DEL POPOLO
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n° 6
Natura di Francesca Bernacchia
La natura è una voce. Porta fuori da sé, porta a guardare, gli occhi diventano orecchi. Lo sfondo è il silenzio, su cui si alzano i suoni, richiami di un divino presente. Le parole catturano istanti di luce, dando vita alle cose. Nulla può andare perduto di ogni miracolo, ogni perdita è irrimediabile ingratitudine: occorre raccogliere, con gli occhi e le parole, tutto quanto è dicibile, perché abbia il giusto canto il datore della bellezza. Natura: sicuro grembo, in cui mi ritrovo, e mi muovo, con serenità; lo sguardo è allargato da stupore bambino, il cuore va a balzi, cercando di contenere i particolari di un dono che non si contiene. Le cose stanno, apparentemente ferme, di fatto agitate dalla vita, che sotterranea scorre continua: piante, animali piccoli e grandi, montagne grandiose, elementi che si concentrano nelle rocce come nel vento, magma delle profondità, galassie… tutto sta, tutto si muove, attorno all’umanità che corre lungo il centimetro della propria esistenza.
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FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO
BRESCIA 11 FEBBRAIO 2011
Non stranieri, ma concittadini In occasione di San Faustino esce la Lettera del Vescovo di Brescia sulla pastorale per gli immigrati. Monari, intervistato da “Voce”, chiede di affrontare con serenità un fenomeno complesso. Ai politici che si dicono cristiani la richiesta per un impegno fattivo nel coniugare accoglienza e convivenza civile
sommario Il fatto
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Immigrazione: il Vescovo e le risposte della comunità
Chi crede sa che il deserto può fiorire in una notte (Primo Mazzolari)
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Brescia: l’Informagiovani guarda al territorio per essere più efficiente
a cura di Massimo Venturelli
Popoli e continenti Egitto. Un Paese nuovo, nato nel “ventre” dei poveri
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a cura di Massimo Venturelli
Ecclesia Consiglio pastorale. Preparare il futuro della comunità
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di Adriano Bianchi
Paesi e parrocchie Gorzone. Sulle orme del fraticello di Berzo
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di Luciano Zanardini
Ospedale di Desenzano: “Distribuire salute sul territorio”
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di Vittorio Bertoni
Il bene comune, una scoria del Medioevo?
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di Nicoletta Tonoli
Al via l’attesa mostra “Matisse. La seduzione di Michelangelo”
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di Bruno Leoni
Economia e lavoro È dei cargo il domani del D’Annunzio
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Corsivo di Angelo Onger
Cultura e comunicazione Giorno del ricordo. Per non dimenticare quanto è stato taciuto
Un ruolo sempre più attivo per l’Informagiovani provinciale. È quanto scaturisce dai protocolli siglati con i Comuni che aderiscono ai Centri territoriali e da quelli che coinvolgono Camera di Commercio, Confcooperative, Confartigianato e Ufficio oratori, grazie ai quali la Rib, Rete informagiovani bresciana si adegua alle esigenze dell’utenza. La Rete provinciale conta su dieci Centri territoriali dislocati a Borgosatollo, Breno, Chiari, Desenzano, Manerbio, Orzinuovi, Palazzolo, Sale Marasino, Sarezzo e Vestone, che rappresentano il fulcro del modello predisposto dall’assessorato provinciale alle Politiche giovanili guidato da Fabio Mandelli. Complessivamente nel 2009 risultano inserite 9.310 schede, 200 in più rispetto alla rilevazione del 2008. “Sono numeri potenzialmente migliorabili – spiega Mandelli – ma che confermano gli Informagiovani come una realtà consolidata e conosciuta, in molti casi vero punto di riferimento per ragazzi e adulti dei vari Comuni. Una riforma era necessaria dopo aver constatato che la rete non era più al passo con i tempi”. Il nuovo modello porterà a una maggiore diffusione sul territorio, ad una miglior informazione, a sinergia tra gli enti e a un deciso risparmio per le casse del Broletto. La rete lavorerà sul duplice fronte dell’orientamento scolastico e di quello lavorativo, segnalando opportunità anche in ambito europeo. L’Assessorato raccoglierà il maggior numero di dati relativi a concorsi, bandi e borse di studio che arriveranno ai Centri territoriali che coordineranno i Centri e forniranno informazioni ai Punti e agli Spazi. “A frequentare gli sportelli sono soprattutto disoccupati o lavoratori di una certa età, con bassa scolarità, in cerca di opportunità occupazionali. E di risposte dettagliate. Per questo occorre essere aggiornati in modo da soddisfare le esigenze. Per questo la collaborazione con territorio ed enti è uno strumento indispensabile”. (v.b.)
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a cura di Massimo Venturelli
Da qualche tempo il signor B e il suo superministro Tremonti battono il chiodo dell’art. 41 della Costituzione, da loro considerato un ostacolo alla crescita dell’Italia. In verità Tremonti era partito lancia in resta chiedendo una modifica radicale dell’articolo in questione, poi ha aggiustato il tiro in un articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” (“Liberalizzare: le troppe leggi sono la tirannia da abbattere”, 12 gennaio 2011). Il signor B non ha date molte spiegazioni in proposito limitandosi a ripetere che bisogna modificare l’art. 41. Vediamo di che si tratta, incominciando a leggere l’articolo in questione che dice: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i con-
trolli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Se uno legge attentamente, e capisce l’italiano, si domanda cosa c’entra questo articolo della Costituzione con le complicazioni burocratiche che secondo Tremonti rappresentano una “tirannia da abbattere”. Se ne è accorto lo stesso Tremonti, che ha scritto: “È stato obiettato che l’articolo 41 della Costituzione ha in realtà sempre funzionato, perché non ha impedito nessuna legge di semplificazione. È vero. È però anche vero che non ha neppure impedito nessuna legge di complicazione! È per questo che con una legge costituzionale non solo va ‘potenziato’ l’articolo 41, in raccordo con la successiva modifica dell’articolo 118 della Costituzione, ma lo si può, lo si deve riformare
Sport Calcio. Ammissione di colpa? Torna Beppe
LA VOCE DEL POPOLO
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di Mauro Toninelli
Cara Voce
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Buone notizie
editoriale
di Adriano Bianchi
Mossi dallo Spirito Università: i ricercatori italiani si confrontano sull’ambiente
Secondo gli ultimi dati forniti dall’Agenzia europea sull’ambiente sarebbero 250mila i siti contaminati nei Paesi membri dell’Agenzia. Stando ai numeri del ministero dell’Ambiente, in Italia ci sono 13mila siti potenzialmente contaminati, 5000 dei quali richiederebbero immediati interventi di bonifica e 1.500 risultano essere costituiti da aree minerarie in stato di abbandono. I 57 siti di interesse nazionale già noti interessano, da soli, un totale di oltre 800mila ettari di aree continentali e poco meno di 340mila di aree marine. In tutti i Paesi industrializzati, il graduale danneggiamento delle risorse naturali, causato dalla contaminazione del suolo, del sottosuolo e delle falde acquifere, rappresenta pertanto un’urgenza prioritaria per salvaguardare il patrimonio ambientale e la salute pubblica. Al risanamento dei siti contaminati è dedicato il convegno SiCon 2011, in corso alla facoltà di Ingegneria dell’Università statale di Brescia. Il workshop è organizzato dai gruppi di Ingegneria sanitaria e ambientale delle Università di Brescia, Catania e Roma “La Sapienza”. In particolare si sta svolgendo la seconda edizione del convegno, dopo quella proposta lo scorso anno a Roma. Si tratta di un ottimo esempio di relazioni tra atenei, che portano ricercatori di sedi diverse a lavorare a stretto contatto e a produrre un contributo concreto per la risoluzione di problemi reali. Negli ultimi decenni la concezione di intervento di bonifica di siti contaminati è mutata: dalla semplice messa in sicurezza di siti contaminati si è passati ad una metodologia di intervento strutturata, che abbina il controllo del rischio a un recupero funzionale dei siti, che smettono quindi di costituire un potenziale pericolo per la comunità e diventano una risorsa. Oggi ci sono siti contaminati che sono parte integrante del patrimonio naturalistico nazionale, oppure poli produttivi integrati nel tessuto imprenditoriale locale. (m.n.)
valorizzando i principi morali, sociali, liberali della responsabilità, dell’autocertificazione, del controllo ex post, contro i costi di manomorta e di immobilizzo tipici del vecchio-presente regime. Non è tempo per cercare le colpe della situazione presente. È tempo di cambiarla”. Tremonti fa risalire lo spirito dell’articolo addirittura alla mentalità medioevale. Oltre le scorribande storico-filosofiche tremontiane e nonostante il richiamo dei principi sociali, è chiaro che l’obiettivo del cambiamento è l’introduzione, a tutti i livelli delle attività imprenditoriali, dell’autocertificazione e del controllo ex-post. Il che significa semplicemente liberare gli operatori da qualsiasi controllo, limitandosi a interventi a posteriori, cioè alla chiusura delle stalle quando i buoi sono scappati. Chi li fa i controlli? La Guardia di Finanza che scopre migliaia di evasori totali ogni anno? Se l’evasione è sempre elevatissima significa che i controlli lasciano il tempo che trovano. Anche
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perché Tremonti è uno di quei governanti (non il solo purtroppo) che in ogni stagione confezionano condoni e scudi fiscali che fanno fare la figura dei fessi a quelli che pagano le tasse. E assolvono gli evasori con penitenze che equivalgono alla recita di un’Ave Maria per un assassinio. Il vero obiettivo è un altro ed è molto chiaro. È la volontà di consolidare un progetto già evidente: cancellare ogni segno di responsabilità solidale, in nome della dittatura del mercato, della libertà (assoluta) di impresa o, meglio, del primato degli interessi dei più forti. La richiesta di questa riforma è il segnale definitivo della rinuncia a pensare in termini di bene comune, di solidarietà, di giustizia fiscale, di redistribuzione delle risorse. Siamo non all’ossessione dell’etica, come qualcuno ha scritto, ma alla sua sepoltura. In questo senso Tremonti rivela una cultura che è molto anteriore al Medioevo, vicina all’età della pietra.
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Julieta è una ragazza rumena di trent’anni che come tante sue coetanee è venuta in Italia alla ricerca di una vita migliore. Ha trovato l’amore, un lavoro, una posizione sociale in cui è rispettata e ben voluta. Pur essendo ortodossa vive la sua fede sentendosi vicina alla comunità cattolica, si sente accolta. Da alcuni anni ha avuto la cittadinanza italiana. La sua è una bella storia. Altre non lo sono. Parlano di dolore, di una difficile integrazione, di rifiuto, di solitudine, della nostalgia per una terra dove non si può tornare, per non morire. Anche Julieta ha nostalgia della sua casa e della sua famiglia, ma ormai l’Italia, Brescia sono diventate la sua famiglia e la sua casa. Non tornerà in Romania. Qui non è più straniera, né ospite. È una concittadina. È una nuova bresciana, è una di noi. Per lei, per Karim, per Azur, per Ramona e per tanti altri come loro, di nazionalità e paesi diversi, il vescovo Luciano Monari ha scritto e diffuso, in questi giorni, la lettera dal titolo: “Stranieri, ospiti, concittadini”. Un modo per affrontare con serenità le storie di tante persone che lasciano la loro patria alla ricerca di una condizione diversa e che in Italia trovano una società che non sempre riesce a governare e controllare con equilibrio quello che resta un fenomeno complesso del nostro tempo: l’immigrazione. Una Lettera maturata da tempo, passata nel crogiuolo dei “giorni della gru” e ora offerta alla città e alla provincia nel contesto solenne della festività dei Santi Faustino e Giovita, quando la comunità bresciana ritrova il senso profondo di un legame che, nelle radici cristiane, ha il suo punto di riferimento. In nome di questa stessa identità cristiana, anche oggi, il vescovo richiama Brescia a rinnovare la testimonianza dell’Amore di Dio verso ogni uomo. Con questa certezza Monari indirizza allora le sue parole alle comunità cristiane, senza dimenticare le conseguenze sociali del tema, e invita tutti ad affrontare con maggiore serenità un problema che non è solo politico, ma è soprattutto umano e quindi anche ecclesiale: “Come non interrogarmi – si chiede in apertura il vescovo Luciano – sul significato di questo fenomeno e sulla risposta che la comunità cristiana è chiamata a dare?”. Come in altre situazioni il criterio adottato da mons. Luciano è quello della giusta distanza. Ogni riflessione è collocata, pertanto, nello spazio di un discorso necessariamente articolato e pensato. Inizia evocando la Parola di Dio. Non per abitudine, né per maniera, ma perché essa è in grado di farci intravedere la profondità del problema e anche le tensioni che inevitabilmente porta con sé. C’è, poi, tutta una parte del testo dove il pastore della nostra Chiesa interpella i cristiani sulle modalità di vivere l’incontro con i credenti che giungono da noi. Cattolici, ortodossi e riformati, appartenenti ad altre religioni. Monari parla di affetto, cura, vicinanza, ma anche di prudenza e cautela. C’è rispetto per ogni altra espressione religiosa, senza confusione, senza sincretismo, con la chiarezza di una missione che ci porta, in ogni caso, ad annunciare Gesù amando tutti. La responsabilità politica dei cristiani verso gli immigrati risente di un equilibrio da trovare tra un’accoglienza ingenua verso tutti e una chiusura pregiudiziale. Difficile la formula, dice il Vescovo, ma l’equilibrio migliore va cercato continuamente ed è per questo che il dibattito è possibile e necessario. Infine Monari pone l’attenzione su alcune questioni concrete e chiede ai politici un impegno in questo senso: la questione del lavoro degli immigrati e del loro riconoscimento giuridico, quello dei bambini nati in Italia, il ricongiungimento familiare e, non da ultimo, la percezione di un clima ingiusto che rischia di ferire tutti. Il tutto per narrarci un piccolo racconto, quello “che dobbiamo scrivere insieme, mossi dallo Spirito”.
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Il fatto
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
“Stranieri, ospiti, concittadini” è il titolo della lettera che il Vescovo ha indirizzato alle comunità cristiane della diocesi sulla pastorale per gli immigrati. Il documento, che sarà presentato in occasione della festa di San Faustino, non è una risposta della Chiesa bresciana a recenti fatti che hanno riaperto la discussione sulla presenza degli stranieri. È, come spiega mons. Monari in questa intervista, un aiuto offerto alla comunità cristiana perché sappia leggere alla luce del Vangelo un fenomeno complesso per mettere in campo una adeguata azione pastorale
Mons. Luciano Monari in occasione della Festa delle genti del 6 gennaio scorso
Intervista Mons. Monari e “l’essenziale” su una questione dibattuta
Immigrazione: il Vescovo e le risposte della comunità
I
Il testo era stato steso da tempo, ben prima che Brescia “balzasse agli onori della cronaca nazionale” per la protesta degli immigrati sulla gru in San Faustino. Erano riflessioni che il vescovo Luciano Monari aveva voluto fissare sulla carta per aiutare la Chiesa locale a trovare risposte a quegli interrogativi che una presenza evidente come quella di un numero sempre maggiore di cittadini stranieri nel Bresciano poteva sollevare. “Stranieri, ospiti, concittadini”, la lettera alle comunità cristiane della diocesi sulla pastorale per gli immigrati, non è e non deve essere letta come una risposta o una presa di posizione della Chiesa bresciana ai recenti fatti che hanno riaperto il dibattito sull’immigrazione. Un dibattito a cui la comunità cristiana può, probabilmente deve, prendere parte ma, come ricordato dal Vescovo, da una prospettiva particolare: quella del Vangelo. “Noi – afferma il Vescovo – siamo espressione della Chiesa a Brescia per annunciare il Vangelo che invita tutti gli uomini ad accogliere il
a cura di Massimo Venturelli
dono dell’amore di Dio. La presenza degli immigrati impone il dovere di tenere conto anche di loro in questo nostro annuncio e nello stile di vita che da questo discende”. La Lettera, ribadisce con forza, nasce solo e soltanto da questo desiderio. Parole chiare, che tarpano le ali adogni possibile strumentalizzazione. L’ultimo documento del vescovo Monari è dunque di carattere pastorale e in quanto tale indica una prospettiva in cui la Chiesa locale deve muoversi, senza negare, in un campo complesso come quello del fenomeno migratorio, l’esistenza al suo interno di tensioni che possono essere feconde se portano a un progressivo cambiamento dei modi di pensare e agire. “Il problema – afferma ancora il Vescovo – si registra quando si tenta di negare la tensione, fingendo che il problema non esista, rimanendo così bloccati nello statu quo senza alcun tentativo di creare, immaginare o realizzare qualcosa di nuovo, equilibri più profondi, più efficaci”. Un rischio che la comunità cristiana può correre e in
“soccorso” della quale arriva appunto “Stranieri, ospiti, concittadini”. Diversi sono i livelli da cui il Vescovo affronta il tema della presenza degli stranieri nella comunità bresciana. Diverse chiavi di lettura su cui mons. Monari affronta in questa intervista. La prima è quella del rapporto con gli immigrati cristiani e con quelli di altre religioni. Eccellenza, nella sua Lettera indica in questo caso una prospettiva pastorale che, probabilmente, è diversa dalla quotidianità in cui la Chiesa locale agisce… “Sarebbe sorprendente il contrario perché è difficile realizzare perfettamente il Vangelo in tutte le diverse circostanze della vita. Bisogna imparare a integrare cristiani di altra cultura, e gli immigrati dentro le nostre comunità che, per parte loro devono essere accoglienti nei loro confronti. La Chiesa locale deve imparare sempre di più a riconoscere in ogni uomo una creatura di Dio con un suo destino eterno, con un significato personale proprio e quindi stabilire con ogni persona un rapporto di rispetto, di aiuto, di responsabilità reciproca. Questo è il cammino della Chiesa di oggi come anche della Chiesa di sempre: un cammino progressivo perché le situazioni cambiano di anno in anno e chiedono di adattare il nostro comportamento
facendolo rispondere alle situazioni nuove che si presentano”. C’è un secondo piano, per altro da Lei ricordato nel passaggio della Lettera quando scrive che “chi nel cuore disprezza gli altri o li considera inferiori diventa incapace di annunciare il Vangelo”. Eccellenza, non è infatti un mistero che, anche nelle nostre comunità, siano in tanti, per diverse ragioni, a nutrire i sentimenti di chiusura, di paura e diffidenza verso il fenomeno immigratorio... “Sarebbe anche bene che i sentimenti, tutti i sentimenti, venissero in superficie per poterli analizzare e vedere se sono coerenti e corrispondono alla realtà del Vangelo e della identità umana oppure se, al contrario, nascono dal nostro egoismo o dalle nostre paure. Il problema è non negarli e correggerli, cercare di capire da dove arrivano, se sono sani o scorretti. Questo è il lavoro da fare; non si può immaginare che l’uomo sia senza sentimenti negativi. Il problema sta proprio nel riuscire a riconoscerli, a capirli e a modificarli in modo che diventino più umani. Nella Lettera pone la domanda delle conseguenze del Vangelo nel modo di affrontare il problema dell’immigrazione. Una questione sicuramente scomoda…
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Luciano Monari Vescovo di Brescia
politico che voglia dirsi cristiano è chiamato a favorirlo”. Tutto questo è qualcosa in più di un semplice appello, suona quasi come un dovere… “Sì, è un dovere di cui bisogna prendere consapevolezza. A noi viene sicuramente più facile pensare l’accoglienza degli immigrati come un atto di amore nei loro confronti. La loro accoglienza, però, risponde anche a un nostro interesse economico, il lavoro degli stranieri ha contribuito ad arricchire il nostro Paese. Prendere coscienza di questo aspetto significa riconoscere l’esistenza di un debito morale nei confronti degli immigrati. Non è più possibile usare il loro lavoro per far crescere il Pil nazionale, per dare respiro al benessere e rafforzare lo stato sociale. Bisogna assumere precise responsabilità nei confronti degli immigrati, diversamente il rapporto si riduce a mero sfruttamento. Per questo la ricchezza costruita anche col lavoro di tanti immigra–
La struttura della Lettera
lettera alle comunità cristiane della diocesi di brescia sulla pastorale per gli immigrati
22 pagine, un testo estremamente agile ma profondo ed efficace per ribadire alla Chiesa bresciana che la presenza degli immigrati è un fenomeno con cui le comunità devono misurarsi. Un fenomeno che produce anche una serie di problemi che non sono solo della politica; questioni umane dinnanzi alle quali, scrive “come vescovo non posso non interrogarmi” e provare a dire ciò che “mi sembra essenziale” riassumendolo in cinque capitoli: il fenomeno dell’immigrazione; comunità cristiana e immigrati; il dialogo con credenti di altre religioni; l’annuncio del Vangelo a tutti; la reponsabilità politica dei cristiani e l’immigrazione.
di accoglienza giuridica nei loro confronti”. Diritti dei bambini, ricongiungimento familiare, lotta contro ogni forma di discriminazione: nella sua Lettera ribadisce alcuni concetti su cui in passato ha fatto sentire in modo chiaro la sua voce… “Sì, quella centralità della famiglia che molte volte viene proclamata nella vita sociale non può essere rivendicata solo per le famiglie italiane e non per quelle immigrate; pensare che è bene che ci sia attenzione alle famiglie italiane mentre ci si possa disinteressare di quelle degli immigrati è un errore perché anche queste entrano a pieno diritto nel tessuto della società. È quindi interesse di tutti favorire il ricongiungimento famigliare degli immigrati e l’attenzione nei confronti delle generazioni future, di quei bambini, figli di immigrati che pure crescono in mezzo a noi”. Chiudendo la Lettera ricorda come il suo scopo sia di “aiutare le comunità cristiane ad affrontare
con serenità un fenomeno oggettivamente complesso”. È convinto che quello della serenità sia oggi un sentimento che le comunità possono realisticamente manifestare su questo tema? “Quello della serenità nell’affrontare un tema complesso come quello dell’immigrazione è un atteggiamento necessario, perché solo la serenità consente di avere delle valutazione corrette e di prendere soluzioni sagge. Se ci si lascia portare o da una spinta ideologica o da una paura psicologica dell’altro si corre il rischio di imboccare una strada senza via d’uscita. Le scelte compiute sono, giocoforza, squilibrate. Per poter compiere scelte corrette è invece necessario trovare una certa distanza dal problema in sé e quella serenità interiore necessaria per poterlo affrontare correttamente; disposto cioè a pagare anche un prezzo, se richiesto dalla situazione, senza sentirsi impaurito per il futuro incerto che si va stagliando. La paura è sempre stata una cattiva consigliera”.
STRANIERI OSPITI CONCITTADINI
“Sicuramente e rimanda a un atteggiamento di fondo che è nel cuore dell’etica cristiana e non solo. È quell’ama il prossimo tuo come te stesso, cercare di vedere nel volto del prossimo l’immagine di quello che ogni uomo è, con le sue speranze, i suoi desideri, i suoi progetti. Ogni uomo deve cercare di superare quella tendenza istintiva a creare una distanza rispetto all’altro. Deve invece cercare di fare entrare l’altro dentro il proprio perimetro di interesse, di attenzione. Credo che questa sia la conversione grossa da compiere e una volta raggiunto questo traguardo diventa meno arduo trovare ricette concrete che pure saranno sempre da modificare perché non c’è nessuno che sappia esattamente come ci si deve comportare in ogni circostanza”. Lei afferma che quando uno straniero svolge un ruolo di rilevanza sociale dovrebbe avere il diritto a un riconoscimento giuridico. “E – scrive ancora nella Lettera – ogni
Il commento di padre Mario Toffari, direttore dell’Ufficio migranti
Un richiamo, non strumentalizzabile, ai grandi principi Padre Mario Toffari, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale dei migranti, ha seguito passo per passo le vicende della lettera “Stranieri, ospiti, concittadini”. “Un documento – racconta in una intervista concessa a Radio Voce – in gestazione sin dal maggio dello scorso anno a cui mons. Monari ha iniziato a pensare dopo un incontro con gli altri vescovi lombardi”. Radici che collocano il documento ben prima di quei fatti (protesta sulla gru in testa) che hanno riaperto a Brescia la mai sopita questione della presenza degli stranieri e che
per questo, come evidenza il religioso scalabriniano, non può e non deve essere piegato ad alcuna strumentalizzazione di parte. “Anche perché – prosegue il responsabile della pastorale per i migranti – non è quella del vescovo Monari una lettera in cui si possano trovare risposte spicciole a problemi contingenti”. Nel suo ultimo documento, in linea con quella che è stata la sua azione pastorale sin dall’arrivo a Brescia, il Vescovo parte dal Vangelo. “Mons. Monari continua ancora padre Toffari - richiama alle comunità i grandi principi dell’uomo
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perché vengano calati nella realtà in cui ogni comunità vive il confronto con tanti fenomeni, non ultimo quello complesso dell’immigrazione”. Ciò che il Vescovo indica con la sua Lettera è un quadro di riferimento con cui le comunità cristiane devono confrontarsi, rifuggendo da massimalismi inutili”. “Non bisogna dimenticare – conclude padre Toffari – che il vescovo Monari affida esplicitamente la sua lettera alla discussione nelle singole comunità perché verifichino quali siano le situazioni concrete e le risposte da fornire”.
Padre Mario Toffari
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Opinioni
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
di Maurilio Lovatti
di Adriana Pozzi
Ambiente
Ecumenismo
Differenziata da estendere
I luoghi di culto a Brescia Alcune settimane fa il nostro Vescovo si è recato presso la comunitĂ copta per esprimere la solidarietĂ sua e della diocesi per gli attacchi subiti da questa Chiesa in Egitto. Forse qualche lettore ha scoperto solo in quella occasione che in un luogo della cittĂ settimanalmente si riuniscono a pregare molti fedeli copti e, magari, si sarĂ chiesto dove è questo luogo. CosĂŹ è interessante far conoscere come e quanto la nostra diocesi è impegnata, in uno spirito di autentica solidarietĂ ecumenica pur con qualche sforzo e difďŹ coltĂ , nell’offrire alle varie comunitĂ cristiane ortodosse luoghi in cui pregare. Infatti le comunitĂ della Riforma, piĂš radicate storicamente, hanno luoghi propri per la celebrazione del culto: la chiesa valdese di via dei Mille (di cui, nel 2010, si sono celebrati i 150 anni) e la chiesa luterana di Gardone Riviera. Molto piĂš variegato il panorama delle Chiese orientali anche numericamente molto piĂš numerose per il usso migratorio di moldavi, ucraini, russi, rumeni‌ che ormai vivono stabilmente in cittĂ e provincia. Per moltissimi di questi fratelli nella fede, il ritrovarsi per la celebrazione della Divina Liturgia, per le feste piĂš importanti, per i sacramenti è un momento molto importante e assume, in una terra straniera, anche un forte valore identitario e di ricordo della storia, delle tradizioni, delle memorie della loro patria. Per noi forse è difďŹ cile capirlo, tanto siamo abituati alle nostre chiese e alle nostre comunitĂ , ma per loro è un appuntamento vitale. CosĂŹ la Chiesa di Brescia cerca di offrire ospitalitĂ e accoglienza: i copti celebrano nella chiesa di San Marco a Brescia, i rumeni hanno due forti comunitĂ (alcune migliaia di fedeli) a Brescia nella Cappella dell’Istituto Razzetti e a Breno nella chiesa di San Martino, gli ortodossi dell’esarcato russo sono ospiti di un salone dei Missionari Saveriani, i moldavi della chiesa dei Santi Cosma e Damiano in via Cairoli, mentre i cattolici di rito orientale celebrano nei giorni feriali in una chiesa delle Suore Ancelle e la domenica nel Santuario di S. Angela. Sistemazioni preziose per questi cristiani, ma non pienamente rispondenti ai loro bisogni, sia per ragioni di spazio (nelle feste piĂš importanti sono del tutto insufďŹ cienti) sia per ragioni legate ai riti: la chiesa ortodossa prevede che l’altare sia separato dai fedeli dall’iconostasi (una sorta di parete di immagini sacre) e questa, nelle sedi attuali, è sempre ridotta, talvolta solo simbolica (un’icona o poco piĂš) e provvisoria, dato che tutte le chiese devono poter essere disponibili anche per il culto cattolico. Una situazione quindi, che da una parte, mostra sensibilitĂ e amicizia da parte della Chiesa di Brescia, ma che dall’altra denuncia una incompiutezza che chiede di essere sanata. Ne riparleremo.
Brescia meglio di Napoli. Meglio avere un inceneritore che tonnellate di riďŹ uti per strada come a Napoli (nonostante le ripetute e non mantenute promesse di Berlusconi di risolvere il problema in pochi giorni). Meglio un inceneritore che discariche che si moltiplicano a dismisura. L’inceneritore di Brescia è sicuramente meno inquinante degli altri impianti italiani (anche se emette comunque delle nano-particelle, che dopo esser state respirate, possono superare la membrana cellulare e a lungo andare scatenano tumori) e inoltre, combinato col teleriscaldamento, ha una resa energetica migliore. L’impianto è economicamente attivo per chi lo gestisce perchĂŠ, oltre agli introiti versati dalle cittĂ lombarde che devono smaltire i riďŹ uti, riceve anche milioni di euro annui di contributi statali. Dal punto di vista ambientale, il bilancio però non è soddisfacente: nella nostra provincia la percentuale di raccolta differenziata è ferma infatti al 39,5%, mentre la media regionale è attestata al 47%, con punte che superano il 50% in zone particolarmente virtuose come Bergamo, Cremona, Lecco, Varese e Lodi. C’è un modo rapido, non costoso ed efďŹ cace per aumentare considerevolmente la quota di raccolta differenziata nella nostra provincia? SĂŹ c’è, o meglio, ci sarebbe se ci fosse la volontĂ politica! In base alle leggi in vigore la Provincia stabilisce il contributo che i Comuni devono pagare per conferire i riďŹ uti solidi urbani all’inceneritore. E può differenziarli in base alla percentuale di riciclo dei Comuni stessi. Attualmente (delibera n. 599 del 30 novembre 2009 della Giunta) la differenza tra i Comuni virtuosi (quelli che riciclano oltre il 55% dei riďŹ uti) e quelli “distrattiâ€? o incapaci (con meno del 35% di riciclo) è francamente irrisoria: per la precisione i Comuni virtuosi pagano 4,17 euro a tonnellata, mentre quelli viziosi 8,17. Una differenza di soli 4 euro a tonnellata non basta a spingere i Comuni ad invertire la tendenza. Se la Provincia per il 2011 aumentasse in maniera signiďŹ cativa il contributo ai Comuni spreconi, portandolo per esempio a 20 o 30 euro e lo abbassasse quasi a zero per quelli virtuosi, non spenderebbe nulla (anzi avrebbe una riduzione del deďŹ cit) e i beneďŹ ci per l’ambiente sarebbero consistenti e rapidi! Ci si domanda: allora perchĂŠ non farlo? Certo è una misura impopolare, specialmente se la maggior parte dei Comuni spreconi e inadempienti è dello stesso colore politico della Provincia. Se la politica fosse veramente al servizio del bene comune, una tale misura sarebbe giĂ stata adottata da tempo! SarĂ presa in futuro? Sarei contento di essere smentito, ma ne dubito!
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Popoli e continenti venturelli@lavocedelpopolo.it
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Italia Celebrata il 9 febbraio scorso
Quale sguardo sulla persona? L’istituzione della Giornata nazionale degli stati vegetativi apre la strada per riflessioni su un tema spesso soggetto a strumentalizzazioni
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“L’occasione per riaffermare un impegno incondizionato a difesa della vita a 360° in ogni sua fase e condizione; negli stati vegetativi, ma anche in tutte le situazioni di grave disabilità, e ancora prima della nascita e nella fase terminale”. Così Maria Luisa Di Pietro, docente di bioetica presso l’Università cattolica di Roma, ha commentato l’istituzione della prima Giornata nazionale degli stati vegetativi celebrata oggi 9 febbraio. “Questa ricorrenza – ha spiegato – richiama l’attenzione dell’opinione pubblica su una situazione di grande difficoltà verso la quale
occorre convogliare le energie da un punto di vista non esclusivamente sanitario, ma anche politico, economico e sociale”. Quale il significato della Giornata? “Non basta sottolineare l’urgenza di interventi di tipo politico-sociale. Noi guardiamo alle persone con grande disabilità come a situazioni nelle quali non si può fare nulla, mentre occorre uno sguardo positivo per individuare in loro eventuali potenzialità residue che possono essere recuperate. Questo soprattutto nel caso di persone in
stato vegetativo, dove un immediato intervento riabilitativo può addirittura consentire loro, come si dice nel linguaggio comune, di ‘risvegliarsi’. Ma neanche l’impossibilità di ‘recupero’ deve far venire meno il dovere di cura che abbiamo verso gli altri, dovere che non può essere diluito da ideologie volte a sminuire la realtà di queste persone affermando, come è stato fatto di recente, che i pazienti in stato vegetativo non sono persone e che le loro vite non sono degne di essere vissute”. Che conseguenze possono avere queste affermazioni a livello culturale? “Pongono nella condizione di dover stabilire quale essere umano è persona e quale no, ma chi può arrogarsi il diritto di operare tale distinzione? Si tratta di scelte frutto di forti ideologie legate a ragioni di tipo economico – gli elevati costi delle cure – che si collegano ad un pensiero utilitarista secondo il quale bisogna prendersi cura soltanto di chi può guarire e ritornare efficiente e produttivo. Questo aspetto, già presente in alcuni Paesi, si sta purtroppo
Sottovoce
insinuando anche nella nostra cultura. Il rischio è che eventuali scelte in ambito sanitario o di gestione delle finanze pubbliche, finalizzate all’assistenza di persone in stato vegetativo o in altre condizioni di non autosufficienza, vengano ispirate da criteri di tipo utilitaristico anziché da una corretta visione della persona”. C’è anche la questione dell’autodeterminazione... “Sì, esiste una sorta di ideologia liberal-radicale che fa passare le decisioni sulla propria vita come un esercizio di libertà personale – penso alla questione delle dichiarazioni anticipate di trattamento (la cui proposta di legge sarà all’esame dell’Aula dei deputati a partire dal 21 febbraio, ndr) – mentre si tratta piuttosto di giustificazioni alle scelte del ‘non fare’ e del ‘non prendersi cura’, un modo più sottile per mascherare l’ideologia utilitarista. Viceversa, per dirsi veramente civile, lo Stato deve tutelare e promuovere la vita e la salute di ogni cittadino, in qualsiasi condizione e a 360°. Si tratta di un diritto assoluto e non ‘negoziabile’ secondo le situazioni”. di Adriano Bianchi
Uno stile che non ci appartiene Chi ci conosce sarà rimasto stupito. Certo è che molti si sono fatti sentire dopo che la scorsa settimana hanno trovato allegato al numero de “La Voce del Popolo” un opuscolo dal titolo: “Energia per il futuro” che propaganda il nucleare civile. Vi parrà assurdo, ma tra questi ci sono anch’io. Ma come è possibile? Non è il direttore colui che per legge è responsabile di tutti i contenuti presenti sul suo periodico, oltre che degli eventuali inserti pubblicitari? La risposta è sì. La legge definisce dove stanno le responsabilità e a questo non mi voglio sottrarre. Detto questo non vi nascondo che ciò è avvenuto senza che mi fosse comunicato. A volte le logiche commerciali fanno il loro corso e finiscono per mettere a rischio la credibilità di una testata e di una redazione. Per noi, poi, si tratta di coinvolgere più o meno direttamente anche la diocesi che a tal riguardo, pur non essendo “La Voce del Popolo” un organo ufficiale della Curia, avrebbe, secondo alcuni, espresso una sorta di legittimazione del nucleare civile. Di questo mi scuso e chiederò conto nelle sedi opportune. Chi fa giornali sa che oggi la libertà di fare buona informazione è a rischio per
una mancanza strutturale di risorse, se a questo si aggiunge poi un po’ di trascuratezza e di superficialità il gioco è fatto. Il fascicolo imputato, di cui non si capisce chiaramente la titolarità, offre nella fattispecie un’informazione di parte e non appartiene alla modalità con cui cerchiamo di affrontare i problemi. La nostra linea editoriale è quella di entrare nel merito delle questioni e di offrire ai lettori delle argomentazioni per farsi un’opinione pensata alla luce dei valori cristiani. Non è per noi accettabile, pertanto, nessuna posizione ideologica e precostituita. “Voce” non è né contro, né pregiudizialmente a favore di nessuno. Ci credo e vi chiedo questo sforzo. Circa il nucleare ringrazio chi ci ha scritto per segnalare non solo la giusta indignazione, ma anche per esprimere le sue idee su un dibattito che ritengo urgente per il futuro del Paese. L’episodio, pur non giustificabile, mi ha fatto capire ancora una volta come tante persone guardano a “Voce” con attenzione e si aspettano da noi fede, lealtà e coraggio. Al tema, poi, e ai contributi che ci sono giunti dedicheremo un adeguato spazio la prossima settimana. Sperando di capire qualcosa di più.
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Popoli e continenti Mondo
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Egitto Parla un missionario bresciano
Un Paese nuovo, nato nel “ventre” dei poveri Dal comboniano padre Giovanni Esti, di Visano, la testimonianza di una realtà che vive con trepidazione il cammino verso il cambiamento
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La comunità di Cordi Jesu, sede della casa provinciale dei missionari Comboniani, vive a poche centinaia di metri dall’ormai famosa piazza Tahrir, divenuta il luogo-simbolo della protesta contro la presidenza Mubarak, il punto di riferimento di un movimento giovanile che punta alla rinascita dell’Egitto. La prima pietra di questa chiesa, dedicata al Sacro Cuore di Gesù fu posata da mons. Daniele Comboni stesso nel 1874. In questi settimane di difficile gestazione di una crisi nazionale imprevedibile, la casa dei Comboniani si è trovata nel cuore della storia. Fra i religiosi presenti in queste settimane al Cairo c’è anche il visanese Giovanni Esti che dalla capitale egiziana ha trasmesso questa testimonianza. “Mentre scriviamo – è l’inizio della corrispondenza giunta da Il Cairo – la situazione sembra ricomporsi gradualmente, anche se permangono
Il comboniano padre Giovanni Esti
Tra ansie e attese a cura di Massimo Venturelli
molte incertezze”. Per il missionario bresciano, comunque, alcuni punti fermi vanno già delineandosi. Il primo è che è nato un nuovo Paese. “È piccolo – scrive padre Esti – e non si sa difendere. Deve crescere in fretta pure”. È, per il missionario visanese, un Paese nato nel “ventre” dei quartieri poveri, dei giovani universitari, di chi non si è sottomesso di fronte al pericolo della reazione brutale del governo. “Dentro piazza Tahrir – prosegue la testimonianza – si respira una città dentro la città. La gente parla di libertà, si sente protagonista, discute a voce alta di programmi che possono rendere il Paese diverso e migliore da quello che è stato finora. C’è tanto idealismo”. Tutti, però, si interrogano su come le proteste andranno a finire, missionari compresi. “Si parla di deriva fondamentalista – sono ancora parole di padre Esti –, di opportunismo politico, di intromissioni varie.
Il rischio è grande. Tutti i pronostici possono essere validi. Ma un fatto è irreversibile, qualcuno ha capito che il governo è a servizio del Paese, non il contrario”. Nella testimonianza del missionario bresciano c’è anche l’analisi delle cause che hanno portato alla crisi del presidente Mubarak. “Il presidente – afferma – aveva governato il Paese sbaragliando ogni opposizione ed infiltrato la sua presenza in tutta l’infrastruttura politica, educativa ed economica del Paese. Ha pensato solo a come proteggere le ricchezze accumulate nel passato”. Contro tutto questo sono stati soprattutto i giovani a reagire. Quegli stessi giovani a cui molte forze politiche oggi guardano con interesse strumentale. “Tra queste – sono ancora considerazioni di padre Esti – vi sono i Fratelli Musulmani”. Si tratta dell’opposizione più consistente al potere pressoché assoluto di Mubarak e allo stesso tempo ciò che l’ha legittimato nel consolidare un potere pressoché assoluto in politica interna. In controtendenza, i Fratelli Musulmani hanno così moderato le posizioni più estremistiche con un programma di trasformazione non violenta.
I cristiani e la crisi Nella “corrispondenza” di padre Esti c’è anche spazio per una analisi di come la comunità cristiana egiziana stia vivendo questo momento di transizione. “I cristiani – afferma – in questo scenario in rapida evoluzione si sono divisi tra pro e contro Mubarak, anche se la sensazione generale è che la maggior parte parteggiasse per il presidente”. Anche i missionari Comboniani stanno vivendo con apprensione questa svolta epocale.”Siamo perfettamente consapevoli – afferma padre Esti – che il no all’ingiustizia gridato dalle masse non è garanzia di un sì alla disponibilità di pagare il prezzo per costruire una società equa”. Nutrono però la speranza che la loro presenza nel campo educativo, capace di favorire la convivenza tra musulmani e cristiani, così come il centro di studi d’arabo e d’islamologia “Dar Comboni” possa favorire un clima di dialogo.
I risultati del referendum
Il Sud Sudan ha scelto l’indipendenza da Khartoum È una maggioranza schiacciante, un plebiscito, quella del 98,83% dei sudanesi che ha votato in favore della secessione da Khartoum e per l’indipendenza del Sud Sudan. Lo confermano i dati definitivi della consultazione, ufficializzati nei giorni scorsi dalla commissione referendaria, durante una cerimonia svoltasi a Khartoum, in presenza dei vertici del governo sudanese e personalità africane. In base ai dati diffusi nella capitale, ma già ampiamente anticipati nei giorni scorsi, solo 44mila 888 voti su 3 milioni 837mila e 406 aventi diritto hanno votato a favore dell’unità del Paese. “Ci impegnamo a mantenere i legami tra Nord e Sud, e a favorire buone relazioni basate sulla cooperazione, aveva detto questa mattina il presidente Omar Hassan al-Bashir aggiungendo che avrebbe rispettato i risultati “e le scelte dei sud-sudanesi”. Il voto popolare, svoltosi tra i 9 e il 15 gennaio, costituisce una parte fondamentale dell’accordo di pace che nel 2005 mise fine alla guerra ventennale tra le due parti del Paese. “Rispetto” della scelta popolare, nella consapevolezza dell’ormai
prossima separazione delle regioni del Sud da Khartoum: è l’idea centrale di un discorso pronunciato dal presidente sudanese, a poche ore dalla prevista convalida dei risultati della consultazione popolare del mese scorso. Di fronte a una folla di sostenitori, a Khartoum, al-Bashir ha detto che il suo governo “annuncerà di fronte al mondo intero di accettare e rispettare la scelta del popolo sud-sudanese”. Difficile pensare a un atteggiamento diverso in considerazione del numero di quanti si sono espressi per l’indipendenza. Nel discorso al-Bashir ha toccato alcune delle questioni più difficili che i dirigenti di Khartoum e del Sud dovranno risolvere nei prossimi mesi, dalla divisione dei proventi petroliferi ai diritti di cittadinanza. Su quest’ultimo punto il capo di Stato ha sottolineato che nessuno potrà avere un doppio passaporto del Nord e del Sud. Alla divisione del Paese guarda anche la decisione del presidente sud-sudanese Salva Kiir Mayardit di istituire un comitato per preparare le celebrazioni per l’indipendenza, prevista il 9 luglio
Popoli e continenti Europa
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
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Unione europea Un obiettivo importante
Alfabetizzazione: un impegno condiviso Troppe e troppo evidenti le lacune di un numero elevato di giovani negli Stati membri. Le azioni del commissario Vassiliou
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La nuova strategia dell’Ue “Europa 2020” fissa obiettivi chiari per una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile. In questo contesto, i giovani rappresentano un fattore essenziale. Per valorizzare appieno il loro potenziale e colmare il gap di qualifiche e di competenze in Europa è fondamentale garantire ai giovani un’istruzione e una formazione di qualità, maggiori opportunità di effettuare studi e formazioni all’estero e un’efficace integrazione nel mondo del lavoro. Attualmente nell’Unione europea circa 80 milioni di adulti, che corrispondono a un terzo della forza lavoro, hanno competenze scarse o elementari e, secondo il rapporto Pisa (Program for international student assessment) relativo al rendimento dell’istruzione, il 20% dei quindicenni mostra scarse ca-
a cura di Massimo Venturelli
pacità di lettura. Dagli studi effettuati emerge che entro la fine del decennio vi sarà un incremento di 16 milioni di posti di lavoro che richiederanno un elevato livello di qualifiche. Allo stesso tempo calerà di 12 milioni il numero di posti di lavoro che richiedono una forza lavoro poco qualificata. L’allungamento della vita lavorativa presuppone anche una maggiore necessità di acquisire e sviluppare nuove competenze durante tutto l’arco della vita. Gli ultimi risultati Pisa dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) sottolineano l’ampiezza di tale compito. Benché nell’Ue il numero di quindicenni con difficoltà nella lettura si sia ridotto, le tendenze registrate divergono sensibilmente a seconda degli Stati membri: le percentuali dei giovani con difficoltà
variano da meno del 10% a oltre il 40%. Il divario tra gli studenti con competenze nella lettura superiori alla media e quelli con competenze inferiori alla media equivale a più di un anno scolastico. Il rendimento dei ragazzi diventa sempre più scarso rispetto a quello delle ragazze. Nello stesso tempo Paesi non europei registrano progressi ben più rapidi, in particolare in Asia. Per questo motivo la commissaria europea per l’istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù Androulla Vassiliou ha invitato tutti gli Stati membri a raddoppiare i loro sforzi per conseguire l’obiettivo fissato dai ministeri dell’Istruzione, vale a dire ridurre il numero di allievi con difficoltà nella lettura, nel calcolo e nelle scienze portandolo dall’attuale 20% a meno del 15% nel 2020. Per affrontare questa sfida la collaborazione è fondamentale e per tale motivo è stato creato dalla stessa commissaria un gruppo di esperti ad alto livello per l’alfabetizzazione nel quadro dell’iniziativa “Youth on the Move” (“Gioventù in movimento”) della Commissio-
ne europea. Il compito del gruppo è quello di esaminare i metodi più efficaci ed efficienti per incoraggiare l’alfabetizzazione nel quadro dell’apprendimento permanente, identificare i fattori comuni di riuscita nelle iniziative e nei programmi interessati e proporre misure per migliorare l’alfabetizzazione sia degli scolari che degli adulti. Il lavoro del gruppo rifletterà le implicazioni sociali, economiche ed educative in materia di alfabetizzazione proprie del XXI secolo. Mi auguro che il lavoro del gruppo di esperti ad alto livello donerà maggiore visibilità e importanza politica al ruolo dell’alfabetizzazione in una società della conoscenza. Negli Stati membri dell’Ue vi sono diversi esempi di buone pratiche, ma è necessario aumentare le opportunità di scambio e applicarne gli insegnamenti. “L’Europa – sono considerazioni di Androulla Vassiliou – deve agire ora se vogliamo conseguire gli obiettivi fissati per il 2020. Non abbiamo più un giorno da perdere. Il gruppo di esperti ad alto livello pubblicherà le sue proposte a metà del 2012”.
Celebrata lo scorso 8 febbraio
Una giornata europea per promuovere l’uso sicuro di internet “È più di un gioco, è la tua vita”. È questo lo slogan scelto quest’anno per il “Safer Internet Day”, la giornata celebrata lo scorso 8 febbraio in Europa, per promuovere l’uso sicuro di internet specialmente tra i bambini e i giovani. La Commissione europea, attraverso il Safer Internet Programme, ha finanziato un progetto di ricerca che ha coinvolto 25mila bambini e ragazzi, insieme ai loro genitori, in 25 Paesi europei. Secondo i dati raccolti “un quarto dei ragazzi italiani dagli 11 ai 16 anni dice che è più facile essere sé stessi su internet piuttosto che di persona”. Una tendenza che, secondo i ricercatori potrebbe comportare dei rischi, per chi, circa il 5%, riesce ad essere sé stesso quasi esclusivamente online. Per analizzare questi dati e cercare di capire quali sono i rischi presenti oggi in rete sono state poste alcune domande a Giovanna Mascheroni, membro di Osscom (l’Osservatorio sulla comunicazione dell’Università cattolica) e del progetto finanziato dalla Commissione europea.
Quale vuol essere il senso del Safer Internet Day? “Con lo slogan: non è un gioco, è la tua vita, l’Ue ha voluto richiamare l’attenzione non solo dei ragazzi, ma specialmente di genitori, insegnanti ed educatori su quello che è il tema della relazione tra mondo virtuale e reale. Mondi che non sono in contrapposizione ma sempre più complementari. Oggi la comunicazione online ed, in particolare, i social network sono diventati parte della vita dei ragazzi”. La giornata dell’8 febbraio ha tra gli obiettivi quello di stimolare la promozione di misure legislative a sostegno della sicurezza online. Qual è la situazione in Ue e in Italia? “Per quanto riguarda l’Ue, la scelta è stata quella di lasciare ai Paesi la possibilità di autoregolamentarsi. Sono state però tracciate, in occasione del Safer Internet Day dell’anno scorso, una serie di linee guida. Alcune di queste sono state accettate e firmate dai principali provider mondiali di internet. Un modo per rendere i social network più sicuri. Questo, però, non sempre è seguito”.
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Giandomenico Tiepolo (Zianigo 1727-Venezia 1804) Collaboratore del padre Giambattista nelle maggiori imprese decorative da lui intraprese, è uno degli interpreti dell’ultima stagione del rococò veneziano, quasi del tutto insensibile alle novità del nuovo stile Neoclassico che andava imponendosi in Europa dopo la metà del Settecento . “Martirio dei Santi Faustino e Giovita”. Brescia, San Faustino Maggiore.
Indietro non si torna di Giuseppe Fusari
Il Vangelo della domenica VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Matteo (5, 17-37) Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia...
San Paolo, folgorato dalla pretesa di perfezione che Gesù chiede ai suoi discepoli, capisce con bruciante evidenza che cosa si nasconde sotto il velo della legge: la scusa di potersi sentire a posto, la schiavitù di avere una misura certa. Paradossalmente Gesù non indica nessuna misura se non la perfezione; mette come minimo a cui attenersi la parola della legge e con questo segna il confine tra quello che è irrinunciabile e quello che è doveroso. Non basta più accontentarsi delle cose che si riescono a fare. Gesù spinge più in là, più avanti, più in alto. Non può bastare un atteggiamento del non fare: occorre che si agisca, che si scavalchi il fossato dell’essere a posto e si cominci a camminare sulla strada della volontà. La legge è una buona strada per il giusto mezzo, ma non è sufficiente per chi vuol vivere la vita secondo Cristo: l’amore non ha mezzo, non si accontenta. C’è in questo brano di Vangelo un senso di assolutezza davanti alle cose più normali (la vita, la convivenza, la fedeltà) che può mettere paura. Eppure le parole di Gesù riducono all’essenziale il rapporto che dovrebbe esserci tra gli uomini. Il rispetto non nasce dalla mediocrità o dalla legge: nasce dalla chiarezza interiore, dal riconoscimento dell’altro come ‘qualcuno’ e non come ‘qualcosa’. Non sarà mai detto abbastanza che nel messaggio di Gesù l’altro non è qualcosa da usare ma qualcuno da rispettare e da amare fino al dono di sé. Se si capisce questo la pretesa di Gesù ha senso perché dà all’uomo la sua vera dignità e
distrugge tutti i rapporti malati che si instaurano a causa della volontà di prevalere, di distruggere e di confondere. La legge suona in questo brano di Vangelo come qualcosa che ha smesso di essere Legge di Dio ed è diventata strumento mediocre di concessioni fatte agli uomini perché possano avere una convivenza civile. Ma questo a Gesù non basta: l’intransigenza della sua parola vuol far tornare la legge ‘detta’ per gli uomini a Legge di Dio per gli uomini. E qui lo scarto non è su qualche atteggiamento ma sulla base di ogni atteggiamento. Se non si riparte dalle fondamenta, dice Gesù, dal ‘sì’ che significa ‘sì’ e dal ‘no’ che significa ‘no’ non può esistere verità nei rapporti umani e non può esistere dignità di creatura e con questo vero rapporto con il Creatore. Diminuire la tensione è tornare indietro. Accontentarsi della legge che preserva è fare una strada a metà. E alla lunga la legge logora e perde significato fino a diventare solo dura costrizione, vuota di senso vero per la costruzione dei rapporti tra persone. Per andare incontro all’altro come persona bisogna rischiare, superarsi e credere. Sta qui, probabilmente, il primo atto di fede che Dio chiede all’uomo: il coraggio di vedere nell’altro la Sua immagine a tal punto da concedergli un rispetto e una fiducia totale. È atto di fede che ci fa riconoscere davvero di Dio. Non ci degrada a semplici esecutori di ordini. È segno della libertà assoluta che ci è lasciata e atto di fede di Dio nella sua creatura.
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Benedetto XVI Appello per l’Egitto e per la difesa della vita
La luce dell’amore che vince l’egoismo
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“Chiamati a donare nuovo ‘sapore’ al mondo, e a preservarlo dalla corruzione”: questo è il compito dei discepoli di Cristo, come ha ricordato domenica scorsa Benedetto XVI, prima di guidare la recita dell’Angelus con i fedeli e i pellegrini convenuti in piazza San Pietro. Donare nuovo sapore al mondo. “Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo”: commentando queste parole di Gesù ai suoi discepoli, il Papa ha sottolineato che “mediante queste immagini ricche di significato” Cristo “vuole trasmettere ad essi il senso della loro missione e della loro testimonianza”. Infatti, “il sale, nella cultura mediorientale, evoca diversi valori quali l’alleanza, la solidarietà, la vita e la sapienza. La luce è la prima opera di Dio Creatore ed è fonte della vita; la stessa Parola di Dio è paragonata alla luce”. “La sapienza – ha osservato il Pontefice – riassume in sé gli effetti benefici del sale e della luce: infatti, i discepoli del Signore sono chiamati a donare nuovo ‘sapore’ al mondo, e a preservarlo dalla corruzione, con la sapienza di Dio, che risplende pienamente sul volto del Figlio, perché Egli è la ‘luce vera che illumina ogni uomo’”. Così “uniti a Lui, i cristiani possono diffondere in mezzo alle tenebre dell’indifferenza e dell’egoismo la luce dell’amore di Dio, vera
di Fabio Zavattaro
sapienza che dona significato all’esistenza e all’agire degli uomini”. Ogni vita è preziosa. Il Santo Padre ha, quindi, ricordato che l’11 febbraio, memoria della Beata Vergine di Lourdes, si celebra la Giornata mondiale del malato. “Essa – ha sostenuto – è occasione propizia per riflettere, per pregare e per accrescere la sensibilità delle comunità ecclesiali e della società civile verso i fratelli e le sorelle malati”. Nel messaggio per questa Giornata, ispirato a una espressione della prima lettera di Pietro: “Dalle sue piaghe siete stati guariti”, Benedetto XVI invita tutti “a contemplare Gesù, il Figlio di Dio, il quale ha sofferto, è morto, ma è risorto. Dio si oppone radicalmente alla prepotenza del male. Il Signore si prende cura dell’uomo in ogni situazione, condivide la sofferenza e apre il cuore alla speranza”. Di qui l’esortazione rivolta a “tutti gli operatori sanitari a riconoscere nell’ammalato non solo un corpo segnato dalla fragilità, ma prima di tutto una persona, alla quale donare tutta la solidarietà e offrire risposte adeguate e competenti”. Il Papa ha rammentato, inoltre, che domenica ricorreva in Italia la Giornata per la vita e ha auspicato che “tutti si impegnino per far crescere la cultura della vita, per mettere al centro, in ogni circostanza, il
valore dell’essere umano”. “Secondo la fede e la ragione – ha chiarito il Pontefice – la dignità della persona è irriducibile alle sue facoltà o alle capacità che può manifestare, e pertanto non viene meno quando la persona stessa è debole, invalida e bisognosa di aiuto”. Prima di recitare l’Angelus, ha poi invocato “la materna intercessione della Vergine Maria, affinché i genitori, i nonni, gli insegnanti, i sacerdoti e quanti sono impegnati nell’educazione possano formare le giovani generazioni alla sapienza del cuore, perché raggiungano la pienezza della vita”. Un pensiero all’Egitto. “In questi giorni, seguo con attenzione la delicata situazione della cara Nazione egiziana – ha affermato il Santo Padre dopo l’Angelus –. Chiedo a Dio che quella Terra, benedetta dalla presenza della Santa Famiglia, ritrovi la tranquillità e la pacifica convivenza, nell’impegno condiviso per il bene comune”. Benedetto XVI ha, quindi, rivolto “un cordiale saluto alle delegazioni delle facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università di Roma, accompagnate dal Cardinale vicario, in occasione del convegno promosso dai Dipartimenti di ginecologia e ostetricia sul tema dell’assistenza sanitaria nella gravidanza”. “Quando la ricerca scientifica e tecnologica è guidata da autentici valori etici – ha dichiarato il Papa – è possibile trovare soluzioni adeguate per l’accoglienza della vita nascente e per la promozione della maternità. Auspico che le nuove generazioni di sanitari siano portatrici di una rinnovata cultura della vita”.
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Ecclesia Chiesa Bresciana
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4-11 settembre Il Congresso di Ancona
Riscoprire l’unicità di Cristo “Signore, da chi andremo?” è l’icona biblica scelta per illuminare il cammino personale e comunitario in vista dell’evento eucaristico
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“Riscoprendo e custodendo la centralità dell’eucaristia e la stessa celebrazione eucaristica come il ‘culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù’, le nostre Chiese particolari potranno diventare autentiche comunità di testimoni del Risorto”: lo scrive il Consiglio permanente della Cei nel messaggio d’invito al XXV Congresso eucaristico nazionale, che si terrà ad Ancona dal 3 all’11 settembre. Il testo, diffuso il 7 febbraio, presenta anzitutto l’icona biblica che ispira il cammino verso questo Congresso: essa è costituita dalla domanda “Signore, da chi andremo?” (Gv, 6,68), quale confessione dell’apostolo Pietro. Nella parte iniziale del documento i Vescovi esortano a “ripartire sempre dalla salvezza cristiana nel suo preminente carattere di avvenimento, che è l’incontro con il Risorto, Gesù il Vivente”. Richiama-
a cura di Renato Longhi
no poi l’esortazione postsinodale di Benedetto XVI, Sacramentum caritatis, dalla quale – scrivono – emerge “la necessità di insistere sull’efficacia dell’eucaristia per la vita quotidiana. La parte centrale del messaggio è dedicata ai contenuti teologici e pastorali sui quali i fedeli sono chiamati a concentrare l’attenzione, in questa fase preparatoria del Congresso. “Aiutare a scorgere in Gesù, Parola e pane per la vita quotidiana, la risposta alle inquietudini dell’uomo d’oggi, che spesso si trova di fronte a scelte difficili, dentro una molteplicità di messaggi: è questo – scrivono i Vescovi – l’obiettivo posto al cuore del cammino verso il Congresso eucaristico. L’uomo ha necessità di pane, di lavoro, di casa, ma è più dei suoi bisogni. È desiderio di vita piena, di relazioni buone e promettenti, di verità, di bellezza e di amicizia, di santità”. Il messaggio prosegue affer-
Un’immagine del Congresso eucaristico del 2005 a Bari
mando che “si apre qui un prezioso campo di lavoro, affinché, nel cammino verso il Congresso eucaristico e nelle stesse giornate congressuali si promuovano iniziative di ascolto della Parola, di meditazione e di preghiera. A questo scopo, è stato preparato il sussidio ‘Signore, da chi andremo?’, dove vengono proposte alcune tracce destinate a sostenere la lettura orante e una più profonda conoscenza del capitolo sesto del Vangelo di Giovanni”. Il messaggio richiama poi il “rapporto tra liturgia e bellezza del mistero celebrato”, tanto caro a papa Benedetto XVI, che al riguardo ha affermato: “La bellezza della liturgia è parte di questo Mistero; essa è espressione altissima della gloria di Dio e costituisce, in un certo senso, un affacciarsi del Cielo sulla terra. La bellezza, pertanto, non è un fattore decorativo dell’azione liturgica; ne è piuttosto elemento costitutivo, in quanto è attributo di Dio stesso e della sua Rivelazione”. I Vescovi ricordano che “dall’unità di Parola di Dio ed eucaristia nasce così un atteggiamento contemplativo, in grado di dare ‘forma eucaristica’ ai contenuti della vita quotidiana: il senso di gratitudine per
i doni di Dio, la coscienza umile della propria fragilità, la capacità di accoglienza e di relazioni positive con le persone, il senso di responsabilità nei confronti degli altri nella vita personale, familiare e sociale, l’abbandono in Dio come attesa e speranza affidabile”. Dopo aver ricordato quanto “i cristiani siano riconosciuti e apprezzati come uomini e donne di carità, esperti di umanità, socialmente solidali, anche da quelli che non frequentano la vita della comunità cristiana”, i Vescovi indicano un collegamento tra il Congresso eucaristico e il decennio pastorale sull’educazione 2010-2020. Scrivono infatti: “L’agire pastorale deve concorrere a suscitare nella coscienza dei credenti l’unità delle esperienze della vita quotidiana, spesso frammentate e disperse, in vista di ricostruire l’identità della persona. Essa, infatti, si realizza non solo con strategie di benessere individuale e sociale, ma con percorsi di vita buona, capaci di stabilire una feconda alleanza tra famiglia, comunità ecclesiale e società, promuovendo tra i laici nuove figure educative, aperte alla dimensione vocazionale della vita”.
La partecipazione bresciana al Congresso eucaristico nazionale
Momenti di preghiera e di riflessione sul mistero dell’eucaristia In preparazione del Congresso eucaristico nazionale, a livello diocesano saranno messe in atto alcune iniziative. Innanzitutto verranno predisposti i cinque schemi di adorazione eucaristica secondo i cinque ambiti di Verona (ambiti ripresi e sviluppati durante il Congresso eucaristico) da usarsi nelle parrocchie durante l’abituale adorazione mensile. Viene proposta un’adorazione diocesana: in tutte le parrocchie (ore 20.30) su un testo comune nella data ipotizzata dell’8 settembre. Domenica 11 settembre, verrà predisposto un piccolo sussidio, da usarsi in tutte le parrocchie, in tutte le Messe, con una introduzione e intenzioni per le preghiere dei fedeli. A livello regionale, giovedì 14 aprile al mattino, nel Duomo di Milano, ci sarà
un incontro per tutti i sacerdoti lombardi con i loro Vescovi. Verrà fatto conoscere il programma. Venerdì 13 maggio presso il Santuario di Caravaggio, alle ore 21 circa, verrà promossa un’adorazione e la processione eucaristica attorno al Santuario. È un’iniziativa proposta a tutti con un invito particolare ai ministri straordinari dell’eucaristia (laici e religiosi). A livello nazionale, una delegazione diocesana parteciperà al Congresso per tutta la sua durata. Ogni ufficio pastorale parteciperà con una sua rappresentanza alle giornate in calendario in cui si riflette e si prega sull’ambito che li concerne. Dall’8 all’11 settembre, si organizzerà un pellegrinaggio diocesano in pullman, presieduto da mons. Luciano Monari. Nel percorso
sono previste le visite al monastero della Santa Croce di Fonte Avellana, situato alle pendici del monte Catria, le cui origini risalgono attorno all’anno Mille per la presenza di alcuni eremiti che avevano scelto questo luogo come loro dimora; alla città e alla Basilica di San Nicola (XII sec.) di Tolentino; a Chiaravalle di Fiastra, abbazia cistercense fondata nel 1142 da un gruppo di 12 monaci provenienti dall’Abbazia di Chiaravalle di Milano; a Loreto; a Osimo, cittadina circondata da mura romane e medievali che avvolgono il centro storico; a Jesi. Naturalmente domenica 11 settembre è prevista la partecipazione alla Santa Messa presieduta da Benedetto XVI a chiusura del Congresso eucaristico.
Paesi e parrocchie Bassa
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Consiglio pastorale Il ministero nella Chiesa
Preparare il futuro della comunità Il teologo Marco Vergottini ha delineato i tratti di una Chiesa ministeriale. Presentata la situazione di Avvenire in diocesi
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Ha servito per quasi vent’anni la Chiesa ambrosiana come segretario del Consiglio pastorale diocesano: Marco Vergottini, teologo, marito e padre di quattro figli è un laico milanese che ai tempi del card. Carlo Maria Martini ha visto da vicino il cammino della sua comunità ecclesiale e, ancora oggi, ne è protagonista nel ruolo di vice presidente dell’Associazione teologi italiani (Ati). Su invito del vescovo Monari, durante la seduta del Consiglio pastorale diocesano di sabato 5 febbraio, ha tracciato un quadro del cammino di una Chiesa che vuole recuperare una nuova coscienza della sua identità e del suo agire nel tempo presente. È un’operazione che “desideriamo – dice Vergottini – venga vissuta in quell’oggi che sentiamo come kairos, cioè tempo favorevole in cui il Risorto si rivela e guida la sua Chiesa”. Un tempo
di Adriano Bianchi
il nostro, quindi, non da sopportare o per cui lamentarsi continuamente, ma l’oggi di Dio dove con creatività e fantasia “immaginare il nuovo volto della Chiesa. Ancora una volta, oggi, il Vangelo, che è sempre sorprendente, squaderna i nostri pregiudizi e infonde nuovo entusiasmo all’azione della comunità”. Vergottini si sofferma su alcune questioni di metodo. “Parliamo – riprende – del ministero. Esso è un servizio conferito a qualcuno, in qualche modo, dalla Chiesa”. Sullo sfondo il relatore evoca l’onda lunga del Vaticano II e i buoni frutti che il Concilio ha fatto fiorire nella comunità cristiana. C’è, poi, la congiutura attuale che ci mette di fronte a una crisi numerica del clero. “La congiuntura non è secondaria nella vita della Chiesa, ma è occasione opportuna dentro cui lo Spirito ci parla”. Una Chiesa pertanto che voglia diventare sempre più mi-
nisteriale dovrà evitare alcuni rischi e vincere alcune resistenze. Anzitutto, il rendersi conto che alcune semplificazioni saranno necessarie e che una vera corresponsabilità dei laici sarà possibile solo attraverso una decisione pastorale intelligente dei pastori. Il maggior inserimento dei laici, poi, non potrà essere sbrigativo o funzionalistico, ma necessariamente accompagnato da un’adeguata formazione teologica e soprattutto umana. “È importante – conclude Vergottini – preparare il futuro della comunità, poiche quanto oggi potrebbe essere ancora posto per scelta, domani potrebbe essere imposto dalle necessità”. Sui temi proposti dal relatore sono seguiti, come sempre, i lavori di gruppo. Tra le sottolineature l’esigenza d’investire su cammini formativi appropriati, su una rinnovata alleanza tra sacerdoti e fedeli laici e su un cammino di comunione che sarà sempre più urgente anche in vista della scelta e della costituzione delle unità pastorali. Il Vescovo a conclusione dell’incontro ha ribadito che è impegno di tutti la comprensione di un momento storico in continuo cambiamento. “Parola, eu-
Il Consiglio presbiterale del 19 gennaio 2011
Le scelte sul Seminario e il Sinodo diocesano Il futuro del Seminario e il Sinodo diocesano al centro della riflessione del Consiglio presbiterale dello scorso 19 gennaio. Dopo la discussione sul futuro delle strutture il vescovo Luciano ha sottolineato come “il progetto educativo e la pastorale vocazionale siano i punti nodali anche per le scelte strutturali. Il tema educativo – ha detto Monari– è oggi quanto mai difficile soprattutto in riferimento ai futuri preti. Un progetto educativo s’incarna sempre attraverso figure educative. Da qui l’importanza anzitutto di una comunità educativa. Circa la nostra pastorale vocazionale – ha continuato il Vescovo – sono contento anche se sui risultati dobbiamo avere pazienza”. Per quanto concerne la sede del Seminario, dopo aver ringraziato i preti per la ollaborazione, il Ve-
scovo ha sostenuto che non si potrà gravare sulle parrocchie e che personalmente è portato a non costruire altri muri, soprattutto vista l’incertezza del futuro. La sintesi e la decisione avverranno successivamente. Circa il Sinodo diocesano dovremmo chiederci: che cos’è un Sinodo? Il codice dice che è uno strumento legislativo per codificare il cammino di Chiesa locale. Per Monari un Sinodo, molto più completo dal punto di vista teologico di un convegno o un’assemblea in quanto vera e propria automanifestazione della Chiesa locale, andrebbe celebrato ogni volta che una diocesi voglia approfondire problemi particolarmente importanti come nel caso delle unità pastorali. Sulla data più probabile per la celebrazione si è parlato della primavera del 2012.
caristia e ministero – dice Monari – restano i punti di riferimento strutturale di una comunità che si sente chiamata ad annunciare a tutti l’amore di Dio. Con lo scopo che i cristiani, preti e laici, siano santi”. Al termine della giornata l’intervento di Domenico Soffientini di Avvenire. Nei giorni scorsi una delegazione del quotidiano dei cattolici italiani ha incontrato il Vescovo per presentare alcuni dati sulla presenza del giornale in diocesi. Nel 2009 Avvenire ha avuto a Brescia una diffusione media giornaliera di 3146 copie per una media di 12584 lettori. La giornata diocesana ha visto le parrocchie diffondere circa 10600 copie, mentre i sacerdoti abbonati risultano essere 248. Sono 41 le parrocchie che s’impegnano ogni domenica a diffondere il quotidiano, mentre solo sei risultano gli insegnanti di religione abbonati. Ribadita, pertanto, al Consiglio la necessità di un maggior impegno nella diffusione della “buona stampa” che vede il quotidiano impegnato, insieme al settimanale “La Voce del Popolo”, a far crescere opinioni e giudizi ispirati al Vangelo davanti ai fatti del tempo presente.
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Ecclesia Chiesa bresciana
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
SS. Faustino e Giovita Appuntamenti
Valori dello spirito e gioia della festa Nella figura dei Santi Patroni la solennità della liturgia esalta la pedagogia della speranza e accoglie in un abbraccio tutti i bresciani
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Martedì 15 febbraio si celebra la festa dei Santi patroni Faustino e Giovita. Segnaliamo gli appuntamenti principali delle manifestazioni in programma. Sabato 12 febbraio, alle ore 16, cerimonia del “Ab omni malo” o del “capèl”: in corteo dal sagrato della basilica dei Santi Faustino e Giovita, facendo rivivere un’antica tradizione, rappresentanti delle istituzioni e di associazioni varie a nome di tutti i bresciani accompagnano il Parroco di San Faustino che si reca in Loggia per consegnare al sindaco il galero rosso, simbolo tangibile della protezione concessa alla città dai Santi Patroni. Nella stessa Basilica alle 21 concerto con il coro di voci bianche “Piccoli musici” di Casazza (Bergamo), il gruppo vocale femminile “Quinta
a cura di Lucio Corbò
Voce” e il coro di voci bianche Santa Cecilia di Brescia. Il concerto sarà anche occasione per ricordare mons. Faustino Guerrini, fondatore e presidente della Scuola diocesana Santa Cecilia. Domenica 13 febbraio alle ore 16 nel Santuario di S. Angela Merici, via Francesco Crispi, 19, celebrazione eucaristica con la Missa gregoriana “Cunctipotens genitor Deus”, cantata spirituale nella scuola bolognese musiche di Maurizio Cazzati (16201678), basso Davide Bedetti, organo Alessandro Casari. Nel santuario della Patrona secondaria la grande musica impreziosisce la liturgia in vista della festa della città. Lunedì 14 febbraio alle ore 18.15 nella Basilica dei Santi Faustino e Giovita Santa Messa della vigilia, presiedu-
ta da don Camillo Pedretti, parroco della parrocchia dei Santi Faustino e Giovita di Sarezzo, con la partecipazione della Schola cantorum parrocchiale. Nel tradizionale incontro con una delle 14 parrocchie della provincia dedicate ai Santi Faustino e Giovita, un intenso momento liturgico e una riflessione per introdurre al significato della ricorrenza dei Santi Patroni nel segno della speranza, che trova alimento nei valori dello spirito e nella gioia della festa. Martedì 15 giorno della solennità dei Santi Patroni alle ore 8 e 9.30 Sante Messe; alle ore 11 Messa pontificale presieduta da mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia. Partecipa la corale dei Santi Patroni. Alle ore 15 Santa Messa in lingua inglese con la Comunità filippina di Brescia. Alle ore 18.15 celebrazione eucaristica presieduta da mons. Carlo Bresciani, rettore del Seminario vescovile, con la partecipazione dei seminaristi e del coro del Seminario. Alle ore 9.30 presso l’Ateneo di Brescia, in
via Tosio, 12, assegnazione del Premio alla brescianità. Alle ore 10.30 alla salita al Castello da porta Venezia deposizione di una corona d’alloro al monumento dei Santi Patroni al Roverotto alla presenza di autorità religiose, civili e militari. Alle ore 16 presso la Fondazione civiltà bresciana - Salone “Mario Piazza” inaugurazione delle attività annuali della Fondazione civiltà bresciana e assegnazione del “Premio Santi Faustino e Giovita”, 8ª edizione del concorso di poesia dialettale, poesia in lingua italiana, giornalismo, pittura e scultura a cura del Centro culturale “El fögarì”. Sempre martedì 15 febbraio (per tutto il giorno) concorso fotografico sulla grande fiera dei Santi Faustino e Giovita, a cura del Museo nazionale della fotografia “Cav. Alberto Sorlini”. Mercoledì 16 febbraio, alle ore 21 al teatro Grande, concerto dei Santi Faustino e Giovita, offerto alla città dal Comune con l’Orchestra filarmonica italiana, al pianoforte Kim Hyejin, direttore Giancarlo De Lorenzo.
11 febbraio Giornata mondiale del malato
Educare alla vita nella fragilità. Sfida e profezia per la pastorale Venerdì 11 febbraio si celebra la 19ª Giornata mondiale del malato, memoria della Beata Vergine di Lourdes. Siamo quest’anno invitati a pregare e meditare sul tema: “Dalle sue piaghe siete stati guariti” (1 Pt 2,24). Il tema si inquadra nel percorso triennale di programmazione pastorale dell’Ufficio nazionale per la pastorale della sanità, dedicato a “Educare alla vita nella fragilità. Sfida e profezia per la pastorale della salute”, sulla base degli Orientamenti pastorali Cei per il prossimo decennio “Educare alla vita buona del Vangelo”. Papa Benedetto, nel suo messaggio, afferma che “Il Figlio di Dio ha sofferto, è morto, ma è risorto, e proprio per questo quelle piaghe diventano il segno della nostra redenzione, del perdono e della riconciliazione con il Padre” (n. 1) perché esse esprimono “l’onnipotenza del suo Amore” (n. 2). Non è la sofferenza in sé che salva, infatti, ma l’Amore. Le piaghe di Gesù Cristo –
la sua Croce – sono una sofferenza liberamente accettata per Amore (n. 3 e 4), per questo Amore esse divengono salvifiche. Per chi ha fede, e specialmente per i “cari ammalati e sofferenti, è proprio attraverso le piaghe del Cristo che noi possiamo vedere, con occhi di speranza, tutti i mali che affliggono l’umanità” (n. 2). È indispensabile, perciò, alla Chiesa impegnarsi per aiutare gli infermi e sofferenti a quell’incontro con il Signore che può aprirli a guardare la realtà con la speranza di Cristo. A Brescia la Giornata mondiale si inserisce nel cammino indicato dalla Lettera pastorale del nostro Vescovo, che impegna la nostra Chiesa diocesana a costruire la comunione reciproca perché “Tutti siano una cosa sola”. Il vescovo Luciano ha ben sottolineato che “Gli ultimi sono forza per la comunione”, una risorsa dunque per la comunità cristiana, e che per questo “al centro dell’interesse della comuni-
tà debbono essere collocati i bambini, che non hanno ancora nessun potere, gli anziani, che non hanno più potere, i malati o i deboli in genere; e tutto questo non perché queste persone siano migliori delle altre, ma semplicemente perché sono più deboli”. Gli appuntamenti segnalati dalla diocesi sono i seguenti: sabato 12 febbraio ore 16 presso la Residenza sanitaria assistenziale “L. Arvedi” (via Mantova, 99 a Brescia): S. Messa presieduta dal vescovo Luciano Monari con speciale benedizione per il personale di assistenza e cura. Alle ore 16.45: saluto e interventi delle autorità. A seguire: il Vescovo incontra ospiti e familiari della Rsa “Leonardo Arvedi”. Domenica 13 febbraio presso la Basilica di Santa Maria delle Grazie (via Grazie, 13 a Brescia) ore 15.30: Santo Rosario per la comunità cristiana. Alle ore 16: S. Messa presieduta dal Vescovo con gli infermi, i disabili e le loro associazioni.
Ecclesia Agenda
LA VOCE VOCE DEL DEL POPOLO POPOLO LA 11 FEBBRAIO 2011 6 MARZO 2009
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Agenda del Vescovo Venerdì 11 febbraio Ore 21 – Brescia – Incontro di spiritualità per i giovani presso la Basilica delle Grazie.
Sabato 12 febbraio
Ore 16 – Brescia – Visita e S. Messa presso la Rsa “L. Arvedi” in via Mantova.
Per sacerdoti
Esercizi spirituali a Bienno All’Eremo dei SS. Pietro e Paolo di Bienno da lunedì 28 febbraio (ore 12) a venerdì 4 marzo (ore 15), don Marco Busca, sacerdote dell’Opus Dei, guiderà un corso di ritiro per sacerdoti sul tema: “Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù” (Atti 4, 33). Per prenotazioni e informazioni: busca.marco@gmail.com, cell 3386867809; oppure all’Eremo tel 0364 40081.
Casa Foresti
Siae, istruzioni per l’uso L’Ufficio per le comunicazioni sociali, l’Ufficio oratori, l’Ufficio amministrativo e il Servizio assistenza sale (Sas) organizzano un incontro sulla Siae. La parrocchia è il soggetto giuridico deputato a mantenere i rapporti con la Siae. Come comportarsi? Molti si domandano cosa c’è da fare in merito. Claudio Morandi, commercialista, già responsabile Siae di Gardone V.T., sarà a disposizione per i chiarimenti necessari. L’incontro si tiene mercoledì 23 febbraio alle ore 20.30 presso Casa Foresti (via G. Asti, Brescia).
Castelletto di Leno
L’ingresso di don Loda Domenica scorsa ha fatto l’ingresso il nuovo parroco di Castelletto di Leno, don Gianluca Loda. La cerimonia si è svolta nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, con l’accoglienza in piazzetta Mary Market e il saluto beneaugurante delle autorità. Si è quindi snodata la processione verso la chiesa parrocchiale, dove si è svolto il rito di immissione presieduto dal vicario zonale don Felice Frattini, il quale ha poi ceduto il posto a don Gianluca per la celebrazione eucaristica. È seguito un rinfresco in oratorio. La giornata si è conclusa con un concerto della corale. Nella serata di sabato 12 febbraio saranno invece i ragazzi dell’oratorio a presentare il recital “Voci fuori dal coro”, in onore del nuovo parroco.
In memoria
Don Alessandro Tomasoni Nella serata di lunedì 7 febbraio si è spento il decano dei sacerdoti bresciani, don Alessandro Tomasoni. Era nato a Borgo San Giacomo il 27 luglio 1910, quindi aveva superato da pochi mesi la soglia dei cento anni. Ordinato sacerdote nel 1934, fu per due anni vicario cooperatore a Roccafranca. Nel 1936 entrò a far parte della Congregazione dei Padri Oblati presso il Santuario delle Grazie e lì ha svolto il suo ministero sacerdotale fino alla fine dei suoi giorni terreni. È stato rettore del Santuario dal 1958 al 1967 e superiore della Congregazione dal 1973 al 1983. I funerali si sono celebrati a Brescia giovedì 10 febbraio ed è stato sepolto nel cimitero di Ludriano. Mentre ci uniamo alla preghiera della Chiesa per la sua accoglienza in cielo, lo ricorderemo adeguatamente in altra occasione.
Per i sacerdoti
Comunicare gli indirizzi mail Nell’ambito di un’informazione sempre più semplice e celere, potrebbe tornare utile avere a disposizione l’indirizzo di posta elettronica di ogni sacerdote. Gli interessati sono pregati di comunicare il proprio indirizzo a cristinamolinari@diocesi.brescia.it
Domenica 13 febbraio
Ore 10.30 – Mompiano – S. Messa presso la Rsa “A. Luzzago”. Ore 16 – Brescia – S. Messa per la Giornata del malato presso la Basilica delle Grazie.
Martedì 15 febbraio
Ore 9.30 – Brescia – Partecipa alla cerimonia del Premio alla brescianità presso l’Ateneo di Brescia. Ore 10.30 – Brescia – Presenzia, con le altre autorità, alla deposizione di una corona d’alloro al monumento dei Santi Patroni al Roverotto. Ore 11 – Brescia – S. Messa pontificale nella Basilica dei SS. Faustino e Giovita. Ore 16 – Brescia – Partecipa alla premiazione del concorso di poesia dialettale, poesia in lingua italiana, giornalismo, pittura e scultura presso la Fondazione civiltà bresciana.
Mercoledì 16 e giovedì 17 febbraio
Visita ai sacerdoti della zona XXV di Travagliato.
Cancelleria
Nomine e provvedimenti
La cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il rev.do sac. Ezio Bosetti, già parroco di Cailina, è stato nominato parroco di Chiesanuova e Noce in Brescia. Il rev.do sac. Giulio Corini, già parroco di Cimbergo e Paspardo, è stato nominato parroco di Casto, Comero e Mura. Il rev.do sac. Fausto Gnutti, già vicario parrocchiale di Montichiari, è stato nominato presbitero collaboratore di Castelfranco di Rogno. Il rev.do sac. Carlo Consolati, parroco di Pralboino, è stato nominato vicario zonale della zona XII - Bassa Centrale est.
Furti nelle chiese
Consigli per la prevenzione
Ultimamente, anche in Valle Camonica e nella Bassa Bresciana, si sono ripetuti furti nelle nostre chiese. In accordo con le Forze dell’Ordine si fa appello a tutti i parroci, ai loro collaboratori e ai custodi di aumentare il controllo durante l’apertura delle chiese e dotarle anche di sistemi di allarme e di sicurezza sia diurni che notturni. Le stesse Forze dell’Ordine invitano le parrocchie a dotarsi di un inventario adeguato ai nuovi sistemi di ricerca, che permetta loro di rintracciare con più rapidità gli oggetto sottratti. L’Ufficio beni culturali è a completa disposizione per ulteriori informazioni anche riguardo l’installazione e contributi Cei dei nuovi sistemi di allarme e di sicurezza.
Centro pastorale Paolo VI
Le comunità familiari di evangelizzazione
L’Ufficio catechesi e l’Ufficio famiglia organizzano due incontri su “Le comunità familiari di evangelizzazione”, fondate da don Renzo Bonetti, parroco di Bovolone (Verona). Gli incontri si terranno presso il Centro pastorale Paolo VI alle ore 20.30. Il primo incontro è in programma giovedì 17 febbraio: Il racconto di un’esperienza significativa. “Le comunità familiari di evangelizzazione” nella diocesi di Verona (don Mauro Bozzola, parroco della parrocchia dei SS. Angeli Custodi).
Apostolato della preghiera
Adorazione per le vocazioni
Mercoledì 16 febbraio, dalle ore 17 alle 18, presso la Cappella del SS.mo Sacramento delle Suore Ancelle della Carità, in Brescia, via Moretto 35, si terrà un’ora di adorazione per le vocazioni. Entro fine febbraio si raccolgono le adesioni al pellegrinaggio a Ars, Parayle-Monial e Taizé. Informazioni presso l’Ufficio vocazioni della Curia diocesana, l’assistente Adp don Diego Facchetti e la presidente Anna Maria Guarneri.
Familiari del clero
Incontro mensile
Martedì 15 febbraio presso il Centro pastorale Paolo VI si tiene, dalle ore 9 alle ore 15, l’incontro mensile per i familiari del clero.
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LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Corso di formazione per amministratori di sostegno Il terzo corso di formazione per amministratori di sostegno organizzato da Mcl è stato inaugurato lo scorso 8 febbraio a Piamborno nella casa di riposo “Rizzeri”. In quattro incontri i partecipanti saranno formati su questa nuova figura introdotta dalla legge n.6/2004. L’amministratore di sostegno si occupa di coadiuvare le persone non autosufficienti nella gestione e nell’amministrazione dei propri ambiti giuridici, fiscali, patrimoniali (dichiarazioni fiscali, rapporti con le banche, rapporti con il medico di base, ecc.). Tale figura nasce da una vocazione di volontariato che vede nell’attenzione alla persona il proprio scopo primario. Viene nominata dal Tribunale (anche su istanza dei familiari che spesso scelgono tra loro il volontario) il quale può stabilire un rimborso annuale a fronte di tale impegno. Articolate sono le responsabilità e le competenze dell’amministratore di sostegno che saranno presentate dai relatori del corso. Dalla disciplina procedurale vera e propria con i ricorsi e le istanze al Tribunale, alle incombenze in ambito fiscale, previdenziale, ai rapporti con enti e pubblica amministrazione. Non ultimi gli aspetti valoriali nell’ottica di una missione etica di attenzione al prossimo. Una questione attuale che propone nuove esigenze sociali, e in questa prospettiva Mcl ha organizzato un nuovo servizio per l’amministratore di sostegno (consulenza, ricorsi, istanze, ecc.). Per informazioni è possibile contattare i nostri uffici allo 030/2807812.
Mcl
Welfare Un sistema ingessato
Riforme necessarie, con scelte condivise di Raffaele Martinelli
Il sistema del Welfare nel nostro Paese è da tempo ingessato, anche se ha costituito un modus di relazioni che ha quasi sempre permesso di trovare soluzioni alle tante problematiche del lavoro e dei lavoratori. La crisi finanziaria scoppiata due anni fa, “e non certo superata”, ha purtroppo messo in mostra la fragilità dei sistemi economici mondiali colpendo nei Paesi più avanzati il mondo del lavoro, e quindi in primis la persona, provocando la crescita della disoccupazione con aumento delle povertà, e sollecitando i sistemi politici e industriali a ricercare nuove sfide con un welfare a completo sostegno del lavoro e dei lavoratori. Nel nostro Paese la disoccupazione è tornata oltre l’8,5% e con grande preoccupazione si stima una percentuale di oltre il 27% tra i giovani sotto i 28 anni. La Fiat lo scorso maggio ha presentato alle parti sociali e alla stampa di tutto il mondo il piano 2010-2014; Marchionne ha annunciato l’avanzamento del piano Chrysler, lo spin-off tra Fiat auto e Fiat industrial e in questo contesto il progetto “Fabbrica Italia”. Cosa chiedeva in sintesi l’Ad
di Fiat alle parti sociali? Una maggiore razionalizzazione nelle forme di esigibilità contrattuale, una piena responsabilità da entrambe le parti per realizzare gli obiettivi programmati e poter competere nel mercato globale dell’automotive. L’accordo di Pomigliano e successivamente quello di Mirafiori ratificati in entrambe le occasioni da un referendum tra i lavoratori e sottoscritto da Fim-Uilm-Fismic e Uglm, hanno messo in moto il nuovo accordo all’interno delle regole contrattuali che regolano il rapporto di lavoro. Certo non sono mancate le polemiche sollevate dalla Cgil che non ha sottoscritto gli accordi e non sono mancate le diverse prese di posizione della politica, ma sta di fatto che il nuovo welfare ha urgente bisogno di poter essere, “nella massima salvaguardia della persona” (cioè salvaguardare il lavoro salvaguardando i lavoratori), aggiornato e in linea con le regole che i Paesi a noi più vicini attuano. Ecco quindi la necessità che il nuovo Statuto dei lavoratori, unito alla legge sulla rappresentanza e rappresentatività, trovi soluzione legislativa al più presto per difendere e garantire il rapporto di lavoro nella pari esigibilità dei diritti e dei doveri.
I cattolici chiamati a un impegno pressante
di Marco Archetti
Contro il processo di disgregazione morale e sociale La difficile situazione sociale e politica nella quale versa il Paese richiede una assunzione di responsabilità forte e coesa da parte dei cattolici. Mcl nel suo Congresso nazionale ha riaffermato con forza e determinazione la “linea della presenza” dei cattolici nel sociale e nella politica al fine di superare “la diffusa tentazione di rinchiudere nel privato la dimensione di fede senza riconoscerne alcuna rilevanza pubblica” Mcl rivendica, per i cattolici, il diritto di proposta per una società non confessionale fondata su principi e valori che considera positivi per tutti e fa proprie le parole del cardinale Tarcisio Bertone che ha dichiarato come la Chiesa inviti tutti ad assumere l’impegno per una più robusta moralità, diffondendo un maggior senso di giustizia e legalità. I poco edificanti esempi
di questi giorni ci inducono a una riflessione seria e consapevole attorno alle parole pronunciate dal cardinale Angelo Bagnasco all’apertura dei lavori della Cei ad Ancona. Il Cardinale sollecita il mondo dell’associazionismo e, più in generale tutti i corpi intermedi dello Stato, a una assunzione di responsabilità da parte dei politici per un radicale cambiamento della politica nel nostro Paese al fine di dare una risposta agli innumerevoli problemi della società che sempre più è orientata verso un liberismo senza regole, all’egoismo individuale; sempre più orientata quindi alla logica dell’individualismo. All’interno dell’inevitabile processo di cambiamento della storia dell’uomo è necessario, per scongiurare pericolose derive, fissare quei principi inderogabili e non negoziabili
essenziali alla tutela del benessere collettivo, a sostegno della coesione sociale e dei fondamentali valori etici. Per ricostruire il tessuto sociale si deve ripartire da alcune solide basi, come, ad esempio, il ripristino urgente di quell’etica pubblica che sembra oggi smarrita, o il concetto di famiglia che deve essere difesa, promossa e sostenuta come nucleo centrale della comunità. In questo ambito l’etica e la morale di coloro che aspirano a rivestire incarichi pubblici contribuisce a rafforzare il concetto di comunità che purtroppo per molte persone ha perso valore e significato. Solo con l’impegno di coloro che veramente credono nel bene comune è possibile scardinare il processo di disgregazione sociale che in quest’ultimo ventennio si è pericolosamente e radicalmente diffuso.
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Gorzone Spiritualità
Sulle orme del fraticello di Berzo Dal 19 al 26 febbraio le comunità della Bassa Valle Camonica vivono una settimana di incontri e di preghiera davanti all’urna del Beato Innocenzo. Previsto anche un incontro dei sacerdoti con il Vescovo
Il Castello di Gorzone
Il parroco don Paolo Bonardi descrive la realtà pastorale
Senza perdersi d’animo Da 10 anni don Paolo Bonardi guida la comunità di Gorzone, una piccola frazione di circa 1300 abitanti inserita nel Comune di Darfo dal quale dista tre km. Una realtà che principalmente si sviluppa a ridosso della strada principale. Anche qui si fa sentire l’incidenza della popolazione immigrata. Sul suo territorio gravita la presenza di tre chiese: la principale (Sant’Ambrogio), San Rocco e, nel piccolo borgo di Sciano, il santuario dedicato alla Natività di Maria, Quest’ultimo coinvolge molti fedeli, soprattutto nella festa liturgica dell’8 settembre. A questi luoghi religiosi si aggiunge anche la presenza di una chiesetta all’interno del Castello: donata di recente alla parrocchia, deve essere restaurata. Terminati i lavori di recupero (si pensa entra giugno), sarà aperta al culto per le celebrazioni del venerdì. In questo periodo di permanenza nella comunità, don Paolo ha avuto modo di veder crescere la partecipazione, agevolata anche dal recente percorso di iniziazione cristiana: “Per il momento – spiega il Parroco – esprimo un giudizio positivo. Anche gli incontri serali con i genitori procedono bene, anche se non vengono tutte e due”. Tutto questo è reso possibile dai catechisti, che cercano di collaborare puntando anche sulla formazione. Ogni 15 giorni don Bonardi tiene la catechesi degli adulti a partire dal Vangelo di Matteo. “Non lavoriamo – continua don Paolo – sulla massa, ma sul piccolo gruppo, poi lasciamo fare al Signore”. Siamo in presenza di una piccola comunità che può vantare diverse strutture grazie anche all’opera dei predecessori di don Bonardi: don Aldo Marietti e don Giuseppe Maffi. Si possono vedere la scuola materna parrocchiale e il micronido, anche se quest’ultimo servizio paga lo scotto della crisi economica che sta colpendo anche i cittadini della Valle. Ci sono anche una palestra, un piccolo teatro e un bar la cui gestione è affidata in affitto a una famiglia. A settembre il Parroco ha ultimato la realizzazione di un campo da calcio a 7 giocatori e uno a 5 in sintetico con la possibilità anche di giocare a tennis; a questi si aggiunge anche il polivalente per la pallavolo e due campi di bocce. Lo sport, quindi, occupa un posto significativo in oratorio con ben quattro squadre del Csi e un nutrito gruppo di genitori volenterosi che quest’anno si sono messi d’impegno per seguire i piccoli sportivi. Durante l’anno sono proposte diverse attività in oratorio come spazi-gioco o momenti formativi: si va dal Grest al camposcuola estivo. I bambini frequentano le elementari a Gorzone, mentre per le medie devono migrare a Darfo. Con gli adolescenti, ma questa è una costante di tutta la diocesi, si fatica: “È dura, ma si cerca di seminare senza perdersi d’animo”. In questo compito gravoso don Paolo è coadiuvato dalla figura di un insegnante di religione.
N
Nella seconda metà dell’Ottocento la Valle Camonica è stata attraversata dalla predicazione del fraticello Innocenzo da Berzo. Le cronache del tempo ricordano le migliaia le persone che fecero ala al passaggio del suo corpo lungo i circa due chilometri che separano Cividate Camuno da Berzo Inferiore. Le celebrazioni del Beato Innocenzo da Berzo hanno due scadenze annuali: il 3 marzo a Berzo Inferiore, a commemorazione della sua morte avvenuta presso l’infermeria del convento dei Padri Cappuccini di Bergamo; la seconda domenica di agosto all’Annunciata di Piancogno nel cui convento padre Innocenzo
Don Paolo Bonardi
di Luciano Zanardini
ha vissuto santamente quindici anni della sua vita in quella comunità francescana. Dal 19 al 26 febbraio la comunità della zona pastorale della Bassa Valle Camonica si riunisce in preghiera per la presenza dell’urna del Beato Innocenzo. Sarà una settimana intensa con molti appuntamenti intergenerazionali. Il punto d’incontro sarà la chiesa della Madonna degli alpini di Boario. S’inizia sabato 19 con la celebrazione, alle 16.30, della Santa Messa, che sarà officiata dal parroco di Berzo, don Mario Rebuffoni. Domenica 20, invece, alle 16 il solenne pontificale sarà officiato dal cardinal Re. Da lunedì a venerdì sono in programma una serie di serate, con inizio alle 21, che hanno come finalità quella di coinvolgere di volta in volta le diverse componenti delle rispettive comunità cristiane: i catechisti, i giovani (il momento di preghiera sarà animato dai novizi di Lovere), gli anziani e i pensionati con un’attenzione alla Casa di riposo di Boario. Nella mattinata di giovedì 24 il vescovo Monari tiene un incontro spirituale per i sacerdoti della zona. Venerdì sera sono invitati i Centri di ascolto. Le manifestazioni si concludono sabato ore 16 con la Messa celebrata da mons. Giambattista Morandini; segue la fiaccolata verso Berzo. Onorando al meglio la memoria del Beato, famoso per le tante ore trascorse davanti al tabernacolo, tutti i giorni (dalle 16 alle 18) i sacerdoti si renderanno disponibili per le confessioni.
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Paesi e parrocchie Città e hinterland
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Brescia Palazzo Loggia
Inquinamento, mobilità e verifica Tanti i temi sul tappeto dell’agenda di Adriano Paroli che, dopo le dimissioni dell’assessore Nicola Orto, valuta l’ipotesi di cambiare alcuni membri della squadra di governo. L’opposizione parte all’attacco su ambiente e mobilità
I
di Luciano Febbrari
Inquinamento e mobilità, rimpasti di giunta e altro ancora. L’agenda politica di Palazzo Loggia è ricca di spunti di riflessione, se non altro perché sul tavolo del sindaco Paroli ci sono alcune questioni spinose che richiedono una presa di posizione netta. Si pensi solo alla situazione dell’inquinamento o alle meglio note polveri sottili che da più di un mese superano il minimo consentito previsto dalla Regione. Di fronte a questa triste situazione non si intravedono, purtroppo, risposte efficaci, ma questa è una condizione condivisa da tutti i Comuni lombardi che da qui fino all’arrivo della primavera, settimana sì e settimana no, si di-
videranno sul da farsi: targhe alterne, blocco totale nei giorni festivi e altro ancora. Un po’ di progettazione nel lungo periodo non guasterebbe. Nel frattempo l’assessore all’Ambiente del Comune, Paola Vilardi, ha deciso per la circolazione a targhe alterne da sabato 12. In pratica dalle 9 alle 18, dal lunedì al sabato nel mese di febbraio (tranne il 15), i veicoli con l’ultimo carattere numerico pari circoleranno nei giorni pari, diversamente nei dispari quelli dispari. Il provvedimento è una risposta alla sollecitazione avanzata da Corrado Ghirardelli, assessore ai Trasporti della Provincia, che aveva richiesto una maggiore attenzione a
tutti i Sindaci dell’area critica. Sindaci che, “Voce” in stampa, si sono incontrati nella giornata di giovedì per discutere di un eventuale blocco totale nella giornata di domenica. In settimana l’inquinamento aveva visto anche una presa di posizione netta di tutta quanta l’opposizione. In particolare Laura Castelletti ha auspicato “scelte coraggiose”. Brescia rimane la città più inquinata della Lombardia. Non basta dichiarare che è tempo di intervenire, è il momento di farlo con urgenti azioni di contrasto, agendo sia sul traffico veicolare che sul riscaldamento, e se necessario chiedere ai cittadini qualche sacrificio informandoli e comunicando loro le ragioni. I bresciani devono sapere che se mai si sarà costretti a scelte impopolari è perché in tutto l’anno chi doveva non si è adoperato per tempo per contenere e prevenire gli episodi acuti di inquinamento atmosferico”. Guardando alla
Brescia del 2013, il sindaco Paroli presenta in consiglio comunale, venerdì 11 febbraio, il documento “Dalla carta dei valori al valore dei risultati” dove metterà a fuoco le linee programmatiche del mandato. Si parla di centro storico, del piano di recupero di via Milano e la riqualificazione di piazza Vittoria, degli impianti sportivi e della situazione delle ex caserme: nell’ex Ottaviani va la Prefettura, mentre alla Randaccio sarà realizzato il campus universitario. Il Sindaco deve fare i conti anche con le dimissioni di Nicola Orto, assessore alla Mobilità e alle Politiche giovanili. L’esponente dell’Udc lascia senza sorprese: il vicesindaco Fabio Rolfi erediterà la delega alla mobilità. Si era discusso molto sul traffico del centro storico e sull’aumento dei biglietti dell’autobus (la Provincia ha, invece, mantenuto inalterato il costo del biglietto). Sul tema della mobilità non risparmia critiche il Par-
Assessorato ai Lavori pubblici della Provincia
Un piano triennale ovvero manutenzione, riqualificazione e costruzione La messa in sicurezza del ponte di Concesio; l’ultimazione dei lavori alla galleria Trentapassi, e il contestuale rifacimento dell’illuminazione; il completamento dell’intersezione di Rodengo Saiano della Sp 19, con la costruzione di due nuove bretelle; la conclusione della pista ciclabile di Limone. Sono i principali interventi previsti per il 2011 nel Piano triennale delle opere pubbliche stilato dalla Provincia di Brescia. L’importo complessivo delle opere inserite in bilancio è pari a 244 milioni di euro, di cui 46,6 nel 2011, 105,5 nel 2012 e i restanti 91,9 nel 2013. Si tratta di un piano corposo, articolato su interventi di manutenzione straordinaria, riqualificazione e nuova costruzione. Numerosi gli interventi previsti, per portare a termine i quali si confida – stando alle dichiarazioni dell’assessore Maria Teresa Vivaldini – nell’approvazione del Federalismo fiscale. Una quota significativa di risorse – circa 12 milioni all’anno – verrà destinata alla
manutenzione delle strade. I quattro interventi di nuova costruzione del 2011 costeranno 17 milioni di euro, mentre nel 2012 l’importo di tali opere sarà di 87 milioni di euro, di cui ben 75 milioni destinati a finanziare la Barghe-Idro, al cui finanziamento concorreranno anche la Provincia di Trento e la Regione Lombardia. Infine, nel 2013, ci sarà spazio per le varianti di Remedello, Nave e Marcheno, così come si spera di realizzare la tangenziale che da San Zeno giunga fino all’Alfa Acciai. Oltre ai nuovi cantieri, si confida di portare a termine anche quanto già avviato. A cominciare dalla Brebemi – la Provincia si occuperà delle opere complementari (per complessivi 58 milioni di euro), come la riqualificazione della Tangenziale Sud fino a Roncadelle –, passando per la Corda Molle – entro la fine del 2011 dovrebbe essere completato il tratto da Fenili Belasi fino alla Fascia d’Oro – senza dimenticare i lavori di Anas sulle Ss 42 e 39.
Non solo opere pubbliche, però. L’assessore Vivaldini ha voluto rimarcare anche l’impegno della Provincia sul fronte della sicurezza stradale. Dal 2002 al 2010 gli incidenti mortali sulle strade sono diminuiti da 165 a 74, mentre le persone che hanno perso la vita in tali incidenti sono passate da 182 a 81. Nel 2010, rispetto all’anno precedente, si sono verificati 28 incidenti in meno. Il picco si è registrato nei mesi di luglio (12 incidenti mortali, 14 vittime) e aprile (8 incidenti mortali, 12 vittime). Secondo la Vivaldini, l’obiettivo del prossimo decennio è ridurre ulteriormente questi dati, lavorando principalmente su tre aspetti: l’eliminazione dei punti più pericolosi della viabilità provinciale; la sensibilizzazione dei giovani alla sicurezza; il rapporto con le scuole, organizzando incontri con i rappresentanti dell’Associazione familiari vittime della strada. (m.n.)
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Asl, Provincia e Cfp “G. Zanardelli”
Scuole che promuovono la salute
Nicola Orto
tito democratico. “Un’opera inutile e costosissima”. Così il capogruppo del Partito democratico, Emilio Del Bono, ha definito il progetto avviato dalla Giunta comunale di Brescia che prevede la realizzazione di un parcheggio interrato sotto la Galleria Tito Speri e che renderebbe disponibili 600 nuovi posti auto. Un’operazione che avrebbe un costo quantificabile in circa 30 milioni di euro. Il Pd bresciano, che si oppone fermamente a tale progetto, ha presentato due interrogazioni al Sindaco e alla Giunta in merito alle prospettive del trasporto pubblico locale e alla realizzazione del parcheggio che saranno discusse in Consiglio comunale venerdì 11. Al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vicenda, il gruppo consiliare del Pd si è riunito nella mattinata di sabato 5 febbraio davanti all’ingresso di Fossa Bagni e della Galleria. In tale occasione sono intervenuti Giorgio De Martin, segreta-
rio cittadino del Pd, e i consiglieri Federico Manzoni, Aldo Rebecchi, Fabio Capra, Luigi Gaffurini e Aldo Boifava. L’avviamento dell’impresa arriva dopo che sono entrati in vigore gli aumenti del 20% sui biglietti degli autobus e sono state modificate le condizioni degli abbonamenti urbani. “Mentre si chiedono sforzi ai cittadini – ha incalzato Del Bono – in realtà si peggiora quantitativamente e qualitativamente il servizio di trasporto pubblico”. A dire il vero una linea compatta manca anche all’interno della stessa maggioranza con il vicesindaco, Fabio Rolfi, e il segretario dell’Udc, Gianmarco Quadrini, che si sono dimostrati critici nei confronti dell’opera. A tal proposito Federico Manzoni ha parlato di “deficit democratico” da parte dell’Amministrazione che “non ha mai discusso in Consiglio la questione del parcheggio sotto il Cidneo e, a quanto pare, non l’ha fatto nemmeno in Giunta”.
Promuovere attraverso l’aula la crescita personale. Siglato tra Asl di Brescia, Provincia di Brescia e Cfp “G. Zanardelli” il protocollo che avvia la sperimentazione del progetto “Scuole che promuovono salute” nelle sei sedi del Centro che insistono sul territorio di competenza della struttura sanitaria cittadina. “L’obiettivo è giungere all’elaborazione di un piano pilota – ha detto l’assessore provinciale alla Formazione professionale Giorgio Bontempi – che possa essere esteso alle altre istituzioni scolastiche e formative della provincia, poiché si tratta di un’opportunità che vede coinvolti i giovani, gli operatori scolastici e le loro famiglie in una forma innovativa di approccio al tema salute”. “L’educazione alla salute è storicamente basata su un approccio tematico all’interno della classe – ha detto il direttore generale dell’Asl Brescia Carmelo Scarcella – in cui temi come fumo, alcol, sessualità, alimentazione, attività fisica e quanto ancora connesso al termine, vengono trattati separatamente. In realtà questi temi interagiscono tra loro e non sono separati a livello comportamentale e spesso l’ambiente sociale è fondamentale nel determinare il comportamento e la formazione del giovane, per cui – ha continuato Scarcella – questo progetto prevede il confronto dei diversi attori presenti nel contesto scolastico, quali alunni, genitori, insegnanti, personale scolastico, dirigenti, operatori sanitari dell’Asl, unitamente a quelli del Comune e delle associazioni di volontariato. L’azione collettiva di questi soggetti, definita e coordinata da un gruppo di lavoro – ha concluso Scarcella – produrrà un ‘curriculum nascosto’ della scuola, che verrà esplicitato affinché attività di ricerca, informazione, formazione, prevenzione e intervento possano incidere positivamente sul giovane, creando un contesto di valori e di relazioni interpersonali che possano concorrere alla ‘promozione della salute’, estendendo così il significato letterale del termine”. “Abbiamo aderito al progetto – ha affermato il direttore del Cfp “G. Zanardelli” Marina De Vito – perché ai nostri nove centri della provincia fanno capo oltre 2.500 studenti, cui corrispondono altrettante famiglie e gli operatori scolastici, tra personale docente e non, che devono essere orientati, perché lo scopo principale di una scuola è promuovere delle persone prima ancora che degli studenti. L’azione progettuale, pur limitata alle sei sedi di competenza territoriale del’Asl di Brescia – ha precisato Marina De Vito – porterà ad intrecciare il portfolio dell’alunno, legato all’andamento scolastico dal punto di vista del profitto, con il suo atteggiamento comportamentale; il progetto sarà un successo se saremo stati capaci di formare soggetti a 360 gradi, in cui il termine ‘salute’ sarà riferito al rapporto di un ‘sano’ inserimento nella società”. (fr.a.)
A Botticino Sera “Partecipazione & Identità”
“Non è un paese per giovani” Tornano le iniziative dell’associazione di cultura politica “Partecipazione & Identità” di Botticino per i primi mesi del 2011. Saranno promosse iniziative inerenti temi concreti con la consueta formula di presentazione di libri di attualità. Il primo incontro è in calendario il 21 febbraio alle 20.45 presso la sala comunale di via Carini con la presentazione del libro “Non è un paese per giovani” di Alessandro Rosina, docente di demografia all’Università cattolica di Milano. Oltre all’autore gli altri relatori sono don Marco Mori, direttore dell’Ufficio oratori, Roberto Zanolini direttore generale della Compagnia delle opere, Guido Lombardi del “Giornale di Brescia” gli avvocati Mario Gorlani e Francesco Onofri, moderati da Ennio Pasinetti.
Brescia e provincia
Un sabato col Banco farmaceutico “Dona un farmaco a chi ne ha bisogno”. Con questo slogan sabato 12 febbraio nelle farmacie di città e provincia va in scena l’XI Giornata nazionale di raccolta del farmaco. Nel Bresciano sono coinvolte circa 70 farmacie. Va sottolineata l’importanza educativa di un gesto di carità come la Raccolta del farmaco, ancor più significativo per il crescere costante delle nuove povertà. Quest’anno i 30 enti bresciani convenzionati con il Banco, i cui assistiti usufruiranno delle donazioni di farmaci da banco fatte dai cittadini che vorranno partecipare alla Raccolta, chiedono 8000 farmaci (nel 2010 ne sono stati raccolti 6.500 sul territorio bresciano): “Per rispondere a questa grande richiesta – ha spiegato Paracini, delegato provinciale della Fondazione banco farmaceutico onlus – bisogna organizzare al meglio la presenza dei volontari nelle farmacie per spiegare bene l’iniziativa. Oltre ai volontari della Compagnia delle Opere, sono i volontari degli enti assistenziali convenzionati i primi a essere chiamati sul campo: perché possono far conoscere la loro attività sociale e caritatevole e perché il cliente/donatore incontra in questo modo direttamente il beneficiario della sua donazione”. La Giornata è promossa in collaborazione con Cdo Opere sociali e Federfarma; a Brescia ha ricevuto il patrocinio dell’Ordine dei farmacisti, del Comune, della Provincia e dell’Asl. Per sapere quali farmacie aderiscono, www.bancofarmaceutico.org/farmacie.php.
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Paesi e parrocchie Città
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La Voce di Brescia Secondo numero
Sottovoce
L’abbraccio di Faustino e Giovita È in distribuzione il free press mensile della città. In primo piano le festività patronali con la presentazione del calendario delle manifestazioni
S
Sarà il vescovo Luciano Monari, a presiedere il 15 febbraio alle 11, nella Basilica dei Santi Faustino e Giovita, la Messa pontificale in occasione della Solennità dei Santi Patroni. Un momento di riflessione sui valori che ancora possono animare la nostra comunità, sul significato più profondo della tradizione popolare, sul recupero, anche attraverso l’azione della ritrovata Confraternita dei Santi Faustino e Giovita, del senso attuale della speranza. La Messa pontificale sarà il riferimento di una giornata intensa di
di Roberto Barucco
eventi. Tra questi ricordiamo la Santa Messa in lingua inglese, con la comunità filippina locale, sempre nella basilica di San Faustino, alle 15 e la celebrazione eucaristica, alle 18.15, presieduta da Carlo Bresciani, rettore del Seminario vescovile, con la partecipazione dei seminaristi e del Coro del Seminario. Nella figura dei Santi, la solennità della liturgia sottolinea i significati, rende un servizio alla pedagogia della speranza e accoglie in un abbraccio, superando barriere e separatezze, vecchi e nuovi bresciani sotto
La prima pagina di febbraio
la protezione operosa dei Patroni. Un 15 febbraio intenso anche all’Ateneo di Brescia dove alle 9.30 si rinnoverà la tradizione del Premio della Brescianità, assegnato dall’Accademia di scienze, lettere e arti. Un momento speciale, omaggio a testimoni di vita vissuta. Alle 10.30 la salita al Castello da Porta Venezia, con la deposizione di una corona di alloro al monumento dei Santi Patroni, al Roverotto. Un gesto evocativo, nel luogo in cui la tradizione colloca la vicenda che vide protagonisti i Santi Patroni nel soccorrere la città assediata e nel preservarne la libertà. Alle 16, alla Fondazione civiltà bresciana, l’inaugurazione delle attività annuali della Fondazione e l’assegnazione del “Premio Santi Faustino e Giovita”. 8ª edizione del concorso di poesia dialettale, poesia in lingua ita-
Ritrovare la testimonianza dei santi legati alla comunità può aprire un interessante percorso culturale e spirituale alla riscoperta di ciò che sta alla radice dei legami che rendono speciale il vissuto di un certo territorio. Anche il Vescovo nella Lettera pastorale sottolinea l’importanza dell’esempio dei santi con un esplicito riferimento alla loro testimonianza. “Siamo convinti – dice Monari – che Dio opera davvero dentro alla storia del mondo e che questa attività divina si manifesta in modo particolarmente chiaro nei santi cioè nelle persone che hanno vissuto coerentemente la fede trasformando la loro azione quotidiana secondo la logica del Vangelo”. (Adriano Bianchi)
liana, giornalismo, pittura e scultura. a cura del Centro culturale “El fögarì”. Di sicuro interesse il concorso fotografico a cura del Museo nazionale della fotografia “Cav. Alberto Sorlini”, invito a fermare volti, atteggiamenti e frammenti della festa per consegnarli al futuro ricordo. Quando al clangore del passato si è sostituita la solitudine delle coscienze, a cosa può servire questa occasione di festa e la ritrovata Confraternita? “Forse, a non riempire i nostri tanti vuoti con la sola dolcezza dello zucchero filato, perché – ci ricorda il presidente dell’Associazione, don Armando Nolli, parroco della chiesa dei Santi Faustino e Giovita – c’è bisogno di ricentrare la festa del 15 febbraio dalla dimensione popolare, amata e apprezzata, a quella religiosa e riflessiva”.
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Brevi
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Chiari
Gli effetti dell’inquinamento sulla salute dei bresciani “Ma il cielo è sempre più... blu?”. Fulvio Porta, primario di oncologia infantile e presidente dell’Associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica, e Marino Ruzzenenti presentano gli effetti dell’inquinamento sulla salute dei bresciani. L’appuntamento è per lunedì 21 febbraio alle 20.45 presso l’oratorio.
Montirone
Genitori ed educatori a confronto
Chef Chuck con gli studenti del Canossa
Cigole Incontro con gli studenti del Canossa
Chef Chuck, un americano in cucina
U
Un estimatore della gastronomia italiana, Chef Chuck, dall’Arizona approdato a palazzo Cigola Martinoni dove gli allievi del Cpf Canossa si sono messi a sua disposizione, in cucina e in sala, per una serata che ha consentito all’esperto di esprimere la sua ammirazione per come la terra bresciana contribuisce all’affermazione dell’ottima qualità dei nostri prodotti. Il rinomato cuoco americano, ospite fisso dell’emittente Nbc di Arizona Midday, ha guidato l’evento culinario, un convivio con i sapori della provincia di Brescia ed è arrivato nella Bassa bresciana per incontrare la cultura gastronomica di questa terra. Estimatore della cucina italiana, Chef Chuck si è avvicinato alla realtà di “Tradizioni padane”, impresa che da tempo ha intrapreso un percorso di riscoperta storica e rivisitazione delle specialità tipiche bresciane, quali i casoncelli nelle diverse qualità del ripieno e la pasta fresca. All’iniziativa hanno partecipato l’assessore all’agricoltura e all’agroalimentare Gian Francesco Tomasoni ricevuto con l’ospite statunitense da
La Cei ha pubblicato il documento “Educare alla vita buona del Vangelo” per rilanciare nelle comunità la sfida educativa. In questa ottica prosegue il ciclo di conferenze per genitori ed educatori sul tema dell’educazione organizzato dalla parrocchia di San Lorenzo. Il 17 febbraio interviene la dott.ssa Emmanuela La Fede (operatrice della cooperativa Il Gabbiano) su “Speranza per il futuro? Il coraggio di educare”. Il 24 febbraio, invece, il presidente nazionale dell’Age riflette su “Genitori in crisi... di crescita!”. Chiude il percorso suor Rosalina Ravasio, fondatrice della comunità di recupero Shalom, che si sofferma su “La comunità diminuisce... se le comunità fanno prevenzione!”. Gli incontri si tengono nella sala Bonomelli in via Veneto al numero 2 alle ore 20.30.
Calvisano
Rassegna corale per il patrono La parrocchia con il patrocinio del Comune organizza, in onore della Beata Cristina, la XVII rassegna corale presso la chiesa parrocchiale. Quando? Domenica 13 febbraio alle 16. Si esibiscono il coro “Madonna della Neve” di Adro, il coro femminile “Luca Marenzio” di Coccaglio e il coro “S. Cecilia” di Calvisano. Tutti i cori insieme suonano “Saldo è il mio cuore” di Marco Frisina, l’inno gregoriano “Ave Maris Stella” e “Cristo nostra Pasqua” di Marco Frisina. Il coro S. Cecilia ha pubblicato il libro “Armonie in concerto” sulla sua storia e attività. Si possono ottenere informazioni, visitando il sito internet www.corocalvisano.it.
di Franco Piovani
Capriano del Colle
AAA: cercasi volontari Dario Perotti, titolare dell’impresa di Gottolengo per la pasta fresca, e dal presidente dell’agenzia per il territorio, Riccardo Geminati. L’enogastronomia bresciana ha punti di forza in pianura nei prodotti caseari quali: i formaggi freschi degli Zani di Cigole, le mozzarelle di bufala e le bresaole dell’azienda Facchi di Manerbio; l’allevamento di storioni dell’agroittica di Calvisano dai quali si ricavano il prelibato caviale e carni squisite; la cantina “Perla del Garda” che esalta i vini dei vigneti gardesani; il laboratorio per confetture degli Andrini di Gottolengo. Chef Chuck ha sostato in locali per la ristorazione nei quali è mantenuta la tradizione culinaria. L’ospite americano ha visitato queste realtà e elogiato la professionalità degli addetti incontrati nelle diverse imprese. Tra i partecipanti alla serata di Cigole il docente universitario Angelo Baronio, autore del trattato sulle “Specialità della corte di Gottolengo” (edizioni Fondazione civiltà bresciana) nel quale sono documentati i deliziosi casoncelli alle farine di monococco.
Alle famiglie di Capriano del Colle e Fenili Belasi è stata recapitata una lettera. Il mittente è l’Associazione gruppo volontari solidarietà di Capriano e Fenili Belasi, un’Associazione che, fondata nel 1999, è impegnata in servizi di trasporto in strutture sanitarie. “Solo qualche mese fa al gruppo è stata donata da una famiglia di Azzano Mella un’autovettura che, aggiunta alle altre tre, ha incrementato il parco macchine divenuto però insufficiente a garantire i servizi richiesti. Questo perché dal primo febbraio 2011 – scrive Giuseppe Zizioli, presidente del gruppo volontari – vogliamo aumentare la nostra capacità di servizi proponendo alla popolazione, sempre a titolo gratuito, nuovi servizi. Fra questi quello per incontinenti e stomizzati. La consegna, a titolo gratuito e in comodato d’uso, di carrozzelle per adulti, carrozzelle per bambini, materassini ad aria antidecubito, sistema per la determinazione della glicemia. Il ritiro, in caso di bisogno, delle analisi o radiografie o altri esami presso le strutture sanitarie. Le nostre risorse non permettono l’acquisto di una nuova autovettura. Per questo motivo segnaliamo il conto corrente perché con le offerte si possa acquistare un’autovettura per il trasporto di persone con handicap”. Chi fosse interessato, ecco gli estremi: CC000000651004 Cassa Padana filiale di Capriano del Colle. Il numero telefonico è il seguente: 0309749820. (mtm)
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Chiari Festa dei Santi patroni
Tre premi nel segno della tradizione Il dott. Bordoni, il maestro di karate Belotti e il Gruppo volontari ricevono le onorificenze
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Forte è il legame che unisce gli abitanti di Chiari ai Santi patroni, Faustino e Giovita. Forte per il legame con la tradizione, la fiera, le bancarelle. Forte perché da anni la messa solenne nella parrocchia, guidata da mons. Rosario Verzeletti, viene celebrata dal clarense vescovo ausiliare emerito mons. Vigilio Mario Olmi. Forte perché la festa religiosa diviene anche festa della cittadinanza, con i riconoscimenti civici che vengono assegnati a quei clarensi che si sono distinti in ambito culturale, sociale, sportivo e professionale. L’iniziativa, promossa dal 2005, coin-
di Paolo Festa
volge l’intera comunità che, attraverso le segnalazioni dei cittadini e delle associazioni, indica i possibili premiati, che vengono poi scelti da una commissione. Nel 2011 l’onorificenza viene assegnata al dott. Pierluigi Bordoni, medico pediatra, “per la professionalità esercitata con passione e impegno pari alla sua umiltà e discrezione”, al maestro di karate Gianmario Belotti “per l’impegno profuso negli anni per la formazione sportiva dei giovani con l’insegnamento di una disciplina che sviluppa le capacità fisiche e mentali e finalizzata ad un ampliamento delle
Mons. Rosario Verzeletti
capacità umane e al Gruppo Volontari e della Fondazione Morcelli Repossi “per l’impegno solidale e gratuito profuso al fine di valorizzare il patrimonio artistico e culturale clarense e renderlo sempre più fruibile alla cittadinanza. La cerimonia di consegna dei riconoscimenti, quest’anno, sarà alle ore 17, presso il salone Marchettiano, e non subito dopo la messa delle 10 la mattina come avvenuto negli anni passati. Questo perché nella mattinata ci sarà un altro evento molto importante, che significativamente si è scelto di collocare ancora nella giornata dei santi patroni: l’inaugurazione del nuovo Museo della città. La struttura, realizzata all’interno del vecchio palazzo comunale e delle antiche carceri, due edifici che si affacciano sulla centrale piazza Zanardelli, di fronte al Duomo, dopo anni di lavori vengono così
riconsegnati alla città. Alle 12 ci sarà il taglio del nastro inaugurale, con visita al laboratorio didattico e alla mostra “Chiari da villaggio a Città – passato e presente alla luce dell’archeologia” curata dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia nell’ambito del progetto provinciale “Langobardia Fertilis”. L’esposizione sarà visitabile fino al 15 giugno. Il percorso di visita continuerà anche passando per l’emeroteca e la mostra “Memorie del ferro” dell’artista Franca Ghitti, allestita nelle ex carceri fino al 13 marzo. Dopo la cerimonia inaugurale del 15 febbraio la rassegna rimane aperta al pubblico il sabato dalle 10 alle 12 per visite su prenotazione. La prenotazione delle visite guidate può essere effettuata al numero 0307008202 oppure sul sito internet dedicato al Museo della Città: www.museocittadichiari.it.
Bassano Bresciano
Si studia la realizzazione di una nuova Rsa
Cascina Rosa
La collaborazione pubblico-privato darà una mano a risolvere l’assistenza agli anziani con una Rsa progettata a Bassano Bresciano dove una società ha acquisito l’area di cascina Rosa in via Martinengo, nella zona centrale del paese, una superficie di circa 5300 metri quadrati. Si prospetta la demolizione di una parte del fabbricato. Le trattative in proposito sono già in fase avanzata. Si parla di una costruzione a moduli, “Classe A”, dotata di impianti d’avanguardia per acquisire energia pulita indispensabile al complesso dei servizi con attenzione all’ambiente. L’iniziativa è già in discussione anche nel comprensorio e l’argomento è inserito nel piano di zona dell’Ambito 9 prossimo ad andare all’esame dell’assemblea di imminente convocazione. Come dire che si manifesta interesse alla collaborazione tra pubblico e privato laddove i bilanci del pubblico non consentono passi in avanti nella dotazioni di servizi importanti e basilari. Una statistica della Regione rileva che nelle Case di riposo della Bassa bresciana centrale i posto letto accreditati sono 729 a fronte di una lista d’attesa di 2608 per richieste di ricovero. Nel dettaglio: Verolanuova 125 posti letto, lista d’attesa 315; Bagnolo Mella, 93-344; Pontevico 122-310; Seniga 42-196; Pralboino 75-284; Manerbio 74-299; Isorella 40-246; Gottolengo 66-296; Ghedi 92-309. “Da soli
facciamo quel che possiamo – riconoscono alcuni amministratori (sindaci e assessori dei Servizi sociali) responsabilmente consapevoli di bilanci non sempre in linea con le necessità. Nelle Rsa c’è sempre meno posto. E quando insorgono patologie compromesse deve passare almeno un anno prima di individuare l’ente in grado di provvedere. Il discorso andrebbe ampliato a livello di comprensori, ma non sempre c’è disponibilità nelle pubbliche amministrazioni a ragionare in questi termini. A Bassano Bresciano per nulla preoccupandosi delle questioni di campanile che insorgono ogni volta in una comunità si prospettano soluzioni che superano il ristretto ambito locale un gruppo di imprenditori ha proposto l’iniziativa discutendo del problema “case di riposo carenti”. Hanno intavolato un fuoricorso con i sindaci di Manerbio e di Bassano Bresciano. Si trattava di studiare assieme dove collocare l’iniziativa e le modalità della realizzazione considerato come alcune Rsa della zona si trovino nella condizione di dover adeguare le singole strutture a parametri che la stessa Regione ha definito. Invece di innestare una sinergia, s’è inserita l’incomprensione tra istituzioni. Manerbio non ha manifestato interesse, Bassano Bresciano invece “sì”: si discute per far decollare in tempi ristretti il progetto. (pio)
Paesi e parrocchie Bassa Fiera agricola Paesi e parrocchie Montichiari
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Cis Consorzio intercooperativo di servizi
Cooperazione al servizio dell’agricoltura
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a cura di Voce Media
L’esperienza di Comab, Agricam, Comazoo, Comab Famiglia, Comisag e Comilat Il Cis, Consorzio intercooperativo di servizi, raggruppa sei cooperative agricole di Montichiari che sviluppano un fatturato complessivo di quasi 200 milioni di euro con oltre 4000 aziende agricole dislocate principalmente in Lombardia. La Comab fu la prima tra le società cooperative che fanno parte della Cis a prendere vita. Istituita a Lonato del Garda nel 1970 la commissionaria agricola bresciana conta oggi sull’adesione di circa 1060 soci e sulla guida del presidente Antonio Pennacchio e del direttore Giulio Discacciati. Essa si occupa di tutti gli aspetti agronomici e tecnici che riguardano l’agricoltura e si avvale della collaborazione di quattro tecnici. Nel 1973 nasceva poi l’Agricam, una cooperativa di circa 2340 associati, che ha per obiettivo la tutela dei consumatori di prodotti petroliferi, la certezza della quantità e della qualità dei carburanti e dei combustibili forniti e il risparmio economico derivante dai prezzi competitivi per i soci. Agricam oggi trova i suoi leader nel presidente Gianantonio Antonioli e nel direttore Andrea Andreoletti e, non soltanto è il primo distributore di prodotti petroliferi per l’agricoltura in Italia, ma si occupa anche con successo di commercializzazione di macchine agri-
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cole. CompirĂ poi tre anni tra poco il pit stop, distributore che, contro ogni aspettativa iniziale, sta dando grandi soddisfazioni, come spiegano il Presidente e il Direttore della Cis. Sull’onda del successo riscosso dalla Comab e dall’Agricam, un gruppo di allevatori inseriti nella Comab si resero conto in seguito dell’utilitĂ di gestire in proprio almeno una parte delle attivitĂ speciďŹ che connesse al settore zootecnico e decisero di costituire nel 1979 la Comazoo. Essa presenta attualmente circa 1500 soci ed è il terzo mangimiďŹ cio nel nostro Paese. La cooperativa Miglioramento agricolo-zootecnico, di cui il presidente è Danilo Lorenzoni e il direttore Giulio Bernocchi, si occupa della produzione di mangimi per i bovini e per i suini, e per quanto riguarda le tecniche, è sicuramente una delle strutture piĂš all’avanguardia a livello europeo. Inoltre anche nella distribuzione essa si contraddistingue come una delle realtĂ piĂš importanti del Nord Italia che, come spiega Marco Ottolini, è una delle poche zone della nostra penisola in cui c’è ancora una presenza considerevole di allevamento. In Comazoo lavorano oggi 10 tecnici veterinari che si occupano della assistenza tecnica sui mangimi. Nel 1990 è nata poi la Comab Famiglia
come diretta emanazione della Comab. La sua costituzione fu in primo luogo determinata da una questione economica ed oggi è una cooperativa di consumo che ha il suo punto di distribuzione a Montichiari, un luogo in cui si possono trovare i prodotti delle aziende agricole dei soci e che rifornisce non solo famiglie, ma anche, molto spesso, gruppi di acquisto solidale. La presidente è Nadia Marazzi, il direttore Marco Guerrini: ad oggi ha circa 800 soci. La Comab e la sua diretta discendente Comab Famiglia, hanno appena festeggiato il 40° anno di attivitĂ . Nel 1997 si è costituita poi Comisag, il cui nome signiďŹ ca: cooperativa miglioramento servizi in agricoltura. Il presidente Giuseppe Nicoli e il suo direttore Marco Treccani dirigono un gruppo la cui volontà è quella di mettere a disposizione dei soci una struttura capace di fornire tutti i servizi necessari al buon funzionamento dell’impresa agricola. La Comisag offre a clienti e ai circa 500 consociati i servizi relativi all’area amministrativa, tecnica e ďŹ scale. InďŹ ne nel 1998 è nata Comilat, che si occupa della commercializzazione del latte agricolo e che vede Albino Migliorati in qualitĂ di suo presidente.
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Paesi e parrocchie Montichiari Fiera agricola
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Centro fiera del Garda Dall’11 al 13 febbraio
Una vetrina per produttori e appassionati Torna la Fazi: la kermesse internazionale dedicata al mondo agricolo zootecnico
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Dall’11 al 13 febbraio 2011, al Centro fiera del Garda, torna la Fazi, la Fiera agricola zootecnica italiana di Montichiari. La kermesse festeggia la 83ª edizione. Evento clou della rassegna che di fatto inaugura il calendario delle fiere di settore del 2011 sarà l’Open Holstein Show, la manifestazione di carattere europeo dedicata agli allevamenti di Frisona di tutta Europa e organizzata dalle Associazioni provinciali allevatori di Verona e Brescia, dall’Associazione nazionale frisona italiana - Anafi, in collaborazione con il
a cura di VoceMedia Pubblicità
Centro fiera del Garda di Montichiari e Veronafiere, nell’ottica di un’alternanza che vede negli anni dispari il confronto internazionale nel Bresciano, mentre negli anni pari a Verona. Un evento particolarmente sentito dai produttori italiani ed europei, dal momento che la partecipazione è diretta e nominativa per ciascun allevamento. Per gli allevatori italiani, inoltre, si tratterà di difendere il titolo, conquistato nel febbraio di quest’anno nel corso di Fieragricola dall’azienda agricola Errera Holsteins di Borgoforte,
in provincia di Mantova. Nell’ambito della Fiera agricola zootecnica Italia, ampio spazio sarà assicurato anche ai giovani conduttori dell’Agafi, la sezione appunto junior dell’associazione di razza Frisona. Un momento importante, che coinvolge direttamente nella punteggiatura e la valutazione degli animali i ragazzi degli Istituti agrari da tutta Italia. Non mancheranno, poi, specifici momenti di valorizzazione delle produzioni made in Italy, con lo stand e gli animali del mondo Aia e Italialleva, chiavi strategiche per promuovere la filiera nazionale e al contempo garantire il consumatore finale sul fronte della provenienza. Riflettori accesi sulla suinicoltura, che ha nel quadrilatero costituito da Brescia, Mantova, Cremona e Lodi una
punta avanzata per la salumeria di qualità. La Fiera agricola zootecnica italiana rappresenta un appuntamento per tracciare un bilancio del comparto e impostare la barra del timone sulle politiche di mercato da seguire. La Fiera agricola zootecnica italiana di Montichiari porta nel cuore della pianura padana un evento lungo un intero weekend in grado di catalizzare l’attenzione del comparto primario, con espositori, convegni ed eventi legati alla meccanizzazione, la mangimistica, le agro-energie, i mezzi tecnici, la veterinaria e la zootecnia da reddito. Fra i temi di interesse per gli addetti ai lavori non possono essere dimenticati gli aspetti della Pac dopo il 2013, il reddito nelle stalle da latte, il rilancio della suinicoltura, le nuove frontiere delle energie rinnovabili.
83a Fiera Agricola Zootecnica Italiana
11/12/13 Febbraio 2011 10th European Open Holstein Show
CENTRO FIERA S.p.A. Via Brescia, 129 - 25018 Montichiari (BS) Tel. 030/961148 - Fax 030/9961966
Paesi e parrocchie Bassa
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Provincia Parla l’assessore Tomasoni
Lo specchio positivo del comparto Brescia è una provincia leader a livello nazionale nel campo della zootecnica Gian Franco Tomasoni
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“Una vetrina dove la grande tradizione dell’agricoltura bresciana si sposa con la vocazione imprenditoriale e il grande senso di modernità che caratterizza la missione aziendale del sistema”: questo in sintesi l’identikit della Fiera agricola di Montichiari secondo l’assessore all’agricoltura della provincia di Brescia, Gian Franco Tomasoni. “La provincia – continua Tomasoni – è orgogliosa di partecipare” alla 83ª edizione della Fiera agricola zootecnica nazionale che si svolge presso il Centro fiera del Gar-
da di Montichiari dall’11 al 13 febbraio. “Questa manifestazione – spiega l’assessore – è lo specchio ideale di un comparto, la zootecnica che ha in Brescia la provincia leader a livello nazionale: un passaggio obbligato per comprendere a fondo le dinamiche, le strategie ma anche le problematiche di un settore a livello nazionale”. Oggi l’agricoltura bresciana presa nella sua globalità è un sistema che coinvolge oltre 17mila aziende, che lavorano un superficie totale pari ad oltre 183mila ettari. La prevalenza del
settore zootecnico è netta: appartengono a questo comparto il 51% delle aziende. L’allevamento di bovini, sia da latte che da carne, è il settore di maggiore importanza, ma la provincia bresciana è anche un polo suinicolo. Il latte è comunque il settore economico prevalente: la produzione rappresenta all’incirca il 10% della produzione totale nazionale e la metà di questo latte è destinato alla produzione di Grana Padano. Con questi numeri, che pongono Brescia in vetta alla graduatoria nazionale, la predominanza della zootecnica nella costituzione della produzione lorda vendibile bresciana: rappresenta una quota pari al 90% di un valore alla produzione che si aggira intorno ai mille milioni di euro. Dai dati dell’Associazione provincia-
le allevatori di Brescia, presieduta da Germano Pè, gli allevamenti che aderiscono ai servizi di controllo funzionale e di libro genealogico sono circa 1250 per una consistenza di oltre 103mila vacche da latte, oltre 3000 suini e circa 3000 fra bufalini, bovini da carne, equini, ovini, caprini e conigli. Non mancano le difficoltà. Dall’energia alla manodopera, fino ai costi alimentari, le voci dicono che le spese nell’azienda agro-zootecnica sono impennate. “Prendiamo ad esempio l’alimentazione – spiega Pè –. Dalla soia al mais, agli altri cereali destinati alla razione di bovini e suini, il costo alimentare è alle stelle. I costi sono ancora più alti rispetto a quanto ci ripaga il mercato”. Montichiari, quindi, è visto come una tappa fondamentale per il rilancio.
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Paesi e parrocchie Valtrompia
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Magno di Gardone Yad Vashem
Un ricordo di due sposi “Giusti” Nelle parole di Maria Rizzini, 89 anni, la testimonianza del padre Angelo e della madre Caterina, che sfidarono le leggi razziali
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di Edmondo Bertussi
Il 27 gennaio è stato il Giorno della memoria: nel 1945 l’Armata Rossa entrava in Auschwitz e tutto il mondo seppe dell’Olocausto. A Magno di Gardone Valtrompia c’è una famiglia dove la “Memoria” è intrisa di vissuto e della intima gioia di una storia di “salvati” . È quella di Maria Rizzini, 89 anni il 31 marzo: gli fa compagnia da 60 il marito Vincenzo Mondinelli, 90enne. Maria aveva 21 anni in quel dicembre del 1943, quando il papà Angelo (ramo Copèta) e la mamma Caterina Giacomelli, sfidando le leggi razziali, avevano accolto in casa Emma Viterbi
di origine ebrea e il figlio Paolo, in fuga dalla ferocia della caccia agli ebrei scatenata dal nuovo questore a Brescia: ne erano censiti 40, ne catturarono 23 e solo due tornarono dai lager. La signora Emma abitava a Brescia in piazza Vittoria 11: aveva un secondo figlio Alberto, era sposa di Guido ufficiale dell’esercito, socio di maggioranza del Consorzio chimico farmaceutico. Fu il farmacista Giuseppe Malfassi a salvare lei e Paolo affidandoli a Magno ad Angelo e Caterina, mentre l’ufficiale Guido e il figlio Alberto erano caricati sul treno per Auschwitz da dove
Maria Rizzini
non sarebbero più tornati. E nel lager cominciò una vicenda straordinaria: è il bresciano Alberto l’uomo che Primo Levi descrive con tanto affetto e ammirazione nell’ultimo capitolo di “Se questo è un uomo”: “Da sei mesi dividevamo la cuccetta e ogni grammo di cibo organizzato extra razione ma lui aveva superato la scarlattina da bambino e io non avevo potuto contagiarlo…”. L’impossibilità di muoversi salvò Primo Levi mentre Alberto finiva chissà dove tra le decine di migliaia evacuati dalle SS all’arrivo dei russi. Intanto Emma e il figlio Paolo trascorrevano quei tragici giorni a Magno. Maria ne parla con un tenue sorriso, sottovoce, con pudore: “Paolo aveva sedici anni, e io ventuno, lui era bello e gentile come la mamma, straordinaria”. Nel 1945 tornarono a Brescia. Si interruppe un filo rosso che è stato riannodato a Ma-
mcpersonproject.it
tutti i prodotti per l’igiene, il tovagliato, l’usa e getta e tanto di più...
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gno meno di cinque anni fa: Guido, figlio di Paolo, col suo Alberto (come il prozio) sussurrando “Perdono...” hanno abbracciato Maria e i suoi due fratelli Lina e Giovanni. Mentore in quell’occasione fu Marino Ruzzenenti che ha scoperto e racconta la bella storia nel suo libro “La capitale della Rsi e lo Shoah”, mentre il sindaco Michele Gussago consegnò a Maria una targa d’argento con lo stemma civico e la dedica: “Chi salva la vita di un uomo salva l’umanità. In memoria di Caterina e Angelo Rizzini Copéta la Comunità di Gardone VT riconoscente”. Ora qualcuno sta pensando come fare in modo che Angelo e Caterina siano ricordati nel Giardino dei Giusti di Yad Vashem a Gerusalemme istituito con legge “... per commemorare i giusti tra le nazioni, che hanno rischiato la loro vita per aiutare degli ebrei”.
Fondazione Vent’anni insieme al non profit. Diamo credito ai progetti migliori, eppure non siamo una banca.
NUOVI BANDI 2011 Si aprono i bandi di Fondazione Cariplo nei quattro settori di intervento: Ambiente, Arte e Cultura, Ricerca Scientifica, Servizi alla Persona. Appuntamento per gli enti non profit con sede nella provincia di Brescia: BRESCIA, Centro Paolo VI - Via Gezio Calini, 30 Giovedì 17 febbraio - dalle 10.00 alle 12.00
ORARIO CONTINUATO da Martedì a Venerdì dalle 9.00 alle 18.00 Sabato e Lunedì dalle 9.00 alle 13.00 Domenica Chiuso
Montirone (Bs) | via Borgosatollo, 70 | tel. 030 2066238
Per partecipare agli incontri è necessario registrarsi al sito www.fondazionecariplo.it
Streaming e testi su www.fondazionecariplo.it
Brevi
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
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Villa Carcina
Vittorio Guidi, sempre organista Nella vita delle comunità ci sono molte persone che contribuiscono all’armonia dello scorrere dei giorni. È il caso del prof. Vittorio Guidi che, superato il traguardo dei 70 anni, presta la sua opera di organista presso le parrocchie di Villa Carcina e Concesio, alla Domus salutis di Brescia e in molte chiese. Ex-preside, esperto di strumenti musicali, arte campanaria e quadri, è fra l’altro consulente tecnico del tribunale. Ha al suo attivo pubblicazioni di didattica musicale.
Lumezzane San Sebastiano
La Casa della giovane
Lumezzane Iniziativa estiva del Gfos
Accoglienza per i bambini della Romania
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Sono aperte fino alla fine di marzo le adesioni per l’ospitalità estiva di bambini e ragazzi rumeni. Le adozioni sono gestite dal Gfos (Gruppo famiglie per l’ospitalità e la solidarietà), con sede a Lumezzane S.Sebastiano, che dal 1991 svolge attività di accoglienza prevista per i due mesi estivi. La famiglia ospitante ha la possibilità di scegliere l’età e il sesso del ragazzo di cui si prenderà cura per questo breve lasso di tempo, senza doversi preoccupare delle questioni burocratiche: il costo a carico della famiglia per la procedura è di 350 euro, inclusivi del viaggio, dell’assicurazione, dei documenti necessari e delle analisi mediche effettuate prima di arrivare in Italia, oltre che dei pasti di cui il ragazzo avrà bisogno durante il tragitto. I bambini ospitati provengono soprattutto dagli orfanotrofi della città di Sighet Marmatiei, dove suor Bianca si occupa della Casa Famiglia Madre Colomba con la quale la collaborazione del Gfos è più attiva. “Vorremmo provare cosa vuol dire addormentarsi in un letto puli-
di Daniela Fedrigo
to e profumato, con la mamma che ti rimbocca le coperte e che ti saluta con una carezza e il bacio della buona notte”: sono semplici parole ricche di significato scritte dai bambini in merito a questa esperienza. I ragazzi diretti in Italia sono accompagnati da un’assistente che si fermerà a Lumezzane il tempo necessario alla loro sistemazione e che tornerà a prenderli alla fine della loro permanenza per riaccompagnarli in Romania: una precauzione per rendere il viaggio altamente sicuro e per chiarire gli eventuali dubbi delle famiglie. “È sicuramente un impegno per la famiglia, – sostiene Sonia del Gfos – tuttavia si tratta di bambini che non hanno problemi di adattamento, anzi sono felicissimi di poter sentire il calore di una vera famiglia. Ciò che chiediamo è convinzione e continuità, non si può ospitare un bambino e rifiutarlo le volte successive, per loro è un ulteriore trauma che si somma alla mancanza dei veri genitori”. Per maggiori informazioni è possibile telefonare a Sonia 3284406018.
Non è vero che l’anzianità ostacola il divertimento: non è certo quanto ci dimostra il gruppo Bella Età formato da una trentina di signore che frequentano la Casa della giovane a Lumezzane S. Sebastiano. Si formò più di 10 anni fa originariamente grazie all’opera dalle suore che gestivano il luogo di ritrovo. Ora è il curato, don Bruno Marchesi, assistito da alcune volontarie, a occuparsi dell’organizzazione delle varie attività che si svolgono prevalentemente il mercoledì e la domenica pomeriggio. Ad animare le giornate sono le volontarie più giovani, le quali spesso si dedicano a questi passatempi non appena entrano in età pensionabile. È quanto ha fatto Gabriella – ex maestra – che cura le attività anche in collaborazione con altre associazioni: ad esempio per le signore che avessero problemi con il trasporto esiste la possibilità di essere accompagnate agli incontri e poi riportate a casa usufruendo di un pulmino messo a disposizione dagli Amici degli anziani. Ogni pomeriggio un momento iniziale di preghiera e riflessione: “La preghiera è un momento per ricordare quanto diamo talvolta per scontato – afferma Gabriella – probabilmente perché l’abitudine di ascoltare queste letture può far pensare di conoscerle già fin troppo bene”. A seguire la classica tombolata, un momento di svago per mantenere unito il gruppo. In programma troviamo il controllo della pressione, la ginnastica coadiuvata da un esperto e alcuni pellegrinaggi. “Il nostro desiderio è quello di accogliere tra di noi sempre più persone – spiega don Bruno – affinché sappiano che stare insieme e ascoltarsi ci fa sentire più vivi”. (d.f.)
San Vigilio di Concesio
Un Comitato aperto agli altri Tutto cominciò nel 1975, quando all’Epifania venne organizzato un pranzo per gli anziani e dopo questo evento un gruppo di amici, capeggiati da Ruggero Saiani, iniziò a voler dare una risposta ad alcuni bisogni della collettività e in seguito anche a quelli di nazioni più povere. Il primo micro progetto internazionale risale al 1981; nel 1985 vennero mandate a un lebbrosario di Macao (Cina) delle carrozzelle, poi un pulmino. Sono stati realizzati centinaia di progetti in tutti e cinque i continenti dal valore complessivo superiore ai 2 milioni e 500mila euro. La sede del comitato è di fronte alla parrocchiale di S. Vigilio: qui si offrono vari servizi alla comunità con particolare attenzione al disagio giovanile; opera un centro di ascolto e di prima alfabetizzazione; si fa raccolta e ridistribuzione di mobili e generi vari; si attuano micro realizzazioni e adozioni a distanza; si inviano nei Paesi bisognosi generi alimentari, indumenti, articoli per la scuola, medicinali, attrezzature per l’agricoltura e l’artigianato. A poche centinaia di metri c’è la Casa della pace “Giulio Nicolini” dove vengono svolti servizi di accoglienza alle persone in stato di necessità (doccia, ricambio indumenti, pasti caldi e posto letto) ed è sede di incontri con testimoni di pace e solidarietà: dal 17 febbraio, per tre giovedì, alcuni personaggi propongono le loro riflessioni. Per informazioni, www.sanvigiliosolidale.it. (g.b.)
Paesi e parrocchie Valle Camonica
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Tonale Otto ragazzi del Kenya
Piccoli Masai apprendisti sulle nevi L’idea di Luca Belpietro, divenuta realtà, riveste i colori belli e sereni della solidarietà e della cultura tra i popoli del mondo
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Le nevi del Tonale in questi ultimi giorni hanno ospitato otto piccolo ragazzi Masai per una vacanza in Italia davvero speciale. I Masai vengono dal Kenya (mentre un altro importante ceppo vive in Tanzania): questo gruppo fa parte di una Fondazione nata dall’incontro tra il bresciano Luca Belpietro, l’attore americano Edward Norton e una comunità Masai che vive alle falde del Kilimangiaro. Da qualche anno il bresciano Luca Belpietro, che ha rinunciato a una carriera nel mondo finanziario, sta realizzando un sogno che aveva fin dall’infanzia: vivere e la-
di Davide Alessi
vorare nella selvaggia Africa orientale che gli aveva fatto scoprire suo padre. Belpietro ha proposto una partnership ai Masai della comunità del Kuku Group Ranch, una riserva alle falde del Kilimangiaro, che confina con i parchi nazionali di Amboseli e Tsavo e le Chyulu Hills (le verdi colline d’Africa di cui scriveva Hemingway). Questa comunità è proprietaria di 115mila ettari di praterie e colline ricoperte di foreste: con Belpietro hanno fondato il lodge Campi ya Kanzi e dato vita a una Fondazione che offre alla comunità servizi di istruzione, sanità e prote-
zione dell’ambiente e della natura selvaggia e in particolare della protezione del leone, la cui popolazione sta sensibilmente diminuendo. La Fondazione dà lavoro a 250 persone. Ma Belpietro da tempo aveva un desiderio segreto: far conoscere la sua terra e le sue montagne bresciane ai bambini con i quali cresce Lucrezia, la terza dei suoi figli. Ed è così che Lucrezia ha potuto accompagnare in Italia e sulle nevi del Tonale i suoi otto compagni di scuola (quattro bambini e quattro bambine) che frequentano con lei la quarta elementare della Maasai Wilderness Conservation Trust, fondata nel 2000 da papà Luca. In alta Vallecamonica, oltre alla scoperta della neve e degli sport invernali, i Maasai hanno incontrato anche i bambini della scuola elementare di Ponte di Legno. Dopo una visita alle diverse classi, si sono radunati
Il Consorzio per l’attribuzione della Denominazione di origine protetta
Il Silter pensa in grande “Grigna In Forma” è un notiziario “on line” dall’Ersaf (Struttura sviluppo foreste di Lombardia) di Breno. Si tratta di un bollettino d’informazioni che offre comunicazioni in ordine allo stato di attuazione dell’Accordo di programma sulle montagne della Valgrigna (Valle Camonica e Valtrompia). L’ultimo numero ci offre lo spunto per parlare del formaggio Silter. Ogni vallata alpina ha un suo formaggio particolare, il cui aspetto, profumo e gusto richiamano una tradizione popolare che affonda le proprie radici in tempi remoti. In Valle Camonica e soprattutto nella convalle Valgrigna, il prodotto che meglio identifica una lunghissima tradizione di pastori-montanari è il Sìlter, che dopo il Casolét è il più antico frutto caseario di questo territorio. Magro e ottenuto con latte vaccino crudo parzialmente scremato, si divide in due tipologie principali: il Silter d’alpeggio estivo e il Silter invernale realizzato invece da ottobre a maggio. Mentre il primo è caratterizzato da un tipico color giallo paglierino, che rispecchia un’alimentazione del bestiame costituita in gran parte da erba e fiori di montagna, la pasta del secondo è più chiara, poichè il pasto delle mucche è costituito da fieno. La diversa stagionatura è parametro che dà origine ad ulte-
riori differenze, per meglio soddisfare le richieste del mercato: 100 giorni per un gusto delicato ed oltre 200 per un sapore più deciso e intenso, adatto a palati più esigenti, o per chi ama i gusti tipici. A difesa della valorizzazione di questo prodotto, alcuni anni fa è stato fondato il Consorzio del Silter camuno-sebino comprendente la Cissva (Caseificio sociale di Valcamonica e del Sebino di Capo di Ponte), le Comunità montane di Valcamonica e del Sebino bresciano e molte aziende del territorio vallivo e lacustre. Scopo del consorzio, oltre che di supervisionare la produzione e garantire il prodotto, è quello di farsi promotore per l’attribuzione della Dop (Denominazione di origine protetta): un riconoscimento necessario per garantire la qualità e per organizzare il suo lancio sul grande mercato. Compito dell’associazione è quello di far capire alle aziende che l’aggregazione e la cooperazione sono aspetti vantaggiosi e che la Dop è una garanzia di successo perché le grandi distribuzioni tendono ad avere un occhio di riguardo per queste produzioni. Si tratta di una grande opportunità che permette al Silter di essere conosciuto e distribuito anche e soprattutto al di fuori del territorio circoscritto della vallata dell’Oglio e del lago d’Iseo. (e.g.)
tutti nella palestra e i bambini Maasai si sono esibiti in balli e canti tipici del Kenya, lasciandosi a loro volta coinvolgere nei giochi dei ragazzi dalignesi. Si sono spostati sulle piste del Passo del Tonale con Stefano Ricci, un maestro di sci di Brescia trapiantato a sua volta in Kenya, per la loro prima lezione di sci. Il comprensorio Adamello Ski ha fornito loro skipass e Ski Lab di Ponte di Legno le attrezzature. Erano emozionatissimi e affascinati dalle montagne innevate, così diverse dalle verdi colline africane, ansiosi di infilarsi sci e scarponi. Come quasi sempre avviene con i ragazzini, il risultato è stato sorprendente. In poche ore hanno imparato a muoversi sugli sci e a frenare. Lo sci è stata un’avventura ricca di fascino e una scoperta nuova, che hanno affrontato con la gioia tipica di ogni bambino.
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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia
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Desenzano Ospedale
“Distribuire salute sul territorio” Il nuovo direttore generale Fabio Russo presenta l’Azienda sanitaria nei Presidi di Desenzano/ Lonato, Gavardo/Salò e Manerbio/Leno
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Un territorio eterogeneo con 69 Comuni e un potenziale bacino di utenza di oltre 300mila abitanti, con picchi di utenza maggiori nel periodo estivo nell’area del Garda, fanno dell’Azienda ospedaliera di Desenzano la più articolata struttura sanitaria provinciale. L’Azienda è suddivisa nei tre Presidi ognuno dei quali è composto da due strutture ospedaliere e da Poliambulatori territoriali. La struttura principale è connotata come ospedale per acuti: nel caso di Gavardo sono concentrate
di Vittorio Bertoni
le specialità di base; nel caso di Desenzano e Manerbio, oltre alle specialità di base, vi sono quelle intermedie e le terapie intensive, l’unità coronarica, la patologia neonatale e la rianimazione. Dall’inizio del 2011 l’Azienda ha una nuova terna dirigenziale: Fabio Russo, direttore generale, Annamaria Indelicato, direttore sanitario, giunti da Chiari e Cesare Meini, direttore amministrativo, per anni manager al Civile di Brescia. “È una azienda sanitaria complessa − ha spiegato Russo − con
Fabio Russo
mille problemi da risolvere, ma sana e ben condotta da chi ci ha preceduto. Vogliamo agire nel rispetto delle peculiarità, qualificando ulteriormente le strutture”. Con obiettivi concreti. A Desenzano si procederà all’apertura della patologia neonatale di III livello, della chirurgia a indirizzo senologico e dell’anatomia patologica. Si cercheranno i fondi per realizzare, sopra le sale operatorie, un padiglione di due piani e per sistemare in un’unica sede nell’area del viadotto i poliambulatori per le attività professionali dei medici. A Gavardo procedono i lavori di ampliamento. Per il futuro sono allo studio la palazzina per l’attività intra moenia, il servizio di emodinamica e la risonanza magnetica. A Salò potrebbe essere aperto un servizio di odontoia-
tria, sulla falsariga di quanto avviene a Leno. A Manerbio le ristrutturazioni si concluderanno entro il 2013 e si pensa alla pediatria, alla patologia neonatale e alla nuova unità di oncologia. Per l’investimento in nuove apparecchiature sono previsti piani di acquisto annuali per circa 1 milione di euro. “Tra le linee guida mi preme ricordare – ha precisato Russo – la qualificazione del personale, circa 2.700 dipendenti, che devono sentirsi motivati e ben inseriti nell’azienda e la grande attenzione al territorio. Le aziende devono distribuire utili e dividendi, per quelle sanitarie il vero utile è la distribuzione di salute sul territorio, con un miglioramento della quantità e della qualità dei servizi erogati e un avvicinamento dell’ospedale all’utente”.
Brevi
Salò
Lonato
Il Comune investe sul fotovoltaico
Fondi per la Fornace romana
Il Comune di Salò investe sul fotovoltaico installando pannelli sul tetto dello stadio e del bocciodromo che andranno ad aggiungersi a quelli già attivi sulle scuole. Il primo impianto, per una potenza complessiva di 40 kilowatt, sarà collocato sulla tettoia delle tribune dello stadio Lino Turina. La collocazione del secondo impianto, con una potenza complessiva di 35 kilowatt, è invece prevista sull’edificio che ospita il bocciodromo comunale, situato nei pressi della piscina Due Pini. La realizzazione dei due impianti si inquadra in un progetto più ampio e ambizioso a cui stanno lavorando gli assessorati ai lavori pubblici e all’ambiente. L’obiettivo che si è posto il Comune è di riuscire a garantire, nel giro di un paio d’anni, una potenza complessiva di 250 kilowatt. In altre parole si punta a soddisfare almeno il 30% del fabbisogno energetico delle infrastrutture e degli immobili pubblici, ovvero del consumo di energia che viene utilizzata per il funzionamento degli immobili pubblici, ma anche per le manifestazioni e il mercato.
Nuovo contributo regionale per il recupero della Fornace romana di Lonato. “Nei giorni scorsi – spiega il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Monica Zilioli – abbiamo ottenuto circa 105mila euro da destinare al progetto di recupero della nostra Fornace”. Con il precedente contributo di circa 200mila euro si possono in tal modo integrare gli interventi in progetto che mirano all’adeguamento dell’antiquarium. Il rinnovo della struttura contempla la realizzazione di un’aula didattica e di un angolo bookshop. “Il progetto – per un totale di circa 540mila euro – darà visibilità e importanza all’area della fornace, inserendola all’interno di percorsi turistici, collegati agli altri siti archeologici del territorio gardesano”.
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
La Voce di Palazzolo palazzolo@lavocedelpopolo.it
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Salute In visita alla Richiedei
Alcologia: un primato palazzolese La commissione provinciale famiglia a Palazzolo per valutare l’ultimo servizio nato negli spazi del vecchio ospedale. Nella stessa occasione sono stati presentanti anche gli sviluppi futuri della struttura
L Numeri e statistiche
Palazzolo verso quota 20mila L’ufficio anagrafe del Comune di Palazzolo ha reso recentemente noti i dati relativi all’andamento demografico del decorso anno 2010. Dal raffronto dei numeri è stato evidenziato come la popolazione della nostra cittadina al 31 dicembre 2010 ammontava a 19mila 862 unità: 9938 maschi e 9924 femmine. Se si considera che al 31 dicembre 2009 la popolazione era di 19mila 558 unità, si evidenzia un incremento di 304 unità, a conferma del trend di crescita della popolazione della città in riva all’Oglio, iniziato e non più interrotto, già dall’anno 1992, quando gli abitanti erano 16mila 538. Alla stessa data del 31 dicembre 2010 anche il numero dei nuclei famigliari ha registrato un aumento, passando da 8.104 dello scorso anno a 8.187. Evidentemente l’incremento è determinato dal saldo attivo tra nati e morti: nel corso dell’anno sono nati 122 maschi e 112 femmine, in totale 234, mentre le persone decedute sono state 196, di cui 101 maschi e 95 femmine, con un incremento rispetto al 2009 di 40 decessi in più. Il consuntivo del movimento migratorio (stranieri e non) registra 770 persone giunte a Palazzolo contro le 504 emigrate, con un saldo positivo di 266 persone: giungiamo così all’aumento netto della popolazione registrato a fine 2010 di 304 persone. Un altro dato da rilevare è il numero dei cittadini stranieri ufficialmente residenti a Palazzolo: al 31 dicembre 2010 erano 3.227 di cui 1.781 maschi ed 1.446 femmine, provenienti da 63 nazioni, con un incremento rispetto al 31.12.2009 di ben 283 unità. Tra gli emigranti stranieri la comunità più numerosa è rappresentata dagli Albanesi (600 unità), seguita dai Marocchini (389 unità), dai Senegalesi (346 unità), dai Romeni (339 unità), dai Pakistani (331 unità). Per quanto riguarda la suddivisione degli abitanti per fasce d’età, i minorenni (da 0 a 17 anni) sono 3.652, quelli in età di lavoro (dai 18 ai 65 anni) sono 12.866, gli ultrasettantenni sono 2.603, di cui 101 hanno già compiuto i 90 anni (15 uomini e ben 86 donne) a dimostrazione della ormai acclarata maggior longevità del gentil sesso. L’anagrafe comunale ha fornito anche la suddivisione della popolazione per parrocchie che è così dettagliata: Santa Maria Assunta: 5.928 persone in 2.471 nuclei famigliari, Sacro Cuore con 4.560 persone in 1.939 famiglie, San Giuseppe con 3.454 abitanti e 1.412 famiglie, San Paolo in San Rocco con 3.032 persone e 1.228 famiglie, San Pancrazio con 2.888 persone in 1.137 famiglie. Manca poco, come si può notare a toccare la fatidica quota di 20mila abitanti, che si dovrebbe raggiungere a breve tenuto conto dell’ampia offerta di alloggi sul mercato edilizio locale e della auspicabile ripresa economica, non disgiunta da un’azione tesa a favorire l’inserimento dei nuovi cittadini nel contesto della vita locale.
La visita della Commissione provinciale famiglia al nucleo ospedaliero di Palazzolo, gestito dalla Fondazione Richiedei di Gussago, per una verifica dell’attività dei primi mesi del nuovo reparto di alcologia, 15 posti letto, ha fatto il punto sui possibili sviluppi del progetto nato da una intuizione dell’Asl che, oltre ad affrontare un’emergenza, potrebbe rappresentare un elemento utile anche per il pareggio dei conti economici della gestione dell’ospedale. Roberto Bertelli, presidente della commissione, ha introdotto l’incontro che ha preceduto la visita, a piccoli gruppi. Dopo l’intervento del sindaco Alessandro Sala, Fausto Gardoni, presidente della Richiedei, ha ricordato che il reparto palazzolese è il primo nella regione ad affrontare nello specifico una patologia, quella correlata all’alcool, che provoca più morti della droga. Ha poi sottolineato che resta fondamentale per l’avvenire della Fondazione, che dà lavoro a 550 persone, l’avvio dell’hospice a Palazzolo all’interno dell’accreditamento dei 40 posti letto chie-
sti alla Regione, con l’appoggio di tutte le forze politiche. La dott.ssa Luigina Scaglia, responsabile del Reparto, ha descritto le fasi iniziali richiamando l’attenzione di quanti affrontano il problema. “Oltre ai Nuclei operativi alcologia (Noa) coordinati dall’Asl di Brescia sono giunte molte richieste dalla bergamasca – ha osservato –. La sperimentazione ha sviluppato un intenso rapporto non solo tra enti, Asl ed Ente Richiedei, ma tra professionisti, associazioni enti e famiglie”. “Gli utenti – ha precisato – vengono indirizzati a noi dai Noa e dai Sert (Servizio tossicodipendenze) di tutta la provincia, ma fin dai primi giorni abbiamo ricevuto richieste dai pronto soccorso e da persone alle prese con il problema di una dipendenza creata da una droga legale (alcool) che a volte si associa alla droga vera e propria, a volte la copre e a volte nasconde problemi psichiatrici. In queste settimane è stato importante l’apporto di professionisti dell’Asl che sono venuti e vengono in ospedale, lavorando con noi e con i dipendenti”.
L’ospedale di Palazzolo
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La Voce di Palazzolo
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Cultura Giovedì 17 febbraio
Incontro con l’artista Ugo Nespolo Proseguono gli appuntamenti della Fondazione Ambrosetti dedicati ai grandi temi dell’arte contemporanea
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Proseguono alla Fondazione Ambrosetti di Palazzolo sull’Oglio le conferenze sull’arte contemporanea, dedicate quest’anno al tema della vista, dell’enigma dello sguardo, un tema trasversale che riflette sul significato del vedere nell’arte contemporanea. Rappresentare l’invisibile è una delle tante sfide che emergono come continuità o come reazione alla razionalizzazione del fenomeno percettivo avvenuto in ambito positivista ed appare uno dei temi affrontati dalle avanguardie storiche. Strettamen-
te correlata alla rappresentazione dell’invisibile è la meccanica della visione che implica una riflessione sulla restituzione dell’oggetto, legata al visibile e concernente le note tematiche della Gestalt e della percezione visiva. L’atto stesso del guardare, come approccio primo all’opera, in una accezione estranea alla meccanica della visione è invece oggetto delle indagini concettuali, in ambito italiano, da Pistoletto a Paolini a Fabro. Altro filone problematico è lo sguardo sulla realtà: l’occhio sulla
Ugo Nespolo
realtà che ci circonda e sui fenomeni sociali del nostro tempo implica la possibilità di esprimere un giudizio sulla società in cui l’artista vive e opera attraverso il proprio personale impegno estetico. Il déjà vu, la poetica della citazione e dell’arte sull’arte o, in taluni casi, il cosiddetto d’apres, sono temi che si intrecciano a quelli già delineati: non sempre vedere significa creare il nuovo. L’artista esprime la propria educazione visiva che è fatta degli emblemi della storia dell’arte: la novità è legata alla scelta del ricordo o all’immagine del già visto. Oggetto dell’arte non è il meccanismo della visione quanto l’intenzionale atto di citazione, il riferimento all’immagine comune, a volte banale, spesso in antitesi alle tendenze culturalmente più
sofisticate. In questo contesto si colloca la conversazione con l’artista Ugo Nespolo in programma a Palazzo Panella in via Matteotti 53, sede della Fondazione, per le 21 di giovedì 17 febbraio. Ugo Nespolo, diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, laureato in Lettere moderne, vive e lavora a Torino. I suoi esordi nel panorama artistico italiano risalgono agli anni Sessanta, alla Pop Art, ai futuri concettuali e ai poveristi. Mai legata in maniera assoluta a un filone particolare, la sua produzione si caratterizza subito per un’accentuata impronta ironica, trasgressiva e per un personale senso del divertimento che rappresenterà sempre una sorta di marchio di fabbrica. Per informazioni 030/7403169, www. fondazioneambrosetti.it
Molti gli appuntamenti
Il Giorno del ricordo a Palazzolo Come molte altre amministrazioni anche quella palazzolese ha messo in campo molte iniziative per celebrare il Giorno del ricordo del 10 febbraio, data in cui da qualche anno si fa memoria del dramma delle migliaia di persone vittime delle foibe. La giornata ha visto la partecipazione delle associazioni d’arma e combattentistiche, del comitato provinciale dell’associazione nazionale vittime giuliano-dalmate, di quelle culturali e del volontariato, più una nutrita rappresentanza delle scuole locali. La celebrazione di una Santa Messa, la deposizione di una corona d’alloro al monumento che ricorda i martiri delle foibe e la commemorazione di questa triste pagina della storia italiana sono stati i momenti che hanno caratterizzato la giornata del 10 febbraio. Le manifestazioni indette a Palazzolo per ricordare questa non si sono esaurite nelle celebrazioni ricordate. Molti sono ancora gli appuntamenti in calendario. Dal 14 al 28 febbraio 2011, presso il Salone espositivo della Biblioteca Civica “G.U. Lanfranchi”, si terrà la mostra dal titolo: “Istria, Fiume e Dalma-
zia – 2000 anni di cultura italiana (Foibe, Gulag, Esodo)”. La mostra sarà visitabile il martedì, giovedì e sabato dalle 9 alle 12 e dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle ore 19. Il 21 febbraio, alle 20.30, presso la sala espositiva della Biblioteca civica, è in programma una conferenza sul tema : “Istria, Fiume e Dalmazia - La storia di un dramma italiano ai confini orientali d’Italia”. Relatori della serata saranno l’on. Paolo Corsini, docente di storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Parma, Piero Tarticchio, direttore tecnico scientifico del Centro mondiale di cultura giuliano-dalmata, esule da Pola e figlio di un infoibato. Martedì 15, alle 10.30, e sabato 19 febbraio alle ore 10, sempre presso la Sala espositiva della biblioteca civica verrà organizzata, rispettivamente per gli alunni delle scuole secondarie di 1° grado e per gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “C. Marzoli”, la Conferenza sul tema: “Foibe, Esodo e Confine Orientale”. Relatore delle due conferenze sarà Luciano Rubessa, presidente del Centro mondiale di cultura giuliano-dalmata.
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Concorsi Promosso da “Il maestrale�
“L’immagine parla�: una nuova edizione I partecipanti dovranno inviare i propri elaborati entro e non oltre il 15 aprile prossimo presso la sede dell’associazione palazzolese
L’immagine scelta per l’edizione 2011 del concorso
L
L’Associazione culturale “Il maestraleâ€? di Palazzolo sull’Oglio ha indetto la quinta edizione del concorso letterario “L’immagine parla“ per un racconto inedito il cui incipit è fornita da un’immagine fotograďŹ ca riprodotta sul depliant informativo che distribuito, in via prioritaria, sul territorio della provincia di Brescia, quindi a livello regionale e nazionale e attraverso i siti internet dedicati. L’immagine per la quinta edizione del concorso è stata scelta dal direttivo dell’Associazione da una selezione di im-
magini pervenute da vari circoli fotograďŹ ci della Lombardia. Dall’immagine scelta (raffigurante una bicicletta e un paio di pattini), gli scrittori, dovranno trarre spunto per sviluppare i contenuti del racconto. L’iniziativa, come per le precedenti edizioni, è stata realizzata dall’associazione palazzolese con il Patrocinio dell’assessorato alla Cultura della regione Lombardia, dell’assessorato alla Cultura della Provincia di Brescia e del Comune di Palazzolo sull’Oglio. La partecipazione al concorso è libera.
Unico requisito richiesto è quello della maggiore etĂ . I partecipanti dovranno presentare un elaborato di loro produzione, inedito, scritto in lingua italiana, eventualmente con brevi frasi in lingua straniera. Il testo non dovrĂ superare le cinque cartelle e dovrĂ essere inviato in duplice copia con la sola indicazione del titolo prescelto. Le opere dovranno essere spedite entro e non oltre il 15 aprile 2011, a mezzo posta, all’associazione “Il maestraleâ€? in via Civerchi 16, 25036 Palazzolo sull’Oglio. Le stesse potranno essere trasmesse anche via email all’indirizzo di posta elettronica: info@ilmaestrale.eu. Le opere saranno valutate da una giuria costituita da sette membri nominati dall’Associazione “Il Maestraleâ€? compreso il presidente, un membro
proposto dall’amministrazione comunale di Palazzolo s/Oglio, dalla Provincia di Brescia e dalla rete bibliotecaria Ovest Bresciano. La giuria sceglierĂ un’opera vincitrice e nove raccolti giudicati signiďŹ cativi. All’autore dell’opera vincitrice verrĂ assegnato un personal computer portatile; agli scrittori, il cui racconto verrĂ segnalato, saranno attribuiti vari premi di consolazione. ll racconto premiato e quelli segnalati saranno pubblicati on-line e su supporto cartaceo; il titolo della raccolta corrisponderĂ al titolo del racconto vincitore, che aprirĂ la raccolta stessa. L’opera vincitrice e la pubblicazione saranno presentati a Palazzolo nel corso di una manifestazione pubblica giĂ programma per il 4 giugno. Per ulteriori informazioni info@ilmaestrale.eu.
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6DQ /RUHQ]R 0HQX 6DQ 9DOHQWLQR Antipasti Capesante al gratĂŠ Passione di ostriche Assaggio salumi misti
Primi: Cuori di San Lorenzo pomodoro, mozzarella di Bufala e basilico oppure con formaggio e gamberetti
Secondi: Cuore di ďŹ letto alla brace
Dolce della Casa con ut di spumantino Ÿ 30.00 bevande e caffè inclusi
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Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta
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Inchiesta La Voce della Franciacorta
Sottovoce
Vivere insieme nella comunità Partendo da una riflessione del sociologo Aldo Bonomi, un viaggio in alcuni paesi
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Secondo il sociologo Bauman la nostra società è molto fragile, disunita, liquida. Sottolinea che non ci sono più regole forti, si sono indebolite le Chiese, i partiti, tutti i rapporti e non solo quelli di lavoro sono diventati precari, anche nella famiglia, anche nella coppia, mentre l’educazione svanisce e prevale l’impulso immediato. Di fronte a queste considerazioni abbiamo provato a vedere qual è la situazione reale dei nostri piccoli centri. È scaturita una piccola inchiesta sul territorio (Chiari, Iseo e Rovato) che, partendo dall’approfondimento con il sociologo Aldo Bonomi, ha verificato quanto siano ancora vive le nostre comunità. Gli aspetti religiosi e civili si identificano nelle celebrazioni e nelle manifestazioni dedicate al patrono. Che qualcosa sia andato sfilacciandosi nelle nostre
di Matteo Franzoni
La prima pagina di febbraio
comunità è opinione diffusa. Quanto meno se per comunità intendiamo quell’idea che ognuno di noi può avere in mente e di cui sentiamo una sorta di nostalgia: un gruppo di persone legate da forti vincoli di parentela o relazioni di mutuo soccorso che si riconoscono in alcune figure idealtipiche autorevoli e riconosciute, appunto, da tutta la comunità. Il prete, il maresciallo dei carabinieri, il dottore (nella sola accezione di medico), il sindaco, oggi, non hanno più quel ruolo al tempo stesso catalizzatore e risolutivo delle tensioni sociali che senz’altro avevano un tempo. Non ha dubbi a riguardo il sociologo Aldo Bonomi, invitato ad intervenire sul tema “La comunità: dalle origini ai giorni nostri” il 14 gennaio scorso a Nave in occasione della serata inaugurale del neonato forum delle associa-
zioni promosso dalle tre parrocchie di Nave, Muratello e Cortine. C’è bisogno di ripensare i comportamenti collettivi nel contesto di spaesamento prodotto dalla globalizzazione e dai radicali cambiamenti ad essa legati. Se il forum nasce con il lodevole scopo di stimolare la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità per renderla più bella e accogliente, è bene aver chiaro, sostiene il sociologo, che la costituzione di un forum è un tentativo di costruzione artificiale di una nuova comunità. Il forum non deve lasciarsi, infatti, tentare dal pensiero di poter risollevare le sorti di un tipo di comunità che appartiene al passato e non è nemmeno sufficiente far incontrare le diverse persone impegnate nelle attività delle associazioni o dei partiti politici per costruire la comu-
I santi sono i nostri padri nella fede, i nostri modelli, coloro a cui guardare perché capaci di incarnare nel mondo l’amore di Dio. Così Faustino e Giovita, Angela Merici e Maria Crocifissa di Rosa, Arcangelo Tadini o Giuseppe Tovini, ma anche i patroni delle 473 parrocchie della diocesi a cui ogni anno dedichiamo, magari, una festa, e che sono spesso ritratti sulla pala d’altare più bella delle nostre chiese. Sono essi i primi testimoni a cui guardare per rendere più bella la nostra vita insieme. Conoscerne la storia, ritrovarne gli esempi, rileggere il senso delle tradizioni a loro dedicate ci fa bene e ci deve spronare a fare meglio.
nità più accogliente. È prima necessario fare i conti con gli umori profondi di chi ci sta attorno. I soggetti hanno, infatti, differenti reazioni di fronte alle sfide quotidiane del mondo globalizzato, reazioni che Bonomi riassume in tre categorie: rancore, operosità, cura. Accanto a una comunità del rancore, tendente ad escludere il prossimo perché dominata dalla paura, vive una comunità operosa costituita da soggetti che continuano a impegnarsi nel fare impresa con quotidiana fatica. Serve, questa la proposta di Bonomi, che la comunità di cura, abitata da quegli operatori che si occupano di “inclusione”, ascolti e non svaluti le istanze degli “operosi” per tramutare (insieme) il rancore che serpeggia nelle nostre comunità in concreta costruzione di una società più aperta.
Nosocomio Ettore Spalenza a Rovato
Accanto alla vita, sempre e comunque
Silvia Galeri e Mauro Ricca
“Abbiamo il dovere di recuperare la vita che non c’è, ma che ci potrebbe essere”. Con queste parole di don Gnocchi Tiberio Boldrini, direttore per l’omonima fondazione della zona “Lombardia 3”, ha sintetizzato il lavoro compiuto a favore dei pazienti in stato vegetativo nel nosocomio rovatese “Ettore Spalenza”. Per assistere al meglio la trentina di pazienti e le loro famiglie che ogni anno passano dalla struttura per gravi cerebrolesioni dello “Spalenza”, il personale della fondazione mette in campo quotidianamente una serie di servizi specifici: ricovero ordinario e day hospital per la riabilitazione specialistica; neurofisiologia e diagnostica per immagini; riabilitazione ambulatoriale e domiciliare oltre alla terapia occupazionale in ambiente domestico. Per quanto riguarda quest’ultimo settore, il direttore sanitario Mauro Ricca sottolinea “l’intenzione dello Spalenza di adibire l’appartamento un tempo pensato per la Cappellanìa e posto al terzo piano a struttura totalmente pensata per le famiglie. L’idea è quella di realizzare una vera e propria abitazione con tanto di servizi igienici, cucina e spazi conviviali in modo che una famiglia possa abituarsi per tempo ad affrontare il passaggio del proprio caro dall’ospedale alla propria casa”. Una delle particolarità dei pazienti con gravi cerebrolesioni riguardano le necessità clinicoassistenziali e riabilitative, diverse rispetto ai pazienti
”normali”. Per questo motivo, l’ospedale rovatese ha deciso di dotarsi di un’organizzazione interna non basata sui soliti reparti bensì in tre differenti gradi d’intensità: bassa, media e alta. “In questa maniera – dice la dottoressa Silvia Galeri, responsabile del servizio riabilitativo – è l’ospedale a muoversi attorno al paziente e alle sue esigenze, e non più il contrario”. Questo è tanto più importante quando parliamo di pazienti in stato vegetativo, che scontano gravi problemi di movimento, derivati in misura pressoché uguale sia da traumi esterni che da problemi endogeni: “Il 50% – dice ancora la dottoressa Galeri – dei nostri pazienti Gca (gravi cerebrolesioni acquisite, ndr) ha alle proprie spalle gravi eventi traumatici, come ad esempio i sinistri stradali. In forte crescita, ultimamente, sono invece i pazienti con anossie, ad esempio da infarti o ictus, arrivati al 30%. Il restante 20%, invece, ha come pregresso un’emorragia”. I pazienti rovatesi arrivano in gran parte dalla provincia di Brescia, anche se non manca un’importante “colonia” bergamasca e anche da fuori regione. Il bisogno di servizi dedicati agli stati vegetativi persistenti è in forte aumento e le strutture abilitate non sono sufficienti alle richieste. A partire da quest’anno, lo “Spalenza” ha deciso di raddoppiare i posti letto: agli otto di alta intensità vanno ad aggiungersi sette disponibilità per la media intensità. (d.p.)
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Cultura e comunicazione leombruno@lavocedelpopolo.it
L’incendio del “Narodni dom” di Trieste (1920)
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di Nicoletta Tonoli
Da pochi anni la normativa nazionale ha istituito il Giorno del ricordo (10 febbraio), in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Con il trattato di Rapallo, che prometteva ai nuovi territori annessi all’Italia il mantenimento della loro lingua e delle loro tradizioni, circa 350mila allogeni sloveni erano venuti a far parte dell’Italia. In brevissimo tempo, però, questo patto venne rotto e la sistematica eliminazione della cultura slovena in Italia iniziò ancor prima della promulgazione delle leggi razziali. Simbolo dell’inizio della persecuzione è il rogo del 13 luglio 1920 della Casa nazionale slovena, il “Narodni dom”, un luogo considerato come il fulcro delle fiorenti attività culturali della minoranza slovena. Una minoranza in cui il tasso di analfabetismo era tra i più bassi d’Europa, connotata da una forte cultura patriottica e in cui l’editoria svolgeva un ruolo determinante per la loro sopravvivenza culturale. Basti pensare che nel periodo fra il 1920 e il 1928, con un picco nel 1926, si assistette alla nascita di un’editoria slovena completamente indipendente da quella oltre confine: nella sola Trieste erano attive 19 testate giornalistiche più lo storico quotidiano liberale “Edinost”
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10 febbraio Giorno del ricordo
Per non dimenticare quanto è stato a lungo taciuto L’arrivo dei “titini”, le foibe, l’esodo... Se al termine della Seconda guerra mondiale l’Italia ha subito la violenza dei seguaci di Josip Broz, il “Maresciallo Tito”, in precedenza, nella stessa regione, la Venezia Giulia, erano stati gli italiani a macchiarsi di innumerevoli atti di razzismo. Quanto segue si propone di farci ricordare proprio quella pagina vergognosa della nostra storia
(Unità), e cinque nuove case editrici. Non dimentichiamo Gorizia, che con due grandi case editrici e la produzione di 20 giornali di svariati interessi era il centro fondamentale della cultura slovena in Italia. Nel giro di pochi anni la repressione fascista sarà quasi totale sia nella stampa che nell’editoria. L’anno più proficuo in questo senso per le camicie nere è il 1923: al grido di “Nella patria del Rossetti non si parla che italiano” si comincia con l’italianizzazione di nomi, cognomi e toponimi sloveni o croati riducendo le due lingue all’uso strettamente privato; l’abolizione delle classi elementari slovene che diverrà totale entro il 1928; e ultimo, ma non meno grave, la legge sulla stampa n. 3288 del 13 luglio 1923 che conferisce ai prefetti la facoltà di diffidare a discrezione e quindi sospendere i direttori delle pubblicazioni che abbiano ricevuto due diffide nell’arco dello stesso anno solare. Questo provvedimento porterà di fatto alla soppressione legalizzata della stampa periodica slovena. A Trieste e Gorizia nessun libro o testata è più pubblicabile in via ufficiale. Era il modo vincente per eliminare la minoranza che né un proclama del generale Petitti di Ro-
reto né cinque seggi in Parlamento destinati a deputati sloveni durante le elezioni del 1921 riuscirono a tutelare. Durante l’estate del 1927 furono chiuse tutte le associazioni culturali e sportive. A questa escalation repressiva, alle spedizioni squadriste, ai pestaggi, alle sopraffazioni, agli incendi, gli sloveni (di fatto ormai italiani) della Venezia Giulia reagiscono sviluppando clandestinamente una capillare attività antifascista, subendone le conseguenze con esecuzioni pubbliche di loro compatrioti, che tuttavia non spegneranno la Resistenza slovena. Insomma, un crescendo di violenza e repressione culturale era cominciato. Ancora oggi, seppure in aumento grazie anche ai libri-testimonianza di autori come Boris Pahor, i testi specifici sull’argomento risultano essere pochissimi e difficilmente reperibili non solo in lingua italiana ma anche in sloveno. È soprattutto recandosi personalmente sul posto, a Trieste o a Gorizia, che si viene a conoscenza di fatti che non sono citati nemmeno nei manuali prettamente storici anche perché solo recentemente è stato rimosso il velo che copriva le vicende di questa parte d’Italia.
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Cultura e comunicazione Famiglia
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Gli adulti devono dedicare una parte del tempo per assecondare i minori, senza far pesare tale disponibilità. Piuttosto che giocare con il broncio, è meglio non farlo. Quello che i bambini desiderano non è necessariamente giocare insieme a macchinine o a bambole, ma è passare del tempo con il papà e con la mamma in attività gratificanti. In ogni caso è importante che il tutto avvenga nella serenità da ambo le parti
Genitori e figli Tra le automobiline e le Barbie
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Il gioco come pretesto per donare tempo alla prole
Prendiamo anche oggi spunto da una domanda pervenuta. “Mi annoio moltissimo a giocare con le macchinine; ma lui adora che prenda parte ai suoi giochi e io ‘fingo’ di essere interessata. Sono una cattiva mamma?”. Indubbiamente giocare con i figli è una buona cosa, indispensabile direi per la loro crescita affettiva, emotiva, relazionale, sociale (e chi più ne ha più ne metta), quindi lo chiedono e lo chiedono con insistenza perché nel giocare insieme a papà o/e mamma – oltre a sperimentare la vicinanza dell’adulto amato – dialogano, vivono e rivivono emozioni e sentimenti che hanno bisogno di essere rielaborati in tutta sicurezza, in tutta libertà. Il gioco soprattutto quello di ‘ruolo’ (del tipo: “Io sarò il cavaliere senza paura e tu il mio scudiero”,
di Luigi Domenighini pedagogista
oppure per stare in tema: “Io sono Schumacher e tu il mio navigatore”) dà risultati di confidenza, empatia e solidarietà che mai il dialogo forzato (quello che troppo spesso è fatto dalle sole nostre domande e da risposte a monosillabi) potrà raggiungere. Quindi evitiamo il più possibile di ‘interrogare’ nostro figlio e giochiamo con lui; quello che ha dentro (gioie, desideri, preoccupazioni, paure, e altro) emergerà e noi sapremo coglierlo… se siamo disponibili. Ma talvolta i figli ‘esagerano’, noi giochiamo malvolentieri con loro e i piccoli lo percepiscono. Così l’impegno del genitore è inutile o addirittura dannoso. Infatti: quando si è stanchi o esausti o distratti non si è buoni compagni di gioco. Se la mamma non ha voglia di un altro tè con la
bambola preferita dalla figlia, questa lo capisce e ci resta male; oppure ne approfitta avendo trovato un modo per ‘dominare’ la mamma… e anche questo è pedagogicamente negativo. Positivamente parlando non dobbiamo sentirci in colpa se a loro piacciono i bolidi rombanti (o le Barbie) e a noi no! Cerchiamo per una parte del nostro tempo di assecondarli; ma per un’altra di coinvolgerli in attività e giochi che piacciono a tutti e due. Quello che i bambini desiderano non è necessariamente giocare insieme a macchinine o a bambole, ma è passare del tempo con noi in attività gratificanti. Se ci divertiamo non ha importanza che cosa facciamo… ma divertiamoci tutti e due (o tutti e tre, o tutti e quattro). Per esempio: “Silvia, prepariamo, io e te, una bella insalatona fresca con le uova per il papà e per noi?”. La bimba, più è piccola più sarà felice di seguire la mamma in cucina, lavare le verdure, sgusciare le uova, farle a dadini, e via di seguito. Se appena rientrati a casa dal lavoro (sentendo-
ci in colpa per essere stati via otto ore) tutte le sere dobbiamo giocare a Biancaneve con la figlia di cinque anni e siamo (ovviamente) costretti a fare esattamente tutto quello che lei vuole, questo non è positivo. Se ne viene fuori pensando alternative gradite: una bella telefonata nel pomeriggio potrebbe annunciare: “Preparati che stasera andiamo dalla zia, il suo bimbo appena nato ci aspetta”. Oppure: “Vieni volentieri con me appena arrivo dalla parrucchiera? Ci faremo bellissime!”. Basta un po’ di fantasia per trovare qualcosa di diverso, sia per i maschi che per le bambine. Ma ne veniamo fuori anche proponendo giochi che piacciono (o piacevano) a noi: chi dimentica i quattro classici calci al pallone in cortile o i famosi dieci tiri al canestro? Le costruzioni, il cavallo, l’altalena sulle ginocchia e così via. Possiamo essere anche noi che proponiamo di giocare ai nostri figli. “Ehi, giochiamo?”. Un graditissimo invito che conferma il fatto che stiamo volentieri con lui o con lei. Facciamolo!
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
UfďŹ cio famiglia Incontri macrozonali
Proposte Per una migliore qualitĂ della vita
Per le situazioni familiari di separazione e di divorzio
Una scala di valutazione per la disabilitĂ intellettiva
L’UfďŹ cio famiglia organizza una serie di incontri macrozonali di preghiera per le situazioni familiari di separazione e di divorzio, sul tema “L’amore di Cristo ci unisceâ€?. Da parecchi anni stiamo assistendo inermi a una miriade di fratelli sposati con il sacramento del matrimonio, che affrontano situazioni di grave dolore, nei percorsi di separazione e di divorzio. Come effetto domino, a macchia d’olio, la rottura della comunione ricade pesantemente sui ďŹ gli e su tutti i familiari. Anche la comunitĂ dei fedeli si trova ferita, divisa proprio in uno dei suoi pilastri fondamentali, nel segno dell’unione coniugale come viva ripresentazione dell’amore salviďŹ co con cui Cristo sposa la sua Chiesa. Ăˆ giunto il tempo di superare pregiudizi, da una parte, oppure, facili soluzioni, dall’altra, assumendo un nuovo stile di accoglienza e di accompagnamento, dove la veritĂ si possa davvero coniugare con la dovuta caritĂ . Soprattutto coloro che ricoprono incarichi pastorali nella parrocchia sono invitati a lasciarsi interpellare dal dolore di tante famiglie, cominciando a pregare, ascoltare, capire insieme. Tutta la Chiesa ha bisogno sempre di conversione al cuore misericordioso di Cristo. Per questo motivo, nel solco della lettera pastorale del vescovo Luciano (“Tutti siano una cosa solaâ€?), gli incontri macro zonali di preghiera nascono dalla speranza di poter ravvivare il buon seme evangelico della pace e della comunione. I destinatari sono i catechisti e gli animatori, i membri dei Consigli pastorali parrocchiali e zonali, dei gruppi, delle associazioni e dei movimenti. La ďŹ nalità è di pregare per le famiglie in difďŹ coltĂ e per chi le accompagna e inoltre offrire alcuni spunti di riessione per l’accompagnamento dei fratelli separati, divorziati, risposati. Date e luoghi degli incontri: 25 febbraio presso la parrocchia di Cologne per le zone Sebino, Franciacorta, Fiume Oglio. 28 febbraio presso la parrocchia di Capo di Ponte per le zone della Valle Camonica (1-2). 1 marzo presso la chiesa Centro pastorale Paolo VI per le zone Urbana e Suburbana. 7 marzo presso la parrocchia di Villanuova sul Clisi per le zone del Garda e della Valsabbia. 23 marzo presso la Rupis Mariae di Montichiari per le zone della Bassa Orientale. 6 aprile presso la parrocchia di Orzinuovi per la zona della Bassa Occidentale. 29 aprile presso la parrocchia di Boario per le zone della Valle Camonica (3-4) e presso la parrocchia di Concesio Pieve per le zone della Valtrompia e della Valgobbia. 3 maggio presso la chiesa di S. Michele a Leno per la zona della Bassa centrale. Tutti gli incontri si svolgono dalle 20.30 alle ore 22.
Pro Familia Tavola rotonda
La famiglia che educa Prosegue l’attivitĂ del Pro Familia di Brescia. Alle proposte di questi mesi, quali il corso per ďŹ danzati, il corso per educatori di adolescenti, gli incontri per giovani sposi e sulle dinamiche della vita familiare, si aggiunge una tavola rotonda dal titolo “La famiglia che educa: squadra vincenteâ€?, che si terrĂ domenica 20 febbraio alle ore 14.45 presso la sede dell’Istituto in via Lama, 61 a Brescia. Alla tavola rotonda partecipano la pedagogista prof. Mariafranca Sacristani Mottinelli, la prof. Chiara Pedraccini Platto, vice direttore dell’UfďŹ cio famiglia e la coppia di genitori Luciano ed Enrica Pace; il coordinamento è afďŹ dato a mons. Gabriele Filippini. La partecipazione è aperta a tutti gli interessati. Per informazioni: Pro Familia telefonando al n° 030.46358 – 030.292286 Sito: www.profamilia.it e-mail: istituto@profamilia.it
di Luca Rivali Il tema della qualitĂ della vita delle persone con disabilitĂ intellettive e delle loro famiglie è molto sentito in questo periodo. Negli Stati Uniti, da sempre all’avanguardia nella ricerca scientiďŹ ca e medica, è stato sviluppato un metodo di intervento che rappresenta un vero e proprio cambio di prospettiva per l’assistenza dei disabili mentali. Invece di deďŹ nire la patologia mettendo in evidenza gli handicap dei malati rispetto alla normalitĂ , è stata realizzata una scala di valutazione che rileva che cosa manca alla persona per una piena inclusione e partecipazione sociale: la Sis, acronimo che sta per Supports intensity scale. Si tratta dello strumento piĂš valido e funzionale per tracciare un proďŹ lo qualitativo e quantitativo dei bisogni di sostegno della persona disabile, che permette di valutare con grande precisione la quantitĂ di assistenza o sostegno non ordinario di cui un soggetto ha bisogno in termini di frequenza, durata quotidiana, tipologia. Il tutto con l’obiettivo di dare un migliore sostegno alle famiglie. La Sis ha avuto anche un’edizione italiana, a cura di Mauro Leoni e Luigi Croce, pubblicata da Vannini editoria scientiďŹ ca di Gussago, specializzata nel settore. Si tratta di un progetto ambizioso e all’avanguardia che, da parte dell’editore, prevede anche la divulgazione scientiďŹ ca del prodotto, la formazione degli operatori e la certiďŹ cazione dell’applicazione del metodo, che è stato adottato giĂ in alcune Asl del Nord Italia, tra cui Brescia, ma anche Bologna, Milano e Reggio Emilia. La Sis è stata presentata martedĂŹ 25 gennaio scorso, presso l’Hotel Master di Brescia, da Margaret Nygren, direttore esecutivo dell’Aaidd (American association of intellectual and development disabilities). Fondata nel 1876, l’Aaidd costituisce la piĂš importante e antica organizzazione americana interdisciplinare di professionisti e cittadini, che si occupa di persone con disabilitĂ intellettive e dello sviluppo. Con oltre 5000 associati negli Usa e in 55 altri Paesi del mondo, l’Aaidd svolge un ruolo cruciale nel difendere i diritti e orientare i servizi al miglioramento della qualitĂ della vita delle persone con disabilitĂ intellettive e delle loro famiglie. La dott.ssa Nygren è stata in Italia nei giorni scorsi per una serie di incontri tecnico-scientiďŹ ci e per valutare l’applicazione e lo sviluppo della versione italiana della Sis. Si tratta di un importante segnale, che dimostra la crescente attenzione anche nel nostro Paese per la realtĂ dei disabili mentali e l’assistenza e il supporto alle loro famiglie. Alla presentazione bresciana sono intervenuti anche Umberto Mezzana, presidente di Vannini editoria scientiďŹ ca, ovvero l’editore responsabile dell’edizione italiana della Sis, che ha sottolineato gli ottimi risultati raggiunti dove è stato applicato il prodotto, e Luigi Croce, dell’UniversitĂ cattolica di Brescia, curatore dell’edizione italiana della Sis, che ha spiegato la genesi e gli obiettivi del progetto, mettendone in evidenza le qualitĂ positive. “Si tratta di uno strumento rafďŹ nato e preciso, ma non semplice – ha detto Croce – che richiede una formazione speciďŹ ca, ma che se applicato correttamente permette di pianiďŹ care gli interventi e il sostegno, consentendo anche di ottimizzare le risorse umane ed economicheâ€?. In tempi di crisi anche quest’ultimo è un elemento da tenere in considerazione.
Convegno Associazioni femminili
Donne e violenza Considerare la violenza contro le donne, si tratti di stupro, atti di libidine violenta, maltrattamenti ďŹ sici e psichici dentro la famiglia, molestie o ricatti sessuali, come un problema politico e sociale a cui bisogna dare risposta, è il risultato di un processo culturale molto complesso che le donne hanno messo in moto e a cui nessuno può piĂš sottrarsi anche se è solo l’inizio di un cammino ancora molto lungo. Con il convegno “Donne e violenza: percorsi e sinergie possibili per contrastarlaâ€?, che si terrĂ venerdĂŹ 25 febbraio presso il liceo artistico “M. Olivieriâ€? (corso Matteotti 8 – Brescia), con inizio alle ore 16, la Rete delle associazioni femminili bresciane intende insistere con una imprescindibile azione di sensibilizzazione del territorio sul grave fenomeno e, nel contempo, avviare un dialogo proďŹ cuo tra servizi e istituzioni che, a vari livelli, operano ogni giorno per contrastarlo.
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Cultura e comunicazione Eventi
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
La mostra riunisce oltre 180 opere tra dipinti, sculture, incisioni e un buon numero di fragilissimi disegni del grande maestro francese provenienti dai maggiori musei del mondo, e segue tutto il suo itinerario creativo
Henri Matisse, “Il lanciatore di coltelli”, 1947 © Succession H. Matisse by SIAE 2010
Inaugurazione Allestita nel Museo di Santa Giulia dall’11 febbraio al 12 giugno
Al via l’attesa mostra “Matisse. La seduzione di Michelangelo”
S di Bruno Leoni
Se finora il titolo è suonato strano ai più, perché quasi incomprensibile il legame tra Matisse e Michelangelo, ora che la mostra è aperta tutto risulta chiaro. La fascinazione di Matisse, lo studio che egli compie delle opere michelangiolesche si legge passo passo nell’esposizione. Attraversando le sale del Museo di Santa Giulia, cogliamo la relazione tra i due artisti, e ancora di più restiamo stupiti nel leggere chiaramente cosa di Michelangelo attirasse lo sguardo e le energie dell’artista francese. Importante l’allestimento curato da Alberto Torsello che è riuscito ad armonizzare due grandi dell’arte, tanto vicini, eppure separati da quattro secoli di storia. Ogni sala è coronata da un’opera del grande Maestro del Rinascimento che attenti accorgimenti inquadrano in modo tale da farne risaltare la distanza con il tempo di Matisse. Quattro secoli di arte e storia vengono dunque raccontati da questo allestimento che riesce a mettere in luce similitudini e discrepanze dei due grandi Maestri. Seguendo le indicazioni di Maurizio
Bernardelli Curuz, consulente artistico della Fondazione Brescia Musei, varcando la soglia della mostra avvertiamo la ricerca del codice di Michelangelo, questa tensione infinita e sempre nuova verso la linfa vitale. Quasi che la “joie de vivre” di Matisse si diffondesse a tutte le opere esposte, in uno slancio vitale che è tripudio di forme e colori. “Matisse. La seduzione di Michelangelo” è una mostra densa nei contenuti e ricca di sollecitazioni per il nostro sguardo. Passiamo da importanti dipinti su tela a piccole sculture. E poi di nuovo disegni, incisioni, e collage. Restiamo ammaliati dal grande nudo seduto: scultura alla quale Matisse lavorò per tanti anni. Scopriamo i legami profondi tra pittura e scultura, rileggendo in alcuni dipinti le stesse pose delle sculture. Colpiscono i colori, forti e accesi delle tavole di jazz. Una teoria di tavole colorate che, esposte qui per la prima volta, sono disposte a semicerchio su leggii di diverse altezze a sottolineare il ritmo musicale del jazz. Nelle sale ci accompagna la voce
di Matisse di cui possiamo leggere significative citazioni attentamente selezionate dalla curatrice, Claudia Beltramo Ceppi (altre sono riportate nell’audioguida). Le parole di Matisse, più di qualsiasi apparato didascalico permettono di scoprire il suo lavoro, e la sua arte più profonda. E come restare indifferenti di fronte alla fragilità delle “gouaches découpées”, una sorta di collage di carte dipinte e poi ritagliate senza interruzioni da Matisse, ormai quasi cieco. Estrema sintesi del suo lavoro, le “gouaches découpées” rappresentano per Matisse un modo di “scolpire nel colore”. In mostra possiamo ammirare anche arazzi di grandi dimensioni: opere di un Matisse più anziano, frammenti di cielo e mare dell’Oceania. Immagini quasi decorative che stupiscono per la vivacità e la forza del tratto. A coronamento del percorso il confronto diretto tra Matisse e Michelangelo: un disegno autografo del Buonarroti accostato a una mirabile “gouache découpée” di Matisse raffiguranti entrambi una Venere.
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
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“Ercole il fondatore. Dall’antichità al Rinascimento”
Andrea Arcai e Andrea Brunello
Gli auspici di Andrea Arcai e Andrea Brunello Dopo il successo della mostra Inca che, grazie all’importante lavoro di Artematica, è stata esportata a Parigi, Brescia si appresta a rivivere quest’anno il fermento culturale proprio delle capitali della cultura. Come afferma l’assessore alle attività culturali Andrea Arcai, “il Comune, i Musei Civici e la Fondazione Brescia Musei, con la collaborazione di Artematica, tornano a proporre appuntamenti di valenza internazionale, confermando il ruolo centrale svolto dalla città nell’ambito delle principali realtà europee della cultura. Le rassegne che offriamo sono articolate secondo un principio di duplice offerta. Da un lato il grande richiamo di Matisse, dall’altro l’approfondimento dedicato a Ercole, il mitico fondatore della città. Una scelta precisa, quella compiuta a livello di programmazione politica ed amministrativa, poiché siamo consci che il Comune debba favorire, attraverso grandi o piccoli eventi, quella diversificazione del terziario – dal servizio esclusivo al settore industriale allo sviluppo di sinergie con il settore culturale – che consente di creare i presupposti per una città d’arte e di turismo”. I due percorsi allestiti al Museo di Santa
Giulia diventano così meta di visite organizzate ma anche di gite fuoriporta, o un semplice pretesto per conoscere Brescia e la sua provincia. “Nella mostra di Matisse abbiamo voluto accostare per la prima volta due grandi Maestri di tutti i tempi – commenta Andrea Brunello, amministratore delegato di Artematica – in un dialogo che sia fruibile a tutti e, lontano da difficili ermetismi, riesca a emozionare i più sfiorando le corde sensibili dell’animo umano. Una mostra unica, originale e al tempo stesso ardita che nasce dal desiderio profondo di portare in Italia, nelle meravigliose sale del Museo di Santa Giulia, importanti capolavori raramente visibili al pubblico italiano. E lo fa suggerendo una chiave di lettura nuova, un approccio mai tentato. È un onore per la società da me rappresentata – conclude Brunello – aver contribuito in modo fattivo alla realizzazione di queste importanti mostre che, come vivamente spero, segneranno una tappa importante tra le rassegne organizzate al Museo di Santa Giulia contribuendo a fare di questa città meta privilegiata di un turismo di qualità”.
Henri Matisse, “La Danza, armonia blu”, Musée Matisse © Succession H. Matisse by SIAE 2010
Parallelamente alla mostra su Matisse, al Museo di Santa Giulia è allestito “Ercole il fondatore. Dall’antichità al Rinascimento”. La mostra presenta una selezione di opere archeologiche, medievali e rinascimentali che rappresentano una articolata e rara campionatura dei temi legati alla figura di Ercole, da mito pagano a fondatore di Brescia. L’esposizione, curata da Marco Bona Castellotti e Antonio Giuliano, coadiuvati da un comitato scientifico composto da alcuni dei più grandi studiosi del tema, propone infatti un percorso che guida il visitatore attraverso varie epoche storiche, partendo dall’antichità pagana, il cui esempio più rappresentativo è il fronte del sarcofago conservato a Palazzo Altemps di Roma dove è illustrato il mito delle 12 fatiche erculee, fino ad arrivare all’età cristiana con le raffigurazioni di Ercole quale fondatore di Brescia. La prima sezione della mostra è dedicata a Ercole quale personaggio tra i più conosciuti delle figure della mitologia greco-romana: sue raffigurazioni si trovano spesso in oggetti di uso comune di cui in mostra sono visibili alcuni esempi. Successivamente si passa ad analizzare la figura di Ercole come era vista nel mondo cristiano e, tra i rarissimi oggetti più attuali con rappresentazioni erculee, è possibile ammirare il prezioso Cofanetto duecentesco con le Storie di Ercole sbalzate su lamina d’argento, concesso in prestito dal Duomo di Anagni. Una sezione significativa è quella che esamina la persistenza del mito di Ercole nel Rinascimento, specialmente in ambito fiorentino. In questo caso, l’Ercole e l’Idra di Antonio del Pollaiolo degli Uffizi, prestito che va considerato assolutamente eccezionale nel panorama delle mostre internazionali, rappresenta un’opera d’arte tra le più eloquenti di tale ripresa culturale dell’antico. Ed è proprio a Brescia che a partire dal Quattrocento, in ossequio alla tradizione che dura almeno dal XII secolo, si è iniziato a celebrare il mito di Ercole, considerato fondatore della città. Oltre all’importanza dal punto di vista storico e archeologico che riveste la mostra, essa rappresenta un punto di orgoglio per tutti i bresciani, che la sentono particolarmente vicina al loro vivere comune.
Informazioni Orari di apertura Museo di Santa Giulia lunedì - giovedì: 9 - 20; venerdì e sabato: 9 - 21; domenica: 9 - 20. 25 aprile (lunedì di Pasqua): 9 - 21 (la vendita dei biglietti sarà sospesa un’ora prima della chiusura della mostra). Biglietti Il biglietto comprende l’ingresso a: “Matisse. La seduzione di Michelangelo”; “Ercole il fondatore. Dall’Antichità al Rinascimento”; Museo di Santa Giulia. Il servizio audioguida è incluso nel prezzo del biglietto (disponibili audioguide per bambini dai 5 agli 11 anni) Intero 14,00 euro. Ridotto 11,00 euro (studenti universitari fino a 26 anni con tessera o libretto, over 60, soci Tci, soci Fai e altre categorie convenzionate). Speciale Famiglia ridotto 11 euro per gli adulti (per nuclei formati da 2 adulti e almeno 1 minorenne). Ridotto speciale 8,00: euro fino a 18 anni non compiuti. Ridotto speciale Brescia Musei 6,00 euro: titolari card “Brescia Musei Desiderio”. Ingresso gratuito fino a 5 anni, disabili con accompagnatore, soci Icom. Ridotto gruppi da 15 a 25 persone (solo su prenotazione): 9,00 euro (ingresso omaggio per il capogruppo). Ridotto scuole fino a 25 alunni (solo su prenotazione): 6,00 euro (2 ingressi omaggio per gli accompagnatori). Prevendita 1,50 euro su ogni ingresso prenotato a esclusione delle scolaresche. Visite guidate e gruppi Visite guidate (solo su prenotazione) per gruppi da 15 a 25 persone: 90 euro + biglietto singolo partecipante 9 euro. Scuole Visite guidate (solo su prenotazione) per gruppi fino a 25 alunni: 50 euro + biglietto singolo alunno 6 euro. Laboratori didattici durata complessiva di 2 ore (visita guidata + laboratorio): 80 euro + biglietto singolo alunno 6 euro. Info e prenotazioni: Numero verde gratuito 800775083 - www.matissebrescia.it
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Cultura e comunicazione Eventi
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Festival pianistico Presentata la 48ª edizione
Liszt e Mahler, la musica dell’avvenire Dal 1° maggio al 12 giugno saranno commemorati i due compositori, abbracciando in un solo sguardo le loro visioni poetiche
N
di Bruno Leoni
Nel 2011 si celebrano gli anniversari di due grandi musicisti: il bicentenario della nascita di Franz Liszt (1811-1886) e il primo centenario della scomparsa di Gustav Mahler (1860-1911). A un primo approccio le personalità di Liszt e Mahler parrebbero assai distanti fra loro: il più carismatico virtuoso della tastiera dell’Ottocento contrapposto al più originale sinfonista dei primi anni del Novecento. Eppure i due artisti sono legati dalla comune e prorompente spinta al rinnovamento artistico, riassumibile nella formula “musica dell’avvenire”. I concerti in calendario sono 28, equamente suddivisi tra Brescia (tutti al Teatro Grande) e Bergamo (tutti al Teatro Donizetti, tranne il recital di Olga Kern del 4 maggio, che si terrà al Teatro Sociale). Sarà la musica di Gustav Mahler a inaugurare la 48ª edizione del Festival. Domenica 1° maggio al Teatro Donizetti di Bergamo e lunedì 2 al Teatro Grande di Brescia Daniel Harding dirigerà la Swedish Radio Symphony Orchestra nell’esecuzione della Nona Sinfonia. Sia il direttore inglese, quest’anno ammirato nel
Daniel Harding, il 2 maggio dirigerà a Brescia la Swedish Radio Symphony Orchestra
concerto di capodanno alla Fenice di Venezia, che l’orchestra svedese costituiscono una novità per il pubblico del Festival. Il cartellone 2011 prosegue, limitandoci alle tappe bresciane, il 5 maggio con la pianista russa Olga Kern, con un programma che si divide tra Rachmaninov (Sonata n.2) e Franz Liszt (Rapsodia ungherese n.2 e Reminiscenze dal Don Giovanni di Mozart). E la musica di Liszt sarà il fulcro di numerosi altri recital: nel programma di Boris Berezovsky spiccano Mephisto Valzer n. 1 e sei Studi trascendentali, Arcadi Volodos eseguirà la Sonata in si minore, il pianista bresciano Massimiliano Motterle dedicherà al compositore ungherese l’intero programma con Consolations, Funérailles, le due Ballate e la Valse dal Faust di Gounod, mentre con Giuseppe Andaloro si ascolteranno Nuages gris, Venezia e Napoli, Tre Studi da concerto e la Rapsodia ungherese n.12. Due sono i programmi nei quali Liszt e Mahler sono accostati: sotto la direzione di Vladimir Fedoseyev la Tchaikovsky Symphony Orchestra eseguirà il Concerto per pianoforte n.1 di Liszt, solista Alexander Romanovsky,
e la Sinfonia n.1 di Mahler; Pier Carlo Orizio dirigerà invece la Czech National Symphony Orchestra in Totentanz di Liszt, Enrico Pace al pianoforte, e nella Sinfonia n.4 di Mahler, soprano solista la russa Eteri Gvazava. Ritroviamo Liszt nel programma della Budapest Festival Orchestra guidata da Iván Fischer, con Dejan Lazic solista nel Concerto per pianoforte n.2, mentre costituisce l’ultimo tassello del filone mahleriano il concerto della Frankfurt Radio Symphony Orchestra che, sotto la bacchetta di Paavo Järvi, eseguirà la Quinta Sinfonia. Liberi da vincoli tematici saranno i recital di András Schiff, Radu Lupu e Grigory Sokolov, tre giganti del pianoforte che impreziosiscono la già ricca schiera di interpreti in cartellone. Schiff accompagnerà gli spettatori in un interessante viaggio nel mondo delle variazioni. Radu Lupu, nell’unica data del 20 maggio a Brescia, dopo Papillons op.2 e Bunte Blätter op.99 di Schumann, eseguirà la Sonata in la minore D 845 di Schubert. Il Festival chiuderà in grande con le esibizioni di Grigory Sokolov il 10 giugno a Bergamo e il 12 a Brescia, con Bach e Schumann in programma.
Brescia
Al Sociale ci sono donne informate sui fatti
Romina Mondello
L’ultimo romanzo di Carlo Fruttero raggiunge una sorta di sintesi essenziale: otto sguardi di donne puntati su un fatto di cronaca nera, otto personaggi diversi per età, per cultura, per provenienza sociale dicono la loro riguardo all’assassinio di una bella rumena che è riuscita a sposare un banchiere. Lo scrittore sembra non raccontare neanche più, lascia che i personaggi prendano corpo dalle loro stesse parole, si materializzino a poco a poco nella storia, parlando. Lui, il Poeta (così lo avrebbe chiamato Pirandello) sembra starsene in disparte con sorniona ritrosia. Ma le donne informate parlano per conto di lui, petulanti e verbose, precise e colorite nel linguaggio che ciascuna di esse a poco a poco si conquista: e a poco a poco, negli occhi del lettore, si forma un’immagine fisica, un’idea di costume, di gesticolazione, una dimensione corporea grassa
o esile o alta; o più o meno elegante, più o meno simpatica. D’improvviso, quasi senza accorgersene, ci si rende conto di essere in teatro, in una interrelazione drammatica di altissima qualità (dalle note di regia di Beppe Novello). “Donne informate sui fatti” di Carlo Fruttero con (in ordine alfabetico) Romina Mondello, Daniela Poggi, Patrizia Zappa Mulas, e con Tiziana Catalano, Maria Alberta Navello, Luisella Tamietto ed Erika Urban. La voce della “Vecchia signora” è di Franca Valeri. Scene: Francesco Fassone, costumi: Brigida Sacerdoti, musiche: Germano Mazzocchetti, luci: Marco Burgher. Regia: Beppe Navello. Al Teatro Sociale dal 9 al 12 febbraio 2011 (ore 20.30); domenica 13 ore 15.30. Biglietti: 26 euro in platea, 18 in galleria centrale, 12 in galleria laterale. Info: Ctb - www.ctbteatrostabile.it
Brevi
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Cologne
“Le quattro stagioni” del Telaio: il racconto del tempo che scorre
Alice e il Bianconiglio
Come raccontare lo scorrere del tempo, il ciclo della natura e il continuo succedersi delle stagioni ai piccoli spettatori? Come far apprezzare ai bambini la gioia per le piccole cose, i desideri da esprimere a un quadrifoglio, l’imparare ad attendere con pazienza che la natura faccia il suo corso, accettare che qualcosa finisca perché qualcos’altro inizi e i nostri desideri si possano avverare? Una scena nitida e simbolica, un albero che è tutti gli alberi, una luna che attraversa le sue fasi e accompagna la crescita di un seme che parla solo in rime e filastrocche, si muove danzando e rimane stupito, come un bambino, di fronte a ciò che continuamente la natura gli offre. Pochi elementi e molta immaginazione: il tempo che scorre e la poesia che lo attraversa, il desiderio di vivere ogni istante e la consapevolezza di quando si raggiunge il momento in cui si deve lasciare spazio a una nuova vita. Piccola, preziosa, da accudire e da far germogliare di nuovo. Una produzione del Teatro Telaio per bambini da tre a otto anni. Scuola dell’infanzia S. Antonio, via Antonelli 4, domenica 13 febbraio, ore 16.30. Biglietto unico 3 euro. Info: 03046535 - www.teatrotelaio.it.
PalaBrescia Sabato 12 e domenica 13 febbraio
Alice dietro al Bianconiglio Cipiesse porta in città il musical “Alice nel paese delle meraviglie”: il sogno che diventa realtà
A
Al PalaBrescia è ancora spazio per fine settimana adatti alla famiglia. Questa volta il promotore bresciano è Cipiesse e la fiaba raccontata in musica “Alice nel paese delle meraviglie”. Sabato 12 febbraio alle 21 e domenica 13 febbraio alle 16 il teatro bresciano diverrrà il paese magico e surreale che Carrol aveva immaginato. Il musical, tratto da entrambi i racconti di Alice, è un family show ricco di ritmo, spettacolo, giochi di luce, illusioni magiche, costumi e acrobazie eccezzionali. Sembra di sfogliare con mano il libro ed entrare relamente nel mondo onirico e surreale del Cappellaio matto, della Regina di cuori, del Bianconiglio, il Brucaliffo e lo Stregatto. Il musical è un prodotto interamente italiano con la regia e le coreografie di Christian Ginepro (ha firmato anche la regia del musical “Robin Hood” con Manuel Frattini). Scene e costumi sono di Annalisa Benedetti, le musiche di Giovanni Maria Lori (ha collaborato negli arrangiamenti di successi come “Robin Hood”, “Aladin” e “Will rock you”). I testi sono di Eduardo Tartaglia con la collaborazione di Enrico Botta.
di Mauro Toninelli
Nel cast il mago Casanova interpreta il Cappellaio matto; Alice, da grande, ha il volto e la voce di Laura Galigani, la Regina di cuori invece quella piena di grinta di Roberta Faccani, ultima voce dei Matia bazar, in un ruolo che sembra ritagliato appositamente su di lei, Gabriele Foschi è il Bianconiglio. “Perché raccontare Alice in questa epoca? La risposta è semplice come bere una tazza di the: per ricordarci che i nostri bambini sono sempre e semplicemente dei bambini – scrive il regista Ginepro sulle note di regia – e che trattarli come degli adulti sarebbe come mandare al potere una Regina Rossa in un paese dove ancora dovrebbe regnare il Bianco più candido e innocente. Ma soprattutto perché non ci può essere follia più triste del pensare che i confini di quel regno siano valicabili una volta e per sempre”. Un modo per guardare il mondo con gli occhi dei bambini, dove la meraviglia è all’ordine del giorno e l’impossibile una parola sconosciuta, perché sognare è vivere. Prezzi da 18 a 36 euro (2 euro in più il giorno dello spettacolo). Info: www.cipiesse-bs.it
Immagine di scena
Teatro
Team bresciano a Bitonto Selezionato per la 9ª edizione del Festival “Le voci dell’anima”, verrà presentato a Bitonto, nella sezione ConFineCorpo in programma dal 6 all’11 marzo, lo spettacolo “Annabella Wharton” di Arnold Wesker, per la regia di Sara Poli, con Laura Mantovi e Daniele Squassina, musiche di Roberto Di Filippo, produzione “Progetti e Regie”. Il video promo è all’indirizzo www.youtube. com/watch?v=kh6U4j_hYBc. Tra le otto compagnie partecipanti alla tappa, quattro passeranno alla fase finale del Festival a Rimini nell’ottobre 2011.
Brescia
A Sanpolino c’è “Gigaflop” L’azione scenica si svolge dentro un rifugio. Fuori, il mondo è controllato dalle telecamere e dalle onde magnetiche. Riz e Grip, due ribelli, hanno ereditato un piano per sfuggire al controllo... Una storia esilarante ma drammatica, ricca di trovate, spunti comici e poetici, che riflette sulla libertà negata, sull’esercizio di un potere che mira al controllo e all’annullamento dell’essere umano. Teatro di Sconfine in “Gigaflop, oltre i confini della Spap” di Giacomo Gamba. Dall’11 al 13 febbraio ore 20.30. Ingresso 8 euro. Piccolo teatro libero (entrata da via Ugo Aldrighi ), quartiere Sanpolino. Info: 030302696 - 0302388031.
Brescia
In ricordo di padre Marcolini Il 12 febbraio alle 21 nel salone Vanvitelliano di Palazzo della Loggia appuntamento speciale per la 6ª edizione di “Natale nelle pievi”. In programma la lettura scenica sulla figura di padre Ottorino Marcolini intitolata “Chel Mòtom che el va gné a inciodàl”. La lettura sarà accompagnata dal coro alpini “Alte cime” Ana di Brescia diretto dal maestro Giuseppe Pagani. Interprete del testo di Tonino Zana sarà Andrea Manni. Direzione artistica di Pietro Arrigoni dell’associazione culturale “Artea teatro Europa”.
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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Comboniani “Dall’individualità alla solidarietà”
Impegnarsi per un mondo migliore Incontro con Graziano Zoni, già presidente di Emmaus Italia
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di Anna Tomasoni
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“Ogni sei secondi nel mondo un bambino muore per fame – ha dichiarato Graziano Zoni – e come diceva l’Abbè Pierre finché ci sarà anche un solo bambino che muore per fame, nel mondo non potrà mai esserci la pace!”. La società in cui viviamo non è giusta e non lo sarà finché la ricchezza mondiale rimarrà nelle mani di un’elite; quasi la metà della popolazione mondiale vive con meno di due dollari al giorno e la crisi economica di questi ultimi anni ha accentuato il divario tra ricchi e poveri e ha portato a una crescita della povertà anche nei Paesi ricchi. Il problema della giustizia, secondo Zoni, non è nel cercare altra ricchezza ma nel ridistribuire i beni in maniera equa, nel limitare le disuguaglianze, le differenze. “Su questo fronte – ha rimarcato Zoni – non possiamo limitarci ad affermare principi e intenzioni ma dobbiamo agire tutti per far sì che la
Padre Elia e Graziano Zoni
giustizia non resti un’utopia, promuovere stili di vita basati sulla sobrietà. L’austerità comporta rinunce a certi vantaggi acquisiti, ma non è detto che la sostituzione di certe abitudini comporti un peggioramento delle condizioni di vita”. Nella quotidianità, la sobrietà passa attraverso piccole scelte e accorgimenti (usare la bicicletta, bere l’acqua del rubinetto, acquistare frutta e verdura di stagione, evitare l’usa e getta, fare la raccolta differenziata, ecc.) che manifestano una maggiore attenzione verso il prossimo e l’ambiente. La giustizia è quel valore per cui ciascuno ha ciò che gli compete e dà agli altri ciò che a loro compete in termini di cibo, salute, scuola, accoglienza… La giustizia è l’amore che dobbiamo al prossimo, senza se e senza ma. Nel paragrafo 38 della Sollicitudo rei socialis, Giovanni Paolo II scriveva “la
solidarietà è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo veramente responsabili di tutti”. Nella parte conclusiva dell’incontro è stato dato ampio spazio al delicatissimo tema della pace. L’educazione alla pace trova la sua sorgente e il suo alimento nella figura di Gesù Cristo: nelle sue parole, nelle sue azioni. Scriveva don Tonino Bello: “Pace è a mio avviso l’altro nome del bene comune. La pace è un cumulo di beni, è la somma delle ricchezze più grandi di cui un popolo o un individuo possa godere. Pace è giustizia, salvaguardia del Creato, libertà, dialogo, crescita, uguaglianza. La pace è la convivialità delle differenze”. Anche il Pontefice in occasione della Giornata della pace stende un messaggio e quest’anno è intitolato “Libertà religiosa, via per la pace”.
Voce Libri
L’inganno delle illusioni PAOLO SCQUIZZATO EFFATÀ, TORINO 2010, EURO 15,00
Come emerge dalla lettura di questo libro, il peccato è un atto di amore che manca il suo bersaglio e i sette peccati capitali l’illusione di poter raggiungere la felicità, salvo poi constatare che non sono stati in grado di mantenere la promessa. Da qui l’insoddisfazione, il vuoto e quel tarlo che tutto divora, ovvero la noia. Sentimenti dell’umano vivere, che in queste pagine vengono chiamati per nome al fine di poter compiere un serio lavoro su di sé, ed essere in grado di tornare a vivere una felicità autentica. Il peccato è una ferita inferta a una relazione, ma una ferita attraverso cui Dio può far irruzione per realizzare il suo desiderio più grande: il compimento del cuore dell’uomo. Paolo Scquizzato appartiene alla comunità dei sacerdoti del Cottolengo e si dedica alla predicazione e alla formazione spirituale in particolare del laicato; dirige la Casa di spiritualità “Mater Unitatis” di Druento (To). Per Effatà Editrice ha pubblicato “Come un principio. Riflessioni sul libro della Genesi” (2010).
Empatico sarà lei! F. BONAFEDE E M. SOPRANI EFFATÀ, TORINO 2010, EURO 9,50
Oggi si va diffondendo un senso di smarrimento di fronte a un mondo sempre più percepito come “ostile”, nel quale le relazioni appaiono spesso difficili e si respira un clima di aggressività latente. E tuttavia, si avvertono il desiderio di rapporti sereni nei diversi contesti di vita, l’esigenza di cogliere le potenzialità del conflitto in ambito relazionale, la “nostalgia” di unità e comunione che paiono perdute, la volontà sempre più diffusa di imparare a relazionarsi con gli altri, a gestire le proprie e altrui emozioni vivendo con empatia e con intelligenza emotiva. Il libro aiuta a percorrere questa strada con successo. Per scoprire che nel conflitto la diversità non è limite, ma ricchezza e che le ragioni dell’altro non sono alternative alle nostre, ma complementari. F. Bonafede è docente ed esperto in coaching sportivo. È vicepresidente dell’Associazione di promozione sociale “The Bridge” di Trento. M. Soprani è coordinatore del Comitato scientifico nazionale Aiart. È presidente dell’Associazione “The Bridge”.
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Incontro Ccdc
Convegno Il digitale nelle Sale della Comunità
Un libro sulla fede ortodossa scritto direttamente in italiano
Effetto Avatar: proiettare un film non è più la stessa cosa...
Un invito alla spiritualità ortodossa che è anche riflessione sul rapporto tra le diverse confessioni cristiane e occasione per dare nuovo slancio al dialogo, “ut unum sint”. Questo l’auspicio bipartisan – per dirla in linguaggio politico – emerso nel corso del partecipato incontro di presentazione dell’ultimo libro di padre Vladimir Zelinskij, sacerdote ortodosso a Brescia e docente in Università cattolica, intitolato “Mistero, cuore, speranza. Invito alla spiritualità ortodossa” (Àncora, 15 euro). L’appuntamento, promosso dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura in collaborazione con la libreria della Cattolica, è stato introdotto da un saluto del presidente Ccdc Alberto Franchi e ha visto l’intervento, accanto all’autore, di don Antonio Zani, fine studioso di patrologia e profondo conoscitore dell’Ortodossia. “I tre nodi del titolo – ha spiegato don Zani – tendono una riflessione che riguarda tutta l’esperienza dell’uomo. Così, in questo libro non trovano spazio solo temi elevati, ma la comprensione di una spiritualità legata alla certezza dell’incontro di tutti con Dio. Un Dio di cui l’autore sottolinea l’umanità nel figlio Gesù, umanità pneumatizzata dal risorto, quindi bellezza che ridesta i sensi spirituali come una luce che origina una sensibilità rinnovata. Egli non è un Dio faraonico ma il garante dell’ordine degli affetti e della bontà originaria della creazione”. Un Dio che chiede al fedele lo sforzo dell’ascesi, “abbandono attivo di tutto uomo alla dynamis, potenza che trasfigura e trasmuta”. “Ho voluto lanciare un messaggio di fiducia nel mondo in cui viviamo – gli ha fatto eco Zelinskij – ove è luogo comune confessare il declino del Dio cristiano. Non c’è un’eclissi di Dio – ha continuato –, che è luce che non si spegne mai. Cristo è lo stesso sempre, ma ogni epoca e ogni credente hanno il compito di trovare la dimensione della sua presenza nel cammino della vita”. Così, il sacerdote ha augurato una “nuova Pentecoste nel nostro tempo perché ciascuno parli della sua esperienza di Dio”. Zelinskij ha anche ricordato che questo volume è il primo libro sull’Ortodossia scritto interamente in italiano e non tradotto: “Cerco di raccontare la fede ortodossa nella chiave dell’accoglienza e della comprensione reciproca” ha aggiunto. E ha poi ricordato l’altro suo volume di recente pubblicazione, “Rivelami il tuo volto” (Effatà, prefazione di Gianfranco Ravasi), dedicato invece al rapporto interiore tra fedele e Dio. “In questo volume come nel primo – ha detto – mi sono sforzato di descrivere la più grande scoperta fatta da me: Dio esiste e mi ama. E questo vale per ogni essere umano”. (f.l.)
Come pensano e agiscono le... ROCCO D’AMBROSIO EDB, BOLOGNA 2011, EURO 24,00
Parlare di istituzioni vuol dire riferirsi a famiglie, ambienti di lavoro, associazioni, comunità di fede religiosa, amministrazioni pubbliche e private, mondo politico, organizzazioni internazionali. Cosa le accomuna? Come pensano? Come agiscono? Sulla scia del testo di Mary Douglas, “Come pensano le istituzioni”, l’autore tenta una risposta a queste domande, considerando la vita istituzionale nei suoi aspetti fondamentali e insieme ponendo al centro la persona, le sue motivazioni di fondo e il suo agire nelle istituzioni: “Tutti sappiamo che vivere nelle istituzioni è spesso impegnativo. Comprenderle è impresa ardua. Le istituzioni possono essere una casa felice oppure l’anticamera dell’inferno. Sapere qualcosa su come pensano e come agiscono può aiutare: per non soccombere, per renderle migliori” (dall’Introduzione). Rocco D’Ambrosio insegna filosofia politica ed è direttore del Dipartimento di dottrina sociale della Chiesa della Facoltà di scienze sociali della Pontificia università gregoriana (Roma).
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Vedere un film in pellicola o in digitale? E il 3D consente di proiettare tutto i film digitale o è una cosa diversa? Dubbi e quesiti che si fanno più pressanti man mano il tempo passa, soprattutto dopo l’effetto “Avatar”. Sabato 19 febbraio dalle 9.30 alle 13 presso la Sala della Comunità Conca Verde di Bergamo (Longuelo), in via Mattioli 65, dove l’Acec lombarda propone un convegno per guardare al futuro delle Sale della Comunità riguardo alla “questione del digitale”. Si farà il punto della situazione, dando elementi di conoscenza e riferimenti capaci di guidare le scelte per il domani. È una priorità orientare correttamente le decisioni nell’attuale fase di transizione, che vedrà nel prossimo futuro la rapida digitalizzazione dell’esercizio cinematografico. È una tappa importante per tutti, ma in modo particolare lo è per le Sale della Comunità chiamate a unire un’alta progettualità a risorse spesso limitate. Dopo il saluto da parte di Francesco Giraldo, segretario nazionale dell’Acec, la mattinata sarà divisa in due parti; nella prima si farà il punto della situazione e si guarderà al futuro con l’intervento “Prima e dopo il satellite” di Silvio Borri (direttore business development Italia di Arqiva Broadcast&Media), “Conoscere per orientarsi” di Matteo Bertolotti (responsabile programmazione Sas di Bergamo), “Luci e ombre di una transizione” di Sergio Oliva (responsabile programmazione Circuito Spazio Cinema). La seconda parte darà spazio alle esperienze delle Sale della Comunità che già da lungo tempo utilizzano il digitale. Info: 03044250 o www.vocesas.it (m.t.)
Destinatario sconosciuto KRESSMANN TAYLOR BUR RIZZOLI, MILANO 2009 EURO 5,50
“Non ho mai conosciuto uno come Hitler: è come una spada sguainata. È come una luce accecante, ma calda come il sole di un nuovo giorno. Insisto: non scrivermi più”. È l’inizio della fine. Della fine dell’amicizia tra Martin e Max, della fine per Giselle, sorella di Max, e per altri milioni di ebrei come lei. Due amici fraterni e proprietari in società di una galleria d’arte a San Francisco si scrivono lettere: uno, Max Eisenstein, rimasto negli Stati Uniti, continua a gestire la galleria; l’altro, Martin Schulse, fa ritorno con la famiglia nella madre patria: una Germania poverissima, uscita a pezzi dalla Prima guerra mondiale e in cerca di riscatto. E il vento del cambiamento si avrà con la salita al Governo di Adolf Hitler. Il fervore e il fascino del Führer colpiscono a fondo la società tedesca e Martin stesso. Pubblicato per la prima volta in America nel 1938 questo racconto intenso dipinge con chiarezza l’odio razziale in cui maturò la Shoah. (recensione di Luca Bianchetti per conto della Libreria Ferrata)
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Cultura e comunicazione
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Televisione Bene o male, purché si parli di reality
“Mai dire Amici”, nuovo sforzo della Gialappa’s
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Da più di 20 anni il trio comico Gialappa’s Band si muove nei canali Mediaset, rileggendo ironicamente l’attualità televisiva italiana. Marco Santin, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci, ecco i nomi delle voci, sempre rigorosamente fuoricampo, che dal lontano 1989 hanno portato in Italia un nuovo stile di comicità, legato ai commenti sarcastici e ironici su immagini calcistiche e spezzoni di show televisivi italiani ed esteri. Chi non ricorda “Mai dire gol” e “Mai dire tv”, le ruspanti trasmissioni degli anni Novanta che hanno fatto da trampolino a numerosi personaggi del mondo dello spettacolo… Dal 2000 il lavoro dei tre comici si è orientato verso la novità importata dei reality show e sono nati “Mai dire Grande Fratello”, “Mai dire pupa” (relativo a “La pupa e il secchione”) e “Mai dire reality”. L’idea di queste trasmissioni è molto semplice: subito dopo la puntata ufficiale dello show di turno va in onda il corrispettivo programma di satira che vuole sbeffeggiarne i protagonisti, sottolineando la loro pochezza e riducendoli a macchiette mediatiche. Da sempre chi partecipa ai reality show offre ottimi spunti della propria limitatezza culturale ed è quasi automatico, quindi, prendersi gioco di atteggiamenti, dichiarazioni e gaffe provenienti dalle “case”, dalle “isole” e dalle “fattorie”. Il pubblico apprezza e l’edizione in corso di “Mai dire Grande Fratello”, nonostante vada in onda il lunedì sera a mezzanotte inoltrata, continua a totalizzare più di due milioni di telespettatori. Sulla scia del successo finora ottenuto Mediaset ha deciso di dar vita a “Mai dire Amici”, ovvero lo stesso canovaccio adattato alle ridicole-commoventi imprese dei ragazzi di Maria De Filippi. Il trio comico si prenderà quindi gioco del cast di “Amici”, mostrando scene di litigi e disastri affettivi e soprattutto mettendo bene in mostra il fallimento culturale della trasmissione di Canale Cinque. Attenzione però: nel mondo televisivo tutto ciò che sembra ovvio e scontato è comunque sempre stato ideato, vagliato e approvato. Chi segue la Gialappa’s nell’apparente distruzione del “mondo reality” sta in realtà facendo il gioco opposto. Sta prendendo parte alla discussione, non importa se benevolo o no, diventa comunque parte del capitale sociale che la re-
di Alberto Averoldi
te accumula sommando il pubblico della trasmissione di serie A con quello della trasmissione di serie B. “Bene o male, purché se ne parli”: ecco la tecnica migliore per trainare un programma. L’importante è che i nomi dei personaggi creati dalla tv si mantengano popolari, nel bene o nel male non importa, tanto nessuno verrà offeso; loro, i partecipanti ai reality, hanno invece paura del contrario, cioè di non essere più considerati, visto che esistono solo in funzione di un pubblico che pronuncia i loro nomi. Tutto e il contrario di tutto. La Gialappa’s Band, nonostante dichiari di schierarsi contro la tv spazzatura, sta promuovendo proprio tale modo di fare intrattenimento, usando come contenuto delle sue trasmissioni il peggio della tv italiana. E del resto è abbastanza evidente questo conflitto di interessi, visto che il “Grande Fratello” e “Mai dire Grande Fratello” vanno in onda la stessa sera sullo stesso canale tv. E così avverrà per “Amici”. Tutti occuperemo spazio vitale del nostro cervello con le inutili storie da reality, ma potremo giustificarci dicendo: “Non guardo il reality, guardo chi lo guarda, e alla fine lo vedo lo stesso”.
SAB Rai Due, h. 7.00 CARTOON FLAKES La giornata di Rai Due inizia con divertenti cartoni animati per i più piccoli. Tv2000, h. 11.30 LA GRANDE MUSICA Le registrazioni dal vivo dei migliori brani di musica classica eseguiti da importanti orchestre internazionali. Discovery Ch., h. 13.00 COM’È FATTO Canale Sky 401. Interessanti e divertenti documentari che spiegano in pochi minuti il lavoro tecnologico che serve per costruire oggetti di uso comune. Tv2000, h. 18.30 CONTROVENTO Monica Mondo conduce un interessante momento di approfondimento su questioni sociali, culturali, morali. L’intento del programma è quello di offrire un diverso punto di vista riguardo ad aspetti della vita sui quali sembra sia stata già detta l’ultima parola. Current, h. 20.20 PASSAPAROLA L’appuntamento settimanale del giornalista Marco Travaglio è dedicato ai problemi e ai misteri della politica italiana. Rai Tre, h. 21.30 L’INCREDIBILE VIAGGIO DELLA TARTARUGA La voce narrante di Paola Cortellesi racconta la straordinaria impresa di una piccola tartaruga nata sulle spiagge della Florida.
Rete Quattro, h. 21.10 LIE TO ME Cal Lightman (Tim Roth) è uno psicologo al servizio della polizia che ha una spiccata dote nel saper riconoscere chi mente dal linguaggio del corpo: lo sguardo, la posizione delle mani, la postura, la voce; tutto può tornare utile per scoprire la verità. Casi intricati e storie avvincenti. In onda le puntate della seconda stagione. Diana Del Bufalo conduce “Mai dire Amici”
DOM Canale Cinque, h. 8.50 LE FRONTIERE DELLO SPIRITO Settimanale dedicato all’attualità del cattolicesimo in Italia e nel mondo. Il card. Gianfranco Ravasi ci parlerà delle letture della domenica. Rai Uno, h. 12.20 LINEA VERDE Lo storico appuntamento domenicale con le risorse del territorio italiano, dall’enogastronomia all’agricoltura, con uno sguardo privilegiato per le imprese turistiche. Presenta Elisa Isoardi. Rai Quattro, h. 14.50 LOST Un’avvincente serie tv che ha avuto molto successo negli ultimi anni. Le storie dei sopravvissuti a un disastro aereo, imprigionati su di un isola deserta e misteriosa. In onda le puntate della terza stagione. Cinema Hits, h. 21.10 DIVERSO DA CHI? Canale Sky 306. Film del 2009 con Luca Argentero e Filippo Nigro. In corsa per l’elezione di sindaco in una città del Nordest, l’attivista gay Pietro si scontra con la bacchettona Adele. Ma il duello politico si trasforma presto in passione. Tv2000, h. 22.15 RETROSCENA – I SEGRETI DEL TEATRO Approfondimento culturale condotto da Michele Sciancalepore. Grazie a reportage interessanti e molto curati compiremo un viaggio attraverso l’Italia alla ricerca delle novità nel teatro italiano.
Iris, h. 21.00 LA FINESTRA SUL CORTILE Uno dei più celebri thriller diretti da Alfred Hitchcock. Un uomo è costretto a letto con una gamba rotta. Passa il suo tempo spiando il vicinato dalla finestra, con il teleobiettivo di una macchina fotografica. In questo modo assiste a un omicidio e cerca di ricostruire l’accaduto improvvisandosi investigatore.
Telecomando
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Rete Quattro, h. 8.50 HUNTER Telefilm poliziesco americano ambientato nella Los Angeles dei primi anni Novanta. Le avventure del detective Rick Hunter, alle prese con criminali di tutti i tipi.
Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE Michele Mirabella ed Eva Crosetta analizzano gli italiani e i piccoli problemi quotidiani del Belpaese. La puntata di oggi è dedicata all’immancabile appuntamento con il Festival di Sanremo. Come lo vivono gli italiani?
La 7, h. 7.00 OMNIBUS Un’arena politica e culturale mediata dai giornalisti del tg di La7. In studio intervengono esponenti di tutti gli schieramenti politici, giornalisti e opinionisti.
Rai Due, h. 8.00 L’ALBERO AZZURRO In onda la nuova serie del programma per bambini con il famoso pupazzo Dodò e i suoi curiosi amici. Nuove avventure e tante storie per appassionare i più piccoli.
Rai Tre, h. 9.55 CAMPIONATI MONDIALI DI SCI Dalle montagne austriache è in scena la categoria Gigante maschile.
Rai Tre, h. 7.30 TGR BUONGIORNO REGIONE Uno sguardo approfondito sulla Lombardia e sulla sua vita pubblica: servizi e reportage ci raccontano la nostra Regione.
Cielo, h. 13.00 GLI SGOMMATI Divertenti sketch socio-politici interpretati da pupazzi dalle ben riconoscibili fattezze: Bossi, Bersani, Berlusconi, Vendola… Tutto da ridere.
Current, h. 14.15 VANGUARD Canale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica realizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare realtà che il resto della comunicazione televisiva spesso lascia nell’ombra.
Rai Tre, h. 14.50 TGR LEONARDO Una striscia quotidiana dedicata alla scienza e alle tecnologie d’avanguardia. Le ultime scoperte e le loro applicazioni nella vita quotidiana.
La 7, h. 13.55 CINQUE SETTIMANE NEL PALLONE Film d’avventura del 1962. Nel 1862 una spedizione britannica parte per le regioni orientali della costa africana, per piantarvi la bandiera inglese. Avventure tra oasi, tribù di Tuareg, loschi avventurieri e mercanti di schiavi. Rete Quattro, h. 16.50 BEAUTIFUL JOE Film del 2000 con Sharon Stone. Prima di sottoporsi a un delicato intervento, un uomo decide di togliersi alcune soddisfazioni dalla vita, ed entra nel giro delle scommesse sulle corse di cavalli, vincendo una grossa somma di denaro... La 7, h. 18.00 MAC GYVER Ottimo telefilm d’azione degli anni Novanta, con Richard Dean Anderson. Un ex agente segreto lavora per una fondazione umanitaria, in difesa dei più deboli. La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Lilli Gruber conduce un’interessante rubrica giornalistica dal lunedì al venerdì. Ospiti in studio esponenti del mondo della politica, dell’economia e della cultura italiana. Si discute sui fatti del giorno.
Rete Quattro, h. 21.10 HEAT - LA SFIDA Ottimo poliziesco diretto nel 1995 da Michael Mann, con Al Pacino e Robert De Niro. Un poliziotto di Los Angeles è sulle tracce di un famoso criminale. I due, nonostante appartengano a fazioni opposte, si assomigliano molto per determinazione e stile. Il film è sostenuto dai due attori e dalla loro personalità.
Rai Due, h. 13.50 TG2 MEDICINA 33 Appuntamento quotidiano dedicato alla salute e all’approfondimento scientifico. I nuovi traguardi della medicina e gli obiettivi da raggiungere. Rete Quattro, h. 16.45 SELLA D’ARGENTO Film western del 1978 con Giuliano Gemma. Un pistolero temuto da tutti è sulle tracce del responsabile dell’omicidio di suo padre. Durante un agguato però salva la vita al nipote del nemico e nasce un’amicizia… Rete Quattro, h. 20.30 WALKER TEXAS RANGER Continuano le avventure dei ranger texani, a caccia di pericolosi criminali. In questa puntata Walker è sulle tracce di uno spacciatore. Rete Quattro, h. 23.30 INTERVISTA COL VAMPIRO Ottimo thriller-horror diretto da Neil Jordan, con Brad Pitt e Tom Cruise. Un vampiro racconta a un giornalista la sua secolare storia. Un’avventura incredibile; adatta a un pubblico adulto.
Rete Quattro, h. 21.10 LA MORTE TI FA BELLA Commedia amara ambientata a Los Angeles, nei quartieri alti dei vip dello spettacolo. Due attrici non possono accettare l’incedere del tempo e sono disposte a tutto pur di sistemare il loro aspetto esteriore, al punto da comprare un magico elisir di lunga vita. Ma gli imprevisti sono dietro l’angolo. Ottima interpretazione per un insolito Bruce Willis.
Tv2000, h. 21.00 TG TG Il tg dei telegiornali nazionali: in mezzora i giornalisti di Tv2000 analizzano le scalette dei tg nazionali appena conclusi e valutano le scelte attuate, insieme a esperti di comunicazione televisiva e sociologi.
Rete Quattro, h. 16.20 L’UOMO CHE VISSE NEL FUTURO Film di fantascienza del 1960, con Rod Taylor. Uno scienziato s’imbarca da solo nella macchina del tempo da lui costruita, pianificando il suo viaggio, prima verso il passato, poi verso il futuro.
Mtv, h. 21.00 IL TESTIMONE Il comico Pif torna a raccontare le straordinarie storie di vita quotidiana. Armato di telecamera portatile alla scoperta delle stranezze della vita di tutti i giorni.
Tv2000, h. 18.30 FORMATO FAMIGLIA Interessante talk-show dedicato alle famiglie. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui viviamo e cercano di capire, insieme ai numerosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta famiglia in Italia.
Italia Uno, h. 21.10 ROMANZO CRIMINALE Film poliziesco diretto da Michele Placido nel 2005, con Claudio Santamaria, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio. La storia romanzata della Banda della Magliana: dai piccoli furti alla collaborazione con le logge massoniche alla pianificazione delle stragi di Stato. Un’ottima ricostruzione dell’epoca degli anni Settanta in chiave politica.
Canale Cinque, h. 21.10 MATCH POINT Brillante thriller diretto da Woody Allen nel 2005. Un giovane maestro di tennis entra nelle grazie di una ricca famiglia londinese. Sposato con la figlia di un magnate della finanza, ha un lavoro di rilievo e una casa da favola. Ma la felicità sta nell’amore per un’altra donna, che diventa la sua amante. Una storia per riflettere sulla responsabilità e sulle conseguenze degli errori.
Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Rubrica dedicata alla scelta e alla conoscenza dei prodotti alimentari e di primo consumo. Come ogni venerdì la trasmissione si occupa dei prodotti Dop italiani, come il riso nano Vialone veronese e lo zafferano di Sardegna. Rete Quattro, h. 16.35 I Q U AT T R O C A V A L I E R I DELL’APOCALISSE Film di guerra del 1962. Parigi, 1940. la guerra è alle porte, una famiglia è spaccata in due fra chi sta dalla parte di Hitler e chi invece si schiera con la Resistenza. Rai Storia, h. 18.30 CULT BOOK Una rubrica culturale dedicata al mondo della letteratura di tutti i tempi. Affrontare una tematica attraverso la penna di chi, in diverse epoche e contesti, l’ha vissuta e l’ha narrata. Rai Tre, h. 21.05 A TRENTA SECONDI DALLA FINE Film d’azione del 1985 con Jon Voight. Due uomini evadono da una prigione di massima sicurezza in Alaska, e si rifugiano su un treno che però perde il controllo...
Iris, h. 21.00 PREDATOR Ottimo film d’azione del 1987 con Arnold Schwarzenegger: un cult per gli amanti della fantascienza. Un gruppo speciale di soldati americani è bloccato in mezzo alla giungla sudamericana, attaccato da un essere invisibile che li uccide uno alla volta. Solo il comandante della spedizione riesce a capire con chi ha a che fare e si prepara ad affrontarlo…
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Cultura e comunicazione Radio e Media
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Novità discografiche Cristina Donà torna a casa a piedi
Premiata la svolta pop
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Questa settimana poniamo l’attenzione sul nuovo album di Cristina Donà, “Torno a casa a piedi”, un disco che conferma il progresso non solo artistico ma anche di consenso della cantautrice nativa di Rho (Mi). Un’artista cresciuta musicalmente vicino al mondo rock alternativo ma che progressivamente ha deviato il corso della sua musica verso il “mare magnum” del pop, vedendo premiata questa svolta con l’ingresso immediato di “Torno a casa a piedi” nella Top ten italiana. Il disco mantiene quel carattere vagamente snob della sua autrice, che non perde la sua originalità e realizza un prodotto che potremmo incasellare nella sezione pop d’autore, grazie a un suono allo stesso tempo piacevole e ricercato, lontano da quello qualunquista e dozzinale che molto spesso trionfa. È il settimo cd della carriera (iniziata nel 1997 con l’ottimo “Tregua”) di una cantautrice che fino a pochi anni fa godeva del gradimento di un pubblico limitato e di nicchia, che apprezzava e un po’ coccolava questa cantautrice anomala, dotata di uno stile assolutamente riconoscibile. Questo fino a “La quinta stagione” del 2007, che possiamo considerare una sorta di spartiacque nella vicenda artistica di Cristina Donà (all’anagrafe Trombini), in quanto sancisce il suo ingresso nel gotha delle voci femminili italiane. Merito soprattutto del singolo “Universo”, delizioso e molto apprez-
di Ricky Barone
zato anche del grande pubblico. “Torno a casa a piedi” risulta il disco più aperto e luminoso della sua carriera, frutto probabilmente della sua recente maternità di Leonardo che ha regalato a Cristina una dimensione meno criptica e più spontanea, oltre a completarla da un punto di vista umano. “È un album che celebra la vita attraverso piccole istantanee. Osservando la scena – afferma la Donà – ho cercato di ritrarla con leggerezza e ironia. Tornare a casa a piedi è una scelta, non un imprevisto, è per me sinonimo di liberazione e anche simbolo di libertà. È un momento di riflessione, di indipendenza, di autonomia. Duran-
te lo spostamento a piedi è possibile osservare con più tranquillità le cose. Si possono meglio cogliere i dettagli che compongono la realtà, dove ogni scontata normalità nasconde, quasi sempre, lo straordinario, nel bene e nel male”. Il primo singolo del disco è il brano di apertura, “Miracoli”, una canzone sul tema della rivoluzione che, grazie alla spinta di un suono pieno e ricco di fiati, infonde un moto di energia e costituisce un ottimo viatico per questo album. Oltre a questo brano segnaliamo la title track “Torno a casa a piedi”, anche se il valore del disco lo si comprende ascoltandolo nel suo insieme: 10 tracce che si integrano e si amalgamano alla perfezione, per la cui realizzazione Cristina Donà per la prima volta non ha lavorato in autonomia ma si è avvalsa della collaborazione di un musicista/produttore di grande spessore come Saverio Lanza (co-autore di tutte le musiche).
Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di S. Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Il commento al Vangelo è di don Giuseppe Fusari. Dal 16 gennaio ospitiamo la nuova rubrica “Luoghi per lo spirito”. Con Michele Peli di Brevivet siamo guidati alla scoperta di nuovi itinerari di fede. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). SPECIALE S.FAUSTINO Martedi 15 febbraio alle 10 speciale Buona Novella per la festa dei SS. Patroni. Intervista a don Armando Nolli sul tema di quest’anno e alle 11, dalla Basilica di S.Faustino, il Pontificale presieduto dal Vescovo. VOCE MATTINA Il contenitore in diretta, condotto da Marco Vignoletti, si presenta ricco di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, “Cose di musica” col critico Ricky Barone, lo spazio dedicato al cinema e collegamenti in “presa diretta” per raccontare ciò che accade in città e provincia.
Cristina Donà
Festival Appuntamento a Sanremo dal 15 al 19 febbraio
La canzone italiana torna sugli schermi Tv Siamo ormai agli sgoccioli: la prossima settimana, dal 15 al 19 febbraio, si svolgerà la 61ª edizione del Festival di Sanremo che rimane, volenti o nolenti, l’appuntamento clou per quanto riguarda la canzone italiana. Una edizione particolare in coincidenza con i 150 anni dell’Unità d’Italia, che saranno festeggiati dai concorrenti in una serata celebrativa, nel corso della quale ciascuno interpreterà un brano da lui scelto come rappresentativo della storia della canzone italiana. 14 i big in gara, una formazione composita e ben assortita che appare tra le migliori presentate dal Festival negli ultimi anni. Questa la lista completa dei concorrenti: Patty Pravo, i Modà con Emma Marrone, Luca Madonia con Franco Battiato, Giusy Ferreri, i La Crus, Anna Oxa, Tricarico, Nathalie, Al Bano, Luca Barbarossa e Raquel del Rosario, Roberto Vecchioni, Anna Tatangelo, Max Pezzali, Davide Van De Sfroos. Intrigante appare la serata dei duetti, molto attesa e divenuta ormai un classico per quanto
concerne il Festival, con la partecipazione di diversi artisti di valore, come Carmen Consoli (con Madonia e Battiato), Nina Zilli (La Crus), Pfm (Roberto Vecchioni), Morgan (Patty Pravo), Francesco Sarcina de Le Vibrazioni (Giusy Ferreri), Arisa (Max Pezzali) e i nostri Francesco Renga (Modà e Emma Marrone) e L’Aura (Nathalie). Una certa sorpresa accompagna la presenza al Festival dei cantautori Roberto Vecchioni e Franco Battiato, che in realtà farà solamente da corista a Luca Madonia, mentre desta curiosità l’esibizione di Davide Bernasconi (Van De Sfroos), che non rinuncia all’amato dialetto laghée per cantare “Yanez”. Da segnalare anche la reunion per l’occasione dei La Crus di Mauro Ermanno Giovanardi e Cesare Malfatti. Presenta, ma questo lo sanno tutti, Gianni Morandi con le vallette Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez, affiancati dalle “Iene” Luca e Paolo. In gara per Sanremo Giovani anche otto promesse della canzone italiana. (r.b.)
LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: l’intervista al vescovo Monari sul nuovo documento “Stranieri ospiti concittadini”; l’incontro promosso dalla Compagnia di S. Angela per i sacerdoti “Educare i giovani all’amore casto”; la presentazione dello spettacolo “Pregare non è solo muovere le labbra”. La rubrica “4 parole” in questa puntata non è prevista. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; su TelePace il venerdì alle 15, il sabato alle 18.30 e la domenica alle 23.20. BELLI DENTRO Con Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni dal lunedì al venerdì alle 17.10. Canzoni, giochi, ospiti in diretta e sondaggi, un modo piacevole di finire la giornata lavorativa. A seguire, “Zona relax”, il meglio della musica “morbida” non stop.
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SABATO
Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it
Le nostre frequenze
6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pensieri per l’anima di François Garagnon. Con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr - Voce mattina con Tony Marano (prima parte) 11.00 Gr - Voce mattina (seconda parte) 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pensieri per l’anima (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco Story
Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500
DOMENICA
7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - Commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi con Angelo Onger - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio pastorale della salute - Luoghi per lo spirito con Michele Peli - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14,35 Diretta sport 19.30 Gr Radio Vaticana
Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30
Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia
S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze
Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it
Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.03 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47
DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pensieri per l’anima di François Garagnon. Con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Brescia in diretta - fatti e personaggi in primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Voce mattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour - Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pensieri per l’anima (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte
Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Il punto della settimana Giovedì 11.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00
Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40
Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.
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Cultura e comunicazione Sala della comunità
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Cinema “Another Year” del regista inglese Mike Leigh
La felicità è un orto da coltivare Straordinaria la capacità di inquadrare la vita, di creare personaggi vicini alla gente comune, di scrutarne le espressioni e illuminarne i volti con un realismo in grado di rilevare sentimenti universali con attori di sensibilità e talento
Gerri (Ruth Sheen) e Tom (Jim Broadbent) in una scena del film
PROGRAMMAZIONE Trasferitosi con la famiglia dalla natia Puglia alla Brianza, il giovane Checco trova lavoro come addetto alla sicurezza per il Duomo di Milano, dopo aver provato a farlo per una discoteca. Proprio nella zona della Madonnina, a lui affidata, conosce Farah, che si dichiara studentessa di architettura. In realtà la ragazza, musulmana, sta progettando con il fratello un attentato al Duomo e ha bisogno di diventare amica di Checco. Ci riesce infatti, perché lui se ne innamora, le fa conoscere la famiglia, la porta in Puglia al battesimo di un nipotino. Tornati a Milano, Farah deve procedere con il piano prestabilito. Saputo che Checco, troppo maldestro, è stato licenziato, gli affida una valigetta come regalo prima di lasciarlo... ma non sarà questo l’ultimo colpo di scena della sua vita. Megamind di Tom McGrath
Che bella giornata di Gennaro Nunziante
L’orso Yoghi di Eric Brevig
Sale della comunità IDEAL - CASTENEDOLO: domenica 13 febbraio ore 17.00; INZINO – INZINO: sabato 12 febbraio ore 20.30; domenica 13 febbraio ore 15.00; LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 12 febbraio ore 21.00; domenica 13 febbraio ore 15.00
Sala della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 11 febbraio ore 20.45; sabato 12 febbraio ore 20.45; domenica 13 febbraio ore 20.45; AURORA – PALAZZOLO: venerdì 11 febbraio ore 21.00; domenica 13 febbraio ore 15.30, 20.45; DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 13 febbraio ore 16.15; PAOLO VI – PREVALLE: sabato 12 febbraio ore 20.30; domenica 13 febbraio ore 15.30; SEBINO – SALE MARASINO: sabato 12 febbraio ore 20.45; domenica 13 febbraio ore 16.00, 20.45; CORALLO – VILLANUOVA: sabato 12 febbraio ore 20.45; domenica 13 febbraio ore 16.00, 20.45
Sale della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – LUMEZZANE SAN SEBASTIANO: domenica 13 febbraio ore 15.00, 18.00, 20.45; PAX – PORVAGLIO: sabato 12 febbraio ore 20.45; domenica 13 febbraio ore 16.00
Hereafter di Clint Eastwood
Immaturi di Paolo Genovese
Rapunzel – L’intreccio... di Nathan Greno, Byron Howard
Precious di Lee Daniels
Qualunquemente di Giulio Manfredonia
Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 12 febbraio ore 20.45; domenica 13 febbraio ore 20.45; lunedì 14 febbraio ore 20.45
Sala della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 12 febbraio ore 21.00; domenica 13 febbraio ore 21.00
Sala della comunità CORALLO – VILLANUOVA: domenica 13 febbraio ore 14.30
Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – MARONE: sabato 12 febbraio ore 20.45; domenica 13 febbraio ore 20.45
Sala della comunità SPLENDOR – ODOLO: sabato 12 febbraio ore 20.45; domenica 13 febbraio ore 20.45
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I
di Nicola Rocchi
Individui che tutti noi potremmo conoscere, fermati in pochi gesti e discorsi che ne riassumono l’intera vita. È straordinaria la capacità del regista inglese Mike Leigh – autore tra l’altro di “Segreti e bugie”, Palma d’Oro a Cannes nel 1996 – di creare personaggi vicini alla gente comune, di scrutarne le espressioni e illuminarne i volti dipingendo quadri di nudo realismo che finiscono col rivelare sentimenti universali. Un cinema minimalista per la cui riuscita sono indispensabili attori di gran sensibilità e talento: come gli interpreti di “Another Year”, tutti stre-
pitosi a partire da Imelda Staunton al cui viso si rivolge la prima, drammatica inquadratura. Dolore e felicità si specchiano l’uno nell’altra in questo film, che ha il proprio motore immobile nella rappresentazione di un matrimonio sereno. Gerri (Ruth Sheen) è psicologa in un consultorio, il marito Tom (Jim Broadbent) geologo. Quasi sessantenni, entrambi calati nel lavoro senza frustrazioni, condividono una routine casalinga che ha il suo centro d’equilibrio nella porzione di orto che coltivano insieme. Hanno un figlio trentenne, Joe (Oliver
Maltman), avvocato single, e amici che i due accolgono in casa con tutti i loro patemi, ascoltandone i lamenti senza giudicare. Il piccolo mondo che ruota intorno a questa coppia idilliaca non è infatti altrettanto pacificato. Mary (Lesley Manville), collega e amica di Gerri, è sola e nevrotica, ossessionata dal tempo che passa. Solo è anche Ken (Peter Wight), amico di gioventù di Tom, che mangia e beve senza misura. I reciproci incontri sono scanditi da quattro capitoli, ognuno ambientato in una diversa stagione. Dalla primavera all’inverno il tempo scorre in cene condite da dialoghi assolutamente “normali”, frutto di una scrittura raffinata. Ma i sentimenti scorrono, influenzano le relazioni: l’incontro di Joe con una ragazza modifica la chimica dei rapporti; e nella parte conclusiva, l’occasione di un funerale apre una finestra sulla
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condizione infelice del fratello di Tom (David Bradley). Il quadro tracciato da Leigh, con una sobrietà che sfugge a qualunque tentazione melodrammatica, è ricco di sfumature. Mostra come, da una generazione all’altra, sia cambiato il rapporto con la felicità (e con la sua assenza). I personaggi più anziani – la donna insonne all’inizio, il fratello di Tom alla fine – appaiono impietriti nella rassegnazione alle durezze che la vita ha loro imposto. Per gli altri, che vivono in un mondo più fluido, la conquista della felicità è più strettamente legata alla responsabilità personale. Gerri, accogliente e attenta, è pronta però a difendere con durezza la quiete familiare. Mentre Mary, sballottata nella sua navicella di emozioni incontrollabili, finisce confinata nell’angolo in un finale che lascia l’amaro in bocca.
Le cronache di Narnia - Il viaggio... di Michael Apted
Animals united di R. Klooss e H. Tappe
Le avventure di Sammy di Ben Stassen
Uomini di Dio di Xavier Beauvois
Vi presento i nostri di Paul Weitz
Sala della comunità GLORIA – MONTICHIARI: sabato 12 febbraio ore 21.00; domenica 13 febbraio ore 15.00, 21.00; lunedì 14 febbraio ore 21.00; AURORA – RONCADELLE: sabato 12 febbraio ore 20.30; domenica 13 febbraio ore 15.00
Sale della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: (in digitale con micorcinema) sabato 12 febbraio ore 21.00; domenica 13 febbraio ore 15.00, 17.30
Sale della comunità PAOLO VI – DESENZANO: domenica 13 febbraio ore 15.00; IL GABBIANO – GHEDI: sabato 12 febbraio ore 21.00; domenica 13 febbraio ore 15.30; AURORA – PAVONE MELLA: sabato 12 febbraio ore 20.45; domenica 13 febbraio ore 15.30, 20.45
Sala della comunità SAN LUIGI – LODRINO: sabato 12 febbraio ore 20.30; domenica 13 febbraio ore 20.30; SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO (in digitale in micro cinema): domenica 13 febbraio ore 21.00
Sale della comunità LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 12 febbraio ore 20.30; domenica 13 febbraio ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 14 febbraio ore 20.30; AURORA – PONTE CAFFARO: sabato 12 febbraio ore 21.00; domenica 13 febbraio ore 21.00; lunedì 14 febbraio ore 21.00
CINEFORUM Lourdes di Jessica Hausner Sala della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO (in digitale con microcinema): venerdì 11 febbraio ore 20.45
American life di Sam Mendes
The Green Hornet di Michel Gondry
Sala della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 13 febbraio ore 20.45; martedì 15 febbraio ore 20.45
Sale della comunità ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: sabato 12 febbraio ore 20.30; domenica 13 febbraio ore 14.30, 17.30, 20.30
Invictus di Clint Eastwood Sala della comunità ITALIA – LONATO: venerdì 11 febbraio ore 20.30 La pecora nera di Ascanio Celestini Sala della comunità CRYSTAL – LOVERE: venerdì 11 febbraio ore 21.00
La valigia sul letto di Eduardo Tartaglia Sala della comunità CRYSTAL – LOVERE: giovedì 17 febbraio ore 15.00 L’amore buio di Antonio Capuano Sala della comunità AURORA – RONCADELLE: giovedì 17 febbraio ore 20.30 Incontrerai l’uomo ... di Woody Allen Sala della comunità INZINO – INZINO: giovedì 17 febbraio ore 20.30
Happy family di Gabriele Salvatores Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – LUMEZZANE S. SEBASTIANO: giovedì 17 febbraio ore 20.45 Niente paura di Piergiorgio Gay Sala della comunità AURORA – PALAZZOLO: giovedì 17 febbraio ore 20.30 Allonsanfan di Vittorio Taviani e Paolo Taviani Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: giovedì 17 febbraio ore 20.45
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it
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Montichiari Il futuro dell’aeroporto
È dei cargo il domani del D’Annunzio Per i passeggeri si dovranno aspettare tempi migliori. Queste le indicazioni emerse dal confronto con la commissione territorio della Regione Lombardia che ha visitato lo scalo nei giorni scorsi
L’incontro tenuto nei giorni scorsi al D’Annunzio
S
Se il D’Annunzio avesse potuto trasformare in volume di traffico ognuna delle parole spese sul suo futuro a partire dal 1999 sarebbe oggi il più importante aeroporto del mondo. Il 7 febbraio scorso presso le strutture dello scalo aereo bresciano si è riunita la V commissione regionale territorio presieduta da Giorgio Pozzi. Quella monteclarense è stata la prima tappa di un “tour” che porterà la Regione a passare in rassegna il sistema aeroportuale lombardo. La presenza istituzionale è
Vigilio Bettinsoli
Le diverse posizioni
Occorre realizzare un sistema più ampio
a cura di Massimo Venturelli
stata occasione per il management del D’Annunzio e del Catullo per presentare i progetti industriali dei due scali. Vigilio Bettinsoli e Fabio Bortolazzi, rispettivamente presidenti dei cda di Montichiari e Villafranca, hanno illustrato il possibile futuro delle due infrastrutture destinate, sin dal 1999, a costituire il sistema aeroportuale del Garda. Nessuno è entrato nel merito della querelle degli assetti societari dello scalo bresciano. Bettinsoli ha illustrato come, grazie ad un accordo
con lo scalo militare di Ghedi, il problema del costo del carburante sia stato superato. Per il D’Annunzio si apre definitivamente la strada del cargo. Non ha dimenticato, il Presidente, che è ormai in fase di approvazione il piano d’area che inserisce lo scalo all’interno di un sistema infrastrutturale moderno, capace di collegare la pista del D’Annunzio alla Brebemi, all’alta velocità ferroviaria. Bettinsoli ha infine ricordato come la struttura sia ormai pronta ad alcuni interventi per l’allargamento e l’allungamento della pista per consentire l’atterraggio e il decollo di aeromobili sempre più grandi. Non rientra, per ora, nel piano industriale del D’Annunzio il traffico passeggeri, più oneroso e meno redditizio di quello delle merci. Anzi, è stato detto, saranno proprio i cargo a garantire alla società che amministra l’aeroporto quelle risorse necessarie per affrontare, non certo nel medio periodo, la questione del traffico civile a
“Ciò che oggi è prioritario non è la discussione sulla governance del D’Annunzio ma la domanda su quello che potrà essere il suo futuro”. Con questa affermazione Vigilio Bettinsoli, presidente del consiglio di amministrazione dello scalo aereo bresciano, ha bypassato un tema che in queste settimane ha fatto discutere parecchio. Lo ha fatto tracciando una prospettiva che, probabilmente, non finisce di convincere chi continua a ritenere che il D’Annunzio possa avere un futuro strettamente legato al movimento dei passeggeri. “Dobbiamo accettare l’idea – ha affermato al proposito Bettinsoli – che i cargo possano lanciare definitivamente il nostro aeroporto anche in considerazione del fatto che solo una piccola parte delle merci prodotte nel nostro Paese decollano da aeroporti italiani”. Un D’Annunzio definitivamente hub per i cargo potrebbe essere appetibile per un grande numero di aziende che oggi trasportano su gomma sino a Francoforte i propri prodotti per spedirli da lì in tutto il mondo. Di competitività italiana che passa anche attraverso lo sviluppo di un efficiente sistema aeroportuale ha parlato a Montichiari anche Fabio Bortolazzi, presidente del Catullo, che per il futuro ha tracciato le linee
Montichiari. Anche Fabio Bortolazzi si è inserito sulla stessa lunghezza d’onda, ricordando come il Catullo stia conoscendo un momento di grande sviluppo che porterà a raggiungere già in questo 2011 gli obiettivi previsti per il prossimo anno (il traguardo dei quattro milioni di passeggeri). Anche per il presidente del Catullo Brescia potrà conoscere un forte sviluppo commerciale “perché – ha ribadito più volte – non è il caso di farsi la guerra in casa” e perché il sistema produttivo del nord est chiede uno scalo da cui far partire tutte le merci alla volta del mondo senza mandarle via terra a Francoforte. Brescia, con buona pace di chi va affermando che il D’Annunzio potrà avere anche voli civili, sembra legata a doppia mandata alla partita dei cargo. Ma la richiesta della Regione, per bocca di Pozzi, è che Brescia e Verona si aprano anche a Milano per la creazione di un vero e proprio sistema aeroportuale del sud d’Europa.
di un sistema aeroportuale altamente specializzato e liberato, come avviene oggi, da una forte concorrenza interna. Un sistema, quello pensato da Bortolazzi, supportato da una efficace rete di collegamenti infrastrutturali. In tale scenario il ruolo di Montichiari è quello di centro per i cargo. “Dopo 12 anni di esercizi in perdita – ha affermato – anche per il D’Annunzio è giunto il tempo di cambiare rotta e valorizzare la dimensione cargo consente di mettere finalmente mano anche ai bilanci”. Le modifiche strutturali annunciate (allargamento e allungamento della pista su tutte) vanno nella direzione di ampliare quando più possibile l’attività cargo. A Verona, dunque, andranno i passeggeri e a Brescia le merci. Obiettivi e strategie condivise anche dalla Regione Lombardia presente a Montichiari con la sua commissione territorio che non ha però mancato di inserire qualche correzione al piano industriale tratteggiato. Perchè se si vuole costruire un sistema aeroportuale capace di essere leader per l’Europa del sud occorre pensare ad un progetto più ampio che vada da Torino a Venezia. Vedute decisamente più ampie di quelle pensate dal Catullo e dal D’Annunzio.
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Economia e lavoro Salute
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Capriano del Colle Un incontro
Il salotto “Donna InForma� L’appuntamento in programma per il prossimo 22 febbraio
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a cura di VoceMedia PubblicitĂ
La salute e il benessere del corpo e dello spirito sono importanti per una vita armonica e vanno entrambi curati. Il senso di inadeguatezza che spesso si prova di fronte agli altri dipende perlopiĂš dai chili di troppo e da uno stile di vita sedentario ed inattivo. Nello sforzo di migliorare la propria forma ďŹ sica, si rischia di perdere d’occhio la salute ricorrendo a rimedi consigliati dalla pubblicitĂ e dalla moda del momento. Per orientare e consigliare il largo pubblico nella direzione giusta, la Farma-
cia Coppini organizza per martedĂŹ 22 febbraio “ Salotto Donna InFormaâ€?, un incontro dedicato al benessere a 360 gradi. “InForma − come spiega la dottoressa Patrizia Coppini− sta per bellezza ďŹ sica, salute senza dimenticare la componente d’informazione che la nostra farmacia offre costantementeâ€?. A partire dalle 20.15, dopo un buffet di accoglienza con prodotti biologici e integrali, il pubblico potrĂ ascoltare i contributi di piĂš ďŹ gure professionali su diverse tematiche legate al benessere. La dottoressa Patrizia
Coppini illustrerĂ i principi di una dieta corretta, secondo le giuste associazioni per un’alimentazione sana e disintossicante adatta alle proprie esigenze. Successivamente, la dottoressa Sara Gilberti parlerĂ dell’esercizio ďŹ sico necessario al dinamismo e al corretto funzionamento dell’organismo, nonchĂŠ fattore indispensabile per il buon umore e metodo ottimale per sciogliere i grassi e per toniďŹ care la silhouette. La dottoressa Ornella Coppini spiegherĂ al pubblico i trattamenti estetici e cosmetici mirati per il proprio corpo, dalle cure domiciliari con i prodotti presenti sul mercato ai trattamenti eseguiti nella Coppini Medical Spa. InďŹ ne il dottor Nicola Bianchi illustrerĂ i diversi tipi d’intervento chirurgico che permettono di ottimizzare i risultati, senza corre-
re rischi per la propria salute ed evitando spiacevoli sorprese. L’obiettivo della serata è prima di tutto quello di dare informazioni corrette in un momento in cui troppi tentano di fare da sĂŠ o si afďŹ dano ai consigli dell’amica o delle riviste. Partendo da problemi ďŹ sici, come peso in eccesso, cellulite, adipe localizzato, gambe pesanti, vene varicose si affrontano tematiche legate a fattori psicologici e di come i disturbi ďŹ sici inuiscano sull’umore. Grazie allo staff della farmacia Coppini, la cura della persona si declina su piĂš fronti, dall’aspetto dieteticoalimentare, a quello ďŹ sico e mentale. L’invito è rivolto a tutti coloro che vogliono curare la propria persona: il benessere non ha etĂ per cui ogni donna o uomo deve sentirsi bene con se stesso e in salute.
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LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Speciale Brescia casa design marketing@vocemedia.it
Dal 12 al 20 febbraio Brescia casa design
Trent’anni a dispetto della crisi
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La mostra dell’arredamento, dei complementi di arredo in programma alla Fiera di Brescia giunge quest’anno alla sua 30ª edizione. Un traguardo che ha portato gli organizzatori a pensare novità pur nel segno di una continuità che ha fatto la fortuna della manifestazione
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Trenta. Tante sono le candeline che il 12 febbraio prossimo gli organizzatori di Brescia casa designâ€?spegneranno subito dopo il taglio inaugurale della manifestazione. La mostra dell’arredamento, dei complementi e dei materiali per la casa festeggia in questo 2011 la sua trentesima edizione in scenari che sono profondamente mutati rispetto a quelli dei suoi esordi. Oggi la situazione è decisamente piĂš difďŹ cile rispetto a quella degli anni Ottanta del secolo scorso. La crisi economica che negli ultimi anni ha inciso radicalmente sulla propensione al consumo degli italiani si è fatta sentire anche nel campo dell’arredamento. Un settore, lo dicono anche le analisi congiunturali che come bollettini di guerra si sono susseguite negli ultimi anni, che piĂš di altri ha patito gli effetti della recessione. Le difďŹ coltĂ , che in alcuni momenti sono sembrate addirittura insormontabili, non hanno minato la volontĂ degli organizzatori di Brescia casa design di realizzare a dispetto di tutto e di tutti la vetrina bresciana come antidoto, come “vaccinoâ€? alla crisi economica. Brixia Expo ha tena-
cemente tenuto duro invitando le aziende del settore a non lasciarsi sopraffare dalle difďŹ coltĂ , anzi a trovare proprio nella difďŹ coltĂ del momento lo stimolo per mettere in campo quello sforzo creativo a gettare “il cuore al di lĂ dell’ostacoloâ€?. La celebrazione dell’edizione del trentennale con i suoi 120 espositori dimostra che la sua sďŹ da Brescia casa design l’ha vinta, prova che se la crisi non è ancora del tutto superata si comincia, quanto meno, a vedere la ďŹ ne del tunnel. Per questo l’edizione 2011 della mostra è stata voluta come sďŹ da alle difďŹ coltĂ ancora persistenti, chiamando a raccolta, insieme alle aziende, le risorse migliori a cui afďŹ dare il rilancio deďŹ nitivo del settore. In questa prospettiva deve essere inquadrato il coinvolgimento delle universitĂ e delle accademie di belle arti della cittĂ di Brescia, cosĂŹ come la presenza degli wedding planner che, anche grazie alla cassa di risonanza del mezzo televisivo, stanno rilanciando l’attenzione all’organizzazione pratica del matrimonio. Tutto questo e molto altro ancora è Brescia casa design a Brixia Expo dal 12 al 20 febbraio.
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Economia e lavoro Brescia Casa
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Dal 12 febbraio Le novità di questa edizione
Brescia casa festeggia i suoi 30 anni L’anniversario ha dato l’occasione per ripensare l’intera manifestazione
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Torna a Brixia Expo Brescia casa design, la mostra dell’arredamento, dei complementi e dei materiali per la casa. Si tratta di un ritorno in grande stile dal momento che la rassegna taglia quest’anno il traguardo delle 30 edizioni. Un anniversario importante che cade in un’epoca di grandi cambiamenti, obbligati dal mercato dei consumi ancora alle prese con una fase di difficoltà. Per questo motivo gli organizzatori del salone hanno
voluto rimodularlo, sintonizzando la strategia delle merceologie espositive e includendo nuovi settori. In occasione del suo trentesimo compleanno Brescia casa design”presenta al pubblico importanti novità come “Carlotta si sposa”, uno spazio interamente dedicato ad aziende specializzate nella realizzazione del matrimonio, e “A&D Project” in cui artisti e designer sono chiamati a interpretare le forme del vivere. Altro appuntamento che arricchi-
sce l’ampia esposizione di questa edizione (quasi 120 gli espositori presenti, ndr.) è l’area d’ingresso completamente dedicata all’offerta formativa. L’Università cattolica di Brescia, la facoltà di ingegneria della Statale, le accademie Laba e Santa Giulia, insieme ad alcune aziende presenti in fiera, hanno collaborato all’ideazione di oggetti di design realizzati, comunicati e allestiti dagli studenti degli stessi atenei ed esposti nelle giornate del salone. Anche per l’edizione del trentennale si è rinnovata la collaborazione con l’Ordine degli architetti di Brescia che proporrà a Brescia casa design un convegno dal titolo “I paesaggi del design, nuovi scenari nell’era digitale”, in programma per la mat-
tinata del 18 febbraio. Per la serata del 14 febbraio è stato messo in programma il “San Valentino party”; nella giornata del 20 febbraio, invece, il wedding designer Domo Adami, volto televisivo della trasmissione Sky “Cambio vita... mi sposo” farà sfilare i pezzi migliori della sua collezione di abiti da sposa. Il taglio del nastro inaugurale di Brescia casa è fissato per le 16 di sabato 12 febbraio. L’apertura ufficiale del salone sarà anche occasione per gli organizzatori di premiare l’azienda Mab Arredo bagno di Mairano per la “fedeltà “ alla manifestazione. Quella bresciana, infatti, è l’unica azienda ad aver preso parte a tutte le edizioni di “Brescia casa” per questo merita una torta celebrativa.
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Proposte Iniziative collaterali
Oltre alla casa si pensa anche agli sposi Eventi che vogliono aiutare chi si appresta a organizzare il proprio matrimonio
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Il trentesimo compleanno vale qualche “ritocco”. Non si sta parlando della propensione sempre più diffusa al ricorso al chirurgo estetico di tante donne (ma non mancano nemmeno gli uomini) preoccupate per l’insorgere delle prime, timide rughe. Il lavoro di restyling a cui si fa cenno è quello a cui è stata sottoposta Brescia casa design. Non sono stati certo i segni del tempo a spingere gli organizzatori a pensare qualche novità per l’edizione 2011. La scelta è nata semplicemente dalla constatazione che per l’edizio-
ne del trentennale poteva essere interessante battere la via di qualcosa di nuovo. Una riflessione che è profondamente diversa dalla volontà, palesata dagli stessi organizzatori, di ripensare l’intera rassegna alla luce dei cambiamenti imposti all’intero settore dell’arredo e dei complementi da una crisi che ancora non accenna a mollare la presa. Le novità, però, sono soltanto celebrative. “Carlotta si sposa” è un nuovo spazio che Brescia casa dedica a tutte le copie che si sono decise per il grande passo. In
quest’area il visitatore può trovare in esposizione aziende che operano nel mondo del matrimonio e indirizzare le proprie scelte in materia di catering, fotografia, musica, abiti nuziali, acconciature, viaggi di nozze, noleggio auto e tutto quanto ruota intorno all’organizzazione pratica del giorno del sì. “Carlotta – si legge in un blog appositamente attivato – incarna la donna moderna, assilata da mille impegni e stressata dai tempi sempre più ridotti che non le facilitano il compito di organizzare il suo matrimonio perfetto”. Fra le novità dell’edizione 2011 c’è da ricordare anche il “San Valentino party” previsto per la serata del 14 febbraio. Un selezionato team di esperti individuerà i tre racconti più emozionati tra quelli inviati ne-
gli scorsi mesi da futuri sposi che hanno avuto modo di descrivere il loro viaggio di nozze ideale. Ai premiati andranno una crociera, una coppia di fedi nuziali, una consulenza gratuita di un noto wedding planner e una cena. I racconti possono essere inviati sino al 12 febbraio compilando il questionario disponibile sul sito www.fieradibrescia.it. Domenica 20 febbraio per chi ancora non ha scelto l’abito nuziale si terrà una sfilata di abiti da sposa del wedding designer Domo Adami che proporrà i migliori modelli della sua collezione. Brescia casa design è visitabile dal 12 al 20 febbraio, il sabato dalle 14 alle 21, la domenica dalle 10 alle 20 e i giorni feriali dalle 17 alle 21.
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“A&D� La formazione a Brescia casa
Creatività bresciana per il design Le due università e le due accademie d’arte coinvolte in un nuovo progetto
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Per il trentesimo anniversario Brescia casa design intende valorizzare e animare artisticamente il salone con una proposta creativa dal forte impatto mediatico. Si tratta di un progetto interdisciplinare che coinvolge gli studenti degli atenei e delle due accademie di Brescia nella realizzazione e presentazione di opere di disegno industriale, commissionate dalle aziende espositrici, interessate a far ridisegnare e ripensare un oggetto della loro collezione. Le ope-
re realizzate verranno poi esposte all’interno della manifestazione e verranno valutate e premiate da un’apposita giuria. Al signiďŹ cativo progetto del trentennale di Brescia casa design partecipano, come giĂ ricordato, il dipartimento di disegno industriale della FacoltĂ di Ingegneria dell’UniversitĂ di Brescia, che si è fatto carico della realizzazione dei prototipi, l’Accademia Santa Giulia che si è fatta carico, con i suoi studenti, della graďŹ ca della comu-
nicazione dei prototipi realizzati, l’Accademia Laba che ha realizzato la scenograďŹ a e la decorazione dell’area espositiva, e, per ultimo il laboratorio organizzazione eventi moda dell’UniversitĂ cattolica di Brescia per l’organizzazione dell’evento. L’evoluzione del progetto “A&Dâ€? può essere seguita su Teletutto che, nel corso del programma “Con te in famigliaâ€? proporrĂ , l’11 febbraio alle 18, un incontro con Marco Citterio, amministratore delegato della Fiera di Brescia, Dario Polatti, coordinatore dell’iniziativa e il prof. Villa della FacoltĂ di ingegneria dell’UniversitĂ degli Studi di Brescia. Il 16 febbraio verrĂ apertĂ una nuova ďŹ nestra televisiva su “A&Dâ€? an-
cora con Dario Polatti accompagnato questa volta dal prof. Gobbi dell’Accademia Santa Giulia. Ultimo appuntamento sarĂ quello del 18 marzo quando con Polatti interverrĂ il prof. Morandi della Laba Libera Accademia di Belle Arti di Brescia. La mostra degli oggetti ed elementi di arredo e design realizzati dagli studenti delle realtĂ bresciane nel corso del progetto “A&Dâ€? sarĂ visitabile nei giorni di apertura di Brescia casa design. Location della mostra è l’apposito spazio realizzato all’ingresso del polo espositivo bresciano anche grazie alla collaborazione di alcune aziende presenti con i loro prodotti alla mostra dell’arredamento, dei complementi e dei materiali per la casa.
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Il programma Otto giorni intensi
Occasioni e proposte per i giovani Gli organizzatori hanno pensato a particolari momenti di coinvolgimento
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In occasione dei festeggiamenti per il 30° anno di età, oltre ai due nuovi saloni “A&D project” e “Carlotta si sposa”, Brescia casa design propone un calendario ricco di appuntamenti. Dopo il taglio del nastro inauguarle alle 17 di sabato 12 si svolgerà l’elezione di “Miss Fiera di Brescia 2011”. La vincitrice della tappa bresciana parteciperà alle Finali Regionali in Lombardia. Alle 16 presso l’area “Carlotta si sposa” un aperitivo in musica con il gruppo Alligator. Domenica 13, alle 17.30
sempre all’area “Carlotta si sposa” Aperitivo in musica “Armony banqueting & catering” sulle note del gruppo “Gipsy Soul”. Sempre nella stessa area, il 14 alle 18.30, l’assegnazione dei premi “Speciale San Valentino!”e, alle 19 “Il decalogo del matrimonio perfetto” workshop con “Claire’s Wedding Planner” che metteranno a servizio la loro consolidata esperienza nel mondo del wedding per trasformare il matrimonio in un evento unico. Lo workshop si ripeterà alle 19 del 15 febbraio. Mer-
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coledì 16 febbraio l’area “Carlotta si sposa” ospita, alle 17.30, “Il romanzo del tuo matrimonio” di Heidi Busetti “wedding reporter”. Il giorno successivo, alle 19 appuntamento con un’esperta flower designer per alcuni consigli sulla realizzazione del bouquet. Per le 10 di venerdì 18 febbraio, presso la sala conferenza di Brixia Expo si terrà il convegno promosso dall’Ordine degli architetti di Brescia sul design sostenibile. Alle 19 nuovo appuntamento presso l’area “Carlotta si sposa” con lo workshop dei wedding planner. Sabato 19 alle 15 presso l’area “A&D” la premiazione degli studenti che hanno partecipato al progetto e, alle 18 presso l’area “Carlotta si sposa” un nuovo aperitivo in musica. Domenica 20, alle 17.30, infine la sfila
di Domo Adami. “Abbiamo voluto inserire momenti di spettacolo per richiamare anche il pubblico giovane – afferma Marco Citterio, amministratore delegato di Brixia Expo –. La mostra continua comunque nel suo percorso di crescita con la presenza di grandi iniziative come quella nata dalla collaborazione con le università e le accademie cittadine e con la proposta di spazi in cui gli interessati possano trovare risposte all’organizzazione del loro matrimonio, uno spazio tutto dedicato a quanto di meglio il mercato offre a chi si sta accingendo al fatidico sì”. Per maggiori informazione su Brescia casa design e sul programma delle sue giornate è possibile prendere visione del sito www.fieradibrescia.it.
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Brescia Per una casa confortevole
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Sport redazione@lavocedelpopolo.it
Calcio Domenica Brescia - Lazio
Ammissione di colpa? Torna Beppe
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Beppe Iachini saluta i tifosi. Alle spalle Gaetano Berardi
Domenica una festa vera e propria che si è colmata con un abbraccio tra il pubblico e Iachini. Il suo ritorno è un’ammissione di colpa di chi l’ha cacciato. La nuova autorevolezza ha causato scossoni nello spogliatoio e in società. Che sia forse un caso la ricomparsa ai microfoni di Gigi Maifredi? Chi può permettersi di lasciare in tribuna o in panchina certi calibri da 90 se non sono in forma? Oggi solo Iachini
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Bip, bip, bip; a intermittenza. Il temuto suono, costante e continuo che indica la fine, per il Brescia non è arrivato; non ancora. Forse ci si è andati vicini. La fiducia nei confronti di questa squadra stava scemando; i segnali di ripresa erano sempre più rari e insperati. Fino allo scossone, fino all’elettroshock eseguito con successo da Giuseppe Iachini a una squadra che sembrava ormai allo sfascio. Ma le Rondinelle non sono guarite. Ora convalescenti, ora ancora sotto esame continuo per capire se ce la faranno o se tutto è solo momentaneamente rinviato. Il ritorno di mister Beppe Iachini (non ce ne voglia mister Beretta, parentesi in un percorso forse già segnato) ha dato uno scossone all’intero ambiente, scossone che si è concretizzato in quattro punti raccolti grazie al pareggio con la Roma all’Olimpico e una vittoria, sofferta, contro il Bari. Anche il gioco è ricomparso, a sprazzi, ma è ricomparso. Ma la cosa che è tornata è la convinzione e la grinta: l’essere squadra unita verso un obiettivo. Domenica scorsa contro il Bari è stato un tripudio, una festa. Tre punti fondamentali che staccano ulteriormente gli uomini di Ventura dalle Rondinelle, quasi condannandoli alla serie cadetta. Ma la festa, quella vera, è avvenuta dopo la partita sul campo da gioco, prima della doccia, prima delle interviste ma solo in una comunicazione diretta tra il pubblico e il mister. Avvisaglie di questo momento si erano percepite durante l’intera partita quando a scena aperta i giocatori venivano applauditi, quando in curva è apparso lo striscione “Bentornato mister”, quando i cori hanno inneggiato all’uomo con la berretta come fosse uno di casa. Ma Beppe Iachini è uno di casa, che al Brescia, a questa gente, a questa città, a questi colori, a questa maglia e a questi ragazzi è affezionato. E allora eccolo lì, dopo il triplice fischio in un tripudio saltare di gioia, esultare, gettare le braccia in alto e salutare il suo pubblico che canta a lui e per lui. Una
di Mauro Toninelli
festa, un bentornato e, allo stesso tempo, un grazie. Un abbraccio tra mister Beppe e i suoi tifosi, un abbraccio che esprime la fiducia in quest’uomo per continuare a tenere vivo il Brescia. Del resto, standing ovation per lui che in sala stampa conferma “c’è un feeling particolare tra me e i tifosi” e poi aggiunge “abbiamo bisogno del pubblico e del loro sostegno”. Ma non c’è solo l’aspetto romantico. Se un allenatore è richiamato significa che chi l’ha cacciato ha sbagliato e riportarlo in panchina è ammettere il proprio sbaglio. Il ritorno coincide con una maggior autorevolezza da parte del mister che ora, veramente, potrà decidere in tutto e per tutto. Alla fine si faranno i conti e pagherà o sarà premiato per quanto ha realmente fatto. L’autorevolezza ricade ovviamente anche nello spogliatoio. Se qualcuno avesse mai remato contro (periodo ipotetico d’obbligo, visto che Iachini non ha mai detto una cosa simile; possiamo immaginare) ora si deve adeguare e ammettere che il Brescia con Iachini è un’altra squadra. Anche in società qualcosa sarà rivisto, non a livello di nomine ufficiali ma di responsabilità concrete: che sia forse un caso la ricomparsa ai microfoni dei giornalisti di Gigi Maifredi? Chi può permettersi il lusso di lasciare in tribuna o in panchina certi calibri da 90? Oggi, con l’autorevolezza che ha, solo Beppe Iachini; forse, diciamolo sottovoce, l’unico dopo Mazzone. Ricordiamoci che in campo vanno i giocatori ai quali, assieme al mister, va imputato tanto il risultato positivo quanto quello negativo. Domenica al Rigamonti arriva la Lazio, inizio alle 15. Alle Rondinelle probabilmente mancheranno Sereni, Zanetti e Zambelli, per cui le ultime ore saranno decisive. È l’inizio di un tour de force che vede Udinese, Napoli, Inter e Juve, intervallati dal Lecce, l’unica gara in cui si chiedono necessariamente tre punti. Il resto, se arriva, è una sana boccata di ossigeno e un “bip” in più.
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Sport
LA VOCE DEL POPOLO 11 FEBBRAIO 2011
Rugby A1 CorrerĂ la Maratona di Brescia
Paul Griffen in meta per solidarietà Il Cammi Calvisano, col suo capitano, ha aderito all’iniziativa in favore dei bambini down. La squadra è imbattuta e saldamente al comando
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di Roberto Moscarella
Ăˆ il capitano del Cammi Calvisano leader indiscusso del campionato di A1 di rugby. Se la squadra è in testa alla classiďŹ ca con largo margine dalle inseguitrici (+14 dai catanesi del San Gregorio secondi) e 14 vittorie in altrettante gare è anche per merito suo. La rinascita dei gialloneri e – si spera – il ritorno nel massimo torneo passa dalle mani e dai calci di Paul Griffen, 11 stagioni nella Bassa e 42 presenze con la maglia della Nazionale azzurra. In attesa di conquistare la promozione a ďŹ ne stagione, Griffen si è voluto mettere in gioco decidendo di partecipare alla prossima Maratona di Brescia in programma il 13 marzo in cittĂ . Atletica e rugby un connubio che si sposa alla perfezione soprattutto se c’è di mezzo un ďŹ ne beneďŹ co: promuovere una raccolta fondi in favore del Cepim, il Centro brescia-
no down. “Non ho mai preso parte a una simile competizione che apre le porte, in Italia, a un nuovo modo di vivere sia lo sport che la solidarietĂ . Nella mia nazione d’origine, la Nuova Zelanda, ma anche nel mondo anglosassone, è molto diffusa la partecipazione ad eventi sportivi, come le maratone, da parte di atleti d’altre discipline per raccogliere fondi da destinare in beneďŹ cenza. L’atleta si pone l’obbiettivo di superare il traguardo posto dalla sďŹ da sportiva, e nel momento in cui ci riesce, chi sostiene l’iniziativa aiuta concretamente l’associazione o il singolo destinatario della solidarietĂ â€?. A sostenere il capitano giallonero, ci si sarĂ anche il Cammi Calvisano. “Il mondo della maratona – ha aggiunto Griffen – mi affascina molto. Gli elementi in comune con il rugby sono molti piĂš di quanto si possa
Paul Griffen al centro con i compagni di squadra
pensare. Bisogna saper soffrire in silenzio, i risultati importanti arrivano solo grazie a una grande disciplina interiore. Una maratona è una sďŹ da avvincente anche per questo, per la concentrazione che richiede a qualsiasi livello. Serve determinazione in una partita di rugby per fronteggiare l’impatto avversario, serve determinazione in una maratona per vincere la stanchezza, per abbassare i tempi. Penso poi agli atleti africani che arrivano in Italia da un Paese lontano per realizzare le loro ambizioni sportive. Il carattere internazionale del mondo della palla ovale – conclude il capitano giallo nero – si ritrova nella maratona, disciplina sportiva che, proprio come il rugby, sta richiamando sempre piĂš appassionatiâ€?. Non è la prima volta che il Cammi Calvisano si mostra sensibile al mondo dei piĂš piccoli. Nel 2006 il calendario ufďŹ ciale della societĂ era stato realizzato in collaborazione con l’Associazione bambini down mentre nel 2008 e 2009, in occasione della Coppa Italia, furono raccolti fondi sempre per l’Abd.
Pallanuoto
Brixia fuori dall’Europa Il tanto atteso bis europeo non c’è stato. Lo scorso anno andò meglio con il passaggio del turno ai danni di quel Marsiglia che, in questa stagione, si è vendicato eliminando proprio la Leonessa. Negli ottavi di finale della Coppa Len i francesi si sono imposti al PalaSystema con lo stesso punteggio dell’andata (7-6) passando alle semifinali. Per le calottine biancoazzurre oltre al danno c’è stata anche la beffa visto l’evidente errore arbitrale costato l’espulsione a capitan Calcaterra nell’ultima frazione mentre era in atto la rimonta. Alla Brixia Leonessa non rimane altro che puntare ai play off nel campionato di A1 e alla Final Four di Coppa Italia che verrà ospitata nella nostra città . (al.an.)
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Centro Sportivo Italiano
Collebeato Domenica 27 febbraio
Dalla campestre al tennis tavolo di Tullio Sabbadini
Campestre e palestra nel panorama invernale. In programma domenica a Cremona, presso il centro sportivo San Zeno la 3ª prova del 20° Trofeo regionale di corsa campestre del Csi lombardo. L’inizio delle gare è previsto per le ore 10. Corso regionale per giudici di ginnastica: in vista della prima prova regionale del Gran Premio di Ginnastica artistica, prevista a Canneto sull’Oglio per l’organizzazione del Comitato di Mantova, per il 19 e 20 febbraio, i giudici di gara si aggiornano presso la sede regionale di Agrate Brianza sabato pomeriggio con l’intervento di Angela Bizzarri, responsabile nazionale giudici di ginnastica, di Alberto Meoli, coordinatore degli arbitri e giudici lombardi e del coordinatore della formazione Davide Iacchetti. Tennis da tavolo: prosegue senza interruzioni l’annata del Tennis da tavolo con il campionato a squadre che è giunto a tre quarti del suo cammino. Nel girone di eccellenza è al comando la Pol. Collebeato A con 18 punti, davanti alla Pol. Montichiari A con 14, all’Astt Benaco con 12, al TT Salò con 10 e all’Oratorio Calcinato a con 6.
A rischio maggiore retrocessione al momento ci sono la Pol. Torbole Casaglia e il CG Longhena rispettivamente con 4 e 2 punti. In promozione, sono avvantaggiate per essere promosse l’Uso Toscolano in testa con 18 punti e il Gso San Pancrazio con 16. Seguono con qualche velleità di rientrare nel discorso promozione anche la Pol. Montichiari B (14 punti) e Pol. Collebeato B (10). Sembrano al momento tagliate fuori, in attesa di tempi migliori l’Oratorio Calcinato B (6), il Gso Casazza, 2 e il TT Coniolo a 0. L’attività individuale prevede invece la terza prova domenica 27 febbraio a Collebeato presso la palestra Comunale, al mattino per le categorie giovanili e nel pomeriggio per gli adulti. La quarta prova sarà poi disputata a San Paolo. La disciplina, scelta quest’anno come disciplina da incentivare a livello nazionale svilupperà il suo progetto negli oratori con una finale che si disputerà a Desenzano il 13 marzo prossimo. Judo: i bianchi kimono del judo scenderanno sul tatami per l’avvio del 10° Trofeo regionale del Csi Lombardia con la prima prova che si disputerà a Pioltello-Limito il prossimo 27 febbraio, la seconda prova si disputerà invece a Calcinato il 27 marzo prossimo.
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“Mettiamoci in gioco” Dopo il corso per gli allenatori di calcio e pallavolo è iniziato anche quello per i dirigenti organizzato in collaborazione con il Centro oratori bresciani. Alla Cascina Foret la prima serata ha visto la partecipazione attenta di una ottantina di dirigenti Csi, catturati dalla sapiente relazione del dott. Davide Iacchetti, coordinatore regionale della formazione, introdotto da Marco Baiguera che ricopre l’analogo ruolo a carattere provinciale. Il tema, trattato dal responsabile della formazione regionale “Mettiamoci in gioco: la relazione educativa nello sport“ ha catturato l’attenzione su un argomento che è la base di ogni attività umana: la relazione. “I ragazzi non vengono da noi per fare sport” ha sottolineato ”ma per stare insieme”, per questo non dobbiamo essere concentrati tanto sulla preparazione, ma “soprattutto sull’attenzione alla persona. Aggiungendo che comunque “lo sport ci interessa quale veicolo importantissimo per favorire la relazione educativa tra le persone”. “Saper ascoltare” è la base di ogni comunicatore, dunque anche il buon dirigente e il buon allenatore sono tali quando sanno ascoltare le persone con cui interagiscono”. Il prossimo appuntamento per dirigenti, allenatori e arbitri è fissato per il 21 febbraio, sempre alla Cascina Foret di Brescia, il tema “Il gruppo come strumento educativo nello sport in oratorio” è affidato a don Marco Mori, consulente ecclesiastico del Csi Brescia e direttore dell’Ufficio oratori e pastorale giovanile.
Sci, racchette sportive pallavolo
“Il Signore s(c)ia con voi” Il Csi organizza la 12ª “Festa nazionale sulla neve per sacerdoti sciatori”, manifestazione sciistica nota come “Il Signore s(c)ia con voi”. Il campionato nazionale di slalom gigante, fondo e ciaspolada è organizzato dal Csi, la “Clericus Ski”, così ribattezzata perché inserita nel progetto Clericus Cup, è rivolto a sacerdoti e seminaristi. L’appuntamento per i sacerdoti-sciatori è per lunedì 21 febbraio quando si cimenteranno con la gara di fondo, poi, dopo aver calzato le racchette da neve (le tradizionali “ciaspole”), daranno vita alla ciaspolada. Alle 18 la Messa a Sestola e le premiazioni delle gare del giorno. Martedì lo slalom gigante, a seguire premiazioni dei migliori sacerdoti slalomisti. Non mancheranno tre affezionati della manifestazione: don Aronne Magni, consulente del Csi Emilia
Romagna; il resp. nazionale della Pastorale giovanile della Cei, don Nicolò Anselmi e mons. Claudio Paganini, consulente ecclesiastico nazionale del Csi, che ha sottolineato l’importanza di queste iniziative: “I principali destinatari della nostra ‘Festa sulla neve’ sono proprio i preti giovani. A loro sono dedicate le iniziative ‘Clericus’: il calcio, il basket, gli scacchi, lo sci, tutti gli sport sono un linguaggio universale adatto a proporci ai giovani come punti di riferimento per la loro educazione e la loro crescita”. Racchette polisportive al Copernico. In programma domenica, con inizio alle 10 la terza festa per il campionato polisportivo presso il Pala Copernico a Brescia, dedicata al tennis da tavolo, disciplina indicata dal Csi Nazionale come “sport dell’anno”. La manifestazione
vedrà la partecipazione di tutte le squadre. Pallavolo. Effettuato il giro di boa i campionati della categoria Under 14 registriamo nei tre gironi una incertezza apprezzabile fra le squadre di vertice. Nel gir. A al comando la Pol. Castel Mella Gialla con 26 punti davanti alla Giovanile Offlaghese con 25, leggermente staccata, a 22 l’Or. Jolly Orzinuovi. Nel girone B la Pol. Franciacorta Giallo ribatte colpo su colpo alla Piemonti Costruzioni mantenendo la leadership con 35 punti, 3 di vantaggio sulla seconda, al terzo posto l’Uso Castegnato con 23. Infine nel girone C battuta d’arresto per il Cag Paolo VI Concesio (superato dall’Abcf Comero) e raggiunto a 29 punti dall’Asd San Giacomo pure sconfitta, ma per 2-1, dalla Pol. Ponte Zanano che si avvicina alle prime con 26 punti.
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La colonna infame Egr. direttore, ascoltando i notiziari dei telegiornali o leggendo i titoli dei quotidiani di questi giorni in merito al caso Ruby, mi sembra che essi rievochino quanto riportato dal Manzoni nella sua “Storia della colonna infame”: “Ai giudici che in Milano, nel 1630, condannarono a supplizi atrocissimi alcuni accusati di aver propagata la peste con certi ritrovati sciocchi non men che orribili, parve d’aver fatto una cosa talmente degna di memoria che, nella sentenza medesima, dopo aver decretata, in aggiunta de’ supplizi, la demolizione della casa d’uno di quegli sventurati, decretaron di più, che in quello spazio s’innalzasse una colonna, la quale dovesse chiamarsi infame, con un’iscrizione che tramandasse ai posteri la notizia del reato e della pena. E in ciò non s’ingannarono: quel giudizio fu veramente memorabile”. Ai cittadini che, in preda al panico, avevano chiesto alle Autorità di trovare rimedio al morbo che stava decimando la popolazione i magistrati, anziché denunciare la scarsa igiene praticata, causa principale del diffondersi dell’epidemia e imporre rigide norme di profilassi, preferirono incriminare e condannare i malcapitati, sospettati di aver diffuso il contagio. Come allora, anche oggi, alcuni magistrati, sia per tutelare la pubblica decenza, sia per malcelata avversione politica, ritengono doveroso incriminare in base al gossip, stigmatizzando i sospettati di amoralità;
come se l’annosa e fallimentare gestione della Giustizia fosse meno scandalosa. Quando la crisi profonda, dovuta alla globalizzazione, mette a rischio migliaia di posti di lavoro con pesanti ricadute sulle famiglie, sarebbe conveniente che ognuno si facesse carico delle proprie colpe. Il bene pubblico è la sintesi del comportamento etico di tutti i cittadini, nessuno escluso. Ognuno, per la sua parte, dovrebbe impegnarsi a sanare i mali che affliggono l’Italia; non è possibile rimandare i cambiamenti che tendono ad eliminare i privilegi, le posizioni di rendita, gli sprechi, le rivendicazioni improduttive, le pretese non più sostenibili. È illusorio pensare di poter continuare ancora a vivere facendo debiti, confidando sulle disponibilità altrui o sperare nella solidarietà degli altri. L’Italia ha un debito pubblico tra i più elevati d’Europa, e per vincere la sfida della globalizzazione, deve necessariamente affrontare sacrifici e rinunce se vuole sanare il debito pubblico e reperire risorse per modernizzare e rendere competitivo il Paese. Alle frontiere dell’Europa come ai nostri confini si addensano migliaia di esseri umani che si accontentano di vivere con un decimo di ciò che noi riteniamo irrinunciabile. Il male che attanaglia l’Italia è l’assenza del senso dello Stato; ognuno si preoccupa solo di perseguire il proprio tornaconto; lo smisurato egotismo, che caratterizza le lobby economiche, la classe politica, le corporazioni e ognuno di noi, è la causa che impedisce all’Ita-
Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it
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lia di svilupparsi. Per il bene di tutti, è auspicabile che si riesca a porre mano e rimedio alle malversazioni e agli sprechi se vogliamo uscire indenni dalla crisi. A denti stretti e seppure con qualche mugugno dovremo piegarci ai sacrifici e alle rinunce imposte dalle nuove regole del mercato globale. Se per un periodo abbiamo potuto vivere nella prosperità e talvolta nella prodigalità, non è merito della nostra risaputa creatività ma delle generazioni che ci hanno preceduto. È grazie a loro, ai loro sacrifici, alla loro
parsimonia, ai loro sudati risparmi che lo abbiamo potuto fare. Ora auguriamoci che il buon senso abbia a prevalere. Roberto Marchi
12 febbraio 2002 Si apre il processo del tribunale internazionale dell’Aja contro l’ex leader serbo Slobodan Milosevic, accusato di genocidio e crimini di guerra
13 febbraio 1990 Si tiene la conferenza di Ottawa, in cui Europa e Unione Sovietica decidono la riunificazione delle due Germanie
Un disagio crescente Egr. direttore, ritengo che allegando l’opuscolo sul nucleare civile, il mondo ecclesiale (spero almeno inconsapevolmente) finisce per apparire come sponsor convinto della scelta del governo Berlusconi di punta-
Omnibus
Avvenimenti 11 febbraio 1858 Una bambina francese, Bernadette Soubirous, dichiara di avere avuto una visione della Madonna, nei pressi di Lourdes
Le ricette della settimana Linguine ai carciofi
Gamberi alla greca
Ingredienti: 400 g di linguine, 3 carciofi, 70 g di gherigli di noci, 50 g di mollica di pane, latte, olio d’oliva, burro, sale.
Ingredienti: 30 code di gamberi, un cucchiaio di olio d’oliva, un rametto di finocchietto, 2 limoni, 300 grammi di yogurt bianco, 3 spicchi d’aglio tritato, un cetriolo, menta tritata, sale, pepe.
Preparazione: Mondare e affettare i carciofi. Cuocerli per 20 minuti in un po’ di olio e burro, unendo qualche cucchiaio di acqua e poco sale. Pestare i gherigli con la mollica di pane ammorbidita nel latte e ben strizzata. Unire il composto ai carciofi e, mescolando, tenere sul fuoco ancora per qualche minuto. Scolare la pasta al dente, condirla prima con una noce di burro e poi con la salsa.
Preparazione: Sbucciare il cetriolo e affettarlo molto sottile, salarlo e farlo riposare per un’ora. Scolarlo, mescolarlo allo yogurt e unire l’aglio e la menta. Sbollentare le code di gamberi in acqua salata bollente per 4 minuti. Condirle con l’olio, il succo dei limoni, il finocchietto tritato, sale e pepe. Mescolare le code di gamberi alla salsa allo yogurt e servire.
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re sul nucleare da fissione per il futuro dell’energia in Italia. Non entro nel merito delle innumerevoli questioni che il problema solleva e che l’opuscolo tratta a senso unico, perché ciò che voglio affrontare qui è il posto che la Chiesa vuole occupare in Italia. La gerarchia dice di voler essere equidistante dagli schieramenti politici, ma la prossimità al centro-destra è ormai evidente. Contro Prodi si organizzò il “Family day” per contrastare i “DiCo” e chiedere politiche familiari; contro Berlusconi che, oltre a distruggere la famiglia e la dignità della donna con i suoi comportamenti, ha impoverito le famiglie italiane, nulla! Prodi è stato fustigato per aver detto di ritenersi un “cristiano adulto”, Berlusconi viene giustificato per la bestemmia in pubblico e praticamente assolto per le sue continue sporcacciate (Bagnasco richiama alla moralità, ma denuncia contestualmente l’ingente dispiegamento di mezzi di indagine da parte della magistratura). “Avvenire” esprime senza dubbi una propensione, non tanto implicita, per il centrodestra e non solo per quanto riguarda i temi eticamente sensibili; i settimanali cattolici si fanno sponsor della scelta nucleare; i neo cardinali non sembrano avere problemi ad andare a pranzo con un Berlusconi già nell’occhio del ciclone per gli scandali sessuali; si accettano strumentali regalie economiche che il centrodestra non lesina alla Chiesa a tutti i livelli; si preferiscono i cosiddetti “atei devoti” di destra che utilizzano la religione come strumento di controllo
sociale, rispetto a uomini e donne di fede certa, ma marchiati dal “peccato” di essere di sinistra; si celebra la Giornata per la Pace mentre “Avvenire” propone una pagina intera di pubblicità a Fin Meccanica che per il 90% costruisce armi pesanti anche sofisticate. E si potrebbe continuare negli esempi. Ma perché questa marcata tendenza ad avere maniche più larghe nei confronti della destra berlusconiana? Ha forse portato qualche frutto positivo questa preferenza? La catastrofe morale, prima che politica, che è sotto i nostri occhi, non dovrebbe suggerire una correzione di giudizio e di condotta? L’Italia è più malmessa, altro che evidenziare la “differenza positiva” di un Paese nel quale resisterebbe una solida radice cattolica. Non solo la scristianizzazione ma, di più, il degrado morale e civile si sono ormai spinti oltre ogni limite e la causa di ciò è riconducibile non già alle leggi, alle culture e alle forze politiche laicistico-libertarie, ma a una pervasiva e corrosiva (in)cultura della mercificazione di persone propinata dai media. La politica, da sé sola, non basta a contrastare tali fenomeni degenerativi, ma certo contribuisce ad acuirne la portata, se diventa solo macchina di consenso. Il brusco risveglio di fronte ai fatti di questi giorni ci dovrebbe suggerire una domanda: non era forse più saggia e lungimirante la via imboccata dalla Chiesa italiana nel dopo Concilio (messa in mora a metà degli anni ottanta) che si ispirava ad una Chiesa fedele al primato dell’evangelizzazione e del-
la formazione cristiana delle coscienze (visto che la scorciatoie politiche non pagano) e a una politica affidata a laici cattolici “adulti”, pur diversamente collocati, e non a un patto siglato al vertice con uomini e forze compiacenti, ma manifestamente agli antipodi di una visione cristiana della vita? Uno scambio quest’ultimo che si sta rivelando oggettivamente un pessimo affare, almeno dal punto di vista della evangelizzazione. Aggiungerei un dato da non sottovalutare. Chi, come me, frequenta ambienti politici di sinistra, incontra persone valorialmente e moralmente vicine al Vangelo, ma lontane dalla Chiesa e, ahimè, dalla fede, spesso a causa delle questioni sopra affrontate. Ma soprattutto, molti cattolici come me si sentono sempre più in crisi di coscienza con una Chiesa compromessa e lontana dall’esperienza delle prime comunità cristiane raccontate negli Atti degli Apostoli. Fortunatamente ci sono comunità cristiane locali (ma anche Pastori) che vanno in direzione diversa; non sarebbe forse tempo che da queste si manifestassero, in modo aperto e costruttivo, bisogni di conversione per tutta la Chiesa? Dante Mantovani
Precisazione In merito all’opuscolo sul nucleare allegato a “Voce” la scorsa settimana, rimando i lettori al Sottovoce di pag.7. Affronteremo nel merito la questione, anche attraverso i contributi dei lettori, nel prossimo numero.
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A teatro con “Voce” Vinci due biglietti per il circo teatro“Arca” con l’équipe de l’Arsenal (Canada) sabato 19 febbraio al PalaBrescia. In palio anche due biglietti per il concerto di Gianluca Grignani targato Cipiesse lunedì 21 febbraio (PalaBrescia). Spedisci entro il 18 febbraio a “A teatro con ‘Voce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia. Sergio Zanetti ed Elena Scalvini hanno vinto i biglietti per “Certe notti”; Angelo Compagnoni per “Il libro della giungla”.
“Arca” Gianluca Grignani
Nome Cognome Telefono
IN COLLABORAZIONE CON:
VOCESAS
14 febbraio 1956 Durante il 20° Congresso del Pcus a Mosca, il leader sovietico Nikita Kruscev, denuncia il culto della personalità e i crimini di Stalin
15 febbraio 1989 L’Unione Sovietica annuncia che le ultime truppe hanno lasciato l’Afghanistan dopo nove anni di occupazione
16 febbraio 1857 Negli Stati Uniti viene aperto il National Deaf Mute College, la prima scuola al mondo per l’istruzione avanzata dei sordomuti
17 febbraio 1904 Al Teatro Alla Scala di Milano si tiene la prima rappresentazione di “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini
L’esperto risponde
Aforismi
D.: Ho venduto una casa senza nuovi oneri. Ho degli obblighi fiscali per le operazioni già segnalate all’anagrafe tributaria?
La sapienza è figlia dell’esperienza (Leonardo da Vinci)
R.: Le compravendite immobiliari non sono oggetto di comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini Iva in quanto rientrano in quelle operazioni già monitorate dall’anagrafe tributaria. Invece devono essere comunicate alle Entrate le operazioni relative alla compravendita o al noleggio degli autoveicoli. Si tratta dell’adempimento introdotto dall’articolo 21 del decreto legge 78/2010 attuato dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 22 dicembre 2010 la cui scadenza per il 2010 è fissata al 31 ottobre di quest’anno. Vanno esclusi dall’obbligo di segnalazione i contratti di fornitura di energia elettrica, acqua, luce e gas nonché di telefonia mobile e fissa in quanto previste dall’articolo 7 del Dpr 605/1973.
Le ingiurie sono molto umilianti per chi le dice, quando non riescono a umiliare chi le riceve (Alphonse Karr) Nessun vento è favorevole per chi non sa dove andare, ma per noi che sappiamo, anche la brezza sarà preziosa (Albert Einstein)