle di migliorare i servizi rispetto alla passata stagione. Sono stati già installati i piloni dello skilift ripristinando il vecchio impianto ed entro l’inizio della stagione invernale verranno montate le funi ed i ganci di traino. La pista sarà la ‘discesa’ ideale per principianti e bambini sostituendo di fatto un ‘baby-park‘. Ci vorrà ancora un po’ invece prima di rivedere in moto i nuovi impianti di risalita lato nord, Telese e Nino Martino. “I nuovi impianti di seggiovia sono realizzati all’80%. Abbiamo montato le funi e le sedute – spiega il sindaco Francesco Malara – Stiamo impiegando tutte le nostre risorse per poter collaudare gli impianti per questo inverno ma è davvero dura perchè siamo soggetti a continue verifiche ed autorizzazioni”. 1 0
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La volontà del sindaco Malara è quella di dare un nuovo nome ai due impianti. Non più “Telese” e “Nino Martino” ma “Gambarie sullo Stretto” ed “Aspromonte verso le Eolie”. Ma quali sono le altre novità che attendono i tanti sciatori per la prossima stagione? “Sugli impianti della “Nord”, “Sud” ed “Azzurra” stiamo prevedendo alcuni miglioramenti – spiega il sindaco Malara – anche quest’anno ci sarà lo snow park (migliorato e posizionato sulla “Azzurra” con accesso gratuito), sarà migliorato il servizio web– cam per controllare la situazione meteo reale attraverso il nostro portale, verrà distribuita una tessera stagionale con microchip per consentire un accesso più immediato alle piste e sarà predisposta una convenzione con la Guardia di Finanza per quanto riguarda il soccorso alpino con una maggiore vigilanza e sicurezza sulle piste. Dalla parte opposta dello skilift stiamo realizzando una piccola pista da bob artificiale. È già arrivata tutta l’attrezzatura ed il materiale e contiamo di ultimarla entro la fine dell’anno utilizzabile per l’estate 2017”. Per concludere il sindaco Malara fa una promessa: “Sul tratto principale e quindi sulla pista storica si scia al mille per mille. Se dovesse nevicare noi siamo già pronti. Per i nuovi impianti c’è ancora un punto interrogativo…work in progress…”
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Le 5 mete ideali per la settimana bianca
di Pasquale Romano – Montagne innevate, piccoli paesi dallo scenario irripetibile, escursioni, il piacere unico di sciare o utilizzare lo snowboard. Arriva l’inverno, la ‘settimana bianca’ è un classico che non tramonta mai. Tanti gli italiani che decidono di rilassarsi in montagna per una settimana, visitando luoghi oramai divenuti cult oppure scoprendo paesini ancora incontaminati o quasi.. Località che offrono possibilità e scenari differenti, a seconda dei desideri dei turisti. E in qualche caso, delle tasche... Queste le 5 mete italiane maggiormente prese d’assalto negli ultimi anni: CORTINA D’AMPEZZO – La Regina delle Dolomiti. Meta invernale sciistica per eccellenza, Cortina d’Ampezzo conserva il fascino di un centro artistico culturale con il suo artigianato locale e istituzioni come il Museo Etnografico, il Museo Paleontologico e quello d’Arte Moderna. Si tratta di una località non certo ‘per tutti’. Entrando nel dettaglio delle voci si scopre che a Cortina l’hotel per la settimana bianca costa 3.679 euro, gli skipass 802 euro, il noleggio dell’attrezzatura da sci 273 euro e la lezione di sci 205 euro. COURMAYEUR - Località turistica di fama internazionale, Courmayeur, in Val d’Aosta, è nota per la bellezza del paesaggio e l’ospitalità dei suoi abitanti. È dotata di strutture ricettive eleganti e negozi di prestigio, di un moderno palaghiaccio e di un noto centro congressi. La città è frequentata dagli appassionati dello sci, dagli alpinisti e da chi ama una villeggiatura tranquilla. Offre 150 Km di piste da discesa e 40 Km di piste da fondo. Con un’incantevole vista del Monte Bianco offre agli sportivi la possibilità di praticare mountain bike, parapendio, sled dog, pattinaggio e nuoto. SESTRIERE – Meta tra le più ambite, non solo dai piemontesi, è il comune situato in posizione più elevata, circa 2000 metri. Nel 2006 è stato sede delle Olimpiadi invernali, e quindi oggetto di un restyling che ne ha mantenuto intatto il fascino. Con il grande numero di piste distribuite su diversi versanti ed a quote elevate, Sestriere è in grado di garantire, unitamente all’innevamento programmato, una copertura nevosa costante per tutta la stagione. BORMIO – Località ‘unica‘ nel suo genere. Chi sceglie Bormio, nella maggior parte dei casi lo fa spinto dalla possibilità di abbinare una vacanza sciistica ad una vacanza termale. Bormio infatti è un piccolo comune situato sul versante alpino, celebre sia per gli sport invernali che per le sorgenti termali. Con una temperatura che raggiunge i 40 gradi, le terme di Bormio sono aperte tutto l’anno, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche. BRESSANONE – Il mercatino di Natale, fatto di presepi artigianali e specialità gastronomiche, è una delle caratteristiche principali di Bressanone, terza città dell’Alto Adige in termini di grandezza e la città più vecchia del Tirolo. Il punto di forza è legato al connubbio intenso tra lo sport (invernale, ovviamente) e il patrimonio storico culturale. Sciare nelle piste innevate della Plose, oppure ammirare gli affreschi medievali e rinascimentali della Cattedrale e visitare il Castello di Rodengo, Bressanone offre la possibilità di spaziare liberamente tra divertimento e cultura.
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PAESE CHE VAI…
OVVERO, COSA METTERE IN VALIGIA di Daniela Romeo - Prepararsi al viaggio in genere prevede che il pensiero vada a dettagli semplici e piacevoli (alloggio, pasti tipici, intrattenimento, attrazioni culturali…), e poco alla prevenzione dei rischi, che non dipendono solo dalle particolari latitudini che intendiamo esplorare. Secondo i dati a disposizione, ogni anno, circa 50 milioni di persone si spostano per turismo da un Paese industrializzato ad uno in via di sviluppo, e nella maggioranza dei casi gli standard igienico-sanitari dei luoghi di destinazione si attestano su livelli talmente bassi da mettere a serio rischio la loro salute. Per scongiurare spiacevoli inconvenienti e mantenere alto il tasso di spensieratezza durante il periodo del viaggio e dopo, ci sono regole semplici che si consiglia di seguire, anche perché la nostra disattenzione fa di noi dei possibili veicoli di trasmissione.
può non essere facile acquistarli o reperirli. Il kit da viaggio deve comprendere anche antidolorifico, antibiotico ad ampio spettro, antipiretico, un cortisonico, antidiarroico, fermenti lattici, lassativo, antinausea e antivomito, collirio monodose, pomata antistaminica e antinfiammatoria, creme ad alta protezione solare, protezione antizanzare, disinfettanti (spray e fazzoletti), cerotti, siringhe, termometro. Se pensate di visitare Paesi in cui è possibile contrarre la malaria, è necessario proteggersi dalle punture di zanzare e assumere antimalarici prima dell’arrivo, continuando con regolarità durante il periodo di permanenza e ancora dopo aver lasciato la zona a rischio. Una volta a casa, molti smettono di assumerli, e la malattia, che durante il soggiorno è in incubazione, si sviluppa: basta una sola interruzione per diminuirne l’effetto protettivo.
PRIMA DI PARTIRE Almeno 45 giorni prima di partire, verificate se la meta scelta richiede vaccinazioni obbligatorie o raccomandate (Ambulatorio per i Viaggiatori internazionali della vostra ASL). Se optate per un’organizzazione ‘fai da te’, considerate che le informazioni sulla profilassi possano non essere attendibili. Meglio rivolgersi al vostro medico o ad un esperto di Travel Medicine. Assolutamente consigliata l’assicurazione sanitaria, specie se si viaggia fuori dall’ambito UE, in particolare negli USA. Oltre a mettere in valigia i certificati relativi a Rh, gruppo sanguigno, allergie, intolleranza verso farmaci o alimenti, malattie particolari e quelli di vaccinazione, ricordarsi di portare scorte sufficienti dei farmaci che si assumono abitualmente, in quanto
UNA VOLTA A DESTINAZIONE Attenzione a ciò che mangiate e bevete: niente cibi riscaldati, carne, pesce o molluschi freddi e/o crudi, verdure crude, frutta già sbucciata, creme a base di uovo o panna, salse crude all’uovo, gelati; scegliete carne e pesce cotti al momento e serviti caldi, frutta e verdura da sbucciare o pelare, verdura cotta, acqua minerale. Evitate l’acqua del rubinetto e delle fontane, usate acqua minerale in bottiglie sigillate a tavola e per lavare i denti ed evitate assolutamente il ghiaccio. È sconsigliato avere rapporti sessuali occasionali non protetti. Basta poco per rendere indimenticabile un viaggio… nel bene e nel male!
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BELLEZZA
IN PILLOLE: se gli integratori stimolano l’efficacia dei cosmetici
di Daniela Romeo - La nostra pelle è un organo, e come tale deve essere nutrito e ossigenato anche dall’interno. Esistono cosmetici con formulazioni efficaci a contrastare l’invecchiamento della pelle, la sua elasticità e compattezza, così come la salute di capelli e unghie, ma è possibile avvalersi anche di integratori orali con principi attivi che forniscono un’azione combinata vincente tra skin care e body care. Le alterazioni macro e microscopiche della pelle durante l’invecchiamento riguardano la riduzione della quantità di collagene ed elastina, con disorganizzazione delle rispettive fibre, importantissime per la forza, la resistenza e l’elasticità cutanea, riduzione di acido ialuronico, importante per garantire il giusto grado di idratazione e compattezza cutanea e della produzione di sebo e del grasso sottocutaneo, con aumento della secchezza. Tali alterazioni, così come la nostra salute in generale, possono essere accelerate da fattori ambientali, come l’eccessiva esposizione ai raggi solari, inquinamento, stile di vita scorretto (fumo, stress, pranzi veloci e poco equilibrati), che non favoriscono l’apporto dei nutrienti indispensabili al nostro benessere. Una dieta variegata, sana, ricca in vitamine, minerali e oligoelementi è un toccasana per la bellezza della pelle, anche se a volte non è sufficiente. Gli integratori alimentari servono anche a fornire nutrienti quali acido ialuronico, zinco, selenio, vitamina C e polifenoli, che con la normale alimentazione non vengono assunti nelle dosi necessarie per rigenerare e ristrutturare a fondo la cute. Un trattamento sinergico migliora l’efficacia dei cosmetici. Come coadiuvanti dei prodotti cosmetici, in primavera ed estate, ad esempio, si possono assumere capsule solari e snellenti, e in inverno sia le anti age che quelle mirate alla cura dei capelli. I componenti lipofili come i carotenoidi e gli acidi grassi Omega 3 che si accumulano nelle membrane cellulari, hanno effetto protettivo e sono efficaci per contrastare i radicali liberi generati da ultravioletti, fumo e stress. Ma per fare il “pieno di bellezza” a favore principalmente di pelle, unghie e capelli, non basta affidarsi a quanto si limita alla cura dell’aspetto esteriore. È comunque il benessere dell’organismo il vero obiettivo, non (solo) i suoi strati più superficiali. La differenza appare sottile ma indica l’orientamento di un mercato impaziente in materia di bellezza, volto più al ‘tutto e subito’ che alla visione di un benessere globale della persona con innegabili ricadute positive su tutto il resto. Affidarsi quindi a soluzioni naturali formulate come supporto dei meccanismi base dell’organismo, non ad additivi, ingredienti artificiali, edulcoranti o aminoacidi “in aggiunta” ai processi naturali di produzione di collagene e cheratina. Leggete con attenzione quindi INCI ed etichette e, soprattutto, ascoltate con fiducia il consiglio esperto e competente del vostro farmacista. 1 6
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Cambio climatico, febbre e... ANTIBIOTICORESISTENZA
Chi ci conosce sa che abbiamo una caratteristica, e molti ancora oggi la vivono con un certo stupore. Al posto di invogliarvi a ricorrere ai farmaci ed assecondare le vostre richieste, noi le scoraggiamo! Che strani farmacisti che siamo! Forse potreste credere che non diamo fiducia proprio a ciò di cui ci occupiamo per lavoro, o peggio che non diamo il giusto peso alle vostre esigenze, fino a giudicarci masochisti che vogliono rinunciare al loro ruolo ed alla loro attività! Niente affatto. Abbiamo molto a cuore la vostra salute e proprio perché abbiamo come primo obiettivo la soluzione dei vostri problemi spesso sarà capitato di trovarvi davanti alle nostre ritrosie ad assecondare le vostre richieste. Il cambio climatico, spesso repentino ed improvviso, a cui ci stiamo abituando, porterà molti di voi in farmacia perché colpiti dalle prime sindromi influenzali. Gli starnuti, il dolore di gola, qualche colpo di tosse e magari una febbricola, sono i primi nemici da combattere, e prima ancora di parlarne col vostro medico eccovi davanti a chiedere una terapia antibiotica. Qual è allora la nostra risposta? Preferiamo spiegarvi che quella che appare una soluzione potrebbe invece essere causa di ulteriori problemi. Innanzitutto perché l’antibiotico serve solo, soltanto ed esclusivamente quando il vostro organismo deve affrontare una infezione batterica ed in caso contrario sottoporreste il vostro organismo ad un lavoro in più. Oltre che attrezzarsi per difendersi dalla sindrome influenzale in corso, infatti, si troverebbe, a causa vostra, a dover metabolizzare una terapia antibiotica del tutto inutile, ed a sopportare anche tutti gli effetti collaterali che la stessa comporta. Ma non basta! Quella terapia inutile andrebbe ad eliminare tutta una serie di batteri che normalmente è giusto siano presenti nel nostro organismo, e sono utili ad occupare un “territorio” che altrimenti potrebbe essere trovato libero per essere occupato da altri batteri, assai meno innocenti, spesso causa a loro volta di quelle infezioni che necessitano di una vera terapia antibiotica. Questi batteri però non sono stupidi, e proprio andando a colonizzare tessuti in cui è presente quell’antibiotico, hanno imparato 1 8
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a difendersi dalla loro azione e noi, inconsapevolmente, abbiamo contribuito a creare ceppi batterici verso cui poi quell’antibiotico risulterà inefficace. Credete che sia finita qui? Nemmeno per sogno! Voi che potreste non avere mai fatto una terapia antibiotica in vita vostra se veniste a contatto con uno di quei batteri intelligenti (magari perché qualcuno che è ammalato vi fa un bel colpo di tosse in faccia e quel batterio viene trasmesso) vi trovereste a fare una terapia antibiotica del tutto inefficace. Il nome scientifico di questo fenomeno è antibioticoresistenza e l’unica arma per debellarla è il nostro rifiuto ad assecondare le vostre aspettative terapeutiche inappropriate. Ma come fare a capire se un’infezione è batterica o no? Qual è la differenza? Come fare a difendersi da una infezione non batterica? Il vostro medico deve essere informato, ed è necessaria una visita, e comunque nel 90% dei casi una infezione del genere dopo tre giorni vede scomparire la febbre spontaneamente, perché… miracolo… il nostro organismo da solo è in grado di debellarla. Se proprio vogliamo aiutarci a guarire prima possiamo usare farmaci sintomatici, ovvero che combattono gli effetti dell’influenza e non l’influenza in se. Ci sono farmaci che aiutano a placare il fastidio dell’infiammazione al naso, alla gola o alle prime vie aeree, e molti sono anche naturali e del tutto fisiologici ed efficaci, senza essere aggressivi. I più accorti, ed i più fiduciosi verso i nostri consigli, sappiano che possono anche prevenire questi fenomeni, ed affrontare nel modo migliore il cambio di stagione. Esistono anche terapie preventive, anch’esse naturali, che rinforzano il nostro organismo e lo rendono più attrezzato a difendersi dall’arrivo delle malattie stagionali. Noi vi abbiamo avvisato! Sappiate che spesso le terapie migliori non sono quelle che vogliono ottenere tutto e subito, ma quelle che sanno considerare pro e contro del loro utilizzo nel lungo periodo e se tutti ne tenessimo conto non ci troveremmo davanti alla vostre facce afflitte quando ci chiedete farmaci iniettivi (e l’immancabile pacco di siringhe) perché i farmaci che avete assunto per bocca non hanno dato alcun beneficio.
MINIMA L
M A G A ZINE
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PAURA O FOBIA?
Come affrontare le paure irrazionali e vivere liberi dalle trappole mentali Tutto quello che vuoi è dall’altra parte della paura (J. Canfield) Giovanna cammina per strada, avvista una piazza gremita di piccioni e sente un impulso incontrollabile a scappare e reagisce come se fosse entrata nella scena del famoso film Birds di Hitchcock, mentre le persone che passeggiano vicino attraversano la piazza e probabilmente attenzionano i piccioni solo quando
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battono le ali per spostarsi o prendere il volo. Quante volte hai avuto la percezione di provare una paura irrazionale? Cos’è la paura? Quando è utile provare paura? Una prima risposta a queste domande può essere data facendo una distinzione tra la reazione di paura ad una situazione di pericolo e la paura estrema ed irrazionale verso qualcosa che non rappresenta una reale minaccia.
La paura è una delle emozioni primarie ed è una reazione appropriata di fronte a qualcosa che stimiamo come pericoloso. È funzionale alla sopravvivenza poiché ci consente di reagire al pericolo in modo rapido e veloce per preservarci. Tutte le emozioni sono essenzialmente un impulso ad agire e ne è chiarificatrice la radice stessa della parola, dal latino MOVEO ovvero muovere. Ogni emozione prepara il corpo e la mente a risposte differenti e genera risposte fisiologiche. Nel caso della paura il sangue fluisce verso i grandi muscoli della corporatura scheletrica, rendendo più facile e immediato lo scatto verso la fuga mentre minore irrorazione si determina sul volto facendolo apparire pallido. Allo stesso tempo si sperimenta il freezing, uno stato di immobilizzazione che probabilmente è funzionale per effettuare una valutazione veloce se fuggire o prepararsi all’azione, di fronte allo stimolo percepito come pericoloso. La paura può essere intesa, quindi, come un segnale di allarme al quale possiamo prestare attenzione per comprendere il pericolo e come fronteggiarlo. Ad esempio, se siamo in casa e avvertiamo un forte rumore ci irrigidiamo per poi rilassarci quando, focalizzando la fonte, ci accorgiamo che il rumore proviene dall’esterno. In alcuni casi, tuttavia, e in determinati contesti la reazione di paura non svolge più la funzione di difesa rispetto alla percezione di essere di fronte ad un pericolo, ma diventa una reazione sproporzionata rispetto al reale pericolo o minaccia percepita della situazione (o di un oggetto). Reazione che risulta essere differente per altre persone che si confrontano con la stessa situazione (o oggetto) e non hanno risposte psicologiche particolari. Quando parliamo di paura estrema parliamo di fobia. Chi ne soffre è inondato dal terrore di venire a contatto con l’oggetto temuto (volatili, ragni, blatte, cani…) e genera risposte incontrollabili. Le persone che soffrono di fobia si rendono conto dell’irrazionalità della propria paura ma non riescono a controllarla. La persona sperimenta sintomi fisiologici come tachicardia, vertigini, nausea, diarrea, fame d’aria, sudorazione eccessiva e l’unica cosa che desidera è fuggire! È possibile distinguere diversi sottotipi di fobia (DSM 5): animali (ragni, insetti, cani) ambienti naturali (altezze, temporali), sangue-iniezioni-ferite (aghi); situazionali (ascensore, aereo), altro (situazioni che potrebbero portare al soffocamento o al vomito). La tendenza ad evitare tutte le situazioni e gli stimoli fobigeni, a breve termine, genera benessere poiché allontanando la situazione o lo stimolo temuto, vengono allontanate le sensazioni
spiacevoli. Tuttavia, a lungo termine questo meccanismo può determinare difficoltà significative a livello sociale o lavorativo. Quante persone, ad esempio, limitano i propri viaggi e frenano il desiderio di esplorare perché il solo pensiero di prendere l’aereo genera terrore? Una fobia può rappresentare una limitazione potentissima alla libertà individuale di esplorare, scoprire, agire. Oggi esistono valide tecniche terapeutiche per trattare le fobie. Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia delle terapie basate sull’esposizione nel trattamento delle fobie specifiche (Richard et al. 2007) ritenendo la fase espositiva come una componente comportamentale di un protocollo più ampio nell’ambito dei protocolli terapeutici tradizionali come l’esposizione in-vivo (contatto diretto con ciò che si teme) o l’esposizione a livello immaginativo (ricorso alle immagini mentali dello stimolo). Lo sviluppo della tecnologia ha consentito di mettere al servizio della psicologia un altro metodo di esposizione: la realtà aumentata che combina il mondo reale con elementi virtuali. L’ambiente nel quale si sperimenta l’esposizione non muta ma sono solo gli elementi virtuali ad essere inseriti nell’ambiente reale. L’esposizione in realtà aumentata nel trattamento delle fobie rappresenta gli stessi vantaggi di quella in vivo (controllo dello scenario, variabilità dello stimolo). Tuttavia, nella realtà aumentata il principale vantaggio rispetto all’esposizione in vivo è la possibilità di manipolare diverse variabili dello stimolo fobigeno: numero, movimento, dimensione, distanza. Lo stimolo può essere manipolato secondo le valutazioni del terapeuta rispetto alla possibilità di far apparire o scomparire lo stimolo quando lo ritiene opportuno, ad esempio. Può essere controllato, infine, l’ordine di apparizione così come il luogo in cui avverrà l’esposizione. La RA (Realtà Aumentata) trova, oggi, diversi ambiti di applicazione, anche nel campo della salute mentale ma forse poco conosciuti, ma quanti hanno scoperto questo arricchimento dell’esperienza sensoriale attraverso il fenomeno Pokémon GO? Dott.ssa Stefania Messina Psicologa, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale Co-founder Mente&Relazioni srl impresa Sociale Reggio Calabria
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Naturale non è sinonimo di sicurezza: interazioni tra farmaci ed estratti vegetali Negli ultimi anni si è registrata una continua espansione del mercato delle piante medicinali e parallelamente sono anche aumentate le segnalazioni di effetti indesiderati e tossici che mettono in discussione la sicurezza dei rimedi naturali. Per definizione una pianta medicinale possiede proprietà provate di svolgere una qualche attività terapeutica. I prodotti botanici sono miscele complesse di sostanze chimiche che derivano da pezzi grezzi o elaborati di piante o di parti di esse come radici, cortecce, foglie, fiori, semi, frutti o loro miscele. Queste sostanze chimiche sono sottoposte in vivo agli stessi processi metabolici e di trasporto dei farmaci di sintesi e come quest’ultimi possono influenzare le funzioni fisiologiche dell’organismo. Diventa chiaro quindi che naturale non può essere sinonimo di sicuro ed innocuo. Qualsiasi fitoterapico, come qualsivoglia farmaco, può essere potenzialmente dannoso e la probabilità che piante medicinali possano causare un danno specifico in determinate circostanze rappresenta un rischio. Attualmente sono disponibili migliaia di integratori, e ogni anno sono immessi sul mercato centinaia di nuovi prodotti. Non sorprende quindi, che la maggior parte di questi fitoterapici debba ancora essere valutata in studi clinici. Il problema diventa serio quando si ha la contemporanea somministrazione di prodotti vegetali e farmaci convenzionali. La co-somministrazione può modificare l’attività del singolo prodotto, potenziandone o inibendone l’effetto e in alcuni casi, quelli più gravi, si può arrivare al fallimento terapeutico che può mettere a repentaglio la sicurezza dei pazienti. Le reazioni di interferenza farmacologica non sono standardizzabili né esattamente prevedibili, ma risentono anche di fattori individuali (età, sesso, patrimonio genetico, malattie pregresse etc.) oltre che di carattere strettamente farmacologico. Ulteriori difficoltà sono poi legate all’enorme varietà di forme e preparazioni fitoterapiche presenti in commercio o prescritte dal medico, il più delle volte complesse e non standardizzate; al loro stato di conservazione e al fatto che sono in massima parte autoprescritte. Allo stato attuale pochissimi sono i casi evidenti in cui la co-somministrazione di farmaci convenzionali ed estratti naturali hanno controindicazioni assolute; tuttavia molti casi di interazioni passano inosservate perché non riferite dal paziente o sottovalutate dagli operatori sanitari. Ricordate quindi che tutti i rimedi naturali possono essere potenzialmente nocivi, in caso di dubbi o chiarimenti rivolgetevi sempre al vostro medico o farmacista, tutto questo servirà a migliorare la conoscenza e favorire una scelta terapeutica ben informata.
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PROPOLI ED ERISIMO:
TOCCASANA PER LA GOLA
Pizzicore fastidioso alla gola o dolore durante la deglutizione. Riconoscete questi sintomi? È il fastidiosissimo mal di gola. Si tratta di una patologia che colpisce indistintamente adulti e bambini. È caratterizzata da un’infiammazione della mucose delle vie aeree superiori. Si parla di faringite quando l’infiammazione riguarda la faringe, e di laringite quando è coinvolta la laringe. In entrambi i casi si possono avere irritazioni, tosse e gonfiore delle ghiandole. Il mal di gola può essere di origine virale o batterica, può derivare dal consumo di cibi e bevande troppo calde, dall’inalazione di vapori irritanti o dalla presenza di aria troppo secca o umida. Nei casi meno gravi e che non necessitano di cure mediche specifiche, un aiuto ci viene dato da due rimedi naturali: la propoli e l’erisimo. La propoli è una sostanza resinosa prodotta dalle api. Per le sue proprietà è considerata un antibiotico naturale, ad azione antibatterica, antivirale e antimicotica. È costituita dalle resine che le api estraggono dalle cortecce e dai germogli di diversi alberi, a queste si aggiungono flavonoidi, polifenoli, sali minerali come ferro, zinco, rame, calcio e manganese, vitamine e polline. Sono proprio i flavonoidi i responsabili dell’azione antiinfiammatoria che viene sfruttata in caso di mal di gola. In commercio esistono diversi prodotti a base di propoli. La tintura madre, una soluzione idroalcolica da assumere in gocce un paio di volte al giorno, gli estratti secchi in compresse, gli 2 4
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spray, gli sciroppi e i prodotti privi di alcool adatti ai bambini. La propoli può essere assunta senza particolari precauzioni, in quanto non presenta importanti controindicazioni. I soggetti tendenzialmente allergici potrebbero manifestare ipersensibilità e fenomeni di sensibilizzazione, poiché le resine sono ricche di allergeni. Altro valido rimedio al mal di gola è l’erisimo (Sisymbrium officinale). Si tratta di una pianta conosciuta come “erba dei cantanti”, in quanto svolge un’azione antisettica e antiinfiammatoria sulle vie respiratorie. È molto utile in caso di afonia e disfonia, inoltre la presenza di mucillagini e di composti solforati ad azione fluidificante, lo rendono utile come espettorante. La droga è costituita dalle sommità fiorite che contengono oli essenziali, flavonoidi, cumarine, steroli e glicosidi, responsabili tutti dell’azione antisettica, antiinfiammatoria ed espettorante. L’erisimo può essere assunto sotto forma di tisana, tintura madre e compresse. La tisana è utile in fase preventiva o per lenire i primi sintomi, la tintura madre e le compresse, per la loro azione maggiormente curativa, possono essere assunte in caso di infiammazione alla gola in stato più avanzato. Questo rimedio naturale è sconsigliato in gravidanza e durante l’allattamento, in caso di allergie alle crucifere, se si hanno problemi di ipotiroidismo in quanto potrebbe interferire con il metabolismo dello iodio a livello tiroideo, può inoltre interferire con il metabolismo di alcuni farmaci e quindi con la loro efficacia.
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VENACROIL BIO
l’olio cosmetico curativo made in Calabria
Pubbliredazionale - In un momento storico come questo, in cui la stragrande maggioranza dei calabresi incita i più giovani ad abbandonare questa terra arida di prospettive future, Flavio Russo è una voce isolata dal coro. L’inventore e produttore del primo olio cosmetico curativo “Venacroil Bio”, puramente Made in Calabria scommette, invece, proprio su questa terra, che non è arida: al contrario, la terra è il punto di partenza per rilanciare l’economia. “In Calabria abbiamo prodotti esclusivi, unici, che non esistono in nessun’altra regione - spiega Flavio Russo - Basti pensare che nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, sono concentrate assieme tutte le erbe officinali presenti negli altri parchi: un’identità e una biodiversità straordinaria, favorita dal microclima, che non può essere lasciata al caso e che abbiamo il dovere di trasformare in un’occasione”. Proprio la passione per le erbe officinali è stata il volano per realizzare Venacroil Bio. Ma si sa, le cose belle richiedono tempo, dedizione e sacrifici e, prima di arrivare a questo risultato, Flavio Russo era solo un semplice proprietario di una distilleria, una fabbrica di erbe e oli essenziali, realizzata concretamente arrivando al primo posto in un bando regionale. Da lì sono iniziati i viaggi in tutto il mondo, la fortuna di conoscere da vicino grandi aziende come Dior e Guerlain e l’occasione di poter fare un import-export per le erbe officinali a favore di alcuni suoi fornitori. In uno di questi viaggi, a Spalato, in Croazia, in una cena dai dodici commensali, Russo incontra un chimico di Zagabria che lo avvicina e, con poche semplici frasi, “di quelle che nella vita non si dimenticano più”, gli consegna in mano un’eredità: la formula chimica di quello che oggi è un vero e proprio olio curativo, composto essenzialmente da olio extra vergine di oliva biologico, Hypericum perforatum, Helichrysum italicum e Vitamina E. 2 6
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Dalla formula scritta al prodotto confezionato, però, passa tanto lavoro, studio, ricerca e attenzione: per passare dal colore giallo paglierino al rosso tipico dell’olio curativo Venacroil Bio, occorre un processo di lavorazione di tre mesi. Questo processo si sintetizza in un olio dalla straordinaria azione curativa. Grazie alle proprietà analgesiche e antinfiammatorie, Venacroil Bio cura vene varicose, varici, capillari deboli e dolori reumatici favorendo la circolazione sanguigna. Le proprietà decongestionanti aiutano chi ha una pelle sensibile o con tendenza allergica, chi soffre di psoriasi, herpes, eczemi e irritazioni, mani e piedi freddi, geloni, piaghe, ustioni o eritemi solari ed emorroidi. L’effetto rigenerante infine elimina macchie, cicatrici, ispessimenti e lesioni e dona sollievo a chi soffre di emicrania o di problemi respiratori come tosse, catarro o infiammazioni di origine allergica delle mucose. Inoltre, Venacroil Bio è ottimo per massaggi linfodrenanti e decontratturanti. Venacroil Bio è in vendita in tutte le migliori farmacie e parafarmacie della provincia di Reggio Calabria. Maggiori informazioni: 340 2546891 mail: fresiaromigenuini@libero.it facebook: @FresiBio
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Medicine alternative:
L’OSTEOPATIA
L’osteopatia è una medicina manuale olistica i cui principi sono stati enunciati alla fine dell’800 da un medico statunitense, Andrew Taylor Still. Come medicina olistica considera l’uomo un’unità inscindibile, cioè non considerabile per compartimenti stagni, dando risalto alla globalità e alla necessità che tutto il corpo funzioni all’unisono e che ogni sua parte sia in equilibrio con tutto il resto. Lo scopo dell’osteopatia non è curare la malattia, ma ripristinare la funzione, cioè riportare la fisiologia corretta là dove questa si è persa e per fare ciò l’osteopata utilizza le mani come strumento per fare diagnosi, quindi individuare la problematica, ed eseguire il trattamento. Le tecniche con cui persegue i fini curativi sono molteplici e, sebbene secondo la credenza popolare e non, l’osteopata sia lo “scrocchiatore”, la “manipolazione” osteopatica si avvale soprattutto di tecniche delicatissime che si differenziano dal semplice trhust (scrocchio). Il principio fondamentale su cui si basa è l’autoguarigione: quando il corpo perde la sua corretta funzionalità si instaura un accumulo di tossicità dovuta all’alterata irrorazione sanguigna. L’osteopata provvede, attraverso il ripristino del corretto funzionamento corporeo, a riportare in normalità questo parametro stimolando così i giusti processi metabolici. Per arrivare a far questo l’osteopata segue un percorso di studi della durata di 6 anni accademici incentrati soprattutto sullo studio dell’anatomia e della fisiologia, seguiti da un’intera vita di continui aggiornamenti, per sviluppare la corretta manualità che servirà ad effettuare una giusta diagnosi, ed eseguire il giusto trattamento stimolando l’autoguarigione. In Italia, a differenza del resto d’Europa, la medicina osteopatica non fa parte ancora del circuito sanitario, sebbene sia in corso una sua regolamentazione a livello parlamentare, ma fa parte delle medicine complementari (alternative) e bene si affianca a qualsiasi tipo di trattamento tradizionale. Giuseppe Polimeni D.O. e-mail: osteopoli@gmail.com Pagina facebook: @osteopoli
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SINDROME DEL
COLON IRRITABILE La sindrome del colon irritabile o IBS è un disturbo che si manifesta con nausea, crampi, dolori addominali, costipazione e diarrea. È un disagio che non provoca né danni permanenti né malattie gravi ma può rivelarsi invalidante. Si può arrivare a non essere in grado di lavorare, di fare vita sociale o, addirittura, di fare viaggi. Ancora oggi non si è scoperta la causa specifica della sindrome del colon irritabile però i pazienti che ne soffrono hanno un colon particolarmente sensibile a determinati alimenti ed allo stress.
Il peggioramento dei sintomi del colon irritabile può essere collegato a vari fattori: pasti abbondanti, assunzione di farmaci, alimentazione ricca di grano, cioccolata, latte e derivati, consumo di bevande contenenti caffeina, situazioni di stress. Non esiste alcun esame in grado di diagnosticare con certezza la sindrome del colon irritabile però possono essere effettuati diversi esami da laboratorio per evidenziare altri disturbi. Fra questi esami si annoverano: l’analisi delle feci, gli esami del sangue, radiografie. Il medico di norma eseguirà una colonscopia che permetterà di esaminare l’interno del colon. 3 0
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Se i risultati dell’esame sono negativi il medico potrà diagnosticare la sindrome del colon irritabile basandosi anche soltanto sui sintomi. La terapia da adottare nel caso della sindrome del colon irritabile dipende dai sintomi che si evidenziano. Nel caso di diarrea può essere diminuita l’assunzione di alcune sostanze come fruttosio, sorbitolo e mannitolo. Queste ultime due si trovano principalmente come dolcificanti di caramelle e gomme da masticare. A questi accorgimenti è utile associare preparati a base di caolino come la diosmectite. Per i soggetti con alvo prevalentemente stitico sono disponibili preparati a bassa concentrazione di polietilenglicole/sali minerali, da assumere quotidianamente. Altre terapie sono, invece, rivolte al controllo del dolore e, in questo caso, sono particolarmente utili alcuni spasmolitici tra cui l’otilonio bromuro ed il cimetropio bromuro.
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FIORI DI BACH EQUILIBRIO TRA MENTE E CORPO
La floriterapia è una medicina naturale, priva di effetti collaterali, che riporta l’equilibrio tra mente e corpo. «La malattia è essenzialmente il risultato di un conflitto tra l’anima e la mente. Nessuno sforzo diretto unicamente al corpo può fare di più che riparare superficialmente il danno, ma questo non significa guarire, poiché l’origine del male è ancora attiva e può ricomparire in ogni momento sotto altre forme. Le vere malattie che affliggono sono difetti quali l’orgoglio, la crudeltà, l’odio, l’egoismo, l’instabilità, e l’avidità. Quando individuiamo un difetto, il rimedio non sta nel combatterlo direttamente con lo spreco di energie orientate nell’annientamento del male, bensì nello sviluppare gradualmente la virtù opposta» scriveva il dottor Edward Bach. Le cause delle malattie, secondo Bach, erano gli stati d’animo negativi come preoccupazioni, paura, ansia, fobie, tristezza e i sintomi della malattia rappresentavano la manifestazione fisica di questi stati d’animo. I fiori di Bach sono rimedi messi a punto dal medico inglese. Estratti floreali che curano gli stati d’animo negativi responsabili del nostro malessere mentale e quindi fisico. Le essenze identificate da Bach sono 38, più un rimedio di “pronto soccorso” chiamato RESCUE REMEDY, formato dalla combinazione di 5 fiori: 1. Star of Bethlem: contro traumi fisici e mentali; 2. Rock Rose: per il panico, il terrore della morte, la paura improvvisa; 3. Impatiens: per la tensione fisica, psichica e l’agitazione; 4. Cherry Plum: contro la paura di perdere il controllo delle proprie emozioni; 5. Clematis: per la tendenza a perdere conoscenza e a cedere.
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Il Rescue Remedy è utile per gestire tutte le situazioni in cui ansia e nervosismo possono prendere il sopravvento condizionandoci negativamente: • in caso di stress emotivo in seguito ad avvenimenti come cattive notizie, un brutto spavento, un incidente; • in situazioni stressanti, ad esempio operazioni chirurgiche, un viaggio che crea panico, un colloquio di lavoro o un esame, prima e dopo il parto; • per chi lavora in un ambiente stressante; • in caso di traumi o sintomi fisici. La regola base per la somministrazione è quella codificata da Bach: 4 gocce sotto la lingua, 4 volte al giorno, lontane dai pasti. Il Rescue Remedy, così come gli altri rimedi, ha il vantaggio di: • non avere controindicazioni, tanto che può essere dato a persone di qualsiasi età, persino a neonati e anziani; • può essere somministrato anche agli animali (con indicazioni e dosi uguali a quelle per gli umani); • è compatibile con qualsiasi cura medica in corso; • ha effetto immediato (1 o 2 minuti).
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MICOTERAPIA
Straordinaria risorsa naturale per innumerevoli patologie La medicina ufficiale ha fatto, nell’ultimo secolo, passi da gigante. Scoperte eccellenti hanno rivoluzionato il destino di molte patologie, così come si è assistito ad un importante sviluppo della diagnostica strumentale, a favore di una più pronta e sicura prognosi. Paradossalmente, però, come quasi sempre avviene, quando crediamo di aver trovato tutte le risposte, nascono nuove domande. Ed è così che, nel variegato panorama scientifico, fa la sua comparsa la Medicina Alternativa. Da molti criticata, da tanti osannata, questa forma di integrazione affonda le sue radici in tempi davvero remoti, ma è solo adesso che ne viene riconosciuta la validità scientifica. Aloe, artemisia, vischio, funghi medicinali sono sostanze che vengono molto spesso nominate quando parliamo di malattie oncologiche, autoimmuni, degenerative. Verrebbe da dire che non c’è nulla di nuovo sotto il sole e in parte è vero, ma non completamente. Se infatti è vero che tali sostanze venivano utilizzate secoli or sono dai nostri antenati che ne conoscevano e ne sfruttavano gli innumerevoli effetti benefici, la comunità scientifica ha dovuto attendere un bel po’ prima di utilizzarli e pensarli come terapia medica. La distinzione tra Medicine Convenzionali e Medicine non Convenzionali sembra far risaltare una netta separazione di idee all’interno del mondo scientifico, nei confronti dell’argomento. Diciamocelo, i medici sono come San Tommaso: se non vedono, non credono e ancor di più se una determinata sostanza, per quanto naturale possa essere, non viene sottoposta a studi clinici, non viene neanche presa in considerazione dal terapeuta.
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È anche giusto che sia così ma, fortunatamente, di studi se ne sono fatti davvero tanti e sono serviti per scongiurare alcune paure e garantire alcune certezze. È così che la Medicina considerata Alternativa, diventa Medicina Integrata e l’accezione negativa che per qualche tempo l’ha caratterizzata, adesso non ha più motivo di esistere. Tra le numerose strategie terapeutiche ci soffermeremo a parlare della Micoterapia, l’utilizzo dei funghi medicinali. I funghi hanno dimostrato di avere molteplici effetti positivi sulla salute e le loro proprietà sono state studiate in modo molto approfondito da clinici di tutto il mondo. Portano con sé un bagaglio di ineguagliabile valore nutrizionale e terapeutico. Si utilizzano per la maggior parte delle patologie e se ne sfruttano il loro effetto immunomodulante, di regolazione metabolica, preventivo, oltre che essere un valido contributo per chi affronta chemioterapia, ormonoterapia o radioterapia. Sperando di aver suscitato il giusto interesse nei confronti di un argomento così importante, Vi rimando al prossimo numero per entrare nel vivo del discorso e imparare a sfruttare tutte le proprietà curative dei funghi! Dott.ssa Fabiola Branca
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FESTIVITÀ NATALIZIE:
I CONSIGLI DELLA NUTRIZIONISTA di Maria Celeste Paviglianiti - Non illudetevi che siano proprio le festività di Natale che possano attentare alla vostra salute e al vostro equilibrio psicofisico… “Non si ingrassa tra Natale e Capodanno, ma tra Capodanno e Natale”: è nel resto dell’anno che danneggiate la vostra salute mangiando in maniera non equilibrata. Normalmente in questo periodo abbondano i consigli su come “fare attenzione” a non esagerare con cibo e bevande e ognuno crede che, morigerandosi adesso, si risolva il problema. Le cose non stanno proprio così e chi le vive in questo modo è un ipocrita con se stesso! E si fa del male. È proprio nel periodo tra Natale e Capodanno che si mangiano tutte le “leccornie” di cui non ci siamo mai voluti privare: l’unica differenza è che i piatti sono circondati da belle luci, addobbi rossi, carta e stoffe raffinate. Ma per il resto volete dirmi se, mangiare un formaggio francese più costoso del solito, bere un whisky strainvecchiato, cuocere la carne e i tortelli in maniera più elaborata, possa costituire un maggior pericolo per chi queste scelte le compie tutto l’anno, mangiando carne, insaccati e formaggio due volte al giorno? In realtà le festività di Natale forniscono una radiografia esatta di come oggi si mangi male nell’opulento occidente. Questa mia premessa non invita a strafogarsi, ma è giusto onorare le festività anche dal punto di vista gastronomico, per cui non 3 6
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possiamo non festeggiare, ma nemmeno farci sfuggire la situazione di mano e peggiorare un problema di sovrappeso. Per limitare al massimo i danni, basta ricordare che in questo periodo non è festa tutti i giorni, occorre quindi promettersi che durante i giorni “di mezzo” si rispetti un’alimentazione quanto più parca ma anche bilanciata possibile. Inoltre, per non farci del “male”, si può giungere al “compromesso” di festeggiare, ad esempio, la vigilia ma non allo stesso modo il giorno di Natale o viceversa. Dopo aver festeggiato e mangiato fino a notte fonda l’ultimo dell’anno, cerchiamo di moderare il pasto del primo gennaio. Nella calza della Befana, poi, si potrebbero inserire oggettini utili per i bimbi e non solo cioccolatini e caramelle. In ogni caso si può aumentare l’attività fisica, optando ad esempio per una camminata di 30 minuti ad una velocità moderata di circa 4 km orari. In questo modo si può smaltire, al ritmo di 3 calorie al minuto, l’eccesso calorico assunto onorando le feste. Al di là di tutto, chi “semina” bene da Capodanno a Natale, avendo un’alimentazione costantemente bilanciata e corretta e uno stile di vita attivo, è difficile che veda l’ago della bilancia salire in maniera spropositata in un periodo limitato come quello che va da Natale a Capodanno. Auguri di Buone Feste dalla vostra Nutrizionista!
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Spuntano i primi dentini COME ALLEVIARE IL DOLORE? Quante volte noi mamme alla prima esperienza ci confrontiamo nel mestiere più difficile del mondo? Siamo mamme social e come non esserlo nell’era d’internet, tra Facebook, Twitter e WhatsApp: ci cerchiamo e ci consigliamo su tutto. Condividere è un modo per non sentirsi “sole” e inadeguate. Nel gruppo WhatsApp delle mamme conosciute al corso di preparazione al parto ogni giorno è un confrontarsi continuo su ogni aspetto della crescita dei nostri cuccioli. “La notte non dorme bene: saranno i dentini!”, “Da un po’ non vuole mangiare: sarà il dolore alle gengive?”, “Ha la febbre: colpa dei denti!”, “Che posso usare per dare sollievo?”. Ora siamo nel periodo “dentini” e i piccoli sono insolitamente irritabili in questa delicata fase: loro disperati per i dolori alle gengive, noi mamme disperate per trovare un modo di alleviare le loro pene. Questo accade perché la comparsa dei primi dentini, il più delle volte, è accompagnata da gengive arrossate e infiammate, abbondante salivazione, sonno disturbato, inappetenza, raffreddore e da qualche linea di febbre. Ma niente panico, c’è sempre una soluzione. Il primo rimedio ci è offerto dall’omeopatia con prodotti naturali che possono essere utilizzati senza la minima controindicazione e quindi per un lungo periodo. Si può ad esempio ricorrere a prodotti a base di belladonna, che esercita una delicata azione antidolorifica o ferrum phosphoricum, che ha un effetto mirato sulla mucosa gengivale irritata. Per aiutare il bambino a riposare meglio, invece, si può usare chamomilla: combatte l’irritabilità e rilassa il sistema nervoso. Queste sostanze si trovano sotto forma di fiale, di semplice somministrazione e dal gusto gradevole, o di supposte. Altro rimedio è l’utilizzo di un blando anestetico locale che serve per calmare il dolore in maniera rapida, anche se momentaneamente, e che va applicato direttamente sulla gengiva.
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Si tratta, nel caso specifico, di un farmaco e quindi il trattamento deve essere fatto per un periodo limitato, così da minimizzare i possibili effetti collaterali (nausea e vomito) che derivano dall’assunzione prolungata. L’utilizzo dell’anestetico può essere alternato a quello di gel naturali a base di acido ialuronico che possono essere conservati in frigorifero e hanno un effetto antiinfiammatorio sulle gengive donando sollievo immediato. Questi gel hanno ormai sostituito un vecchio rimedio come il miele rosato, ottenuto mescolando miele con estratto di foglie di rosa, sconsigliato sia per il rischio botulismo sotto l’anno di età sia per evitare l’insorgere di carie. Possiamo sfruttare la smania di mordere dando al piccolo dei massaggiatori gengivali, giochini in materiale atossico solitamente con la forma di pupazzetti o frutti, che vanno conservati in frigorifero, in maniera che il liquido refrigerante contenuto al loro interno possa raffreddarsi. Morderli dà sollievo al bambino sia perché il freddo ha un’azione anestetica sia perchè risponde al suo bisogno di “massaggiare” le gengive. Quando il dolore è più intenso o c’è un po’ di febbre, si può ricorrere a una piccola dose di paracetamolo o altri antidolorifici, ma i farmaci possono essere utilizzati solo una volta ogni tanto, non per tutto il tempo in cui il bimbo lamenta il fastidio. Una volta usciti i primi dentini, cominciate subito ad utilizzare uno spazzolino per bambini. Fino all’anno basterà l’acqua, dopo potrete cominciare ad utilizzare un dentifricio specifico.