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MENSILE D'INFORMAZIONE
ANNO II - OTTOBRE 2011
Il ricordo. Dieci anni fa la scomparsa dello storico direttore degli Artigiani
Lino Poisa, galantuomo bresciano di altri tempi Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BS
Enrico Mattinzoli: "Furono sue geniali intuizioni e iniziative, ad esempio Il servizio i Consorzi di categoria, la Scuola bottega, il Confidi. Come Mino a pag. 15 Martinazzoli, suo compagno di scuola, viveva al servizio della comunità" Una festa per i primi cinquant'anni della "Locomotiva del Castello"
La vecchia "Numero 1" in viaggio per sempre Erano sette sorelle d'acciaio, hanno visto due guerre mondiali. Ora rimane solo lei a testimoniare la storia del lavoro bresciano
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I servizi a pag.2 e 3
Fuori le mura
Coldiretti
Carcere e Territorio integrazione e aiuto, una sfida civile
Il presidente Prandini: "Nitrati: la deroga Ue non è ancora risolutiva"
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Editoriale
L'uomo è mobile di Adriano Bianchi
J L’anniversario della locomotiva in Castello non è solo un’occasione per fare dell’archeologia dei trasporti, ma ci rammenta uno dei fenomeni sociali più significativi della modernità: l’uomo è mobile, sempre più mobile. Il fenomeno, infatti, che nel secolo scorso ha portato allo spostamento dalla campagna verso la città si è articolato in ulteriori processi: famiglie a reddito medio o alto che si sono trasferite dal centro urbano a zone che sembrano permettere una migliore qualità di vita; la nascita attorno alla città di una cintura residenziale e commerciale riconosciuta sempre più come omogenea; la formazione della “città metropolitana” con nuove dinamiche. I più coinvolti da questo fenomeno sono i giovani, soprattutto quelli che, terminate le scuole secondarie, si iscrivono all'università. Molti si trasferiscono nella nostra città o in altre dando origine a un pendolarismo settimanale, che permane in molti casi anche quando, terminata l'università, i giovani si inseriscono nel mondo del lavoro. Il ritorno a “casa” rappresenta però una costante da non sottovalutare. Una dimensione questa che anche la nostra Chiesa bresciana, attenta a interpretare i segni dei tempi, ha voluto interpretare recentemente nel viaggio tra Brescia e Milano che il vescovo Luciano Monari ha compiuto lo scorso 15 settembre. Il Vescovo, sulla tratta frequentata da tantissimi bresciani, si è messo in ascolto di chi vive l’esperienza del pendolarsimo. “Un’esperienza tipicamente umana, – ha affermato mons. Monari – un fenomeno che segna la vita delle nostre comunità e che in quanto tale non può non interessare una Chiesa che si sta interrogando per progettare e mettere in campo nuove forme pastorali capaci di superare gli ambiti e i confini della dimensione parrocchiale”. Ne sono emersi aspetti problematici, ma anche positivi nella ricerca costate di ciò che può rendere più umanamente significativo ogni gesto della vita.