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Dove incomincia la vita? Dal primo battito o dall’ultimo? Credo dal primo. Ma l’itinerario è diverso: qui, da questa parte, siamo tesi da un filo, sentiamo la sete, la fame, soffriamo la nuditĂ e le nostre braccia, per vivere, talora annaspano, graffiano, colpiscono anche a morte chi è vicino. Ăˆ una vita sudata, dove la felicità è intermittenza di luce. Tendiamo. Quella dall’altra parte, dopo l’ultimo battito, è la continuitĂ della gioia: che nessuno ci toglierĂ (Giovanni 16,22-23). Abbiamo il dono di sperare nella vita; chi sta peggio ha diritto di sperare in una vita migliore. Il motivo sta nella risurrezione: salto della mente verso l’impossibile per noi. “Cristo risuscitato dai morti non muore piĂš; la morte non ha piĂš potere su di luiâ€? (Romani 6,9). Enzo Bianchi sottolinea che il proprium del cristianesimo è questa “speranza della vita piĂš forte della morteâ€? (cfr. “Per un’etica condivisaâ€?); e tuttavia rimane un salto, “fedeâ€? appunto, frutto di un dono e al tempo stesso di una scelta libera.
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La beatificazione di Karol Wojtyla: un Papa, un uomo
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Ăˆ anche una grande festa per l’Italia e gli italiani la beatificazione di Giovanni Paolo II. PerchĂŠ, primo Papa straniero dopo secoli, è stato anche un grande interprete di Roma e dell’Italia. Della cittĂ di cui era diventato e si sentiva fortemente Vescovo aveva
pienamente raccolto il carattere insieme universale e familiare, quasi atemporale, per cui tutti si possono sentire a casa propria, in una terra nello stesso tempo molto marcata dai segni identitari, ma senza confini. All’Italia ha saputo parlare, senza retorica, ma con la credibilità del testimone, di patria. E ha instancabilmente collegato questo suo appello all’idea che l’Italia avesse qualcosa di molto importante da dire e da fare in una Europa che a sua volta, riunificandosi, doveva ritrovare un ruolo di civiltà , a partire
dall’ereditĂ e dall’identitĂ cristiana. Giovanni Paolo II insomma non era assolutamente convinto di un inevitabile destino di secolarizzazione, per l’Italia e per l’Europa. E lo dimostra con il coraggio delle opere, nella certezza della fede. Ăˆ questa naturale sintesi, che tutti coloro che gli sono passati anche solo per poco accanto, testimoniano essere fondata sulla realtĂ misteriosa e trasparente della preghiera continua, il grande messaggio pubblico, politico e sociale, che Giovanni Paolo II ha
lanciato. Nell’Italia e nella stessa Chiesa italiana della fine degli anni Settanta, alle prese con una stagione di crisi e contemplazione della crisi, questo messaggio, cosĂŹ semplice e diretto, provoca effetti dirompenti e fragorosi, getta semi inediti, destinati a fruttificare nel corso del decennio successivo e molto oltre. Alla stagione della crisi, che tocca il suo apogeo proprio durante gli anni Settanta, succede cosĂŹ quella della “riconfigurazioneâ€? del mondo cattolico. Ǥ ͘͞