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Dove incomincia la vita? Dal primo battito o dall’ultimo? Credo dal primo. Ma l’itinerario è diverso: qui, da questa parte, siamo tesi da un filo, sentiamo la sete, la fame, soffriamo la nuditĂ e le nostre braccia, per vivere, talora annaspano, graffiano, colpiscono anche a morte chi è vicino. Ăˆ una vita sudata, dove la felicità è intermittenza di luce. Tendiamo. Quella dall’altra parte, dopo l’ultimo battito, è la continuitĂ della gioia: che nessuno ci toglierĂ (Giovanni 16,22-23). Abbiamo il dono di sperare nella vita; chi sta peggio ha diritto di sperare in una vita migliore. Il motivo sta nella risurrezione: salto della mente verso l’impossibile per noi. “Cristo risuscitato dai morti non muore piĂš; la morte non ha piĂš potere su di luiâ€? (Romani 6,9). Enzo Bianchi sottolinea che il proprium del cristianesimo è questa “speranza della vita piĂš forte della morteâ€? (cfr. “Per un’etica condivisaâ€?); e tuttavia rimane un salto, “fedeâ€? appunto, frutto di un dono e al tempo stesso di una scelta libera.
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La beatificazione di Karol Wojtyla: un Papa, un uomo
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ÍšÍ Â…Â…ÂŽÂ‡Â•Â‹Âƒ Beata Cocchetti. Il carisma che si rinnova nel tempo
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Ăˆ anche una grande festa per l’Italia e gli italiani la beatificazione di Giovanni Paolo II. PerchĂŠ, primo Papa straniero dopo secoli, è stato anche un grande interprete di Roma e dell’Italia. Della cittĂ di cui era diventato e si sentiva fortemente Vescovo aveva
pienamente raccolto il carattere insieme universale e familiare, quasi atemporale, per cui tutti si possono sentire a casa propria, in una terra nello stesso tempo molto marcata dai segni identitari, ma senza confini. All’Italia ha saputo parlare, senza retorica, ma con la credibilità del testimone, di patria. E ha instancabilmente collegato questo suo appello all’idea che l’Italia avesse qualcosa di molto importante da dire e da fare in una Europa che a sua volta, riunificandosi, doveva ritrovare un ruolo di civiltà , a partire
dall’ereditĂ e dall’identitĂ cristiana. Giovanni Paolo II insomma non era assolutamente convinto di un inevitabile destino di secolarizzazione, per l’Italia e per l’Europa. E lo dimostra con il coraggio delle opere, nella certezza della fede. Ăˆ questa naturale sintesi, che tutti coloro che gli sono passati anche solo per poco accanto, testimoniano essere fondata sulla realtĂ misteriosa e trasparente della preghiera continua, il grande messaggio pubblico, politico e sociale, che Giovanni Paolo II ha
lanciato. Nell’Italia e nella stessa Chiesa italiana della fine degli anni Settanta, alle prese con una stagione di crisi e contemplazione della crisi, questo messaggio, cosĂŹ semplice e diretto, provoca effetti dirompenti e fragorosi, getta semi inediti, destinati a fruttificare nel corso del decennio successivo e molto oltre. Alla stagione della crisi, che tocca il suo apogeo proprio durante gli anni Settanta, succede cosĂŹ quella della “riconfigurazioneâ€? del mondo cattolico. Ǥ ͘͞
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“Giovanni Paolo II. Tra cielo e terraâ€? è il titolo del magazine che “Voceâ€? ha realizzato per la beatificazione di Karol Wojtyla. Si tratta di 72 pagine in cui sono state raccolte testimonianze sul Papa beato. Ăˆ stato dato spazio al racconto di chi Giovanni Paolo II ha avuto modo di conoscerlo da vicino, come il vaticanista Gianfranco Svidercoschi a cui è stato chiesto un ritratto al di fuori degli schemi ormai conosciuti. Nel magazine ci sono anche i racconti di chi a Giovanni
Paolo II è stato legato per altri motivi. Mons. Francesco Beschi, oggi vescovo di Bergamo, racconta i suoi sentimenti e quelli della Chiesa bresciana, nei giorni del lutto e del dolore per la morte del Papa. Molte altre sono le voci sentite per comporre la pubblicazione. RadioVoce ha invece curato un cd in cui sono stati raccolti i discorsi pronunciati dal Papa a Brescia nel 1982 e nel 1998. Copie del magazine e del cd possono essere prenotate chiamando lo 030/44250.
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uel “santo subitoâ€? che si levò da piazza San Pietro in occasione dei funerali di Giovanni Paolo II diventa domenica 1° maggio realtĂ . A poco piĂš di sei anni dalla morte Karol Wojtyla viene elevato agli onori degli altari. SarĂ Benedetto XVI, suo stretto collaboratore prima e successore poi, a presiedere la beatificazione di Giovanni Paolo II. Negli ultimi 33 anni molto è stato scritto su Giovanni Paolo II. Dal giorno della sua morte, il 2 aprile 2006, tanto altro è stato raccontato sul Papa venuto dalla Polonia. Difficile, dunque, in occasione della beatificazione tracciarne un ritratto originale. Operazione praticamente impossibile senza ricorrere a chi Giovanni Paolo II ha avuto modo di conoscerlo anche al di fuori dell’ufficialitĂ del suo ministero. Tra questi c’è anche il vaticanista Gianfranco Svidercoschi, dal 1983 al 1985 vicedirettore de “L’Osservatore Romanoâ€?, che con Karol Wojtyla ha avuto modo di intessere un intenso rapporto. Con Giovanni Paolo II ha anche collaborato al libro “Dono e misteroâ€? e lo ha seguito in tanti dei suoi viaggi in giro per il mondo. Dopo la morte di Giovanni Paolo II, proprio in virtĂš di queste frequentazioni, ha messo mano a “Storia di Karol Wojtylaâ€? che ha fatto da filo conduttore per le sceneggiature dei due film per la televisione “Un uomo diventato Papaâ€? e “Un Papa rimasto uomoâ€?. Svidercoschi ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a raccontare, da diversi punti di vista e confrontandosi con altre figure che lo hanno conosciuto, il Papa giunto della Polonia. CosĂŹ se gli si chiede, come avvenuto per questa intervista, un ricordo di Karol Wojtyla il giornalista non ha dubbi. “Il ricordo di Giovanni Paolo II che mi porto nel cuore non è quello delle adunate oceaniche
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di persone a ogni latitudine. Penso con nostalgia all’uomo della preghiera, all’uomo che mi ha insegnato cosa significasse vivere di Dioâ€?. Molte volte Svidercoschi ha avuto modo di pregare con Giovanni Paolo II, in circostanze gioiose e in altre drammatiche, come la sera in cui durante una cena con il direttore de “L’Osservatore Romanoâ€? Mario Agnes, venne comunicata al Papa la notizia del ritrovamento del cadavere di padre Popieluskzo. “Giovanni Paolo II – ricorda il giornalista – ci invitò a seguirlo nella sua cappella privata e a metterci in preghiera con lui. Vidi un uomo totalmente perso in questa dimensio-
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ne, capace di un intimo contatto con Dioâ€?. Fra i ricordi che si affastellano nel cuore di Gianfranco Svidercoschi c’è anche quello della grande umanitĂ di Karol Wojtyla. “Ancora oggi – ricorda – provo una grande nostalgia per l’umorismo del Papa, per la sua capacitĂ durante i viaggi o in qualche momento conviviale, di saper ridere, di essere sereno. Era un uomo rimasto semplice, capace di chiedere scusa anche all’ultimo dei suoi collaboratori se pensava di avere torto o di avere sbagliatoâ€?. Ma c’è anche un Giovanni Paolo II pubblico che Svidercoschi vuole ricordare, un Papa su cui apparentemente è stato detto giĂ tutto. “Eppure – afferma – ogni volta che mi devo confrontare con la sua figura mi trovo a meravigliarmi del grande fascino che continua a esercitare, un fascino che paradossalmente è piĂš forte oggi del giorno della sua morteâ€?. Ăˆ una meraviglia, quella ricordata dal giornalista, che lo coglie ogni volta che osserva la gente in sosta davanti alla tomba di Giovanni Paolo II. “La loro – afferma – non è una semplice preghiera, è invece un dialogo con un Papa che sentono ancora vivo, perchĂŠ ha permesso loro di vivere un’esperienza generatrice di Dioâ€?. Tutti i papi hanno avuto questo “mandatoâ€?, ma ciò che per Svidercoschi rende unica e ancora straordinariamente viva l’esperienza di Giovanni Paolo II è l’essere stato realmente percepito come il Papa dell’incarnazione, capace di mostrare il volto umano di Dio. “Con la sua vita, con la sua sofferenza, con la sua passione, con il suo modo di vivere il rapporto con Dio – continua ancora Svidercoschi – Giovanni Paolo II ha colmato quello che nel Concilio Vaticano II era stato definito come lo scandalo della separazione tra fede e vitaâ€?.
4XHOOD QRWWH LQ WUHQR YHUVR 5RPD LQ SU Nelle ore che precedono la beatiďŹ cazione di Giovanni Paolo II c’è anche spazio per il ricordo del dolore e della commozione con cui il mondo intero seguĂŹ l’agonia del Papa e per come la gente, sponteamente o in forma organizzata si mosse per rendere l’ultimo omaggio al Papa. Moltissimi furono anche i bresciani che si mossero alla volta di Roma e tra questi mons. Francesco Beschi (nella foto), oggi vescovo di Bergamo. “Quando Giovanni Pa-
olo II è morto – ricorda mons. Beschi – ero in casa e, dopo essermi raccolto un momento in preghiera, ho seguito in televisione gli eventi. Sono stato colpito da un episodio in particolare. La tv locale, Teletutto, nel raccogliere le impressioni della gente ha intervistato una signora che dichiarava il suo disappunto per essersi recata in Duomo trovando la porta d’ingresso chiusa. Da questo e da altri fatti mi sono reso conto di quanto in quel
momento della storia, del mondo e della Chiesa, il Papa rappresentasse un punto di riferimento importante per tutti, anche per persone lontane dalla Chiesaâ€?. Il giorno successivo, in tutta fretta, insieme con altri e con il consenso del vescovo mons. Giulio Sanguineti, si decise di promuovere un pellegrinaggio a Roma per portare l’omaggio dei bresciani a Giovanni Paolo II. “Sapevano – ricorda ancora il Vescovo di Bergamo – che giĂ si erano
messi in moto in tanti e ignoravamo invece che tipo di risposta avrebbe raccolto la nostra proposta. Il nostro non era il desiderio di esserci per esserci, ma piuttosto di cogliere il senso di quello che stava avvenendo intorno alla ďŹ gura del Papaâ€?. Il giorno dopo la sua morte Brescia si mosse con a capo proprio mons. Francesco Beschi. “Fui colpito – continua nel suo ricordo – dall’adesione di giovani e di anziani, di persone con motivazioni
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ǡ Un oratorio, una piazza e un centro sportivo. Sono questi i tre luoghi simbolo con cui le comunità bresciane hanno voluto ricordare e rinnovare la memoria di Giovanni Paolo II. Nave, Gavardo e Gargnano sono le realtà che hanno legato la memoria del Papa polacco ad alcune opere. A Gargnano il curato di allora, don Francesco Mattanza, si mise in ascolto delle richieste di giovani, che avevano fatto visita a Roma alla salma di Giovanni Paolo II perché l’oratorio
fosse dedicato al “loro papa”. Nei due anni intecorsi tra la morte di Giovanni Paolo II e l’intitolazione dell’oratorio (10 novembre 2007, nella foto) fu approfondita la figura di Wojtyla negli organi di comunione (consiglio pastorale e consiglio dell’oratorio) e in alcuni incontri appositi con i giornalisti Luigi Accattoli e Gianfranco Svidercoschi, con padre Antonio Sicari e con il filosofo Rocco Buttiglione sull’enciclica Veritatis splendor. Nave, invece, ha
scelto di ricordare Karol Wojtyla dedicandogli la piazza cittadina il 22 novembre 2009. Per la cerimonia è stato chiamato il card. Giovanni Battista Re che insieme a mons. Lorenzo Ceresoli ha benedetto la piazza e il monumento “Alla famiglia” dell’artista locale Luigi Bertoli. Gavardo, infine, ha pensato di dedicare al Papa, amante dello sport, il complesso sportivo costruito nei primi anni Ottanta. L’intitolazione a Karol Wojtyla risale al 3 settembre del 2006.
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UHJKLHUD FRQ L EUHVFLDQL profonde, soprattutto da parte dei giovani legati a Giovanni Paolo II da sentimenti di affetto e di riconoscenza. Viaggiammo in treno di notte dormendo poco perché eravamo coinvolti dai ricordi di un pontificato così lungo, quindi ricco di momenti significativi, comprese le sue indimenticabili visite a Brescia”. Molti, proprio a partire da mons. Beschi, durante quel viaggio (nella foto a destra) si interrogarono sulle ragioni di quel pellegri-
naggio. “Prevaleva – continua mons. Beschi – il tema della riconoscenza. Devo dire che se c’è un criterio al quale posso riferire quel viaggio, anche in termini personali, è stato proprio il senso della riconoscenza”. Un senso che nell’animo del Vescovo di Bergamo si alimenta anche del ricordo dell’incontro avuto con Giovanni Paolo II nel corso della visita bresciana del 1998 e delle parole che il Papa ebbe per il Centro pastorale Paolo VI.
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“La brutale reazione del governo siriano alle manifestazioni popolari che chiedono un cambiamento ha raggiunto un nuovo vergognoso picco coi bombardamenti dell’esercito contro gli ediďŹ ci civili di Dera’a, nel sud della Siriaâ€?. Lo dichiara Amnesty international, che ha ricevuto i nomi di 23 persone uccise domenica 25 marzo, molte delle quali a causa dei bombardamenti, ma ritiene che il totale delle vittime sia molto piĂš alto. Dall’inizio delle
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proteste, cinque settimane fa, i manifestanti uccisi sono almeno 393. “Utilizzando l’artiglieria contro la sua gente, il governo di Damasco ha mostrato l’intenzione di stroncare le proteste praticamente a ogni costo, qualunque sia il prezzo in termini di vite umane – ha detto Malcolm Smart, direttore di Amnesty international per il Medio Oriente e l’Africa del Nord -. Il presidente Bashar al-Assad deve fermare tutto questo, ritirare il suo esercito da Dera’a, assicurare la
ripresa delle forniture di acqua ed elettricità e consentire l’arrivo dei soccorsi alle vittime di quest’ultimo, totalmente inaccettabile, massacro�. Secondo fonti dell’organizzazione, il governo siriano ha anche disposto l’impiego di cecchini che hanno sparato su coloro che cercavano di prestare soccorso ai feriti. Il governo avrebbe usato tattiche pesanti anche ad al-Muadamiya, nella periferia di Damasco e altri manifestanti sarebbero stati uccisi anche a Douma.
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o spettro di un altro Vietnam si affaccia nel Mediterraneo. Ăˆ quanto affermato dall’agenzia online Asianews in un articolo a firma di Maurizio D’Orlando. Quello che fino a un mese fa veniva chiamato “intervento umanitarioâ€? per salvare i libici dalle violenze di Gheddafi è ormai divenuta una guerra. Nonostante gli appelli di Benedetto XVI (anche il giorno di Pasqua) a favorire la diplomazia sulle armi, l’Italia ha ormai deciso un’escalation, offrendosi di bombardare “obbiettivi in Libiaâ€?, rispondendo a una specifica richiesta avanzata al premier Berlusconi dal presidente Usa Barack Obama. Il punto di svolta, però, risale al 20 aprile scorso. In un incontro a Roma tra i ministri della Difesa di Gran Bretagna ed Italia, secondo la ricostruzione operata da Asianews.it, è stata ufficializzata la decisione di inviare in Libia, a sostegno dei ribelli, 10 istruttori militari da parte di ciascuno dei due Paesi. Questi istruttori militari si aggiungono a quelli francesi giĂ presenti in maniera ufficiale, dopo che giĂ agli inizi di marzo la Francia ha riconosciuto il Consiglio nazionale libico di Bengasi, il Comitato degli insorti, come unico organo di governo in rappresentanza della Libia. Gli istruttori italiani ed inglesi andranno cosĂŹ ad aggiungersi alle unitĂ di truppe delle forze speciali inglesi e fran-
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cedente, il 19 aprile, il ministro italiano della difesa, Ignazio La Russa, era stato convocato a Washington a colloquio con il ministro della Difesa americano Robert Gates. Con tale decisione la guerra in Libia è ad un punto di svolta, in preparazione dell’operazione Eufor Libya, spiegata ufficialmente dal ministro finlandese degli esteri Alexander Stubb. Si tratta dell’invio in Libia di forze militari terrestri, ufficialmente per formare un corridoio umanitario per l’evacuazione della popolazione civile di Misurata. Secondo Stubb la decisione europea dipende solo da una
richiesta dell’Onu o della Ocha, l’Ufficio delle Nazioni Unite di coordinamento degli affari umanitari. Qualora tale ipotesi si concretizzasse sarebbe estremamente difficile continuare a configurare l’azione internazionale come intervento umanitario. Si trattarebbe, invece, di una vera e propria guerra di tipo neo-coloniale. La Libia sembra perciò avviarsi a diventare un nuovo teatro di guerriglia come lo fu il Vietnam per gli americani. L’invio di istruttori fa perciò riaffiorare ricordi sinistri, sembra preannunciare un nuovo “Vietnamâ€?, questa volta europeo.
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%HUOXVFRQL 6DUNR]\ YHUWLFH LQWHUORFXWRULR Doveva essere l’incontro del redde rationem sul tema della gestione dei ussi migratori dal Nord Africa all’Europa che tanta tensione aveva creato nelle scorse settimane tra Italia e Francia. In realtĂ il vertice (nella foto) tra il premier Berlusconi e il presidente francesce Sarkozy è stato, per usare una sempliďŹ cazione tanto cara al mondo del giornalismo ma di fatto senza alcun preciso signiďŹ ato, “interlocutorioâ€?. Una sola parola per dire,
in sostanza, che l’atteso incontro (se ne parlava da settimane) non ha cavato un ragno dal buco. Si è glissato sul tema dei permessi di soggiorno temporanei concessi dall’Italia agli immigrato giunti a Lampedusa, si è glissato sul tema della gestione di probabili nuovi arrivi futuri, rimandando tutto alle sedi dell’Unione europea, altro luogo che in questo momento non brilla per capacità di sintesi. L’incontro si è concluso tra sorrisi e strette di
mano di rito. Unico punto di contatto tra Berlusconi e Sarkozy l’ammissione che il trattato di Schengen (quello che consente la libera circolazione nei conďŹ ni dell’Ue, ndr) non è un dogma e dunque, in determinate circostanze può essere anche disatteso. PiĂš interesse, stando allo spazio che le questioni hanno conquistato sui media, sembrano aver suscitato altri temi: il via libera francese per la candidatura di Mario Draghi alla presidenza
della Banca centrale europea, e il sostanziale nullaosta italiano alla scalata di Lactalis all’italiana Parmalat (in sostanziale contrasto con alcune scelte operate nelle scorse settimane dall’Esecutivo per impedire di fatto l’operazione e salvaguardare l’italianitĂ dell’industria). Ciliegina sulla torta l’ammissione del Premier che sul nucleare il Governo ha inteso evitare un voto referendario “viziatoâ€? dall’onda emotiva di Fukushima.
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dell’apertura informativa e della trasparenza diventino una norma per il funzionamento di tutte le centrali atomiche del mondo�. Medvedev ha anche ricordato che è stata avviata una raccolta di fondi per la costruzione di un nuovo sarcofago per il reattore esploso il 26 aprile del 1986. Quello costruito per contenere la fuoriuscita di materiale radioattivo mostrerebbe, a 25 anni di distanza, alcuni preoccupanti segnali di cedimento strutturale.
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ono passati esattamente 25 anni dalla tragedia di Chernobyl. Era la notte tra il 25 e il 26 aprile del 1986 quando il reattore numero 4 della centrale nucleare ucraina fu sventrato da un’esplosione. Le autoritĂ russe mantennero il silenzio e cominciarono ad allontanare la popolazione dopo almeno 36 ore dall’incidente. La nube radioattiva si estese per centinaia di chilometri e si spostò verso l’Europa. Nel 25° anniversario del disastro nucleare il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, ha presieduto un solenne atto commemorativo nella chiesa di San Michele Arcangelo – nella regione di Kiev dove è stato eretto un monumento in onore degli “eroi di Chernobylâ€? – in memoria delle vittime della centrale nucleare. Giunto in Ucraina per rendere omaggio alle vittime e ai sopravvissuti, il patriarca Kirill ha guidato un corteo funebre fino al memoriale dove sono state depositate ghirlande di fiori. “Sono passati 25 anni – ha ricordato rivolgendosi alle persone convenute per la commemorazione – da quel terribile momento, quando nel silenzio della notte ci fu un’esplosione che ha scoperto il nucleo mortale di un reattore nucleareâ€?. “Gli scienziati – ha proseguito – dicono che i danni provocati alle persone e all’ambiente sono pari a quello che avrebbero provocato 500 bombe come quella sganciata su
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Non sono piĂš con noi. Sono nell’eternitĂ , dimorano presso Dioâ€?. Il Patriarca ha concluso il suo discorso con un appello a non dimenticare “in frettaâ€? quanto avvenuto 25 anni fa e di mantenere invece “viva la memoriaâ€?. Al termine della celebrazione, all’una, 23 minuti e 40 secondi (l’ora esatta dell’esplosione nello stabilimento), uno dei tecnici ha suonato 25 rintocchi di campana, il numero di anni che sono trascorsi dalla tragedia. Alla commemorazione hanno partecipato 700 persone tra cui numerosi tecnici, il premier ucraino Mykola Azarov e il metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina Vladimir. Molti hanno portato fiori e acceso candele. Alla fine dei rintocchi della campana il metropolita Vladimir ha detto: “Grazie, SantitĂ , per le vostre preghiere sante, in cui commemoriamo oggi gli eroi di Chernobylâ€?. L’anniversario della tragedia è stato ricordato pure dall’Unione europea. “Celebriamo il 25° anniversario del piĂš grave incidente nucleare della storia umana – ha affermato Jerzy Buzek, presidente dell’Europarlamento –. Chernobyl è stata una tragedia umana inimmaginabile, ma anche una lezione sull’importanza della prevenzione, della trasparenza e della vigilanza adeguataâ€?. Una lezione di grande attualitĂ alla luce del dramma in corso alla centrale nucleare di Fukushima duramente colpita dal sisma che l’11 marzo scorso ha devastato il Giappone.
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Questo mondo, privo ormai di complessi in ordine ad una modernitĂ di cui è pienamente partecipe, diviene il terreno di quella che il Papa definisce “nuova evangelizzazioneâ€?, sempre nel quadro di una realtĂ di popolo. Una Chiesa di popolo in una vita di popolo, il popolo italiano, che Giovanni Paolo II accompagna in tanti frangenti, dalle pulsioni secessioniste dei primi anni Novanta al passaggio del Giubileo, alle scelte di politica internazionale,
di fronte alla pace ed alla guerra, nei Balcani e nel Medio Oriente. “Sono convinto che l’Italia come nazione ha moltissimo da offrire a tutta l’Europaâ€?. Lo ha scritto in una famosa lettera dell’Epifania 1994, al culmine della “crisi italianaâ€?. Può valere anche oggi come indicazione, per tutti. E nello stesso tempo può rappresentare anche il trait d’union con l’appello che Benedetto XVI ha fatto risuonare e il presidente della Cei cardinal
Bagnasco ha ripreso per una “nuova generazione di cattolici impegnati in politicaâ€?. Vino nuovo in otri nuovi, viene da dire, per il movimento dei cattolici in Italia, cosĂŹ da mettere a frutto quel patrimonio e quell’ereditĂ , che Giovanni Paolo II ha rinvigorito, in termini nuovi e persuasivi. A partire e sempre ritornando ad uno dei segreti di Karol Wojtyla, il coraggio delle opere sulla base della certezza della fede. (Francesco Bonini)
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/D SDXUD GHO SRSROR FKH SDUOD Ci sono dei fatti che a prima vista appaiono incoerenti, ma che in realtĂ nascondono coerenze inconfessabili, o quasi. Nucleare. Era un ďŹ ore all’occhiello del governo. La tragedia giapponese ha provocato un rinvio. Incoerenza? Percezione del rischio sicurezza? No, paura del referendum. Lo avevano capito tutti, ma il signor B lo ha detto papale papale. Ăˆ stato un evento epocale perchĂŠ le volte in cui il signor B ha detto la veritĂ si possono contare su un dito (una mano sarebbe troppo). Ma la vera paura del signor B e dei suoi compari di merende sono i referendum in generale. CosĂŹ, dopo aver buttato al vento denaro pubblico (300 milioni di euro) per evitare l’accorpamento con le elezioni amministrative, non sono tranquilli e ne inventano una al giorno per non correre rischi. Tutto questo da parte di gente che non perde occasione per dire che la Costituzione deve essere riformata perchĂŠ non rispetta l’unico vero potere, quello del popolo. GiĂ detto, ma è bene ripeterlo: quelli che parlano ogni giorno in nome del popolo, possono farlo a patto che il popolo taccia.
Giustizia sequestrata. Mentre la grande riforma resta uno slogan, il Parlamento sta varando in fretta e furia provvedimenti isolati. Come quello sulla prescrizione breve che, secondo la versione ufďŹ ciale della maggioranza, dovrebbe portare al processo breve. Però al Senato si sta discutendo un altro provvedimento sul processo lungo. Infatti si vuole cambiare la regola vigente secondo la quale il Tribunale decide quali testimoni ammettere al processo e quali no. Secondo la nuova norma la
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difesa potrĂ presentare tutti i testimoni che vuole. Il che può allungare i processi all’inďŹ nito. Allora, processo breve o processo lungo? La risposta è semplice: processo lungo con prescrizione breve signiďŹ ca cancellazione delle sentenze. Le subiranno solo quei disperati che non hanno rubato a sufďŹ cienza per pagarsi un avvocato di quelli giusti (meglio se parlamentare) per prolungare all’inďŹ nito la sďŹ lata dei testimoni. Intanto saranno puriďŹ cati molti peccatori. Chi sarĂ il primo dei
miracolati? Niente premi a chi indovina. Troppo facile. Brigatisti. Roberto Lassini, candidato alle prossime elezioni comunali di Milano per il Popolo della libertĂ , ha afďŹ sso abusivamente dei manifesti rossi con la scritta a carattere cubitali: “Via le Br dalle Procureâ€?. Il presidente della Repubblica Napolitano li ha deďŹ niti una “ignobile provocazioneâ€?. La Moratti ha detto: via lui o via io. Lassini si è giustiďŹ cato dicendo che aveva messo sui
muri quello che il signor B ripete da tempo, ma ha anche scritto a Napolitano una lettera per scusarsi e per assicurare che nel caso venisse eletto (il suo nome non può essere cancellato dalle liste) si sarebbe dimesso. Proposito che non è durato 48 ore, perchĂŠ il signor B (condivide le provocazioni ignobili, anzi è socio di maggioranza) si è schierato dalla sua parte e adesso ci sono dei fan che stanno facendo propaganda elettorale per lui. ResterĂ e la Moratti non se ne andrĂ . Scommettiamo? Anche qui senza premi. Cambiamento del primo articolo della Costituzione proposto da uno del Pdl. Il 10 ottobre 2008, concludevo un corsivo dedicato ad alcuni interventi del signor B sulla Costituzione con queste parole: â€œâ€Ś avrei una proposta da fare. Una riforma radicale della Costituzione, cosĂŹ risolviamo un sacco di problemi una volta per tutte. Suggerisco di varare una nuova Costituzione con un solo brevissimo articolo: ‘L’Italia è un Paese fondato su Silvio Berlusconi’...â€?. La realtĂ supera spesso la fantasia: ci stiamo arrivando.
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Non solo monumenti per ricordare la sosta di Garibaldi a Bedizzole, ma c’è anche un bedizzolese – Giuseppe Capuzzi – tra i mille a ďŹ anco dell’eroe di Caprera. All’inizio del centro storico, per chi arriva da Brescia, c’è una via in localitĂ Valpiana dedicata al garibaldino dei Mille Giuseppe Capuzzi. Capuzzi era nato a Bedizzole il 27 novembre del 1825; si formò negli studi del collegio di Desenzano per poi passare all’Ateneo di Padova. Si arruolò
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volontario alla prima campagna del Risorgimento, mentre nel decennio 1849-1859 pubblicò articoli sui giornali di Brescia e Milano. Partecipò alla battaglia di San Fermo e l’anno dopo, cioè nel 1860, si distinse subito a Quarto con i Mille nella campagna di Sicilia. Durante una sosta delle operazioni militari, a Palermo, scrisse note importanti che poi servirono a pubblicare il libro dal titolo “La spedizione di Garibaldi in Sicilia – memorie di un volontarioâ€?. Poi
nel 1866, giovane sposo, accorse con Garibaldi nel Trentino dove venne promosso capitano. Tornò poi in famiglia, riprendendo il suo posto di vicesegretario del Comune di Brescia, e di segretario amministrativo della Biblioteca Queriniana. Nel 1882 Capuzzi fondò e diresse il giornale democratico “L’Avampostoâ€?, mentre per parecchi anni lavorò come redattore del giornale â€?La Provincia di Bresciaâ€?. Si spense a Brescia il 28 giugno del 1891. (Carlo Bresciani)
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a parrocchia di Bedizzole, a conclusione dell’anno giubilare per fare memoria del 250° della Consacrazione del suo tempio eretto in onore di S. Stefano, vive dall’1 all’8 maggio alcuni momenti intensi di spiritualitĂ . Il tema è “Dio celebra oggi la salvezza con il dono dei sacramenti nella Chiesaâ€?. Per riscoprire qual è il compito principale dell’essere Chiesa, è fondamentale ricordare che attraverso i sacramenti la comunitĂ celebra la salvezza: “Il battesimo – scrive su ‘Vita Nostra’ il parroco don Francesco Dagani – ci fa Chiesa, ci offre la vita di Dio, ci fa parte del popolo di Dio; la riconciliazione ci restituisce quella grazia che abbiamo rifiutato con il peccato; l’eucaristia e la confermazione, obiettivi dell’iniziazione cristiana, sono il pane di vita e la forza dello Spirito per vivere in pieno la nostra vocazione battesimale; il matrimonio consacra il nostro amore, l’Ordine conferisce ad alcuni fratelli scelti il servizio sacerdotale; l’unzione degli infermi è la medicina degli ammalatiâ€?. Ecco allora che è stata pensata una settimana liturgica per rivivere i sette sacramenti e rendere lode a Dio “presente nella nostra Chiesa localeâ€?. La settimana, che si apre l’1 maggio con la Messa presieduta nella parrocchiale alle 18.30 da mons. Olmi, si conclude l’8 maggio (festa dei compatroni Ermo-
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a Bedizzole. De Giorgi, 80 anni, attualmente è membro della Congregazione per il clero, del Pontificio consiglio per i laici, del Pontificio consiglio per la famiglia e della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Dal dicembre 2006, per raggiunti limiti di età , è arcivescovo emerito di Palermo; nel 2007 è stato nominato dalla Cei presidente della Federazione italiana esercizi spirituali. L’anno giubilare si era aperto nell’aprile 2010 con mons. Monari. Tornando alla settimana, sono stati pensati alcuni appuntamenti con inizio alle 20.30 nella parrocchiale: lune-
dĂŹ 2 maggio il vicario generale, mons. Gianfranco Mascher, fa memoria del battesimo; il 3 mons. Carlo Bresciani presiede l’adorazione eucaristica sull’ordine sacro; il 4 don Angelo Treccani affronta il tema del matrimonio per una “famiglia frammento vivo della Chiesaâ€?; il 5 maggio la celebrazione e l’invocazione dello Spirito Santo è presieduta da don Adriano Bianchi; il 6 maggio alle 15 don Maurizio Funazzi incontra gli ammalati, mentre alle 20.30 mons. Franco Bertoni guida una celebrazione penitenziale; sabato 7 maggio, alle 15, don Diego Facchetti fa una celebrazione mariana.
,O ƒ GHOOD IDQIDUD GHL EHUVDJOLHUL I bersaglieri di Bedizzole con il loro presidente Gianfranco Amicabile stanno allestendo un appuntamento importante per ricordare i 150 anni dell’UnitĂ d’Italia e il 25° di fondazione della fanfara bersaglieri “A. Carettoâ€? di Bedizzole. Si inizia il 2 giugno alle 10 con l’apertura della mostra dedicata ai 150 anni dell’UnitĂ d’Italia e alla storia dei bersaglieri con cartoline, fotograďŹ e, poesie e cimeli storici legati al mondo dei
bersaglieri. Sarà l’occasione per presentare anche il nuovo cd della Fanfara e il numero unico sulla storia del sodalizio che conterrà le immagini del gruppo e alcuni cenni storici. Se il 3 giugno sarà dedicato al torneo di calcio, il 4 giugno alle 18.30 c’è la Santa Messa nella chiesa parrocchiale per commemorare tutti i Caduti delle guerre; alle 21 in piazza Europa si esibisce in concerto la fanfara di Bedizzole. La
conclusione della manifestazione è afďŹ data, domenica 5 giugno alle 9, al raduno dei bersaglieri provinciali (nella foto la sezione di Desenzano) e saranno presenti anche bersaglieri provenienti da tutto il Nord Italia, in particolare sďŹ leranno al passo di corsa per le vie di Bedizzole quattro delle migliori fanfare. La giornata terminerĂ con il pranzo presso il ristorante “Due Cigniâ€?. Bedizzole è pronta a esporre il tricolore.
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delle Associazioni familiari. Si rivolge ai genitori dei bambini frequentanti i nidi d’infanzia della cittĂ di Brescia e ha come obiettivo prioritario quello di supportare la famiglia nei compiti educativi e di crescita dei propri ďŹ gli attraverso occasioni di riessione, confronto, dialogo e arricchimento reciproco tra genitori, coadiuvati dall’interno di un esperto. Il 28 aprile, presso l’asilo nido Primavera di via Micheli 2 (tel. 0303533314) alle
20.30 viene affrontato il tema: “Le patologie pediatriche piĂš diffuse nei bambini da zero a tre anniâ€?. Conduce la dr.ssa Concetta Forino del Forum delle Associazioni familiari. Il 5 maggio alle 18, presso l’asilo nido “Cuccioloâ€? di via Raffaello 200 si parla di “La prevenzione degli incidenti domesticiâ€?; la relazione è tenuta da un operatore dell’Asl. Il 12 maggio, sempre alle 20.30, presso l’asilo nido “Mondo del coloreâ€? di via Panigada si discute
di “SarĂ pronto per andare alla scuola dell’infanzia?â€?. I dubbi, le perplessitĂ e le preoccupazioni dei genitori. Conduce la psicologa dr.ssa Anna Cossandi. Ăˆ attivo anche lo sportello di consulenza educativa completamente gratuito messo al servizio delle famiglie i cui bambini frequentano gli asili nido comunali. Si riceve previo appuntamento telefonico alla segreteria del servizio prima infanzia: telefono 030/2977850.
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fischi nel giorno della commemorazione del 25 aprile non sono certo una novità , ma sono quasi (purtroppo) una costante degli ultimi anni. Non solo in Italia, ma anche a Brescia: nella Leonessa il sindaco Paroli e il presidente dell’Anpi provinciale Fenaroli sono stati oggetto di urla e insulti. Non sono segnali positivi. Un sistema democratico deve avere gli anticorpi per far fronte alle manifestazioni legittime di dissenso, ma deve allo stesso tempo fare quadrato di fronte alla violenza fisica e verbale. Non si può continuare a minimizzare i fatti. PiÚ volte il presidente Napolitano ha ricordato alla classe politica l’importanza di una parola non urlata nei confronti dell’avversario di turno. Il messaggio di una maggiore sobrietà nei toni andrebbe rivolto anche alla politica di casa nostra dove le dichiarazioni giorno dopo giorno si sprecano in una rincorsa continua con accuse da una parte e dall’altra. Ma le parole hanno
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di rappresentanza, compiute da nove assessori su dieci e dal sindaco. L’inchiesta si era chiusa con l’ipotesi di reato di peculato per tutti gli indagati. Nella maggior parte dei casi l’utilizzo contestato riguardava le cene. Per il giudice Bonamartini gli amministratori della città – tranne l’assessore allo Sport Massimo Bianchini che non è mai stato indagato – hanno utilizzato gli strumenti di pagamento “in maniera difforme dalle previsioni del regolamento comunale, ma i pagamenti non possono considerarsi posti in essere per finalitĂ strettamente personali’’. SarĂ difficile, però, svelenire il clima creatosi fra maggioranza e opposizione. Paroli, che aveva rimborsato i 49mila euro spesi dalla giunta, ha parlato apertamente di una frattura nei rapporti. Dal punto di vista giudiziario la vicenda è chiusa, ma restano – senza cadere nella retorica – delle forti perplessitĂ della gente della strada per delle spese di rappresentanza non sempre necessarie (ci sono anche
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i pranzi con i giornalisti) e che come ha ripetuto anche l’opposizione potevano essere utilizzate per fare altre scelte. La sensazione è che questa ennesima querelle non faccia altro che allontanare i cittadini dai loro rappresentanti. Sul tavolo restano alcuni problemi da risolvere, piÚ preferibilmente insieme. Il tema della viabilità , la territorialità di A2A, la riqualificazione della zona di San Polo, l’esodo delle coppie bresciane verso l’hinterland cittadino, il campus universitario
alla Randaccio (la caserma è passata dal Viminale alla Loggia), il prolungamento della metropolitana e la qualità dell’aria (i tumori, fonte Istat, sono la prima causa di decessi a Brescia), solo per fare alcuni esempi. C’è poi il grande capitolo del Piano di governo del territorio che interroga i politici di oggi, ma soprattutto avrà ricadute sulla città di domani. L’importante è che il tutto non rientri nell’agone elettorale con una campagna lunga due anni. Sarebbero troppi.
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Quanti siamo? Quanto siamo aumentati o diminuiti? Quali le etnie prevalenti o le zone a piÚ alta densità abitativa? A ottobre 2011 prenderà il via il 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni: si tratta di un importante impegno che si realizza, con cadenza decennale, contemporaneamente su tutto il territorio nazionale. Il Censimento è l’occasione per fornire una fotografia dettagliata di tutti i Comuni italiani, per acquisire informazioni sul numero e le caratteristiche della popolazione, delle abitazioni e degli edifici. Novità del 15° Censimento generale, introdotte allo scopo di agevolare i cittadini: le famiglie riceveranno il questionario per posta; i que-
stionari potranno essere compilati ed inviati via web, oppure spediti per posta o riconsegnati all’Ufficio comunale di Censimento, o ai centri di raccolta autorizzati, o restituiti al rilevatore incaricato dal Comune. La data di riferimento del Censimento è fissata al 9 ottobre 2011: la popolazione residente e quella presente sono individuate con riferimento alla mezzanotte tra l’8 e il 9 ottobre 2011. Nel Comune di Brescia i cittadini potranno recarsi presso le sedi di numerose realtà associative del territorio, quali ad esempio i Caaf – il cui elenco verrà successivamente pubblicato - dove saranno aiutati nella compilazione e restituzione telematica dei questionari.
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I corsi di autodifesa dedicati alle donne proliferano e, soprattutto, riscuotono ampi consensi in termini di pubblico. L’assessorato allo Sport e la Circoscrizione Ovest organizzano a cura della Windrei Academy un corso di autodifesa dedicato alle donne. Il programma affronta ogni aspetto della sicurezza. L’arma numero uno è la prevenzione. Vengono analizzate le situazioni di rischio, dati consigli su come comportarsi in auto, in treno, a piedi. L’iniziativa ha luogo
Il Comune di Brescia e Ant Brescia – Associazione nazionale tumori –, in collaborazione con Music Association festival di Ghedi e provincia di Brescia, presentano Art for ant 2011 “Donne in cANToâ€?, concerto ďŹ nalizzato alla raccolta fondi utili per esercitare e implementare l’assistenza domiciliare gratuita ai malati di tumore. Il concerto si terrĂ venerdĂŹ 6 maggio al PalaBrescia. Ingresso 10 euro. Tra le cantanti si esibiranno anche Anna Oxa, Alexia,
presso la palestra comunale Violino in via della Trisia nelle domeniche dall’1 maggio al 12 giugno dalle 10 alle 11.30. Le iscrizioni sono aperte presso la Circoscrizione Ovest di via Farfengo, 69 tel. 030318007 dal lunedi al venerdi dalle 9.30 alle 12.15. Per la partecipazione al corso gratuito è richiesto un certiďŹ cato di buona salute e la sottoscrizione di un’assicurazione del costo di 12 euro da versare durante la prima lezione. Il numero massimo di iscrizioni è di 25 persone.
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Maya, L’Aura Abela, Loredana Errore (nella foto), Nathalie e tanti altri. Info su www.antbrescia. it. Prevendita biglietti www. greenticket.it. Per informazioni: 348-5130147 e-mail: andrea.longo@ antitalia.org. L’attività dell’Ant prosegue dopo la sede in viale Stazione con l’ambulatorio per la diagnosi preventiva di melanomi e tumore alla tiroide. I pazienti aumentano: 160 quelli seguiti dallo staff medico e oltre 1600 le famiglie assistite dal 2002 in 30 Comuni.
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a festa di S. Gottardo sui ronchi è una delle piÚ antiche: si celebra, infatti, ininterrottamente dal 1469, anno della costruzione del convento e della chiesa di S. Gottardo. Il santo vescovo tedesco già venerato e conosciuto in città per la presenza delle monache di S. Salvatore, tra cui molte principesse germaniche, la piÚ famosa tra tutte Ermengarda, figlia del re longobardo Desiderio, moglie ripudiata dell’imperatore Carlo Magno che si rifugiò a Brescia nel monastero retto dalla sorella badessa Anselperga. Da approfondite ricerche, sostenute dal prevosto don Arnaldo Morandi si è potuta ricostruire la storia della reliquia e reliquiario del dito di San Gottardo. La reliquia fu concessa alla parrocchia di San Gottardo con decreto. S. Gottardo si distingue per una devozione a Padre Pio di cui si può ammirare nel chiostro una scultura bronzea a grandezza naturale. Venerato il Beato Carlo d’Austria, ultimo imperatore asburgico. La parrocchia di S. Gottardo è sede regionale della Gebets-liga (lega del Beato Imperatore), associazione di devozione e solidarietà , che si rifà alla spiritualità laicale e famigliare di Carlo I. La parrocchia è sede della rappresentanza provinciale del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio. Ogni anno viene sottolineato
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8, alle 11 e alle 17. Sabato 5 maggio la Messa si celebrerĂ alle 17. Domenica 8 maggio le celebrazioni saranno alle 9, alle 11 la Messa presieduta dal cancelliere vescovile mons. Marco Alba e condecorata dalla corale S. Cecilia di Flero. Nel pomeriggio alle 17 la Messa solenne condecorata dalla corale S. Maria Assunta di Gussago cui segue la processione in chiostro e la benedizione con la reliquia del dito di San Gottardo. I visitatori saranno accolti con stand gastronomici. Nel chiostro si potrĂ ammirare la mostra, patrocinata dall’Associazione artisti “Martino Dolciâ€?, di Fausto Redaelli, Loredana Mor, Gianluigi Magri, Angelo Gavezzoli, Giuliano Magri, Milly Turlini.
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7HPSR GL 1RWWH %LDQFD Luci e musiche nelle piazze e nei musei della cittĂ ďŹ no a notte fonda per prepararsi all’evento che ha portato la tradizione bresciana nel mondo: la Mille Miglia. Sabato 7 maggio arriva la Notte Bianca della Mille Miglia con ospite d’eccezione la cantante Anna Tatangelo. In piazza della Loggia alle 21.30 la fanfara dei bersaglieri apre la festa; alle 22.30 interviene Anna Tatangelo, alle 24 tocca a Micaela e all’una di notte a Davide Carone. In piazza Vittoria, invece, dalle 21 all’una vengono esposte le vetture d’epoca della Mille Miglia; in piazza Paolo VI dalle 22.30 la fanfara bersaglieri ariete di Circenico; alle 23 la musica latina riscalda l’atmosfera con “Luna de Tangoâ€?, una serata danzante con Marco Palladino e Virginia PandolďŹ ; a mezzanotte e mezza tocca a dj Musicallzador
“Andyâ€?. Piazza Tebaldo Brusato ospita dalle 22 l’esibizione Skaters - Writers all’opera dal vivo. In via Dieci Giornate, dalle 22.30 a mezzanotte, si rende omaggio ai 150 dell’UnitĂ d’Italia con “Caleidoscopioâ€?, una performance artistica. Anche il Museo Mille Miglia apre le porte dalle 21 all’una; alle 21 viene aperto il Beatles Museum con la presentazione della leggendaria Aston Martin di Paul McCartney (a cura di Beatlesiani d’italia Associati e Aston Martin Italy); alle 21.30 il concerto BeatBox; alle 23 “Gli Italiani cantano i Beatlesâ€?, un karaoke con Rolando Giambelli. In piazza del Mercato risuonano le musiche di Charlie Rock (alle 22) e di dj Sir Heavy Soul (a mezzanotte). Si possono mirar le stelle in piazza del foro con la “Notte
Bianca con i telescopiâ€?: dalle 22 a mezzanotte e mezza l’osservazioni di corpi celesti a cura dell’Unione astroďŹ li bresciani. Gli artisti di strada conquistano, invece, la scena tra corso Zanardelli e via Dieci Giornate (di fronte al Grande) dalle 22 a mezzanotte. In parallelo sono state pensate anche delle iniziative museali. Si può entrare gratuitamente al Museo di Santa Giulia dalle 20 alle 24 (ultimo ingresso alle ore 23); all’interno del Museo sono esposte le Mostre “Matisse. La seduzione di Michelangeloâ€? ed “Ercole. Il Fondatoreâ€?: il biglietto ridotto costa 6 euro dalle 20 alle 24 (ultimo ingresso alle ore 23). Notte Bianca, quindi, che oltre alla musica offre anche la possibilitĂ di vedere da vicino l’invidiabile patrimonio artistico della Leonessa d’Italia.
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‡”‘ŽƒÂ?—‘˜ƒ ‹‰‹Ž‹ †‡Ž ˆ—‘…‘ ‹Â? ˆ‡•–ƒ Vigili del fuoco per il territorio con il distaccamento dei volontari di Verolanuova ai quali è afďŹ data un’area della pianura bresciana con perimetro delimitato sul percorso: Verolavecchia, Ofaga, Leno, Isorella, Gambara, Pralboino, Seniga, Pontevico, Verolanuova. Responsabile del distaccamento è il vigile capo squadra Giuseppe Labinelli, in carica da un anno, succeduto a Imerio Pizzamiglio. Per il distaccamento, il 3
aprile 2004, si è costituita l’associazione “Amici dei Vigili del fuoco di Verolanuovaâ€?. “In sette anni – informa il presidente ing. Giambattista Zani – abbiamo raggiunto obiettivi signiďŹ cativi, compreso l’acquisto di un nuovo automezzo col contributo dell’Amministrazione comunale da sempre attenta verso le associazioni di volontariatoâ€?. Ogni anno a primavera è organizzata la Festa che sarĂ di richiamo da
giovedĂŹ 28 aprile a domenica 1° maggio nell’area della sede, in via Lenzi. Durante la Festa un particolare ricordo sarĂ per Michele Zanoli, vigile del fuoco volontario vittima a soli 21 anni di un incidente stradale. Il programma della festa apre alle 18.30 del giovedĂŹ con la Messa in basilica; a seguire cena e musica del festival Verola. Ogni mattina al suono della sirena il “buongiornoâ€?, mentre le serate saranno caratterizzate dalla cena
in compagnia e dalla musica per stare insieme. Domenica: ore 5 accensione degli spiedi; ore 9 ritrovo associazioni in piazza Libertà per la Messa delle 9,30; ore 10 corteo aperto dal corpo bandistico Stella Polare; ore 11 l’alzabandiera; ore 12 arrivo dei ferraristi per l’esposizione di auto d’epoca; 14.45 manifestazione in collaborazione con gli allievi di Riva del Garda; ore 20 cena, musica in attesa dello spettacolo pirotecnico.
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’edizione 2011 di Seridò si svolgerĂ dal 29 aprile all’8 maggio nei giorni 29, 30 aprile e 1, 6, 7 e 8 maggio. Seridò si svolge presso il Centro Fiera del Garda di Montichiari, ed è aperto dalle 9.30 alle 19 con orario continuato. A Seridò giochi con tutto e con tutti gratuitamente. Per chi ha meno di 12 anni, l’ingresso è gratuito. Gli adulti invece pagano 9 euro ma all’interno anche per loro spettacoli, attrazioni e burattini sono gratis. A Seridò i bambini non sono mai semplici spettatori, ma giocano liberamente negli oltre 100 spazi gioco: aree attrezzate dove divertirsi, costruire, disegnare, saltare, giocare‌ A Seridò si può anche assistere ad uno spettacolo teatrale, leggere un libro, saltare sui gonfiabili, salire sul treno di Seridò e tanto altro in oltre 35mila mq coperti. A Seridò tutto è a misura di bambino e all’interno si può giocare gratuitamente con tutto e con tutti aiutati da oltre 300 animatori. Vi si possono trovare i laboratori creativi: stencil, taglia e incolla, timbri, tempere e cavalletti, pongo, maschere, sale colorato, gessi lavagnette, tutti i colori, creta, pastelli a cera, acquerelli, mosaico. Ci sono anche i giochi all’esterno: i gonfiabili giganti, le barchette a pedali, l’area equitazione. Lo spazio libri con “Libera un libroâ€? e l’angolo lettura con i migliori libri per bambini. La struttura ospita tre teatri con 400 posti a sedere: per vedere in tutta
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le aree sportive dove giocare a calcio e basket o provare per la prima volta il climbing, il nordic walking, l’atletica leggera, il golf, il tiro con l’arco. E ancora: monopattini, biciclette, automobiline, sabbionaia. A Seridò si può trovare anche tre aree pic-nic con 4.500 posti a sedere coperti, self service, bar, gelateria, zucchero filato, quattro nursery per le mamme ed i piĂš piccoli. Fra le novitĂ , nel teatro del padiglione 8, il 29-30 aprile e 1-6 maggio gli animatori de “La nuvola nel saccoâ€? presenteranno un inedito intervento di animazione teatrale dal titolo “Italiani SĂŹ Diventaâ€?, dedicato ai 150 anni dell’UnitĂ d’Italia. Come sempre il pubblico sarĂ invitato a partecipare con animazioni originali e divertenti. Sempre nel teatro del padiglione 8, il 7-8 maggio, direttamente da Rai Yoyo, lo spettacolo “Ma che bel castelloâ€? tratto dall’omonimo programma. Un castello con tracce di fantasia e colore. Il biglietto d’ingresso vale per l’intera giornata. Seridò si svolge presso il Centro fiera del garda di Montichiari, ed è aperto dalle 9.30 alle 19 con orario continuato. Le scuole dell’infanzia che desiderano organizzare una gita con i bambini e i genitori a Seridò possono prenotare i biglietti telefonando alla segreteria di Seridò (030.3751978 – rif. Denise). Per le scuole associate alla Fism è prevista una riduzione sul costo dei biglietti d’ingresso. Radio Voce anche quest’anno è la radio ufficiale dell’evento.
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La scultura per immortalare ricorrenze importanti, per ďŹ ssare nella pietra idee e ricordi. Questo l’intento del “Primo simposio internazionale di scultura su marmoâ€? organizzato dal comune di Comezzano-Cizzago. Dal 9 al 21 maggio ben sei artisti di caratura internazionale si ritroveranno nel Comune per realizzare altrettante sculture: si tratta di Ktham Abdul Hamid dalla Siria, dello spagnolo Miguel Isla, di Damjan Komel dalla Slovenia, del nostro connazionale
Francesco Panceri, di Hwang Seoung Woo dalla Corea del Sud e dell’albanese Genti Tavanxhiu. L’iniziativa verrà realizzata con il patrocinio di regione e provincia e grazie al contributo di molti sponsor. Tra di essi le cave Marangoni di Nuvolera che hanno offerto i blocchi di marmo. Si colloca nelle celebrazioni dell’Unità d’Italia, unità che verrà riproposta in chiave locale poichÊ il Comune è costituito di due comunità distinte, unite amministrativamente nel 1927.
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a situazione del Morcelliano non è stata ancora assorbita nella città clarense. Molto si è discusso a Chiari, recentemente, della Fondazione istituto morcelliano e molto, probabilmente si discuterà . Soprattutto a seguito delle dimissioni del presidente don Alberto Boscaglia, dopo un parere dell’Asl che contestava la legittimità della sua carica, mancandogli il requisito della residenza a Chiari da 10 anni previsto dallo statuto. Molte sono state le polemiche che hanno seguito queste dimissioni, cosÏ come molte sono state le polemiche che negli ultimi anni hanno accompagnato la vita dell’istituto, che proprio sotto la presidenza di don Alberto aveva ritrovato una nuova vitalità , dopo che nel 2003 era stato approvato il nuovo statuto che innalzava a tre il numero dei curatori, uno nominato dal parroco, uno dal sindaco e il terzo nominato di comune accordo. Proprio la nomina congiunta portò l’istituto ad una fase di stallo, che si risolse nel 2007 con la nomina di don Boscaglia a presidente. Da
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che altre forme di rendita, oltre a quella degli affitti agricoli – sottolinea don Alberto, non piĂš presidente, ma ancora legato all’attivitĂ dell’istituto come direttore del Centro Giovanile 2000, dove opera il Cag – ha permesso di ottenere rendite piĂš alte, quella del fotovoltaico per esempio si attesta sui 300 mila euro annui, da utilizzare a favore dei ragazzi. Questo senza di fatto intaccare il patrimonio dell’istituto, ma anzi creando le condizioni per accrescerlo in futuroâ€?. Molto si è discusso anche della “donazione modaleâ€?, che l’attuale CdA, come il precedente, avrebbe intenzione di introdurre nello statuto. “Come sacerdote e direttore dell’oratorio, prosegue don Boscaglia – la possibilitĂ che parte delle rendite dell’Istituto, e non del patrimonio come sostenuto da alcuni, possa essere destinata anche ad altri progetti parrocchiali o comunali coerenti con le finalitĂ dell’Istituto, come la costruzione di scuole o il potenziamento delle attivitĂ dell’oratorio, credo possa essere solo un bene per tutta la comunitĂ â€?.
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8QD VWUDGD LQWLWRODWD D SDGUH /RUHQ]R 6FDJOLD Voto unanime della giunta comunale di Bassano Bresciano per l’intitolazione di una nuova strada a padre Lorenzo Scaglia (nella foto), missionario saveriano d’origini bassanesi. La nuova denominazione è attribuita alla via all’ingresso sud del paese che collega via Mazzini a via Galanti, partendo dalla rotonda che verrĂ realizzata su via Mazzini, passando vicino alla zona sud del centro sportivo e collegandosi all’altra rotonda di intersezione con via Galanti. “L’aver dedicato una via a padre Lorenzo Scaglia è l’espressione del senso di profonda gratitudine che la nostra comunitĂ intende attribuire ad uno dei suoi figli piĂš illustri, mentre rappresenta l’esempio e la testimonianza di un servizio totale reso al prossimo fondato su nobili valori umani e cristiani che restano il riferimento per l’intero nostro territorioâ€? è il commento del sindaco Giovanni Paolo Seniga nell’aggiungere che padre Lorenzo Scaglia è stato allievo di mons. Giovanni Migliorati, comboniano vescovo di Hawassa in Etiopia, e fu amico di padre Savino Mombelli, missionario nelle favelas di Belem do ParĂ in Amazzonia. Sono altri due bassanesi che nel mondo diffondono la parola del Vangelo. In gioventĂš padre Scaglia aveva frequentato la scuola elementare a Bassano Bresciano negli anni dal 1942 al 1947, nel periodo 1947-48 fu allievo dell’Isituto tecnico per l’avviamento al lavoro di Manerbio. Era nato a Bettegno di Pontevico il 6 maggio del 1936, fu ordinato sacerdote a Parma, il 15 ottobre 1961, in seguito fu destinato alla
missione in Indonesia, che raggiunse il 27 luglio del 1962 dov’è rimasto per l’intera sua vita, conclusa il 3 agosto 2004 a Padang, città dell’Indonesia, capoluogo della provincia di Sumatra Occidentale. In passato la città è stata colpita da un sisma, che ha distrutto diversi edifici e infrastrutture. In quel disastro padre Scaglia fu attivamente presente nei soccorsi alla popolazione cosÏ duramente colpita. (f.pio.)
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ƒ”ˆ‘ ‘ƒ”‹‘ Â?‹–‹ †ƒ —Â? Â?—‘˜‘ ’‘Â?–‡ L’Oglio a Darfo Boario determina la suddivisione in due aree viabilisticamente collegate attraverso il ponte romanico di Montecchio, che risulta transitabile dai mezzi leggeri, a senso unico alternato e quello posto nel cuore del centro storico tra Darfo e Corna. L’ingresso del trafďŹ co verso l’abitato, o verso i poli turistico-commerciale, sportivo-ricreatico, archeologicoambientale, culturale e turisticotermale, si svolge attraverso due
sole uscite: una in corrispondenza della zona detta del Cappellino ed una in corrispondenza della frazione di Boario. La collocazione di queste uscite rende difďŹ coltoso e caotico il trafďŹ co nel centro, con conseguente aumento dell’inquinamento, della pericolositĂ per i pedoni e delle difďŹ coltĂ di transito dei veicoli. “Da qui – spiega il sindaco Francesco Abondio – la necessitĂ del nuovo asse, progetto che prevede tra l’altro un ponte. I
lavori cominceranno quanto prima. Il manufatto fa parte del progetto dell’asse viario che, partendo da via Quarteroni, prevede la realizzazione del nuovo trattoâ€?. La via, larga 12 metri, transiterĂ nei pressi del polo sportivo. La strada si collegherĂ poi a Boario col ponte ed una successiva rotatoria consentirĂ lo smistamento del trafďŹ co diretto al centro commerciale, al centro congressi ed alla stazione termale. Il viadotto, realizzato con una
struttura ad arco ribassato in acciaio, avrà un’unica campata di 66 metri di luce ed una larghezza pari a otto metri per la carreggiata stradale, ai cui lati è prevista una pista pedonale di due metri. Per la realizzazione del ponte il Comune prevede una spesa di euro 1 milione e 950mila euro; per la strada 400mila euro; per la rotonda 200mila; 50mila euro sono poi ipotizzati per l’attuazione dei piani di sicurezza. Il totale è di 2 milioni e 600mila euro.
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abato 30 aprile 2011, alle 16, a Bienno, nella chiesa di Santa Maria Annunciata è prevista l’inaugurazione del restauro conservativo sui dipinti murali del pittore Girolamo Romanino (circa 1486/’87-circa 1566) Il ciclo degli affreschi di Bienno – com’è noto è stato datato intorno al 1541. “Con questa operazione – sottolinea il sindaco Germano Pini – si porta a compimento un provvedimento di notevole importanza per una valorizzazione del capolavoro non solo in ambito locale. Quello di Bienno è uno dei piĂš importanti cicli del pittore bresciano ancora integralmente conservato sulle pareti del presbiterioâ€?. “I lavori realizzati – spiega il vice-sindaco Clemente Morandini – possono essere definiti come completamento di un intervento di valorizzazione iniziato dal Comune piĂš di vent’anni fa grazie all’aiuto della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Brescia, Cremona e Mantova, che finanziò e diresse un provvedimento radicale sul sacro immobileâ€?. La direzione dei lavori è stata affidata alla biennese Lucia Morandini; la supervisione tecnico-scientifica a Vincenzo Gheroldi, docente all’UniversitĂ di Bologna; la consulenza tecnico-scientifica a Sara Marazzani; le analisi chimicofisiche ad Antonietta Gallone, del dipartimento di Fisica del Politecnico
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ploâ€? (progetto “Borghi piĂš belli d’Italiaâ€?) e di alcune associazioni locali. Il restauro vero e proprio è stato eseguito dallo “Studio tecnico Renato Gianguainoâ€?, che ha garantito un intervento rispettoso ed estremamente conservativo, mantenendo appieno l’integritĂ dell’opera. Un impianto di illuminazione della “Luminae studio di progettazione illuminotecnicaâ€? valorizzerĂ gli straordinari dipinti murali sparsi su tutte le pareti della chiesa. Il ciclo romaniniano di Bienno – sostiene Francesco De Leonardis nel volume “La via del Romanino: dal Sebino alla Valcamonicaâ€? (Grafo, Brescia, 1996) – è ispirato ai Vangeli apocrifi. Nella parete di destra è raffigurato lo sposalizio della Vergine; sul fondo l’Annunciazione; nella parete sinistra è la presentazione di Maria al tempio. “Il tema dello sposalizio – sottolinea De Leonardis nel saggio giĂ citato – è particolarmente caro al Romanino, che lo ha affrontato diverse volte sia nella fortunata tavola giovanile di San Giovanni di Brescia, che ebbe numerose repliche, sia nelle ante d’organo del Duomo Nuovo di Brescia, che con la tela dello stesso soggetto di Cremaâ€?. Quello di Bienno (dopo Pisogne e Breno) è un Romanino piĂš misurato, senza piĂš eccessi, controllato. Sempre il giĂ citato Leonardis scrive: “A Bienno, il pittore chiude una stagione felicissima della sua arteâ€?.
A Spiazzi di Gromo, tra le Alpi Orobie, dell’alta Val Seriana, nella rigogliosa foresta di abeti bianchi e rossi, si snoda il “Parco sospeso nel boscoâ€?, il divertente ed istruttivo per corso che, attraverso le piattaforme abbraccianti i fusti degli alberi e i 123 diversi giochi aerei che le collegano, nei 9 percorsi, permette a chiunque si cimenti, di vivere una giornata a diretto con tatto con il bosco, tra le fronde degli alberi, utilizzando corde, ponti, liane, reti e sceglien do i percorsi in base alle proprie capacitĂ ed esigenze. I percorsi sono differenziati per grado di difďŹ coltĂ con colorazioni diverse, a partire dal “baby azzurroâ€? ampliato per i piccolissimi, il “gialloâ€? per bambini e ragazzi dotati di minime abilitĂ e preparazione, il “giallo-verdeâ€?, per un discreto grado di abilitĂ , il “ giallo-rossoâ€?- “giallo bluâ€?, per un’abilitĂ media. Con buone abilitĂ e preparazione, si può affrontare il percorso “verdeâ€?; se l’abilità è piĂš che buona il “rossoâ€? è, per chi possiede preparazione atletica, il percorso “bluâ€?. Naturalmente al progredire delle difďŹ coltĂ corrisponde l’elevamento in altezza, verso le www.scuolainmontagna.it
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cime degli alberi, lĂ dove osano solo gli scoiattoli! Per affrontare questa indimenticabile esperienza si partirĂ con un “Percorso provaâ€? durante il quale gli istruttori illustreranno l’utilizzo delle indicazioni cartellonistiche e dell’attrezzatura messa a disposizione per avviare il nostro “barone rampanteâ€? ai percorsi. Successivamente il personale specializzato seguirĂ da terra, pronto ad intervenire per consigliare e controllare afďŹ nchĂŠ tutto si svolga nella massima sicurezza. É in allestimento il Percorso Nero, abilitĂ e preparazione ad altissimo livello. Fruibili, all’interno del Parco Sospeso: il campo di tiro con l’arco, il persorso Parkour, la palestra di arrampicata sportivae il bikepark. Raggiungerci è facile: da Bergamo si prende per la Val Seriana, che percorsa nella sua lunghezza, ci porterĂ ďŹ no allo storico borgo medioevale di Gromo. Ai piedi della rocca del castello, si svolta a destra per Spiazzi di Gromo ďŹ no a raggiungere il grande piazzale del parcheggio dell’Hotel Spiazzi. Qui lasciata l’automobile, si raggiunge il parco a piedi, a 20 metri di distanza.
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Â? ˆ‡•–ƒ ’‡” ƒÂ?–ǯ „‹œ‹‘ Il Gruppo Folk di Niardo organizza dal 29 aprile al 1° maggio la festa patronale di Sant’Obizio. VenerdĂŹ 29 aprile alle 17 l’inaugurazione dei pannelli fotovoltaici presso il piazzale delle scuole medie; sempre alle 17 l’apertura del percorso “Sapori nel Borgoâ€?; alle 17.30 la gara podistica “Du pass per digerĂŹâ€?; alla 21 la serata danzante, mentre alle 22 il concerto della rock band Frutto Acerbo. Sabato e domenica alle 10 l’apertura del percorso “Sapori nel Borgoâ€?; alle 10.30 la Santa Messa in
onore di San Costanzo e del Beato Innocenzo; alle 14 l’inaugurazione della Sede delle “Guardie D’Onore di Sant’Obizioâ€? presso la Casa del Beato Innocenzo; alle 15 la consegna del Premio di Sant’Obizio presso la Casa del Beato Innocenzo. Alle 19 la Santa Messa presso il Campo Sportivo del Crist. la serata è in muisca. La celebrazione solenne è alle 10.30 di domenica, mentre alle 15 c’è la processione. Sabato e domenica pomeriggio ci sono dei momenti di gioco per i piĂš piccoli.
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Si tiene martedĂŹ 3 maggio alle 20.30 presso la Biblioteca civica di Borno, il primo appuntamento del “Corso di Scrittura Creativa in 4 serateâ€? organizzato dal Circolo culturale “La Gazzaâ€? e dalla Biblioteca. Un’occasione per imparare le regole fondamentali per sviluppare la creativitĂ e raccontare una storia avvincente. Il corso sarĂ tenuto da Annalisa Baisotti, master in scrittura e sceneggiatura per il cinema e la televisione. Per info, contattare Fabio Scalvini al 3395332517.
Dall’1 al 6 maggio la comunitĂ di Ponte Di Legno è in festa per la beatiďŹ cazione di Giovanni Paolo II. Una delegazione parteciperĂ alla cerimonia di beatiďŹ cazione. Il 6, in particolare, il vescovo Monari presiederĂ una Santa Messa al termine della quale verrĂ benedetta la statua di Giovanni Paolo II in legno policromo, opera dello scultore dalignese Antonio Sandrini. La statua verrĂ posizionata all’interno dell’oratorio (nella foto) dedicato a Giovanni Paolo II.
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arte all’insegna della salute a tutto campo la nuova stagione delle Terme di Boario. Infatti la Direzione sanitaria ha organizzato una serie di appuntamenti, puntando al massimo al concetto di “medicina termaleâ€?, secondo i criteri della clinica termale italiana e della clinica in generale. L’attivitĂ clinico-scientifica da quest’anno riprende i contatti con le UniversitĂ di riferimento nel grande mondo dell’idrologia e idroclimatologia medica. Si inizia con l’UniversitĂ di Pavia, in particolare con la cattedra di Farmacologia e Idrologia Medica, che ha organizzato a Boario Terme con un modulo master di Medicina termale, da venerdĂŹ 29 aprile a domenica 1° maggio. Si tratta di un nuovo percorso all’interno delle specializzazioni universitarie, tramite il quale i futuri “medici termaliâ€? vengono a conoscenza dei temi legati al termalismo italiano, alle prospettive cliniche e soprattutto alle metodiche specifiche utilizzate dai centri termali italiani. Boario si pone come uno dei riferimenti nazionali di maggior prestigio: infatti le quattro acque di Boario (Antica Fonte, Fausta, Igea e Boario) sono utilizzate nelle pratiche curative e riabilitative secondo i principi stabiliti dalla clinica medica, di cui la Medicina termale fa parte. Nel Master di II livello di questo fine settimana, cui partecipare anno alcuni
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torie e irrigatore, ma dagli anni Cinquanta sempre piĂš anche per attivitĂ curative globali nel vasto settore dell’artrosi e nelle patologie venose. Si tratta di medicina dolce, naturale e molto efficace, per nulla invasiva e soprattutto con buon sollievo generale per le funzioni di alcuni organi e apparati. Se ne parlerĂ dunque da parte di cattedratici universitari, quali il prof. Plinio Richelmi, farmacologo di Pavia; il prof. Marco Pedrinazzi, reumatologo; la prof.ssa Cesarina Gregotti, responsabile del Master; e da parte del dott. Sergio De Giacomi, direttore sanitario delle Terme, che è stato incaricato dell’attivitĂ di docenza da parte dell’UniversitĂ di Pavia. Due saranno i temi fondamentali del modulo: il trattamento delle patologie venose con acqua termale, sia con bagni che con piscina termale vascolare; e il grande capitolo della deambulazione dell’anziano, la cui prevenzione passa attraverso il sistema della “fango-balneoterapiaâ€? e della riabilitazione classica e moderna. Parteciperanno al Master i 15 medici, provenienti da tutta Italia, che hanno vinto la borsa di studio e quindi hanno diritto all’accesso alle lezioni ed alla successiva specializzazione. Le lezioni saranno in aula e al centro cure delle Terme per lo stage. Il Master rappresenta per Boario Terme il ritorno al mondo universitario di alto livello.
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‘˜ƒ–‘ Â?ƒ ‰‹‘”Â?ƒ–ƒ …‘Â? Dz ‘ Â„ÂƒÂ”ÂƒÂœÂœÂ‘Çł Decima edizione, domenica 1°maggio, per “Lo Sbarazzoâ€? di Rovato. Il mercato degli sconti e degli affari vedrĂ in piazza Cavour, dalle 10 del mattino ďŹ no al tardo pomeriggio, poco meno di una cinquantina di commercianti rovatesi: dai gioielli ai libri, dall’abbigliamento ai vini della Franciacorta, ďŹ no ad arrivare alla biancheria, all’arredo, ai ďŹ ori e molto altro. A organizzare il tutto l’assessorato al Commercio del Comune di Rovato, guidato
dalla 25enne Diomira Ramera, e il sodalizio di esercenti “Centro Storicoâ€?, coordinato da Gianluigi Piva. In caso di pioggia la manifestazione si terrĂ comunque: non piĂš ovviamente sull’acciottolato di piazza Cavour, ma all’interno dei negozi del centro, sotto i portici di dell’architetto Rodolfo Vantini e nella galleria di corso Bonomelli. Le previsioni, però, promettono bene, e quindi vale la pena prendere carta e penna per appuntarsi le iniziative collaterali: dai diversi appuntamenti
musicali della giornata, in giro per il centro, alla possibilitĂ di assaggiare i prodotti tipici del territorio, ad esempio attraverso i “Menu dello Sbarazzoâ€?, iniziativa promossa dai ristoratori di Rovato in collaborazione col Comune per poter gustare menĂš a base del piatto tradizionale di Rovato, il manzo all’olio a prezzi vantaggiosi (info e prenotazioni: 030/7713251 o www. comunedirovato.it ). SarĂ possibile visitare Rovato e i suoi monumenti grazie all’iniziativa ScopriRovato,
visita turistica guidata che alle ore 14.30 (con partenza dallo stand del Comune in piazza Cavour) andrĂ alla scoperta dei monumenti e delle vestigia storiche di Rovato: le Mura venete, l’antico castello, il Palazzo municipale, la parrocchiale di Santa Maria Assunta con gli importanti dipinti di scuola lombarda e veneta, l’annessa Cappella del Sacro Cuore e l’oratorio della Disciplina. La partecipazione è gratuita, prenotazioni all’UfďŹ cio commercio (030 7713225). (i.z.)
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n pomeriggio diverso, con la possibilitĂ di degustare i vini fermi, bianchi e rossi, prodotti sulle colline della Franciacorta, terra universalmente conosciuta per la produzione vitivinicola di bollicine. I Curtefranca Doc e Sebino Igt prodotti da 23 aziende della Franciacorta saranno, il prossimo 2 maggio, lunedĂŹ, i protagonisti dell’evento “Curtefranca una Doc da scoprireâ€?, alla sua seconda edizione dopo il successo del 2009 al Convento dell’Annunciata di Rovato e per la prima volta a Brescia, nella splendida cornice del Museo Mille Miglia di Sant’Eufemia. Qui il Consorzio per la tutela del Franciacorta, organizzatore dell’evento, allestirĂ i banchi d’assaggio dove i presenti potranno conoscere oltre 70 fra le migliori etichette di vini bianchi e rossi prodotti nel territorio. Il Curtefranca è una giovane denominazione appena nata, ma che si sta giĂ facendo conoscere fra gli appassionati del settore: il compito, ora, è quello di allargare l’appetibilitĂ della nuova doc, facendola conoscere e apprezzare anche dal grande pubblico. Che, comunque, ha giĂ dimostrato di conoscere per bene il Curtefranca doc: erede della tradizione dei vini fermi prodotti in Franciacorta, la denominazione rappresenta
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perficie rivendicata complessiva di oltre 300 ettari. Il nome Curtefranca è nato con l’introduzione, nel 2008, del nuovo disciplinare di produzione che ne ha modificato la denominazione, sostituendola alla precedente Terre di Franciacorta. Il nuovo disciplinare è nato con l’intento di valorizzare il Carmenère, vitigno storicamente presente in Franciacorta, e ha introdotto una serie di nuovi regolamenti per favorire la crescita qualitativa. “Grazie alla continua crescita, il successo di critica e il continuo pubblico riscontrato in questi anni dal Franciacorta – spiega Maurizio Zanella (nella foto), presidente del Consorzio per la tutela del Franciacorta – i vini fermi del nostro territorio contraddistinti dalla Doc Curtefranca continuano a rappresentare una solida realtĂ che riscuote il gradimento dei consumatori e offre vette qualitative d’eccellenzaâ€?. L’evento “Curtefranca una Doc da scoprireâ€? si svolgerĂ dalle ore 15 alle 20 di lunedĂŹ 2 maggio Museo Mille Miglia di Sant’Eufemia. Il costo d’ingresso è di 5 euro. Ad ogni visitatore sarĂ consegnato un calice per la degustazione, previo versamento di una cauzione, sempre di 5 euro. Ogni altra informazione è consultabile sul sito internet del Consorzio per la tutela del Franciacorta: www. franciacorta.net.
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domenica 1° maggio anche la solenne benedizione afďŹ data niente di meno che alle mani del Vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari. In quella giornata, le celebrazioni liturgiche domenicali della mattina saranno infatti agglomerate nell’unica Santa Messa delle 10.30 presieduta proprio dal Vescovo che compirĂ il rito di benedizione della chiesa. L’accoglienza da parte dell’intera comunitĂ , alla presenza delle
varie autorità , ma anche di tutte le associazioni con tanto di labari e simboli in vista e atleti delle varie società sportive in divisa, è prevista nella centrale piazza Garibaldi appena prima della messa. Per garantire la massima partecipazione scenderanno in campo anche i volontari della Protezione civile (impegnati in logistica, viabilità e sicurezza) e quelli del soccorso e dell’Associazione Anziani
che garantiranno il servizio trasporto per persone disagiate o in difďŹ coltĂ . Per maggiori informazioni è possibile telefonare ai numeri: 030/7050795 - 850. Un appuntamento signiďŹ cativo che ben s’inserisce nell’ambito dei festeggiamenti promossi nella comunitĂ colognese in occasione della ricorrenza del centenario di presenza delle suore francescane in paese e che vedrĂ il suo clou nelle giornate di sabato 28 e domenica 29 maggio. (a.s.)
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ntensi giorni di programmazione culturale quelli che si appresta a vivere Palazzolo. Numerose sono le proposte messe in calendario e fitti gli impegni di alcune fra le importanti associazioni culturali del territorio. Particolarmente denso è il calendario del coro polifonico “La Rocchettaâ€? che domenica 1° maggio alle ore 16.30 diretto dal maestro Renzo Pagani, sarĂ impegnata in un concerto celebrativo dei 200 anni dalla fondazione dell’Istituzione Madonna del Boldesico di Grumello del Monte (Bg), costituito da una elevazione spirituale con brani scelti dal repertorio mariano (Bach, Mozart, Haydin, Palestrina, Frisina e altri). Il 1° maggio 1811 infatti veniva fondato, con atto di donazione del sacerdote locale don Luigi Belotti, l’Ospedale di S. Maria del Boldèsico, con lo scopo di “ricoverare e curare i poveri ammalati di ambo i sessi dei Comuni di Grumello del Monte e di Tagliuno (ora Castelli Calepio)â€?; dalla sua origine ad oggi l’Ente ha ininterrottamente operato nel campo dell’assistenza sociosanitaria che continua tuttora con particolare riferimento alla tutela degli anziani, dei disabili e dei minori, oltre a promuovere ed effettuare opera di formazione e ricerca scientifica, in questa zona situata sulla sponda destra dell’Oglio confinante con Palazzolo. L’occasione vuole anche solennizzare e unirsi alla gioia per la beati-
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rona nella Basilica di S. Anastasia. Nell’ambito di un nutrito calendario di iniziative che fanno capo ai tre Centri gestiti dall’Associazione Pensionati di Palazzolo (Centro diurno “G. Orsattiâ€? di Via Zanardelli, Centro diurno di S. Pancrazio, e Circolo di Mura, il “Centro diurno G. Orsattiâ€?, in collaborazione con l’Associazione Culturale “Il Maestraleâ€?, organizza una Rassegna di pittura e scultura con il tema: “La mammaâ€? vista attraverso gli occhi dell’artista. Si tratta di una raccolta di opere realizzate dagli allievi dei corso d’arte di Cologne e di Palazzolo. L a r a s s e g n a s i t e r r Ă i g i o rni 6-7-8-maggio presso la sede dell’Associazione Pensionati di Via Zanardelli, 35 al primo piano con il seguente programma: venerdĂŹ 6 maggio ore 14,30 - inaugurazione, segue visita fino alle ore 18, sabato 7 maggio - visite dalle ore 14.30 alle ore 18; domenica 8 maggio visite dalle ore 14.30 e alle 18 premiazione con rinfresco. Per finire il Circolo filatelico e numismatico di Palazzolo, in occasione del 150° anniversario dell’UnitĂ d’Italia organizza presso il Salone Bordogna della Fondazione Cicogna Rampana in Via Garibaldi, 24 una mostra filatelico-numismatica che aprirĂ i battenti alle 9.30 di domenica 8 maggio. Proseguono anche le visite ai monumenti cittadini, su tutti spiccano la Torre del Popolo (nella foto) e l’auditorium San Fedele.
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‘Â?…‡•‹‘ Dz ‹ƒ‰‰‹ ‡ Â?Â‹Â”ÂƒÂ‰Â‰Â‹Çł ‹Â? ‹„Ž‹‘–‡…ƒ Continua anche quest’anno la rassegna “Viaggi e Miraggiâ€? che la Biblioteca comunale di Concesio ha proposto in questi ultimi anni. Cominciata lo scorso 5 aprile con uno spettacolo a cura di Flora Zanetti e proseguita con due appuntamenti di cineforum (“Mars: dove nascono i sogniâ€? e “Nostalghiaâ€?), l’edizione 2011 si appresta a entrare nel mese di maggio con altri tre eventi. “Anche quest’anno – dice Enrica Rizzini, assessore alla Cultura – la Commissione della biblioteca ha ritenuto opportuno e interessante continuare l’esperienza della rassegna che, lungo un percorso fatto di testimonianze, immagini, musica, cultura, cibo e cinema cerca
di riunire l’interesse delle persone verso aree geograďŹ che lontane, con l’auspicio di incontrare la curiositĂ della gente e offrire il piacere di nuove scoperteâ€?. Una scelta che quest’anno è ricaduta sulla Russia, Paese di grandi cittĂ , grandi paesaggi e vasta arte culinaria. Proprio il cibo è al centro di “Cene russeâ€?, due pranzi nella casa Alberina di via Mattei (a ďŹ anco della biblioteca) con menu tipici della tradizione gastronomica russa: il primo martedĂŹ 3 maggio, il secondo martedĂŹ 10 maggio con un massimo di 54 posti disponibili per ogni pranzo (quota di partecipazione 8 euro, per iscrizioni telefonare allo 030.2184141
all’UfďŹ cio Cultura). GiovedĂŹ 5 maggio, invece, saranno gli spazi della biblioteca a ospitare alle 20.45 “Viaggio letterarioâ€?, un recital a cura di Beppe Valenti con musiche di Nicola Panteghini. InďŹ ne, chiusura della manifestazione venerdĂŹ 13 maggio sempre alle 20.45 presso la biblioteca comunale con un concerto di musica folklorica russa e dell’Europa orientale. “Una serie di iniziative – aggiunge Enrica Rizzini – che speriamo possano incuriosire, appassionare, suscitare desiderio di conoscenza e di viaggio nei partecipanti, confermando l’importante ruolo della biblioteca come centro attivo di vita culturale e di socialitĂ â€?. (a.a.)
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pesso facciamo fatica a riconoscere l’esistenza di quel che non vediamo e cosĂŹ è per il lavoro dell’Ecomuseo di Valle Trompia, non un luogo preciso e identificabile ma diffuso sul territorio. Un ecomuseo che è la Valtrompia stessa, con i suoi monti, i suoi boschi, i suoi saperi, le sue memorie, la sua popolazione. “L’Ecomuseo di Valle Trompia ‘La montagna e l’industria’ – dice il coordinatore Ocildo Stival – è il piĂš esteso della Lombardia ed è stato riconosciuto dall’ente regionale nel 2009, sulla base della l.r. 12/2007. Non è un ente di per sĂŠ ma un progetto integrato, riferibile e coinvolgente la comunitĂ locale, con capofila la ComunitĂ montana e vari partner fra cui tredici Comuni (Irma, Marmentino, Pezzaze, Tavernole, Lodrino, Gardone Valtrompia, Sarezzo, Brione, Villa Carcina, Bovezzo, Nave, Caino) e 10 associazioni culturali (Consorzio Alta Val Trompia, Cooperativa Monte Muffetto, Cooperativa Arca, Treatro, Associazione Versanti, Associazione Atlantide, Museo etnografico di Lodrino, Associazione Amici della Mitria, Azienda agricola Catena Rossa, Progetto Atlantide)â€?. E proprio in questi mesi che ci separano dall’estate si sta finalizzando un progetto di grande portata, il cui primo passo va sotto il nome di “La strada nel boscoâ€?.
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siamo partiti con ‘La strada del bosco’, cercando di sollecitare contributi riguardo un ambiente che ha scandito la vita quotidiana dei valligiani: in sostanza, vogliamo raccogliere il maggior numero possibile di contributi su piante, un fiumi, edifici, grotte o qualsiasi altro bene appartenente all’ambiente del bosco al quale sia associata una storia, che ha segnato nel tempo la mutua presenza della natura e degli uomini in un luogo preciso della Valtrompia. Per fare questo abbiamo svolto laboratori con i ragazzi delle scuole, abbiamo cercato la collaborazione delle biblioteche e sollecitiamo continuamente le singole persone a prendere contatti con l’Ecomuseo, perchĂŠ la mappa possa divenire un prezioso strumento in continua evoluzioneâ€?. GiĂ affidata a un tecnico, la progettazione della mappa interattiva dovrebbe essere online entro l’estate, ospitata all’interno della sezione Ecomuseo sul portale del Sistema culturale (http://cultura.valletrompia.it), con lo scopo di divenire un punto di riferimento multimediale che possa tramandare saperi e pratiche di quelle attivitĂ che in passato hanno scandito la vita di tutta la Valle. Per avere maggiori informazioni sul progetto o inviare eventuali contributi, rivolgersi alle biblioteche della Valtrompia, contattare l’area Cultura allo 030.8337490 oppure inviare un’e-mail a ecomuseo@cm.valletrompia.it.
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“La Costituzione, storia di personeâ€? è il titolo della serata che va in scena venerdĂŹ 29 aprile presso la Biblioteca comunale di Concesio Intervengono la giornalista Benedetta Tobagi e Mario Gorlani, prof. di Diritto pubblico dell’UniversitĂ degli Studi di Brescia. La Tobagi è la ďŹ glia minore del giornalista Walter Tobagi, assassinato dalla “Brigata XXVIII marzoâ€? il 28 maggio 1980. Il suo primo libro “Come mi batte forte il tuo cuoreâ€? (Einaudi 2009), dedicato alla memoria del padre, ha vinto numerosi premi. L’appuntamento è alle ore 20.45. Segue le attivitĂ di associazioni e centri di documentazione dedicati ai terrorismi e alle maďŹ e (Rete degli archivi per non dimenticare). Per informazioni: Biblioteca comunale: tel. 0302751668.
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In occasione della beatiďŹ cazione di Giovanni Paolo II la redazione de “La Voce del Popolo“ ha preparato un magazine dedicato alla ďŹ gura del Papa polacco. Viene distribuito gratuitamente alle parrocchie che ne fanno richiesta ďŹ no ad esaurimento copie: telefonare allo 030 44250
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Nell’era di una societĂ civile sempre piĂš proiettata nella produzione di servizi, l’iniziativa “Internet per tuttiâ€? promossa dal Comune di Sarezzo diventa un’occasione preziosa anche per chi non ha familiaritĂ alcuna con le nuove tecnologie. “Internet per tuttiâ€? è strutturato in un corso con durata di 20 ore, organizzato in 10 incontri da due ore ciascuno e volto ad acquisire tutta una serie di competenze: sapersi relazionare a utenti piĂš esperti; comprendere e utilizzare le
“Gòi de cĂśntalaâ€? è la serata organizzata presso il cinema parrocchiale di Lodrino il 7 maggio alle ore 21 in occasione della decima edizione e pubblicazione della raccolta musicale in dialetto “Gòi de CĂśntalaâ€?. L’iniziativa è promossa dalla Commissione cultura in collaborazione con l’associazione Palco Giovani. “Gòi de cĂśntalaâ€? è un’iniziativa ormai collaudata, promossa dall’associazione PalcoGiovani di Brescia; si tratta
funzioni di base del pc; compiere le operazioni fondamentali per entrare in internet, ricercare informazioni in rete e saperle adattare alle esigenze; essere in grado di utilizzare in maniera sicura e protetta internet; saper navigare sul web e utilizzare i servizi disponibili online. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi ai Servizi di comunicazione del Comune di Sarezzo (piazza Cesare Battisti, 2° piano – tel. 030.8936201, 030.8936217, 030.8936218).
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di una raccolta di brani dialettali, composti da artisti bresciani. Ci sono i maestri, i “pezzi da novanta� del panorama provinciale e ci sono i nuovi, che si affacciano per dare il proprio contributo a un bel progetto che vuole conservare il prezioso patrimonio culturale della nostra terra e della nostra gente. Partecipano alla serata “I Luf� e “Bepi the Prismas�, protagonisti anche del cd musicale dedicato al dialetto. L’ingresso costa 5 euro, ridotto 4 euro.
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Cesovo sono ripresi i restauri nella chiesa dedicata a S. Giacomo il Maggiore: la piccola parrocchia sta completando un intervento di fatto iniziato 20 anni fa. Hanno fama di gente sparagnina ma per la loro comunità sono sempre stati generosi, con l’orgoglio di secoli di storia: il borgo arroccato su un poggio che domina la Valle Trompia verso Lodrino e Marmentino era posizione strategica di controllo della zona. Comune fino al 1810, dal 1606 è parrocchia a sÊ retta ora da don Maurizio Rinaldi con quella dei SS. Pietro e Paolo di Marcheno. L’edificio sacro, è a una navata con sulla volta pregevoli stucchi e presbiterio con abside terminale, sormontato da una piccola cupola. Un cartiglio all’interno della chiesa sulla controfacciata, la dichiara conclusa nel 1776, ricostruzione di una antecedente la visita di S.Carlo Borromeo (1580). Ricorda anche un completamento del 1847 e un restauro del 1954, parroco (dal 1932 al 1964) l’indimenticato don Bernardo Butturini. Era il 1992 quando con don Luigi Bellini veniva sistemato il campanile e restaurata la notevole pala
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Alessandro Piccinelli. In contemporanea c’era il rifacimento del sagrato esterno a cura dell’amministrazione. Don Maurizio a S. Giacomo nel 2009 benedisse il secondo blocco di lavori: il recupero della navata e della sua volta. La bottega Bonali e Fasser che aveva già lavorato nel presbiterio, era intervenuta su sfondati e stucchi, capitelli e cornicioni. Ora, sempre Bonali e Fasser stanno lavorando sui due altari della navata, entrambi dell’inizio dell’800: quello di sinistra rispetto al presbiterio dedicato alla Madonna del Rosario, quello a destra dedicato al Sacro Cuore. Polvere e nero fumo deturpavano la soasa dei Misteri in legno policromo e dorato. Interventi di restauro eseguiti in passato, ne avevano modificato la lettura: la delicata ripulitura della porporina usata, sta riportando alla luce una doratura in oro zecchino lucida e brillante in ottime condizioni. Lo stesso viene fatto sulla parte decorata a finto marmo che ha risentito dell’umidità . La soasa del Sacro Cuore, piÚ austera nelle forme, è realizzata in stucco dorato in oro zecchino e in marmorino tirato a lucido con tecnica raffinata da sembrare marmo vero.
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/D IHVWD GHO ODYRUR WUD PXVLFD H WHDWUR In occasione della festa del Primo Maggio sono tante le iniziative che in tutta la Valtrompia intendono ricordare l’impegno del movimento sindacale e i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori. CosĂŹ anche a Nave va in scena la “Festa del lavoroâ€?, manifestazione musicale organizzata dalle sezioni navensi di Cgil, Cisl e Uil col patrocinio di ComunitĂ montana e Comune di Nave. Un evento che comincerĂ giovedĂŹ 28 aprile con lo spettacolo “Da le sĂŠs a le dò da le dò a le dĂŠs (un ensòme de NedĂ l en ferriera) realizzato su testi di Enrico Re e Silvio Gandellini dell’associazione culturale Movente per la rassegna “Natale nelle Pieviâ€? e pronto a riproporsi al pubblico giovedĂŹ alle ore 20.30 sul palco del teatro S. Costanzo (nella foto) di Nave. Domenica 1° maggio, invece, il programma in piazza Martiri della LibertĂ comincerĂ alle ore 15 all’insegna della musica rock e blues dei “Whiskyin’Bluâ€? con pezzi di Aerosmith, Police, Led Zeppelin, Eric Clapton, Steve Ray Vaughan; a seguire le cover rock italiane e straniere della giovanissima formazione bresciana dei “Dust’Soulâ€?, mentre alle 17 toccherĂ ai “Coast to Coastâ€? intrattenere il pubblico con un tributo ai grandi della musica rock, blues, pop. Una lunga giornata di musica che vedrĂ poi avvicendarsi la poliedrica band “The Runtzâ€? (www.runtz.it), con un repertorio che spazia da Gianni Morandi ai Beatles, Jannacci e i Doors, seguiti dal rock’n’ roll dell’emergente “Back to the Cavernâ€?. Dalla musica al teatro con lo spettacolo “Refrainâ€? program-
mato per le ore 20 a cura del “Teatro delle Misticanzeâ€? diretto da Beatrice Faedi e nato nel 2004 su iniziativa della cooperativa Futura per coinvolgere persone diversamente abili. Infine, a chiudere la serata ancora musica con le canzoni dei Nomadi interpretate dagli “Utopiaâ€? e le note tutte al femminile degli “Beibisrockâ€?. Il ricavato andrĂ a sostegno di iniziative di solidarietĂ sociale. Info a naviter@alice.it.
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8XMILLE ALLA CHIESA CATTOLICA
Anche quest’anno l’importante è firmare
Se non ci credi, chiedilo a loro
Ecco le 9 storie, rappresentative delle destinazioni 8xmille, che vedremo negli spot in onda in questi mesi.
Ormai da 20 anni, quando si parla di “sostegno economico alla Chiesa cattolica”, si evocano valori di grande importanza: comunione, trasparenza, libertà, partecipazione e corresponsabilità alla vita e missione della Chiesa in Italia e nel Terzo mondo. E anche l’8xmille ha contribuito a dare, fin dall’inizio, un’occasione preziosa per promuovere nei cattolici questi valori, proponendo la sfida per una nuova mentalità capace d’affrontare i problemi delle comunità ecclesiali con una partecipazione e corresponsabilità del tutto nuove. Infatti anche con una semplice firma, consapevole e motivata, ma soprattutto confermata ogni anno, molti cattolici si sono presi carico di tante difficili situazioni delle nostre comunità ecclesiali, difficoltà alle quali hanno contribuito a dare delle risposte concrete, tangibili, risolutive. “Se non ci credi, chiedilo a loro” sottolinea il messaggio di sensibilizzazione della campagna d’informazione 8xmille 2011, invitando a proseguire su internet l’approfondimento di temi e vicende visti in tv, per essere informati a 360 gradi su progetti locali, ma rappresentativi di una visione più vasta della missione della Chiesa oggi. “Dai rivoli di storie evidenziate negli spot tv si potrà risalire all’impegno concreto della Chiesa oggi in Italia, in prima fila con l’8xmille per far fronte alla crisi economica” spiega Matteo Calabresi, responsabile del Servizio promozione C.E.I. per il sostegno economico alla Chiesa. “Negli oratori delle periferie urbane a rischio, accanto agli anziani con iniziative pastorali, oltre che a favore delle famiglie, con microcredito e fondi anti-crisi diocesani -prosegue Calabresi- spesso è un aiuto che va oltre l’emergenza, e sostiene tanti nel riprendere in mano la propria vita”.
IN ITALIA A Bari, quartiere San Paolo, è nata la cooperativa Campo di Fragole per la formazione dei minori del quartiere. Riduzione dell’abbandono scolastico e attività ludiche rappresentano un’alternativa efficace a pomeriggi solo televisivi e al rischio devianza. A Pantelleria suor Patrizia, con l’aiuto di volontari locali e giovani in servizio civile, si occupa degli anziani che non hanno alcun aiuto familiare. Li visita casa per casa, consegna loro i pasti quotidiani, provvede alle pulizie dell’abitazione, dedica loro attenzione e ascolto. A Roma il progetto Borgo Amigò, realizzato da padre Gaetano Greco nella diocesi di Porto-Santa Rufina, si rivolge ai giovani che vengono ammessi a misure alternative alla detenzione. Qui la giornata è scandita dai compiti domestici, agricoli, di manutenzione, di studio o lavoro. A Forlì dal 1987 donne in difficoltà, molte in gravidanza o con bambini, hanno trovato alla Tenda un posto sicuro dove ricostruire la propria vita. Ad Andria don Geremia Acri, responsabile diocesano della Fondazione Migrantes, ha aperto un centro d’accoglienza multi-
MARIA GRAZIA BAMBINO
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funzionale. Una risposta alla nuova emergenza caritativa del capoluogo con mensa, docce, ambulatorio, distribuzione abiti. Il 50% degli utenti registrati è straniero, italiano l’altra metà. A Padova le Cucine popolari arrivano a servire 3 mila pasti. Oltre alla mensa funzionano, nella stessa struttura, anche un centro ascolto e di orientamento, docce, lavanderia, servizi di abiti usati. In ambulatorio 25 medici volontari. E ALL’ESTERO In India a Mumbai, l’Holy Spirit Hospital alla periferia della città mette a disposizione degli ultimi cure mediche d’eccellenza. E a Calcutta Suor Lizy Muthirakala e le sue consorelle della Provvidenza danno rifugio e formazione alle bambine di strada nella Casa d’accoglienza, salvandole da un destino di sfruttamento, accattonaggio e prostituzione infantile. In Uganda la scuola professionale Daniel Comboni, aperta poco fuori dalla città di Gulu, dona una seconda vita ai bambini-soldato, sottratti per anni ai loro villaggi e oggi tra aule di teoria e officine di falegnameria, meccanica ed edilizia. www.chiediloaloro.it
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Anche quest’anno per destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica si può usare: uil modello 730-1 allegato al modello 730 da presentare entro il 31 maggio 2011 per chi si rivolge ad un CAF o ad un professionista abilitato; uil modello Unico da consegnare entro il 30 settembre 2011 direttamente via internet oppure ad intermediario fiscale. Chi invece non è obbligato all’invio telematico può effettuare la consegna dal 2 maggio al 30 giugno presso qualsiasi ufficio postale; ula scheda allegata al modello CUD. Chi non è più obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi (pensionati e lavoratori dipendenti senza altri redditi né oneri deducibili), può comunque destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica attraverso la scheda allegata al CUD. Questa può essere consegnata gratuitamente entro il 30 luglio 2011 in busta chiusa presso tutti gli uffici postali oppure ad un intermediario fiscale (CAF) che può chiedere un corrispettivo per il servizio. Per maggiori informazioni sulle modalità da seguire per partecipare alla scelta dell’8xmille con il proprio modello CUD si può telefonare al numero verde 800 348 348 (i giorni feriali dalle 9.00 alle 18.00). Il 5xmille si affianca anche quest’anno all’8xmille. Il contribuente può firmare per tutti e due perché l’uno non esclude l’altro, ed entrambi non costano nulla in più.
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GiovedÏ 28 aprile alle 15 si tiene a Gavardo il taglio del nastro del Centro servizi Apaie, presso il quale saranno inaugurati i primi sportelli in provincia di Brescia di FederTerziario, FondItalia (Fondo per la formazione Italia) e Cenai (Cassa edile nazionale artigianato e industria), oltre alla sede Ugl del territorio valsabbino. Un connubio tra parti datoriali e sindacali dove conuiranno le competenze dei professionisti del territorio uniti nell’ambizioso progetto di offrire
Sabato 30 aprile alle ore 10 presso la piazza Marconi inizia la cerimonia di inaugurazione della 55ÂŞ edizione della Fiera di Gavardo e Valle Sabbia. Dopo le spettacolo degli sbandieratori e il discorso delle autoritĂ c’èla tradizionale sďŹ lata verso il Centro sportivo Giovanni Paolo II dove si svolge la cerimonia ufďŹ ciale e la benedizione. La ďŹ era rimarrĂ aperta sabato 30 aprile e domenica 1° maggio dalle ore 9.30 alle ore 22. Durante
servizi di alta qualitĂ alle piccole e medie aziende del territorio: consulenze in materia di lavoro, ďŹ nanza, formazione e ambiente, sicurezza a tariffe contenute. Giovanni Giannini, coordinatore regionale Federterziario e responsabile del nuovo sportello, è soddisfatto: “Si tratta di un progetto al quale abbiamo molto lavorato e di cui andiamo orgogliosi. Un modello che crediamo possa divenire un polo di riferimento per le aziende del territorio.
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lo svolgimento della Fiera si esibiscono in gruppi folkloristici delle Valli bresciane presentando territori affascinanti e ricchi di storia e di passione nei quali la tradizione si intreccia con la ruralità . All’interno della Fiera c’è un’ampia zona espositiva e commerciale con lo stand gastronomico gestito dagli Alpini; c’è anche il luna park con i percorsi sensoriali, la fattoria didattica e le esibizioni folkloristiche e tradizionali.
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er non dimenticare. LunedĂŹ 25 aprile è stato inaugurato l’allestimento del Museo della Resistenza e del folklore valsabbino a Pertica Bassa, piĂš precisamente nella frazione di Forno d’Ono. Il museo, situato in via Roma 7 all’interno dell’edificio comunale, è stato presentato ai numerosi presenti dopo il saluto e i diversi discorsi tenuti dal sindaco del paese, Manuel Bacchetti, e, fra gli altri, dal presidente della ComunitĂ montana di Valle Sabbia Ermano Pasini e dallo storico Alfredo Bonomi. Dopo il taglio del nastro di rito, è stata poi la volta dello spettacolo teatrale “L’ultimo invernoâ€? a cura del Teatro Poetico di Gavardo. Un museo dove la Resistenza e l’etnografia si uniscono dando una bella panoramica sul periodo storico sia dalla parte di chi combatteva, sia dalla parte di chi aiutava. Anche la storia stessa del museo in sĂŠ è interessante ed è legata alla figura poliedrica di Dimitrjie Paramendic, insegnante, pittore e scultore, rifugiatosi proprio nelle Pertiche durante la Resistenza. Dopo la fine della guerra l’artista ritorna in patria per poi ritornare negli anni Settanta nei luoghi dove era stato accolto e tenuto nascosto. Una volta arrivato, decide di donare all’Amministrazione Comunale dell’epoca diverse sue opere fra quadri, sculture e bozzetti e propone di realizzare un museo sul periodo. Come si può leg-
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ritrovare lo spirito di condivisione, di mal sopportazione delle vessazioni, di solidarietĂ sociale che da sempre ha caratterizzato la gente di montagnaâ€?. Durante la visita si possono ammirare reperti bellici e strumenti di lavoro utilizzati per i mestieri dell’epoca. Seguendo poi i pannelli esplicativi, si arriva, dopo un breve inquadramento storico sulla situazione dell’Italia dopo l’8 settembre 1943, alla storia valsabbina, con riferimenti alla storia della caserma Chiassi a Vestone (prima convento, poi caserma e oggi museo del lavoro), alla vita di partigiani come Giacomo Perlasca ed Emiliano Rinaldini, fino ai rastrellamenti di Mura (21 agosto 1944), della Corna Blacca (26 agosto 1944) e del Monte Visone (5-6 settembre 1944). Viene prestata un’attenzione alle coraggiose donne delle Pertiche che, mettendo a rischio la loro vita, hanno aiutato i partigiani, come si può capire dalla testimonianza di Maria Boschi: “Ricordo importante è il giuramento, un fatto di fedeltĂ : fedeltĂ o morte, piuttosto che parlare essere uccisiâ€?. Il Museo è aperto ogni prima e terza domenica del mese, dalle 15 alle 18, con possibilitĂ di visite guidate su prenotazione. Sono previste altre aperture all’interno del progetto “Luoghi di cultura, luoghi di incontroâ€?, fra queste, domenica 22 maggio, il concerto “Voci di montagna, di guerra e d’amoreâ€?.
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2/5 giugno 2011
1/5 giugno 2011
2/5 giugno 2011
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ƒ ‘…‡ †‡Ž ƒ”†ƒ ‡ ƒŽ•ƒ„„‹ƒ ‹Â?“—‡ ‘Â?—Â?‹ ƒŽ ˜‘–‘ Ăˆ in distribuzione gratuita il nuovo numero de “La Voce del Garda e Valsabbiaâ€?. Il primo piano è dedicato alle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio che interessano 29 Comuni bresciani. Di questi, tre sono sul Garda, Moniga, Polpenazze e Soiano e due in Valle Sabbia, Anfo e Barghe. Diversi i temi affrontati nelle pagine dedicate al Garda. A partire dallo speciale su Desenzano, la sua ‘capitale’, dove ha riaperto con un nuovo allestimento il museo
Rambotti che conserva l’aratro preistorico piÚ antico al mondo. Il Garda è osservato speciale della Confartigianato con un protocollo d’intesa siglato tra Brescia, Mantova, Verona e Trento, le quattro province che si affacciano al Benaco, per lo sviluppo della sua economia. In Valtenesi sono ai nastri di partenza due importanti kermesse dedicate al frutto di Bacco. Vengono presentate le anticipazioni della Fiera del vino doc di Polpenazze e di Italia in rosa
di Moniga che tra la ďŹ ne di maggio e l’inizio di giugno, richiameranno, sul basso lago, migliaia di appassionati enogastronauti. Anche la Valle Sabbia propone numerosi spunti. A partire dal convegno svoltosi a Barghe e dedicato al turismo “Vallesabbia gelosamente tua: storia, cultura, sport 365 giorni l’annoâ€? per cogliere le tante opportunitĂ offerte dal territorio. A Gavardo è tempo di Fiera. La rassegna valsabbina, che quest’anno taglia il signiďŹ cativo
traguardo delle 55 edizioni, tenendo fede alla sua vocazione avrà una forte componente merceologica e commerciale, ma, nel segno del rinnovamento, promette due giorni fra tradizione, folklore genuino delle valli bresciane, artigianato e arte, storia e genuinità . Il free-press è ricco di altri spunti interessanti dedicati alla solidarietà , alla salute, alla cultura, allo sport e all’economia ed è distribuito in alcune edicole del territorio gardesano e valsabbino.
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n appuntamento importante, una iniziativa unica. CosĂŹ è stato definito il “Protocollo d’intesa tra le Confartigianato del Gardaâ€? siglato dai rappresentanti di Brescia, Mantova, Verona e Trento. “Un accordo – ha spiegato Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato imprese unione di Brescia – sullo sviluppo dell’economia e delle infrastrutture della regione gardesana, affinchĂŠ le 40mila imprese associate, artigiane e piccole, delle quattro province che si affacciano al Benaco possano esporre con un’unica voce problematiche comuniâ€?. Si parla di fare rete, di mettere in comune informazioni. “Non si tratta di un discorso politico, si tratta invece di un modo concreto per affrontare i tanti problemi sul tappeto, per riprendersi il ruolo di rappresentare l’intero territorio e per richiedere legittimamente agli attori ed interlocutori politici un piĂš forte
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impegno per lo sviluppo dell’areaâ€?. Carlo Piccinato, segretario generale dell’associazione bresciana, ha ipotizzato che anche grazie al protocollo d’intesa siglato tra le Confartigianato della regione gardesana le migliaia di piccole imprese che costituiscono da sempre l’ossatura del tessuto produttivo italiano potranno diventare il nuovo centro di sviluppo del nord Italia. “PerchĂŠ ciò possa diventare realtà è però necessario che i grandi progetti infrastrutturali, come il sistema aeroportuale del Garda, la realizzazione del “corridoio 5â€? e delle strutture dell’alta velocitĂ e capa-
citĂ ferroviaria, non si incaglino nei meandri della politica, ma diventino occasioni storiche di rilancio e di sviluppo a sostegno della competitivitĂ delle impreseâ€?. Sul sistema aeroportuale del Garda, comprendente gli scali di Villafranca e di Montichiari, le Confartigianato del Garda confermano che tale infrastruttura rappresenta un elemento di eccellenza indispensabile al sostegno della competitivitĂ del sistema economico delle quattro ‘province gardesane’, sia sul versante del traffico passeggeri che su quello dei cargo. Il protocollo potrĂ servire alle associazioni imprenditoriali per compartecipare alla stesura dei piani di sviluppo turistico della regione gardesana, ai primi posti in Europa per ricettivitĂ e posti letto, favorendo una promozione turistica unitaria, sollecitando l’attuazione di politiche e la messa a disposizione di risorse che garantiscano la crescita delle attivitĂ collegate. Sull’importanza e la necessitĂ
della collaborazione tra le imprese si sono espressi all’unisono i presidenti delle altre tre province coinvolte, Roberto de Laurentis dell’associazione artigiani e piccole imprese di Trento, Lorenzo Capelli di Confartigianato imprese Mantova e Andrea Bissoli dell’Unione provinciale artigiani di Verona, convinti che l’aggregazione e la sinergia rappresentino l’arma vincente per affrontare in modo concreto le sfide di un mercato che non ha piÚ confini, nÊ linee di bordo.
E qualcosa di concreto “Creiamo gli imprenditori del Gardaâ€? giĂ partirĂ nei prossimi mesi. “Si tratta di un progetto pilota di formazione – ha spiegato Piccinato – rivolto a imprenditori, collaboratori e dipendenti, a supporto dello sviluppo locale della comunitĂ interprovinciale del Garda. Un progetto volto ad aprire una fase di acquisizione delle competenze piĂš operative e tecnico-gestionali per creare una grande imprenditoria giovane e modernaâ€?.
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Nella mattinata di martedĂŹ 19 aprile gli studenti del triennio del liceo “Paola di Rosaâ€? di Lonato del Garda hanno potuto assistere ad una conferenza di rilievo tenuta da una personalitĂ di spicco nel panorama della ricerca scientifica italiana in ambito medico-biologico. Accogliendo l’invito della prof.ssa Stefania Pozzi è stata ospite gradita del Liceo Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon dal settembre 2009 e giĂ suo direttore scientifico dal 1997. Telethon, come noto, è una fondazione no-profit che si occupa di raccogliere fondi da destinare alla ricerca nel campo delle malattie genetiche rare. Perfettamente a suo agio anche con gli studenti, la dott. ssa Pasinelli, nota al grande pubblico per le sue frequenti apparizioni
televisive, ha catturato l’attenzione dell’uditorio tratteggiando in breve la storia della fondazione, gli scopi della stessa e gli straordinari traguardi raggiunti negli ultimi anni. Si è soffermata su alcuni casi specifici, intervallando sapientemente complesse tematiche scientifiche con storie di vita ad esse disperatamente collegate. Al termine della presentazione gli studenti, visibilmente sensibilizzati dalle toccanti tematiche affrontate, si sono cimentati in osservazioni e quesiti che, a detta della stessa relatrice, hanno consentito di rilevare una valida interiorizzazione da parte degli stessi del messaggio proposto. Un incontro qualificante per la scuola e arricchente per gli studenti, al quale si spera di dare un seguito in futuro.
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a sua storia è abbastanza recente perchĂŠ ha inizio nel 2009 con il “Mercato contadino terre brescianeâ€? di Ghedi, ma è una storia improntata sulla qualitĂ e sulla genuinitĂ dei prodotti. Ad oggi, una volta alla settimana, il mercato contadino approda a Ghedi (in piazza Roma il sabato dalle 8 alle 12.30), a Montichiari (in piazza Santa Maria il martedĂŹ dalle 8 alle 12.30), a Iseo (la seconda domenica del mese dalle 9 alle 19 in viale Repubblica), a Castel Mella (in piazza Nuova il mercoledĂŹ dalle 8 alle 12.30) e a Paratico (da poco piĂš di due settimane il giovedĂŹ sul lungolago dalle 8 alle 12.30). Vi partecipano a rotazione circa 60 agricoltori della provincia di Brescia, anche se i Comuni di Montichiari, Iseo e Paratico hanno aperto anche a 5/6 agricoltori delle province limitrofe per aumentare l’offerta dei prodotti esposti. Il mercato contadino non si lega a nessuna sigla sindacale e ha il vantaggio della continuitĂ sul territorio data dalla cadenza settimana-
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le. Da una parte c’è il contadino che vuole farsi conoscere, dall’altra c’è il consumatore che ricerca prodotti genuini e di stagione. La regia è di “Bevilatteâ€?, azienda leader e apripista in provincia nella gestione dei distributori automatici di latte, che si incontra con il singolo Comune, allestisce fisicamente il mercato con i riconoscibili gazebo arancioni e controlla il rispetto delle norme igienico-sanitarie. Bevilatte, come si diceva in precedenza, è un’organizzazione partita con la vendita diretta dei distributori di latte crudo che offre anche consulenze aziendali e controlli di gestione per avere una
sistema di qualitĂ . All’interno vi lavorano tre persone, una di queste – l’agronomo Fausto Cavalli – spiega che l’intento è anche quello di “far diversificare le produzioni agricoleâ€?. Il principio della vendita del latte crudo (il piccolo coltivatore incassa un euro al litro rispetto ai 40 centesimi che prendeva dalla grande distribuzione, mentre il cliente spende un euro rispetto a 1,70 euro del supermercato) si ripete anche nella vendita diretta di frutta, verdura, salumi e formaggi. “Il nostro mercato – prosegue Cavalli – è frequentato non solo dalle massaie e da ogni categoria di consumatori, ma sempre piĂš anche dai professionisti della ristorazione e della pasticceria, alla ricerca di quei sapori e di quella freschezza, che ben difficilmente si trova presso un normale supermercatoâ€?. Di fatto “Bevilatteâ€? ha avuto l’intuizione di riproporre quanto avveniva 50/100 anni fa, quando praticamente tutto era mercato contadino. La regia organizzativa consiste anche nel dare un equilibrio al mercato, cercando
di proporre produzioni diversificate. Fra le particolarità , si segnalano la produzione del formaggio di pecora o del violino (prosciutto di pecora o di capra); ma perfino gli ortaggi tipici del continente indiano, come il karela, l’ocra e il coriandolo coltivati proprio a pochi passi da Ghedi. Viene fatta una statistica sulle presenze per capire come va il mercato e sui prezzi dei prodotti: in generale i prezzi del mercato contadino sono
inferiori del 40% rispetto al prezzo medio lombardo (raffronto eseguito con il supporto del servizio sms consumatori). “Quale proposito futuro – conclude Cavalli – diffonderemo sempre piĂš la conoscenza di questa realtĂ presso i produttori agricoli, con l’intento di ampliare la gamma dei prodotti, in modo da interessare un numero sempre maggiore di consumatoriâ€?. Per info, www.terrebresciane.it.
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Â?‹œ‹ƒ–‹˜‡ ‡”•‘ —Â?ƒ ˆ‡†‡”ƒœ‹‘Â?‡ Â?‘Â?†‹ƒŽ‡ †‡Ž ‰‡Žƒ–‘ ƒ”–‹‰‹ƒÂ?ƒŽ‡ L’introduzione di un marchio di qualitĂ che identiďŹ chi il gelato artigianale europeo e la proposta di una confederazione mondiale dei gelatieri artigiani. Lo chiede Artglace, la Confederazione delle associazioni dei gelatieri artigianali Ue in occasione della Fiera ‘Intergelat’ di Alicante. â€?Da tre anni chiediamo al Parlamento europeo un riconoscimento che aiuti a distinguere il gelato artigianale da quello industriale – spiega Ferdinando Buonocore,
presidente Artglace – per tutelare i consumatori e promuovere un prodotto genuino, senza limitare la creatività dei gelatieri. Stiamo cercando di sensibilizzare anche le autorita’ nazionali ad introdurre un codice di autoregolamentazione, di concerto con le associazioni dei consumatori, per garantire l’utilizzo di materie prime e prodotti semilavorati di qualità �. Per Artglace è giunto inoltre il momento di realizzare una confederazione a livello mondiale,
“anche per arrivare a maggiore trasparenza – osserva Buonocore – in un settore in cui si registra una totale mancanza di statistiche ufďŹ cialiâ€?. “In Europa non esiste un censimento ufďŹ ciale – afferma JosĂŠ Luis Gisbert Valls, presidente dell’associazione Anhcea – e non c’è la volontĂ politica di rimediare. Fino a quando non sarĂ introdotta una licenza esclusiva di gelateria, non riusciremo mai a sapere quante gelaterie artigianali ci sono nel mondoâ€?.
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stato un raduno “gustosoâ€? quello dello scorso 4 aprile a Padernello, dove i gelatieri lombardi e gli operatori del settore si sono trovati per il consueto summit annuale dedicato alle esperienze, consigli, ricette, formazione e collaborazione tra artigiani. Il momento conviviale è stato anche occasione per presentare alcune iniziative alimentari e tecnologiche della categoria ad opera dell’Associazione gelatieri artigiani presieduta da Claudio Zani e della “Centrale del latte di Bresciaâ€? del direttore generale Andrea Bartolozzi. Tra gli invitati erano presenti lavoratori del prelibato cibo provenienti da Brescia, Bergamo e Lecco, oltre ad opinionisti del settore come Arnaldo Minetti, giornalista e presidente di Puntogel, la societĂ che ha messo a disposizione i prodotti per la gustosa serata enogastronomica. Rispetto alle scorse edizioni, quando in
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tavola venivano proposti assaggi di gelato con cibi tipici della cucina locale, stavolta l’occhio è finito sulla tradizione, anche se la dolce sorpresa per il pubblico è stato soprattutto il gelato micronizzato che, grazie a questo trattamento, si mantiene piÚ cremoso. L’innovazione ha contagiato tutto il menÚ, non mancando accenni anche ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Tra un piatto e l’altro, poi, si è parlato del nuovo magazine online di portata regionale, ma che ambisce al resto d’Italia: si tratta di GelatieriArtigiani.com, in rete tra poche settimane, ideato e fortemente
voluto da Claudio Zani, con il progetto grafico e piattaforma web di Ivan Agliardi, come area di contatto tra gli operatori per eventi e rassegne sul mestiere, esperienze, opinioni, consigli e punti di vista, ma anche forum, newsletter e, in futuro, una webtv. Al tavolo il dg della Centrale del latte Bartolozzi ha riproposto l’iniziativa del “Circolo di qualitĂ â€?, un marchio visibile sulle vetrine di bar, gelaterie e pasticcerie che si riforniscono proprio dall’azienda di via Lamarmora. â€œĂˆ un patto che il commerciante stipula con i consumatori – ha spiegato – dicendo loro che i prodotti in vendita sono certificati dalla ricerca dell’eccellenzaâ€?. Il prossimo appuntamento di richiamo sarĂ il convegno del 23 maggio alla Confartigianato di Brescia, dove saranno presenti i dirigenti delle regioni italiane e dell’istituto zooprofilattico per informare sulle ultime notizie sanitarie, come l’haccp, in materia di alimenti.
La nostra trentennale esperienza e l’utilizzo di frutta, uova biologiche, latte, panna, yougurt freschi e di alta qualitĂ nocciole delle Langhe IGP, pistacchio di Bronte, Cru di pregiati cacao... fanno del nostro gelato un alimento genuino privo di grassi idrogenati coloranti, conservanti e glutine. E come disse O. WIlde: “Ho dei gusti semplicissimi, mi accontento sempre del meglioâ€? AL POLO - Brescia - Via Amendola 31( Traversa V.Duca degli Abruzzi ) - Tel 030 9900668
... AL POLO L’ALTRO - Mairano - P.zza I. Calini 30b Tel 030 975860
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ulteriormente la sicurezza del gelato stesso. Nel caso dei prodotti industriali (le vaschette che si acquistano nel banco freezer dei supermercati), bisogna avere l’accortezza non far scongelare il gelato durante il tragitto ďŹ no al congelatore di casa, nĂŠ far scongelare il prodotto, consumarlo parzialmente e poi ricongelarlo. Parlando di gelato occorre fare una distinzione molto importante tra gelato artigianale e industriale. Tali differenze riguardano sia
i metodi di produzione che gli ingredienti utilizzati.Il gelato artigianale di qualità è composto da materie prime fresche, la fase di incorporatura dell’aria è lenta e raggiunge il 30-50% del volume del composto. Non è possibile produrre gelato di qualità senza utilizzare alcuni additivi (peraltro innocui), prima fra tutte la farina di semi di carrube come addensante. Il gelato industriale contiene latte in polvere, oli vegetali, e additivi come coloranti e altro ancora.
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$FFRUJLPHQWL SHU QRQ HVDJHUDUH Il gelato è un alimento che può compromettere il bilancio delle calorie giornaliere. Per questo è necessario seguire alcuni consigli per gustare questa delizia senza dover litigare con la bilancia. Per quanto riguarda il gelato artigianale, è sempre meglio comprare una cestina piuttosto che un vassoio da 500 grammi da mangiare a casa, per evitare di eccedere con le calorie. Se il gelato è eccessivamente dolce o troppo “pesanteâ€? (vi sentite molto appesantiti dopo che lo avete mangiato), probabilmente la scarsa qualità è stata mascherata caricando con lo zucchero e i grassi e quindi con le calorie. Questo è un criterio di valutazione molto empirico che va preso con le molle, ma stando attenti e con un po’ di esperienza può essere utilizzato. Per riconoscere un gelato di qualitĂ , infatti, il migliore
metodo è affidarsi alla propria esperienza affinando sempre piÚ il gusto e quindi la capacità di riconoscere un buon gelato, sempre partendo dal fatto che non conviene mangiare un gelato senza aver prima letto gli ingredienti che per legge, ormai, ogni gelateria artigianale è obbligata a esporre. Ad oggi, invece, non è obbligatorio esporre le calorie e i valori nutrizionali del gelato in ogni suo gusto. Il gelato, infatti, è un alimento decisamente calorico, se si considera che una porzione media (una coppetta da 2-2,50 euro) è pari a circa due etti e contiene dalle 300 alle 500 calorie. Se si vuole gustare questa delizia senza avere sgradevoli conseguenze sottoforma di chili di troppo, è bene adottare alcuni accorgimenti che consentano di far quadrare il bilancio calorico giornaliero, senza fare la fame.
SEMIFREDDI E GELATO DI PRODUZIONE PROPRIA
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La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne GesĂš, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!â€?. Detto questo, mostrò loro le mani e il ďŹ anco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. GesĂš disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voiâ€?. Detto questo, sofďŹ Ă˛ e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonatiâ€?. Tommaso, uno dei Dodici, chiamato DĂŹdimo, non era con loro quando venne GesĂš. Gli dicevano gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!â€?. Ma egli disse loro: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo ďŹ anco, io non credoâ€?. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne GesĂš, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: “Pace a voi!â€?. Poi disse a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio ďŹ anco; e non essere incredulo, ma credente!â€?. Gli rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!â€?. GesĂš gli disse: “PerchĂŠ mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!â€?. GesĂš, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perchĂŠ crediate che GesĂš è il Cristo, il Figlio di Dio, e perchĂŠ, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
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osa si riesce a comunicare di quello che non è comunicabile? Come costringere le parole a correre dietro all’esperienza di un momento che diventa certezza per mezzo di un incontro insieme assoluto e inspiegabile? A Tommaso non basta la parola degli altri: vuole anche lui vedere, anzi, vuole arrivare perfino a toccare. Incredulo perchĂŠ non può credere soltanto a quello che gli viene detto. Ăˆ lontano. Immagine di luogo per dire piĂš della lontananza fisica: Tommaso non sta con la comunitĂ , preferisce seguire le sue strade. CosĂŹ le parole convinte di quelli che sono rimasti discepoli non lo convincono. Ha bisogno di toccare. Atto estremo di sfida e, credo, sentimento ultimo della nostalgia per il corpo che non c’è piĂš. Non ha vissuto le corse della mattina presto e la giornata terribile con le notizie che si inseguivano. Non ha visto. Ma perchĂŠ lui non deve vedere e gli altri sĂŹ? Per-
chĂŠ lui solo dovrebbe fidarsi mentre gli altri hanno potuto vedere? PerchĂŠ le parole devono sostituire la concretezza di quello che non può piĂš esserci? Sono i primi passi di una comunitĂ orfana di un corpo, che deve imparare a credere senza vedere. E Tommaso è il primo di quelli che devono soffrire questo passaggio. Non è pronto. Ha bisogno di vedere e di toccare. E di sentire – come quando GesĂš era in vita – il rimprovero per non essere stato capace di arrivare dove avrebbe dovuto, di andare per quella via che sa di dover seguire e che è stata smarrita cosĂŹ in fretta. Non gli bastano la pace e lo Spirito. Ha bisogno del corpo. Deve verificare che tutto sia vero. E la sua mente deve comporre, ordinare tutte le informazioni. Ha bisogno di prove davanti all’assenza e non gli bastano le parole di fede per credere. Ăˆ insieme testardo e impaurito, razionale e smarrito. Ma è il passaggio necessario di una comunitĂ
quello che si compie in Tommaso: è il passaggio dal vedere al credere che si consuma nel ricevere lo Spirito. E la pace. Che dono strano questa pace del Risorto. Antidoto alla paura dei Giudei ma, soprattutto, antidoto alla paura di credere, cioè di fidarsi di quella storia che sta accadendo e che costringe a cambiare nonostante non ci siano altre prove che la gioia provata senza motivo. CosÏ è la pace del Risorto: una gioia senza motivo. Ma solo per chi vuole fermarsi alle prove e al vedere tutto chiaro, al misurare i destini e il tempo. Imparare a credere è esporsi al rischio di sentire una gioia che non ha motivo, un dono dello Spirito che costringe a diventare comunità cioè a cercare un percorso comune per imparare a credere, a capire, a tuffarsi in questo mistero. E sopportarne il rischio, lo scandalo e l’incertezza. PerchÊ quella felicità senza motivo sia la porta dalla quale passa l’unica possibile speranza per il futuro. Di Dio.
1HOOR VSLULWR GHOOD FDULWj “Quanto è assurda in generale l’idea che abbiamo della preghiera! Un trappista, un certosino si applicheranno anni e anni per diventare uomini di preghiera, ma il primo sconsiderato che si fa avanti pretenderĂ giudicare lo sforzo di un’intera vita! Gli uomini di scienza parlano di suggestione. Deve essere perchĂŠ non hanno mai visto quei vecchi monaci, saggi e avveduti, splendenti di comprensione e compassione, di una cosĂŹ amorosa umanitĂ . Per quale miracolo questi semipazzi, sembrano addentrarsi ogni giorno di piĂš nella comprensione delle altrui miserie? Strano sogno davvero, oppio mai visto quello che invece di chiudere su se stesso l’individuo, lo rende solidale con tutti, nello spirito dell’universale caritĂ â€?. Mi è stato
chiesto di iniziare una rubrica sulla preghiera. Non sono nĂŠ un certosino nĂŠ un trappista; non sono giovane e nemmeno tanto anziano da poter parlare con saggezza della preghiera. Semmai sono lo sconsiderato che accetta il rischio cercando di fornire suggestioni agli altri e a se stesso per migliorare la propria vita spirituale. La citazione, presa dal “Diario di un curato di campagnaâ€? di Georges Bernanos, ci offre alcuni spunti interessanti. Primo tra tutti ci insegna che la preghiera è uno sforzo di un’intera vita, durato anni ed anni. La preghiera richiede costanza e fedeltĂ e l’immagine dell’uomo di preghiera è simile a quella del contadino, il quale si affatica ogni giorno a coltivare la propria anima di terra, per renderla feconda
attraverso l’azione dello Spirito, perchĂŠ un giorno, questa terra possa produrre i frutti dell’amore. I l passo di Bernanos ci suggerisce uno degli effetti dai quali possiamo giudicare se la nostra è, o no, una buona preghiera: “...invece di chiudere su se stesso l’individuo, lo rende solidale con tutti, nello spirito dell’universale caritĂ â€?. Se la nostra vita di preghiera ci apre al mondo, ai suoi gemiti, alle sue angosce; se non ci richiude nello spiritualismo o nella semplice ricerca dell’armonia interiore, se ci permette di gettare uno sguardo amoroso sulle miserie altrui allora significa che stiamo pregando nel modo giusto. La preghiera insegna alla persona ad amare nello spirito dell’universale caritĂ .
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istituzioni e altre realtà ecclesiali. La prima giornata di lavori, aperti da mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata e presidente della Commissione episcopale per la cultura e la comunicazione, sarà dedicata all’approfondimento teorico con le relazioni di mons. Domenico Pompili, direttore dell’Unics, e di Ruggero Eugeni e Massimo Scaglioni dell’Università Cattolica di Milano. La seconda giornata sarà dedicata soprattutto all’approfondimento dei dati
esperienziali e alla loro condivisione, a cominciare dalla presentazione della ricerca quantitativa “IdentitĂ digitali: la costruzione del sĂŠ e delle relazioni tra online e ofineâ€?, curata da Chiara Giaccardi, per poi passare alle novitĂ che i nuovi media possono introdurre nella formazione (dall’e-learning ai social network), con il contributo di Pier Cesare Rivoltella. La giornata conclusiva approfondirĂ le possibilitĂ di una maggiore “convergenza digitaleâ€? per i media ecclesiali.
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urrexit Dominus vere! Alleluja!â€?. Con queste parole, il lunedĂŹ dell’Angelo, Benedetto XVI ha introdotto la preghiera mariana del Regina CĂŚli, che per tutto il tempo pasquale sostituisce l’Angelus, dal Cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, dove si è recato per un breve periodo di riposo. “La risurrezione del Signore – ha detto Čƒ segna il rinnovamento della nostra condizione umana. Cristo ha sconfitto la morte, causata dal nostro peccato, e ci riporta alla vita immortale. Da tale evento promana l’intera vita della Chiesa e l’esistenza stessa dei cristianiâ€?. Lo leggiamo proprio il lunedĂŹ dell’Angelo, ha ricordato il Papa, nel primo discorso missionario della Chiesa nascente: “Questo GesĂš – proclama l’apostolo Pietro – Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udireâ€?. Uno dei segni caratteristici della fede nella risurrezione, ha osservato, â€œĂ¨ il saluto tra i cristiani nel tempo pasquale, ispirato dall’antico inno liturgico: ‘Cristo è risorto! Ăˆ veramente risorto!’â€?. Ăˆ “una professione di fede e un impegno di vitaâ€?, proprio come è accaduto alle donne descritte nel Vangelo di San Matteo: “Ed ecco, GesĂš venne loro incontro e disse: ‘Sa-
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Pontefice riprendendo le parole di Paolo VI, “riceve la missione di evangelizzare, e l’opera di ciascuno è importante per il tutto. Essa resta come un segno insieme opaco e luminoso di una nuova presenza di GesĂš, della sua dipartita e della sua permanenza. Essa la prolunga e lo continuaâ€?. “In che modo possiamo incontrare il Signore e diventare sempre piĂš suoi autentici testimoni?â€?, ha chiesto il Santo Padre. Riprendendo le parole di San Massimo di Torino, ha sostenuto: “Chiunque vuole raggiungere il Salvatore, per prima cosa lo deve porre con la propria fede alla destra della divinitĂ
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e collocarlo con la persuasione del cuore nei cieliâ€?. “Deve cioè imparare – ha chiarito Benedetto XVI Čƒ a rivolgere costantemente lo sguardo della mente e del cuore verso l’altezza di Dio, dove è il Cristo risorto. Nella preghiera, nell’adorazione, dunque, Dio incontra l’uomoâ€?. Il Papa ha ricordato anche il teologo Romano Guardini: “L’adorazione non è qualcosa di accessorio, secondario ‌ si tratta dell’interesse ultimo, del senso e dell’essere. Nell’adorazione l’uomo riconosce ciò che vale in senso puro e semplice e santoâ€?.
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/D GLPHQVLRQH UHOLJLRVD GHO GLDORJR Quest’anno ricorre il 10° anniversario della Charta Oecumenica ďŹ rmata a Strasburgo il 22 aprile 2001 dai presidenti del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e della Conferenza delle Chiese europee (Kek) di allora, rispettivamente il card. Miloslav Vlk e il metropolita Geremia Caligiorgis, al termine di un incontro ecumenico europeo e di un lungo percorso di dialogo che ha coinvolto tutte le Chiese in Europa.
Il 12 aprile scorso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha approvato una raccomandazione su “La dimensione religiosa del dialogo interculturaleâ€?. Nel dibattito sono intervenuti cinque leader rappresentanti delle religioni, tra cui il presidente del PontiďŹ cio consiglio per il dialogo interreligioso, il cardinal Jean-Louis Tauran, e il patriarca della Chiesa ortodossa di Romania Daniel. Il tema è risultato di grande attualitĂ : piĂš di 50
parlamentari hanno chiesto in seguito la parola. Nel memorandum che spiega le motivazioni della raccomandazione viene ampiamente citata la Charta Oecumenica. La Charta è vista come un fatto esemplare per dire l’impegno comune dei cristiani del nostro continente nel salvare e promuovere i valori che sono alla base della costruzione europea e per dire la possibilità di collaborazione tra religioni e res publica per il bene comune.
Nella Charta è chiaro che il dialogo interreligioso e il dialogo tra le religioni e le altre convinzioni sono mezzi di riconciliazione e di promozione dei valori fondamentali. Nel prologo si dichiara: “Nel nostro continente europeo, dall’Atlantico agli Urali, da Capo Nord al Mediterraneo, oggi piĂš che mai caratterizzato da un pluralismo culturale, noi vogliamo (‌) contribuire insieme come Chiese alla riconciliazione dei popoli e delle cultureâ€?.
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alla parola. In dialogoâ€?; ore 16 Profumo di caritĂ ; ore 16.30 conclusione. Come ha scritto il diacono Giorgio: “Il 30 aprile ci reincontreremo e son certo che anche volti nuovi si affacceranno al nostro convegno annuale. In questi anni il ‘farci convegno’ ha permesso di intensiďŹ care i ďŹ li di una comunione viva, dispiegata nella ‘bacheca di ricordi, eventi e concrete attenzioni’ nei confronti dei fratelli piĂš fragili. Nel cammino intrapreso cresce in me e nei miei
collaboratori la consapevolezza che gli uomini e le donne che noi incontriamo profumano i nostri passi quotidiani. Il convegno esprime la gioia della fraterna amicizia ďŹ orita tra noi: è lo stupore di una fede che incontra la vita, è riconoscenza per ciò che fate, è intenso affetto che ci lega riconsegnandoci a Lui, Dio Amore. Ho avuto modo, anche quest’anno, di far visita a molti di voi provando in ogni incontro l’emozione, il calore e il profumo dei vostri
gesti di caritĂ . Chi sostiene il prossimo, costruisce un ponte e rinnova l’alleanza con il Cielo! Che bella testimonianza sapete dare al mondo, carissimi! Nelle vostre attivitĂ â€˜samaritane’ ricordatevi anche di noi, perchĂŠ a voi ci sentiamo consegnati. Ritornando al nostro appuntamento del 30 aprile, chiedo a GesĂš che sia un avvenimento, “una parolaâ€? che ci dice “Dio Amoreâ€?: ogni nostro lavoro, i minuti della nostra vita, sono per ‘dire’ che Dio è Amoreâ€?.
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ogliamo dalle celebrazioni pasquali del Vescovo alcuni passaggi delle sue meditazioni sulla Parola. Nell’omelia della Messa crismale del GiovedĂŹ Santo, a partire dalle letture proposte ha osservato fra l’altro: “Dio è il difensore dell’umanitĂ dell’uomo: la fonda con la tenerezza e la fedeltĂ del suo amore; la ristabilisce con la forza sanante del suo perdono; la dilata con la grandezza della sua promessa. Noi, uomini poveri e deboli, afferrati però da Dio attraverso il fascino della parola e della vita di GesĂš, abbiamo la responsabilitĂ di tenere viva, nel mondo, la presenza della sua parola, l’azione del suo Spirito, la speranza della sua risurrezione. Questo significa essere preti. Ma vale per noi quello che vale per tutti: dobbiamo diventare, con un impegno attento e perseverante, quello che siamo per dono immeritato. Preti lo siamo a motivo dell’ordinazione sacerdotale; ma sarebbe illusione stolta ritenere che
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uomo, in particolare per l’uomo che soffre e la gioia. “Si può anche insegnare matematica con il muso lungo; ma certo non possiamo insegnare il Vangeloâ€?, ha detto il Vescovo. E ha cosĂŹ concluso: “L’importante è che ciascuno si prenda il tempo di riflettere sulla sua vita, sulle cose che fa, sul perchĂŠ le fa, sul come le fa. (...) Siamo noi a decidere della nostra vita; dare la colpa a qualcosa di esterno è solo un modo per giustificare noi stessi, per non assumerci la responsabilitĂ di rettificare la nostra vitaâ€?. Nelle omelie della Veglia pasquale e del giorno di Pasqua, mons. Monari ha incentrato la sua attenzione sul tema della risurrezione. Ha ricordato che “la risurrezione di GesĂš manifesta l’azione di Dio in modo unico e definitivo. Risuscitando l’uomo GesĂš dai morti, Dio ha accolto dentro di sĂŠ, dentro il mistero della sua vita eterna e incorruttibile, un frammento del nostro mondo. C’è ora in Dio un frammento di mondo che non è piĂš
sottomesso alla disgregazione del tempo e alla morte; il tempo corrode tutte le cose, anche le piĂš tenaci, ma a questa azione è sottratta per sempre l’umanitĂ di GesĂš. Questo significa l’annuncio pasquale. (‌) La risurrezione è l’azione con cui Dio presenta GesĂš al mondo unito intimamente a Lui, partecipe della sua vita; e, nello stesso tempo, lo propone come anticipo della sua promessa e quindi oggetto della speranza dell’uomoâ€?. “Noi facciamo
memoria di GesÚ – ha detto ancora il Vescovo – non come di un uomo del passato da conoscere, ma come di un vivente da incontrare. Non parliamo solo di Lui, parliamo a Lui: lo ascoltiamo con attenzione mentre ci rivolge alcune parole, gli parliamo con desiderio per dirgli la nostra fede e la nostra dedizione. Attraverso di Lui passa ormai il nostro rapporto con Dio, cioè con quel Creatore dal quale viene la nostra vita e al quale è diretta la nostra speranza�.
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Ricordiamo ai sacerdoti e alla parrocchie che l’Ufficio amministrativo e quello degli oratori organizzano il 2° incontro nel programma di formazione e di aggiornamento pensato per gli amministratori delle parrocchie e degli enti ecclesiastici. Il tema “La gestione delle attivitĂ della parrocchia e degli enti ecclesiasticiâ€?, circa le attivitĂ istituzionali e quelle commerciali. Obiettivi dell’iniziativa sono: rendere coscienti del nesso esistente tra la legalitĂ e la testimonianza cristiana; favorire la conoscenza delle modalitĂ e procedure canoniche e civili per una amministrazione trasparente; aggiornare circa il progressivo cambiamento dei riferimenti legislativi in ordi-
ne alla gestione dei beni degli enti ecclesiastici. I destinatari della poposta sono: sacerdoti, membri dei Consigli di amministrazione degli enti ecclesiastici, membri dei Cpae, collaboratori amministrativi e commercialisti, responsabili dei bar e dei Consigli dell’oratorio. L’incontro si terrà a Brescia sabato 14 maggio dalle ore 9 alle 12.30 presso il Centro pastorale Paolo VI e sarà ripetuto a Bienno sabato 21 maggio, sempre dalle ore 9 alle 12.30 presso l’Eremo dei SS. Pietro e Paolo. Info: Ufficio amministrativo Tel. 030.3722.221 - Fax 030.3722.292 ufficio.amministrativo@diocesi.brescia.it Ufficio Oratori e Pastorale Giovanile Tel. 030.3722.244 - Fax 030.3722.250 oratori@diocesi.brescia.it
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Sabato 30 aprile Ore 14 – Nave – Partecipa al convegno diocesano delle Caritas parrocchiali. Domenica 1° maggio Ore 10.30 – Cologne – S. Messa di inaugurazione per i restauri della chiesa parrocchiale. Ore 15.45 - Rovato - S. Messa
nella festa dei lavoratori presso la ditta Valdigrano. MartedÏ 3 maggio Ore 7 – Mompiano – S. Messa presso le suore del Buon Pastore. MercolesdÏ 4 e giovedÏ 5 maggio Visita ai scerdoti della zona XXX Brescia ovest.
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l nostro Istituto religioso è uno dei molti nati nell’800, in terra bresciana, con un carisma educativo. Il tempo che attraversiamo, a distanza di quasi due secoli, ci interpella e chiede come possa sopravvivere una struttura caratterizzata dalla convivenza di donne che scelgono di non sposarsi, di non avere un ‘proprio’ personale, familiare, economico, professionale, per dedicarsi all’educazione dei piĂš piccoli, secondo il Vangelo di Cristo. Oggi la ricerca di chi come noi si trova insieme a guardare e a vivere in ‘questo’ mondo parte anzitutto dall’interno: non solo dall’interioritĂ del nostro rapporto con Dio, che è e rimane perno attorno a cui ogni vocazione ruota e danza, ma anche dall’interioritĂ delle nostre stesse attivitĂ apostoliche. Immaginiamo per un attimo di non “avereâ€? le strutture scolastiche, le realtĂ ricettive come i centri culturali e di spiritualitĂ , le comunitĂ parrocchiali in cui siamo inserite‌ che cosa ci renderebbe ‘suore dorotee di Cemmo’? Immaginiamo ancora di non indossare neppure questo abito, conosciuto come nostro dalla gente che frequentiamo: che cosa rimarrebbe di caratterizzante? Il nocciolo del carisma (‘dono spirituale’ dato in origine all’anima stessa del fondatore, della fondatrice) sembra essere una sorta di tratto: è vero, ogni persona è diversa e presenta pregi e limiti propri, tuttavia la nostra ricerca del ‘proprium’ che ci connota ha condotto a rilevare una modalitĂ piĂš che un’attivitĂ , la familiaritĂ semplice che noi chiamiamo ‘amicizia evangelica’. Significa accostamento alle persone guardando il loro nucleo positivo incondizionatamente, senza cioè lasciarsi troppo scandalizzare dalla scorza un poco grezza, come un amico guarda l’amico, gratuitamente. Allora la ricetta facile, la veritĂ in tasca, devono rimanere un po’ lĂŹ, fortunatamente inutili, poichè è piĂš urgente l’ascolto, la vicinanza, la comprensione, la presenza silenziosa, la parola autentica. Poi (solo poi) verranno le opere, i progetti, gli insegnamenti, i precetti, i gruppi, le appartenenze, i ruoli, i territori. Questa era la madre fondatrice, An-
nunciata Cocchetti, come emerge dalle testimonianze, scarse, che ci hanno formato: una donna, prima di tutto, con occhi profondi, capaci di vedere le persone. Intuire, credere, che nell’altro ci sia un quid di bontĂ primordiale, assoluta, prima di ogni errore o scelta o lontananza. Ăˆ elemento educativo imprescindibile per l’arte maieutica che ogni madre spirituale deve esercitare. Se vedo il buono-bello, lo posso far venire alla luce. E come potremmo ‘guardare cosÏ’ se i nostri occhi non fossero ‘abitati’? Abitati precisamente da altri occhi, quelli di Chi per primo ci ha amato e guardato. Da questo sguardo primordiale, che la fede e la grazia ci hanno fatto incrociare, parte la nostra scelta. Se aggiungiamo a ciò il fatto che Istituto religioso è formula altisonante per
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dire ‘vita insieme’, entriamo in un’altra dimensione specifica: la scelta-sfida di vivere il cristianesimo come comunitĂ , in gruppo, vivendo insieme e lavorando insieme. Ăˆ bello e avvincente, malgrado la difficoltĂ oggettiva della convivenza, poichĂŠ ciascuna si arricchisce dell’altra: delle sue risorse e delle sue stesse debolezze, che sempre fanno crescere. Ăˆ dunque a seguito di una ‘radiografia interna’, operata a livello spirituale, comunitario e apostolico, che l’Istituto in quanto struttura può poi confrontarsi con la realtĂ esterna in modo sereno, senza correre troppo il pericolo di scoraggiarsi. RealtĂ esterna che sfida, che chiede ragioni, che ignora, che punta il dito su piaghe effettive, che non capisce piĂš il simbolo che indossiamo. Che non stima nemmeno necessaria l’esistenza di una struttura per poter vivere. La ricorrenza della Beatificazione della Madre fondatrice ci invita ad approfondire anzitutto che è necessario ‘cercare’ e chiedersi i ‘perchÊ’ fondamentali, senza il timore di far crollare i castelli del tempo: anzi, proprio la domanda coraggiosa rende piĂš salda la risposta che emerge dal cercare.
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Dal 3 al 9 maggio, il gruppo “Mater Christiâ€? San Padre Pio di Brescia propone un pellegrinaggio ai Santuari di Francia (Ars, Parigi, Lisieuxnella foto-, Alençon, Tours, Nevers, Paray-le-Monial, Annecy) di sette giorni e sei notti, in pullman. Partenza da Brescia martedĂŹ 3 maggio in via dei Mille e da Castenedolo. Info: Luciano 03027311010 (ora pasti), Carla 3484208785, Renata 030395060.20.15.
I coordinamenti dei “Summorum pontificumâ€? di Brescia e Piacenza invitano giovedĂŹ 5 maggio alle ore 20.30 presso il Convitto universitario delle Missionarie laiche (via delle Razziche, 4 a Brescia) alla presentazione del libro di don Nicola Bux “Come andare a Messa e non perdere la fedeâ€?. Introduce Vittorio Messori. Precede alle ore 20 la recita del Rosario nella cappella del Convitto.
Letture per lo spirito. Pagine scelte da testi di narrativa, poesia e saggistica diventano spunti per nutrire lo spirito, per riettere sulla vita e per gustare l’arte della parola. MercoledÏ 4, Alzaia di Erri De Luca. MercoledÏ 11, Del buon uso delle crisi di Cristiane Singer. MercoledÏ 18, La leggenda del santo bevitore di Joseph Roth. MercoledÏ 25, Per un’etica condivisa di Enzo Bianchi. Gli incontri si svolgono dalle ore 18 alle ore 19 presso la Biblioteca del Mater Divinae Gratiae. Coordinano:
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suor Francesca Bernacchia (dorotea) e Betty Cattaneo (RadioVoce Brescia). Esercizi spirituali per religiose/i, sacerdoti e laici. Dall’11 al 18, “Beati voi‌ perchĂŠ vostro è il Regnoâ€? con don G. Luigi Corti (diocesi di Pavia). Informazioni e/o iscrizioni: Centro Mater Divinae Gratiae, via S. Emiliano 30 - Brescia tel. 030.3847212-210 – info@ materdivinaegratiae.it – www. materdivinaegratiae.it
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uest’anno la celebrazione del mese mariano per eccellenza si apre con la beatificazione di Giovanni Paolo II che era un grande devoto della Madonna, tanto da porre nel suo stemma l’espressione rivolta a Maria “Totus tuusâ€?. Nelle nostre comunità è diffuso e si mantiene questa tradizione molto antica. La storia del mese mariano è tratteggiata molto bene dallo scrittore Alfredo Cattabiani nel suo interessantissimo lavoro “Il Calendarioâ€?. Incomincia nel medioevo con il tentativo di cristianizzare le feste pagane in onore della natura e della dea Maia che in onore della natura in fiore vi regnava nel rituale pagano. Evocando la Madonna, la creatura piĂš alta, si potevano unire insieme i temi della natura e della Santa Vergine. Fin dal secolo XII i filosofi di Chartres avevano rielaborato il concetto di natura incarnandolo in una allegoria che per molti aspetti, ricordava la Magna Mater. Il primo ad associare la Madonna al mese di maggio fu Alfonso X, detto il Saggio Re di Castiglia e Leon (secolo XIII), che la celebrava in Las Cantigas de Santa Maria: Rosa delle
rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, tu luce dei santi e dei cieli via. In una cantiga dedicata alle feste di maggio, vede nella devozione a Maria il modo per coronarlo e santificarle nella gioia. La pratica delle prime devozioni risale tuttavia al secolo XVI quando si cominciò a reagire allo spirito rinascimentale giudicato troppo paganeggiante: sicchÊ il mese di maggio assunse anche carattere riparatore. A Roma fu San Filippo Neri a delineare il futuro mese mariano insegnando ai giovani a ornare di fiori l’immagine della Vergine nel mese di maggio, a cantar lodi in suo onore e a compiere atti di virtÚ e mortificazione. Un secolo dopo, e precisamente nel 1677, il movimento di Fiesole, in una terra dove era vivissima la tradizione del Calendi-
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Â?ƒ ’”‡‰Š‹‡”ƒ ‡” Žƒ …ƒÂ?‘Â?‹œœƒœ‹‘Â?‡ †‡Ž ‡ƒ–‘ œƒÂ?ƒÂ? Di seguito si riporta la preghiera composta appositamente per la canonizzazione del Beato Federico Ozanam. “Dio fedele, noi ti ringraziamo per aver ispirato al Beato Federico Ozanam e ai suoi amici la fondazione della SocietĂ di San Vincenzo De Paoli. Dio d’amore, noi ti imploriamo di aiutarci a custodire e tramandare, nella loro autenticitĂ originale, lo spirito e l’idea del Beato
Federico, afďŹ nchĂŠ ci guidino nella continuazione del suo sogno di stringere tutto il mondo in un’unica rete di caritĂ . Dio della luce, rischiara il nostro cammino terrestre, e riempici di un senso profondo di gratitudine per tutte le grazie che abbiamo ricevuto a motivo della nostra appartenenza alla SocietĂ . Dio ricco di grazia, noi ti domandiamo di benedire
la causa di canonizzazione del Beato Federico, e preghiamo Federico d’intercedere presso di Te per la guarigione dei nostri fratelli sofferenti. Padre, Figlio e Spirito Santo, colmate i nostri cuori di speranza; e possa la grazia della vostra presenza renderci Vincenziani autentici in tutti i molteplici aspetti della nostra vita�.
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on capita di rado sentire far riferimento, erroneamente, a San Vincenzo come al fondatore della Società di San Vincenzo de’ Paoli. L’equivoco nasce dalla scelta, consapevole e precisa, di averlo come patrono, ed anche questo è un indizio che aiuta a capire meglio il vero ideatore ed iniziatore della Società , il Beato Federico Ozanam. Cercare di capirlo, studiando in particolare i suoi innumerevoli scritti, non è esercizio fine a se stesso. Se si vuole capire veramente una religione, un movimento, un’iniziativa umana se ne devono indagare le origini. Come potremmo capire veramente il Cristianesimo senza tenere conto di GesÚ Cristo? Federico era un ragazzo pieno di ardore, di zelo per la Chiesa e per la Carità , ma anche un fine pensatore e divenne, crescendo, un
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e tenerissimo. Ăˆ il 23 aprile 1833 (giorno del suo ventesimo compleanno) quando, con un piccolo gruppo di studenti della Sorbona, dĂ inizio alla prima “Conferenza di caritĂ â€?. Lo scopo è di garantire la loro amicizia sotto il segno della fede e della caritĂ e di testimoniare in modo personale ed autentico il loro cristianesimo attraverso la visita ai poveri a domicilio, contro coloro che affermavano che la Chiesa cattolica era ormai superata e non aveva piĂš nulla da dire agli uomini moderni. Nel 1840 ottiene la nomina alla Sorbona di Parigi di professore di Letterature straniere e l’anno successivo, superate le incertezze sulla sua scelta vocazionale, sposa Amelia, dalla quale nasce la figlia Maria. Considerava per i giovani come fondamentale preparazione alla loro vita sociale: “Avvicinarsi alla miseria, toccarla con le mani, discernerne le cause conoscendone gli effetti dal
vivo, in una familiarità affettuosa con quelli che ne sono oppressi�. Conobbe molto bene l’Italia, alla quale fu sempre molto affezionato e dove compÏ vari viaggi in periodi diversi, sia per motivi di studio, sia di carattere personale e religioso. Questa vita cosÏ fortemente e cristianamente impegnata, è accompagnata da una vita intima e familiare di grande sensibilità e delicatezza, come anche da sentimenti di amicizia con molte persone del suo ambiente e del suo lavoro, che furono vera condivisione di fede e di opere. La sua vita fu breve; morÏ a soli 40 anni, l’8 settembre 1853. L’accettazione della malattia sublimò quasi la sua vita, quale consapevole offerta a Dio della rinuncia a tutto quanto avrebbe ancora potuto fare ed accompagnò in una significativa sintesi il suo interessamento per la cultura, la società politica e per la Società San Vincenzo.
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esare Beccaria, nel 1764, con il suo capolavoro “Dei delitti e delle peneâ€?, pone la questione della pena giusta, che sia corrispondente al reato ma che, nello stesso tempo, non mortifichi i diritti basilari dell’uomo. Oggi, possiamo affermare che i nostri codici e la nostra Costituzione sono tra i piĂš evoluti del mondo. Eppure, esistono ancora gravi problemi, legati alla detenzione e al rispetto dei detenuti, alle strutture e al sovraffollamento delle carceri. Ne hanno parlato Carlo Alberto Romano, docente di Criminologia presso l’UniversitĂ di Brescia, che ha introdotto l’argomento, e Luigi Pagano, provveditore regionale per le carceri lombarde, nel corso dell’incontro organizzato dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura, dal titolo “Carcere e diritti umaniâ€?. Romano, usando le statistiche ufficiali del Ministero della giustizia, ha fatto emergere un quadro drammatico: le carceri lombarde potrebbero ospitare circa 5000 detenuti, ma attualmente ne ospitano piĂš di 9000; piĂš della metĂ di questi, deve
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dovrebbe favorire la loro “correzioneâ€?, la loro formazione morale, la loro rinascita umana. A tale proposito, è opportuno lavorare per rendere gli istituti penitenziari piĂš adatti al reinserimento dei detenuti, come è stato fatto a Bollate e a Padova, dove sono state create occasioni di lavoro, che permettono il passaggio dalla pena alla vita sociale. Pagano vorrebbe ridurre l’uso del carcere puro ai casi di criminalitĂ piĂš gravi, estendendo le forme alternative di punizione, quali il lavoro e le attivitĂ sociali. Secondo lui, non dobbiamo dimenticarci del fatto che molti detenuti, in particolare i tossicodipendenti, non hanno bisogno di strumenti punitivi, ma devono essere “guaritiâ€?, con cure adeguate. Allora dobbiamo riflettere su questi problemi, che riguardano la nostra civiltĂ . La pena deve, sĂŹ, corrispondere al reato, per un principio di giustizia, ma, nello stesso tempo, deve rispettare la persona, sia il suo corpo sia la sua anima, avendo come fine ultimo la morte del “vecchioâ€? uomo ferito e la nascita di un uomo “nuovoâ€?, sanato nella sua coscienza e quindi veramente libero.
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Aladino e il Genio, una coppia che ďŹ n dal Settecento, epoca della prima apparizione in Europa della traduzione de “Le mille e una notteâ€?, non ha mancato di esaltare l’immaginario legato all’avventura, diventando protagonisti di innumerevoli riduzioni e trasposizioni sia teatrali che cinematograďŹ che. Il gusto per l’esotico, il magico e i luoghi lontani in voga durante tutto l’Ottocento, hanno poi contribuito a tenere sempre viva la fama di Aladino e del
PiĂš di 10mila persone in poche ore lunedĂŹ 25 aprile hanno rivissuto le atmosfere e le sensazioni legate al mondo fantasy de “Il Signore degli anelliâ€? di J.R.R. Tolkien. La location è stato il castello di Soncino, come giĂ negli anni scorsi. Una giornata all’insegna dell’animazione per i bambini e i ragazzi che si sono trovati a rivestire i panni di elďŹ , nani, hobbit e per gioco combattere contro orde di orchi e Uruk-hai con archi e spade o con Gandalf provare magie. Cantastorie e musici
Genio della lampada. Ma la favola di Aladino è anche una storia di iniziazione, in cui Aladino non solo scopre il mondo e le sue insidie ma viene portato anche a scoprire se stesso nel delicato passaggio dall’adolescenza alla maturità . Il genio funge in questo senso da nume tutelare accompagnando Aladino in tutto il percorso. Sabato 30 aprile, ore 21 al Teatro parrocchiale San Michele di Desenzano del Garda (Fraz. Rivoltella). Info: www.ilnodo.com
hanno animato l’intera giornata per gli adulti, e per ciascuno era vero il rischio di trovarsi invischiati nelle vicende raccontate da un rubicondo cantastorie o ammaliati dalle magie di un giovane mago o dalle sembianze elďŹ che o, peggio, trovarsi faccia a faccia con un Uruk. Attorno accampamenti, bancarelle e tende gastronomiche con cibi e bevande tipiche come l’idromele. Il denaro in uso era la moneta elďŹ ca; niente acquisti senza di essa, recarsi al banco del cambio. (m.t.)
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na era commessa e l’altra baby-sitter. Comincia cosĂŹ la storia di Katia Follesa e Valeria Graci, la storia reale di due donne o, come amano scherzare, due metĂ di donne divenute attrici comiche. Ora sono volti famosi e di successo della televisione italiana e di “Zeligâ€?. Katia e Valeria si esibiranno mercoledĂŹ 4 maggio alle 21 al PalaBrescia con lo spetta colo “Base per altezza diviso dueâ€?. Nello spettacolo non mancheranno i personaggi e le gag comiche che le hanno rese famose. La campanella suona ed ecco le buffe scolarette che si divertono sui banchi di scuola giocando al gioco di nomi, cose e cittĂ . Accanto a queste compariranno le miss piĂš divertenti d’Italia, o le immancabili e famose protagoniste della trasmissione “Uomini e donneâ€? Katiana e Valeriana che cercano di conquistare il tronista di turno, a colpi di poca femminilitĂ e riprendendosi a vicenda al motto “Brava, brava, bravaâ€?, diventato un tormentone di quelli che la gente dice in ogni occasione.
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le parte da lĂŹ. Katia, fasciata in un abito fucsia adornato di tulle, con esuberante cappello rosa, e Valeria, intrappolata in un tubino arancio arricchito da una stola, tono su tono. Le due prenderanno posto nella Basilica addobbata a festa, come in ogni cerimonia che si rispetti, inizierĂ il turbine di pettegolezzi e sul look e sugli invitati. Persino il sacerdote non sarĂ risparmiato. Il duo comico nasce artisticamente nel 2001 e, dopo studi e laboratori teatrali, arriva la volta della televisione. Ăˆ il 2003 quando in “Bigodiniâ€? fanno la loro comparsa; nel 2004 “Colorado Cafèâ€?, “Sformatâ€? e “Comedy Labâ€?. Nel 2005 le scolarette arrivano a “Zelig Offâ€? e a “Zelig Circusâ€?. Da lĂŹ la carriera è in continua ascesa sia in coppia che da sole come la partecipazione di Valeria al telefilm “Don Luca c’èâ€? e Katia ha recitato in “Buona la primaâ€? con Ale e Franz o in conduzione di trasmissioni di altro genere. “Base per altezza diviso dueâ€? è l’esordio sul palcoscenico del PalaBrescia di Katia e Valeria. Prezzi dei biglietti da 10 a 29 euro (maggiorati di un euro la sera dello spettacolo). Info: www.palabrescia.it.
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3LDFHYROPHQWH 7HUHVD Teresa Mannino, siciliana trapiantata a Milano, fa parte della squadra di Zelig, la vetrina delle comicitĂ che va in tv ma nasce e vive in teatro. Una scuola che la Mannino considera determinante per la sua carriera: “Sono stata fortunata – dice – perchĂŠ Zelig è una parte singolare del mondo dello spettacolo. Non è come la tv classica che dĂ molto peso all’estetica. A Zelig conta la capacitĂ . Il pubblico è lĂŹ e se non fai ridere non funziona. Inoltre a Zelig, come nel resto nell’ambiente dei comici, le donne sono poche, per cui vengono offerte molte chance per crescere a quelle che ci arrivano. Siamo addirittura coccolateâ€?. Teresa Mannino con il suo spettacolo “Terrybilmente divaganteâ€? ha chiuso la stagione teatrale all’Odeon di Lumezzane mercoledĂŹ 13 aprile. Per un’ora e quaranta minuti ha
tenuto la scena con piacevole leggerezza. Ad un certo punto ho controllato l’ora e mi sono stupito nel constatare che era passata un’ora dall’inizio perchĂŠ lo spettacolo era scivolato via con scioltezza. (Potrei fare un paio di nomi di maschi famosi che non reggono piĂš di una mezz’ora). La sensazione che offre la Mannino è quella di essere seduti con lei in un salotto ad ascoltare il racconto del vissuto quotidiano con ironia. Anche perchĂŠ interloquisce ripetutamente con il pubblico. Al termine le ho chiesto se si diverte nella vita come sul palcoscenico. “Di piĂš – mi ha risposto –. Mi diverto molto con le mie amiche, con i miei familiari, con le persone che incontro, a sottolineare il lato comico della vita. Anche perchĂŠ sul palcoscenico, come nella vita, cer-
co di essere vera, senza protesi nĂŠ fisiche nĂŠ mentaliâ€?. In effetti nel suo racconto hanno un peso determinante, insieme a lei, la ďŹ glia Giuditta che ha quasi due anni, la mamma, la parentela siciliana, il padre di sua ďŹ glia che lei chiama ďŹ danzato (alla Bignardi che le chiese, in un’intervista del marzo 2009 per “L’era glacialeâ€?, come mai lo deďŹ niva tale, rispose: “perchĂŠ non si allarghi troppoâ€?) e anche l’exmarito, sposato e seguito a Milano a 27 anni nel 1997, 10 giorni dopo essersi laureata in ďŹ losoďŹ a. E noi tutti facciamo corona, con i nostri tic, le nostre ansie al clan siculomilanese (i milanesi sono “una categoria dello spiritoâ€?, secondo lei) che Teresa Mannino descrive con la grande abilitĂ di un’attrice che conserva in quello che recita il carattere della naturalezza.
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aranno piÚ di 200 tra gallerie, artisti, fotolaboratori, case editrici, fondazioni, archivi e istituti di formazione, gli operatori partecipanti alla prima edizione del MiaMilano image art fair, l’unica fiera in Italia dedicata alla fotografia e alla videoarte. Dal 13 al 15 maggio, lo spazio polifunzionale di Superstudio PiÚ in via Tortona ospiterà un evento espositivo di respiro internazionale, fortemente voluto dal suo ideatore Fabio Castelli, collezionista d’arte e fotografia, coadiuvato da un comitato scientifico composto da Gigliola Foschi, Elio Grazioli, Roberto Mutti, Enrica Viganò e lo studio 3/3. Ogni stand esporrà le opere di un solo artista, dando la possibilità al pubblico di vedere tante piccole mostre e di comprendere meglio il lavoro di ogni singola personalità . Sarà un’occasione importante sia per gli artisti, resi visibili in un contesto internazionale, sia per gli operatori del settore che potranno giudicare le novità e il valore delle opere. Mia si prospetta inoltre come un laboratorio creativo grazie ai nu-
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svizzera è nota a Brescia per l’esposizione “In Memoriamâ€?, dedicata ai paesaggi devastati dagli incendi. La galleria Massimo Minini dedicherĂ i suoi stand a George e Francesca Woodman: George, poliedrico artista, si è dedicato alla fotografia in bianco e nero e alla raccolta dei materiali della figlia Francesca, morta suicida, inquieta fotografa di corpi femminili surreali e disinibiti. Un ulteriore stand della Minini verrĂ dedicato a Paul Thorel, artista che Brescia ha giĂ avuto modo di apprezzare lo scorso autunno con i suoi “quasi-ritrattiâ€? ritmati da fasci di linee e ondulazioni. PaciArte lascerĂ spazio all’ironia e alla satira spregiudicata di Leslie Krims che dagli anni Sessanta mette in ridicolo i miti e i riti della societĂ americana. Presso lo stand della Allegrini arte contemporanea esporrĂ Maurizio Galimberti, fotografo noto per i suoi scatti Polaroid scomposti in modo quasi futurista. Il ricco appuntamento milanese conferma dunque l’alta qualitĂ delle proposte delle gallerie bresciane e il loro ruolo di primo piano nel panorama espositivo contemporaneo.
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randi cuori colorati, uccelli, vestaglie, burattini e veneri: sono questi gli elementi della poetica di Jim Dine, artista statunitense che ha goduto di un immediato successo sin dagli esordi negli anni Sessanta e che la Galleria Agnellini arte moderna ospiterà fino a settembre. L’importante mostra monografica, curata da Dominique Stella, ripercorre la carriera di Dine attraverso 25 opere rappresentative del suo percorso artistico nato negli anni della Pop Art. Dopo la laurea in Belle arti alla Ohio University nel 1957, Dine esplora il mondo della performance ed espone nelle principali gallerie newyorkesi (Ruben, Martha Jackson, Sidney Janis Gallery). Oltre a numerose mostre in giro per il mondo, l’artista realizza diversi allestimenti scenici, come quello per l’Actor’s Workshop di San Francisco (1965) e per il teatro Houston Grand Opera (1986). La mostra bresciana passa in rassegna i soggetti ricorrenti nella sua carriera: il burattino Pinocchio diventa scultura in “The Grey Short (Böras)” e da simbolo della cultura Pop si trasforma in elemento intimo e affetti-
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vo, come spiega lo stesso Dine: “Avevo sei anni e come la maggior parte dei bambini mi capitava naturalmente di mentire, per cui dal momento che anche Pinocchio mentiva, mi immedesimai in lui. Diversi anni dopo, nel 1964, a un mercatino delle pulci trovai un piccolo Pinocchio che risaliva all’epoca del film (…) se un soggetto simile era così impressionante sia per un bambino che per un adulto, si trattava di sicuro di un ottimo soggetto. Da quel momento non ho mai smesso
di esplorarlo, soprattutto in scultura”. I grandi cuori da gadget compaiono acquerellati in “Double Hearts” (1972) e ritornano poi in formato gigante in “Blue Sun” (2008), moltiplicati e punteggiati di colore o fanno da trespolo in “Colorful Parrot at Home”. L’esposizione è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano-inglese) con testi di Dominique Stella, Claude Lorent e Gérard-Georges Lemaire. Fino al 24 settembre, da martedì a sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
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/¡RFFKLR GHOOD WHOHFDPHUD VXL FRUSL DO VLOLFRQH Una bionda mozzaďŹ ato che ci insegna come fare per appiattire le nostre imperfezioni ďŹ siche? Gli italiani non la bevono. La tecnica del “PurchĂŠ se ne parliâ€? questa volta non ha aiutato il nuovo programma di Mediaset, il docu-reality “Plastik-Ultrabellezzaâ€?, condotto su Italia 1 da Elena Santarelli ogni martedĂŹ sera. Nel bene o nel male, attraverso la pubblicitĂ a favore e quella contraria, la prima puntata ha totalizzato un magro risultato di ascolti: 1 milione e 600mila telespettatori, per una produzione che punterebbe a numeri ben piĂš rassicuranti. Del resto, viste le premesse, i produttori potevano aspettarselo:
le critiche sollevate al programma ancor prima della puntata d’esordio non hanno creato curiositĂ nei telespettatori, al contrario hanno scremato il pubblico. E chi nonostante tutto ha deciso di ďŹ darsi della nuova proposta di Italia 1, ha dovuto sopportare immagini obiettivamente inguardabili, soprattutto nella fascia oraria del grande pubblico. “Plastik Ultrabellezzaâ€? si occupa di chirurgia estetica: attraverso brevi reportage da tutto il mondo impariamo quanto sia utile e di moda l’intervento chirurgico per rimodellare il nostro corpo secondo i piĂš moderni canoni di bellezza. Una pubblicitĂ
esasperata agli “artistiâ€? del bisturi che mettono le mani su signore attempate per farle ringiovanire di 20 anni. Esternamente, s’intende. La Santarelli, modella e attrice, con le sue forme da prima pagina risulta subito inadeguata al ruolo di madrina del “ritoccoâ€?: si fa fatica ad affezionarsi a un venditore che per primo non ha bisogno del prodotto che pubblicizza. Regina di uno studio allestito come una casa delle bambole, in cui lei è l’ennesima versione di Barbie animata, è la dimostrazione vivente che la bellezza e la giovinezza non sono per tutti. La sua presenza piatta e stereotipata ci fa piuttosto ri-
ettere sul rischio di restare pupazzi e pupazze. Altro che bellezza a tutti i costi: problema fondamentale del programma è la mancanza di personalitĂ . Ma ciò che da piĂš fastidio è dover assistere alle scene girate in sala operatoria: interventi chirurgici invasivi dei quali non è risparmiata nessuna inquadratura. Uno spettacolo raccapricciante che non si sposa affatto con la digestione serale degli spettatori. “Plastikâ€? è la voce del pensiero comune che decide chi è bello e chi è brutto, chi è giovane e chi è vecchio, chi è grasso e chi è magro. Come in un cir-
colo vizioso, questo problema sociale deriva da decenni di spettacolo forzato e marcato attorno ai soliti canoni di bellezza. Un’esca avvelenata per i telespettatori piĂš insicuri e soli, soprattutto giovani, che abboccano alla falsitĂ televisiva e cominciano a mettere da parte i soldi per l’intervento. Ăˆ però confortante sapere che “Plastik-Ultrabellezzaâ€? abbia perso il confronto auditel con un ďŹ lm interpretato da Bud Spencer, che ha totalizzato 2 milioni e 200mila telespettatori: il programma del corpo “perfettoâ€? viene sbeffeggiato da un celebre attore che del suo corpo “imperfettoâ€? ha fatto la sua fortuna.
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Portano il conflitto iracheno nel cuore dell’Inghilterra i protagonisti di “L’altra veritĂ â€?, il ďŹ lm di Ken Loach dedicato alle ďŹ gure ambigue dei “contractorsâ€?: mercenari ben armati – in Iraq parecchie migliaia, stipendiati da societĂ che grazie a loro hanno accumulato lauti guadagni – con il compito di tutelare la sicurezza degli occidentali che operano in quel Paese. Senza avere altrettanta attenzione per l’incolumitĂ dei civili iracheni: dal 2003 ďŹ no agli inizi del
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arà anche una manifestazione in declino, ma l’effetto Sanremo continua a esercitare un fascino unico, oltre che a determinare le sorti della canzone italiana. Questa settimana parliamo di Nathalie (Giannitrapani di cognome) nata a Roma nel 1979 ma dalle origini italo-belghe, il cui concerto previsto al PalaBrescia il 29 aprile è stato annullato (chi avesse già acquistato il biglietto potrà chiedere il rimborso integrale dello stesso, recandosi entro e non oltre il 14 maggio presso il punto vendita dove è stato effettuato l’acquisto). Nathalie cresce assaporando il profumo di cantautori italiani come De AndrÊ e De Gregori, subendo il fascino di band e cantautori anglo-americani tendenzialmente crepuscolari come Radiohead, Tori Amos, PJ Harvey e gustando il sapore di chansonnier francofoni come Serge Reggiani. La sua gavetta è fatta di diversi concorsi e di molti palchi calcati con differenti cover band, ma anche di aperture di concerti di artisti già affermati come Marco Parente, i La Crus (da lei incontrati quest’anno come concorrenti sul palco sanremese), Andrea Mirò e Max Gazzè. Nathalie partecipa come cantante e coautrice al progetto Damage Done, band nu-metal con testi
in inglese, con cui ha all’attivo il demo cd “Thornsâ€?. Collabora anche con la compagnia teatrale i Ghirigori e nel 2010, superate le selezioni, partecipa a X Factor con la squadra capitanata da Elio, affermandosi nella quarta edizione del concorso con l’inedito “In punta di piediâ€?. La canzone dĂ titolo al suo primo ep ufficiale, uscito lo scorso anno, che comprende anche alcune tra le cover piĂš significative da lei interpretate. Grazie a questo mini cd Nathalie si fa apprezzare per la grinta e la personalitĂ e per il carattere cosmopolita della sua musica. Sono queste le sue doti principali, che convincono il direttore artistico di Sanremo Gianmarco Mazzi e il conduttore e direttore artistico Gianni Morandi a inserire la cantate romana nella lista dei big. Al Festival presenta “Vivo sospesaâ€?, canzone dal taglio neo romantico, melodica e decadente. Un brano
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che le consente di evidenziarsi come una delle promesse piĂš interessanti della canzone italiana, grazie soprattutto alla sua capacitĂ di non rompere con la tradizione ma allo stesso tempo di adeguarsi al suono contemporaneo italiano, aggiungendo allo stesso un respiro europeo. Per un concerto annullato ce n’è subito un altro in arrivo, anch’esso accattivante, soprattutto per la fascia pre-adolescenziale. Sempre al PalaBrescia, l’1 maggio alle ore 16, si esibirĂ Brenda Asnicar, cantante italiana di origini argentine, meglio nota come Antonella, della serie tv ‘’Il mondo di Patty’’. Un concerto molto atteso e imperdibile per chi reclamava da tempo a gran voce di poterla vedere dal vivo in Italia. Brenda, alias Antonella, idolo per migliaia di fan, è la carismatica leader del gruppo delle Divine e pungente antagonista di Patty e del gruppo delle Popolari. Una cantante giovane ma giĂ molto amata in Sudamerica grazie alla fiction ma anche ai numerosi concerti sostenuti con l’intero cast de “Il mondo di Pattyâ€?. Al PalaBrescia si esibirĂ cantando le celebri canzoni del telefilm e alcuni brani inediti scritti ad hoc per il concerto, oltre a regalare divertenti e preziosi consigli di stile per tutte le aspiranti Divine!
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2009 ai contractors è stata garantita l’immunità dalle leggi interne, lasciando una porta aperta a possibili abusi e violenze impunite. La guerra che Loach racconta, però, non si svolge tanto in Iraq, quanto nelle menti e nei cuori di chi ha vissuto quell’esperienza e, tornato a casa, non riesce a ricominciare a vivere come prima. È il caso di Fergus (Mark Womack, doppiato da Luca Zingaretti). Rientrato a Liverpool nel 2007, viene a sapere della mor-
te di Frankie, il suo amico inseparabile, durante una missione lungo la Route Irish, la pericolosissima strada che conduce dall’aeroporto alla Green Zone protetta nel centro di Baghdad. Era stato Fergus a convincere il compagno ad avventurarsi con lui in quel mondo. Spinto dal sospetto e dal rimorso – Frankie l’aveva cercato invano poco prima di morire – Fergus indaga ora sui motivi della sua morte, convinto che le spiegazioni ufficiali na-
scondano qualcosa. A lui si unisce Rachel (Andrea Lowe), la vedova di Frankie, attratta dal mistero del legame esclusivo che ha unito i due uomini fin dagli anni della scuola. La vita a fior di pelle di Fergus non è destinata a trovare risposte pacifiche. Con la sua esistenza sbanda anche il film, che parte da ambientazioni e personaggi realistici, e dalle buone intenzioni civili che sostengono tutto il cinema di Loach, ma si sviluppa con una trama “gialla”
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che lascia sempre più spazio alla rabbia; fino a sfociare in un’esplosione inverosimile di violenza nella quale si annulla l’abituale affetto del regista inglese per i suoi “ultimi”. Le ingiustizie sono in genere controbilanciate da un umanesimo caldo e solidale: qui invece anche il protagonista affonda nel vortice della vendetta, trasformandosi in un carnefice sempre più esagitato, smarrito e – a dirla tutta – anche un po’ stupido.
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Il Cupla (Coordinamento unitario pensionati lavoro autonomo) al quale aderiscono le associazioni e i sindacati pensionati di Confartigianato, Cna, Casartigiani, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcommercio e Confesercenti, rappresentativo di 5 milioni di pensionati, ha indetto una giornata di mobilitazione nazionale per il 29 aprile a Milano. Cresce infatti il malcontento degli anziani e dei pensionati che debbono fare i conti con uno stato sociale sempre
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meno attento ai loro bisogni e con le difďŹ coltĂ quotidiane per condurre una vita dignitosa, mentre l’inazione ha ripreso a falcidiare i loro trattamenti. La drastica riduzione del 30% del potere di acquisto delle pensioni, i recenti tagli apportati dalla “legge di stabilitĂ â€? che hanno ridimensionato del 76% gli stanziamenti per le politiche sociali negli ultimi tre anni, l’azzeramento del Fondo per la non autosufďŹ cienza, sono solo alcuni dei temi rappresentati nella
piattaforma propositiva che il 29 aprile prossimo, attraverso una grande manifestazione nazionale articolata anche a livello regionale e provinciale, i coordinamenti territoriali del Cupla intendono portare all’attenzione del mondo politico e delle Istituzioni di tutti i livelli. Nel corso della manifestazione milanese i manifestanti chiederanno garanzie per il potere d’acquisto delle pensioni e l’integrazione tra servizi sanitari e socio-assistenziali.
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li ultimi dati comunicati non inducono all’ottimismo. Quello del lavoro è un tema ancora caldo nel Bresciano, per troppi. I numeri relativi al ricorso alla cassa integrazione nel Bresciano, anche se aggiornati al 28 febbraio scorso, sono di quelli che non ammettono repliche: evidenziano la situazione di difficoltĂ nella quale si dibatte il manifatturiero nella provincia. Anche se i dati diffusi “certificanoâ€? una contrazione del ricorso a questo ammortizzatore sociale, ciononostante continuano a essere il principale indice di un mondo che ancora fa fatica a risollevarsi dalla crisi. Senza dimenticare che quella della cassa integrazione (ordinaria o straordinaria) non è l’unica voce che racconta lo stato di salute del lavoro nel Bresciano. Il monte ore della cassa integrazione, infatti, andrebbe completato con i dati sulla disoccupazione sia in termini di composizione che percentuali. Purtroppo
‘˜ƒ–‘ ƒ …‡Ž‡„”ƒœ‹‘Â?‡ ƒŽŽƒ ƒŽ†‹‰”ƒÂ?‘ La festa diocesana del lavoro viene celebrata quest’anno nella zona pastorale IV della Franciacorta. Il programma della giornata è stato messo a punto dall’UfďŹ cio diocesano per la pastorale sociale e le parrocchie della zona. Tema scelto per la giornata del Primo maggio è “Sicurezza del lavoro, sicurezza delle famiglie, coesione socialeâ€?. Mons. Luciano Monari presiederĂ alle 16 presso la ditta “Valdigrano srlâ€? di via Borsellino 35 a Rovato una celebrazione liturgica a cui parteciperanno anche i parroci della zona. La celebrazione è stata preparata a livello locale dalla commissione che si occupa dei temi legati alla pastorale sociale e del lavoro. Una particolare attenzione, proprio in considerazione della concomitanza tra la festa del 1° Primo maggio e la beatiďŹ cazione di Giovanni Paolo II, è stata dedicata ai 30 anni della Laborem exercens.
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messi in relazione l’uno all’altro danno un quadro di riferimento estremamente precario. Un quadro che, evidentemente, ha guidato la diocesi di Brescia, tramite il suo ufficio per la pastorale sociale, nell’individuazione del tema per l’ormai imminente festa del lavoro del 1° maggio. “Girando per le parrocchie, incontrando tanta gente – afferma don Mario Benedini, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale – mi capita ogni giorno di riscontrare questa situazione di difficoltĂ che è sempre piĂš condizionanteâ€?. Sono molti i parroci che confidano a don Benedini la crisi in cui versano tante famiglie alle prese con il lavoro che manca e, anche quando c’è, non è poi cosĂŹ sicuro. “Cassa integrazione, mobilitĂ , licenziamenti e dissoccupazione – ricorda ancora il sacerdote – sono termini che negli ultimi anni hanno fatto violentemente irruzione in un numero sempre maggiore di
famiglie bresciane, causando preoccupazioni e stendendo sul futuro un’ombra minacciosaâ€?. Si tratta di una crisi intergenerazionale, ma che fa sentire i suoi effetti piĂš duri soprattutto sui giovani. “Non deve meravigliare – sono ancora considerazioni del responsabile diocesano per la pastorale sociale – che un numero sempre maggiore di giovani faccia fatica ad immaginare una propria famiglia quando il lavoro continua a mancareâ€?. Da tutte queste considerazioni è germogliato il tema scelto per la festa diocesana del lavoro che quest’anno viene celebrata in una azienda di Rovato. “Sicurezza del lavoro, sicurezza delle famiglie, coesione sociale è un tema che riassume il travaglio di questi tempi – afferma don Benedini –. Un tema che è stato oggetto di approfondimento da parte delle parrocchie della zona pastorale IV della Franciacorta che, insieme all’Ufficio per la pastorale diocesana, associazioni e movimen-
to del territorio hanno organizzato la festa che ha il suo momento centrale nella celebrazione presieduta dal vescovo Luciano Monari�. La giornata di domenica rappresenta anche un debutto per Enzo Torri, da pochi mesi succeduto a Renato Zaltieri alla segreteria generale della Cisl bresciana. “Anche questo Primo maggio come quelli degli ultimi anni – afferma Torri – viene celebrato sotto il segno di una crisi che ancora pesa, che ancora non riesce a trasformare timidi segnali di ripresa (la contrazione del ricorso alla cas-
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Cgil di Brescia – che l’aeroporto non funziona, che non ha trafďŹ co e che questo avviene nonostante gli investimenti fatti. La realtà è che, se il trafďŹ co passeggeri non c’è mai stato e lo stesso piano industriale parla ormai solo di trafďŹ co merci, gli aeroporti vicini stanno portando via il poco trafďŹ co cargo che c’è a Montichiariâ€?. Sono queste le situazioni che, secondo la Cigl, dovrebbero indurre a una riessione, a partire dalle resistenze alla formazione di un’unica societĂ
tra Brescia e Verona, propedeutica a un sistema di alleanza serio con l’intero sistema aeroportuale lombardo e del Nord Italia. “La nostra impressione – continua il segretatio della Filt Cgil – è che queste resistenze non siano utili all’aeroporto bresciano, che potrebbe al contrario intraprendere la strada di uno sviluppo possibile all’interno di un sistema di alleanze piĂš allargato. Con beneďŹ cio per il territorio, l’economia bresciana, i lavoratori e le lavoratriciâ€?.
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sa integrazione prima ricordato) in occupazioneâ€?. Anche per Torri sono i giovani a pagare il prezzo di una situazione che sembra essersi attorcigliata su sĂŠ stessa. “Sono tantissimi i giovani che non trovano uno sbocco occupazionale – conferma il segretario generale della Cisl di Brescia – e tantissimi altri che hanno un lavoro non conforme alla loro preparazione specificaâ€?. Difficile credere che questi giovani possano maturare un atteggiamento positivo e progettuale verso il futuro. “Ancora una volta ci troviamo a celebrare la festa del Primo maggio sottolineando il lavoro che manca - continua Torri e a denunciare la situazione di stallo in cui il Paese si trovaâ€?. Non mitigano piĂš di tanto le considerazioni del segretario Cisl i dati del ricorso agli ammortizzatori sociali che nei primi mesi del 2011 sembrano un po’ meno pesanti di quelli dell’anno precedente. “Pur prendendo atto della riduzione del ricorso alla cassa inte-
grazione rispetto ai picchi degli anni precedenti – sottolinea il leader della Cisl bresciana – non possiamo nascondere che la situazione è ancora terribilmente precaria e rischia di generare un effetto dominoâ€?. Ăˆ proprio su questo versante che le riflessioni di Enzo Torri convergono con quelle che hanno portato la diocesi alla scelta del tema per la festa del lavoro 2011 perchĂŠ la mancanza di tranquillitĂ e di sicurezza occupazionale fa sentire i suoi effetti prima sulla famiglia e poi sulla stessa societĂ . E in un contesto tanto critico non giovano nemmeno le incrinature nei rapporti tra le diverse sigle sindacali. I ripetuti distinguo che da tempo segnano le posizioni di Cgil, Cisl e Uil stanno rendendo difficoltosa anche a Brescia l’organizzazione di una manifestazione unitaria per la festa del Primo maggio che non dovrebbe, invece, vedere fratture tra chi vuole rappresentare gli interessi dei lavoratori.
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n paese che non si rinnova è destinato alla deindustrializzazione. Ăˆ con questa amara considerazione che il presidente dell’Associazione Artigiani, Enrico Mattinzoli, ha aperto l’annuale assemblea dei soci dell’organizzazione di Via Cefalonia che, il 26 aprile scorso, ha approvato il bilancio consuntivo 2010 e quello preventivo 2011. Una posizione, quella di Mattinzoli, maturata alla luce della attuale situazione: “Stiamo faticosamente cercando di recuperare quello che è stato perso nel 2008 e soprattutto nel 2009. Non possiamo ancora parlare di una vera e propria ripresa e il segnale piĂš evidente di questo è che l’occupazione, neppure nelle piccole imprese, ha fatto segnare significativi miglioramentiâ€?. Il Presidente dell’Associazione artigiani proprio sul tema dell’occupazione ha voluto rispondere a quanto espresso nei giorni scorsi da esponenti della politica e delle organizzazioni: “Non è vero che non si trova personale. Il problema è che non si trova personale qualificato oppure disposto a lavorare per stipendi modestiâ€?. Una
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delle esportazioni. Nel nostro settore per fare realmente export è necessario fare sistema, ma anche poter contare sulle istituzioni. I nostri competitor europei che hanno fatto profitti all’estero non hanno prodotti migliori, ma strutture che sostengono anche le piccole imprese, che organizzano reali occasioni di promozione�.
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/HJJHUR LQFUHPHQWR SHU OD SURGX]LRQH Nel primo trimestre del 2011, l’economia bresciana consolida il leggero recupero rilevato nell’ultima parte dello scorso anno. Ăˆ questo il dato che emerge dall’indagine congiunturale trimestrale elaborata dal Centro studi dell’Associazione industriale bresciana. La produzione industriale registra un incremento dell’1,7% sul trimestre precedente e del 3,4% sul primo trimestre del 2010. Il tasso acquisito, cioè la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2011, è pari a piĂš 1,8%. Il livello dell’attivitĂ industriale, ancora debole, è condizionato, nelle attese a breve termine, da una serie di incognite. Tra le altre, il rialzo dei prezzi delle materie prime, l’aumen-
to del costo del denaro, il clima di incertezza determinato dalle tensioni politiche in Nord Africa e nel Medio Oriente, le conseguenze del terremoto e dell’incidente nucleare in Giappone, le difficoltà nella gestione di alcuni debiti sovrani. La leggera ripresa della produzione incorpora qualche segnale positivo sul versante del mercato del lavoro, anche se non si delinea ancora un’inversione di tendenza. Il ricorso alla cassa integrazione guadagni, nel primo trimestre del 2011, con un totale di 13 milioni di ore autorizzate, è sceso del 35% rispetto allo stesso periodo del 2010. La componente ordinaria, con 3 milioni di ore, è diminuita del 60% rispetto al primo trimestre dello scorso anno.
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roseguono i lavori all’Ospedale di Gavardo (nella foto), che fa parte dei presidi dell’Azienda ospedaliera di Desenzano, dove è stato avviato, nel marzo 2010, il cantiere che ridisegnerĂ completamente la struttura. “In seguito al recente incontro con la stazione appaltante Infrastrutture Lombarde Spa promosso dalla nuova direzione dell’azienda ospedaliera di Desenzano – ha dichiarato il direttore generale Fabio Russo – l’attivitĂ del cantiere è ripresa in maniera intensiva e si prevede di arrivare, entro la fine del 2011, alla realizzazione
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di almeno il 50% dei lavori. Questo ampliamento porterà ad una ulteriore riqualificazione di tutta la struttura a beneficio dei nostri utenti e per prestazioni sanitarie sempre piÚ all’avanguardia consentendo di rior-
ganizzare i servizi offerti e le nuove attivitĂ sulla base delle esigenze dei cittadini superando, per esempio, il concetto di “reparto tradizionaleâ€? per cui le funzioni specifiche non saranno piĂš legate alla peculiaritĂ delle singole discipline specialistiche ma consentiranno degenze flessibili e intercambiabili.â€? I lavori porteranno ad un ampliamento di 11mila metri quadrati di superficie lorda passando dall’attuale volume di 66mila a 99mila metri cubi con un investimento previsto di 31milioni 533mila euro completamente finanziato con risorse pubbliche di cui 29milioni da Regione e Stato e
2milioni 533mila euro attinti dal bilancio aziendale. Verrà realizzato un nuovo Pronto Soccorso di 1200 metri quadrati fruibile direttamente dalla strada e collegato funzionalmente alla radiologia già esistente, 100 posti letto distribuiti su quattro piani (secondo, terzo, quarto e quinto), un nuovo ingresso per i visitatori che servirà anche da collegamento tra i Poliambulatori e i Servizi-Reparti di diagnosi e cura, nuove camere mortuarie accessibili dalla strada e verrà predisposta un’area idonea all’installazione del servizio di emodinamica. Inoltre la realizzazione dei 100 posti letto nella nuova struttura
consentirà di liberare spazi nell’attuale Ospedale che permetteranno la ridistribuzione e il potenziamento di attività sanitarie, tra le quali è ipotizzata anche l’installazione della risonanza magnetica. L’Azienda ospedaliera ha, da qualche settimana, inoltrato richiesta a Regione Lombardia per il riconoscimento dell’ospedale di Gavardo quale sede di Dipartimento emergenza accettazione (Dea) che permetterà alla struttura di poter diventare riferimento per il 118 anche per pazienti che necessitano di terapie medico-chirurgiche urgenti di tipo interventistico che ora vengono dirottati verso altre strutture.
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l laboratorio di analisi chimicocliniche costituisce uno dei fiori all’occhiello del presidio ospedaliero di Gardone Valtrompia per efficienza e qualitĂ . Ăˆ il dott. Riccardo Negrini (nella foto), responsabile del laboratorio, a illustrare il servizio offerto dalla struttura. Quali sono le caratteristiche generali del laboratorio e quali le finalitĂ ? Il nostro laboratorio è parte del dipartimento di medicina di laboratorio, cioè l’insieme dei laboratori di patologia clinica e di microbiologia dell’Azienda Spedali Civili di Brescia. L’obiettivo principale è quel-
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lo di fornire un servizio affidabile e rapido al cliente, sia ai pazienti interni che agli utenti esterni. Oltre alla consueta attività di analisi, la struttura è impegnata ad ottimizzare la collaborazione sul territorio
tra cittadini, ospedale, Asl, medici di base e associazioni di volontariato. Quest’attività è indispensabile considerando anche l’affluenza: al laboratorio che dirigo da un anno, infatti, afferiscono una media di 250 utenti al giorno, un numero veramente notevole. Quali sono le modalità e i tempi d’accesso al servizio? Le accettazioni e i prelievi si effettuano secondo gli orari indicati nella carta dei servizi. Per la maggior parte delle analisi è possibile accedere al servizio dal lunedÏ al sabato senza prenotazione dalle 7 alle 10, presentando presso l’accettazione
la tessera sanitaria e l’impegnativa del medico. Esiste uno sportello di precedenza per i bambini al di sotto degli otto anni e per le persone in precarie condizioni di salute. Il ritiro dei referti si effettua dal lunedÏ al venerdÏ dalle 8 alle 19 presso la portineria del presidio. C’è anche la possibilità di visualizzare il referto senza recarsi all’ospedale ma direttamente da casa dal proprio computer, usando la carta dei servizi attraverso un lettore di smart card ed inserendo il codice Pin comunicato dal Comune o dall’Asl. Qualità e rapidità del servizio sono allora due caratteristiche prin-
cipali del vostro laboratorio? SÏ, il nostro laboratorio è certificato En Iso 9001:2008 e, al fine di mantenere e migliorare continuamente l’attendibilità dei risultati forniti al cliente, il laboratorio esegue tutti i giorni controlli di qualità interni e si fa sottoporre a periodici riesami di valutazione esterna come ulteriore garanzia. Inoltre vi è un continuo aggiornamento del personale, tramite appositi corsi di aggiornamento. L’altro aspetto è la rapidità : siamo molto orgogliosi del servizio che permette di ritirare la maggior parte dei referti nello stesso giorno dell’esecuzione dell’esame.
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Smaltite le vacanze pasquali, torna domenica il campionato con gara 1 delle semifinali scudetto. Centrale del Latte Brescia che alle 18 riceve al San Filippo per il primo di cinque incontri con Perugia. I precedenti, nella stagione regolare, non sono confortanti visto che gli umbri hanno vinto entrambi gli scontri. Ma adesso è diverso, si azzera tutto e – per passare il turno – bisognerĂ vincere tre dei cinque scontri previsti. Oltre a domenica 1° maggio, il San Filippo ospiterĂ
anche gara 2 martedÏ 3 maggio alle 21. Poi si andrà a Perugia venerdÏ 6 alle 21 e – se servirà – il Pala Evangelisti resterà a disposizione anche domenica 8 alle 18. L’eventuale bella, invece, si tornerà a giocarla fra le mura amiche del San Filippo mercoledÏ 11 alle 21. Tutte le gare verranno seguite in diretta da Radio Voce Fm 88.3-88.5 e radiovoce.it. Nell’altra semifinale Piacenza se la vedrà con Treviglio avendo a favore il fattore campo. (al.an.)
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rofumo di Brescia. Nel perfetto stile inglese di William e Kate, anche il club di via Bazoli approfitta dell’evento dell’anno (in questo caso il Centenario) per fare marketing o – per dirlo senza peli sulla lingua – per rimpinguare le casse societarie. Peccato, però, che il futuro non si giochi in profumeria o in qualsiasi altro shop, boutique ed esercizio commerciale. Le vendite potranno anche decollare (in concomitanza è stata presentata anche la nuova linea di abbigliamento) ma i risultati sportivi si conquistano innanzitutto sul campo. E, allora, fra il sacro e il profano la dirigenza del Brescia prova a risollevarsi il morale inebriandosi di profumo. Al momento, però, l’unica fragranza (aromatica) che aleggia dalle parti di via Bazoli, del Rigamonti e in Saniplast è quella acre della retrocessione, della serie B. B come Brescia, B come baratro, B come basta! PerchÊ i tifosi non ci stanno a retrocedere proprio nell’anno del Centenario e dopo aver passato le pene dell’inferno per cinque anni prima di risalire. Mettiamoci pure l’intenzione di Gino Corioni a mollare la baracca e i burattini a fine stagione e la distruzione sportiva del Brescia Calcio è pronta e servita. Che tristezza, quanta amarezza. Altro che profumo, una bottiglietta non sarebbe sufficiente a rendere piÚ gradevole l’aspetto di questa squadra. Che in-
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cassa gol a raffica in difesa e in avanti, che non segna nemmeno con la porta spalancata. E sarà un caso che domenica a Marassi, sponda Sampdoria, le Rondinelle debbano vedersela con l’ex di turno? Che stavolta si chiama Cavasin, cacciato e richiamato e cacciato nuovamente nelle passate due stagioni dal mangia-allenatori Corioni. Solo la vittoria consentirebbe all’undici di Iachini tornare in corsa,
altrimenti sarĂ serie B con tre giornate d’anticipo. In difesa tornerĂ Zoboli, a centrocampo mancherĂ Zanetti ancora una volta bloccato da un infortunio muscolare. In avanti spazio alla coppia Eder-Caracciolo con l’aggiunta di Diamanti che, speriamo, faccia vedere qualche giocata che giustifichi il suo lauto stipendio e renda giustizia all’appellativo di “fantasistaâ€?. A Marassi il Brescia renderĂ visita ad una
Sampdoria epurata dal mercato di riparazione di gennaio, in frantumi, allo sbando e che rischia anche lei la serie B. In piÚ non ci saranno gli squalificati Poli e Volta mentre quel Martinez, ceduto in prestito a gennaio, al Brescia di questi tempi avrebbe fatto davvero comodo. Insomma, sarà una sfida fra disperati, con i blucerchiati, però, che avranno a favore il fattore campo e a +5 dalle Rondinelle penultime. E che dire dei numeri per gli amanti della statistica? Sampdoria che non vince in casa dal mese di febbraio, biancoazzurri che in trasferta ha vinto una sola gara e, addirittura, lo scorso settembre (Chievo-Brescia 0-1 gol di Diamanti su punizione). In 90’ le rondinelle si giocheranno un’intera stagione e, soprattutto, la sopravvivenza per i prossimi anni visto che un ritorno agli inferi equivarrebbe a far saltare una polveriera. La miccia è accesa, meglio spegnerla con una spruzzata di buon profumo. Ma che sia rigorosamente di serie A.
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,O 5XJE\ %UHVFLD SURJHWWD LO IXWXUR In attesa del derby di sabato contro i cugini del Calvisano, il Rugby Brescia ha ufďŹ cializzato l’avvio di un nuovo corso sportivo. Partendo dalla nomina del nuovo direttore generale e del direttore sportivo. Beppe Lanzi, giĂ team manager della prima squadra, assume il piĂš ampio ruolo di dg a supporto del presidente Remo Pola e di Roberto Colosio, amministratore del club cittadino. Il ruolo di direttore sportivo è stato invece assegnato
a Fabrizio Arici che durante questa stagione ha giĂ coordinato lo stesso settore. Potenziamento del reclutamento e della divulgazione del gioco presso i giovani, sviluppo del settore formativo del club e valorizzazione nel settore seniores delle risorse bresciane rimangono i punti cardine del disegno del club di via della Maggia. “Sono felice ed orgoglioso di questo nuovo incarico – spiega Beppe Lanzi (foto a lato) – gli obiettivi che ci sia-
mo proposti sono ambiziosi e si articolano in un programma di 4-5 anni. Ci saranno cambiamenti, riassetti, su tutti i fronti: sportivo, societario e della struttura tecnica. Stiamo giĂ lavorando per inserire nell’organico, a tutti i livelli, tecnici di qualitĂ : ci vogliono persone di spessore per un rugby di alto livello. Ăˆ un lavoro imponente e impegnativo, vogliamo prima di tutto far crescere sempre di piĂš le giovanili perchĂŠ siano un ve-
ro e proprio vivaio e, naturalmente, mettere tutta l’energia e le risorse necessarie per migliorare la prima squadra per ottenere risultati consoni al blasone del Rugby Banco di Brescia. Ringrazio i dirigenti del Brescia per questa opportunità e assicuro tutta la disponibilità a lavorare con il nuovo direttore sportivo ed i futuri staff tecnici�. Intanto, però, bisognerà concludere una sofferta stagione con la conquista della salvezza.
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Mentre a Roma avrĂ luogo la beatiďŹ cazione di Karol Wojtyla le squadre dei campionati Csi sono state invitate dal comitato nazionale a dar vita – prima delle gare – ad un comune momento di commemorazione in ricordo del “papa dello sportâ€?, che nel corso del suo pontiďŹ cato si è sempre dimostrato vicino all’associazione. Nella memoria arancioblĂš è ancora vivo l’ultimo, commovente incontro avvenuto in aula Nervi, in Vaticano, nel 2004, in occasione
del sessantesimo anniversario di fondazione del Csi. Il PonteďŹ ce spronò l’associazione a restare sempre fedele al compito di promuovere lo sport come esperienza formativa nelle parrocchie, nella scuola e sul territorio per aiutare le nuove generazioni a scegliere e coltivare i valori autentici della vita: l’amore per la veritĂ e la giustizia, il gusto della bellezza e della bontĂ , la ricerca dell’autentica libertĂ e della pace.
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a piramide del potere provinciale sta iniziando a prendere forma nel mondo della pallavolo. Le palestre di Montichiari e Vighizzolo sono la meta ambita da un’intera stagione. Sui loro parquet si disputeranno le partite dell’anno e qualcuno ha già staccato il pass per la sfida che regalerà gli scudetti arancioblÚ. Si tratta del San Giacinto, certo di prendere parte alla finalissima juniores del 14 maggio. La formazione cittadina ha conquistato con una giornata di anticipo il primato nel girone Y dei playoff, dove Castegnato ed Essegi Software si contenderanno un posto per accedere alla finalina valevole per il bronzo. San Giacinto osserva con attenzione ciò che accade nel gruppo X, dove Franciacorta è la candidata principale alla vittoria nonostante la pressione ravvicinata di Ponte Zanano e S. Martino, rispettivamente a -1 e -2. Nell’open femminile Consorzio Vela Carpenedolo ha timbrato il cartellino dominando il girone X e agguantando l’ennesima finale della sua storia. La sua avversaria, a meno di un totale black out all’ultima giornata, sarà Resto del Maury. La lunga stagione dell’open maschile ha proclamato le sue quattro regine. Volley Rudiano 1992 conquista un posto in semifinale da favorita dopo essersi aggiudicata la regular season con due lunghezze di vantaggio su Serafica San Carlo. La capolista dovrà affrontare Gioielleria Cropelli 1 in una gara secca tra le mu-
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un derby avrà un sapore speciale. Anche la Coppa Leonessa entra nel vivo sebbene il percorso necessario per alzare al cielo il trofeo arancioblÚ sia ancora lungo. Nell’open femminile, al momento, i ruggiti piÚ convinti sono stati quelli di Inzino Aido (capolista a punteggio pieno del girone A) e Volley 96 Gottolengo, che ha collezionato sette punti in tre gare nel gruppo B. Spostando lo sguardo sulle juniores spicca il nome di S. Angela Merici, senza dubbio la squadra piÚ in forma del momento, ma è partita con il piede giusto anche Berlingo Volley, autrice si una sestina vincente nelle prime due gare disputate in cui non ha concesso set alle avversarie.
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8Q DLXWR SHU FUHVFHUH FRQ OR VSRUW “Un piccolo gesto per te. Un grande aiuto per crescere con lo sportâ€?. Donare il cinque per mille alla Presidenza nazionale del Centro Sportivo italiano è facile e non costa nulla. Consente però a tante piccole associazioni e parrocchie sul territorio di continuare a praticare una sana educazione sportiva a piccoli, adulti ed anziani, soprattutto in questo momento in cui la crisi economica ha ridotto note-
volmente le risorse pubbliche a disposizione dello sport. CosĂŹ tu e i tuoi ďŹ gli potrete continuare a praticare l’attivitĂ sportiva dilettantistica e a godere dei tanti beneďŹ ci, in termini di salute, benessere ed educazione che la nostra associazione da sempre coltiva. Per donare il cinque per mille alla Presidenza Nazionale del Csi, è sufďŹ ciente apporre la tua ďŹ rma, nel Cud, nel 730 oppure nella di-
chiarazione Unico 2010, sul riquadro dedicato alle Onlus e alle Associazioni di Promozione Sociale, unitamente al codice fiscale 80059280588. Educare attraverso lo sport è la mission del Csi. Compito della formazione è ricordare sempre che il Csi non organizza sport, ma promuove itinerari educativi, attraverso uno sport fatto bene, di qualità , accessibile, per
tutti, in particolare per i piÚ giovani. L’attività del Csi è da sempre improntata all’educazione dei piÚ piccoli e soprattutto alla crescita e alla formazione degli allenatori. L’importante non è solo giocare bene, ma crescere in un ambiente sano che sappia essere un luogo formativo. Certo c’è bisogno del sostegno di tutti, anche di chi con un piccolo gesto può donare un contributo importante.
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Vale solo il Vangelo Egr. direttore, la lettura del testo della lettera a firma di Renato Longhi sulla “Voceâ€? del 7 aprile ha dato il via a una lunga riflessione personale sul significato cristiano di alcuni termini da noi usati quotidianamente: straniero, prossimo, nemico, cattolico, ecc. Non posso non apprezzare la citazione del passo di Matteo Č‚ di cui orgogliosamente io porto il nome Č‚ che preannuncia il giudizio finale a cui tutti saremo sottoposti. Nelle Scritture l’amore anche per il “nemicoâ€? è spesso auspicato, ma, sempre nelle stesse, spesso s’invoca l’intervento divino perchĂŠ ci salvi e sconfigga il “nemicoâ€?, in alcuni casi per porlo come sgabello dei suoi piedi. Chi è, dunque, questo “nemicoâ€?? Non mi risulta che la Lega istighi deliberatamente all’odio verso lo straniero. La Lega, in particolare di fronte a certi fenomeni e considerando l’attuale delicata situazione socio-economica del nostro Paese, cerca di porre un argine ricorrendo alla pratica della legalitĂ , una pratica che nel passato recente è stata spesso trascurata. Gli stranieri giunti illegalmente sul suolo nazionale sono stati accolti, curati, sfamati e alloggiati con un notevole sforzo e impiego di mezzi, uomini e risorse. Che si potesse fare meglio è indubbio, ma di fronte all’emergenza non sempre tutto riesce subito perfettamente. Tante sono sempre le critiche, ma molto poche le proposte risolutive. Questi stranieri sono stati immediatamente divisi in due gruppi con differenti destini: coloro che chiedono asilo politico Č‚ in fuga da guerre, persecuzioni, tirannie, ecc. Č‚ e quelli che tentano l’avventura per
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migliorare la loro condizione economica o Č‚all’estremo Č‚ per sfuggire alla giustizia del loro Paese. Nessuno accusa specificamente l’immigrato di evadere il dovere di corrispondere i propri tributi. Questa immoralitĂ , che il mio movimento ha sempre criticato, combattuto e denunciato, è ancora molto radicata nel costume dĂŹ molti nostri concittadini e accentuata dal crescente individualismo ed egoismo che fanno ritenere il bene comune Č‚ di cui loro stessi approfittano Č‚ cosa a loro estranea. Purtroppo devo constatare che non sono moltissimi pur dicendosi cristiani, sia all’interno della classe politica sia di destra che di sinistra o in altre istituzioni, quelli che seguono Č‚ o almeno tentano di seguire Č‚ i consigli evangelici. Non si nega che l’attuale trend porti ad una sempre maggiore multietnicitĂ delle societĂ occidentali, tuttavia sarebbe auspicabile che questi nuclei etnici (si vedano i diversi casi di Svizzera, Germania o Stati Uniti) pur non perdendo la loro originalitĂ , si integrino nella societĂ ospitante fino ad arrivare, come avvenuto da noi nei secoli passati, all’assimilazione. Ritengo che uno straniero possa diventare cittadino italiano Č‚ possedendone i requisiti legali Č‚ soprattutto perchĂŠ lo desidera sinceramente e non per un mero atto d’ufficio. Da quello che io comprendo, “cattolicoâ€? significa universale nel senso che chiunque veramente voglia sarĂ accolto nella Chiesa, senza distinzione di sesso, ceto, censo, casta, classe, etnia, ecc. I membri della Chiesa, ritenendo io di farne parte come battezzato e fedele, li considero come miei fratelli. Mi pongo, quindi, la domanda se sono loro il mio vero prossimo o se
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la prossimitĂ - oltre al dovuto amore per ogni essere - si estende nello stesso modo ad ogni uomo, anche al “nemicoâ€? Luca, in Atti 4, 32-37 e 2, 42-47, ci descrive la comunitĂ cristiana ideale e ci aiuta a capire chi possa essere il fratello e il prossimo. Ritengo, inoltre, che l’originale istituzione del diaconato si rivolgesse ai soli membri della comunitĂ cristiana e solamente di riflesso ai bisognosi che ancora non ne facevano parte. Se per essere accolto in seno alla Chiesa Č‚ pongo il caso di un adulto non battezzato Č‚ ci si deve sottoporre ‘ad un serio e intenso addestramento (catecumenato) cosĂŹ, per essere accolto a pieno diritto in seno ad una ben precisa comunitĂ nazionale, perchĂŠ uno straniero non deve sottostare a chiare regole di ammissione? Potrei io, illegalmente, varcare i confini di uno Stato sovrano, di una respubblica, solo per godere della vera o supposta ricchezza dei legittimi cittadini ivi residenti solo perchĂŠ lo desidero? Accampare diritti e pretese come se fossi uno di loro senza ancora averne titolo? Quanti secoli abbiamo dovuto lottare noi “indigeniâ€? per avere quello che abbiamo? Quanti martiri, quante vessazioni, quante lotte, quanto dolore hanno portato all’esistenza della respubblica in cui viviamo e a cui apparteniamo? Infine, condivido pienamente l’affermazione che se si vuole tirare in ballo l’identitĂ cristiana vale solo il Vangelo (e annessi). Cosa debbo pensare di quei “cristianiâ€? che continuano a fare di tutta un’erba un fascio? Ovvero quelli che pongono sullo stesso piano tutte le religioni? Lungi da me il non auspicare un buon rapporto con tutti, ma con i dovuti distinguo e cautele! Non dimentichiamo Giovanni (Gv 14, 6)
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che ci riporta le ipsissima verba di nostro Signore: “lo sono la via, la veritĂ e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di meâ€?. Riflettiamo bene a queste parole: non dicono io sono una delle vie, una delle veritĂ ... Detto questo ritengo, che il “dialogoâ€? sia attuabile solo a livello umano, tra “religioniâ€? si può attuare solo un confronto. Condivido anche l’accusa generalizzata di ignoranza della Parola di Dio, di cui tutti, chi piĂš chi meno, siamo responsabili. Sarebbe tempo che Č‚ se veramente crediamo in quello che spesso affermiamo solo a parole Č‚ si tornasse tutti ad essere missionari ed evangelizzatori, anche solo partendo dalla semplice difesa della tanto disprezzata secolare “devozione popolareâ€? o da quella della presenza del crocifisso Č‚ essenziale e non sempre compreso simbolo della nostra millenaria fede Č‚ nei luoghi pubblici e altrove. Matteo Rinaldi
Lettera aperta sull’accoglienza Egr. direttore, ho piacere di diffondere la bella notizia che, alcuni sacerdoti, nonostante la loro condizione umana, come noi laici, riescono a rendersi autentici testimoni di fede cristiana. Ho avuto come parroco, per 12 anni, il sacerdote don Giuseppe Tomasoni, presbitero della parrocchia di San Gottardo a Paderno Franciacorta. Tra me e don Giuseppe, si è instaurato sin dal 1997, anno del suo ingresso in parrocchia, un rapporto di vicinanza apprezzato da ambo le parti. Lo ritengo una persona molto equilibrata di carattere, in grado di farsi apprezzare per il suo
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continuo operare bene per ogni attivitĂ pastorale e per le iniziative caritative pro-missioni estere a favore di missionari laici e consacrati originari della comunitĂ cristiana di Paderno Franciacorta. Il mio vissuto da cristiano cattolico forestiero parla bene dell’esperienza di figlio di Dio e trova in essa ampio spazio l’intervento di don Giuseppe Tomasoni. Don Giuseppe mi ha accolto con benevolenza nella Parola di Dio, nei quotidiani consigli e catechesi, incoraggiamenti nella forza ad andare avanti rimanendo saldo nella fede, valorizzando il presente e le piccole cose, condizione di base per ringraziare il Signore guardando con altrettanta fiducia alla speranza che ci spetta e aspetta da, con e per Maria madre nostra. Don Giuseppe ha integrato la mia formazione umana e cristiana, lui missionario autentico di pazienza e dedizione, e di speranza, mi ha sempre offerto la sua disponibilitĂ con la sua vicinanza umana in qualsiasi momento della giornata. Un compito diverso e altrettanto importante per la mia formazione ha avuto il parroco don Gianpietro Forbice delle chiese di San Rocco e di Cristo Risorto a Padergnone. Di indole giovanile e solare, sorridente, ho instaurato con lui un rapporto di amicizia molto confidenziale. Ha sempre favorito il mio accesso nella chiesa di San Rocco nelle ore notturne per adorare GesĂš Eucaristico. Ăˆ un sacerdote sensibile e responsabile e, nello stesso tempo, alla mano. Ricordo con piacere le Sante Messe quotidiane celebrate alle 16 e alle 19.30 nell’abbazia olivetana di Rodengo Saiano. Ringrazio il rettore padre Alfonso e tutti gli altri Padri che celebravano a turno la Santissima eucaristia, tra i quali ricordo con tanta simpatia il defunto don Antonio Ma-
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riani. Ringrazio don Giuseppe Zamboni della parrocchia di San Zenone di Passirano che celebrava le Sante Messe alle 7 e alle 19 di ogni giorno feriale. Un cenno di ringraziamento va pure alla diocesi di Brescia che ha preposto il defunto don Abramo Putelli per la comunità parrocchiale di Fantecolo di Provaglio d’Iseo. La parrocchia di Sant’Apollonio si presta molto al silenzio e al verde e, quindi, alla preghiera nella natura di Dio. Ringrazio don Abramo per essersi reso innumerevoli volte angelo custode che presentava le mie intenzioni alla Madonna di Lourdes e di Fatima e in Terra Santa durante i suoi innumerevoli pellegrinaggi. E continua a intercedere... Rocco Caronte
Il gigante della storia Egr. direttore, quest’anno, il 1° maggio oltre ad essere la festa del lavoro è pure la Domenica dopo Pasqua, dedicata alla Divina misericordia, ed in tale circostanza sarĂ beatificato Giovanni Paolo II. In merito a questo grande evento, sia per la Chiesa che per tutta la cristianitĂ , non si avvertano quel grande entusiasmo e quella voglia di partecipazione ai quali eravamo abituati durante il lungo pontificato di papa Wojtyla. I mezzi di informazione, in particolare quelli cattolici, ne parlano, ma, ad esempio, non trovo lettere di lettori e/o commenti per esprimere la gioia di vedere questo Papa, che fu definito “il gigante della storiaâ€? del secolo scorso, proposto alla venerazione dei fedeli. Ăˆ soltanto una perdita collettiva di memoria? Con questa
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mia lettera vorrei evidenziare, tra le altre caratteristiche del Papa polacco, la sua costante attenzione per le grandi questioni sociali del nostro tempo. Si pensi alle encicliche Laborem exercens, del 1981 sull’esercizio del lavoro umano, e Sollicitudo rei socialis del 1987, ossia la sollecitudine della Chiesa nel porre attenzione alla evoluzione sociale. Da ultimo la Centesimus annus del 15 maggio 1991, con la quale, prendendo atto della caduta del comunismo (a cui Lui aveva contribuito), metteva in guardia dai pericoli di un capitalismo senza regole e privo di alternative. A me pare che, almeno nell’ultimo decennio, stiamo sperimentando cosa significhi rinunciare al governo dell’economia, la quale impone le sue ferree leggi, senza considerare le finalità sociali del lavoro e delle risorse in genere. Con queste considerazioni, auspico una integrale riscoperta della figura del nuovo Beato, dal quale, numerosi milioni di lavoratori e lavoratrici ricevettero un grande impulso e sostegno per la promozione della loro dignità umana. Giuseppe Delfrate
La Chiesa e la Lega Nord Egr. direttore nelle ultime settimane su varie testate è apparsa la lettera del segretario cittadino di Lega Nord, Matteo Rinaldi, a commento della Lettera sulla pastorale dei migranti inviata dal Vescovo di Brescia alle comunitĂ della diocesi. Assoggettare a critica puntuale tutto quanto affermato da Rinaldi sarebbe un compito assai agevole, ma lo scritto risulterebbe tedioso alla lettura. Ăˆ quindi preferibile proporre
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un piĂš ampio giudizio sull’atteggiamento assunto da Lega Nord riguardo alla religione cristiana. In tutta l’Europa è in atto un cambiamento dovuto alla massiccia presenza di un gran numero di fedeli di religioni non cristiane che non vogliono seguire le regole della laicitĂ dello Stato. Ciò sta spingendo a una rivalutazione, nella maggioranza della popolazione, delle radici cristiane dei “valori europeiâ€?. Detto per inciso, i “valori europeiâ€? affondano le proprie radici prima di tutto nella cultura classica, nel diritto romano, e soprattutto nella filosofia greco-romana, nella quale San Paolo ha voluto che il pensiero cristiano venisse innestato. Tornando al tema del presente scritto, Lega Nord ripropone (a scopi elettorali, teniamolo sempre ben presente) un concetto superato, sorto nel Medioevo dominato dalle guerre di religione: l’idea di identitĂ tra Chiesa, territorio e nazione. Tale principio è racchiuso nell’espressione “cuius regio, eius religioâ€?. Un forte legame tra religione e identitĂ nazionale non dĂĄ spazio alle comunitĂ di diverso credo religioso, con la conseguente tendenza a concedere libertĂ limitate alle fedi minoritarie. Questa pretesa di Chiesa “nazionaleâ€? ha portato al disastro nei Balcani durante gli anni ‘90, quando le chiese si sono lasciate strumentalizzare in conflitti che hanno portato a violenze e distruzioni in nome della religione. La Chiesa cui Lega Nord intende rifarsi è una Chiesa non “cattolicaâ€? nel senso etimologico, ossia non rivolta, non aperta a tutti. Una Chiesa siffatta tradirebbe il messaggio cristiano, e rischierebbe di entrare in aperto conflitto con gli appartenenti alle altre religioni. Ne deriverebbe un atteggiamento oppo-
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sto all’integrazione invocata da Lega Nord a parole ma ostacolata nei fatti, come testimoniato quotidianamente da provvedimenti amministrativi locali e nazionali. L’etnoreligione cui Lega Nord vorrebbe tendere ha visto di recente una affermazione clamorosa nell’Europa centrale, con legami rinnovati con lo Stato. Mi riferisco alla nuova Costituzione della Repubblica ungherese, religiosamente connotata, imposta dal partito unico di governo, il “Fideszâ€? (nomen omen?), un partito populista di centro-destra. Il testo della nuova Costituzione ungherese fa riferimento a Dio, e al cristianesimo come elemento fondante della nazione ungherese, sovrapponendo nazione politica e nazione etnica. Lega Nord si pone nella scia di questo e di altri partiti europei nazionalisti, antieuropeisti, xenofobi e razzisti, che mietono successi elettorali a causa della crisi economica e dell’immigrazione, fenomeni che però essi non sanno nĂŠ contrastare nĂŠ governare. L’auspicio è che la Chiesa non accetti di farsi stringere da quell’abbraccio soffocante che Lega Nord le sta offrendo. Emanuele Formosa
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