La Voce del Popolo 2011 15

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“Ora, in Cristo GesĂš, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra paceâ€? (Ef 2,13). Ăˆ qui paradossalmente definito un mistero: la croce di Cristo, pietra angolare del cosmo-tempio, è strumento della pace. Pace garantita da una croce: come è possibile? Garantisce l’unitĂ tra i “dueâ€? cche abitano in noi, tra me e l’altro, tra un popolo e l’altro, tra tr l’umanitĂ e Dio stesso. La sua carne è il luogo concreto nel quale è possibile la conciliazione. Lui è il punto nel quale si an annulla la legge, è speranza di fronte all’inevitabile condanna previst prevista per il cuore dell’uomo, che non sta alla prescrizione. Vivere non sarĂ sa per merito della legge, ma per la forza di attrazione della croce: “Io, quando q sarò elevato da terra, attirerò tutti a meâ€? (Giovanni l’adultera, Zaccheo, Levi, Nicodemo guardano a 12, 32). La samaritana, sam colui che tend tende loro la mano; sono ancora peccatori ma potentemente attratti dalla fo forza di un amore invincibile: “Egli infatti è la nostra paceâ€?.

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Alla ricerca della sicurezza

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ÍšÍ Â…Â…ÂŽÂ‡Â•Â‹Âƒ Il consiglio pastorale sull’annuncio del Vangelo

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ÂŽ ƒÂ?‰‡Ž‘ ‰‹‘˜ƒÂ?‡ Alla vigilia di un fine settimana ad “alta densitĂ â€? giovanile per la Chiesa bresciana è utile chiedersi ancora una volta quale segno potrĂ lasciare in noi questa esperienza. Ogni anno, infatti, le Palme rappresentano un giorno privilegiato d’incontro, di preghiera comune, di condivisione dove, in qualche modo, tutta la comunitĂ diocesana si protende verso le nuove generazioni e celebra l’inedita forza e l’intensa freschezza di un Vangelo giovane. Certo non è l’unico momento dell’anno. L’attenzione delle parrocchie bresciane verso l’educazione alla fede dei ragazzi è costante e continua. Ne sono prova la cura per l’iniziazione cristiana, la vita degli oratori, i grest e la miriade di attivitĂ che non cessano di impegnare

sacerdoti, catechisti ed educatori. Ma in questa domenica dell’anno, dove la lungimiranza di papa Giovanni Paolo II ha collocato la celebrazione ordinaria della Giornata mondiale della gioventĂš, ha un sapore diverso. Ăˆ con le Palme che la nostra diocesi diventa protagonista del gusto di camminare con i suoi ragazzi per dire loro la gioia e la bellezza della fede in GesĂš. All’occhio dei piĂš distratti, ma anche dei maliziosi, potrebbe sembrare un atto “muscolareâ€? della Chiesa per dire che c’è, ma non è cosĂŹ. Ăˆ vero, oltre duemila ragazzi invaderanno venerdĂŹ sera la stazione ferroviaria per andare a Roma dove, ormai attesi e trattati da vip (parcheggiano addirittura i pullman in Piazza S. Pietro), porteranno l’entusiasmo dei loro 13 anni in mondovisione durante la Messa col Papa, e con striscioni e cartelli segnaleranno a mamme apprensive e incollate ai teleschermi la loro presenza accanto a Benedetto XVI. AltresĂŹ, sabato sera, oltre cinquemila

giovani segnaleranno ai bresciani che esistono ancora ragazzi che sanno pregare e ascoltare la parola di un Vescovo. Questo sarĂ visibile a tutti, ma ciò che piĂš conta forse, come giĂ diceva qualcuno di famoso, l’essenziale, che è invisibile agli occhi, resterĂ nascosto ai piĂš e si giocherĂ nel cuore di ciascuno. Il giorno giovane della nostra Chiesa è, infatti, un’occasione che parte dal cuore e arriva al cuore della comunitĂ . Nel cuore, anzitutto, del nostro vescovo Luciano che vive sempre con entusiasmo questi istanti. Ce ne siamo accorti fin dal suo ingresso a Brescia davanti ai giovani di piazza Duomo, ma anche ogni volta che ha incontrato i bambini nell’AgorĂ a settembre o nelle parrocchie. Quando parla del Vangelo il vescovo Monari trasmette la convinzione che sta per dire qualcosa di decisivo per la felicitĂ e la vita di chi ascolta, ma quando ne parla ai ragazzi e ai giovani i suoi occhi si illuminano della luce dell’amore di un padre

)L 6OLTO E IL -ISTERO

per i suoi figli piĂš amati. Il cuore è, poi, quello dei preadolescenti che saranno a Roma Express. Irrequieti, distratti, alla prima avventura fuori casa, desiderosi di divertirsi e fare amicizie. Forse non godranno dell’arte e dei monumenti, ma, per esperienza, sappiamo che quando arriva il Papa scatta anche in loro qualcosa di unico.“Ho visto il Papa... Mi è passato vicino!â€?. SarĂ l’emozione, ma anche in queste parole c’è la gioia di sentirsi parte della Chiesa. Un piccolo segnale, che sarĂ magari decisivo se raccolto poi nella cura della propria parrocchia. Infine il cuore degli adulti, genitori, educatori e sacerdoti. I piĂš attenti, in questi momenti, sapranno intravedere luci, forse chiamate. Ăˆ sempre capitato, alle Palme come alle Gmg. CapiterĂ anche a Madrid quest’estate. I cristiani di domani si generano solo nella gioia, quella che adulti significativi sanno istillare in esperienze quotidiane traendo dal vissuto le energie per scelte evangeliche. Anche quest’anno sarĂ cosĂŹ.

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͛͜ …‘�‘�‹ƒ Un fronte comune contro gli infortuni

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Secondo studi recenti ogni giorno nel mondo muoiono 1000 persone a causa dell’utilizzo di armi leggere e di piccolo calibro: 560 sono vittime di omicidi criminali, 250 vengono uccise in guerra, 140 è il numero di suicidi in cui sono utilizzate. 50, infine, sono le morti causate da incidenti provocati da una manipolazione impropria di fucili e pistole. Suscitano sempre sdegno e sbigottimento le notizie che di tanto in tanto arivano dagli Stati Uniti e da gli altri Paesi in cui

il commercio di armi è sottoposto a norme meno rigide di quelle italiane di stragi nelle scuole o in altri luoghi pubblici perpetrate da persone, quasi sempre affette da qualche distrurbo, che non esistano a usare le armi su numerosi innocenti. Senza arrivare a tanto anche in Italia sembra crescere il numero di omicidi- suicidi che pongono fine all’esistenza di intere famiglie. Mariti e mogli che si sentono abbandonati, traditi e che vedono in un’arma la via di uscita a tutti i loro problemi.

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Quinzano, probabilmente, vivono ancora sotto choc per la sparatoria che ha lasciato sull’asfalto due malviventi e ha aperto le porte del carcere alla guardia giurata che non ha esitato ad aprire il fuoco nel tentativo di sventare la rapina in corso. La comunitĂ della Bassa ha vissuto in diretta scene che si pensavano relegate nei telegiornali o in una di quelle fiction che tanto appassionano il pubblico italiano. Il tragico evento quinzanese ha diviso la comunitĂ locale tra chi ha applaudito al gesto della guardia e chi, invece, ha trovato lo stesso eccessivo. Una divisione che fornisce lo spunto per tentare un approfondimento suun tema, come quello della sicurezza, che da sempre divide. Un tema spesso e volentieri caratterizzato da semplificazioni e superficialismi che non consentono un approccio corretto allo stesso. Nelle scorse settimane in una popolosa cittadina della provincia un gruppo di studenti, nell’ambito di un progetto scolastico, ha realizzato una serie di interviste su due stati d’animo “fortiâ€? come la paura e la felicitĂ . Se sul secondo le risposte fornite dalla gente incontrata per strada sono state abbastanza eterogenee, sul versante paura la maggior parte degli intervistati, al di lĂ dell’etĂ e della condizione sociale ha messo in testa alla graduatoria il senso di insicurezza, la sensazione di vivere in un contesto in cui il pericolo è sempre in agguato. Pochi, però, alla richiesta di delineare con maggiore precisione i contorni di questi pericoli sono stati in grado di rispondere. Una situazione che gli studenti hanno poi sottoposto all’attenzione del comandante del corpo di polizia locale. Il graduato ha confermato l’esistenza di una diffusa paura percepita anche se non supportata da

elementi reali. Una situazione che nella comunitĂ in oggetto, come in tante altre realtĂ , si trascina da anni e che non viene scalfita nemmeno dalla presentazione di dati sulla scarsa incidenza di eventi criminosi sul territorio. La sensazione, è stata la conclusione del responsabile dell’ordine pubblico locale, è che basti scorgere la presenza di persone sconosciute (per lo piĂš stranieri) per alimentare la paura. Una situazione che risulta anche estremamente difficile constratare perchĂŠ dinanzi alla paura non c’è discorso, non c’è statistica rassicurante che tenga. La gente ha paura; ogni altra parola è sprecata. La gente ha paura e chiede

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sempre maggiore protezione a volte anche al di fuori di ogni logica. E se lo Stato non è in grado di dare queste risposte sono poche le remore ad una sicurezza fai da te. Sono le statistiche a confermare questa tendenza. Le case degli italiani cominciano ad assomigliare ad altrettante Santabarbare. Mai come oggi, dicono i numeri di Eurispes, in Italia c’è un vero e proprio arsenale bellico “paralleloâ€?. Sono infatti circa 10 milioni le armi legali presenti nel Paese, con oltre quattro milioni di famiglie “armateâ€?, cioè in possesso di almeno una pistola. Nel 2007, ultimo anno di cui si conoscono i dati, la cifra delle persone in possesso di armi da fuoco era di 4,8 milioni, ovvero l’8,4% della popolazione. Sono 34mila i privati che posseggono un porto d’armi, ai quali si sommano le oltre 50mila guardie giurate, i circa 800mila cacciatori con licenza per abilitazione all’esercizio venatorio e i 178mila permessi per uso sportivo. Altri tre milioni di italiani hanno denunciato, invece, la presenza di armi in casa, ereditate o da collezione. Un vero e proprio “esercito paralleloâ€?, probabilmente meglio strutturato di quello a base regionale proposto dalla Lega nelle scorse settimane. Una situazione, però, che deve indurre a qualche riflessione, giĂ nel mondo della politica. PerchĂŠ se è vero che avere schiacciato l’acceleratore sul tema della sicurezza in qualche caso è stato redditizio non va sottovalutato il rischio connesso a questa “militarizzazioneâ€? del Paese. Non solo si apre la porta a una sorta di giustizia “fai da teâ€? (il sĂŹ all’operato del vigilante a Quinzano) ma si armano tante mani che in situazioni di particolare sofferenza possono dare vita a veri e propri drammi. Le cronache dei tanti omicidi-suicidi sono la piĂš triste delle conferme di tutto ciò.

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)RUPD]LRQH H FKLDUH]]D SHU LO UXROR GH Alberto Pluda (nella foto) è il segretario generale della Fisascat bresciana, il sindacato che si occupa anche del settore della vigilanza. Nei giorni che sono seguiti alla tragica sparatoria di Quinzano (già ricordata in queste pagine) è stato piÚ volte sentito per conoscere lo stato di salute del settore. Il segretario della Fisascat non ha voluto esprimersi su quanto avvenuto nella Bassa e sui protagonisti di questa triste pagina. Ha voluto invece

mettere l’attenzione sulle sofferenze che sta attraversando il settore della vigilanza, alle prese come molti altri, con una crisi che costringe tante aziende ad una massacrante corsa al ribasso che non può non tradursi in un taglio delle risorse da dedicare alla formazione dei propri addetti. “A Brescia, secondo i dati della Prefettura – afferma Pluda – sono un migliaio le guardie giurate. Si tratta di lavoratori che mediamente guadagnano

1000 euro al meseâ€?. Per accedere alla professione, dopo avere presentato le documentazioni necessarie, devono svolgere un corso di formazione che, alla ďŹ ne, si risolve nella conoscenza di alcune norme teoriche trasmesse dagli stessi istituti con corsi di poche ore. “Siamo dunque molto lontani – sono ancora considerazioni del segretario generale della Fisascat di Brescia – da quel bagaglio di conoscenze e di competenze che

invece necessiterebbero a una ďŹ gura professionale tanto delicataâ€?. Servirebbe una attenta preparazione pratica, cosĂŹ come sarebbe utile anche un supporto psicologico perchĂŠ una guardia giurata, come confermano i fatti di Quinzano, può trovarsi in situazioni che richiedono capacitĂ di controllo e una grande freddezza... “La nostra preoccupazione – continua Alberto Pluda – è che si torni a dare importante al momento della forma-


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armi sportive attratti, per la prima volta nella trentennale storia della rassegna, dalla possibilitĂ di provare sul campo i prodotti esposti. Molti, però, sono stati anche i visitatori “attrattiâ€? a Exa dal “fascinoâ€? che esercitano le armi ben oltre il loro utilizzo sportivo o venatorio. Un semplice sguardo al catalogo on line degli espositori conferma come a Brescia si siano presentate aziende che producono anche qualcosa di

diverso dalle armi per la caccia e lo sport. Difficile immaginare che un prodotto presentato come “arma avveniristica, dalle caratteristiche meccaniche uniche che ha suscitato l’interesse di corpi speciali di buona parte del mondo�, per chi ha fatto della sicurezza un lavoro possa essere incasellato tra le tipologie delle armi da caccia o sportive, analogo discorso merita la copiosa pubblicistica esposta alla manifestazione bresciana che non si occupa soltanto di

argomenti venatori. Se, dunque, i numeri da record soddisfano gli organizzatori della manifestazione e gli stessi espositori non possono non suscitare qualche riflessione scevra da possibili strumentalizzazioni. Exa non fa altro che rispondere al desiderio di quanti chiedono una vetrina per la produzione armiera. Il problema, al di là dei cacciatori e di chi usa le armi per la pratica sportiva, è capire perchÊ siano sempre di piÚ le persone attratte dalle armi.

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6HQWHQ]D VFRQWDWD H FHQWUDOLVWD Stop ai sindaci sceriffi dotati di ampi poteri per garantire la sicurezza delle comunuitĂ loro affidare. Nelle scorse settimane la Corte costituzionale ha bocciato alcuni provvedimenti adottati dal Governo nel 2008 nell’ambito del pacchetto sicurezza e che si sono tradotti sostanzialmente in divieti anti-accattonaggio o anti-lucciole in numerose cittĂ d’Italia. L’illegittimità è stata stabilita dalla Corte, che ha bocciato la legge 125 del 2008 nella parte in cui consente che il sindaco adotti provvedimenti ‘’a contenuto normativo ed efficacia a tempo indeterminato’’ per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano la si-

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curezza urbana, anche al di fuori dai casi di ‘’contingibilitĂ e urgenza’’. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, a suo tempo, fermo sostenitore del pacchetto sicurezza ha ritenuto il pronunciamento della Corta costituzionale un errore. “Si tratta di un fatto formale – ha affermato – ci vuole una legge e non un decreto amministrativo e noi rimedieremo per ripristinare questa norma importanteâ€?. Voce nei giorni scorsi ha chiesto un parere sulla bocciatura dei “sindaci sceriffiâ€? da parte della Consulta anche al vicesindaco di Brescia, il leghista Fabio Rolfi, che fra le deleghe assessorili conta anche quella alla sicurezza. Il vice sindaco ha parlato di “sentenza giĂ scritta che conferma l’orientamento centralista della Corteâ€?. Un’organismo, ha continuato Fabio Rolfi, restio a ogni cambiamento che possa andare nella direzione del federalismo e nel riconoscimento dei sindaci, “massimi rappresentanti della comunitĂ locale, scelti dal popolo a differenza della Corte, e di un loro ruolo, se pur limitato, importante ed efficace nella sicurezza urbanaâ€?. Una sentenza, quella pronunciata dalla Corte costituzionale contro alcune misure del “pacchetto sicurezzaâ€? che non è in sintonia con il pensiero di un Paese che voglia dirsi federalista moderno e occidentale. “Politicamente – sono ancora considerazioni del vice sindaco di Brescia – in Italia non si riesce ad affermare questa figura a causa di questi rigurgiti centralisti che impediscono il cambiamentoâ€?. Per questo Rolfi apprezza l’intenzione del ministro Maroni di insistere sulla strada intrapresa: “Ha annunciato che modificherĂ la legge per ripresentare in forma piĂš solida questo potere dei Sindaci, che ha dato un contributo importante alla sicurezza delle nostre cittĂ â€?.

HOOH JXDUGLH JLXUDWH zione in una professione particolareâ€?. Non basta, in sostanza, avere un porto d’armi per dirsi guardia giurata. “Si tratta di un tema che chiama in causa direttamente la responsabilitĂ degli istituti della vigilanza privata – sono ancora considerazioni di Alberto Pluda – perchè si facciano garanti della qualitĂ del servizio svolto dai loro dipendentiâ€?. Si tratta di discorsi teorici sui quali pende, come una spada di Damocle, un confronto per il rinno-

vo del contratto che si protrae ormai dai 28 mesi. “Le richieste migliorative avanzate - afferma Pluda – non trovano però ascolto anche per una serie di normative che hanno equiparato, per quel che concerne orari e turni di lavoro, le guardie giurate alle altre forze di poliziaâ€?. La situazione, insomma, non sembra deporre a favore di una serena risoluzione dei tanti problemi esistenti e che rischiano di incidere sulla qualitĂ del servizio offerto.

Quel che Pluda e la Fisascat chiedono è chiarezza per un settore che spesso e volentieri brancola in condizioni di estrema confusione. “Da tempo stiamo chiedendo, anche per tutelare i lavoratori del settore, che si metta mano a un mansionario che dica una volta per tutte quello che una guardia giurata deve fare e ciò che, invece, non è di sua competenzaâ€?. Diversamente il rischio di episodi come quello di Quinzano è sempre in agguato.

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La proposta di mediazione dell’Unione africana che poggia su tre punti cardine come la ďŹ ne immediata di tutte le ostilitĂ , le agevolazioni per la consegna degli aiuti umanitari e il lancio del dialogo tra i partiti libici in vista di un periodo di transizione dei poteri, non ha trovato spazio a Bengasi e le parti coinvolte nel conitto libico rimangono arroccate su posizioni che appaiono inconciliabili. La proposta di mediazione avanzata dall’Unione africana non

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è stata accettata a Bengasi perchĂŠ “non include l’uscita di scena di Muammar GheddaďŹ e dei suoi ďŹ gli, non tiene conto della risoluzione Onu e non rispetta i voleri del popolo libicoâ€?: sono le parole di Mustafa Jalil, capo del Consiglio nazionale transitorio (Cnt) libico pronunciate dopo l’incontro con i rappresentanti dell’Unione africana a Bengasi. Un riďŹ uto ampiamente preannunciato da dichiarazioni del fronte che si oppone al RaĂŹs e che

considera “non negoziabileâ€? la sua partenza dal Paese nel quadro di un’intesa per il “cessate il fuocoâ€? e l’avvio di un dialogo per la soluzione del conitto. Intanto, sul terreno, proseguono a fasi alterne gli scontri tra i ribelli che avanzano da Ajdabiya verso Brega e le milizie fedeli a GheddaďŹ , cosĂŹ come continuano, seppure con minore intensitĂ , le azioni militari della comunitĂ internazionale riunite nell’operazione “Odissea all’albaâ€?.

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stata, e probabilmente lo è ancora, una delle pagine piĂš violenze della cronaca africana, anche se quanto sta avvenendo nei Paesi arabi, l’ha fatta passare in secondo piano, affidandone la comunicazione agli appelli e alle grida dall’allarme dei missionari che operano nel Paese. La crisi che sta mettendo in ginocchio la Costa d’Avorio, non ha avuto, come molte altre dell’Africa, l’attenzione che avrebbe meritato per la gravitĂ dei fatti registratisi negli ultimi mesi. Le violenze che ancora insanguinano il Paese sono frutto del contrasto tra i due candidati che alle presidenziali del novembre 2010 avevano ottenuto il maggior numero di voti: il presidente in carica Laurent Gbagbo (45,9%) e il leader dell’opposizione Alassane Outtara (54,1%) che rappresentano, piĂš o meno direttamente, le due fazioni che nel 2002 si sono scontrate in una sanguinaria guerra civile. La Corte costituzionale del Paese ha assegnato la vittoria al primo decretando illegittima l’elezione di Outtara poichĂŠ nel corso delle votazioni si sarebbero verificati numerosi brogli che avrebbero avvantaggiato il leader dell’opposizione. La decisione ha scatenato la reazione violenta dei sostenitori di Outtara, che hanno dato il via a una lunga crisi post eletto-

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re le loro abitazioni. Fonti ufficiali parlano di migliaia di morti, 800 dei quali nel solo massacro di Duekouè. Outtara ha potuto fare affidamento sui ribelli armati che hanno occupato principalmente l’area settentrionale del Paese, mentre Gbagbo ha avuto il sostegno dell’esercito. Per mesi Laurent Gbabgo, il presidente uscente, si è rifiutato di riconoscere i risultati, condannando un intero Paese a una situazione di profonda insicurezza e bloccato da una gravissima crisi umanitaria. La gravitĂ della situazione verificatasi in Costa d’Avorio ha indotto Be-

nedetto XVI a lanciare numerosi appelli alla pace e alla riconciliazione nelle ultime settimane. Il Papa aveva anche inviato il card. Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, per tentare una mediazione, ma è rientrato l’8 aprile a Roma perchĂŠ non è stato possibile arrivare ad Abidjan. Altri tentativi di mediazione ecclesiale non hanno portato frutti. Nei giorni scorsi, infine, la notizia della capitolazione e del conseguente arresto di Gbabgo. La speranza è che il passaggio di consegne avvenga in maniera indolore e senza vendette trasversaliâ€?.

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Ă‹ XIILFLDOH )XNXVKLPD FRPH &KHUQRE\O I peggiori scenari che per settimane il governo di Tokio ha cercato di scongiurare si sono materializzati. Da qualche giorno è certo che il disastro nucleare della centrale giapponese di Fukushima (nella foto) è come quello di Chernobyl. L’ufďŹ cialitĂ della notizia è stata data dall’Agenzia giapponese per la sicurezza del nucleare che ha innalzato a sette il livello di rischio nella centrale nucleare danneggiata dal sisma e dal-

lo tsunami dell’11 marzo scorso. Lo stesso livello della centrale ucraina esplosa nel 1986. Il massimo livello di rischio, oltre il quale non è possibile andare, stato decretato dopo avere accertato che i tecnici non riescono a fermare la fuoriuscita dai reattori danneggiati di iodio-131. Tracce radioattive dannose per l’uomo sono state rilevate dagli esperti a circa 60 km dalla centrale, ben oltre l’anello di evacuazione di 30 km

imposto in precedenza dal governo. Nuove scosse sismiche, alcune delle quali anche di rilevante intesità , continuano a registrarsi nelle prefetture di Iwati e Fukushima tanto da costringere le autorità della centrale nucleare a evacuare il personale impegnato nell’operazioni di messa in sicurezza dell’impianto. La gravità delle notizie che arrivano dal Giappone tiene alta anche l’attenzione di Caritas Italia che, attra-

verso le sue articolazioni diocesane, si è messa a disposizione di quella giapponese per un aiuto concreto alle popolazioni cosĂŹ duramente colpite dal sisma. Ancora oggi, a oltre un mese di distanza dalla calamitĂ nazionale sono moltissimi i giapponesi che possono contare sugli aiuti e sull’assistenza fornita dalla Caritas nipponica a cui giunge la solidarietĂ di tutto il mondo.


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garanzie, con impieghi temporanei, costretti a rimettersi in gioco ogni volta. Senza sicurezze, che fanno fatica a immaginare e costruire il futuro. SďŹ orano i quattro milioni di persone, e i numeri sono in crescita. Il problema del precariato, e del lavoro in senso piĂš ampio, è davvero uno di quelli decisivi per il Paese. La manifestazione dei giorni scorsi e il rilancio del tema del lavoro è allora un’occasione di “risveglioâ€? di cui il Paese deve tenere conto.

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ontinua senza sosta, nonostante il tema sempre attuale della partenza di migliaia di profughi dalle sue coste, l’opera di accreditamento internazionale della “nuovaâ€? Tunisia. Si stanno infatti moltiplicando gli inviti delle autoritĂ del Paese nordafricano per mostrare la nuova stagione democratica nel quale la gente tunisina crede. Si colloca in questa prospettiva anche l’invito rivolto nelle scorse settimane dal locale ministero del Turismo a Brevivet. In via Monti a Brescia erano stati elaborati programma culturali e religiosi per la Tunisia. La rivoluzione dei mesi scorsi aveva destato non poche preoccupazioni nei vertici di Brevivet tanto da chiedere ragguagli al suo fiduciario nella capitale. Come risposta è giunto a Brescia l’invito del ministro: venite e vedete! Brevivet ha cosĂŹ organizzato una delegazione di operatori turistici e di giornalisti che, guidati dal presidente Giovanni Sesana, Michele Peli della segreteria e don Claudio Zanardini assistente pastorale, ha vissuto una breve esperienza nel Paese che ha avviato un nuovo corso. Impegnata per “capireâ€?, immersa in una palpabile atmosfera di tranquillitĂ operosa quotidiana in attesa delle elezioni per la Costituente del prossimo luglio, per la definizione della “cartaâ€? della nuova democrazia, la delegazione bresciana ha avuto incontri stimolanti, con

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Houass – . Ma se non rilanciamo la nostra economia, possiamo mettere tutte le navi che vogliamo a guardia delle nostre coste, in tre mesi saremo daccapoâ€?. Per il Ministro diventa importante allora rilanciare il settore del turismo, “un campo – ha ricordato – che produce 800mila posti di lavoro e che in gennaio ha perso il 40% del suo potenzialeâ€?. Mons. Lahham ha chiesto ai bresciani di guardare a quanto successo in Tunisia non solo con occhi italiani. “Quanto avvenuto – ha affermato l’Arcivescovo che guida una comunitĂ di 22mila fedeli divisi in 11 parrocchie di cui quattro nelle Capitale – ha sorpreso tutti. Ma dopo 23 anni il desiderio di dignitĂ , libertĂ e pace era incomprimibile in tuttiâ€?. Mons. Lahham ha definito un miracolo la scolta democratica conosciuta dalla Tunisia, una svolta possibile anche per il senso civico di tanti giovani che hanno animato la rivoluzione. L’Arcivescovo non teme, a dispetto di quanto si pensa in Occidente, che il Paese possa conoscere una deriva islamica. “Per essere ammessi alle elezioni – afferma al proposito – ai vengono chieste tre garanzie: accettazione della democrazia, salvaguardia dei diritti delle donne qui liberissime; libertĂ di culto. Ho la sensazione che qualsiasi partito islamico se vorrĂ essere protagonista della vita politica dovrĂ accettarle, pena l’essere relegato a un ruolo marginaleâ€?.

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Remando per la solidarietĂ . Domenica 17 aprile, a partire dalle 15.30, è in programma la sďŹ da del remo tra il lago d’Iseo e il lago di Garda condotta con tre diverse imbarcazioni: i gondolini gardesani, le bisse e le Vip 7,50 (una nuova classe omologata dalla Federazione italiana canottaggio a sedile ďŹ sso). Il campionato termina il 5 giugno dopo altre cinque gare condotte sul lago di Garda con la ďŹ nale a Peschiera. Il 17 sul lungolago di Clusane si tiene “Remiamo per il

MartedĂŹ 19 aprile alle ore 20.30 la comunitĂ di Gottolengo rivive gli ultimi momenti della vita terrena di GesĂš nella tradizionale Via Crucis vivente. Si parte dalla chiesa parrocchiale con l’ingresso di GesĂš a Gerusalemme e con la rievocazione dell’ultima cena, per illuminare la vita di GesĂš come un fatto di comunione: una vita donata. La strada che va all’oratorio sarĂ la via che porterĂ GesĂš alla crociďŹ ssione. La croce racconta di uno sconďŹ tto che è vittorioso,

Laudato Si’�, la prima prova del campionato primaverile 2011 dei gondolini gardesani organizzata dagli Amici di RaphaÍl e dal gruppo sportivo Clusanina con la partecipazione di due equipaggi clusanesi. Alle 18 le premiazioni. Durante il pomeriggio ci saranno anche degli stand informativi curati dal gruppo RaphaÍl. L’intero ricavato della manifestazione sarà devoluto alla Fondazione Laudato Si’ per la costruzione dell’ospedale oncologico di Rivoltella.

perchĂŠ in esso appare la malvagitĂ dell’uomo, ma nel contempo il perdono di GesĂš. In oratorio, oltre alla morte, si rivivrĂ la veritĂ del crociďŹ sso: la risurrezione. La storia di GesĂš continua nella Chiesa, fatta di uomini increduli come i discepoli di Emmaus che solo quando GesĂš spezza il pane lo riconoscono e sono certi che è risorto. Anche a Quinzano d’Oglio venerdĂŹ 15 aprile, la Via Crucis vivente si snoderĂ per le strade del paese, partendo da San Giuseppe alle ore 20.30. (d.m.)

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/H DUPL SHU LO PRPHQWR QRQ SRVVLDPR XVDUOH Avevo giĂ scritto la mia nota settimanale dedicandola alla giustizia italiana. L’ho accantonata perchĂŠ il problema della giustizia è sempre di attualitĂ in questa repubblica delle banane. PiĂš urgente puntare l’obiettivo su un fatto che denuncia un’altra forma di persecuzione della giustizia (e di incoerenza di molti predicatori nostrani). Anche in queste settimane, di fronte all’esodo delle popolazioni nordafricane, quante volte abbiamo sentito ripetere, da parte di politici e di cittadini comuni, prima degli inviti a rimandare tutti alle loro case (“fuori dalle palleâ€? secondo il linguaggio sempre signorile di Bossi), poi degli accorati appelli cosĂŹ formulati: “Aiutiamoli a casa loroâ€?. A smentire tutti, ma soprattutto i politici, provvedono i dati dell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) debitamente pubblicizzati dalle Ong (organizzazioni non governative) italiane. I numeri sull’aiuto pubblico dell’Italia ai Paesi poveri dicono che siamo scesi dallo 0,16% allo 0,15% del Pil, con una contrazione in termini reali rispetto al 2009 dell’1,5%, ma del 35% rispetto al 2008. Quest’ultimo è l’anno in cui il signor B, dopo il G8 de L’Aquila promise di arrivare allo 0,7%. In questo modo, dicono le Ong, il nostro Paese contribuisce all’allontanamento di tutta l’Unione europea dagli obiettivi continentali. Il contributo dell’Italia nella comunitĂ dei Paesi Ocse donatori scende dal 3,9 % del 2008 al 2,5% nel 2010 con una contrazione del contributo a livello Ue dal 6,7% al 4,4%. L’Italia si conferma fanalino di coda dei Paesi dell’Unione, addirittura dopo la Grecia che, invece, nonostante

le difďŹ coltĂ di bilancio continua a destinare lo 0,17% del Pil all’aiuto pubblico allo sviluppo. Il contributo del nostro Paese in termini assoluti è pari a quello del Belgio (11 milioni di abitanti) e della Danimarca (5 milioni e mezzo). Qualcuno magari tirerĂ in ballo la crisi, ma c’è chi, nonostante la crisi, aumenta gli aiuti. Sono pochi i Paesi Ocse che li hanno tagliati. Non il Portogallo e neppure gli Stati Uniti, che hanno aumentato gli stanziamenti rispettivamente del 31,5% e del 3,5%. I Paesi che hanno ridotto l’aiuto oltre l’Italia sono stati la Grecia, l’Irlanda e la Spagna, ma, a parte la Grecia che comunque dĂ piĂš dell’Italia come abbiamo visto, gli altri due Paesi destinano rispettivamente lo 0,53% e lo 0,43% del loro Pil all’aiuto pubblico allo sviluppo. Rispetto a quanto l’Italia si era impegnata a fare a livello europeo nel 2005 mancano attualmente all’appello 5,4 miliardi di euro: il nostro Paese è responsabile del 43% dell’ammanco, rispetto agli obiettivi preďŹ ssati dall’Unione europea e dal G8 di Gleneagles del 2005. “L’Italia Čƒ ribadiscono le Ong Čƒ è dunque il principale responsabile dell’affondamento della credibilitĂ europea per la cooperazione allo sviluppo, nonostante gli sforzi di quei Paesi Ueâ€?. Tutto questo mentre stiamo accusando l’Europa di insensibilitĂ per il problema degli immigrati africani. Da che pulpito viene la predica! Naturalmente non ci sono state e non ci saranno manifestazioni in piazza per rivendicare un maggior impegno verso chi sta male o muore di fame. Accontentiamoci del fatto che il vice-ministro leghista Castelli ha detto che non possiamo usare le armi contro i disperati. Per il momento.


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Dal febbraio 2010 don Vittorio Brunello guida, oltre alla parrocchia di Beata, anche quella di Gratacasolo. Due realtĂ vicine che però di fatto non hanno mai lavorato insieme, ma che, data la carenza di sacerdoti, si ritrovano a lavorare sotto la cura pastorale di un unico Parroco. Ora non resta che costruire un percorso di tipo unitario, cercando di mettere insieme le energie. GeograďŹ camente i due siti non sono poi cosĂŹ lontani:

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sono divisi da un torrente, ma sono anche uniti da un ponte. Non bisogna, inoltre, dimenticare la particolarità di Gratacasolo che gravita territorialmente su tre Comuni (Pisogne, Piancamuno e Rogno) e due province. L’inaugurazione della nuova chiesa di Beata ha coinvolto anche i fedeli di Gratacasolo, che sentono la nuova chiesa come parte integrante della comunità . Entrambe le realtà negli ultimi anni sono state oggetto di una

forte immigrazione e sono in continua espansione: le giovani famiglie che vogliono costruire una casa si spostano, infatti, nel fondo valle. Si sa che il territorio camuno non è proprio cosĂŹ fertile per lo sviluppo lavorativo, ecco allora che in molti si spostano dall’Alta Valle. A Beata (frazione di Piancamuno) sono stati raggiunti i 900 abitanti, mentre Gratacasolo ha superato i 2000 abitanti: sul mercato ci sono, inoltre, nuove costruzioni.

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nnocenzo da Berzo, Annunciata Cocchetti, Geltrude Comensoli, Mosè Tovini, Giuseppe Tovini, Gerosa e Capitanio. Sono questi i sette Santi e Beati della Valle Camonica che campeggiano sulle vetrate della nuova chiesa della parrocchia della Beata, inaugurata lo scorso 3 aprile dal vescovo Monari. La collocazione dei Santi ha un significato ben preciso e rimanda, come sottolinea il parroco don Vittorio Brunello, a un legame con la storia. Queste figure in diversi ambiti e con differenti carismi hanno incarnato le virtĂš della caritĂ , dell’imprenditorialitĂ , della preghiera, mantenendo come fondamento la vita cristiana. Ancora oggi sono invocate dai camuni, che hanno potuto apprezzarne le gesta e le attitudini. La storia cristiana ha, quindi, radici profonde in Valle, ma, forse, ha bisogno anche, vista la secolarizzazione, di essere rispolverata per attingere ancora allo spirito che ha mosso questi protagonisti della vita quotidiana. Non a caso il vescovo Monari nell’omelia della Santa Messa ha esortato la comunitĂ a essere “luce della fedeâ€?. I fedeli hanno atteso con trepidazione la nuova parrocchiale dedicata, anche perchĂŠ la vecchia chiesa da tempo non era piĂš sufficiente a contenere il sempre crescente numero di abitanti. I lavori erano partiti prima

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‡”‘•ƒ ‡ ƒ’‹–ƒÂ?‹‘ del 2004, anno in cui ha fatto il suo ingresso come parroco don Vittorio Brunello. Dal febbraio 2010 don Brunello guida anche la comunitĂ di Gratacasolo. La nuova chiesa parrocchiale è stata intitolata alla San-

ta (“non sacra, visto che sono personeâ€? spiega il Parroco) Famiglia. Se pur di costruzione recente (risale alla prima metĂ del Novecento), la parrocchiale aveva spazi troppo angusti; ora l’intenzione è quella di “recuperarlaâ€? come santuario per salvaguardare cosĂŹ (ritorna questo concetto) la tradizione religiosa. La popolazione da 200 anni ha una devozione particolare per la Madonna della Valle, una santella dedicata vicino alla Val Palot: nei tempi passati quando c’erano abbondanti piogge, il paese – a rischio sopravvivenza – chiedeva la protezione di questa

santella. La parrocchia ha anche il patrocinio della Beata Maria Vergine quasi a indicare una sensibilità nella storia. Il 3 aprile 2011 verrà ricordato a lungo come un giorno di festa con un intero borgo che si è preparato per un appuntamento inseguito a lungo. Se la progettazione era partita prima del 2004, i lavori veri e propri sono andati avanti negli ultimi tre anni. Dopo la chiesa di Padergnone, quella di Beata è la seconda chiesa costruita nel terzo millennio, segno che il Bresciano è ancora una terra che si affida a quei valori cristiani che ne hanno fatto la storia.

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Cosa si può dire al riguardo? “La posizione della Chiesa, se ascoltata, potrebbe evitare radicalizzazione inutili. La Cei afferma: “Il diritto alla libertĂ religiosa è un diritto fondamentale e va ovviamente garantito agli immigrati che approdano in Italia ‘secondo le forme stabilite dalla nostra Costituzione’. Le moschee non sono solo luogo di culto, ma anche di educazione sociale e civile; mentre la Chiesa afferma che ogni religione ha il diritto al proprio

culto, la stessa Chiesa riafferma il diritto dell’autoritĂ a garantire che tale diritto venga esercitato entro i conďŹ ni della legalitĂ â€?. Di fronte al solito stucchevole dibattito, risuonano quanto mai provvide le affermazioni di mons. SpreaďŹ co, presidente della commissione Cei per l’evangelizzazione dei popoli e il dialogo fra le Chiese: i Vescovi ritengono che la costruzione di una moschea (a Milano ndr) “non è affatto un affronto al radicamento delle radici cristiane o alla

nostra fede ma rappresenta una questione che va affrontata senza conitto ma con pragmatismo. Il problema è che tutto diventa motivo di contrapposizione, Sembra impossibile ragionare. Ci vuole piĂš cultura, volontĂ di dialogo e di costruire il bene comuneâ€?. Dialoghiamo; a livello politico e pragmatico dialoghino soprattutto i laici, cattolici e non: è un loro compito, Naturalmente sempre “semplici come le colombe e prudenti come i serpentiâ€?.

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l crescente numero di immigrati islamici richiede la presenza di luoghi di culto? L’abbiamo chiesto a Fabio Rolfi e a don Fabio Corazzina. Fabio Rolfi: “Non c’è la necessitĂ . Brescia conta giĂ due importanti luoghi di culto islamici. I luoghi di culto ci sono, ma vanno governati e va governata la loro diffusione. L’Islam appare come una religione che vuole controllare un territorio; vuole affermare un diritto parallelo: nei Paesi islamici gli orientamenti giuridici sono plasmati su quelli religiosi. La diffusione di luoghi di culto non potrĂ non essere oggetto di conflitti fino a quando non sarĂ chiarita la distinzione tra fede e fanatismo. Spesso le indagini della magistratura vengono accolte con critiche da parte di chi controlla le moschee. Questo non fa altro che alimentare il sospetto di una complicitĂ , che andrebbe interrotta per garantire un confronto piĂš equilibratoâ€?. Don Fabio Corazzina: “A Brescia

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perchĂŠ siano evitati i rischi di fondamentalismi. Bisogna fare i conti con il coraggio e la forza del dialogo interreligioso: dialogare nella vita con i vicini, pregare l’uno per l’altroâ€?. Non ci saranno altre moschee? Fabio Rolfi: “Questa è una garanzia, è sicuroâ€?. Come si risponde al Comitato Quartiere Sicuro di viale Piave o alle persone che hanno paura? Fabio Rolfi: “Con una semplice ordinanza di chiusura dopo che abbiamo notificato l’ordinanza che ne revoca l’agibilitĂ . Ăˆ una risposta di natura tecnica perchĂŠ andiamo a riconoscere che in quel luogo (uno scantinato di un condominio, nella foto in alto) la moschea non può starci. Sulla presenza dei luoghi di culto è necessario il governo della politica. Quando i tempi saranno maturi, ci vorrĂ una legge che ne governi la diffusione su un territorio che ha una tradizione cristiano-cattolica. Non si può pensare di mettere una moschea in ogni quartie-

re; serve una legge che preveda dove collocarle, un albo degli imam, l’obbligo di predica in italiano. Ăˆ necessaria la massima trasparenza: per gli islamici che vogliono esercitare un loro diritto e per la pubblica sicurezzaâ€?. Don Fabio Corazzina: “Ci sono cose semplici da fare. Uno comincia con il vicino di casa, con i genitori dei figli che vanno a scuola con i nostri ragazzi, in oratorio, nel volontariato, nella lotta per i diritti civili, nella solidarietĂ sul posto di lavoroâ€?.

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Anche quest’anno l’UniversitĂ Cattolica del Sacro Cuore ha ospitato la rassegna “Un viaggio nel volontariato - Officina del volontariato europeoâ€? dedicata alla conoscenza delle realtĂ associative operanti nei diversi settori d’intervento. Durante l’iniziativa, promossa dal Centro servizi per il volontariato, in collaborazione con l’Osservatorio sul volontariato dell’UniversitĂ cattolica, per invogliare e sensibilizzare i giovani è stato privilegiato l’aspetto del fare un’esperienza, del provare piuttosto che l’aspetto puramente informativo. Nel corso della rassegna è stato presentato il concorso fotografico “Scatti al Voloâ€? promosso dalla SocietĂ San Vincenzo de’ Paoli. “L’Officina è il luogo dove si lavora – ha sottolineato Urbano Gerola –. Serve per far vedere quali sono le at-

tivitĂ delle associazioni, ma soprattutto per far scoprire la gioia che c’è tra le persone che fanno volontariato. Il nostro obiettivo è insegnare ai giovani la gratuitĂ . Attraverso il volontariato si esercita la relazione, la vicinanza, si impara ad accettare l’altro cosĂŹ com’è, si fanno esperienze che aiutano a maturare umanamenteâ€?. Su questo fronte anche il concorso “Scatti al Voloâ€? rivolto ai giovani dai 15 ai 35 anni. Ai partecipanti è richiesto infatti di presentare attraverso le fotografie, non solo momenti di vita associativa, ma anche la propria idea di solidarietĂ , partecipazione. Le immagini dovranno essere inviate all’indirizzo scattialvolo@sanvincenzobrescia.it entro il 15 ottobre 2011. Le premiazioni saranno il 3 dicembre 2011. Per iscrizioni, www.sanvincenzobrescia.it. (a.t.)

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quattro anni dopo fu avviato un laboratorio ergoterapeutico. Il progetto nel 2008 ha ottenuto il riconoscimento della Regione trasformandosi nell’attuale Centro socio-educativo. Le persone che frequentano il Cse, oggi all’interno della struttura di Fiumicello, sono affette da disabilità psichica e/o psicologica, pertanto il lavoro degli educatori mira a creare un equilibrio all’interno di vite spesso sregolate, offrendo un appoggio alle famiglie attraverso

un servizio diurno e sperimentale. La Cooperativa, presieduta da don Franco Bresciani, discepolo di don FÊ e con lui tra i fondatori del progetto, realizza anche un programma educativo di strada, che ha l’obiettivo di prevenire l’uso di sostanze stupefacenti tra i giovani considerati a rischio. L’impegno nei confronti dei minori si concretizza inoltre nelle due comunità di alloggio, maschile e femminile, all’interno delle quali gli ospiti imparano a far

fronte alle loro responsabilitĂ , occupandosi dei loro spazi, frequentando la scuola e le attivitĂ proposte. “L’intento di don Roberto era far sentire questi ragazzi a casaâ€? spiega il dott. Alberto Castiglioni, vicepresidente della Cooperativa e dal 1991 al servizio di essa “circa la metĂ di loro, una volta usciti, trovano casa e lavoro, ma spesso tornano per offrirci il loro aiuto, sintomo della creazione di un legameâ€?. Gli ospiti sono in gran parte stranieri. (a.g.)

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’Ufficio scolastico territoriale di Brescia e il Glip, Gruppo di lavoro interistituzionale provinciale per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilitĂ , hanno organizzato, con la col collaborazione di alcuni Istituti e Associazioni la settimana delle buone pratiche di integrazione, denominata “Un passo dopo l’altro. Il cammino dell’integrazioneâ€?. L’iniziativa è biennale e questa edizione, la quarta, è dedicata alla documentazione dello storico passaggio dalla scuola speciale all’integrazione degli alunni con disabilitĂ nella scuola di tutti, grazie ad una legge del 1971 e si snoda attraverso una mostra, un convegno e una pubblicazione. La mostra – 30 pannelli che ‘disegnano’ 40 e piĂš anni di storia bresciana – è stata inaugurata il 13 aprile e fino al 20 aprile è visitabile presso l’Aula magna dell’Itc Abba-Ballini di Brescia, dopo di che potrĂ essere itinerante per scuole ed istituzioni che ne avessero a fare richiesta all’Ust, tel. 030.20121. “L’iniziativa vuole raccontare alla cittĂ la storia dell’integrazione dei disabili nella scuola – ha detto la dirigente dell’Ust Maria Rosa Raimondi – e il titolo è

significativo perchĂŠ, partendo da ‘prima’, vuole lasciare traccia del passato, ‘camminando’ per quattro decenni e guardando al futuroâ€?. “Abbiamo raccolto testimonianze e documenti su ciò che era prima del 1971 – ha detto il referente per l’integrazione dell’Ust Giancarlo Onger – affinchĂŠ si capisse meglio la difficoltĂ del percorso compiuto, che, per Brescia, si può definire piĂš che soddisfacenteâ€?. Alcuni dati, fonte Ctrh, Centri territoriali risorse handicap, consentono di osservare

come il rapporto tra il numero degli alunni e quello dei disabili – riferito alle scuole statali dalla materna alle superiori e per gli anni scolastici dal 2002/2003 al 2010/2011 – sia in continuo aumento. Dai 134.100 alunni, di cui 1.830 disabili, con un rapporto pari all’1,36% si è passati in nove anni a 153.047 alunni, con 3.228 disabili, elevando il rapporto al 2,1%, “ponendo Brescia, in ambito integrativo, ai primi posti a livello nazionaleâ€?, ha sottolineato Giancarlo Onger.


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Ž‹ ƒÂ?œ‹ƒÂ?‹ ŠƒÂ?Â?‘ —Â? Â?—‘˜‘ ‡Â?–”‘ †‹—”Â?‘ ‹Â?–‡‰”ƒ–‘ L’amministrazione comunale di Leno ha inaugurato il nuovo Centro diurno integrato. La struttura, realizzata dal Comune in collaborazione con la Cooperativa Sociale Il Gabbiano di Pontevico, è ospitata all’interno di uno stabile di proprietĂ del Comune: la “Ex Casa Gardaâ€?. Il Centro sarĂ in grado di ospitare ďŹ no a 20 anziani. “In questa nostra struttura – ha riferito il sindaco Piero Bisinella – offriamo alle persone anziane, ma parzialmente autosufďŹ cienti,

una serie di servizi socio-sanitari ďŹ nalizzati a mantenere l’autonomia residua, e favorire la permanenza dell’anziano nella propria casa e nella comunitĂ di appartenenza. L’avvio delle attivitĂ sarĂ graduale per consentire agli anziani un inserimento ed una conoscenza piĂš approfondita delle attivitĂ â€?. Il Centro diurno integrato, funzionante dal lunedĂŹ al venerdĂŹ, dalle ore 8 alle 18, si potrĂ trovare assistenza alla persona, animazione, assistenza

medico-infermieristica, riabilitativa e occasioni di svago e socializzazione in collaborazione del volontariato locale. Questo progetto si afďŹ anca al continuo lavoro di riqualiďŹ cazione delle strutture comunali destinate alla salute degli anziani e ai 50 posti letto allestiti per la riabilitazione, giĂ realizzati dalla Fondazione Dominato Leonense all’ospedale di Leno. “Il Centro diurno integrato – precisa il sindaco Bisinella – è un altro

tassello che dĂ corpo a quella rete di servizi sociali e socio-sanitari giĂ attiva sul territorio comunale e costituisce uno splendido risultato per i bisogni degli anziani. Con quest’opera l’amministrazione comunale ha dato una risposta concreta di sostegno alle famiglie che si occupano quotidianamente della cura dei propri anzianiâ€?. Per ulteriori informazioni sui servizi rivolgersi all’ufďŹ cio dei Servizi sociali del Comune di Leno. (mtm)

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eclinare la solidarietĂ in gesti concreti dall’alto valore simbolico. CosĂŹ il Rotary club Brescia Manerbio, coordinato dal dott. Nedo Brunelli, nell’ambito del Distretto 2050 Rotary International, durante un convegno dedicato alle energie ecosostenibili, ha presentato a Bagnolo il progetto per cui saranno donati 40 pannelli solari al “Villaggio della Speranzaâ€? in Tanzania. LĂŹ da dieci anni è impegnata l’associazione bagnolese “Progetto Tanzaniaâ€? con responsabile Gigi Marini. Una mattinata dedicata a scienza, tecnica e altruismo. Dopo il saluto dell’ing. Massimiliano Schiavini, presidente del Rotary club di Manerbio, Stefano Godizzi a nome dell’amministrazione comunale ha illustrato il proprio apprezzamento per l’iniziativa, significativa dal punto di vista della strategia: quella cioè di non passare ai Paesi del Terzo Mondo modelli di sviluppo necessariamente energivori. Quindi, il dirigente scolastico di scuola superiore Giancarlo Bornati calava nell’esperienza concreta dei ragazzi l’opportunitĂ di una solidarietĂ agita. “Un’opportunitĂ da cogliere favorevolmente Č‚ ha sottolineato il preside Bornati Č‚ capace di lasciare impronta valoriale piĂš di mille discorsi in adolescenti in crescita, in linea con la scelta culturale e di metodo di una scuola che ha nell’attivitĂ laboratoriale e nell’intercultura due fondamenti

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Si è detto, tra l’altro, della Provincia di Brescia che è tra le prime in Italia per il numero di impianti fotovoltaici, e dell’ energia, che è un’ipotesi, un modello matematico. “Al di lĂ dell’importanza dei sistemi di trasformazione e di accumulo dell’energie Č‚ sottolineava Spedini Č‚, in Italia occorre il coraggio dello svecchiamento, con conseguente riduzione dei costi di importazione (50 miliardi all’anno il valore dell’energia importata) e incremento di risorse umane lavorativeâ€?. L’ing. Zeziola dal canto suo richiamava l’enorme quantitĂ dell’energia solare, nella condizione di essere prodotta capillarmente, con la possibilitĂ di trovare soluzioni adeguate alla tempistica di utilizzo. A questo punto il convegno voltava nuovamente pagina con l’intervento di Gigi Marini che illustrava l’attivitĂ del “Villaggio della speranzaâ€? volto Č‚ ed è una semplificazione Č‚ alla cura e alla crescita umana di quasi 200 bambini e ragazzi, orfani e affetti dal virus dell’Aids, una piaga che in questi anni ha colpito molti Paesi africani e in particolare la Tanzania. Ultime battute all’ing. Renato Brignani, presidente del Rotary manerbiese, dell’ing. Luigi Piovani insegnante all’Istituto Pascal di Manerbio,dell’ing. Garavelli progettista dell’impianto fotovoltaico che si andrĂ ad installare in Tanzania, garantito per 35 anni di durata, e di mons. Severino Chiari, parroco di Bagnolo: parole che è stato bello ascoltare.

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Appuntamento con la grande musica sabato 16 aprile a Orzinuovi. Alle 21.00, infatti, presso il centro culturale “Aldo Moroâ€?, in via Palestro, si esibirĂ il chitarrista e compositore genovese Beppe Gambetta, virtuoso della chitarra acustica apprezzato specialmente negli Stati Uniti e in Canada. L’evento, patrocinato dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Orzinuovi, farĂ conoscere al pubblico bresciano un artista

Sabato 16 aprile, alle ore 21, nel Politeama di Manerbio il “Concerto di Primaveraâ€? che celebra il 150° dell’UnitĂ d’Italia e il 150° della banda “S. Ceciliaâ€? di Manerbio fondata nel 1861. “Manerbio e la sua banda: Centocinquant’anni di musica e ricorrenzeâ€?. La serata vuole essere una occasione per la musica “che ha accompagnato e per certi versi anticipato il nostro processo di uniďŹ cazioneâ€?. Dirige il maestro Arturo Andreoli. Presenta Evian.

Domenica 17 aprile a Fiesse (vedi foto) c’è la ďŹ era di San Giorgio. Si comincia sabato 16 alla sera, ingresso libero, con la musica di StudiopiĂš. Domenica alle 12.30 lo spiedo; alle 15 il concerto della fanfara bersaglieri di Bedizzole; alle 16.30 ginnastica artistica; 17.30 i falconieri delle Orobie; 19 sďŹ lata di moda e aperitivo; 20,30 tombola gastronomica. Per l’intera giornata mostra di trattori d’epoca, stand gastronomici e dell’artigianato locale, luna park e hobbistica.

importantissimo nel panorama folk internazionale, in grado di contaminare generi diversi grazie al linguaggio rafďŹ nato e alla tecnica formidabile, membro del famoso quartetto acustico “Man of steelâ€? insieme a Dan Cray, Tony McManus e Don Ross. Il ricavato del concerto (il biglietto d’ingresso, acquistabile presso l’edicola Ferri di Piazza Vittorio Emanuele, costa 4 euro) verrĂ devoluto alla “Virus Bandâ€? della scuola media Corniani di Orzinuovi. (f.u.)

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a fiera Travagliatocavalli monta in sella nel periodo pasquale. 32ÂŞ edizione in calendario da venerdĂŹ 22 a lunedĂŹ 25 aprile con orari di apertura dalle 9 alle 23. Dove? In un’area complessiva, situata nella zona del locale centro sportivo, di circa 250mila metri quadrati, tre chilometri fruibili in un percorso interno sul quale, tra i sei campi ippici, un centinaio di espositori del variegato comparto merceologico intercaleranno le attrazioni proposte dal migliaio di cavalli attesi nella “quattro giorniâ€? travagliatese. “Mantenere alti i livelli delle qualificazioni per le varie selezioni e gare equestri, ma anche offrire a tutti, in particolar modo alle famiglie, un’opportunitĂ di svago. Travagliatocavalli, attraverso i suoi spettacoli e appuntamenti ippici, si propone come occasione di svago spiega l’ing. Pier Alessi, presidente del comitato preposto all’organizzazione della fiera in seno all’Azienda dei servizi territoriali di Travagliato, presieduta da Gianluigi Buizza. I bambini fino a 13 anni hanno ingresso gratuito nella fiera che, nella viva cornice delle diverse razze di cavalli, li attende anche con le proposte a loro riservate, grazie alla collaborazione con l’Associazione genito-

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quadrupedi, come con gli asini e con i pony sui quali compiere il proprio docile “battesimo della sellaâ€?. Pony per i quali la Travagliatocavalli sarĂ sede, venerdĂŹ 22 e domenica 24 pomeriggio, delle caratteristiche selezioni valevoli per i campionati mondiali di pony games, previste nel campo ippico “Bâ€?, pure dedicato alla specialitĂ sportiva equestre del Club horse ball, disciplinata nelle attese tappe del torneo internazionale di tale disciplina agonistica. Nel padiglione fieristico si avrĂ la possibilitĂ di assaporare alcune tra le piĂš selezionate birre artigianali e conservare come ricordo il bicchiere con portabicchiere al collo. Si tratta del primo “Italian beer festivalâ€?. La fiera, il cui taglio del nastro è atteso alle 10 di sabato 23, modulerĂ le razze equine con le specificitĂ di coinvolgimento e di impiego del cavallo, secondo uno stampo tradizionale che asseconda sia l’apprezzamento delle migliaia di visitatori che le qualificate aspettative degli esperti e degli appassionati del settore ippico. Un richiamo che potrĂ pure contare sulla struttura coperta del PalacittĂ dove ogni sera, a partire dalle 20.30, è previsto sul campo di sabbia un avvincente spettacolo equestre.

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e politiche, i cittadini camuni per aver sostenuto la battaglia di resistenza paciďŹ ca che le nostre cooperative e le operatrici del Cup hanno messo in campo negli ultimi anniâ€?. Dal 2007 la Regione Lombardia aveva avviato un processo di smantellamento di tutti i centri di prenotazioni aziendali e quello camuno-sebino (gestito dal dicembre 2006 dalla cooperativa sociale Csc di Ceto associata a Sol.Co. Camunia) era rimasto uno dei pochi

(insieme a Brescia e Desenzano del Garda, anch’essi gestiti da due cooperative sociali) a non aver subito la chiusura grazie ad una decisione dell’Asl locale. La vicenda creò molto clamore anche sulla stampa nazionale, visto che in Valle Camonica ed a Brescia si era veriďŹ cato un caso di vera eccellenza economica e sociale: in un settore quale quello dei “call centerâ€?, tristemente noto quale emblema della precarietĂ . Sol.Co. Camunia, attraverso la cooperativa

sociale Csc era riuscita, con forti investimenti, a strutturare in quattro mesi, partendo da zero, il centro unico di prenotazione sanitario; codiďŹ care e monitorare oltre 2.500 diverse procedure di prenotazione grazie al costante supporto specialistico della struttura del presidio ospedaliero di Esine (nella foto); ridurre drasticamente i tempi di attesa ben al di sotto delle medie regionali e mantenere i costi al di sotto di quelli sostenuti dalla Regione.

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ove stazioni pari al numero delle parrocchie che sono presenti sul territorio della cittĂ di Darfo Boario Terme per la “Via Crucis della CittĂ â€? in preparazione alla Pasqua 2011 che si terrĂ lunedĂŹ 18 aprile dalle ore 20.30 nella suggestiva cornice del Parco delle Terme di Boario. Al di lĂ degli aspetti scenografici e naturalistici, che in ogni caso aiutano ad astrarre i pensieri dal caos del traffico cittadino e ad isolare il corpo in uno spazio quasi irreale, fatto di profondi silenzi e di infinite voci del bosco, c’è però un aspetto del tutto nuovo e speciale. Le nove parrocchie hanno voluto mettersi assieme, sperimentare un percorso di preghiera comune, dare vita nella pratica di una profonda pietĂ religiosa al percorso della Croce. Le nove parrocchie stanno pensando concretamente all’unitĂ pastorale di Darfo, che nella pratica di tante iniziative sta procedendo. Un esempio tra tutti è rappresentato dalle meditazioni durante la settimana della comunitĂ a Darfo, in preparazione alla Festa dei Santi Patroni Faustino e Giovita (nella foto la parrocchiale): meditazioni affidate ai parroci di Fucine, Boario, Angolo e Angone. E ancora: gli aiuti reciproci che i parroci si prestano tra loro per dare un servizio ampio e generoso alla popolazione. I fedeli, a

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incontri di catechesi. La “Via Crucis della CittĂ â€? è un ulteriore passo, sotto la Croce, per trovare insieme la strada verso la Pasqua. Il progetto è stato curato nei particolari: dal viaggio verso le Terme, consigliato a piedi, come a significare che la comunitĂ vive tutta assieme, senza le barriere dei motori; alla partenza dalla grande piazza di marmo bianco, scendendo lungo una scalinata che porta agli edifici austeri delle Terme; alle stazioni, che saranno curate e gestite da ognuna delle nove parrocchie presenti. I simboli religiosi sono ancora piĂš evidenti: nove i personaggi o gruppi di personaggi che parleranno e diranno, nel dramma della Croce, la storia dell’uomo di ieri e di oggi. Nella prima stazione ci sarĂ Pietro ed il suo rinnegamento; nella seconda Giuda ed il pentimento; nella terza Barabba con l’incontro con GesĂš; nella quarta lo scherno dei soldati; nella quinta la compassione di Simone di Cirene; nella sesta i sommi sacerdoti, carichi della loro presunzione; nella settima il ladro che sarĂ salvato dalla Fede; nell’ottava Giovanni e l’Amore ricambiato; nella nona la misericordia di Giuseppe di Arimatea. Anche questa pratica religiosa, vissuta alla luce delle esperienze di oggi, è un passo in piĂš verso la “Pasquaâ€? della costituenda unitĂ pastorale di Darfo.

A Spiazzi di Gromo, tra le Alpi Orobie, dell’alta Val Seriana, nella rigogliosa foresta di abeti bianchi e rossi, si snoda il “Parco sospeso nel boscoâ€?, il divertente ed istruttivo per corso che, attraverso le piattaforme abbraccianti i fusti degli alberi e i 123 diversi giochi aerei che le collegano, nei 9 percorsi, permette a chiunque si cimenti, di vivere una giornata a diretto con tatto con il bosco, tra le fronde degli alberi, utilizzando corde, ponti, liane, reti e sceglien do i percorsi in base alle proprie capacitĂ ed esigenze. I percorsi sono differenziati per grado di difďŹ coltĂ con colorazioni diverse, a partire dal “baby azzurroâ€? ampliato per i piccolissimi, il “gialloâ€? per bambini e ragazzi dotati di minime abilitĂ e preparazione, il “giallo-verdeâ€?, per un discreto grado di abilitĂ , il “ giallo-rossoâ€?- “giallo bluâ€?, per un’abilitĂ media. Con buone abilitĂ e preparazione, si può affrontare il percorso “verdeâ€?; se l’abilità è piĂš che buona il “rossoâ€? è, per chi possiede preparazione atletica, il percorso “bluâ€?. Naturalmente al progredire delle difďŹ coltĂ corrisponde l’elevamento in altezza, verso le www.scuolainmontagna.it

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cime degli alberi, lĂ dove osano solo gli scoiattoli! Per affrontare questa indimenticabile esperienza si partirĂ con un “Percorso provaâ€? durante il quale gli istruttori illustreranno l’utilizzo delle indicazioni cartellonistiche e dell’attrezzatura messa a disposizione per avviare il nostro “barone rampanteâ€? ai percorsi. Successivamente il personale specializzato seguirĂ da terra, pronto ad intervenire per consigliare e controllare afďŹ nchĂŠ tutto si svolga nella massima sicurezza. É in allestimento il Percorso Nero, abilitĂ e preparazione ad altissimo livello. Fruibili, all’interno del Parco Sospeso: il campo di tiro con l’arco, il persorso Parkour, la palestra di arrampicata sportivae il bikepark. Raggiungerci è facile: da Bergamo si prende per la Val Seriana, che percorsa nella sua lunghezza, ci porterĂ ďŹ no allo storico borgo medioevale di Gromo. Ai piedi della rocca del castello, si svolta a destra per Spiazzi di Gromo ďŹ no a raggiungere il grande piazzale del parcheggio dell’Hotel Spiazzi. Qui lasciata l’automobile, si raggiunge il parco a piedi, a 20 metri di distanza.

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‡Â?Â?‘ ƒ …—‘Žƒ ’‡” ‰‡Â?‹–‘”‹ Si è concluso con grande soddisfazione di tutti i partecipanti il ciclo di conferenze Scuola per genitori, promosso e organizzato dalla Fondazione Cocchetti in collaborazione con Impresa Famiglia di Vicenza, sotto la direzione scientiďŹ ca del prof. Paolo Crepet. Il percorso formativo sul rapporto genitori-ďŹ gli, condiviso da istituzioni e privati, quest’anno ha raddoppiato incontri e sedi. Cinque serate in Valle Camonica, per il terzo anno consecutivo, e

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”‡Â?‘ ƒ ˜‹–ƒ †‡ŽŽǯ‘”•‘ ‹Â? Â?‘•–”ƒ altrettante a Brescia cittĂ , oltre a una conclusiva che ha riunito le due sedi. I due cicli di conferenze hanno approfondito una grande varietĂ di temi, dalle trasformazioni dei nuclei famigliari ai problemi di studio e alle dipendenze delle nuove generazioni. Hanno coinvolto circa 700 genitori, insegnanti ed educatori. Il programma per l’anno 2011-12 è in fase di deďŹ nizione. Il calendario sarĂ disponibile da giugno sul sito della Fondazione Cocchetti (www. fondazionecocchetti.bs.it).

“Una delle creature montane piĂš amate è sicuramente l’orso bruno – scrive la referente Ersaf Lombardia di Breno – il grosso carnivoro che ha recentemente fatto ritorno sui nostri territoriâ€?. La ComunitĂ montana di Valle Camonica ha aderito al progetto “Life Arctosâ€? per lo sviluppo di azioni coordinate alla conservazione di questo mammifero. Anche Ersaf, con molti altri enti, è coinvolto in questa operazione, nel contesto dell’Accordo di programma per

la valorizzazione dell’Area Vasta Valgrigna. Per questo motivo, la sede operativa Ersaf di Breno propone una interessante mostra intitolata appunto “Ricompare l’orsoâ€?. Si tratta di una rassegna itinerante, composta da 17 pannelli che raccontano vita e opere del plantigrado in modo semplice e coinvolgente. L’esposizione è stata allestita in varie scuole della Valle ed è disponibile. A questo proposito contattare: avia.donina@ersaf. lombardia.it.

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apo di Ponte celebrerĂ la “Settimana della Culturaâ€?. Rientra in un’iniziativa dell’Agenzia turistico-culturale comunale, nel contesto del primo sito Unesco in Italia. Il territorio del Comune valligiano – avverte il sito dell’Agenzia – è “incastonato tra due montagne sacre, La Concarena e il Pizzo Badile, che fin dagli albori della storia dell’uomo sono state ispirazione di fede e magia. Il borgo camuno racchiude i segni dell’uomo e della sua evoluzione. Dalle preghiere sacre “graffiateâ€? sulle rocce dagli uomini preistorici, alle lodi innalzate con la Pieve di San Siro e il Monastero del SS. Salvatore (la chiesa rappresenta un esempio italiano delle caratteristiche tipiche dell’architettura romanica in Borgogna, utilizzata solitamente per la costruzione delle aggregazioni cluniacensi) circa un millennio fa; dai boschi in cui un

tempo ‘danzavano’ i lupi, alle passeggiate lungo il fiume, la cittadina è accogliente meta turistica per chi cerca nella natura e nel ‘relax’ le testimonianze preziose del tempo, riconosciute patrimonio mondiale dell’umanitĂ â€?. Anche quest’anno è previsto l’ingresso gratuito al Parco archeologico comunale di Seradina e Bedolina. Seradina è la prima zona visitabile all’interno del parco. Si tratta di un’area intensamente incisa con figure databili a cavallo dell’EtĂ del Bronzo (2000 a.C.) e dell’EtĂ del Ferro (1000 a.C.). Di

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particolare importanza sono la roccia 21, in cui vi sono capanne, armati ed un’iscrizione in caratteri nordetruschi (IV – I sec. a..C); la roccia 18 con una serie di coppelle, cioè incisioni tondeggianti rappresentanti preghiere. A Seradina si possono seguire tre percorsi: l’arancione, il marrone, il rosso. Al di sopra si trova la localitĂ Bedolina (percorso azzurro), dove sono localizzate numerose mappe “topograficheâ€? di grande importanza, come la famosa Mappa di Bedolina, posta a ridosso di uno strapiombo. L’incisione potrebbe forse rappresentare – è sempre il sito giĂ citato a sostenere l’ipotesi – la pianta di una parte del territorio locale. Presso la mappa è possibile trovare l’unica rappresentazione di “Rosa Camunaâ€? rinvenuta all’interno del parco. Il simbolo è stato assunto dalla Regione Lombardia come stemma identificativo.

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'RFHQWL GDOO¡HVWHUR SHU O¡LPSUHQGLWRULDOLWj Boario ospiterĂ il secondo meeting del progetto di partnership Leonardo da Vinci dal titolo “Ready to be a professionalâ€?, che coinvolge la sede di Darfo Boario Terme del Centro formativo provinciale “Zanardelliâ€?. Una ventina di insegnanti provenienti da Portogallo, Spagna, Polonia e Italia si incontrerĂ in Valle Camonica per scambiare esperienze e strutturare forme di cooperazione nell’ambito della formazione all’imprenditorialitĂ . Protagonisti di questo partenariato – che ovviamente ha ricadute positive sugli studenti per qualitĂ di lavoro svolto e per lo sviluppo degli apprendimenti – sono gli insegnanti. “Grazie all’attiva collaborazione del personale docente della sede di Darfo – dichiara Franca Mazzoli, referente di sede operativa – stiamo partecipando a questo percorso voluto e sostenuto dall’Unione europea, proprio per promuovere le attivitĂ di cooperazione tra organismi che lavorano nel campo della formazioneâ€?. Il progetto prevede condivisione delle esperienze, attraverso lo strumento della mobilitĂ transnazionale. Il titolo del progetto

è: “Linee guida per attivitĂ in contesto reale: sviluppo di competenze trasversali come strumento efficace nel passaggio alla vita attivaâ€? ed ha come scopo la creazione di un “portfolioâ€? di attivitĂ che sviluppino competenze di base e trasversali per il passaggio dei giovani alla vita lavorativa e che promuovano un processo dinamico che permetta agli studenti di sviluppare strategie e strumenti per affrontare la complessitĂ del mondo moderno, generando in loro: la capacitĂ di pensare autonomamente; la capacitĂ di valorizzare iniziative ed azioni per intraprendere la propria vita; la capacitĂ di partecipare in modo consapevole, efficace e creativo alla trasformazione della societĂ globale nella quale vivono; la capacitĂ infine di mettere in gioco competenze trasversali-imprenditoriali.

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Dai vigneti della Franciacorta al cuore della cittĂ di Roma, per testimoniare la dignitĂ e la sofferenza di Giovanni Paolo II oltre all’importanza della sua testimonianza di fede. Luciano Bertoli, pittore nato a Coccaglio, residente a Erbusco e ormai “adottatoâ€? dalla comunitĂ di Rovato sarĂ nella Capitale nei giorni a ridosso della beatiďŹ cazione di Karol Wojtyla in programma il prossimo 1° maggio in piazza San Pietro a

Roma. La basilica di San Carlo, nella centralissima via del Corso, ospiterĂ la mostra “La sofferenzaâ€?, dedicata proprio al percorso ďŹ nale dell’esistenza terrena del Papa polacco. La storia artistica, e di testimonianza di fede, del mastro Bertoli parte però da piĂš lontano. Siamo ai piedi del Monte Orfano, lungo la passeggiata che collega Rovato ad Erbusco. A metĂ del percorso, dove abita lo stesso Bertoli, sorge ora un grande

CrociďŹ sso. L’opera in resina e legno, alta circa sei metri e con il Cristo a grandezza naturale, è incastonata in un grande tronco plurisecolare di castagno “a signiďŹ care – dice Bertoli – le asperitĂ , la tortuositĂ , la sofferenza che la vita ci può presentare, mentre ai bordi crescono rigorosi arbusti di giovani alberi come a signiďŹ care la continuitĂ e la speranzaâ€?. La CrociďŹ ssione, spiega lo stesso artista franciacortino,

“è dedicata sempre a Giovanni Paolo II. In vista della sua beatiďŹ cazione, e grazie all’aiuto del prevosto di Rovato, mons. Gian Mario Chiari, che mi ha messo in contatto con il Vaticano dove il mio lavoro è stato particolarmente apprezzato, sarò anch’io a Roma. Bertoli porterĂ in esposizione una grande mostra con piĂš di 35 opere che si terrĂ presso la basilica di San Carlo, in via del Corso 437â€?. (i.z.)

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ltre 10mila visitatori, tempo splendido e grande successo per gli stand in fiera, ma anche preoccupazione per un settore Č‚ quello zootecnico Č‚ che continua a soffrire di crisi e problemi endemici, primo fra tutti il continuo aumento del costo delle materie prime. Ăˆ questo, in poche battute, il succo della 122ÂŞ edizione di “Lombardia Carneâ€?, la fiera nazionale di bovini, equini, ovini e caprini svoltasi lo scorso fine settimana al Foro Boario di piazza Garibaldi a Rovato. L’assessorato al Commercio, fiere e attivitĂ produt-

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ma piĂš che primaverile hanno portato nella capitale della Franciacorta piĂš di 10mila persone, spalmate nelle giornate di sabato, domenica e lunedĂŹ mattina. Importante anche la risposta di allevatori, pastori e produttori di specialitĂ enogastronomiche locali. Oltre 600 i bovini in fiera, a cui vanno aggiunti gli altri animali come cavalli, pony (per la gioia dei molti bambini), pecore e altro ancora. Il primo premio assoluto della 122ÂŞ “Lombardia Carneâ€? è andato, come otto anni fa, alla macelleria Coter di Gandino (Bergamo) che si è ag-

giudicata il primo premio e il titolo di campione per i maschi e per le femmine con una coppia di bovini di razza piemontese. Anche il vitellone è andato a Coter grazie ad un esemplare acquistato da Luca Busso, allevatore cuneese. Le premiazioni di domenica pomeriggio hanno rappresentato l’apice della fiera, iniziata giĂ venerdĂŹ sera con l’interessante convegno “C’è un futuro per l’allevamento di bovini da carne? Le potenzialitĂ della carne italianaâ€? organizzato da Coldiretti e dal Consorzio carni bovine scelte. Sabato, invece, il via alle degu-

stazioni, da sempre piatto forte per il grande pubblico: in mattinata si è tenuto il 16° concorso “El salam piĂś bu’ de la FranciacĂźrtaâ€?, vinta da “Ceccoâ€? da Rovato, seguito da Mauro Vertua di Roccafranca e Bellini di Berlinghetto. Due agriturismi, il Dosso Badino di Monticelli Brusati e l’Agriturismo Azienda Agricola fratelli Franzoni di Torbole Casaglia, in qualitĂ di fattorie didattiche, hanno incontrato presso lo stand Campagna Amica di Coldiretti gli alunni delle scuole primarie di Rovato. Tema dell’iniziativa la coltivazione di cereali e la produzione di formaggi.

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‘……ƒ‰Ž‹‘ Â?„”ƒ ‡ ’”‘†—œ‹‘Â?‡ †‹ ‡Â?‡”‰‹ƒ Ombra e risparmio: sono gli aspetti caratterizzanti del parco fotovoltaico da quasi 200mila kWh annui, ora in costruzione a copertura dell’assolato parcheggio asfaltato da 72 posti auto distribuiti sugli oltre mille mq nella zona Quartiere degli Orti, a sud del centro di Coccaglio. L’ambizioso intervento, afďŹ dato allo Studio di progettazione dell’ing. Sergio Grasselli, è stato voluto dalla Giunta Claretti nel duplice intento di produrre energia da vendere

all’Enel a un prezzo piĂš alto di quello d’acquisto per soddisfare l’intero consumo del fabbisogno elettrico pubblico comunale (con un risparmio di emissioni di anidride carbonica di circa 120 tonnellate) e migliorare l’uso dell’ampio piazzale, riparandolo da pioggia e calura e rendendolo usufruibile come pratico spazio coperto dove svolgere mercatini o altre manifestazioni all’aperto. Il cantiere dei lavori, afďŹ dato all’impresa Siram e aperto nei

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‘†‡Â?‰‘ ƒ‹ƒÂ?‘ ÂŽ ƒ‰‹•–”‹ ‘Â?ƒ…‹Â?‹ mesi scorsi, comporterĂ la predisposizione di una moltitudine di speciali pensiline-tettoie in acciaio sopra cui saranno posizionati i vari pannelli fotovoltaici. L’impianto, stimato attorno ai 700mila euro, sarĂ ďŹ nanziato con un leasing, ma “l’investimento – ha rassicurato l’assessore all’Edilizia privata Fabrizio Rocco – verrĂ largamente ammortizzato dagli incentivi statali, elargiti nel ventennio, del Conto Energia sul fotovoltaicoâ€?. (a. s.)

Il Centro culturale artistico di Franciacorta e Sebino promuove una serata all’interno della XIX Primavera culturale della Franciacorta e del Sebino: “I Magistri Comacini nell’area bresciana. Franciacorta e Sebinoâ€?. Il relatore è Matteo Pontoglio; l’ingresso è libero. L’appuntamento è fissato per il 15 aprile alle 20.30 presso l’auditorium del Centro culturale San Salvatore in via Castello 2b a Rodengo Saiano. Per informazioni, www.centroculturalefranciacortasebino.blogspot.com.

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spirata allo stesso spirito d’esordio del 2003, torna in scena, rispettando la tradizionale cadenza biennale e puntualmente nella Settimana Santa, la Passione, morte e resurrezione di GesĂš, su proposta della parrocchia Santi Gervasio e Protasio e secondo la collaudata regia di Mario Baruffi. A differenza delle precedenti quattre edizioni diluite in tre giorni, l’appuntamento 2011 si concentrerĂ in due serate (circa un’ora e quarto ciascuna) – lunedĂŹ 18 e martedĂŹ 19 aprile – è avrĂ come unico scenario i suggestivi ambienti del Centro pastorale ex Villa Gnecchi: questo sia per

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favorire l’impegnativa organizzazione tecnica, che per tutelarsi dal maltempo, con possibilitĂ di posticipo al mercoledĂŹ o giovedĂŹ. La “due-giorniâ€? proporrĂ una lettura per immagini dei momenti cruciali della vita di Cristo – interpretato quest’anno dal 31enne colognese Mattia Volpi –, avvalendosi di una settantina di attori (26 recitanti) supportati da un corposa e ben affiatata ĂŠquipe di collaboratori tecnici (per luci, suoni, installazioni e logistica) e artistici (costumisti e scenografi). Per l’attesa invasione di pubblico non si tratterĂ tuttavia solo di guardare, ma anche di riflettere e

pensare. “L’idea – ha rimarcato Baruffi – non è tanto quella di spettacolarizzare la rievocazione storica fondata sui quattro Vangeli, ma di offrire alla comunitĂ una meditazione visiva, grazie all’intercalare di mirati istanti di riflessione affidati al parroco don Agostino Plebaniâ€?. Da qui la scelta di costumi efficaci, ma dimessi per non distrarre dal senso piĂš profondo del racconto e l’attenzione su giochi di luce, ambientazioni, effetti sonori e musiche firmate Bach, Weber, Beethoven, Chaikovski e Morricone. Nella prima serata si snoderanno, tra il cortile del Centro e il vicino bosco, le scene del tradimen-

to, dell’ultima cena, dell’arresto e del processo religioso; nella seconda i riflettori punteranno soprattutto sulla torretta costruita ad hoc per il processo politico davanti a Pilato (che prima si svolgeva in piazza), lungo il viale di pini in salita verso il Monte Orfano e sulla piana dei noccioleti: location naturali che ben rievocano l’atmosfera dei tragici momenti della condanna, della dolorosa Via Crucis e della straziante morte. La deposizione, la sepoltura e la resurrezione si compiranno invece nei pressi di un’antica vasca di raccolta dell’acqua sempre lungo le pendici del monte.

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Anche quest’anno, nell’ambito della serie di manifestazioni di “Verso la cimaâ€? che coinvolgono diversi Comuni valsabbini, è stato indetto un concorso. L’anno scorso protagonista era la fotograďŹ a (“Obiettivo Valle Sabbiaâ€?), mentre ora è la volta della scrittura. Il concorso “Raccontare la montagnaâ€?, con scadenza il 30 giugno 2011, è aperta a tutti gratuitamente e ammette lavori individuali, non di gruppo. Il soggetto del racconto deve essere

Come in un ďŹ lm. Per vincere la paura, divertendosi fra giochi e acrobazie. Nuove avventure, per bambini e adulti, al Gardapark Rimbalzello Adventure di Barbarano di Salò. Nella splendida cornice del parco affacciato al Benaco, in un contesto di alberi secolari e di prati all’inglese, è possibile vivere una avventura ad “alta quotaâ€?, tra cavi d’acciaio, pareti da scalare, piattaforme sospese, ponti tibetani e carrucole, per divertirsi, emozionarsi

un racconto inedito in lingua italiana, ispirato alla montagna, della lunghezza massima di quattro cartelle dattiloscritte. Due le sezioni previste: giovanile per i partecipanti ďŹ no ai 14 anni e adulti dai 14 anni in su. Le opere devono pervenire, seguendo il regolamento consultabile sul sito www. versolacima.it, in busta sigillata entro il 30 giugno 2011 presso le biblioteche aderenti all’iniziativa (Bagolino, Idro, Odolo, Sabbio Chiese e Vestone).

e vincere la paura del vuoto e dell’altezza, ma anche per imparare a controllarsi, gestire i propri limiti e responsabilizzarsi con la sicurezza, le sue regole e le sue attrezzature. In aprile il Gardapark è aperto nei ďŹ ne settimana, dal venerdĂŹ alla domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20. Da maggio l’apertura pomeridiana sarĂ estesa a tutti i giorni della settimana. Informazioni sul sito www. rimbalzelloadventure.it.

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l monte Orsino di Serle, oggi S. Bartolomeo, (alt. 934 m) per la sua posizione strategica e per la visuale che dalla sua cima spazia a 360 gradi dalle Alpi all’Appennino, dal lago alla pianura, ha attirato fin dai tempi piĂš antichi la presenza dell’uomo: come luogo di culto sia pagano che cristiano; come rifugio per viandanti e pellegrini; come eremo e insediamento monastico, ma anche come quartier generale di bande armate o come covo di banditi. Tra le luci e le ombre dei tempi è certo che il capitolo piĂš glorioso della storia del monte coincide con l’istituzione di un monastero benedettino intitolato a S. Pietro che dal 1039 si manterrĂ per quattro secoli. Dopo un lungo periodo di rovinosa decadenza e di profanazione, dal secolo scorso, una rinnovata sensibilitĂ culturale si è proposta di far rinascere la memoria del passato e non soltanto con la trascrizione delle pergamene medievali, con gli scavi archeologici o con la ricostruzione materiale delle strutture murarie, ma anche attraverso una riscoperta della spiritualitĂ che ha contraddistinto la vita del luogo per buona parte della sua storia. Perciò la parrocchia di Serle, da oltre un decennio, organizza nell’arco dell’anno vari eventi: la fiaccolata e la veglia di preghiera del 31 dicem-

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Messa e le visite guidate. A questi momenti d’incontro sulla vetta del monte che vanno oltre la finalitĂ turistica o vacanziera, si aggiunge ora anche la “Via Crucis viventeâ€?, un obiettivo inseguito e raggiunto dai tanti volontari che si interessano dell’importante sito. La sera del 17 aprile, domenica delle Palme, è in programma alle 20.30 l’inaugurazione del percorso della Via Crucis, effettuato lungo il sentiero boschivo che conduce all’antico monastero di S. Bartolomeo. Il Comitato “Pro S. Bartolomeoâ€? ha realizzato 14 stazioni con altrettante grandi croci in legno contraddistinte da formelle in ceramica, riproducenti le opere pittoriche del maestro Natale Doneschi, giĂ eseguite per la chiesa di S. Giovanni in Rezzato. La Via Crucis vivente che, grazie alla collaborazione del gruppo degli adolescenti, da molti anni si svolgeva tra le contrade di Serle, da quest’anno diventerĂ un completamento altamente mistico del percorso processionale verso la cima del S. Bartolomeo; lĂ dove, nel silenzio sovrumano, si percepisce l’infinito. Vuole essere un’opportunitĂ in piĂš per vivere i momenti cruciali della passione di GesĂš in un ambiente unico e carico di storia, un’opportunitĂ per ascoltare i testi sacri.

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Anche l’Azienda ospedaliera di Desenzano del Garda ha aderito alla Settimana dell’ascolto promossa dalla Fondazione Chirurgo & Cittadino, di cui fanno parte 6.000 medici dell’Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani. La settimana interessa i reparti di Chirurgia degli Ospedali di tutte le Regioni. I pazienti che accedono fino al 15 aprile alle strutture ospedaliere di Desenzano, Gavardo e Manerbio per visite ambulatoriali divisionali

L’Associazione culturale La Pulce nell’Orecchio organizza un corso base di fotograďŹ a digitale per i mesi di aprile e maggio 2011 in collaborazione con il Cinefoto Club della Valle Sabbia. A partire da martedi 19 aprile il corso si sviluppa in sei lezioni di fotograďŹ a digitale, per imparare i fondamenti della fotograďŹ a digitale, della macchina fotograďŹ ca e delle principali tecniche di ripresa. Il corso comprende lezioni teoriche e uscite sul campo. Per info, 33512244839.

L’oratorio S. Filippo Neri, La Pulce nell’Orecchio e l’Age organizzano la pasquetta. Alle 8.30 il ritrovo in oratorio e la partenza a piedi; alle 11.30 la celebrazione eucaristica presso la chiesetta degli Alpini in Tesio. Alle 12.30 il pranzo al sacco, alle 13.45 lo spettacolo di giocoleria e i giochi. Durante la giornata truccabimbi, passeggiate col pony e laboratori per bambini. In caso di pioggia il ritrovo è alle 12 presso il Centro sportivo “Karol Wojtylaâ€? di Gavardo.

delle UnitĂ operative di chirurgia sono invitati a compilare un questionario, anonimo, finalizzato a indagare la qualitĂ percepita dal cittadino. Il questionario è costituito da 18 domande che non analizzano gli aspetti tecnicochirurgici della prestazione sanitaria, ma il rapporto con la struttura e con gli operatori. L’analisi dei dati sarĂ a cura della Fondazione Chirurgo & Cittadino che vuole raccogliere oltre 8.000 questionari su tutto il territorio.

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a riaperto a Desenzano nel chiostro di S. Maria de Senioribus, dopo alcuni mesi di chiusura per lo svolgimento di lavori alle strutture e agli impianti tecnologici, il Museo civico archeologico Giovanni Rambotti. “Nel 1861, alla proclamazione dell’UnitĂ d’Italia Č‚ spiega l’assessore alla cultura, Emanuele Giustacchini Č‚ Desenzano ebbe come primo sindaco un giovane notaio, Giovanni Rambotti, che da archeologo dilettante raccolse la piĂš importante collezione di materiali palafitticoli dell’etĂ del Bronzo. Aperto al pubblico nel 1990 il museo a lui intitolato ha svolto una intensa e meritoria attivitĂ scientifica e didattica. La disponibilitĂ di nuovi spazi, la necessitĂ di adeguare impianti obsoleti, ma anche l’esigenza di ripensare l’allestimento con criteri piĂš moderni, hanno portato ad attuare una importante serie di lavori. Ne è risultato un museo piĂš confortevole, con tutti gli spazi espositivi e di servizi dotati di impianto di condizionamento, con un nuovo percorso di visita e nuovi pannelli che facilitano la fruizione dei materiali esposti. Rileggendo a distanza il percorso del museo Rambotti vedo un progressivo ampliamento di orizzonti: da collezione di interesse locale a museo cittadino, da lĂŹ a fondatore della rete museale delle province di Brescia,

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daâ€?. In questi ultimi anni il Museo, grazie al sostegno del Comune e ai contributi del Piano integrato d’area, ha ampliato notevolmente lo spettro delle sue attivitĂ e delle sue offerte al pubblico. Il progetto di riallestimento museale, curato dallo stesso Giustacchini, dallo Studio Volta di Brescia per la parte architettonica e dal conservatore del Museo Claudia Mangani per la parte scientifica, si è concluso con la razionalizzazione di uno spazio di lavoro riservato agli studiosi e ricercatori che potranno studiare i materiali conservati in un laboratorio confortevole e attrezzato e con l’ampliamento della superficie espositiva. Maggior risalto è stato dato al celebre aratro preistorico, il piĂš antico del mondo, scoperto nel 1978 nel bacino del Lavagnone, che ora avrĂ uno spazio interamente dedicato, valorizzato con una migliore illuminazione e da una piĂš attenta disposizione del materiale nella sala e al fenomeno palafitticolo con l’installazione di un touch screen, con contenuti multimediali relativi alla preistoria. Una nuova sezione sarĂ dedicata al collezionismo del XIX e XX secolo, con un occhio di riguardo ai collezionisti desenzanesi. I reperti provenienti dalla collezione dell’avv. Mosconi, prima disposti in diverse vetrine, sono adesso raccolti e organizzati in modo permanente e sistematico.

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(Tarsu, Ici). I funzionari comunali potranno contare su un’anagrafe estesa, con i dati anagraďŹ ci collegati alla presenza di immobili sul territori; i professionisti potranno effettuare ricerche su piani regolatori, reticolo idrico minore, studi idrogeologici, relative zone di salvaguardia, sentieri, viabilitĂ agro-silvo-pastorale, piani di indirizzo forestale; e ai cittadini rimarrebbe la consultazione generale (con tutela della privacy), ad esempio per vedere se la propria

abitazione è soggetta a vincoli o scoprire la destinazione urbanistica delle varie aree comunaliâ€?. Un progetto di grossa portata, che snellisce notevolmente le pratiche di consultazione e s’identiďŹ ca come geoportale, perchĂŠ al medesimo tempo si integra con il lavoro portato avanti dall’Asl sulla georeferenziazione delle attivitĂ potenzialmente pericolose per la salute. “Sinora – continua Veronesi – hanno aderito i Comuni di Marcheno, Gardone, Sarezzo,

Lumezzane, Concesio, Nave, Villa Carcina (nella foto il Municipio), Bovezzo, coi quali stiamo mappando le industrie insalubri, i pozzi, le discariche, tutte cose che di solito sono tenute in archivi separati l’uno dall’altro e che con questa iniziativa riuniamo in un’unica cartograďŹ a e mettiamo a disposizione della cittadinanzaâ€?. La presentazione del geoportale è prevista per l’estate e consisterĂ in un sito web raggiungibile con un link dal sito della ComunitĂ montana. (a.a.)

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i chiama Nemo: il nome del leggendario capitano del Nautilus di “Ventimila leghe sotto i mariâ€? di Verne bene esprime il senso di un progetto che ha come tema l’educazione dei giovani, un lungo navigare periglioso nel quale si rischia di perdere meta e destinazione. Ăˆ primo frutto del “Tavolo educativoâ€?, un organismo nato alcuni mesi fa su iniziativa dell’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Marcheno (Gabriele Fausti) che vede coinvolti le tre parrocchie, l’Istituto comprensivo scolastico, le due scuole dell’Infanzia del paese, genitori, Mondo Incantato della cooperativa FraternitĂ Impronta. Alla base alcune convinzioni: i giovani non si educano da soli; per crescere un bambino ha bisogno dei propri genitori, della propria famiglia, e di una comunitĂ di nuovo attenta e solidale come lo era una volta spontaneamente la “comunitĂ del cortileâ€? dove tutti erano figli di tutti con gesti di solidarietĂ concreta (dallo scambiarsi dei vestiti all’offrire il mangiare). Gli adulti erano rispettati e si rispettavano: il loro gesto di controllo sociale, presenza e richiesta di osservanza di regole era doverosa normalitĂ . Questo non c’è piĂš: la rottura di questo solido tessuto sociale accentua emergenze e tra

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ramente esiste un legame tra i problemi comportamentali dei ragazzi e il senso di disorientamento degli adulti riguardo la gestione della pratica educativa. Gli adulti hanno bisogno di aiutoâ€?. Ăˆ la constatazione emersa dalla fase “tecnicaâ€? preliminare del progetto: il censimento delle forze educative in campo (quelle elencate, dalla parrocchia ai genitori) e l’incontro tra i loro operatori per una diagnosi oggettiva della realtĂ del paese. La fase operativa, presentata in apposito incontro pubblico, li ha visti poi suddivisi in unitĂ che si occu-

pano delle diverse fasce di etĂ : 06; 6-11; 11-14; 14-20 anni. Gestita dall’educatore professionale Stefano Contardi di Lodi impegnato in progetti analoghi in diversi Comuni, prosegue ora con due incontri (il 14 aprile e il 28) nell’auditorium delle scuole con momenti separati per gli insegnanti (nel pomeriggio) e la sera alle 20.30 pubblici. Si parlerĂ di gestione delle regole e funzione educativa a livello relazionale con obiettivo un “patto educativo di comunitĂ â€?. Parallelamente è partito il censimento con questionari anonimi degli effettivi “bisogniâ€? presenti nella comunitĂ , in base ai quali riempire di contenuti operativi il “patto di comunitĂ â€? (entro giugno). Don Maurizio Rinaldi cosĂŹ sintetizza il senso della presenza della parrocchia: “L’urgenza educativa si pone a livello culturale, sociale ed ecclesiale e vuole che le diverse agenzie educative condividano principi fondamentali ai quali fare riferimento, le virtĂš “umaneâ€? cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza) sulle quali si fondano le virtĂš teologali (fede, speranza, caritĂ ). Ăˆ necessario educare gli uomini nelle virtĂš umane per poter educare i cristiani: un linguaggio comune degli educatori è necessario per farsi capire poi quando si parla di GesĂš.

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abato 16 aprile alle 17 presso la Sala dei Disciplini di Castenedolo (nella foto) verrà inaugurata una mostra collettiva curata dall’artista Angelo Bezzi. Questo evento nasce dal desiderio di contribuire in modo concreto al restauro di un edificio, quello del santuario dell’Addolorata, che fa parte del patrimonio storico, culturale ed affettivo di Castenedolo. Angelo Bezzi, confermando il suo legame con la comunità in cui risiede, ha deciso di mettere la propria competenza e le proprie conoscenze in campo artistico per dar vita a questa iniziativa. In questo modo ha coinvol-

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le loro opere accanto ad artisti di diversa provenienza. Questa iniziativa si colloca in un panorama articolato all’interno del quale Angelo Bezzi è soggetto attivo nel trovare modalitĂ sempre nuove ed adeguate alle diverse situazioni per promuovere l’arte sul territorio bresciano. La promozione dell’arte non risponde soltanto ad un bisogno intellettuale, ma diventa un catalizzatore sociale, educativo e persino terapeutico se proposto nella giusta chiave. Per questo nei mesi scorsi, Angelo Bezzi ha tenuto alcune lezioni gratuite di pittura ad acquarello – tecnica nella quale è maestro eccellen-

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te – che sono state il primo avvio di un progetto che intende arricchire il Comune di Castenedolo di una proposta culturale che vedrà la nascita di una scuola delle arti che verrà ospitata negli spazi messi a disposizione dall’amministrazione comunale. In questa sede si alterneranno lezioni pratiche e teoriche di tecniche e storia dell’arte che Angelo Bezzi porterà avanti personalmente e con l’aiuto di alcuni artisti che metteranno a disposizione le proprie competenze specifiche per il comune beneficio. Questa ed altre iniziative si aggiungeranno quindi all’attività di artista musivo che Angelo Bezzi porta

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avanti con tenacia e fiducia da un po’ di tempo a questa parte in un clima di continua ricerca di sintesi formale che si accompagna in modo naturale con le reali necessità legate all’uso liturgico delle sue opere di arte sacra. La mostra sarà visitabile coi seguenti orari: domenica 17 aprile: dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 22; da lunedÏ 18 a giovedÏ 21 dalle ore 19 alle 22; VenerdÏ Santo dalle 10 alle 12 e dalle 16.30 alle 20; Sabato Santo dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 22; a Pasqua la mostra sarà aperta dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 22; a Pasquetta (ultimo giorno di apertura) dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19.

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opo Pechino e Madrid, Brescia è per tre giorni la capitale mondiale dell’ozonoterapia. Si tiene, infatti, presso la sala congressi del museo delle Mille Miglia dal 14 al 16 aprile, con il patrocinio del Comune di Brescia e del locale Ordine dei medici la tre giorni dedicata a questa disciplina medica che negli ultimi anni si è sempre piĂš affermata in diversi campi d’applicazione a partire dalla cura dell’ernia del disco per passare alla patologia infiammatoria acuta e cronica di piccole e grandi articolazioni fino all’utilizzo in campo infettivologico come

COMUNE DI BRESCIA

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World Federation Oxygen Ozone Therapy

dell’Istituto clinico CittĂ di Brescia è il presidente del Congresso, incarico ricevuto quattro anni fa in Cina a Pechino. Le giornate del Congresso sono state pensate per presentate tutte le novitĂ mondiali nella materia, con una sessione interamente dedicata alle sue applicazioni in veterinaria. Cos’è l’ozonoterapia? L’ozono è un gas, dal punto di vista chimico è semplicemente una molecola costituita da tre atomi di ossigeno. Come tale è il piĂš potente antimicrobico che esista in natura. Inizialmente le principali applicazioni dell’ozono si basavano soprattutto sulle grandi capacitĂ disinfettanti che questo gas

aveva. Il trattamento che ha consacrato definitivamente l’ozonoterapia è stato quello relativo al mal di schiena (ernie e protrusioni lombari). L’ozono è stato introdotto in Italia agli inizi degli anni 80. Al Congresso sono state invitate oltre 70 delegazioni nazionali da tutto il mondo ed interverranno i maggiori esperti mondiali, fra questi: il professor Vjiay Kumar neurochirurgo indiano, presidente della World Federation of Ozone Therapy, il professor Marco Leonardi presidente della Federazione italiana di ozonoterapia e ordinario di neuroradiologia all’UniversitĂ di Bologna,

ORDINE MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA

Federazione Italiana di OSSIGENO-OZONOTERAPIA

il professor He Xiaofung, presidente della SocietĂ cinese di ozonoterapia e ordinario di radiologia interventistica a Guangzhou (ex Canton) nonchĂŠ autore dei piĂš importante lavori scientifici di ricerca su animale a livello mondiale e il professor Velio Bocci direttore dal 1971 dell’Istituto di farmacologia dell’UniversitĂ di Siena autore di oltre 500 pubblicazioni sull’utilizzo e sugli effetti dell’ozonoterapia. Durante la giornata d’apertura saranno consegnati i premi “Francesco Riccardo Montiâ€? riconoscimento alla carriera proprio ai quattro medici sopra citati.

Associazione Italiana di Neuroradiologia Diagnostica e Interventistica

III WORLD CONGRESS of

Oxygen-Ozone Therapy V° CONGRESSO NAZIONALE F.I.O. Museo della Mille Miglia

from 14th to 16th April 2011 SCIENTIFIC SECRETARIAT Chairman: Prof. Matteo Bonetti Tel.: 030.3701312 Fax: 030.3387728 matbon@numerica.it www.matteobonetti.com

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Il 12 aprile scorso, su iniziativa del Centro studi dell’organizzazione sanitaria dell’UniversitĂ cattolica e il Gruppo di ricerca geriatrica, la Fondazione Poliambulanza di Brescia ha ospitato un incontro sul tema “Dopo l’acuzie: possibili modelli di cura per l’anzianoâ€?. L’incontro, che ha avuto come protagonista il prof. Vincent Mor (nella foto), docente prosso la Brown University di Providence negli Stati Uniti, è stato pensato

Si conclude il 15 aprile presso il mercato settimanale di Gardone Valtrompia l’iniziativa promossa dal Nucleo operativo alcologia valtrumplino dell’Asl per sensibilizzare sui rischi da abuso di sostanze alcoliche. Gli operatori di questo servizio saranno presenti con un camper dell’Asl per distribuire materiale informativo sulle problematiche di un fenomeno particolarmente diffuso.

come occasione di riessione sul tema delle dimissioni ospedaliere e la creazione di strutture per pazienti “sub acutiâ€? alla luce delle novitĂ introdotte dalla Regione Lombardia. A introdurre l’incontro è stato il dottor Renzo Rozzini, direttore del Dipartimento di medicina e geriatria della stessa casa di cura bresciana. Una tavola rotonda ha poi affrontato il tema dei modelli organizzativi della post-acuzie.

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i tiene il 15 aprile presso la facoltĂ di Medicina dell’UniversitĂ di Brescia il congresso “Skeletal Endocrinologyâ€?. Si tratta di un meeting internazionale, organizzato dal Centro di ricerca per lo studio delle metaboliche ossee e dell’osteoporosi che fa capo al Dipartimento di scienze biomediche e Biotecnologie dello stesso ateneo, in collaborazione con l’International osteoporosis foundation e gli Spedali Civili, che quest’anno giunge alla sua quarta edizione. Ăˆ, quello bresciano, un appuntamento che, fin dall’origine, ha destato l’interesse della comunitĂ scientifica internazionale e che ha visto la collaborazione di autorevoli personalitĂ impegnate nello studio, nella ricerca e nella didattica di materie sulle quali ampio è il dibattito proprio per la loro diffusissima ricaduta clinica. Basti pensare solo all’osteoporosi, che in Italia interessa cinque milioni di persone ed è ancora in gran parte sotto diagnosticata. Quest’anno, come e forse piĂš degli anni precedenti, il programma scientifico vede coinvolti esperti di tutto il mondo e lo scopo principale del meeting è quello di favorire gli scambi culturali e scientifici, la presentazione delle piĂš recenti ri-

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terapeutiche. Tra i principali temi trattati vi saranno gli effetti dello stress ossidativo e del sistema immunitario sul metabolismo osseo, i rapporti fra diabete mellito e osseo ed il ruolo dei nuovi farmaci nella terapia dell’osteoporosi. Ampio spazio sarĂ dato anche alle comunicazioni da parte di giovani ricercatori che faranno il punto sullo stato della ricerca sull’osteoporosi in Italia. “La sede del meeting sarĂ la facoltĂ di medicina dell’UniversitĂ degli Studi di Brescia – sottolinea il prof. Andrea Giustina, ordinario di Medicina interna all’UniversitĂ degli studi di Brescia –. Un dato che ci piace sottolineare perchĂŠ si tratta anche di un riconoscimento all’attivitĂ clinica ed alla ricerca che vengono condotte nel Centro dell’Osteoporosi degli Spedali Civili e nel Centro di Ricerca universitario che da anni si dedica allo studio di questa patologiaâ€?. Il convegno internazionale, che si tiene presso l’aula magna della facoltĂ di medicina in viale Europa 11 a Brescia, è di particolare importanza vista l’incidenza, anche nella provincia bresciana come nel resto del Paese, di una patologia come quella dell’osteoporosi che interessa un numero sempre crescente di persone.

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Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: “Quanto mi volete dare perchĂŠ io ve lo consegni?â€?. E quelli gli ďŹ ssarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a GesĂš e gli dissero: “Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?â€?. Ed egli rispose: “Andate in cittĂ , da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoliâ€?. I discepoli fecero come aveva loro ordinato GesĂš, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: “In veritĂ io vi dico, uno di voi mi tradirĂ â€?. Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: “Sono forse io, Signore?â€?. Ed egli rispose: “Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirĂ . Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito...â€? (...)

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on bastano le parole, i miracoli, le speranze. Davanti al pericolo si sente solo il bisogno di salvarsi. Cadono nel vuoto le parole piĂš alte, quelle della cena, nel cuore della quale sta il testamento e l’attesa: finchĂŠ non sarĂ tutto nuovo nel Regno del Padre. Cadono nel vuoto le preghiere, addormentate come i tre che dovrebbero vegliare. Cade nel vuoto la veritĂ davanti al bisogno di salvarsi. La vita. Solo quella. Nella notte tragica vale solo salvarsi la vita, scappare e negare. E poi, forse piangere o disperarsi. Perdere la vita e non volerlo. Sentire solo la violenza di voler restare vivi. E non avere colpa: negare la responsabilitĂ . Di essere suoi, di conoscerlo. Anche di condannarlo. Le mani nell’acqua di Pilato a negare la possibilitĂ di salvare. Salvarsi. E sapere di essere colpevoli perchĂŠ lĂŹ non si salva nessuno. Ma solo si commette l’ingiustizia della falsitĂ . Tutti colpevoli. PerchĂŠ nessuno dice la veritĂ . Nessuno è disposto a sen-

tirla quando è detta. Nessuno accetta di credere che quelle parole dette nel corso di una vita erano VeritĂ . PerchĂŠ in quest’ora comanda il bisogno di salvarsi. E in quest’ora buia le parole di VeritĂ sono troppo lontane per salvarsi nell’immediato. Promettono un futuro lontano, una speranza lontana. La dolcezza di quella cena. Tristezza e sogno insieme: finchĂŠ lo berrò nuovo – quel calice – nel regno del Padre mio. Nostalgia del Figlio che sa cosa lo attende e dell’uomo GesĂš che tenta di sperare in quella speranza lontana che è la salvezza di Dio. Ăˆ la promessa ed è cosĂŹ lontana in quell’ora di buio. Non possono i discepoli, e tanto meno gli altri, quelli che hanno sentito piĂš che ascoltato, visto piĂš che guardato. Loro, i discepoli, potrebbero, ma è troppo buia quella notte e troppo breve la speranza. La promessa che speravano concreta è troppo promessa e il Regno del Padre sta cosĂŹ al di lĂ del loro orizzonte. Sotto la croce guardano da lontano le donne, uniche che sono arrivate fin

lĂŹ. Nessun altro a guardare il Regno sperato che va in pezzi, con troppo dolore per tradire, con troppo amaro per sopportare e credere. Ăˆ il silenzio muto di un’attesa e di una domanda che è terribile silenzio davanti all’estremo silenzio. E la solitudine dell’abbandono nell’ultimo risultato. Tutti colpevoli nel cercare di salvarsi la vita. E con la bocca chiusa davanti alle sole parole che darebbero un’altra salvezza.Ăˆ cosĂŹ buio in quest’ora. Non c’è spazio per una promessa. E per una promessa cosĂŹ lontana. Attaccarsi alla vita: questo solo è necessario. E tradirlo con questa sola necessitĂ . Siamo poveri, siamo deboli. L’anima è appesantita, se c’è ancora. E si scioglie dentro il nostro presente che non riesce a sentire l’unica Parola che metterebbe un po’ di luce. Cosa gridare? E per far sentire cosa? Una voce che non dice quello che tutti dicono? Vada con il ‘crocifiggilo’ e con le parole degli altri. Non possiamo dire parole diverse, non possiamo comprometterci. Stiamo lontano a guardare. Aspettiamo.

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&ULVWR DEEDWWH LO PXUR GHOOD PRUWH La risurrezione di GesĂš “irromperĂ come una novitĂ assolutaâ€?, ma anche noi aspiriamo alla nostra risurrezione, “che proprio Cristo ci ha donato, risorgendo dai mortiâ€?. Lo ha detto, domenica scorsa, Benedetto XVI, prima di recitare l’Angelus da piazza San Pietro. In effetti, “la morte rappresenta per noi come un muro che ci impedisce di vedere oltre; eppure il nostro cuore si protende al di lĂ di questo muro, e anche se non possiamo conoscere quello che esso nasconde, tuttavia lo pensiamo, lo immaginiamo, esprimendo con simboli il nostro desiderio di eternitĂ â€?. L’“aspirazione ancestrale dell’uomo ad essere sepolto insieme con i suoi padri – ha spiegato il Pontefice Čƒ è anelito

ad una ‘patria’ che lo accolga al termine delle fatiche terrene. Questa concezione non contiene ancora l’idea di una risurrezione personale dalla morte, che compare solo verso la fine dell’Antico Testamento, e ancora al tempo di GesĂš non era accolta da tutti i Giudeiâ€?. Del resto, ha chiarito il Santo Padre, “anche tra i cristiani, la fede nella risurrezione e nella vita eterna si accompagna non raramente a tanti dubbi, a tanta confusione, perchĂŠ si tratta pur sempre di una realtĂ che oltrepassa i limiti della nostra ragione, e richiede un atto di fedeâ€?. GesĂš è “la risurrezione e la vitaâ€? e chi crede in Lui, anche se muore, vivrĂ : “Ecco – ha precisato Benedetto XVI Čƒ la vera novitĂ , che irrompe e

supera ogni barriera! Cristo abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, che è vita, vita eterna. Per questo la morte non ha avuto potere su di Lui; e la risurrezione di Lazzaro è segno del suo pieno dominio sulla morte fisica, che davanti a Dio è come un sonnoâ€?. Ma, ha avvertito il Papa, “c’è un’altra morte, che è costata a Cristo la piĂš dura lotta, addirittura il prezzo della croce: è la morte spirituale, il peccato, che minaccia di rovinare l’esistenza di ogni uomo. Per vincere questa morte Cristo è morto, e la sua Risurrezione non è il ritorno alla vita precedente, ma l’apertura di una realtĂ nuova, una ‘nuova terra’, finalmente ricongiunta con il Cielo di Dioâ€?.


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“Rafforzare i laici e le comunitĂ spiritualiâ€?: è questo l’obiettivo espresso da mons. Robert Zollitsch (nella foto), presidente della Conferenza episcopale tedesca, in un incontro con movimenti ecclesiastici lunedĂŹ 11 aprile a WĂźrzburg. “Sono convinto del fatto che Dio, con la diminuzione del numero di sacerdoti, voglia farci scoprire la molteplicitĂ dei doni e dei servizi nella Chiesa, per esplorare nuovi modi in cui tutti ci assumiamo le nostre responsabilitĂ â€?.

I Vescovi degli Stati Uniti appoggiano un disegno di legge che sostiene i diritti di coscienza per le assicurazioni sanitarie. Il card. Daniel DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston (Texas) ha rivolto un appello al riguardo in una lettera inviata ai membri della Camera dei rappresentanti. Il disegno di legge, ha affermato, “aiuterĂ ad assicurare che la nuova legge sulla riforma sanitaria non venga usata per violare la libertĂ religiosa e i diritti di coscienzaâ€?.

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ue appuntamenti sabato 9 aprile, per il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Genova, ad Assisi. Il porporato, infatti, ha presieduto i Vespri nella Basilica inferiore di San Francesco, in occasione della riapertura della tomba del Poverello dopo i restauri che hanno ridato luce alla cripta, e ha incontrato oltre 250 responsabili della Branca Lupetti, impegnati nella decima edizione della Rupe di Assisi, un incontro formativo e spirituale a cadenza triennale organizzato dall’Associazione italiana guide e scouts d’Europa cattolici, il 9 e il 10 aprile, nella cittĂ di San Francesco. Con una supplica per l’Italia rivolta al Santo patrono, il card. Angelo Bagnasco ha formalmente riaperto al culto dei pellegrini (4,5 milioni di visitatori all’anno) la tomba del Poverello di Assisi rimasta chiusa per restauro negli ultimi due mesi. “Prima dell’Italia, che è stata opportunamente edificata e provvidenzialmente una da 150 anni – ha osservato Čƒ, giĂ esisteva il popolo che amava e si identificava con questa meravigliosa terraâ€?. “Vogliamo chiedere

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liana guide e scouts d’Europa cattolici. L’incontro con i giovani responsabili è avvenuto nella cattedrale di San Rufino in Assisi. Il Cardinale ha subito posto l’accento sul valore formativo dell’incontro: “La prima domanda che un educatore si deve porre è chi sono io?â€?, sottolineando come l’essere educatori nasce dallo spessore della vita cristiana di ognuno e non dal volume di cose che si compiono. Due sono stati i punti fondamentali toccati dalla catechesi del Cardinale: il dilagare dell’individualismo nella nostra societĂ e la risposta a questo fenomeno data dall’invito a pensare e credere. Il Porporato ha insistito molto sulla grande fede e sulla grande bontĂ che alberga fra la gente e che ogni sacerdote scopre nella sua missione. Occorre tuttavia prendere atto che questo individualismo che non crea la società è la premessa del cinismo. L’invito fatto agli scout da parte del card. Bagnasco è stato chiaro: “Cercare di vivere riferiti a Cristo, guardando le cose con gli occhi di GesĂš, gli occhi della Pasquaâ€?. “Non si può raccontare la strada, bisogna viverla. CosĂŹ è nella fede, nelle virtĂš cristianeâ€?, ha concluso il presidente della Cei.

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Â?…‘Â?–”‘ …‘Â? ‹ „Ž‘‰‰‡” La notizia è senz’altro interessante: un incontro di blogger avrĂ luogo, in Vaticano, nel pomeriggio del 2 maggio e sarĂ un evento organizzato dai PontiďŹ ci Consigli della cultura e delle comunicazioni sociali. Ha come obiettivo quello di permettere un dialogo tra blogger e rappresentanti della Chiesa. Nelle due sessioni previste, diversi relatori presenteranno alcuni punti centrali, per avviare una discussione aperta a tutti i partecipanti. Nella prima, cinque blogger, rappresentanti le diverse aree linguistiche, affronteranno temi speciďŹ ci di importanza generale. Nella seconda, ci sarĂ la testimonianza di persone impegnate nelle strategie comunicative della Chiesa, che presenteranno le loro esperienze e anche le iniziative per un incontro efďŹ cace tra la Chiesa e il mondo dei blogger. L’incontro, il comunicato lo dĂ per scontato e presupposto, vuole concretizzare il dettato del Papa nei messaggi per le Giornate delle comunicazioni.

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Il prossimo 18 maggio ricorre il 25° anniversario della consacrazione episcopale di mons. Vigilio Mario Olmi (nella foto). Ăˆ un evento che verrĂ ricordato in occasione della Messa crismale e poi festeggiato a tempo debito. Mons. Olmi è nato a Coccaglio il 14 agosto 1927; è stato ordinato sacerdote il 26 giugno 1950. Ăˆ stato vicario parrocchiale ad AlďŹ anello dal 1950 al 1960, per un paio d’anni ha svolto lo stesso incarico a Bagnolo Mella, per ritornare poi in Seminario come

Per la Messa crismale l’olio-crisma sarà presentato al Vescovo dai cresimandi della parrocchia di Carcina; quello dei catecumeni, dai catecumeni che celebreranno i sacramenti della iniziazione cristiana nella veglia pasquale; quello degli infermi dai religiosi del Fatebenefratelli nell’anno giubilare di S. Giovanni di Dio. Durante la Messa In Cœna Domini il Vescovo laverà i piedi a 12 catechisti e insegnanti. Il servizio liturgico-musicale delle

voce rettore e insegnante (19621970). Parroco a Montichiari dal 1970 e ďŹ no al 1983, nel 1980 è diventato vicario generale e quindi vescovo ausiliare dal 1986. Nel 2003 ha lasciato questi incarichi, ma continua a essere superiore della Compagnia delle Figlie di S. Angela Merici e rettore del Santuario della Santa. Ma, soprattutto, mons. Olmi continua a essere presente nelle nostre comunitĂ come pastore attento e premuroso. Ad multos annos!

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celebrazioni è afďŹ dato alla Cappella musicale della Cattedrale di Brescia diretta da Remo Crosatti, maestro di Cappella; per la liturgia del VenerdĂŹ Santo sarĂ presente un gruppo di cantori di canto gregoriano guidato dal maestro Remo Crosatti. Il servizio liturgico-musicale della celebrazione della S. Messa crismale è afďŹ dato alla Schola Cantorum del Seminario diocesano, diretta dal maestro don Alberto Donini.

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a Santa Messa crismale della mattina del GiovedĂŹ Santo è un appuntamento di grazia estremamente benefico per la vita di ogni diocesi, e giustamente molto atteso. In quell’occasione confluiscono in Cattedrale, che è la chiesa della liturgia e del magistero episcopali, centinaia di presbiteri (solitamente circa 700) che celebrano con il Vescovo e, prima del rito di benedizione degli oli, rinnovano le promesse sacerdotali, facendo cosĂŹ memoria della loro appartenenza a Cristo e rimotivando il loro servizio nella Chiesa. La visibilitĂ del presbiterio diocesano (cioè l’insieme dei presbiteri bresciani) nell’occasione della Messa crismale si impone ed è particolarmente suggestiva; viene lĂŹ evidenziata una straordinaria grazia presente, la quale ha tuttavia radici plurisecolari che, proprio perchĂŠ molto antiche, hanno bisogno di essere costantemente ravvivate nelle intenzioni e nella qualitĂ . Ăˆ ovvio che il senso della Messa crismale, trattandosi di un evento

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sacerdoti sono fra loro legati da un’intima fraternitĂ , che deve spontaneamente e volentieri manifestarsi nel mutuo aiuto, spirituale e materiale, pastorale e personale, nelle riunioni e nella comunione di vita, di lavoro e di caritĂ . Abbiano poi cura, come padri in Cristo, dei fedeli che hanno spiritualmente generato col battesimo (cfr. 1 Cor 4,15; 1 Pt 1,23)â€?. Inoltre siccome oggigiorno l’umanitĂ va sempre piĂš organizzandosi in una unitĂ civile, economica e sociale, tanto piĂš bisogna che i sacerdoti operino “affinchĂŠ tutto il genere umano sia ricondotto all’unitĂ della famiglia di Dioâ€?. Dunque sono tutti invitati e attesi a questo preludio della Messa In CĹ“na Domini, sacrificio del “pane spezzatoâ€?, del “sangue versatoâ€? e del “servizio incaricatoâ€?. Alla Messa crismale parteciperĂ anche mons. Vigilio Mario Olmi, che, come si segnala in questa pagina, farĂ memoria del 25° anniversario della sua ordinazione episcopale. Fin d’ora lo ricordiamo in attesa della celebrazione solenne dell’anniversario.

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8Q VHJQR FRQFUHWR GHOOD FDULWj IUDWHUQD In occasione della Messa crismale, si farĂ memoria degli anniversari di ordinazione dei seguenti sacerdoti: 70° di ordinazione presbiterale: Calegari Angelo. 60° di ordinazione presbiterale: Busi, Renato, Ferronato Andrea, Moretti Secondo, Tansini Giorgio. 50° di ordinazione presbiterale: Arrigotti Giovanni, Begni Redona Pier Virgilio, Bertanza Franco, Bettoni Giuseppe, Bontempi Luigi, Cenini Livio, Cristini Giovanni, Dallera Giovanni, Fostini Annibale, Gatteri Battista, Gregorelli Domenico, Guizzetti Egidio, Minelli Giuseppe, Pelizzari Mario, Stefanini Pietro, Tameni Natale, Tottoli Valentino, Trombini Marco, Turla Francesco, Zanotti Giovanni Pasqualino. I sacerdoti che intendono concelebrare devono recare con sĂŠ amitto, camice e stola bianca senza la nappa posteriore. Non si ritiene opportuno portare casule o pianete. I camici è bene che siano sobri, senza pizzo, per una certa uniformitĂ che è segno di ordine e anche di comunione. Il Consiglio episcopale, il Capitolo della cattedrale, i presbiteri che celebrano gli anniversari e il Consiglio presbiterale indossano la casula preparata per loro in Duomo Vecchio. All’uscita del Duomo Vecchio e all’ingresso della Cattedrale alcuni incaricati attenderanno alla raccolta delle offerte destinate, nel segno della fraternitĂ sacerdotale, per i confratelli bisognosi. Per il ritiro degli oli in Duomo Vecchio, si invitano i parroci a portare vasetti appositi in Duomo Vecchio prima della celebrazione

contrassegnandoli con una etichetta di riconoscimento. Potranno essere ritirati dopo la concelebrazione in Duomo Vecchio o nella Cattedrale: nel pomeriggio dalle ore 15 in avanti. Ăˆ opportuno che vengano portati solennemente all’altare durante la messa parrocchiale “nella Cena del Signoreâ€?. Dopo la concelebrazione il Vescovo invita i presbiteri all’agape fraterna presso il Centro pastorale Paolo VI.

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GiovedÏ 14 aprile Milano - Il Vescovo partecipa all’incontro dei Vescovi e dei presbiteri lombardi in preparazione del Congresso eucaristico nazionale. Sabato 16 aprile Ore 8 – Roma – In preghiera con i ragazzi del Roma Express presso la

Basilica di Santa Maria Maggiore. Ore 20.30 - Brescia - Veglia delle Palme. Domenica 17 aprile Ore 10 – Brescia – S. Messa in Cattedrale. LunedÏ 18 aprile Ore 17.30 - Brescia - S. Messa con

il personale di Brescia Trasporti presso la sede. MartedÏ 19 aprile Ore 8.15 - Brescia - S. Messa presso l’Istituto Cesare Arici. MercoledÏ 20 aprile Ore 9.30 - Mompiano - S. Messa presso la Domus caritatis.

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ome annunciare il Vangelo a coloro che si sono allontanati dalla pratica religiosa e dalla vita della comunitĂ cristiana? Come evangelizzare i “nuovi arrivatiâ€? a Brescia da Paesi lontani? Quale dialogo intrattenere? Che significa, in fondo, evangelizzare? La rilevanza delle domande potrebbe certamente scoraggiare qualsiasi riflessione. Al centro c’è, infatti, la forza di comunicare la fede della Chiesa verso i “lontaniâ€? e gli “stranieriâ€?. Il Consiglio pastorale diocesano, riunito lo scorso 9 aprile presso il Centro pastorale Paolo VI, ha voluto riprenderle attraverso il racconto di due esperienze pastorali concrete. La prima, quella legata ai lontani, è

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Borgosatollo, piazza Castello 15, Tel. 0302501527, Fax 0302502708

frutto del cammino che la parrocchia cittadina delle Sante Capitanio e Gerosa che sta attuando in questi mesi il programma delle comunitĂ familiari di evangelizzazione. “Si tratta Čƒ ha detto il parroco don Tino Decca Čƒ di tentare di lanciare la comunitĂ cristiana fuori da sĂŠ, verso chi non pratica. Il cammino di queste comunitĂ ha il punto di forza nell’idea che la famiglia in se stessa ha tutte le risorse per divenire soggetto di evangelizzazione. La sua fonte è il sacramento del matrimonio e l’amore vissuto dai coniugi che si apre ed accoglie altre persone della comunitĂ â€?. Concretamente si sono attivate in parrocchia da novembre a oggi sei comunitĂ familiari di circa 15 persone ciascuna che vivono insieme la preghiera, la catechesi, la condivisione sulla parola e la risonanza della vita. Un tentativo che sta risvegliando tutta la comunitĂ e che trova radicamento nell’unica eucaristia vissuta insieme. A don Tino è seguita la testimonianza di padre Mario Toffari che in particolare ha ricordato i fondamenti del dialogo interreligioso in particolare con i “nuovi arrivatiâ€? non cattolici a cui, comunque, “siamo chiamati, da cristiani, ad annunciare il Vangeloâ€?. Teoria, pratica e difficoltĂ che padre Mario ha incontrato nel cammino ormai trentennale dell’Ufficio migranti della diocesi e nelle diverse iniziative che da esso sono scaturite. In particolare Toffari ha ricordato la recente lettera del vescovo Luciano “Stranieri, ospiti, concittadiniâ€?. “Gli immigrati Čƒ ha sottolineato Čƒ attraverso questo testo hanno capito che la Chiesa è con loroâ€?. Al dibattito in aula e alle riflessioni dei gruppi di studio in cui sono stati ripresi i vari aspetti del tema, con particolare riferimento al metodo e alla consapevolezza dell’urgenza di evangelizzare, sono seguite le considerazioni del Vescovo. Concludendo il Presule ha ribadito come il Vangelo sia per tutti, “perchĂŠ noi crediamo Čƒ ha continuato Čƒ che questo annuncio possa dare all’uomo il massimo del valore e del significatoâ€?. Riprendendo la celebre espressione di papa Paolo VI sulla civiltĂ dell’amore, poi, il Vescovo ha sottolineato come il racconto della nostra fede nel vissuto sia personale che comunitario ci garantisca la possibilitĂ di aprirci al dialogo con tutti, perchĂŠ tutti sentiamo parte del progetto di Dioâ€?.

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La cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il rev.do sac. Francesco Filippini, giĂ parroco di Coniolo, è stato nominato presbitero collaboratore di S. Paolo, Cremezzano e Scarpizzolo. Il rev.do sac. Mattia Cavazzoni è stato nominato vice assistente diocesano di Azione cattolica ragazzi. Il rev.do sac. Giovanni Milesi

è stato nominato vice assistente diocesano di Azione cattolica giovani. Il prof. Mario Taccolini è stato confermato direttore dell’Archivio storico diocesano di Brescia. Il rev.do sac. Armando Scarpetta è stato confermato vice direttore dell’Archivio storico diocesano di Brescia. Il rev.do sac. Mario Trebeschi è stato confermato collaboratore di settore dell’Archivio storico diocesano di Brescia.

Per domenica 1 maggio l’UfďŹ cio diocesano per la famiglia invita al pellegrinaggio diocesano per le famiglie, a piedi, dal Santuario di Valverde di Rezzato al Santuario dedicato al culto di Sant’Arcangelo Tadini a Botticino. Il motto della iniziativa è: “Qui la santità è di casa! Sulle orme e in compagnia di Sant’Arcangelo Tadiniâ€?. Il programma prevede: ore 9 Ritrovo presso il Santuario e preghiera mariana presso il luogo dell’apparizione; ore 9.30 Inizio

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GiovedĂŹ 21 aprile Ore 9.30 - Brescia - S. Messa crismale. Ore 16.30 - Brescia - S. Messa presso il carcere di Canton Mombello. Ore 20.30 - S. Messa In Coena Domini in Cattedrale.

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del cammino con percorso in tre tappe, seguendo le lettere pastorali del vescovo Luciano; ore 10.50 Arrivo al Santuario di Botticino Sera e preghiera al Santo; ore 11 S. Messa in comunione spirituale con Roma dove verrĂ proclamato Beato Giovanni Paolo II; ore 14.30 Testimonianze di coppia e memoria del pontiďŹ cato di Giovanni Paolo II. Info: UfďŹ cio famiglia Via Trieste 13 - 25121 – Brescia tel. 030.3722.234 fax: 030.3722.265 sito: www.diocesi. brescia.it

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a societĂ europea si è ormai abituata ad avere a che fare con il pluralismo religioso. Non sempre tuttavia la scuola italiana sembra pronta a rispondere a questa sfida – certo assai delicata – con efficaci azioni educative. A tal proposito il Centro per l’educazione alla mondialitĂ (Cem), con il patrocinio dell’UniversitĂ degli Studi di Roma “La Sapienzaâ€?, ha organizzato il convegno “PerchĂŠ le religioni a scuola? Competenze, buone pratiche e laicitĂ â€?, che si è svolto sabato 9 aprile scorso a Brescia, presso la chiesa di San Cristo dei Missionari Saveriani. Il convegno ha avuto come obiettivo il rilancio del dibattito sulle religioni nella scuola, riprendendo un altro convegno bresciano di nove anni fa, in cui si era proposta la definizione di “ora delle religioniâ€?. Enzo Pace, dell’UniversitĂ di Padova, ha sottolineato come a fronte di un marcato processo migratorio verso i Paesi occidentali, si sia sviluppato,

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per la sicurezza e la cooperazione in Europa). Le questioni piĂš prettamente pedagogiche sono state poi affrontate dall’insegnante Lucrezia Pedrali e da Carmelina Chiara Canta, dell’UniversitĂ di Roma Tre, mentre il filosofo Aluisi Tosolini, in una documentata relazione, ha sottolineato l’importanza della conoscenza delle diverse religioni come presupposto per la convivenza e la coesione sociale. Il pomeriggio ha approfondito le buone pratiche, partendo da alcune situazioni concrete. Mariachiara Giorda, docente di Storia delle Religioni a Torino, ha offerto alcune considerazioni sul ruolo politico, culturale e sociale dell’universitĂ nella proposta di un insegnamento relativo alle religioni a scuola. Infine, la relazione degli insegnanti Marco dal Corso e Marialuisa Damini ha inteso descrivere un nuovo metodo di apprendimento in gruppo per le religioni nelle scuole. Ăˆ stato presentato un documento finale sul tema come “Carta di Bresciaâ€?.


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Lombardia, nell’ambito dell’Aqst (Accordo quadro di sviluppo territoriale per la casa), ha erogato un ďŹ nanziamento pari a euro 2.229.500. L’assegnazione degli alloggi è stata regolata lo scorso autunno con la sottoscrizione di due distinte convenzioni, stipulate tra il Comune di Brescia, la Regione Lombardia e la Congrega della CaritĂ Apostolica. Gli obiettivi perseguiti con tali atti sono la massima trasparenza

ed efďŹ cienza, nel rispetto della normativa che regola la materia. Oltre agli appartamenti – integralmente rimaneggiati, sia nella dotazione impiantistica, sia nella distribuzione dei locali – sono stati recuperati anche gli spazi del sottotetto per destinarli a nuove unitĂ immobiliari e sono state eliminate le barriere architettoniche. Per la prima volta, inďŹ ne, sono stati installati gli ascensori nelle scale che servono i fabbricati.

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n un periodo durante il quale la questione abitativa è riemersa anche a Brescia in tutta la sua urgenza, la feconda e intelligente collaborazione intessuta tra la Congrega della CaritĂ Apostolica, il Comune di Brescia e la Regione Lombardia, ha condotto all’assegnazione di ben 88 nuovi alloggi, 86 dei quali localizzati in via Mazzucchelli in cittĂ ; assegnazione avvenuta nelle scorse settimane. Tali abitazioni, interamente rinnovate grazie a recenti lavori, sono state concesse in locazione a canone moderato dalla Congrega a seguito di un bando pubblico concluso il 16 dicembre dello scorso anno: come concordato con il Comune, i canoni

sono stati ulteriormente ridotti rispetto ai parametri regionali del canone moderato grazie al ricorso alle risorse destinate dalla Congrega alla beneficenza. Il “Quartiere Mazzucchelliâ€? – ancor oggi noto a molti bresciani come ‘le Congreghe’ – è uno dei piĂš antichi esempi di edilizia popolare della no-

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stra città , e fu modello e riferimento per contemporanei e successivi interventi pubblici. Il rione è ubicato a Brescia, nella zona di Fiumicello, tra via Mazzucchelli, via Cocchetti e via Carducci; è formato da 11 edifici che furono edificati per iniziativa della Congrega stessa durante il primo quarto del Novecento, allo scopo di essere destinati alle famiglie operaie che tra XIX e XX secolo affluivano sempre piÚ numerose dalle

campagne e dalle valli per insediarsi nel nascente comparto industriale cittadino. A tali nuclei familiari, al tempo, erano di norma date in affitto abitazioni malsane, molto spesso fatiscenti, nelle quali era anzitutto impossibile condurre una vita serena. Al contrario, gli edifici costruiti dalla Congrega intorno a grandi cortili dov’era possibile coltivare la vita di comunità , erano forniti di servizi – non da ultimo da servizi igienici ed

idrici – di standard particolarmente elevato per il tempo. La sinergia sperimentata con il Comune e la Regione tramite l’Accordo quadro di sviluppo territoriale ha consentito di realizzare il radicale intervento di recupero sopra accennato – progettato internamente dall’Ufficio patrimonio della Congrega – che aggiorna agli standard abitativi odierni l’intervento costruttivo realizzato dal Sodalizio agli inizi del Novecento.


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egli ultimi decenni, si sono moltiplicati gli studi sull’ambiente, sui cambiamenti del clima, sulle fonti di energia. All’interno della comunitĂ scientifica si è aperto un dibattito tra coloro che sottolineano i forti rischi che l’umanitĂ sta correndo in merito agli sconvolgimenti ambientali, e che prevedono un futuro catastrofico, e coloro che sminuiscono il fenomeno dicendo che esso rientra nel processo naturale, che procede in modo ciclico da migliaia di anni. Su questo argomento, che è cruciale per il nostro tempo, si è incentrata la conferenza di Luca Mercalli, dal titolo “Clima ed energia, una sfida e una necessitĂ per il nostro benessere futuroâ€?, tenuta nel complesso di San Cristo di Brescia. Il giovane studioso, noto anche per la sua partecipazione al programma televisivo di Fabio Fazio “Che tempo che faâ€?, si sente piĂš vicino alla

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risorse che l’uomo sta usando per la crescita produttiva, come il petrolio, il gas, sono beni finiti, non inesauribili; di conseguenza, tale processo non può continuare all’infinito, ma bisogna cambiare strada. Purtroppo, il libro di Peccei non ha avuto molta risonanza, benchĂŠ sia stato ripubblicato nel 2006: Mercalli dice, con amara ironia, che anche i mass media si occupano piĂš di gossip, di questioni futili, che di problematiche ambientali che mettono in discussione la nostra stessa presenza sulla Terra. Intanto l’umanità è passata dai 4 miliardi del 1972 ai 7 miliardi di oggi, l’ambiente è peggiorato, le risorse cominciano a scarseggiare. Possiamo ancora fare qualcosa? Secondo Mercalli sĂŹ, però bisogna agire con sollecitudine contro l’inquinamento. Il surriscaldamento del pianeta, anche se non tutti lo ammettono, è evidente. Nelle immagini del satellite, infatti, si notano delle vaste zone di

colore rosso, che sono in aumento rispetto alle rilevazioni precedenti e indicano il cambiamento del clima. Tale processo si può vedere anche nelle anomalie di alcuni fenomeni, come le forti tempeste in Australia, l’estate record della Russia nel 2010, le alluvioni catastrofiche del Pakistan. Mercalli ricorda, inoltre, che il Cnr di Bologna sta studiando i ghiacciai: il loro spessore si sta riducendo in modo progressivo, compromettendo l’equilibrio climatico del pianeta. Se lo scioglimento dovesse proseguire con questi ritmi nei prossimi anni, ci sarebbero fenomeni catastrofici come l’innalzamento dei livelli dei mari. La politica è in ritardo: alcuni Paesi hanno agito con maggiore attenzione, come la Svizzera, i Paesi scandinavi, mentre l’Italia sta sottovalutando il problema. Il Protocollo di Kyoto del 1992 ha fissato degli obiettivi da raggiungere per la riduzione

dell’inquinamento, ma il cammino è ancora lungo. Secondo Mercalli, bisogna accelerare i tempi: il 2011 può essere l’anno della svolta. Ci dobbiamo rendere conto che corriamo il rischio di tornare indietro nei secoli, di perdere i nostri vantaggi, di cadere in una nuova epoca buia. Se non vogliamo regredire, dobbiamo recuperare i veri valori della nostra esistenza, rispettare di piĂš noi stessi, quindi amare l’ambiente in cui viviamo, che è la nostra casa che ci è stata data in dono.

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”‡•…‹ƒ „„ƒ†‘ ƒŽ ”ƒÂ?†‡ …‘Â? ÂŽÇŻ ”…Š‡•–”ƒ ‘œƒ”– Sabato 16 aprile alle 15.30 aprirĂ la vendita dei biglietti per il concerto di Claudio Abbado che il 9 giugno sarĂ sul palcoscenico del Teatro Grande alla guida dell’Orchestra Mozart. Durante la serata, inoltre, si distingueranno due grandi solisti per altrettante celebri pagine mozartiane: l’oboista Lucas Macias Navarro interpreterĂ il “Concerto per oboe in Do maggioreâ€? K 314 e la violinista Isabelle Faust il “Concerto per violino e orchestra n. 5 in La maggioreâ€? K 219. Il programma

prevede anche la “Sinfonia n. 35 in Re maggioreâ€? K 385 “Haffnerâ€? e si concluderĂ nella seconda parte con una delle opere piĂš celebri di Beethoven, la “Sinfonia n. 6 in Fa maggiore op. 68â€? nota come “Pastoraleâ€?. SarĂ uno dei grandi eventi della storia musicale della nostra cittĂ che avrĂ l’onore di ospitare uno tra i piĂš importanti direttori a livello mondiale nell’unica data in Lombardia del 2011. L’evento coronerĂ la prima parte della

Stagione del Massimo cittadino, sottolineando l’imprinting di unicitĂ e internazionalitĂ che la Fondazione del Teatro Grande pone tra i suoi obiettivi primari. La Fondazione riserverĂ una attenzione particolare agli under30 che avranno la possibilitĂ di acquistare biglietti di seconda galleria al prezzo di 20 euro. Biglietto intero per platea e palchi 1°, 2° e 3° ordine a 160 euro; prima galleria e 4° ordine palchi, 70 euro; seconda galleria 40 euro. Info: www.teatrogrande.it

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3

resso il complesso di San Cristo a Brescia, si è tenuto un incontro con il noto filosofo Salvatore Natoli, ordinario di Filosofia teoretica presso l’UniversitĂ degli Studi di Milano Bicocca, sul tema “Stare al mondo: l’emergenza eticaâ€?. L’incontro è stato proposto dall’associazione culturale “Ripensare il mondoâ€?. Natoli ha sottolineato come nel nostro mondo l’accelerazione esasperata nel fare ha portato alla perdita dell’orizzonte in cui si opera e, quindi, del senso di ciò che si fa. Prova di questo è la difficoltĂ di incontrare persone che trovino senso nel lavoro che svolgono. Oggi, “fare il beneâ€? non è cercare di conformarsi a un bene oggettivo, ma costruire un bene soggettivo, costantemente valutato in base alla soddisfazione personale. In questo orizzonte, si è chiesto Natoli, c’è ancora posto per il bene comune? La risposta è favorevole solo se si accetta di ricostruire la morale. Questa, contrariamente a quanto vuole il senso comune, non è un dovere, ma si basa sull’inevitabilitĂ del legame. L’uomo nasce da un legame e perdura nell’essere finchĂŠ ci sono legami. L’unica cosa che l’uomo ha la facoltĂ di decidere, dal momento che non decide di nascere e, tendenzialmente, non può decidere quando morire, è valorizzare il tempo che gli è dato. Tutto ciò premesso, è evidente che

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stante tra appartenere e appartenersi. Il legame, tuttavia, tende a rompersi da un lato se la comunitĂ non libera i soggetti che genera, ma li tiene soggiogati, dall’altro se l’individuo vuole liberarsi da solo e fare a meno della comunitĂ diventandone nemico. Qui sta il male, nella divisione. Oggi assistiamo a molte vite scisse: l’uomo vuole essere completamente libero, ma desidera allo stesso tempo anche la protezione della comunitĂ . L’uomo contemporaneo è certamente piĂš libero, ma anche piĂš solo e abbandonato a se stesso. Ricostruire l’etica vuol dire rimettere in moto i legami, ovvero costruire quelle condizioni per cui l’individuo si realizza grazie alla comunitĂ che a sua volta ha creato le condizioni per la sua realizzazione e, una volta realizzato, contribuisce nella comunitĂ alla realizzazione degli altri individui. L’etica allora non è privazione, ma realizzazione di sĂŠ all’interno di un orizzonte complessivo in cui il dovere è secondario all’essere. “Devo perchĂŠ sono fatto – ha detto Natoli – non faccio perchĂŠ devoâ€?. Un soggetto si realizza quando, aiutato da altri, scopre le sue capacitĂ e sa governare il proprio desiderio, potenzialmente illimitato, senza per questo inibirlo. Il primo e piĂš grande peccato dell’uomo, ricorda la Genesi, non è forse il pensare di poter fare a meno di tutti, anche di Dio?

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2/5 giugno 2011

1/5 giugno 2011

2/5 giugno 2011

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alter Malosti, dopo il premio 2009 dell’Associazione nazionale critici italiani per la regia degli spettacoli “Quattro atti profaniâ€? di Antonio Tarantino e “Venere e Adoneâ€? di Shakespeare, affronta per la prima volta Molière ne “La scuola delle mogliâ€?. Semplice la trama di questo spettacolo che ebbe un enorme successo fin dalla sua prima messa in scena nel 1662: Arnolphe, inventatosi “Signore del Ceppoâ€?, è un feroce sbeffeggiatore delle disgrazie coniugali, pensatore sui generis, ossessionato dall’idea di costruirsi una moglie perfetta, una sorta di bambola innocente, schiava e ottusa, che lo risparmi dalle corna. Arnolphe sta per sposare la giovanissima Agnès, una trovatella che egli stesso ha cresciuto ed educato, con la complicitĂ delle suore di un convento, nella piĂš totale ignoranza. Ma la Natura sceglie percorsi imprevedibili e Agnès muterĂ in maniera travolgente il suo destino e quello di Arnolphe. “La scuola delle mogliâ€? – afferma Valter Malosti – ha ricevuto un’attenzione distratta in Italia, perchĂŠ

la tragedia, annidata nella struttura di geniale farsa, complica maledettamente i piani di chi deve ricrearlo. Si tratta di un testo che ruota attorno a un’idea fissa: le corna (in effetti il tema attraversa tutta l’opera di Molière). Un altro tema che mi pare fondamentale è il rapporto malato di vittima-carnefice che suona sordo, come un inquietante basso continuo, in sottofondo a tutta la composizione degli scoppiettanti dialoghi tra Agnès e Arnolphe, che si aprono a squarci inaspettati di cruda veritĂ . Colgo nella pièce un carattere visionario: il delirio in cui sprofonda Arnolphe al termine della commedia si trasforma in una vera e propria anatomia della rovina; rovina di cui è egli stesso l’artefice. Stabilito il fatto che ‘La scuola delle mogli’ non è una semplice farsa, sostengo che la farsa naturalmente debba conservarsi. Attraverso un processo di ri-creazione del testo, seguendo anzitutto un intuito musicale e guidato nella traduzione da un gesto linguistico che deve poi farsi teatro, ho costruito una partitura che passando per il melodramma verdiano

arriva alla canzone, all’hip hop, e ho trovato una misura espressiva in versi liberi, giocando con la lingua attraverso rime, assonanze e ritorni di suono, ma con una grande economia di sillabe; a volte screziandola con un francese maccheronico, eco della lingua artificiale dei comici italiani che dominavano i palcoscenici parigini del Seicento. L’utopia è ritrovare, almeno in piccola parte, la folgorante musica di Molière, che nell’originale francese deflagra e scintilla per mezzo del verso alessandrino e delle rime, vibrando con una corda quasi pre-mozartiana, e trovare uno spazio nell’immaginario delle persone che condivideranno con noi questo viaggioâ€?.

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L’intervento denominato “Sorrisi Liberatiâ€? rientra nel progetto “Cantieri socialiâ€? e si colloca nel panorama di ricerca di Teatro Inverso rivolto a temi sociali e prevede nello specifico la realizzazione di un video spettacolo con accompagnamento musicale dal vivo eseguito da Roberto Perata (direttore della Scala di Milano); due spettacoli (di cui una prima nazionale assoluta) seguiti ciascuno da un “dibattito/chiacchierataâ€? sul tema sociale affrontato in un clima di confronto e conoscenza dell’argomento. Per la realizzazione dei dibattiti sono stati coinvolti come relatori vari professionisti del settore e associazioni presenti sul territorio bresciano; un laboratorio gratuito di tre serate rivolto a genitori e educatori per imparare a raccontare e inventare le fiabe. Gli spettacoli si terranno al Teatro Comunale di Casazza alle ore 21 e il biglietto d’ingresso ha il costo di 1 euro per tutti. Il laboratorio è gratuito ma con prenotazione obbligatoria. Il cartellone si apre venerdĂŹ 15 aprile con “M. 2011â€? di # P.D.A., video spettacolo con accompagnamento musicale dal vivo eseguito da Roberto Perata sul tema della pedofilia. Segue, il 29 aprile, “Nuvole al guinzaglioâ€? di Teatro Inverso - video lettura sui diritti del fanciullo. A seguire il dibattito “Sui minori: diritti, prevenzione e giustiziaâ€?. Interverranno Paola Becchetti e Gabriele Angoscini della cooperativa sociale onlus “Il calabroneâ€?, Federica Pacella del comitato Unicef di Brescia e Carlo Alberto Romano, presidente dell’Associazione Carcere e Territo-

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rio onlus Brescia. Il 6 maggio, l’appuntamento è con “La giocatriceâ€? di Teatro Inverso (prima assoluta) spettacolo sulla famiglia, la madre e la perdita di un figlio. A seguire, anche in questo caso, il dibattito “Donna e madre: quando l’assenza significa presenzaâ€?. Interverranno Bianca Frigoli, dirigente dell’istituto Vittoria Razzetti onlus e Roberto Merli, presidente dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus con uno psicologo. LunedĂŹ 16, 23 e30 maggio si svolgerĂ il “Laboratorio raccontareâ€?, gratuito e rivolto ai genitori per imparare a raccontare fiabe in maniera creativa ai propri figli. Presso Teatro Inverso, via Tosoni 13 a Brescia (prenotazione obbligatoria allo 0303701163). Info: www.teatroinverso.it

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3DQGROIR 0DODWHVWD ´6LJQRUHÂľ QHO ¡ Brescia, Bergamo, Fano, tre cittĂ unite sotto un solo signore. Ăˆ proprio da questi centri del potere che si snoda il convegno “Nell’etĂ di Pandolfo Malatesta. Signore a Bergamo, Brescia e Fano agli inizi del Quattrocentoâ€?. Brescia, per 15 anni capitale della signoria malatestiana e centro artistico, economico e amministrativo, ha ospitato il primo dei tre giorni di convegno, mentre per venerdĂŹ 15 aprile alle 8.30 è previsto il trasferimento in autobus da Brescia al castello di Clusane d’Iseo, dove la mattinata sarĂ scandita dagli interventi di

importanti studiosi e dalla presentazione del libro di Elisabetta Conti “Un inedito registro di Pandolfo Malatestaâ€?. Nel pomeriggio i partecipanti potranno visitare Bergamo e i luoghi di Bartolomeo Colleoni e partecipare al convegno presso la sala Funi della Banca Popolare di Bergamo. L’iniziativa si concluderĂ sabato 16, con il trasferimento da Brescia a Fano alle ore 7.30 seguito dalla visita alla mostra dedicata al condottiero e dall’ultima parte del convegno. Per informazioni e prenotazioni è possibile telefonare al numero 0302293376 (e.b.).


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Un tema di grande attualità è l’argomento dell’ultimo libro di Dario E. Viganò, ordinario di Teologia della comunicazione e preside dell’Istituto pastorale Redemptor Hominis della PontiďŹ cia universitĂ lateranense. Youtube, Facebook, Twitter e piĂš generalmente il mondo del web sono i canali di comunicazione a cui guarda con sempre maggiore attenzione la Chiesa cattolica per fare arrivare il suo messaggio evangelico. Una necessitĂ per

Giovanni Tomasini, diplomato presso il dipartimento di design Laba, si è classiďŹ cato al concorso “Legno dingegno 2010 – 2011â€? indetto dal consorzio Rilegno. L’esposizione dei 21 prototipi dei progetti selezionati avverrĂ presso l’area espositiva milanese Spazio ReFile di via Ventura 4, inserito nel circuito FuoriSalone. Si tratta di un evento sul tema della trasformazione e recupero del materiale di scarto in una nuova risorsa. Circa 400 mq

stare al passo con i tempi e per conquistare e sensibilizzare anche il pubblico giovane. Ăˆ cosĂŹ anche per gli spot 8x1000 la cui analisi è l’oggetto del nuovo volume di Dario E. Viganò “Chiesa e pubblicità – Storia e analisi degli spot 8x1000â€?. Il volume vuole essere un’analisi, in particolare dal punto di vista semiotico, delle strategie di comunicazione dell’8x1000, con particolare attenzione alle campagne condotte dalla televisione a partire dai primi anni Novanta.

ospiteranno un’area espositiva con protagonisti progetti di designer selezionati, e un’area interamente dedicata a workshop – laboratori in linea con i principi del design sostenibile. L’evento si inserisce nel circuito ufďŹ ciale Ventura Lambrate e intende rivolgersi ai visitatori in un modo innovativo, invitandoli in prima persona a prendere parte allo stesso il cui tema è proprio della FilosoďŹ a ReFile: “Recupero e Riuso della materia primaâ€?.

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’Associazione per l’arte “Le Stelleâ€? propone due iniziative di carattere artistico con l’intento di avvicinare al cuore del mistero cristiano attraverso l’arte contemporanea. La prima iniziativa è una mostra intitolata “Cosa ti ho fatto?â€? allestita presso la Cappella di Santa Maria nella parrocchiale di San Giovanni Evangelista. Una domanda lancinante, quella del titolo, che richiama le lamentazioni di Dio – pronunciate attraverso la bocca del profeta – rivolte al popolo d’Israele. Parole che la liturgia cristiana utilizza nell’adorazione della Croce del VenerdĂŹ Santo e che in questa esposizione risuonano fortemente nelle opere di Andrea Cereda, Armando Fettolini, Gianni Bucher, Rinaldo Turati, Hermann Josef Runggaldier. Il dolore di GesĂš, nella croce, nella corona di spine, nel suo giacere estremo tra le braccia della Madre, si raccorda al dolore dell’umanitĂ , straziata e cancellata nell’orrore dei campi di sterminio. L’esposizione sarĂ aperta ai visitatori tutti i giorni sino al 30 aprile nei giorni feriali (9.30-11.30/15.30-18) e festivi (11-12/15.30-17). Tesa a stimolare la riflessione quaresimale, è anche la seconda esposizione (questa però in San Zenone all’Arco, fino al 25 aprile dalle 16 alle 19) “E abbiamo visto la sua gloriaâ€?, che pone due artisti a confronto su uno dei temi centrali della nostra esistenza: il Crocifisso, incontro con il dolore, con l’uomo/

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la sofferenza e la morte proprie dell’umanitĂ gli trasmettono, dal voler assorbire dal tragico (cosa di piĂš spietato di un crocifisso?) al sublime la forma, rivivendola nell’arte. Vede la gloria ma non la testimonia, e forse per questo chiede di essere benedetto d’acqua santa, lui che afferma “Non v’è amore piĂš grande dell’amore di Dio, soprattutto se Lui non esisteâ€?, lui che titola in minuscolo cristo, ma pone Lui (Dio), in maiuscolo. Armando Fettolini, milanese, dopo aver per anni scandagliato il dolore dell’uomo dalla parte della Croce, risponde all’urlo di Dolzan con una istallazione dove il simbolo assurge al suo piĂš alto significato: incarnarsi nell’oggetto stesso. Ha visto, meditato, dipinto nel dolore la Gloria, oggi vuole testimoniarla. Lasciata sul Golgota la croce, dona alla nuova Chiesa tre strumenti per il seguito, che non può prescindere dal dolore partecipe (corona di spine), dalla responsabilitĂ di testimonianza (inchiodati a essa dal mandato di Cristo), dalla purificazione (il lenzuolo di lino che ricopre quotidianamente l’altare della nostra esistenza). Diavolo e acqua santa? PiĂš semplicemente due artisti che non disdegnano di affrontare il sacro, di sperimentare nuovi cammini, di testimoniare con la sensibilitĂ contemporanea il dramma di chi quotidianamente deve portare la sua croce per seguire il Maestro o semplicemente per portarla con dignitĂ .

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fosse per la risposta dei clienti alla richiesta del barista “E chi paga?â€?: “Stiamo giĂ pagando tuttiâ€?. Una vera emozione assistere a questo spettacolo che nasce dalla collaborazione tra CruciďŹ xus, l’UniversitĂ cattolica e, ovviamente, la Casa di reclusione di Verziano con il gruppo di reclusi che partecipa al laboratorio. Un’emozione unica che nasce dall’impegno serio dei detenuti e che è veramente un peccato riservare a pochi fortunati (m.l.).

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all’Honduras arrivano le immagini dei vip dell’Isola dei Famosi, il reality show in onda su Rai 2 , ma la realtĂ piĂš leale di questo Paese non è quella dell’Isola, bensĂŹ quella di un piccolo e martoriato Paese con una situazione interna drammatica fatta di repressioni e violenze a seguito del colpo di Stato perpetrato dall’italo-honduregno Roberto Micheletti nel giugno 2009. Il golpe è stato supportato da latifondisti, da buona parte delle classi dirigenti locali, dalle multinazionali che sfruttano le risorse del Paese. Il colpo di Stato ha significato, oltre all’esilio forzato del legittimo presidente Manuel Zelaya, svariate decine di morti, centinaia di torturati, detenzioni illegali, controllo dei mezzi di comunicazione. A portare la testimonianza di quanto è successo e sta accadendo in Honduras, padre Andrès Tamayo, ospite, nei giorni scorsi dei missionari comboniani per un incontro sul tema “La parola dall’Honduras che r-esisteâ€?, promosso dal Centro missionario diocesano, missionari comboniani, Ufficio diocesano di Pastorale sociale-Salvaguardia del Creato, Centro universitario dioce-

sano e Commissione giustizia e pace. Padre Tamayo, nato in El Salvador, sacerdote, leader ecologista del Movimento ambientalista dell’Olancho (Mao), fin dai primi anni Novanta è stato a fianco della popolazione honduregna nella lotta per la salvaguardia delle foreste della regione di Olancho, nel nord dell’Honduras. Minacciato piĂš volte di morte giĂ prima del golpe militare, nel 2004 ha vinto il premio “Nobel alternativo per l’ambienteâ€? e, nel 2010, ha ricevuto il riconoscimento internazionale “Honor et dignitasâ€? per il suo infaticabile e rischioso impegno per la giustizia, i diritti umani e la pace. Dopo il colpo di Stato del giugno 2009, padre Andrès è stato costretto ad abbandonare l’Honduras, ma continua il suo cammino vicino al popolo honduregno perseguitato e sofferente. “Non si sa niente dell’Honduras – ha esordito padre Andrès – perchĂŠ si dice che questo Paese non dĂ niente, ma ciò non è vero, perchĂŠ il territorio dell’Honduras è ricco di argento, legno pregiato e terra fertile risorse che sono sfruttate dalle multinazionaliâ€?. Padre Andrès ha denunciato la situazione drammatica in cui si trova il Paese. Dal giorno del col-

po di Stato, in Honduras sono state uccise e rapite centinaia di persone e calpestati i diritti umani nel silenzio piĂš totale dei mezzi di informazione, nazionali e internazionali. La popolazione si è opposta all’allontanamento forzato del legittimo presidente Zelaya, lo ha appoggiato con manifestazioni pacifiche, chiedendo il suo ritorno. Ancor oggi, gran parte della popolazione si oppone al neo presidente Lobo e continua a opporsi attraverso il Fronte nazionale di resistenza popolare (Fnrp) un movimento non violento che riunisce persone di tutte le classi sociali dagli intellettuali ai contadini, dagli artisti ai sindacalisti, dai giovani alle donne. Padre Andrès chiede a noi di dar voce a quello che sta accadendo nel suo Paese e sostenere il Fronte nazionale di resistenza popolare.

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0D QHOOH UXEULFKH WY TXDQWD UHDOWj F¡q" Da decenni nelle case italiane si combatte un’aspra battaglia: quella fra la televisione e la realtĂ . Un ďŹ ltro attraverso il quale tutto ciò che fa parte della realtĂ viene mediato, rimaneggiato a seconda della volontĂ di chi ce lo racconta. Ăˆ proprio la volontĂ degli operatori della comunicazione a deďŹ nire lo stile comunicativo di un programma o di una rete televisiva. Spesso abbiamo assistito a un uso sbagliato di questa volontĂ anzi, spesso la realtĂ che la televisione ci ha offerto non aveva nulla a che vedere con ciò che accadeva fuori dal nostro salotto. Ma per fortuna qualcuno è ancora convinto

che la propria volontĂ possa essere usata al servizio dei telespettatori, senza dover essere camuffata o ribaltata a seconda degli interessi in gioco. Ăˆ questo il caso di Giovanni Anversa e del suo “Racconti di vitaâ€?, in onda su Rai Tre ogni domenica alle 12.55. Una trasmissione di attualitĂ e di approfondimento giornalistico che indaga sull’Italia raccontandola attraverso storie private di cittadini. RealtĂ con le quali tutti, in un modo o nell’altro, conviviamo, ma che spesso in televisione sono lasciate da parte o raccontate con luoghi comuni o peggio stereotipi e pregiudizi. L’Italia delle vittime del-

la maďŹ a, dei malati di sclerosi multipla, dei lavoratori precari, delle stragi del sabato sera. Gli italiani che non arrivano alla ďŹ ne del mese, che vogliono creare un’associazione, che decidono per il consumo critico, che combattono per l’ambiente. La realtĂ di tutti i giorni, quella che fa volentieri a meno dello spettacolo e della fama. La vita di chi supera un ostacolo o viene messo alla prova da un evento inaspettato. Per riassumere, il mondo, quello vero, che ci circonda. Un luogo sociale, quello delle vite della gente comune, molto delicato da trattare in televisione, nel quale è molto difďŹ cile muoversi

senza rovinare tutto, senza scadere nella piĂš becera sovraesposizione di drammi privati, ai quali spesso ci capita di assistere un po’ ovunque: una violenza psicologica a 360 gradi, che purtroppo molte trasmissioni da anni si vantano di saper fare con “professionalitĂ â€?. “Racconti di vitaâ€? non è la tv del dolore, pur raccontando spesso storie di dolore. Non mostra soddisfatta le lacrime delle “mamme coraggioâ€?, pur dando spazio a racconti di drammi famigliari. Giovanni Anversa, una laurea in sociologia e una carriera da giornalista costellata di successi, da anni conduttore e ancor pri-

ma autore del programma, decide di dare sĂŹ spazio alle storie quotidiane dei cittadini, ma lo fa con un approccio giornalistico, per nulla teatrale o schiavo degli stereotipi dello spettacolo. Le realtĂ che conosciamo, un’ora alla settimana, con “Racconti di vitaâ€? valgono piĂš di tutto il resto della televisione finta e artefatta, che si prende quasi tutto il nostro tempo di telespettatori. Il pubblico deve confrontarsi con questa televisione dell’irrealtĂ attraverso un uso critico, positivamente impegnato a scegliere programmi che veramente hanno qualcosa da dare e non solo da prendere.


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Navigando su internet si può trovare ogni genere di informazione. Guardando “The next three daysâ€? abbiamo scoperto che è anche possibile apprendere come aprire la portiera di un’auto senza avere la chiave o progettare una fuga dal carcere (quasi) perfetta. Non esattamente una lezione ediďŹ cante, ma almeno in questo caso destinata a produrre un danno limitato: perchĂŠ il ďŹ lm di Paul Haggis lascia pochi dubbi sul fatto che la persona da far

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icono sia una delle cantanti piĂš difficili da gestire. Conoscendo il suo estro e il suo carattere bizzarro non facciamo fatica a crederlo. Ăˆ indubbio però che sia una delle poche star rimaste in circolazione, a dispetto dell’etĂ non piĂš verde e dell’avanzata delle nuove proposte. Patty Pravo, all’anagrafe Nicoletta Strambelli, ha trascorso i primi anni dell’adolescenza a Venezia con la nonna. Fin da piccolissima ha studiato danza e pianoforte, seguendo anche un corso di direzione d’orchestra. Successivamente si è trasferita a Roma, dove ha cominciato a farsi notare col nome di Guy Magenta. La successiva scelta del cognome d’arte Pravo, venne fatta dalla cantante in riferimento all’Inferno dantesco (“guai a voi anime praveâ€?, cioè malvagie). Ha attraversato da protagonista 40 anni della canzone italiana, da quando giovanissima impazzava nelle notti del Piper romano. Era l’epoca in cui in Italia era in voga il beat e funzionavano bene le versioni italiane di canzoni inglesi. CosĂŹ Patty si fece conoscere con “Ragazzo tristeâ€?, versione di “But you’re mineâ€? di Sonny & Cher, tradotta da Gianni Boncompagni. Ma la definitiva consacrazione avvenne con “La

bambolaâ€?, canzone che in un certo senso rappresentava il movimento femminile e la sua emancipazione. Tra molti successi e qualche caduta di tono, Nicoletta Strambelli è riuscita a raccogliere attorno alla sua musica un pubblico fedele, che ama il suo talento e la sua originalitĂ . Ancora oggi Patty Pravo riesce a colpire e provocare, anche quando, come all’ultimo Festival di Sanremo, le sue prestazioni non sono impeccabili. Nonostante ciò la canzone â€?Il vento e le roseâ€?, tra le migliori in rassegna, sta funzionando, cosĂŹ come il cd “Nella terra dei pinguiniâ€? che contiene il brano cantato in due versioni, la prima solamente da Patty e la seconda, che chiude il disco, eseguita in compagnia di un altro cantante tutto genio e sregolatezza come Morgan. L’intero disco stupisce per l’equilibrio e l’eleganza, e ribadisce come Nicolet-

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ta sia particolarmente attenta a realizzare prodotti a lunga scadenza. Un album che rilancia Patty Pravo a distanza di sette anni dall’ultimo suo cd di inediti, con quel suono moderno il cui merito è da attribuire a un eccellente lavoro d’Êquipe coordinato dal maestro Diego Calvetti direttore artistico, che ha coinvolto artisti giovani e talentuosi come Giuliano Sangiorgi dei Negramaro (sue un paio di canzoni, “Unisonoâ€? e “Cieloâ€?). Canzoni varie, che debordano nel rock in piĂš di un passaggio ma che si apprezzano in particolare quando il cerchio rimane chiuso attorno a suoni d’atmosfera, come “Basti tuâ€?, “Il vento e le roseâ€?, “Unisonoâ€? e “Sognoâ€?, altra chicca del disco, estrapolata dalla colonna sonora del film campione di incassi “Mine vagantiâ€?. Tra tanto eclettismo spicca la presenza di una canzone antica come “Mille lire al meseâ€?, che Patty Pravo riesce a rendere in maniera impeccabile, senza stravolgimenti ma con rara delicatezza. “Nella terra dei pinguiniâ€? viene proposto da Patty Pravo, unitamente ai suoi successi, giovedĂŹ 15 aprile nella magica atmosfera del Teatro Grande, location particolarmente adatta a una signora della canzone italiana, che in concerto risulta sempre particolarmente magnetica.

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evadere sia innocente, innocentissima. Questa mancanza di ambiguitĂ , enfatizzata in modo pedante nel ďŹ nale, è in fondo uno dei limiti principali del racconto. Che concentra la tensione sullo squilibrio tra le forze – psicologiche e logistiche – a disposizione di un uomo qualunque e la pericolositĂ del gesto che ha deciso di compiere. L’uomo è il professor John Brennan, un Russell Crowe appesantito per quanto possibile e, a un certo

punto, anche malmenato. La sua famiglia conduce un’esistenza felice ďŹ nchĂŠ un mattino, all’improvviso, la bella moglie Lara (Elizabeth Banks) viene arrestata. Ăˆ accusata di avere ucciso il suo capufďŹ cio e tutte le prove sono contro di lei. In pochi minuti passano tre anni: John si è adattato a una precaria gestione del ďŹ glio Luke, Lara aspetta invano il responso dell’appello. Svanita ogni speranza ma non l’assoluta certezza dell’innocenza del-

la moglie, John concepisce l’idea di farla uscire di prigione con la forza. Haggis, sceneggiatore di talento e regista dell’ottimo “Nella valle di Elahâ€?, ha riadattato per l’occasione il thriller francese “Pour elleâ€?. Ha infuso nella pellicola la sua capacitĂ di costruire atmosfere di pesante inquietudine penetrando con le immagini l’angoscia dei personaggi, pedinandoli tra sfondi urbani che ampliďŹ cano il senso di sofferenza. Russell Crowe corrisponde alle at-

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tese caricandosi sul volto il dolore dell’uomo innocente al quale manca improvvisamente la terra sotto i piedi. Una sceneggiatura scaltra lo aiuta a restare credibile anche quando il ďŹ lm si spinge oltre i confini dell’inverosimiglianza. Nella parte ďŹ nale, con il protagonista in fuga, la storia assomiglia a tante giĂ viste. Diventa un prodotto di genere, meno incisivo del precedente lavoro di Haggis; capace però di tenerci avvinti ďŹ no all’ultimo minuto.

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Ăˆ di scena sino a sabato 16 aprile al Centro ďŹ era del Garda di Montichiari Expo Meccanica, la rassegna specializzata per l’intera ďŹ liera della meccanica. Si tratta di una manifestazione che punta alla valorizzazione delle eccellenze produttive e manifatturiere del territorio. Expo Meccannica è anche un punto d’incontro per le aziende che operano nella ďŹ liera di prodotto: lavorazioni meccaniche, attrezzature, stampi, utensileria, etc.

L’Associazione commercianti della provincia di Brescia rende noto che sono state introdotte nuove disposizioni che riguardano il rinnovo dell’iscrizione all’Albo nazionale dei gestori ambientali. Le novitĂ interessano tutti i produttori iniziali di riďŹ uti non pericolosi che effettuano operazioni di raccolta e trasporto dei propri riďŹ uti e per i produttori iniziali di riďŹ uti pericolosi che effettuano servizio di raccolta e trasporto degli stessi in quantitĂ

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non superiore ai 30 kg o 30 litri al giorno. Nello speciďŹ co è stato previsto che i soggetti che si sono iscritti all’Albo entro il 14 aprile 2008 sono tenuti alla presentazione della domanda di rinnovo entro il 30 giugno prossimo. Per ulteriori informazioni e per la modulistica necessaria gli operatori del settore interessati al rinnovo possono prendere contatto con gli ufďŹ ci dell’Associazione commercianti di via Bertolotti 1 a Brescia (tel, 030/292181).

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ono stati 15mila in meno rispetto al 2009 gli infortuni sul lavoro registrati in Italia lo scorso anno. I dati, diffusi dall’Inail parlano di 775mila denunce di infortunio nel 2010, in calo rispetto alle 790 dell’anno precedente. I numeri confermano, pur nella gravitĂ del fenomeno, la tendenza decrescente iniziata nel 2002. Nel corso del 2010 gli infortuni mortali sono scesi sotto il muro dei 1000, le 980 vittime dello scorso anno rappresentano una considerevole diminuzione rispetto alle 1053 di 12 mesi precedenti. Particolarmente significativa è stata la riduzione delle vittime nel settore delle costruzioni, settore che insieme a quello dell’industria è sempre stato in testa alla triste graduatoria. Nonostante questi dati, però, l’Inail nel suo rapporto 2010 ha definito ancora inaccettabile la dimensione del fenomeno. Sono ancora troppi gli infortuni sul lavoro e tante le vittime

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a Brescia ha visto insieme Confartigianato Imprese Unione di Brescia ed Anmil, l’Associazione nazionale dei lavoratori mutilati ed invalidi del lavoro. Le due realtĂ hanno recentemente unito i loro sforzi per richiamare l’attenzione verso il fenomeno, ancora presente e pressante, delle morti bianche e degli infortuni sul lavoro. “Nonostante le nuove leggi e le tecnologie avanzate, la macabra contabilitĂ resta un bollettino di guerra: tragico e inarrestabileâ€?, ha spiegato Angelo Piovanelli, presidente Anmil. Nel Bresciano si contano oggi circa 18mila lavoratori infortunati permanenti, che testimoniano la gravitĂ della situazione. Nel 2010 Brescia è stata la terza provincia d’Italia per numero di “morti biancheâ€?: di tutte le tragedie avvenute sul territorio nazionale, 21 si sono registrate nel Bresciano, in tre casi le vittime sono rimaste coinvolte in altrettanti incidenti stradali avve-

gato Piovanelli. “Nonostante la crisi, nonostante siano calate le attivitĂ e sia aumentato il ricorso alla cassa integrazione, si continua a morire o a rimanere gravemente feriti sui luoghi di lavoro. L’Anmil ha chiesto apertamente a tutte le autoritĂ locali, di focalizzare l’attenzione su questo problema, facendosi a propria volta portavoce delle iniziative di sensibilizzazione. Tra le prime realtĂ ad accogliere l’appello dell’Anmil c’è la Confartigianato bresciana che ha deciso d’iscriversi all’associazione in qualitĂ di socio sostenitore istituzionale.

nuti lungo il tragitto verso i luoghi di lavoro. Fra le regioni la Lombardia continua a mantenere il triste primato (74 decessi), seguita dal Veneto (55) e dalla Campania (44). Ma se in termini assoluti il record spetta alla Lombardia, quando l’analisi possa rapporta le “morti biancheâ€? alla popolazione lavorativa, è il Trentino Alto Adige a “svettareâ€? con un indice di incidenza pari a 62,2. In Piemonte il risultato piĂš virtuoso: 16,1. In questa graduatoria, su scala provinciale, Brescia scivola al 38° posto con un indice del 31,7, poco sopra cioè la media nazionale: 27,4. “Ciò che serve è soprattutto la prevenzioneâ€?, ha affermato Piovanelli, per il quale è “nelle scuoleâ€? che va fatta l’opera maggiore, laddove si formano i lavoratori del domani. “Si continua a morire perchĂŠ manca la cultura della sicurezza, sia da parte di chi dĂ e offre lavoro, sia da parte dei lavoratori stessiâ€?, ha spie-

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Successo per la 45ÂŞ edizione del Vinitaly che, con 156mila visitatori, supera i risultati del 2010 di circa 3000 presenze. Un successo per le aziende e le cantine che hanno scelto la vetrina veronese. Quello enologico è un mercato che dall’Italia si espande nel mondo e il “made in Italyâ€? vinicolo si riconferma protagonista in ogni parte del mondo come dimostrano i 48 mila visitatori stranieri (il 3% in piĂš rispetto al 2010). Nello stand della Lombardia la parte del leone l’hanno fatta le numerose cantine del Bresciano: Franciacorta e Garda su tutti. . “Tutti i produttori di vino hanno fatto sforzi enormi – racconta Gianluigi Vimercati, presidente delle Strade del vino Franciacorta – e i livelli qualitativi per il bollicine Franciacorta altissimiâ€?. Tra le azien-

de franciacortine sugli scudi a Verona vanno ricordati Berlucchi, che è stato anche premiato con il Premio Cangrande “Benemeriti della Vitivinicolturaâ€?, Ca’ del Bosco o altre che al Vinitaly hanno presentato nuovi prodotti, “La Montinaâ€? che a Verona ha versato per la prima volta il Vintage 2005 Extra Brut, dopo il successo i quello del 2004: â€œĂˆ un vino che viene prodotto solo nelle annate in cui si esprime il massimoâ€? ha raccontato Michele Bozza (nella foto), direttore commerciale dell’azienda. Anche per i vini del Garda, dal chiaretto al classico, conferme e buoni apprezzamenti non solo degli operatori del settore ma anche da visitatori occasionali come Marco e Mariangela di Rudiano che si affidano al Vinitaly per scegliere la propria “carta dei viniâ€?. (m.t.)

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Prosegue la mostra organizzata per celebrare i cento anni del Brescia Calcio nelle sale di Palazzo Martinengo di via Musei 32 in città . Fra le maglie e i cimeli storici messi a disposizione da tifosi e collezionisti, si può scorgere anche un quadro: si tratta del Cristo Biancoazzurro (foto a lato), dipinto regalato dal papa bresciano Paolo VI al club di via Bazoli il 31 maggio del 1965. Raffigura Cristo con le braccia aperte con una tunica

bianca e il mantello azzurro, i colori della societĂ . A certificare l’autenticitĂ dell’opera anche il logo pontificio. Il quadro si trova esposto nella sala antistante quella denominata “Stadio Rigamontiâ€?. ResterĂ visibile fino al 24 giugno, ultimo giorno di apertura della mostra che ha aperto i battenti, ad ingresso gratuito, lo scorso 24 marzo. Al termine della mostra, il Cristo Biancoazzurro tornerĂ nelle stanze della sede del Brescia Calcio in via Bazoli. (m.c.)

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considerato il simbolo o, se preferite, una delle ultime bandiere in circolazione del calcio italiano. Da sempre bresciano e con il Brescia nel cuore, Marco Zambelli continua a fare centro fra i tifosi biancoazzurri. Un uomo che non alza mai la voce, che ha dichiarato amore infinito ai colori del Brescia, mai fuori dalle righe, sempre disponibile e soprattutto umile. Tutti valori che vanno sempre piĂš in conflitto con il calcio milionario dei nostri giorni. CosĂŹ, dopo aver ricevuto il mese scorso l’Oscar dello Sport bresciano, Marco Zambelli ne porta a casa un altro. Si tratta del prestigioso premio “Rondinella d’Oroâ€?, giunto alla trentesima edizione essendo nato nel 1981. All’esterno di Gavardo, dunque, va il riconoscimento relativo alla stagione 2010. Ăˆ stato lui il piĂš votato dagli sportivi e lettori del periodico Brescia Club (lo scorso anno fu Caracciolo). Prima di lui, la Rondinella d’Oro è finita nelle mani di calciatori illustri: da Stefano Bonometti a Evaristo Beccalossi passando per Spillo Altobelli, Luca Toni e Roberto Baggio, quest’ultimo unico giocatore ad aggiudicarselo due volte. â€œĂˆ un premio vero – ci tiene a precisare l’organizzatore Giorgio Zanolli − nessuna giuria l’assegna, nessun esper-

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to cincischia e briga col cervello su questo o quel calciatore. Ăˆ semplicemente il responso dei tifosi che votano per il giocatore del Brescia che nella stagione precedente si è contraddistinto. Ăˆ un voto genuino e popolare che da sempre rispecchia l’opinione dei tecnici e degli esperti. Inoltre – conclude Zanolli Zambelli ha contribuito non poco al ritorno della squadra in serie A e la

tifoseria ha individuato in lui il simbolo di quella cavalcataâ€?. Alle spalle di Zambelli si sono piazzati Andrea Caracciolo e Davide Possanzini. Il primo attuale bomber con 10 reti all’attivo, il secondo oramai ai margini della squadra. Per l’ex capitano sembra non esserci piĂš spazio, tanto da alternare la panchina alla tribuna. E domenica alle 15 c’è un’altra tappa fondamentale in chiave

salvezza. Si va a Genova, sponda Grifone, per la sest’ultima giornata della serie A. Brescia a caccia ancora di un colpo esterno dopo l’unico (ad inizio stagione) in casa del Chievo. All’epoca segnò Diamanti, lo stesso che ultimamente parte dalla panchina per rifiatare. Ma a Marassi tornerĂ titolare, al fianco di Caracciolo, a causa dell’assenza forzata di Eder fermato per un turno di squalifica dal giudice sportivo. Niente tridente, dunque, si va avanti con il modulo 3-5-2. Restano due le lunghezze di ritardo in classifica dalla zona salvezza. Ci vuole l’impresa, anche perchĂŠ nel turno successivo arriverĂ al Rigamonti il Milan capolista nell’anticipo pasquale di sabato 23. Meglio pensare ad una gara per volta, come ripete mister Iachini. Avanti con il Genoa, sperando nella vittoria della svolta. Collegamenti in diretta a partire dalle 14,45 su Radio Voce Fm 88.388.5 e radiovoce.it.

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%UHVFLD SURYDUH SHU FUHGHUH Quaranta minuti da brivido, intensi, che sicuramente richiameranno il pubblico delle grandi occasioni domenica al San Filippo per l’ultima giornata della stagione regolare prima dei play off promozione. In palio c’è il primo posto assoluto, visto che il Basket Brescia è primo in classiďŹ ca (e imbattuto da sei giornate) ma in coabitazione con Piacenza. Dove sta, allora, il problema? Che gli emiliani – in caso di arrivo a due – sono favori-

ti per la differenza canestri e scontri diretti. Ricapitolando, bisognerà innanzitutto battere Trento (palla a due alle 18 con diretta su Radio Voce Fm 88.3-88.5) e sperare che Pavia pieghi in casa Piacenza. Entriamo nel dettaglio con i nostri avversari: Trento che ha letteralmente dominato il girone d’andata, rischia seriamente i playout. Pavia, invece, se perde con Piacenza potrebbe retrocedere. Quindi sarà battaglia vera in entrambi i palazzetti.

Brescia, dunque, non può permettersi di perdere anche se i play off sono stati matematicamente centrati con tre giornate d’anticipo. Un’eventuale sconďŹ tta rischierebbe di far scivolare i biancoazzurri al terzo posto dovendosi poi giocare la volata promozione con una big e con il fattore campo sfavorevole. Ci sarĂ bisogno di tutto il calore del pubblico: il Brescia Calcio gioca a Genova con la trasferta vietata ai sostenitori che non sono in

possesso della tessera del tifoso e in cittĂ non ci sono altri eventi di richiamo. Quindi niente scuse, il San Filippo deve ribollire, bisognerĂ abbattere il record stagionale di 2300 presenze sugli spalti. Intanto sono state stabilite le date per le semiďŹ nali che si giocheranno al meglio delle cinque gare. Biancoazzurri in campo l’1, 3, 6, 8 e 11 maggio. BisognerĂ attendere domenica prossima, però, per conoscere l’avversario.


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presidente della Lega Pro Č‚ ha come obiettivo quello di favorire e mettere in campo iniziative per attrarre famiglie e bambini allo stadio, portando i giovani a vivere il calcio con gioia, non solo come spettatori, ma come protagonistiâ€?. Gli ha fatto eco il presidente ciessino Massimo Achini: “La collaborazione ci permetterĂ di fare in modo che lo sport in oratorio e il calcio professionistico si prendano per mano in 85 cittĂ con la convinzione di avere tanto da regalarsiâ€?.

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iclismo, basket e judo hanno conquistato le luci della ribalta nello scorso weekend sportivo ciessino. Nelle due ruote la coppa Primavera entra nel vivo, nel basket è finita la regular season e sul tatami è arrivato il momento delle incoronazioni provinciali. Ciclismo. Ferruccio Veschetti e Oscar Bertolini sono stati i dominatori del V Gp Berardi Autoriparazioni, valevole come seconda prova di coppa Primavera. A Castel Mella circa 110 corridori hanno gareggiato su un circuito pianeggiante di 8,5 km sfidando il caldo estivo che ha portato la colonnina di mercurio a toccare i 29 gradi. Nella prima partenza – riservata a senior 1-2, gentlemen e donne – a spuntarla è stato Veschetti della Bike Delu Mappei, con uno scatto decisivo che ha fatto fermare il cronometro sull’ora e 12’. Dietro di lui Corini (Mobilbrix Denti) e Marchina (Ospitaletto). Anche la seconda partenza ha registrato un arrivo in volata. Bertolini ha bruciato la concorrenza in 1h25’. Fracassi del Team Alpress si è aggiudicato l’argento, Pizzoferrato (Borgosatollo Cycling) il bronzo. Basket. L’ultima giornata della fase orologio promuove 8 formazioni ai quarti di finale provinciali. Team ’87 – capolista del girone arancione – dovrĂ vedersela con S. Luigi Gonzaga. I primi della classe del girone blu, ovvero Pallata, dovranno superare l’ostacolo Volta Mantovana. Gli altri incroci saranno Mascalzoni Sebini – Panthers

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grandi soddisfazioni. La terza prova ha registrato la partecipazione di 104 judoka e non ha lasciato spazio alle sorprese, con il Judo Calcinato che è salito sul gradino piĂš alto del podio davanti a Monterotondo e Judo Forza e Costanza, forte della qualitĂ dei suoi judoka ma anche di risorse maggiori in termini numerici. I campioni provinciali, infatti, hanno la rosa piĂš ampia, con 29 atleti che si sono presentati sul tatami. Il titolo provinciale è andato ai calcinatesi, mentre Monterotondo ha conquistato l’argento. Bronzo per Roncadelle e Millennium. I migliori judoka di ciascuna categoria andranno a caccia del titolo nazionale dal 13 al 15 maggio a Rovereto.

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Un appello da Casa Gabriella Egr. direttore, siamo un gruppo di volontari di “Casa Gabriellaâ€? e collaboriamo con suor Paola. Rivolgiamo un appello al buon cuore dei suoi lettori e chiediamo scarpe estive da uomo, preferibilmente da ginnastica (dal n° 40 al 45) ancora in buono stato da donare ai poveri piĂš bisognosi, che vivono in strada. Normalmente a questi amici distribuiamo panini e vestiario, ma quando ci domandano un paio di scarpe, non sempre riusciamo ad accontentarli. E alcuni sono in giro con scarpe molto rovinate. Grazie di cuore. Per consegne e informazioni, rivolgersi nei pomeriggi di lunedĂŹ, mercoledĂŹ e giovedĂŹ dalle 15 alle 17 presso Casa Gabriella in via Mantova 90, Brescia. Telefono: 0303772810. I volontari di Casa Gabriella

“Prima i nostriâ€? Egr. direttore, leggendo che il segretario cittadino della Lega Nord presentava un convegno che si sarebbe tenuto sabato 9 aprile, con il titolo “Prima i nostriâ€?, a proposito di erogazione di servizi sociali, la mia mente è andata subito alla lettera dello stesso segretario pubblicata su “Voceâ€? del 31 marzo scorso, a commento del documento inviato dal vescovo Monari alle comunitĂ cristiane della diocesi sulla pastorale per gli immigrati. La perentorietĂ di quel titolo mi sembrava stridere alquanto con l’affermazione allora fatta circa la condivisione con il Vescovo “dell’atteggiamento di forte rivendicazione dei principi portanti di

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una civiltĂ da sempre cristianaâ€?, dalla quale il sig. Rinaldi si sentiva sollecitato a riflettere come cristiano e come politico. Nel frattempo, infatti, tramite la presenza sua e/o di qualcuno dei suoi piĂš stretti collaboratori o grazie ai resoconti degli organi di informazione, non poteva non essere venuto a conoscenza di quanto proposto dallo stesso mons. Monari in occasione del tradizionale incontro quaresimale con i bresciani impegnati proprio in politica e nel sociale. In quella occasione, trattando il tema “Giusti davanti a Dio, giusti davanti agli uominiâ€? il Vescovo aveva ricordato, tra l’altro e come giĂ in altre occasioni, la famosa “regola d’oroâ€? che si trova in Matteo (7,12) e che recita: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loroâ€?. Un concetto di amore al prossimo non applicato a condizione di reciprocitĂ , ma per capire cosa fare “mettendosi nei panni dell’altroâ€?, ha precisato mons. Monari. Un principio squisitamente cristiano. Ma al quale, ritengo, possono benissimo ispirarsi normative pubbliche e comportamenti istituzionali della nostra societĂ , nel pieno rispetto delle necessarie caratteristiche di laicitĂ e non confessionalitĂ degli ordinamenti che regolano la civile convivenza. Per finire, ho pensato che gli organizzatori: il gruppo giovanile “Brennoâ€? (che, se si tratta di quel personaggio storico diventato famoso per il suo “guai ai vinti!â€?, fa pensare poco all’amore al prossimo), la segreteria cittadina ed il gruppo consiliare in Loggia, avessero constatato che ormai era troppo tardi per stampare nuovi manifesti con un titolo piĂš in linea con le sempre ribadite “radici cristianeâ€?. Gianni Rossini

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Le istituzioni e i piĂš deboli Egr. direttore, ho sempre pensato che uno dei criteri per riconoscere la civiltĂ di una nazione o comunitĂ sia il suo modo di rapportarsi ai piĂš deboli, ai piĂš fragili. Abbiamo giĂ avuto modo di vedere come i regimi dittatoriali avessero in considerazione le persone con handicap, o non in grado di lavorare, o i bambini, gli anziani, o i “diversiâ€?. Vorrei soffermarmi sui minori, e su chi si appresta a lasciare questa vita. Anche in Italia da diversi anni, ben prima della crisi economica, è mutato tale atteggiamento, e stiamo assistendo con forte preoccupazione alla crescita della intolleranza verso queste persone, a partire dai bambini. Si susseguono i tagli alle risorse per la prevenzione; le economie da anni prendono di mira anche i minori non autosufficienti, i ragazzi con handicap fisici e mentali. Le risorse per l’integrazione dei ragazzi stranieri sono ridotte. Tutti sintomi che si sta preparando nei fatti uno stato autoritario che tutelerĂ solo una piccola fetta della popolazione. Gli interventi sulla scuola sono un esempio eclatante di questa politica eversiva: aumentano solo gli insegnanti di religione cattolica, mentre si tagliano tutti gli altri. Le condizioni dei beni, aule, strumenti didattici a disposizione dei minori peggiorano di anno in anno. I bambini lavorano su banchi bucati ed hanno meno ore di scuola, sono in numero maggiore per classe. Questo atteggiamento è sostenuto e giustificato direttamente e indirettamente dalla principale istituzione religiosa esistente in Italia. La Chiesa cattolica detta a questo governo la linea sull’etica, e sulle persone non

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piĂš in grado di badare a sĂŠ, e giunte all’ultimo stadio dell’esistenza. La fa decidendo che non è il singolo a decidere del suo destino, ma lo Stato, attraverso un medico, proprio come accade nelle istituzioni totalizzanti. Di recente ho partecipato a un incontro pubblico sulle persecuzioni dei cristiani nel mondo, tenuto a Brescia dal direttore di Asia News, padre Cervellera. Relazione molto interessante, in cui pero il sacerdote purtroppo ha esordito affermando che mentre ci sono questi problemi seri nel mondo (le persecuzioni dei cristiani) in Italia si “perde tempo con le ragazzineâ€?. Sottintendendo “le ragazzine del premier Berlusconiâ€?. Nessuno tra i presenti (anche numerosi religiosi) ha chiesto chiarimenti al relatore su affermazioni cosĂŹ pesanti. Conferma che la Chiesa cattolica non perde occasione per appoggiare i governi autoritari, e non ha alcun rispetto per i diritti dei minori. PerchĂŠ le ragazzine non sono importanti? PerchĂŠ i cristiani perseguitati sono piĂš importanti dei minori o del favoreggiamento della prostituzione minorile? Purtroppo breve è il collegamento con tutti i tentativi di insabbiamento operati dalle gerarchie cattoliche sui casi di pedofilia in Europa e in Usa. Le istituzioni non hanno in considerazione le persone piĂš deboli, in primis i bambini, e tale concezione è tanto piĂš marcata quanto piĂš esse sono gerarchiche, antidemocratiche e chiuse al loro interno. Il rapporto con i bambini, ma anche con chi è alla fine della propria vita e desidera decidere in autonomia come terminarla, ci dice chi siamo veramente al di lĂ delle targhe politiche, ideologiche, religiose. Massimo Cerani

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Honduras: oltre l’Isola dei famosi Egr. direttore ci sono ingiustizie che cadono nell’oblio in poco tempo, soppiantate da altre notizie piĂš urgenti o che godono di maggiore audience, lasciando nella completa solitudine coloro che ne sono vittime. LunedĂŹ sera presso i Padri Comboniani a Brescia si è tenuto un incontro con p. Andrès Tamayo, salvadoregno che sta dedicando la sua vita al popolo dell’Honduras. Oblio dicevo, infatti chi si ricorda che il Paese è tuttora sotto il giogo di un violento golpe che ha portato al potere militari e la solita cricca di disonesti? Da noi non se ne parla piĂš, l’unico motivo per parlarne è l’Isola dei famosi che ce lo vende come un paradiso terrestre, glissando tranquillamente sulla reale situazione che sta vivendo. P. Andrès vive da clandestino sulle montagne dell’Honduras, ha giĂ subito cinque attentati e mette a repentaglio la sua vita per stare a fianco del suo popolo come pastore, per sostenere la ribellione nonviolenta ad una dittatura imposta dall’ esterno e legittimata da pseudo-elezioni. Ma la cosa che piĂš mi ha sconvolto seguendo il suo racconto è stato vedere la fotografia dell’arcivescovo di Tegucigalpa al fianco dei golpisti dei quali ha sostenuto, e sostiene, le ragioni e la piena legittimitĂ . E di seguito le immagini delle violenze perpetrate dalla polizia e dall’esercito sui manifestanti. L’opposizione al nuovo governo ha scelto la via della nonviolenza, ha preso coscienza dei guasti causati dalle lotte armate che hanno insanguinato per anni i Paesi confinanti con l’Honduras: Guatemala, Salvador, Nicaragua. Una scelta quindi che vuole cercare

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una risposta diversa all’ingiustizia. P. Andrès è fuggito dall’Honduras a piedi attraverso le montagne, con una spalla rotta in seguito ad una caduta, ha varcato il confine con il Salvador e poi si è imbarcato per l’Italia. Qui è stato operato, ma la nostra legge non prevede alcun sostegno sanitario gratuito per chi come lui entra con regolare visto turistico! L’operazione è costata molto cara, e si spera sul sostegno di anime buone per poterla pagare: evidentemente Santa Madre Chiesa non ha risorse economiche sufficienti per farsene carico. Ora p. Andrès, con la sua spalla fasciata, gira per l’Italia per far conoscere la reale situazione del suo Paese e cercare sostegno sia economico che morale per il popolo che lotta per la giustizia. Incredibile e doloroso è stato sapere che p. Andrès, per la sua presa di posizione a favore della sua gente è stato sospeso dallo stesso vescovo di cui sopra. Ma lui dice: “Vivo con la mia gente, cerco di sostenerla, non celebro la Messa per non disobbedire alla mia Chiesa ma mi sento pastore che non abbandona il gregge.â€? Sapete? Questo esemplare prelato si chiama cardinale Maradiaga ed era uno dei papabili delle ultime elezioni che poi hanno visto nuovo papa Benedetto XVI. Viene da dire: l’abbiamo scampata bella! Stefano Catena

Ammonire piĂš severamente Egr. direttore, caro Papa e cari Vescovi, in Italia è molto diffusa: la mafia, l’evasione fiscale, la corruzione, le falsitĂ , le volgaritĂ , le violenze di tutti i generi, il razzismo, le litigiositĂ in pubblico e non, ricchezze spropositate, festini e

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festoni lussureggianti. Con tutte queste cose negative e altre, molto diffuse, è uno scandalo vero e proprio. In questo modo non si difendono i piĂš deboli, il bene comune, la vita e non si favorisce la costruzione di una societĂ migliore e piĂš giusta. Chiederei di essere piĂš netti nel condannare certi comportamenti degradanti e illeciti. L’Italia si professa uno dei Paesi al mondo piĂš cattolico. Non è possibile che sia anche uno dei Paesi piĂš corrotti. Chiederei di ammonire piĂš severamente i cittadini, mafiosi, (se necessario anche con la scomunica), gli evasori fiscali, i corruttori, chi diffonde falsitĂ , volgaritĂ , litigiositĂ , il razzismo, il malcostume, il non rispetto dell’altro, chi si arricchisce spropositatamente, sia sul lato economico, che su quello di potere, a chi si permette di fare festini e festoni di ogni genere. Io sono un cittadino comune, un infermiere in pensione, faccio volontariato, ho scelto di stare dalla parte degli ultimi e dalla parte degli onesti. Vorrei che tutti facessimo di piĂš e meglio per i piĂš deboli, per i bambini, per i disoccupati, per i diversamente abili, per gli anziani non autosufficienti, per gli immigrati, per gli ammalati, per tutte quelle persone che soffrono. Francesco Lena

Saluti dal Cile Egr. direttore, da anni ricevo il tuo gradito settimanale che per me è come un sottile, però prezioso legame con le radici della mia fede en el Cristo Resucitado. Data la grande distanza che mi separa dalla mia cara diocesi bresciana, il leggerti mi fa sentire piÚ vicino alla

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mia cultura e alla mia fede “nataâ€? alimentata e maturata nella comunitĂ parrocchiale di Bagnolo Mella. Sono Enrico Brocchi religioso francescano conventuale della provincia religiosa di S. Antonio di Padova. Da 14 anni vivo in Cile, 12 dei quali passati in CopiapĂł, cittadina del nord desertico e aridissimo, resa famosa in tutto il mondo per il dramma dei 33 minatori sepolti nella miniera e riscattati “miracolosamenteâ€?. Sono stati anni spesi a testimoniare con semplicitĂ la fede fra umili persone marcate da una vita piuttosto dura e da una fede tenace. I miei 68 anni di vita, mi fanno sempre piĂš “nostalgicoâ€? della nostra terra; è per me un’allegria leggerti, trovandovi gli echi della terra bresciana, marcata ancora, nonostante la secolarizzazione, da una profonda fede in Cristo, nostra Vita. padre Enrico Brocchi

La difesa del latte Egr. direttore, mancava Viviana che, in un deprecabile sussulto polemico di fine prima repubblica, Mino Martinazzoli definiva ‘spensierata’, e non, si noti, per quella incredibile leggerezza dell’essere che caratterizza la fine millennio e il post-moderno, ma per l’assenza di pensiero e di idee, caratteristico della classe politica emergente. In realtĂ Viviana, gareggia con la scuderia La Russa che la tiene in sella da 17 anni e per salvaguardarsi dalla perdita prossima di un potere inaspettato, si è guardata bene davanti al Tribunale di Milano, di tenere fede agli ideali nazionalisti, legalisti e moralizzatori con la quale si è sempre presentata davanti al pubblico bresciano. Ha di-

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mostrato il coraggio del non pensiero, difendendo l’indifendibile; non è infatti con lo pseudo-coraggio che si costruisce la veritĂ , difendere la veritĂ , quello sĂŹ che è vero coraggio; cosĂŹ si è fatta valere in perfetto stile larussico, a muso duro, come ai vecchi tempi, con accento tipicamente bresciano. Esperta riconosciuta delle quote latte a livello europeo rimarrĂ famosa nella storia bresciana per la coerenza su questo punto capitale della civilizzazione contemporanea‌ io ho le mie idee e non le cambio‌ del resto Brescia aveva giĂ testato le sue doti intellettuali nel momento duro della prova. Quando si trattò di prendere parte sul tema della falsa pedofilia si schierò immediatamente dalla parte dei piĂš deboli, insieme a Rolfi, Castelli e Cè. Sappiamo che anche in questo caso terrĂ la sua idea, dinanzi all’evidenza conclamata di fatti non avvenuti. Un folto gruppo di persone aspetta le scuse. Dobbiamo lodarla almeno per una cosa, importante per il centrodestra: non ha millantato o pagato per un titolo di studio, si accontenta del diploma in lingue, certamente potrĂ servirle un domani per il lavoro. La politica è un’altra cosa. don Mario Neva

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

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